Centonove numero 6
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Centonove numero 6
ANNO XXI Numero 6 14 FEBBRAIO 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) EURO 1,50 Nel fotomontaggio, Gaetano Cacciola e unʼelaborazione grafica di via dei Mille di Monica Bellantone SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA L’INCHIESTA Isola felice MESSINESI DIVISI PER IL CENTRO CITTÀ PEDONALIZZATO DA UN MESE. UN COMMERCIANTE APRE IL LIBRO MASTRO E SPIEGA: NESSUN CALO NEGLI AFFARI. E L’ASSESSORE CACCIOLA: «INDIETRO NON SI TORNA» 14 Febbraio 2014 il punto EDITORIALE Elezioni mon amour È SEMPRE LA MOLLA delle elezioni, quelle programmate, quelle auspicabili, quelle da rimandare il più possibile, il massimo comun demominatore che unisce Roma e Palermo. E se nella capitale capitola Letta, in Sicilia l’Ars non riesce a venire a capo della matassa Province. A distanza di un anno dall’annuncio, infatti, il disegno di legge non trova un accordo, e hai voglia a “minacciare” la dead line, perentoria o meno, del 15 febbraio. Tutto sarà deciso a convenienza. Ma convenienza di chi? Ovviamente della politica che non genera ma si rigenera. Già, perché nel magma di un’Italia che non si sa se diventerà mai bipolare, è meglio correre ai ripari. Così, nella Sicilia che voleva eliminare nove presidenti e centinaia di consiglieri, forse non sarebbe male lasciare tutto come era prima di Crocetta, andando a elezioni insieme alle europee. Parola d’ordine, ricollocarsi e pesarsi, soprattutto. Come sta facendo il leader del Pd di Messina, Francantonio Genovese, che dopo l’indolenza delle primarie nazionali, ha deciso di scendere in campo a sostegno del candidato ufficialmente “sfavorito”, l’uscente Giuseppe Lupo. Il perché, si spiega facilmente: sorpassare in riva allo Stretto Fausto Raciti significherebbe, nell’equilibrio tra le forze in campo, dire “ci sono e avete bisogno di me”. Quanto basta per guadagnare un posto in lista per le europee. E cinque anni di pace in Ue. Enrico Letta e Matteo Renzi La strana mossa di Coerenzi Il segretario del Pd Matteo Renzi passa dalla chiusura quasi sdegnata all’assalto allupato alla poltrona dell’amico di partito. Una capriola incomprensibile che “dipinge” il nuovo leader DI DOMENICO BARRILÀ Meno di un anno fa, il neo presidente del consiglio Enrico Letta, chiedendo la fiducia al parlamento, aveva quasi gridato che di solo risanamento si muore, che le famiglie bisognose avrebbero avuto dallo Stato un reddito minimo e che il finanziamento pubblico ai partiti sarebbe stato abolito. Una salutare ripresa di contatto con la realtà, avevo scritto allora. Uno stentoreo “adesso basta”, seguito da diversi punti esclamativi, che mi aveva indotto una certa benevolenza verso il premier: “Da oggi Enrico Letta si libera della somiglianza con il grigio impiegato di banca asburgico, che tutte le sere, prima di lasciare l’ufficio, rimette ossessivamente in ordine le matite”. Una sincera apertura di credito, alimentata in eguale misura dall’esasperazione e dal desiderio di vedere la sospirata svolta. Quanto tale ottimismo della speranza sia stato corrisposto, è nelle parole indirizzatemi mercoledì da un giovane imprenditore bresciano: “Mi spiace per Enrico Letta, che certo non è responsabile della messe di problemi che abbiamo davanti, ma devo dirle che non ricordo un solo provvedimento che sia andato nella direzione di risolverne qualcuno”. Una sentenza dal fronte, che nei giorni scorsi era già risuonata a ben altro livello nelle severe parole di Giorgio Squinzi, dalle quali era arrivata una potente spallata al governo. Una sorta di licenziamento da parte del mondo produttivo, che ha rinvigorito la macchina dello scontento. Il presidente di Confindustria, poche ore prima della direzione nazionale del Pd, si è sentito il dovere di rinforzare il concetto, asserendo che le analisi di Letta erano state buone, tuttavia l’azione si è rivelata carente. Bocciato, dunque. Pareri, pressioni e circostanze da cui il segretario del Pd Matteo Renzi si è fatto volentieri sedurre, passando nell’arco di pochi giorni dalla chiusura quasi sdegnata all’ipotesi di una staffetta, all’assalto allupato alla poltrona dell’amico di partito. “Coerenzi”, traduce mio figlio Luciano, tra il divertito e il preoccupato. Una capriola per tanti versi incomprensibile, ma perfettamente Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Graziella Lombardo Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 aderente al personaggio, comunicatore compulsivo, assai autocentrato, come ogni soggetto ambizioso. Spinte che possono essere importanti quando ad esse corrisponde un adeguato talento politico e culturale, che Matteo Renzi deve ancora dimostrare di possedere e che, a giudicare dalle mosse di questi giorni, non sembra proprio nella sua immediata disponibilità. L’incontro con Silvio Berlusconi in chiave legge elettorale, aveva un senso, pure con tutte le riserve sul padrone della destra. Attaccarlo era stupido e ideologico. Una buona partenza, dunque. Stavolta, però, siamo di fronte ad un grave infortunio perché, quale che sia l’esito del braccio di ferro, rischia di innescarsi una spirale autodistruttiva all’interno del Pd, che travolgerebbe pure il suo inquieto nocchiero. Forse Matteo Renzi non si rende conto di avere di fronte un democristiano di stretta osservanza, che proverà a resistergli fino a dove gli sarà possibile. L’impressione è che il segretario abbia compito un passo falso dilettantesco, prontamente amplificato della presentazione di “Impegno Italia”, il nuovo programma di coalizione, servitogli dal presidente del consiglio in un’affollata conferenza stampa, appena poche ore dopo l’infruttuoso testa a testa tra i due galli. Un programma decisamente manieristico, giacché mette sulla carta tutte le intenzioni di Renzi, che licenziando Letta in qualche modo rinnega il suo programma. Di sicuro il sindaco di Firenze non tirerà indietro la gamba, troppo arrogante per farlo, e gli sviluppi saranno tutti da scrivere. Di altrettanto sicuro c’è che il Pd ora è sotto pressione, avendocelo posto colui che dovrebbe curarne gli interessi. Infine, senza fare troppa fatica, la destra marca un punto a suo vantaggio, e non piccolo. Vantaggio che perderebbe solo se Renzi, scalzato Letta, riportasse il Paese ai livelli che sembrano persi per sempre. Scenario improbabile, mentre sembra più facile che Pd perda due leader in un colpo solo, gran parte della sua residua credibilità e un bel filotto di elezioni. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm. 3,5 x 4,5); Manchette prima pagina euro 206,58; Finestrella prima pagina euro 438,99; commerciali a mod. euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. euro 129,11; redazionali euro 77,47; una pagina interna euro 1.446,08; ultima pagina euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + euro 387,34. Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana 14 Febbraio 2014 riservato MESSINA. La direzione Investigativa Antimafia “blocca” società, immobili, terreni, conti correnti e auto dell’imprenditore Farinella, sequestro da tre milioni e mezzo di euro MESSINA. Società, terreni, immobili, polizze assicurative e conti correnti per 3,5 milioni euro. Ammonta a tanto il sequestro di beni operato dalla Direzione Investigativa Antimafia di Messina ai danni Vincenzo Farinella, cinquantuno anni, imprenditore edile di Capizzi con capitali che “sbocciavano” tra Mistretta e Tortorici e venivano reinvestiti nella piana di Catania. Farinella era stato arrestato il 22 marzo 2007 durante la maxi operazione “Montagna” perché, secondo gli investigatori, grazie ai suoi rapporti con la criminalità organizzata nebroidea si era garantito importanti fette del mercato degli appalti pubblici e privati della zona. Dallo scorso giugno si trova ai domiciliari, dopo una condanna in primo grado a 4 anni e 9 mesi di reclusione. Dopo aver appurati i suoi legami con il tessuto mafioso tortoriciano e aver scoperto una netta sproporzione tra i beni posseduti ed i redditi da lui dichiarati, su proposta del direttore della Dia, Arturo De Felice, e a seguito di accurate indagini patrimoniali, è stato disposto il sequestro di 3 auto, 9 autocarri, 7 beni FINANZA. Udienza il 27 febbraio Derivati, il Comune dice no al dissequestro ROMA. E’ fissato il 27 febbraio alla Corte di Cassazione l’esame del ricorso presentato dall’avvocato Nino Parisi per conto del Comune di Messina, contro il provvedimento di dissequestro dei 18 milioni di euro alla Banca Nazionale del Lavoro, frutto dei contratti derivati sottoscritti sotto la sindacatura di Giuseppe Buzzanca e Francantonio Genovese, oltre che con la società del gruppo Paribas, anche con la la Dexia Group. Il Tribunale di Messina, accogliendo la richiesta cautelativa del Comune aveva disposto il sequestro delle somme, ma una ordinanza successiva ne aveva decreto lo sbloocco. Contro questa misura ora scende in campo l’ufficio legale del Comune di Messina. Gli effetti dei contratti, a seguito della vicenda giudiziaria in corso, sono stati congelati. Dalle casse del Comune per effetto dei contratti derivati sono usciti quasi quattro milioni di euro. Ma una decisione negativa della Suprema Corte, avrebbe effetti devastanti sulle casse di Palazzo Zanca, già sul filo del rasoio del dissesto finanziario. Guido Lo Forte immobili, 14 terreni agricoli e delle quote di tre società: il 50% di Ca.Sa. Rione S.n.c. operante nel settore della produzione e commercializzazione di prodotti agricoli e le quote della Giavin S.r.l e della ditta individuale Farinella Cataldo, operanti entrambi nel settore edile. I beni che comprendono anche polizze assicurative, conti correnti e investimenti finanziari erano intestati anche alla moglie e ai tre figli di Farinella che comunque è stato riconosciuto dagli investigatori come il “dominus”e l’unico “gestore” di tutte le proprietà familiari. La conferenza stampa sul sequestro di beni a Farinella è stata l’occasione per ribadire i legami coesistenti tra la mafia nebroidea e quella catanese ed evidenziare alcuni dati relativi ai sequestri effettuati negli ultimi anni grazie alla collaborazione tra Dia, Ros e Procura. «Questa sinergia - ha detto il procuratore capo Guido Lo Forte - ha portato ad un incremento delle misure patrimoniali, sequestri e confische, del 500% e del valore dei beni sequestrati del 1000% negli ultimi quattro anni». SOMMARIO PRIMO PIANO 6. Rifiuti, niente di personale L’amministrazione boccia il bilancio di Messinambiente e manda le carte in Procura POLITICA 9. Genovese, in bocca al Lupo! Il deputato schiera le truppe per Lupo 10. Il partito dell’antimafia I paladini della giustizia in corsa per le competizioni di primavera 11. Forza Italia in marcia Il partito si struttura all’Ars 12. Rifiuti, Di Maria sbatte la porta Il dirigente si dimette dall’incarico 14. Ciro, voglia di Azzurro Anche il sindaco di Acquedolci si avvicina a Forza Italia SICILIA 15. Teatro, inchiesta spettacolo La Procura indaga teatranti e produttori 16. Iacp, istituto troppo autonomo Viaggio nell’Iacp degli sprechi 18. Anoressia, si chiude il Cerchio Tagli al centro specializzato dell’Asp 19. Metano, scoppia la guerra Dai Nebrodi allo Jonio, Comuni in trincea 20. Salviamo lo stallone La Regione sacrifica i purosangue 22. Depuratore nel pantano A Vulcano, contestato il nuovo impianto 23. Un parco di guai A Barcellona, nei guai tecnici e imprenditori 24. Il ballo del dissesto A Milazzo, il Cga riporta i consiglieri ECONOMIA 25. D’Amico, il Jolly nella manica L’imprenditore perde all’asta l’albergo 26. Sanità, Messina in buona Salus Cresce la struttura ospedaliera di Barresi 27. Siremar, tutto da rifare Il consiglio di Stato blocca la vendita POSTER 30. Antonello riaccende la Cultura Una Notte per il Maestro del Quattrocento RUBRICHE 3. Riservato 4-5. Settegiorni 24. Consumatori / Consulenti 28. Libri/La Classifica 28. Lacerti di Letture 30-31. Lettere & Commenti 30. Qui Scuola / Heritage 30. Ecologia 31. Eliodoro / 150 Parole da Palermo 31. Animal House centonove pagina 3 TOP SECRET ARTE CONTEMPORANEA Uno statuto e un’evidenza pubblica per la Gamm MESSINA. Uno Statuto per la gestione e una evidenza pubblica per la direzione. È a quanto sta lavorando il Comune di Messina, in sinergia con la Soprintendenza, per mettere a punto la gestione della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea del Palacultura, inaugurata due anni fa. Intanto, in occasione della Notte della Cultura, si è proceduto a una nuova disposizione delle opere esposte. INDENNITA’ Villa Mazzini, il Comune pensa a una riorganizzazione MESSINA. Nuova organizzazione e decoro per la Villa Mazzini di Messina. Il Comune sta avviando un censimento di tutte le concessioni rilasciate e dei canoni percepiti. L’obiettivo è rivedere gli accordi con i titolari dei giochi e delle piccole rivendite, che dovrebbero trovare una diversa collocazione nel giardino storico della città. MILAZZO Al comune si cerca il settimo segretario MILAZZO. L’amministrazione Pino si sta guardando attorno per individuare il nuovo segretario comunale. Si tratterebbe del settimo professionista dall’inizio della legislatura avviata nel 2010. Il feeling con l’attuale reggente Massimo Gangemi è ottimo ma, secondo indiscrezioni, il segretario potrebbe decidere di trasferirsi in una sede meno problematica di quella di MiIazzo stanco di uno scontro politico acceso e ricco di insidie. Il sindaco Carmelo Pino sta cercando di trattenere Gangemi ma il tentativo di lasciare sarebbe forte. 14 Febbraio 2014 settegiorni CHI SALE Giuseppe Buzzanca MESSINA. Soddisfazione a distanza per l’ex sindaco di Messina. Il Comune, infatti, ha ottenuto i fondi comunitari Pon legati al piano strategico votato dalla sua giunta. Per Buzzanca, però, la gioia puà essere doppia, visto che, a celebrare il successo, è anche l’attuale vicesindaco Guido Signorino che, da semplice cittadino, aveva avversato il provvedimento. Clelia Marano MESSINA. L’esperta del Comune di Messina ottiene una grande vittoria. La sua idea di destinare gli ex Magazzini Generali della città a luogo per accogliere i cittadini meno fortunati è diventata realtà. Lunedì 17, infatti, la struttura sarà aperta grazie alla sinergia con l’assessore alla Protezione Civile, Filippo Cucinotta. A passare la prima notte insieme agli ospiti, sarà il sindaco Renato Accorinti. L’INIZIATIVA “M’illumino di Meno”, una festa a... luci spente Una giornata all’insegna delle luci spente, quella che si celebra oggi (venerdì 14, ndr), in occasione della “Festa del risparmio energetico”. Ad aderire a “M'illumino di Meno 2014 - Spegni lo spreco, accendi la cultura!”, anche il Comune di Messina. Giunta alla decima edizione, si tratta di una campagna di sensibilizzazione radiofonica sul risparmio energetico e sulla razionalizzazione dei consumi, lanciata da Caterpillar, Rai Radio2. Come disposto dagli assessori all'energia, Gaetano Cacciola, ed all'ambiente, Danele Ialacqua, dalle ore 13 SOCIETÀ Infanzia, leggiamo insieme da Ciofalo Messina. Leggiamo insieme. E’ il tema dell’incontro che si svolgerà alla libreria Ciofalo e didicato ai più piccoli con letture, giochi e animazioni per “scoprire il mondo che ci circonda”. Gli appuntamenti ogni sabato dalle 16.30 alle 17.30. Necessaria la prenotazione al numero 090.675311 Amministratori Condominali, Nasce a Messina l’associazione“Sesamo” Messina. Nasce a Messina “Sesamo”, Associazione Amministratori Condominiali. Sesamo ha come finalità la tutela legale e la formazione di Ammnistratori di condominio. In concerto con l'associazione Asppi, va a integrare il progetto di valorizzazione e tutela del "patrimonio casa" e dell'esigenza "abitare". “Ritmo Live” al Palacultura, musica sulla notazione simbolica Messina. Sabato 15, alle ore 18, nell'Auditorium del Palacultura Antonello, l'Orchestra multietnica "Ritmo Live" si esibirà in concerto per il cartellone dell'Accademia Filarmonica di Messina. "Ritmo Live" è la prima formazione che legge la musica con l'esclusivo sistema di notazione simbolica. BROLO Vittorio Sgarbi ricorda il maestro Miraglia Antonello da Messina MESSINA. Il maestro messinese della pittura del Quattrocento è tornato in vita grazie al social network Facebook. Da un paio di giorni, il suo profilo, con tanto di autoritratto della National Gallery, promuove la notte della Cultura, complimentandosi con gli organizzatori anche per i più piccoli particolari: “Ottimo, hanno fatto una piantina perché il 15 febbraio non vorrei perdermi: in effetti la mia città non è più la stessa!”. Antonio Caffo MESSINA. Brutto quarto d’ora per il collega del Giornale di Sicilia. Durante la solenne presentazione della Notte della Cultura dedicata ad Antonello da Messina, la rappresentante della soprintendenza di Messina, Grazia Musolino, è stata interrotta da un ripetuto “Cosa posso fare per te?”, detto da una fanciulla con voce metallica. Si trattava del cellulare di Caffo, che si era attivato senza ragione. Ruggero De Caro CATANIA. II consigliere del Pd della terza Circoscrizione di Catania è stato nominato nuovo coordinatore regionale di FutureDem, prendendo il posto di Giulio Seminara. «Accolgo con gratitudine ed entusiasmo questo nuovo incarico e la sfida che ne consegue, ringrazio chi mi ha dato fiducia, a partire dal neopresidente nazionale Giulio Del Balzo», ha commentato. alle 14, gli uffici ed i locali dell'Amministrazione comunale spegneranno le luci per osservare il simbolico “silenzio energetico”. Nel corso della settimana, con una circolare inviata ai dipendenti comunali, sarà trasmesso il decalogo di “M'illumino di Meno”. Vittorio Sgarbi BROLO. “Ora che vedo questo mare e questi monti capisco molte delle cose che mi diceva il mio maestro Beppe Miraglia…”. Affacciato dal Castello di Brolo, della famiglia Germanà, domenica scorsa, dopo una tappa a Villa Piccolo, a Capo d’Orlando, Vittorio Sgarbi si è concesso un momento di relax nei luoghi di Medievalia, accompagnato da Igor Germanà. Qui ha svelato il suo rapporto con il professore Miraglia, messinese d’origine, che insegnò a Ferrara ed ebbe come allievo il piccolo e già eclettico Sgarbi, a cui trasmisce l’amore per i classici, l’arte e la letteratura. BLITZ. La Finanza smantella un centro di riproduzione fotostatica illegate di testi universitari Fotocopie illegitime? Sì, ma anche le copie autografate DI AUGUSTO CAVADI A Palermo, ancora una volta, come avvenuto in altre città, la Guardia di finanza ha scoperto un centro di riproduzione fotostatica illegale di testi universitari. Buona notizia. Ora però se ne aspetta una seconda. Infatti l’industria clandestina delle fotocopie di libri in commercio è un reato non solo odioso ma anche autolesionistico: se un editore conta di vendere 1000 copie di un testo, può determinare un prezzo di copertina; se sa che ne venderà 100 copie perché le altre 900 saranno riprodotte fraudolentemente, sarà costretto a fissare un prezzo triplo o quadruplo per non andare in rosso. Ma il prezzo esoso spingerà all’illegalità e - come in un cerchio infernale – l’illegalità spingerà ad innalzare il prezzo. Assodato questo chiarimento preliminare sulla inaccettabilità dei reati contro i diritti d’autore, va però completata la riflessione sulla responsabilità di alcuni docenti che – non soddisfatti degli emolumenti mensili già decorosi, dei contributi accessori per viaggi di studio e pubblicazioni, dei guadagni derivanti da consulenze e altre prestazioni fuori dalle mura accademiche – interpretano la pubblicazione delle dispense, e più in generale dei loro testi, non come un servizio incluso nella loro docenza bensì come un’ennesima fonte di guadagno. Questa perversione arriva a livelli incredibili per chi è estraneo al clima di intimidazione mafiosa che si può arrivare a respirare in alcune aule universitarie, specie nel Mezzogiorno. L’esempio più eclatante che non si può non citare in proposito riguarda quei professori che agli esami chiedono ai candidati non solo di presentarsi con un libro originale (richiesta sacrosanta), ma addirittura con una copia ‘vergine’. Se un amico, dopo aver sostenuto l’esame, presta al collega la sua copia o se una coppia di fidanzati studia sullo stesso centonove pagina 4 libro per lo stesso esame, ciò viene considerato una trasgressione. Da qui l’idea geniale - genialmente ridicola, ripugnante – da parte dell’esaminatore di autografare la copia del libro dello studente e di vietare, che qualche altro candidato possa presentarsi agli esami con una copia già autografata. Là dove questa prassi è in uso, uno studente dovrebbe avere il coraggio civico di denunziare per abuso di potere. Ma, dal momento che si temono ritorsioni si finisce col subire in silenzio. E col ricorrere a forme di autodifesa, come le fotocopie clandestine, tipiche dei sudditi nei regimi dittatoriali. L’intervento della finanza può spezzare questo secondo cerchio diabolico che dall’abuso del docente porta alla trasgressione dello studente che, a sua volta, inasprisce le forme illegali di controllo e di repressione da parte del docente. Impossibilitati a ripiegare sulle copie fraudolenti, gli studenti avranno adesso un motivo in più per denunziare i prof prepotenti. La seconda buona notizia che attendiamo è che qualcuno di questi vada a raggiungere in galera i titolari di copisterie abusive. 14 Febbraio 2014 settegiorni MESSINA. L’artista Enzo Migneco dona un dipinto alle Ferrovie dello Stato Elvira Amata Un treno così Togo Si tratta di un paesaggio siciliano che adesso adorna Una sala della Stazione DI EMANUELA GIORGIANNI Messina. “Un grande paesaggio siciliano, sulla sinistra del quale si affaccia fuori dalla montagna un treno velocissimo, uno di quelli che la Sicilia non possiede ancora. Potrebbe raccontare un passaggio da Palermo, la capitale, alla più piccola “Veloce come un treno” Messina. Il treno attraversa questi ambienti, raffigurati in maniera ideale, poetica”. Così l’artista Enzo Migneco, in arte Togo, descrive il suo dipinto, dal trasferisco definitivamente a Milano, volevo fare il pittore a tutti i costi, titolo “Veloce come un treno”. L’opera, donata alle Ferrovie dello e già dipingevo a Messina. Da quel momento in avanti tutte le discese Stato e a Messina, ubicata nella Sala della Stazione Ferroviaria, è a Messina le feci col treno” ricorda Migneco. Era proprio un treno stata presentata giovedì 13 febbraio, alle 12. Presenti il sindaco, quindi a legare l’artista alla terra della sua adolescenza. “Ho un legame Renato Accorinti, l’avvocato Giuseppe Cardile, Dario Lo Bosco, forte col paese nel quale sono cresciuto, al quale ritorno spessissimo per Presidente della Rete Ferroviaria Siciliana, l’ingegnere Andrea lavoro o per il piacere di vedere e vivere gli amici di sempre, mi basta Cucinotta, e l’ingegnere Arturo Spataro. chiamare e dire preparatevi che sto scendendo”. I colori forti dei 150x280cm rappresentanti un ritorno ideale verso una città paesaggi Messinesi saranno, infatti, temi tipici delle sue opere che fortemente amata, e un treno, compagno di vita dell’artista. hanno conquistato il mondo. Enzo Migneco, nasce a Milano nel 1937, ma a causa del secondo Un grande uomo, e un grande artista, che ha sempre mantenuto conflitto mondiale si trova costretto a spostarsi da Adis-Abeba a l’umiltà e il piacere delle piccole cose e l’amore per la sua città. Ed è Messina, a Roma, a Muccia e di nuovo a Messina dal 1946. Qui proprio l’amore oper Messina che ha spinto Migneco a donarle il suo trascorre la sua adolescenza e intraprende l’attività di pittore. “Alla dipinto. “Vuole essere è un messaggio di buon augurio”. Un augurio fine degli anni 50, incuriosito, faccio i primi approcci a Milano, in affinché la Sicilia, con le adeguate strutture, possa dotarsi di nuovi treno. Lì mio zio, Giuseppe Migneco, grandissimo artista, mi mezzi, possa crescere, rendendo più facile a chi la ama, ma le è lontano, ospitava nei periodi estivi, e così conobbi l’ambente. Nel ‘62 mi di tornare a fare un saluto. VILLAFRANCA TIRRENA “One billion rising” contro la violenza Dopo l'esperienza dello scorso anno, il 14 febbraio torna il “One billion rising”, un flash mob promosso a livello mondiale contro ogni tipo di violenza sulle donne e dedicato in questa seconda edizione particolarmente al tema della giustizia. L'associazione “Una di noi onlus”, in collaborazione con i comuni di Villafranca Tirrena e Saponara, ha previsto per il pomeriggio diversi appuntamenti: a Saponara alle 16,30 si svolgerà l'iniziativa “Con la violenza... nessuno vince”, una partita amichevole di calcetto presso il campo sito accanto alla Villa Comunale “Concordia”; alle 17,30 presso l'aula consiliare del Comune di Villafranca Tirrena si discuterà sul tema “La giustizia per me è...”, appuntamento aperto alle testimonianze delle donne con la possibilità di conoscere i servizi e le attività svolte dall'associazione “Una di noi onlus”; alle 18,30, infine, in via Don Luigi Sturzo, di fronte al Municipio villafranchese si ballerà sulla musica del brano “Break the chain” per mandare un messaggio inequivocabile contro la violenza sulle donne. Nei giorni precedenti all'evento giorni semplici cittadini si sono preparati per flash mob mondiale con la speranza che a questo ballo collettivo partecipino in tanti, anche uomini, vestiti di nero e rosso. «La cittadina di Villafranca – spiega l'Assessore ai servizi sociali e pari opportunità, Debora Celi – è vicina alla causa ed è sempre pronta ad appoggiare eventi di sensibilizzazione. Non solo in queste occasioni, ma tutto l'anno ci attiviamo per promuovere azioni in favore del volontariato, associazionismo e terzo settore. L'appuntamento di venerdì sarà un modo per manifestare la nostra vicinanza e riflettere anche sul recente caso della giovane Chiara, la 19enne romana in coma dopo essere stata picchiata dal compagno. Bisogna prendere coscienza che questi problemi non riguardano sempre e solo gli altri, ma anzi non sono così lontani da noi come appaiono e potrebbero coinvolgerci in prima persona in qualunque momento». CHI SCENDE ROSA E NERO Enna, in un cassetto 5mila lire che valgono un tesoro Enna. Aprono un cassetto e scoprono un “tesoro” in un vecchio libretto postale che il nonno non sa di avere. E’ successo ad Enna ai nipoti di Salvatore Messina, 105 anni, ex sott’ufficiale dell’esercito che per una vita ha fatto il pendolare tra Enna, la città natale, e Modena, dove all’epoca del servizio militare aveva conosciuto la moglie. Ora nonno Salvatore si trova ad avere un gruzzoletto stimato dai tecnici di Agitalia, associazione per la giustizia in Italia, dalle cinquemila lire originarie sottoscritte in epoca giolittiana dal padre del nonno a ben 650mila euro di oggi. Barcellona commemora Attilio Manca a 10 anni dalla morte BARCELLONA. Celebrati martedì 11, a Barcellona Pozzo di Gotto, gli eventi commemorativi organizzati dall'Associazione Nazionale Amici Attilio Manca (AnaAM), in occasione del decimo anniversario della sua morte. La manifestazione denominata "...e se Attilio fosse tuo fratello?", na visto alle 16.30, nella chiesa di Santa Maria Assunta, la celebrazione di una funzione religiosa officiata da don Marcello Cozzi, vicepresidente di Libera Nazionale, e da don Terenzio Pastore, presidente della Comitato Addiopizzo Messina onlus, mentre, alle ore 17.30, nella chiesa sconsacrata di San Vito, la presentazione del volume di Luciano Mirone "Un 'suicidio' di mafia". Presenti, oltre ai sindaci di Messina, Renato Accorinti, e di Barcellona, Maria Teresa Collica, il parlamentare Francesco D'Uva, il senatore Mario Michele Giarrusso, l'europarlamentare Sonia Alfano, gli scrittori Luciano Mirone, Giuseppe Lo Bianco, Luciano Armeli ed Antonio Mazzeo. La Palermo calcistica dice addio a Corrado Viciani PALERMO. Lutto nel calcio palermitano. Il 12 febbraio si è spento Corrado Viciani. Il tecnico, inventore del “gioco corto” in Italia, aveva guidato il Palermo dal 1973 al 1975 portandolo alla prima storica finale di Coppa Italia, il 23 maggio 1974 contro il Bologna a Roma. centonove pagina 5 MESSINA. Il consigliere dei Dr ha la memoria corta. Elvira Amata, infatti, ha firmato, insieme ai colleghi di gruppo, un’interrogazione in cui accusa l’attuale amministrazione di comportamento omissivo nella gestione della vicenda Messinambiente. Dimenticando che la maggior parte dei debiti sono maturati negli anni scorsi, in cui lei era assessore all’Ambiente. Pippo Trischitta MESSINA. E’ il decano dei consiglieri comunali, ma Pippo Trischitta fa errori da novellino. Giovedi mattina, infatti, il capogruppo di Forza Italia in aula “tuonava” contro le spese dell’amministrazione per la Notte della Cultura: “Hanno speso 13mila euro in volantini!”. In realtà, i tredicimila euro sono il costo dell’organizzazione complessiva della manifestazione. I volantini, (6600 tra pieghevoli, voucher, brochure e locandine), sono costati 1800 euro. Tony Zermo MESSINA. "Messina più che una città lunare ha solo un sindaco che è lunatico". Il giornalista etneo non perde occasione per criticare chi con la sua scritta “No Ponte” come Renato Accorinti si mostra ancora oggi contro l’opera del secolo che produce danni economici anche se non si farà più. Manlio Magistri MILAZZO. All’ex manager dell’Asp 5 da quando è stato rimosso dall’incarico non ne va bene una. In attesa che il Tar decida sulla sua sorte, durante un controllo dei carabinieri dei Nas al reparto Ostretricia di Milazzo disposto dal tribunale, Magistri nella foga di presenziare si è rotto un piede ed è stato soccorso dai colleghi medici. Al sopralluogo successivo, al punto nascita di Barcellona, si è presentato con la sedia a rotelle. Salvino Fiore SAN PIERO PATTI. L’ex presidente del consiglio provinciale si è messo a dieta. Da quando non ricopre più la carica è passato dalla taglia 48 alla 52. Che fosse arrivato il momento di daris una regolata l’ha capito durante un incontro politico a Palermo quando ha tentato invano di indossare la giacca che teneva in auto ed è dovuto correre ai ripari acquistandone una di “fortuna” della taglia giusta. 