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PAG. 3: Vincere il dolore cronico - La musica che scaccia il dolore. - A Napoli un centro di cura all’avanguardia. - Gli antidolorifici naturali. - Centri medici di terapia del dolore in Campania. PAG. 8: Semi di speranza Il viaggio della rosa - Poesia di Angela Monica Scarfiello PAG. 9: Francesco Ascolta Onlus Aiuto alle famiglie in difficoltà. PAG. 10: Speciale - Gocce di vita - Risparmiare acqua... Ecco perché. - Pratiche umane e guerre per l’acqua. - Bene economico o diritto fondamentale? Il business dell’acqua. - L’Italia e la gestione della risorsa idrica. - Come ridurre la bolletta dell’acqua. PAG. 15: Esempi da imitare - Eredita una fortuna e dona tutto in beneficenza. PAG. 16: Eventi dalle associazioni - “Il confine... lo spazio che unisce” Mostra Saveriani. - “Dipendenze conoscere per combatterle” La Scuola della Carità. - “Marcia per la vita 2016”. Video contest “Difendi la vita”. - “Le domeniche della salute” Visite gratuite (Rotary club Cava dei Tirreni) PAG. 21: Le opere di misericordia - Regaliamo relazioni umane di misericordia. - Dare da bere agli assetati. - Insegnare agli ignoranti. Giornale periodico a distribuzione gratuita di informazione sulle attività di volontariato e solidarietà. Numero 31 - Febbraio/Marzo 2016, Registrato presso il Tribunale di Salerno in data 10/10/2006, registrazione N. 30/06. Sede: via Casa Greco, 1 - Coperchia (Pellezzano - SA); [email protected], www.gruppoaiutando.net Direttore: Mirella Fuccella Hanno collaborato a questo numero: Rita Biggio, Franco De Domenico, Ugo Reggiani, Angela Monica Scarfiello Grafica e impaginazione: Mirella Fuccella Ogni genere di collaborazione prestata ad “Aiutando” è a titolo gratuito. Il giornale è redatto a cura dell’Associazione di Volontariato “Comunicazione & Solidarietà”. Attività dell’associazione, unitamente alla pubblicazione di “Aiutando”, sono: la creazione di una rete di contatti tra le associazioni di volontariato, l’organizzazione di eventi di beneficenza, convegni, mostre, promozione della cultura della solidarietà. La musica, sappiamo, può aiutare molto in tanti momenti, anche difficili. Ci si innamora con il sottofondo delle canzoni, si festeggiano le grandi occasioni con le melodie più allegre, ma si dice anche “canta che ti passa!”, e in tanti casi di depressione, di difficoltà esistenziali o anche di malattie psichiche, l’ascolto della musica può rivelarsi un toccasana. Infatti, la musicoterapia, l’arte di unire le melodie alla cura di mali soprattutto psichici, ormai si è affermata anche a livello clinico, e non trova praticamente contestazioni. Ormai è assodato che ascoltare, ma anche ballare o suonare può fare molto bene, in tanti casi di malattia e di difficoltà. Ma sembrava che la terapia dei suoni fosse dedicata soprattutto a disturbi dell’umore, della personalità, delle relazioni con gli altri. L’ultima frontiera della musicoterapia è però addirittura di sostituire, o di affiancarsi ai farmaci antidolorifici: una vera cura contro il dolore, che è stata sperimentata in particolare a Cleveland, U.S.A., con un’ora di ascolto al giorno, della musica preferita da ogni paziente, di qualsiasi genere. E’ stato provato che, con questa pratica così piacevole, efficace e, aggiungiamo, anche economica e priva di effetti collaterali, il dolore diminuisce notevolmente e si possono affrontare soprattutto casi di dolore cronico, una malattia spesso addirittura invalidante o comunque di una certa gravità. Ci sono già esperimenti molto seri e documentati che testimoniano l’efficacia della musicoterapia contro il dolore: la Cleveland Clinic Foundation (USA) ha sottoposto 30 pazienti a un’ora di musica al giorno, con il controllo di altri 30 che non l’ascoltavano. Il risultato? Una diminuzione del dolore fino al 21%, e una diminuzione dei sintomi della depressione ad esso legata di ben il 25%. Infatti, è provato che il dolore cronico causi anche disagi psicologici e depressioni, ma * segue la musica può appunto migliorare il tono generale psicofisico della persona, con una migliore qualità della vita. Sembra che non ci siano generi musicali più adatti di altri, ma che si possa dare libera scelta alla persona che soffre dolori anche forti: la diminuzione dei sintomi è stata registrata con ogni tipo di musica, anche se per alcuni scopi specifici, ad esempio nelle sale operatorie, si reputa che sia più adatta quella classica o New Age. L’Università di Granada ha anch’essa