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Lo spirito del
trentennale
Convegno
interregionale
La nuova sottosezione:
Mantano Antilia
Pubblicazione semestrale Giugno - Dicembre 2016 Num. 2 - Anno XXX - Spedizione in abb. postale 50% - Comma 27 Art. 2 legge 549/95
Foto di copertina di Aldo Tisi - Montano Antilia
ANNIVERSARI
LO SPIRITO DEL TRENTENNALE
di Francescopaolo Ferrara
Riflettendo sullo spirito del nostro trentennale, ovvero dei
trent’anni trascorsi dalla fondazione della nostra Sezione, mi sono
imbattuto (pascolando su wikipedia e dove se no?) tanto in una controversia filosofica sullo spirito del tempo, che in un illustre precedente letterario sul “tempo perduto”.
Ho appreso che i filosofi materialisti individuano lo spirito del
tempo (Zeitgeist per il nostro amico e socio Ulf) nelle sovrastrutture
politiche ed istituzionali, mentre gli spiritualisti lo collegano ai profili
culturali ed ai fatti della concreta vita vissuta.
Trasferendo il dilemma al nostro piccolo caso, non possiamo che
aderire al partito degli spiritualisti, per ovvia affinità elettiva tra
loro ed una associazione come la nostra, ispirata da più alti ideali.
Ad onta, dunque, dalle nostre strutture organizzative, che pure,
per il profilo burocratico dei tempi, diventano sempre più complesse
e talora soffocanti, per ricercare il nostro spirito ed in particolare
quello dei nostri primi trent’anni, non possiamo che fare riferimento
ai nostri ideali e volgerci alla ricerca della vita sinora vissuta. E qui
passiamo dalla filosofia alla letteratura, evidentemente alla “recherche du temps perdu” di Marcel Proust.
Tornando con i piedi, o meglio con gli scarponi, sulla terra dei
nostri sentieri di montagna, ricorderemo anzitutto come ci siamo
sempre prefissi le finalità proprie del Club Alpino: la conoscenza e
la pratica della montagna, la diffusione della sua cultura, i valori
della solidarietà e dell’amicizia, la difesa della natura.
Certamente, non tutti questi obiettivi sono stati raggiunti e spesso
nei soci od in parte di essi prevalgono l’opzione del mero approccio
ludico e talvolta competitivo con la montagna e la considerazione
del CAI come mera occasione di incontro. Quelle finalità, quegli ideali sono però come la cima: non sempre è facile o possibile raggiungerla, ma l’importante è avere ad essa fisso lo sguardo.
L’ esame del tempo trascorso in questi lunghi ma brevi trent’anni,
ci porta poi ad un ricerca senz’altro concreta ed appassionante.
Non ripercorreremo ancora una volta le più importanti tappe
del nostro cammino, dalla acquisizione di un numero considerevole
di soci, all’acquisto della sede sociale, alle iniziative editoriali, alla
continuità della nostra attività escursionistica e speleologica, nonché
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alpinistica. Ricorderemo peraltro gli eventi che hanno contrassegnato questo stesso anno trentennale: la fondazione della sottosezione
di Montano Antilia, la celebrazione ufficiale tenuta in Laviano e sui
Monti Marzano ed Eremita, con la partecipazione delle Sezioni vicine e del consigliere centrale Paolo Valoti, il convegno di Pollica sulla
tutela e lo sviluppo dell’ambiente appenninico, l’inaugurazione del
percorso cittadino dalla sede sociale al Castello di Arechi ed alla
Bastiglia, la palestra di arrampicata sulla collinetta della Carnale.
Soprattutto
sottolineeremo
l’ampiezza del coinvolgimento del
grande pubblico nel contatto con
la montagna, vera rivelazione per
tanti che, rivolti al mare, tranquillamente la ignoravano. Lo testimonia un sia pur sommario esame
della nostra documentazione fotografica che immortala un numero
indefinito di soci e non soci, tutti insieme appassionati su vette e prati, tra boschi e sorgenti, su nevi e
su rocce. Certo, anche qui va riconosciuto che se tanti sono arrivati
e continuano ad arrivare, non tutti
sono rimasti, magari dirottati in
contesti meno impegnativi, almeno dal punto di vista ideale, del
nostro. E scorrendo quelle foto ci
chiederemo talvolta come e perché tu, leggiadra fanciulla per la
quale cogliemmo un fiore, tu forte
compagno che ci tendesti la mano
in un passaggio difficile, tu che
avevi qualcosa da insegnarci assieme a qualcosa da apprendere,
tu che hai cantato con noi, perché,
voi cari, non ci siete più accanto.
Ma al di là della nostalgia e della meraviglia per la recisione
di un cordone ombelicale tessuto nel ventre materno della montagna, rimane l’orgogliosa consapevolezza di aver gettato un seme
che se non già rifiorito non tarderà a rinascere.
Questo tempo, questi eventi sono trascorsi, ma non perduti.
Non sono perduti proprio per la fecondità delle nostre esperienze, la quale non riguarda solo noi stessi ma chiunque altro abbia
respirato l’aria del Club Alpino.
Non son perduti perché la ricerca del tempo perduto nella stessa visione di Proust non si esaurisce nella “rievocazione malinconica
del passato”, perché “ricordare è ricreare”, perché il tempo perduto non è un tempo passato, ma un “tempo da ricercare e ritrovare”.
Allo spirare del trentennale, allora, affidiamo questa feconda
ricerca oltre che ai soci di oggi a quelli del domani, i quali faranno
risorgere il passato non semplicemente rivisitandolo, ma attraverso
una nuova creazione, coerente a quella grande esperienza di vita
che solo la montagna sa dare.
EVENTI
UNA PIANIFICAZIONE DEL FUTURO CON IL
SENSO DEL LIMITE SENZA DIMENTICARE LA
LENTEZZA POSITIVA E LO SVILUPPO DI UNA
CULTURA RESILIENTE
di Annamaria Martorano
Nel Castello Capano di Pollica si
è svolto con folta partecipazione di
soci CAI il 2° Convegno interregionale Abruzzo, Campania, Lazio, Marche,
Molise e Umbria su “Appennini tra tutela dell’ambiente, manutenzione dei
sentieri e sviluppo dell’economia locale”. Dopo i saluti, le relazioni e gli
interventi sono arrivate le conclusioni
di Piergiorgio Oliveti, moderatore attento ed appassionato, che ha tenuto
a sottolineare che “la bellezza svanisce se non viene mantenuta” e ha messo in evidenza nelle relazioni dei vari
Convegnisti i concetti di sodalizio, resilienza, cooperazione con le Comunità,
progetti per un futuro sostenibile, cura dei sentieri e anastomosi.
Il tema del “sodalizio” che, ad esempio accomuna, per definizione, chi ha medesimi obiettivi e modalità di azione, è stato evidenziato nell’aiuto immediato disposto per la sezione di Amatrice, presente
il vicepresidente Franco Tanzi che ha emozionato tutti con la sua
testimonianza drammatica. Subito dopo il presidente del GR Lazio
Fabio Desideri ha concretamente mostrato il lato operativo del CAI
con il progetto della “casa della montagna” di Amatrice a cura di un
team di architetti, presentato a Milano il 24 settembre.
Per il concetto di “resilienza”si conviene (mai parola più appropriata) che il Cai debba sviluppare una capacità di adeguarsi alla
modernità con la positività della lentezza, offrire l’esempio della
via giusta per vivere un territorio determinando un cambiamento
sostenibile, riflettere su un modello di sviluppo cercando di “portare
la storia nella pianificazione del futuro con il senso del limite”.
Per la cooperazione con le Comunità appare chiaro che la recente legge Realacci sui piccoli borghi, ampiamente citata, offra
un nuovo strumento e possa costruire opportunità di sviluppo per le
popolazioni di montagna ed avvio per le attività di imprese in aree
montane.
Inoltre se per Dario Franceschini il CAI è “il braccio operativo
dei Beni Culturali” sembra giusto, come suggerisce Alfonso Andria,
Presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di
Ravello, lavorare intensamente e insieme per cogliere l’opportunità
del 2018 ed iscrivere i sentieri come Beni Culturali dell’UNESCO.
I progetti di un futuro sostenibile e la sistemazione di sentieri
sono certamente legati a proposte escursionistiche e naturalistiche
sugli Appennini, in collaborazione con gli Enti Parco e i Comuni, per
consentire una migliore destagionalizzazione dei soggiorni, in quanto in molte zone del centro-sud è possibile camminare e godere
dello spettacolo della natura non solo in estate, quando semmai fa
molto caldo, ma anche ammirare i colori caldi dell’autunno o le giornate limpide invernali.
Appare con tutta evidenza che lo storico “Cammina Italia” può
essere risorsa inestimabile del nostro sodalizio, come pure tali si rivelano i cammini religiosi e i collegamenti, importantissimi, tra costa
e aree interne, dove da sempre avviene lo scambio fecondo di tradizioni e prodotti. Si tratta di un sistema venoso, di un’anastomosi
(come direbbero i medici) vitale per un territorio che deve poter
consentire anche ai giovani di rimanere nella loro terra.
Il Convegno ha confermato ancora una volta la ricchezza, le
competenze, le energie e le potenzialità del CAI: basta solo continuare a camminare e rinsaldare la rete con il territorio in modo più
fitto, capillare e soprattutto costruttivo per le Comunità che vivono
in montagna e:
camminare per conoscere,
conoscere per amare,
amare per tutelare
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VITA DI SEZIONE
MONTANO ANTILIA:
SOTTOSEZIONE CAI NEL CUORE DEL PARCO NAZIONALE
DEL CILENTO, VALLO DI DIANO E ALBURNI
a cura dei soci della sottosezione
L’idea, nata tra le mura dell’Associazione naturalistica Amici del
Monte Antilia, si è concretizzata in tempi record raggiungendo in poche settimane il numero minimo di iscritti richiesto dai regolamenti CAI
per la fondazione delle sottosezioni.
La presenza di una sottosezione CAI a Montano Antilia, posizione
baricentrica per l’intero Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano
e Alburni, sarà un ulteriore punto di riferimento per la valorizzazione, la promozione, la conoscenza e la protezione dell’ambiente in cui
opera, per la diffusione delle attività sportive di avvicinamento alla
montagna da parte di tutti e in particolare delle giovani generazioni,
affinché sia tramandato e rafforzato il sentimento che lega le persone ai luoghi in cui sono nate e vissute, conservando gelosamente
l’integrità di quel patrimonio inestimabile che è l’ambiente naturale, le
tradizioni, le usanze e la propria identità culturale.
La neosottosezione spinta dall’entusiasmo dei tanti giovani soci,
già nel primo anno di attività ha realizzato vari incontri ed eventi
avvicinando sempre più persone al mondo del CAI.
