Centonove numero 6

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Centonove numero 6
ANNO XXI Numero 6
14 FEBBRAIO 2014
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
POSTALE A REGIME
SOVVENZIONATO 45% (ME)
EURO 1,50
Nel fotomontaggio, Gaetano Cacciola e unʼelaborazione grafica di via dei Mille di Monica Bellantone
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
L’INCHIESTA
Isola felice
MESSINESI DIVISI PER IL CENTRO CITTÀ PEDONALIZZATO DA UN MESE.
UN COMMERCIANTE APRE IL LIBRO MASTRO E SPIEGA: NESSUN CALO
NEGLI AFFARI. E L’ASSESSORE CACCIOLA: «INDIETRO NON SI TORNA»
14 Febbraio 2014
il punto
EDITORIALE
Elezioni
mon amour
È SEMPRE LA MOLLA delle
elezioni, quelle programmate,
quelle auspicabili, quelle da
rimandare il più possibile, il
massimo comun demominatore
che unisce Roma e Palermo. E se
nella capitale capitola Letta, in
Sicilia l’Ars non riesce a venire a
capo della matassa Province. A
distanza di un anno
dall’annuncio, infatti, il disegno
di legge non trova un accordo, e
hai voglia a “minacciare” la dead
line, perentoria o meno, del 15
febbraio. Tutto sarà deciso a
convenienza. Ma convenienza di
chi? Ovviamente della politica
che non genera ma si rigenera.
Già, perché nel magma di
un’Italia che non si sa se
diventerà mai bipolare, è meglio
correre ai ripari. Così, nella Sicilia
che voleva eliminare nove
presidenti e centinaia di
consiglieri, forse non sarebbe
male lasciare tutto come era
prima di Crocetta, andando a
elezioni insieme alle europee.
Parola d’ordine, ricollocarsi e
pesarsi, soprattutto. Come sta
facendo il leader del Pd di
Messina, Francantonio Genovese,
che dopo l’indolenza delle
primarie nazionali, ha deciso di
scendere in campo a sostegno
del candidato ufficialmente
“sfavorito”, l’uscente Giuseppe
Lupo. Il perché, si spiega
facilmente: sorpassare in riva allo
Stretto Fausto Raciti
significherebbe, nell’equilibrio
tra le forze in campo, dire “ci
sono e avete bisogno di me”.
Quanto basta per guadagnare
un posto in lista per le europee.
E cinque anni di pace in Ue.
Enrico Letta e Matteo Renzi
La strana mossa di Coerenzi
Il segretario del Pd Matteo Renzi passa dalla chiusura quasi sdegnata all’assalto allupato
alla poltrona dell’amico di partito. Una capriola incomprensibile che “dipinge” il nuovo leader
DI
DOMENICO BARRILÀ
Meno di un anno fa, il neo presidente del consiglio Enrico Letta,
chiedendo la fiducia al parlamento, aveva quasi gridato che di solo
risanamento si muore, che le famiglie bisognose avrebbero avuto
dallo Stato un reddito minimo e che il finanziamento pubblico ai
partiti sarebbe stato abolito. Una salutare ripresa di contatto con la
realtà, avevo scritto allora. Uno stentoreo “adesso basta”, seguito da
diversi punti esclamativi, che mi aveva indotto una certa benevolenza
verso il premier: “Da oggi Enrico Letta si libera della somiglianza con
il grigio impiegato di banca asburgico, che tutte le sere, prima di
lasciare l’ufficio, rimette ossessivamente in ordine le matite”. Una
sincera apertura di credito, alimentata in eguale misura
dall’esasperazione e dal desiderio di vedere la sospirata svolta. Quanto
tale ottimismo della speranza sia stato corrisposto, è nelle parole
indirizzatemi mercoledì da un giovane imprenditore bresciano: “Mi
spiace per Enrico Letta, che certo non è responsabile della messe di
problemi che abbiamo davanti, ma devo dirle che non ricordo un solo
provvedimento che sia andato nella direzione di risolverne qualcuno”.
Una sentenza dal fronte, che nei giorni scorsi era già risuonata a ben
altro livello nelle severe parole di Giorgio Squinzi, dalle quali era
arrivata una potente spallata al governo. Una sorta di licenziamento
da parte del mondo produttivo, che ha rinvigorito la macchina dello
scontento. Il presidente di Confindustria, poche ore prima della
direzione nazionale del Pd, si è sentito il dovere di rinforzare il
concetto, asserendo che le analisi di Letta erano state buone, tuttavia
l’azione si è rivelata carente. Bocciato, dunque.
Pareri, pressioni e circostanze da cui il segretario del Pd Matteo Renzi
si è fatto volentieri sedurre, passando nell’arco di pochi giorni dalla
chiusura quasi sdegnata all’ipotesi di una staffetta, all’assalto allupato
alla poltrona dell’amico di partito. “Coerenzi”, traduce mio figlio
Luciano, tra il divertito e il preoccupato.
Una capriola per tanti versi incomprensibile, ma perfettamente
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano,
Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
Graziella Lombardo
Garante del lettore: Attilio Raimondi
centonove pagina 2
aderente al personaggio, comunicatore compulsivo, assai
autocentrato, come ogni soggetto ambizioso. Spinte che possono
essere importanti quando ad esse corrisponde un adeguato talento
politico e culturale, che Matteo Renzi deve ancora dimostrare di
possedere e che, a giudicare dalle mosse di questi giorni, non sembra
proprio nella sua immediata disponibilità. L’incontro con Silvio
Berlusconi in chiave legge elettorale, aveva un senso, pure con tutte le
riserve sul padrone della destra. Attaccarlo era stupido e ideologico.
Una buona partenza, dunque. Stavolta, però, siamo di fronte ad un
grave infortunio perché, quale che sia l’esito del braccio di ferro,
rischia di innescarsi una spirale autodistruttiva all’interno del Pd, che
travolgerebbe pure il suo inquieto nocchiero.
Forse Matteo Renzi non si rende conto di avere di fronte un
democristiano di stretta osservanza, che proverà a resistergli fino a
dove gli sarà possibile. L’impressione è che il segretario abbia compito
un passo falso dilettantesco, prontamente amplificato della
presentazione di “Impegno Italia”, il nuovo programma di coalizione,
servitogli dal presidente del consiglio in un’affollata conferenza
stampa, appena poche ore dopo l’infruttuoso testa a testa tra i due
galli. Un programma decisamente manieristico, giacché mette sulla
carta tutte le intenzioni di Renzi, che licenziando Letta in qualche
modo rinnega il suo programma.
Di sicuro il sindaco di Firenze non tirerà indietro la gamba, troppo
arrogante per farlo, e gli sviluppi saranno tutti da scrivere. Di
altrettanto sicuro c’è che il Pd ora è sotto pressione, avendocelo posto
colui che dovrebbe curarne gli interessi. Infine, senza fare troppa
fatica, la destra marca un punto a suo vantaggio, e non piccolo.
Vantaggio che perderebbe solo se Renzi, scalzato Letta, riportasse il
Paese ai livelli che sembrano persi per sempre. Scenario improbabile,
mentre sembra più facile che Pd perda due leader in un colpo solo,
gran parte della sua residua credibilità e un bel filotto di elezioni.
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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
14 Febbraio 2014
riservato
MESSINA. La direzione Investigativa Antimafia “blocca” società, immobili, terreni, conti correnti e auto dell’imprenditore
Farinella, sequestro da tre milioni e mezzo di euro
MESSINA. Società, terreni, immobili,
polizze assicurative e conti correnti per
3,5 milioni euro. Ammonta a tanto il
sequestro di beni operato dalla
Direzione Investigativa Antimafia di
Messina ai danni Vincenzo
Farinella, cinquantuno anni,
imprenditore edile di Capizzi con
capitali che “sbocciavano” tra Mistretta
e Tortorici e venivano reinvestiti nella
piana di Catania.
Farinella era stato arrestato il 22 marzo
2007 durante la maxi operazione
“Montagna” perché, secondo gli
investigatori, grazie ai suoi rapporti
con la criminalità organizzata
nebroidea si era garantito importanti
fette del mercato degli appalti pubblici
e privati della zona. Dallo scorso
giugno si trova ai domiciliari, dopo una
condanna in primo grado a 4 anni e 9
mesi di reclusione.
Dopo aver appurati i suoi legami con il
tessuto mafioso tortoriciano e aver
scoperto una netta sproporzione tra i
beni posseduti ed i redditi da lui
dichiarati, su proposta del direttore
della Dia, Arturo De Felice, e a
seguito di accurate indagini
patrimoniali, è stato disposto il
sequestro di 3 auto, 9 autocarri, 7 beni
FINANZA. Udienza il 27 febbraio
Derivati, il Comune dice
no al dissequestro
ROMA. E’ fissato il 27 febbraio alla
Corte di Cassazione l’esame del ricorso
presentato dall’avvocato Nino Parisi
per conto del Comune di Messina,
contro il provvedimento di
dissequestro dei 18 milioni di euro alla
Banca Nazionale del Lavoro, frutto dei
contratti derivati sottoscritti sotto la
sindacatura di Giuseppe Buzzanca e
Francantonio Genovese, oltre che con
la società del gruppo Paribas, anche
con la la Dexia Group.
Il Tribunale di Messina, accogliendo la
richiesta cautelativa del Comune aveva
disposto il sequestro delle somme, ma
una ordinanza successiva ne aveva
decreto lo sbloocco. Contro questa
misura ora scende in campo l’ufficio
legale del Comune di Messina. Gli
effetti dei contratti, a seguito della
vicenda giudiziaria in corso, sono stati
congelati. Dalle casse del Comune per
effetto dei contratti derivati sono usciti
quasi quattro milioni di euro. Ma una
decisione negativa della Suprema
Corte, avrebbe effetti devastanti sulle
casse di Palazzo Zanca, già sul filo del
rasoio del dissesto finanziario.
Guido Lo Forte
immobili, 14 terreni agricoli e delle
quote di tre società: il 50% di Ca.Sa.
Rione S.n.c. operante nel settore della
produzione e commercializzazione di
prodotti agricoli e le quote della Giavin
S.r.l e della ditta individuale Farinella
Cataldo, operanti entrambi nel settore
edile. I beni che comprendono anche
polizze assicurative, conti correnti e
investimenti
finanziari erano
intestati anche alla
moglie e ai tre figli
di Farinella che
comunque è stato
riconosciuto dagli
investigatori come
il “dominus”e
l’unico “gestore” di
tutte le proprietà
familiari.
La conferenza
stampa sul
sequestro di beni a
Farinella è stata
l’occasione per
ribadire i legami
coesistenti tra la
mafia nebroidea e
quella catanese ed
evidenziare alcuni
dati relativi ai sequestri effettuati negli
ultimi anni grazie alla collaborazione
tra Dia, Ros e Procura. «Questa
sinergia - ha detto il procuratore capo
Guido Lo Forte - ha portato ad un
incremento delle misure patrimoniali,
sequestri e confische, del 500% e del
valore dei beni sequestrati del 1000%
negli ultimi quattro anni».
SOMMARIO
PRIMO PIANO
6. Rifiuti, niente di personale
L’amministrazione boccia il bilancio di
Messinambiente e manda le carte in Procura
POLITICA
9. Genovese, in bocca al Lupo!
Il deputato schiera le truppe per Lupo
10. Il partito dell’antimafia
I paladini della giustizia in corsa
per le competizioni di primavera
11. Forza Italia in marcia
Il partito si struttura all’Ars
12. Rifiuti, Di Maria sbatte la porta
Il dirigente si dimette dall’incarico
14. Ciro, voglia di Azzurro
Anche il sindaco di Acquedolci
si avvicina a Forza Italia
SICILIA
15. Teatro, inchiesta spettacolo
La Procura indaga teatranti e produttori
16. Iacp, istituto troppo autonomo
Viaggio nell’Iacp degli sprechi
18. Anoressia, si chiude il Cerchio
Tagli al centro specializzato dell’Asp
19. Metano, scoppia la guerra
Dai Nebrodi allo Jonio, Comuni in trincea
20. Salviamo lo stallone
La Regione sacrifica i purosangue
22. Depuratore nel pantano
A Vulcano, contestato il nuovo impianto
23. Un parco di guai
A Barcellona, nei guai tecnici e imprenditori
24. Il ballo del dissesto
A Milazzo, il Cga riporta i consiglieri
ECONOMIA
25. D’Amico, il Jolly nella manica
L’imprenditore perde all’asta l’albergo
26. Sanità, Messina in buona Salus
Cresce la struttura ospedaliera di Barresi
27. Siremar, tutto da rifare
Il consiglio di Stato blocca la vendita
POSTER
30. Antonello riaccende la Cultura
Una Notte per il Maestro del Quattrocento
RUBRICHE
3. Riservato
4-5. Settegiorni
24. Consumatori / Consulenti
28. Libri/La Classifica
28. Lacerti di Letture
30-31. Lettere & Commenti
30. Qui Scuola / Heritage
30. Ecologia
31. Eliodoro / 150 Parole da Palermo
31. Animal House
centonove pagina 3
TOP SECRET
ARTE CONTEMPORANEA
Uno statuto e un’evidenza
pubblica per la Gamm
MESSINA. Uno Statuto per la gestione e una evidenza pubblica per la
direzione. È a quanto sta lavorando il
Comune di Messina, in sinergia con la
Soprintendenza, per mettere a punto
la gestione della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea del Palacultura, inaugurata due anni fa. Intanto,
in occasione della Notte della Cultura,
si è proceduto a una nuova disposizione delle opere esposte.
INDENNITA’
Villa Mazzini, il Comune
pensa a una riorganizzazione
MESSINA. Nuova organizzazione e
decoro per la Villa Mazzini di Messina. Il Comune sta avviando un censimento di tutte le concessioni
rilasciate e dei canoni percepiti.
L’obiettivo è rivedere gli accordi con i
titolari dei giochi e delle piccole rivendite, che dovrebbero trovare una
diversa collocazione nel giardino storico della città.
MILAZZO
Al comune si cerca
il settimo segretario
MILAZZO. L’amministrazione Pino si
sta guardando attorno per individuare il nuovo segretario comunale.
Si tratterebbe del settimo professionista dall’inizio della legislatura avviata nel 2010. Il feeling con l’attuale
reggente Massimo Gangemi è ottimo
ma, secondo indiscrezioni, il segretario potrebbe decidere di trasferirsi in
una sede meno problematica di
quella di MiIazzo stanco di uno scontro politico acceso e ricco di insidie. Il
sindaco Carmelo Pino sta cercando di
trattenere Gangemi ma il tentativo di
lasciare sarebbe forte.
14 Febbraio 2014
settegiorni
CHI SALE
Giuseppe Buzzanca
MESSINA. Soddisfazione a distanza per l’ex sindaco di Messina. Il Comune, infatti, ha ottenuto i fondi comunitari Pon
legati al piano strategico votato
dalla sua giunta. Per Buzzanca,
però, la gioia puà essere doppia,
visto che, a celebrare il successo,
è anche l’attuale vicesindaco
Guido Signorino che, da semplice cittadino, aveva avversato
il provvedimento.
Clelia Marano
MESSINA. L’esperta del Comune
di Messina ottiene una grande
vittoria. La sua idea di destinare
gli ex Magazzini Generali della
città a luogo per accogliere i cittadini meno fortunati è diventata realtà. Lunedì 17, infatti, la
struttura sarà aperta grazie alla
sinergia con l’assessore alla Protezione Civile, Filippo Cucinotta.
A passare la prima notte insieme
agli ospiti, sarà il sindaco Renato
Accorinti.
L’INIZIATIVA
“M’illumino di Meno”,
una festa a... luci spente
Una giornata all’insegna delle luci spente,
quella che si celebra oggi (venerdì 14, ndr),
in occasione della “Festa del risparmio
energetico”. Ad aderire a “M'illumino di
Meno 2014 - Spegni lo spreco, accendi la
cultura!”, anche il Comune di Messina.
Giunta alla decima edizione, si tratta di una
campagna di sensibilizzazione radiofonica
sul risparmio energetico e sulla
razionalizzazione dei consumi, lanciata da
Caterpillar, Rai Radio2. Come disposto dagli
assessori all'energia, Gaetano Cacciola, ed
all'ambiente, Danele Ialacqua, dalle ore 13
SOCIETÀ
Infanzia, leggiamo insieme da Ciofalo
Messina. Leggiamo insieme. E’ il tema dell’incontro che si svolgerà alla libreria
Ciofalo e didicato ai più piccoli con letture, giochi e animazioni per “scoprire il
mondo che ci circonda”. Gli appuntamenti ogni sabato dalle 16.30 alle 17.30.
Necessaria la prenotazione al numero 090.675311
Amministratori Condominali, Nasce a Messina l’associazione“Sesamo”
Messina. Nasce a Messina “Sesamo”, Associazione Amministratori Condominiali.
Sesamo ha come finalità la tutela legale e la formazione di Ammnistratori di
condominio. In concerto con l'associazione Asppi, va a integrare il progetto di
valorizzazione e tutela del "patrimonio casa" e dell'esigenza "abitare".
“Ritmo Live” al Palacultura, musica sulla notazione simbolica
Messina. Sabato 15, alle ore 18, nell'Auditorium del Palacultura Antonello,
l'Orchestra multietnica "Ritmo Live" si esibirà in concerto per il cartellone
dell'Accademia Filarmonica di Messina. "Ritmo Live" è la prima formazione che
legge la musica con l'esclusivo sistema di notazione simbolica.
BROLO
Vittorio Sgarbi ricorda il maestro Miraglia
Antonello da Messina
MESSINA. Il maestro messinese
della pittura del Quattrocento è
tornato in vita grazie al social
network Facebook. Da un paio
di giorni, il suo profilo, con tanto
di autoritratto della National
Gallery, promuove la notte della
Cultura, complimentandosi con
gli organizzatori anche per i più
piccoli particolari: “Ottimo,
hanno fatto una piantina perché
il 15 febbraio non vorrei perdermi: in effetti la mia città non
è più la stessa!”.
Antonio Caffo
MESSINA. Brutto quarto d’ora
per il collega del Giornale di Sicilia. Durante la solenne presentazione della Notte della Cultura
dedicata ad Antonello da Messina, la rappresentante della soprintendenza di Messina, Grazia
Musolino, è stata interrotta da
un ripetuto “Cosa posso fare per
te?”, detto da una fanciulla con
voce metallica. Si trattava del
cellulare di Caffo, che si era attivato senza ragione.
Ruggero De Caro
CATANIA. II consigliere del Pd
della terza Circoscrizione di Catania è stato nominato nuovo
coordinatore regionale di FutureDem, prendendo il posto di
Giulio Seminara. «Accolgo con
gratitudine ed entusiasmo questo nuovo incarico e la sfida che
ne consegue, ringrazio chi mi ha
dato fiducia, a partire dal neopresidente nazionale Giulio Del
Balzo», ha commentato.
alle 14, gli uffici ed i locali
dell'Amministrazione comunale
spegneranno le luci per osservare il
simbolico “silenzio energetico”. Nel corso
della settimana, con una circolare inviata ai
dipendenti comunali, sarà trasmesso il
decalogo di “M'illumino di Meno”.
Vittorio Sgarbi
BROLO. “Ora che vedo questo mare e questi monti capisco
molte delle cose che mi diceva il mio maestro Beppe
Miraglia…”. Affacciato dal Castello di Brolo, della famiglia
Germanà, domenica scorsa, dopo una tappa a Villa Piccolo,
a Capo d’Orlando, Vittorio Sgarbi si è concesso un
momento di relax nei luoghi di Medievalia, accompagnato
da Igor Germanà. Qui ha svelato il suo rapporto con il
professore Miraglia, messinese d’origine, che insegnò a
Ferrara ed ebbe come allievo il piccolo e già eclettico
Sgarbi, a cui trasmisce l’amore per i classici, l’arte e la
letteratura.
BLITZ. La Finanza smantella un centro di riproduzione fotostatica illegate di testi universitari
Fotocopie illegitime? Sì, ma anche le copie autografate
DI
AUGUSTO CAVADI
A Palermo, ancora una volta, come
avvenuto in altre città, la Guardia di finanza
ha scoperto un centro di riproduzione
fotostatica illegale di testi universitari.
Buona notizia. Ora però se ne aspetta una
seconda. Infatti l’industria clandestina delle
fotocopie di libri in commercio è un reato
non solo odioso ma anche autolesionistico:
se un editore conta di vendere 1000 copie di
un testo, può determinare un prezzo di
copertina; se sa che ne venderà 100 copie
perché le altre 900 saranno riprodotte
fraudolentemente, sarà costretto a fissare
un prezzo triplo o quadruplo per non
andare in rosso. Ma il prezzo esoso spingerà
all’illegalità e - come in un cerchio infernale
– l’illegalità spingerà ad innalzare il prezzo.
Assodato questo chiarimento preliminare
sulla inaccettabilità dei reati contro i diritti
d’autore, va però completata la riflessione
sulla responsabilità di alcuni docenti che –
non soddisfatti degli emolumenti mensili
già decorosi, dei contributi accessori per
viaggi di studio e pubblicazioni, dei
guadagni derivanti da consulenze e altre
prestazioni fuori dalle mura accademiche –
interpretano la pubblicazione delle
dispense, e più in generale dei loro testi,
non come un servizio incluso nella loro
docenza bensì come un’ennesima fonte
di guadagno. Questa perversione arriva
a livelli incredibili per chi è estraneo al
clima di intimidazione mafiosa che si
può arrivare a respirare in alcune aule
universitarie, specie nel Mezzogiorno.
L’esempio più eclatante che non si può
non citare in proposito riguarda quei
professori che agli esami chiedono ai
candidati non solo di presentarsi con un
libro originale (richiesta sacrosanta), ma
addirittura con una copia ‘vergine’. Se
un amico, dopo aver sostenuto l’esame,
presta al collega la sua copia o se una
coppia di fidanzati studia sullo stesso
centonove pagina 4
libro per lo stesso esame, ciò viene
considerato una trasgressione. Da qui
l’idea geniale - genialmente ridicola,
ripugnante – da parte dell’esaminatore
di autografare la copia del libro dello
studente e di vietare, che qualche altro
candidato possa presentarsi agli esami
con una copia già autografata. Là dove
questa prassi è in uso, uno studente
dovrebbe avere il coraggio civico di
denunziare per abuso di potere. Ma, dal
momento che si temono ritorsioni si
finisce col subire in silenzio. E col
ricorrere a forme di autodifesa, come le
fotocopie clandestine, tipiche dei sudditi
nei regimi dittatoriali. L’intervento della
finanza può spezzare questo secondo
cerchio diabolico che dall’abuso del
docente porta alla trasgressione dello
studente che, a sua volta, inasprisce le
forme illegali di controllo e di
repressione da parte del docente.
Impossibilitati a ripiegare sulle copie
fraudolenti, gli studenti avranno adesso
un motivo in più per denunziare i prof
prepotenti. La seconda buona notizia
che attendiamo è che qualcuno di questi
vada a raggiungere in galera i titolari di
copisterie abusive.
14 Febbraio 2014
settegiorni
MESSINA. L’artista Enzo Migneco dona un dipinto alle Ferrovie dello Stato
Elvira Amata
Un treno così Togo
Si tratta di un paesaggio
siciliano che adesso adorna
Una sala della Stazione
DI
EMANUELA GIORGIANNI
Messina. “Un grande paesaggio siciliano,
sulla sinistra del quale si affaccia fuori dalla
montagna un treno velocissimo, uno di
quelli che la Sicilia non possiede ancora.
Potrebbe raccontare un passaggio da
Palermo, la capitale, alla più piccola
“Veloce come un treno”
Messina. Il treno attraversa questi ambienti,
raffigurati in maniera ideale, poetica”.
Così l’artista Enzo Migneco, in arte Togo, descrive il suo dipinto, dal
trasferisco definitivamente a Milano, volevo fare il pittore a tutti i costi,
titolo “Veloce come un treno”. L’opera, donata alle Ferrovie dello
e già dipingevo a Messina. Da quel momento in avanti tutte le discese
Stato e a Messina, ubicata nella Sala della Stazione Ferroviaria, è
a Messina le feci col treno” ricorda Migneco. Era proprio un treno
stata presentata giovedì 13 febbraio, alle 12. Presenti il sindaco,
quindi a legare l’artista alla terra della sua adolescenza. “Ho un legame
Renato Accorinti, l’avvocato Giuseppe Cardile, Dario Lo Bosco,
forte col paese nel quale sono cresciuto, al quale ritorno spessissimo per
Presidente della Rete Ferroviaria Siciliana, l’ingegnere Andrea
lavoro o per il piacere di vedere e vivere gli amici di sempre, mi basta
Cucinotta, e l’ingegnere Arturo Spataro.
chiamare e dire preparatevi che sto scendendo”. I colori forti dei
150x280cm rappresentanti un ritorno ideale verso una città
paesaggi Messinesi saranno, infatti, temi tipici delle sue opere che
fortemente amata, e un treno, compagno di vita dell’artista.
hanno conquistato il mondo.
Enzo Migneco, nasce a Milano nel 1937, ma a causa del secondo
Un grande uomo, e un grande artista, che ha sempre mantenuto
conflitto mondiale si trova costretto a spostarsi da Adis-Abeba a
l’umiltà e il piacere delle piccole cose e l’amore per la sua città. Ed è
Messina, a Roma, a Muccia e di nuovo a Messina dal 1946. Qui
proprio l’amore oper Messina che ha spinto Migneco a donarle il suo
trascorre la sua adolescenza e intraprende l’attività di pittore. “Alla
dipinto. “Vuole essere è un messaggio di buon augurio”. Un augurio
fine degli anni 50, incuriosito, faccio i primi approcci a Milano, in
affinché la Sicilia, con le adeguate strutture, possa dotarsi di nuovi
treno. Lì mio zio, Giuseppe Migneco, grandissimo artista, mi
mezzi, possa crescere, rendendo più facile a chi la ama, ma le è lontano,
ospitava nei periodi estivi, e così conobbi l’ambente. Nel ‘62 mi
di tornare a fare un saluto.
VILLAFRANCA TIRRENA
“One billion rising” contro la violenza
Dopo l'esperienza dello scorso anno, il 14 febbraio torna
il “One billion rising”, un flash mob promosso a livello
mondiale contro ogni tipo di violenza sulle donne e
dedicato in questa seconda edizione particolarmente al
tema della giustizia. L'associazione “Una di noi onlus”, in
collaborazione con i comuni di Villafranca Tirrena e
Saponara, ha previsto per il pomeriggio diversi
appuntamenti: a Saponara alle 16,30 si svolgerà l'iniziativa
“Con la violenza... nessuno vince”, una partita amichevole
di calcetto presso il campo sito accanto alla Villa Comunale
“Concordia”; alle 17,30 presso l'aula consiliare del Comune
di Villafranca Tirrena si discuterà sul tema “La giustizia per
me è...”, appuntamento aperto alle testimonianze delle
donne con la possibilità di conoscere i servizi e le attività
svolte dall'associazione “Una di noi onlus”; alle 18,30,
infine, in via Don Luigi Sturzo, di fronte al Municipio
villafranchese si ballerà sulla musica del brano “Break the
chain” per mandare un messaggio inequivocabile contro la
violenza sulle donne. Nei giorni precedenti all'evento giorni
semplici cittadini si sono preparati per flash mob mondiale
con la speranza che a questo ballo collettivo partecipino in
tanti, anche uomini, vestiti di nero e rosso. «La cittadina di
Villafranca – spiega l'Assessore ai servizi sociali e pari
opportunità, Debora Celi – è vicina alla causa ed è sempre
pronta ad appoggiare eventi di sensibilizzazione. Non solo
in queste occasioni, ma tutto l'anno ci attiviamo per
promuovere azioni in favore del volontariato,
associazionismo e terzo settore. L'appuntamento di venerdì
sarà un modo per manifestare la nostra vicinanza e riflettere
anche sul recente caso della giovane Chiara, la 19enne
romana in coma dopo essere stata picchiata dal compagno.
Bisogna prendere coscienza che questi problemi non
riguardano sempre e solo gli altri, ma anzi non sono così
lontani da noi come appaiono e potrebbero coinvolgerci in
prima persona in qualunque momento».
CHI SCENDE
ROSA E NERO
Enna, in un cassetto 5mila lire che valgono un tesoro
Enna. Aprono un cassetto e scoprono un “tesoro” in un
vecchio libretto postale che il nonno non sa di avere. E’
successo ad Enna ai nipoti di Salvatore Messina, 105 anni, ex
sott’ufficiale dell’esercito che per una vita ha fatto il
pendolare tra Enna, la città natale, e Modena, dove all’epoca
del servizio militare aveva conosciuto la moglie. Ora nonno
Salvatore si trova ad avere un gruzzoletto stimato dai tecnici
di Agitalia, associazione per la giustizia in Italia, dalle
cinquemila lire originarie sottoscritte in epoca giolittiana dal
padre del nonno a ben 650mila euro di oggi.
Barcellona commemora Attilio Manca a 10 anni dalla morte
BARCELLONA. Celebrati martedì 11, a Barcellona Pozzo di
Gotto, gli eventi commemorativi organizzati dall'Associazione
Nazionale Amici Attilio Manca (AnaAM), in occasione del
decimo anniversario della sua morte. La manifestazione
denominata "...e se Attilio fosse tuo fratello?", na visto alle
16.30, nella chiesa di Santa Maria Assunta, la celebrazione di
una funzione religiosa officiata da don Marcello Cozzi,
vicepresidente di Libera Nazionale, e da don Terenzio Pastore,
presidente della Comitato Addiopizzo Messina onlus, mentre,
alle ore 17.30, nella chiesa sconsacrata di San Vito, la
presentazione del volume di Luciano Mirone "Un 'suicidio' di
mafia". Presenti, oltre ai sindaci di Messina, Renato Accorinti,
e di Barcellona, Maria Teresa Collica, il parlamentare Francesco
D'Uva, il senatore Mario Michele Giarrusso,
l'europarlamentare Sonia Alfano, gli scrittori Luciano Mirone,
Giuseppe Lo Bianco, Luciano Armeli ed Antonio Mazzeo.
La Palermo calcistica dice addio a Corrado Viciani
PALERMO. Lutto nel calcio palermitano. Il 12 febbraio si è
spento Corrado Viciani. Il tecnico, inventore del “gioco corto”
in Italia, aveva guidato il Palermo dal 1973 al 1975 portandolo
alla prima storica finale di Coppa Italia, il 23 maggio 1974
contro il Bologna a Roma.
centonove pagina 5
MESSINA. Il consigliere dei Dr ha
la memoria corta. Elvira Amata,
infatti, ha firmato, insieme ai colleghi di gruppo, un’interrogazione in cui accusa l’attuale amministrazione
di
comportamento omissivo nella
gestione della vicenda Messinambiente. Dimenticando che la
maggior parte dei debiti sono
maturati negli anni scorsi, in cui
lei era assessore all’Ambiente.
Pippo Trischitta
MESSINA. E’ il decano dei consiglieri comunali, ma Pippo Trischitta fa errori da novellino.
Giovedi mattina, infatti, il capogruppo di Forza Italia in aula
“tuonava” contro le spese dell’amministrazione per la Notte
della Cultura: “Hanno speso
13mila euro in volantini!”. In realtà, i tredicimila euro sono il costo dell’organizzazione complessiva della manifestazione. I
volantini, (6600 tra pieghevoli,
voucher, brochure e locandine),
sono costati 1800 euro.
Tony Zermo
MESSINA. "Messina più che una
città lunare ha solo un sindaco
che è lunatico". Il giornalista etneo non perde occasione per criticare chi con la sua scritta “No
Ponte” come Renato Accorinti si
mostra ancora oggi contro
l’opera del secolo che produce
danni economici anche se non si
farà più.
Manlio Magistri
MILAZZO. All’ex manager dell’Asp 5 da quando è stato rimosso dall’incarico non ne va
bene una. In attesa che il Tar decida sulla sua sorte, durante un
controllo dei carabinieri dei Nas
al reparto Ostretricia di Milazzo
disposto dal tribunale, Magistri
nella foga di presenziare si è
rotto un piede ed è stato soccorso dai colleghi medici. Al sopralluogo successivo, al punto
nascita di Barcellona, si è presentato con la sedia a rotelle.
Salvino Fiore
SAN PIERO PATTI. L’ex presidente del consiglio provinciale
si è messo a dieta. Da quando
non ricopre più la carica è passato dalla taglia 48 alla 52. Che
fosse arrivato il momento di daris una regolata l’ha capito durante un incontro politico a Palermo quando ha tentato invano
di indossare la giacca che teneva
in auto ed è dovuto correre ai ripari acquistandone una di “fortuna” della taglia giusta.
14 Febbraio 2014
primopiano
MESSINA. Un mese di sperimentazione per il centro pedonalizzato. L’amministrazione non lascia: raddoppia
L’isola che non c’è
L’assessore alla Mobilità Cacciola: “Con la seconda fila “si mangiava?”: Messaggio che non può passare”. Tra le critiche
si inserisce anche la politica. Che per anni ha annunciato zone “free car”. Mai attuate dal 2006. Ecco quali
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Un mese di sperimentazione
non è bastato. Non è bastato
all’amministrazione guidata da Renato
Accorinti per vincere le ritrosie dei
messinesi e trovare la quadra alle
modifiche da apportare, non è bastata ai
commercianti per far tornare i conti e
convincere i potenziali acquirenti, non è
bastata ai consiglieri comunali per
capire se “è cosa buona” oppure no, se
cavalcarla o affossarla può portare voti
oppure toglierli. Da un mese, in città,
non si parla d’altro che di isola
pedonale.
L’ISOLA CHE NON C’E’. Sulle
vetrine, non tutte, non troppe, troneggia
un cartello semplice, che recita “No
Isola”. E’ domenica, e la maggior parte
dei negozi in via dei Mille, una delle
strade in cui non è più possibile passare
in auto (e posteggiare in doppia fila), è
chiusa. Eppure la strada è stracolma di
gente. Bambini soprattutto. E’ successo
che uno dei commercianti si è
industriato, ha chiamato due animatori
travestiti da Peppa Pig e davanti al
marciapiede del suo negozio si è
scatenato il delirio. Giusto di fronte, un
negozio di abbigliamento per bambini è
invece chiuso: sulla vetrina troneggia il
cartello “per un’isola alternativa”. La
schizofrenia della faccenda “isola si,
isola no” è tutta qui. “Con questo
macello di bambini di sicuro qualche
affare lo avrebbero fatto”, spiega uno dei
genitori, indaffaratissimo a contenere gli
entusiasmi di sua figlia che cammina
appena ma per spirito di emulazione
scorrazza incerta lungo via dei Mille.