sperimentato su 60 pazienti, affetti da fibromialgia, l’ascolto di musica associato a una voce rilassante. Non sono quindi esempi isolati, ma si tratta di una sperimentazione che si sta facendo strada, e che apre nuove frontiere nell’approccio a un problema così diffuso e invalidante come il dolore cronico. Forse possiamo già pensare a prendere, invece di un’aspirina o di un antidolorifico, una buona dose di canzoni, di sinfonie, o di musica rilassante: una medicina alla portata di tutti, e che risulterà senz’altro molto piacevole. Far dialogare la cultura medica sia con quella psico-pedagogica sia con quella artistico-musicale è il principio sul quale si fonda il Master di primo livello in Musicoterapia che si sta svolgendo presso il conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno. Il percorso di studi, della durata di due anni, è un corso di alta formazione articolato in lezioni di musica, seminari di psicologia e di medicina, esperienze praticoespressive e tirocini. Al master partecipano studenti, educatori, docenti, insegnanti di sostegno, insegnanti di musica, dotati di competenze di base nel settore. “Il musicoterapeuta - spiega il docente D’Errico - deve essere un musicista o quanto meno deve saper trasmettere il linguaggio musicale, ben diverso da quello verbale, deve inoltre possedere delle capacità empatiche, così da entrare in contatto con persone che hanno particolari difficoltà”. Il corso mira alla formazione di professionisti in grado di operare in strutture di assistenza per persone diversamente abili, per anziani, in centri di riabilitazione, in comunità per tossicodipendenti, scuole pubbliche o private e in diverse realtà di animazione sociale. Le persone affette da dolore cronico sono in Italia circa un quarto della popolazione. Essi troppo spesso non trovano nella medicina risposte efficaci e si convincono di essere costretti a soffrire all’infinito... Ma non per tutti è così: presso l’ospedale Monaldi di Napoli già da alcuni anni viene infatti proposta una terapia capace di dare grandi risultati. “Abbiamo pazienti dal sud Italia, dalla Calabria, dalla Basilicata, ma ancora di più dal nord e dal Lazio in particolare” spiega in un’intervista a retenews24 il dottor Alfonso Papa, presidente dell’associazione ISAL di Napoli e direttore dell’Unità operativa di terapia antalgica del Monaldi, una struttura all’avanguardia nella cura del dolore. Primi in Italia per la stimolazione del ganglio. Nel reparto è possibile effettuare terapie farmacologiche, analgesia e anestesia locoregionale, tecniche chirurgiche, terapia fisica, neuromodulazione e ozonoterapia. A questi si aggiunge un nuovo sistema per il trattamento del dolore neuropatico cronico, che il Monaldi è la prima struttura italiana, e tra le poche in Europa, ad aver adottato. Si tratta dell’impianto di un neurostimolatore, che invia impulsi elettrici ad una struttura anatomica all’interno del midollo spinale, chiamata ganglio della radice dorsale. Il ganglio è un centro del nostro corpo che elabora i segnali nervosi diretti al cervello e, grazie a questa stimolazione elettrica, il dolore viene bloccato efficacemente. Fino a poco tempo fa era difficile trattare con metodi tradizionali i casi di lesione nervosa come, ad esempio, le neuropatie successive a un intervento al piede, ad una gamba, alla schiena oppure le algie inguinali o toraciche. “Oggi invece è possibile l’uso di questa nuova tecnica e le indicazioni sono proprio le sindromi dolorose croniche causate da lesioni del sistema nervoso periferico” spiega il dottor Papa, che è inoltre impegnato con l’associazione ISAL nel diffondere la cultura della cura del dolore. “La difficoltà maggiore forse è proprio questa: - dice - spesso le persone con dolore cronico non sanno che ci sono specialisti a cui rivolgersi e cosÏ si mettono a girare tra neurologi, chirurghi e altri medici senza trovare risposta e, addirittura, senza che venga loro consigliato di venire da noi”. Costituitasi nel 2012, l’associazione realizza corsi di formazione e di aggiornamento rivolti a medici di terapia del dolore e di altre specialità. L’intento è creare dal basso una rete che sappia prendersi carico dei bisogni dei pazienti. E poi c’è la solidarietà, con spettacoli di beneficenza, messi in scena al fine di raccogliere fondi per realizzare degli ambulatori anche in zone disagiate del nostro territorio. 