la storia di giuseppe, padre terreno di gesù

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la storia di giuseppe, padre terreno di gesù
LA STORIA DI GIUSEPPE, PADRE TERRENO DI GESÙ Per presentare la figura di Giuseppe, suggeriamo di impiegare i racconti «Da un’antica famiglia» e «In E‐gitto» tratti dal libro: M.G. GIRARDET, T. SOGGIN, Racconta la Bibbia ai tuoi ragazzi, Claudiana – Piccoli – ElleDiCi – Velar, Torino 2005, pp. 206‐207 e 212‐213. Eccoli. DA UN’ANTICA FAMIGLIA «C'era una volta a Betlemme un uomo giusto che si chiamava Giuseppe...». Forse la sai già questa storia? Ma se aspetti un momento non ti racconterò soltanto la storia di Giuseppe ma anche quella dei suoi nonni, bisnonni, trisnonni, fino a più di mille anni prima! Un uomo giusto Il Vangelo di Matteo ci racconta che Giuseppe è un uomo giusto, una persona che cerca di comportarsi secondo i comandamenti, secondo la volontà di Dio. Questa volta però gli è andata proprio male: pensate che Maria, quella ragazza così carina e simpatica con cui è fidanzato e di cui è innamorato pazzo, aspetta un bambino. E lui, Giuseppe, sa che non può es‐serne il papà, ne è assolutamente certo! E per di più mancano soltanto pochi giorni al matrimonio con Ma‐ria: la data delle nozze è già stata fissata e tutti si rallegrano di veder vivere nella stessa casa come ma‐rito e moglie questa simpatica coppia di sposi. Ma ora che guaio: Maria aspetta un bambino che non è di lui, di Giuseppe. Gli antenati di Giuseppe Giuseppe perciò è tristissimo e non sa proprio che fare. Mentre cerca una soluzione al difficile problema, Giuseppe ricorda il passato della sua famiglia: pensa ai suoi antenati, Giuseppe va indietro più di mille an‐ni. Pensa al suo antenato più famoso, il grande re Davide. No! Davide per quanto credente non era proprio stato un esempio! Aveva fatto morire in guerra il suo fedele ufficiale per rubargli la moglie… E il re Salomone con tutta la sua saggezza e gloria? Invecchiando aveva dimenticato il Signore, aveva se‐guito divinità straniere e aveva commesso molte ingiustizie. E le donne della sua famiglia? C'era Rut, un vero esempio per tutti, ma era una straniera, E che dire di Raab? Una poco di buono, meglio non parlarne! Eppure Dio, il Signore, l'aveva scelta come una protagoni‐sta della storia d'Israele. No: Giuseppe non può fare il giudice di Maria perché è un uomo giusto; non può condannare Maria visti anche gli esempi della sua propria famiglia. Deve invece trovare una soluzione e lasciare soltanto a Dio la decisione. Un'idea luminosa e un sogno bellissimo Così a un tratto gli viene un'idea luminosa: «Non accuserò mai Maria. Io piuttosto me ne vado, scappo, sparisco; nessuno saprà mai che fine ho fatto e così tutti se la prenderanno con me. Diranno: "Guarda un po' che disgraziato, dopo quello che ha fatto è scappato, non ha accettato la responsabilità di fare da marito e da padre!". Così Maria è salva: io faccio un'orribile figura mentre lei qui a Betlemme verrà ac‐
colta e aiutata da tutti». Ma la notte seguente, Giuseppe fa un sogno bellissimo. Sogna un angelo, un messaggero del Signore, che entra nella sua stanza e la illumina con luce sfolgorante. E gli dice: «Giuseppe, discendente di Davide, non devi aver paura di sposare Maria la tua fidanzata: il bambino che lei aspetta è opera dello Spirito Santo, Maria partorirà un bambino e tu gli metterai nome Gesù (che nella loro lingua significa Dio salva) perché è lui che salverà il suo popolo da tutte le sue colpe», Al suo risveglio Giuseppe pensa: «Allora non devo più scappare, non devo più fuggire. Allora posso restare con Maria! Ma che cosa significa