goor/uomo/human being
Transcript
goor/uomo/human being
1 Progetto co-finanziato dall’Unione Europea Fondo Europeo per l’Integrazione di Cittadini di Paesi Terzi Comune di Catania Assessorato alla Famiglia P.O. Progetto Immigrati Regione Siciliana Ministero dell’Interno Dipartimento per le Libertà Civili e l’immigrazione Un doveroso ringraziamento va al Sindaco di Catania sen. avv. Raffaele Stancanelli, all’Assessore alla Famiglia dott. Marco Belluardo, al Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania prof. Enrico Iachello, al Presidente provinciale delle Acli di Catania dott. Francesco Luca, al Rappresentante legale dell’Istituto Catechistico Divina Provvidenza suor Vita Parisi, al Viceprefetto dott. ssa Rosaria Giuffrè, che sin dall’inizio hanno sostenuto il progetto, permettendone la realizzazione. Facoltà di Lettere e Filosofia Università degli Studi di Catania 2 Acli Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani Istituto Catechistico Divina Provvidenza La complessità del fenomeno dell’immigrazione si scontra con la superficialità dei media audiovisivi. Il cinema e la televisione mostrano tutta la propria inefficacia espressiva di fronte alla difficoltà di rappresentare ciò che deve essere analizzato e distinto in un campo di differenze. I mass-media tendono a generalizzare e semplificare, si lasciano guidare dalla moda del momento e raccontano un mondo che non esiste, fatto di luoghi comuni a volte colpevolmente ripetuti. Il ruolo di chi compie una ricerca sui media dello Spettacolo è proprio quello di svellere la crosta ormai sterile della comunicazione ufficiale. Chi fa ricerca deve restituire la voce di chi resta nascosto e sconosciuto o, peggio, misconosciuto e falsificato. Bisogna allora agire sul linguaggio, studiarlo, discuterlo, rimetterlo in discussione e se necessario forzarlo a dire cose nuove, in un modo nuovo. Perché «il primo discorso che un’opera fa, lo fa attraverso il modo in cui è fatta» (Umberto Eco, Opera aperta. Forma e determinazione nelle poetiche contemporanee, Bompiani, Milano, 1993, p. 6). 3 catania: passaggi in immagine Il laboratorio proposto ai partecipanti del corso, italiani e stranieri, si è articolato in tre fasi: Giuseppe Giudice (in alto a destra) ha analizzato la grammatica del cinema; Carlo Natoli (in alto a sinistra) ha offerto una panoramica delle possibilità espressive del suono nell’audiovisivo; Ivano Mistretta (sopra) ha mostrato le potenzialità di modificazione dello spazio e del tempo per mezzo del montaggio. 4 Il progetto Catania: passaggi in immagine è un’attività finanziata dal Ministero degli Interni con il Fondo Europeo per l’Integrazione di Cittadini di Paesi Terzi 2007-2013 (Fondi F.E.I.). Il Comune di Catania, la Facoltà di Lettere e Filosofia, le A.C.L.I., l’Istituto Catechistico della Divina Provvidenza hanno proposto un progetto che ha previsto, oltre alla produzione di un audiovisivo, un momento di formazione preliminare che permettesse agli immigrati partecipanti di trovare la loro “formula espressiva” per raccontarsi. Delle 160 ore del progetto, infatti, ben 40 sono state dedicate a un laboratorio sui linguaggi audiovisivi, proprio per consentire agli allievi stranieri di elaborare la sceneggiatura del documentario, condividendo le proprie storie personali con tutto il gruppo di lavoro. I partecipanti, italiani e stranieri di età compresa tra 16 e 40 anni, hanno lavorato insieme su una struttura narrativa che riuscisse a produrre una sincera forma di auto-rappresentazione, in linea con il motto che abbiamo scelto: raccontare e raccontarsi. La sceneggiatura non è stata quindi “imposta dall’alto”, non è cioè il risultato della scrittura artistica solitaria di un autore (europeo, che non ha vissuto l’esperienza della migrazione, che non ne conosce i sogni, le aspettative, le paure e le delusioni), ma piuttosto il frutto di un confronto tra persone diverse, portatrici di culture ed esperienze differenti, che insieme hanno provato a riflettere, a ragionare sulle possibilità di incontro e di relazione. Boniface Buluma Okada (in alto a