1) Zenzero per il dolore muscolare: da una ricerca danese il 63% dei pazienti ha trovato benefici in due mesi. Infatti, un potente composto all’interno dello zenzero blocca gli ormoni legati al dolore. Il dosaggio raccomandato in base allo studio: aggiungi 1-2 cucchiaini al giorno di zenzero tritato, durante i pasti. 2) Chiodi di garofano per il mal di denti: masticando delicatamente un chiodo di garofano sulla parte dolorante è possibile alleviare il dolore a denti e gengive per due ore di seguito, dicono i ricercatori UCLA. 3) Ciliegie per mal di testa e dolori articolari: consigliata una tazza di ciliegie al giorno. La ricerca dell’East Lansing’s Michigan State University, rivela che le antocianine, i composti che danno il colore rosso alla ciliegia, sono antinfiammatori 10 volte più forti di ibuprofene e aspirina. 4) Yogurt per la sindrome premestruale: mangiare 2 tazze di yogurt al giorno può ridurre questi sintomi del 48%. “Lo yogurt è ricco di calcio, un minerale che calma naturalmente il sistema nervoso, utile nella prevenzione dei sintomi dolorosi, anche quando gli ormoni sono in continuo mutamento”, spiega Mary Jane Minkin, professore di ginecologia all’Università di Yale. 5) Curcuma per il dolore cronico: gli studi dimostrano come la curcuma sia tre volte più efficace per alleviare il dolore di aspirina, ibuprofene o naprossene, e contribuisce ad alleviare il dolore cronico per il 50% di persone con artrite e fibromialgia, secondo i ricercatori della Cornell University. La dose raccomandata: 1/4 di cucchiaino in ogni piatto che prepariamo. * segue In Campania sono presenti i seguenti Centri di terapia del dolore: (dati tratti dal sito governativo salute.gov.it) Avellino - U.O. Fisiopatologia del dolore e cure palliative Loc. Contrada Amoretta - tel: 0825 203069 - (081 203111); Benevento - U.O. Terapia del dolore e cure palliative - Via D e l l ' A n g e l o , 1 - Te l : 0824.57406; Caserta - U.O.S.D. Terapia del dolore - Via Palasciano Tel: 0823 232074; Napoli - S.S.D. Terapia del dolore e cure palliative - Via Della Croce Rossa, 8 - Tel: 081.2205555; Napoli - Reparto terapia antalgica - Via Leonardo Bianchi - Tel: 081 7064137; Napoli - U.O.S.D. Terapia del dolore - Via G. Quagliariello, 54 - Tel: 081 5908362; Napoli - - U.O.C. Cure palliative e Terapia del dolore - Via A. Cardarelli - Tel: 0817472312; Salerno - S.S.D. Terapia antalgica - Via S. Leonardo, 1 - Tel: 089.672032. 6) Ananas per i disturbi digestivi: una tazza di ananas fresco al giorno può ridurre il gonfiore intestinale entro 72 ore, dicono i ricercatori della California’s University di Stanford. L’ananas contiene enzimi proteolitici, coadiuvanti della digestione, che accelerano la degradazione delle proteine che causano dolore nello stomaco e nell’intestino tenue. 7) Menta per rilassare i muscoli: un bagno caldo profumato con 10 gocce di olio di menta piperita rilassa i muscoli e aiuta a calmare i nervi. Una combinazione che può alleviare i crampi muscolari, del 25% più efficace degli analgesici OTC. 8) Uva contro il mal di schiena Recenti studi presso la Ohio State University suggeriscono di mangiare una tazza di uva al giorno per rilassare i vasi sanguigni ristretti, migliorando il flusso di sangue ai tessuti danneggiati della schiena. 9)L’acqua in aiuto alle lesioni Che si tratti di dolori ai piedi, alle ginocchia o spalle, gli esperti del New York’s College di Manhattan, dicono che si può dare inizio alla ripresa in una settimana bevendo 8-12 bicchieri d’acqua al giorno. L’acqua diluisce e aiuta ad eliminare l’istamina, che scatena il dolore dei tessuti lesi. L’acqua è un elemento chiave della cartilagine che ammortizza le estremità delle ossa, il fluido lubrificante delle articolazioni e i dischi molli della colonna vertebrale. 10) Mirtillo per le infezioni delle vie urinarie: mangiare una tazza di mirtilli al giorno, o berne il succo, può ridurre il rischio di infezione del tratto urinario del 60%, secondo i ricercatori della Rutgers University nel New Jersey. 11) Miele per le affezioni della bocca: per le afte e l’herpes applicare miele quattro volte al giorno può curare fino al 43% più velocemente rispetto all’uso di una crema, dicono i ricercatori del Medical Center specializzato di Dubai, Emirati Arabi Uniti. 