Nel mese di aprile, grazie al responsabile regionale del CNSAS
Girolamo Galasso, un numeroso gruppo di escursionisti, provenienti
anche da altre realtà associative, ha preso parte all’evento “SOCCORSO IN MONTAGNA A 360 GRADI” tenutosi nella sede della
Sottosezione.
Per i più piccoli, invece, nel mese di agosto, grazie alla splendida
collaborazione con il gruppo di alpinismo giovanile di Salerno, e in
modo particolare ai soci Ciro e Carmine Nobile, il piccolo centro di
Montano Antilia ha ospitato per due giorni l’evento “MI DIVERTO ARRAMPICANDO: UN IMPEGNO DI MANI, PIEDI… E TESTA”.
La parete artificiale di arrampicata montata a Montano A. ha
attirato l’attenzione di circa 300 persone tra bimbi e genitori, che per
la prima volta si sono avvicinati a questa nuova disciplina sportiva.
Il grande evento del primo anno di attività è stato rappresentato dalla coorganizzazione del Convegno/Raduno Interregionale CAI
Centro Sud del 1 e 2 ottobre che si è svolto ad Acciaroli e Montano
Antilia ed ha visto la partecipazione di ben sei gruppi regionali.
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La neosottosezione, in modo particolare, ha curato l’organizzazione dell’escursione interregionale di domenica 2 ottobre. Le avverse
condizioni meteo hanno impedito la suggestiva escursione dalla Scala Santa di Montano A. al Monte Gelbison. Un forte temporale alla
partenza e uno all’arrivo non hanno scoraggiato i giovanissimi soci
del CAI Montano Antilia che hanno guidato gli oltre 150 escursionisti
in un interessante visita del grazioso Borgo. La bellissima giornata si
è conclusa con un momento di festa nella palestra comunale, dove
varie aziende agricole locali, coordinate dalla giovanissima presiden-
te regionale Campania ANABIO Filomena Merola (montanese d.o.c.)
hanno accolto i tanti escursionisti promuovendo in modo diretto i tanti
e buoni prodotti locali che il Cilento interno offre.
Il nuovo anno, sarà ricco di appuntamenti con tante proposte di
escursioni, eventi sportivi e collaborazioni con le scuole locali affinché
lo spirito del Sodalizio CAI oltrepassi le mura della piccola Sottosezione e coinvolga sempre più cilentani.
Il Reggente Andrea Scagano e i soci tutti ringraziano di cuore gli
amici della Sezione Madre di Salerno e il GR Campania rappresentato prima dalla cara Annamaria Martorano ed ora dal simpaticissimo Raffaele Luise che in questo primo anno ci sono stati sempre vicini
e ci hanno guidato come un buon pater familias.
VITA DI SEZIONE
TESTIMONIANZE
IL PRESIDENTE SANDRO
LA PASSIONE PER LA MONTAGNA
di Ennio Capone
di Gaetano Troisi
Caro Sandro
La sezione di Salerno ti è riconoscente
per il lavoro svolto come Presidente della
stessa in questi anni e che si avvia alla sua
conclusione nel 2017. Hai preso le redini
della sezione in un momento delicato della vita della stessa e, piano piano, quasi
con pudore, come è il tuo stile, hai saputo
tenerne alto il prestigio, con umiltà, ascoltando tutti, creando intorno a te il clima di
amicizia e solidarietà che sempre connota
il percorso della nostra sezione. Non deve
essere stato facile per te contemperare il
bisogno dell’uscita forte in montagna con il
dovere di rappresentare la sezione nelle
tante occasioni che caratterizzano il lavoro
del Presidente. Hai saputo essere e sei un
ottimo Presidente senza rinunziare alle tue
caratteristiche di grande escursionista, capace di affrontare, con il sorriso sulle labbra, ogni tipo di difficoltà, sempre incitando gli amici a seguirti con il classico “…non
ti preoccupare, tanto siamo arrivati…”.
La tue fotografie hanno accompagnato
ed accompagnano la vita della sezione
costituendo una preziosa documentazione
dell’attività della stessa, che può vantare,
grazie a te, un archivio storico importantissimo che pochissime sezioni posseggono.
Non hai mai confuso la tua attività di
fotografo professionista con quella, parallela, di fotografo della sezione, riuscendo
ad avere un comportamento limpido e coerente nei confronti di tutti i soci, sempre
offrendo con puro spirito di volontariato,
le tue prestazioni professionali, cosa che,
di questi tempi, è una rara virtù.
A modo tuo hai saputo continuare la
grande tradizione di amicizia e collaborazione tra soci che ha contraddistinto la nascita della sezione di Salerno ed il lavoro
di tutti i Presidenti che ti hanno preceduto.
Con il tuo fare sobrio e schivo da ogni
fronzolo hai scritto un’altra pagina importante della nostra storia e ne hai accentuato tale caratteristica, lasciando al prossimo
Presidente che verrà il compito di non disperdere i valori fondanti che, da sempre,
sono l’orgoglio della nostra sezione.
Caro Sandro, grazie
Quando mi nacque, non saprei dire con
esattezza. Forse la spinta decisiva venne
un mattino lontano, incantatomi dinanzi alla
nascita del giorno lungo il sentiero battuto
dai pellegrini che si recavano al Santuario
di Montevergine. Col tempo venni a scoprire
che non ero stato solo, né il primo, a godermi
lo spettacolo.
Uno come Giustino Fortunato aveva subito il fascino dei luoghi ben prima di me e lo
descrisse con queste parole: “A soli quaranta chilometri da Napoli, giù dietro la mesta
collina di Capodimonte a manca e la bruna falda della Somma a destra, là in fondo
alla gran pianura nolana si spiega, a guisa
d’immensa muraglia di color gridellino, tutto
il Partenio. Era questo il monte sacro della
greca Partenope, che presso un’ara di Cibele
vi adorava i suoi numi protettori Castore e
Polluce […] Al tempo pagano successe lassù
nel settimo secolo il cenobio d’un vescovo penitente e nel dodicesimo la badia benedettina di san Guglielmo da Vercelli; donde, su lo
scorcio del quindicesimo, fu tratto finalmente
il corpo di San Gennaro, che Napoli, già dimentica d’un pezzo del buon mago Virgilio,
proclamò a novello patrono.
E due volte tuttavia, in primavera e autunno, la plebe napoletana trae al Partenio
in chiassoso pellegrinaggio: due volte l’anno
le feste cattoliche, rimembranze dei baccanali ellenici e de’ saturnali romani, animano,
come in antico, quell’ampia e misteriosa solitudine. Sono scorsi i tempi, mutati i nomi e
le credenze: ma, nella tradizione popolare,
rimane viva e gioconda la prisca usanza pagana.” Allora si era abituati al sacrificio e lo
si affrontava gioiosamente, anche con il canto e la preghiera: camminare per tutta una
notte, fino a raggiungere a piedi il Santuario, non faceva paura neanche a ragazzotti
come me: era prova che dava certezze anche nella scalata del futuro sotto protezione
divina.
Grazie al Club Alpino Italiano ho poi secondato questa mia passione con regolarità
e per un periodo non breve: dall’Appennino
meridionale alle Dolomiti, per non dire della
Sicilia, della Sardegna o della Valle d’Aosta.
E altrove, sui Pirenei, sul Wilder Keiser, in Austria, o sui Monti Tatra, in Polonia.
Qui, nei pressi di Cracovia, sotto la guida di amici austriaci, ho visitato le miniere
di Wieliska, dove abbonda la materia prima
più preziosa della terra: il sale. In quella occasione ho avuto la sorpresa di imbattermi,
a profondità rilevanti, nella presenza di un
lago di vastità non esigua: traguardo che non
poteva mancare in chi come me ha respirato,
appena nato, aria di sottosuolo, percorsa da
esalazioni di natura solfifera. Insomma, ho
fatto a mio modo del “turismo” fuori dalle
rotte comuni. E non mi fa velo confessare che,
in queste rotte, ho conosciuto momenti di felicità e di intenso appagamento, culturale e
fisico, nella parte più vivida del mio cammino
esistenziale, e che ora trovo riflessa, in maniera sorprendente, in un pensiero del famoso
geologo e alpinista Ardito Desio.
Ne sentii parlare la prima volta quando
l’eco della sua fortunata spedizione sul K2
raggiunse le periferie d’Italia e in tutte le
scuole fu proiettato il film che mostrava i risvolti di un’impresa grandiosa e drammatica.
Una riflessione illuminante, quella di Desio,
fatta al termine di un’ascesa per lui quasi
ordinaria ma, di certo, valida a riassumere
le tante emozioni che solo la montagna è
capace di donare. Essa va alla radice della
vita e ne coglie l’aspetto duraturo, ben oltre
l’occasionale ascesa di un giorno: “L’indomani ognuno sarebbe andato per il suo destino
e chissà se mai ci saremmo mai più riveduti.
Un senso di mestizia mi colse: fra pochi giorni sarei stato di nuovo nelle città popolose
dell’Europa, fra la gente che si affretta, che
si angustia, che si logora, inseguendo mete
che sempre sfuggono. (…) T’accorgi che la
vita è breve solo quando stai per lasciarla:
mentre prima ti sembrava eterna. Tu scompari, e nessuno se ne avvede.
Dopo due o tre generazioni persino il tuo
nome sarà cancellato (…) E la terra intanto
gira col suo immutabile ritmo, e i fiumi scendono al mare, e l’onda continua a frangersi
sulla spiaggia. Cos’è la vita di un uomo? Un
istante, un nonnulla di fronte alle vicende del
cosmo”.
Se in questo istante si racchiude la vita di
un uomo, c’è veramente da restare annichiliti.
Il nonsenso della vita sarebbe definitivamente acclarato: non ci sarebbe differenza tra
un lombrico che vive nel terreno fecondato
dal suo humus e l’immagine di un uomo che
affonda nel proprio benessere.
Ma a chiunque è concesso di rovesciare
questo limite se è capace di pensare alle ragioni degli altri.
La passione per la montagna è anche
palestra di formazione civica. La cordata sul
crinale di un monte o la scalata di una vetta
non è solo questione di bravura.
Ma, questa, è un’altra storia.
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VIAGGI
LE MAGICHE SCOGLIERE D’IRLANDA
di Camillo Gallo
Un luogotenente di Oliver Cromwell, lo spietato statista inglese che nel 1600
mise a ferro e fuoco l’Irlanda, si lamentava con lui del fatto che nel brullo paesaggio
irlandese sferzato dal vento e dalle onde dell’oceano non si riuscisse a trovare un
albero cui appendere i tanti ribelli locali.
