1) Relazione tecnica RIM

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1) Relazione tecnica RIM
giovanni bassi geologo, via donatori di sangue 13, 26029 soncino (cr),
tel. e fax +39 374 85486,e_mail: [email protected]
Regione Lombardia
COMUNE DI SERGNANO
Provincia di Cremona
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO
Componente geologica del territorio comunale
(L.R. 11.03.05 n.12, art. 57, D.G.R. 28.05.08N. 8/7374, Criteri attuativi)
RETICOLO IDRICO MINORE
(D. G. R. 25.01.2002 N. 7/7868 e D. G. R. 1.08.2003 N. 7/13950 e ss. mm. ed ii.)
RELAZIONE TECNICA
IL TECNICO INCARICATO
DR GIOVANNI BASSI
Luglio 2011
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giovanni bassi geologo, segue
Premesso che:
• il sottoscritto geologo ha ricevuto dal Comune l’incarico di
definire il Reticolo Idrico Minore (RIM) operando nell’ambito
del Piano di Governo del Territorio (PGT), Componente
geologica, idrogeologica e sismica, art. 57 della L.R.12/05,
• seguendo la metodologia indicata dalla D.G.R. 28.05.08 N.
8/7374 “Criteri attuativi per la componente geologica,
idrogeologica e sismica” è stata prodotta la “Carta idrografica”
alla scala 1: 10.000, in cui si collocano i corsi d’acqua presenti
nel territorio in discussione;
• la procedura seguita per la definizione della Rete Idrica
Principale e del Reticolo Idrico Minore, è quella indicata dalla
D.G.R. 25.01.02 N. 7/7868 e ss. mm. ed ii. e concordata con
regione Lombardia STeR di Cremona;
• come previsto al capo 2.1 “Carta dei vincoli”, punto 2 Vincoli di
polizia idraulica, è stata individuata la “Rete Idrica Principale”
di competenza della Regione, il “Reticolo Idrico Minore” di
competenza del Comune: i restanti corsi d’acqua, non
essendo stato individuato nel territorio in esame presenza del
Consorzio di bonifica, sono considerati privati ma su di essi si
mantengono fasce di rispetto con la relativa disciplina
urbanistica di inedificabilità;
• il sistema di vincoli, di polizia idraulica e non, qui sopra
descritto è indicato nella Carta dei Vincoli di natura geologica,
alla scala 1:10.000 e alla scala 1:5.000 cui si affianca il
Regolamento di Polizia Idraulica,
• si segnala che la fascia di rispetto dei pozzi idropotabili, è
ridotta a 10 m, così da farla coincidere con la zona di tutela
assoluta, in coordinamento con il Decreto Regione Lombardia
n. 3060 del 1/3/2002 – Direzione Generale Risorse Idriche e
Servizi di Pubblica Utilità, n. 121,
• nelle carte sono evidenziati anche i vincoli di Piano stralcio
per l’Assetto idrogeologico,
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•
Qui di seguito sono riportati gli elenchi in cui si iscrivono i corsi
d’acqua individuati, distinti con i relativi numeri d’ordine:
Elenco rogge:
Corsi d’acqua appartenenti all’Elenco Principale delle Acque
Pubbliche:
1) Serio,
3) Nodello della Gandinella,
5) Senetta (Sena),
6) Senna o Sena,
7) Morgola o Morgolizzo,
11) Castigabestie (da R. Molinara),
12) Molinara,
13) Bocchello di Trezzolasco (da R. Molinara),
14) Bocchello di Sergnano (da R. Molinara),
16) Fontanile della Molgora,
17) Bocchello delle Roveri (da R. Molinara);
Corsi d’acqua della Rete Idrica Principlae (di competenza di Regione
Lombardia):
fiume Serio
Corsi d’acqua del Reticolo Idrico Minore (di competenza del
Comune di Sergnano):
3) Nodello della Gandinella,
5) Senetta (Sena),
6) Senna o Sena,
7) Morgola o Morgolizzo,
11) Castigabestie (da R. Molinara),
12) Molinara,
13) Bocchello di Trezzolasco (da R. Molinara),
14) Bocchello di Sergnano (da R. Molinara),
16) Fontanile della Molgora,
17) Bocchello delle Roveri (da R. Molinara);
Corsi d’acqua non appartenenti al Reticolo Idrico Minore (di
competenza del Comune di Sergnano):
2) Alchina,
4) Rondanina,
8) Schiava,
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9) Gavazzolo,
10) Guadazzolo,
15) Fosso Cremasco,
18) Bocchello Guadazzolo,
19) Bocchello dei Mirabelli,
20) Bocchello dei Seragli.
