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PAG. 3: Vincere il dolore cronico
- La musica che scaccia il dolore.
- A Napoli un centro di cura
all’avanguardia.
- Gli antidolorifici naturali.
- Centri medici di terapia del dolore
in Campania.
PAG. 8: Semi di speranza
Il viaggio della rosa - Poesia di Angela
Monica Scarfiello
PAG. 9: Francesco Ascolta Onlus
Aiuto alle famiglie in difficoltà.
PAG. 10: Speciale - Gocce di vita
- Risparmiare acqua... Ecco perché.
- Pratiche umane e guerre per
l’acqua.
- Bene economico o diritto
fondamentale? Il business dell’acqua.
- L’Italia e la gestione della risorsa
idrica.
- Come ridurre la bolletta dell’acqua.
PAG. 15: Esempi da imitare
- Eredita una fortuna e dona tutto in
beneficenza.
PAG. 16: Eventi dalle associazioni
- “Il confine... lo spazio che unisce”
Mostra Saveriani.
- “Dipendenze conoscere per
combatterle” La Scuola della Carità.
- “Marcia per la vita 2016”. Video
contest “Difendi la vita”.
- “Le domeniche della salute” Visite
gratuite (Rotary club Cava dei Tirreni)
PAG. 21: Le opere di misericordia
- Regaliamo relazioni umane di
misericordia.
- Dare da bere agli assetati.
- Insegnare agli ignoranti.
Giornale periodico a distribuzione gratuita di informazione sulle
attività di volontariato e solidarietà.
Numero 31 - Febbraio/Marzo 2016, Registrato presso il Tribunale di Salerno in data 10/10/2006,
registrazione N. 30/06. Sede: via Casa Greco, 1 - Coperchia (Pellezzano - SA); [email protected],
www.gruppoaiutando.net
Direttore: Mirella Fuccella
Hanno collaborato a questo numero: Rita Biggio, Franco De Domenico, Ugo Reggiani, Angela
Monica Scarfiello
Grafica e impaginazione: Mirella Fuccella
Ogni genere di collaborazione prestata ad “Aiutando” è a titolo gratuito. Il giornale è redatto a cura
dell’Associazione di Volontariato “Comunicazione & Solidarietà”. Attività dell’associazione, unitamente
alla pubblicazione di “Aiutando”, sono: la creazione di una rete di contatti tra le associazioni di volontariato,
l’organizzazione di eventi di beneficenza, convegni, mostre, promozione della cultura della solidarietà.
La musica, sappiamo, può aiutare molto in
tanti momenti, anche difficili. Ci si innamora
con il sottofondo delle canzoni, si festeggiano
le grandi occasioni con le melodie più allegre,
ma si dice anche “canta che ti passa!”, e in
tanti casi di depressione, di difficoltà esistenziali
o anche di malattie psichiche, l’ascolto della
musica può rivelarsi un toccasana. Infatti, la
musicoterapia, l’arte di unire le melodie alla cura
di mali soprattutto psichici, ormai si è
affermata anche a livello clinico, e non trova
praticamente contestazioni.
Ormai è assodato che ascoltare, ma anche
ballare o suonare può fare molto bene, in
tanti casi di malattia e di difficoltà. Ma
sembrava che la terapia dei suoni fosse
dedicata soprattutto a disturbi dell’umore,
della personalità, delle relazioni con gli altri.
L’ultima frontiera della musicoterapia è
però addirittura di sostituire, o di
affiancarsi ai farmaci antidolorifici: una
vera cura contro il dolore, che è stata
sperimentata in particolare a Cleveland, U.S.A.,
con un’ora di ascolto al giorno, della musica
preferita da ogni paziente, di qualsiasi genere.
E’ stato provato che, con questa pratica così
piacevole, efficace e, aggiungiamo, anche
economica e priva di effetti collaterali, il dolore
diminuisce notevolmente e si possono
affrontare soprattutto casi di dolore
cronico, una malattia spesso addirittura
invalidante o comunque di una certa
gravità.
Ci sono già esperimenti molto seri e
documentati che testimoniano l’efficacia della
musicoterapia contro il dolore: la Cleveland
Clinic Foundation (USA) ha sottoposto 30
pazienti a un’ora di musica al giorno, con il
controllo di altri 30 che non l’ascoltavano. Il
risultato? Una diminuzione del dolore fino
al 21%, e una diminuzione dei sintomi
della depressione ad esso legata di ben
il 25%.
Infatti, è provato che il dolore cronico causi
anche disagi psicologici e depressioni, ma
* segue
la musica può appunto migliorare il tono
generale psicofisico della persona, con una
migliore qualità della vita. Sembra che non
ci siano generi musicali più adatti di altri, ma
che si possa dare libera scelta alla persona che
soffre dolori anche forti: la diminuzione dei
sintomi è stata registrata con ogni tipo di
musica, anche se per alcuni scopi specifici,
ad esempio nelle sale operatorie, si reputa
che sia più adatta quella classica o New Age.