12) Caffè per migliorare l’effetto degli antidolorifici: il caffé aumenta l’efficacia degli antidolorifici del 40%. Gli esperti dicono che la caffeina stimola il rivestimento dello stomaco ad assorbire meglio gli antidolorifici. La musicoterapia riesce a calmare tanti tipi diversi di dolore anche perché gli dà una voce, la musica è una forma di espressione universale che viene ancora prima della parola. Ecco perché le applicazioni della musicoterapia vanno dal trattamento dell’autismo infantile alle psicosi, dai disturbi del comportamento alimentare ai risvegli dopo il coma, dal morbo di Alzheimer alla depressione. E’ stato inoltre osservato che ascoltare musica in gravidanza può aiutare a prevenire problemi nello sviluppo del bambino, ad esempio quelli legati alla dislessia. L’associazione Francesco Ascolta Onlus di Bellizzi che da sempre si occupa della famiglia, ha organizzato il giorno 2 gennaio 2016, in collaborazione con l’assessorato alle Pari Opportunità e alle Politiche Sociali, un’asta di beneficenza, il cui ricavato è stato donato sotto forma di buoni spesa, a sei famiglie particolarmente disagiate del nostro comune. L’evento si è tenuto presso il Centro Sociale in Piazza Europa a Bellizzi ed hanno partecipato anche varie associazioni amiche, donando oggetti e acquistandone altri. Tra le donazioni anche opere d’arte appositamente create per l’evento, tra le più belle un alberello in legno molto originale e un quadro dipinto a quattro mani da due cari amici artisti responsabili di un’associazione culturale e di un’accademia per l’arte. Tra gli intervenuti, il nostro sindaco Mimmo Volpe e molti assessori comunali. Le famiglie destinatarie degli aiuti sono state avvisate quando i buoni erano stati stampati e la loro sorpresa e gratitudine ci hanno dimostrato quanto sia necessario ricordarsi sempre di chi vive situazioni difficili e cercare di dare una mano per attenuarle. Il 6 gennaio abbiamo organizzato una raccolta di giocattoli per i bambini meno fortunati ed anche in quella circostanza la generosità di tanti amici ci ha commosso. Tanti i giocattoli donati per maschietti e femminucce, i destinatari sono stati i bambini del nostro comune e dei paesi limitrofi. La nostra società sta vivendo momenti molto difficili e la povertà dilaga, per questo le associazioni di volontariato sono chiamate ad essere osservatori attenti e promotori di iniziative continue di solidarietà. Le famiglie non possono essere lasciate sole perché la disperazione potrebbe prevalere e creare situazioni dannose, specie per la crescita serena dei figli. La nostra associazione ha ricevuto il premio internazionale 2016 “In Caritate Servire” offerto dal Dott. Vincenzo Mallamaci e dalla sua associazione di volontariato missionario “E... Ti porto in Africa...” presso il Santuario di Getsemani a Capaccio Paestum, premio offerto a coloro che si dedicano ai fratelli meno fortunati attraverso varie concrete iniziative di solidarietà. Che bisogna chiudere il rubinetto quando l’acqua non serve lo sappiamo tutti... ma visto che l’acqua “costa poco” perché è così importante il risparmio idrico? Avere a disposizione acqua corrente, potabile e pulita, nella quantità che desideriamo e in ogni momento, è per noi un fatto scontato. In realtà è un grande privilegio, di cui non ci rendiamo conto. L'acqua dolce ci serve per bere, cucinare e lavarci. Secondo l'ONU per queste necessità ognuno di noi ha bisogno di una quantità di acqua che oscilla tra i 20 e i 50 litri al giorno. Il consumo medio italiano pro-capite di acqua per uso domestico è invece di 250 litri al giorno, cioè cinque volte la quantità indicata dall'ONU: si tratta di una delle medie più alte al mondo! Nel mondo una persona su sei, (ben 1,1 miliardi di persone), non ha accesso alla quantità minima d'acqua quotidiana. Il 20% degli abitanti del nostro pianeta non ha abbastanza acqua per vivere. Mentre 1,7 milioni sono le persone che muoiono ogni anno a causa della mancanza d’acqua pulita: ogni 8 secondi un bambino perde la vita perché ha bevuto acqua contaminata e circa la metà di coloro che vivono nei paesi in via di sviluppo sono affette da malattie legate all’inquinamento delle fonti idriche. Eppure il nostro pianeta è ricchissimo di acqua! Sulla Terra esistono circa 1,4 miliardi di chilometri cubici d’acqua tra oceani, laghi, fiumi, ghiacciai e falde acquifere, ma la parte utilizzabile dall’uomo è minima. Soltanto lo 0,003%, localizzata in fiumi e laghi, rappresenta la disponibilità reale d’acqua dolce per usi domestici e produttivi. Tuttavia, se questa fosse distribuita equamente sul pianeta, ce ne sarebbe a sufficienza per tutti. Invece, meno di dieci paesi si dividono il 60% delle risorse idriche naturali: Brasile, Russia, Cina, Canada, Indonesia, USA, India, Colombia, Zaire. All’estremo opposto