Qualcun altro la butta più sull’analitico.
“Un’isola pedonale è anche questo,
giochi, luci, musica, animazione. Credo
che con una trentina di euro ciascuno, i
negozianti si assicurerebbero
animazione per un anno. I tempi sono
cambiati, la gente ha due lire in tasca e
tu commerciante devi convincerle a
scucirle, devi strappargliele. Il solo
negozio con la vetrina coi cartellini dei
prezzi scritti a penna non basta più.
Speriamo lo capiscano, altrimenti in un
anno qui i negozi si dimezzeranno, altro
che isola pedonale”. Un discorso che
non molti sembrano aver capito. Perchè
c’è ancora chi spiega convinto che “ca
secunna fila si manciava”.
INDIETRO NON SI TORNA. “ Come
sempre siamo pronti ad ascoltare tutti,
ma indietro non si torna. Se poi
l’assunto che sta alla base è che prima,
col posteggio selvaggio gli affari
andavano bene...”. La posizione esposta
con ardore idealista dal sindaco Renato
Accorinti è declinata in maniera più
concreta da chi l’isola pedonale l’ha
pensata, studiata e poi proposta,
centonove pagina 6
l’assessore alla Mobilità Gaetano
Cacciola. “Con la doppia fila si
mangiava? Questo messaggio, è
diseducativo. Il commercio deve andare
avanti, ma sempre col rispetto delle
regole. Come? Col miglioramento dei
parcheggi, con piste ciclabili e mobilità
sostenibile. E comunque nessuna
esitazione, proseguiremo l’esperienza
verificando cosa c’è da sistemare”,
spiega subito, sgomberando il campo da
dubbi. “Ci saranno piccole variazioni
che approveremo con delibere in
settimana, che non solo non
pregiudicano la dimensione dell’isola,
ma che invece daranno la possibilità di
fruire dei negozi e dei garage che ci
sono nella zona pedonale”. Sulle critiche
piovute, Cacciola dà una chiave di
lettura inedita. “Non direi pretestuose,
però ho notato che prima dell’esito del
ricorso al Tar (per la decadenza di
Accorinti da sindaco ad opera del Pd,
ndr) le critiche erano più aspre forse per
legittimare un’attesa”. Tolto il sassolino
dalla scarpa, Cacciola guarda al futuro:
“La seconda fase è riempire l’isola con
eventi e con accordi coi commercianti
per occupazione suolo meno cara in
cambio di impegno ad animare le
strade”. Poi uno sguardo al mese appena
trascorso. “Considero assolutamente
positivo l’effetto deterrente sul traffico
soprattutto da nord-sud, e l’utilizzo
massiccio del parcheggio Cavallotti:
segno che qualcuno ha capito che non si
arriva con l’auto in centro”. Il problema,
adesso, diventa politico.
POLITICA A PIEDI. Perchè, dopo i sei
mesi di sperimentazione, l’isola
pedonale potrà diventare definitiva solo
dopo un paio di passaggi tecnici e
politici. Facili i primi, per niente i
secondi. La prima delle contestazioni
arrivate a Cacciola è stata quella di
Gianfranco Scoglio, già assessore ai
Lavori pubblici sotto la giunta di
Giuseppe Buzzanca (e ancora prima
City manager) e candidato sindaco alle
amministrative di giugno del 2013.
“L’isola pedonale è illegittima perchè
non prevista dai piani urbani di traffico
e mobilità”, ha tuonato l’ex assessore, in
punta di diritto. Diretta la replica di
Cacciola, uomo che le parole non le
spreca mai a caso: “Per questo ci siamo
dati sei mesi di sperimentazione”.
Scaduti questi, l’isola pedonale andrà
inserita nel Piano urbano del traffico,
quel Put che sembra un’imprecazione,
anche perchè dovrà passare in consiglio
comunale, dove i
quattro della
“maggioranza”
sono massacrati
dai numeri a
sfavore e dalla
opposizione, che
sull’argomento fa
la voce grossa.
Mercoledi 12 il
consigliere del Pd
Nicola
primopiano
Cucinotta, che aveva presentato un
ordine del giorno per la modifica della
zona pedonalizzata controfirmato da
Fabrizio Sottile (Siamo Messina) e
Pippo Trischitta (Pdl), ha annunciato
in aula il ritiro del documento e la sua
trasformazione in proposta di delibera
perchè diventi un “atto di indirizzo”.
Nello specifico, da suggerimento diventa
richiesta all’amministrazione affinchè di
pedonale resti solo una breve porzione
di viale san Martino. E’ il primo atto
dell’aula che manifesta un interesse per
il tema dopo un mese di interviste,
interrogazioni e chiacchiere.
ISOLE CHE NON LO ERANO. In
realtà un’isola pedonale le giunte
precedenti l’avevano anche prevista.
Anzi più di una. Era stato un raggiante
Melino Capone che nel 2009, nelle
vesti di assessore alla Mobilità, aveva
annunciato percorsi ciclabili degni di
una città olandese ed un’isola pedonale
che dal teatro sarebbe arrivata al
Duomo. Ovviamente non è stato messo
Gaetano Cacciola
in cantiere un solo centimetro
pedonalizzato o ciclabile, ma nel 2011 è
arrivato uno studio di fattibilità per la
pedonalizzazione della parte inferiore
del viale san Martino, da piazza Cairoli
fino alla Dogana. L’incarico, andato
all’architetto Michele Palamara, è
stato conferito però non da Capone, ma
dal sindaco Buzzanca in persona, coi
poteri che gli derivavano dall’essere
commissario straordinario per
l’emergenza traffico. Dopo approvazione
tecnica, conferenza dei servizi, pareri
acquisiti e studio di prefattibilità, l’isola
si è inabissata nonostante il decreto di
nomina del Rup (Raffaele Cucinotta)
e l’individuazione del “project financing”
come mezzo di finanziamento. Nel
frattempo, però, buona parte dei negozi
della parte bassa del viale hanno chiuso
per sempre le saracinesche, nonostante
l’andirivieni di automobili ed il costante
parcheggio in doppia fila. Quella che era
inserita nel piano urbano della mobilità,
invece, era l’isola pedonale immaginata
da Arturo Alonci, nel 2006 assessore
all’Urbanistica della giunta di
Francantonio Genovese: piazza
Cairoli e viale san Martino chiuse al
traffico fino alla via santa Marta, con
tanto di progetto affidato allo studio di
architettura ModuloQuattro. Anche di
quel progetto non se ne sa più nulla.
L’ANALISI. Un commerciante decide di rendere noti gli incassi. E si scopre che...
Libro mastro alla mano
“FLESSIONE NEI PASSANTI, MA I GUADAGNI SONO INTATTI.
C’È CRISI, MA BISOGNA ANCHE SAPER VENDERE”
DI
TIZIANA CARUSO
MESSINA. Sui cali di vendite degli esercizi commerciali
all’interno e in prossimità dell’area pedonale si stanno
documentando in maniera bipartisan anche i consiglieri
della IV circoscrizione con in prima fila Francesco De
Pasquale e il presidente Francesco Palano Quero che
monitorano costantemente l’andazzo dell’isola. Ci sono
bar e negozi di piazza Cairoli pronti a mettere sul tavolo
dell’Amministrazione comunale cali da primato che
costringerebbero qualsiasi imprenditore con un pizzico
di sale in zucca a chiudere bottega il giorno dopo.
CHI CALA... Ci sono i fratelli Santoro, titolari dello
storico bar, che lamentano cali che vanno dal 30% al
50%, rispetto allo scorso anno. Lo stesso allarme lo
hanno lanciato franchising come Carpisa e Oviesse, il
gruppo Euronics, la multinazionale McDonald che
rispetto al pre-isola non se la passa affatto bene. Dentro
l’isola registra un calo del 30% anche Maria Arena,
titolare di “Marinely”. Appena fuori storiche gioiellerie
messinesi come quella di Filippo Burrascano
lamentano cali del 50%. Scendono del 20% rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno, gli incassi del
tabacchino “Aurora” di Maria Nunnari, mentre va un
po’ meglio alla titolare di Sanuk, Federica Mamone,
che ha registrato un calo del 38%, compensato però con
l’accaparramento di due grossi ordini che hanno
sopperito alle piccole spese dei clienti di passaggio. C’è
chi il calo di vendite non l’ha e, forse, non l’avrebbe
comunque subito, anche se può certificare una
percentuale infinitamente minore di “passeggio”
davanti al negozio.
...E CHI NO. Si tratta di Filippo Russo, imprenditore a
capo di due società che gestiscono tre punti vendita di
intimo a piazza Cairoli. Riceve centinaia di curriculum e
da lavoro a circa una ventina di persone. Grazie a un
sistema di monitoraggio che consente di contare il
numero di persone che passano davanti alla “sua”
vetrina (un sistema utilizzato a livello nazionale da molti
Filippo Russo
franchising) può accertare un calo del 40% di persone
che attraversano il “suo” marciapiede. Eppure gli incassi
dei negozi che gestisce non hanno fatto registrare un
euro in meno rispetto al periodo gennaio\febbraio
dell’anno scorso. Diversa, invece, è la situazione di un
altro punto vendita della stessa rete che si trova lontano
dall’isola pedonale e che, invece, qualche calo l’ha
avuto. Sull’isola, Russo, ha una posizione piuttosto
particolare: secondo lui il successo di un’attività
commerciale dipende dalla capacità imprenditoriale di
chi la gestisce, dallo studio di diverse soluzioni, dal saper
motivare i dipendenti e coccolare i clienti. “Se i clienti ce
li hai per quello che vendi e per come lo vendi, non li
perdi per un’isola pedonale, diversamente tutto si
complica. Io sono fortunato, ma è necessario che tutto il
tessuto sia forte – conclude Russo – se qualcuno licenzia
o chiude bottega a due passi dalla mia vetrina, viene
meno chi guadagna e quindi chi può spendere, in
quest’ottica siamo noi commercianti i primi ad avere
interesse che non si perda un solo posto di lavoro e in
questo un ruolo importante lo giocano anche
all’Amministrazione comunale e l’assessore Cacciola che
ha tutta la competenza per capire dove quest’isola
funziona e dove no”.
centonove pagina 7
14 Febbraio 2014
L’ERBA DEL VICINO
Catania, Palermo
& co. Tutti a piedi
A MILAZZO E TAORMINA GIÀ DA ANNI
IL CENTRO È PEDONALE. E A SIRACUSA...
PALERMO. E’ ottobre del 2013, e
a Palermo intorno alle isole
pedonali monta una sommossa.
Una sommossa al contrario.
Perchè, nel capoluogo, tutti
vogliono l'isola pedonale: dai
residenti e commercianti di via
Maqueda e quelli di corso
Vittorio Emanuele alta, dalla
Cattedrale al rione dei Quattro
Canti, fioccano i comitati e le
petizioni per chiedere al sindaco
Leoluca Orlando di
pedonalizzare ampie parti di
territorio. A spuntarla è proprio
via Maqueda, che avrebbe
dovuto essere riaperta al
traffico alla fine di gennaio e
che invece resterà pedonale.
Tutt’ d’accordo? Ovviamente no.
Anche a Palermo,
Confcommercio s’è messa di
traverso, ma le voci di dissenso
sono parecchio minoritarie: il 16
dicembre, a protestare e
richiedere l’apertura della
strada c’erano solo 25 esercenti.
Risultato? Via Maqueda chiusa
per altri due mesi: per la
trasformazione definitiva
occorrerà una modifica al piano
del traffico
E a Catania? Via Entea è
inaccessibile ai mezzi
motorizzati e così resterà: la
strada è stata recentemente
ripavimentata, con selciato in
pietra lavica dell'Etna, ed è ora
un'isola pedonale nel tratto che
va da piazza del Duomo ai
Quattro Canti. A Milazzo, via
Medici è stata definitivamente
trasformata in percorso
pedonale nel 2008 dall’allora
sindaco Lorenzo Italiano, non
senza polemiche, mentre oggi è
una realtà ben accetta da tutti. E
Corso Umberto a Taormina?
Pedonalizzato tra i mugugni
decenni fa, se oggi
un’amministratore si azzardasse
a proporne la riapertura al
traffico sarebbe atteso sotto
casa con torce e forconi. Ma a
Siracusa hanno fatto di più: non
solo tutta l’isola di Ortigia è
zona a traffico limitato, ma
l’isola pedonale anni fa si era
estesa anche alla centralissima
via Roma. (A.C.)
14 Febbraio 2014
primopiano
Carmelo Picciotto, terzo da sinistra, alla testa di una manifestazione di commercianti
UMORI. Per Confcommercio l’isola è il male, Confesercenti la sposa. Poi ci sono gli altri, che...
Favorevoli, contrari, terzisti
la città si divide tra favorevoli e contrari, tra chi abbraccia il “progresso” e chi rimane tenacemente
attaccato alle tradizioni. Una battaglia tra passeggiate e doppie file, raccontate da chi le vive
MESSINA. C’è “Millevetrine” che da
anni aveva abituato i suoi clienti all’isola
pedonale e che il provvedimento l’ha
sposato e lo ama quasi
incondizionatamente. Ci sono gli iscritti
a Confcommercio di Carmelo Picciotto,
sul piede di guerra e pronti a tirare fuori
cali da record con conseguenti
licenziamenti. C’è Confesercenti che
tramite Benny Bonaffini spiega:
“qualcuno strumentalizza l’isola, ma
farla decollare davvero, anziché
affossarla, dovrebbe essere un interesse
primario per i commercianti di qualsiasi
associazione”. Una sorta di mosaico di
esercizi commerciali “isolani e contenti”
Benny Bonaffini
CURIOSITÀ
Boicotta chi boicotta
MESSINA. Un primo effetto collaterale la protesta dei commercianti inizia
ad averlo. Senza grosse dichiarazioni, senza manifesti d’intenti, in città
si inizia a diffodere un vago principio di acquisto cosciente. Gruppi di
cittadini, cioè, che scelgono di non fare più compere nei negozi che
boicottano l’isola pedonale. Una “consapevolezza” che ha iniziato a
farsi strada quando, ad isola pedonale varata da non più di qualche ora,
già fioccavano i cartelli di chi non la voleva o le lamentele di chi
paventava crolli del 70% in meno di tre ore. E c’è chi, di fronte ad una
vetrina con il “NO” stampato bello grosso non solo non entra, ma
nemmeno ci si ferma più. “Ci sono talmente tante di quelle botteghe
sfitte a Provinciale, dove le auto si posteggiano una sull’altra, chi vi
impedisce di trasferire il negozio lì?”, azzarda qualcuno. Un altro effetto
collaterale? Il nuovo mondo che si apre davanti a chi la macchina la
lascia qualche centinaio di metri di distanza. E il refrain è sempre lo
stesso. “ma sai che non mi ero mai accorto di...?”. (A.C.)
e di altri già “al collasso”. C’è chi è
disturbato, quasi religiosamente, dalla
laboriosità necessaria ad alzare una
saracinesca di domenica, c’è chi ha
capito che il business è soprattutto lì. Ci
sono le commesse che non vogliono
rinunciare al sabato notte in giro per
locali e quelle che fanno a gara per
accaparrarsi lo straordinario nei giorni
festivi. Ci sono bar e negozi che vanno
avanti per “nomea” e “comodità” e
perché in fondo sono vetrina e storia
della città, altri che “affezionano”
inseparabilmente il cliente perché ci
sanno fare e, nel loro settore, vendono il
meglio. Posizioni differenti che danno la
dimensione di quanto l’isola pedonale
abbia in parte svelato e scompaginato le
criticità un sistema tanto consolidato,
quanto diviso. Che è sistema, ma che
difficilmente riesce a fare davvero
sistema. Perché, alla fine del valzer, non
vale la regola del “mors tua, vita mea”,
ma quella che perdita di posti di lavoro
e saracinesche abbassate, non si
traducono in minore concorrenza, bensì
in potenziali clienti che perdono potere
d’acquisto. Passeggiando lungo l’isola
pedonale è conta delle vetrine pro e
contro, che, in maggioranza, rivorrebbe
che i contorni di piazza Cairoli
tornassero ad essere parcheggio
selvaggio, anziché area free car. Perché, i
passanti, sono diminuita, così come
d’altronde è accaduto in tutte le isole
pedonali del mondo durante i primi
mesi di avvio. Ma per alcuni, dalla
conseguenza naturale all’apocalisse, il
passo è breve. Ti ritrovi il centro Wind
centonove pagina 8
nettamente contro, così come il bar
Santoro, c’è Carpisa che butta fuoco,
Calzedonia, Intimissimi e Tezenis che,
rispetto ad altri, si lamentano
infinitamente meno, la via dei Mille,
tendenzialmente, è felice e contenta,
furibondi sono i proprietari delle edicole
di piazza Cairoli e il titolare del chiosco,
ancora più nero è il lato a valle della
piazza. Con l’isola che ha diviso anche
l’opinione dei messinesi, tra chi è a netto
favore, chi assolutamente contro e chi la
vuole “diversa”. A prevalere è senz’altro
quest’ultima e, in particolare, la corrente
di chi desidera “di più” e “di meno”.
Ovvero: molto più decoro e attrattive e,
magari, qualche metro quadro di area
pedonale in meno. Ad andare per la
maggiore sono, infatti, quelli che “in
medio stat virtus”, convinti che «piazza
Cairoli con le fioriere senza piante e le
cartacce nelle aiuole è lontana
dall’essere “il” salotto buono, ma almeno
ci si è tolti dai piedi una volta per tutte i
fracassoni con le luci cromate o gli
scooter truccati che rombano contro i
pedoni» o che «tutto sommato l’aver
chiuso al traffico il cuore della città e
altre aree limitrofe ha sì creato disagi,
ma sopportabili». A rafforzare questa
tesi c’è soprattutto il piano messo a
punto dall’assessore alla Mobilità
Gaetano Cacciola, il primo, ad onor di
cronaca, ad aver pedonalizzato un’area
“scervellandosi” sul come non
“ingorgare” l’intera zona. E, nonostante
qualche primo “intoppo” e qualche altro
problema che ancora persiste
soprattutto lato valle di piazza Cairoli,
in materia di viabilità alternativa, si è
guadagnato una promozione quasi
unanime. Non manca però chi ribatte:
“non c’è traffico, perché non ci sono
parcheggi e la gente sta cominciando a
non frequentare più il centro città con
gravissime conseguenze per il
commercio”. Teoria tuttavia smentita dal
soltanto parziale utilizzo del parcheggio
di via La Farina e dal fiume di messinesi
che hanno percorso in lungo e in largo
piazza Cairoli e il viale San Martino nel
primo week end senza pioggia. E quindi
dove sta il problema? Secondo alcuni
commercianti di piazza Cairoli, è
soprattutto infrasettimanale, ed è anche
racchiuso nel commercio di “passaggio”
o di “parcheggio”… Insomma, in quella
che è ormai una sedimentata vocazione
di piazza Cairoli: si parcheggia (anche in
seconda o in terza fila), si va a prendere
il caffè, ci si ferma ad acquistare una
borsa o un paio di scarpe, poi si riparte e
passando davanti a una profumeria ci si
ricorda che manca una crema, già che ci
siamo c’è una vetrina con il 70% di
sconto e ci si ferma per rifare il
guardaroba “scolastico” del bambino,
infine l’inversione per tornare a casa, ma
senza far mancare l’acquisto di uno
smalto, con l’auto che attenua quella
naturale spossatezza da shopping di chi
deve fare 500 metri a piedi. Adesso che
tutto questo non è più possibile e che la
sosta attorno a piazza Cairoli e vie
limitrofe è davvero off limits,
inevitabilmente, ci si “scompensa”.
(T.C.)
14 Febbraio 2014
politica
DEMOCRATICI. Il deputato del Pd schiera le truppe per il segretario uscente. Ecco perché
Genovese, in bocca al Lupo!
E’ scontro sul numero dei seggi da destinare alle primarie, che il leader vorrebbe aumetare rispetto
alle consultazioni dello scorso dicembre. L’obiettivo è pesare, guadagnando il posto per Bruxelles
E l’effetto europee giunge anche a
Messina, sotto forma di seggio per le
primarie. Quelli chiesti in gran numero
(molto più delle ultime primarie
nazionali) da Francantonio
Genovese, il deputato del Pd che ha
deciso di appoggiare “pesantemente”
Giuseppe Lupo per contarsi. E per
avere garanzie sulla candidatura.
LO STATO DELL’ARTE. A Messina,
in vista della consultazione di
domenica 16 febbraio, l'area di
Genovese è tornata a mobilitarsi in
forze per dimostrare di contare ancora
molto numericamente. Si trova a
fronteggiare uno schieramento di forze
che unisce i sostenitori di Fausto
Raciti e di Antonella Monastra
che cercherà di trattenere l’affluenza di
apparato. Sono state presentate le liste
per l'Assemblea Regionale e, salvo
qualche nominativo, il dato che risalta
è la mancanza di nomi di peso
provenienti dalla città di Messina. Le
primarie di domenica saranno un
banco di prova importante per
Genovese: dovrà dimostrare, infatti,
che numericamente conta ancora
qualcosa dentro il Pd messinese.
Dimostrazione che potrà passare
esclusivamente da una forte
affermazione ai seggi.
BIZZE SUI SEGGI. Non si sa ancora
bene, infatti, quanto lungo sarà il
tempo di attesa che separa Genovese
dall'allontanamento o meno dal Pd
verso altri e più comodi lidi. In ogni
caso, il deputato messinese dovrà
dimostrare che i numeri a Messina
sono dalla sua parte. Nel sostenere
Peppino Lupo, sta profondendo molte
energie e che voglia fare bottino
pieno lo dimostrano le forti e
pressanti richieste rivolte al segretario
Francantonio Genovese
provinciale Basilio Ridolfo per
aumentare il numero dei seggi nella
città di Messina. Una richiesta che sta
trovando una fortissima opposizione
da parte del fronte dei sostenitori di
Raciti e di Monastra, che ritengono
non opportuno un aumento
indiscriminato dei seggi. «Aumentare i
seggi? Perché?». Questo hanno chiesto
a voce unica al segretario provinciale i
racitiani e i monastriani messinesi, i
quali ritengono che l'aumento del
numero sia solo congeniale a favorire
l'afflusso di “truppe cammellate” del
leader un tempo incontrastato, ovvero
quelle che, in occasione delle primarie
di dicembre scorso, non si
presentarono al voto. «Se per Renzi-
Cuperlo sono andate a votare 3800
persone, in città, cosa dovrebbe
spingere ora una massa doppia o
tripla a votare per primarie regionali,
importanti, certo, ma sicuramente non
come quelle nazionali, dove in ballo
c'era il nome di Renzi..?», si chiede
ironicamente Alessandro Russo. Lo
scontro ha raggiunto il calor bianco
con un documento dei consiglieri
comunali genovesiani contro le
logiche dei sostenitori di Raciti, a cui
è stato risposto fermamente dai
renziani, dal deputato Filippo
Panarello e dai monastriani. Per il
fronte antagonista il timore è sempre
quello denunciato da diverso tempo:
aumentare il numero dei seggi
significa stimolare voto strutturato,
controllato e controllabile dalle
strutture e dalle segreterie.
TRATTATIVE E LISTE. Nonostante le
forti pressioni e le altrettanto vivaci
resistenze (a capeggiare il fronte
genovesiano, è il capogruppo del Pd al
Comune, Paolo David), la mediazione
potrebbe passare per l'aumento di un
solo seggio rispetto agli otto delle scorse
primarie, anche se le trattative sono
serrate in queste ultime ore. Le liste
presentate all'Assemblea Regionale del
Partito, invece, sono tutte costruite con
prevalenza netta delle aree di influenza
dei vari maggiorenti delle componenti.
Pertanto, se la lista che sostiene Peppino
Lupo vede una netta preponderanza
della componente cittadina e jonica dove fanno la parte del leone sia
Genovese e Franco Rinaldi, che
l'assessore regionale Nino Bartolotta
- e vede al suo interno nomi
tradizionalmente vicini a Genovese,
come Raffaele Verso, Oriana
Puglia e la capolista Vincenza
Maccora, sindaco di Sinagra, quella
che sostiene Antonella Monastra composta dall'area Civati - vede una
prevalenza della città, con nomi
storicamente rilevanti per il PD locale,
come Sharon Schächter, Simone
Di Cesare e Antonio Foti di Milazzo.
La lista a supporto di Fausto Raciti (che
sarà al Comune di Messina oggi,
venerdì 14 ndr, alle 10 e 30), infine,
non appare caratterizzata molto in città.
Anzi, sembra prevalere la componente
che fa capo a Pippo Laccoto e alla
sua zona tirrenica, che infatti piazza il
capolista, Paolo Scarvaggi e diversi
nomi di sua provenienza entro i primi
dieci posti. I “renziani storici”
strappano due posizioni eleggibili, ossia
Maria Luisa Di Blasi, vicina al
gruppo Quero-Russo-D'Arrigo di
provenienza jonica e Vincenzo
Amato, avvocato di Gioiosa Marea.
Ciò che risalta è l'apparente basso
profilo della lista a sostegno di Raciti:
mancano nomi di peso e di
riconoscibilità nella città di Messina,
che avrebbero certamente potuto
trainare maggiormente il candidato
catanese nel difficile campo di battaglia
della città dello Stretto. (D.D.J.)
MESSINA
Modica in campo
LA COMPONENTE USCENTE DELL’ESECUTIVO PUNTA
AL COORDINAMENTO. PRETENDENTI A QUOTA QUATTRO
Quotazioni ferme, in attesa dell’esito delle primarie
regionali, per la corsa alla segreteria cittadina del
Partito democratico di Messina. I nominativi più
“quotati” restano ancora quelli di Alessandro
Russo, Felice Calabrò e Piero David, ai quali si è
andato ad aggiungere quello di Liliana Modica,
membro uscente dell’esecutivo regionale del Partito.
In questo clima da “niente di nuovo”, proiettato al
superamento della fase delle consultazioni per il
nuovo leader regionale, le varie componenti non si
soffermano molto a ragionare sul congresso cittadino
che, tuttavia, si auspica possa tenersi in strettissimi
tempi, subito a ridosso del congresso regionale. I
nomi in lizza restano sempre quelli delle ultime
settimane, con Felice Calabrò che - non smentendo
né confermando le sue discussioni in corso con il
Presidente della Regione, Rosario Crocetta sembra essere in questa fase più in linea con
l'appartenenza a Francantonio Genovese, come
l'individuazione nella lista a supporto di Peppino
Lupo di nominativi ritenuti vicini all'avvocato e
all'assessore Nino Bartolotta dimostrerebbe. Gli
addetti ai lavori danno Alessandro Russo molto in
movimento in questi ultimi tempi, come tratto
d'unione tra le varie componenti cittadine, nel
tentativo di cucire un fronte politico il più ampio
possibile sulle proposte politiche alternative da
centonove pagina 9
contrapporre alla corrente che si riferisce a Genovese.
Allo stesso tavolo di gioco, Piero David, più defilato
rispetto a Russo e Calabrò, e ufficialmente ancora
neppure in corsa, privilegiando - i componenti
dell'area Civati - una candidatura che raccolga la più
ampia condivisione locale.
Nelle ultime ore, infine, prende quota l'idea di una
candidatura di genere, nella figura di Liliana Modica.
Genovesiana di ferro fino a non molto tempo fa,
oggi altrettanto ferrea renziana, dovrebbe costruire
un fronte molto ampio e trasversale, che al
momento sembra difficile possa coagularsi, poiché se
una candidatura di “discontinuità” dovrà
individuarsi, difficilmente potrebbe scegliersi un
nome come il suo, che comunque ha una
appartenenza molto caratterizzata, per unire le varie
anime del partito messinese. (D.D.J.)
14 Febbraio 2014
politica
L’INIZIATIVA
«Silvio, corri da noi!»
L’APPELLO ALL’EX SENATORE
PER CORRERE ALLE CONSULTAZIONI
NEL COLLEGIO DELLA TRINACRIA.
ECCO LE MOTIVAZIONI
Antonio Ingroia
Sonia Alfano
Altro che Romania, la candidatura
di Silvio berlusconi alle elezioni
europee dovrà essere targata Sicilia.
«I siciliani onesti che credono in un
Paese libero, il popolo di Forza Italia,
chiedono a Berlusconi di correre
nell'Isola e competere alle elezioni
europee». È questo l'invito lanciato
al leader di Fi dal senatore Vincenzo
Gibiino, coordinatore del partito
Beppe Lumia
EUROPEE. I paladini della giustizia in corsa per le competizioni di primavera
Il partito dell’antimafia
Primo a sciogliere le riserve Beppe Lumia. Alfano decisa a candidarsi ma non sa ancora con chi.
Ma si guarda attorno anche Antonio Ingroia e dà la disponibilità il “diplomatico” Carrara
MESSINA. Giuseppe Lumia, Nicolò
Marino, Sonia Alfano, Antonio Ingroia,
Carmelo Carrara: quanto appeal ha
l'Antimafia per le elezioni europee? Se
lo chiedono in tanti, in vista delle
prossime competizioni di primavera
che vedono schierati in panchina una
serie di protagonisti dell’Antimafia
militante. Il primo a sciogliere la
riserva è stato Beppe Lumia, senatore
del Megafono, che con la stessa sigla
dovrebbe candidarsi alle Europee.
Un fatto che investe a cascata
l’assessore regionale all’Energia, il
magistrato della Dda Nicolò Marino,
che, entrato in rotta di collisione con il
governatore Crocetta sulla gestione dei
rifiuti, sta spostando il suo orizzonte
verso altri lidi: ha smentito una
candidatura in Forza Italia, ma di certo
non sembra orientato ad accettare la
carica di senatore del “Megafono”, che
gli pioverebbe addosso come terzo in
lista dopo l’annunciata rinuncia del
mecenate Antonio Presti, che seguiva
a ruota Lumia nella lista del Megafono.
Decisa a candidarsi, ma non si sa
ancora con chi, c’è Sonia Alfano,
presidente della commissione
antimafia della Ue. L’europarlamentare
di Barcellona è in gran movimento,
interviene e polemizza con il vescovo
di Cremona Dante Lanfranconi sul
tema della discriminazione verso gli
omosessuali, è presente su tutti i
dibattiti che investono la sicurezza dei
magistrati, da Di Matteo al procuratore
di Trapani Viola, non perde occasione
per rintuzzare la gestione anomala di
alcuni pentiti da parte della Procura di
Messina, come Maurizio Marchetta,
ritenuto non attendibile dai giudici, ma
gradito ad ambienti politici vicini al
presidente della Regione: Maurizio
Marchetta, fra tanti ospiti istituzionali,
è stato notato da alcuni agenti alla
festa di compleanno di un anno fa di
Rosario Crocetta.
Tra quest’ultimo e Sonia Alfano non c’è
mai stato grande “feeling”, nonostante
il rapporto di forte intesa tra
l’eurodeputata e Beppe Lumia: insieme
andarono da Provenzano in cella, per
convincerlo a collaborare. Tra tutte
quella della Alfano è la candidatura
più incerta. Si è liquefatto l’Idv, il
partito dell’ex Pm di mani pulite Di
Pietro, che l’aveva eletta al parlamento
europeo e ultima sponda resta il
Movimento “5 Stelle” di Beppe Grillo:
per mesi si è vociferato di una
manovra di Sonia Alfano, d’accordo
con i vertici dei Ds, per canalizzare il
malcontento di una ventina di deputati
del Movimento di Grillo, pronti a fare
da stampella ai Ds. Ma il progetto,
nonostante le indiscrezioni
giornalistiche, non è mai decollato.
Interrogata sul punto Sonia Alfano ha
glissato: “Sto valutando delle
proposte…” .
Reduce dalla batosta del suo
Movimento, si guarda intorno anche
Antonio Ingroia, passato a fare il
commissario di Sicilia E-Servizi,
impegnato a tempo pieno a far politica
nella sua “Rivoluzione civile”. A parte
le avances di Crocetta, che lo ha
chiamato a guidare la società mista
della telematica, finita nell’occhio del
ciclone per avere assunto anche
qualche parente di troppo del mafioso
Bontande, Ingroia dopo il rifiuto di
trasferirirsi ad Aosta, dove avevano già
affisso la targhetta prima che arrivasse,
ha dismesso i panni del magistrato,
dopo il provvedimento del Consiglio
superiore della Magistratura.
Chi invece si è dichiarato disponibile a
una candidatura di servizio nelle file
dell’Udc, è Carmelo Carrara, marito di
Ester Bonafede, assessore alla
Famiglia del governo Crocetta.
Diplomatico come sempre, Carrara ha
rifiutato di fare qualsiasi commento
sulla bufera che ha investito l’Agenzia
per i beni confiscati alla Mafia, guidata
dal prefetto Caruso, duecentomila euro
di compenso l’anno, finita al centro
delle verifiche della commissione
Antimafia nazionale. Rosy Bindi vuole
vederci chiaro sui 3600 beni confiscati
alla mafia, tanti localizzati in Sicilia
come la Villa Santa Teresa di Bagheria,
dei quali pochi producono profitti e
molti producono parcelle d’oro per
curatori e avvocati sulle quali la Bindi,
con il piglio che la distingue, ha
annunciato controlli a tappeto.
centonove pagina 10
E.B.
Silvio Berlusconi
nell'isola. «In queste settimane aggiunge - ho visitato la Sicilia in
lungo e in largo, l'affetto e la stima
per il Cavaliere sono immensi,
incondizionati, sentimenti veri e
profondi nei confronti di una
persona che ha fatto la politica con il
cuore e per il bene del Paese. La
congiura ordita contro il suo
Governo nel 2011 in queste ore si
svela in tutta la sua meschinità, la
gente lo ha ormai capito e per
questo desidera che Silvio Berlusconi
riprenda in mano la nostra Italia per
traghettarla fuori dalla crisi. Non
posso che farmi portavoce del
desiderio espresso dai miei
concittadini - conclude il senatore
Gibiino - e che pienamente
condivido: il Presidente in campo
sempre, per un'Italia libera e giusta».