L’Università di Granada ha anch’essa
sperimentato su 60 pazienti, affetti da
fibromialgia, l’ascolto di musica associato a
una voce rilassante. Non sono quindi
esempi isolati, ma si tratta di una
sperimentazione che si sta facendo strada,
e che apre nuove frontiere nell’approccio a
un problema così diffuso e invalidante come
il dolore cronico.
Forse possiamo già pensare a prendere, invece
di un’aspirina o di un antidolorifico, una
buona dose di canzoni, di sinfonie, o di musica
rilassante: una medicina alla portata di
tutti, e che risulterà senz’altro molto
piacevole.
Far dialogare la cultura medica sia
con quella psico-pedagogica sia con
quella artistico-musicale è il principio
sul quale si fonda il Master di primo
livello in Musicoterapia che si sta
svolgendo presso il conservatorio
Giuseppe Martucci di Salerno.
Il percorso di studi, della durata di
due anni, è un corso di alta
formazione articolato in lezioni di
musica, seminari di psicologia e di
medicina, esperienze praticoespressive e tirocini.
Al master partecipano studenti,
educatori, docenti, insegnanti di
sostegno, insegnanti di musica, dotati
di competenze di base nel settore.
“Il musicoterapeuta - spiega il docente
D’Errico - deve essere un musicista o
quanto meno deve saper trasmettere il
linguaggio musicale, ben diverso da quello
verbale, deve inoltre possedere delle capacità
empatiche, così da entrare in contatto con
persone che hanno particolari difficoltà”.
Il corso mira alla formazione di
professionisti in grado di operare
in strutture di assistenza per
persone diversamente abili, per
anziani, in centri di riabilitazione,
in
comunità
per
tossicodipendenti, scuole
pubbliche o private e in diverse
realtà di animazione sociale.
Le persone affette da dolore cronico
sono in Italia circa un quarto della
popolazione. Essi troppo spesso non
trovano nella medicina risposte efficaci e
si convincono di essere costretti a soffrire
all’infinito...
Ma non per tutti è così: presso l’ospedale
Monaldi di Napoli già da alcuni anni viene
infatti proposta una terapia capace di dare
grandi risultati.
“Abbiamo pazienti dal sud Italia, dalla Calabria,
dalla Basilicata, ma ancora di più dal nord e dal
Lazio in particolare” spiega in un’intervista
a retenews24 il dottor Alfonso Papa,
presidente dell’associazione ISAL di Napoli
e direttore dell’Unità operativa di terapia
antalgica del Monaldi, una struttura
all’avanguardia nella cura del dolore.
Primi in Italia per la stimolazione del
ganglio. Nel reparto è possibile effettuare
terapie farmacologiche, analgesia e anestesia locoregionale, tecniche chirurgiche, terapia fisica,
neuromodulazione e ozonoterapia. A questi si
aggiunge un nuovo sistema per il
trattamento del dolore neuropatico
cronico, che il Monaldi è la prima
struttura italiana, e tra le poche in
Europa, ad aver adottato. Si tratta
dell’impianto di un neurostimolatore, che
invia impulsi elettrici ad una struttura
anatomica all’interno del midollo spinale,
chiamata ganglio della radice dorsale.
Il ganglio è un centro del nostro corpo che
elabora i segnali nervosi diretti al cervello
e, grazie a questa stimolazione elettrica, il
dolore viene bloccato efficacemente.
Fino a poco tempo fa era difficile trattare
con metodi tradizionali i casi di lesione
nervosa come, ad esempio, le neuropatie
successive a un intervento al piede, ad una
gamba, alla schiena oppure le algie inguinali
o toraciche. “Oggi invece è possibile l’uso di
questa nuova tecnica e le indicazioni sono proprio
le sindromi dolorose croniche causate da lesioni del
sistema nervoso periferico” spiega il dottor Papa,
che è inoltre impegnato con l’associazione
ISAL nel diffondere la cultura della cura
del dolore. “La difficoltà maggiore forse è proprio
questa: - dice - spesso le persone con dolore cronico
non sanno che ci sono specialisti a cui rivolgersi e
cosÏ si mettono a girare tra neurologi, chirurghi e
altri medici senza trovare risposta e, addirittura,
senza che venga loro consigliato di venire da noi”.
Costituitasi nel 2012, l’associazione realizza
corsi di formazione e di aggiornamento
rivolti a medici di terapia del dolore e di
altre specialità.
L’intento è creare dal basso una rete
che sappia prendersi carico dei bisogni
dei pazienti. E poi c’è la solidarietà, con
spettacoli di beneficenza, messi in scena al
fine di raccogliere fondi per realizzare degli
ambulatori anche in zone disagiate del
nostro territorio.
1) Zenzero per il dolore muscolare: da una
ricerca danese il 63% dei pazienti ha trovato
benefici in due mesi. Infatti, un potente composto
all’interno dello zenzero blocca gli ormoni legati
al dolore. Il dosaggio raccomandato in base allo
studio: aggiungi 1-2 cucchiaini al giorno di zenzero
tritato, durante i pasti.