sinistra) mostra la propria carta d’identità nuova: si chiede e ci chiede perché la carta d’identità vale dieci anni e ci vuole un giorno per farla e invece il permesso di soggiorno vale due anni e spesso ci vuole più di un anno per ottenerlo. Abdoulah Jourairi (sopra) improvvisa uno spettacolo da cantastorie marocchino. In realtà si tratta di un metaspettacolo, perché racconta come i cantastorie di Casablanca raccontano le loro storie, quali sono le tecniche e le trovate per intrattenere il pubblico. Sow Abdoulaye (sotto) gioca a fare il bambinoaiutante del cantastorie e passa tra il pubblico con il cappello in mano a raccogliere monetine. goor/uomo/human being/ homme/hombre/pessoa/ren/ nguoi/mtu/ànthropos/insan/njeri Il film è un mediometraggio di docu-fiction. Il titolo è goor, in minuscolo, che significa ‘uomo’ in lingua wolof (Senegal). Ma è un titolo mutevole, perché può trasformarsi in ogni luogo dove viene presentato e proiettato il film: ànthropos (Grecia), mtu (in swahili, Kenya), nguoi (Vietnam), ren (Cina), homme (Francia), hombre (Spagna), human being (U.K. o U.S.A.), pessoa (Portogallo o Brasile), insan (in arabo), njeri (Albania). 5 Il gruppo di lavoro forma un cerchio per discutere delle proposte alla sceneggiatura dell’audiovisivo. Le discussioni sono riprese da due camere, per permettere un montaggio più articolato della parte documentaria del lavoro. 6 le aspettative dei partecipanti e gli obiettivi del gruppo Abbiamo notato che gli studenti catanesi, tutti provenienti dai Corsi di Laurea in Lettere o in Scienze della Comunicazione, desideravano prevalentemente acquisire delle competenze tecniche in campo cinematografico (fotografia, suono, montaggio, regìa). I ragazzi stranieri invece si sono concentrati di più sulle storie, sui “contenuti”. Questo ha generato in un primo momento alcune incomprensioni, fino a che si è raggiunto un equilibrio, che sta tutto nella domanda di uno dei mediatori culturali del progetto, Abdoulah Jourairi: «quanto siamo disposti a sacrificare della nostra “bravura” di artisti, per essere sinceri?». Ecco, il senso è tutto in queste parole. Cosa vale di più, cosa conta di più? Il virtuosismo o la realtà? Eravamo tutti d’accordo: quello che ci interessava era la ricerca. Volevamo trovare insieme il modo di dire le cose con delle immagini belle, ma anche in maniera sincera. E abbiamo lavorato per questo obiettivo comune. La scelta dei “costumi” per interpretare i clandestini sul barcone concorre a determinare la costruzione dei personaggi. Per questo è un momento condiviso tra troupe e “attori”, che cercano insieme tra le bancarelle della Fera o’ luni di Catania (piazza Carlo Alberto). 7 8 finzione e documentario Nel nostro racconto cinematografico c’è una sequenza di fiction, che ci ha permesso di lavorare anche su dei “personaggi”, di uscire dalla narrazione autobiografica e di avere un approccio più universale al tema della migrazione. Nella fiction ci siamo messi in gioco di più dal punto di vista emotivo e sentimentale: ed è senza dubbio venuta fuori la generosità degli italiani e degli stranieri che hanno partecipato alle riprese con una dedizione assoluta. Ci sono delle inquadrature che ci hanno ripagato di ogni sacrificio. Perché in quelle inquadrature c’è il nostro lavoro, la nostra idea di migrazione e la nostra umanità, c’è un gruppo che si è confrontato e ha lavorato insieme, come una squadra. Emozioni fortissime, donate e ricevute, condivise. Utilizzando le poltroncine del Coro di Notte si costruisce la sagoma del barcone. All’interno di questo “spazio magico” della rappresentazione i personaggi trovano le battute e i gesti. Anche questo momento di prove viene ripreso, perché fa parte della costruzione dell’audiovisivo. 