14 Febbraio 2014
politica
ALTRI FRONTI
CENTRODESTRA. Il partito si struttura all’Ars e apre i circoli
Forza Italia in marcia
In provincia di Messina, secondo il coordinatore Angelo Caristi,
i club azzurri sono già più di 200. Pronti a tornare alcuni big
Giuseppe Ardizzone
Giovanbattista Coltraro
Megafono, strategie attorno a un tavolo
PRANZO AL RISTORANTE “I GUZZINI” DI CASTELDACCIA TRA I RESPONSABILI PROVINCIALI
DEL MOVIMENTO PER DECIDERE IL FUTURO DOPO IL VETO DEL PD AL LEADER CROCETTA
Vincenzo Gibiino
Scosse di assestamento dentro
Forza Italia in Sicilia che, nella ricerca
della sua nuova identità regionale, ora
diventa un cappello a tre punte. Mentre il
deputato regionale Giuseppe Milazzo,
lascia il nuovo centrodestra di Angelino
Alfano e Renato Schifani per fare
parte degli azzurri, all’Assemblea
regionale siciliana si forma ufficialmente
il gruppo, benedetto da Silvio
Berlusconi e dal coordinatore regionale
Vincenzo Gibiino.
Al ruolo di capogruppo arriva Marco
Falcone, cui si aggiunge come “vice”
Vincenzo Figuccia. E a dare man forte
ci sono sempre Salvo Pogliese e
Giorgio Assenza. Ma la novità è la
reazione “forte” di Saverio Romano,
che insieme a Gianfranco Miccichè
rivendica il nuovo corso, ma lascia il logo
fondante della ditta: “Pid-Grande Sud”,
con tre deputati all’attivo, tra cui
Bernardette Grasso.
L’ex ministro dell’Agricoltura ha criticato
l’eccessivo peso dato alla componente
orientale del partito, a scapito del ruolo
storico svolto dai leader palermitani. Ma
a questa grana, che non è solo dialettica
ma investe direttamente la
rappresentanza del gruppo in Sicilia, se
ne è aggiunta un’altra: la lista Musumeci,
cui fanno capo altri tre deputatimantiene il logo “Forza Italia”. Una
ragione c’è: in nome e per conto di
questo gruppo, il messinese Santi
Formica sta già scandagliando il territorio
e le alleanze politiche necessarie per una
candidatura alle Europee.
Ferve intanto la nascita del club in
provincia di Messina. «Sono già più di
duecento», gongola Angelo caristi,
coordinatore cittadino, che tra le altre
cose prevede anche corsi di formazione
politica curati da Salvatore Vernaci.
Tra le persone che si sono viste nella sede
ufficiale di Forza Italia, per incontrare
Gibiino, l’ex assessore agli enti locali
Antonio d’Aquino, l’ex assessore
provinciale Armando Lopes,
Giovanni Princiotta, l’ex assessore
provinciale Santino Foti. (R.C.)
Un vertice di tutti i coordinatori
provinciali del Megafono, presenti gli
onorevoli Giovanbattista Coltraro,
Nello Di Pasquale e Nino Oddo,
oltre che il coordinatore Antonio
Malafarina, per decidere quale
futuro dare al Movimento politico, “Il
Megafono. Lista Crocetta”.
L’’incontro si è svolto al ristorante “I
Guzzini” di Casteldaccia. E tra una
portata di pesci, come antipasto, e tre
assaggi di primi piatti, si è deciso
anche “che pesci pigliare all’interno
del partito”. All’origine dell’incontro,
un chiarimento tra tutti i
cocordinatori territoriali dopo il veto
posto a Rosario Crocetta dal Pd: il
segretario uscente Giuseppe Lupo
ha dettato un aut aut al governatore
sulla natura giuridica del Megafono:
un partito o solo un movimento
d’opinione?
«Le indicazioni che sono venuti da
questo incontro - spiega Giuseppe
Ardizzone, coordinatore del
Megafono a Messina - sono quelle di
strutturare un partito-movimentio
nell’area del centrosinistra, che abbia
un’autonomia propria tanto dal Pd,
nel quale non ci riconosciamo, quanto
dall’Udc, che è solo un partito
alleato».
«Più che di simboli - aggiunge Nello
Di Pasquale - ci siamo incontrati per
decidere come strutturare il partito
nel territorio. Perché è questo che
vogliano fare: essere vicini alla gente.
Portare avanti le nostre istanze per i
territori del Sud…».
Dell’incontro è stato informato il
presidente Crocetta, ancora a letto
ammalato a Tusa. Non è esclusa
l’ipotesi che il gruppo “Megafono”
cambi logo e nome. E perda anche
l’indicazione: lista Crocetta. Su questo
punto i vertici del Pd sono stati molto
duri con il presidente, oggi in quota
Gianni Cuperlo, accusandolo anche
di avere chiesto fondi ai tesserati per
dare via al tesseramento. Ipotesi che
oggi potrebnbe riprendere forza.
«Ma le basi di partenza del
movimento restano sempre quelle, le
stesse che hanno determinato
l’elezione di Rosario Crocetta alla
Regione…». (R.C.)
SVOLTINE
Casinò, Palazzo dei Normanni dice “sì”
Nino Germanà
L'Assemblea regionale sicialiana ha approvato il disegno di legge-voto per
l'apertura di due casinò in Sicilia, uno a Taormina e l'altro a Palermo. Il testo adesso
passerà al vaglio del Parlamento nazionale che dovrà legiferare poiché la regione non
ha potestà legislativa primaria in questa materia. Il ddl-voto è passato a maggioranza,
col voto contrario dei 12 deputati 5stelle e con 4 astenuti. Il ddl-voto, costituito da un
solo articolo e approvato dall'Ars, prevede l'apertura dei casinò in deroga al codice
penale, motivo per cui la competenza è dello Stato. Dopo l'eventuale ok da Roma, l'Ars
tornerà a legiferare sul “procedimento per l'individuazione delle sedi dei due casinò
nei territori di Taormina e Palermo, le modalità di gestione delle case da gioco”. Oltre
al ddl-voto, l'Assemblea, sempre questo pomeriggio, ha approvato anche un ordine del
giorno, a firma di Lino Leanza (Art.4) e Nino Germanà (Pdl-Ncd), che impegna il
governo ad affrontare la questione relativa all'apertura delle case da gioco in
commissione paritetica.
centonove pagina 11
14 Febbraio 2014
politica
IN TRIBUNALE
Marzo infernale
GLI APPUNTAMENTI CON LA
LEGGE: DA IVA A FINANZIARIE
MESSINAMBIENTE. Il commissario liquidatore risponde all’amministrazione, poi rassegna le dimissioni
RIfiuti, Di Maria sbatte la porta
Palazzo Zanca boccia i bilanci 2011 e 2012, l’amministratore della Spa ribatte punto su punto,
dai contenziosi con l’Ato al personale. E accusa le precedenti gestioni. Anche da parte del Comune
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Pronto a dimettersi il
commissario liquidatore, già dimessi i
tre membri del collegio sindacale. Nel
giro di una settimana, dalla bocciatura
da parte del Comune dei bilanci 2011 e
2012, Messinambiente è piombata nel
caos. Più di quanto non lo fosse già.
La notizia della bocciatura dei bilanci da
parte del socio unico, ha fatto allertare i
creditori, parecchi, della partecipata.
Che in settimana hanno recapitato
decreti ingiuntivi e qualche istanza di
fallimento. A finire sulla graticola, suo
malgrado, è stato il commissario
liquidatore Armando Di Maria. Che
risponde all’amministrazione. E poi va
via sbattendo la porta. Forse.
RISPONDO E VADO VIA. Di Maria a
fare da capro espiatorio non ci sta. E a
palazzo Zanca tira un bel po’ di
scoppole. Intanto sull’annoso problema
del contenzioso con l’Ato, indicato dal
Comune come uno dei motivi che hanno
portato alla bocciatura del bilancio. “Il
contenzioso era già esistente negli anni
2009 e 2010 e di esso vi era traccia nei
bilanci già approvati, quindi il Comune
ne era a conoscenza”. Un’accusa che non
sfiora l’attuale amministrazione, salita in
carica a giugno 2013, ma che la dice
lunga sul come venivano gestiti i
resoconti finanziari delle partecipate
fino a qualche anno fa.
L’amministrazione attuale viene però
“chiamata di correo” quando De Maria
afferma che “nell’ultima assemblea del 4
febbraio il Comune si è riservato di
impartire disposizioni al riguardo”, cioè
di dirimere la controversia interna con
l’Ato3. E infatti, secondo il commissario
liquidatore, “Messinambiente ha
sollecitato in tutte le forme possibili la
definizione del contenzioso”. Sul
secondo punto che ha portato alla
bocciatura, il costo troppo alto per il
personale (o, letta in altra maniera, il
troppo personale dati i costi ed i
servizi), Di Maria rispolvera il ruolo da
direttore, così come ancora lo chiamano
in azienda, e lancia in resta si pone a
difesa dei “suoi” dipendenti. “Il loro
numero è congruo rispetto ai servizi e le
retribuzioni sono determinate da
contratti nazionali collettivi di lavoro.
MESSINA. Marzo sarà un mese che non
dimenticherà facilmente, Armando Di
Maria. Delle decine di procedimenti in cui
è coinvolta Messinambiente tra civili, penali
e tributari, il commissario liquidatore sarà
chiamato a rispondere davanti ai giudici
per una decina di volte. La prima, e più
importante, è la sentenza, attesa per il 28
marzo, sul processo che vede Di Maria
imputato insieme a Nino Dalmazio in
qualità di amministratori negli anni
2007/2009, in cui Messinambiente ha
omesso di versare l’Iva. Altro processo,
penale in cui comparirà Di Maria è quello
relativo ad una denuncia fatta dalla
Provincia per la presenza di rifiuti nella
piattaforma di Pace. Un altro paio di
procedimenti riguardano le discariche
abusive presenti in giro per la città, mentre
in un altro il commissario liquidatore siederà
sul banco degli imputati per una denuncia
di una finanziaria per le trattenute sulle
buste paga dei dipendenti. Che l’istituto
finanziario non ha potuto prelevare perchè
le buste paga a Messinambiente da anni
arrivano cronicamente in ritardo. (A.C.)
Una eventuale riduzione va correlata ad
una rimodulazione dei servizi”. E poi,
colpo su colpo, dal costo delle cause coi
fornitori (“obiettivamente modesto”,
scrive), a quello del centinaio di
dipendenti reintegrati con sentenza del
tribunale e delle spese legali (“giudizi
avviati negli anni precedenti”), di Maria
spiega la sua versione. Alla fine, è
ZOOM
Tutti pazzi per il “door to door”
IL CONSIGLIO COMUNALE VOTA UN ORDINE DEL GIORNO PROPOSTO DA ANTONELLA RUSSO.
E A CAMARO SI ATTIVA NUNZIO SIGNORINO. PERCHÈ I CASSONETTI NON SONO RAGGIUNGIBILI
MESSINA. Per anni l’argomento non è mai stato nemmeno sfiorato, dato il
disastroso stato della gestione dei rifiuti, ma da quando è entrata in vigore la
Tares, la raccolta porta a porta sembra essere diventata l’argomento più
gettonato del tema. E mentre l’amministrazione scandisce il conto alla
rovescia per la partenza, il consiglio comunale vota l’ordine del giorno
proposto da Antonella Russo che dà indirizzo alla giunta di procedere, e pure
alla svelta. Ma non è solo in consiglio comunale che si procede. Ad attivarsi,
fuori dai canoni “ufficiali”, è un consigliere della terza circoscrizione, Nunzio
Signorino, rimasto orfano di partito. Signorino, eletto a giugno col Pdl, non
particolarmente tentato di entrare in Forza Italia nè nel Nuovo Centrodestra e
quindi accasato oggi col gruppo misto, ha bypassato la routine consiliare e si è
rivolto direttamente a Daniele Ialacqua, assessore all’Ambiente. A Camaro,
zona in cui Signorino abita, ci sono almeno cinque strade in cui gli
autocompattatori di Messinambiente arrivano di rado e con difficoltà: via
Polveriera, il centro storico di Camaro Superiore, via Stazione, contrada
Spadafora e strada Leone. La soluzione? Via i cassonetti: Signorino ha
proposto di iniziare in via sperimentale la raccolta porta a porta proprio da
Camaro. L’amministrazione, però, non ha ancora risposto. (A.C.)
centonove pagina 12
Nunzio Signorino
politica
l’ultimo a cui è restato in mano un
cerino acceso parecchio tempo addietro.
Che l’oggi commissario liquidatore ha
accettato di portare finchè ha sentito di
avere il supporto di un’amministrazione
alle spalle. Venuto a mancare, ha gettato
la spugna. E ha rassegnato le dimissioni.
I RILIEVI DEL COLLEGIO. Insieme a
quelle di Armando Di maria, sulla
scrivania del sindaco Renato
Accorinti e dell’assessore all’Ambiente
Daniele Ialacqua sono arrivate anche
le dimissioni di Carmelo Brigandì,
Patrizia De Luca e Agata Rinciari,
l’intero collegio sindacale di
Messinambiente. Che qualche sassolino
dalla scarpa ha ritenuto opportuno
toglierselo. Iniziando da dove aveva
terminato Di Maria: il Comune
conosceva da tempo i bilanci che poi
sarebbero stati bocciati. Il primo
documento respinto, quello del 2011,
infatti, è stato sottoposto all’assemblea
dei soci, quindi al Comune, quando
ancora Giuseppe Buzzanca era
sindaco della città ed Elvira Amata ne
era assessore all’Ambiente, il 22 agosto
2012, ed ha continuato ad essere a
disposizione anche con la gestione
commissariale di Luigi Croce. Quello
del 2012, invece, è arrivato a fine
dicembre del 2013, quindi a giunta
Accorinti ben insediata. Sei assemblee
utili alla discussione dei bilanci, fanno
rilevare i tre del collegio, sono andate
deserte. E anche sulle perdite prodotte i
tre hanno sparato a palle incatenate: “Il
mancato o ritardato pagamento dei
corrispettivi relativi all’espletamento del
servizio, anche nel corso della procedura
di liquidazione, nonostante il socio
Comune avesse assunto l’impegno di
farsi carico della totale copertura dei
costi del servizio con cadenza mensile,
ha determinato maggiori costi per
interessi e sanzioni nonchè problemi con
creditori, personale ed erario”.
Disavanzo patrimoniale, specificano,
ben conosciuto al Comune. Che però ha
fatto spallucce, facendo andare deserte
o rinviando la bellezza di undici sedute,
dal 2010 al 2012. Anche qui, accuse che
non riguardano nuova amministrazione
se non marginalmente. Infine un
numero: dei trenta milioni e rotti di
deficit patrimoniale, certifica il collegio,
oltre venticinque sono imputabili a
sanzioni e interessi per il mancato
pagamento di tasse, a sopravvenienze
passive di accordi con l’Ato3, e ad
accantonamenti per fondo di
svalutazione crediti. Per ultimo, una
frecciata al veleno: “Il Comune non ha
ritenuto di interpellare gli organi
predisposti al controllo della società che
esso stesso aveva nominato e si è invece
avvalso di soggetti esterni (Leonardo
Termini, il consulente dell’assessore al
Bilancio Guido Signorino, ndr.) che
anch’essi hanno ritenuto di non dover
interpellare il collegio sindacale”.
Risultato? “Non sussistono le condizioni
per continuare ad espletare i propri
compiti”. E quindi dimissioni.
14 Febbraio 2014
Il commissario liquidatore di Messinambiente Armando Di maria
IL CORSIVO
Metropoli per caso
DI
GIOVANNI FRAZZICA
Nel mese di novembre
2013 il prof. Michele
Limosani riceve un’invito
telefonico da parte del
Presidente dell’Ars, on. Giovanni
Ardizzone, per intervenire ad un
convegno dell’Udc in cui si parla di
aree metropolitane. Limosani accetta,
partecipa e svolge un intervento che
piace e che risulta compatibile con
quello del prof. Josè Gambino,
docente di Geografia dell’Ateneo di
Messina. Incassati i complimenti degli
amici post-democristiani del ministro
D’Alia, l’economista Limosani ed il
geografo Gambino decidono di
lavorare insieme per mettere a punto
un progetto più organico e articolato
di area metropolitana dello Stretto,
con un profilo utlile anche ai fini di un
eventuale riconoscimento in sede
europea.
Il lavoro, un panphlet di 17 pagine, è
anche l’unico sforzo fatto da due teste
pensanti che hanno lavorato in
sinergia, mentre da quando, circa otto
mesi fa, il Governatore Crocetta ha
annunciato dai microfoni dell’Arena di
Giletti che avrebbe abolito le Province
in Sicilia, si ha la deprimente
sensazione di trovarsi in presenza di
soggetti che dicono tutti di volere la
città metropolitana, ma ognuno,
anche all’interno dello stesso partito
ha una propria idea di come dovrebbe
essere. Per fare un esempio, quando il
solerte Basilio Ridolfo, nuovo
segretario provinciale del Pd, fece il
tentativo di un approfondimento del
tema con i parlamentari e le diverse
componenti interne, emerse, come
ipotesi maggiormente gradita, alla
luce dei fatti, una auspicabile seconda
proroga di sei mesi dei
commissariamenti delle Province che
consentisse di elaborare una buona
riforma, facendo quel lavoro che non
era stato fatto entro il 31 dicembre.
Ad incrementare le incertezze dei
nostri parlamentari, diversamente
metropolitani, concorrono vari fattori:
il progetto del ministro renziano per
le Autonomie Graziano Del Rio, la
visione del governatore crocettiano
Rosario Crocetta, la concezione
europea dell’Area Vasta e le
anacronistiche spinte campanilistiche
dei piccoli comuni, che esercitano un
notevole ricatto elettorale.
Altro argomento è quello riguardante
Michele Limosani
centonove pagina 13
il limite numerico dei Liberi Consorzi.
Il testo di partenza ne prevedeva
nove, ricalcando le attuali Province,
oltre alle tre città metropolitane. Ma
viene introdotta la possibilità della
nascita di nuovi consorzi sulla base di
una serie di criteri, tra cui quello della
popolazione minima di 150 mila
abitanti. Passaggio fortemente
richiesto dal presidente della Regione
Crocetta, con questa norma, infatti, si
potrà dare il via libera a consorzi
attorno a grandi città come la sua
Gela.
Questo voler adattare ad esigenze di
bottega una normativa, che dovrebbe
essere innovativa e ispirata a principi
forti che si pongano degli obiettivi
importanti in termini di riduzioni di
costi e di miglioramento di servizi,
rischia di produrre delle “norme ad
campanilem” che nel breve periodo
potranno anche far lievitare il
consenso, ma che saranno inefficaci ai
fini della riduzione dei costi, anzi
certamente ne determineranno un
prevedibile incremento unitamente ad
una mancata omogeneizzazione dei
servizi. Da qui la sensazione che si stia
mettendo in piedi, in tutta fretta, un
modello di città metropolitana finta,
che non reggerà ai requisiti richiesti
dall’Europa, che vede Parigi come
modello di riferimento. Per cui, alla
stretta finale, se non sarà possibile
l’auspicata (ma difficile) unione di
Messina con Reggio Calabria e Villa
San Giovanni, avendo comunque un
retroterra cospicuo di almeno 51
comuni, per raggiungere lo standard
richiesto per accedere ai finanziamenti
europei, sarà inevitabile l’unione con
la città di Catania. E allora addio sogni
di gloria.
14 Febbraio 2014
politica
OLIVERI
SANT’AGATA MILITELLO. Forza Italia serra le fila
Ciro, voglia di Azzurro
Il sindaco di Acquedolci si allontana dall’amico Angelino Alfano.
Anaele Borgia e Pippo Gumina fondano il primo circolo
Consiglieri di minoranza
Pino si ricandida: «Il mio gruppo non si tocca»
IL PRIMO CITTADINO TENTA IL BIS MA ALL’ORIZZONTE SI PREANNUNCIANO DUE SFIDANTI.
ALL’OPPOSIZIONE SI PREPARANO ANTONIO BERTINO E FRANCESCO IARRERA
DI PAMELA ARENA
gruppo di opposizione con dei
Al centro Ciro Gallo, Renato Schifani e in basso Nino Germanà
SANT’AGATA MILITELLO. Lavori in
corso nel palcoscenico politico
amministrativo di Sant’Agata Militello.
Due architetti, Anaele Borgia e Pippo
Gumina, hanno fondato il primo circolo
di Forza Italia (nuovo corso). Anaele
Borgia, più volte candidato a sindaco
della città ed una lunga militanza da
consigliere ed amministratore, sempre
vicino al deputato regionale Nello
Musumeci, si rimette in pista e si affianca
all’esordiente Pippo Gumina, per un
affresco al circolo “Forza Silvio”. I due
architetti in politica trovano riferimento
all’interno del consiglio comunale in
Domenico Barbuzza, rimasto fedele al
PDL, ma con le orecchie incerate alle
sirene del senatore Bruno Mancuso con
il traghetto diretto al Nuovo Centro
Democratico. Altro amministratore
eccellente, in orbita su Forza Italia, è il
sindaco di Acquedolci, Ciro Gallo,
presidente del Gac (gruppo azione
costiera) ed abile nell’influenzare la
inafferrabile categoria dei pescatori di
Sant’Agata Militello. Il sindaco Gallo si
allontana sempre di più dall’amico e
collega avvocato Angelino Alfano,
promotore della nomina di tesoriere del
Ncd del senatore Bruno Mancuso. Lo
scenario del consiglio comunale, non
presenta più il clima di pacificazione per
nove anni garantito dalla gestione del
sindaco Mancuso. L’ultima turbolenza è
la denuncia fatta in consiglio comunale
dall’assessore Giuseppe Puleo nei
confronti di dieci consiglieri
d’opposizione, con il proposito di
informare la magistratura sull’articolato
faldone dell’appalto dei lavori di
completamento del Porto dei Nebrodi.
La battaglia in consiglio comunale si
riaccende sull’incarico da affidare
all’unico revisore dei conti, con gli
aspiranti in lizza indicati dalle diverse
aggregazioni politiche. Piero Ferrante è in
pole position per ottenere il rinnovo
dell’incarico in quanto potrebbe contare
sui voti degli 11 consiglieri della
maggioranza consiliare. La candidatura
Ferrante non è del tutto gradita alla
minoranza consiliare, espressa dai 9
consiglieri eletti nella coalizione delle
liste, Pd, Udc, Megafono, e di
riferimento al sindaco Carmelo Sottile,
assoluto vincitore delle amministrative
dello scorso giugno. Attraverso accordi
non ancora palesati , le diverse
espressioni del consiglio comunale
tentano di determinare verso una parte
politica più “vicina” l’affidamento
dell’incarico del revisore dei conti. Di
riferimento al Pd sono in tre gli aspiranti
ad ottenere l’incarico di revisore: Nicola
Mogavero, cognato della consigliera
Maria Carmela Trovato; Giuseppe
Marchese, fratello del capogruppo del Pd
Nicola Marchese; la commercialista
Gabriella Lo Presti, ben agganciata al
parlamentare regionale Giuseppe
Laccoto. (Nino Dragotto)
OLIVERI. Squadra vincente non si
cambia. Questa la strategia politica con
cui il sindaco Michele Pino affronterà
la prossima campagna elettorale
cercando solo l’appoggio dello stesso
gruppo con cui ha governato finora:
«Sono soddisfatto del lavoro svolto in
questi 5 anni di legislatura - dichiara
Pino - e sono sicuro che andando
avanti potrò fare ancora molto per il
mio paese. Ho sempre lavorato
considerando il bene della comunità
che rappresento e che rispetto e da cui
ricevo la stessa stima. Inoltre - continua
Pino - sono soddisfatto di non aver
fatto commissariare per nessun motivo
il comune e di aver lavorato ottenendo
ottimi risultati nonostante la crisi
economica».
Il sindaco, unico candidato certo in
occasione della prossima tornata
elettorale, non vuole anticipare ancora
i nomi dei componenti della giunta
preannunciando soltanto che «sia i
candidati al consiglio comunale che i
membri dell’esecutivo, saranno
persone qualificate e di grande
esperienza». Il primo cittadino ci tiene
a precisare che in occasione della
prossima campagna elettorale, oltre a
presentare la propria squadra e il
programma, «con carte alla mano
risponderà alle critiche mosse dal
manifesti».
C’è ancora incertezza, invece, sugli altri
gruppi. A tenere testa, al momento,
sono due compagini: quella
capeggiata dal dottore Giuseppe Di
Benedetto che sembra si stia alleando
con il gruppo Mcl (Movimento
Cristiano Lavoratori) per trovare un
accordo anche sul candidato sindaco:
«Abbiamo un programma valido dichiara il presidente del movimento,
Salvatore Iarrera – e stiamo cercando il
candidato sindaco ideale che porti a
compimento ciò che il compianto
Maurizio Pirrotti non è riuscito a fare.
Per questo abbiamo già individuato
nel dottore Francesco Iarrera una
persona che possiede tutte le
caratteristiche che vorremmo per il
nostro candidato, ma ancora è tutto
da definire». Non è ancora chiara la
situazione anche nell’altra compagine
che fa riferimento al gruppo consiliare
di minoranza: «Di sicuro il candidato a
sindaco sarà un componente del
nostro entourage – dichiara il capo
gruppo di opposizione Salvatore
Bertino -. Al 50% potrebbe essere il
dottore Antonino Bertino, (fratello
dello stesso capogruppo ndc). Intanto
posso affermare con soddisfazione che
siamo gli unici ad aver già ultimato la
lista».
Pamela Arena
MONTALBANO ELICONA
Pantano e Ridi ripartono da Anno Zero
Carmela Pantano
MONTALBANO ELICONA. “Anno Zero” per segnare un nuovo inizio. E’ questo il
nome del nuovo movimento politico nato a Montalbano Elicona e di cui sembra che ne
facciano parte gli ex assessori Carmela Pantano, Roberto Ridi, e Nicola Belfiore, ex
esperto del sindaco Filippo Taranto. La nascita del nuovo movimento è stata
annunciata con dei manifesti in cui sono stati evidenziati i motivi per i quali, a tre anni
dalle elezioni amministrative, si è sentita l’esigenza di proporre un’alternativa politica .
«Legalità, partecipazione, coinvolgimento, coerenze e trasparenza». Questi, in linea di
massima, i principi di base enunciati che saranno il fondamento della neo compagine.
«Una valida alternativa, ben lontana dall'odore di elezioni, proposta per salvaguardare
il territorio e garantire le esigenze reali e quotidiane dei cittadini - si legge nel
documento - Anno Zero, che si propone come alternativa politica sul territorio, si
presenta a quanti amano Montalbano e credono che le potenzialità del paese siano
infinite e non certo finite». (P.A.)
centonove pagina 14
14 Febbraio 2014
sicilia
TERREMOTI. La Procura di Palermo contesta ad associazioni e coop una truffa da 2,3 milioni
Teatro, inchiesta spettacolo
Nel mirino, settantadue operatori che avrebbero intascato i contributi per messe in scena inesistenti
e mancati pagamenti dei contributo. Ma gli interessati insorgono, divulgando tutte le pezze d’appoggio
DA UNA PARTE ci sono le accuse, tutte
con un comune denominatore: mancato
pagamento dei contributi previdenziali.
Dall’altra, invece, le dichiarazioni di gran
parte degli indagati, che dicono di averli
onorati. In mezzo a questi due estremi,
l’ennesimo “scandalo” che ha colpito la
Regione Siciliana, quello che già ha
trovato negli “spettacoli fantasma” una
sintesi giornalistica e che, crescendo
come il bianco d’uovo montato, potrebbe
determinare lo stop ai contributi per i
privati che svolgono attività teatrale.
L’INCHIESTA. Secondo gli inquirenti,
dai controlli della Guardia di Finanza
presso l’assessorato ai Beni Culturali
(nell’anno preso in esame responsabile
dei finanziamenti, dal 2010 di
competenza del Turismo) sarebbero
venute fuori falsificazioni documentali,
messe in scena di spettacoli “fantasma”,
false attestazioni, costi dichiarati ma mai
effettivamente sostenuti, contributi
previdenziali non versati, utilizzazione di
fatture false. Una mole di presunti reati
che ha trovato sfogo nella denuncia di 72
persone per truffa aggravata e falso. Nei
loro confronti la Procura di Palermo ha
già emesso avvisi di conclusione indagini.
Vittima della truffa da 2,3 milioni di euro
complessivi, per le attività teatrali del
2008, è la Regione. Le indagini delle
Fiamme gialle del nucleo di polizia
tributaria delle Fiamme gialle di Palermo,
coordinate dai sostituti procuratori
Daniele Paci e Roberto Tartaglia,
avrebbero permesso di fare luce su un
presunto sistema di frode messo in piedi
Il Durc rilasciato all’associazione Daf
da imprenditori del settore artistico.
Responsabilità sono emerse per 72 dei 91
organismi teatrali controllati.
Dall'inchiesta emergerebbero diversi casi
di falsità dei documenti presentati,
soprattutto per quelli sui costi sostenuti
per la realizzazione di rassegne e festival
e per la produzione di attività teatrali per
il 2008 su tutto il territorio nazionale ed
anche all'estero, che mancavano delle
specificazioni necessarie o addirittura
artatamente predisposti e contraffatti. In
particolare, un ente teatrale, che era stato
escluso dal contributo per aver
predisposto una “stagione di modesto
livello”, ha tempestivamente prodotto
una falsa documentazione
attestante l'avvenuta
rappresentazione di uno
spettacolo a cui avrebbe
partecipato un noto artista di
fama nazionale, ma che, di fatto,
non è mai stato realizzato.
L'indagine della Gdf riguarda i
soli teatri privati: gli stabili e gli
enti lirici hanno canali di
finanziamento pubblico diversi.
I CONTRIBUTI. L'accesso ai
fondi - che nel 2008
ammontavano a circa 2,5 milioni
complessivi e nel 2013 si sono
ridotti a circa la metà - avviene
attraverso un bando pubblico. I
partecipanti devono presentare il
loro piano di attività, gli eventuali
addetti assunti, la diffusione del
loro lavoro, anche all'estero, e
così via. L'assessorato valuta
l'insieme attraverso dei parametri
prestabiliti e compila una graduatoria.
Agli aventi diritto il contributo viene
elargito a consuntivo, dietro
presentazione di fatture e pezze
d'appoggio, come prevede la legge del
2007 che riforma la materia dei
finanziamenti al teatro.
LE REAZIONI. A muso duro contro le
“ruberie” si sono schierati il Codacons, il
Movimento 5 Stelle e la Cgil, che ha
proposto un cambio della legislazione in
materia. Ma i diretti interessati, gli
indagati, cosa dicono? “Solleviamo la
nostra protesta verso i toni e le
generalizzazioni presenti nelle notizie
diffuse dagli organi di stampa che
dipingono il teatro privato siciliano come
una congerie di personaggi truffaldini e
fraudolenti”, hanno scritto in una nota
congiunta dodici associazioni teatrali di
Catania (Associazione Nuovo Mondo,
Balletto di Sicilia, Centro Mobilità delle
Arti, Centro Teatrale Siciliano, Città
Teatro, Compagnia dell'Arpa, Gli
Stravaganti, Gruppo Iarba, Piccolo
Teatro, Scenario Pubblico, Statale 114 e
Teatro della Città). “L'unica contestazione
mossa ai firmatari del presente
comunicato si fonda su un aspetto
circoscritto della documentazione
prodotta all'Asssessorato dei Beni
culturali della Regione Siciliana:
l'autocertificazione relativa
all'assolvimento degli obblighi
previdenziali, assistenziali e di
collocamento. A nostro avviso c'è una
diversa interpretazione del termine
“obblighi” che significa “obbligo di
denuncia delle attività e del personale
artistico e tecnico in esse coinvolto negli
enti preposti” e non “pagamento” degli
oneri da essi derivanti che possono essere
assolti anche successivamente. È, dunque
una contestazione squisitamente
interpretativa alla quale intendiamo
contrapporre argomentazioni
interpretative in tutte le sedi”. A sfuggire,
è come il controllo degli avvenuti
pagamenti non sia stato fatto negli uffici
che avrebbero dovuto incassare. Ci sono
poi dei paradossi, come quello che
riguarda Giuseppe Ministeri,
presidente della Daf di Messina, che ha
fornito a Centonove il suo Durc per poi
scoprire di essere indagato per una
autocertificazione emessa per un
contributo per attrezzature (quindi
neanche soggetto a previdenza). Per lui,
quindi, nessuno spettacolo fantasma a
carico. Tra gli indagati, anche Jeanne
Vibaek Pasqualino, antropologa e
responsabile del Museo Internazionale
delle Marionette: «Abbiamo sempre
pagato tutto. Aspetto di sapere cosa è
andato storto nel 2008». (D.D.J.)