il Kuwait e il Bahrein dispongono di risorse d’acqua quasi inesistenti, e in tutta l’Africa settentrionale la scarsità d’acqua è un fattore endemico. Non tutte le acque, inoltre, sono idonee al medesimo impiego. L’acqua da bere deve e s s e r e p o t ab i l e , m a a c a u s a dell’inquinamento, la sua disponibilità è in continuo calo. Persino l’acqua piovana è tutt’altro che sicura, arrivando in certi luoghi ad essere tossica. La scarsità d’acqua non è dovuta solo a ragioni fisiche, ma soprattutto a motivazioni di carattere umano: tipo di società, situazione demografica, grado di urbanizzazione, attività economiche, situazione geopolitica. L’acqua, infatti, può essere trattata come merce, come risorsa, come bene comune o privato. I diversi livelli di domanda e di consumo d’acqua variano da regione a regione, indipendentemente dalla disponibilità di acqua presente sul territorio. Non sorprende quindi che la maggior parte del consumo avvenga nel ricco Occidente, dove circa il 70% del prelievo risponde al bisogno di appena l’11% della popolazione e che, talvolta, a lamentarsi della scarsa disponibilità idrica non siano realtà soggette alla siccità, ma regioni in cui non esiste una vera cultura dell’acqua. Inoltre, a parità di risorse, alcuni paesi riescono ad adattarsi, mentre altri, per mancanza di adeguate strutture di prelievo, faticano a soddisfare il fabbisogno di tutti i settori. Così accade che l’abbondante disponibilità si traduca in spreco e inquinamento della risorsa, che viene restituita alla natura in forma inutilizzabile e inquinante. Oggi, il valore crescente dell’acqua e le preoccupazioni per la sua qualità e quantità, stanno avvicinando l’acqua al petrolio e ad altre risorse strategiche. Il suo controllo può diventare str umento di dominazione politica ed economica e può contribuire all’emergere di conflittualità nazionali o internazionali. Maggiormente a rischio sono alcune regioni del Medio Oriente, dell’Africa settentrionale e del Sud-Est asiatico, per le quali l’acqua rappresenta un bene strategico per la sopravvivenza della nazione. A livello internazionale i tentativi di sfruttamento unilaterale delle risorse di un fiume o di una falda, portati avanti in assenza di leggi e trattati internazionali, generano l’aumento di tensioni tra i paesi. A livello interno, invece, l’iniquità d'accesso alle fonti dovuta al processo di privatizzazione, causa forme di violenza contro il governo e contro i gruppi più avvantaggiati e scontri tra interessi contrastanti. Oggi il dibattito sull’uso dell’acqua potabile si sta concentrando attorno al fenomeno della mercificazione di questa preziosa risorsa. Tuttavia, credere che l’acqua debba essere considerata un bene economico e che la logica del mercato permetterà di risolvere i problemi di penuria e di mal distribuzione della risorsa è un modo semplicistico di guardare al problema, che non tiene conto dei limiti ecologici imposti dal ciclo idrico, né di quelli economici dettati dalla povertà. Il pericolo della mercificazione dell’acqua è di ridurre il suo valore a quello commerciale e la sua gestione in un business, creando le premesse per negarne l’accesso a tutti coloro che non hanno le disponibilità economiche per comprarla. Questa logica economicista si scontra con il principio d’equità e con l’idea che l’acqua è un diritto universale che deve essere garantito a tutti, a prescindere dal reddito. Nel 2006 l’ONU ha sottolineato come la questione di fondo non sia la scarsità, bensì la povertà ed i meccanismi di potere, fonti di disuguaglianza sociale e di discriminazione nell’accesso ai beni comuni. In altre parole, se tante persone non hanno accesso all’acqua potabile è perché sono povere. L’acqua è ormai diventata un territorio di conquista e un grosso affare per le imprese p r iva t e. L’ a t t u a l e industria dell’acqua è dominata da poche corporations, che da sole controllano più di due terzi del mercato mondiale delle risorse idriche con operazioni in circa 130 paesi. Il dominio di queste multinazionali Ë reso possibile dal sostegno che hanno ricevuto dai propri governi, dalla Commissione Europea e da altre istituzioni come la Banca mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e l’Organizzazione Mondiale del Commercio, che impongono la privatizzazione e la commercializzazione di numerosi beni e servizi come condizione per accedere ad aiuti economici e concedono prestiti per lo sviluppo di infrastrutture idriche e igienico-sanitarie. Attualmente