Terra povera, quella irlandese, fatta di torba e coltivata solo a patate; e quando un fungo - a metà ‘800 - ne distrusse per tre anni il raccolto, i sopravissuti alla
fame e agli stenti cercarono fortuna oltreoceano, andando a costituire l’embrione e
il coacervo di quello che sarebbe stato il futuro popolo americano.
Ma, a parte questi tristi ricordi e alcuni desolanti panorami ingrigiti dalla pioggia, l’Irlanda offre diversi emozionanti spunti paesaggistici, storici e di costume.
E’ quello che abbiamo provato nel viaggio organizzato dalla infaticabile Annamaria nello scorso luglio: dieci giorni nella parte centrale dell’Irlanda lungo un
percorso antiorario che, partendo da Dublino, ci ha portato verso le imponenti scogliere dell’ovest affacciate sull’Atlantico, come quelle dell’ isola di Aran o, più a sud,
le leggendarie ‘cliffs of Moher’, alte 200 mt. e lunghe 8 Km.
Abbiamo attraversato le verdi brughiere di Achill Island, costellate dalle onnipresenti pecore con i candidi velli chiazzati di colore, e quelle di Connemara, dove
un gruppo di amici irlandesi preavvertiti da Nicola, il nostro socio cosmopolita, ci ha
guidato per 20 km. lungo morbide colline intrise di torba e di pioggia, dove il caldo
sole mediterraneo era solo un lontano ricordo.
Non è mancata una doverosa scalata al Croagh Patrick, una pietraia alta 785
mt. sacra per aver ospitato S. Patrizio, il patrono dell’Irlanda e meta di processioni
e solitarie salite da parte dei suoi devoti connazionali; montagna sacra anche per
i celti, che abitarono l’isola nell’antichità prima dell’arrivo dei monaci cristiani, dei
vichinghi, dei normanni e del conclusivo e devastante dominio dei vicini inglesi.
Anche dolmen e tombe megalitiche, fortezze preistoriche a strapiombo sul mare
e abbazie medioevali sono state meta dei nostri percorsi, come quella di Clonmacnoise, una delle più antiche d’Irlanda, fondata da S.Giaron nel 545: fascinosi ruderi
grigi nel verde dei campi evocanti tempi lontani ed ancora vigilati da monumentali
croci celtiche, fusione della croce cristiana col simbolo celtico del dio sole ed espressione suprema del sincretismo irlandese; così come gli elaborati capolavori dell’arte
orafa religiosa del I millennio, oggi custoditi nel museo nazionale di Dublino, sono il
frutto di una commistione di elementi celtici, vichinghi e romanici.
Abbiamo soggiornato nella pittoresca cittadina di Galway, dopo un breve soggiorno a Westport e prima di concludere il nostro viaggio a Dublino, capitale dei
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pub e della birra, intervallandone il soggiorno con
una veloce puntata al vicino parco naturale di Wicklow.
Dovunque siamo andati, tra pioggerella e
squarci di sole, torba, pecore e cavalli, abbiamo
incontrato gente allegra e ospitale, amante della musica e della Guinness, la famosa birra scura,
che onora i suoi uomini illustri come Joyce e Swift
con molti bei monumenti , mai però impareggiabili quanto la policroma statua di Oscar Wilde a
Dublino.
CLUB ALPINO ITALIANO
SEZIONE DI SALERNO
PROGRAMMA ESCURSIONI GENNAIO-DICEMBRE 2017
8 gennaio
Monte Tobenna - (Monti Picentini)
Percorso: Madonna del Carmine di San Cipriano Picentino (300 m), Croce di
Pezzano (520 m), Croce di San Cipriano (806 m), Pozzo di Venere, Monte
Tobenna (837 m), Santuario di Santa Maria a Tobenna (631 m)
Dislivello: 600 m Durata: 5 ore Difficoltà: E
Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688; Ciro Nobile - 339.1695263
Partenza: ore 8:30
15 gennaio
Monte Comune, un balcone su Capri - (Monti Lattari)
Percorso: Santa Maria del Castello (685 m), Monte Comune (877 m), Monte
Vico Alvano (642 m), Colli di San Pietro (312 m)
Dislivello: 300 m in salita, 650 m in discesa Durata: 5 ore Difficoltà: E
Direttori: Ennio Capone - 338.8715121; Gaetano Florio - 328.9174587
Partenza: ore 8:00
22 gennaio
Ciaspolata: l’anello dei Candraloni - (Monti Picentini)
Percorso: Savoceta (1190 m), Sorgente Candraloni (1195 m), Fossi dei Campanari,
Varco del Faggio, Acqua della Pietra, Piano Acque Nere (1061 m), Caserma Forestale
Dislivello: 130 m Durata: 5 ore Difficoltà: EAI
Direttori: Paolo Sarni - 339.2132116; Mario Salsano - 335.7154446
Partenza: ore 8:00
29 gennaio
Da Bomerano al Fiordo di Furore - (Monti Lattari)
Percorso: Bomerano (640 m), sentiero del Torrente Pennino, Grotte di Santa
Barbara, sentiero Barbanera, sentiero delle Agavi, Sant’Elia, Furore, Fiordo
Dislivello: 100 m in salita, 750 m in discesa Durata: 5 ore Difficoltà: E
Direttori: Rosario Bartiromo - 338.4598784; Aldo Tisi - 347.7227413
Partenza: ore 7:30
5 febbraio
Escursione di manutenzione ambientale sul sentiero 168B del Monte Lieggio
- (Monti Picentini)
Programma dettagliato in sede e su www.caisalerno.it
Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688; Carmine Nobile - 388.0735376
Partenza: ore 7:30
11/12 febbraio
Notturna invernale su neve al Rifugio Panormo - (Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano e Alburni)
Percorso: Tempa del Prato (1048 m), Campo Farina, Rifugio Panormo (1330 m)
Dislivello: 400 m Durata: 3 ore (per la sola escursione notturna) Difficoltà: EAI
Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688; Rosario Bartiromo - 338.4598784
Partenza: ore 18:00 di sabato 11
19 febbraio
Monte Serralonga - (Monti Picentini)
Percorso: Strada Statale 574 del Terminio (1075 m), Barrizzulo, Monte
Serralonga (1207 m)
Dislivello: 350 m Durata: 4:30 ore Difficoltà: E
Direttori: Luigi Monetti - 320.4306767; Alfredo Nicastri - 349.4027623
Partenza: ore 8:30
26 febbraio
Circuito del Pizzautolo - (Monti Picentini)
Percorso: Piano di Cerasole di Serino (600 m), Casone delle Miniere (945 m),
Punta di Tormine (1154 m), Monte Pizzautolo (1151 m)
Dislivello: 800 m Durata: 6 ore Difficoltà: E
Direttori: Ciro Nobile - 339.1695263; Luigi Monetti - 320.4306767
Partenza: ore 7:30
5 marzo
Ciaspolata sul Cervarulo - (Monti Picentini)
Percorso: Piano Laceno - Campeggio Zauli (1100 m), Valico di Giamberardino
(1480 m), Monte Cervarulo (1632 m)
Dislivello: 600 m Durata: 5 ore Difficoltà: EAI
Direttori: Vincenzo Apicella - 333.4741788
Partenza: ore 7:30
12 marzo
Il sentiero dei Trezeni - (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni)
Percorso: Trentova di Agropoli, Monte Tresino (356 m), villaggio San Giovanni,
zona Lago di Santa Maria di Castellabate, Punta Tresino, Trentova
Dislivello: 400 m Durata: 6 ore Difficoltà: E
Direttori: Mario Salsano - 335.7154446; Paolo Sarni - 339.2132116
Partenza: ore 8:00
19 marzo
Sulle creste dell’anfiteatro dell’alta Valle delle Ferriere - (Monti Lattari)
Percorso: Campidoglio di Scala (500 m), sentiero 357, Punta d’Aglio, Punta delle
Castagne (776 m), il Castello, S. Maria dei Monti (1039 m), sentiero 351, Campidoglio
Dislivello: 600 m Durata: 6 ore Difficoltà: EE
Direttori: Caterina Ciccarelli - 333.2747470; Franca Calenda - 333.4198054
Partenza: ore 7:30
26 marzo
Giornata FAI di primavera:
Le “Fornaci” del Monte Stella - (Monti Picentini)
In collaborazione con il FAI di Salerno
Programma dettagliato in sede e su www.caisalerno.it
Direttori: Alfredo Nicastri - 349.4027623; Anna Palumbo - 347.3580582
Partenza: ore 7:30
2 aprile
Da Cusano Mutri al pianoro di Regia Piana e Bocca della Selva - (M. del Matese)
Intersezionale Campana di Primavera a cura della Sezione di Benevento
Programma dettagliato in sede e su www.caisalerno.it
Direttori: Enzo Auletta - 320.7406508
e gli Accompagnatori di Escursionismo della Campania
9 aprile
Le tre cime dei Monti Aurunci
Percorso: Rifugio di Pornito (811 m), Cima del Redentore (1252 m), Monte
Sant’Angelo (1404 m), Monte Petrella (1535 m)
Dislivello: 850 m Durata: 6 ore Difficoltà: E
Direttori: Paolo Sarni - 339.2132116; Mario Salsano - 335.7154446
Partenza: ore 7:30
17 aprile (lunedì in albis)
Castello Merola - (Monti Picentini)
Percorso: S. Mango Piemonte (220 m), Eremo di S. Magno (438 m), Castello Merola (485 m)
Dislivello: 300 m Durata: 3 ore Difficoltà: T/E
Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688; Francescopaolo Ferrara - 339.5877118
Partenza: ore 7:30
23 aprile
Da Santa Maria del Castello a Positano - (Monti Lattari)
Percorso: Santa Maria del Castello (685 m), Caserma Forestale (767 m),
Montepertuso (365 m), Positano
Dislivello: 100 m in salita, 770 m in discesa Durata: 3 ore Difficoltà: E
Direttori: Tina Latorre - 335.6412090; Ennio Capone - 338.8715121
Partenza: ore 8:00
28 aprile - 1 maggio
Primavera tra i borghi medievali del maceratese ed il Parco Nazionale dei