LA SCHEDA
Ecco tutti gli indagati
ECCO I 72 INDAGATI. Antonino Zappalà (“Figli
d’Arte Franco Zappalà a r.l.”); Franco Zappalà
(“Parsifal”); Giuseppe Provvidenti (“Compagnia
Associata Teatrale dell’Arte Dialettale”); Salvatore
Amore (“Il sipario”); Agatino Pasqualino (“Gruppo
d’Arte Sicilia Teatro”); Pier Giuseppe Giuffrida (“Il
granteatro”); Santi Epifanio Enrico Zappalà
(“Scenario Pub.bli.co”); Vincenzo Sasso (“Teatro
Insieme”); Gaetano Aiello (“Il ficodindia”); Fabio
Navarra (“Nave Argo”); Vincenzo Firullo
(“CO.M.I.CA.”); Lucia Acerra (Italia Nostra onlus);
Carmelo Gimbo; Rosario Pizzuto (“Teatro del
Canovaccio”); Celina Bruno (“Teatro in primo piano”);
Corrado Valdo (Fondazione Teatro Vittorio Emanuele);
Alfio Scuderi (“Palermo Teatro Festival”); Sabrina
Petyx (“M’arte – Movimenti d’arte”); Calogero Franco
(“Il teatro per la libertà”); Felice Ciacio (“Compagnia
Piccolo Teatro”); Giuseppe Speciale (“Nuova
compagnia del teatro stabile Nisseno”); Enrico Roberto
Russo (“Compagnia teatro nuovo”); Michele Truscello
(sindaco di Novara di Sicilia); Adelano Manfrini (“Arte
Viva”); Laura Bottino (“Spazio 99”); Nicolò Ferrara
(sindaco di Calatafimi); Antonio Ettore Galfano (Ente
luglio musicale trapanese); Giovanni Moscato (“Teatro
della Posta vecchia”); Rossella Maria Rita Messina
(Teatro della città srl); Vincenzo Pandolfo (“Gruppo
Teatro Scuola” e cooperativa “Il garraffo”); Rita La
Mattina (“Teatro Europa”); Aldo Morgante (Teatro Al
Massimo); Lucia Restivo (Palermo, Teatro del Porto);
Salvatore Saitta (“Le nuove maschere”); Cirino Di
Mari (“Nuovo mondo”); Guido Antonio Enzo Turrisi
(“Gli stravaganti media press”); Giovanni Salvo
(Piccolo teatro di Catania); Vito Parrinello (teatro
Ditirammu); Antonina Lombardina (“Liberi Teatri”);
Luigi Di Gangi (“Teatrialchemici Associazione
Culturale”); Giovan Battista Nanfa (Avia società
cooperativa); Giuseppa Lelio (cooperativa Agricantus);
Francesco Giorgio (Centro Teatro Studi società
cooperativa); Corrado Russo (“Centro culturale
mobilità delle arti”); Antonio Romeo (“Gruppo
Iarba”); Lina Gnani (“Centro stabile di produzione
Quarta parete-Teatro Valentino”); Giuseppe Correnti
centonove pagina 15
(“Institute of business intelligence”); Katja Iseler
(“Teatro Garibaldi”); Clara Gebbia (“Teatro Iaia”);
Giuseppe Ministeri (“Daf”); Marco Pupella (“Nuova
Palermo”); Sergio Bianco (“Tunghi-Tunghi”); Maria
Carmela Cappello (“Teatro d’arte”); Roberto
Salvatore Gennaro Zappalà (“Balletto di Sicilia”);
Rachele Torrisi (“Città teatro”); Graziana Maria
Maniscalco (“Centro teatrale siciliano associazione
culturale”); Angelo Di Dio (“L’Arpa”); Giuseppe
Truscia (“Nuove proposte”); Vittorio Spampinato
(“Teatro Stabile di Enna”); Maria Teresa Augugliaro
(“Circuito Teatro Regione Sicilia”); Roberta Cricchio
(“Teatro e storia”); Giuseppe Zappalà (“Nuova
generazione Giuseppe Zappalà”); Aurelio Cannizzo
(“Aindartes”); Marianne Vibaek (“Associazione per la
Conservazione delle Tradizioni Popolari”); Francesca
Vaccaro (“La compagnia dei pupari Vaccaro-Mauceri”);
Ignazio Puglisi (“Antica compagnia Opera dei pupi
Famiglia Puglisi”); Giovanni Scimone (“Scimone
Sframeli”); Carmine Maringola (“Sud Costa
occidentale”); Silvio Parito (“Statale 114”); Massimo
Campagna (“I candelai”); Antonino Di Patti
(“Karisma srl”).
14 Febbraio 2014
sicilia
IN CIFRE
MESSINA. Condomini, bollette Enel e acqua non pagate, consulenze. Viaggio nell’ente degli “sprechi”
Iacp, istituto troppo autonomo
Alla vigilia del processo per assenteismo, una nuova ondata di polemiche investe l’ente commissariato.
Ecco perchè i conti non tornano: dai telefoni mai utilizzati a quattro dirigenti premiati. Nonostante tutto
Una valanga di morosi
Eccellenti
MESSINA. Nel dicembre 2012 la
dirigente dell’Istituto Maria Grazia
Giacobbe accerta crediti inesigibili
in bilancio per 876, 151, 12 euro
per alloggi adibiti “ad uso diverso
dall’abitativo”. Ma chi sono questi
“fortunati evasori”? Un elenco
fitto di portoghesi, dove emerge
anche qualche curiosità. C’è la C &
C Servizi che raggiunge la
ragguardevole cifra di 185mila
euro e ancora continua ad
occupare i locali. Ma tra i morosi
figurano anche la Federazione
Italiana Pallacanestro, che ha
debiti verso l’Istituto per 23mila
euro, la sezione Berlinguer del Pd,
che risulta morosa per 6,783 euro,
l’associazione quartiere La
Calispera, 23mila euro,
l’associazione sportiva Nino Galli,
7600 euro, la Cooperativa “Perla
del Sud” 29mila euro, il Circolo
Ricreativo dante, 20mila euro e
buon ultimo, il Psi, che ha lasciato
un debito di 4mila euro. Ma ci
sono anche farmacie e attività
produttive di vario genere, se
nell’elenco figurano anche il sig.
Giuseppe Sturiale che vanta debiti
per 94mila euro; Felice Sollima,
30mila euro; Nicolina Adamo,
63mila euro; Salvatore Tavilla,
35mila euro; Giovanni Ieni, 67mila
euro.
L’ingresso dell’istituto autonomo case popolari di Messina
MESSINA. Un istituto con l’80% del
personale indagato con l’accusa di
assenteismo e con quattro dirigenti
“transattivamente” premiati con
quasi un milione di euro di risultato.
E’ l’incredibile situazione dello Iacp
di Messina, l’istituto di case popolari
di via Ettore Lombardo Pellegrino,
che oggi risulta avere come
commissario ad acta, il funzionario
Venerando Lo Conti. E sono proprio i
conti dell’istituto che non quadrano.
Un bilancio in perdita nel 2010 per
quattro milioni e sei che schizzano a
nove milioni nel 2011. Davvero,
poco brillante se si considera che
l’istituto negli ultimi anni ha ceduto
per legge quasi 1500 alloggi, anche
in provincia, ma continua a
maturare risultati di gestione
negativi che con le previsioni della
“spending review”, dopo tre anni di
bilanci in perdita, dovrebbero
portare alla riomozione forzata della
dirigenza.
Non è il caso dell’istituto
“autonomo” di Messina. Che risulta
“autonomo” in più direzioni. Per
scoprirlo basta fare un giro per gli
uffici, dove il piano di
riorganizzazione è al centro di un
lungo braccio di ferro tra la
coordinatrice generale, Maria Grazia
Giacobbe, e i sindacati, in specie la
Cgil di Clara Crocè, che in più
circostanze hanno denunciato lo
stato di malessere che ha investito il
personale “dopo i noti fatti” del dieci
dicembre 2012, quel giorno funesto
che vide piombare i finanzieri con le
sirene spiegate e che portò poi alla
denuncia di assenteismo
un’ottantina di dipendenti
nell’operazione “Budge sicuro”.
LE INCHIESTE. Le telecamere in
mesi e mesi di riprese avevano
filmato lunghe assenze dei
dipendenti: chi faceva la spesa, chi
gigioneggiava, chi si limitava a fare
un salto al bar per bere un caffè,
altri che erano in servizio a
presenziare udienze in tribunale e,
per difendersi, sono stati costretti a
trovare un legale e le testimonianze.
A metà marzo è prevista l’apertura
del “maxi-processo Iacp”, una sorta
di appuntamento tra doveri rimossi
e vizietti da nascondere. Ma i
finanzieri, indagando dall’interno
della struttura, si sono poi accorti di
una serie di cose che non andavano.
Ad esempio le consulenze esterne: si
spendono soldi per le catastazioni,
nonostante gli uffici abbiano in
servizio due geometri preposti,
Bombaci e Musicò, ma soprattutto si
assegnano raffiche di consulenze
legali all’esterno, che durano lunghi
anni e spesse parcelle. “Tema
I nuovi apparecchi acquistati da Vodafon e mai utilizzati
centonove pagina 16
sicilia
decidendum”: distacchi Amam e
pratiche di morosità botteghe. La
Guardia di Finanza ha deciso di
vederci chiaro e ha chiesto
l’acquisizione di tutti gli incarichi dal
2008 al giugno 2013. Tra gli altri, a
una prima occhiata risulta molto
gettonato lo studio dell’avvocato
Carlo Mazzù. “Si vede che è più
bravo di altri” masticano a denti
stretti dentro l’istituto i dipendenti
che non intendono fare
dichiarazioni. Segno di un clima
difficile. Caratterizzato da una
gestione politica, dove “i
monitoraggi sulle attività
dell’Istituto hanno sempre ricevuto
un freno dall’alto…”. Ad esempio?
I CONDOMINI. Non esiste un
regolamento per la nomina dei capocondomini. Risultato le nomine si
fanno per discrezionalità politica. E
capita pure di dovere liquidare
fatture di manutenzioni per Lavori
che all’istituto nessuno ha mai
autorizzato. Non è la sola anomalia:
Maria Grazia Giacobbe
risultano ad esempio oltre seicento
bollette Enel, per un costo annuo di
300mila euro. Sono contratti che in
alcune circostanze non sono state
vulturate e appartengono a spese
condominiali di edifici già trasferiti
ai Comuni o a proprietari privati. Se
il fatto dovesse risultare vero, in
termini così crudi, si registrerebbe
una perdita di quattro milioni di
euro in dieci anni. Non proprio una
gestione brillante.
Ma a questa anomalia si aggiungono
più di tre milioni di debiti verso
l’Amam, l’azienda delle acque del
Comune di Messina, che per senso di
responsabilità non ha dato seguito
alla disposizione tardiva dello Iacp
che ha chiesto il distacco di quasi
1400 utenze per morosità. Un fatto
grave che ha determinato un vertice
alla Prefettura: di fronte al presidente
dell’Amam Nastasi, il commissario Lo
Conti si è reso disponibile a fornire
l’elenco completo dei condomini, per
passare a politiche di recupero
forzoso.
MANAGER E RISATE. Ma ci sono
anche delle vicende comiche. Un
manager fatto venire da fuori, da
Caltanissetta, Calogero Punturo, ha
rescisso il contratto con Telecom per
i telefoni per risparmiare. Ma quando
gli incaricati della Vodafone hanno
14 Febbraio 2014
portato i nuovi apparecchi tra i cento
e più che sono stati consegnati,
mancava quello che il non vedente
addetto al centralino avrebbe dovuto
utilizzare. Risultato, dopo pochi mesi
di tribolazioni e linee mute si è
ritornati al vecchio fornitore e in una
stanza sono accatastati telefoni non
utilizzati. Tutta l’operazione, anziché
risparmi, ha fatto registrare nuove
perdite. Spiccioli, centomila euro,
comunque, rispetto alla morosità
registrata per le botteghe, quasi
duemilioni e seicento mila euro,
delle quali 44 risultano
abusivamente occupate. Basta
leggere qualche nome altisonante di
farmacie in piazza Castronuovo per
vedere che “non pagare” è un vizio
non punito da anni: ne fanno testo le
botteghe di Viale San Martino che
continuano ad essere occupate da
inquilini morosi che spesso
“riaffittano”. A prezzi… di Istituto
popolare.
E.B.
IL CASO
Tu chiamala se puoi produttività
seguenti somme: a Maria Grazia Giacobbe, 175mila
euro per gli anni dal 2000 al 2004; 35 mila per gli
l’anni 2005; per tutti gli anni a seguire fino al 2010,
147mila euro.
Tutti i retroscena delle somme liquidate ai dirigenti
All’ingegnere Achille D’Arrigo: 55mila euro per gli
anni 2003 e 2004; 115mila per tutto il resto.
Maria Grazia Giacobbe, Antonino Recupero e Achille D’Arrigo
Non va male neanche all’avvocato Antonino
Recupero: 45mila per gli anni 2003 e
MESSINA. “Le malelingue”, sostengono che le
2004; 30mila per l’anno 2005; e
somme sarebbero state inserite e liquidate nelle
forfettariamente poi 101mila euro
buste paga dei dirigenti mesi prima dell’accordo
per gli anni a seguire.
poi sancito davanti all’ufficio provinciale del
“Somme di gran lunga inferiori-si
lavoro il 22 novembre 2011. Ma la storia
premurano a scrivere gli autori
controversa della transazione che ha portato
dell’accordo- rispetto alle somme
alla maxi-liquidazione del premio di
pretese nei giudizi” intentati e anche
produttività alla dirigente Maria Grazia
“astrattamente liquidabili in sede
Giacobbe, all’avvocato Antonino Recupero,
giudiziale”. In pratica un affare.
all’ingegnere Achille D’Arrigo è tutta da
Bisogna solo decidere per chi. Se è
rileggere. Tappa per tappa.
vero che nello stesso documento si
L’oggetto della controversia ha già un nome che
riporta che il Tribunale del Lavoro di
è un programma: “Liquidazione dell’indennità
Messina, giudice Laura Romeo, con
di risultato per gli anni 2000-2010”. In pratica
la sentenza n.4882/07 “ha rigettato
per dieci anni, nessuno dei predecessori
il ricorso della dott.ssa Giacobbe,
dell’architetto Calogero Punturo, un funzionario
dichiarando che l’indennità di
Iacp proveniente chissà perché da Caltanissetta,
risultato non sia una voce fissa della
ha voluto mettere la firma su un atto di
retribuzione spettante al dirigente,
liquidazione di risultato: hanno glissato tanto il
ma una componente accessoria la cui
presidente Vincenzo Garofalo quanto il
erogazione è subordinata alla
presidente Giuseppe Santalco. Ci pensa a sanare
sussistenza di una serie di
tutto invece l’avvocato Giuseppe Laface, che
presupposti che nel caso in ispecie
Vincenzo Garofalo
Peppuccio Santalco
commenta: “E’ stata una buona soluzione per
non si riscontrano…”
l’Istituto, in considerazione del fatto che il
Quali sono i presupposti? Semplice,
tra “stipendio tabellare, indennità integrativa
contenzioso era già in fase avanzata e si era
sono stati garbatamente rilevati dai revisori dei
speciale, retribuzione individuale di anzianità
giunti ai decreti ingiuntivi contro i quali
conti , Maria Eugenia Orlando, Antonio Messina e
acquisita e retribuzione di risultato”,
l’istituto non poteva più opporsi…”.
Roberto Comune, a proposito della “stortura della
Calogero Punturo per l’Iacp, assistito dal
Si chiama carenza di legittimazione: in pratica
pianta organica”. I revisori in sintesi, con
professore Raffaele Tommasini, e Achille
mancava all’interno dell’istituto chi poteva
elementare buonsenso scrivono: “per raggiungere i
D’Arrigo, Maria Grazia Giacobbe e Antonino
opporsi a un atto firmato contro lo stesso
risultati bisogna prima stabilirli”. Se i risultati sono
Recupero, assistiti dall’avvocato Salvatore
datore di lavoro dai dirigenti che facevano
quelli che abbiamo visto, beh…
Sorbello, concordano di “liquidare” le
causa a sé stessi. Così dopo aver fatto di conto
centonove pagina 17
14 Febbraio 2014
sicilia
MESSINA. Il centro specializzato dell’Asp sui disturbi alimentari sotto la scure della spending review
Anoressia, si chiude il Cerchio
Nato nel 2004 come progetto sperimentale è diventata struttura d’eccellenza nella diagnosi e nella cura
di malattie che devastano i ragazzi ma anche le loro famiglie. Ma la Regione non rinnova la convenzione...
DI
GIUSEPPE LOMBARDO
Messina. Bulimia ed anoressia, due
volti della stessa medaglia. La
problematica dei Disturbi del
Comportamento Alimentare (DCA) è
seria e complessa, richiede cura e
prevenzione. Parte da qui il cammino
del Cerchio D’Oro, il centro di
diagnosi specializzato in tali
patologie, sito a Messina in Via. S.
Elia.
Nato nell’autunno del 2004 come
progetto sperimentale su indicazione
dell’Asp, esso sembrava destinato ad
avere vita breve. L’obiettivo originario
era svolgere una semplice azione di
monitoraggio, una valutazione
generale delle reali esigenze del
territorio. Col passare dei mesi, però,
gli operatori sanitari hanno intuito la
possibilità di potenziare la struttura,
di creare un vero e proprio “polo
d’avanguardia” grazie anche ai fondi
regionali stanziati nell’ambito del
P.O.P.S.N. (Progetto Obiettivo Piano
Sanitario Nazionale). Nel 2007 è così
avvenuta la trasformazione del centro
in Unità Operativa, una struttura
solida basata sul lavoro di un’equipe
d’alto profilo: un medico psichiatra,
tre tecnici della riabilitazione, due
dietisti, un nutrizionista, due
psicologi e un infermiere
professionale, per un totale di dieci
elementi, coordinati dalla dottoressa
responsabile Rossana Mangiapane. Si
è verificato così un passaggio di
livello, un salto di qualità nel campo
dell’assistenza sanitaria: dai meri
compiti ambulatoriali, basati sul
binomio diagnosi-e-cura, si è giunti
progressivamente ad un servizio
avanzato per la definizione dei
percorsi di riabilitazione, con la
creazione di una struttura semiresidenziale in grado di impegnare i
pazienti 12 ore al giorno, cinque
giorni su sette. Non solo pasti
assistiti, dunque, ma laboratori d’arte,
di recitazione, terapie individuali e di
gruppo, sono diventati gli elementi
utili per il recupero dei ragazzi affetti
da tali patologie. Era facile prevedere
che l’Unità Operativa si segnalasse
come centro di eccellenza, un caso
più unico che raro nel contesto
siciliano, se si eccettua il lavoro svolto
dal Cedial di Palermo.
Ma nella terra in cui tutto deve
cambiare per non cambiare mai,
lunedì 10 febbraio è arrivata la
stangata: il mancato rinnovo della
convenzione regionale potrebbe
determinare l’interruzione della
continuità assistenziale. In altri
termini: spending review, taglio ai
costi della sanità pubblica e
smantellamento conseguenziale della
struttura in riva allo Stretto. La
denuncia accorata è provenuta da
due associazioni impegnate nel
sociale: l’Associazione Nazionale di
Volontariato Consult@noi e
l’Associazione messinese Korakané,
da anni in prima linea su questo
fronte. Proprio la presidentessa di
Korakané, Rita Sasso, ha denunciato
le difficoltà enormi che si profilano
all’orizzonte per i soggetti colpiti da
tali malattie, chiedendo un incontro
pubblico al Presidente della Regione
Crocetta e all’Assessore alla Sanità
Lucia Borsellino. Se è vero, infatti,
che il mandato della giunta è
“tagliare gli sprechi, non i servizi”,
chiarezza va fatta sui motivi di questa
scelta.
Proprio per questo, la Sasso precisa:
“Non si può vivere di proroghe. Il
Cerchio D’Oro ha preso in cura l’anno
passato 290 persone, di cui 54 hanno
potuto usufruire di pasti assistiti.
Abbiamo circa sei richieste a
settimana di nuove visite. Questo
comporta non un onere, ma un
vantaggio per la Regione. Facciamo
un esempio: l’ultimo ricovero di una
ragazza di Messina a Portogruaro è
stato un semestrale ed è costato circa
75.000 euro alla Regione. Il
trattamento tipico costa in media
10.000 euro al mese a persona, e
non può durare meno di tre mesi,
quando sappiamo che il costo
complessivo dell’intera struttura
esistente si aggira attorno ai 120
mila euro!”. Una cifra assolutamente
irrisoria, se inquadrata nei costi della
prevenzione;, ivi considerato il fatto
che spesso i centri non specializzati
tendono a curare genericamente la
patologia in sé, non la causa
psicologica del malessere. Per questo
la dottoressa Sasso chiede chiarezza:
“non possiamo ingaggiare una
battaglia burocratica ogni sei mesi.
Chiediamo la stabilizzazione e la
regolarizzazione del servizio.
Vogliamo sapere cosa ne sarà del
centro e le modalità con cui l’Asp
intende garantire la continuità
terapeutica”.
L’INTERVISTA
Presto un piano concordato
PARLA MARIELLA FALSINI, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE
NAZIONALE DI VOLONTARIATO CONSULT@NOI
“Consult@noi è una Associazione nazionale di volontariato
che tenta da tempo di dare attenzione alla tematica dei
Disturbi del Comportamento Alimentare. Cerchiamo, cioè,
di dare voce a problemi reali, di trattarli non soltanto a
livello locale, ma a livello nazionale, dialogando con
Regioni, Ministero e con l’Istituto superiore di Sanità”.
Spiega così l’attività di cui è presidente Mariella Falsini, una
vita spesa a non spegnere i riflettori su un tema che sta a
cuore a tanti ragazzi e alle loro famiglie.
Volendo indicare una priorità da porre al centro
dell’agenda, su cosa occorrerebbe riflettere?
“L’attenzione deve volgere all’accesso alle cure,
assolutamente. Un accesso reale, con la presenza di
strutture efficienti nel territorio. Non possiamo
centonove pagina 18
sottovalutare il fenomeno, anche perché le malattie
sono considerate invalidanti. Non possiamo, pertanto,
rafforzare o depotenziare i centri specializzati a
seconda delle ultime decisioni prese dalle istituzioni, i
cui rappresentanti cambiano di volta in volta. Serve un
piano serio, concordato e pluriennale”.
Il caso messinese è emblematico: in Sicilia i centri
specializzati sono davvero pochi. Come bisogna
intervenire?
“Bisogna sempre agire nel solco delle iniziative
nazionali, ossia rafforzando le strutture destinate ad
affrontare questo problema. Non solo quelle
pediatriche, per intenderci, ma tutte le strutture, per
seguire tutte le persone toccate dalla malattia. Occorre
adottare il metro della multidisciplinarietà,
incentivando le strutture di terzo o quarto livello
(quelle, appunto, residenziali) ed evitare soluzioni
minori, come il frazionamento dei centri sparsi a
macchia di leopardo”.
14 Febbraio 2014
sicilia
APPALTI. Dai Nebrodi allo Jonio, i Comuni in trincea contro gare e strategie regionali
Metano, scoppia la guerra
Mentre a Mistretta il consiglio comunale sta valutando i rischi di un affidamento diretto a Italgas,
quindici amministrazioni del versante opposto si oppongono al cronoprogramma palermitano
Dai Nebrodi allo Jonio scoppia la
guerra del metano in provincia di
Messina. Se a Mistretta il consiglio
comunale il sei febbraio scorso si è
riunito per valutare i profili di rischio
di un affidamento diretto, a trattativa
privata, alla Italgas per un appalto da
cinque milioni di euro senza gara
pubblica, sul versante jonico quindici
comuni sono sul piede di guerra per le
determinazioni della Regione che ha
segnato un “cronoprogramma” molto
stringente per completare la rete
metanifera, affidata in projet
financing, per un importo di 110
milioni di euro, alla FinConsorzio di
Roma. Risultato. Burocrazia e scontri
politici hanno fatto sì che, dopo venti
anni di dibattito, due aree importanti
della Provincia di Messina non sono
allacciati alla rete metanifera e vanno
avanti con le vecchie “care” bombole
del gas.
Esemplificativa la storia di Mistretta.
Insieme a un gruppo comuni vicini,
come Santo Stefano di Camastra e
Reitano e altri centri dell’Ennese, come
Cerami e Sperlinga, avviò i primi
progetti di metanizzazione nel lontano
1991. All’epoca dal Ministero dello
Sviluppo economico erano stati
individuati 177 bacini nazionali e
l’area in oggetto risultava nel “Bacino
20”.
Qui la Siciliana Gas, partecipata dalla
Regione prima di essere incorporata
dall’Eni, aveva predisposto un progetto
per i comuni di Mistretta, Santo
Stefano Camastra, Reitano, Cerami.
Incorporata, la Siciliana Gas, il
progetto passò poi alla Italgas che oggi
vorrebbe metterlo in cantiere con
l’assenso della giunta guidata dal
sindaco Iano Antoci, Pd secondo le
vecchie prescrizioni. Ma, dopo venti e
passa anni, ora molti consiglieri, tra
cui Rosario Andreanò, componente
tra l’altro dell’Irsap, mostrano più di
una perplessità e temono che da
questa assunzione di responsabilità
possano discendere “rischi di debiti
fuori bilancio e possibili interventi e
contestazioni della Corte dei Conti”.
Andreanò contesta: quando si formulò
“l’Avviso 20” nel lontano 1991 il Cipe
aveva previsto due condizioni: che
fosse accettata l’adesione del Comune
e che lo stesso potesse poi accedere ai
finanziamenti previsti. Nessuna delle
due condizioni, oggi richiamata
dall’accordo con la Siciliana Gas, si è
mai verificati. Tanto che la beffa oggi è
su più fronti. Mistretta, come altri
comuni della zona, non ha potuto
partecipare alle richieste di
finanziamenti e ora l’Italagas, che si
offre per avviare i cantieri, pone la
condizione che gli impianti dopo venti
anni possano essere riscattati in
bolletta. Non solo. A preoccupare di
più i consiglieri di opposizione è il
fatto che in tanti comuni dell’Ennese e
dei Nedrodi, circolano delibere in
fotocopie, su come i gli enti debbano
muoversi. Segno evidente dell’interesse
di imprese e di lobby politiche al
lavoro per favorire gli affidamenti a
trattativa privata, senza passare dal
bando pubblico.
Più fluida la situazione sul versante
jonico. Una serie di ricorsi vinti da
comuni del Palermitano, come Petralia
Sottana, hanno rimesso in discussione
la graduatoria che assegnava 53,7
milioni di euro a quindici comuni
consorziati della zona: Fiumedinisi,
Alì, Alì Terme, Antillo, Casalvecchio
Siculo, Furci Siculo, Itala, Mandanici,
Nizza di Sicilia, Pagliara, Roccalumera,
Santa Teresa Riva, Sant’Alessio, Savoca
e Scaletta Zanclea.
Da questa lista sono rimasti fuori solo
tre comuni: Alì Superiore, Mandanici e
Antillo perché i progetti allora
presentanti dagli enti erano stati
ritenuti inammissibili. Ma l’impresa
aggiudicataria del “projet financing” di
110 milioni di euro, la Finconsorzio di
Roma, si è comunque dichiarata
disponibile a fare allacciare alla rete
metanifera i tre comuni, tagliati fuori.
Condizione necessaria, che gli altri
centri, anticipassero il 10%
dell’importo dei lavori.
Ora la rimodulazione del contributo da
parte dell’assessorato Regionale
all’Energia, rischia di fare rivedere i
piani. Ma il sindaco di Fiumedinisi,
Alessandro Rasconà, succeduto
nell’incarico a Cateno De Luca
passato a fare il primo citadino a Santa
teresa Riva, hanno chiesto un incontro
urgente all’assessorato. La partita del
metano resta così una fiammella
accesa. Anche se con venti anni di
ritardo… (R.C.)
IL DOCUMENTO
Energia, tutti a rapporto
PUBBLICATO IL REPORT SICILIANO PER L’ANNO 2013.
DAI DATI EMERGE UNA CRESCITA DI FIDUCIA NEL GPL
Secondo quanto scrive nel “Rapporto Energia 2013”
Maurizio Pirillo, Dirigente Generale del
Dipartimento Regionale dell'Energia, emerge,
dall'analisi dei dati, che la capacità di raffinazione
negli impianti siciliani risulta pari a 49,2 milioni di
tonnellate/anno, corrispondenti al 43% del totale
nazionale e che il petrolio estratto dai giacimenti
siciliani rappresenta il 12,6% del complessivo
nazionale. Nel triennio 2010-12 i derivati del petrolio
hanno rappresentato in media oltre il 72 % delle
esportazioni siciliane. Il loro valore è stato pari a 7,9
miliardi di Euro, equivalenti a circa il 9 % del Pil
regionale. Alla fine del 2012 il settore petrolifero
impiegava, in Sicilia, oltre 3.600 addetti diretti. Il
rapporto evidenza il trend decrescente che si registra
nei consumi di benzina e di gasolio per autotrazione,
mentre i consumi di Gpl per autotrazione risultano,
negli ultimi anni, in costante crescita. Dati significativi
che sottolineano la fiducia che anche in Sicilia, come
nel resto d'Italia, si nutre per il Gpl. In termini di Co2, il
Gpl contribuisce all'abbattimento del livello di
emissioni inquinanti. Un dato interessante è quello
della Rete elettrica, che dispone di un sistema di
trasmissione primario con ridotte potenzialità in
termini di capacità di trasporto, che determinano
problemi di sicurezza di esercizio della rete. Tuttavia la
sicurezza del sistema viene mantenuta gestendo
centonove pagina 19
usualmente l'isola in esportazione, nel 2012 l'export di
energia elettrica è pari a 1.252,9 GWh, a fronte di una
produzione complessiva di 23.354,9 GWh. Con
riferimento alle fonti rinnovabili, si è verificato, un
sostanziale stallo nel settore dell'eolico, contrapposto,
nell'ultimo triennio, da aumento esponenziale degli
impianti fotovoltaici, che sono passati da 19.985 del
2011 a 37.917, purtuttavia negli ultimi mesi, si registra
un minore incremento degli impianti installati,
probabilmente dovuto alla contestuale diminuzione
degli incentivi statali. Le centrali termoelettriche, pur
registrando una leggera flessione nella produzione di
energia, svolgono un ruolo che continua ad essere
indispensabile per mantenere in equilibrio lo stato
attuale della rete compensando gli squilibri dovuti alla
natura discontinua della produzione rinnovabile
(eolica e/o fotovoltaica).
14 Febbraio 2014
sicilia
MILITELLO VAL DI CATANIA. Dopo lo sfratto di uccelli la Regione sacrifica i purosangue
Salviamo lo stallone
A rischio la presenza dei cavalli nella tenuta Ambelia gestita dall’Istituto di Incremento Ippico.
L’allarme del presidente della commissione antimafia Nello Musumeci
MILITELLO VAL DI CATANIA.
Dopo lo sfratto degli uccelli dai
giardini di Palazzo d’Orleans è a
rischio la presenza degli stalloni da
riproduzione della tenuta
“Ambelia”, 45 ettari tra faggete e
ulivi, in gestione all’Istituto di
Incremento ippico di Catania. A
lanciare l’allarme, il presidente
della commissione antimafia, Nello
Musumeci, che del Comune di
Militello, dove la tenuta fondata
nel 1884 dalla nobile famiglia dei
Branciforti si estende, come Pippo
Baudo, è originario.
Ma qual è la storia di questo pezzo
di antica gloria agricola siciliana
che ora in nome della “spending
CLASSIFICHE
Un Sanfratellano nel corpo scelto del reggimento
MILITELLO. Uno stallone Sanfratellano allevato nella tenuta Ambelia di
Militello, un morello di nome Ascano, di sette anni, è stato scelto dall’Arma
dei carabinieri per il prestigioso Reggimento a Cavallo, conosciuto in tutto
il mondo per i caroselli con pennacchi e le austere sfilate. E’ la prima volta
che un Sanfratellano entra a far parte del corpo scelto di 300 cavalli del
Reggimento. A operare la scelta, il maggiore dei carabinieri Gaspare
Giardelli, in servizio a Tor di Quinto a Roma, palermitano di origine e
grande frequentare dei Monti Nebrodi, dove quasi cinquemila esemplari
della prestigiosa razza approdata nel 1100 al seguito della regina Adelasia
scorazzano allo stato brado dentro il Parco dei Nebrodi. Grande
soddisfazione per l’Associazione nazionale Cavallo Sanfratellano che ha
visto così coronare il lungo lavoro di segnalazione sulla nobiltà dell’equino
dei Monti Nebrodi.
Halgoduria di Salina a “Casa Sanremo Clarins”
MESSINA - Si è tenuta ieri alla Camera di Commercio la conferenza stampa del
progetto "Saremo a Sanremo" promosso da Prima Sicilia, Nonsolocibus e Fondazione
ITS Albatros, associazioni che porteranno al Festival, dal 16 al 23 febbraio, diverse
eccellenze turistiche, agroalimentari ed enogastronomiche del nostro territorio.
Bellezze paesaggistiche e monumentali di alcuni fra i borghi più belli della provincia,
in particolare i Comuni di Santa Marina Salina, Sant’Alessio Siculo, Montagnareale,
Capri Leone, San Marco d’Alunzio, San Salvatore di Fitalia e Monforte San Giorgio, cui è
dedicata una mostra
fotografica. Partner
dell’iniziativa il Club
Halgoduria di Caterina e
Giorgio Giuffrè, una delle
location più esclusive delle
isole Eolie, che nella scorsa
estate ha ospitato due eventi di
Mare Festival Salina e la guest
star Maria Grazia Cucinotta,
incantata dal meraviglioso
giardino – lounge bar con il
suggestivo affaccio sul porto di
Santa Marina Salina. La vetrina di valorizzazione e promozione del territorio avrà un
prestigioso spazio all’interno di “Casa Sanremo Clarins", salotto allestito al Palafiori
dal Gruppo Eventi, presieduto da Vincenzo Russolillo, pronto ad accogliere migliaia fra
artisti, vip, addetti ai lavori, turisti e giornalisti. Fra gli eventi siciliani anche l’esibizione
della cantante Ketty Ragno e due giornate culinarie curate da Fabrizio Scaramuzza,
Maria Greco e Giuseppe Contarini, in collaborazione con Elvira D’Orazio, presidente
ITS Albatros, Giacomo Fabio, vicepresidente “Strada dei sapori dei Nebrodi”, Tommaso
Cannata, titolare della Boutique del Pane, che porterà arancini e pidoni; infine per tutta
la settimana la pasticceria dei messinesi Lillo Freni ed Enzo Catania. Testimonial della
delegazione “made in Messina”, coordinata dai promotori Massimiliano Cavaleri e
Patrizia Casale, la modella Cristina Di Siero, incoronata a Salina Miss Mare Festival
Tradimalt, fascia sponsorizzata dai fratelli Vincenzo e Giuseppe Coniglio, imprenditori
di Tradimalt Spa, azienda d’eccellenza siciliana per i prodotti di qualità nell’edilizia,
operante in tutta Italia e riferimento importante nel Meridione.
Nella foto sopra Maria Catena, Giorgio Giuffrè, Maria Donato e Caterina Giuffrè con
Maria Grazia Cucinotta, ospite del Club Halgoduria di Salina.