14 Febbraio 2014 primopiano MESSINA. Un mese di sperimentazione per il centro pedonalizzato. L’amministrazione non lascia: raddoppia L’isola che non c’è L’assessore alla Mobilità Cacciola: “Con la seconda fila “si mangiava?”: Messaggio che non può passare”. Tra le critiche si inserisce anche la politica. Che per anni ha annunciato zone “free car”. Mai attuate dal 2006. Ecco quali DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Un mese di sperimentazione non è bastato. Non è bastato all’amministrazione guidata da Renato Accorinti per vincere le ritrosie dei messinesi e trovare la quadra alle modifiche da apportare, non è bastata ai commercianti per far tornare i conti e convincere i potenziali acquirenti, non è bastata ai consiglieri comunali per capire se “è cosa buona” oppure no, se cavalcarla o affossarla può portare voti oppure toglierli. Da un mese, in città, non si parla d’altro che di isola pedonale. L’ISOLA CHE NON C’E’. Sulle vetrine, non tutte, non troppe, troneggia un cartello semplice, che recita “No Isola”. E’ domenica, e la maggior parte dei negozi in via dei Mille, una delle strade in cui non è più possibile passare in auto (e posteggiare in doppia fila), è chiusa. Eppure la strada è stracolma di gente. Bambini soprattutto. E’ successo che uno dei commercianti si è industriato, ha chiamato due animatori travestiti da Peppa Pig e davanti al marciapiede del suo negozio si è scatenato il delirio. Giusto di fronte, un negozio di abbigliamento per bambini è invece chiuso: sulla vetrina troneggia il cartello “per un’isola alternativa”. La schizofrenia della faccenda “isola si, isola no” è tutta qui. “Con questo macello di bambini di sicuro qualche affare lo avrebbero fatto”, spiega uno dei genitori, indaffaratissimo a contenere gli entusiasmi di sua figlia che cammina appena ma per spirito di emulazione scorrazza incerta lungo via dei Mille. Qualcun altro la butta più sull’analitico. “Un’isola pedonale è anche questo, giochi, luci, musica, animazione. Credo che con una trentina di euro ciascuno, i negozianti si assicurerebbero animazione per un anno. I tempi sono cambiati, la gente ha due lire in tasca e tu commerciante devi convincerle a scucirle, devi strappargliele. Il solo negozio con la vetrina coi cartellini dei prezzi scritti a penna non basta più. Speriamo lo capiscano, altrimenti in un anno qui i negozi si dimezzeranno, altro che isola pedonale”. Un discorso che non molti sembrano aver capito. Perchè c’è ancora chi spiega convinto che “ca secunna fila si manciava”. INDIETRO NON SI TORNA. “ Come sempre siamo pronti ad ascoltare tutti, ma indietro non si torna. Se poi l’assunto che sta alla base è che prima, col posteggio selvaggio gli affari andavano bene...”. La posizione esposta con ardore idealista dal sindaco Renato Accorinti è declinata in maniera più concreta da chi l’isola pedonale l’ha pensata, studiata e poi proposta, centonove pagina 6 l’assessore alla Mobilità Gaetano Cacciola. “Con la doppia fila si mangiava? Questo messaggio, è diseducativo. Il commercio deve andare avanti, ma sempre col rispetto delle regole. Come? Col miglioramento dei parcheggi, con piste ciclabili e mobilità sostenibile. E comunque nessuna esitazione, proseguiremo l’esperienza verificando cosa c’è da sistemare”, spiega subito, sgomberando il campo da dubbi. “Ci saranno piccole variazioni che approveremo con delibere in settimana, che non solo non pregiudicano la dimensione dell’isola, ma che invece daranno la possibilità di fruire dei negozi e dei garage che ci sono nella zona pedonale”. Sulle critiche piovute, Cacciola dà una chiave di lettura inedita. “Non direi pretestuose, però ho notato che prima dell’esito del ricorso al Tar (per la decadenza di Accorinti da sindaco ad opera del Pd, ndr) le critiche erano più aspre forse per legittimare un’attesa”. Tolto il sassolino dalla scarpa, Cacciola guarda al futuro: “La seconda fase è riempire l’isola con eventi e con accordi coi commercianti per occupazione suolo meno cara in cambio di impegno ad animare le strade”. Poi uno sguardo al mese appena trascorso. “Considero assolutamente positivo l’effetto deterrente sul traffico soprattutto da nord-sud, e l’utilizzo massiccio del parcheggio Cavallotti: segno che qualcuno ha capito che non si arriva con l’auto in centro”. Il problema, adesso, diventa politico. POLITICA A PIEDI. Perchè, dopo i sei mesi di sperimentazione, l’isola pedonale potrà diventare definitiva solo dopo un paio di passaggi tecnici e politici. Facili i primi, per niente i secondi. La prima delle contestazioni arrivate a Cacciola è stata quella di Gianfranco Scoglio, già assessore ai Lavori pubblici sotto la giunta di Giuseppe Buzzanca (e ancora prima City manager) e candidato sindaco alle amministrative di giugno del 2013. “L’isola pedonale è illegittima perchè non prevista dai piani urbani di traffico e mobilità”, ha tuonato l’ex assessore, in punta di diritto. Diretta la replica di Cacciola, uomo che le parole non le spreca mai a caso: “Per questo ci siamo dati sei mesi di sperimentazione”. Scaduti questi, l’isola pedonale andrà inserita nel Piano urbano del traffico, quel Put che sembra un’imprecazione, anche perchè dovrà passare in consiglio comunale, dove i quattro della “maggioranza” sono massacrati dai numeri a sfavore e dalla opposizione, che sull’argomento fa la voce grossa. Mercoledi 12 il consigliere del Pd Nicola primopiano Cucinotta, che aveva presentato un ordine del giorno per la modifica della zona pedonalizzata controfirmato da Fabrizio Sottile (Siamo Messina) e Pippo Trischitta (Pdl), ha annunciato in aula il ritiro del documento e la sua trasformazione in proposta di delibera perchè diventi un “atto di indirizzo”. Nello specifico, da suggerimento diventa richiesta all’amministrazione affinchè di pedonale resti solo una breve porzione di viale san Martino. E’ il primo atto dell’aula che manifesta un interesse per il tema dopo un mese di interviste, interrogazioni e chiacchiere. ISOLE CHE NON LO ERANO. In realtà un’isola pedonale le giunte precedenti l’avevano anche prevista. Anzi più di una. Era stato un raggiante Melino Capone che nel 2009, nelle vesti di assessore alla Mobilità, aveva annunciato percorsi ciclabili degni di una città olandese ed un’isola pedonale che dal teatro sarebbe arrivata al Duomo. Ovviamente non è stato messo Gaetano Cacciola in cantiere un solo centimetro pedonalizzato o ciclabile, ma nel 2011 è arrivato uno studio di fattibilità per la pedonalizzazione della parte inferiore del viale san Martino, da piazza Cairoli fino alla Dogana. L’incarico, andato all’architetto Michele Palamara, è stato conferito però non da Capone, ma dal sindaco Buzzanca in persona, coi poteri che gli derivavano dall’essere commissario straordinario per l’emergenza traffico. Dopo approvazione tecnica, conferenza dei servizi, pareri acquisiti e studio di prefattibilità, l’isola si è inabissata nonostante il decreto di nomina del Rup (Raffaele Cucinotta) e l’individuazione del “project financing” come mezzo di finanziamento. Nel frattempo, però, buona parte dei negozi della parte bassa del viale hanno chiuso per sempre le saracinesche, nonostante l’andirivieni di automobili ed il costante parcheggio in doppia fila. Quella che era inserita nel piano urbano della mobilità, invece, era l’isola pedonale immaginata da Arturo Alonci, nel 2006 assessore all’Urbanistica della giunta di Francantonio Genovese: piazza Cairoli e viale san Martino chiuse al traffico fino alla via santa Marta, con tanto di progetto affidato allo studio di architettura ModuloQuattro. Anche di quel progetto non se ne sa più nulla. L’ANALISI. Un commerciante decide di rendere noti gli incassi. E si scopre che... Libro mastro alla mano “FLESSIONE NEI PASSANTI, MA I GUADAGNI SONO INTATTI. C’È CRISI, MA BISOGNA ANCHE SAPER VENDERE” DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Sui cali di vendite degli esercizi commerciali all’interno e in prossimità dell’area pedonale si stanno documentando in maniera bipartisan anche i consiglieri della IV circoscrizione con in prima fila Francesco De Pasquale e il presidente Francesco Palano Quero che monitorano costantemente l’andazzo dell’isola. Ci sono bar e negozi di piazza Cairoli pronti a mettere sul tavolo dell’Amministrazione comunale cali da primato che costringerebbero qualsiasi imprenditore con un pizzico di sale in zucca a chiudere bottega il giorno dopo. CHI CALA... Ci sono i fratelli Santoro, titolari dello storico bar, che lamentano cali che vanno dal 30% al 50%, rispetto allo scorso anno. Lo stesso allarme lo hanno lanciato franchising come Carpisa e Oviesse, il gruppo Euronics, la multinazionale McDonald che rispetto al pre-isola non se la passa affatto bene. Dentro l’isola registra un calo del 30% anche Maria Arena, titolare di “Marinely”. Appena fuori storiche gioiellerie messinesi come quella di Filippo Burrascano lamentano cali del 50%. Scendono del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, gli incassi del tabacchino “Aurora” di Maria Nunnari, mentre va un po’ meglio alla titolare di Sanuk, Federica Mamone, che ha registrato un calo del 38%, compensato però con l’accaparramento di due grossi ordini che hanno sopperito alle piccole spese dei clienti di passaggio. C’è chi il calo di vendite non l’ha e, forse, non l’avrebbe comunque subito, anche se può certificare una percentuale infinitamente minore di “passeggio” davanti al negozio. ...E CHI NO. Si tratta di Filippo Russo, imprenditore a capo di due società che gestiscono tre punti vendita di intimo a piazza Cairoli. Riceve centinaia di curriculum e da lavoro a circa una ventina di persone. Grazie a un sistema di monitoraggio che consente di contare il numero di persone che passano davanti alla “sua” vetrina (un sistema utilizzato a livello nazionale da molti Filippo Russo franchising) può accertare un calo del 40% di persone che attraversano il “suo” marciapiede. Eppure gli incassi dei negozi che gestisce non hanno fatto registrare un euro in meno rispetto al periodo gennaio\febbraio dell’anno scorso. Diversa, invece, è la situazione di un altro punto vendita della stessa rete che si trova lontano dall’isola pedonale e che, invece, qualche calo l’ha avuto. Sull’isola, Russo, ha una posizione piuttosto particolare: secondo lui il successo di un’attività commerciale dipende dalla capacità imprenditoriale di chi la gestisce, dallo studio di diverse soluzioni, dal saper motivare i dipendenti e coccolare i clienti. “Se i clienti ce li hai per quello che vendi e per come lo vendi, non li perdi per un’isola pedonale, diversamente tutto si complica. Io sono fortunato, ma è necessario che tutto il tessuto sia forte – conclude Russo – se qualcuno licenzia o chiude bottega a due passi dalla mia vetrina, viene meno chi guadagna e quindi chi può spendere, in quest’ottica siamo noi commercianti i primi ad avere interesse che non si perda un solo posto di lavoro e in questo un ruolo importante lo giocano anche all’Amministrazione comunale e l’assessore Cacciola che ha tutta la competenza per capire dove quest’isola funziona e dove no”. centonove pagina 7 14 Febbraio 2014 L’ERBA DEL VICINO Catania, Palermo & co. Tutti a piedi A MILAZZO E TAORMINA GIÀ DA ANNI IL CENTRO È PEDONALE. E A SIRACUSA... PALERMO. E’ ottobre del 2013, e a Palermo intorno alle isole pedonali monta una sommossa. Una sommossa al contrario. Perchè, nel capoluogo, tutti vogliono l'isola pedonale: dai residenti e commercianti di via Maqueda e quelli di corso Vittorio Emanuele alta, dalla Cattedrale al rione dei Quattro Canti, fioccano i comitati e le petizioni per chiedere al sindaco Leoluca Orlando di pedonalizzare ampie parti di territorio. A spuntarla è proprio via Maqueda, che avrebbe dovuto essere riaperta al traffico alla fine di gennaio e che invece resterà pedonale. Tutt’ d’accordo? Ovviamente no. Anche a Palermo, Confcommercio s’è messa di traverso, ma le voci di dissenso sono parecchio minoritarie: il 16 dicembre, a protestare e richiedere l’apertura della strada c’erano solo 25 esercenti. Risultato? Via Maqueda chiusa per altri due mesi: per la trasformazione definitiva occorrerà una modifica al piano del traffico E a Catania? Via Entea è inaccessibile ai mezzi motorizzati e così resterà: la strada è stata recentemente ripavimentata, con selciato in pietra lavica dell'Etna, ed è ora un'isola pedonale nel tratto che va da piazza del Duomo ai Quattro Canti. A Milazzo, via Medici è stata definitivamente trasformata in percorso pedonale nel 2008 dall’allora sindaco Lorenzo Italiano, non senza polemiche, mentre oggi è una realtà ben accetta da tutti. E Corso Umberto a Taormina? Pedonalizzato tra i mugugni decenni fa, se oggi un’amministratore si azzardasse a proporne la riapertura al traffico sarebbe atteso sotto casa con torce e forconi. Ma a Siracusa hanno fatto di più: non solo tutta l’isola di Ortigia è zona a traffico limitato, ma l’isola pedonale anni fa si era estesa anche alla centralissima via Roma. (A.C.) 14 Febbraio 2014 primopiano Carmelo Picciotto, terzo da sinistra, alla testa di una manifestazione di commercianti UMORI. Per Confcommercio l’isola è il male, Confesercenti la sposa. Poi ci sono gli altri, che... Favorevoli, contrari, terzisti la città si divide tra favorevoli e contrari, tra chi abbraccia il “progresso” e chi rimane tenacemente attaccato alle tradizioni. Una battaglia tra passeggiate e doppie file, raccontate da chi le vive MESSINA. C’è “Millevetrine” che da anni aveva abituato i suoi clienti all’isola pedonale e che il provvedimento l’ha sposato e lo ama quasi incondizionatamente. Ci sono gli iscritti a Confcommercio di Carmelo Picciotto, sul piede di guerra e pronti a tirare fuori cali da record con conseguenti licenziamenti. C’è Confesercenti che tramite Benny Bonaffini spiega: “qualcuno strumentalizza l’isola, ma farla decollare davvero, anziché affossarla, dovrebbe essere un interesse primario per i commercianti di qualsiasi associazione”. Una sorta di mosaico di esercizi commerciali “isolani e contenti” Benny Bonaffini CURIOSITÀ Boicotta chi boicotta MESSINA. Un primo effetto collaterale la protesta dei commercianti inizia ad averlo. Senza grosse dichiarazioni, senza manifesti d’intenti, in città si inizia a diffodere un vago principio di acquisto cosciente. Gruppi di cittadini, cioè, che scelgono di non fare più compere nei negozi che boicottano l’isola pedonale. Una “consapevolezza” che ha iniziato a farsi strada quando, ad isola pedonale varata da non più di qualche ora, già fioccavano i cartelli di chi non la voleva o le lamentele di chi paventava crolli del 70% in meno di tre ore. E c’è chi, di fronte ad una vetrina con il “NO” stampato bello grosso non solo non entra, ma nemmeno ci si ferma più. “Ci sono talmente tante di quelle botteghe sfitte a Provinciale, dove le auto si posteggiano una sull’altra, chi vi impedisce di trasferire il negozio lì?”, azzarda qualcuno. Un altro effetto collaterale? Il nuovo mondo che si apre davanti a chi la macchina la lascia qualche centinaio di metri di distanza. E il refrain è sempre lo stesso. “ma sai che non mi ero mai accorto di...?”. (A.C.) e di altri già “al collasso”. C’è chi è disturbato, quasi religiosamente, dalla laboriosità necessaria ad alzare una saracinesca di domenica, c’è chi ha capito che il business è soprattutto lì. Ci sono le commesse che non vogliono rinunciare al sabato notte in giro per locali e quelle che fanno a gara per accaparrarsi lo straordinario nei giorni festivi. Ci sono bar e negozi che vanno avanti per “nomea” e “comodità” e perché in fondo sono vetrina e storia della città, altri che “affezionano” inseparabilmente il cliente perché ci sanno fare e, nel loro settore, vendono il meglio. Posizioni differenti che danno la dimensione di quanto l’isola pedonale abbia in parte svelato e scompaginato le criticità un sistema tanto consolidato, quanto diviso. Che è sistema, ma che difficilmente riesce a fare davvero sistema. Perché, alla fine del valzer, non vale la regola del “mors tua, vita mea”, ma quella che perdita di posti di lavoro e saracinesche abbassate, non si traducono in minore concorrenza, bensì in potenziali clienti che perdono potere d’acquisto. Passeggiando lungo l’isola pedonale è conta delle vetrine pro e contro, che, in maggioranza, rivorrebbe che i contorni di piazza Cairoli tornassero ad essere parcheggio selvaggio, anziché area free car. Perché, i passanti, sono diminuita, così come d’altronde è accaduto in tutte le isole pedonali del mondo durante i primi mesi di avvio. Ma per alcuni, dalla conseguenza naturale all’apocalisse, il passo è breve. Ti ritrovi il centro Wind centonove pagina 8 nettamente contro, così come il bar Santoro, c’è Carpisa che butta fuoco, Calzedonia, Intimissimi e Tezenis che, rispetto ad altri, si lamentano infinitamente meno, la via dei Mille, tendenzialmente, è felice e contenta, furibondi sono i proprietari delle edicole di piazza Cairoli e il titolare del chiosco, ancora più nero è il lato a valle della piazza. Con l’isola che ha diviso anche l’opinione dei messinesi, tra chi è a netto favore, chi assolutamente contro e chi la vuole “diversa”. A prevalere è senz’altro quest’ultima e, in particolare, la corrente di chi desidera “di più” e “di meno”. Ovvero: molto più decoro e attrattive e, magari, qualche metro quadro di area pedonale in meno. Ad andare per la maggiore sono, infatti, quelli che “in medio stat virtus”, convinti che «piazza Cairoli con le fioriere senza piante e le cartacce nelle aiuole è lontana dall’essere “il” salotto buono, ma almeno ci si è tolti dai piedi una volta per tutte i fracassoni con le luci cromate o gli scooter truccati che rombano contro i pedoni» o che «tutto sommato l’aver chiuso al traffico il cuore della città e altre aree limitrofe ha sì creato disagi, ma sopportabili». A rafforzare questa tesi c’è soprattutto il piano messo a punto dall’assessore alla Mobilità Gaetano Cacciola, il primo, ad onor di cronaca, ad aver pedonalizzato un’area “scervellandosi” sul come non “ingorgare” l’intera zona. E, nonostante qualche primo “intoppo” e qualche altro problema che ancora persiste soprattutto lato valle di piazza Cairoli, in materia di viabilità alternativa, si è guadagnato una promozione quasi unanime. Non manca però chi ribatte: “non c’è traffico, perché non ci sono parcheggi e la gente sta cominciando a non frequentare più il centro città con gravissime conseguenze per il commercio”. Teoria tuttavia smentita dal soltanto parziale utilizzo del parcheggio di via La Farina e dal fiume di messinesi che hanno percorso in lungo e in largo piazza Cairoli e il viale San Martino nel primo week end senza pioggia. E quindi dove sta il problema? Secondo alcuni commercianti di piazza Cairoli, è soprattutto infrasettimanale, ed è anche racchiuso nel commercio di “passaggio” o di “parcheggio”… Insomma, in quella che è ormai una sedimentata vocazione di piazza Cairoli: si parcheggia (anche in seconda o in terza fila), si va a prendere il caffè, ci si ferma ad acquistare una borsa o un paio di scarpe, poi si riparte e passando davanti a una profumeria ci si ricorda che manca una crema, già che ci siamo c’è una vetrina con il 70% di sconto e ci si ferma per rifare il guardaroba “scolastico” del bambino, infine l’inversione per tornare a casa, ma senza far mancare l’acquisto di uno smalto, con l’auto che attenua quella naturale spossatezza da shopping di chi deve fare 500 metri a piedi. Adesso che tutto questo non è più possibile e che la sosta attorno a piazza Cairoli e vie limitrofe è davvero off limits, inevitabilmente, ci si “scompensa”. (T.C.) 14 Febbraio 2014 politica DEMOCRATICI. Il deputato del Pd schiera le truppe per il segretario uscente. Ecco perché Genovese, in bocca al Lupo! E’ scontro sul numero dei seggi da destinare alle primarie, che il leader vorrebbe aumetare rispetto alle consultazioni dello scorso dicembre. L’obiettivo è pesare, guadagnando il posto per Bruxelles E l’effetto europee giunge anche a Messina, sotto forma di seggio per le primarie. Quelli chiesti in gran numero (molto più delle ultime primarie nazionali) da Francantonio Genovese, il deputato del Pd che ha deciso di appoggiare “pesantemente” Giuseppe Lupo per contarsi. E per avere garanzie sulla candidatura. LO STATO DELL’ARTE. A Messina, in vista della consultazione di domenica 16 febbraio, l'area di Genovese è tornata a mobilitarsi in forze per dimostrare di contare ancora molto numericamente. Si trova a fronteggiare uno schieramento di forze che unisce i sostenitori di Fausto Raciti e di Antonella Monastra che cercherà di trattenere l’affluenza di apparato. Sono state presentate le liste per l'Assemblea Regionale e, salvo qualche nominativo, il dato che risalta è la mancanza di nomi di peso provenienti dalla città di Messina. Le primarie di domenica saranno un banco di prova importante per Genovese: dovrà dimostrare, infatti, che numericamente conta ancora qualcosa dentro il Pd messinese. Dimostrazione che potrà passare esclusivamente da una forte affermazione ai seggi. BIZZE SUI SEGGI. Non si sa ancora bene, infatti, quanto lungo sarà il tempo di attesa che separa Genovese dall'allontanamento o meno dal Pd verso altri e più comodi lidi. In ogni caso, il deputato messinese dovrà dimostrare che i numeri a Messina sono dalla sua parte. Nel sostenere Peppino Lupo, sta profondendo molte energie e che voglia fare bottino pieno lo dimostrano le forti e pressanti richieste rivolte al segretario Francantonio Genovese provinciale Basilio Ridolfo per aumentare il numero dei seggi nella città di Messina. Una richiesta che sta trovando una fortissima opposizione da parte del fronte dei sostenitori di Raciti e di Monastra, che ritengono non opportuno un aumento indiscriminato dei seggi. «Aumentare i seggi? Perché?». Questo hanno chiesto a voce unica al segretario provinciale i racitiani e i monastriani messinesi, i quali ritengono che l'aumento del numero sia solo congeniale a favorire l'afflusso di “truppe cammellate” del leader un tempo incontrastato, ovvero quelle che, in occasione delle primarie di dicembre scorso, non si presentarono al voto. «Se per Renzi- Cuperlo sono andate a votare 3800 persone, in città, cosa dovrebbe spingere ora una massa doppia o tripla a votare per primarie regionali, importanti, certo, ma sicuramente non come quelle nazionali, dove in ballo c'era il nome di Renzi..?», si chiede ironicamente Alessandro Russo. Lo scontro ha raggiunto il calor bianco con un documento dei consiglieri comunali genovesiani contro le logiche dei sostenitori di Raciti, a cui è stato risposto fermamente dai renziani, dal deputato Filippo Panarello e dai monastriani. Per il fronte antagonista il timore è sempre quello denunciato da diverso tempo: aumentare il numero dei seggi significa stimolare voto strutturato, controllato e controllabile dalle strutture e dalle segreterie. TRATTATIVE E LISTE. Nonostante le forti pressioni e le altrettanto vivaci resistenze (a capeggiare il fronte genovesiano, è il capogruppo del Pd al Comune, Paolo David), la mediazione potrebbe passare per l'aumento di un solo seggio rispetto agli otto delle scorse primarie, anche se le trattative sono serrate in queste ultime ore. Le liste presentate all'Assemblea Regionale del Partito, invece, sono tutte costruite con prevalenza netta delle aree di influenza dei vari maggiorenti delle componenti. Pertanto, se la lista che sostiene Peppino Lupo vede una netta preponderanza della componente cittadina e jonica dove fanno la parte del leone sia Genovese e Franco Rinaldi, che l'assessore regionale Nino Bartolotta - e vede al suo interno nomi tradizionalmente vicini a Genovese, come Raffaele Verso, Oriana Puglia e la capolista Vincenza Maccora, sindaco di Sinagra, quella che sostiene Antonella Monastra composta dall'area Civati - vede una prevalenza della città, con nomi storicamente rilevanti per il PD locale, come Sharon Schächter, Simone Di Cesare e Antonio Foti di Milazzo. La lista a supporto di Fausto Raciti (che sarà al Comune di Messina oggi, venerdì 14 ndr, alle 10 e 30), infine, non appare caratterizzata molto in città. Anzi, sembra prevalere la componente che fa capo a Pippo Laccoto e alla sua zona tirrenica, che infatti piazza il capolista, Paolo Scarvaggi e diversi nomi di sua provenienza entro i primi dieci posti. I “renziani storici” strappano due posizioni eleggibili, ossia Maria Luisa Di Blasi, vicina al gruppo Quero-Russo-D'Arrigo di provenienza jonica e Vincenzo Amato, avvocato di Gioiosa Marea. Ciò che risalta è l'apparente basso profilo della lista a sostegno di Raciti: mancano nomi di peso e di riconoscibilità nella città di Messina, che avrebbero certamente potuto trainare maggiormente il candidato catanese nel difficile campo di battaglia della città dello Stretto. (D.D.J.) MESSINA Modica in campo LA COMPONENTE USCENTE DELL’ESECUTIVO PUNTA AL COORDINAMENTO. PRETENDENTI A QUOTA QUATTRO Quotazioni ferme, in attesa dell’esito delle primarie regionali, per la corsa alla segreteria cittadina del Partito democratico di Messina. I nominativi più “quotati” restano ancora quelli di Alessandro Russo, Felice Calabrò e Piero David, ai quali si è andato ad aggiungere quello di Liliana Modica, membro uscente dell’esecutivo regionale del Partito. In questo clima da “niente di nuovo”, proiettato al superamento della fase delle consultazioni per il nuovo leader regionale, le varie componenti non si soffermano molto a ragionare sul congresso cittadino che, tuttavia, si auspica possa tenersi in strettissimi tempi, subito a ridosso del congresso regionale. I nomi in lizza restano sempre quelli delle ultime settimane, con Felice Calabrò che - non smentendo né confermando le sue discussioni in corso con il Presidente della Regione, Rosario Crocetta sembra essere in questa fase più in linea con l'appartenenza a Francantonio Genovese, come l'individuazione nella lista a supporto di Peppino Lupo di nominativi ritenuti vicini all'avvocato e all'assessore Nino Bartolotta dimostrerebbe. Gli addetti ai lavori danno Alessandro Russo molto in movimento in questi ultimi tempi, come tratto d'unione tra le varie componenti cittadine, nel tentativo di cucire un fronte politico il più ampio possibile sulle proposte politiche alternative da centonove pagina 9 contrapporre alla corrente che si riferisce a Genovese. Allo stesso tavolo di gioco, Piero David, più defilato rispetto a Russo e Calabrò, e ufficialmente ancora neppure in corsa, privilegiando - i componenti dell'area Civati - una candidatura che raccolga la più ampia condivisione locale. Nelle ultime ore, infine, prende quota l'idea di una candidatura di genere, nella figura di Liliana Modica. Genovesiana di ferro fino a non molto tempo fa, oggi altrettanto ferrea renziana, dovrebbe costruire un fronte molto ampio e trasversale, che al momento sembra difficile possa coagularsi, poiché se una candidatura di “discontinuità” dovrà individuarsi, difficilmente potrebbe scegliersi un nome come il suo, che comunque ha una appartenenza molto caratterizzata, per unire le varie anime del partito messinese. (D.D.J.) 14 Febbraio 2014 politica L’INIZIATIVA «Silvio, corri da noi!» L’APPELLO ALL’EX SENATORE PER CORRERE ALLE CONSULTAZIONI NEL COLLEGIO DELLA TRINACRIA. ECCO LE MOTIVAZIONI Antonio Ingroia Sonia Alfano Altro che Romania, la candidatura di Silvio berlusconi alle elezioni europee dovrà essere targata Sicilia. «I siciliani onesti che credono in un Paese libero, il popolo di Forza Italia, chiedono a Berlusconi di correre nell'Isola e competere alle elezioni europee». È questo l'invito lanciato al leader di Fi dal senatore Vincenzo Gibiino, coordinatore del partito Beppe Lumia EUROPEE. I paladini della giustizia in corsa per le competizioni di primavera Il partito dell’antimafia Primo a sciogliere le riserve Beppe Lumia. Alfano decisa a candidarsi ma non sa ancora con chi. Ma si guarda attorno anche Antonio Ingroia e dà la disponibilità il “diplomatico” Carrara MESSINA. Giuseppe Lumia, Nicolò Marino, Sonia Alfano, Antonio Ingroia, Carmelo Carrara: quanto appeal ha l'Antimafia per le elezioni europee? Se lo chiedono in tanti, in vista delle prossime competizioni di primavera che vedono schierati in panchina una serie di protagonisti dell’Antimafia militante. Il primo a sciogliere la riserva è stato Beppe Lumia, senatore del Megafono, che con la stessa sigla dovrebbe candidarsi alle Europee. Un fatto che investe a cascata l’assessore regionale all’Energia, il magistrato della Dda Nicolò Marino, che, entrato in rotta di collisione con il governatore Crocetta sulla gestione dei rifiuti, sta spostando il suo orizzonte verso altri lidi: ha smentito una candidatura in Forza Italia, ma di certo non sembra orientato ad accettare la carica di senatore del “Megafono”, che gli pioverebbe addosso come terzo in lista dopo l’annunciata rinuncia del mecenate Antonio Presti, che seguiva a ruota Lumia nella lista del Megafono. Decisa a candidarsi, ma non si sa ancora con chi, c’è Sonia Alfano, presidente della commissione antimafia della Ue. L’europarlamentare di Barcellona è in gran movimento, interviene e polemizza con il vescovo di Cremona Dante Lanfranconi sul tema della discriminazione verso gli omosessuali, è presente su tutti i dibattiti che investono la sicurezza dei magistrati, da Di Matteo al procuratore di Trapani Viola, non perde occasione per rintuzzare la gestione anomala di alcuni pentiti da parte della Procura di Messina, come Maurizio Marchetta, ritenuto non attendibile dai giudici, ma gradito ad ambienti politici vicini al presidente della Regione: Maurizio Marchetta, fra tanti ospiti istituzionali, è stato notato da alcuni agenti alla festa di compleanno di un anno fa di Rosario Crocetta. Tra quest’ultimo e Sonia Alfano non c’è mai stato grande “feeling”, nonostante il rapporto di forte intesa tra l’eurodeputata e Beppe Lumia: insieme andarono da Provenzano in cella, per convincerlo a collaborare. Tra tutte quella della Alfano è la candidatura più incerta. Si è liquefatto l’Idv, il partito dell’ex Pm di mani pulite Di Pietro, che l’aveva eletta al parlamento europeo e ultima sponda resta il Movimento “5 Stelle” di Beppe Grillo: per mesi si è vociferato di una manovra di Sonia Alfano, d’accordo con i vertici dei Ds, per canalizzare il malcontento di una ventina di deputati del Movimento di Grillo, pronti a fare da stampella ai Ds. Ma il progetto, nonostante le indiscrezioni giornalistiche, non è mai decollato. Interrogata sul punto Sonia Alfano ha glissato: “Sto valutando delle proposte…” . Reduce dalla batosta del suo Movimento, si guarda intorno anche Antonio Ingroia, passato a fare il commissario di Sicilia E-Servizi, impegnato a tempo pieno a far politica nella sua “Rivoluzione civile”. A parte le avances di Crocetta, che lo ha chiamato a guidare la società mista della telematica, finita nell’occhio del ciclone per avere assunto anche qualche parente di troppo del mafioso Bontande, Ingroia dopo il rifiuto di trasferirirsi ad Aosta, dove avevano già affisso la targhetta prima che arrivasse, ha dismesso i panni del magistrato, dopo il provvedimento del Consiglio superiore della Magistratura. Chi invece si è dichiarato disponibile a una candidatura di servizio nelle file dell’Udc, è Carmelo Carrara, marito di Ester Bonafede, assessore alla Famiglia del governo Crocetta. Diplomatico come sempre, Carrara ha rifiutato di fare qualsiasi commento sulla bufera che ha investito l’Agenzia per i beni confiscati alla Mafia, guidata dal prefetto Caruso, duecentomila euro di compenso l’anno, finita al centro delle verifiche della commissione Antimafia nazionale. Rosy Bindi vuole vederci chiaro sui 3600 beni confiscati alla mafia, tanti localizzati in Sicilia come la Villa Santa Teresa di Bagheria, dei quali pochi producono profitti e molti producono parcelle d’oro per curatori e avvocati sulle quali la Bindi, con il piglio che la distingue, ha annunciato controlli a tappeto. centonove pagina 10 E.B. Silvio Berlusconi nell'isola. «In queste settimane aggiunge - ho visitato la Sicilia in lungo e in largo, l'affetto e la stima per il Cavaliere sono immensi, incondizionati, sentimenti veri e profondi nei confronti di una persona che ha fatto la politica con il cuore e per il bene del Paese. La congiura ordita contro il suo Governo nel 2011 in queste ore si svela in tutta la sua meschinità, la gente lo ha ormai capito e per questo desidera che Silvio Berlusconi riprenda in mano la nostra Italia per traghettarla fuori dalla crisi. Non posso che farmi portavoce del desiderio espresso dai miei concittadini - conclude il senatore Gibiino - e che pienamente condivido: il Presidente in campo sempre, per un'Italia libera e giusta». 