solo una piccola percentuale dei servizi idrici del mondo è totalmente in mano ai privati, ma, anche quando si parla di “partenariato pubblico-privato”, sono i partner privati a fare la parte del leone, con una conseguente perdita di autorità degli enti governativi, i quali non riescono più ad imporre standard minimi di disponibilità o di qualità dell’acqua. Oltre alla fornitura del servizio, il mercato dell’acqua ha trovato un'altra strada per lucrare sulla scarsità idrica: l’imbottigliamento delle acque minerali. Si tratta di una delle industrie a crescere più rapidamente nel mondo ed una delle meno regolate. Tra i maggiori protagonisti di questo business ci sono: Danone (del cui gruppo fa parte la Ferrarelle) e Nestlè (del cui gruppo fanno parte San Pellegrino e Terrier Vittel). Sono seguite da Pepsi Cola e Coca-Cola. Il consumo d’acqua in bottiglia è in continuo aumento: basti pensare che all’inizio degli anni Novanta solo 50 milioni di persone pagavano per comprare acqua imbottigliata, mentre oggi questo numero supera i 300 milioni. Inoltre la maggior parte dell’acqua viene confezionata in bottiglie di plastica, causando un enorme spreco energetico, sia per trasformare il petrolio in plastica sia per la gestione dei rifiuti prodotti. Fonti: unimondo.org, leonardoboff.wordpress.com, esseoesse.net, nonsprecare.it L'Italia ha il primato del consumo idrico in Europa e detiene il terzo posto nella classifica mondiale, dopo Stati Uniti e Canada, con oltre 900 metri cubi di prelievo d'acqua annuo procapite. Nonostante le numerose sorgenti presenti sul territorio nazionale, è anche tra i più grandi consumatori al mondo d’acqua in bottiglia ed è al primo posto per la produzione, con 287 marchi e 12 miliardi di litri imbottigliati ogni anno. Ma il problema maggiore risiede nella cattiva gestione e negli sprechi, che in certe zone toccano le soglie del 40%, legati a sistemi idrici obsoleti e inefficienti. La situazione varia da regione a regione e i dualismi tra sistemi all’avanguardia e sistemi abbandonati si sono accentuati. Nel frattempo, il servizio idrico è diventato un’industria, con un enorme incremento degli azionisti e delle società per azioni che gestiscono acquedotti. Questo ha portato nel 2009 ad approvare il decreto Ronchi che, con il pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici alle richieste della Commissione europea, ha privatizzato i ser vizi pubblici locali, compresa la gestione delle risorse idriche. Tale legge, in teoria, è stata abrogata dal referendum del 2011, tuttavia siamo ormai nel 2016, ma la questione in tante città d’Italia resta aperta: molti comuni non si sono adeguati, venendo meno all’impegno di restituire all’acqua il suo status di “bene pubblico”. • Applicate un riduttore di flusso ai rubinetti, per risparmiare fino al 30 per cento di acqua. • Quando vi lavate tenete aperto il rubinetto solo per il tempo necessario. • Acquistate elettrodomestici di classe A+ progettati per consumare meno acqua. • Usate lavatrice e lavastoviglie a pieno carico e pulite periodicamente il filtro. Evitate lavaggi in lavatrice a temperature molto elevate: le temperature intorno ai 50 gradi sono più che sufficienti e fanno durare di più i tessuti. • Lavate piatti, frutta e verdura in una bacinella e usate l’acqua corrente solo per il risciacquo. • Riutilizzate l’acqua adoperata per lavare le verdure per innaffiare le piante. • Innaffiate le piante di sera: dopo il tramonto l’acqua evapora più lentamente. • In bagno, scegliete uno sciacquone con lo scarico a doppio pulsante. Oppure lasciate una bottiglia chiusa piena d’acqua nella vaschetta dello scarico, che occupando spazio ridurrà il volume dello scarico. • Riusate l'acqua calda di cottura della pasta per pulire una padella molto unta. • Fate un controllo periodico chiudendo tutti i rubinetti: se il contatore gira lo stesso, c’è una perdita. Marija Zlatic ha 86 anni, vive in un paesino della Serbia orientale in una capanna di fango, indossa abiti consumati e ha poche vettovaglie con le quali prepararsi da mangiare. Vive con una pensione di 65 euro al mese. Eppure è improvvisamente diventata ricca: ha ereditato più di 600mila euro dopo la morte del marito, avvenuta cinque anni fa. Ma Marija ha rinunciato ai soldi per continuare a vivere di quel poco che possiede. Tutto iniziò quando, da giovane, si era trasferita con il marito in Australia. Era il 1956. Lui lavorava come falegname, mentre Marija dopo due anni fu costretta a far rientro