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centonove pagina 20
sicilia
14 Febbraio 2014
ASINI IN ESTINZIONE
Pantesco & modicano
review” rischia di chiudere? La Regione
siciliana negli Anni Sessanta subentrò
nella gestione della Ambelia, una
tenuta agricola di alto pregio che deve
il suo nome, “Ambelos”, alla vite , al
posto del Ministero della Difesa, che
aveva mantenuto nella struttura il
deposito stalloni della Guerra, con
scuderie dotate di 105 box. Qui la
Regione decise di mantenere
l’allevamento delle razze equine e
asinine siciliane, dal Purosangue
Orientale al cavallo Sanfratellano, per
arrivare all’asino pantesco e all’’asino
ragusano.
>Per mantenere la struttura, ha
denunciato di recente “Cavallo
Magazine”, sono distaccati alla Tenuta
Ambelia della Regione siciliana 42
palafrenieri. Costo del personale: 2
milioni e 200mila euro l’anno. A questi
costi di gestione, vanno aggiunti
60mila euro per il direttore, Salvatore
Paladino, e quattromila euro al mese
per il consiglio di amministrazione,
rappresentato oggi dal commissario
Concetta Torrisi. Ma quali sono le
entrate della prestigiosa tenuta?
Ridotte al lumicino: a parte le visite
guidate per le scuole e per qualche
visitatore chiamato a pagare il costo
del biglietto di ingresso tre euro, il
valore di “avviamento” dei cavalli e
degli asini da monta, chiamati
Flaminia, Fosca, Ontano, Ersilia, Giotto
e Greta,è stimato nei conti della
Regione a soli 6150 euro. Un fatto che
ha mandato, è il caso di dire, “su tutte
le furie” il governatore della Regione
Rosario Crocetta che ha deciso di
vederci chiaro.
>Sul destino dell’Istituto di
Incremento Ippico si sono giocate
di recente due partite: l’ex
presidente della Regione Raffaele
Lombardo, orinario di
Grammichele e grande amante
dei purosangue arabi, aveva
deciso di investire nella struttura
con un ambizioso piano di
valorizzazione: si intendeva
affidare la gestione al consorzio
Sol.Co per visite guidate, pettherapy, visite didattiche. Ora la
tenuta stessa della riserva è a
rischio: con un emendamento di
bilancio l’assessore Cartabellotta,
che intende valorizzare le
professionalità e la funwione
dell’Istituto, è riuscito a fare
pagare una parte degli arretrati ai
quaranta dipendenti. Ma per mesi
e mesi, se per i dipendenti è
mancato lo stipendio, per gli
animali ospitati si è corso il
rischio di non avere più neanche
il mangime.
centonove pagina 21
MESSINA. Sono due le razze di asini a
rischio di estinzione in Sicilia, l’asino
pantesco e l’asino modicano. Di entrambi
all’istituto di incremento ippico si
mantengono gli alberi genealogici e si
cura la riproduzione sulla stazione di
monta. Ma sulle origini dello “scecco
siciliano”, conosciuto come Ferrante ha
svolto di recente un accurato
monitoraggio la sezione Zootecnica e
Nutrizione animale dell’Università di
Messina. Qui l’equipe coordinata da Luigi
Liotta ha censito un centinaio di
esemplari di “Grigio siciliano”, tra i 4 e i
14 anni, “che vivono allo stato brado” e
risultano abituati a dividere il pascolo
con altre popolazioni autoctone. I
ricercatori hanno evidenziato una
leggera riduzione della taglia rispetto
allo standard, cm. 124, e dagli studi sulla
produzione lattea, tre mungiture
giornaliere, si sono rilevate proprietà
extranutrizionali polivalenti che si
aggiungono al valore ipoallergico per gli
infanti. Sulle pendici dell’Etna sono già
nati due allevamenti di asini da latte e
anche uno di dromedario, inaugurato da
un giovane catanese.
14 Febbraio 2014
sicilia
SAN FRATELLO
VULCANO. L’impianto sta nascendo a ridosso dell’ultima area umida delle Isole Eolie
Depuratore nel pantano
A denunciare la vicenda è il consigliere Pietro Lo Cascio (Sel) che invoca l’intervento
delle associazione ambientalista. La zona non sarebbe stata citata negli elaborati della struttura
IL cantiere del depuratore adiacente all’area umida protetta di Vulcano
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
VULCANO. Un depuratore in mezzo
ad una zona umida inserita nella Zona
a Protezione Speciale ITA030044 e nel
Sito Unesco delle Isole Eolie. Accade
nell’isola di Vulcano dove a realizzare
l’opera, già appaltata con i cantieri
avviati, è la Sogesid, società
controllata dai ministeri del Tesoro e
dell'Ambiente, e gestito con i poteri
emergenziali di un commissario,
l'avvocato Luigi Pelaggi. A sollevare la
questione è il consigliere di minoranza
Pietro Lo Cascio, esponente di Sel che
ha chiesto un intervento di Wwf,
Legambiente e Lipu. Ma come è
possibile che i lavori stiano
compromettendo la tutela dell'ultimo
ambiente umido esistente nell'isola e
nell'intero comprensorio eoliano?
La risposta la dà il consigliere Lo
Cascio in un comunicato. «Chi ha
redatto lo Studio di Impatto e di
Incidenza Ambientale - scrive in una
nota ufficiale il politico ambientalista (il documento è firmato dall'ingegnere
Carmelo Sottile), ha accuratamente
evitato di segnalare la presenza del
pantano che esiste nell'Istmo tra
Vulcano e Vulcanello, classificato
come "habitat prioritario" con il codice
1150 nella Direttiva 43/92
dell'Unione Europea, ma anche chi
doveva verificare la veridicità dello
Studio – l'Assessorato Territorio e
Ambiente della Regione Siciliana –
non ha mosso alcuna obiezione in
merito agli interventi previsti dal
progetto che avrebbero coinvolto il
luogo, come se ne ignorasse
l'esistenza. È ovvio che la Regione
disponesse di tutti gli strumenti
necessari per confutare le
affermazioni false contenute nello
Studio, per esempio quel Piano di
Gestione dei Siti Natura 2000 dove
l'importanza del pantano viene sancita
a chiare lettere. Ma non lo ha fatto,
concedendo le autorizzazioni
ambientali senza proferire parola sul
pantano, e ciò appare francamente
incomprensibile». A pochi metri da un
habitat prioritario, dunque, sorgerà
Anniversario frana
Ci sarà anche Crocetta
SAN FRATELLO. Ci sarà anche il
presidente della Regione Rosario
Crocetta Venerdì mattina a San
Fratello alla manifestazione
organizzata dall’amministrazione
comunale in occasione del quarto
anniversario della frana del 14
Febbraio 2010. Lo scorso anno
Crocetta disertò le celebrazioni, e la
sua fu un’assenza che fece
discutere. Stavolta il presidente ha
annunciato la sua presenza
all’amministrazione comunale,
guidata dal sindaco Mario Fulia,
che ha organizzato l’evento per
Venerdì mattina, 14 febbraio, alle
10 presso i locali della Scuola Media
Alessandro Manzoni di San Fratello.
Un luogo dalla forte carica
simbolica, scelto non a caso
dall’amministrazione comunale. La
riapertura di Settembre dopo i
lavori di messa in sicurezza del
plesso di via Apollonia rappresenta
infatti la speranza, il futuro.
una vasca di sollevamento liquami del
realizzando depuratore. A rassicurare
tutti è però lo studio il quale afferma
che «non produrrà alterazioni
ambientali, né disturbo alla fauna, né
infine alcuna riduzione al valore
conservazionistico del sito».
Per Lo Cascio la realtà è ben diversa.
«La vasca rischia di pregiudicare le
caratteristiche naturali del luogo scrive - sottraendo spazio alle dune di
sabbia, ai canneti che offrono riparo
agli uccelli durante le migrazioni o nel
periodo invernale, ma soprattutto di
interferire con il corpo idrico del
pantano, cancellandone
irrimediabilmente ogni traccia in
pochi anni. Dove non era riuscita
l'espansione urbanistica e turistica di
Vulcano, che – pur sviluppandosi in
maniera caotica – aveva comunque
risparmiato questo piccolo gioiello
della natura, arrivano le ruspe del
depuratore».
DISSESTI
Se crolla Fondachelli
IL SINDACO PETTINATO CHIEDE LA DICHIARAZIONE DI STATO
DI CALAMITÀ. ECCO TUTTI I DANNI CAUSATI DAL MALTEMPO
FONDACHELLI FANTINA. Il comune di Fondachelli Fantina ha
Alcuni danni causati dall’alluvione
fatto richiesta di dichiarazione dello stato di calamità
naturale per i gravi danni provocati dal maltempo dell’1 e 2
febbraio scorsi. Oltre centomila euro i primi interventi di
protezione civile effettuati per far fronte alle emergenze e
tutelare l’incolumità pubblica su disposizione del tecnico
comunale Giuseppe Catalano, responsabile della Protezione
civile. Sono state prime eliminate frane nelle arterie principali
centonove pagina 22
e nelle strade di collegamento con le frazioni, evitando
pericoli e proteggendo le infrastrutture pubbliche. Per
mettere in sicurezza il territorio flagellato dal nubifragio,
però, servono altri interventi. Si tratta di studi approfonditi
con la redazione di progetti da parte di figure professionali
adeguate: geologo e ingegnere idraulico. In particolare si
tratta di un intervento di protezione quartiere Chiesa;
intervento nella frazione Raccui a protezione della fognatura
e principale via di collegamento; intervento di messa in
sicurezza strada di collegamento nel tratto di Raccui con
reperimento di massi per proteggere100 metri di muro
d’argine; intervento di protezione di un pozzo in contrada
Bocca di Cane e ripristino collegamento; intervento di
messa in sicurezza a monte del quartiere Rubino e ripristino
condotta principale acquedotto comunale.
sicilia
14 Febbraio 2014
BARCELLONA. Rinvio a giudizio in quindici tra tecnici e imprenditori. Per la Procura «iter viziato»
Un parco di guai
Il sindaco Collica chiede la revoca della delibera con cui si approva il progetto commerciale
della Dibeca, vicina all’avvocato Saro Cattafi. Ma c’è il rischio di un contenzioso milionario
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
BARCELLONA. Quindici persone
rinviate a giudizio, il mondo politico
spaccato in due e il rischio di dare vita
ad una causa milionaria che potrebbe
mettere in ginocchio le casse del
comune. A Barcellona Pozzo di Gotto
l’approvazione del parco commerciale
i cui progetto fa capo alla società
Di.Be.ca, riconducibile all’avvocato
Rosario Pio Cattafi, 62 anni,
condannato per mafia in primo grado
a 12 anni di reclusione (operazione
"Gotha III"), ha la forma di un coltello
a doppio taglio. La decisione sbagliata
potrebbe pregiudicare da un lato il
futuro economico e urbanistico della
città, dall’altra dare vita ad una
richiesta di risarcimento danni da
svariati milioni di euro da parte della
società che si vede sfumare il progetto.
L’unica cosa certa, in questo momento,
comunque, è il rinvio a giudizio di 15
imputati - deciso dal gup Anna Adamo
a seguito della richiesta del pm
Francesco Massara- coinvolti
nell'inchiesta sulle procedure
amministrative che hanno portato
all'approvazione del Piano
particolareggiato del Parco
commerciale di contrada Siena. Si
tratta di tecnici, committenti e
componenti della Commissione
urbanistica dell' epoca. L’udienza è
fissata per il 2 maggio al tribunale di
Barcellona. Ognuno per il suo ruolo
dovrà rispondere di «abuso d' ufficio
in concorso determinato dall' altrui
inganno». Tutto parte da un esposto
presentato dall’associazione antimafie
“Rita Atria” di Milazzo del gennaio
2011 che seguiva anche una
interrogazione del senatore Beppe
Lumia (Pd) e coinvolgeva anche il
movimento "Città Aperta" di cui
Maria Teresa Collica
all'epoca era portavoce lo stesso
sindaco Maria Teresa Collica. In
sostanza, la procura accusa i quindici
di avere ingannato il consiglio
comunale di Barcellona che il 16
novembre 2009 approvò con un solo
voto contrario dei presenti, la delibera
n. 59 con la quale si avallava il Prp del
Parco commerciale della Di.Be.Ca.,
sulla scorta di pareri tecnici positivi. Il
vantaggio per la società riconducibile
a Cattafi sarebbe consistito «nella
facoltà attribuita» all' immobiliare
riconducibile a Cattafi «di dare
attuazione, nonostante soggetto
privato, al Piano particolareggiato e
potendo in tale veste far ricorso a
procedure pubblicistiche specie ai fini
dell'esproprio e nella possibilità di
sfruttare nuove zone residenziali non
previste nel Prg». La difesa degli
imputati, però, è già sul piede di
guerra e la questione rischia di
diventare anche un caso politico.
Mentre il sindaco Maria Teresa Collica
chiama il consiglio comunale a dare
un segno di responsabilità revocando
la contestata delibera, ancora
l’amministrazione non ha presentato
alcuna proposta ufficiale al presidente
del consiglio Angelo Pino, e rimane
costituita al Tar a difesa dell’atto
contestato da due imprenditori
proprietari di terreni interessati ad un
ipotetico esproprio. «Dal punto di vista
giudiziario - afferma l’avvocato
Pinuccio Calabrò - negli atti
processuali non vi sono dichiarazioni,
intercettazioni, o altre attività
d’indagine che dimostrino collusioni o
concrete pressioni o interessi
economici tra i componenti della Ceuc
(Commissione edilizia urbanistica
comunale) e i presunti concorrenti nel
reato». Dal punto di vista tecnico
viene contestato la circostanza che il
Piano particolareggiato è stato
presentato su iniziativa privata e non
pubblica (nel caso specifico lo
prevedono le norme tecniche di
attuazione commerciale contenute nel
piano regolatore generale del comune
di Barcellona). Inoltre, la Valutazione
ambientale strategica (Vas) è
diventata obbligatoria dopo la
presentazione del progetto, mentre la
mancata pubblicizzazione del piano,
essendo più di 50 i singoli proprietari,
non è prevista prima
dell’approvazione. «I componenti
rigettano etichette di comodo - dice
l’avvocato Filippo Barbera che difende
alcuni imputati - si tratta di
professionisti stimati che hanno agito
in piena coscienza dedicando tempo
allo studio e il parere è stato rilasciato
in perfetta onestà intellettuale».
insomma, una bella patata bollente
quella nelle mani
dell’amministrazione Collica. Sulla
proposta di revoca in autotutela del
piano particolareggiato del Parco
commerciale, suggerita con una
lettera indirizzata al consiglio
comunale dal sindaco Collica, c' è
stata la contromossa dei consiglieri
comunali che invitano il primo
cittadino a fare il primo passo
disponendo gli atti propedeutici e
proponendo la delibera. «Siamo pronti
a revocare l’atto - dice il consigliere
Giuseppe Imbesi, Udc - ma deve
essere una cosa concordata. Il sindaco
ha fatto solo demagogia fino ad ora,
non ha mai fatto richieste ufficiali.
Siamo tutti contro la mafia, ma
dobbiamo avere almeno i presupposti
per revocare. Il consiglio non si può
sostituire al giudice, ancora oggi non
c’è stato alcun tribunale che ha
sentenziato che l’iter fosse viziato. In
caso di revoca, come chiede in questi
giorni anche Rita Atria, rischiamo un
colossale risarcimento danni se il
percorso risultasse perfetto», conclude
Giuseppe Imbesi.
LA SCHEDA
Ecco tutti gli indagati
IL 2 MAGGIO SI DOVRANNO PRESENTARE IN AULA
PER RISPONDERE DI “ABUSO D’UFFICIO”
BARCELLONA. Il prossimo 2 maggio si dovranno presentare
in aula per rispondere all’accusa di «abuso d' ufficio in
concorso determinato dall' altrui inganno». Si tratta
dell’avvocato Rosario Pio Cattafi, dell'amministratrice della
società immobiliare "Di.Be.Ca." della famiglia Cattafi,
Ferdinanda Corica, 57 anni; i soci dell' immobiliare, la
sorella e il figlio di Cattafi, Maria Idea Cattafi, 65 anni e
l'avvocato Alessandro Cattafi, 37 anni; il dirigente pro -
tempore del VII Settore di Palazzo Longano, ingegnere
Orazio Mazzeo, 62 anni, rup del procedimento che ha
portato all' approvazione del Piano particolareggiato del
Parco commerciale e rup del Prg; i progettisti che hanno
redatto ed elaborato il Piano particolareggiato, gli architetti
Mario e Santino Nastasi, il professore Giuseppe Gangemi,
progettista del Prg e il collega Giovanni Cattafi, anch'essi
indicati al pari degli altri professionisti quali progettisti del
Parco commerciale anche se per "incarico non
formalizzato". A giudizio anche il tecnico di fiducia della
società, la "Gdm Spa", Filippo Leopatri, 52 anni di Reggio
Calabria ed i cinque componenti della soppressa
Commissione edilizia urbanistica comunale: Giovanni
Milone, Santi Sottile, Sergio Valenti, Antonio Raimondo,
Franco Barbera.
centonove pagina 23
Rosario Cattafi (foto archivio)
14 Febbraio 2014
sicilia
MILAZZO. Il Cga fa ritornare il consiglio comunale. E blocca il default
Il ballo del dissesto
Le vicende del comune mamertino stanno facendo giurisprudenza.
L’aula si ricostiituisce ma la Cassazione potrebbe annullare tutto
MILAZZO. L’unica cosa certa su cui
sono tutti d’accordo è che ci sono 40
milioni di euro di debiti. Per il resto a
Milazzo rimane tutto una incognità.
D’altronde, quello che è avvenuto nel
comune mamertino è un caso forse
unico in Italia. Il consiglio comunale
è stato rimosso un anno fa per la
mancata approvazione della delibera
di dissesto su indicazione della Corte
dei Conti e diffida della Prefettura di
Messina. Oggi il Cga lo rimette in
sella, cancellando con un colpo di
spugna tuta la procedura di dissesto
che aveva approvato il commissario
straordinario Margherita Catalano e
che aveva portato avanti
l’amministrazione guidata da
Carmelo Pino, uno dei pochi sindaci
ad avere lottato per ottenere il
dissesto assieme all’assessore alle
Finanze Pippo Midili. Tutto a posto?
No. Il consiglio comunale che si
reinsedierà lunedì 17 febbraio alle
Pippo Midili
19,30, su convocazione del
presidente Saro Pergolizzi, cercherà
quasi certamente di seguire la via del
risanamento tramite i benefici del
decreto “Salva Comuni” la cui
efficacia scade a fine mese.
Stravolgendo l’assetto economico che
l’ente aveva raggiunto. Ma entro due
mesi potrebbe “saltare” di nuovo
tutto, il consiglio decadere e
ritornare valida la delibera che
approva il dissesto dei conti
comunali. La Cassazione infatti, su
ricorso della giunta Pino, si dovrà
esprimere sulla vicenda. Anche il Tar
dovrà emettere una sentenza di
merito sul ricorso dei consiglieri
comunali e difesi dall’avvocato
Marcelo Scurria. Non sono esclusi,
dunque, nuovi colpi di scena (la
seconda decadenza del consiglio
comunale) oltre all’immobilismo del
Comune di Milazzo che non può
nemmeno programmare questo
ultimo scorcio di legislatura che
porterà al voto nella primavera
2014. Da più parti vengono invocate
elezioni anticipate, ma il sindaco
Carmelo Pino non ha intenzione di
“cedere”. “Resistere, resistere,
resistere”, è il mantra che si ripete
ogni mattina prima di entrare al
comune nella speranza di un
intervento risolutivo della
Cassazione. Da escludere la mozione
di sfiducia da parte dei consiglieri.
«Certo – afferma il sindaco Carmelo
Pino - non può non sottolinearsi la
divergenza di interpretazione
normativa che si è evidenziata tra il
Tar, il Cga e la Corte dei Conti .
Carmelo Pino
Senza precedenti in materia
finanziaria lo scontro in atto tra
organi dello Stato su un caso
destinato inevitabilmente a fare
giurisprudenza in tutta Italia.
Prudenza avrebbe voluto che i
giudici del Cga avessero atteso la
decisione della Cassazione sul ricorso
per giurisdizione, così come
cautamente deciso dal Tar Catania. I
casi sono molteplici ma solo a
Milazzo si è assistito ad una copiosa
e controversa attività giuridica».
Sullo sfondo una situazione
economica che, indipendentemente
dalle parti in causa, segna un rosso
nei conti di oltre 40 milioni”.
“Nessuno, fino ad oggi – sostiene
ancora l’Amministrazione di palazzo
dell’Aquila - si è scandalizzato del
fatto che tale enorme mole di debito
si sia accumulato nel breve spazio di
10 anni. Si è incentrata volutamente
l’attenzione sulla dichiarazione di
dissesto o meno».
«Sottolineare come, in un momento
di gravissima difficoltà per tutti gli
Enti locali, questa amministrazione
sia riuscita a garantire stipendi e
servizi essenziali senza fare ricorso
ad indebitamento è superfluo visto
che è sotto gli occhi di tutti come
questa città sia cambiata in senso
positivo con appena un solo anno di
vera e propria amministrazione. Cosa
succederà nei prossimi mesi è
facilmente intuibile anche se questa
amministrazione farà tutto quanto in
proprio potere per salvaguardare
l’Ente ed anche i cittadini». A
cominciare dalla tutela di un bene
come i Molini Lo presti che rischiano
di essere messi all’asta per una cifra
irrisoria rispetto al valore reale, ai
precari, ai fornitori che avevano
ricominciato a “fidarsi” del Comune.
«Un fatto è certo - conclude - i debiti
contratti dalle precedenti
amministrazioni sono lì a dimostrare
che nessuna fantasia ci ha pervaso
quando nel 2012 avevamo chiesto al
consiglio comunale di condividere un
percorso difficile, amaro, ma
inevitabile per evitare l’insolvenza
STRATEGIE
Pergolizzi contro tutti
RICONQUISTATA LA POLTRONA DI PRESIDENTE RITORNA
A PROPORRE LA “SALVA COMUNI”. INFATTI....
MILAZZO. Ha dovuto tribolare 48 ore ma, alla fine, Saro
Pergolizzi ha potuto sedere nuovamente sulla poltrona di
presidente del consiglio comunale. Certo, del vecchio ufficio
di presidenza è rimasto ben poco. Subito dopo la decadenza
dell’aula e la nomina del commissario straordinario Valerio
De Joannon l’ufficio di presidenza è stato smantellato. A
cominciare dalle pec dei consiglieri (mail con il valore di
raccomandate) che hanno impedito la convocazione del
consiglio comunale nel giro di poche ore. Alla fine si è optato
per i classici messi comunali rinviando l’insediamento a lunedì
17 febbraio. Pergolizzi, comunque, ha già cominciato a
lanciare le prime frecciate all’indirizzo del sindaco. «Parlando
ai avere risanato i conti e di tagliato gli sprechi - dice il
presidente - ma hanno distribuito dodici posizioni
organizzative da 1000 euro ciascuno per un totale di 600 mila
euro in quattro anni. Speso 35 mila euro di fondi comunali
per pagare l’avvocato Fulvio Cintioli e difendersi contro il
consiglio comunale. Circa 40 mila euro li hanno destinati ai
quattro segretari generali che si sono succeduti, altrettanti 40
mila euro spesi per incarichi esterni (ragionieri generali e
dirigenti) che forse non potevano essere nemmeno assegnati
in quanto situazione di pre-dissesto». «Prendiamo atto continua - che i debiti non sono più 60 milioni, bensì 40 e che
saranno tutti onorati attraverso la SalvaComuni che il
Consiglio comunale ha votato nel dicembre 2012».
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Saro Pergolizzi
14 Febbraio 2014
economia
SHOPPING
MESSINA. L’imprenditore messinese perde all’asta l’albergo firmato dall’architetto Samonà
D’Amico, il Jolly nella manica
La vendita disposta dal giudice fallimentare su richiesta di Interbanca. Ma la società
è pronta a dare battaglia. «Procedure e modalità di cessione sono illegittime»
Zothecas amputat cathedras, quod saburre verecunde
MESSINA. E’ passato di mano il Jolly
Hotel di via Garibaldi a Messina.
Dopo due tentativi di vendita andati a
vuoto, con annunci pubblicati anche
ZOOM
Si “batte” anche
l’Hotel di Mortelle
MESSINA. Prezzi di vendita, anzi di
svendita da fine stagione turistica per
l’albergo-simbolio di Mortelle,
“Giardino delle Palme” di Mortelle,
32 stanze. Quasi fosse uno scherzo del
detsiono, andrà all’asta il 1 aprile,
insieme al “Lido Aragosta” e a un
terreno limitrofo di 450 mq, al prezzo
di 1500.000 euro. Una vicenda
constrastata anche quella del Grande
Albergo, passato da una gestione
commissariale all’altra. L’ultimo
commissario, Corrado Martelli, aveva
ricevuto una proposta da un
imprenditore turistico etneo per 5
milioni di euro, ma l’assessorato alle
Attività produttive non omologò.
L’ultima perizia assegnata dal
curatore Pietro Gugliotta indicava un
valore del complesso alberghiero di
3.600.000, più Iva. Ma quattro
tentativi di incanto non hanno dato
nessun risultato.
su giornali nazionali, il cubo giallo
firmato dall’architetto Samonà,
novanta stanze affacciate sullo
Stretto, è stato ceduto all’asta per un
importo di 3 milioni e mezzo di euro.
L’asta, al centro di una controversa
vicenda che vede contrapposto il
gruppo dell’imprenditore messinese
Cesare D’Amico, è stata disposta dal
giudice fallimentare Ugo Scavuzzo; le
procedure di vendita sono state
seguite dallo studio del notaio Vicari.
Ad aggiudicarsi l’asta, un composito
gruppo, rappresentato dall’avvocato
Francesco Bagnato, tra cui spicca il
docente universitario della facoltà di
Lettere e Filosofia Saverio Guida e
altri professionisti, Costa e D’Andrea.
Ma come si è arrivati alla cessione
dell’albergo liberty, simbolo della
Messina ruggente anni Sessanta? Al
centro della vicenda c’è un affitto di
ramo di impresa tra la catena
alberghiera Jolly Hotel e la società
Medea di Cesare D’Amico, titolare di
un contratto commerciale di affitto
della struttura, di nove anni più nove.
La crisi di liquidità della società, che
tra l’altro controlla anche il Jolly
Hotel di Corso Gelone a Siracusa, ha
portato Interbanca, l’istituto che
aveva aperto una linea di credito alla
società di D’Amico, a chiedere al
Tribunale il provvedimento di
esecuzione.
Un legale amministrativista
dell’imprenditore D’Amico, Mario
Fiaccavanto di Palermo, sta valutando
una azione giudiziaria per bloccare il
trasferimento del bene: procedure e
modalità della cessione sono ritenute
illegittime. “Basta solo dire- rileva
Cesare D’Amico che il Tribunale di
Messina non ha tenuto conto di ben
quattro sentenze del Tribunale di
Siracusa che sulla stessa vicenda
dicono l’esatto contrario”. All’asta,
che si è svolta in un clima di forte
tensione alle 16,30 del 28 gennaio
all’associazione dei notai, ha
partecipato lo stesso Cesare D’Amico,
che gestisce tra lì’altro anche un
albergo a Termini Imerese, al quale è
Ventura va in Paradise
DFGHJFGHJHJGKGHJKGH
GHJKGHJ
MESSINA. Continua lo shopping di
alberghi in città. L’imprenditore
Puccio Ventura, con interessi nel
settore immobiliare, petrolifero e
delle energie rinnovabili, ha
rilevato dalla famiglia Vitale
l’albergo “Paradise” di
Contemplazione, 105 stanze.
L’hotel, con ampie vetrate che
danno sullo Stretto, è stato per
anni sede di meeting aziendali.
Ventura, che di recente ha spostato
i suoi interessi imprenditoriali a
Bucarest, è un imprenditore vivace
che spazia dal settore petrolifero,
gestisce una pompa di benzina a
Giostra, agli interessi nel settore
fotovoltaico e della ristorazione:
alcuni anni fa rilevò dalle Ferrovie
la vecchia stazione di Gesso.
stato rifiutato un rilancio del quinto
sulla base d’asta.
I professionisti rappresentati
dall’avvocato Francesco Bagnato
hanno presentato due offerte
separate: obiettivo è quello di
trasformare l’attività da alberghiera a
gestione di botteghe commerciali al
pianterreno e attività di residence ai
piani superiori. Secondo D’Amico, i
cui interessi a Messina sono
rappresentati anche da Walter Militi,
vicepresidente della cassa nazionale
forense, la destinazione d’uso
dell’attività non può essere modificata
con nuove autorizzazioni. Un fatto
questo che, nel passato, ha
raffreddato l’interesse di investitori
come il gruppo Franza, che hanno
svolto analisi finanziarie sul dossier
“Jolly” ma hanno scartato l’idea di
partecipare alla gara, in
considerazione del fatto che il settore
dell’accoglienza turistica è in piena
crisi e il cambio della destinazione
d’uso dell’albergo, firmato nella
facciata esterna da un noto architetto,
pone dei vincoli urbanistici “non
facilmente superabili”.
PALERMO
Hotel delle Palme resta aperto
PALERMO. L’hotel delle Palme di Palermo resterà aperto, un gruppo di lavoratori
passerà da full-time a part-time con una media di 30 ore, i lavoratori dei servizi
per le camere, fattorini e frigo bar, che saranno esternalizzati, manterranno
retribuzioni e anzianità: sono i principali punti dell’accordo siglato oggi
all’ufficio provinciale del lavoro di Palermo per salvare i lavoratori di Acqua
Marcia Turismo spa, società che aveva comunicato ai sindacati del settore
turismo di avere avviato la procedura di licenziamento collettivo per 134
dipendenti su un organico totale di 213. Nel piano era anche prevista la chiusura
del “Des Palmes”. Piani di contenimento dei costi sono previsti anche per il San
Domenico di Taormina e Villa Igiea a Palermo, in capo alla stessa società.
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14 Febbraio 2014
economia
UOMINI&BUSINESS. Cresce e si “accredita” la struttura ospedaliera fondata da Gustavo Barresi
Sanità, Messina in buona Salus
Con oltre 130 operatori e 85 posti letto la clinica privata vanta utili modesti ma un fatturato in ascesa
e un netto patrimoniale solido. Merito di scelte aziendali che radicano sempre più la struttura al territorio
DI
VINCENZO LOMBARDO
Messina. Il 20 marzo del
1743 una nave genovese
con bandiera napoletana
veleggiava verso lo stretto
di Messina. Veniva da Missolungi, città
della Grecia occidentale. Approdava nel
porto con un uomo dell’equipaggio in
meno, morto nel viaggio. Il capitano,
Iacopo Bozzo, per timore che quella
morte potesse provocare un ritardo nella
consegna delle lane e delle merci che
trasportava, indicò nei disagi patiti la
causa del decesso. Dopo pochi giorni
però anche il capitano si ammalò e nel
giro di poche ore morì. Aveva un grosso
bubbone sotto l'ascella. La diagnosi non
poté essere che nefasta. Messi alle
strette, alla fine, i marinai confessarono:
i due erano morti di peste. A nulla
valsero i primi provvedimenti di
quarantena adottati dalle autorità
cittadine. Dopo quaranta giorni due
donne furono trovate morte con dei
bubboni sotto le ascelle. La peste era
entrata in città. Intorno a Messina si
strinse uno stretto cordone sanitario,
talché oltre al morbo vi si abbatté pure
la fame.
Durante quei tristi giorni
L'Arciconfraternita Sant'Angelo dei
Rossi, una confraternita laica Messinese
in vita dal 1500, istituì un lazzaretto per
gli appestati e praticò l'assistenza ai
malati su larga scala con grande
abnegazione. Il governo borbonico in
segno di riconoscenza, gli conferì il
titolo di Illustrissima, per avere lenito
terribili sofferenze con notevole pericolo
della vita dei suoi componenti.
Malgrado la sua generosa attività il
terribile morbo falciò oltre 50.000
abitanti della città.
La mirabile opera prestata
dall’Arciconfraternita dei Rossi è
rimasta scolpita nella memoria dei
messinesi, e può essere configurata
LA SCHEDA
RATING ECONOMICO
SOCIALE (0 a 10): 5,25
- Storia ultra
quarantennale:
10
- Andamento economico:
6
- Rapporto
Occupazione/Territorio
Partner di Iniziative Sociali: 4
- Sponsor Attività
Sportive: N.C.
L’ingresso di Villa Salus
come antesignana delle attività private
nel settore dell’assistenza sanitaria.
Rimase operante, come ente
ospedaliero, fino agli anni sessanta.
Fino a quando nuovi soggetti , favoriti
dall’esplodere di due fenomeni: il
sopraggiunto benessere di vasti strati
popolari che ha fatto lievitare la
domanda di assistenza medica
personalizzata, e la crescita smisurata
del debito pubblico che ha finanziato
le prestazioni sanitarie private.
A Messina l’iniziativa privata ha una
genesi singolare. Essa ha origine,
diversamente che nel resto della Sicilia,
nella ricerca e nella mission di due
illustri luminari: Luigi Carmona (1895 –
1984) e Gustavo Barresi. (1913 –
2001). Il primo approda nel 1944 a
Messina, vincitore del concorso della
cattedra universitaria di Patologia
speciale chirurgica e propedeutica
chirurgica che tenne fino al 1951. Vi si
trasferì unitamente agli allievi Gustavo
Barresi, Ubaldo Brancato e Umberto
Marullo che lo seguirono senza alcuna
esitazione. Messina, in quegli anni, era
ancora deturpata dalle conseguenze
della guerra. Le strade ingombre di
macerie e priva di mezzi di trasporto.
Non si trovavano alloggi dignitosi, e il
piccolo gruppo di medici trovò
sistemazione all’Ospedale Piemonte, nei
fatiscenti locali di quei tristi tempi del
dopoguerra. Casa e bottega, ma tanta
voglia di fare. Il piccolo collettivo, nel
giro di pochi anni aggrega intorno a sé
un altro gruppetto di medici che farà
presto parlare di sé: Giovanni D’Amico,
Renato Caminiti, Diego Cuzzocrea,
Pasquale Notti, Francesco Minissale,
Ciro Famulari, Giulio Santoro e
Sebastiano Cambria.