14 Febbraio 2014 politica ALTRI FRONTI CENTRODESTRA. Il partito si struttura all’Ars e apre i circoli Forza Italia in marcia In provincia di Messina, secondo il coordinatore Angelo Caristi, i club azzurri sono già più di 200. Pronti a tornare alcuni big Giuseppe Ardizzone Giovanbattista Coltraro Megafono, strategie attorno a un tavolo PRANZO AL RISTORANTE “I GUZZINI” DI CASTELDACCIA TRA I RESPONSABILI PROVINCIALI DEL MOVIMENTO PER DECIDERE IL FUTURO DOPO IL VETO DEL PD AL LEADER CROCETTA Vincenzo Gibiino Scosse di assestamento dentro Forza Italia in Sicilia che, nella ricerca della sua nuova identità regionale, ora diventa un cappello a tre punte. Mentre il deputato regionale Giuseppe Milazzo, lascia il nuovo centrodestra di Angelino Alfano e Renato Schifani per fare parte degli azzurri, all’Assemblea regionale siciliana si forma ufficialmente il gruppo, benedetto da Silvio Berlusconi e dal coordinatore regionale Vincenzo Gibiino. Al ruolo di capogruppo arriva Marco Falcone, cui si aggiunge come “vice” Vincenzo Figuccia. E a dare man forte ci sono sempre Salvo Pogliese e Giorgio Assenza. Ma la novità è la reazione “forte” di Saverio Romano, che insieme a Gianfranco Miccichè rivendica il nuovo corso, ma lascia il logo fondante della ditta: “Pid-Grande Sud”, con tre deputati all’attivo, tra cui Bernardette Grasso. L’ex ministro dell’Agricoltura ha criticato l’eccessivo peso dato alla componente orientale del partito, a scapito del ruolo storico svolto dai leader palermitani. Ma a questa grana, che non è solo dialettica ma investe direttamente la rappresentanza del gruppo in Sicilia, se ne è aggiunta un’altra: la lista Musumeci, cui fanno capo altri tre deputatimantiene il logo “Forza Italia”. Una ragione c’è: in nome e per conto di questo gruppo, il messinese Santi Formica sta già scandagliando il territorio e le alleanze politiche necessarie per una candidatura alle Europee. Ferve intanto la nascita del club in provincia di Messina. «Sono già più di duecento», gongola Angelo caristi, coordinatore cittadino, che tra le altre cose prevede anche corsi di formazione politica curati da Salvatore Vernaci. Tra le persone che si sono viste nella sede ufficiale di Forza Italia, per incontrare Gibiino, l’ex assessore agli enti locali Antonio d’Aquino, l’ex assessore provinciale Armando Lopes, Giovanni Princiotta, l’ex assessore provinciale Santino Foti. (R.C.) Un vertice di tutti i coordinatori provinciali del Megafono, presenti gli onorevoli Giovanbattista Coltraro, Nello Di Pasquale e Nino Oddo, oltre che il coordinatore Antonio Malafarina, per decidere quale futuro dare al Movimento politico, “Il Megafono. Lista Crocetta”. L’’incontro si è svolto al ristorante “I Guzzini” di Casteldaccia. E tra una portata di pesci, come antipasto, e tre assaggi di primi piatti, si è deciso anche “che pesci pigliare all’interno del partito”. All’origine dell’incontro, un chiarimento tra tutti i cocordinatori territoriali dopo il veto posto a Rosario Crocetta dal Pd: il segretario uscente Giuseppe Lupo ha dettato un aut aut al governatore sulla natura giuridica del Megafono: un partito o solo un movimento d’opinione? «Le indicazioni che sono venuti da questo incontro - spiega Giuseppe Ardizzone, coordinatore del Megafono a Messina - sono quelle di strutturare un partito-movimentio nell’area del centrosinistra, che abbia un’autonomia propria tanto dal Pd, nel quale non ci riconosciamo, quanto dall’Udc, che è solo un partito alleato». «Più che di simboli - aggiunge Nello Di Pasquale - ci siamo incontrati per decidere come strutturare il partito nel territorio. Perché è questo che vogliano fare: essere vicini alla gente. Portare avanti le nostre istanze per i territori del Sud…». Dell’incontro è stato informato il presidente Crocetta, ancora a letto ammalato a Tusa. Non è esclusa l’ipotesi che il gruppo “Megafono” cambi logo e nome. E perda anche l’indicazione: lista Crocetta. Su questo punto i vertici del Pd sono stati molto duri con il presidente, oggi in quota Gianni Cuperlo, accusandolo anche di avere chiesto fondi ai tesserati per dare via al tesseramento. Ipotesi che oggi potrebnbe riprendere forza. «Ma le basi di partenza del movimento restano sempre quelle, le stesse che hanno determinato l’elezione di Rosario Crocetta alla Regione…». (R.C.) SVOLTINE Casinò, Palazzo dei Normanni dice “sì” Nino Germanà L'Assemblea regionale sicialiana ha approvato il disegno di legge-voto per l'apertura di due casinò in Sicilia, uno a Taormina e l'altro a Palermo. Il testo adesso passerà al vaglio del Parlamento nazionale che dovrà legiferare poiché la regione non ha potestà legislativa primaria in questa materia. Il ddl-voto è passato a maggioranza, col voto contrario dei 12 deputati 5stelle e con 4 astenuti. Il ddl-voto, costituito da un solo articolo e approvato dall'Ars, prevede l'apertura dei casinò in deroga al codice penale, motivo per cui la competenza è dello Stato. Dopo l'eventuale ok da Roma, l'Ars tornerà a legiferare sul “procedimento per l'individuazione delle sedi dei due casinò nei territori di Taormina e Palermo, le modalità di gestione delle case da gioco”. Oltre al ddl-voto, l'Assemblea, sempre questo pomeriggio, ha approvato anche un ordine del giorno, a firma di Lino Leanza (Art.4) e Nino Germanà (Pdl-Ncd), che impegna il governo ad affrontare la questione relativa all'apertura delle case da gioco in commissione paritetica. centonove pagina 11 14 Febbraio 2014 politica IN TRIBUNALE Marzo infernale GLI APPUNTAMENTI CON LA LEGGE: DA IVA A FINANZIARIE MESSINAMBIENTE. Il commissario liquidatore risponde all’amministrazione, poi rassegna le dimissioni RIfiuti, Di Maria sbatte la porta Palazzo Zanca boccia i bilanci 2011 e 2012, l’amministratore della Spa ribatte punto su punto, dai contenziosi con l’Ato al personale. E accusa le precedenti gestioni. Anche da parte del Comune DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Pronto a dimettersi il commissario liquidatore, già dimessi i tre membri del collegio sindacale. Nel giro di una settimana, dalla bocciatura da parte del Comune dei bilanci 2011 e 2012, Messinambiente è piombata nel caos. Più di quanto non lo fosse già. La notizia della bocciatura dei bilanci da parte del socio unico, ha fatto allertare i creditori, parecchi, della partecipata. Che in settimana hanno recapitato decreti ingiuntivi e qualche istanza di fallimento. A finire sulla graticola, suo malgrado, è stato il commissario liquidatore Armando Di Maria. Che risponde all’amministrazione. E poi va via sbattendo la porta. Forse. RISPONDO E VADO VIA. Di Maria a fare da capro espiatorio non ci sta. E a palazzo Zanca tira un bel po’ di scoppole. Intanto sull’annoso problema del contenzioso con l’Ato, indicato dal Comune come uno dei motivi che hanno portato alla bocciatura del bilancio. “Il contenzioso era già esistente negli anni 2009 e 2010 e di esso vi era traccia nei bilanci già approvati, quindi il Comune ne era a conoscenza”. Un’accusa che non sfiora l’attuale amministrazione, salita in carica a giugno 2013, ma che la dice lunga sul come venivano gestiti i resoconti finanziari delle partecipate fino a qualche anno fa. L’amministrazione attuale viene però “chiamata di correo” quando De Maria afferma che “nell’ultima assemblea del 4 febbraio il Comune si è riservato di impartire disposizioni al riguardo”, cioè di dirimere la controversia interna con l’Ato3. E infatti, secondo il commissario liquidatore, “Messinambiente ha sollecitato in tutte le forme possibili la definizione del contenzioso”. Sul secondo punto che ha portato alla bocciatura, il costo troppo alto per il personale (o, letta in altra maniera, il troppo personale dati i costi ed i servizi), Di Maria rispolvera il ruolo da direttore, così come ancora lo chiamano in azienda, e lancia in resta si pone a difesa dei “suoi” dipendenti. “Il loro numero è congruo rispetto ai servizi e le retribuzioni sono determinate da contratti nazionali collettivi di lavoro. MESSINA. Marzo sarà un mese che non dimenticherà facilmente, Armando Di Maria. Delle decine di procedimenti in cui è coinvolta Messinambiente tra civili, penali e tributari, il commissario liquidatore sarà chiamato a rispondere davanti ai giudici per una decina di volte. La prima, e più importante, è la sentenza, attesa per il 28 marzo, sul processo che vede Di Maria imputato insieme a Nino Dalmazio in qualità di amministratori negli anni 2007/2009, in cui Messinambiente ha omesso di versare l’Iva. Altro processo, penale in cui comparirà Di Maria è quello relativo ad una denuncia fatta dalla Provincia per la presenza di rifiuti nella piattaforma di Pace. Un altro paio di procedimenti riguardano le discariche abusive presenti in giro per la città, mentre in un altro il commissario liquidatore siederà sul banco degli imputati per una denuncia di una finanziaria per le trattenute sulle buste paga dei dipendenti. Che l’istituto finanziario non ha potuto prelevare perchè le buste paga a Messinambiente da anni arrivano cronicamente in ritardo. (A.C.) Una eventuale riduzione va correlata ad una rimodulazione dei servizi”. E poi, colpo su colpo, dal costo delle cause coi fornitori (“obiettivamente modesto”, scrive), a quello del centinaio di dipendenti reintegrati con sentenza del tribunale e delle spese legali (“giudizi avviati negli anni precedenti”), di Maria spiega la sua versione. Alla fine, è ZOOM Tutti pazzi per il “door to door” IL CONSIGLIO COMUNALE VOTA UN ORDINE DEL GIORNO PROPOSTO DA ANTONELLA RUSSO. E A CAMARO SI ATTIVA NUNZIO SIGNORINO. PERCHÈ I CASSONETTI NON SONO RAGGIUNGIBILI MESSINA. Per anni l’argomento non è mai stato nemmeno sfiorato, dato il disastroso stato della gestione dei rifiuti, ma da quando è entrata in vigore la Tares, la raccolta porta a porta sembra essere diventata l’argomento più gettonato del tema. E mentre l’amministrazione scandisce il conto alla rovescia per la partenza, il consiglio comunale vota l’ordine del giorno proposto da Antonella Russo che dà indirizzo alla giunta di procedere, e pure alla svelta. Ma non è solo in consiglio comunale che si procede. Ad attivarsi, fuori dai canoni “ufficiali”, è un consigliere della terza circoscrizione, Nunzio Signorino, rimasto orfano di partito. Signorino, eletto a giugno col Pdl, non particolarmente tentato di entrare in Forza Italia nè nel Nuovo Centrodestra e quindi accasato oggi col gruppo misto, ha bypassato la routine consiliare e si è rivolto direttamente a Daniele Ialacqua, assessore all’Ambiente. A Camaro, zona in cui Signorino abita, ci sono almeno cinque strade in cui gli autocompattatori di Messinambiente arrivano di rado e con difficoltà: via Polveriera, il centro storico di Camaro Superiore, via Stazione, contrada Spadafora e strada Leone. La soluzione? Via i cassonetti: Signorino ha proposto di iniziare in via sperimentale la raccolta porta a porta proprio da Camaro. L’amministrazione, però, non ha ancora risposto. (A.C.) centonove pagina 12 Nunzio Signorino politica l’ultimo a cui è restato in mano un cerino acceso parecchio tempo addietro. Che l’oggi commissario liquidatore ha accettato di portare finchè ha sentito di avere il supporto di un’amministrazione alle spalle. Venuto a mancare, ha gettato la spugna. E ha rassegnato le dimissioni. I RILIEVI DEL COLLEGIO. Insieme a quelle di Armando Di maria, sulla scrivania del sindaco Renato Accorinti e dell’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua sono arrivate anche le dimissioni di Carmelo Brigandì, Patrizia De Luca e Agata Rinciari, l’intero collegio sindacale di Messinambiente. Che qualche sassolino dalla scarpa ha ritenuto opportuno toglierselo. Iniziando da dove aveva terminato Di Maria: il Comune conosceva da tempo i bilanci che poi sarebbero stati bocciati. Il primo documento respinto, quello del 2011, infatti, è stato sottoposto all’assemblea dei soci, quindi al Comune, quando ancora Giuseppe Buzzanca era sindaco della città ed Elvira Amata ne era assessore all’Ambiente, il 22 agosto 2012, ed ha continuato ad essere a disposizione anche con la gestione commissariale di Luigi Croce. Quello del 2012, invece, è arrivato a fine dicembre del 2013, quindi a giunta Accorinti ben insediata. Sei assemblee utili alla discussione dei bilanci, fanno rilevare i tre del collegio, sono andate deserte. E anche sulle perdite prodotte i tre hanno sparato a palle incatenate: “Il mancato o ritardato pagamento dei corrispettivi relativi all’espletamento del servizio, anche nel corso della procedura di liquidazione, nonostante il socio Comune avesse assunto l’impegno di farsi carico della totale copertura dei costi del servizio con cadenza mensile, ha determinato maggiori costi per interessi e sanzioni nonchè problemi con creditori, personale ed erario”. Disavanzo patrimoniale, specificano, ben conosciuto al Comune. Che però ha fatto spallucce, facendo andare deserte o rinviando la bellezza di undici sedute, dal 2010 al 2012. Anche qui, accuse che non riguardano nuova amministrazione se non marginalmente. Infine un numero: dei trenta milioni e rotti di deficit patrimoniale, certifica il collegio, oltre venticinque sono imputabili a sanzioni e interessi per il mancato pagamento di tasse, a sopravvenienze passive di accordi con l’Ato3, e ad accantonamenti per fondo di svalutazione crediti. Per ultimo, una frecciata al veleno: “Il Comune non ha ritenuto di interpellare gli organi predisposti al controllo della società che esso stesso aveva nominato e si è invece avvalso di soggetti esterni (Leonardo Termini, il consulente dell’assessore al Bilancio Guido Signorino, ndr.) che anch’essi hanno ritenuto di non dover interpellare il collegio sindacale”. Risultato? “Non sussistono le condizioni per continuare ad espletare i propri compiti”. E quindi dimissioni. 14 Febbraio 2014 Il commissario liquidatore di Messinambiente Armando Di maria IL CORSIVO Metropoli per caso DI GIOVANNI FRAZZICA Nel mese di novembre 2013 il prof. Michele Limosani riceve un’invito telefonico da parte del Presidente dell’Ars, on. Giovanni Ardizzone, per intervenire ad un convegno dell’Udc in cui si parla di aree metropolitane. Limosani accetta, partecipa e svolge un intervento che piace e che risulta compatibile con quello del prof. Josè Gambino, docente di Geografia dell’Ateneo di Messina. Incassati i complimenti degli amici post-democristiani del ministro D’Alia, l’economista Limosani ed il geografo Gambino decidono di lavorare insieme per mettere a punto un progetto più organico e articolato di area metropolitana dello Stretto, con un profilo utlile anche ai fini di un eventuale riconoscimento in sede europea. Il lavoro, un panphlet di 17 pagine, è anche l’unico sforzo fatto da due teste pensanti che hanno lavorato in sinergia, mentre da quando, circa otto mesi fa, il Governatore Crocetta ha annunciato dai microfoni dell’Arena di Giletti che avrebbe abolito le Province in Sicilia, si ha la deprimente sensazione di trovarsi in presenza di soggetti che dicono tutti di volere la città metropolitana, ma ognuno, anche all’interno dello stesso partito ha una propria idea di come dovrebbe essere. Per fare un esempio, quando il solerte Basilio Ridolfo, nuovo segretario provinciale del Pd, fece il tentativo di un approfondimento del tema con i parlamentari e le diverse componenti interne, emerse, come ipotesi maggiormente gradita, alla luce dei fatti, una auspicabile seconda proroga di sei mesi dei commissariamenti delle Province che consentisse di elaborare una buona riforma, facendo quel lavoro che non era stato fatto entro il 31 dicembre. Ad incrementare le incertezze dei nostri parlamentari, diversamente metropolitani, concorrono vari fattori: il progetto del ministro renziano per le Autonomie Graziano Del Rio, la visione del governatore crocettiano Rosario Crocetta, la concezione europea dell’Area Vasta e le anacronistiche spinte campanilistiche dei piccoli comuni, che esercitano un notevole ricatto elettorale. Altro argomento è quello riguardante Michele Limosani centonove pagina 13 il limite numerico dei Liberi Consorzi. Il testo di partenza ne prevedeva nove, ricalcando le attuali Province, oltre alle tre città metropolitane. Ma viene introdotta la possibilità della nascita di nuovi consorzi sulla base di una serie di criteri, tra cui quello della popolazione minima di 150 mila abitanti. Passaggio fortemente richiesto dal presidente della Regione Crocetta, con questa norma, infatti, si potrà dare il via libera a consorzi attorno a grandi città come la sua Gela. Questo voler adattare ad esigenze di bottega una normativa, che dovrebbe essere innovativa e ispirata a principi forti che si pongano degli obiettivi importanti in termini di riduzioni di costi e di miglioramento di servizi, rischia di produrre delle “norme ad campanilem” che nel breve periodo potranno anche far lievitare il consenso, ma che saranno inefficaci ai fini della riduzione dei costi, anzi certamente ne determineranno un prevedibile incremento unitamente ad una mancata omogeneizzazione dei servizi. Da qui la sensazione che si stia mettendo in piedi, in tutta fretta, un modello di città metropolitana finta, che non reggerà ai requisiti richiesti dall’Europa, che vede Parigi come modello di riferimento. Per cui, alla stretta finale, se non sarà possibile l’auspicata (ma difficile) unione di Messina con Reggio Calabria e Villa San Giovanni, avendo comunque un retroterra cospicuo di almeno 51 comuni, per raggiungere lo standard richiesto per accedere ai finanziamenti europei, sarà inevitabile l’unione con la città di Catania. E allora addio sogni di gloria. 14 Febbraio 2014 politica OLIVERI SANT’AGATA MILITELLO. Forza Italia serra le fila Ciro, voglia di Azzurro Il sindaco di Acquedolci si allontana dall’amico Angelino Alfano. Anaele Borgia e Pippo Gumina fondano il primo circolo Consiglieri di minoranza Pino si ricandida: «Il mio gruppo non si tocca» IL PRIMO CITTADINO TENTA IL BIS MA ALL’ORIZZONTE SI PREANNUNCIANO DUE SFIDANTI. ALL’OPPOSIZIONE SI PREPARANO ANTONIO BERTINO E FRANCESCO IARRERA DI PAMELA ARENA gruppo di opposizione con dei Al centro Ciro Gallo, Renato Schifani e in basso Nino Germanà SANT’AGATA MILITELLO. Lavori in corso nel palcoscenico politico amministrativo di Sant’Agata Militello. Due architetti, Anaele Borgia e Pippo Gumina, hanno fondato il primo circolo di Forza Italia (nuovo corso). Anaele Borgia, più volte candidato a sindaco della città ed una lunga militanza da consigliere ed amministratore, sempre vicino al deputato regionale Nello Musumeci, si rimette in pista e si affianca all’esordiente Pippo Gumina, per un affresco al circolo “Forza Silvio”. I due architetti in politica trovano riferimento all’interno del consiglio comunale in Domenico Barbuzza, rimasto fedele al PDL, ma con le orecchie incerate alle sirene del senatore Bruno Mancuso con il traghetto diretto al Nuovo Centro Democratico. Altro amministratore eccellente, in orbita su Forza Italia, è il sindaco di Acquedolci, Ciro Gallo, presidente del Gac (gruppo azione costiera) ed abile nell’influenzare la inafferrabile categoria dei pescatori di Sant’Agata Militello. Il sindaco Gallo si allontana sempre di più dall’amico e collega avvocato Angelino Alfano, promotore della nomina di tesoriere del Ncd del senatore Bruno Mancuso. Lo scenario del consiglio comunale, non presenta più il clima di pacificazione per nove anni garantito dalla gestione del sindaco Mancuso. L’ultima turbolenza è la denuncia fatta in consiglio comunale dall’assessore Giuseppe Puleo nei confronti di dieci consiglieri d’opposizione, con il proposito di informare la magistratura sull’articolato faldone dell’appalto dei lavori di completamento del Porto dei Nebrodi. La battaglia in consiglio comunale si riaccende sull’incarico da affidare all’unico revisore dei conti, con gli aspiranti in lizza indicati dalle diverse aggregazioni politiche. Piero Ferrante è in pole position per ottenere il rinnovo dell’incarico in quanto potrebbe contare sui voti degli 11 consiglieri della maggioranza consiliare. La candidatura Ferrante non è del tutto gradita alla minoranza consiliare, espressa dai 9 consiglieri eletti nella coalizione delle liste, Pd, Udc, Megafono, e di riferimento al sindaco Carmelo Sottile, assoluto vincitore delle amministrative dello scorso giugno. Attraverso accordi non ancora palesati , le diverse espressioni del consiglio comunale tentano di determinare verso una parte politica più “vicina” l’affidamento dell’incarico del revisore dei conti. Di riferimento al Pd sono in tre gli aspiranti ad ottenere l’incarico di revisore: Nicola Mogavero, cognato della consigliera Maria Carmela Trovato; Giuseppe Marchese, fratello del capogruppo del Pd Nicola Marchese; la commercialista Gabriella Lo Presti, ben agganciata al parlamentare regionale Giuseppe Laccoto. (Nino Dragotto) OLIVERI. Squadra vincente non si cambia. Questa la strategia politica con cui il sindaco Michele Pino affronterà la prossima campagna elettorale cercando solo l’appoggio dello stesso gruppo con cui ha governato finora: «Sono soddisfatto del lavoro svolto in questi 5 anni di legislatura - dichiara Pino - e sono sicuro che andando avanti potrò fare ancora molto per il mio paese. Ho sempre lavorato considerando il bene della comunità che rappresento e che rispetto e da cui ricevo la stessa stima. Inoltre - continua Pino - sono soddisfatto di non aver fatto commissariare per nessun motivo il comune e di aver lavorato ottenendo ottimi risultati nonostante la crisi economica». Il sindaco, unico candidato certo in occasione della prossima tornata elettorale, non vuole anticipare ancora i nomi dei componenti della giunta preannunciando soltanto che «sia i candidati al consiglio comunale che i membri dell’esecutivo, saranno persone qualificate e di grande esperienza». Il primo cittadino ci tiene a precisare che in occasione della prossima campagna elettorale, oltre a presentare la propria squadra e il programma, «con carte alla mano risponderà alle critiche mosse dal manifesti». C’è ancora incertezza, invece, sugli altri gruppi. A tenere testa, al momento, sono due compagini: quella capeggiata dal dottore Giuseppe Di Benedetto che sembra si stia alleando con il gruppo Mcl (Movimento Cristiano Lavoratori) per trovare un accordo anche sul candidato sindaco: «Abbiamo un programma valido dichiara il presidente del movimento, Salvatore Iarrera – e stiamo cercando il candidato sindaco ideale che porti a compimento ciò che il compianto Maurizio Pirrotti non è riuscito a fare. Per questo abbiamo già individuato nel dottore Francesco Iarrera una persona che possiede tutte le caratteristiche che vorremmo per il nostro candidato, ma ancora è tutto da definire». Non è ancora chiara la situazione anche nell’altra compagine che fa riferimento al gruppo consiliare di minoranza: «Di sicuro il candidato a sindaco sarà un componente del nostro entourage – dichiara il capo gruppo di opposizione Salvatore Bertino -. Al 50% potrebbe essere il dottore Antonino Bertino, (fratello dello stesso capogruppo ndc). Intanto posso affermare con soddisfazione che siamo gli unici ad aver già ultimato la lista». Pamela Arena MONTALBANO ELICONA Pantano e Ridi ripartono da Anno Zero Carmela Pantano MONTALBANO ELICONA. “Anno Zero” per segnare un nuovo inizio. E’ questo il nome del nuovo movimento politico nato a Montalbano Elicona e di cui sembra che ne facciano parte gli ex assessori Carmela Pantano, Roberto Ridi, e Nicola Belfiore, ex esperto del sindaco Filippo Taranto. La nascita del nuovo movimento è stata annunciata con dei manifesti in cui sono stati evidenziati i motivi per i quali, a tre anni dalle elezioni amministrative, si è sentita l’esigenza di proporre un’alternativa politica . «Legalità, partecipazione, coinvolgimento, coerenze e trasparenza». Questi, in linea di massima, i principi di base enunciati che saranno il fondamento della neo compagine. «Una valida alternativa, ben lontana dall'odore di elezioni, proposta per salvaguardare il territorio e garantire le esigenze reali e quotidiane dei cittadini - si legge nel documento - Anno Zero, che si propone come alternativa politica sul territorio, si presenta a quanti amano Montalbano e credono che le potenzialità del paese siano infinite e non certo finite». (P.A.) centonove pagina 14 14 Febbraio 2014 sicilia TERREMOTI. La Procura di Palermo contesta ad associazioni e coop una truffa da 2,3 milioni Teatro, inchiesta spettacolo Nel mirino, settantadue operatori che avrebbero intascato i contributi per messe in scena inesistenti e mancati pagamenti dei contributo. Ma gli interessati insorgono, divulgando tutte le pezze d’appoggio DA UNA PARTE ci sono le accuse, tutte con un comune denominatore: mancato pagamento dei contributi previdenziali. Dall’altra, invece, le dichiarazioni di gran parte degli indagati, che dicono di averli onorati. In mezzo a questi due estremi, l’ennesimo “scandalo” che ha colpito la Regione Siciliana, quello che già ha trovato negli “spettacoli fantasma” una sintesi giornalistica e che, crescendo come il bianco d’uovo montato, potrebbe determinare lo stop ai contributi per i privati che svolgono attività teatrale. L’INCHIESTA. Secondo gli inquirenti, dai controlli della Guardia di Finanza presso l’assessorato ai Beni Culturali (nell’anno preso in esame responsabile dei finanziamenti, dal 2010 di competenza del Turismo) sarebbero venute fuori falsificazioni documentali, messe in scena di spettacoli “fantasma”, false attestazioni, costi dichiarati ma mai effettivamente sostenuti, contributi previdenziali non versati, utilizzazione di fatture false. Una mole di presunti reati che ha trovato sfogo nella denuncia di 72 persone per truffa aggravata e falso. Nei loro confronti la Procura di Palermo ha già emesso avvisi di conclusione indagini. Vittima della truffa da 2,3 milioni di euro complessivi, per le attività teatrali del 2008, è la Regione. Le indagini delle Fiamme gialle del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle di Palermo, coordinate dai sostituti procuratori Daniele Paci e Roberto Tartaglia, avrebbero permesso di fare luce su un presunto sistema di frode messo in piedi Il Durc rilasciato all’associazione Daf da imprenditori del settore artistico. Responsabilità sono emerse per 72 dei 91 organismi teatrali controllati. Dall'inchiesta emergerebbero diversi casi di falsità dei documenti presentati, soprattutto per quelli sui costi sostenuti per la realizzazione di rassegne e festival e per la produzione di attività teatrali per il 2008 su tutto il territorio nazionale ed anche all'estero, che mancavano delle specificazioni necessarie o addirittura artatamente predisposti e contraffatti. In particolare, un ente teatrale, che era stato escluso dal contributo per aver predisposto una “stagione di modesto livello”, ha tempestivamente prodotto una falsa documentazione attestante l'avvenuta rappresentazione di uno spettacolo a cui avrebbe partecipato un noto artista di fama nazionale, ma che, di fatto, non è mai stato realizzato. L'indagine della Gdf riguarda i soli teatri privati: gli stabili e gli enti lirici hanno canali di finanziamento pubblico diversi. I CONTRIBUTI. L'accesso ai fondi - che nel 2008 ammontavano a circa 2,5 milioni complessivi e nel 2013 si sono ridotti a circa la metà - avviene attraverso un bando pubblico. I partecipanti devono presentare il loro piano di attività, gli eventuali addetti assunti, la diffusione del loro lavoro, anche all'estero, e così via. L'assessorato valuta l'insieme attraverso dei parametri prestabiliti e compila una graduatoria. Agli aventi diritto il contributo viene elargito a consuntivo, dietro presentazione di fatture e pezze d'appoggio, come prevede la legge del 2007 che riforma la materia dei finanziamenti al teatro. LE REAZIONI. A muso duro contro le “ruberie” si sono schierati il Codacons, il Movimento 5 Stelle e la Cgil, che ha proposto un cambio della legislazione in materia. Ma i diretti interessati, gli indagati, cosa dicono? “Solleviamo la nostra protesta verso i toni e le generalizzazioni presenti nelle notizie diffuse dagli organi di stampa che dipingono il teatro privato siciliano come una congerie di personaggi truffaldini e fraudolenti”, hanno scritto in una nota congiunta dodici associazioni teatrali di Catania (Associazione Nuovo Mondo, Balletto di Sicilia, Centro Mobilità delle Arti, Centro Teatrale Siciliano, Città Teatro, Compagnia dell'Arpa, Gli Stravaganti, Gruppo Iarba, Piccolo Teatro, Scenario Pubblico, Statale 114 e Teatro della Città). “L'unica contestazione mossa ai firmatari del presente comunicato si fonda su un aspetto circoscritto della documentazione prodotta all'Asssessorato dei Beni culturali della Regione Siciliana: l'autocertificazione relativa all'assolvimento degli obblighi previdenziali, assistenziali e di collocamento. A nostro avviso c'è una diversa interpretazione del termine “obblighi” che significa “obbligo di denuncia delle attività e del personale artistico e tecnico in esse coinvolto negli enti preposti” e non “pagamento” degli oneri da essi derivanti che possono essere assolti anche successivamente. È, dunque una contestazione squisitamente interpretativa alla quale intendiamo contrapporre argomentazioni interpretative in tutte le sedi”. A sfuggire, è come il controllo degli avvenuti pagamenti non sia stato fatto negli uffici che avrebbero dovuto incassare. Ci sono poi dei paradossi, come quello che riguarda Giuseppe Ministeri, presidente della Daf di Messina, che ha fornito a Centonove il suo Durc per poi scoprire di essere indagato per una autocertificazione emessa per un contributo per attrezzature (quindi neanche soggetto a previdenza). Per lui, quindi, nessuno spettacolo fantasma a carico. Tra gli indagati, anche Jeanne Vibaek Pasqualino, antropologa e responsabile del Museo Internazionale delle Marionette: «Abbiamo sempre pagato tutto. Aspetto di sapere cosa è andato storto nel 2008». (D.D.J.) LA SCHEDA Ecco tutti gli indagati ECCO I 72 INDAGATI. Antonino Zappalà (“Figli d’Arte Franco Zappalà a r.l.”); Franco Zappalà (“Parsifal”); Giuseppe Provvidenti (“Compagnia Associata Teatrale dell’Arte Dialettale”); Salvatore Amore (“Il sipario”); Agatino Pasqualino (“Gruppo d’Arte Sicilia Teatro”); Pier Giuseppe Giuffrida (“Il granteatro”); Santi Epifanio Enrico Zappalà (“Scenario Pub.bli.co”); Vincenzo Sasso (“Teatro Insieme”); Gaetano Aiello (“Il ficodindia”); Fabio Navarra (“Nave Argo”); Vincenzo Firullo (“CO.M.I.CA.”); Lucia Acerra (Italia Nostra onlus); Carmelo Gimbo; Rosario Pizzuto (“Teatro del Canovaccio”); Celina Bruno (“Teatro in primo piano”); Corrado Valdo (Fondazione Teatro Vittorio Emanuele); Alfio Scuderi (“Palermo Teatro Festival”); Sabrina Petyx (“M’arte – Movimenti d’arte”); Calogero Franco (“Il teatro per la libertà”); Felice Ciacio (“Compagnia Piccolo Teatro”); Giuseppe Speciale (“Nuova compagnia del teatro stabile Nisseno”); Enrico Roberto Russo (“Compagnia teatro nuovo”); Michele Truscello (sindaco di Novara di Sicilia); Adelano Manfrini (“Arte Viva”); Laura Bottino (“Spazio 99”); Nicolò Ferrara (sindaco di Calatafimi); Antonio Ettore Galfano (Ente luglio musicale trapanese); Giovanni Moscato (“Teatro della Posta vecchia”); Rossella Maria Rita Messina (Teatro della città srl); Vincenzo Pandolfo (“Gruppo Teatro Scuola” e cooperativa “Il garraffo”); Rita La Mattina (“Teatro Europa”); Aldo Morgante (Teatro Al Massimo); Lucia Restivo (Palermo, Teatro del Porto); Salvatore Saitta (“Le nuove maschere”); Cirino Di Mari (“Nuovo mondo”); Guido Antonio Enzo Turrisi (“Gli stravaganti media press”); Giovanni Salvo (Piccolo teatro di Catania); Vito Parrinello (teatro Ditirammu); Antonina Lombardina (“Liberi Teatri”); Luigi Di Gangi (“Teatrialchemici Associazione Culturale”); Giovan Battista Nanfa (Avia società cooperativa); Giuseppa Lelio (cooperativa Agricantus); Francesco Giorgio (Centro Teatro Studi società cooperativa); Corrado Russo (“Centro culturale mobilità delle arti”); Antonio Romeo (“Gruppo Iarba”); Lina Gnani (“Centro stabile di produzione Quarta parete-Teatro Valentino”); Giuseppe Correnti centonove pagina 15 (“Institute of business intelligence”); Katja Iseler (“Teatro Garibaldi”); Clara Gebbia (“Teatro Iaia”); Giuseppe Ministeri (“Daf”); Marco Pupella (“Nuova Palermo”); Sergio Bianco (“Tunghi-Tunghi”); Maria Carmela Cappello (“Teatro d’arte”); Roberto Salvatore Gennaro Zappalà (“Balletto di Sicilia”); Rachele Torrisi (“Città teatro”); Graziana Maria Maniscalco (“Centro teatrale siciliano associazione culturale”); Angelo Di Dio (“L’Arpa”); Giuseppe Truscia (“Nuove proposte”); Vittorio Spampinato (“Teatro Stabile di Enna”); Maria Teresa Augugliaro (“Circuito Teatro Regione Sicilia”); Roberta Cricchio (“Teatro e storia”); Giuseppe Zappalà (“Nuova generazione Giuseppe Zappalà”); Aurelio Cannizzo (“Aindartes”); Marianne Vibaek (“Associazione per la Conservazione delle Tradizioni Popolari”); Francesca Vaccaro (“La compagnia dei pupari Vaccaro-Mauceri”); Ignazio Puglisi (“Antica compagnia Opera dei pupi Famiglia Puglisi”); Giovanni Scimone (“Scimone Sframeli”); Carmine Maringola (“Sud Costa occidentale”); Silvio Parito (“Statale 114”); Massimo Campagna (“I candelai”); Antonino Di Patti (“Karisma srl”). 