Monti Sibillini
In collaborazione con l’associazione “Un Punto Macrobiotico”
Programma dettagliato in sede e su www.caisalerno.it
Direttori: Rossana Braca - 347.5854529; Nicola Iacuzio - 347.7732362
Partenza: ore 16:00 di venerdì 28 aprile
30 aprile
Sentiero Circumlacuale della Diga dell’Alento - (Parco Nazionale del Cilento,
Vallo di Diano e Alburni)
Intersezionale con la Sottosezione CAI di Montano Antilia
Dislivello: 150 m Durata: 5 ore Difficoltà: E
Direttori: Andrea Scagano - 327.2588839; Ciro Nobile - 339.1695263
Partenza: ore 8:00
6/7 maggio
Traversata del Monte Bulgheria - (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di
Diano e Alburni)
Intersezionale con la Sottosezione CAI di Montano Antilia e la Sez. CAI Benevento
Percorso: Acquavena (450 m), Monte Bulgheria (1225 m), Santuario
dell’Annunziata di Licusati (410 m)
Dislivello: 800 m Durata: 7 ore Difficoltà: E/EE
Direttori: Myriam Caputo - 339.2571600; Ugo Lazzaro - 349.3627515
Partenza: ore 15:00 di sabato 6
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STACCARE E CONSERVARE
1 gennaio
Cetara
Bagno di Capodanno
Referente: Sandro Giannattasio - 339.4875688
13/14 maggio
Traversata dei Monti Alburni da Postiglione a Petina - (Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano e Alburni)
Programma dettagliato in sede e su www.caisalerno.it
Direttore: Vincenzo Apicella (333.4741788)
Partenza: ore 7:30 di sabato 13
9 luglio
Monte Epomeo - (Isola d’Ischia)
Percorso: Serrara Fontana (500 m), Monte Epomeo (787 m), Forio
Dislivello: 300 m in salita, 800 m in discesa Durata: 5 ore Difficoltà: E
Direttori: Ennio Capone - 338.8715121; Aldo Tisi - 347.7227413
Partenza: ore 7:30
14 maggio
Punta Sant’Elia - (Monti Lattari)
Percorso: Colli di Fontanelle (343 m), Belvedere, Punta Sant’Elia
Dislivello: 340 m Durata: 4 ore Difficoltà: E
Direttori: Ennio Capone - 338.8715121; Donato Di Matteo - 392.9709865
Partenza: ore 8:00
15/16 luglio
Traversata del Gran Sasso
Percorso: Campo Imperatore (2200 m), Corno Grande (2912 m), Passo del
Cannone (2679 m), Sella dei Due Corni (2547 m), Corno Piccolo (2655 m),
Prati di Tivo (1450 m)
Dislivello: 850 m in salita, 1570 m in discesa Durata: 8 ore Difficoltà: EEA
Direttori: Mario Cioffi - 333.8502818; Aldo Tisi - 347.7227413
Partenza: ore 15 di sabato 15
21 maggio
Andando per creste, tra il Cervarolo, il Cervialto e il Cervarulo - (M. Picentini)
Percorso: Vallepiana di Laceno (1180 m), Monte Cervarolo (1546 m), Valico di
Giamberardino (1480 m), Monte Cervialto (1809 m), Monte Cervarulo (1632 m)
Dislivello: 900 m Durata: 7 ore Difficoltà: E
Direttori: Enrico La Rocca - 328.3050308; Michele Loguercio - 345.5612183
Partenza: ore 7:30
28 maggio
Traversata del Monte Sirino - (Parco Nazionale dell’Appennino Lucano)
Percorso: Lago Laudemio (1525 m), Timpa Scazzariddo (1930 m), sella (1865
m), Monte del Papa (2005 m), Monte Sirino (1907 m), Sentiero dei Pellegrini,
Madonna del Brusco (1061 m)
Dislivello: 700 m in salita, 1100 m in discesa Durata: 7 ore Difficoltà: E
Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688; Ennio Capone - 338.8715121
Partenza: ore 7:30
2/4 giugno
Orsomarso e dintorni: un viaggio fra mare e monti - (Parco Nazionale del
Pollino)
Intersezionale con le Sezioni CAI di Avellino e Benevento
Programma dettagliato in sede e su www.caisalerno.it
Direttore: Myriam Caputo - 339.2571600
11 giugno
Vallone Scorzella - (Monti Picentini)
Percorso: Piano Acque Nere (1061 m), Valli Cinquanta (1117 m), Vallone
Scorzella, Varo della Spina (599 m)
Dislivello: 300 m in salita, 600 m in discesa Durata: 5 ore Difficoltà: E
Direttori: Paolo Sarni - 339.2132116; Luigi Monetti - 320.4306767
Partenza: ore 8:00
15/18 giugno
Alta Via dei Monti Lattari: dalla Badia di Cava de’ Tirreni a Punta Campanella
Programma dettagliato in sede e su www.caisalerno.it
Direttori: Aldo Tisi - 347.7227413; Mario Cioffi - 333.8502818
18 giugno
Da Torca a Punta Campanella - (Monti Lattari)
Percorso: Torca (350 m), Baia di Recommone, Marina del Cantone, Nerano (150
m), Monte San Costanzo (486 m), Punta Campanella (36 m), Termini (323 m)
Dislivello: 850 m Durata: 7 ore Difficoltà: E/EE
Direttori: Ennio Capone (338.8715121); Donato Di Matteo (392.9709865)
Partenza: ore 7:30
24/25 giugno
Monte Velino - (Gruppo del Sirente-Velino)
Intersezionale con la Sezione CAI di Palestrina
Percorso: Santa Maria in Valle di Rosciolo (1022 m), Vallone di Sevice, Rifugio
Capanna di Sevice (2139 m), Monte Velino (2487 m)
Dislivello: 1500 m Durata: 9 ore Difficoltà: EE
Direttore: Sandro Giannattasio - 339.4875688
Partenza: ore 7:30
1 luglio (sabato)
Da Colliano a Pescopagano sul sentiero Francesco Tullio - (M. Eremita Marzano)
Intersezionale con le Sezioni CAI di Perugia e Melfi
Percorso: Piano di Campo (1250 m), Largo Vione (1325 m), Fontana
Giancarlo (866 m), Pietra di Portula (1024 m), Pietra del Carruozzo (1190 m),
Pescopagano (950 m)
Dislivello: 530 m in salita, 800 m in discesa Durata: 8 ore Difficoltà: E/EE
Direttori: Ennio Capone - 338.8715121; Pietro Tullio
Partenza: ore 7:30
2 luglio
Via Ferrata “Marcirosa” - (Dolomiti Lucane)
Percorso: Antra delle Streghe, Ponte Romano sul Rio Caperrino, Via Ferrata
“Marcirosa”, Pietrapertosa, sentiero delle Sette Pietre, Antra delle Streghe
Dislivello: 400 m Durata: 5 ore Difficoltà: EEA
Direttori: Aldo Tisi - 347.7227413; Rosario Bartiromo - 338.4598784
Partenza: ore 7:30
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23 luglio
L’antica Civitas di Laurino e la Grava di Vesalo - (Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano e Alburni)
Intersezionale con la Sottosezione CAI di Montano Antilia
Percorso: Laurino (500 m), Cappella di Sant’Elena, Grava di Vesalo (960 m),
Monte la Guardia, Laurino
Dislivello: 600 m Durata: 6 ore Difficoltà: E
Direttori: Andrea Scagano - 327.2588839; Sandro Giannattasio - 339.4875688
Partenza: ore 7:30
29/30 luglio
Serra di Crispo e Serra delle Ciavole - (Parco Nazionale del Pollino)
Percorso: Colle dell’Impiso (1573 m), Piano Vaquarro (1500 m), Timpone
Canocchiello (1885 m), Serra di Crispo (2053 m), Giardino degli Dei, Grande
Porta del Pollino, Serra delle Ciavole (2130 m), Piano Toscano (1800 m), Collle
Gaudolino (1680 m), Colle dell’Impiso
Dislivello: 900 m Durata: 7 ore Difficoltà: E
Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688; Vincenzo Apicella - 333.4741788
Partenza: ore 15:00 di sabato 29
5/6 agosto
Escursione notturna: il Timpone dell’Accellica - (Monti Picentini)
Percorso: Cugno di Acerno (600 m), Bosco dei Pellegrino, Acqua Fredda (1123
m), Timpone dell’Accellica (1444 m), bivacco “San Raione” (1400 m)
Dislivello: 850 m Durata: 4 ore (per la sola escursione notturna) Difficoltà: EE
Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688; Diana De Nicola - 366.6043707
Partenza: ore 19:00 di sabato 5 da Salerno; 20:00 da Acerno
13 agosto
Raianetta del Polveracchio - (Monti Picentini)
Percorso: Acerno - Ponte Aiello (677 m), Vallone di Femmina Prena, Costa
della Praina, Raianetta del Polveracchio (1632 m)
Dislivello: 1000 m Durata: 6 ore Difficoltà: E
Direttore: Sandro Giannattasio - 339.4875688
Partenza: ore 8:00 da Salerno; 9:00 da Acerno
18-27 agosto
Soggiorno escursionistico in Alto Adige
Programma dettagliato in sede
Direttori: Umberto Marletta - 338.8812948; Francesco Autuori - 340.2227322;
Antonio Raso - 333.4640650
20 agosto
Accellica Nord - (Monti Picentini)
Percorso: Km 38 della strada Acerno-Montella (680 m), Masseria Marinari
(741 m), Varco colla Finestra (1060 m), Accellica Nord (1660 m)
Dislivello: 1000 m Durata: 7 ore Difficoltà: E/EE
Direttori: Carmine Nobile - 388.0735376; Ugo Lazzaro - 349.3627515
Partenza: ore 8:00
27 agosto
Tempa Castello - (Monti Picentini)
Percorso: Acerno - Ponte Aiello (677 m), Vallone di Femmina Prena, Varco
Crocecchiole (1000 m), Tempa Castello (1199 m)
Dislivello: 600 m Durata: 5 ore Difficoltà: E
Direttori: Diana De Nicola - 366.6043707; Ugo Lazzaro - 349.3627515
Partenza: ore 8:30 da Salerno; 9:30 da Acerno
2/3 settembre
Traversata nord-sud della Majella
Percorso: Rifugio Pomilio (1890 m), Blockhaus (2140 m), Bivacco Fusco, Monte
Focalone (2676 m), Tre Portoni, Monte Amaro (2793 m), Grotta Canosa, Altare
dello Stincone (2451 m), Valle di Taranta, Grotta del Cavallone (1524 m),
Strada Statale Frentana (700 m)
Dislivello: 1300 m in salita, 2300 m in discesa Durata: 10 ore Difficoltà: EE
Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688; Carmine Nobile - 388.0735376
Partenza: ore 14:30 di sabato 2