in Serbia per accudire la madre malata. E lì rimase, senza mai più rivederlo, sebbene i contatti fra i due coniugi non si sono mai interrotti. L’uomo, nel frattempo è diventato milionario, ha acquistato diversi allevamenti di bestiame che, al momento della morte, ammontano a circa 3 milioni di dollari. Cinque anni fa l’uomo muore e, appreso del decesso, Marija si fa aiutare da un vicino a mettersi in contatto con l’ambasciata australiana. Così scopre di aver ereditato circa 800mila dollari. Lei, però, dona tutto il denaro alla comunità nella quale vive. “Non ho bisogno di denaro - spiega - per me è sufficiente avere pane, acqua e legna per l’inverno. Dove sono destinata ad andare a breve non avrò bisogno di soldi, così li ho dati via. Gli altri ne hanno bisogno più di me”. Fervono i preparativi presso l'Istituto Missionari Saveriani di Salerno per l'allestimento dell'undicesima Mostra Interculturale. Gli spazi saranno aperti al pubblico a partire dal prossimo 7 Marzo. Ogni anno migliaia di studenti e cittadini visitano la mostra, ideata e realizzata dai Missionari e dai Laici Saveriani, in collaborazione con la Diocesi di Salerno Campagna Acerno, attraverso l'Ufficio Migrantes ed il Centro Missionario. Per il secondo anno consecutivo ha aderito all'iniziativa la Rete Radiè Resh. Il titolo della mostra di quest’anno è “Il confine... lo spazio che unisce”. In un momento in cui si mette in discussione la libera circolazione degli individui in Europa, in un’epoca in cui si rialzano i muri e si cerca di respingere la speranza di un futuro di pace sia ai profughi che scappano dalle guerre sia ai migranti alla ricerca di una vita migliore, con questa mostra si vuole aprire uno spazio di riflessione sul tema dell’accoglienza e del diritto alla libera circolazione dei popoli. Non cedendo all'idolatria dei confini - dichiarano i promotori - si può immaginare un mondo in cui il confine diventi finalmente luogo di incontro, esperimento concreto di dialogo tra culture, lingue e tradizioni differenti. Il percorso della mostra è stato immaginato per proporre al visitatore uno spazio di riflessione sia rispetto ai propri confini interiori sia ai confini geografici, al fine di evitare che entrambi diventino delle barriere. La mostra sarà inaugurata Sabato 27 Febbraio e resterà aperta dal 7 Marzo al 16 Aprile. Per informazioni: Marta Chiaradonna 3474572235; Antonio Bonifacio 3289352868; Pietro Ravallese 3471083991. Per prenotazioni da parte di gruppi e scolaresche: Sig.ra Nuccia 3804631560. Istituto Saveriano Missioni Estere, via Fra Giacomo Acquaviva 4, Salerno. Difendi la Vita è un Video Contest, promosso dal Comitato Marcia per la Vita, sul tema della difesa e del valore della vita, contro la cultura di morte dilagante nella nostra società. I partecipanti dovranno realizzare un video della durata massima di 3 minuti. Sono ammesse tutte le tecniche audiovisive: dal cartone animato alla keep/stop motion, dal filmato girato in modo amatoriale con il cellulare al video in alta risoluzione. Si potranno inviare video fino alle ore 24.00 del 29 febbraio 2016. A partire dal 2 marzo i video ammessi saranno caricati sull’apposito canale YouTube ufficiale della Marcia per la Vita: Video contest - Difendi la Vita. Ogni utente social potrà condividere e segnalare con un Like il video prescelto. Il numero dei Like costituirà parte del punteggio di ogni video. Il Contest è aperto a tutti. Si può partecipare singolarmente o in gruppo. I partecipanti dovranno compilare un form di iscrizione, scaricabile dal sito www.marciaperlavita.it, indicando il percorso url e/o il link da dove scaricare il Video (Dropbox o Google Drive). Si può inviare un solo video per ciascun partecipante e/o gruppo di partecipanti. La Commissione sarà composta dal Comitato della Marcia per la Vita, che procederà all’assegnazione del p u n t e g g i o, p e r u n massimo di 100 punti, di cui: - 30 punti al video che ha ottenuto il mag gior numero di Like. Per gli altri, il punteggio sarà proporzionale rispetto al video più votato. - Fino a 70 punti sulla base dei seguenti criteri: originalità (fino a 20 punti); creatività (fino a 20 punti); coerenza con le finalità e il tema del contest (fino a 30 punti). I video saranno valutati preventivamente alla pubblicazione per verificarne la conformità ai requisiti del contest e l’idoneità alla pubblicazione online. Saranno inoltre esclusi o rimossi i video per i quali vi siano stati comportamenti scorretti sulla raccolta dei Like. La premiazione avverrà a Roma, l’8 maggio 2016, al termine della Marcia per la Vita. 1° Classificato: riceverà un viaggio per 2 persone alla March for Life di Washington del 21 gennaio 2017. 