La definizione del RIM qui proposta deve essere vagliata dalla
Struttura Regionale Territoriale di Cremona (STeR), competente per
territorio, che è tenuta ad esprimere il parere di cui al punto 10 della
D.G.R. 25.01.02 N.7/7868 e D.G.R. 01.08.03 N.7/13950.
Solo a parere dello STER emesso si inserirà, a pieno titolo, nel
PGT, componente geologica, con apposita variante, il RIM e con
esso i vincoli di polizia idraulica.
Resta in vigore, fino al perfezionamento della variante PGT relativa
al RIM, la disciplina di salvaguardia dettata dalle Nome Geologiche
di Piano.
IDROGRAFIA DEL TERRITORIO DI SERGNANO
Nell’area in esame sono presenti numerosi corpi idrici che
costituiscono un reticolo idrografico distribuito prevalentemente
nella parte meridionale del territorio comunale che si sviluppa per
circa 40km.
Il territorio comunale di Sergnano occupa una superficie di circa
12,5 Km2 ed è localizzato a nord di Crema, nell’ambito della pianura
cremasca settentrionale.
L’area studiata è caratterizzata da superfici pianeggianti o
debolmente ondulate e da una notevole ricchezza di forme di
origine fluviale con presenza di idrografia di tipo meandriforme,
prevalentemente costituita da depositi fluviali sabbioso limosi,
generalmente privi, nei suoli, di petrosità e scheletro.
L’assetto geomorfologico, in questo settore della pianura, è stato
fortemente influenzato dalla successione di fasi erosive e
deposizionali connesse all’alternarsi di cicli glaciali ed alle
conseguenti variazioni del livello marino di base; in tali condizioni si
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è sviluppato, nel corso del Quaternario continentale, il processo di
colmamento ed il modellamento dell’area.
La situazione geologica complessiva di questo tratto di pianura
risulta, almeno in superficie, decisamente uniforme; affiorano, infatti,
depositi sciolti di origine fluvio-glaciale e fluviale recente. Il ripiano
morfologico più esteso è quello riferibile alla glaciazione wurmiana
(Pleistocene Superiore), che assume significativamente il nome di “
Livello Fondamentale della Pianura” ed è caratterizzato da marcata
regolarità plano altimetrica. Tale superficie suborizzontale risulta
interrotta parzialmente solo dalle incisioni legate ad intensi
fenomeni di idromorfia; mentre la valle alluvionale del fiume Serio è
altimetricamente ribassata rispetto al LFdP di almeno 8-10 m.
Il reticolo idrografico è particolarmente fitto e sviluppato. Il territorio
è infatti attraversato da numerosi corpi idrici, il più importante dei
quali è il fiume Serio.
Il fiume Serio delimita ad oriente il territorio comunale ed il suo
corso si sviluppava con profondi meandri che sono stati in buona
parte ristretti e tagliati con opere artificiali.
Questo fiume, che si sviluppa per circa 6 Km nel territorio
comunale, è canalizzato nel tratto che corre tra gli abitati di
Sergnano, in destra idrografica, e Casal Cremasco, in sinistra.
Le opere che hanno fissato l’alveo in questo tratto sono comprese,
tra le traverse di derivazione di roggia Babbiona, a monte, e di
roggia Malcontenta, a valle, esse sono costituite da argini in terra
rivestiti di dolomia pressata che canalizzano il fiume su entrambe le
sponde facendogli superare il ponte della S.P.12.