Divenne famoso per avere ideato per
primo in Italia l'insegnamento della
semeiotica chirurgica e della chirurgia
sperimentale, le cui prime cattedre
furono istituite alla facoltà medica
dell'Università di Messina, di cui fu
professore e poi preside dal 1960 al
1969. A Carmona si deve la fondazione
della Società siciliana di chirurgia alla
quale aderirono le migliori intelligenze
del mondo chirurgico siciliano.
Raggiunti i limiti di età concluse la
carriera attiva di cattedratico, ma non
quella di chirurgo. Anzi ebbe modo di
dedicarsi completamente alla Casa di
Cura privata da lui creata e alla quale
diede il proprio nome. Purtroppo la
creatura non ha resistito nel tempo ed
oggi fa parte del gruppo Tigano di
Siracusa.
Il settore sanitario conserva un notevole
appeal e resiste ai robusti contenimenti
della spesa. Nelle ultime legislature c'è
sempre stato un proprietario di cliniche
a sedere tra i banchi dell’Assemblea.
Nunzio Cappadona dell'Udc, titolare di
tre strutture fra Siracusa e Palermo.
Guglielmo Scammacca del Pdl, con
partecipazioni in quattro case di cura
catanesi: un impero con 600 dipendenti.
L’ex parlamentare Ferdinando Latteri,
titolare dell'omonima casa di cura
palermitana. L’elenco si conclude, con
Barbara Cittadini, presidente dell'Aiop
(l'associazione dell'ospedalità privata),
centonove pagina 26
che è la moglie di Dore Misuraca, uno
dei fondatori del Pdl Sicilia.
L’infeudamento politico ha portato la
Sicilia a conseguire uno straordinario
primato: essere la regione d’Italia con il
più alto numero di strutture sanitarie,
oltre 1800, che gravano sul bilancio
regionale per oltre 1miliardo di euro e,
nel contempo, detenere la più alta
migrazione sanitaria. Il che sta a
significare che l’offerta è di dubbia
qualità.
In controtendenza si muove a Messina
la Casa di Cura Villa Salus, fondata nel
1961 dal professore Gustavo Barresi,
continuatore dell’opera di Luigi
Carmona all’Università dal 1956 al 1988
e nel settore della sanità privata dal
1961, si è nel tempo accreditata come
punto di riferimento per una larga fascia
di clienti siciliani e calabresi. Ogni anno
vengono ricoverati circa 3.500 pazienti.
La struttura dispone di 85 posti letto,
tutti operanti in regime di
accreditamento, supportati da 3 letti di
assistenza intensiva post-operatoria.
Prestano attività alla Villa Salus oltre
130 operatori. La controllante è una
società di persone in accomandita
semplice composta dagli eredi del
fondatore, il figlio avv. Antonio,
accomandatario, e i membri della sua
famiglia. La società è abbastanza solida
con un Netto Patrimoniale, di circa
3milioni di euro, in aumento rispetto al
dato del 2011. Anche il fatturato ha un
trend in ascesa: nel 2012 ha realizzato
circa 15.000.000 di euro, l’1% in più
rispetto all’anno precedente. Gli utili
sono modesti. Il margine operativo lordo
è buono: poco meno di 2milioni di euro.
Il capitale circolante è stato
implementato dal ricorso al
finanziamento bancario e a quello
commerciale. Tendenza questa invertita
nel 2012 per via dell’avvenuto parziale
sblocco dei pagamenti dell’Asl e dalla
contrazione dell’assistenza creditizia
posta in essere dal sistema. Lo sforzo
della Villa Salus negli ultimi anni è
stato direzionato a migliorare le
strumentazioni e le tecnologie mediche
portando ad alti livelli i servizi sanitari
offerti. Un’oculatissima scelta aziendale,
operata dalla famiglia Barresi, che
contribuisce a radicare sempre più nel
territorio messinese una impresa
sanitaria privata legata a filo doppio al
valore dell’alta qualità. Una buona
politica che salvaguarda gli attuali posti
di lavoro e, che, non dispera di crearne
dei nuovi.
La città di Messina ha tributato al
professore Gustavo Barresi un
prestigioso postumo riconoscimento Il 6
novembre 2010, allorquando la Giunta
Comunale Buzzanca ha autorizzato, con
una apposita deliberazione, la
tumulazione delle spoglie dell’insigne
clinico nella zona del Gran Camposanto
riservata alla sepoltura delle personalità
che hanno dato lustro alla città.
[email protected]
14 Febbraio 2014
economia
TRASPORTI. Il consiglio di stato blocca la vendita della compagnia di navigazione
Siremar, tutto da rifare
Appello alla Regione
dei segretari Fit Cgil
La Cessione alla Compagnia delle Isole arriva ad un nuovo capitolo del suo lungo e tormentato iter.
L’amministratore: «Ma la sentenza non annulla il contratto. Continueremo ad assicurare il servizio»
Palermo. Tutto da rifare per la
vendita della compagnia di
navigazione Siremar. Il Consiglio di
Stato ha bloccato la vendita del colosso
delle navi.
Una storia infinita che dura ormai da
anni con ricorsi al Tar e senetenze del
Consiglio di Stato e strascichi polemici.
Era del luglio del 2012 la sentenza del
Consiglio di Stato che aveva accolto,
con ordinanza motivata, la richiesta
formaulata dalla Compagnia delle Isole
di sospendere l'efficiacia della sentenza
con cui il Tar Lazio aveva annullato i
provvedimenti autorizzativi della
cessione dell'Azienda di trasporti
marittimi Siremar alla stessa
Compagnia delle Isole.
Quindi la Siremar sarebbe dovuta
andare alla Compagnia delle Isole, la
società partecipata dalla Regione
siciliana e controllata dalla
Mediterranea Holding dell’armatore
napoletano Salvatore Lauro. In
particolare, il tribunale aveva accolto il
ricorso presentato dai concorrenti della
Società Navigazione Siciliana (Ustica
Lines e Caronte&Tourist) contro la
proposta di acquisto di Siremar da
parte di Compagnia delle Isole,
sostenendo la presenza di un 'illecito
aiuto di Stato'. Il Consiglio di Stato
Una nave Siremar
aveva sospeso il provvedimento
impugnato, ridando così valore al
contratto di cessione stipulato. Adesso
la nuova sentenza del Consiglio di
Stato.
''La sentenza emessa il 7 febbraio
scorso dal Consiglio di Stato, non ha
annullato il contratto di cessione del
ramo d'azienda Siremar in favore di
Compagnia delle Isole Spa''. Lo ha
detto a Catania l'amministratore
delegato della Compagnia di
VERTENZE
navigazione Siremar Alessandro
Seminara. ''Le sentenze - ha aggiunto vanno applicate e pertanto Compagnie
delle Isole continuerà nel regolare
svolgimento della propria attività e
continuerà, altresi', ad assicurare tutti i
servizi ai suoi clienti''. La Compagnia
delle Isole, peraltro, ha indetto per
venerdì prossimo, 14 febbraio, alle ore
10, una conferenza stampa che si terrà
presso il porto di Palermo nei locali
della Siremar.
La riorganizzazione dell’Ast,
azienda in cui i lavoratori attendono
gli stipendi di gennaio, del servizio
ferroviario nell’Isola penalizzato dai
continui tagli attuati da Trenitalia,
delle concessioni delle Aziende
private del settore del trasporto su
strada e dei collegamenti marittimi.
Sono tanti i punti nell’elenco della
vertenza del settore trasporti in
Sicilia, per i quali i tre segretari di Filt
Cgil Franco Spanò, di Fit Cisl Sicilia
Amedeo Benigno e di Uiltrasporti
Sicilia Angelo Mattone, hanno
chiesto tre audizioni al presidente
della Commissione regionale
Ambiente e Territorio dell’Ars sui
Trasporti in Sicilia. “E’ ora di stabilire
strategie e di rendere produttivo il
settore – spiegano i tre segretari –.
In ballo ci sono i posti di lavoro e i
servizi fondamentali per garantire la
mobilità ai siciliani. La politica deve
ascoltarci, se ciò non avverrà
presenzieremo a tutte le
presentazioni e le convention dei
candidati alle elezioni europee, per
spiegare anche con volantinaggi
cosa la politica non ha fatto in tutti
questi anni”. “Trenitalia –
lamentano Spanò, Benigno e
Mattone – continua a tagliare le
corse mentre si attende ancora senza
esito la firma del contratto di
servizio con la Regione”.
LEGALMENTE
TRIBUNALE DI MESSINA
N.07.2012 R.G.F.
Il G.D. Dott. Antonino Orifici. Curatore Avv. Cinzia Gittini (tel. 090 9941481).
IL G.I. HA ORDINATO
La vendita dei seguenti beni mobili registrati all’attivo del fallimento nello stato di fatto e di
diritto in cui si trovano:
1) Autovettura Fiat Marea Week And targata AL034YD anno 97, prezzo base d’asta €.1.000;
2) Autovettura Alfa Romeo 156 Tg CW007ZR anno 2005, prezzo base d’asta €.3.000;
3) Motoveicolo Honda Hornet TG CG29679 anno 2004, prezzo base d’sta €.2.700,00;
La vendita è fissata per il giorno 28 febbraio 2014 ore 16,00 presso lo studio del curatore in
Venetico (Me) Via Siracusano n°54
Offerte in aumento non inferiori ad €.100,00.
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE
PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI:
090.9430208 - 9430206 fax 090.9430210 - 090.9430211
RICHIEDI PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL A: [email protected]
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14 Febbraio 2014
economia
NOMINE
QUI EUROPA. in un anno 5,2 per cento di posti in meno. Che restano appannaggio degli extracomunitari
Lavoratori domestici? Meglio stranieri
DI
SALVATORE CIFALÀ
Sebbene rispetto ad
altri settori la crisi abbia
colpito in maniera
moderata il comparto del lavoro
domestico, tuttavia si registra una
diminuzione del – 5,2% tra i lavoratori
stranieri tra il 2010 e il 2011. Tale
contrazione non sembra riguardare i
lavoratori italiani, che registrano
invece un aumento del 3,0%. Il lavoro
domestico rimane comunque
prevalentemente appannaggio della
popolazione straniera, che copre
l’80,3% della manodopera complessiva
impiegato in questo settore. L’identikit
del lavoratore domestico. La
popolazione dei lavoratori domestici è
costituita prevalentemente da donne:
le lavoratrici italiane hanno un’età
media di 46 anni, mentre le straniere
sono più giovani di 3 anni.
Mediamente queste ultime lavorano
più ore settimanali delle italiane: 27
ore a fronte di 19, ma dichiarano meno
settimane: 35 per le straniere e 38 per
le italiane. Le lavoratrici straniere
ricevono una retribuzione media di
CONSUMATORI
6.411 €, mentre le italiane
percepiscono mediamente 5.153 €
all’anno. Esiste poi una lieve differenza
di reddito tra le lavoratrici comunitarie
(1.057 €) e quelle extracomunitarie
(1.102 €). Rispetto al 2010 la
retribuzione delle donne straniere è
aumentata del 10 %. La maggioranza
(60,2%)degli stranieri impiegati in
questo settore provengono dall’Europa.
Quanti sono e quanto contribuiscono. I
contribuenti stranieri risultano essere
circa 770 mila, di cui il 60,9% è
costituito da lavoratori provenienti
dall’Europa dell’Est e il 17,6% dall’Asia
orientale. I sud americani sono coloro
che versano l’ammontare maggiore in
termini di contributi (1.188 €) al
contrario dei Nord Africani che invece
non arrivano ai 1.000 € (855 €).
La distribuzione territoriale.
Lombardia e Lazio raccolgono oltre un
terzo dei lavoratori domestici presenti
sul territorio nazionale,
rispettivamente il 20,2% e il 17,2%.
L’incidenza maggiore degli stranieri sul
totale dei lavoratori domestici si
riscontra in Lazio (88,1%), Emilia
Romagna (87.8%) e Lombardia
REGIONE
(87,5%). La Sardegna, in questo senso,
si distingue per essere la regione in cui
rimane prevalente l’impiego di
lavoratori autoctoni in questo settore:
gli stranieri rappresentano solo il 23,7
% del totale dei lavoratori domestici.
Roma, Milano e Torino si riconfermano
le prime tre province per numero di
lavoratori domestici: la capitale, con
oltre 109 mila iscritti all’Inps raccoglie
il 15,5% dei lavoratori domestici
italiani, seguita da Milano (11,7%) e
Torino (4,8%). “La popolazione dei
lavoratori domestici sembra mantenere
alcune caratteristiche di base, quale
per esempio la prevalenza di donne,
anche se si osserva uno slittamento
graduale verso una popolazione più
anziana e verso livelli di reddito
leggermente più elevati. Questa
tendenza rispecchia il trend generale di
invecchiamento e radicamento sul
territorio che sta seguendo l’intera
popolazione straniera.” Affermano i
ricercatori della Fondazione Leone
Moressa “ Tuttavia, anche in questo
settore che ha reagito meglio di altri
alla crisi economica, gli stranieri hanno
subito una contrazione maggiore.
CIA SICILIA
Castagna nuovo presidente
TUSA. E’ Rosa Giovanna Castagna,
40 anni, imprenditrice agricola di
Tusa, il nuovo presidente della CIA
Sicilia. L’imprenditrice agricola è stata
eletta all’unanimità dall’assemblea
regionale, presieduta dal
Vicepresidente Nazionale Cinzia
Pagni, che si è svolta a Palermo con
lo slogan “Più agricoltura per nutrire
il mondo, più reddito per gli
agricoltori”. “Inizieremo fin da
subito a lavorare – ha detto Castagna
– per rafforzare l’integrazione del
sistema agricolo e per dare un giusto
reddito agli agricoltori. Siamo
convinti che l’agricoltura siciliana
debba essere considerata nella sua
complessità come un laboratorio di
progetti e di competenze, in grado
di trainare la nostra economia, anche
in questa lunga fase di transizione”.
“L’agricoltura della Sicilia – continua
Castagna – può contare su
straordinarie eccellenze che vanno
valorizzate e stimolate, ma bisogna
aggredire da subito i veri freni che
impediscono lo sviluppo dell’intero
comparto. Solleciteremo interventi
che puntino al recupero di redditività
per le aziende agricole, al riequilibrio
della catena del valore della filiera
alimentare e al rilancio della
competitività”.
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Prestazione energetica Sicilia all’Expo, si chiede Contributo addizionale: cosa cambia con la legge di stabilità
L’attestato di
prestazione energetica è
il documento attestante
la prestazione
energetica dell'edificio.
Il decreto in vigore (ancora tuttavia
non convertito in legge) ha
introdotto alcune importanti novità.
In particolare l’attestato non deve
essere più allegato in caso di
trasferimento di immobili a titolo
gratuito ed ai contratti di locazione
di singole unita' immobiliari, anche
se, per le locazioni (tranne quelle
non soggette a registrazione)
rimane l’obbligo di inserire nel
contratto apposita clausola con la
quale il conduttore dichiara di aver
ricevuto le informazioni e la
documentazione, comprensiva
dell'attestato. Per i contratti di
compravendita e per gli atti di
trasferimento di immobili a titolo
oneroso rimane l’obbligo di
inserimento della clausola e di
allegazione dell’attestato. Salate le
sanzioni in caso di omessa
allegazione o dichiarazione: da 3
mila a 18 mila euro.
Francesco Suria, Adiconsum Messina
«impegno e trasparenza»
PALERMO. I deputati regionali Gino
Ioppolo e Nello Musumeci hanno
presentato un’interrogazione al
Presidente della Regione Rosario Crocetta
e agli assessori Vancheri e Cartabellotta
sulla partecipazione della Sicilia all’Expo
2015. “Contraddittoria e poco trasparente
appare – secondo Ioppolo e Musumeci –
l’azione del Governo in quanto
sembrerebbe che la Sicilia aderirà sia al
Padiglione Euromediterraneo, insieme ad
Algeria, Egitto, Montenegro e Serbia, sia
al Padiglione Italia. Grave, inoltre, –
secondo Ioppolo e Musumeci – che
Crocetta abbia annunciato, alcuni mesi fa,
lo stanziamento di ben 2 milioni senza che
vi sia traccia visibile di alcun atto
deliberativo in tal senso”. “La
partecipazione all’Expo 2015 – sostengono
i deputati– rappresenta per la Sicilia
un’occasione formidabile per la
promozione delle proprie eccellenze che
vanno dall’agroalimentare all’hi-tech. E’
necessario coinvolgere le migliori risorse
e, soprattutto occorre una visione chiara
di quali sono i settori che possono
rappresentare fonte di sviluppo e di
progresso, mentre il Governo Crocetta
appare confuso e poco coinvolgente”.
Con l’entrata in vigore della Legge 147/13 (Stabilità), in
relazione alle trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo
determinato in rapporti a tempo indeterminato, l’azienda ha
diritto a recuperare il contributo aggiuntivo ASpI pari
all’1,4% versato durante il rapporto a termine precedente.
Ricordiamo che il contributo è dovuto per tutti i periodi contributivi a far data dal
1.1.2013, con riferimento ai lavoratori non a tempo indeterminato, con esclusione
dei seguenti casi: lavoratori assunti a termine in sostituzione di lavoratori assenti,
quelli assunti a termine per lo svolgimento di attività stagionali, apprendisti,
lavoratori dipendenti di PA ex art. 1, c. 2 del D.Lgs. 165/01. Non sono stati
modificati gli ulteriori requisiti necessari previsti dalla norma originaria. Ne deriva
che il rimborso del contributo aggiuntivo è dovuto in caso di trasformazione del
rapporto a tempo indeterminato o di riassunzione con contratto a tempo
indeterminato, quest’ultima da effettuarsi entro un periodo massimo di 6 mesi
dalla data di cessazione. Ulteriore vincolo imprescindibile è l’avvenuto
superamento del periodo di prova, necessario per verificare l’effettiva stabilità del
rapporto. Evidenziamo che la legge richiama le trasformazioni a tempo
indeterminato decorrenti dal 1.1.2014, senza alcun esplicito riferimento alle
riassunzioni. Tuttavia, applicando un criterio di omogeneità, si presume che anche
in caso di riassunzioni decorrenti dalla medesima data, l’azienda possa recuperare il
contributo aggiuntivo versato nel corso del precedente rapporto a termine,
decurtando un numero di mensilità pari a quelle intercorrenti tra la cessazione del
rapporto e la riassunzione a tempo indeterminato, con un tetto massimo di 6 mesi.
Fino al 31.12.2013 il datore poteva recuperare al massimo 6 mesi della
contribuzione versata in precedenza. La ratio della nuova norma risiede nel non
voler penalizzare i datori che hanno instaurato un rapporto di lavoro a termine di
durata superiore a 6 mesi, poiché a fronte di una maggiorazione della
contribuzione per i rapporti di lavoro con insita precarietà, la successiva
stabilizzazione non ha generato un aggravio per l’Inps che non ha dovuto liquidare
l’ASpI ai lavoratori. Per ulteriori chiarimenti si rimanda alla circolare 1/14 della
Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
centonove pagina 28
poster
14 Febbraio 2014
MURALES DI UMANITÀ VARIA
MESSINA. Una grande carriera per il giovane attore di Tindari che ora sposa la solidarietà
Una Granata in carcere
Il monologo Antropolaroid inserito nel progetto “Mano con Mano” di Daniela Ursino.
Per trasformare l’arte in riscatto sociale e dare sostegno a chi non arrivava alla fine del mese
DI
GIÒ PEREC
Messina. Capita spesso a chi scrive
(romanzieri, poeti, sceneggiatori,
drammaturghi) dover tornare al
passato, al tempo della propria
infanzia, per trovare spunti e aneddoti
che abbiamo un minimo di originalità
e d’interesse per chi poi leggerà e/o
assisterà ad un film o ad uno
spettacolo teatrale. E’ il caso specifico
di Tindaro Granata, trentacinquenne
artista originario di Tindari, con la
passione del Teatro, che non volendo
ridursi a fare un lavoro qualsiasi, solo
quello, per tutta la vita, a 18 anni
decide di partirsene per Roma. Farà il
commesso, il cameriere per pagarsi
l’affitto d’una stanza e alcuni corsi di
recitazione e avrà la fortuna nel 2002
d’incontrare Massimo Ranieri, suo
primo maestro, e di far parte del cast
d’un Pulcinella diretto da Maurizio
Scaparro. Da qui in avanti una sfilza di
spettacoli che lo hanno visto accanto al
regista Carmelo Rifici al Piccolo Teatro
di Milano e d’installarsi in questa città,
dove vive attualmente. Tre anni fa ecco
il colpo di fulmine, la scintilla che
porterà Tindaro Granata a scrivere un
suo testo in forma monologante,
denominato Antropolaroid, una liaison
che unisce l’Antropologia alla Polaroid,
come dire che l’argomento riguarderà
l’aspetto antropologico fotografato
come un’istantanea pronta all’uso.
Spettacolo invero pregevole, ascrivibile
al cosiddetto “Teatro di narrazione”,
cui appartengono personaggi del
calibro di Marco Baliani, Ascanio
Celestini, Marco Paolini, Saverio La
Ruina in un elenco che diventerebbe
lungo. Non era mai venuto a Messina
con un suo spettacolo Tindaro
Granata, l’occasione gliela ha data
Daniela Ursino, presidente dell’
Associazione D’aRteventi, assieme alla
sorella Roberta, inserendo il suo
Antropolaroid in un progetto
denominato “Mano con Mano”, rivolto
in particolare alla gente che soffre e
che non ce la fa ad arrivare alla fine
del mese. Ecco dunque, con il sindaco
Tindaro Granata
Accorinti sempre presente, lo
spettacolo andare in scena nel Carcere
di Gazzi e poi nel Teatro Annibale di
Francia, con il ricavato dei biglietti
devoluto alla Mensa di S. Antonio che
distribuisce ogni giorno 400 pasti caldi
ad altrettanti poveri cristi. Nello
spettacolo, di poco più di un’ora,
Tindaro, unico attore sulla scena, con
un fare che ricorda il grande Fregoli o
il più recente Arturo Brachetti, con
accanto solo una sedia e con indosso
un giacchino di lana che diventa uno
scialletto o un chador attorno al viso e
con un grande senso metamorfico, si
cala nei panni del bisnonno Francesco
morto per un cancro allo stomaco
senza aver potuto ricevere adeguate
cure da parte di medici e ospedali e
della di lui moglie Concetta colta in
cinta sulla tomba del marito al
cimitero e dispiaciuta perché il defunto
non potrà conoscere il nascituro. Il
“cuntu” di Tindaro affonda nel tempo e
nello spazio come quei cent’anni di
solitudine di Marquez, una sorta di
saga familiare che “fotografa” i tanti
avi delle varie generazioni, assumendo
differenti posture e esprimendosi con
singolari effetti lessicali, sempre nel
dialetto siciliano delle sue zone
d’origine, infondendo nel pubblico scie
di ilarità miste a taciti consensi nei
confronti di questo bravissimo attore
siciliano. Ecco adesso la nonna
apostrofata come “puttana” perché si
esprimeva in lingua italiana, sposata
con chi vivrà insieme 67 anni, 30 dei
quali vissuti senza mai essersi parlati a
causa del “segreto della notte nera”
mai rivelato. Tindaro era bambino e
ascoltava i “cunti” dei nonni, Tindaro e
Maria Casella e in particolare quello
della zia Peppina, sciancata perché
caduta da un albero di limoni, che
ballava il valzer col sedere all’indietro
per non toccarsi col partner e dello zio
Aspirino, rimasto bambino e sposato
ad un “angelo nero”, che significava
meningite. Le musiche dal vivo a base
di valzer e polke, sono ad opera di Leo
Rizzo, Michele Sorbello e Antonio
Stella, mentre le voci sono di Dolly De
Francesco e Rocco Fodale
accompagnati al pianoforte da Antonio
Gennaro. Nel racconto c’è pure il
barone mafioso del luogo Badalamenti
e i genitori di Tindaro: il padre
Teodoro e la madre Antonietta Lembo
che apriranno una falegnameria nel
paese. Lui, Tindaro, non seguirà le
orme del padre e farà l’attore. « I
personaggi che ho interpretato – diràfanno parte della memoria storica di
questa terra. Come non riconoscere, in
ognuno delle nostre famiglie, quella
zia zitella, un po’ sciancata? O il
barone di turno a cui sembra sempre
difficile opporsi? ».-
centonove pagina 29
INIZIATIVE
A CALTANISSETTA
Errare Humanum est...
LO SPETTACOLO CONFERENZA
CHE RACCONTA I PRIMI PASSI
DELLA VITA CARCERARIA
Caltanissetta. "Errare Humanum
Est... il carcere minorile spiegato ai
ragazzi" è lo spettacoloconferenza, in scena sabato 15
febbraio, ore 21, al Teatro Regina
Margherita, che racconta i diversi
passi della vita
carceraria, dall'ingresso in istituto
penale, alle attività interne, alla
rimessa in libertà. Con l'intento di
conoscere il carcere come
strumento non solo punitivo, ma
rieducativo, grazie ad un
intelligente lavoro di ricerca storica
e sociologica, si riflette sul concetto
di Giustizia, che (per fortuna)
cambia nel corso della storia della
nostra società. In scena i giovani
detenuti interpretano scene dal
Romeo e Giulietta, l'Antigone di
Sofocle. Brani rap inediti, scritti
appositamente per lo spettacolo
dal giovane detenuto Josh A.
scandiscono momenti di aspra
riflessione e puro divertimento con
un unico filo conduttore: il minore
di fronte alla Legge.
A tenere le fila dello spettacoloconferenza è Giuseppe Scutellà
attore e regista della compagnia
Puntozero, presente da vent'anni
all'interno dell’Istituto Beccaria con
laboratori di teatro e cinema, che
guida il pubblico nel complesso e
kafkiano mondo della Giustizia,
facendolo vivere due ore intense e
appassionanti, di lacrime e risate a
crepapelle. Miccichè, direttore
degli Istituti Penali di Milano e
Caltanisetta, ha promosso lo
spettacolo-conferenza
permettendo la tournèe
nei teatri dei capoluoghi lombardi,
più di 15 repliche per quasi 7000
spettatori, un successo tale da
riscuotere l'interesse del Piccolo
Teatro d'Europa, dichiaratosi
pronto ad inserire "Errare
Humanum Est" nella prossima
stagione ragazzi 2014-15.
14 Febbraio 2014
postereventi
EVENTI. L’omaggio al Maestro messinese della pittura del Quattrocento inaugura la prima delle tre “Notti” pensate dal Comune
Antonello riaccende la Cultura
Primo obiettivo, consegnare finalmente il Palacultura alla sua destinazione. Ecco tutti gli appuntamenti, tra mostre, musica e incontri
Antonello da Messina apre
definitivamente le porte del Palacultura
che porta il suo nome. Già, perché la
prima delle tre “notti” programmate dal
Comune, sabato 15, avrà come scopo
quello di far tornare alla sua funzione
originale l’edificio di viale Boccetta, con
l’accesso perenne alla Biblioteca e
all’Archivio Storico, ma anche con la
possibilità di visitare la Galleria di Arte
moderna e contemporanea.
TUTTI CONTENTI. A presentare
l’evento, giovedì 13, il sindaco, Renato
Accorinti, e l'assessore alla cultura,
Tonino Perna, insieme al direttore
della Biblioteca Regionale, Sergio
Todesco, e la responsabile della
Soprintendenza di Messina - sezione
beni storico-artistici - Grazia
Musolino. Per il primo cittadino,
«simili eventi consentono
l'arricchimento e la crescita culturale,
che rappresentano aspetti fondamentali
per dare un'ulteriore spinta al
cambiamento di Messina». Così, invece,
Perna: «Messina ha risposto
positivamente e con entusiasmo alla
nostra scelta di dare il via alle tre Notti
della Cultura con un omaggio ad
Antonello, l'artista messinese più
conosciuto al mondo. Abbiamo
preparato un programma ricco e
variegato, con una serie di eventi, luoghi
e siti riguardanti la sua figura. Grazie
alla collaborazione di Caronte e Ferrovie
dello Stato è previsto per sabato 15 uno
sconto del 50 per cento sul biglietto per
chi traghetterà dalla costa calabrese. È
nostra intenzione organizzare anche una
Notte della Cultura dell'Area dello
Stretto». Ma ecco i luoghi scelti.
PALACULTURA. Dalle 17, alla
Biblioteca comunale, 2° piano: “Una
merenda nella bottega di Antonello”,
attività ludico-didattica per bambini, a
cura di Italia Nostra; “Quattro giorni con
Antonello”, reading di Federica De
Cola; “Giochiamo con i dipinti di
Antonello e di Scuola Fiamminga”,
laboratorio grafico, memory e puzzle,
con musiche e danze del tempo di
Antonello, e merenda preparata secondo
antiche ricette siciliane. Nel Foyer: dalle
19, la mostra didattica delle riproduzioni
artistiche di tutte le opere “Antonello da
Messina”; “Antonello nel mondo”, a cura
di D. Cacopardo; “Antonello e Messina”
di S. Bottari; “Da Sciascia a Consolo”,
letture antonelliane, con le voci di L.
Fiorino e D. Gonciaruk; intermezzi
musicali, con il Trio Ars Vetus; “Tavola
imperiale”, a cura dell'Istituto
d'istruzione superiore Antonello, con
degustazione del menù viola;
riproduzione in ceramica del “Ritratto
d'uomo” di Antonello da Messina,
Il porto nella Crocifissione di Sibiu
Le absidi della chiesa di San Francesco nella Pietà del Museo Correr di Venezia
realizzato dagli alunni del laboratorio di
ceramica dell'Istituto Antonello. Alla
Galleria di Arte Moderna, dalle 20,
“Apriamo all'Arte in omaggio ad
Antonello”, illustrazione delle eccellenze
della raccolta curata da S. Lanuzza e V.
Buda della Soprintendenza ai Beni
Culturali e Ambientali di Messina.
All'Archivio Storico - Sala Lettura “P.
Bruno” 1° piano, dalle 20, “Ricordando
Antonello: Il testamento di Antonello:
studi e ricerche”, percorso fotografico e
documentario, a cura di N. Speranza;
esposizione del medaglione realizzato
dall'orafo G. Mammano, che raffigura la
Messina di fine '400 così come la
vedevano i contemporanei di Antonello.
MUSEO REGIONALE. Dalle 17,
potranno essere visitate le sale dedicate
ad Antonello ed agli Antonelleschi fino
all'orario regolare di chiusura (ore 18,30
biglietteria - 19 chiusura cancelli), per un
importo “simbolico” riservato ai residenti
di 1 euro; alle 17.30, l'assessore regionale
dei Beni Culturali e dell'Identità siciliana,
Maria Rita Sgarlata, nella saletta
conferenze, interverrà sul tema proposto
dall'assessore comunale alla cultura,
Tonino Perna, quale filo conduttore delle
Notti della cultura. È inoltre stato
predisposto uno staff di accoglienza per
agevolare il percorso fruibile e garantire
ai visitatori informazioni sul patrimonio
esposto. Si potranno ammirare oltre al
Polittico di San Gregorio, firmato e
datato nel 1473 e alla tavoletta bifronte
ormai quasi concordemente attribuita al
Maestro, una considerevole quantità di
testimonianze pittoriche riconducibili al
suo seguito.
Il Duomo di Messina (Pietà del Prado)
Matagrifone (Crocifissione Anversa)
centonove pagina 30
BIBLIOTECA REGIONALE. Alle 20,
libri e documenti, provenienti dai Fondi
della biblioteca, su Antonello e i suoi
tempi; alle 22, “Sciascia su Antonello”,
letture antonelliane a cura di Antonio
Lo Presti; alle 22,30, “I luoghi
originari di Antonello - La contrada dei
Sicofanti”, conferenza a cura di C.
Micalizzi; alle 23,15, “Tracce letterarie
di Antonello” (Consolo, Campanile,
Perec), sempre a cura di Lo Presti.
FORTE SAN SALVATORE. Dalle 17,
performance artistiche, organizzate
dall'Istituto superiore “La Farina/Basile”,
a cura di D. Scopelliti e G. Bambino Spazio Libero Officina Artistica: F. Di
Bella, M. Saija, O. Sturniolo, E. Vanfiori,
M. Di Bella, T. Ribuffo; interventi
performativi di artisti vari.
PROVINCIA DI MESSINA. Dalle 17,
a Palazzo dei Leoni, esposizioni di
stampe e vedute della Sicilia e di
Messina prima e dopo Antonello; alle
23,15, nel Salone degli specchi, musica
vocale rinascimentale.
MONTE DI PIETA’. Alle 20, proiezioni
video sulla vita di Antonello, a cura di C.
Celona; mostra fotografica e
documentaria sui resti del convento di
S. Maria del Gesù, luogo di sepoltura di
Antonello, secondo l'ipotesi dello storico
G. La Corte Cailler; esposizione della
copia del testamento di Antonello; alle
21.30, letture antonelliane, con la voce
di I. Zimbaro, musica D. Ferraro, Duo
Tusa - Pitali; esposizione di due
riproduzioni antonelliane; alle 22,30, “Il
sorriso dell'ignoto marinaio” di V.
Consolo, testo ispirato al “Ritratto
d'uomo”, recital teatrale a cura di G.
Boncoddo e del Gruppo Teatrale
Universitario (A. Savasta); “Galea di
Sicilia interpreta i colori di Antonello”,
dipinto su seta realizzato da C.
Siracusano e R. Mortelliti.
SAN PLACIDO CALONERO'. Enoteca
Provinciale e Istituto Agrario, alle 20,
offrono arte, storia e tradizioni,
commercio e artigianato, degustazioni
con tavola imbandita in forma
rinascimentale; alle 21,30, musica e
canti rinascimentali.
postereventi
Il ritratto d’uomo, ritenuto un autoritratto, della National Gallery di Londra
Lo Stretto nella Crocifissione di Londra
LICEO SEGUENZA. Alle 19, esibizione
del coro - orchestra “Voci in Seguenza”;
“Antonello da Messina in digitale”,
proiezione delle opere dell'artista e
didascalie; “Musica e colore - La sala
sensoriale”, musica quattrocentesca e
proiezioni video; esposizione di
altorilievi e bassorilievi, riproduzioni di
porzioni di architetture del XV e XVI
secolo; alle 21,30, incontro con esperti
sui temi “Lo sguardo di Antonello
Innovazioni e suggestioni nel tempo” e
“Arte e Scienza nel Quattrocento”.