2° Classificato: riceverà un viaggio per 2 persone alla Marcia per la vita di Parigi 2017. 3° Classificato: riceverà un viaggio per 2 persone alla Marcia per la Vita di Roma 2017. Info: [email protected] L’iniziativa è stata lanciata lo scorso Natale dalla Commissione diocesana Nuovi Stili di vita di Padova. Durante l’anno giubilare, invece che tanti inutili oggetti, doniamo calore u m a n o, a f f e t t o, perdono. L’invito è molto concreto e chi lo accoglie può prendersi un impegno preciso. Di fronte all’aumento della povertà relazionale, è bene impegnarci a regalare relazioni umane. L’invito è proiettato sull’anno giubilare. Spiega padre Adriano Sella, coordinatore della Commissione Nuovi Stili di vita: “Il rapporto Censis 2014 sulla situazione sociale ha evidenziato come la solitudine sia diventata strutturale nella vita degli italiani, rivelando che siamo sempre più poveri di relazioni umane. Per questo invitiamo a non fare i soliti regali, che aumentano i tanti oggetti che possediamo nelle nostre vite, bensì a offrire un regalo speciale: relazioni umane di misericordia”. Le sette relazioni di misericordia suggerite sono: 1. Ridare il saluto alla persona verso cui senti rancore; 2. Offrire un sorriso a chi ti giudica male; 3. Stringere la mano a coloro che si s e n t o n o discriminati; 4. Donare un abbraccio a chi si sente ferito; 5. Porgere le mani a coloro che si sentono fragili; 6. Rivolgere una parola di solidarietà a chi si sente solo e abbandonato; 7. Fermarsi a guardare il volto dell'altro per riconoscere il volto di Dio incarnato. L’iniziativa è nata in territorio padovano, ma può essere accolta dalle diocesi che la volessero imitare, in modo da rendere concreta la proposta molto forte di Papa Francesco per l’anno giubilare straordinario sulla misericordia. In occasione del Giubileo, Papa Francesco ci incoraggia a compiere opere di misericordia, al fine di ottenere l’indulgenza plenaria. Le opere di misericordia, infatti, aprono la strada per il Paradiso! Come possiamo, noi in Italia mettere in pratica quest’opera di misericordia? Potremmo mettere da parte un piccolo contributo ogni mese, ad esempio sprecando meno acqua, e ciò che risparmiamo possiamo donarlo a una delle tante associazioni che costruiscono pozzi in Africa. Oppure possiamo adottare un bambino a distanza o diventare volontari presso una mensa dei poveri. E non dimentichiamo che non esiste soltanto la sete di acqua, c’è anche in questo mondo, da parte di tanti, una urgente e disperata sete d’amore che chiede di essere soddisfatta! Ciò che abbiamo udito e conosciuto e ciò che i nostri padri ci hanno raccontato, non lo terremo nascosto ai nostri figli. Diremo alle generazioni che verranno le lodi del Signore, la sua potenza e le meraviglie che egli ha compiuto (Sal 78,3-4). Ogni comunità di cristiani deve impegnarsi a trasmettere, attraverso una buona catechesi, le ragioni della propria fede, speranza e carità, agli uomini del nostro tempo. Come può la gente, distratta da mille preoccupazioni e sviata da tanti messaggi di cattivi maestri, approfondire il mistero di Dio così come ci è stato svelato da Gesù Cristo, se nessuno ne parla? E come conoscere Gesù, Unico Salvatore del mondo, se le bocche dei cristiani rimangono cucite? Lo stesso uomo che Dio ha destinato a essere santo e a formare un solo corpo con Cristo, rimane uno sconosciuto se ci fermiamo solo a una questione di consumismo. (...)E’ necessario che i cristiani e le varie comunità si presentino al mondo come veri testimoni di ciò che annunciano e come persone che sanno amare, comprendere e rispettare la buona fede di tutti. I nostri Vescovi ci hanno messo in mano un ottimo sussidio: Il Catechismo della Chiesa Cattolica, nella sua edizione ufficiale che è stata poi suddivisa in altre a seconda delle varie categorie di persone: bambini, preadolescenti, adolescenti, giovani, adulti. Oggi su una cosa dobbiamo convincerci e insistere noi cattolici: è necessario insegnare, in chiesa e fuori chiesa, con gli scritti e con tutti i mezzi di comunicazione sociale compresa l’internet, così da poter arrivare a tutti, ai distratti e a quelli che cercano, e non sono pochi, a quelli che vogliono e a quelli che non vogliono, perché Cristo deve regnare. E’ necessario che regni! (donbosco-torino.it)