2) Chiodi di garofano per il mal di denti:
masticando delicatamente un chiodo di garofano
sulla parte dolorante è possibile alleviare il dolore
a denti e gengive per due ore di seguito, dicono
i ricercatori UCLA.
3) Ciliegie per mal di testa e dolori articolari:
consigliata una tazza di ciliegie al giorno. La ricerca
dell’East Lansing’s Michigan State University,
rivela che le antocianine, i composti che danno
il colore rosso alla ciliegia, sono antinfiammatori
10 volte più forti di ibuprofene e aspirina.
4) Yogurt per la sindrome premestruale:
mangiare 2 tazze di yogurt al giorno può ridurre
questi sintomi del 48%. “Lo yogurt è ricco di calcio,
un minerale che calma naturalmente il sistema nervoso,
utile nella prevenzione dei sintomi dolorosi, anche quando
gli ormoni sono in continuo mutamento”, spiega Mary
Jane Minkin, professore di ginecologia
all’Università di Yale.
5) Curcuma per il dolore cronico: gli studi
dimostrano come la curcuma sia tre volte più
efficace per alleviare il dolore di aspirina,
ibuprofene o naprossene, e contribuisce ad
alleviare il dolore cronico per il 50% di persone
con artrite e fibromialgia, secondo i ricercatori
della Cornell University. La dose raccomandata:
1/4 di cucchiaino in ogni piatto che prepariamo.
* segue
In Campania sono presenti i
seguenti Centri di terapia del
dolore:
(dati tratti dal sito governativo
salute.gov.it)
Avellino - U.O. Fisiopatologia
del dolore e cure palliative Loc. Contrada Amoretta - tel:
0825 203069 - (081
203111);
Benevento - U.O. Terapia del
dolore e cure palliative - Via
D e l l ' A n g e l o , 1 - Te l :
0824.57406;
Caserta - U.O.S.D. Terapia
del dolore - Via Palasciano Tel: 0823 232074;
Napoli - S.S.D. Terapia del
dolore e cure palliative - Via
Della Croce Rossa, 8 - Tel:
081.2205555;
Napoli - Reparto terapia
antalgica - Via Leonardo
Bianchi - Tel: 081 7064137;
Napoli - U.O.S.D. Terapia del
dolore - Via G. Quagliariello,
54 - Tel: 081 5908362;
Napoli - - U.O.C. Cure
palliative e Terapia del dolore
- Via A. Cardarelli - Tel:
0817472312;
Salerno - S.S.D. Terapia
antalgica - Via S. Leonardo,
1 - Tel: 089.672032.
6) Ananas per i disturbi digestivi: una
tazza di ananas fresco al giorno può ridurre
il gonfiore intestinale entro 72 ore, dicono
i ricercatori della California’s University di
Stanford. L’ananas contiene enzimi
proteolitici, coadiuvanti della digestione, che
accelerano la degradazione delle proteine
che causano dolore nello stomaco e
nell’intestino tenue.
7) Menta per rilassare i muscoli: un bagno
caldo profumato con 10 gocce di olio di
menta piperita rilassa i muscoli e aiuta a
calmare i nervi. Una combinazione che può
alleviare i crampi muscolari, del 25% più
efficace degli analgesici OTC.
8) Uva contro il mal di schiena
Recenti studi presso la Ohio State University
suggeriscono di mangiare una tazza di uva
al giorno per rilassare i vasi sanguigni ristretti,
migliorando il flusso di sangue ai tessuti
danneggiati della schiena.
9)L’acqua in aiuto alle lesioni
Che si tratti di dolori ai piedi, alle ginocchia
o spalle, gli esperti del New York’s College
di Manhattan, dicono che si può dare inizio
alla ripresa in una settimana bevendo 8-12
bicchieri d’acqua al giorno. L’acqua diluisce
e aiuta ad eliminare l’istamina, che scatena
il dolore dei tessuti lesi. L’acqua è un
elemento chiave della cartilagine che
ammortizza le estremità delle ossa, il fluido
lubrificante delle articolazioni e i dischi molli
della colonna vertebrale.
10) Mirtillo per le infezioni delle vie
urinarie: mangiare una tazza di mirtilli al
giorno, o berne il succo, può ridurre il rischio
di infezione del tratto urinario del 60%,
secondo i ricercatori della Rutgers University
nel New Jersey.
11) Miele per le affezioni della bocca:
per le afte e l’herpes applicare miele quattro
volte al giorno può curare fino al 43% più
velocemente rispetto all’uso di una crema,
dicono i ricercatori del Medical Center
specializzato di Dubai, Emirati Arabi Uniti.
12) Caffè per migliorare l’effetto degli
antidolorifici: il caffé aumenta l’efficacia
degli antidolorifici del 40%. Gli esperti
dicono che la caffeina stimola il rivestimento
dello stomaco ad assorbire meglio gli
antidolorifici.