10 settembre
“Loggetta” della Raiamagra - (Monti Picentini)
Percorso: Piano Laceno (1100 m), Vallone del Moggio, Ripe del Moggio,
“Loggetta” della Raiamagra (1420 m), Vallone Raiamagra, Laceno
Dislivello: 450 m Durata: 5 ore Difficoltà: E
Direttore: Alfredo Nicastri - 349.4027623
Partenza: ore 8:00
16/17 settembre
3° Convegno Interregionale CAI Centro-Sud in zona Assergi-L’Aquila
Programma dettagliato in sede e su www.caisalerno.it
28/29 ottobre
La Valle dei Mulini di Stio - (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni)
In collaborazione con la Commissione sezionale TAM
Percorso: Stio - zona Fiera (700 m), ruderi Molino Terrano (425 m), Molino
Rocchi (467 m), Torrente Trenico (397 m), Vallone Gaudo (317 m), Fonte delle
Vecchie (540 m), Fonte della Pastana (715 m), Stio
Dislivello: 500 m Durata: 4 ore Difficoltà: T/E
Direttori: Donato Martinelli - 347.9185239; Paola Daniele - 388.1693901
Partenza: ore 14:30 di sabato 28
17 settembre
Monte Cerreto - (Monti Lattari)
Percorso: Ravello (350 m), sentiero n. 315, sentiero n. 300, Monte Cerreto (1316 m)
Dislivello: 1000 m Durata: 6 ore Difficoltà: E
Direttori: Diana De Nicola - 366.6043707; Ugo Lazzaro - 349.3627515
Partenza: ore 8:00
5 novembre
Direttissima al Monte Monna - (Monti Picentini)
Percorso: Vignale di San Cipriano Picentino (450 m), cima orientale (1181 m),
Monte Monna (1195 m)
Dislivello: 800 m Durata: 6 ore Difficoltà: E/EE
Direttori: Ciro Nobile - 339.1695263; Carmine Nobile - 388.0735376
Partenza: ore 7:30
24 settembre
Monte Gelbison - (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni)
Intersezionale con la Sottosezione CAI di Montano Antilia
Percorso: Montano Antilia (767 m), Piano la Menta (1194 m), Piano Ceraso
(1254 m), Passo della Beta (1332 m), Monte Gelbison (1705 m)
Dislivello: 1150 m Durata: 5 ore Difficoltà: E
Direttori: Andrea Scagano - 327.2588839; Ugo Lazzaro - 349.3627515
Partenza: ore 8:00
12 novembre
Monte Falerio - (Monti Lattari)
Percorso: Cetara, sentiero n. 303b, Sella del Monte Falerio, Monte Falerio
(684 m)
Dislivello: 700 m Durata: 5 ore Difficoltà: E
Direttori: Diana De Nicola - 366.6043707; Ugo Lazzaro - 349.3627515
Partenza: ore 8:30
1 ottobre
Il tetto d’Irpinia: Monte Cervialto - (Monti Picentini)
Intersezionale Campana d’ Autunno a cura della Sezione di Avellino
Percorso: Colle del Leone, Monte Cervialto (1809 m)
Dislivello: 630 m Durata: 5 ore Difficoltà: E
Direttori: Giulia Affinito - 320.7406001; Alfonso de Cesare - 338.6852647
e gli Accompagnatori di Escursionismo della Campania
Partenza: ore 8:00
19 novembre
Monte Carro - (Monti Lattari)
Percorso: Agerola - le Palombelle (700 m), Colle Sant’Angelo, Candelitto,
Monte Carro (1171 m), Santa Maria dei Monti (1039 m)
Dislivello: 700 m Durata: 5:30 ore Difficoltà: E/EE
Direttori: Giuseppe Bellucci - 339.7138004; Luca Bellucci - 393.3732678
Partenza: ore 7:30
7 ottobre (sabato)
Accellica Sud - (Monti Picentini)
Intersezionale con la Sezione CAI di Palestrina
Percorso: Piani di Giffoni (750 m), sentiero n. 103A, “sentiero del Ninno”,
Accellica Sud (1606 m)
Dislivello: 900 m Durata: 6 ore Difficoltà: EEA
Direttore: Sandro Giannattasio - 339.4875688
Partenza: ore 7:30
8 ottobre
Monte Terminio - (Monti Picentini)
Intersezionale con la Sezione CAI di Palestrina
Percorso: Campolaspierto (1300 m), Monte Terminio (1806 m)
Dislivello: 500 m Durata: 4 ore Difficoltà: E
Direttore: Sandro Giannattasio - 339.4875688
Partenza: ore 7:30
15 ottobre
Dal Monte della Stella a Perdifumo - (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di
Diano e Alburni)
Percorso: Monte della Stella (1130 m), Castelluccio (1025 m), Monte Corvara
(901 m), Fonte della Sepa (700 m), Perdifumo (450 m)
Dislivello: 700 m in discesa Durata: 5 ore Difficoltà: E
Direttori: Camillo Gallo - 333.1486384; Donato Martinelli - 347.9185239;
Pasquale Giuliani
Partenza: ore 7:30
22 ottobre
Monte Mutria - (Monti del Matese)
Intersezionale con la Sezione CAI di Benevento
Percorso: Passo Santa Crocella (1219 m), il Palumbaro (1552 m), Monte Mutria
(1823 m), Sella del Perrone (1257 m)
Dislivello: 900 m Durata: 7 ore Difficoltà: E/EE
Direttori: Ugo Lazzaro - 349.3627515; Diana De Nicola - 366.6043707
Partenza: ore 7:30
26 novembre
Monte Boschetiello - (Monti Picentini)
Percorso: Sorgente Acqua la Peta (890 m), Monte Boschetiello (1574 m), Lago
Lupolo, Monte Altillo (1432 m), Madonna della Neve di Calabritto (948 m)
Dislivello: 700 m Durata: 6 ore Difficoltà: E
Direttore: Sandro Giannattasio - 339.4875688
Partenza: ore 7:30
3 dicembre
Circuito Amalfitano: dal Castrum Pigellule al Castrum Scalelle - (Monti Lattari)
Percorso: Amalfi, Pogerola (Castrum Pigellule), guado Rio Canneto, Acquedotto
del Ceraso, Pellagre, Punta d’Aglio, Minuta, Pontone, Atrani, Amalfi
Dislivello: 600 m Durata: 6 ore Difficoltà: E
Direttori: Caterina Ciccarelli - 333.2747470; Aldo Tisi - 347.7227413
Partenza: ore 7:30
10 dicembre
Cocuzzo delle Puglie - (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni)
Percorso: Passo della Sentinella (956 m), Cocuzzo delle Puglie (1411 m), Sella
del Corticato (1026 m)
Dislivello: 500 m Durata: 6 ore Difficoltà: E
Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688; Anna Maria Martorano - 338.9498941
Partenza: ore 8:30
17 dicembre
Pranzo sociale
Programma dettagliato in sede e su www.caisalerno.it
30 dicembre (sabato)
Brindisi di fine anno a Monte Sant’Angelo di Cava - (Monti Lattari)
Intersezionale Campana a cura della Sezione di Cava de’ Tirreni
Percorso: Contrapone (340 m), Monte Sant’Angelo (1130 m)
Dislivello: 800 m Durata: 6 ore Difficoltà: E
Direttori: Lucia Avigliano - 320.3419035; Giovanni Trezza - 338.7401798
Partenza: ore 8:00
31 dicembre
Brindisi di fine anno per “ferrati caini” - (Monti Picentini)
Percorso: Croci di Acerno (840 m), Spaccaturo (1350 m), Accellica Sud (1606
m), Timpone (1444 m), Acqua Fredda, Croci di Acerno
Dislivello: 800 m Durata: 5 ore Difficoltà: EEA
Direttore: Sandro Giannattasio - 339.4875688
Partenza: ore 7:30
Per aggiornamenti su eventuali variazioni consultare
il sito internet della sezione
www.caisalerno.it
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ATTIVITA’ SU NEVE 2017
22 gennaio
Ciaspolata: l’anello dei Candraloni - (Monti Picentini)
Percorso: Savoceta (1190 m), Sorgente Candraloni (1195 m), Fossi dei Campanari,
Varco del Faggio, Acqua della Pietra, Piano Acque Nere (1061 m), Caserma Forestale
Dislivello: 130 m Durata: 5 ore Difficoltà: EAI
Direttori: Paolo Sarni - 339.2132116;
Mario Salsano - 335.7154446
Partenza: ore 8:00
11/12 febbraio
Notturna invernale su neve al Rifugio Panormo - (Parco Nazionale del Cilento,
Vallo di Diano e Alburni)
Percorso: Tempa del Prato (1048 m), Campo Farina, Rifugio Panormo (1330 m)
Dislivello: 400 m Durata: 3 ore (per la sola escursione notturna)
Difficoltà: EAI
Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688;
Rosario Bartiromo - 338.4598784
Partenza: ore 18:00 di sabato 11
19 febbraio
La Gallinola - (Monti del Matese)
Percorso: Campitello Matese (1429 m), Punta Giulia, La Gallinola (1923 m)
Dislivello: 500 m Durata: 5 ore Difficoltà: EAI
Direttori: Vincenzo Apicella - 333.4741788
Partenza: ore 7:30
5 marzo
Ciaspolata sul Cervarulo - (Monti Picentini)
Percorso: Piano Laceno - Campeggio Zauli (1100 m), Valico di Giamberardino
(1480 m), Monte Cervarulo (1632 m)
Dislivello: 600 m Durata: 5 ore Difficoltà: EAI
Direttori: Vincenzo Apicella - 333.4741788
Partenza: ore 7:30
26 marzo
Monte del Papa - (Parco Nazionale dell’Appennino Lucano)
Percorso: Lago Laudemio (1525 m), Monte del Papa (2005 m)
Dislivello: 500 m Durata: 5 ore Difficoltà: EAI
Direttori: Vincenzo Apicella - 333.4741788
Partenza: ore 7:30
Le date e le località potrebbero variare in base alle condizioni di innevamento
PROGRAMMA 2017
ALPINISMO e ARRAMPICATA
ambiente montano e falesie
Alpinismo invernale
08 gennaio - Monte Mai
22 gennaio - Monte Urto
05 febbraio - Monte Cervati
05 marzo - Monte Papa
02 aprile - Monte Meta
Attrezzatura minima: imbraco, piccozza, ramponi, casco
Falesia
07 maggio - Monte Moneta
04 giugno - Monte San Liberatore
02 luglio - Ripe della Falconara
01 ottobre - Pietra Maura
05 novembre - Punta Campanella
Attrezzatura minima: imbraco, casco, longe, scarpette da arrampicata
Alpinismo invernale
17 dicembre - Monti del Matese
Attrezzatura minima: imbraco, piccozza, ramponi, casco
Le proposte elencate possono essere soggette a modifiche di date/luoghi in virtù delle
condizioni meteo o del livello tecnico dei partecipanti.