14 Febbraio 2014 sicilia IN CIFRE MESSINA. Condomini, bollette Enel e acqua non pagate, consulenze. Viaggio nell’ente degli “sprechi” Iacp, istituto troppo autonomo Alla vigilia del processo per assenteismo, una nuova ondata di polemiche investe l’ente commissariato. Ecco perchè i conti non tornano: dai telefoni mai utilizzati a quattro dirigenti premiati. Nonostante tutto Una valanga di morosi Eccellenti MESSINA. Nel dicembre 2012 la dirigente dell’Istituto Maria Grazia Giacobbe accerta crediti inesigibili in bilancio per 876, 151, 12 euro per alloggi adibiti “ad uso diverso dall’abitativo”. Ma chi sono questi “fortunati evasori”? Un elenco fitto di portoghesi, dove emerge anche qualche curiosità. C’è la C & C Servizi che raggiunge la ragguardevole cifra di 185mila euro e ancora continua ad occupare i locali. Ma tra i morosi figurano anche la Federazione Italiana Pallacanestro, che ha debiti verso l’Istituto per 23mila euro, la sezione Berlinguer del Pd, che risulta morosa per 6,783 euro, l’associazione quartiere La Calispera, 23mila euro, l’associazione sportiva Nino Galli, 7600 euro, la Cooperativa “Perla del Sud” 29mila euro, il Circolo Ricreativo dante, 20mila euro e buon ultimo, il Psi, che ha lasciato un debito di 4mila euro. Ma ci sono anche farmacie e attività produttive di vario genere, se nell’elenco figurano anche il sig. Giuseppe Sturiale che vanta debiti per 94mila euro; Felice Sollima, 30mila euro; Nicolina Adamo, 63mila euro; Salvatore Tavilla, 35mila euro; Giovanni Ieni, 67mila euro. L’ingresso dell’istituto autonomo case popolari di Messina MESSINA. Un istituto con l’80% del personale indagato con l’accusa di assenteismo e con quattro dirigenti “transattivamente” premiati con quasi un milione di euro di risultato. E’ l’incredibile situazione dello Iacp di Messina, l’istituto di case popolari di via Ettore Lombardo Pellegrino, che oggi risulta avere come commissario ad acta, il funzionario Venerando Lo Conti. E sono proprio i conti dell’istituto che non quadrano. Un bilancio in perdita nel 2010 per quattro milioni e sei che schizzano a nove milioni nel 2011. Davvero, poco brillante se si considera che l’istituto negli ultimi anni ha ceduto per legge quasi 1500 alloggi, anche in provincia, ma continua a maturare risultati di gestione negativi che con le previsioni della “spending review”, dopo tre anni di bilanci in perdita, dovrebbero portare alla riomozione forzata della dirigenza. Non è il caso dell’istituto “autonomo” di Messina. Che risulta “autonomo” in più direzioni. Per scoprirlo basta fare un giro per gli uffici, dove il piano di riorganizzazione è al centro di un lungo braccio di ferro tra la coordinatrice generale, Maria Grazia Giacobbe, e i sindacati, in specie la Cgil di Clara Crocè, che in più circostanze hanno denunciato lo stato di malessere che ha investito il personale “dopo i noti fatti” del dieci dicembre 2012, quel giorno funesto che vide piombare i finanzieri con le sirene spiegate e che portò poi alla denuncia di assenteismo un’ottantina di dipendenti nell’operazione “Budge sicuro”. LE INCHIESTE. Le telecamere in mesi e mesi di riprese avevano filmato lunghe assenze dei dipendenti: chi faceva la spesa, chi gigioneggiava, chi si limitava a fare un salto al bar per bere un caffè, altri che erano in servizio a presenziare udienze in tribunale e, per difendersi, sono stati costretti a trovare un legale e le testimonianze. A metà marzo è prevista l’apertura del “maxi-processo Iacp”, una sorta di appuntamento tra doveri rimossi e vizietti da nascondere. Ma i finanzieri, indagando dall’interno della struttura, si sono poi accorti di una serie di cose che non andavano. Ad esempio le consulenze esterne: si spendono soldi per le catastazioni, nonostante gli uffici abbiano in servizio due geometri preposti, Bombaci e Musicò, ma soprattutto si assegnano raffiche di consulenze legali all’esterno, che durano lunghi anni e spesse parcelle. “Tema I nuovi apparecchi acquistati da Vodafon e mai utilizzati centonove pagina 16 sicilia decidendum”: distacchi Amam e pratiche di morosità botteghe. La Guardia di Finanza ha deciso di vederci chiaro e ha chiesto l’acquisizione di tutti gli incarichi dal 2008 al giugno 2013. Tra gli altri, a una prima occhiata risulta molto gettonato lo studio dell’avvocato Carlo Mazzù. “Si vede che è più bravo di altri” masticano a denti stretti dentro l’istituto i dipendenti che non intendono fare dichiarazioni. Segno di un clima difficile. Caratterizzato da una gestione politica, dove “i monitoraggi sulle attività dell’Istituto hanno sempre ricevuto un freno dall’alto…”. Ad esempio? I CONDOMINI. Non esiste un regolamento per la nomina dei capocondomini. Risultato le nomine si fanno per discrezionalità politica. E capita pure di dovere liquidare fatture di manutenzioni per Lavori che all’istituto nessuno ha mai autorizzato. Non è la sola anomalia: Maria Grazia Giacobbe risultano ad esempio oltre seicento bollette Enel, per un costo annuo di 300mila euro. Sono contratti che in alcune circostanze non sono state vulturate e appartengono a spese condominiali di edifici già trasferiti ai Comuni o a proprietari privati. Se il fatto dovesse risultare vero, in termini così crudi, si registrerebbe una perdita di quattro milioni di euro in dieci anni. Non proprio una gestione brillante. Ma a questa anomalia si aggiungono più di tre milioni di debiti verso l’Amam, l’azienda delle acque del Comune di Messina, che per senso di responsabilità non ha dato seguito alla disposizione tardiva dello Iacp che ha chiesto il distacco di quasi 1400 utenze per morosità. Un fatto grave che ha determinato un vertice alla Prefettura: di fronte al presidente dell’Amam Nastasi, il commissario Lo Conti si è reso disponibile a fornire l’elenco completo dei condomini, per passare a politiche di recupero forzoso. MANAGER E RISATE. Ma ci sono anche delle vicende comiche. Un manager fatto venire da fuori, da Caltanissetta, Calogero Punturo, ha rescisso il contratto con Telecom per i telefoni per risparmiare. Ma quando gli incaricati della Vodafone hanno 14 Febbraio 2014 portato i nuovi apparecchi tra i cento e più che sono stati consegnati, mancava quello che il non vedente addetto al centralino avrebbe dovuto utilizzare. Risultato, dopo pochi mesi di tribolazioni e linee mute si è ritornati al vecchio fornitore e in una stanza sono accatastati telefoni non utilizzati. Tutta l’operazione, anziché risparmi, ha fatto registrare nuove perdite. Spiccioli, centomila euro, comunque, rispetto alla morosità registrata per le botteghe, quasi duemilioni e seicento mila euro, delle quali 44 risultano abusivamente occupate. Basta leggere qualche nome altisonante di farmacie in piazza Castronuovo per vedere che “non pagare” è un vizio non punito da anni: ne fanno testo le botteghe di Viale San Martino che continuano ad essere occupate da inquilini morosi che spesso “riaffittano”. A prezzi… di Istituto popolare. E.B. IL CASO Tu chiamala se puoi produttività seguenti somme: a Maria Grazia Giacobbe, 175mila euro per gli anni dal 2000 al 2004; 35 mila per gli l’anni 2005; per tutti gli anni a seguire fino al 2010, 147mila euro. Tutti i retroscena delle somme liquidate ai dirigenti All’ingegnere Achille D’Arrigo: 55mila euro per gli anni 2003 e 2004; 115mila per tutto il resto. Maria Grazia Giacobbe, Antonino Recupero e Achille D’Arrigo Non va male neanche all’avvocato Antonino Recupero: 45mila per gli anni 2003 e MESSINA. “Le malelingue”, sostengono che le 2004; 30mila per l’anno 2005; e somme sarebbero state inserite e liquidate nelle forfettariamente poi 101mila euro buste paga dei dirigenti mesi prima dell’accordo per gli anni a seguire. poi sancito davanti all’ufficio provinciale del “Somme di gran lunga inferiori-si lavoro il 22 novembre 2011. Ma la storia premurano a scrivere gli autori controversa della transazione che ha portato dell’accordo- rispetto alle somme alla maxi-liquidazione del premio di pretese nei giudizi” intentati e anche produttività alla dirigente Maria Grazia “astrattamente liquidabili in sede Giacobbe, all’avvocato Antonino Recupero, giudiziale”. In pratica un affare. all’ingegnere Achille D’Arrigo è tutta da Bisogna solo decidere per chi. Se è rileggere. Tappa per tappa. vero che nello stesso documento si L’oggetto della controversia ha già un nome che riporta che il Tribunale del Lavoro di è un programma: “Liquidazione dell’indennità Messina, giudice Laura Romeo, con di risultato per gli anni 2000-2010”. In pratica la sentenza n.4882/07 “ha rigettato per dieci anni, nessuno dei predecessori il ricorso della dott.ssa Giacobbe, dell’architetto Calogero Punturo, un funzionario dichiarando che l’indennità di Iacp proveniente chissà perché da Caltanissetta, risultato non sia una voce fissa della ha voluto mettere la firma su un atto di retribuzione spettante al dirigente, liquidazione di risultato: hanno glissato tanto il ma una componente accessoria la cui presidente Vincenzo Garofalo quanto il erogazione è subordinata alla presidente Giuseppe Santalco. Ci pensa a sanare sussistenza di una serie di tutto invece l’avvocato Giuseppe Laface, che presupposti che nel caso in ispecie Vincenzo Garofalo Peppuccio Santalco commenta: “E’ stata una buona soluzione per non si riscontrano…” l’Istituto, in considerazione del fatto che il Quali sono i presupposti? Semplice, tra “stipendio tabellare, indennità integrativa contenzioso era già in fase avanzata e si era sono stati garbatamente rilevati dai revisori dei speciale, retribuzione individuale di anzianità giunti ai decreti ingiuntivi contro i quali conti , Maria Eugenia Orlando, Antonio Messina e acquisita e retribuzione di risultato”, l’istituto non poteva più opporsi…”. Roberto Comune, a proposito della “stortura della Calogero Punturo per l’Iacp, assistito dal Si chiama carenza di legittimazione: in pratica pianta organica”. I revisori in sintesi, con professore Raffaele Tommasini, e Achille mancava all’interno dell’istituto chi poteva elementare buonsenso scrivono: “per raggiungere i D’Arrigo, Maria Grazia Giacobbe e Antonino opporsi a un atto firmato contro lo stesso risultati bisogna prima stabilirli”. Se i risultati sono Recupero, assistiti dall’avvocato Salvatore datore di lavoro dai dirigenti che facevano quelli che abbiamo visto, beh… Sorbello, concordano di “liquidare” le causa a sé stessi. Così dopo aver fatto di conto centonove pagina 17 14 Febbraio 2014 sicilia MESSINA. Il centro specializzato dell’Asp sui disturbi alimentari sotto la scure della spending review Anoressia, si chiude il Cerchio Nato nel 2004 come progetto sperimentale è diventata struttura d’eccellenza nella diagnosi e nella cura di malattie che devastano i ragazzi ma anche le loro famiglie. Ma la Regione non rinnova la convenzione... DI GIUSEPPE LOMBARDO Messina. Bulimia ed anoressia, due volti della stessa medaglia. La problematica dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) è seria e complessa, richiede cura e prevenzione. Parte da qui il cammino del Cerchio D’Oro, il centro di diagnosi specializzato in tali patologie, sito a Messina in Via. S. Elia. Nato nell’autunno del 2004 come progetto sperimentale su indicazione dell’Asp, esso sembrava destinato ad avere vita breve. L’obiettivo originario era svolgere una semplice azione di monitoraggio, una valutazione generale delle reali esigenze del territorio. Col passare dei mesi, però, gli operatori sanitari hanno intuito la possibilità di potenziare la struttura, di creare un vero e proprio “polo d’avanguardia” grazie anche ai fondi regionali stanziati nell’ambito del P.O.P.S.N. (Progetto Obiettivo Piano Sanitario Nazionale). Nel 2007 è così avvenuta la trasformazione del centro in Unità Operativa, una struttura solida basata sul lavoro di un’equipe d’alto profilo: un medico psichiatra, tre tecnici della riabilitazione, due dietisti, un nutrizionista, due psicologi e un infermiere professionale, per un totale di dieci elementi, coordinati dalla dottoressa responsabile Rossana Mangiapane. Si è verificato così un passaggio di livello, un salto di qualità nel campo dell’assistenza sanitaria: dai meri compiti ambulatoriali, basati sul binomio diagnosi-e-cura, si è giunti progressivamente ad un servizio avanzato per la definizione dei percorsi di riabilitazione, con la creazione di una struttura semiresidenziale in grado di impegnare i pazienti 12 ore al giorno, cinque giorni su sette. Non solo pasti assistiti, dunque, ma laboratori d’arte, di recitazione, terapie individuali e di gruppo, sono diventati gli elementi utili per il recupero dei ragazzi affetti da tali patologie. Era facile prevedere che l’Unità Operativa si segnalasse come centro di eccellenza, un caso più unico che raro nel contesto siciliano, se si eccettua il lavoro svolto dal Cedial di Palermo. Ma nella terra in cui tutto deve cambiare per non cambiare mai, lunedì 10 febbraio è arrivata la stangata: il mancato rinnovo della convenzione regionale potrebbe determinare l’interruzione della continuità assistenziale. In altri termini: spending review, taglio ai costi della sanità pubblica e smantellamento conseguenziale della struttura in riva allo Stretto. La denuncia accorata è provenuta da due associazioni impegnate nel sociale: l’Associazione Nazionale di Volontariato Consult@noi e l’Associazione messinese Korakané, da anni in prima linea su questo fronte. Proprio la presidentessa di Korakané, Rita Sasso, ha denunciato le difficoltà enormi che si profilano all’orizzonte per i soggetti colpiti da tali malattie, chiedendo un incontro pubblico al Presidente della Regione Crocetta e all’Assessore alla Sanità Lucia Borsellino. Se è vero, infatti, che il mandato della giunta è “tagliare gli sprechi, non i servizi”, chiarezza va fatta sui motivi di questa scelta. Proprio per questo, la Sasso precisa: “Non si può vivere di proroghe. Il Cerchio D’Oro ha preso in cura l’anno passato 290 persone, di cui 54 hanno potuto usufruire di pasti assistiti. Abbiamo circa sei richieste a settimana di nuove visite. Questo comporta non un onere, ma un vantaggio per la Regione. Facciamo un esempio: l’ultimo ricovero di una ragazza di Messina a Portogruaro è stato un semestrale ed è costato circa 75.000 euro alla Regione. Il trattamento tipico costa in media 10.000 euro al mese a persona, e non può durare meno di tre mesi, quando sappiamo che il costo complessivo dell’intera struttura esistente si aggira attorno ai 120 mila euro!”. Una cifra assolutamente irrisoria, se inquadrata nei costi della prevenzione;, ivi considerato il fatto che spesso i centri non specializzati tendono a curare genericamente la patologia in sé, non la causa psicologica del malessere. Per questo la dottoressa Sasso chiede chiarezza: “non possiamo ingaggiare una battaglia burocratica ogni sei mesi. Chiediamo la stabilizzazione e la regolarizzazione del servizio. Vogliamo sapere cosa ne sarà del centro e le modalità con cui l’Asp intende garantire la continuità terapeutica”. L’INTERVISTA Presto un piano concordato PARLA MARIELLA FALSINI, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI VOLONTARIATO CONSULT@NOI “Consult@noi è una Associazione nazionale di volontariato che tenta da tempo di dare attenzione alla tematica dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Cerchiamo, cioè, di dare voce a problemi reali, di trattarli non soltanto a livello locale, ma a livello nazionale, dialogando con Regioni, Ministero e con l’Istituto superiore di Sanità”. Spiega così l’attività di cui è presidente Mariella Falsini, una vita spesa a non spegnere i riflettori su un tema che sta a cuore a tanti ragazzi e alle loro famiglie. Volendo indicare una priorità da porre al centro dell’agenda, su cosa occorrerebbe riflettere? “L’attenzione deve volgere all’accesso alle cure, assolutamente. Un accesso reale, con la presenza di strutture efficienti nel territorio. Non possiamo centonove pagina 18 sottovalutare il fenomeno, anche perché le malattie sono considerate invalidanti. Non possiamo, pertanto, rafforzare o depotenziare i centri specializzati a seconda delle ultime decisioni prese dalle istituzioni, i cui rappresentanti cambiano di volta in volta. Serve un piano serio, concordato e pluriennale”. Il caso messinese è emblematico: in Sicilia i centri specializzati sono davvero pochi. Come bisogna intervenire? “Bisogna sempre agire nel solco delle iniziative nazionali, ossia rafforzando le strutture destinate ad affrontare questo problema. Non solo quelle pediatriche, per intenderci, ma tutte le strutture, per seguire tutte le persone toccate dalla malattia. Occorre adottare il metro della multidisciplinarietà, incentivando le strutture di terzo o quarto livello (quelle, appunto, residenziali) ed evitare soluzioni minori, come il frazionamento dei centri sparsi a macchia di leopardo”. 14 Febbraio 2014 sicilia APPALTI. Dai Nebrodi allo Jonio, i Comuni in trincea contro gare e strategie regionali Metano, scoppia la guerra Mentre a Mistretta il consiglio comunale sta valutando i rischi di un affidamento diretto a Italgas, quindici amministrazioni del versante opposto si oppongono al cronoprogramma palermitano Dai Nebrodi allo Jonio scoppia la guerra del metano in provincia di Messina. Se a Mistretta il consiglio comunale il sei febbraio scorso si è riunito per valutare i profili di rischio di un affidamento diretto, a trattativa privata, alla Italgas per un appalto da cinque milioni di euro senza gara pubblica, sul versante jonico quindici comuni sono sul piede di guerra per le determinazioni della Regione che ha segnato un “cronoprogramma” molto stringente per completare la rete metanifera, affidata in projet financing, per un importo di 110 milioni di euro, alla FinConsorzio di Roma. Risultato. Burocrazia e scontri politici hanno fatto sì che, dopo venti anni di dibattito, due aree importanti della Provincia di Messina non sono allacciati alla rete metanifera e vanno avanti con le vecchie “care” bombole del gas. Esemplificativa la storia di Mistretta. Insieme a un gruppo comuni vicini, come Santo Stefano di Camastra e Reitano e altri centri dell’Ennese, come Cerami e Sperlinga, avviò i primi progetti di metanizzazione nel lontano 1991. All’epoca dal Ministero dello Sviluppo economico erano stati individuati 177 bacini nazionali e l’area in oggetto risultava nel “Bacino 20”. Qui la Siciliana Gas, partecipata dalla Regione prima di essere incorporata dall’Eni, aveva predisposto un progetto per i comuni di Mistretta, Santo Stefano Camastra, Reitano, Cerami. Incorporata, la Siciliana Gas, il progetto passò poi alla Italgas che oggi vorrebbe metterlo in cantiere con l’assenso della giunta guidata dal sindaco Iano Antoci, Pd secondo le vecchie prescrizioni. Ma, dopo venti e passa anni, ora molti consiglieri, tra cui Rosario Andreanò, componente tra l’altro dell’Irsap, mostrano più di una perplessità e temono che da questa assunzione di responsabilità possano discendere “rischi di debiti fuori bilancio e possibili interventi e contestazioni della Corte dei Conti”. Andreanò contesta: quando si formulò “l’Avviso 20” nel lontano 1991 il Cipe aveva previsto due condizioni: che fosse accettata l’adesione del Comune e che lo stesso potesse poi accedere ai finanziamenti previsti. Nessuna delle due condizioni, oggi richiamata dall’accordo con la Siciliana Gas, si è mai verificati. Tanto che la beffa oggi è su più fronti. Mistretta, come altri comuni della zona, non ha potuto partecipare alle richieste di finanziamenti e ora l’Italagas, che si offre per avviare i cantieri, pone la condizione che gli impianti dopo venti anni possano essere riscattati in bolletta. Non solo. A preoccupare di più i consiglieri di opposizione è il fatto che in tanti comuni dell’Ennese e dei Nedrodi, circolano delibere in fotocopie, su come i gli enti debbano muoversi. Segno evidente dell’interesse di imprese e di lobby politiche al lavoro per favorire gli affidamenti a trattativa privata, senza passare dal bando pubblico. Più fluida la situazione sul versante jonico. Una serie di ricorsi vinti da comuni del Palermitano, come Petralia Sottana, hanno rimesso in discussione la graduatoria che assegnava 53,7 milioni di euro a quindici comuni consorziati della zona: Fiumedinisi, Alì, Alì Terme, Antillo, Casalvecchio Siculo, Furci Siculo, Itala, Mandanici, Nizza di Sicilia, Pagliara, Roccalumera, Santa Teresa Riva, Sant’Alessio, Savoca e Scaletta Zanclea. Da questa lista sono rimasti fuori solo tre comuni: Alì Superiore, Mandanici e Antillo perché i progetti allora presentanti dagli enti erano stati ritenuti inammissibili. Ma l’impresa aggiudicataria del “projet financing” di 110 milioni di euro, la Finconsorzio di Roma, si è comunque dichiarata disponibile a fare allacciare alla rete metanifera i tre comuni, tagliati fuori. Condizione necessaria, che gli altri centri, anticipassero il 10% dell’importo dei lavori. Ora la rimodulazione del contributo da parte dell’assessorato Regionale all’Energia, rischia di fare rivedere i piani. Ma il sindaco di Fiumedinisi, Alessandro Rasconà, succeduto nell’incarico a Cateno De Luca passato a fare il primo citadino a Santa teresa Riva, hanno chiesto un incontro urgente all’assessorato. La partita del metano resta così una fiammella accesa. Anche se con venti anni di ritardo… (R.C.) IL DOCUMENTO Energia, tutti a rapporto PUBBLICATO IL REPORT SICILIANO PER L’ANNO 2013. DAI DATI EMERGE UNA CRESCITA DI FIDUCIA NEL GPL Secondo quanto scrive nel “Rapporto Energia 2013” Maurizio Pirillo, Dirigente Generale del Dipartimento Regionale dell'Energia, emerge, dall'analisi dei dati, che la capacità di raffinazione negli impianti siciliani risulta pari a 49,2 milioni di tonnellate/anno, corrispondenti al 43% del totale nazionale e che il petrolio estratto dai giacimenti siciliani rappresenta il 12,6% del complessivo nazionale. Nel triennio 2010-12 i derivati del petrolio hanno rappresentato in media oltre il 72 % delle esportazioni siciliane. Il loro valore è stato pari a 7,9 miliardi di Euro, equivalenti a circa il 9 % del Pil regionale. Alla fine del 2012 il settore petrolifero impiegava, in Sicilia, oltre 3.600 addetti diretti. Il rapporto evidenza il trend decrescente che si registra nei consumi di benzina e di gasolio per autotrazione, mentre i consumi di Gpl per autotrazione risultano, negli ultimi anni, in costante crescita. Dati significativi che sottolineano la fiducia che anche in Sicilia, come nel resto d'Italia, si nutre per il Gpl. In termini di Co2, il Gpl contribuisce all'abbattimento del livello di emissioni inquinanti. Un dato interessante è quello della Rete elettrica, che dispone di un sistema di trasmissione primario con ridotte potenzialità in termini di capacità di trasporto, che determinano problemi di sicurezza di esercizio della rete. Tuttavia la sicurezza del sistema viene mantenuta gestendo centonove pagina 19 usualmente l'isola in esportazione, nel 2012 l'export di energia elettrica è pari a 1.252,9 GWh, a fronte di una produzione complessiva di 23.354,9 GWh. Con riferimento alle fonti rinnovabili, si è verificato, un sostanziale stallo nel settore dell'eolico, contrapposto, nell'ultimo triennio, da aumento esponenziale degli impianti fotovoltaici, che sono passati da 19.985 del 2011 a 37.917, purtuttavia negli ultimi mesi, si registra un minore incremento degli impianti installati, probabilmente dovuto alla contestuale diminuzione degli incentivi statali. Le centrali termoelettriche, pur registrando una leggera flessione nella produzione di energia, svolgono un ruolo che continua ad essere indispensabile per mantenere in equilibrio lo stato attuale della rete compensando gli squilibri dovuti alla natura discontinua della produzione rinnovabile (eolica e/o fotovoltaica). 14 Febbraio 2014 sicilia MILITELLO VAL DI CATANIA. Dopo lo sfratto di uccelli la Regione sacrifica i purosangue Salviamo lo stallone A rischio la presenza dei cavalli nella tenuta Ambelia gestita dall’Istituto di Incremento Ippico. L’allarme del presidente della commissione antimafia Nello Musumeci MILITELLO VAL DI CATANIA. Dopo lo sfratto degli uccelli dai giardini di Palazzo d’Orleans è a rischio la presenza degli stalloni da riproduzione della tenuta “Ambelia”, 45 ettari tra faggete e ulivi, in gestione all’Istituto di Incremento ippico di Catania. A lanciare l’allarme, il presidente della commissione antimafia, Nello Musumeci, che del Comune di Militello, dove la tenuta fondata nel 1884 dalla nobile famiglia dei Branciforti si estende, come Pippo Baudo, è originario. Ma qual è la storia di questo pezzo di antica gloria agricola siciliana che ora in nome della “spending CLASSIFICHE Un Sanfratellano nel corpo scelto del reggimento MILITELLO. Uno stallone Sanfratellano allevato nella tenuta Ambelia di Militello, un morello di nome Ascano, di sette anni, è stato scelto dall’Arma dei carabinieri per il prestigioso Reggimento a Cavallo, conosciuto in tutto il mondo per i caroselli con pennacchi e le austere sfilate. E’ la prima volta che un Sanfratellano entra a far parte del corpo scelto di 300 cavalli del Reggimento. A operare la scelta, il maggiore dei carabinieri Gaspare Giardelli, in servizio a Tor di Quinto a Roma, palermitano di origine e grande frequentare dei Monti Nebrodi, dove quasi cinquemila esemplari della prestigiosa razza approdata nel 1100 al seguito della regina Adelasia scorazzano allo stato brado dentro il Parco dei Nebrodi. Grande soddisfazione per l’Associazione nazionale Cavallo Sanfratellano che ha visto così coronare il lungo lavoro di segnalazione sulla nobiltà dell’equino dei Monti Nebrodi. Halgoduria di Salina a “Casa Sanremo Clarins” MESSINA - Si è tenuta ieri alla Camera di Commercio la conferenza stampa del progetto "Saremo a Sanremo" promosso da Prima Sicilia, Nonsolocibus e Fondazione ITS Albatros, associazioni che porteranno al Festival, dal 16 al 23 febbraio, diverse eccellenze turistiche, agroalimentari ed enogastronomiche del nostro territorio. Bellezze paesaggistiche e monumentali di alcuni fra i borghi più belli della provincia, in particolare i Comuni di Santa Marina Salina, Sant’Alessio Siculo, Montagnareale, Capri Leone, San Marco d’Alunzio, San Salvatore di Fitalia e Monforte San Giorgio, cui è dedicata una mostra fotografica. Partner dell’iniziativa il Club Halgoduria di Caterina e Giorgio Giuffrè, una delle location più esclusive delle isole Eolie, che nella scorsa estate ha ospitato due eventi di Mare Festival Salina e la guest star Maria Grazia Cucinotta, incantata dal meraviglioso giardino – lounge bar con il suggestivo affaccio sul porto di Santa Marina Salina. La vetrina di valorizzazione e promozione del territorio avrà un prestigioso spazio all’interno di “Casa Sanremo Clarins", salotto allestito al Palafiori dal Gruppo Eventi, presieduto da Vincenzo Russolillo, pronto ad accogliere migliaia fra artisti, vip, addetti ai lavori, turisti e giornalisti. Fra gli eventi siciliani anche l’esibizione della cantante Ketty Ragno e due giornate culinarie curate da Fabrizio Scaramuzza, Maria Greco e Giuseppe Contarini, in collaborazione con Elvira D’Orazio, presidente ITS Albatros, Giacomo Fabio, vicepresidente “Strada dei sapori dei Nebrodi”, Tommaso Cannata, titolare della Boutique del Pane, che porterà arancini e pidoni; infine per tutta la settimana la pasticceria dei messinesi Lillo Freni ed Enzo Catania. Testimonial della delegazione “made in Messina”, coordinata dai promotori Massimiliano Cavaleri e Patrizia Casale, la modella Cristina Di Siero, incoronata a Salina Miss Mare Festival Tradimalt, fascia sponsorizzata dai fratelli Vincenzo e Giuseppe Coniglio, imprenditori di Tradimalt Spa, azienda d’eccellenza siciliana per i prodotti di qualità nell’edilizia, operante in tutta Italia e riferimento importante nel Meridione. Nella foto sopra Maria Catena, Giorgio Giuffrè, Maria Donato e Caterina Giuffrè con Maria Grazia Cucinotta, ospite del Club Halgoduria di Salina. Informazione pubblicitaria centonove pagina 20 sicilia 14 Febbraio 2014 ASINI IN ESTINZIONE Pantesco & modicano review” rischia di chiudere? La Regione siciliana negli Anni Sessanta subentrò nella gestione della Ambelia, una tenuta agricola di alto pregio che deve il suo nome, “Ambelos”, alla vite , al posto del Ministero della Difesa, che aveva mantenuto nella struttura il deposito stalloni della Guerra, con scuderie dotate di 105 box. Qui la Regione decise di mantenere l’allevamento delle razze equine e asinine siciliane, dal Purosangue Orientale al cavallo Sanfratellano, per arrivare all’asino pantesco e all’’asino ragusano. >Per mantenere la struttura, ha denunciato di recente “Cavallo Magazine”, sono distaccati alla Tenuta Ambelia della Regione siciliana 42 palafrenieri. Costo del personale: 2 milioni e 200mila euro l’anno. A questi costi di gestione, vanno aggiunti 60mila euro per il direttore, Salvatore Paladino, e quattromila euro al mese per il consiglio di amministrazione, rappresentato oggi dal commissario Concetta Torrisi. Ma quali sono le entrate della prestigiosa tenuta? Ridotte al lumicino: a parte le visite guidate per le scuole e per qualche visitatore chiamato a pagare il costo del biglietto di ingresso tre euro, il valore di “avviamento” dei cavalli e degli asini da monta, chiamati Flaminia, Fosca, Ontano, Ersilia, Giotto e Greta,è stimato nei conti della Regione a soli 6150 euro. Un fatto che ha mandato, è il caso di dire, “su tutte le furie” il governatore della Regione Rosario Crocetta che ha deciso di vederci chiaro. >Sul destino dell’Istituto di Incremento Ippico si sono giocate di recente due partite: l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, orinario di Grammichele e grande amante dei purosangue arabi, aveva deciso di investire nella struttura con un ambizioso piano di valorizzazione: si intendeva affidare la gestione al consorzio Sol.Co per visite guidate, pettherapy, visite didattiche. Ora la tenuta stessa della riserva è a rischio: con un emendamento di bilancio l’assessore Cartabellotta, che intende valorizzare le professionalità e la funwione dell’Istituto, è riuscito a fare pagare una parte degli arretrati ai quaranta dipendenti. Ma per mesi e mesi, se per i dipendenti è mancato lo stipendio, per gli animali ospitati si è corso il rischio di non avere più neanche il mangime. centonove pagina 21 MESSINA. Sono due le razze di asini a rischio di estinzione in Sicilia, l’asino pantesco e l’asino modicano. Di entrambi all’istituto di incremento ippico si mantengono gli alberi genealogici e si cura la riproduzione sulla stazione di monta. Ma sulle origini dello “scecco siciliano”, conosciuto come Ferrante ha svolto di recente un accurato monitoraggio la sezione Zootecnica e Nutrizione animale dell’Università di Messina. Qui l’equipe coordinata da Luigi Liotta ha censito un centinaio di esemplari di “Grigio siciliano”, tra i 4 e i 14 anni, “che vivono allo stato brado” e risultano abituati a dividere il pascolo con altre popolazioni autoctone. I ricercatori hanno evidenziato una leggera riduzione della taglia rispetto allo standard, cm. 124, e dagli studi sulla produzione lattea, tre mungiture giornaliere, si sono rilevate proprietà extranutrizionali polivalenti che si aggiungono al valore ipoallergico per gli infanti. Sulle pendici dell’Etna sono già nati due allevamenti di asini da latte e anche uno di dromedario, inaugurato da un giovane catanese. 