La musicoterapia riesce a calmare tanti
tipi diversi di dolore anche perché gli
dà una voce, la musica è una forma di
espressione universale che viene
ancora prima della parola. Ecco perché
le applicazioni della musicoterapia
vanno dal trattamento dell’autismo
infantile alle psicosi, dai disturbi del
comportamento alimentare ai risvegli
dopo il coma, dal morbo di Alzheimer
alla depressione. E’ stato inoltre
osservato che ascoltare musica in
gravidanza può aiutare a prevenire
problemi nello sviluppo del bambino,
ad esempio quelli legati alla dislessia.
L’associazione
Francesco
Ascolta Onlus
di Bellizzi che da
sempre si
occupa della
famiglia, ha
organizzato il
giorno
2
gennaio 2016, in
collaborazione
con l’assessorato alle Pari Opportunità
e alle Politiche Sociali, un’asta di beneficenza,
il cui ricavato è stato donato sotto forma
di buoni spesa, a sei famiglie
particolarmente disagiate del nostro
comune.
L’evento si è tenuto presso il Centro
Sociale in Piazza Europa a Bellizzi ed
hanno partecipato anche varie associazioni
amiche, donando oggetti e acquistandone
altri.
Tra le donazioni anche opere d’arte
appositamente create per l’evento, tra le
più belle un alberello in legno molto
originale e un quadro dipinto a
quattro mani da due cari amici
artisti responsabili di
un’associazione culturale
e di un’accademia per
l’arte.
Tra gli intervenuti, il
nostro sindaco Mimmo
Volpe e molti assessori
comunali. Le famiglie
destinatarie degli aiuti sono state avvisate
quando i buoni erano stati stampati e la
loro sorpresa e gratitudine ci hanno
dimostrato quanto sia necessario ricordarsi
sempre di chi vive situazioni difficili e
cercare di dare una mano per attenuarle.
Il 6 gennaio abbiamo organizzato una
raccolta di giocattoli per i bambini meno
fortunati ed anche in quella circostanza la
generosità di tanti amici ci ha commosso.
Tanti i giocattoli donati per maschietti e
femminucce, i destinatari sono stati i
bambini del nostro comune e dei paesi
limitrofi.
La nostra società sta vivendo momenti
molto difficili e la povertà dilaga, per questo
le associazioni di volontariato sono chiamate
ad essere osservatori attenti e promotori
di iniziative continue di solidarietà. Le
famiglie non possono essere lasciate
sole perché la disperazione potrebbe
prevalere e creare situazioni dannose, specie
per la crescita serena dei figli.
La nostra associazione ha ricevuto il premio
internazionale 2016 “In Caritate Servire”
offerto dal Dott. Vincenzo Mallamaci
e dalla sua associazione di volontariato
missionario “E... Ti porto in
Africa...” presso il Santuario
di Getsemani a Capaccio Paestum, premio offerto
a coloro che si dedicano ai
fratelli meno fortunati
attraverso varie concrete
iniziative di solidarietà.
Che bisogna chiudere il rubinetto quando
l’acqua non serve lo sappiamo tutti... ma
visto che l’acqua “costa poco” perché è
così importante il risparmio idrico?
Avere a disposizione acqua corrente,
potabile e pulita, nella quantità che
desideriamo e in ogni momento, è per noi
un fatto scontato. In realtà è un grande
privilegio, di cui non ci rendiamo conto.
L'acqua dolce ci serve per bere, cucinare e
lavarci. Secondo l'ONU per queste necessità
ognuno di noi ha bisogno di una
quantità di acqua che oscilla tra i 20 e
i 50 litri al giorno.
Il consumo medio italiano pro-capite di
acqua per uso domestico è invece di 250
litri al giorno, cioè cinque volte la quantità
indicata dall'ONU: si tratta di una delle
medie più alte al mondo!
Nel mondo una persona su sei, (ben 1,1
miliardi di persone), non ha accesso alla
quantità minima d'acqua quotidiana.
Il 20% degli abitanti del nostro pianeta non
ha abbastanza acqua per vivere. Mentre 1,7
milioni sono le persone che muoiono ogni
anno a causa della mancanza d’acqua pulita:
ogni 8 secondi un bambino perde la vita
perché ha bevuto acqua contaminata e circa
la metà di coloro che vivono nei paesi in
via di sviluppo sono affette da malattie
legate all’inquinamento delle fonti idriche.
Eppure il nostro pianeta è ricchissimo di
acqua! Sulla Terra esistono circa 1,4 miliardi
di chilometri cubici d’acqua tra oceani,
laghi, fiumi, ghiacciai e falde acquifere, ma
la parte utilizzabile dall’uomo è minima.
Soltanto lo 0,003%, localizzata in fiumi e
laghi, rappresenta la disponibilità reale
d’acqua dolce per usi domestici e produttivi.
Tuttavia, se questa fosse distribuita
equamente sul pianeta, ce ne sarebbe
a sufficienza per tutti. Invece, meno di
dieci paesi si dividono il 60% delle risorse
idriche naturali: Brasile, Russia, Cina,
Canada, Indonesia, USA, India, Colombia,
Zaire. All’estremo opposto il Kuwait e il
Bahrein dispongono di risorse d’acqua quasi
inesistenti, e in tutta l’Africa settentrionale
la scarsità d’acqua è un fattore endemico.