La Sezione CAI di Salerno si riserva di integrare ulteriormente il calendario previo
accordi con il responsabile: Marco Del Regno 3480316889
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CALENDARIO
ALPINISMO GIOVANILE
Gennaio - Dicembre 2017
05 Febbraio - Monti Picentini
AR - Ciaspolata al Lago Laceno
Dislivello: 300 m - Durata: 5 ore - Difficoltà: T, E
Direttori: AAG Ciro Nobile 3391695263
Alfredo Nicastri
3494027623
19 marzo - Monti Picentini
AR - Alle sorgenti dei due fiumi: l’acqua nel suo
ambiente
Casa Rocchi, varco colle Finestra del Terminio
Con la commissione sez. TAM
Dislivello: 450 m - Durata: 4 ore - Difficoltà: E
Direttori AAG Ciro Nobile 3391695263
Rossana Braca
3475854529
23 aprile - Colline Salernitane
Arrampichiamo giocando
Con il gruppo di alpinismo sez. di Salerno
Piano di Alessia, falesie San Liberatore
Dislivello: 200 m - Durata: 4 ore - Difficoltà: T
Direttori: AAG Ciro Nobile 3391695263
Carmine Nobile
3880735376
Marco Del Regno 3471307361
21 maggio - Tutti in piedi: l’avventura è in grotta
Con il gruppo Speleologico sezione di Salerno
Programma dettagliato sul sito web
Direttori: Alfredo Nicastri
3494027623
Vincenzo Sessa
3474749240
11 giugno - Monti Picentini
AR - Un solo gruppo per giocare Sul Monte Cervialto
Dislivello: 700 m - Durata: 4 ore - Difficoltà: E
Direttori: Alfredo Nicastri
3494027623
Rossana Braca
3475854529
24 settembre - Monti Picentini
AR - Giornata al rifugio, al monte Raistulo
Con la commissione TAM sezione di Salerno
Dislivello: 450 m - Durata: 5 ore - Difficoltà: E
Direttori: Ciro Nobile
3391695263
Rossana Braca
3475854529
15 ottobre - Monti Lattari
T - Valle delle ferriere
Dislivello: 300 m - Durata: 4 ore - Difficoltà: E
Direttori: AAG Ciro Nobile 3391695263
Rossana Braca
3475854529
26 novembre - Monti Picentini AR-Caccia alla volpe, al monte Tobenna
Dislivello: 400 m - Durata: 4 ore - Difficoltà: E
Direttori: AAG Ciro Nobile 3391695263
Alfredo Nicastri
3494027623
13 dicembre - Colline Salernitane
Viviamo la storia della nostra città
Con la commissione sez. TAM
Dislivello: 300 m - Durata: 4 ore - Difficoltà: E
Direttori: Alfredo Nicastri
3494027623
Rossana Braca
3475854529
ALPINISMO GIOVANILE
SENZA UN ATTIMO DI TREGUA CON
L’ALPINISMO GIOVANILE
di Ciro Nobile
Siamo, oramai, alla resa dei conti: un anno è lungo e molto
è stato fatto, con incontri ed escursioni, capaci di soddisfare le
attese di tutti. Un programma il nostro, sempre molto articolato, con
l’obiettivo di essere completi in ogni proposta. Ebbene quest’anno
abbiamo ulteriormente arricchito il nostro progetto, aggiungendo
alle uscite dedicate all’arrampicata e alla speleologia, un’attività
che ci ha richiesto uno sforzo ed un impegno nuovo (dandoci
l’occasione anche per momenti ludici che non ricordavamo più) e che,
peraltro, ci ha permesso di arricchire il nostro bagaglio associativo
con uno strumento assolutamente riconosciuto e che ha oramai
una larga diffusione. Lo “strumento” è la parete di arrampicata
artificiale mobile, di cui si è dotata la nostra sezione da qualche
anno, affermando nel 2016 il suo lancio definitivo anche in città,
nella nostra Salerno. L’abbiamo portata nelle scuole, nelle piazze,
alle manifestazioni estive per ragazzi e grazie a queste, abbiamo
incontrato centinaia di ragazzi, ai quali abbiamo offerto di provare
questo strumento sicuramente ludico, ma capace di esaltare le loro
doti motorie e fisico-atletiche. E quale momento migliore potevamo
trovare per trasmettere loro le nostre passioni, le nostre emozioni?
Andare in montagna significa arricchirsi, fare “indigestione” di
natura ed è opportuno divulgare le nostre conoscenze soprattutto
ai ragazzi. Insomma abbiamo trovato sulla nostra strada uno
strumento, un mezzo che regala emozioni, entusiasmo e divertimento.
Il paragone, il confronto con le pareti di roccia è subito lì a portata
di mano ed il passo alle vicine montagne è automatico, naturale. Ai
ragazzi abbiamo parlato di escursionismo, di alpinismo, del modo
di approcciarsi a questi strumenti, che a noi sono familiari e che
costantemente utilizziamo in montagna. Prima del nostro intervento,
non avevano mai visto un imbrago, una corda di arrampicata
o dei semplici moschettoni, ma noi abbiamo voluto farglieli
utilizzare soprattutto per
dimostrare loro che oltre
ad un videogioco, un
cellulare, c’è un mondo
tutto da scoprire forse
più vero e sicuramente
più
divertente,
più
appassionante,
più
avventuroso. Noi ci siamo
mostrati nella nostra veste,
per dire che ci siamo con
la nostra associazione,
i nostri monti, i nostri
percorsi e la nostra sede
cittadina. Il mondo dei
ragazzi è difficile da
catturare, ma relazionarsi
con loro, significa parlare
il loro linguaggio, mettersi
in gioco e… perché no?
anche arrampicare con
loro. Nella ricorrenza
del nostro trentennale,
la manifestazione organizzata nell’area della Carnale, ha messo
a punto e mostrato proprio il lavoro svolto nel corso dell’anno, e
cioè che l’attività sulla parete di arrampicata artificiale e l’attività
in montagna possono camminare insieme, come formazione e
applicazione. Molto del merito del buon esito della manifestazione
va data ai gruppi di Alpinismo, di Speleologia ed un ringraziamento
particolare al Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico
che ha ben supportato tutta l’organizzazione. Concludiamo col
dire che la nostra parete è sempre in viaggio, pronta a calcare
i palcoscenici delle nostre scuole cittadine, per entusiasmare altre
centinaia di ragazzi.
pagina 11 n. 2/2016
SPELEOLOGIA
XXVI CORSO SPELEO
a cura del gruppo speleo
Va volgendo al termine il XXVI° corso d’introduzione alla speleologia a cui noi allievi abbiamo partecipato con entusiasmo e spirito
d’avventura. Nonostante la variabilità meteorologica e le difficoltà
oggettive dei primi approcci agli attrezzi nessuno di noi ha mollato.
La prima volta in grotta, non da turista improvvisato, ma da speleologo amatoriale non si dimentica! E’ stato a dir poco emozionante
calarsi da una corda giù nella terra, affrontare il freddo, l’acqua,
il fango, lì sotto dove non c’è un filo di luce se non quella della tua
torcia e di chi ti sta accanto; si apre un mondo diverso, direi fiabesco.
Resti lì da spettatore silenzioso e attento, in un attimo tutti i tuoi sensi
sembrano acutizzarsi, ascolti lo stillicidio costante sulla roccia e ne
intercetti il ritmo, sai che ad esso sono dovute tutte le meravigliose
forme che hai intorno, forme così spettacolari e perfette da sembrare
forgiate dalle mani di scultori.
Essere lì sotto al buio, nel silenzio più assordante è una sensazione
mista di paura e meraviglia che poche volte si prova nella vita se non
davanti ad un evento straordinario… poche parole per definire la
grotta… è l inferno e il paradiso insieme! Ovviamente tutto questo
non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato il nostro guru, istruttore nazionale di speleologia e anima del gruppo Raffaele Basile a cui
vanno i miei ringraziamenti per essere stato un supervisore puntiglioso
ed esperto perché, oltre ai tanti insegnamenti, da lui impariamo che
in grotta la prudenza non è mai troppa e il timore è un compagno
costante che può salvarti la vita.
Ringrazio Francesco Montefusco, uomo paziente e saggio, presidente del Gruppo Speleologico di Salerno che, oltre a curare gli
aspetti burocratici, si occupa anche della cura e della manutenzione
degli attrezzi in dotazione agli allievi. In lui ho trovato un fratello!
In realtà bisognerebbe ringraziare ognuno di loro: dagli insegnanti
teorici Nicola Negri, Raffaella D’Angelo, Ermanno Marino, oltre quelli
già citati, ai ragazzi che ci hanno sostenuto e istruito tecnicamente
affiancando Raffaele; quindi Enzo Sessa, Ciro Bello, Raissa Jakovleva, Antonio Cipolletta, Antonio Fiorillo e Diego De Cristofaro (credo
di averlo visto per più tempo attaccato ad una roccia che con i piedi
per terra) e Antonella Landi segretaria del gruppo e coordinatrice di
noi allievi. Con costanza e dedizione ci hanno seguiti passo per passo curando sia l’aspetto teorico che quello tecnico-pratico rendendo
questo XXVI° corso efficace ed appassionante e suscitando interesse
non solo nei confronti della grotta, ma anche per ciò che riguarda
l’aspetto goliardico della vita dello speleologo!
pagina 12 n. 2/2016
RADUNO DI SPELEOLOGIA
di Giandomenico Amoroso
Recentemente si è concluso il consueto raduno internazionale di
speleologia. Ogni anno migliaia di persone che hanno in comune la
passione per la scoperta del mondo sotterraneo e le sue immense
bellezze si riuniscono solitamente in un paesello italiano variabile
ogni edizione, per dare vita a giorni di spensieratezza, follia e
conoscenza. Quest’anno la meta è stata Lettomanoppello, paesino
posto al centro del parco nazionale della Majella a 350 metri di
altitudine, in Abruzzo. Grazie al patrocinio del parco naz. della
Majella, del CNSAS, CAI, FSE ed alla collaborazione della SSI nonché delle istituzioni locali, si è potuta organizzare dal 28 ottobre al
1 novembre questa invasione pacifica.
Diversi sono stati i temi trattati quest’anno dei quali i più importanti sono speleologia ed esplorazioni nel parco, interazione speleologia - istituzioni, limiti e nuove tecnologie di esplorazione, studio
delle specie troglobe e cambiamenti climatici nelle grotte turistiche.
Inoltre sono state proposte visite a grotte, eremi, forre, reportage
esplorativi, mostre, conferenze, presentazione di libri e tanto altro ancora. A pranzo e a cena allo speleobar posto nella piazza
centrale di Lettomanoppello sono stati presenti stand gastronomici
allestiti da gruppi speleologici provenienti da tutta Italia che offrivano ampia scelta tra prelibatezze culinarie derivanti da differenti
culture, nonché musica dal vivo ad allietare le rumorose, gioiose ed
avvinazzate serate che solo il raduno speleo può regalarti.
ALPINISMO
TESTIMONIANZE IN CORDATA
di Marco Del Regno
In qualità di responsabile del
Gruppo Alpinismo e Arrampicata
Sportiva da tre anni presso la sezione CAI di Salerno, devo constatare
che l’attività programmata ha avuto
buoni risultati. Abbiamo avuto nuove
iscrizioni sia da parte di persone interessate all’alpinismo, sia da parte
di ragazzi attirati dall’arrampicata
sportiva.