14 Febbraio 2014 sicilia SAN FRATELLO VULCANO. L’impianto sta nascendo a ridosso dell’ultima area umida delle Isole Eolie Depuratore nel pantano A denunciare la vicenda è il consigliere Pietro Lo Cascio (Sel) che invoca l’intervento delle associazione ambientalista. La zona non sarebbe stata citata negli elaborati della struttura IL cantiere del depuratore adiacente all’area umida protetta di Vulcano DI GIANFRANCO CUSUMANO VULCANO. Un depuratore in mezzo ad una zona umida inserita nella Zona a Protezione Speciale ITA030044 e nel Sito Unesco delle Isole Eolie. Accade nell’isola di Vulcano dove a realizzare l’opera, già appaltata con i cantieri avviati, è la Sogesid, società controllata dai ministeri del Tesoro e dell'Ambiente, e gestito con i poteri emergenziali di un commissario, l'avvocato Luigi Pelaggi. A sollevare la questione è il consigliere di minoranza Pietro Lo Cascio, esponente di Sel che ha chiesto un intervento di Wwf, Legambiente e Lipu. Ma come è possibile che i lavori stiano compromettendo la tutela dell'ultimo ambiente umido esistente nell'isola e nell'intero comprensorio eoliano? La risposta la dà il consigliere Lo Cascio in un comunicato. «Chi ha redatto lo Studio di Impatto e di Incidenza Ambientale - scrive in una nota ufficiale il politico ambientalista (il documento è firmato dall'ingegnere Carmelo Sottile), ha accuratamente evitato di segnalare la presenza del pantano che esiste nell'Istmo tra Vulcano e Vulcanello, classificato come "habitat prioritario" con il codice 1150 nella Direttiva 43/92 dell'Unione Europea, ma anche chi doveva verificare la veridicità dello Studio – l'Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana – non ha mosso alcuna obiezione in merito agli interventi previsti dal progetto che avrebbero coinvolto il luogo, come se ne ignorasse l'esistenza. È ovvio che la Regione disponesse di tutti gli strumenti necessari per confutare le affermazioni false contenute nello Studio, per esempio quel Piano di Gestione dei Siti Natura 2000 dove l'importanza del pantano viene sancita a chiare lettere. Ma non lo ha fatto, concedendo le autorizzazioni ambientali senza proferire parola sul pantano, e ciò appare francamente incomprensibile». A pochi metri da un habitat prioritario, dunque, sorgerà Anniversario frana Ci sarà anche Crocetta SAN FRATELLO. Ci sarà anche il presidente della Regione Rosario Crocetta Venerdì mattina a San Fratello alla manifestazione organizzata dall’amministrazione comunale in occasione del quarto anniversario della frana del 14 Febbraio 2010. Lo scorso anno Crocetta disertò le celebrazioni, e la sua fu un’assenza che fece discutere. Stavolta il presidente ha annunciato la sua presenza all’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Mario Fulia, che ha organizzato l’evento per Venerdì mattina, 14 febbraio, alle 10 presso i locali della Scuola Media Alessandro Manzoni di San Fratello. Un luogo dalla forte carica simbolica, scelto non a caso dall’amministrazione comunale. La riapertura di Settembre dopo i lavori di messa in sicurezza del plesso di via Apollonia rappresenta infatti la speranza, il futuro. una vasca di sollevamento liquami del realizzando depuratore. A rassicurare tutti è però lo studio il quale afferma che «non produrrà alterazioni ambientali, né disturbo alla fauna, né infine alcuna riduzione al valore conservazionistico del sito». Per Lo Cascio la realtà è ben diversa. «La vasca rischia di pregiudicare le caratteristiche naturali del luogo scrive - sottraendo spazio alle dune di sabbia, ai canneti che offrono riparo agli uccelli durante le migrazioni o nel periodo invernale, ma soprattutto di interferire con il corpo idrico del pantano, cancellandone irrimediabilmente ogni traccia in pochi anni. Dove non era riuscita l'espansione urbanistica e turistica di Vulcano, che – pur sviluppandosi in maniera caotica – aveva comunque risparmiato questo piccolo gioiello della natura, arrivano le ruspe del depuratore». DISSESTI Se crolla Fondachelli IL SINDACO PETTINATO CHIEDE LA DICHIARAZIONE DI STATO DI CALAMITÀ. ECCO TUTTI I DANNI CAUSATI DAL MALTEMPO FONDACHELLI FANTINA. Il comune di Fondachelli Fantina ha Alcuni danni causati dall’alluvione fatto richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale per i gravi danni provocati dal maltempo dell’1 e 2 febbraio scorsi. Oltre centomila euro i primi interventi di protezione civile effettuati per far fronte alle emergenze e tutelare l’incolumità pubblica su disposizione del tecnico comunale Giuseppe Catalano, responsabile della Protezione civile. Sono state prime eliminate frane nelle arterie principali centonove pagina 22 e nelle strade di collegamento con le frazioni, evitando pericoli e proteggendo le infrastrutture pubbliche. Per mettere in sicurezza il territorio flagellato dal nubifragio, però, servono altri interventi. Si tratta di studi approfonditi con la redazione di progetti da parte di figure professionali adeguate: geologo e ingegnere idraulico. In particolare si tratta di un intervento di protezione quartiere Chiesa; intervento nella frazione Raccui a protezione della fognatura e principale via di collegamento; intervento di messa in sicurezza strada di collegamento nel tratto di Raccui con reperimento di massi per proteggere100 metri di muro d’argine; intervento di protezione di un pozzo in contrada Bocca di Cane e ripristino collegamento; intervento di messa in sicurezza a monte del quartiere Rubino e ripristino condotta principale acquedotto comunale. sicilia 14 Febbraio 2014 BARCELLONA. Rinvio a giudizio in quindici tra tecnici e imprenditori. Per la Procura «iter viziato» Un parco di guai Il sindaco Collica chiede la revoca della delibera con cui si approva il progetto commerciale della Dibeca, vicina all’avvocato Saro Cattafi. Ma c’è il rischio di un contenzioso milionario DI GIANFRANCO CUSUMANO BARCELLONA. Quindici persone rinviate a giudizio, il mondo politico spaccato in due e il rischio di dare vita ad una causa milionaria che potrebbe mettere in ginocchio le casse del comune. A Barcellona Pozzo di Gotto l’approvazione del parco commerciale i cui progetto fa capo alla società Di.Be.ca, riconducibile all’avvocato Rosario Pio Cattafi, 62 anni, condannato per mafia in primo grado a 12 anni di reclusione (operazione "Gotha III"), ha la forma di un coltello a doppio taglio. La decisione sbagliata potrebbe pregiudicare da un lato il futuro economico e urbanistico della città, dall’altra dare vita ad una richiesta di risarcimento danni da svariati milioni di euro da parte della società che si vede sfumare il progetto. L’unica cosa certa, in questo momento, comunque, è il rinvio a giudizio di 15 imputati - deciso dal gup Anna Adamo a seguito della richiesta del pm Francesco Massara- coinvolti nell'inchiesta sulle procedure amministrative che hanno portato all'approvazione del Piano particolareggiato del Parco commerciale di contrada Siena. Si tratta di tecnici, committenti e componenti della Commissione urbanistica dell' epoca. L’udienza è fissata per il 2 maggio al tribunale di Barcellona. Ognuno per il suo ruolo dovrà rispondere di «abuso d' ufficio in concorso determinato dall' altrui inganno». Tutto parte da un esposto presentato dall’associazione antimafie “Rita Atria” di Milazzo del gennaio 2011 che seguiva anche una interrogazione del senatore Beppe Lumia (Pd) e coinvolgeva anche il movimento "Città Aperta" di cui Maria Teresa Collica all'epoca era portavoce lo stesso sindaco Maria Teresa Collica. In sostanza, la procura accusa i quindici di avere ingannato il consiglio comunale di Barcellona che il 16 novembre 2009 approvò con un solo voto contrario dei presenti, la delibera n. 59 con la quale si avallava il Prp del Parco commerciale della Di.Be.Ca., sulla scorta di pareri tecnici positivi. Il vantaggio per la società riconducibile a Cattafi sarebbe consistito «nella facoltà attribuita» all' immobiliare riconducibile a Cattafi «di dare attuazione, nonostante soggetto privato, al Piano particolareggiato e potendo in tale veste far ricorso a procedure pubblicistiche specie ai fini dell'esproprio e nella possibilità di sfruttare nuove zone residenziali non previste nel Prg». La difesa degli imputati, però, è già sul piede di guerra e la questione rischia di diventare anche un caso politico. Mentre il sindaco Maria Teresa Collica chiama il consiglio comunale a dare un segno di responsabilità revocando la contestata delibera, ancora l’amministrazione non ha presentato alcuna proposta ufficiale al presidente del consiglio Angelo Pino, e rimane costituita al Tar a difesa dell’atto contestato da due imprenditori proprietari di terreni interessati ad un ipotetico esproprio. «Dal punto di vista giudiziario - afferma l’avvocato Pinuccio Calabrò - negli atti processuali non vi sono dichiarazioni, intercettazioni, o altre attività d’indagine che dimostrino collusioni o concrete pressioni o interessi economici tra i componenti della Ceuc (Commissione edilizia urbanistica comunale) e i presunti concorrenti nel reato». Dal punto di vista tecnico viene contestato la circostanza che il Piano particolareggiato è stato presentato su iniziativa privata e non pubblica (nel caso specifico lo prevedono le norme tecniche di attuazione commerciale contenute nel piano regolatore generale del comune di Barcellona). Inoltre, la Valutazione ambientale strategica (Vas) è diventata obbligatoria dopo la presentazione del progetto, mentre la mancata pubblicizzazione del piano, essendo più di 50 i singoli proprietari, non è prevista prima dell’approvazione. «I componenti rigettano etichette di comodo - dice l’avvocato Filippo Barbera che difende alcuni imputati - si tratta di professionisti stimati che hanno agito in piena coscienza dedicando tempo allo studio e il parere è stato rilasciato in perfetta onestà intellettuale». insomma, una bella patata bollente quella nelle mani dell’amministrazione Collica. Sulla proposta di revoca in autotutela del piano particolareggiato del Parco commerciale, suggerita con una lettera indirizzata al consiglio comunale dal sindaco Collica, c' è stata la contromossa dei consiglieri comunali che invitano il primo cittadino a fare il primo passo disponendo gli atti propedeutici e proponendo la delibera. «Siamo pronti a revocare l’atto - dice il consigliere Giuseppe Imbesi, Udc - ma deve essere una cosa concordata. Il sindaco ha fatto solo demagogia fino ad ora, non ha mai fatto richieste ufficiali. Siamo tutti contro la mafia, ma dobbiamo avere almeno i presupposti per revocare. Il consiglio non si può sostituire al giudice, ancora oggi non c’è stato alcun tribunale che ha sentenziato che l’iter fosse viziato. In caso di revoca, come chiede in questi giorni anche Rita Atria, rischiamo un colossale risarcimento danni se il percorso risultasse perfetto», conclude Giuseppe Imbesi. LA SCHEDA Ecco tutti gli indagati IL 2 MAGGIO SI DOVRANNO PRESENTARE IN AULA PER RISPONDERE DI “ABUSO D’UFFICIO” BARCELLONA. Il prossimo 2 maggio si dovranno presentare in aula per rispondere all’accusa di «abuso d' ufficio in concorso determinato dall' altrui inganno». Si tratta dell’avvocato Rosario Pio Cattafi, dell'amministratrice della società immobiliare "Di.Be.Ca." della famiglia Cattafi, Ferdinanda Corica, 57 anni; i soci dell' immobiliare, la sorella e il figlio di Cattafi, Maria Idea Cattafi, 65 anni e l'avvocato Alessandro Cattafi, 37 anni; il dirigente pro - tempore del VII Settore di Palazzo Longano, ingegnere Orazio Mazzeo, 62 anni, rup del procedimento che ha portato all' approvazione del Piano particolareggiato del Parco commerciale e rup del Prg; i progettisti che hanno redatto ed elaborato il Piano particolareggiato, gli architetti Mario e Santino Nastasi, il professore Giuseppe Gangemi, progettista del Prg e il collega Giovanni Cattafi, anch'essi indicati al pari degli altri professionisti quali progettisti del Parco commerciale anche se per "incarico non formalizzato". A giudizio anche il tecnico di fiducia della società, la "Gdm Spa", Filippo Leopatri, 52 anni di Reggio Calabria ed i cinque componenti della soppressa Commissione edilizia urbanistica comunale: Giovanni Milone, Santi Sottile, Sergio Valenti, Antonio Raimondo, Franco Barbera. centonove pagina 23 Rosario Cattafi (foto archivio) 14 Febbraio 2014 sicilia MILAZZO. Il Cga fa ritornare il consiglio comunale. E blocca il default Il ballo del dissesto Le vicende del comune mamertino stanno facendo giurisprudenza. L’aula si ricostiituisce ma la Cassazione potrebbe annullare tutto MILAZZO. L’unica cosa certa su cui sono tutti d’accordo è che ci sono 40 milioni di euro di debiti. Per il resto a Milazzo rimane tutto una incognità. D’altronde, quello che è avvenuto nel comune mamertino è un caso forse unico in Italia. Il consiglio comunale è stato rimosso un anno fa per la mancata approvazione della delibera di dissesto su indicazione della Corte dei Conti e diffida della Prefettura di Messina. Oggi il Cga lo rimette in sella, cancellando con un colpo di spugna tuta la procedura di dissesto che aveva approvato il commissario straordinario Margherita Catalano e che aveva portato avanti l’amministrazione guidata da Carmelo Pino, uno dei pochi sindaci ad avere lottato per ottenere il dissesto assieme all’assessore alle Finanze Pippo Midili. Tutto a posto? No. Il consiglio comunale che si reinsedierà lunedì 17 febbraio alle Pippo Midili 19,30, su convocazione del presidente Saro Pergolizzi, cercherà quasi certamente di seguire la via del risanamento tramite i benefici del decreto “Salva Comuni” la cui efficacia scade a fine mese. Stravolgendo l’assetto economico che l’ente aveva raggiunto. Ma entro due mesi potrebbe “saltare” di nuovo tutto, il consiglio decadere e ritornare valida la delibera che approva il dissesto dei conti comunali. La Cassazione infatti, su ricorso della giunta Pino, si dovrà esprimere sulla vicenda. Anche il Tar dovrà emettere una sentenza di merito sul ricorso dei consiglieri comunali e difesi dall’avvocato Marcelo Scurria. Non sono esclusi, dunque, nuovi colpi di scena (la seconda decadenza del consiglio comunale) oltre all’immobilismo del Comune di Milazzo che non può nemmeno programmare questo ultimo scorcio di legislatura che porterà al voto nella primavera 2014. Da più parti vengono invocate elezioni anticipate, ma il sindaco Carmelo Pino non ha intenzione di “cedere”. “Resistere, resistere, resistere”, è il mantra che si ripete ogni mattina prima di entrare al comune nella speranza di un intervento risolutivo della Cassazione. Da escludere la mozione di sfiducia da parte dei consiglieri. «Certo – afferma il sindaco Carmelo Pino - non può non sottolinearsi la divergenza di interpretazione normativa che si è evidenziata tra il Tar, il Cga e la Corte dei Conti . Carmelo Pino Senza precedenti in materia finanziaria lo scontro in atto tra organi dello Stato su un caso destinato inevitabilmente a fare giurisprudenza in tutta Italia. Prudenza avrebbe voluto che i giudici del Cga avessero atteso la decisione della Cassazione sul ricorso per giurisdizione, così come cautamente deciso dal Tar Catania. I casi sono molteplici ma solo a Milazzo si è assistito ad una copiosa e controversa attività giuridica». Sullo sfondo una situazione economica che, indipendentemente dalle parti in causa, segna un rosso nei conti di oltre 40 milioni”. “Nessuno, fino ad oggi – sostiene ancora l’Amministrazione di palazzo dell’Aquila - si è scandalizzato del fatto che tale enorme mole di debito si sia accumulato nel breve spazio di 10 anni. Si è incentrata volutamente l’attenzione sulla dichiarazione di dissesto o meno». «Sottolineare come, in un momento di gravissima difficoltà per tutti gli Enti locali, questa amministrazione sia riuscita a garantire stipendi e servizi essenziali senza fare ricorso ad indebitamento è superfluo visto che è sotto gli occhi di tutti come questa città sia cambiata in senso positivo con appena un solo anno di vera e propria amministrazione. Cosa succederà nei prossimi mesi è facilmente intuibile anche se questa amministrazione farà tutto quanto in proprio potere per salvaguardare l’Ente ed anche i cittadini». A cominciare dalla tutela di un bene come i Molini Lo presti che rischiano di essere messi all’asta per una cifra irrisoria rispetto al valore reale, ai precari, ai fornitori che avevano ricominciato a “fidarsi” del Comune. «Un fatto è certo - conclude - i debiti contratti dalle precedenti amministrazioni sono lì a dimostrare che nessuna fantasia ci ha pervaso quando nel 2012 avevamo chiesto al consiglio comunale di condividere un percorso difficile, amaro, ma inevitabile per evitare l’insolvenza STRATEGIE Pergolizzi contro tutti RICONQUISTATA LA POLTRONA DI PRESIDENTE RITORNA A PROPORRE LA “SALVA COMUNI”. INFATTI.... MILAZZO. Ha dovuto tribolare 48 ore ma, alla fine, Saro Pergolizzi ha potuto sedere nuovamente sulla poltrona di presidente del consiglio comunale. Certo, del vecchio ufficio di presidenza è rimasto ben poco. Subito dopo la decadenza dell’aula e la nomina del commissario straordinario Valerio De Joannon l’ufficio di presidenza è stato smantellato. A cominciare dalle pec dei consiglieri (mail con il valore di raccomandate) che hanno impedito la convocazione del consiglio comunale nel giro di poche ore. Alla fine si è optato per i classici messi comunali rinviando l’insediamento a lunedì 17 febbraio. Pergolizzi, comunque, ha già cominciato a lanciare le prime frecciate all’indirizzo del sindaco. «Parlando ai avere risanato i conti e di tagliato gli sprechi - dice il presidente - ma hanno distribuito dodici posizioni organizzative da 1000 euro ciascuno per un totale di 600 mila euro in quattro anni. Speso 35 mila euro di fondi comunali per pagare l’avvocato Fulvio Cintioli e difendersi contro il consiglio comunale. Circa 40 mila euro li hanno destinati ai quattro segretari generali che si sono succeduti, altrettanti 40 mila euro spesi per incarichi esterni (ragionieri generali e dirigenti) che forse non potevano essere nemmeno assegnati in quanto situazione di pre-dissesto». «Prendiamo atto continua - che i debiti non sono più 60 milioni, bensì 40 e che saranno tutti onorati attraverso la SalvaComuni che il Consiglio comunale ha votato nel dicembre 2012». centonove pagina 24 Saro Pergolizzi 14 Febbraio 2014 economia SHOPPING MESSINA. L’imprenditore messinese perde all’asta l’albergo firmato dall’architetto Samonà D’Amico, il Jolly nella manica La vendita disposta dal giudice fallimentare su richiesta di Interbanca. Ma la società è pronta a dare battaglia. «Procedure e modalità di cessione sono illegittime» Zothecas amputat cathedras, quod saburre verecunde MESSINA. E’ passato di mano il Jolly Hotel di via Garibaldi a Messina. Dopo due tentativi di vendita andati a vuoto, con annunci pubblicati anche ZOOM Si “batte” anche l’Hotel di Mortelle MESSINA. Prezzi di vendita, anzi di svendita da fine stagione turistica per l’albergo-simbolio di Mortelle, “Giardino delle Palme” di Mortelle, 32 stanze. Quasi fosse uno scherzo del detsiono, andrà all’asta il 1 aprile, insieme al “Lido Aragosta” e a un terreno limitrofo di 450 mq, al prezzo di 1500.000 euro. Una vicenda constrastata anche quella del Grande Albergo, passato da una gestione commissariale all’altra. L’ultimo commissario, Corrado Martelli, aveva ricevuto una proposta da un imprenditore turistico etneo per 5 milioni di euro, ma l’assessorato alle Attività produttive non omologò. L’ultima perizia assegnata dal curatore Pietro Gugliotta indicava un valore del complesso alberghiero di 3.600.000, più Iva. Ma quattro tentativi di incanto non hanno dato nessun risultato. su giornali nazionali, il cubo giallo firmato dall’architetto Samonà, novanta stanze affacciate sullo Stretto, è stato ceduto all’asta per un importo di 3 milioni e mezzo di euro. L’asta, al centro di una controversa vicenda che vede contrapposto il gruppo dell’imprenditore messinese Cesare D’Amico, è stata disposta dal giudice fallimentare Ugo Scavuzzo; le procedure di vendita sono state seguite dallo studio del notaio Vicari. Ad aggiudicarsi l’asta, un composito gruppo, rappresentato dall’avvocato Francesco Bagnato, tra cui spicca il docente universitario della facoltà di Lettere e Filosofia Saverio Guida e altri professionisti, Costa e D’Andrea. Ma come si è arrivati alla cessione dell’albergo liberty, simbolo della Messina ruggente anni Sessanta? Al centro della vicenda c’è un affitto di ramo di impresa tra la catena alberghiera Jolly Hotel e la società Medea di Cesare D’Amico, titolare di un contratto commerciale di affitto della struttura, di nove anni più nove. La crisi di liquidità della società, che tra l’altro controlla anche il Jolly Hotel di Corso Gelone a Siracusa, ha portato Interbanca, l’istituto che aveva aperto una linea di credito alla società di D’Amico, a chiedere al Tribunale il provvedimento di esecuzione. Un legale amministrativista dell’imprenditore D’Amico, Mario Fiaccavanto di Palermo, sta valutando una azione giudiziaria per bloccare il trasferimento del bene: procedure e modalità della cessione sono ritenute illegittime. “Basta solo dire- rileva Cesare D’Amico che il Tribunale di Messina non ha tenuto conto di ben quattro sentenze del Tribunale di Siracusa che sulla stessa vicenda dicono l’esatto contrario”. All’asta, che si è svolta in un clima di forte tensione alle 16,30 del 28 gennaio all’associazione dei notai, ha partecipato lo stesso Cesare D’Amico, che gestisce tra lì’altro anche un albergo a Termini Imerese, al quale è Ventura va in Paradise DFGHJFGHJHJGKGHJKGH GHJKGHJ MESSINA. Continua lo shopping di alberghi in città. L’imprenditore Puccio Ventura, con interessi nel settore immobiliare, petrolifero e delle energie rinnovabili, ha rilevato dalla famiglia Vitale l’albergo “Paradise” di Contemplazione, 105 stanze. L’hotel, con ampie vetrate che danno sullo Stretto, è stato per anni sede di meeting aziendali. Ventura, che di recente ha spostato i suoi interessi imprenditoriali a Bucarest, è un imprenditore vivace che spazia dal settore petrolifero, gestisce una pompa di benzina a Giostra, agli interessi nel settore fotovoltaico e della ristorazione: alcuni anni fa rilevò dalle Ferrovie la vecchia stazione di Gesso. stato rifiutato un rilancio del quinto sulla base d’asta. I professionisti rappresentati dall’avvocato Francesco Bagnato hanno presentato due offerte separate: obiettivo è quello di trasformare l’attività da alberghiera a gestione di botteghe commerciali al pianterreno e attività di residence ai piani superiori. Secondo D’Amico, i cui interessi a Messina sono rappresentati anche da Walter Militi, vicepresidente della cassa nazionale forense, la destinazione d’uso dell’attività non può essere modificata con nuove autorizzazioni. Un fatto questo che, nel passato, ha raffreddato l’interesse di investitori come il gruppo Franza, che hanno svolto analisi finanziarie sul dossier “Jolly” ma hanno scartato l’idea di partecipare alla gara, in considerazione del fatto che il settore dell’accoglienza turistica è in piena crisi e il cambio della destinazione d’uso dell’albergo, firmato nella facciata esterna da un noto architetto, pone dei vincoli urbanistici “non facilmente superabili”. PALERMO Hotel delle Palme resta aperto PALERMO. L’hotel delle Palme di Palermo resterà aperto, un gruppo di lavoratori passerà da full-time a part-time con una media di 30 ore, i lavoratori dei servizi per le camere, fattorini e frigo bar, che saranno esternalizzati, manterranno retribuzioni e anzianità: sono i principali punti dell’accordo siglato oggi all’ufficio provinciale del lavoro di Palermo per salvare i lavoratori di Acqua Marcia Turismo spa, società che aveva comunicato ai sindacati del settore turismo di avere avviato la procedura di licenziamento collettivo per 134 dipendenti su un organico totale di 213. Nel piano era anche prevista la chiusura del “Des Palmes”. Piani di contenimento dei costi sono previsti anche per il San Domenico di Taormina e Villa Igiea a Palermo, in capo alla stessa società. centonove pagina 25 14 Febbraio 2014 economia UOMINI&BUSINESS. Cresce e si “accredita” la struttura ospedaliera fondata da Gustavo Barresi Sanità, Messina in buona Salus Con oltre 130 operatori e 85 posti letto la clinica privata vanta utili modesti ma un fatturato in ascesa e un netto patrimoniale solido. Merito di scelte aziendali che radicano sempre più la struttura al territorio DI VINCENZO LOMBARDO Messina. Il 20 marzo del 1743 una nave genovese con bandiera napoletana veleggiava verso lo stretto di Messina. Veniva da Missolungi, città della Grecia occidentale. Approdava nel porto con un uomo dell’equipaggio in meno, morto nel viaggio. Il capitano, Iacopo Bozzo, per timore che quella morte potesse provocare un ritardo nella consegna delle lane e delle merci che trasportava, indicò nei disagi patiti la causa del decesso. Dopo pochi giorni però anche il capitano si ammalò e nel giro di poche ore morì. Aveva un grosso bubbone sotto l'ascella. La diagnosi non poté essere che nefasta. Messi alle strette, alla fine, i marinai confessarono: i due erano morti di peste. A nulla valsero i primi provvedimenti di quarantena adottati dalle autorità cittadine. Dopo quaranta giorni due donne furono trovate morte con dei bubboni sotto le ascelle. La peste era entrata in città. Intorno a Messina si strinse uno stretto cordone sanitario, talché oltre al morbo vi si abbatté pure la fame. Durante quei tristi giorni L'Arciconfraternita Sant'Angelo dei Rossi, una confraternita laica Messinese in vita dal 1500, istituì un lazzaretto per gli appestati e praticò l'assistenza ai malati su larga scala con grande abnegazione. Il governo borbonico in segno di riconoscenza, gli conferì il titolo di Illustrissima, per avere lenito terribili sofferenze con notevole pericolo della vita dei suoi componenti. Malgrado la sua generosa attività il terribile morbo falciò oltre 50.000 abitanti della città. La mirabile opera prestata dall’Arciconfraternita dei Rossi è rimasta scolpita nella memoria dei messinesi, e può essere configurata LA SCHEDA RATING ECONOMICO SOCIALE (0 a 10): 5,25 - Storia ultra quarantennale: 10 - Andamento economico: 6 - Rapporto Occupazione/Territorio Partner di Iniziative Sociali: 4 - Sponsor Attività Sportive: N.C. L’ingresso di Villa Salus come antesignana delle attività private nel settore dell’assistenza sanitaria. Rimase operante, come ente ospedaliero, fino agli anni sessanta. Fino a quando nuovi soggetti , favoriti dall’esplodere di due fenomeni: il sopraggiunto benessere di vasti strati popolari che ha fatto lievitare la domanda di assistenza medica personalizzata, e la crescita smisurata del debito pubblico che ha finanziato le prestazioni sanitarie private. A Messina l’iniziativa privata ha una genesi singolare. Essa ha origine, diversamente che nel resto della Sicilia, nella ricerca e nella mission di due illustri luminari: Luigi Carmona (1895 – 1984) e Gustavo Barresi. (1913 – 2001). Il primo approda nel 1944 a Messina, vincitore del concorso della cattedra universitaria di Patologia speciale chirurgica e propedeutica chirurgica che tenne fino al 1951. Vi si trasferì unitamente agli allievi Gustavo Barresi, Ubaldo Brancato e Umberto Marullo che lo seguirono senza alcuna esitazione. Messina, in quegli anni, era ancora deturpata dalle conseguenze della guerra. Le strade ingombre di macerie e priva di mezzi di trasporto. Non si trovavano alloggi dignitosi, e il piccolo gruppo di medici trovò sistemazione all’Ospedale Piemonte, nei fatiscenti locali di quei tristi tempi del dopoguerra. Casa e bottega, ma tanta voglia di fare. Il piccolo