Non tutte le acque, inoltre, sono idonee al
medesimo impiego. L’acqua da bere deve
e s s e r e p o t ab i l e , m a a c a u s a
dell’inquinamento, la sua disponibilità
è in continuo calo. Persino l’acqua piovana
è tutt’altro che sicura, arrivando in certi
luoghi ad essere tossica.
La scarsità d’acqua non è dovuta
solo a ragioni fisiche, ma
soprattutto a motivazioni di
carattere umano: tipo di società,
situazione demografica, grado di
urbanizzazione, attività
economiche, situazione geopolitica.
L’acqua, infatti, può essere trattata
come merce, come risorsa, come
bene comune o privato.
I diversi livelli di domanda e di
consumo d’acqua variano da
regione
a
regione,
indipendentemente dalla disponibilità di
acqua presente sul territorio.
Non sorprende quindi che la maggior
parte del consumo avvenga nel ricco
Occidente, dove circa il 70% del prelievo
risponde al bisogno di appena l’11%
della popolazione e che, talvolta, a
lamentarsi della scarsa disponibilità idrica
non siano realtà soggette alla siccità, ma
regioni in cui non esiste una vera cultura
dell’acqua. Inoltre, a parità di risorse, alcuni
paesi riescono ad adattarsi, mentre altri,
per mancanza di adeguate strutture di
prelievo, faticano a soddisfare il fabbisogno
di tutti i settori.
Così accade che l’abbondante disponibilità si
traduca in spreco e inquinamento della risorsa,
che viene restituita alla natura in forma
inutilizzabile e inquinante.
Oggi, il valore crescente dell’acqua e le
preoccupazioni per la sua qualità e quantità,
stanno avvicinando l’acqua al petrolio e ad
altre risorse strategiche. Il suo controllo
può diventare str umento di
dominazione politica ed economica e
può contribuire all’emergere di
conflittualità nazionali o internazionali.
Maggiormente a rischio sono alcune regioni
del Medio Oriente, dell’Africa settentrionale
e del Sud-Est asiatico, per le quali l’acqua
rappresenta un bene strategico per la
sopravvivenza della nazione.
A livello internazionale i tentativi di
sfruttamento unilaterale delle risorse di un
fiume o di una falda, portati avanti in
assenza di leggi e trattati internazionali,
generano l’aumento di tensioni tra i
paesi.
A livello interno, invece, l’iniquità
d'accesso alle fonti dovuta al processo
di privatizzazione, causa forme di violenza
contro il governo e contro i gruppi più
avvantaggiati e scontri tra interessi
contrastanti.
Oggi il dibattito sull’uso dell’acqua potabile
si sta concentrando attorno al fenomeno
della mercificazione di questa preziosa
risorsa. Tuttavia, credere che l’acqua debba
essere considerata un bene economico e
che la logica del mercato permetterà di
risolvere i problemi di
penuria e di mal
distribuzione della risorsa
è un modo semplicistico
di guardare al problema,
che non tiene conto dei
limiti ecologici imposti
dal ciclo idrico, né di
quelli economici dettati
dalla povertà. Il pericolo
della mercificazione
dell’acqua è di ridurre il
suo valore a quello
commerciale e la sua
gestione in un business,
creando le premesse per
negarne l’accesso a tutti
coloro che non hanno le disponibilità
economiche per comprarla.
Questa logica economicista si scontra
con il principio d’equità e con l’idea
che l’acqua è un diritto universale che
deve essere garantito a tutti, a
prescindere dal reddito.
Nel 2006 l’ONU ha sottolineato come la
questione di fondo non sia la scarsità,
bensì la povertà ed i meccanismi di
potere, fonti di disuguaglianza sociale
e di discriminazione nell’accesso ai beni
comuni. In altre parole, se tante persone
non hanno accesso all’acqua potabile è
perché sono povere.
L’acqua è ormai diventata
un territorio di
conquista e un grosso
affare per le imprese
p r iva t e. L’ a t t u a l e
industria dell’acqua è
dominata da poche
corporations, che da
sole controllano più di
due terzi del mercato
mondiale delle risorse
idriche con operazioni
in circa 130 paesi.
Il dominio di queste
multinazionali Ë reso
possibile dal sostegno che
hanno ricevuto dai propri
governi, dalla Commissione Europea e da altre
istituzioni come la Banca mondiale, il Fondo
Monetario Internazionale e l’Organizzazione
Mondiale del Commercio, che impongono la
privatizzazione e la commercializzazione
di numerosi beni e servizi come condizione
per accedere ad aiuti economici e
concedono prestiti per lo sviluppo di
infrastrutture idriche e igienico-sanitarie.