Il regime idraulico del Serio in questo tratto è stato studiato in due
circostanze:
nel 1980 dai periti della Procura della Repubblica di Crema a
seguito dell’alluvione storica del settembre del 1979, dalla Regione
Lombardia che nel 1999 ha commissionato allo studio Dizeta
ingegneria di Milano un lavoro specifico sulla perimetrazione delle
aree a rischio idraulico.
Il fiume Serio appartiene alla Rete Idrica Principale di competenza
di Regione Lombardia.
La rete idrografica secondaria è definita, a settentrione, da roggia
Alchina il cui tracciato, da nord est a sud ovest, costituisce buona
parte del confine comunale, è una roggia di notevole portata (5-6
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m3/s) che irriga un largo comprensorio, a valle di Sergnano,
distribuendovi acque di fontanile e di colo.
Alimentate pure da fontanili e coli sono le rogge che solcano il
territorio in discussione procedendo da nord a sud, esse sono:
Molinara, Guadazzolo Morgola e Gavazzolo, Senna, Rino. La prima
di queste ha essenzialmente funzione di drenaggio e, un tempo, di
alimentazione di molini e opifici posti lungo il suo corso, le altre
rogge svolgono, come tutti i corsi d’acqua di antica formazione, la
funzione di raccolta e distribuzione dell’acqua.
Sono da notare le importanti teste di fonte site nel territorio
comunale, evidenziate in carta, formate da numerosi e produttivi
occhi di fonte che danno luogo a importanti ecosistemi già tutelati
dal P.R.G. vigente. Questi stessi corsi d’acqua conservano, in
rilevanti parti, i loro caratteri naturaliformi.
Roggia Molinara, roggia Morgola e Senna (o Sena) e tutti i loro
afferenti sono inclusi, come il fiume Serio, negli elenchi delle acque
pubbliche.1
Le altre rogge, anche se di minor importanza, rispetto a quelle
elencate in precedenza, raccolgono e distribuiscono l’acqua ed
esercitano, contemporaneamente, la fondamentale funzione di
drenaggio dei fondi su cui si riversano le acque d’irrigazione e le
precipitazioni.
REGIME URBANISTICO
L’uso del suolo, in prossimità dei corsi d’acqua, è regolato da
disposizioni nazionali, regionali, della Provincia (PTCP) e dal
Comune (PGT) che, in sintesi, dispongono quanto segue:
• lungo tutti i corsi d’acqua è vietato edificare nella fascia di 4 m
circostante le sponde,
• le nuove urbanizzazioni dovranno prevedere il corretto
smaltimento delle acque e l’invarianza idrogeologica ed
idraulica degli interventi.
1
Fiume Serio, è il n. 5 dell’Elenco Principale delle Acque Pubbliche della Provincia di Cremona,
Decr. Luog. 23.5.18 n. 208.
Roggia Molinara n. 11.
Roggia Morgola n. 9.
Roggia Senna n. 10.
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Altra efficace tutela, mirata a contrastare la presenza di nitrati nelle
acque, è quella disposta da Regione Lombardia, Piano di Tutela
delle Acque, che vieta l’accumulo di rifiuti, compreso lo stallatico,
nella fascia di 30 m dai corsi d’acqua.
Le fasce di rispetto dei corsi d’acqua non afferenti al RIM e in centro
abitato possono ospitare accessori a distanze < 4 m qualora ciò sia
ammesso dalla norma urbanistica.
Il Regolamento di Polizia Idraulica è lo strumento con il quale si
applicano, al contesto locale, le disposizioni di Polizia idraulica sul
reticolo idrico minore di competenza comunale.
In fede,
dr Giovanni Bassi, geologo
Luglio 2011
ALLEGATI:
• 1A - Carta dei vincoli di natura geologica, alla scala -1:
10.000;
• 1B - Carta dei vincoli di natura geologica, alla scala -1: 5.000;
• Regolamento di Polizia Idraulica;
• Estratto dalle Norme Geologiche di piano (vedi qui di seguito).