collettivo, nel giro di pochi anni aggrega intorno a sé un altro gruppetto di medici che farà presto parlare di sé: Giovanni D’Amico, Renato Caminiti, Diego Cuzzocrea, Pasquale Notti, Francesco Minissale, Ciro Famulari, Giulio Santoro e Sebastiano Cambria. Divenne famoso per avere ideato per primo in Italia l'insegnamento della semeiotica chirurgica e della chirurgia sperimentale, le cui prime cattedre furono istituite alla facoltà medica dell'Università di Messina, di cui fu professore e poi preside dal 1960 al 1969. A Carmona si deve la fondazione della Società siciliana di chirurgia alla quale aderirono le migliori intelligenze del mondo chirurgico siciliano. Raggiunti i limiti di età concluse la carriera attiva di cattedratico, ma non quella di chirurgo. Anzi ebbe modo di dedicarsi completamente alla Casa di Cura privata da lui creata e alla quale diede il proprio nome. Purtroppo la creatura non ha resistito nel tempo ed oggi fa parte del gruppo Tigano di Siracusa. Il settore sanitario conserva un notevole appeal e resiste ai robusti contenimenti della spesa. Nelle ultime legislature c'è sempre stato un proprietario di cliniche a sedere tra i banchi dell’Assemblea. Nunzio Cappadona dell'Udc, titolare di tre strutture fra Siracusa e Palermo. Guglielmo Scammacca del Pdl, con partecipazioni in quattro case di cura catanesi: un impero con 600 dipendenti. L’ex parlamentare Ferdinando Latteri, titolare dell'omonima casa di cura palermitana. L’elenco si conclude, con Barbara Cittadini, presidente dell'Aiop (l'associazione dell'ospedalità privata), centonove pagina 26 che è la moglie di Dore Misuraca, uno dei fondatori del Pdl Sicilia. L’infeudamento politico ha portato la Sicilia a conseguire uno straordinario primato: essere la regione d’Italia con il più alto numero di strutture sanitarie, oltre 1800, che gravano sul bilancio regionale per oltre 1miliardo di euro e, nel contempo, detenere la più alta migrazione sanitaria. Il che sta a significare che l’offerta è di dubbia qualità. In controtendenza si muove a Messina la Casa di Cura Villa Salus, fondata nel 1961 dal professore Gustavo Barresi, continuatore dell’opera di Luigi Carmona all’Università dal 1956 al 1988 e nel settore della sanità privata dal 1961, si è nel tempo accreditata come punto di riferimento per una larga fascia di clienti siciliani e calabresi. Ogni anno vengono ricoverati circa 3.500 pazienti. La struttura dispone di 85 posti letto, tutti operanti in regime di accreditamento, supportati da 3 letti di assistenza intensiva post-operatoria. Prestano attività alla Villa Salus oltre 130 operatori. La controllante è una società di persone in accomandita semplice composta dagli eredi del fondatore, il figlio avv. Antonio, accomandatario, e i membri della sua famiglia. La società è abbastanza solida con un Netto Patrimoniale, di circa 3milioni di euro, in aumento rispetto al dato del 2011. Anche il fatturato ha un trend in ascesa: nel 2012 ha realizzato circa 15.000.000 di euro, l’1% in più rispetto all’anno precedente. Gli utili sono modesti. Il margine operativo lordo è buono: poco meno di 2milioni di euro. Il capitale circolante è stato implementato dal ricorso al finanziamento bancario e a quello commerciale. Tendenza questa invertita nel 2012 per via dell’avvenuto parziale sblocco dei pagamenti dell’Asl e dalla contrazione dell’assistenza creditizia posta in essere dal sistema. Lo sforzo della Villa Salus negli ultimi anni è stato direzionato a migliorare le strumentazioni e le tecnologie mediche portando ad alti livelli i servizi sanitari offerti. Un’oculatissima scelta aziendale, operata dalla famiglia Barresi, che contribuisce a radicare sempre più nel territorio messinese una impresa sanitaria privata legata a filo doppio al valore dell’alta qualità. Una buona politica che salvaguarda gli attuali posti di lavoro e, che, non dispera di crearne dei nuovi. La città di Messina ha tributato al professore Gustavo Barresi un prestigioso postumo riconoscimento Il 6 novembre 2010, allorquando la Giunta Comunale Buzzanca ha autorizzato, con una apposita deliberazione, la tumulazione delle spoglie dell’insigne clinico nella zona del Gran Camposanto riservata alla sepoltura delle personalità che hanno dato lustro alla città. [email protected] 14 Febbraio 2014 economia TRASPORTI. Il consiglio di stato blocca la vendita della compagnia di navigazione Siremar, tutto da rifare Appello alla Regione dei segretari Fit Cgil La Cessione alla Compagnia delle Isole arriva ad un nuovo capitolo del suo lungo e tormentato iter. L’amministratore: «Ma la sentenza non annulla il contratto. Continueremo ad assicurare il servizio» Palermo. Tutto da rifare per la vendita della compagnia di navigazione Siremar. Il Consiglio di Stato ha bloccato la vendita del colosso delle navi. Una storia infinita che dura ormai da anni con ricorsi al Tar e senetenze del Consiglio di Stato e strascichi polemici. Era del luglio del 2012 la sentenza del Consiglio di Stato che aveva accolto, con ordinanza motivata, la richiesta formaulata dalla Compagnia delle Isole di sospendere l'efficiacia della sentenza con cui il Tar Lazio aveva annullato i provvedimenti autorizzativi della cessione dell'Azienda di trasporti marittimi Siremar alla stessa Compagnia delle Isole. Quindi la Siremar sarebbe dovuta andare alla Compagnia delle Isole, la società partecipata dalla Regione siciliana e controllata dalla Mediterranea Holding dell’armatore napoletano Salvatore Lauro. In particolare, il tribunale aveva accolto il ricorso presentato dai concorrenti della Società Navigazione Siciliana (Ustica Lines e Caronte&Tourist) contro la proposta di acquisto di Siremar da parte di Compagnia delle Isole, sostenendo la presenza di un 'illecito aiuto di Stato'. Il Consiglio di Stato Una nave Siremar aveva sospeso il provvedimento impugnato, ridando così valore al contratto di cessione stipulato. Adesso la nuova sentenza del Consiglio di Stato. ''La sentenza emessa il 7 febbraio scorso dal Consiglio di Stato, non ha annullato il contratto di cessione del ramo d'azienda Siremar in favore di Compagnia delle Isole Spa''. Lo ha detto a Catania l'amministratore delegato della Compagnia di VERTENZE navigazione Siremar Alessandro Seminara. ''Le sentenze - ha aggiunto vanno applicate e pertanto Compagnie delle Isole continuerà nel regolare svolgimento della propria attività e continuerà, altresi', ad assicurare tutti i servizi ai suoi clienti''. La Compagnia delle Isole, peraltro, ha indetto per venerdì prossimo, 14 febbraio, alle ore 10, una conferenza stampa che si terrà presso il porto di Palermo nei locali della Siremar. La riorganizzazione dell’Ast, azienda in cui i lavoratori attendono gli stipendi di gennaio, del servizio ferroviario nell’Isola penalizzato dai continui tagli attuati da Trenitalia, delle concessioni delle Aziende private del settore del trasporto su strada e dei collegamenti marittimi. Sono tanti i punti nell’elenco della vertenza del settore trasporti in Sicilia, per i quali i tre segretari di Filt Cgil Franco Spanò, di Fit Cisl Sicilia Amedeo Benigno e di Uiltrasporti Sicilia Angelo Mattone, hanno chiesto tre audizioni al presidente della Commissione regionale Ambiente e Territorio dell’Ars sui Trasporti in Sicilia. “E’ ora di stabilire strategie e di rendere produttivo il settore – spiegano i tre segretari –. In ballo ci sono i posti di lavoro e i servizi fondamentali per garantire la mobilità ai siciliani. La politica deve ascoltarci, se ciò non avverrà presenzieremo a tutte le presentazioni e le convention dei candidati alle elezioni europee, per spiegare anche con volantinaggi cosa la politica non ha fatto in tutti questi anni”. “Trenitalia – lamentano Spanò, Benigno e Mattone – continua a tagliare le corse mentre si attende ancora senza esito la firma del contratto di servizio con la Regione”. LEGALMENTE TRIBUNALE DI MESSINA N.07.2012 R.G.F. Il G.D. Dott. Antonino Orifici. Curatore Avv. Cinzia Gittini (tel. 090 9941481). IL G.I. HA ORDINATO La vendita dei seguenti beni mobili registrati all’attivo del fallimento nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano: 1) Autovettura Fiat Marea Week And targata AL034YD anno 97, prezzo base d’asta €.1.000; 2) Autovettura Alfa Romeo 156 Tg CW007ZR anno 2005, prezzo base d’asta €.3.000; 3) Motoveicolo Honda Hornet TG CG29679 anno 2004, prezzo base d’sta €.2.700,00; La vendita è fissata per il giorno 28 febbraio 2014 ore 16,00 presso lo studio del curatore in Venetico (Me) Via Siracusano n°54 Offerte in aumento non inferiori ad €.100,00. SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI: 090.9430208 - 9430206 fax 090.9430210 - 090.9430211 RICHIEDI PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL A: [email protected] centonove pagina 27 14 Febbraio 2014 economia NOMINE QUI EUROPA. in un anno 5,2 per cento di posti in meno. Che restano appannaggio degli extracomunitari Lavoratori domestici? Meglio stranieri DI SALVATORE CIFALÀ Sebbene rispetto ad altri settori la crisi abbia colpito in maniera moderata il comparto del lavoro domestico, tuttavia si registra una diminuzione del – 5,2% tra i lavoratori stranieri tra il 2010 e il 2011. Tale contrazione non sembra riguardare i lavoratori italiani, che registrano invece un aumento del 3,0%. Il lavoro domestico rimane comunque prevalentemente appannaggio della popolazione straniera, che copre l’80,3% della manodopera complessiva impiegato in questo settore. L’identikit del lavoratore domestico. La popolazione dei lavoratori domestici è costituita prevalentemente da donne: le lavoratrici italiane hanno un’età media di 46 anni, mentre le straniere sono più giovani di 3 anni. Mediamente queste ultime lavorano più ore settimanali delle italiane: 27 ore a fronte di 19, ma dichiarano meno settimane: 35 per le straniere e 38 per le italiane. Le lavoratrici straniere ricevono una retribuzione media di CONSUMATORI 6.411 €, mentre le italiane percepiscono mediamente 5.153 € all’anno. Esiste poi una lieve differenza di reddito tra le lavoratrici comunitarie (1.057 €) e quelle extracomunitarie (1.102 €). Rispetto al 2010 la retribuzione delle donne straniere è aumentata del 10 %. La maggioranza (60,2%)degli stranieri impiegati in questo settore provengono dall’Europa. Quanti sono e quanto contribuiscono. I contribuenti stranieri risultano essere circa 770 mila, di cui il 60,9% è costituito da lavoratori provenienti dall’Europa dell’Est e il 17,6% dall’Asia orientale. I sud americani sono coloro che versano l’ammontare maggiore in termini di contributi (1.188 €) al contrario dei Nord Africani che invece non arrivano ai 1.000 € (855 €). La distribuzione territoriale. Lombardia e Lazio raccolgono oltre un terzo dei lavoratori domestici presenti sul territorio nazionale, rispettivamente il 20,2% e il 17,2%. L’incidenza maggiore degli stranieri sul totale dei lavoratori domestici si riscontra in Lazio (88,1%), Emilia Romagna (87.8%) e Lombardia REGIONE (87,5%). La Sardegna, in questo senso, si distingue per essere la regione in cui rimane prevalente l’impiego di lavoratori autoctoni in questo settore: gli stranieri rappresentano solo il 23,7 % del totale dei lavoratori domestici. Roma, Milano e Torino si riconfermano le prime tre province per numero di lavoratori domestici: la capitale, con oltre 109 mila iscritti all’Inps raccoglie il 15,5% dei lavoratori domestici italiani, seguita da Milano (11,7%) e Torino (4,8%). “La popolazione dei lavoratori domestici sembra mantenere alcune caratteristiche di base, quale per esempio la prevalenza di donne, anche se si osserva uno slittamento graduale verso una popolazione più anziana e verso livelli di reddito leggermente più elevati. Questa tendenza rispecchia il trend generale di invecchiamento e radicamento sul territorio che sta seguendo l’intera popolazione straniera.” Affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “ Tuttavia, anche in questo settore che ha reagito meglio di altri alla crisi economica, gli stranieri hanno subito una contrazione maggiore. CIA SICILIA Castagna nuovo presidente TUSA. E’ Rosa Giovanna Castagna, 40 anni, imprenditrice agricola di Tusa, il nuovo presidente della CIA Sicilia. L’imprenditrice agricola è stata eletta all’unanimità dall’assemblea regionale, presieduta dal Vicepresidente Nazionale Cinzia Pagni, che si è svolta a Palermo con lo slogan “Più agricoltura per nutrire il mondo, più reddito per gli agricoltori”. “Inizieremo fin da subito a lavorare – ha detto Castagna – per rafforzare l’integrazione del sistema agricolo e per dare un giusto reddito agli agricoltori. Siamo convinti che l’agricoltura siciliana debba essere considerata nella sua complessità come un laboratorio di progetti e di competenze, in grado di trainare la nostra economia, anche in questa lunga fase di transizione”. “L’agricoltura della Sicilia – continua Castagna – può contare su straordinarie eccellenze che vanno valorizzate e stimolate, ma bisogna aggredire da subito i veri freni che impediscono lo sviluppo dell’intero comparto. Solleciteremo interventi che puntino al recupero di redditività per le aziende agricole, al riequilibrio della catena del valore della filiera alimentare e al rilancio della competitività”. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Prestazione energetica Sicilia all’Expo, si chiede Contributo addizionale: cosa cambia con la legge di stabilità L’attestato di prestazione energetica è il documento attestante la prestazione energetica dell'edificio. Il decreto in vigore (ancora tuttavia non convertito in legge) ha introdotto alcune importanti novità. In particolare l’attestato non deve essere più allegato in caso di trasferimento di immobili a titolo gratuito ed ai contratti di locazione di singole unita' immobiliari, anche se, per le locazioni (tranne quelle non soggette a registrazione) rimane l’obbligo di inserire nel contratto apposita clausola con la quale il conduttore dichiara di aver ricevuto le informazioni e la documentazione, comprensiva dell'attestato. Per i contratti di compravendita e per gli atti di trasferimento di immobili a titolo oneroso rimane l’obbligo di inserimento della clausola e di allegazione dell’attestato. Salate le sanzioni in caso di omessa allegazione o dichiarazione: da 3 mila a 18 mila euro. Francesco Suria, Adiconsum Messina «impegno e trasparenza» PALERMO. I deputati regionali Gino Ioppolo e Nello Musumeci hanno presentato un’interrogazione al Presidente della Regione Rosario Crocetta e agli assessori Vancheri e Cartabellotta sulla partecipazione della Sicilia all’Expo 2015. “Contraddittoria e poco trasparente appare – secondo Ioppolo e Musumeci – l’azione del Governo in quanto sembrerebbe che la Sicilia aderirà sia al Padiglione Euromediterraneo, insieme ad Algeria, Egitto, Montenegro e Serbia, sia al Padiglione Italia. Grave, inoltre, – secondo Ioppolo e Musumeci – che Crocetta abbia annunciato, alcuni mesi fa, lo stanziamento di ben 2 milioni senza che vi sia traccia visibile di alcun atto deliberativo in tal senso”. “La partecipazione all’Expo 2015 – sostengono i deputati– rappresenta per la Sicilia un’occasione formidabile per la promozione delle proprie eccellenze che vanno dall’agroalimentare all’hi-tech. E’ necessario coinvolgere le migliori risorse e, soprattutto occorre una visione chiara di quali sono i settori che possono rappresentare fonte di sviluppo e di progresso, mentre il Governo Crocetta appare confuso e poco coinvolgente”. Con l’entrata in vigore della Legge 147/13 (Stabilità), in relazione alle trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo determinato in rapporti a tempo indeterminato, l’azienda ha diritto a recuperare il contributo aggiuntivo ASpI pari all’1,4% versato durante il rapporto a termine precedente. Ricordiamo che il contributo è dovuto per tutti i periodi contributivi a far data dal 1.1.2013, con riferimento ai lavoratori non a tempo indeterminato, con esclusione dei seguenti casi: lavoratori assunti a termine in sostituzione di lavoratori assenti, quelli assunti a termine per lo svolgimento di attività stagionali, apprendisti, lavoratori dipendenti di PA ex art. 1, c. 2 del D.Lgs. 165/01. Non sono stati modificati gli ulteriori requisiti necessari previsti dalla norma originaria. Ne deriva che il rimborso del contributo aggiuntivo è dovuto in caso di trasformazione del rapporto a tempo indeterminato o di riassunzione con contratto a tempo indeterminato, quest’ultima da effettuarsi entro un periodo massimo di 6 mesi dalla data di cessazione. Ulteriore vincolo imprescindibile è l’avvenuto superamento del periodo di prova, necessario per verificare l’effettiva stabilità del rapporto. Evidenziamo che la legge richiama le trasformazioni a tempo indeterminato decorrenti dal 1.1.2014, senza alcun esplicito riferimento alle riassunzioni. Tuttavia, applicando un criterio di omogeneità, si presume che anche in caso di riassunzioni decorrenti dalla medesima data, l’azienda possa recuperare il contributo aggiuntivo versato nel corso del precedente rapporto a termine, decurtando un numero di mensilità pari a quelle intercorrenti tra la cessazione del rapporto e la riassunzione a tempo indeterminato, con un tetto massimo di 6 mesi. Fino al 31.12.2013 il datore poteva recuperare al massimo 6 mesi della contribuzione versata in precedenza. La ratio della nuova norma risiede nel non voler penalizzare i datori che hanno instaurato un rapporto di lavoro a termine di durata superiore a 6 mesi, poiché a fronte di una maggiorazione della contribuzione per i rapporti di lavoro con insita precarietà, la successiva stabilizzazione non ha generato un aggravio per l’Inps che non ha dovuto liquidare l’ASpI ai lavoratori. Per ulteriori chiarimenti si rimanda alla circolare 1/14 della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. centonove pagina 28 poster 14 Febbraio 2014 MURALES DI UMANITÀ VARIA MESSINA. Una grande carriera per il giovane attore di Tindari che ora sposa la solidarietà Una Granata in carcere Il monologo Antropolaroid inserito nel progetto “Mano con Mano” di Daniela Ursino. Per trasformare l’arte in riscatto sociale e dare sostegno a chi non arrivava alla fine del mese DI GIÒ PEREC Messina. Capita spesso a chi scrive (romanzieri, poeti, sceneggiatori, drammaturghi) dover tornare al passato, al tempo della propria infanzia, per trovare spunti e aneddoti che abbiamo un minimo di originalità e d’interesse per chi poi leggerà e/o assisterà ad un film o ad uno spettacolo teatrale. E’ il caso specifico di Tindaro Granata, trentacinquenne artista originario di Tindari, con la passione del Teatro, che non volendo ridursi a fare un lavoro qualsiasi, solo quello, per tutta la vita, a 18 anni decide di partirsene per Roma. Farà il commesso, il cameriere per pagarsi l’affitto d’una stanza e alcuni corsi di recitazione e avrà la fortuna nel 2002 d’incontrare Massimo Ranieri, suo primo maestro, e di far parte del cast d’un Pulcinella diretto da Maurizio Scaparro. Da qui in avanti una sfilza di spettacoli che lo hanno visto accanto al regista Carmelo Rifici al Piccolo Teatro di Milano e d’installarsi in questa città, dove vive attualmente. Tre anni fa ecco il colpo di fulmine, la scintilla che porterà Tindaro Granata a scrivere un suo testo in forma monologante, denominato Antropolaroid, una liaison che unisce l’Antropologia alla Polaroid, come dire che l’argomento riguarderà l’aspetto antropologico fotografato come un’istantanea pronta all’uso. Spettacolo invero pregevole, ascrivibile al cosiddetto “Teatro di narrazione”, cui appartengono personaggi del calibro di Marco Baliani, Ascanio Celestini, Marco Paolini, Saverio La Ruina in un elenco che diventerebbe lungo. Non era mai venuto a Messina con un suo spettacolo Tindaro Granata, l’occasione gliela ha data Daniela Ursino, presidente dell’ Associazione D’aRteventi, assieme alla sorella Roberta, inserendo il suo Antropolaroid in un progetto denominato “Mano con Mano”, rivolto in particolare alla gente che soffre e che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese. Ecco dunque, con il sindaco Tindaro Granata Accorinti sempre presente, lo spettacolo andare in scena nel Carcere di Gazzi e poi nel Teatro Annibale di Francia, con il ricavato dei biglietti devoluto alla Mensa di S. Antonio che distribuisce ogni giorno 400 pasti caldi ad altrettanti poveri cristi. Nello spettacolo, di poco più di un’ora, Tindaro, unico attore sulla scena, con un fare che ricorda il grande Fregoli o il più recente Arturo Brachetti, con accanto solo una sedia e con indosso un giacchino di lana che diventa uno scialletto o un chador attorno al viso e con un grande senso metamorfico, si cala nei panni del bisnonno Francesco morto per un cancro allo stomaco senza aver potuto ricevere adeguate cure da parte di medici e ospedali e della di lui moglie Concetta colta in cinta sulla tomba del marito al cimitero e dispiaciuta perché il defunto non potrà conoscere il nascituro. Il “cuntu” di Tindaro affonda nel tempo e nello spazio come quei cent’anni di solitudine di Marquez, una sorta di saga familiare che “fotografa” i tanti avi delle varie generazioni, assumendo differenti posture e esprimendosi con singolari effetti lessicali, sempre nel dialetto siciliano delle sue zone d’origine, infondendo nel pubblico scie di ilarità miste a taciti consensi nei confronti di questo bravissimo attore siciliano. Ecco adesso la nonna apostrofata come “puttana” perché si esprimeva in lingua italiana, sposata con chi vivrà insieme 67 anni, 30 dei quali vissuti senza mai essersi parlati a causa del “segreto della notte nera” mai rivelato. Tindaro era bambino e ascoltava i “cunti” dei nonni, Tindaro e Maria Casella e in particolare quello della zia Peppina, sciancata perché caduta da un albero di limoni, che ballava il valzer col sedere all’indietro per non toccarsi col partner e dello zio Aspirino, rimasto bambino e sposato ad un “angelo nero”, che significava meningite. Le musiche dal vivo a base di valzer e polke, sono ad opera di Leo Rizzo, Michele Sorbello e Antonio Stella, mentre le voci sono di Dolly De Francesco e Rocco Fodale accompagnati al pianoforte da Antonio Gennaro. Nel racconto c’è pure il barone mafioso del luogo Badalamenti e i genitori di Tindaro: il padre Teodoro e la madre Antonietta Lembo che apriranno una falegnameria nel paese. Lui, Tindaro, non seguirà le orme del padre e farà l’attore. « I personaggi che ho interpretato – diràfanno parte della memoria storica di questa terra. Come non riconoscere, in ognuno delle nostre famiglie, quella zia zitella, un po’ sciancata? O il barone di turno a cui sembra sempre difficile opporsi? ».- centonove pagina 29 INIZIATIVE A CALTANISSETTA Errare Humanum est... LO SPETTACOLO CONFERENZA CHE RACCONTA I PRIMI PASSI DELLA VITA CARCERARIA Caltanissetta. "Errare Humanum Est... il carcere minorile spiegato ai ragazzi" è lo spettacoloconferenza, in scena sabato 15 febbraio, ore 21, al Teatro Regina Margherita, che racconta i diversi passi della vita carceraria, dall'ingresso in istituto penale, alle attività interne, alla rimessa in libertà. Con l'intento di conoscere il carcere come strumento non solo punitivo, ma rieducativo, grazie ad un intelligente lavoro di ricerca storica e sociologica, si riflette sul concetto di Giustizia, che (per fortuna) cambia nel corso della storia della nostra società. In scena i giovani detenuti interpretano scene dal Romeo e Giulietta, l'Antigone di Sofocle. Brani rap inediti, scritti appositamente per lo spettacolo dal giovane detenuto Josh A. scandiscono momenti di aspra riflessione e puro divertimento con un unico filo conduttore: il minore di fronte alla Legge. A tenere le fila dello spettacoloconferenza è Giuseppe Scutellà attore e regista della compagnia Puntozero, presente da vent'anni all'interno dell’Istituto Beccaria con laboratori di teatro e cinema, che guida il pubblico nel complesso e kafkiano mondo della Giustizia, facendolo vivere due ore intense e appassionanti, di lacrime e risate a crepapelle. Miccichè, direttore degli Istituti Penali di Milano e Caltanisetta, ha promosso lo spettacolo-conferenza permettendo la tournèe nei teatri dei capoluoghi lombardi, più di 15 repliche per quasi 7000 spettatori, un successo tale da riscuotere l'interesse del Piccolo Teatro d'Europa, dichiaratosi pronto ad inserire "Errare Humanum Est" nella prossima stagione ragazzi 2014-15. 14 Febbraio 2014 postereventi EVENTI. L’omaggio al Maestro messinese della pittura del Quattrocento inaugura la prima delle tre “Notti” pensate dal Comune Antonello riaccende la Cultura Primo obiettivo, consegnare finalmente il Palacultura alla sua destinazione. Ecco tutti gli appuntamenti, tra mostre, musica e incontri Antonello da Messina apre definitivamente le porte del Palacultura che porta il suo nome. Già, perché la prima delle tre “notti” programmate dal Comune, sabato 15, avrà come scopo quello di far tornare alla sua funzione originale l’edificio di viale Boccetta, con l’accesso perenne alla Biblioteca e all’Archivio Storico, ma anche con la possibilità di visitare la Galleria di Arte moderna e contemporanea. TUTTI CONTENTI. A presentare l’evento, giovedì 13, il sindaco, Renato Accorinti, e l'assessore alla cultura, Tonino Perna, insieme al direttore della Biblioteca Regionale, Sergio Todesco, e la responsabile della Soprintendenza di Messina - sezione beni storico-artistici - Grazia Musolino. Per il primo cittadino, «simili eventi consentono l'arricchimento e la crescita culturale, che rappresentano aspetti fondamentali per dare un'ulteriore spinta al cambiamento di Messina». Così, invece, Perna: «Messina ha risposto positivamente e con entusiasmo alla nostra scelta di dare il via alle tre Notti della Cultura con un omaggio ad Antonello, l'artista messinese più conosciuto al mondo. Abbiamo preparato un programma ricco e variegato, con una serie di eventi, luoghi e siti riguardanti la sua figura. Grazie alla collaborazione di Caronte e Ferrovie dello Stato è previsto per sabato 15 uno sconto del 50 per cento sul biglietto per chi traghetterà dalla costa calabrese. È nostra intenzione organizzare anche una Notte della Cultura dell'Area dello Stretto». Ma ecco i luoghi scelti. PALACULTURA. Dalle 17, alla Biblioteca comunale, 2° piano: “Una merenda nella bottega di Antonello”, attività ludico-didattica per bambini, a cura di Italia Nostra; “Quattro giorni con Antonello”, reading di Federica De Cola; “Giochiamo con i dipinti di Antonello e di Scuola Fiamminga”, laboratorio grafico, memory e puzzle, con musiche e danze del tempo di Antonello, e merenda preparata secondo antiche ricette siciliane. Nel Foyer: dalle 19, la mostra didattica delle riproduzioni artistiche di tutte le opere “Antonello da Messina”; “Antonello nel mondo”, a cura di D. Cacopardo; “Antonello e Messina” di S. Bottari; “Da Sciascia a Consolo”, letture antonelliane, con le voci di L. Fiorino e D. Gonciaruk; intermezzi musicali, con il Trio Ars Vetus; “Tavola imperiale”, a cura dell'Istituto d'istruzione superiore Antonello, con degustazione del menù viola; riproduzione in ceramica del “Ritratto d'uomo” di Antonello da Messina, Il porto nella Crocifissione di Sibiu Le absidi della chiesa di San Francesco nella Pietà del Museo Correr di Venezia realizzato dagli alunni del laboratorio di ceramica dell'Istituto Antonello. Alla Galleria di Arte Moderna, dalle 20, “Apriamo all'Arte in omaggio ad Antonello”, illustrazione delle eccellenze della raccolta curata da S. Lanuzza e V. Buda della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Messina. All'Archivio Storico - Sala Lettura “P. Bruno” 1° piano, dalle 20, “Ricordando Antonello: Il testamento di Antonello: studi e ricerche”, percorso fotografico e documentario, a cura di N. Speranza; esposizione del medaglione realizzato dall'orafo G. Mammano, che raffigura la Messina di fine '400 così come la vedevano i contemporanei di Antonello. MUSEO REGIONALE. Dalle 17, potranno essere visitate le sale dedicate ad Antonello ed agli Antonelleschi fino all'orario regolare di chiusura (ore 18,30 biglietteria - 19 chiusura cancelli), per un importo “simbolico” riservato ai residenti di 1 euro; alle 17.30, l'assessore regionale dei Beni Culturali e dell'Identità siciliana, Maria Rita Sgarlata, nella saletta conferenze, interverrà sul tema proposto dall'assessore comunale alla cultura, Tonino Perna, quale filo conduttore delle Notti della cultura. È inoltre stato predisposto uno staff di accoglienza per agevolare il percorso fruibile e garantire ai visitatori informazioni sul patrimonio esposto. Si potranno ammirare oltre al Polittico di San Gregorio, firmato e datato nel 1473 e alla tavoletta bifronte ormai quasi concordemente attribuita al Maestro, una considerevole quantità di testimonianze pittoriche riconducibili al suo seguito. Il Duomo di Messina (Pietà del Prado) Matagrifone (Crocifissione Anversa) centonove pagina 30 BIBLIOTECA REGIONALE. Alle 20, libri e documenti, provenienti dai Fondi della biblioteca, su Antonello e i suoi tempi; alle 22, “Sciascia su Antonello”, letture antonelliane a cura di Antonio Lo Presti; alle 22,30, “I luoghi originari di Antonello - La contrada dei Sicofanti”, conferenza a cura di C. Micalizzi; alle 23,15, “Tracce letterarie di Antonello” (Consolo, Campanile, Perec), sempre a cura di Lo Presti. FORTE SAN SALVATORE. Dalle 17, performance artistiche, organizzate dall'Istituto superiore “La Farina/Basile”, a cura di D. Scopelliti e G. Bambino Spazio Libero Officina Artistica: F. Di Bella, M. Saija, O. Sturniolo, E. Vanfiori, M. Di Bella, T. Ribuffo; interventi performativi di artisti vari. PROVINCIA DI MESSINA. Dalle 17, a Palazzo dei Leoni, esposizioni di stampe e vedute della Sicilia e di Messina prima e dopo Antonello; alle 23,15, nel Salone degli specchi, musica vocale rinascimentale. MONTE DI PIETA’. Alle 20, proiezioni video sulla vita di Antonello, a cura di C. Celona; mostra fotografica e documentaria sui resti del convento di S. Maria del Gesù, luogo di sepoltura di Antonello, secondo l'ipotesi dello storico G. La Corte Cailler; esposizione della copia del testamento di Antonello; alle 21.30, letture antonelliane, con la voce di I. Zimbaro, musica D. Ferraro, Duo Tusa - Pitali; esposizione di due riproduzioni antonelliane; alle 22,30, “Il sorriso dell'ignoto marinaio” di V. Consolo, testo ispirato al “Ritratto d'uomo”, recital teatrale a cura di G. Boncoddo e del Gruppo Teatrale Universitario (A. Savasta); “Galea di Sicilia interpreta i colori di Antonello”, dipinto su seta realizzato da C. Siracusano e R. Mortelliti. SAN PLACIDO CALONERO'. Enoteca Provinciale e Istituto Agrario, alle 20, offrono arte, storia e tradizioni, commercio e artigianato, degustazioni con tavola imbandita in forma rinascimentale; alle 21,30, musica e canti rinascimentali. postereventi Il ritratto d’uomo, ritenuto un autoritratto, della National Gallery di Londra Lo Stretto nella Crocifissione di Londra LICEO SEGUENZA. Alle 19, esibizione del coro - orchestra “Voci in Seguenza”; “Antonello da Messina in digitale”, proiezione delle opere dell'artista e didascalie; “Musica e colore - La sala sensoriale”, musica quattrocentesca e proiezioni video; esposizione di altorilievi e bassorilievi, riproduzioni di porzioni di architetture del XV e XVI secolo; alle 21,30, incontro con esperti sui temi “Lo sguardo di Antonello Innovazioni e suggestioni nel tempo” e “Arte e Scienza nel Quattrocento”. LICEO MAUROLICO. Alle 19,30, “Messina e le arti tra il 400 e il 500”, a cura dei professori S. Di Bella, A. Crea e Pistorino; “L'Arte di Antonello da Messina”, a cura della professoressa Frisone; alle 21,15, laboratorio di musica “Incontro con la musica classica”; alle 22,15, coro del Maurolico - Archimede - Verona Trento. ISTITUTO A. DI FRANCIA. Dalle 19, nel Salone Padre Annibale, esposizione dell'opera della Scuola Antonelliana “La Madonna dei Miracoli”; nel Chiostro del monastero, esposizione della “Madonna delle Vittorie”, studio sulle vedute di Messina da Antonello al XVII secolo; nel Teatro Annibale di Francia, alle 21, proiezione del video “Antonello da Messina e il ritratto dell'uomo” e mostra di origami “La crocifissione di Antonello”. DUOMO. Dalle 19, visite guidate a cura di Messinarte, al mosaico realizzato sui bozzetti di Giulio Aristide Sartorio, raffigurante il “Cristo Salvator Mundi”, ispirato all'originale di Antonello da Messina. PARROCCHIA SANTA CATERINA. Alle 21, “Il mistero del dolore salvifico nelle opere di Antonello da Messina”, mostra e lettura di alcune riproduzioni. ANNUNZIATA DEI CATALANI. Dalle 21, mostra archivio fotografico relativo all'esposizione antonelliana del 1953, collezione Riccobono; dipinti realizzati dal pittore P. Crea, che riproducono alcuni capolavori di Antonello; “Meditazioni corali su opere di Antonello da Messina”; concerto e GABINETTO DI LETTURA. Alle 18, esposizione bibliografica e fotografica. TOMBA DI ANTONELLO. Alle 18, visita ai resti del Convento di Santa Maria di Gesù Superiore, luogo presunto di sepoltura del Maestro. TEATRO VITTORIO EMANUELE. Alle 21,30, cori rinascimentali “S. Maria dei Miracoli”, “Onda Maris”, “Arsis Vocal Ensemble” e “Gaudemus in Domino”, coordinati dal Maestro Beninati. LARGO MINUTOLI. Alle 22, inaugurazione dello spazio verde e lettura antonelliana a cura dell'Istituto Minutoli. MAGIKA (VIA PLACIDA). Alle 19, set fotografico, a cura di Alessandro Mancuso, che interpreterà, in chiave contemporanea, ritratti di tipo antonellesco donandoli agli ospiti. LIBRERIA MONDADORI. Alle 19, “Il sorriso dell'ignoto marinaio” di V. Consolo, reading a cura di F. Musolino e F. Nicosia. LIBRERIA DORALICE. Alle 19, “Omaggio ad Antonello e alla sua Messina”, reading di brani dedicati all'arte e alla letteratura emergente, partendo dall'opera di V. Consolo “Il sorriso dell'ignoto marinaio”, a cura dell'Associazione Terremoti di Carta. proiezioni di opere di Antonello, a cura della Corale Polifonia “Giovanni Pierluigi da Palestrina”. SANTUARIO DEL CARMINE. Dalle 20, “Antonello e i paesaggi dello Stretto”, lezione - concerto a cura del Centro Studi Historiae et Memoriae; video proiezioni e interventi, a cura di G. Finocchio e D. Vinci; interventi musicali, a cura dell'Associazione “Luca Marenzio”, con il duo Flauto e chitarra (A. De Marco-G. Mangano), il duo soprano e pianoforte (C. Pirrera-A. M. Rotondo), ed il coro Polifonico “Luca Marenzio”, diretto dal M° C. D. Lisanti. ORATORIO DELLA PACE. Alle 22,30, letture antonelliane con la voce G. Di Giacomo; intermezzi musicali, con il Duo Fagà-Leonardi; concerto di musica polifonica della Corale Santa M. delle Grazie, diretta dal Maestro G. Arena. CHIESA VALDESE. Slle 21, concerti corali e organo (Associazione Antonello). VILLA CIANCIAFARA (ZAFFERIA). Alle 21, esposizione del pregevole dipinto raffigurante “La Madonna della Catena” di Antonello de Saliba, collezione di G. A. Mallandrino; conversazione sull'opera, a cura di Grazia Musolino. 