Attualmente solo una piccola percentuale
dei servizi idrici del mondo è totalmente
in mano ai privati, ma, anche quando si
parla di “partenariato pubblico-privato”, sono
i partner privati a fare la parte del leone,
con una conseguente perdita di autorità
degli enti governativi, i quali non riescono
più ad imporre standard minimi di
disponibilità o di qualità dell’acqua.
Oltre alla fornitura del servizio, il mercato
dell’acqua ha trovato un'altra strada per
lucrare sulla scarsità idrica:
l’imbottigliamento delle acque minerali.
Si tratta di una delle industrie a crescere
più rapidamente nel mondo ed una
delle meno regolate.
Tra i maggiori protagonisti di questo
business ci sono: Danone (del cui gruppo
fa parte la Ferrarelle) e Nestlè (del cui gruppo
fanno parte San Pellegrino e Terrier Vittel).
Sono seguite da Pepsi Cola e Coca-Cola.
Il consumo d’acqua in bottiglia è in continuo
aumento: basti pensare che all’inizio degli
anni Novanta solo 50 milioni di persone
pagavano per comprare acqua imbottigliata,
mentre oggi questo numero supera i 300
milioni.
Inoltre la maggior parte dell’acqua viene
confezionata in bottiglie di plastica,
causando un enorme spreco energetico, sia
per trasformare il petrolio in plastica sia
per la gestione dei rifiuti prodotti.
Fonti: unimondo.org, leonardoboff.wordpress.com, esseoesse.net, nonsprecare.it
L'Italia ha il primato del consumo idrico in
Europa e detiene il terzo posto nella
classifica mondiale, dopo Stati Uniti e Canada,
con oltre 900 metri cubi di prelievo d'acqua
annuo procapite. Nonostante le numerose
sorgenti presenti sul territorio nazionale, è anche
tra i più grandi consumatori al mondo
d’acqua in bottiglia ed è al primo posto per
la produzione, con 287 marchi e 12 miliardi
di litri imbottigliati ogni anno.
Ma il problema maggiore risiede nella cattiva
gestione e negli sprechi, che in certe zone
toccano le soglie del 40%, legati a sistemi idrici
obsoleti e inefficienti.
La situazione varia da regione a regione e i
dualismi tra sistemi all’avanguardia e sistemi
abbandonati si sono accentuati. Nel frattempo,
il servizio idrico è diventato un’industria,
con un enorme incremento degli azionisti e
delle società per azioni che gestiscono acquedotti.
Questo ha portato nel 2009 ad approvare il
decreto Ronchi che, con il pretesto di uniformare
la gestione dei servizi pubblici alle
richieste della Commissione
europea, ha privatizzato i
ser vizi pubblici locali,
compresa la gestione delle
risorse idriche. Tale legge, in
teoria, è stata abrogata dal referendum
del 2011, tuttavia siamo ormai nel
2016, ma la questione in tante città
d’Italia resta aperta: molti comuni
non si sono adeguati, venendo
meno all’impegno di restituire
all’acqua il suo status di “bene pubblico”.
• Applicate un riduttore di flusso ai
rubinetti, per risparmiare fino al 30 per
cento di acqua.
• Quando vi lavate tenete aperto il
rubinetto solo per il tempo necessario.
• Acquistate elettrodomestici di classe
A+ progettati per consumare meno
acqua.
• Usate lavatrice e lavastoviglie a pieno
carico e pulite periodicamente il filtro.
Evitate lavaggi in lavatrice a temperature
molto elevate: le temperature intorno ai
50 gradi sono più che sufficienti e fanno
durare di più i tessuti.
• Lavate piatti, frutta e verdura in una
bacinella e usate l’acqua corrente solo
per il risciacquo.
• Riutilizzate l’acqua adoperata per
lavare le verdure per innaffiare le piante.
• Innaffiate le piante di sera: dopo il
tramonto l’acqua evapora più lentamente.
• In bagno, scegliete uno sciacquone
con lo scarico a doppio pulsante.
Oppure lasciate una bottiglia chiusa
piena d’acqua nella vaschetta dello
scarico, che occupando spazio ridurrà
il volume dello scarico.
• Riusate l'acqua calda di
cottura della pasta per
pulire una padella molto
unta.
• Fate un controllo
periodico chiudendo tutti
i rubinetti: se il contatore gira
lo stesso, c’è una perdita.
Marija Zlatic ha 86 anni,
vive in un paesino della
Serbia orientale in una
capanna di fango, indossa
abiti consumati e ha poche
vettovaglie con le quali
prepararsi da mangiare.
Vive con una pensione di
65 euro al mese.
Eppure è improvvisamente
diventata ricca: ha
ereditato più di 600mila euro dopo
la morte del marito, avvenuta cinque
anni fa. Ma Marija ha rinunciato ai soldi
per continuare a vivere di quel poco
che possiede.
Tutto iniziò quando, da giovane, si era
trasferita con il marito in Australia. Era
il 1956. Lui lavorava come falegname,
mentre Marija dopo due anni fu
costretta a far rientro in Serbia per
accudire la madre malata. E lì rimase,
senza mai più rivederlo, sebbene i
contatti fra i due coniugi non si sono
mai interrotti. L’uomo, nel frattempo
è diventato milionario, ha acquistato
diversi allevamenti di bestiame che, al
momento della morte, ammontano a
circa 3 milioni di dollari.