Il 28.06.2016 siamo stati sulla
cima del Monte Bianco, la cordata era formata dal sottoscritto, Natalino Lanzara (socio che sin dalla costituzione del gruppo ha seguito
il percorso formativo calmierato dallo scrivente) e da Alfonso Zazzaro (una nuova leva).
Poi ad Agosto con la socia Polina Petrovicheva ho eseguito cinque ascensioni sul Massiccio del Monte Rosa, per un totale di otto
vette over 4000.
[Punta Giordani (4.046 m.) - Corno Nero (4.322 m.) - Piramide
Vincent (4.215 m.) - Punta Parrot (4.432 m.) - Ludwigshole (4.342
m.) - Balmenhorn (4.167 m.) e poi Punta Zumstein (4.563 m.) - Punta
Gnifetti (4.554 m.) in cui si è unito anche Natalino Lanzara.]
Questo elenco potrebbe già essere sufficiente ad indicare che la
sezione di Salerno anche nel 2016 è stata presente nello scenario
Alpinistico italiano.
Ma il mio obbiettivo è sempre stato quello di formare un insieme
di persone autosufficienti in progressioni montane che richiedessero una
preparazione alpinistica specifica, e
che interagissero al fine di migliorarsi
sul piano tecnico e di sicurezza.
Lungi dal voler scrivere un eventuale articolo autoreferenziale ho
pensato alla definizione di Kurt Zadek
Lewin secondo cui un gruppo è l’interdipendenza tra individui e che i suoi
componenti sono in relazione tra loro
condividendo, forze, tensioni e mutamenti, e quindi ho voluto dare voce ad
alcuni membri del Gruppo Alpinismo e
Arrampicata Sportiva della sezione.
Per capire se dopo tre anni l’obbiettivo era stato raggiunto, ho intervistato in questi giorni alcuni di loro
chiedendo cosa pensassero del lavoro
svolto nell’ultimo triennio.
Riporto quanto segue:
06.11.16 - Oggi si arrampica con
il gruppo alpinismo e arrampicata della sezione CAI di Salerno, gli amici di
sempre ma anche facce nuove. Li vedo
sospesi alle ripide pareti della falesia,
sento le loro voci e con la memoria
vado indietro nel tempo e ripenso alle tante avventure vissute insieme sulle montagne di casa, sulle Alpi, sugli Appennini, alle vittorie,
alle soddisfazioni ma anche alle delusioni, alle sconfitte. Penso alle
fatiche, ai pericoli corsi, ai momenti di fraternità ed amicizia durante
le serate trascorse in allegria, ma anche ai malumori e alle piccole
incomprensioni; nonostante tutto, ci ha sempre tenuto uniti la magia
della montagna, l’obbiettivo comune della vetta. Gruppetto piccolo
ma tenace, ruvido, poco incline alle “buone maniere”, gente che parla il dialetto, con un caratteraccio, ma sono gli unici di cui mi fido in
montagna, quando una corda da nove millimetri è fondamentale ma
la fiducia diventa l’essenziale e quindi so che dietro quella corda c’è
un grande cuore . - Natalino Lanzara.
07.11.16 - Il lavoro svolto dal gruppo Alpinismo e Arrampicata
C.A.I. Salerno nell’anno appena trascorso è stato intenso. Molteplici
le esperienze che hanno reso il gruppo più coeso e che hanno consentito ai nuovi membri di trasformare le conoscenze in competenze. In diverse uscite è stato possibile mettere in pratica le tecniche
di progressione su roccia, ghiaccio, neve . Degna di nota l’ascesa
al Monte Bianco dalla Via Normale Francese alla quale ho preso
parte. Nonostante le difficoltà economiche e le avversità climatiche
riscontrate sul territorio montano di interesse, il gruppo ha mantenuto
viva la determinazione e il sogno. - Alfonso Zazzaro.
07.11.16 - Mi sono avvicinato al gruppo Alpinismo e Arrampicata Sportiva del CAI Salerno lo scorso ottobre, in occasione di una
giornata dimostrativa aperta a principianti e dedicata all’arrampicata su parete artificiale. Successivamente ho seguito il gruppo in
una giornata di arrampicata sportiva in falesia ad Atena Lucana.
Qui mi hanno insegnato i rudimenti per approcciare una vera parete,
mi hanno spronato a mettermi alla prova, a cimentarmi anche con
pareti che pensavo fossero fuori dalla mia portata ma sempre nel
rispetto dei miei limiti, senza mai forzare. Nonostante la mia inesperienza non ho avuto paura un solo istante, nemmeno a 10 metri dal
suolo, perché sapevo di potermi fidare della professionalità delle
ragazze e ragazzi di questo gruppo: sempre attenti ad ogni mio
passo, ad indicarmi gli appigli e guidarmi dal basso, il tutto nella
massima sicurezza. Professionisti seri ma col sorriso sulle labbra e
sempre pronti ad una battuta per stemperare la tensione e mettere
a proprio agio anche i nuovi arrivati. Perché, al di là del gesto tecnico, l’obiettivo perseguito dal gruppo era sostanzialmente quello di
“divertirsi arrampicando” che penso sia lo spirito col quale affrontano ogni loro uscita. Un’esperienza sicuramente da ripetere e che mi
sento di consigliare a tutti.- Giuseppe De Simone
09.11.16 - Devo a Marco del Regno e Girolamo Galasso il mio
battesimo con l’arrampicata. Grazie ad un corso di tre giorni, a giugno di quest’anno, ho appreso i rudimenti della tecnica e soprattutto
una visione dell’arrampicata mai fine a se stessa, ma sempre congiunta all’alpinismo e all’amore per la montagna. Quindi domenica
scorsa sono uscito per la prima volta con il Gruppo Alpinismo del CAI
Salerno; una bella giornata di arrampicata sulle falesie di Atena
Lucana. Concentrazione, impegno fisico, ma soprattutto un bel gruppo affiatato di persone che condividono il piacere di stare insieme
in montagna divertendosi, con tanta voglia ancora di imparare da
degli ottimi maestri.- Alfredo Nicastri.
pagina 13 n. 2/2016
EVENTO INTERNAZIONALE
L’ARTE DEI TERRAZZAMENTI
di Alfredo Nicastri
Si è concluso con la sessione plenaria presso l’Orto
botanico dell’Università di
Padova, dal 13 al 15 ottobre, il “Terzo incontro mondiale sui paesaggi terrazzati”, organizzato dall’ITLA
(International
Terraced
Landscapes Alliance) con
la collaborazione del CAI e
segnatamente del Gruppo
Terre Alte guidato da Mauro Varotto. Dopo i primi due
incontri, rispettivamente a
Conghe in Cina nel 2010 e
a Cusco in Perù nel 2014, il
Congresso italiano ha puntato l’attenzione, fin dal titolo: “Terraced Landscapes:
choosing the future”, sulla
volontà di invertite la prospettiva tradizionale, considerando i terrazzamenti non più come
un retaggio del passato, per quanto prezioso, bensì come un’opportunità per il futuro, in termini di valori ambientali, sociali e di
qualità della vita (http://www.terracedlandscapes2016.it/outcomes/). Quando si parla di futuro il pensiero cade necessariamente
sulle nuove generazioni e sulla loro educazione. Di qui l’idea di un
concorso nazionale rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, bandito dall’organizzazione congressuale insieme all’AIIG (Associazione
Italiana Insegnanti di Geografia), sezione Veneto. In quanto socio
CAI ed insegnante di Storia e Filosofia presso il Liceo di Amalfi, ho
pensato che parteciparvi fosse un’opportunità preziosa per i miei
alunni, anche in considerazione del fatto che la Costiera Amalfitana,
insieme all’isola d’Ischia, era stata scelta come sede di una delle
dieci sessioni tematiche del Congresso, dislocate in altrettante aree
terrazzate del nostro paese (tema della sessione campana: “Heritage e paesaggi rurali storici”). Con la preziosa collaborazione
di Vincenzo Di Gironimo, degli amici del CAI di Cava de’ Tirreni,
Ferdinando Della Rocca, Michela Crescenzo, Alfonso Ferrara, Lucia
Palumbo, Luigi Ritrovato, e l’insostituibile conoscenza del territorio di
pagina 14 n. 2/2016
Gioacchino Di Martino, del Centro di Cultura e Storia Amalfitana,
ho avviato un progetto didattico che ha coinvolto quarantuno alunni,
d’età media tra i 16-17 anni, tutti residenti nei comuni della Costiera, per la maggior parte su terreni terrazzati di proprietà familiare.
Tra incontri in aula, escursioni guidate e visite di aziende agricole, i
ragazzi hanno maturato una maggiore conoscenza storica, ambientale ed economica del territorio d’appartenenza. Il powerpoint da
loro prodotto è risultato vincitore del terzo posto al concorso per le
scuole superiori bandito dal Congresso.
L’Incontro di Padova è stato solo una tappa di un più lungo
percorso di ricerca che prevede, tra l’altro, la realizzazione di un’indagine socio-antropologica sul rapporto intercorrente tra le nuove
generazioni e il paesaggio terrazzato in Costa d’Amalfi, sia dal
punto di vista materiale (uso pratico, “saper fare”, frequentazione) che immateriale (emotivo, estetico). L’obiettivo è di contribuire
a rivitalizzare un patrimonio culturale e colturale d’immenso valore,
nella convinzione che l’arte dei terrazzamenti, come ha affermato il
filosofo Massimo Angelini nel suo intervento al Congresso di Padova,
“ha un valore profondamente umano ed ha a che fare con la bellezza”. Umano è ciò che inerisce all’humus, la terra fertile, la terra che
da vita. La bellezza, sulla scorta di Dostoevskij, è ontologicamente
legata a ciò che è buono e vero. L’arte dei terrazzamenti è un modo
dialogico, assecondativo, di rapportarsi alla terra, in contrapposizione all’agricoltura industriale che la tratta invece in maniera usuraia, monologica, e dunque inumana, procedendo sistematicamente
a distruggerla con sbancamenti e monocolture. “E perché prendersi
cura della terra - conclude Angelini - se non perché la terra curi noi,
che ne abbiamo tanto bisogno?”.
I MARTEDI CULTURALI
OSSERVATORIO ASTRONOMICO UNISA
DUE PASSI TRA LE NUVOLE
L’Osservatorio
Astronomico
dell’Università di
Salerno è il più
grande che sia
situato all’interno
di
un
campus
universitario
in
Italia. E’ costituito
da una cupola in
vetro-resina di 6.7
m di diametro, in
grado di ospitare 35 persone in piedi (o 25 sedute). L’ubicazione
dell’Osservatorio è sul tetto dell’edificio “F” (stecca 8) in
corrispondenza del Dipartimento di Fisica “E.R. Caianiello”, che
gestisce la struttura.