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Estratto da Norme Geologiche di Piano – Luglio 2011
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Art. 3 – Sottoclasse 3b corsi d’acqua e relative fasce di rispetto
Si definisce la fascia di rispetto dai corsi d’acqua con vincolo di non edificazione
per la profondità di 10m al di fuori del centro edificato e di 5 m entro lo stesso.
Sono inoltre da osservare le seguenti prescrizioni:
•
Nessun corso d’acqua potrà essere deviato dal suo alveo né
manomesso, né potranno essere modificate: le giaciture delle sue sponde, le
quote e la disposizione del fondo e delle sezioni di deflusso e le caratteristiche
idrauliche, proprie ed efficaci, del corpo idrico;
•
Su tutti i corsi d'acqua sono consentiti interventi di manutenzione
ordinaria e straordinaria e quelli che ne ricostituiscano l'alberatura di ripa e le
siepi con essenze tipiche;
•
Tutti i canali e le rogge saranno mantenuti con fondo e sponde in terra,
gli interventi di impermeabilizzazione dovranno essere limitati e circoscritti alle
opere d'arte che razionalizzano la distribuzione dell'acqua irrigua e la raccolta di
quella di colo;
•
Su tutti i corsi d'acqua qualsiasi opera ed intervento dovrà essere
preferibilmente eseguita con criteri di ingegneria naturalistica e per i manufatti e
le opere d'arte dovranno essere impiegati materiali tipici;
•
Nella fascia di 30 m, misurata dal ciglio superiore del canale, è vietato lo
stoccaggio, anche temporaneo, di rifiuti di ogni genere, di reflui organici e dello
stallatico ed è tanto più vietato lo spargimento di ogni tipo di fango o rifiuto di
provenienza civile ed industriale;
•
Scavi di carattere permanente, al di sopra della falda idrica, dovranno
essere eseguiti alla distanza minima di 10 m, misurati dal ciglio superiore del
corso d’acqua;
•
Scavi in falda, di carattere permanente, dovranno mantenersi a distanza
minima di 20 m dal ciglio superiore del corpo idrico; tale distanza dovrà essere
comunque pari alla massima profondità di scavo, incrementata di 20 m e
misurata come sopra.
•
Sono vietate le tombinature come disposto da D.LGS.152/99 art. 21 e
successive modificazioni ed integrazioni, Piano Stralcio per l’Assetto
Idrogeologico, art. 21 Norme di Attuazione, D.P.C.M.8.8.01.
Si applicano le disposizioni di Polizia Idraulica in via transitoria su tutti i corsi
d’acqua; queste disposizioni saranno limitate ai corsi d’acqua appartenenti al
Reticolo Idrico Minore al perfezionamento della apposita Variante di Piano
come definita nel paragrafo seguente.
La D.G.R. 25.01.02 n. 7/7868, come modificata dalla D.G.R. 01.08.03 n. 13950
e ss. mm. ed ii., dispone che, fino alla individuazione del Reticolo Idrico Minore
e della sua approvazione, con parere obbligatorio e vincolante da parte della
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Ha valore di norma di salvaguardia fino al perfezionamento del RIM.
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Sede Territoriale Regionale competente, ed al suo recepimento con apposita
variante nel PGT (D.G.R. 05.01.02 n. 7/7868 punto 3 e 5.1) sulle acque
pubbliche, come definite dalla Legge 05.01.94 n. 36 e relativo regolamento,
valgono le prescrizioni di cui al R.D. 25.07.1904 n. 523, art. 93, in particolare il
divieto di edificazione a distanza di 10 m, misurati in orizzontale dal ciglio
superiore del corso d’acqua e le recinzioni si collocheranno alla distanza di 5 m,
pure misurati come sopra, salvo la prevalenza delle norme urbanistiche
limitatamente al centro edificato.