Cinque anni fa l’uomo muore e, appreso
del decesso, Marija si fa aiutare da un
vicino a mettersi in contatto con
l’ambasciata australiana. Così scopre di
aver ereditato circa 800mila dollari.
Lei, però, dona tutto il denaro alla
comunità nella quale vive. “Non ho
bisogno di denaro - spiega - per me è sufficiente
avere pane, acqua e legna per l’inverno. Dove
sono destinata ad andare a breve non avrò
bisogno di soldi, così li ho dati via. Gli altri
ne hanno bisogno più di me”.
Fervono i preparativi presso l'Istituto
Missionari Saveriani di Salerno per
l'allestimento dell'undicesima Mostra
Interculturale. Gli spazi saranno aperti al
pubblico a partire dal prossimo 7 Marzo.
Ogni anno migliaia di studenti e cittadini
visitano la mostra, ideata e realizzata dai
Missionari e dai Laici Saveriani, in
collaborazione con la Diocesi di Salerno
Campagna Acerno, attraverso l'Ufficio
Migrantes ed il Centro Missionario. Per il
secondo anno consecutivo ha aderito
all'iniziativa la Rete Radiè Resh.
Il titolo della mostra di quest’anno è “Il
confine... lo spazio che unisce”.
In un momento in cui si mette in discussione
la libera circolazione degli individui in
Europa, in un’epoca in cui si rialzano i muri
e si cerca di respingere la speranza di un
futuro di pace sia ai profughi che scappano
dalle guerre sia ai migranti alla ricerca di una
vita migliore, con questa mostra si vuole
aprire uno spazio di riflessione sul tema
dell’accoglienza e del diritto alla libera
circolazione dei popoli.
Non cedendo all'idolatria dei confini - dichiarano
i promotori - si può immaginare un mondo in cui
il confine diventi finalmente luogo di incontro,
esperimento concreto di dialogo tra culture, lingue e
tradizioni differenti.
Il percorso della mostra è stato immaginato
per proporre al visitatore uno spazio di
riflessione sia rispetto ai propri confini
interiori sia ai confini geografici, al fine di
evitare che entrambi diventino delle barriere.
La mostra sarà inaugurata Sabato 27
Febbraio e resterà aperta dal 7 Marzo al 16
Aprile. Per informazioni: Marta Chiaradonna
3474572235; Antonio Bonifacio
3289352868; Pietro Ravallese 3471083991.
Per prenotazioni da parte di gruppi e
scolaresche: Sig.ra Nuccia 3804631560.
Istituto Saveriano Missioni Estere, via Fra
Giacomo Acquaviva 4, Salerno.
Difendi la Vita è un Video
Contest, promosso dal
Comitato Marcia per la
Vita, sul tema della difesa
e del valore della vita,
contro la cultura di morte
dilagante nella nostra
società.
I partecipanti dovranno
realizzare un video della durata massima
di 3 minuti. Sono ammesse tutte le
tecniche audiovisive: dal cartone animato
alla keep/stop motion, dal filmato girato in
modo amatoriale con il cellulare al video in
alta risoluzione.
Si potranno inviare video fino alle ore
24.00 del 29 febbraio 2016.
A partire dal 2 marzo i video ammessi
saranno caricati sull’apposito canale YouTube
ufficiale della Marcia per la Vita: Video
contest - Difendi la Vita. Ogni utente
social potrà condividere e segnalare con un
Like il video prescelto. Il numero dei Like
costituirà parte del punteggio di ogni video.
Il Contest è aperto a tutti. Si può partecipare
singolarmente o in gruppo.
I partecipanti dovranno compilare un form
di iscrizione, scaricabile dal sito
www.marciaperlavita.it, indicando il percorso
url e/o il link da dove scaricare il Video
(Dropbox o Google Drive).
Si può inviare un solo video per ciascun
partecipante e/o gruppo di partecipanti.
La Commissione sarà composta dal
Comitato della Marcia
per la Vita, che procederà
all’assegnazione del
p u n t e g g i o, p e r u n
massimo di 100 punti, di
cui:
- 30 punti al video che ha
ottenuto il mag gior
numero di Like. Per gli altri,
il punteggio sarà proporzionale rispetto al
video più votato.
- Fino a 70 punti sulla base dei seguenti
criteri: originalità (fino a 20 punti); creatività
(fino a 20 punti); coerenza con le finalità e il tema
del contest (fino a 30 punti).
I video saranno valutati preventivamente
alla pubblicazione per verificarne la
conformità ai requisiti del contest e l’idoneità
alla pubblicazione online. Saranno inoltre
esclusi o rimossi i video per i quali vi siano
stati comportamenti scorretti sulla raccolta
dei Like.
La premiazione avverrà a Roma, l’8
maggio 2016, al termine della Marcia per
la Vita.