14 Febbraio 2014 LIBRERIA FELTRINELLI. Alle 17,30, “Messina al tempo di Antonello”, conversazione con C. M. Rugolo; alle 18 ed alle 19.30, “Processi Psicologici della trasfigurazione artistica e narrativa”Antonello da Messina tessitore di emozioni. M. G. Scuderi incontra L. Pandolfo e A. Pugliese; alle 21,30, degustazione del “Menù Verde” e proiezione di immagini e musica. LIBRERIA CIOFALO. Alle 20,30, “Antonello nella critica d'arte”, conversazione di Teresa Pugliatti, e “Da Vasari al MART”, un percorso bibliografico su Antonello, mostra a cura di G. Molonia. ORAFO-ARGENTIERE COSIO. Esposizione tematica “Antonello visto da Giorgio Vasari”. OTTICA LUNETTES. “Strumenti ottici nell'arte del XV Secolo”, a cura di C. Bernava e R. Marchese. ASSOCIAZIONE MILLE VETRINE. Riproduzioni fotografiche di opere di Antonello ed estemporanea di paesaggisti in vetrina. ASS. TOVAGLIA VOLANTE. Alle 19,30, “Colori in cucina tra passato e futuro”, lezione di cucina aperta a cura di L. Carere e R. Orlando, con un'introduzione alla cucina medievale; alle 20,45, degustazione di menù rinascimentale. TOUR E MEZZI. Per agevolare la partecipazione, sono previsti: il Tour Antonello, con il percorso viale Boccetta, via Garibaldi, via T. Cannizzaro e corso Cavour, ultima corsa alle 01; bus Forte San Salvatore, da parcheggio Cavallotti a Forte San Salvatore, prima corsa alle 17; da Forte San Salvatore a parcheggio Cavallotti, ultima corsa alla 21,30; bus Villa Cianciafara - Zafferia, da parcheggio Zaera a Villa Cianciafara, con le corse in andata alle 19-20-21, ed ultima corsa di ritorno alle 22; bus San Placido Calonerò (Pezzolo): da parcheggio Zaera a San Placido Calonerò, corse in andata alle 19-20,45 e corse di ritorno alle 20-21,30; tram, ultima corsa da Gazzi alle 23,30 ed ultima corsa da Annunziata 00,15; i parcheggi gratuiti Zaera, Cavallotti e La Farina rimarranno aperti sino alle 03. Eventi collaterali collegati al programma si trovano su www.cittadimessina.it /notticultura2014/effetti collaterali.pdf. LA CURIOSITÀ A cena con l’Ignoto marinaio QUATTRO MENÙ LEGATI AD ALTRETTANTI DIPINTI E “COLORATI” DI VERDE, ROSSO, VIOLA E AZZURRO Sono quattro i menù antonelliani che i ristoratori proporranno durante la Notte: verde, rosso, viola e azzurro, tutti strutturati in prepasto, minestra, pasto e postpasto. Il primo, che trae ispirazione dalla Crocifissione di Anversa, offre come torta di erbe, minestra di erbe fresche, pesce in agrodolce e mele del paradiso servite su pan perso. Il secondo, legato al Ritratto d’uomo della National Gallery di Londra, propone civieri d’uova, lasagne lievitate alle spezie e al formaggio, capretto arrosto in salsa dorata e frittelle da imperatore. Il terzo, associato alla Crocifissione della National Gallery di Londra, si compone di torta d’agli, gnocchi di formaggio fresco, spiedo di carni miste con salsa di prugne e centonove pagina 31 agliata, pere sciroppate. L’ultimo, il cui riferimento è l’Annunziata di Palazzo Abatellis di Palermo, vede in successione zanzarelli, brodetto saracenico, pollo al finocchio e budino di frutta secca. I ristoranti che hanno aderito all'iniziativa sono: “La dolce Vita” (piazza Duomo); “Bouchon” (via San Camillo 14), “L'altro orso” (via Placida 22), “La Durlindana” (via Nicola Fabrizi 143), “L'Antica Badia Fuori Porta” (via Cavalieri della Stella 11/13), Trattoria “Morello” (via XXIV Maggio 10/12), Hostaria “Disio” (Contrada Romeo, Villafranca), “Hosteria del Campanile” (via Loggia dei Mercanti 7), “Il Ficodindia” (via Placida 15), “Hostaria da Bacco” (via Cernaia 11), “Il Siciliano” (via Cesare Battisti 26), “Le Giare” (via Santa Caterina 17, Itala Superiore), “I Cinque Malti” (piazza Duomo), “Krithè” (via degli Amici 2), Associazione “La Tovaglia Volante” (via Giurba 2), Libreria “Feltrinelli” (via Ghibellina 32), Palacultura (a cura dell'Istituto “Antonello”) e Villa Cianciafara (Zafferia) con degustazione di dolci rinascimentali. 14 Febbraio 2014 posterpatrimonio STORIE. Una tradizione popolare che riporta ai miti dell’Iliade e dell’Eneide Quella Troia di Tripi Il mistero della leggendaria città greca in provincia di Messina tra ipotesi etimologiche e racconti tramandati dagli studiosi Muscarà, D’Amico e Lo Iacono DI GIUSEPPE PANTANO Montalbano. Pur non volendo entrare nel merito delle mitiche fondazioni troiane della Sicilia occidentale, peraltro già note, riferibili alle elime Erice, Segesta ed Entella o a quella, territorialmente più vicina, di Aluntium ad opera di Patron di Turio, compagno di Enea, è il caso di segnalare una curiosa e poco conosciuta tradizione presente nella zona tirrenica messinese, più precisamente nell’entroterra tra Tindari e Tripi. Una leggenda che non riguarda una semplice sosta degli scampati da Troia, ma addirittura l’esistenza di un’antica e favolosa città che viene ricordata tuttora a livello locale (anche se da pochissime persone) proprio con il nome di Troia o Trois. Ma cosa c’è di vero dietro tale leggenda? Sull’esistenza di questa vecchia tradizione orale ne scrive, nel lontano 1919, Giovanni Muscarà per Basicò e, più recentemente, ne danno testimonianza Antonino D’Amico per Librizzi e Nino Lo Iacono per S. Cosimo, frazione di Patti. Il Muscarà, trattando di scoperte archeologiche effettuate nel territorio di Basicò, nel suo studio sull’ubicazione di Abaceno (che ritiene costituita da una serie di villaggi), è il primo a riferire questa notizia: «è risaputo infatti dai popolani di Basicò, che una grande città da Tripi si estendeva fino a Tindari, attraverso una avvallata posizione. Detta città si disse Abaceno, secondo alcuni, Troia secondo altri (volgo)». D’Amico, nel 1996, riferendosi invece a Librizzi, scrive: «Nell’anno 1924, vennero eseguiti tra Pietrasanta e Arangera diversi lavori agricoli per la piantagione delle viti, fu allora che vennero alla luce, antichi e grossi muraglioni e alcune pentole intere con quattro manici. I più anziani capiciurma riferivano che i loro antenati chiamarono quei luoghi ‘la città di Troyes’». Quindi ribadisce e precisa, avanzando una sua ipotesi etimologica: «Dalla viva voce degli anziani, apprendiamo addirittura dell’esistenza di una cittadina che si estendeva tra Pietrasanta, Arangera e Colla, denominata Troyes. Questo toponimo … richiama la Francia nord occidentale nel dipartimento della Champagne, dove esiste sulla Senna una grande città ancora oggi chiamata Troyes…» (è evidente che il D’Amico per la sua interpretazione etimologica abbia volutamente forzato, con una trascrizione grafica soggettiva, la Gli scavi di Tripi tradizione orale). Anche il Lo Iacono, che pubblica l’anno successivo, menzionando ritrovamenti archeologici avvenuti a S. Cosimo di Patti un quarantennio prima, riferisce: «Sempre gli anziani hanno avuto tramandata dai propri avi la notizia che in quella località vi fosse una città di nome ‘Trois’». Quindi aggiunge in nota: «Un’ipotesi da azzardare potrebbe essere OCCORRE SAPERE Archeologia e beni culturali 55 milioni dall’Ue Tindari SUL PIATTO CI sono più di 55 milioni di euro per restaurare decine di monumenti, chiese, musei e renderli visitabili da carovane di turisti di tutto il mondo. Si tratta di fondi europei (fondi Poin, Programma operativo interregionale), che rischiavano di tornare nelle casse di Bruxelles, se l'assessorato regionale dei Beni culturali non avesse stretto un accordo con lo Stato, per la realizzazione di «Poli museali di eccellenza» a Palermo, Siracusa, Ragusa e Trapani e la valorizzazione dei centri di maggiore attrazione culturale e turistica della Sicilia. Recuperati in extremis, questi soldi dal 2008 erano inutilizzati, per via delle procedure europee lente e complicate. Con una prima tranche dei fondi (21 milioni 627 mila euro) finora è stato approvato e finanziato un programma di 18 interventi. Ad eccezione del polo museale di Palermo, i cui lavori sono già tutti in fase di aggiudicazione, gli altri bandi per i poli museali di Siracusa, Ragusa, Trapani e per la Valle dei Templi, usciranno entro febbraio e i lavori dovranno concludersi tassativamente entro il 2015. La seconda fase di programmazione è concentrata sulla valorizzazione e riqualificazione dei poli di Siracusa, Ragusa e Trapani e prevede 11 interventi, per un valore di 33 milioni 760 mila euro. Per utilizzare questa seconda tranche, la Regione aspetta il via libera del ministero e i lavori dovranno concludersi entro il 2017. Sono previsti interventi nell'area archeologica della Neapolis, Segesta, Cava d'Ispica e Parco della Forza, oltre ai musei Paolo Orsi, alla Galleria di Palazzo Bellomo di Siracusa, al museo Agostino Pepoli e al Baglio Anselmi di Trapani. centonove pagina 32 14 Febbraio 2014 posterpatrimonio quella di accostare il termine Trois a Treis per assonanza con Diana Trivia (Dea dei crocicchi). Nel punto centrale dell’abitato della frazione, e dove poteva esserci il tempio si incrociano, ancora oggi, tre strade». Mi corre l’obbligo non solo di confermare questa tradizione, ma perfino di allargarla geograficamente, includendo, oltre quelle citate, anche altre zone della stessa area (legate sempre da rinvenimenti archeologici) per avere avuto testimonianza diretta della stessa affermazione inerente questa misteriosa città: si parla infatti di Trois anche per Iuculano, frazione di Patti (dal lat. Lucullanum) confinante con quella di S. Cosimo, già riscontrata da Lo Iacono; per Casale, frazione di Montalbano; per Casalotto, contrada del comune di Tripi (questi ultimi due nomi riconducibili in ogni caso ad insediamenti abitativi, scomparsi o ancora esistenti). Ma qual è, veramente, il segreto legato a questa misteriosa città di Troia che si cela in questa tradizione popolare, tenuto conto che una fondazione da parte di esuli troiani di una città con lo stesso nome della madrepatria non è presente in alcun testo letterario di età classica? Premesso che anche nella documentazione storica antica o medievale il nome Troia o Trois come centro abitato in Sicilia non risulta mai attestato, mi pare anche improponibile un’eventuale sopravvivenza “in purezza” della voce greca troas, ‘ la troiana’ (appellativo riferibile poi a Tindari o ad Abaceno?) o di triodia, ‘i trivi’. Più verosimile potrebbe apparire l’antico francese trois, ‘tre’, in virtù della perfetta assonanza fonetica (filologicamente giustificabile in quanto fino alla seconda metà del XII sec. i dittonghi venivano pronunciati in maniera distinta). Ma tale numerale sarebbe relativo a che cosa? Riferibile ai tres montes, citati come confini orientali del monastero di S. Salvatore di Patti nel diploma di fondazione del 1094 del conte Ruggero (identificabili forse con Pizzo Cola, Monte Saraceno e Monte Finocchiara)? In ogni caso, credo che tutto ciò sia troppo generico e comunque non possa dare una risposta soddisfacente. E allora come spiegare e quale valore può essere dato a questa tradizione popolare, sicuramente piena di fascino ed estesa ad una area più vasta, che si esprime nondimeno con un termine colto? In merito, appare conveniente proporre piuttosto un collegamento con l’ampia diffusione e popolarità avuta nel Medioevo dalla leggenda troiana che, a partire dal Roman de Troie, poema scritto dal chierico francese Benoît de Saint Maure nel 1160-1170, trova in Sicilia, e nel Messinese in particolare, autorevoli “divulgatori”, come Giudo delle Colonne che nel 1287, rifacendosi a Ditti Cretese e Darete Frigio, oltre che a Virgilio, scrive la sua Historia destructionis Troie, o il messinese fra Giovanni da Nicosia che compone, volgarizzato, il De excidio Troiae. Ma soprattutto da sottolineare, ai fini della diffusione a livello popolare della leggenda troiana in Sicilia, è la Istoria di Eneas vulgarizzata pi Angilu di Capua (anch’egli peloritano ad onta del suo cognome etnico campano), testo fondamentale per gli studi sulla lingua siciliana del Trecento. Da aggiungere che nel 1498 si ha pure una prima edizione a stampa, per i tipi di Guglielmo Shonberger di Messina, curata da Francesco Faraone con il titolo Dyctys Cretensi de historia belli troiani et Dares Phrygius de eodem historia troiana. Tutto ciò per dire che la leggenda troiana, nella veste di poema epico volgarizzato, raggiunse una vasta risonanza e popolarità in Sicilia a partire dal Basso Medioevo, con importanza pari alle leggende epiche di Francia e di Bretagna (ciclo carolingio, arturiano etc). Pertanto, mi pare pienamente sostenibile l’ipotesi che il contadino, spesso illetterato dei secoli scorsi, che ebbe la ventura di imbattersi in rinvenimenti archeologici fortuiti durante lavori agricoli in quest’area (da Tripi a Tindari e zone limitrofe), ritrovando in particolare delle litrai abacenine dove vi è spesso raffigurata la scrofa (da sola o con il porcellino), non trovò difficoltà ad abbinare il nome “parlante” suggerito dall’immagine dell’animale coniata sulla moneta (in Litra in argento di Abakainon con scrofa e porcellino (390-410 a.C.) centonove pagina 33 dialetto sic. troia), con i racconti epici della leggenda troiana di cui, come si è detto, aveva buona conoscenza, in quanto sicuramente presenti nella memoria collettiva, soprattutto in ambito messinese. Da aggiungere anche, come termine post quam, che Troia è voce d’importazione settentrionale (si confronti il ligure e piemontese tròja, provenzale troia, francese truie) introdotta in Sicilia e nella Calabria meridionale attraverso i Normanni, periodo in cui si fa anche risalire la nascita del nome della cittadina di Troia in provincia di Foggia. La verificata alternanza, poi, di Troia con Trois non può che essere opera di qualche sconosciuto erudito antiquario locale dei secoli scorsi o di qualche romantico viaggiatore straniero del Grand Tour, come il francese Jean Houel che soggiornò per lungo tempo a Tindari o il léttone Carl Grass, che nel 1804 sostò a Patti e ne visitò i dintorni. Affascinati dal neoclassicismo, tali visitatori erano a conoscenza dei principali autori antichi (e interloquivano con le persone del posto, spesso contadini, e con le guide che li accompagnavano). Grass, per esempio, dimostra di conoscere bene Diodoro, Cicerone, Virgilio, ma anche il Fazello. È significativa, nel capitolo del viaggio a Tindari, questa sua annotazione: «Dopo la distruzione di Tindari, i sopravvissuti si stabilirono in Tyrsis, un luogo a solo alcune miglia di distanza da Tindari, del quale è ugualmente ancora visibile qualche traccia» (anche se l’ubicazione ed la storicità di tale nome, Tyrsis, sono ancora tutte da stabilire). Un elemento da non trascurare, in conclusione, è che la mappa geografica relativa alla diffusione di questa tradizione risulta sempre compresa all’interno del territorio di Abakainon prima della fondazione di Tindari, ambito di gran lunga più esteso rispetto agli attuali confini comunali dell’odierna Tripi. Come dire che la zona di estensione di questa leggenda coincide, significativamente, con l’area principale di circolazione monetaria dell’antica città siculo-greca. 14 Febbraio 2014 posterlibri RECENZIONI. Una storia d’amore, di fede e di coraggio a cura di Girardi e Togni Franziska e Franz in 139 lettere Il volume impreziosito da belle foto ricorda la storia di due contadini austriaci condannati per non aver giurato fedeltà a Hitler DI MARIA D’ASARO Ci sono libri di “nicchia”, cari a una ristretta cerchia di lettori, di cui non si venderanno migliaia di copie. Una storia d’amore, di fede e di coraggio: Franziska e Franz Jägerstätter di fronte al nazismo, a cura di Giampiero Girardi e Lucia Togni (Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, € 22,50) è uno di questi: non diventerà un best-seller, ma è comunque un libro necessario, folgorante e prezioso. Un grazie innanzitutto all’editore trapanese che ha permesso la pubblicazione del volume, impreziosito da belle foto. Che ci restituiscono i volti dei due protagonisti, Franziska Schwaninger e Franz Jägerstätter, la coppia di contadini austriaci che si sposano nel 1936 e, cosa inusuale per l’epoca, decidono di rinunziare alla rituale festa di nozze con amici e parenti per fare un viaggio a Roma. Ma non è la storia del loro viaggio di nozze, quella narrata dal libro: il testo ci propone lo scambio epistolare tra Franz e Franziska, in occasione prima del servizio militare di Franz (lettere dall’8 giugno 1940 all’8 aprile 1941) e poi della successiva carcerazione e condanna a morte dovute al suo rifiuto di giurare fedeltà e combattere per l’esercito di Hitler (lettere dall’1 marzo 1943 al 9 agosto 1943). 139 lettere che ci fanno partecipi di una storia davvero speciale. Una storia d’amore: Franz e Franziska si amano profondamente, di un amore tenero e delicato insieme: “Non avrei mai immaginato che essere sposati potesse essere così bello”, diceva Franz a sua moglie. E lei, che dopo l’esecuzione di Franz scriveva “Il nostro matrimonio era uno dei più LACERTI DI LETTURE felici della nostra parrocchia e molti ci invidiavano”, durante l’addestramento gli invia le strofe di una canzoncina allora in voga “da tempo il tuo cuore è mio. E penso sempre piena di desiderio che la nostra felicità potrebbe essere anche più grande”. Franziska poi, oltre a tenerlo aggiornato sulla crescita delle tre bimbette e sulla situazione della fattoria che con fatica reggeva quasi da sola, gli dedica spesso espressioni affettuose, piuttosto audaci per la mentalità del tempo. Una storia di fede: i due sposi credono fermamente che l’esistenza vada vissuta alla luce del Vangelo e a Dio si affidano con incrollabile fiducia. Il 6 dicembre 1940 Franz scrive alla moglie: “Mettiamo serenamente tutti i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni nelle mani di Dio. Egli guiderà il nostro destino nel modo migliore. Ne sono certo: il futuro non mi fa paura.” E il 20 febbraio 1941 Franziska gli fa eco: “Mi dispiace davvero che tu non sia qui con noi, ma bisogna sempre mettersi nelle mani di Dio, in ogni momento della vita. Mi consola molto sapere che tu preghi volentieri e così forse sopporti tutto con pazienza in questi tempi difficili.” Una storia di coraggio: nel 1943 Franz viene chiamato alle armi. Dopo avere a lungo meditato, sebbene sconsigliato anche dal suo parroco, l’umile contadino sente, nel silenzio della coscienza illuminata dalla fede cristiana, che l’adesione all’esercito hitleriano renderebbe un cattivo servizio al suo credo: si rifiuta quindi di combattere, dichiarandosi comunque disponibile a prestare opera di servizio in infermeria. Dopo un processo per Franz Jägerstätter diserzione, verrà giustiziato il 9 agosto 1943. Come si evince chiaramente dalle lettere tra gli sposi nel periodo della carcerazione che precede l’esecuzione capitale, i due si sostengono con grande forza d’animo. In particolare, come sottolineato dai curatori del volume nel capitolo introduttivo, Franziska “mai cede alla tentazione di un ricatto LA CLASSIFICA emotivo, mai mette il suo amore in opposizione alla scelta del marito. Solo si preoccupa che lui sia sereno, sia forte, gli invia parole di consolazione e di condivisione che le saranno costate non poca fatica”. E Franz, in epistole davvero toccanti, le scrive: “Sarebbe davvero una gioia poter trascorrere i pochi giorni di vita nell’abbraccio di una famiglia felice. Ma se il buon Dio ha deciso diversamente per noi, allora va bene cosi”. Ancora: “Carissima moglie, finchè io non sono infelice, tu non devi avere il cuore colmo di tristezza”. E da Berlino, ormai dal carcere giudiziario della Wehrmacht, l’8 maggio 1943: “Se avessi solo potuto immaginare che me ne sarei andato da Linz senza processo, ti avrei invitata per una breve visita (…) Se questo è il volere di Dio ci sarà l’occasione di rivedersi in questa terra, e se così non fosse confidiamo nell’altro mondo, dove i periodi di visita saranno un po’ maggiori di un quarto d’ora o di mezz’ora”. Il paradosso è che, a guerra finita, a Franziska non venne riconosciuto lo status di vedova di guerra, mentre la Chiesa cattolica riconobbe il martirio del marito solo nel 2007. Come ci ricorda il sociologo Bauman, l’oggi è caratterizzato dalla “liquidità” dei legami individuali e delle fedi collettive: l’epistolario tra Franz e Franziska ci testimonia allora la forza dell’amore tenace, unica dimensione capace di dare senso alla vita e vincere anche la paura della morte. DI FELICE IRRERA Gli autori, messinesi, evocano qui, l’uno, i ricordi dei “formidabili” anni Cinquanta dell’Agosto messinese, l’altro, esperto di vini, amante della cucina siciliana e desideroso quindi di non vedere affievolito l’amore per i piatti tradizionali della sua città, si abbandona talvolta ai ricordi della sua infanzia messinese Uccio De Lorenzo - Marcello Sturiale, Messina il sapore dei ricordi, Pungitopo Editrice 2013, pp. 228, € 14,00 Sepulveda Margaret Mazzantini 1tanzaLuis Storia di una lumaca che scoprì l'impor- 4 Splendore - Mondadori della lentezza - Guanda Suzanne Collins Michele Serra 5 Il canto della rivolta. Hungar Games 2GliFabio sdraiati - Feltrinelli Mondadori Volo Collin 3Verso casa - Mondadori 6Suzanne Hungar Games - Mondadori www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) O sempre o mai Il prezzo da pagare per non restare soli è quello di accettare la scocciatura del prossimo. “La società, o compagnia degli altri, è un vizio che ci si può togliere, ma si resta soli. Non si torna in compagnia quando si vuole. O sempre o mai.” L’amore è l’ambito dove la ragione abdica a favore dell’istinto e l’equivoco regna sovrano. L’unico mezzo per sopravvivere è il sesso. Quando quest’istinto svanisce la montagna degli equivoci inevasi presenta il conto. “Ogni amore è un malinteso, poggia su una serie di malintesi.” L’identità di una comunità si recupera riconoscendo difetti ed errori senza esaltare i medesimi, in modo auto referenziale, come pregi. “Se noi dobbiamo risvegliarci e riprendere lo spirito di nazione, il primo nostro moto dev’essere non la superbia, ma la vergogna.” L'intensità sentimentale non la raccontano le parole, bensì i gesti, le azioni, le attenzioni che volgiamo agli altri, il sacrificio che siamo disposti a fare per loro. “l’amore si pasce di un vocabolario al limite della menzogna ma pure così insostituibile.” Chi scambia una scopata con il fare l’amore, è perché l’amore non l’ha mai fatto; diversamente capirebbero l’enorme differenza. “Cercava la verità nella fica, e tutto quello che otteneva era di addormentarcisi sopra, dopo.” La peggiore delle dittature è quella della centonove pagina 34 maggioranza ignorante e disimpegnata. “Non si capisce perché. Sfugge tutto. Forse sbagliamo noi a non accettare il punto di vista della maggioranza.” L’angoscia ci assale quando realizziamo l’idea dell’inutilità del tempo passato. “Che importanza ha essere vissuti per tanti anni, se un giorno solo ci fa capire che non ci resta niente?” Gli escrementi a volte si pestano, spesso si incontrano. “La merda è una certezza. Bene o male, siamo noi a farla.” Ma come fanno a divertirsi nel gregge? “Mi è impossibile divertirmi. Sono offeso da come va il mondo, dalla volgarità delle masse.” Lacerti tratti da: “Note di un viaggio in Francia ” 1976 - Ennio Flaiano posterrubriche MUOVE VISIONI 14 Febbraio 2014 MESSINA DI MARCO OLIVIERI MUSICA McConaughey da Oscar Il trasformato Matthew McConaughey di "Dallas Buyers Club" ambisce con molte chance al premio Oscar come migliore attore. La sua prova (già premio Golden Globe) nel film (in tutto sei candidature) diretto da Jean-Marc Vallée, e scritto da Craig Borten e Melisa Wallack, desta subito attenzione per i 22 chili in meno. Una riduzione di peso necessaria per diventare il texano Ron Woodroof, nell’America del 1986, quando la diagnosi dell’Aids era una condanna, oltre che motivo di stigma sociale. Il punto di forza è proprio l’interpretazione di McConaughey, non più icona sexy e capace di battersi, in prima persona, in modo da realizzare un progetto cinematografico inviso a Hollywood e per vent’anni non realizzato. L’evoluzione della figura di Ron da uomo dei rodei tutto alcool, sesso e omofobia a persona consapevole, che si batte per la sperimentazione di medicine alternative, è da ricordare. McConaughey ha anche partecipato, con altrettanta bravura, in un cameo, a “The Wolf of Wall Street”. Bravi anche Jared Leto (candidato all’Oscar come migliore attore non protagonista), Jennifer Garner e il resto del cast di "Dallas Buyers Club", in un film non innovativo sul piano del linguaggio visivo e della ricerca. CONCORSI Cromatico Photo Catania. Scadrà alle 20 di lunedì 17 febbraio il termine per la presentazione delle opere per partecipare alla II edizione del Cromatico Photo festival, concorso organizzato dal Centro per la Fotografia e le Arti “Spaziocromatico” di Catania. La partecipazione è aperta a tutti i fotoamatori residenti in Italia, che si confronteranno su un’unica sezione a tema obbligato: “Guardami” . Possono essere presentate un massimo di due immagini. E’ prevista una tassa di partecipazione e premi in denaro per i primi tre classificati. L’appuntamento fotografico si terrà nei locali di Spazio Cromatico, in via Ursino, n. 8, a Catania, il 22 e 23 febbraio. Oltre al concorso, appassionati e professionisti della fotografia potranno vivere due giorni di full immersion tra master, scatti, emozioni, lezioni con alcuni tra i fotografi più apprezzati nel mondo. Il fitto programma del centro catanese per la fotografia e le arti è stato organizzato da Massimo Vecchi, art director del progetto. DI CESARE NATOLI Un italiano per Metheny Mimmo Cuticchio O Palermo o all’inferno I pupi di Cuticchio al Biondo per rivivere l’epopea garibaldina DI PAOLO RANDAZZO Non bisogna mai dare nulla per scontato nel teatro siciliano, mai pensare che le cose accadano perché devono accadere: è, ad esempio, straordinario che Mimmo Cuticchio vada in scena al Teatro “Biondo” di Palermo. Certo, Cuticchio, il puparo, il cuntista, il teatrante a tutto tondo, è artista acclamato in mezzo mondo e non necessita di alcuna consacrazione, men che meno a Palermo. Eppure èun artista siciliano che lavora “normalmente” in Sicilia è infatti – ancora oggi, ed è triste e doveroso ammetterlo – una rarità. Dicendo di Cuticchio nel teatro pubblico di Palermo, nel suo pur lunghissimo percorso artistico, è accaduto solo qualche anno fa con la produzione del Don Giovanni, e accade oggi, per la seconda volta, con “O a Palermo, o all’inferno”: lo spettacolo che, dedicato all’impresa garibaldina, dopo aver debuttato nel 2011 all’Auditorium Parco della musica di Roma, va in scena nella Sala Grande del Biondo dall’11 al 16 febbraio (regista, oprante, contastorie lo stesso Cuticchio, manianti e combattenti DE GUSTIBUS Giacomo Cuticchio, Fulvio Verna, Tania Giordano). Ed ecco come il puparo spiega questo lavoro: «Si tratta di un tappeto coloritissimo d’immagini non più legate alle avventure dei Paladini, ma a Garibaldi, cittadino del mondo, innamorato della libertà, le cui imprese portarono al collasso del Regno delle Due Sicilie e contribuirono all’ unificazione italiana. Come già in altri lavori, le vicende sono commentate dal basso, dal popolo che quasi sempre la storia la subisce ma sa anche giudicarla. In questo caso, per una felice combinazione degli eventi, i personaggi della “farsa” sono meno irridenti del solito e più vicini a comprendere e apprezzare quanto sta accadendo. Lo spettacolo alterna il racconto delle ragioni storiche e politiche, dei colloqui tra Garibaldi e i suoi uomini, fra Cavour e Vittorio Emanuele, con l’incalzare delle battaglie sulle pendici di Calatafimi, sui monti intorno a Palermo e nella città stessa. I pupi, non più armati di spada ma di fucili e baionette, guidano l’insurrezione, mentre il cunto si fa serrato per trascinare pupi e spettatori nel vivo della battaglia». SI INTITOLA “KIN” il nuovo disco del chitarrista Pat Metheny, in uscita in questi giorni. A poco meno di due anni di distanza da “Unity Band” – lavoro con il quale Metheny ha ottenuto il suo ventesimo Grammy Awards – il chitarrista americano torna con un’incisione registrata sempre con Chris Potter al sax e clarinetto basso, Antonio Sanchez alla batteria e Ben Williams al basso. La novità è rappresentata dalla presenza nella band del polistrumentista italiano Giulio Carmassi. Musicista pisano di grande talento, Carmassi ha studiato pianoforte, batteria, composizione e arrangiamento tra Lucca, Pisa e Firenze. In Italia non ha trovato molto spazio. È partito alla volta dell’America e lì, in pochi anni, si è imposto all’attenzione dei grandi del jazz, giungendo a collaborare con Steve Gadd e Chuck Loeb, componendo musiche per film con John Turturro e Christopher Lloyd e registrando un disco come solista. Segnalato da un amico a Pat Metheny, a quest’ultimo non è sembrato vero di potere disporre di un musicista in grado di suonare pianoforte, fiati, chitarre, basso, batteria, oltre che avere una grande voce. Un ‘musicista incredibile’ lo definisce Metheny, “proprio la wild card che mancava al gruppo per unire e dare unità alla sua musica vecchia e nuova”. Per l’Italia del jazz è una vittoria e una sconfitta: la vittoria per l’affermazione di un talento che si è formato dalle nostre parti; la sconfitta per non essere stati i primi a riconoscerne il valore. DI MASSIMO LANZA Sorprese Amarone All’Anteprima Amarone 2010 mi ha piacevolmente sorpreso l’Amarone ’10 Corte Archi prodotto con uve provenienti da Valgatara nel cuore della Valpolicella classica affina in legno per almeno 24 mesi prima di essere imbottigliato. Violette, ciliegia scura, agrumi, spezie come il chiodo di garofano e mineralità ne disegnano un profilo olfattivo elegante e fascinoso, in bocca è fresco, ricco di frutto e di bella persistenza. Di ottimo livello anche l’Amarone Pietro Dal Cero ’10 della cantina Ca’ dei Frati che possiede 11 ettari in Valpolicella, in zona collinare ad un’altezza media di 350 metri. Prima di essere imbottigliato affina per due anni in legno nuovo, al naso si presenta elegante e intenso con sentori di radice di centonove pagina 35 liquirizia, frutta rossa matura, sapide sensazioni minerali su un fondo speziato e dolce. In pocca è fresco, il legno è ben integrato, i tannini fitti e levigati, torna bene il frutto ben sostenuto da un fresca corrente sapida. La Collina dei Ciliegi, piccola e dinamica realtà di Grezzana in Valpantena dove possiede 12 ettari in alta collina a circa 600 metri d’altitudine su terreni di marna calcarea che conferisco ai vini un bel timbro minerale. Pulito e persistente al naso dove al frutto nitido ed avvolgente si associa una fresca vena balsamica ma anche spezie come il pepe rosa. Ben bilanciato al palato, dove ancora scalpinao i tannini, lungo, persistente e dotato di un bel finale fresco e sapido che pulisce bene il palato. Molto piacevole anche l’amarone ’10 La Dama, cantina di proprietà di Gabriele Dalcanale che può contare su 6 ettari di vigna a Negrar e 3,5 a Sant’Ambrogio coltivati in regime di agricoltura biologica. 