Art. 4 – Sottoclasse 3c, lago di cava con fascia di rispetto 10 m
Intorno ai laghi di cava è istituita la fascia di rispetto, di profondità 10 m,
misurati in orizzontale dal ciglio superiore della sponda del lago, dove non è
consentita edificazione né recinzione o opera alcuna.
Lo stoccaggio, anche temporaneo, di rifiuti di qualsiasi genere e specie,
compresi i reflui organici e lo stallatico ed tanto più lo stoccaggio e spargimento
di ogni tipo di fango o rifiuto di provenienza civile ed industriale, è vietata nella
fascia di rispetto di 30m dal ciglio superore del lago, misurati in orizzontale dal
ciglio superiore della ripa del lago.
Sono inoltre da osservare le seguenti prescrizioni:
• Nessun lago di cava potrà essere manomesso, né potranno essere
modificate: le giaciture delle sue sponde, le quote e la disposizione del
fondo e delle sezioni di deflusso e le caratteristiche idrauliche, proprie ed
efficaci, del corpo idrico; interventi di impermeabilizzazione con opere di
ingegneria idraulica dovranno essere limitati e circoscritti alle opere
d'arte che dovranno essere motivate da relazione geologica ed idraulica;
• Sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e
quelli che ne ricostituiscano l'alberatura di ripa e le siepi con essenze
tipiche;
• i laghi saranno mantenuti con fondo e sponde in terra,
• Su tutti i laghi di cava qualsiasi opera ed intervento dovrà essere
preferibilmente eseguita con criteri di ingegneria naturalistica e per i
manufatti e le opere d'arte dovranno essere impiegati materiali tipici;
• Scavi di carattere permanente, quali livellamenti di terreno e/o bonifiche
agricole, al di sopra della falda idrica, dovranno essere eseguiti alla
distanza minima di 10 m, misurati dal ciglio superiore del corso d’acqua;
• Scavi in falda, di carattere permanente, dovranno mantenersi a distanza
minima di 20 m dal ciglio superiore del corpo idrico; tale distanza dovrà
essere comunque pari alla massima profondità di scavo, incrementata di
20 m e misurata come sopra.
Art. 13 - Invarianza idrogeologica ed idraulica.
Buona parte del territorio comunale, caratterizzato da presenza di falda in
prossimità del piano campagna e da una fitta rete idrografica, è soggetto a
rischio di esondazione e di ristagni d’acqua, per effetto di eventi meteorici e/o di
altre concomitanti circostanze.
Al fine di prevenire e contenere tale rischio si dovrà, per ogni nuova
urbanizzazione, superiore a 1000mq, documentare:
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•
le condizioni attuali della rete idrografica e della fognatura, la presenza
della falda, la potenza dello strato di terreno insaturo, i sistemi di raccolta
e smaltimento delle acque in atto, la collocazione e la natura dei recapiti,
i corpi ricettori (posizione, sezioni di deflusso, portate consentite, ecc.);
• le condizioni di progetto, riferendo sul tipo, le modalità di raccolta e di
smaltimento delle acque, le tecniche ed i materiali da impiegare, le
nuove fognature da eseguire, ecc..
• manufatti di sovrappasso di corsi d’acqua dovranno garantire la sezione
utile di deflusso per la massima piena prevista e la corretta posizione
rispetto alla corrente.
I documenti grafici e la relazione tecnica (idrogeologica ed idraulica)
illustreranno lo stato attuale, le opere e gli interventi di progetto e
documenteranno, con calcoli e verifiche idrogeologiche ed idrauliche, che
quanto proposto non comporta variazione alcuna, ma semmai migliora,
l’efficacia della raccolta e dello smaltimento delle acque, non provoca né
provocherà ristagni allagamenti e danni per cose e beni pubblici (strade,
fognature, sottoservizi, ecc.) e privati.
La relazione idrogeologica e quella idraulica, allegata alla relazione geologica,
di cui al successivo apposito articolo, saranno accompagnate da dichiarazione
di congruità, sottoscritta da tecnico abilitato, iscritto all’albo professionale
(geologi ed ingegnere idraulico).
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