1° Classificato: riceverà un viaggio per 2
persone alla March for Life di Washington
del 21 gennaio 2017.
2° Classificato: riceverà un viaggio per 2
persone alla Marcia per la vita di Parigi 2017.
3° Classificato: riceverà un viaggio per 2
persone alla Marcia per la Vita di Roma
2017.
Info: [email protected]
L’iniziativa è stata
lanciata lo scorso Natale
dalla Commissione
diocesana Nuovi Stili di vita
di Padova.
Durante l’anno
giubilare, invece che
tanti inutili oggetti,
doniamo calore
u m a n o, a f f e t t o,
perdono. L’invito è
molto concreto e chi lo
accoglie può prendersi
un impegno preciso.
Di fronte all’aumento della povertà
relazionale, è bene impegnarci a regalare
relazioni umane.
L’invito è proiettato sull’anno giubilare.
Spiega padre Adriano Sella, coordinatore
della Commissione Nuovi Stili di vita:
“Il rapporto Censis 2014 sulla situazione sociale
ha evidenziato come la solitudine sia diventata
strutturale nella vita degli italiani, rivelando che
siamo sempre più poveri di relazioni umane.
Per questo invitiamo a non fare i soliti regali,
che aumentano i tanti oggetti che possediamo
nelle nostre vite, bensì a offrire un regalo speciale:
relazioni umane di misericordia”.
Le sette relazioni di
misericordia suggerite
sono:
1. Ridare il saluto
alla persona verso
cui senti rancore;
2. Offrire un sorriso
a chi ti giudica
male;
3. Stringere la mano
a coloro che si
s e n t o n o
discriminati;
4. Donare un
abbraccio a chi si sente ferito;
5. Porgere le mani a coloro che si
sentono fragili;
6. Rivolgere una parola di solidarietà
a chi si sente solo e abbandonato;
7. Fermarsi a guardare il volto
dell'altro per riconoscere il volto di
Dio incarnato.
L’iniziativa è nata in territorio padovano,
ma può essere accolta dalle diocesi che
la volessero imitare, in modo da rendere
concreta la proposta molto forte di Papa
Francesco per l’anno giubilare
straordinario sulla misericordia.
In occasione del Giubileo, Papa
Francesco ci incoraggia a compiere
opere di misericordia, al fine di
ottenere l’indulgenza plenaria. Le
opere di misericordia, infatti, aprono
la strada per il Paradiso!
Come possiamo, noi in Italia mettere in
pratica quest’opera di misericordia?
Potremmo mettere da parte un piccolo
contributo ogni mese, ad esempio sprecando
meno acqua, e ciò che risparmiamo possiamo
donarlo a una delle tante associazioni che
costruiscono pozzi in Africa. Oppure
possiamo adottare un bambino a distanza o
diventare volontari presso una mensa dei
poveri. E non dimentichiamo che non esiste
soltanto la sete di acqua, c’è anche in questo
mondo, da parte di tanti, una urgente e
disperata sete d’amore che chiede di essere
soddisfatta!
Ciò che abbiamo udito e conosciuto e ciò che i nostri
padri ci hanno raccontato, non lo terremo nascosto ai
nostri figli. Diremo alle generazioni che verranno le
lodi del Signore, la sua potenza e le meraviglie che
egli ha compiuto (Sal 78,3-4).
Ogni comunità di cristiani deve impegnarsi a trasmettere,
attraverso una buona catechesi, le ragioni della propria
fede, speranza e carità, agli uomini del nostro tempo.
Come può la gente, distratta da mille preoccupazioni
e sviata da tanti messaggi di cattivi maestri,
approfondire il mistero di Dio così come ci è stato
svelato da Gesù Cristo, se nessuno ne parla? E come
conoscere Gesù, Unico Salvatore del mondo, se le
bocche dei cristiani rimangono cucite? Lo stesso uomo
che Dio ha destinato a essere santo e a formare un
solo corpo con Cristo, rimane uno sconosciuto se ci
fermiamo solo a una questione di consumismo.
(...)E’ necessario che i cristiani e le varie comunità si
presentino al mondo come veri testimoni di ciò che
annunciano e come persone che sanno amare,
comprendere e rispettare la buona fede di tutti.
I nostri Vescovi ci hanno messo in mano un ottimo
sussidio: Il Catechismo della Chiesa Cattolica, nella
sua edizione ufficiale che è stata poi suddivisa in altre
a seconda delle varie categorie di persone: bambini,
preadolescenti, adolescenti, giovani, adulti.
Oggi su una cosa dobbiamo convincerci e insistere noi
cattolici: è necessario insegnare, in chiesa e fuori chiesa,
con gli scritti e con tutti i mezzi di comunicazione
sociale compresa l’internet, così da poter arrivare a
tutti, ai distratti e a quelli che cercano, e non sono
pochi, a quelli che vogliono e a quelli che non vogliono,
perché Cristo deve regnare. E’ necessario che regni!
(donbosco-torino.it)