9 La sequenza di finzione iniziale mostra gli immigrati stipati sul barcone (sopra) e lo scafista albanese (in alto a destra) che ritira le lampade a gas utilizzate durante la notte. sinossi Venti immigrati. Una barca alla deriva, a motore spento. Unico suono il rumore del mare. E il respiro degli uomini. Mare e uomini e sole, nient’altro. Non c’è più acqua da bere e Ousmane sta male. Ha i brividi, suda, è freddo. Sta morendo. Bisogna decidere se tenerlo o buttarlo giù. Bisogna decidere se dargli la sua razione d’acqua da bere o lasciarlo spegnere. Era un amico Ousmane. Ma ormai è spacciato e la sua acqua da bere può servire a tutti gli altri. Bisogna decidere. Questo è il nodo tragico di goor. Da questo viluppo di emozioni, di religione, di sentimenti, di politica, di etica, di storia e identità nasce un tentativo di rappresentazione, il progetto di un film. Un film che però non riesce a raccontare una storia così complicata, un nodo così aggrovigliato e complesso. E si ferma a riflettere. Il film si interrompe e si interroga. Perché ci sono cose che il cinema non sa raccontare. Non ci riesce. Il cinema è un medium riprovisivo, vive di riproduzione e di visione, esprime la realtà attraverso la rappresentazione mimetica, ma non è in grado di raffigurare temi complessi. Ecco perché goor si interrompe, e infrange i sogni degli autori, dei tecnici, degli attori sugli scogli della complessità. Perché ci sono sempre mille motivi dietro o prima, ci sono premesse e postfazioni, commenti e note a margine. E il cinema è così bello che non può torcersi o spezzettarsi dietro tante spinte e bisogni particolari. Il cinema vuole essere bello, si imbelletta e si offre come intrattenimento. L’ha fatto così tante volte che adesso forse non è più in grado di fare altrimenti. E goor vuole essere una riflessione proprio su questa incapacità consapevole, su questa rinuncia colpevole. Autori, tecnici e attori si chiedono: possiamo raccontare la nostra verità? Possiamo essere sinceri? E come? Intanto siamo fermi in mezzo al Mediterraneo. In mezzo a quest’infinito panico di sole e di acqua salata. Che è stato il centro del mondo, che è stato il centro della cultura umana. 10 La scena dello sbarco, ripresa in controluce sulla spiaggia di Torre di Mezzo (Santa Croce Camerina, Rg). proiezioni Sono previste due proiezioni ufficiali. La prima in un cinema catanese e la seconda presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. Il progetto ha previsto la stampa e la diffusione di dvd che saranno spediti, come preview di selezione, ai principali festival nazionali e internazionali; ogni partecipante al progetto riceverà due copie, una per sé e una da spedire alla propria famiglia, nel paese d’origine. Questo è un elemento importante, perché permetterà di chiudere il ciclo ideale: ancora una volta, raccontare e raccontarsi. 11 Scene della sequenza di finzione (sopra): gli immigrati, stipati sul barcone, soffrono per le condizioni estremamente disagiate del viaggio. Due immagini di back-stage della sequenza di finzione (in basso a destra). 12 con Sow Abdoulaye Erminio Alberti Annalisa Andolina Gabriele Avincola Giuseppe Contarino Ervin Dembacaj Jali Diabate Carmelo Emmi Vincenzo Faro Stefania Fontana Wendy Yohana Franco Figueroa Giuseppe Grasso Alioune Badara Gueye Mansour Gueye Ping He Ha Safaa Jeddari Samy Jemy Artaky Hanalla Abdoulah Jourairi Shaohua Li Binkai Ni Anna Maugeri Mina Mahrous Moussa Bishay Ahmed Mohamed Abdelrahman Mohammed Abdelmawla Maria Rita Musmarra Mina Nabil Anis Bulos Alessandro Occhipinti Buluma Boniface Okada Nicola Pulvirenti Concetta Purrazza Claudia Raimondi Brayan Sanchez Correa Awa Sar Hoxha Shaban Alessandro Tomasello Huyen Trang Tran Aleksander Zenunllari Immagini tratte dalla sequenza di finzione: Brayan Sanchez Correa (sopra), un abbraccio solidale tra Huyen Trang Tran e Wendy Yohana Franco Figueroa (sotto). Alba sul barcone (in basso a sinistra). Il freddo e il mal di mare sono reali e segnano il volto degli attori. 