L’idea di dotare l’Università di un Osservatorio Astronomico è
del Prof. Emerito Gaetano Scarpetta. L’installazione è avvenuta
nell’aprile 2010 da parte della ditta “Officina Stellare”. A novembre dello stesso anno, l’Osservatorio si è dotato di un telescopio Celestron C14 da 35cm di diametro. L’inizio delle attività
didattiche e di ricerca si è avuto nel 22/3/2011. Nel Luglio 2013
è stata sostituita la colonna di sostegno e la montatura del telescopio, portando ad un salto di qualità nelle attività di ricerca. Nel
novembre 2015, grazie ai fondi POR-FESR della Regione Campania, è stato installato il nuovo telescopio Ritchey-Chrétien da 60cm
e la nuova CCD FingerLakes. Le attività osservative sono andate
a regime nel giugno 2016. Con questo nuovo telescopio, l’Osservatorio Astronomico Unisa, oltre ad avere la cupola più grande,
ospita anche il telescopio più grande all’interno di un campus universitario in Italia.
Responsabile dell’Osservatorio è il Dott. Valerio Bozza, Ricercatore del Dipartimento di Fisica “E.R. Caianiello”. Viene svolta sia
attività di ricerca che didattica e divulgazione.
Ricerca: l’Osservatorio Astronomico Unisa è inserito in tre collaborazioni che mettono in rete osservatori di medie dimensioni
per seguire fenomeni astronomici di grande interesse. In particolare, svolgiamo ricerca di pianeti extrasolari (pianeti in orbita intorno a stelle lontane) con i metodi del microlensing e dei transiti. Nel
2016 abbiamo svolto osservazioni di supporto al satellite Kepler,
che ha condotto un’importante campagna da aprile a giugno. Dal
2014 supportiamo il satellite Spitzer che sta costruendo la prima mappa della distribuzione dei pianeti nella nostra Galassia.
Numerose sono le pubblicazioni scientifiche a cui abbiamo preso
parte. Oltre alle osservazioni, siamo leader nell’analisi di dati da
satellite e nella caratterizzazione dei pianeti. Siamo inseriti (unici
europei) nel team scientifico del settore del microlensing del satellite WFIRST, che la NASA lancerà nel 2025.
Didattica: L’Osservatorio Astronomico Unisa è impiegato nel
corso di Laboratorio Specialistico della Laurea Magistrale in Fisica. Gli studenti conducono osservazioni di fisica stellare, pianeti,
galassie e cosmologia imparando ad utilizzare la strumentazione e il software professionale per la gestione e l’analisi dei dati.
Numerose tesi di laurea sono state elaborate sulla base dei dati
acquisiti in Osservatorio.
Divulgazione: Ogni anno organizziamo 6 serate aperte al
pubblico in cui proiettiamo su uno schermo le immagini acquisite in
diretta dal telescopio. Mostriamo Luna, pianeti, nebulose e galassie con un ampio commento sulla natura di questi oggetti e le grandi questioni ancora aperte sul nostro Universo. La partecipazione
è gratuita, anche se i posti sono limitati ad un massimo di 35. Tutte
le visite registrano il “tutto esaurito” con un pubblico variegato costituito da studenti e docenti universitari, classi di liceo, associazioni
e cittadini comuni interessati all’astronomia. L’Osservatorio è anche
utilizzato nella Scuola Estiva di Fisica che si svolge a settembre dal
2014, nel Piano Lauree Scientifiche e per visite organizzate dal
CAOT (Centro di Ateneo per l’Orientamento e il Tutorato).
A San Francesco, quello di Paola però, l’agiografia attribuisce un
eccezionale attraversamento dello stretto di Messina, si racconta che
l’abbia compiuto camminando sulle acque. Nel giorno del più famoso
Francesco d’Assisi, 4 ottobre, i due passi, come si suole dire, un cospicuo gruppo di caini li ha fatti tra le nuvole, non quelle delle cime a cui
siamo abituati, ma proprio quelle vere dei cieli più lontani.
L’occasione, un martedì culturale dedicato alla visita dell’Osservatorio Astronomico del dipartimento di Fisica dell’Università di Salerno, il più grande all’interno di un campus universitario in Italia,
dotato di un telescopio di considerevole potenza, il Ritchey-Chrétien
da 60 cm con una CCD FLI Proline 9000, per quelli a cui queste sigle
comunicano qualcosa. Per tutti gli altri modesti osservatori di cieli stellati la visita ha rappresentato una potente sollecitazione di interesse,
un invito a riconsiderare i rapporti di proporzione delle nostre vite
quotidiane rispetto al macrocosmo in cui sono immerse. Un nonnulla,
una parte infinitesimale dell’incommensurabile tutto.
Il tempo, quello meteorologico, volgeva al brutto, nuvoloso spinto
con raffiche di pioggia ventosa, dunque l’impossibilità di apertura
della volta per l’osservazione diretta ha giocato a favore di una ricca
presentazione di metodologia e di premesse teoriche della ricerca
di Valerio Bozza
di Maria Rosaria Mari
astrofisica. Valerio Bozza, nostro socio e ricercatore del dipartimento
di Fisica, ci ha condotto in una splendida cavalcata astronomica tra
buchi neri, materia oscura, osservazione della nostra galassia e proiezione nei possibili infiniti sistemi solari di galassie gemelle e parallele. Una materia immensa ed ardua che le nuove strumentazioni di
rilevamento, illuminate dalle teorie interpretative, quali la Relatività
generale, rendono ora più vicina o almeno immaginabile. Su questo
terreno ci ha inorgoglito scoprire che i ricercatori salernitani sono
in prima linea in progetti internazionali volti alla ricerca dei pianeti
extrasolari, padroneggiano la tecnica del microlensing e hanno elaborato un particolare software capace di valutare in tempo reale i
dati provenienti dai diversi osservatori, incrociati a quelli dai satelliti della Nasa coinvolti nella campagna. La tecnica del microlensing,
basata sull’effetto lente gravitazionale predetto da Einstein con la
teoria della Relatività, è fonte di preziose informazioni, quale ad
esempio l’individuazione dell’esistenza di condizioni di potenzialità di
vita, come la conosciamo noi terrestri, sui pianeti osservati. Quello che
un tempo si definiva fantascienza, e che ha riempito infiniti volumi di
fantasy, diventa ora una possibile acquisizione scientifica.
Il nostro stupore è montato, poi, quando il cielo, quello sopra di
noi, si è schiarito in sereno, le lucine di controllo sono diventate verdi
e hanno dato il via libera per l’apertura della calotta. L’Osservatorio
si è reso disponibile per la navigazione celeste, I portelloni si sono
aperti, il nostro prezioso accompagnatore, Valerio Bozza ha acceso i
motori e puntato una galassia. Il telescopio si è allineato e nel giro di
pochi minuti, davanti a noi sul grande schermo, ecco arrivare l’immagine di un corpo celeste distante da noi circa quattro mila anni luce.
Un’emozione profonda ci ha attraversato, uno smarrimento per la vita
così lontana da noi e nonostante noi, mentre si accendeva la curiosità
di penetrare nuovi misteri per tradurli in possibili, nuove conoscenze.
pagina 15 n. 2/2016
TUTTO QUELLO CHE L’ESCURSIONISTA DEVE SAPERE
OBBLIGHI DEI PARTECIPANTI
Essere fisicamente preparati e con abbigliamento ed attrezzature adeguate
alle esigenze della escursione;
attenersi esclusivamente alle disposizioni impartite dai direttori di escursione;
seguire gli itinerari prestabiliti non allontanandosi dal gruppo, salvo autorizzazione del direttore di escursione;
collaborare con il direttore per la buona riuscita della escursione;
ogni partecipante deve inoltre essere solidale con le decisioni del direttore
soprattutto a fronte di insorte difficoltà.
IL DIRETTORE DI ESCURSIONE
Cura l’escursione sociale nel rispetto delle opportune norme di comportamento. Le escursioni possono essere condotte da più direttori.
Ha facoltà: di modificare il programma, l’orario, l’itinerario per sopravvenute
necessità;
di escludere i soci non ritenuti idonei o insufficientemente equipaggiati, di
spostare o annullare le escursioni in programma per ragioni di sicurezza e di
organizzazione, anche senza preavviso.
RISCHI E RESPONSABILITA’ per le escursioni sociali del CAI, coerentemente
alla loro natura, pongono i partecipanti di fronte al rischi, e ai pericoli inerenti
la pratica dell’alpinismo. I partecipanti pertanto, iscrivendosi alle escursioni
sociali, accanto a tali rischi, danno il più ampio discarico delle responsabilità
alla sezione di Salerno del CAI ed ai direttori di escursione per incidenti ed
infortuni che dovessero verificarsi durante l’escursione.
www.caisalerno.it
Direttore responsabile: Sergio Stammelluti
Comitato di redazione: Camillo Gallo, Maria Teresa
Loffredo, Maria Rosaria Mari, Annamaria Martorano, Anna
Palumbo, Gaetano Troisi
e-mail: [email protected]
Stampa: LibertyPrint srl - Fisciano (Sa)
Referenze fotograche: Archivio Cai
Proprietà e amministrazione: Sezione Cai di Salerno
Via Porta di Mare 26, Salerno tel./fax 089.252788
c/c postale n. 12779849
CLASSIFICAZIONE DELLE DIFFICOLTA’ ESCURSIONISTICHE
T= turistico
Itinerari su stradine, mulattiere o comodi sentieri, con percorsi ben evidenziati e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e preparazione
fisica alla camminata.
E= escursionistico
Itinerari che si svolgono quasi sempre su sentieri oppure su tracce di
passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente
inclinati, di neve residua, quando, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni
aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni
adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in
genere protetti (barriere) o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, che non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbracatura, moschettoni, ecc.). Richiedono un certo
senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza
del territorio montagnoso, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.
EE = per escursionisti esperti
Itinerari generalmente segnati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido
(pendii ripidi e/o scivolosi di erba o di roccia e detriti). Terreno vario,
a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii
aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà
tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minor impegno).
Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza
dell’ambiente montano; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguati.
EEA = per escursionisti esperti con attrezzatura
Itinerari escursionistici che presentano particolari difficoltà. E’ pertanto
richiesto l’utilizzo di dispositivi di autoassicurazione diversi a seconda
dei tipi di terreno da attraversare: kit da ferrata, imbracatura, ramponi, piccozza, ecc.
DONA IL CINQUE PER MILLE
alla Sezione Cai di Salerno
codice fiscale 02360400655