LICEO MAUROLICO. Alle 19,30,
“Messina e le arti tra il 400 e il 500”, a
cura dei professori S. Di Bella, A. Crea e
Pistorino; “L'Arte di Antonello da
Messina”, a cura della professoressa
Frisone; alle 21,15, laboratorio di
musica “Incontro con la musica
classica”; alle 22,15, coro del Maurolico
- Archimede - Verona Trento.
ISTITUTO A. DI FRANCIA. Dalle 19,
nel Salone Padre Annibale, esposizione
dell'opera della Scuola Antonelliana “La
Madonna dei Miracoli”; nel Chiostro del
monastero, esposizione della “Madonna
delle Vittorie”, studio sulle vedute di
Messina da Antonello al XVII secolo; nel
Teatro Annibale di Francia, alle 21,
proiezione del video “Antonello da
Messina e il ritratto dell'uomo” e mostra
di origami “La crocifissione di
Antonello”.
DUOMO. Dalle 19, visite guidate a cura
di Messinarte, al mosaico realizzato sui
bozzetti di Giulio Aristide Sartorio,
raffigurante il “Cristo Salvator Mundi”,
ispirato all'originale di Antonello da
Messina.
PARROCCHIA SANTA CATERINA.
Alle 21, “Il mistero del dolore salvifico
nelle opere di Antonello da Messina”,
mostra e lettura di alcune riproduzioni.
ANNUNZIATA DEI CATALANI. Dalle
21, mostra archivio fotografico relativo
all'esposizione antonelliana del 1953,
collezione Riccobono; dipinti realizzati
dal pittore P. Crea, che riproducono
alcuni capolavori di Antonello;
“Meditazioni corali su opere di
Antonello da Messina”; concerto e
GABINETTO DI LETTURA. Alle 18,
esposizione bibliografica e fotografica.
TOMBA DI ANTONELLO. Alle 18,
visita ai resti del Convento di Santa
Maria di Gesù Superiore, luogo presunto
di sepoltura del Maestro.
TEATRO VITTORIO EMANUELE.
Alle 21,30, cori rinascimentali “S. Maria
dei Miracoli”, “Onda Maris”, “Arsis Vocal
Ensemble” e “Gaudemus in Domino”,
coordinati dal Maestro Beninati.
LARGO MINUTOLI. Alle 22,
inaugurazione dello spazio verde e
lettura antonelliana a cura dell'Istituto
Minutoli.
MAGIKA (VIA PLACIDA). Alle 19, set
fotografico, a cura di Alessandro
Mancuso, che interpreterà, in chiave
contemporanea, ritratti di tipo
antonellesco donandoli agli ospiti.
LIBRERIA MONDADORI. Alle 19, “Il
sorriso dell'ignoto marinaio” di V.
Consolo, reading a cura di F. Musolino e
F. Nicosia.
LIBRERIA DORALICE. Alle 19,
“Omaggio ad Antonello e alla sua
Messina”, reading di brani dedicati
all'arte e alla letteratura emergente,
partendo dall'opera di V. Consolo “Il
sorriso dell'ignoto marinaio”, a cura
dell'Associazione Terremoti di Carta.
proiezioni di opere di Antonello, a cura
della Corale Polifonia “Giovanni
Pierluigi da Palestrina”.
SANTUARIO DEL CARMINE. Dalle
20, “Antonello e i paesaggi dello
Stretto”, lezione - concerto a cura del
Centro Studi Historiae et Memoriae;
video proiezioni e interventi, a cura di
G. Finocchio e D. Vinci; interventi
musicali, a cura dell'Associazione “Luca
Marenzio”, con il duo Flauto e chitarra
(A. De Marco-G. Mangano), il duo
soprano e pianoforte (C. Pirrera-A. M.
Rotondo), ed il coro Polifonico “Luca
Marenzio”, diretto dal M° C. D. Lisanti.
ORATORIO DELLA PACE. Alle 22,30,
letture antonelliane con la voce G. Di
Giacomo; intermezzi musicali, con il
Duo Fagà-Leonardi; concerto di musica
polifonica della Corale Santa M. delle
Grazie, diretta dal Maestro G. Arena.
CHIESA VALDESE. Slle 21, concerti
corali e organo (Associazione
Antonello).
VILLA CIANCIAFARA (ZAFFERIA).
Alle 21, esposizione del pregevole
dipinto raffigurante “La Madonna della
Catena” di Antonello de Saliba,
collezione di G. A. Mallandrino;
conversazione sull'opera, a cura di
Grazia Musolino.
14 Febbraio 2014
LIBRERIA FELTRINELLI. Alle 17,30,
“Messina al tempo di Antonello”,
conversazione con C. M. Rugolo; alle 18
ed alle 19.30, “Processi Psicologici della
trasfigurazione artistica e narrativa”Antonello da Messina tessitore di
emozioni. M. G. Scuderi incontra L.
Pandolfo e A. Pugliese; alle 21,30,
degustazione del “Menù Verde” e
proiezione di immagini e musica.
LIBRERIA CIOFALO. Alle 20,30,
“Antonello nella critica d'arte”,
conversazione di Teresa Pugliatti, e
“Da Vasari al MART”, un percorso
bibliografico su Antonello, mostra a cura
di G. Molonia.
ORAFO-ARGENTIERE COSIO.
Esposizione tematica “Antonello visto da
Giorgio Vasari”.
OTTICA LUNETTES. “Strumenti ottici
nell'arte del XV Secolo”, a cura di C.
Bernava e R. Marchese.
ASSOCIAZIONE MILLE VETRINE.
Riproduzioni fotografiche di opere di
Antonello ed estemporanea di
paesaggisti in vetrina.
ASS. TOVAGLIA VOLANTE. Alle
19,30, “Colori in cucina tra passato e
futuro”, lezione di cucina aperta a cura
di L. Carere e R. Orlando, con
un'introduzione alla cucina medievale;
alle 20,45, degustazione di menù
rinascimentale.
TOUR E MEZZI. Per agevolare la
partecipazione, sono previsti: il Tour
Antonello, con il percorso viale Boccetta,
via Garibaldi, via T. Cannizzaro e corso
Cavour, ultima corsa alle 01; bus Forte
San Salvatore, da parcheggio Cavallotti
a Forte San Salvatore, prima corsa alle
17; da Forte San Salvatore a parcheggio
Cavallotti, ultima corsa alla 21,30; bus
Villa Cianciafara - Zafferia, da
parcheggio Zaera a Villa Cianciafara,
con le corse in andata alle 19-20-21, ed
ultima corsa di ritorno alle 22; bus San
Placido Calonerò (Pezzolo): da
parcheggio Zaera a San Placido
Calonerò, corse in andata alle 19-20,45
e corse di ritorno alle 20-21,30; tram,
ultima corsa da Gazzi alle 23,30 ed
ultima corsa da Annunziata 00,15; i
parcheggi gratuiti Zaera, Cavallotti e La
Farina rimarranno aperti sino alle 03.
Eventi collaterali collegati al programma
si trovano su www.cittadimessina.it
/notticultura2014/effetti collaterali.pdf.
LA CURIOSITÀ
A cena con l’Ignoto marinaio
QUATTRO MENÙ LEGATI AD ALTRETTANTI DIPINTI
E “COLORATI” DI VERDE, ROSSO, VIOLA E AZZURRO
Sono quattro i menù antonelliani che i ristoratori
proporranno durante la Notte: verde, rosso, viola e azzurro,
tutti strutturati in prepasto, minestra, pasto e postpasto. Il
primo, che trae ispirazione dalla Crocifissione di Anversa, offre
come torta di erbe, minestra di erbe fresche, pesce in
agrodolce e mele del paradiso servite su pan perso. Il secondo,
legato al Ritratto d’uomo della National Gallery di Londra,
propone civieri d’uova, lasagne lievitate alle spezie e al
formaggio, capretto arrosto in salsa dorata e frittelle da
imperatore. Il terzo, associato alla Crocifissione della National
Gallery di Londra, si compone di torta d’agli, gnocchi di
formaggio fresco, spiedo di carni miste con salsa di prugne e
centonove pagina 31
agliata, pere sciroppate. L’ultimo, il cui riferimento è
l’Annunziata di Palazzo Abatellis di Palermo, vede in
successione zanzarelli, brodetto saracenico, pollo al finocchio e
budino di frutta secca. I ristoranti che hanno aderito
all'iniziativa sono: “La dolce Vita” (piazza Duomo); “Bouchon”
(via San Camillo 14), “L'altro orso” (via Placida 22), “La
Durlindana” (via Nicola Fabrizi 143), “L'Antica Badia Fuori
Porta” (via Cavalieri della Stella 11/13), Trattoria “Morello” (via
XXIV Maggio 10/12), Hostaria “Disio” (Contrada Romeo,
Villafranca), “Hosteria del Campanile” (via Loggia dei Mercanti
7), “Il Ficodindia” (via Placida 15), “Hostaria da Bacco” (via
Cernaia 11), “Il Siciliano” (via Cesare Battisti 26), “Le Giare” (via
Santa Caterina 17, Itala Superiore), “I Cinque Malti” (piazza
Duomo), “Krithè” (via degli Amici 2), Associazione “La Tovaglia
Volante” (via Giurba 2), Libreria “Feltrinelli” (via Ghibellina
32), Palacultura (a cura dell'Istituto “Antonello”) e Villa
Cianciafara (Zafferia) con degustazione di dolci rinascimentali.
14 Febbraio 2014
posterpatrimonio
STORIE. Una tradizione popolare che riporta ai miti dell’Iliade e dell’Eneide
Quella Troia di Tripi
Il mistero della leggendaria città greca in provincia di Messina tra ipotesi
etimologiche e racconti tramandati dagli studiosi Muscarà, D’Amico e Lo Iacono
DI
GIUSEPPE PANTANO
Montalbano. Pur non volendo entrare
nel merito delle mitiche fondazioni
troiane della Sicilia occidentale, peraltro
già note, riferibili alle elime Erice,
Segesta ed Entella o a quella,
territorialmente più vicina, di Aluntium
ad opera di Patron di Turio, compagno
di Enea, è il caso di segnalare una
curiosa e poco conosciuta tradizione
presente nella zona tirrenica messinese,
più precisamente nell’entroterra tra
Tindari e Tripi. Una leggenda che non
riguarda una semplice sosta degli
scampati da Troia, ma addirittura
l’esistenza di un’antica e favolosa città
che viene ricordata tuttora a livello
locale (anche se da pochissime persone)
proprio con il nome di Troia o Trois. Ma
cosa c’è di vero dietro tale leggenda?
Sull’esistenza di questa vecchia
tradizione orale ne scrive, nel lontano
1919, Giovanni Muscarà per Basicò e,
più recentemente, ne danno
testimonianza Antonino D’Amico per
Librizzi e Nino Lo Iacono per S. Cosimo,
frazione di Patti.
Il Muscarà, trattando di scoperte
archeologiche effettuate nel territorio di
Basicò, nel suo studio sull’ubicazione di
Abaceno (che ritiene costituita da una
serie di villaggi), è il primo a riferire
questa notizia: «è risaputo infatti dai
popolani di Basicò, che una grande città
da Tripi si estendeva fino a Tindari,
attraverso una avvallata posizione.
Detta città si disse Abaceno, secondo
alcuni, Troia secondo altri (volgo)».
D’Amico, nel 1996, riferendosi invece a
Librizzi, scrive: «Nell’anno 1924,
vennero eseguiti tra Pietrasanta e
Arangera diversi lavori agricoli per la
piantagione delle viti, fu allora che
vennero alla luce, antichi e grossi
muraglioni e alcune pentole intere con
quattro manici. I più anziani capiciurma
riferivano che i loro antenati
chiamarono quei luoghi ‘la città di
Troyes’». Quindi ribadisce e precisa,
avanzando una sua ipotesi etimologica:
«Dalla viva voce degli anziani,
apprendiamo addirittura dell’esistenza
di una cittadina che si estendeva tra
Pietrasanta, Arangera e Colla,
denominata Troyes. Questo toponimo …
richiama la Francia nord occidentale nel
dipartimento della Champagne, dove
esiste sulla Senna una grande città
ancora oggi chiamata Troyes…» (è
evidente che il D’Amico per la sua
interpretazione etimologica abbia
volutamente forzato, con una
trascrizione grafica soggettiva, la
Gli scavi di Tripi
tradizione orale).
Anche il Lo Iacono, che pubblica l’anno
successivo, menzionando ritrovamenti
archeologici avvenuti a S. Cosimo di
Patti un quarantennio prima, riferisce:
«Sempre gli anziani hanno avuto
tramandata dai propri avi la notizia che
in quella località vi fosse una città di
nome ‘Trois’». Quindi aggiunge in nota:
«Un’ipotesi da azzardare potrebbe essere
OCCORRE SAPERE
Archeologia e beni culturali 55 milioni dall’Ue
Tindari
SUL PIATTO CI sono più di 55 milioni di euro per restaurare decine di monumenti,
chiese, musei e renderli visitabili da carovane di turisti di tutto il mondo.
Si tratta di fondi europei (fondi Poin, Programma operativo interregionale), che
rischiavano di tornare nelle casse di Bruxelles, se l'assessorato regionale dei Beni
culturali non avesse stretto un accordo con lo Stato, per la realizzazione di «Poli
museali di eccellenza» a Palermo, Siracusa, Ragusa e Trapani e la valorizzazione
dei centri di maggiore attrazione culturale e turistica della Sicilia. Recuperati in
extremis, questi soldi dal 2008 erano inutilizzati, per via delle procedure europee
lente e complicate. Con una prima tranche dei fondi (21 milioni 627 mila euro)
finora è stato approvato e finanziato un programma di 18 interventi. Ad
eccezione del polo museale di Palermo, i cui lavori sono già tutti in fase di
aggiudicazione, gli altri bandi per i poli museali di Siracusa, Ragusa, Trapani e per
la Valle dei Templi, usciranno entro febbraio e i lavori dovranno concludersi
tassativamente entro il 2015. La seconda fase di programmazione è concentrata
sulla valorizzazione e riqualificazione dei poli di Siracusa, Ragusa e Trapani e
prevede 11 interventi, per un valore di 33 milioni 760 mila euro. Per utilizzare
questa seconda tranche, la Regione aspetta il via libera del ministero e i lavori
dovranno concludersi entro il 2017. Sono previsti interventi nell'area archeologica
della Neapolis, Segesta, Cava d'Ispica e Parco della Forza, oltre ai musei Paolo
Orsi, alla Galleria di Palazzo Bellomo di Siracusa, al museo Agostino Pepoli e al
Baglio Anselmi di Trapani.
centonove pagina 32
14 Febbraio 2014
posterpatrimonio
quella di accostare il termine Trois a
Treis per assonanza con Diana Trivia
(Dea dei crocicchi). Nel punto centrale
dell’abitato della frazione, e dove poteva
esserci il tempio si incrociano, ancora
oggi, tre strade».
Mi corre l’obbligo non solo di
confermare questa tradizione, ma
perfino di allargarla geograficamente,
includendo, oltre quelle citate, anche
altre zone della stessa area (legate
sempre da rinvenimenti archeologici)
per avere avuto testimonianza diretta
della stessa affermazione inerente
questa misteriosa città: si parla infatti di
Trois anche per Iuculano, frazione di
Patti (dal lat. Lucullanum) confinante
con quella di S. Cosimo, già riscontrata
da Lo Iacono; per Casale, frazione di
Montalbano; per Casalotto, contrada del
comune di Tripi (questi ultimi due nomi
riconducibili in ogni caso ad
insediamenti abitativi, scomparsi o
ancora esistenti).
Ma qual è, veramente, il segreto
legato a questa misteriosa città di
Troia che si cela in questa
tradizione popolare, tenuto conto
che una fondazione da parte di
esuli troiani di una città con lo
stesso nome della madrepatria
non è presente in alcun testo
letterario di età classica?
Premesso che anche nella
documentazione storica antica o
medievale il nome Troia o Trois come
centro abitato in Sicilia non risulta mai
attestato, mi pare anche improponibile
un’eventuale sopravvivenza “in purezza”
della voce greca troas, ‘ la troiana’
(appellativo riferibile poi a Tindari o ad
Abaceno?) o di triodia, ‘i trivi’. Più
verosimile potrebbe apparire l’antico
francese trois, ‘tre’, in virtù della perfetta
assonanza fonetica (filologicamente
giustificabile in quanto fino alla seconda
metà del XII sec. i dittonghi venivano
pronunciati in maniera distinta). Ma tale
numerale sarebbe relativo a che cosa?
Riferibile ai tres montes, citati come
confini orientali del monastero di S.
Salvatore di Patti nel diploma di
fondazione del 1094 del conte Ruggero
(identificabili forse con Pizzo Cola,
Monte Saraceno e Monte Finocchiara)?
In ogni caso, credo che tutto ciò sia
troppo generico e comunque non possa
dare una risposta soddisfacente. E allora
come spiegare e quale valore può essere
dato a questa tradizione popolare,
sicuramente piena di fascino ed estesa
ad una area più vasta, che si esprime
nondimeno con un termine colto?
In merito, appare conveniente proporre
piuttosto un collegamento con l’ampia
diffusione e popolarità avuta nel
Medioevo dalla leggenda troiana che, a
partire dal Roman de Troie, poema
scritto dal chierico francese Benoît de
Saint Maure nel 1160-1170, trova in
Sicilia, e nel Messinese in particolare,
autorevoli “divulgatori”, come Giudo
delle Colonne che nel 1287, rifacendosi
a Ditti Cretese e Darete Frigio, oltre che
a Virgilio, scrive la sua Historia
destructionis Troie, o il messinese fra
Giovanni da Nicosia che compone,
volgarizzato, il De excidio Troiae. Ma
soprattutto da sottolineare, ai fini della
diffusione a livello popolare della
leggenda troiana in Sicilia, è la Istoria
di Eneas vulgarizzata pi Angilu di Capua
(anch’egli peloritano ad onta del suo
cognome etnico campano), testo
fondamentale per gli studi sulla lingua
siciliana del Trecento. Da aggiungere che
nel 1498 si ha pure una prima edizione
a stampa, per i tipi di Guglielmo
Shonberger di Messina, curata da
Francesco Faraone con il titolo Dyctys
Cretensi de historia belli troiani et Dares
Phrygius de eodem historia troiana.
Tutto ciò per dire che la leggenda
troiana, nella veste di poema epico
volgarizzato, raggiunse una vasta
risonanza e popolarità in Sicilia a partire
dal Basso Medioevo, con importanza
pari alle leggende epiche di Francia e di
Bretagna (ciclo carolingio, arturiano
etc). Pertanto, mi pare pienamente
sostenibile l’ipotesi che il contadino,
spesso illetterato dei secoli scorsi, che
ebbe la ventura di imbattersi in
rinvenimenti archeologici fortuiti
durante lavori agricoli in quest’area (da
Tripi a Tindari e zone limitrofe),
ritrovando in particolare delle litrai
abacenine dove vi è spesso raffigurata la
scrofa (da sola o con il porcellino), non
trovò difficoltà ad abbinare il nome
“parlante” suggerito dall’immagine
dell’animale coniata sulla moneta (in
Litra in argento di Abakainon con scrofa e porcellino (390-410 a.C.)
centonove pagina 33
dialetto sic. troia), con i racconti epici
della leggenda troiana di cui, come si è
detto, aveva buona conoscenza, in
quanto sicuramente presenti nella
memoria collettiva, soprattutto in
ambito messinese.
Da aggiungere anche, come termine
post quam, che Troia è voce
d’importazione settentrionale (si
confronti il ligure e piemontese tròja,
provenzale troia, francese truie)
introdotta in Sicilia e nella Calabria
meridionale attraverso i Normanni,
periodo in cui si fa anche risalire la
nascita del nome della cittadina di Troia
in provincia di Foggia.
La verificata alternanza, poi, di Troia
con Trois non può che essere opera di
qualche sconosciuto erudito antiquario
locale dei secoli scorsi o di qualche
romantico viaggiatore straniero del
Grand Tour, come il francese Jean Houel
che soggiornò per lungo tempo a
Tindari o il léttone Carl Grass, che nel
1804 sostò a Patti e ne visitò i dintorni.
Affascinati dal neoclassicismo, tali
visitatori erano a conoscenza dei
principali autori antichi (e
interloquivano con le persone del posto,
spesso contadini, e con le guide che li
accompagnavano).
Grass, per esempio, dimostra di
conoscere bene Diodoro, Cicerone,
Virgilio, ma anche il Fazello.
È significativa, nel capitolo del viaggio a
Tindari, questa sua annotazione: «Dopo
la distruzione di Tindari, i sopravvissuti
si stabilirono in Tyrsis, un luogo a solo
alcune miglia di distanza da Tindari, del
quale è ugualmente ancora visibile
qualche traccia» (anche se l’ubicazione
ed la storicità di tale nome, Tyrsis, sono
ancora tutte da stabilire).
Un elemento da non trascurare, in
conclusione, è che la mappa geografica
relativa alla diffusione di questa
tradizione risulta sempre compresa
all’interno del territorio di Abakainon
prima della fondazione di Tindari,
ambito di gran lunga più esteso rispetto
agli attuali confini comunali dell’odierna
Tripi. Come dire che la zona di
estensione di questa leggenda coincide,
significativamente, con l’area principale
di circolazione monetaria dell’antica
città siculo-greca.
14 Febbraio 2014
posterlibri
RECENZIONI. Una storia d’amore, di fede e di coraggio a cura di Girardi e Togni
Franziska e Franz in 139 lettere
Il volume impreziosito da belle foto ricorda la storia di due
contadini austriaci condannati per non aver giurato fedeltà a Hitler
DI
MARIA D’ASARO
Ci sono libri di “nicchia”, cari a una
ristretta cerchia di lettori, di cui non si
venderanno migliaia di copie. Una storia
d’amore, di fede e di coraggio: Franziska
e Franz Jägerstätter di fronte al nazismo,
a cura di Giampiero Girardi e Lucia
Togni (Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, €
22,50) è uno di questi: non diventerà un
best-seller, ma è comunque un libro
necessario, folgorante e prezioso. Un
grazie innanzitutto all’editore trapanese
che ha permesso la pubblicazione del
volume, impreziosito da belle foto. Che
ci restituiscono i volti dei due
protagonisti, Franziska Schwaninger e
Franz Jägerstätter, la coppia di contadini
austriaci che si sposano nel 1936 e, cosa
inusuale per l’epoca, decidono di
rinunziare alla rituale festa di nozze con
amici e parenti per fare un viaggio a
Roma. Ma non è la storia del loro viaggio
di nozze, quella narrata dal libro: il testo
ci propone lo scambio epistolare tra
Franz e Franziska, in occasione prima
del servizio militare di Franz (lettere
dall’8 giugno 1940 all’8 aprile 1941) e
poi della successiva carcerazione e
condanna a morte dovute al suo rifiuto
di giurare fedeltà e combattere per
l’esercito di Hitler (lettere dall’1 marzo
1943 al 9 agosto 1943). 139 lettere che
ci fanno partecipi di una
storia davvero speciale.
Una storia d’amore: Franz e
Franziska si amano
profondamente, di un amore
tenero e delicato insieme:
“Non avrei mai immaginato
che essere sposati potesse
essere così bello”, diceva
Franz a sua moglie. E lei, che
dopo l’esecuzione di Franz
scriveva “Il nostro
matrimonio era uno dei più
LACERTI DI LETTURE
felici della nostra parrocchia e molti ci
invidiavano”, durante l’addestramento
gli invia le strofe di una canzoncina
allora in voga “da tempo il tuo cuore è
mio. E penso sempre piena di desiderio
che la nostra felicità potrebbe essere
anche più grande”. Franziska poi, oltre a
tenerlo aggiornato sulla crescita delle tre
bimbette e sulla situazione della fattoria
che con fatica reggeva quasi da sola, gli
dedica spesso espressioni affettuose,
piuttosto audaci per la mentalità del
tempo.
Una storia di fede: i due sposi credono
fermamente che l’esistenza vada vissuta
alla luce del Vangelo e a Dio si affidano
con incrollabile fiducia. Il 6 dicembre
1940 Franz scrive alla moglie:
“Mettiamo serenamente tutti i nostri
pensieri e le nostre preoccupazioni nelle
mani di Dio. Egli guiderà il nostro
destino nel modo migliore. Ne sono
certo: il futuro non mi fa paura.” E il 20
febbraio 1941 Franziska gli fa eco: “Mi
dispiace davvero che tu non sia qui con
noi, ma bisogna sempre mettersi nelle
mani di Dio, in ogni momento della vita.
Mi consola molto sapere che tu preghi
volentieri e così forse sopporti tutto con
pazienza in questi tempi difficili.”
Una storia di coraggio: nel 1943 Franz
viene chiamato alle armi. Dopo avere a
lungo meditato, sebbene sconsigliato
anche dal suo parroco,
l’umile contadino sente, nel
silenzio della coscienza
illuminata dalla fede
cristiana, che l’adesione
all’esercito hitleriano
renderebbe un cattivo
servizio al suo credo: si
rifiuta quindi di combattere,
dichiarandosi comunque
disponibile a prestare opera
di servizio in infermeria.
Dopo un processo per
Franz Jägerstätter
diserzione, verrà giustiziato il 9 agosto
1943. Come si evince chiaramente dalle
lettere tra gli sposi nel periodo della
carcerazione che precede l’esecuzione
capitale, i due si sostengono con grande
forza d’animo. In particolare, come
sottolineato dai curatori del volume nel
capitolo introduttivo, Franziska “mai
cede alla tentazione di un ricatto
LA CLASSIFICA
emotivo, mai mette il suo amore in
opposizione alla scelta del marito. Solo si
preoccupa che lui sia sereno, sia forte, gli
invia parole di consolazione e di
condivisione che le saranno costate non
poca fatica”. E Franz, in epistole davvero
toccanti, le scrive: “Sarebbe davvero una
gioia poter trascorrere i pochi giorni di
vita nell’abbraccio di una famiglia felice.
Ma se il buon Dio ha deciso
diversamente per noi, allora va bene
cosi”. Ancora: “Carissima moglie, finchè
io non sono infelice, tu non devi avere il
cuore colmo di tristezza”. E da Berlino,
ormai dal carcere giudiziario della
Wehrmacht, l’8 maggio 1943: “Se avessi
solo potuto immaginare che me ne sarei
andato da Linz senza processo, ti avrei
invitata per una breve visita (…) Se
questo è il volere di Dio ci sarà
l’occasione di rivedersi in questa terra, e
se così non fosse confidiamo nell’altro
mondo, dove i periodi di visita saranno
un po’ maggiori di un quarto d’ora o di
mezz’ora”.
Il paradosso è che, a guerra finita, a
Franziska non venne riconosciuto lo
status di vedova di guerra, mentre la
Chiesa cattolica riconobbe il martirio del
marito solo nel 2007. Come ci ricorda il
sociologo Bauman, l’oggi è caratterizzato
dalla “liquidità” dei legami individuali e
delle fedi collettive: l’epistolario tra
Franz e Franziska ci testimonia allora la
forza dell’amore tenace, unica
dimensione capace di dare senso alla
vita e vincere anche la paura della
morte.
DI FELICE IRRERA
Gli autori, messinesi, evocano qui, l’uno, i ricordi dei “formidabili” anni Cinquanta
dell’Agosto messinese, l’altro, esperto di vini, amante della cucina siciliana e desideroso
quindi di non vedere affievolito l’amore per i piatti tradizionali della sua città, si
abbandona talvolta ai ricordi della sua infanzia messinese
Uccio De Lorenzo - Marcello Sturiale, Messina il sapore dei ricordi,
Pungitopo Editrice 2013, pp. 228, € 14,00
Sepulveda
Margaret Mazzantini
1tanzaLuis
Storia di una lumaca che scoprì l'impor- 4 Splendore - Mondadori
della lentezza - Guanda
Suzanne Collins
Michele Serra
5
Il canto della rivolta. Hungar Games 2GliFabio
sdraiati - Feltrinelli
Mondadori
Volo
Collin
3Verso casa
- Mondadori
6Suzanne
Hungar Games - Mondadori
www.wuz.it
FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA)
O sempre o mai
Il prezzo da pagare per non restare soli è
quello di accettare la scocciatura del
prossimo. “La società, o compagnia degli
altri, è un vizio che ci si può togliere, ma
si resta soli. Non si torna in compagnia
quando si vuole. O sempre o mai.”
L’amore è l’ambito dove la ragione abdica a favore
dell’istinto e l’equivoco regna sovrano. L’unico mezzo
per sopravvivere è il sesso. Quando quest’istinto
svanisce la montagna degli equivoci inevasi presenta il
conto. “Ogni amore è un malinteso, poggia su una
serie di malintesi.”
L’identità di una comunità si recupera riconoscendo
difetti ed errori senza esaltare i medesimi, in modo
auto referenziale, come pregi. “Se noi dobbiamo
risvegliarci e riprendere lo spirito di nazione, il primo
nostro moto dev’essere non la superbia, ma la
vergogna.” L'intensità sentimentale non la
raccontano le parole, bensì i gesti, le azioni, le
attenzioni che volgiamo agli altri, il sacrificio che
siamo disposti a fare per loro.
“l’amore si pasce di un vocabolario al limite della
menzogna ma pure così insostituibile.”
Chi scambia una scopata con il fare l’amore, è perché
l’amore non l’ha mai fatto; diversamente capirebbero
l’enorme differenza.
“Cercava la verità nella fica, e tutto quello che
otteneva era di addormentarcisi sopra, dopo.”
La peggiore delle dittature è quella della
centonove pagina 34
maggioranza ignorante e disimpegnata.
“Non si capisce perché. Sfugge tutto. Forse sbagliamo
noi a non accettare il punto di vista della
maggioranza.”
L’angoscia ci assale quando realizziamo l’idea
dell’inutilità del tempo passato.
“Che importanza ha essere vissuti per tanti anni, se
un giorno solo ci fa capire che non ci resta niente?”
Gli escrementi a volte si pestano, spesso si incontrano.
“La merda è una certezza. Bene o male, siamo noi a
farla.”
Ma come fanno a divertirsi nel gregge?
“Mi è impossibile divertirmi. Sono offeso da come va
il mondo, dalla volgarità delle masse.”
Lacerti tratti da: “Note di un viaggio in Francia ” 1976 - Ennio Flaiano
posterrubriche
MUOVE VISIONI
14 Febbraio 2014
MESSINA
DI MARCO OLIVIERI
MUSICA
McConaughey da Oscar
Il trasformato Matthew
McConaughey di "Dallas
Buyers Club" ambisce
con molte chance al
premio Oscar come
migliore attore. La sua
prova (già premio Golden Globe) nel
film (in tutto sei candidature) diretto
da Jean-Marc Vallée, e scritto da
Craig Borten e Melisa Wallack, desta
subito attenzione per i 22 chili in
meno. Una riduzione di peso
necessaria per diventare il texano
Ron Woodroof, nell’America del
1986, quando la diagnosi dell’Aids
era una condanna, oltre che motivo
di stigma sociale. Il punto di forza è
proprio l’interpretazione di
McConaughey, non più icona sexy e
capace di battersi, in prima persona,
in modo da realizzare un progetto
cinematografico inviso a Hollywood
e per vent’anni non realizzato.
L’evoluzione della figura di Ron da
uomo dei rodei tutto alcool, sesso e
omofobia a persona consapevole,
che si batte per la sperimentazione
di medicine alternative, è da
ricordare. McConaughey ha anche
partecipato, con altrettanta bravura,
in un cameo, a “The Wolf of Wall
Street”. Bravi anche Jared Leto
(candidato all’Oscar come migliore
attore non protagonista), Jennifer
Garner e il resto del cast di "Dallas
Buyers Club", in un film non
innovativo sul piano del linguaggio
visivo e della ricerca.
CONCORSI
Cromatico Photo
Catania. Scadrà alle 20 di lunedì 17
febbraio il termine per la presentazione
delle opere per partecipare alla II
edizione del Cromatico Photo festival,
concorso organizzato dal Centro per la
Fotografia e le Arti “Spaziocromatico”
di Catania. La partecipazione è aperta
a tutti i fotoamatori residenti in Italia,
che si confronteranno su un’unica
sezione a tema obbligato: “Guardami”
. Possono essere presentate un massimo
di due immagini. E’ prevista una tassa
di partecipazione e premi in denaro per
i primi tre classificati. L’appuntamento
fotografico si terrà nei locali di Spazio
Cromatico, in via Ursino, n. 8, a Catania,
il 22 e 23 febbraio. Oltre al concorso,
appassionati e professionisti della
fotografia potranno vivere due giorni
di full immersion tra master, scatti,
emozioni, lezioni con alcuni tra i
fotografi più apprezzati nel mondo.
Il fitto programma del centro
catanese per la fotografia e le arti è
stato organizzato da Massimo Vecchi,
art director del progetto.
DI CESARE NATOLI
Un italiano per Metheny
Mimmo Cuticchio
O Palermo o all’inferno
I pupi di Cuticchio al Biondo per rivivere l’epopea garibaldina
DI PAOLO
RANDAZZO
Non bisogna mai dare nulla per
scontato nel teatro siciliano, mai pensare
che le cose accadano perché devono
accadere: è, ad esempio, straordinario
che Mimmo Cuticchio vada in scena al
Teatro “Biondo” di Palermo. Certo,
Cuticchio, il puparo, il cuntista, il
teatrante a tutto tondo, è artista
acclamato in mezzo mondo e non
necessita di alcuna consacrazione, men
che meno a Palermo. Eppure èun artista
siciliano che lavora “normalmente” in
Sicilia è infatti – ancora oggi, ed è triste
e doveroso ammetterlo – una rarità.