13 «Weselna!» urla un giovane egiziano sul tetto del barcone, «Siamo arrivati!». E tutti si abbandonano a un momento di gioia spensierata. Ma dura solo un attimo. il gruppo operativo: la scelta della nostra troupe La scelta dei componenti della troupe è stata determinata da una loro grande esperienza di lavoro insieme. I giovani tecnici coinvolti sono, infatti, ex studenti del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione che si sono formati all’interno di la.mu.s.a., il laboratorio multimediale di sperimentazione audiovisiva della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania. Un’esperienza che precede la formazione ufficiale del laboratorio (2005) e che si è coagulata intorno a un progetto ospitato dalla Rai dal nome Gruppo Futura (2003). La selezione tra oltre ottomila studenti è avvenuta non solo sulla base delle capacità e delle abilità conseguite (ripresa, montaggio, fonica, web design, grafica), ma anche sulla base della loro spinta motivazionale e sulla capacità di studio e di approfondimento analitico dei linguaggi audiovisivi. Il risultato è quello di una squadra già rodata che, pur essendosi formata all’interno di un contesto meramente accademico, è in grado di rivolgersi all’esterno del mondo universitario, intercettando commesse e incontrando con buoni risultati il mercato della comunicazione multimediale. All’interno di questo gruppo di lavoro già consolidato, si inseriscono Carlo Natoli (fonico e autore delle musiche originali) e Giuseppe Busacca (scenografo), già collaboratori del regista del progetto in svariate occasioni di produzione audiovisiva e di ricerca accademica. 14 crew tecnica Assia La Rosa Giovanni Puglisi Giuseppe Giudice Giovanni Tomaselli Alessandro De Caro Roberta Incatasciato Roberta Caruso Chiara D’Amico Antonio Caia Elisabetta Donzelli Salvatore Zummo Monica Saso Valentina Messina Agata Aladio Adriana Bonforte Alioune Badara Gueye Abdoulah Jourairi Ivano Mistretta Carmelo Emmi Carlo Natoli Giuseppe Busacca Alessandro De Filippo coordinamento progetto ufficio stampa segretario di produzione operatore di ripresa operatore di ripresa microfonista assistente alla post-produzione video edizione edizione fotografo di scena assistente alla scenografia sito internet grafica pressbook sottotitoli inglese sottotitoli francese mediatore culturale mediatore culturale direttore di produzione e regìa seconda unità post-produzione video suono in presa diretta e musiche originali scenografia sceneggiatura, fotografia, regìa dati tecnici Durata: Colore Aspect Ratio: 16:9 Audio: Stereo Riprese: HDV (1080i) Digital editing: Final Cut Studio Pro Compositing: Adobe After Effects Grafica: Adobe In Design, Adobe Photoshop, Adobe Illustrator Preview copy: Dvd regione 0 (sottotitoli italiano, inglese e francese + contenuti extra) Screening Copy: HDV (1080i) Paese: Italia Anno di produzione: 2009 Comune di Catania Direzione Politiche Sociali e per Famiglia P. O. Progetto Immigrati Direttore ing. Corrado Persico dott.ssa Paola Scuderi dott.ssa Angela Saitta avv. Fabio Di Naso Università degli Studi di Catania Facoltà di Lettere e Filosofia prof.ssa Rosaria Sardo sig. Salvatore Grifò ACLI sig.ra Palma Licari sig. Gaetano Ciaccio dott. Vincenzo Leone Istituto Catechistico Divina Provvidenza dott. Massimo Rizzuto dott. Sergio Rizzuto dott.ssa Oriana Furnari dott.ssa Rosalia Mangiacavallo si ringraziano per la collaborazione Corpo Ausiliario della Protezione Civile “G. Caruano” arch. Paolo Mirabella sig. Giovanni Buonvicino Questura di Ragusa dott. Giuseppe Oddo Sezione “Volanti” di Ragusa dott.ssa Marzia Giustolisi ass.te Massimo De Filippo ass.te Giovanni Iacono, Capitaneria di Porto di Pozzallo (Rg) Ciccio Mannino, Anthony Musumarra, Marcella Papale, Giusy Sorbello, Antonino Patanè, Ignazio Sorbello, Gaetano Somma, Salvo Ortisi, Salvo Maugeri, Davide D’Emanuele, Carmelo Scardina, Agatino Reito, Dario Comis, Alessandra Bonato, Cecilia Castana, Lucia Ferlito, Teresa Cunsolo, Clelia Calvo, Maurizio Marano, Santina Rovella, Mario Mancuso, Giuseppe Quagliano, Manuela D’Amore, Cetti Rizzo, Piero Papandrea, Alessio Nifosì, Paolo Infantino, Franco Chessari, Melak Daniels, Crocifisso Guastella, Vincenzo Meli, Alessandro Aiello, Enrico Aresu, Antonio La Cognata, Raffaele Gatto, Claudio Chessari, Marcella Occhipinti, Roberta Vassallo, Vincenzo Cascone, Gjamshid Najarpour, Stefano Savona, Marzia Toscano, Ivano Lollo, Maria Sanfilippo, Pamela Toscano, Silvana Leonforte, Maria Giovanna Italia, Padre Valerio Di Trapani, Carmela Cosentino. 15 16