14 Febbraio 2014 posterteatro DEBUTTI. Prima nazionale piemontese per l’Otello proposto dalla giovane compagnia messinese “Daf – teatro dell’esatta Fantasia” Campolo, la mia storia d’amore Lo spettacolo, che si è aggiudicato il prestigioso premio Scintille, sarà al Piccolo teatro Giiraudi di Asti Messina. Hanno incantato il pubblico all'ultima edizione del Festival Asti Teatro /35, aggiudicandosi il premio “Scintille”, riservato alle compagnie italiane under 35. Ora sono pronti al debutto. In prima nazionale, martedì 18 febbraio alle 21, al Piccolo Teatro Giraudi di Asti, andrà in scena Otello una storia d'amore: “uno spettacolo nella motivazione della giuria presieduta da Emilio Russo - di notevole impatto emozionale, un lavoro interessante e meritevole di sostegno per la capacità del gruppo di confrontarsi con il testo shakespeariano grazie a una drammaturgia originale, fresca e ricca di spunti emotivi”. La celebre opera shakespeariana, infatti, nell'elaborazione drammaturgica curata da Angelo Campolo, viene affrontata attraverso un nuovo ed originale punto di vista. Iago e Otello, qui capovolti anagraficamente, si fronteggiano in uno scontro generazionale tra giovani e adulti, che in controluce diventa il racconto di un insanabile conflitto tra figli e “cattivi” genitori. “La poetica del testo shakespeariano – racconta Campolo – ci fa da trampolino per raccontare la speranza tradita di una bellissima storia d'amore e più in generale il tradimento nei confronti di una generazione che non riesce più a ribellarsi ai padri, come una volta, ma paradossalmente si ritrova a doverli affrontare, in un confronto spesso disperato, che si svolge sopra le macerie di un modello di vita che non ha più funzionato. Tradizione e tradimento, non a caso, hanno la stessa origine etimologica. E allora ripartire, poeticamente, dal più grande inganno che il teatro ci ha raccontato nel corso dei secoli: Otello”. BIOGRAFIE Un giovane che ha già vissuto “Una seconda primavera” Angelo Campolo e Federica De Cola In scena Federica De Cola, Giovanni Moschella, Angelo Campolo, Margherita Smedile e Tino Calabrò. Scene e costumi sono firmati da Giulia Drogo; il disegno luci è curato da Carlo Oteri; assistente alla regia è Mariaclara Spartà. Lo spettacolo condurrà il pubblico verso un finale che riserva una sorprendente svolta al corso degli eventi. Un finale che regala una possibile redenzione ai protagonisti della tragedia. Una possibile luce in ciò che avrebbe potuto essere, ma non è stato. MESSINA Conversazioni sul mondo offeso al Savio Ogni conversazione può portare ad un conversione, ad un cambiamento, ad una necessaria trasformazione dell’essere, che proprio grazie a quelle parole dialoganti muta statuto d’esistenza. Liberamente tratto da “Conversazioni in Sicilia” di Elio Vittorini, lo spettacolo con Salvatore Arena sul palco del Teatro Savio di Messina, il 16 febbraio alle 21, declina il tema del viaggio attraverso il mezzo della conversazione ma in modo del tutto inatteso. Un attore, una sedia e un paesaggio di suggestioni restituito da video proiezioni. Ogni domanda, ogni risposta, ogni confronto si delinea come una ricerca del sé e una conseguente presa di coscienza dello stato in cui versa la realtà circostante, rivelando i tasselli di un più profondo “viaggio dell’anima”. Regia e drammaturgia di Maria Maglietta. Musiche originali di Luigi Polimeni. Immagini e proiezioni grafiche Mirto Baliani. Ideazione e coordinamento Massimo Barilla. Le scenografie sono di Nicoletta Chiocca e Riccardo Sivelli centonove pagina 36 Nato a Messina nel 1983, Angelo Campolo si diploma alla "Scuola del Piccolo Teatro" di Milano, fondata da Giorgio Strehler e diretta da Luca Ronconi, nel 2005. Lavora in diverse produzioni del Piccolo, tutte per la regia di Ronconi. Per il cinema è autore nel 2002 del corto "A Domani" , vincitore al Taormina Film Festival del premio della giuria, presieduta da Abbàs Kiarostami; mentre nel 2009 il suo “Un’altra Mattina” vince il premio del pubblico al programma tv “La25ora”. Come attore cinematografico nel 2009 è in “La Prima Linea”, diretto da Renato De Maria. Prende parte al cortometraggio “Il volo” diretto da Wim Wenders e al film “Il volto di un’altra” di Pappi Corsicato. In televisione, nel 2008 è protagonista di puntata in "Distretto di Polizia 8", per la regia di Capone; l’anno successivo continua a lavorare per la celebre fiction di Canale5, diretto da Alberto Ferrari. Nel 2010 è co-protagonista del film TV su Raiuno “Tutti i padri di Maria!”, diretto da Luca Manfredi. Dal 2002 Angelo Campolo è responsabile artistico di Daf – Teatro dell’esatta fantasia. Ha appena finito di girare “Seconda Primavera”, un film di Francesco Calogero. Attualmente è impegnato nelle riprese della fiction di Canale5 “Squadra Antimafia”. postermusica 14 Febbraio 2014 ACCORDI Lirica al teatro Antico in diretta satellitale Approda alla Berlinale in corso a Berlino il Rigoletto di Giuseppe Verdi messo in scena la scorsa estate al Teatro Antico di Taormina dal regista e scenografo Enrico Castiglione. La versione video integrale del capolavoro è stata proiettata in occasione della tradizionale manifestazione Avant Premiere Screening organizzata dalla IMZ. Ed è stato firmato proprio a Berlino da Enrico Castiglione un nuovo contratto quadriennale che assicura a Taormina la ribalta internazionale della diretta televisiva che già il celebre regista romano, ma di origini siciliane, assicura alla Perla del Mediterraneo fin dal 2007. Ogni estate, per i prossimi quattro anni, l’opera lirica allestita al Teatro Antico di Taormina sarà trasmessa in diretta via satellite nelle numerose sale cinematografiche sparse in tutto il mondo dotate dei più moderni sistemi di proiezione digitale. L’Orchestra Multietnica Ritmo Live CONCERTI. Al Palacultura Antonello da Messina l’Orchestra Multietnica Ritmo Live Filarmonica, sonorità tribali L’originale gruppo nato a Messina che suona senza spartiti. Tra sperimentazione e scambio culturale DI ISABELLA MOLONIA Messina. Continuano i concerti dell’Accademia Filarmonica per questa intensa stagione musicale. Sabato 15 novembre alle ore 18 il Palacultura Antonello da Messina farà da scenario ad un entusiasmante percorso fra le sonorità africane con l’Orchestra Multietnica Ritmo Live, diretta dal M° Maria Grazia Armaleo. L’Orchestra, nata da un’ originale commistione tra italiani e stranieri di età, estrazione sociale ed etnie diverse, si avvale di un inedito sistema fondato sulla “nuova didattica del ritmo-body percussion”, che si basa sul ritmo e sulla notazione di sillabe e simboli ideato dalla stessa Armaleo. Nessun classico spartito da leggere, bensì un insieme di musicisti non professionisti che “vivono” la musica attraverso il ritmo palpitante delle percussioni. Per questa occasione la Body Percussion Ensemble aprirà la serata con un coreografico Tribal Hous, brano che esprime l’energia del ritmo coinvolgendo il corpo nella sua totalità. Il battito incalzante delle percussioni animerà Ritmo Live, pezzo realizzato dall’intera Orchestra, biglietto da visita del gruppo, che incarna l’anima della formazione. La creatività dell’Ensemble predominerà la serata con la rivisitazione in chiave body percussion di Samba Life brano tradizionale di E.Kopetzi trascritto in notazione di sillabe da M. G. Armaleo. Prima esecuzione assoluta per alcune composizioni inedite come Ritmia, pezzo di musica contemporanea scritto appositamente per l’Orchestra da F. Lipari percussionista e compositore messinese rimasto affascinato dalla body percussion, estranea ai canoni della musica tradizionale. Un viaggio in musica capace di far rivivere il sapore esotico delle quattro isole Sumatra, Giava, Bali e Timor Est, sarà quello offerto da Oriental Song composizione scritta dal M° Maria Grazia Armaleo, anche questa alla sua prima realizzazione in pubblico. Una sorta di trasfert capace di ricreare una suggestiva dimensione musicale vicina a territori geograficamente lontani. Il tutto mettendo insieme strumenti della tradizione orientale quali metallofoni, campane tibetane, cimbali tibetani, gong thailandesi ecc.. con altri strumenti come la marimba. Momento clou del concerto quello dedicato ai Ritmi Africani, brano in cui l’Orchestra partendo da cellule ritmiche predefinite darà libero sfogo all’improvvisazione, fondendo sillabe, percussioni etniche a volte associate ad un brano africano con tutta l’imprevedibilità, che l’improvvisazione musicale è in grado di suscitare nella magia del momento creativo. Un concerto fuori dall’ordinario, che utilizza la musica quale strumento per vivere e per suscitare emozioni in chiave originale. L’attività dell’ Orchestra è in continua sperimentazione, un laboratorio in costante crescita favorito da un ambiente di condivisione e di scambio reciproco. Una realtà messinese controcorrente attualmente impegnata nell’incisione di un CD e nella realizzazione di un videoclip. L’APPUNTAMENTO Gianni Morandi fa tappa a Taormina IL TOUR 2014 CON UN NUOVO APPUNTAMENTO IL 31 MAGGIO AL TEATRO ANTICO Gianni Morandi Il tour 2014 di Gianni Morandi si arricchisce di un un nuovo appuntamento. Alle date, già annunciate, di Bologna (10 maggio, Unipol Arena), Torino (17 maggio, Palaolimpico) e Roma (24 maggio, Palaolimpico), si aggiunge un altro concerto a Taormina, in programma per il prossimo 31 maggio al Teatro Antico. Si chiuderà così in Sicilia il tour 'Solo insieme 2014 - Live 7.0'. Nei quattro concerti Gianni Morandi proporrà al pubblico i brani del suo ultimo album, 'Bisogna vivere', oltre ai successi di una carriera lunga 50 anni. Insieme a lui sul palcoscenico una band composta da 15 elementi. centonove pagina 37 14 Febbraio 2014 posterlettere QUI SCUOLA GUI HERITAGE DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI La Sicilia dei contrasti Docenti sul sostegno nuove assunzioni FINALMENTE I 4447 POSTI di sostegno previsti dalla legge n. 128/2013 saranno coperti con immissioni in ruolo. I contratti a tempo indeterminato, come previsto dalla nota del MIUR del 6/2/2014 prot. n. 362 – avranno decorrenza giuridica dall’a. s. 2013/2014 ed economica dall’a.s. 2014-2015 e sono in aggiunta alle nomine già disposte a seguito del DM 732/13 e della CM n. 21 del 21/8/2013. Secondo il decreto ministeriale, in Sicilia sono destinati 528 posti, di cui: 36 Agrigento, 33 Caltanissetta, 126 Catania, 21 Enna, 72 Messina, 118 Palermo, 25 Ragusa, 43 Siracusa, 54 a Trapani. I docenti assunti a tempo indeterminato, non possono partecipare ai trasferimenti per altra provincia per un triennio, a far data dalla decorrenza giuridica della nomina in ruolo, salvo le deroghe previste dal CCNI per la mobilità. Tali assunzioni saranno disposte sotto condizione di accertamento della regolarità formale e sostanziale del titolo di specializzazione di sostegno agli alunni disabili e, relativamente al calcolo delle quote di riserva previste dalla L. 68/99, il calcolo delle quote tiene conto anche dei posti utilizzati per le immissioni in ruolo già effettuate per l'a.s. 2013/2014. I posti verranno ripartiti a metà tra i vincitori dei concorsi ordinari e i docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento (GAE). I docenti dei concorsi banditi con il DDG 82/2012, conclusi entro il 31/8/2013, sono nominati solo per il numero di posti messi a concorso. Eventuali residui del 50% riservato ai concorsi ordinari vanno assegnati ai candidati di quelli precedenti, con esclusione di quelli banditi con il DDG n. 82/2012 e conclusi entro il 31/8/2013. ECOLOGIA&AMBIENTE MESSINADRASTICA DI FABIO AMATO Divertitevi e amate A Messina oggi e domani saranno due giorni memorabili. Infatti dopo il giorno di San Valentino, festa dei baciannicchi e degli innamorati, ci sarà la famosa Notte della Cultura. Non è una coincidenza, anzi le due ricorrenze si sovrappongono. E' tutto studiato a tavolino. Tutti con le rose in mano, che vagano per la città, come tanti babbi di dio e poi entrano nelle librerie, per vedere questi oggetti misteriosi che sono i libri. Spaesati, perchè gli unici libri che hanno letto sono quelli delle scuole elementari, ed inoltre quelli delle rose in mano sono gli stessi delle mimose in mano, il giorno della festa della donna. Negli altri giorni dell'anno riprenderanno la loro normale attività di insultare le donne e leggere la Gazzetta dello Sport. Ma lo sapete che in Italia solo 4 persone su dieci leggono un libro l'anno, a Messina penso che la media si abbassi, ma comunque recuperiamo nel consumo di focaccia, arancini e pitoni. Infatti 11 persone su dieci la mangiano ogni giorno, mentre 10 /10 la mangiano un giorno si ed uno no. Il consumo paradossalmente aumenta durante la Notte della Cultura. Durante queste sere le librerie si riempiono di persone che entrano timidamente e poi dopo un attimo si siedono e cominciano a mangiare i loro rustici, ogni tanto danno una sbirciatina a qualche libro e poi continuano a mangiare. Anche questa è cultura, perchè in genere sono sempre seduti nel reparto dei libri di cucina! Poi ci sono quelli che vanno al Museo, il primo museo della loro vita, ci passano ogni giorno, lo guardano e non capiscono che è un Museo, improvvisamente, la Notte della Cultura, hanno un illuminazione, una visione ed entrano in questo luogo misterioso con tanti "manifesti" appesi al muro che assomigliano a quadri, ma sono dei quadri, gli viene detto timidamente, si anche a Messina abbiamo un Museo con dei quadri e loro sopraffatti dalla Sindrome di Stendhal, svengono, sognando un vassoio di cannoli. La cosa più eccitante, comunque è recarsi, con la propria amata, il giorno di San Valentino, al Museo, oppure a vedere qualche installazione culturale sparsa per la Città e creata appositamente per questi due giorni, guardarla mentre si mangi la cali, altro momento culturale di questi giorni, perchè rivaluta le tradizioni popolari, quindi guardarla e non capire un cazzo, ma la nostra ragazza è contenta e tanto basta. Un sacrificio per un giorno si può anche fare, tanto da domani potrò tornare alla mia vita normale di tutto i giorni, dove il momento culturale più alto è accendere la macchina e farmi un giro dentro l'isola pedonale, insultando un po' di gente. Divertitevi, amate e leggete. Una recente domanda mi porta a tratteggiare il tema della glocalizzazione che racchiude in se il nesso fra i due termini antitetici di globale e locale. Il concetto nasce con i movimenti New global anelanti ad un “nuovo mondo possibile”: libero, solidale, rispettoso dell’ambiente. In conseguenza di ciò l’attenzione è andata via via spostandosi dalle logiche dettate dai meri interessi economici sovranazionali a quelle che considerano circoscritti ambiti locali. Il glocal è la capacità di potere agire tra scale territoriali differenti, creando un trait d'union fra culture distanti fra loro geograficamente, ma unite da una koinè, una lingua ampiamente accettata. Punto cardine è la volontà di scoprire e conoscere, facendo esperienze e provando emozioni. Ne scaturisce l’esigenza di individuare alcune specificità per potere costruire proposte valide e sorprendenti, ma in grado di poter essere condivise. La Sicilia, terra del Grand Tour, non avrebbe difficoltà, se lo volesse, ad identificare nei forti contrasti la propria offerta. Un esempio è nelle pagine di Patrick Brydone (1770): «Quando il caldo è così violento, trovo che non v’è nulla di meglio per ritemprare lo spirito che un gelato». E racconta di quando, ad Agrigento, alla fine di un pranzo furono serviti sorbetti dalla forma di frutta. Il capitano di una nave inglese, convinto di addentare una vera pesca, si trovò la lingua livida e gli occhi in lacrime, tanto da dovere sputare il boccone ghiacciato nel piatto. È un modo tutto siciliano di creare stupore: un trompe l’oeil che inganna la vista, ma si fa scoprire dal gusto. [email protected] DI ANNA GIORDANO Ma quale Incidenza... I vuoti della politica e dell’amministrazione, ancora una volta vengono colmati dalla Procura, da bravi magistrati e da attenti inquirenti. Si sono concluse le indagini sulla “VIA facile”, con 10 rinvii a giudizio e diversi capi di imputazione, nell’ambito di accertamenti nel campo edilizio, della ZPS, trattata da sempre come terra di conquista e non gioiello prezioso da custodire come la UE imponeva (e l’Italia, e la Sicilia, per evitare esose multe, accettava di dover fare, con norme varie). Di quelli che saranno gli esiti della vicenda, leggeremo a suo tempo, e fino ad allora vige il presupposto di innocenza. Se, come leggi prevedono, si fosse fatto ciò che come WWF chiediamo da anni, ovvero di mettere on line le Valutazioni di Incidenza, consentendo ai portatori di interesse collettivo di poter eventualmente contestare sia i progetti che i contenuti di quello che ormai è diventato qui come altrove, strumento di autoassoluzione di qualsivoglia impatto, forse si sarebbero evitati sia comportamenti diciamo, non virtuosi, sia l’approvazione di scempi inauditi supportati da studi carenti, per non dire altro. Invece no. E ancora oggi, nonostante una determina di novembre scorso, sul sito del comune di Messina, non c’è nulla. Piscine che magicamente, insieme a complessi immensi, non incidono su specie e habitat. E si arriva all’assurdo, farneticante quando si legge che “prima dell’avvio dei lavori si allontanerà la fauna errante”. A centonove pagina 38 questi “scienziati”, e a chi approva queste pillole di ignoranza e becera presa in giro, chiedo cosa ne sappiano della fauna e quale sia, nella loro “divina” scienza (e coscienza), quella “errante”. Così come vorrei sapere chi è lo “scienziato” che per la famigerata Tono Mortelle, 600.000 mc di cemento in ZPS (sorvolo su altre peculiarità), da un lato afferma che non ci sono specie di uccelli di interesse, elencando colori di penne e uova di cardellino, corvo imperiale e fringuello e basta, dimenticandosi ben 90 specie in allegato I della Direttiva che migrano e mangiano e sostano, dall’altro prevedendo nel progetto, un “osservatorio ornitologico”. Un grazie di cuore a chi ha condotto le indagini, a chi ha preso a cuore le sorti dell’ambiente al quale è, lo si voglia o no, legato anche il benessere di tutti (e non di pochi) e la sicurezza collettiva. Grazie. postercommenti 14 Febbraio 2014 IL PARERE Costituzione romana da rileggere DI PIETRO CURRÒ La vivacità attuale della Repubblica Romana del 9 febbraio 1849 che con Mazzini, Saffi ed Armellini, dichiarò decaduto il potere temporale del papato non fa sentire il peso dei 165 anni ed ha rappresentato una esperienza significativa nella storia dell'unità d'Italia. La fuga di Pio IX, travestito da prete, dalla capitale il 24 novembre del 1848 ed i fatti seguenti culminati con l'approvazione della Costituzione, hanno contribuito anche alla costruzione del mito di Roma. Roma con i cittadini finalmente liberi, anche se solo per pochi mesi (9 febbraio 1849- 4 luglio 1849), dalle ingiustizie, dal degrado, da bastonature ed esecuzioni che facevano dell'autorità papalina e dello Stato Pontificio, il più crudele e conservatore tra gli Stati italiani del tempo ed europei. Il Governo repubblicano di Roma del 1849 e la Costituzione, cancellarono i privilegi del clero nell'istruzione e nell'università, abrogarono la pena di morte ed il carcere per debiti, pensarono ad una progressiva riduzione delle imposte per i deboli, introdussero l'istruzione per tutti ed obbligatoria, sottrassero l'amministrazione della giustizia ai tribunali ecclesiastici. Per 150 PAROLE DA PALERMO Spegniamo le luci DI MARIA D’ASARO Oggi celebriamo la decima edizione di M’illumino di Meno, la campagna sul Risparmio Energetico promossa da Caterpillar, nota rubrica di Rai Radio2. L’invito consueto è quello di favorire il “silenzio energetico” tra le 18 e le 19,30, durante la messa in onda della trasmissione: istituzioni, cittadini, scuole, negozi, aziende, musei potranno aderire all’iniziativa simbolica - che vuole richiamare tutti a livelli di vita eco-sostenibili spegnendo piazze, vetrine, uffici, aule e case private. Oggi è solo un gesto simbolico, ma gli altri 364 giorni l’anno ognuno dovrebbe impegnarsi in azioni semplici che fanno la differenza: spegnere le luci superflue; non lasciare in stand/by gli apparecchi elettronici; se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre; utilizzare l’auto il meno possibile e, se necessario, condividerla con chi fa lo stesso tragitto. Salveremo il mondo? Non si sa. Ma almeno salveremo la faccia davanti a figli e nipoti. continuare con l'immediata abolizione dell'inquisizione e della censura che favorì la nascita di decine di giornali. E forse una piena applicazione dell'art. 2 di quella Costituzione sarebbe indispensabile per l'Italia dei nostri anni, laddove l'art. 2 prevedeva: “la democrazia ha per regola eguaglianza, libertà, fraternità. Non riconosce titoli di nobiltà, nè privilegi di nascita o di casta". Quanto sia, ancora oggi, di attualità la lotta contro le caste, ogni giorno lo ricordano i fatti di cronaca! Ed ancora con l'art. 3 che enuncia l'inviolabilità della persona e della proprietà, la sacralità del domicilio all'art. 6, la libertà di pensiero, il diritto di petizione (art. 10). L'art. 15 sembra invece ricordare ai nostri politici e governanti che "ogni potere viene dal popolo" e l'art. 16 "l'Assemblea è costituita dai rappresentatnti del popolo". E' ancora prevista la non responsabilità penale per le opinioni espresse dai deputati nell'esercizio delle funzioni, il divieto di arresto senza la necessaria autorizzazione, la riforma agraria, il diritto alla casa, la separazione dei poteri e l'abolizione della leva obbligatoria. Mi piace infine ricordare, attualissimo tema dei decenni presenti, l'art. 49 sulla giustizia: I giudici nell'esercizio delle loro funzioni non dipendono da alcun altro potere dello Stato. "Sul Gianicolo si combattè l'ultima battaglia della storia della Repubblica Romana. Il generale Garibaldi difese la Villa del Vascello ed i volontari attaccarono i francesi alla baionetta con tremila Italiani tra morti e feriti. Caddero circa duemila Francesi, la battaglia per gli italiani era comunque perduta. Ma l'anniversario di quella Repubblica Romana, governata da Mazzini con saggezza e moderazione, che è stata definita "uno dei grandi spettacoli della storia", resta un evento da ricordare spesso e, se possibile, lasciarne l'attualitù della memoria in dote ai più giovani. ANIMAL HOUSE ELIODORO L’inverno caldo di Catania CATANIA - Le pallottole inviate al sindaco Enzo Bianco, i clan decimati dagli arresti, gli omicidi di Biancavilla, forse solo l'inizio di una serie, i licenziamenti di massa nel settore della microelettronica, una volta fiore all'occhiello dell'economia locale, i controlli a tappeto nei ristoranti, alla moda e non, della città, lo scandalo di teatropoli, li fibrillazioni politiche in vista della prossima tornata elettorale. E' un inverno caldo quello che si vive sotto l'Etna, che dà spettacolo, sbuffa e dirotta aerei a piacimento. E mentre il fantasma del ponte Gioieni turba la guida di migliaia di catanesi, la primavera, metaforicamente, appare una stagione ancora lontanissima. ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE Autonomia senza specialità Durante il recente convegno promosso a Messina dal Megafono sul tema “La Sicilia si ribella, lo statuto speciale da opportunità a pregiudizio”, si è assistito a un interessante confronto fra diverse posizioni presenti da tempo nel dibattito politico. Da un lato c'è la maggioranza di chi (come, immaginiamo, i partecipanti al convegno) rivendica da sempre l'attuazione dello Statuto siciliano, dall'altro la minoranza che ne critica la specialità (come il costituzionalista Luigi D'Andrea intervenuto al convegno come relatore). La difesa dello Statuto da parte di tutta la classe politica siciliana non ha infatti impedito che negli anni si esprimessero valutazioni diverse delle sue peculiarità. Così, a poco a poco, sono stati ridimensionati, o del tutto trascurati, alcuni punti dello Statuto ritenuti particolarmente significativi: l'abolizione dei prefetti, la competenza del Presidente della Regione per il mantenimento dell'ordine pubblico, l' istituzione di un'Alta Corte competente a sindacare la legittimità costituzionale di leggi siciliane, come pure di leggi e regolamenti statali in relazione alla sfera di competenza della regione (l'Alta Corte funzionò fino al 1956, quando venne assorbita dalla Corte Costituzionale). Si può dire che la riflessione critica sul futuro della specialità ha coinvolto soprattutto gli studiosi del diritto, mentre il mondo della politica ha continuato a riconoscere il valore attuale delle autonomie speciali. Alcune reazioni alla relazione di D'Andrea confermano che il tema della specialità dello Statuto siciliano è ancora, per molti siciliani, di ordine identitario-simbolico più che politicoistituzionale. Specifiche ragioni tecnico-funzionali, ben argomentate da D'Andrea, dovrebbero spingere infatti a una riconsiderazione serena e razionale della travagliata storia statutaria, ma se non si affronterà anche questo fattore identitario difficilmente si potrà coinvolgere il popolo siciliano e porre mano così a una modifica dello Statuto da più parti auspicata. DI ROBERTO SALZANO Il sacrificio delle Olimpiadi Olimpiadi invernali di Sochi, Russia. Grande evento, gioia, orgoglio. Come già accaduto in passato, mentre si studiano scenografie sfarzose e si pensa a mettere in piedi uno spettacolo in grado di essere tanto colossale da fare dimenticare per impatto mediatico e magnificenza tutte le manifestazioni sportive precedenti, per i randagi non c'è fortuna e sui diritti degli animali ancora tanto lavoro c'è da fare. Grecia, Olimpiadi 2004: le città greche si preparavano ad accogliere gli atleti ed i turisti presentandosi al meglio delle proprie possibilità. Per farlo, si provvedeva a sopprimere con bocconi avvelenati disseminati lungo le strade i randagi. Ucraina e Polonia, Europei di calcio 2012: se la storia insegna, è chiaro che insegni a ripetere gli stessi errori ed anche centonove pagina 39 per il campionato europeo si liberarono con misure estreme le vie delle città dagli amici a quattro zampe, tornati ad essere il maggiore nemico pubblico. Grandissima indignazione e numerose proteste, ma con quali risultati? Sicuramente scarsi, dal momento che le stesse, tristi, polemiche hanno preceduto pure i Giochi di Sochi: pare che massicci investimenti siano stati destinati ad uno sterminio di massa attraverso una società privata. Perché le autorità locali hanno una volta di più consentito una carneficina, invece di incentivare la costruzione di rifugi per gli esemplari di strada? Iniziative come questa, che calpestano il diritto alla vita di tante creature, continuano ad essere prese in considerazione. È evidentemente ammissibile che gli animali debbano fare le spese di certe idee senza capo né coda, idee messe in atto con l'assurda convinzione che possa essere ritenuta una soluzione veloce ed efficace quella che è una vergogna che offende il mondo dello sport e il senso civile e morale.