Dicendo di Cuticchio nel teatro pubblico
di Palermo, nel suo pur lunghissimo
percorso artistico, è accaduto solo
qualche anno fa con la produzione del
Don Giovanni, e accade oggi, per la
seconda volta, con “O a Palermo, o
all’inferno”: lo spettacolo che, dedicato
all’impresa garibaldina, dopo aver
debuttato nel 2011 all’Auditorium Parco
della musica di Roma, va in scena nella
Sala Grande del Biondo dall’11 al 16
febbraio (regista, oprante, contastorie lo
stesso Cuticchio, manianti e combattenti
DE GUSTIBUS
Giacomo Cuticchio, Fulvio Verna, Tania
Giordano). Ed ecco come il puparo
spiega questo lavoro: «Si tratta di un
tappeto coloritissimo d’immagini non
più legate alle avventure dei Paladini,
ma a Garibaldi, cittadino del mondo,
innamorato della libertà, le cui imprese
portarono al collasso del Regno delle
Due Sicilie e contribuirono all’
unificazione italiana. Come già in altri
lavori, le vicende sono commentate dal
basso, dal popolo che quasi sempre la
storia la subisce ma sa anche giudicarla.
In questo caso, per una felice
combinazione degli eventi, i personaggi
della “farsa” sono meno irridenti del
solito e più vicini a comprendere e
apprezzare quanto sta accadendo. Lo
spettacolo alterna il racconto delle
ragioni storiche e politiche, dei colloqui
tra Garibaldi e i suoi uomini, fra Cavour
e Vittorio Emanuele, con l’incalzare delle
battaglie sulle pendici di Calatafimi, sui
monti intorno a Palermo e nella città
stessa. I pupi, non più armati di spada
ma di fucili e baionette, guidano
l’insurrezione, mentre il cunto si fa
serrato per trascinare pupi e spettatori
nel vivo della battaglia».
SI INTITOLA “KIN” il
nuovo disco del chitarrista
Pat Metheny, in uscita in
questi giorni. A poco
meno di due anni di
distanza da “Unity Band” – lavoro con
il quale Metheny ha ottenuto il suo
ventesimo Grammy Awards – il
chitarrista americano torna con
un’incisione registrata sempre con
Chris Potter al sax e clarinetto basso,
Antonio Sanchez alla batteria e Ben
Williams al basso. La novità è
rappresentata dalla presenza nella
band del polistrumentista italiano
Giulio Carmassi. Musicista pisano di
grande talento, Carmassi ha studiato
pianoforte, batteria, composizione e
arrangiamento tra Lucca, Pisa e
Firenze. In Italia non ha trovato molto
spazio. È partito alla volta
dell’America e lì, in pochi anni, si è
imposto all’attenzione dei grandi del
jazz, giungendo a collaborare con
Steve Gadd e Chuck Loeb,
componendo musiche per film con
John Turturro e Christopher Lloyd e
registrando un disco come solista.
Segnalato da un amico a Pat Metheny,
a quest’ultimo non è sembrato vero di
potere disporre di un musicista in
grado di suonare pianoforte, fiati,
chitarre, basso, batteria, oltre che
avere una grande voce. Un ‘musicista
incredibile’ lo definisce Metheny,
“proprio la wild card che mancava al
gruppo per unire e dare unità alla sua
musica vecchia e nuova”. Per l’Italia
del jazz è una vittoria e una sconfitta:
la vittoria per l’affermazione di un
talento che si è formato dalle nostre
parti; la sconfitta per non essere stati i
primi a riconoscerne il valore.
DI MASSIMO LANZA
Sorprese Amarone
All’Anteprima Amarone 2010 mi ha
piacevolmente sorpreso l’Amarone ’10 Corte
Archi prodotto con uve provenienti da
Valgatara nel cuore della Valpolicella classica
affina in legno per almeno 24 mesi prima di
essere imbottigliato. Violette, ciliegia scura,
agrumi, spezie come il chiodo di garofano e mineralità ne
disegnano un profilo olfattivo elegante e fascinoso, in
bocca è fresco, ricco di frutto e di bella persistenza. Di
ottimo livello anche l’Amarone Pietro Dal Cero ’10 della
cantina Ca’ dei Frati che possiede 11 ettari in Valpolicella, in
zona collinare ad un’altezza media di 350 metri. Prima di
essere imbottigliato affina per due anni in legno nuovo, al
naso si presenta elegante e intenso con sentori di radice di
centonove pagina 35
liquirizia, frutta rossa matura, sapide sensazioni minerali su
un fondo speziato e dolce. In pocca è fresco, il legno è ben
integrato, i tannini fitti e levigati, torna bene il frutto ben
sostenuto da un fresca corrente sapida. La Collina dei
Ciliegi, piccola e dinamica realtà di Grezzana in Valpantena
dove possiede 12 ettari in alta collina a circa 600 metri
d’altitudine su terreni di marna calcarea che conferisco ai
vini un bel timbro minerale. Pulito e persistente al naso
dove al frutto nitido ed avvolgente si associa una fresca
vena balsamica ma anche spezie come il pepe rosa. Ben
bilanciato al palato, dove ancora scalpinao i tannini, lungo,
persistente e dotato di un bel finale fresco e sapido che
pulisce bene il palato. Molto piacevole anche l’amarone ’10
La Dama, cantina di proprietà di Gabriele Dalcanale che
può contare su 6 ettari di vigna a Negrar e 3,5 a
Sant’Ambrogio coltivati in regime di agricoltura
biologica.
14 Febbraio 2014
posterteatro
DEBUTTI. Prima nazionale piemontese per l’Otello proposto dalla giovane compagnia messinese “Daf – teatro dell’esatta Fantasia”
Campolo, la mia storia d’amore
Lo spettacolo, che si è aggiudicato il prestigioso premio Scintille, sarà al Piccolo teatro Giiraudi di Asti
Messina. Hanno incantato il pubblico
all'ultima edizione del Festival Asti
Teatro /35, aggiudicandosi il premio
“Scintille”, riservato alle compagnie
italiane under 35. Ora sono pronti al
debutto. In prima nazionale, martedì
18 febbraio alle 21, al Piccolo Teatro
Giraudi di Asti, andrà in scena Otello una storia d'amore: “uno spettacolo nella motivazione della giuria
presieduta da Emilio Russo - di
notevole impatto emozionale, un
lavoro interessante e meritevole di
sostegno per la capacità del gruppo di
confrontarsi con il testo
shakespeariano grazie a una
drammaturgia originale, fresca e ricca
di spunti emotivi”.
La celebre opera shakespeariana,
infatti, nell'elaborazione
drammaturgica curata da Angelo
Campolo, viene affrontata attraverso
un nuovo ed originale punto di vista.
Iago e Otello, qui capovolti
anagraficamente, si fronteggiano in
uno scontro generazionale tra giovani
e adulti, che in controluce diventa il
racconto di un insanabile conflitto tra
figli e “cattivi” genitori.
“La poetica del testo shakespeariano –
racconta Campolo – ci fa da
trampolino per raccontare la speranza
tradita di una bellissima storia d'amore
e più in generale il tradimento nei
confronti di una generazione che non
riesce più a ribellarsi ai padri, come
una volta, ma paradossalmente si
ritrova a doverli affrontare, in un
confronto spesso disperato, che si
svolge sopra le macerie di un modello
di vita che non ha più funzionato.
Tradizione e tradimento, non a caso,
hanno la stessa origine etimologica. E
allora ripartire, poeticamente, dal più
grande inganno che il teatro ci ha
raccontato nel corso dei secoli: Otello”.
BIOGRAFIE
Un giovane che ha già vissuto
“Una seconda primavera”
Angelo Campolo e Federica De Cola
In scena Federica De Cola, Giovanni
Moschella, Angelo Campolo,
Margherita Smedile e Tino Calabrò.
Scene e costumi sono firmati da Giulia
Drogo; il disegno luci è curato da Carlo
Oteri; assistente alla regia è Mariaclara
Spartà. Lo spettacolo condurrà il
pubblico verso un finale che riserva
una sorprendente svolta al corso degli
eventi. Un finale che regala una
possibile redenzione ai protagonisti
della tragedia. Una possibile luce in ciò
che avrebbe potuto essere, ma non è
stato.
MESSINA
Conversazioni sul mondo offeso al Savio
Ogni conversazione può portare ad un conversione, ad un cambiamento, ad
una necessaria trasformazione dell’essere, che proprio grazie a quelle parole
dialoganti muta statuto d’esistenza. Liberamente tratto da “Conversazioni in
Sicilia” di Elio Vittorini, lo spettacolo con Salvatore Arena sul palco del Teatro
Savio di Messina, il 16 febbraio alle 21, declina il tema del viaggio attraverso il
mezzo della conversazione ma in modo del tutto inatteso. Un attore, una
sedia e un paesaggio di suggestioni restituito da video proiezioni. Ogni
domanda, ogni risposta, ogni confronto si delinea come una ricerca del sé e
una conseguente presa di coscienza dello stato in cui versa la realtà
circostante, rivelando i tasselli di un più profondo “viaggio dell’anima”. Regia
e drammaturgia di Maria Maglietta. Musiche originali di Luigi Polimeni.
Immagini e proiezioni grafiche Mirto Baliani. Ideazione e coordinamento
Massimo Barilla. Le scenografie sono di Nicoletta Chiocca e Riccardo Sivelli
centonove pagina 36
Nato a Messina nel 1983, Angelo
Campolo si diploma alla "Scuola del
Piccolo Teatro" di Milano, fondata
da Giorgio Strehler e diretta da
Luca Ronconi, nel 2005.
Lavora in diverse produzioni del
Piccolo, tutte per la regia di
Ronconi. Per il cinema è autore nel
2002 del corto "A Domani" ,
vincitore al Taormina Film Festival
del premio della giuria, presieduta
da Abbàs Kiarostami; mentre nel
2009 il suo “Un’altra Mattina”
vince il premio del pubblico al
programma tv “La25ora”.
Come attore cinematografico nel
2009 è in “La Prima Linea”, diretto
da Renato De Maria. Prende parte
al cortometraggio “Il volo” diretto
da Wim Wenders e al film “Il volto
di un’altra” di Pappi Corsicato.
In televisione, nel 2008 è
protagonista di puntata in "Distretto
di Polizia 8", per la regia di Capone;
l’anno successivo continua a lavorare
per la celebre fiction di Canale5,
diretto da Alberto Ferrari. Nel 2010 è
co-protagonista del film TV su
Raiuno “Tutti i padri di Maria!”,
diretto da Luca Manfredi. Dal 2002
Angelo Campolo è responsabile
artistico di Daf – Teatro dell’esatta
fantasia. Ha appena finito di girare
“Seconda Primavera”, un film di
Francesco Calogero. Attualmente è
impegnato nelle riprese della fiction
di Canale5 “Squadra Antimafia”.
postermusica
14 Febbraio 2014
ACCORDI
Lirica al teatro Antico
in diretta satellitale
Approda alla Berlinale in corso a
Berlino il Rigoletto di Giuseppe Verdi
messo in scena la scorsa estate al
Teatro Antico di Taormina dal regista
e scenografo Enrico Castiglione. La
versione video integrale del
capolavoro è stata proiettata in
occasione della tradizionale
manifestazione Avant Premiere
Screening organizzata dalla IMZ. Ed
è stato firmato proprio a Berlino da
Enrico Castiglione un nuovo
contratto quadriennale che assicura
a Taormina la ribalta internazionale
della diretta televisiva che già il
celebre regista romano, ma di origini
siciliane, assicura alla Perla del
Mediterraneo fin dal 2007. Ogni
estate, per i prossimi quattro anni,
l’opera lirica allestita al Teatro Antico
di Taormina sarà trasmessa in diretta
via satellite nelle numerose sale
cinematografiche sparse in tutto il
mondo dotate dei più moderni
sistemi di proiezione digitale.
L’Orchestra Multietnica Ritmo Live
CONCERTI. Al Palacultura Antonello da Messina l’Orchestra Multietnica Ritmo Live
Filarmonica, sonorità tribali
L’originale gruppo nato a Messina che suona senza spartiti. Tra sperimentazione e scambio culturale
DI ISABELLA
MOLONIA
Messina. Continuano i concerti
dell’Accademia Filarmonica per questa
intensa stagione musicale. Sabato 15
novembre alle ore 18 il Palacultura
Antonello da Messina farà da scenario
ad un entusiasmante percorso fra le
sonorità africane con l’Orchestra
Multietnica Ritmo Live, diretta dal M°
Maria Grazia Armaleo. L’Orchestra,
nata da un’ originale commistione tra
italiani e stranieri di età, estrazione
sociale ed etnie diverse, si avvale di
un inedito sistema fondato sulla
“nuova didattica del ritmo-body
percussion”, che si basa sul ritmo e
sulla notazione di sillabe e simboli
ideato dalla stessa Armaleo. Nessun
classico spartito da leggere, bensì un
insieme di musicisti non professionisti
che “vivono” la musica attraverso il
ritmo palpitante delle percussioni.
Per questa occasione la Body
Percussion Ensemble aprirà la serata
con un coreografico Tribal Hous, brano
che esprime l’energia del ritmo
coinvolgendo il corpo nella sua
totalità. Il battito incalzante delle
percussioni animerà Ritmo Live,
pezzo realizzato dall’intera Orchestra,
biglietto da visita del gruppo, che
incarna l’anima della formazione.
La creatività dell’Ensemble
predominerà la serata con la
rivisitazione in chiave body percussion
di Samba Life brano tradizionale di
E.Kopetzi trascritto in notazione di
sillabe da M. G. Armaleo.
Prima esecuzione assoluta per alcune
composizioni inedite come Ritmia,
pezzo di musica contemporanea scritto
appositamente per l’Orchestra da F.
Lipari percussionista e compositore
messinese rimasto affascinato dalla
body percussion, estranea ai canoni
della musica tradizionale.
Un viaggio in musica capace di far
rivivere il sapore esotico delle quattro
isole Sumatra, Giava, Bali e Timor
Est, sarà quello offerto da Oriental
Song composizione scritta dal M°
Maria Grazia Armaleo, anche questa
alla sua prima realizzazione in
pubblico. Una sorta di trasfert capace
di ricreare una suggestiva dimensione
musicale vicina a territori
geograficamente lontani. Il tutto
mettendo insieme strumenti della
tradizione orientale quali metallofoni,
campane tibetane, cimbali tibetani,
gong thailandesi ecc.. con altri
strumenti come la marimba. Momento
clou del concerto quello dedicato ai
Ritmi Africani, brano in cui l’Orchestra
partendo da cellule ritmiche
predefinite darà libero sfogo
all’improvvisazione, fondendo sillabe,
percussioni etniche a volte associate ad
un brano africano con tutta
l’imprevedibilità, che l’improvvisazione
musicale è in grado di suscitare nella
magia del momento creativo. Un
concerto fuori dall’ordinario, che
utilizza la musica quale strumento per
vivere e per suscitare emozioni in
chiave originale. L’attività dell’
Orchestra è in continua
sperimentazione, un laboratorio in
costante crescita favorito da un
ambiente di condivisione e di scambio
reciproco. Una realtà messinese
controcorrente attualmente impegnata
nell’incisione di un CD e nella
realizzazione di un videoclip.
L’APPUNTAMENTO
Gianni Morandi fa tappa a Taormina
IL TOUR 2014 CON UN NUOVO APPUNTAMENTO IL 31 MAGGIO AL TEATRO ANTICO
Gianni Morandi
Il tour 2014 di Gianni Morandi si arricchisce di un un nuovo appuntamento. Alle
date, già annunciate, di Bologna (10 maggio, Unipol Arena), Torino (17 maggio,
Palaolimpico) e Roma (24 maggio, Palaolimpico), si aggiunge un altro concerto a
Taormina, in programma per il prossimo 31 maggio al Teatro Antico. Si chiuderà
così in Sicilia il tour 'Solo insieme 2014 - Live 7.0'. Nei quattro concerti Gianni
Morandi proporrà al pubblico i brani del suo ultimo album, 'Bisogna vivere',
oltre ai successi di una carriera lunga 50 anni. Insieme a lui sul palcoscenico una
band composta da 15 elementi.
centonove pagina 37
14 Febbraio 2014
posterlettere
QUI SCUOLA
GUI
HERITAGE
DI ANDREA SMITH
DI SERGIO BERTOLAMI
La Sicilia dei contrasti
Docenti sul sostegno
nuove assunzioni
FINALMENTE I 4447 POSTI di
sostegno previsti dalla legge n.
128/2013 saranno coperti con
immissioni in ruolo. I contratti a
tempo indeterminato, come previsto
dalla nota del MIUR del 6/2/2014 prot. n. 362 – avranno decorrenza
giuridica dall’a. s. 2013/2014 ed
economica dall’a.s. 2014-2015 e sono
in aggiunta alle nomine già disposte
a seguito del DM 732/13 e della CM
n. 21 del 21/8/2013. Secondo il
decreto ministeriale, in Sicilia sono
destinati 528 posti, di cui: 36
Agrigento, 33 Caltanissetta, 126
Catania, 21 Enna, 72 Messina, 118
Palermo, 25 Ragusa, 43 Siracusa, 54 a
Trapani. I docenti assunti a tempo
indeterminato, non possono
partecipare ai trasferimenti per altra
provincia per un triennio, a far data
dalla decorrenza giuridica della
nomina in ruolo, salvo le deroghe
previste dal CCNI per la mobilità. Tali
assunzioni saranno disposte sotto
condizione di accertamento della
regolarità formale e sostanziale del
titolo di specializzazione di sostegno
agli alunni disabili e, relativamente al
calcolo delle quote di riserva previste
dalla L. 68/99, il calcolo delle quote
tiene conto anche dei posti utilizzati
per le immissioni in ruolo già
effettuate per l'a.s. 2013/2014. I posti
verranno ripartiti a metà tra i
vincitori dei concorsi ordinari e i
docenti inseriti nelle graduatorie ad
esaurimento (GAE). I docenti dei
concorsi banditi con il DDG 82/2012,
conclusi entro il 31/8/2013, sono
nominati solo per il numero di posti
messi a concorso. Eventuali residui
del 50% riservato ai concorsi ordinari
vanno assegnati ai candidati di quelli
precedenti, con esclusione di quelli
banditi con il DDG n. 82/2012 e
conclusi entro il 31/8/2013.
ECOLOGIA&AMBIENTE
MESSINADRASTICA
DI FABIO AMATO
Divertitevi e amate
A Messina oggi e domani saranno due giorni memorabili. Infatti dopo il
giorno di San Valentino, festa dei baciannicchi e degli innamorati, ci sarà la
famosa Notte della Cultura. Non è una coincidenza, anzi le due ricorrenze si
sovrappongono. E' tutto studiato a tavolino. Tutti con le rose in mano, che vagano per la
città, come tanti babbi di dio e poi entrano nelle librerie, per vedere questi oggetti
misteriosi che sono i libri. Spaesati, perchè gli unici libri che hanno letto sono quelli delle
scuole elementari, ed inoltre quelli delle rose in mano sono gli stessi delle mimose in mano,
il giorno della festa della donna. Negli altri giorni dell'anno riprenderanno la loro normale
attività di insultare le donne e leggere la Gazzetta dello Sport. Ma lo sapete che in Italia solo
4 persone su dieci leggono un libro l'anno, a Messina penso che la media si abbassi, ma
comunque recuperiamo nel consumo di focaccia, arancini e pitoni. Infatti 11 persone su dieci
la mangiano ogni giorno, mentre 10 /10 la mangiano un giorno si ed uno no. Il consumo
paradossalmente aumenta durante la Notte della Cultura. Durante queste sere le librerie si
riempiono di persone che entrano timidamente e poi dopo un attimo si siedono e
cominciano a mangiare i loro rustici, ogni tanto danno una sbirciatina a qualche libro e poi
continuano a mangiare. Anche questa è cultura, perchè in genere sono sempre seduti nel
reparto dei libri di cucina! Poi ci sono quelli che vanno al Museo, il primo museo della loro
vita, ci passano ogni giorno, lo guardano e non capiscono che è un Museo,
improvvisamente, la Notte della Cultura, hanno un illuminazione, una visione ed entrano in
questo luogo misterioso con tanti "manifesti" appesi al muro che assomigliano a quadri, ma
sono dei quadri, gli viene detto timidamente, si anche a Messina abbiamo un Museo con dei
quadri e loro sopraffatti dalla Sindrome di Stendhal, svengono, sognando un vassoio di
cannoli. La cosa più eccitante, comunque è recarsi, con la propria amata, il giorno di San
Valentino, al Museo, oppure a vedere qualche installazione culturale sparsa per la Città e
creata appositamente per questi due giorni, guardarla mentre si mangi la cali, altro
momento culturale di questi giorni, perchè rivaluta le tradizioni popolari, quindi guardarla e
non capire un cazzo, ma la nostra ragazza è contenta e tanto basta. Un sacrificio per un
giorno si può anche fare, tanto da domani potrò tornare alla mia vita normale di tutto i
giorni, dove il momento culturale più alto è accendere la macchina e farmi un giro dentro
l'isola pedonale, insultando un po' di gente. Divertitevi, amate e leggete.
Una recente domanda
mi porta a tratteggiare
il tema della
glocalizzazione che
racchiude in se il nesso
fra i due termini
antitetici di globale e
locale. Il concetto nasce con i
movimenti New global anelanti ad
un “nuovo mondo possibile”: libero,
solidale, rispettoso dell’ambiente. In
conseguenza di ciò l’attenzione è
andata via via spostandosi dalle
logiche dettate dai meri interessi
economici sovranazionali a quelle che
considerano circoscritti ambiti locali. Il
glocal è la capacità di potere agire tra
scale territoriali differenti, creando
un trait d'union fra culture distanti
fra loro geograficamente, ma unite
da una koinè, una lingua
ampiamente accettata. Punto cardine
è la volontà di scoprire e conoscere,
facendo esperienze e provando
emozioni. Ne scaturisce l’esigenza di
individuare alcune specificità per
potere costruire proposte valide e
sorprendenti, ma in grado di poter
essere condivise. La Sicilia, terra del
Grand Tour, non avrebbe difficoltà, se
lo volesse, ad identificare nei forti
contrasti la propria offerta. Un
esempio è nelle pagine di Patrick
Brydone (1770): «Quando il caldo è
così violento, trovo che non v’è nulla
di meglio per ritemprare lo spirito
che un gelato». E racconta di quando,
ad Agrigento, alla fine di un pranzo
furono serviti sorbetti dalla forma di
frutta. Il capitano di una nave inglese,
convinto di addentare una vera
pesca, si trovò la lingua livida e gli
occhi in lacrime, tanto da dovere
sputare il boccone ghiacciato nel
piatto. È un modo tutto siciliano di
creare stupore: un trompe l’oeil che
inganna la vista, ma si fa scoprire dal
gusto.
[email protected]
DI ANNA GIORDANO
Ma quale Incidenza...
I vuoti della politica e
dell’amministrazione, ancora una volta
vengono colmati dalla Procura, da bravi
magistrati e da attenti inquirenti. Si sono
concluse le indagini sulla “VIA facile”, con
10 rinvii a giudizio e diversi capi di imputazione,
nell’ambito di accertamenti nel campo edilizio, della
ZPS, trattata da sempre come terra di conquista e non
gioiello prezioso da custodire come la UE imponeva (e
l’Italia, e la Sicilia, per evitare esose multe, accettava di
dover fare, con norme varie). Di quelli che saranno gli
esiti della vicenda, leggeremo a suo tempo, e fino ad
allora vige il presupposto di innocenza. Se, come leggi
prevedono, si fosse fatto ciò che come WWF chiediamo
da anni, ovvero di mettere on line le Valutazioni di
Incidenza, consentendo ai portatori di interesse
collettivo di poter eventualmente contestare sia i
progetti che i contenuti di quello che ormai è
diventato qui come altrove, strumento di
autoassoluzione di qualsivoglia impatto, forse si
sarebbero evitati sia comportamenti diciamo, non
virtuosi, sia l’approvazione di scempi inauditi
supportati da studi carenti, per non dire altro. Invece
no. E ancora oggi, nonostante una determina di
novembre scorso, sul sito del comune di Messina, non
c’è nulla. Piscine che magicamente, insieme a complessi
immensi, non incidono su specie e habitat. E si arriva
all’assurdo, farneticante quando si legge che “prima
dell’avvio dei lavori si allontanerà la fauna errante”. A
centonove pagina 38
questi “scienziati”, e a chi approva queste pillole di
ignoranza e becera presa in giro, chiedo cosa ne
sappiano della fauna e quale sia, nella loro “divina”
scienza (e coscienza), quella “errante”. Così come vorrei
sapere chi è lo “scienziato” che per la famigerata Tono
Mortelle, 600.000 mc di cemento in ZPS (sorvolo su altre
peculiarità), da un lato afferma che non ci sono specie
di uccelli di interesse, elencando colori di penne e uova
di cardellino, corvo imperiale e fringuello e basta,
dimenticandosi ben 90 specie in allegato I della
Direttiva che migrano e mangiano e sostano, dall’altro
prevedendo nel progetto, un “osservatorio
ornitologico”. Un grazie di cuore a chi ha condotto le
indagini, a chi ha preso a cuore le sorti dell’ambiente al
quale è, lo si voglia o no, legato anche il benessere di
tutti (e non di pochi) e la sicurezza collettiva. Grazie.
postercommenti
14 Febbraio 2014
IL PARERE
Costituzione romana da rileggere
DI
PIETRO CURRÒ
La vivacità attuale della
Repubblica Romana del 9
febbraio 1849 che con
Mazzini, Saffi ed
Armellini, dichiarò decaduto il potere
temporale del papato non fa sentire il
peso dei 165 anni ed ha rappresentato
una esperienza significativa nella storia
dell'unità d'Italia. La fuga di Pio IX,
travestito da prete, dalla capitale il 24
novembre del 1848 ed i fatti seguenti
culminati con l'approvazione della
Costituzione, hanno contribuito anche
alla costruzione del mito di Roma.
Roma con i cittadini finalmente liberi,
anche se solo per pochi mesi (9 febbraio
1849- 4 luglio 1849), dalle ingiustizie,
dal degrado, da bastonature ed
esecuzioni che facevano dell'autorità
papalina e dello Stato Pontificio, il più
crudele e conservatore tra gli Stati
italiani del tempo ed europei. Il
Governo repubblicano di Roma del
1849 e la Costituzione, cancellarono i
privilegi del clero nell'istruzione e
nell'università, abrogarono la pena di
morte ed il carcere per debiti,
pensarono ad una progressiva riduzione
delle imposte per i deboli, introdussero
l'istruzione per tutti ed obbligatoria,
sottrassero l'amministrazione della
giustizia ai tribunali ecclesiastici. Per
150 PAROLE DA PALERMO
Spegniamo le luci
DI
MARIA D’ASARO
Oggi celebriamo la decima edizione
di M’illumino di Meno, la campagna
sul Risparmio Energetico promossa
da Caterpillar, nota rubrica di Rai
Radio2. L’invito consueto è quello di
favorire il “silenzio energetico” tra
le 18 e le 19,30, durante la messa in
onda della trasmissione: istituzioni,
cittadini, scuole, negozi, aziende,
musei potranno aderire all’iniziativa
simbolica - che vuole richiamare tutti
a livelli di vita eco-sostenibili spegnendo piazze, vetrine, uffici,
aule e case private. Oggi è solo un
gesto simbolico, ma gli altri 364
giorni l’anno ognuno dovrebbe
impegnarsi in azioni semplici che
fanno la differenza: spegnere le luci
superflue; non lasciare in stand/by
gli apparecchi elettronici; se si ha
troppo caldo abbassare i termosifoni
invece di aprire le finestre; utilizzare
l’auto il meno possibile e, se
necessario, condividerla con chi fa lo
stesso tragitto. Salveremo il mondo?
Non si sa. Ma almeno salveremo la
faccia davanti a figli e nipoti.
continuare con l'immediata abolizione
dell'inquisizione e della censura che
favorì la nascita di decine di giornali. E
forse una piena applicazione dell'art. 2
di quella Costituzione sarebbe
indispensabile per l'Italia dei nostri
anni, laddove l'art. 2 prevedeva: “la
democrazia ha per regola eguaglianza,
libertà, fraternità. Non riconosce titoli
di nobiltà, nè privilegi di nascita o di
casta". Quanto sia, ancora oggi, di
attualità la lotta contro le caste, ogni
giorno lo ricordano i fatti di cronaca! Ed
ancora con l'art. 3 che enuncia
l'inviolabilità della persona e della
proprietà, la sacralità del domicilio
all'art. 6, la libertà di pensiero, il diritto
di petizione (art. 10). L'art. 15 sembra
invece ricordare ai nostri politici e
governanti che "ogni potere viene dal
popolo" e l'art. 16 "l'Assemblea è
costituita dai rappresentatnti del
popolo". E' ancora prevista la non
responsabilità penale per le opinioni
espresse dai deputati nell'esercizio delle
funzioni, il divieto di arresto senza la
necessaria autorizzazione, la riforma
agraria, il diritto alla casa, la
separazione dei poteri e l'abolizione
della leva obbligatoria. Mi piace infine
ricordare, attualissimo tema dei decenni
presenti, l'art. 49 sulla giustizia: I giudici
nell'esercizio delle loro funzioni non
dipendono da alcun altro potere dello
Stato. "Sul Gianicolo si combattè
l'ultima battaglia della storia della
Repubblica Romana. Il generale
Garibaldi difese la Villa del Vascello ed i
volontari attaccarono i francesi alla
baionetta con tremila Italiani tra morti
e feriti. Caddero circa duemila Francesi,
la battaglia per gli italiani era
comunque perduta. Ma l'anniversario di
quella Repubblica Romana, governata
da Mazzini con saggezza e
moderazione, che è stata definita "uno
dei grandi spettacoli della storia", resta
un evento da ricordare spesso e, se
possibile, lasciarne l'attualitù della
memoria in dote ai più giovani.
ANIMAL HOUSE
ELIODORO
L’inverno caldo di Catania
CATANIA - Le pallottole inviate al sindaco Enzo Bianco, i clan decimati dagli
arresti, gli omicidi di Biancavilla, forse solo l'inizio di una serie, i licenziamenti
di massa nel settore della microelettronica, una volta fiore all'occhiello
dell'economia locale, i controlli a tappeto nei ristoranti, alla moda e non,
della città, lo scandalo di teatropoli, li fibrillazioni politiche in vista della
prossima tornata elettorale.
E' un inverno caldo quello che si vive sotto l'Etna, che dà spettacolo, sbuffa e
dirotta aerei a piacimento. E mentre il fantasma del ponte Gioieni turba la
guida di migliaia di catanesi, la primavera, metaforicamente, appare una
stagione ancora lontanissima.
ANTIBUDDACI
DI DINO CALDERONE
Autonomia senza specialità
Durante il recente
convegno promosso a
Messina dal Megafono sul
tema “La Sicilia si ribella,
lo statuto speciale da
opportunità a
pregiudizio”, si è assistito a un
interessante confronto fra diverse
posizioni presenti da tempo nel
dibattito politico. Da un lato c'è la
maggioranza di chi (come,
immaginiamo, i partecipanti al
convegno) rivendica da sempre
l'attuazione dello Statuto siciliano,
dall'altro la minoranza che ne critica
la specialità (come il costituzionalista
Luigi D'Andrea intervenuto al
convegno come relatore). La difesa
dello Statuto da parte di tutta la classe
politica siciliana non ha infatti
impedito che negli anni si
esprimessero valutazioni diverse delle
sue peculiarità. Così, a poco a poco,
sono stati ridimensionati, o del tutto
trascurati, alcuni punti dello Statuto
ritenuti particolarmente significativi:
l'abolizione dei prefetti, la
competenza del Presidente della
Regione per il mantenimento
dell'ordine pubblico, l' istituzione di
un'Alta Corte competente a sindacare
la legittimità costituzionale di leggi
siciliane, come pure di leggi e
regolamenti statali in relazione alla
sfera di competenza della regione
(l'Alta Corte funzionò fino al 1956,
quando venne assorbita dalla Corte
Costituzionale). Si può dire che la
riflessione critica sul futuro della
specialità ha coinvolto soprattutto gli
studiosi del diritto, mentre il mondo
della politica ha continuato a
riconoscere il valore attuale delle
autonomie speciali. Alcune reazioni
alla relazione di D'Andrea
confermano che il tema della
specialità dello Statuto siciliano è
ancora, per molti siciliani, di ordine
identitario-simbolico più che politicoistituzionale. Specifiche ragioni
tecnico-funzionali, ben argomentate
da D'Andrea, dovrebbero spingere
infatti a una riconsiderazione serena e
razionale della travagliata storia
statutaria, ma se non si affronterà
anche questo fattore identitario
difficilmente si potrà coinvolgere il
popolo siciliano e porre mano così a
una modifica dello Statuto da più
parti auspicata.
DI ROBERTO SALZANO
Il sacrificio delle Olimpiadi
Olimpiadi invernali di Sochi, Russia. Grande
evento, gioia, orgoglio. Come già accaduto in
passato, mentre si studiano scenografie sfarzose e
si pensa a mettere in piedi uno spettacolo in grado di essere tanto
colossale da fare dimenticare per impatto mediatico e
magnificenza tutte le manifestazioni sportive precedenti, per i
randagi non c'è fortuna e sui diritti degli animali ancora tanto
lavoro c'è da fare. Grecia, Olimpiadi 2004: le città greche si
preparavano ad accogliere gli atleti ed i turisti presentandosi al
meglio delle proprie possibilità. Per farlo, si provvedeva a
sopprimere con bocconi avvelenati disseminati lungo le strade i
randagi. Ucraina e Polonia, Europei di calcio 2012: se la storia
insegna, è chiaro che insegni a ripetere gli stessi errori ed anche
centonove pagina 39
per il campionato europeo si liberarono con misure estreme le vie
delle città dagli amici a quattro zampe, tornati ad essere il
maggiore nemico pubblico. Grandissima indignazione e
numerose proteste, ma con quali risultati? Sicuramente scarsi, dal
momento che le stesse, tristi, polemiche hanno preceduto pure i
Giochi di Sochi: pare che massicci investimenti siano stati destinati
ad uno sterminio di massa attraverso una società privata. Perché
le autorità locali hanno una volta di più consentito una
carneficina, invece di incentivare la costruzione di rifugi per gli
esemplari di strada? Iniziative come questa, che calpestano il
diritto alla vita di tante creature, continuano ad essere prese in
considerazione. È evidentemente ammissibile che gli animali
debbano fare le spese di certe idee senza capo né coda, idee
messe in atto con l'assurda convinzione che possa essere ritenuta
una soluzione veloce ed efficace quella che è una vergogna che
offende il mondo dello sport e il senso civile e morale.