quello che ha detto il messaggero di Dio? Che cosa vuol dire è opera del‐lo Spirito Santo?». Giuseppe non lo sa, capisce soltanto che questo bambino fa parte di un grande progetto di Dio e che loro, Maria e Giuseppe, diventeranno strumenti nelle mani di Dio per realizzare quello che l'antico profeta I‐saia aveva già annunciato: il figlio di Maria si chiamerà anche Emmanuele che significa Dio è con noi. Con grande gioia Giuseppe sposa Maria e la prende in casa sua. Maria mette al mondo il suo bambino e Giuseppe lo chiama Gesù, Qui comincia la storia di Natale: con la nascita di Gesù, Dio ci salva e Dio è con noi. IN EGITTO Il re Erode non riesce a dormire È già passata la mezzanotte ma il re Erode non riesce a dormire. Si gira e rigira nel letto ma il sonno non viene. «Che tormento» pensa «un regno così grande e tutti che mi vogliono male e molti, anzi, che mi vor‐rebbero morto! E quei matti di magi che si mettono a parlare in pubblico di un re, un re che prenderà il mio posto! Ma è mai possibile? E guarda che i magi ‐quei bugiardi‐ non sono nemmeno ripassati da me co‐me avevano promesso. Chissà che cosa stanno tramando contro di me insieme ai genitori di quel bambino. Sì, tutti ce l'hanno con me! Ma io so cosa fare: li ucciderò tutti, così impareranno a complottare contro di me, contro il loro re!». La notte ora è davvero molto buia a Betlemme e anche la luce della stella dei magi è scomparsa. Perché Erode è proprio un re malvagio e sanguinario, che per paura di perdere il suo regno e la vita, aveva già fatto uccidere il nonno, un fratello, la moglie, la suocera, tre cognati, diversi figli e altri parenti. Giuseppe fa un sogno pauroso Neppure Giuseppe dorme. È agitato e sente nell'aria un pericolo. Non sa quale, ma è certo che qualcosa minaccia lui e la sua famiglia. La visita dei saggi sacerdoti d'Oriente lo ha messo in allarme. Non è norma‐le che degli stranieri così ricchi e istruiti vengano a visitare una famiglia semplice come la sua. Non è normale ricevere regali così preziosi e importanti; ci deve essere sotto qualcosa: lui e la sua famiglia a‐
vranno certamente dato nell'occhio… Giuseppe è molto stanco e finalmente si addormenta. Fa un sogno pauroso. Un angelo del Signore gli ordi‐na di fuggire in Egitto con la sua famiglia e gli dice: «Erode sta cercando il bambino per ucciderlo. Tu de‐vi fuggire e rimanere in Egitto fino a quando ti avvertirò». Giuseppe si sveglia, sveglia Maria e in men che non si dica sono già pronti per il lungo viaggio verso l'Egit‐to. Giuseppe pensa: «Dio mi ha dato un compito preciso: difendere il bambino da quanti vorrebbero fargli del male. Il Signore mi avverte e io devo soltanto fare quello che mi dice. Se diventeremo profughi che devono fuggire per aver salva la vita, saremo comunque più sicuri e tranquilli dello stesso re Erode che ha sempre paura di tutto e di tutti». Gesù e la sua famiglia a Nazaret E il re Erode? Erode, pazzo di terrore, ordina di uccidere tutti i bambini di Betlemme dai due anni in giù. Un atto di guerra spaventoso, crudele e inutile. Ma poi anche il sanguinario re Erode muore. Dopo la sua morte, un messaggero del Signore appare di nuovo in sogno a Giuseppe e gli dice: «Alzati, prendi il bambino e sua madre e torna con loro nella terra d'Israele, perché ormai sono morti quelli che cercavano di far morire il bambino». Giuseppe prende con sé Gesù e Maria. Ritornano in Palestina, ma non vanno a Betlemme perché vengono avvertiti che anche Archelao, il figlio di Erode, è un re crudele. Quindi per motivi di sicurezza proseguo‐no verso nord e vanno ad abitare in un villaggio della Galilea, chiamato Nazaret.