Comunicato stampa 2016 - giornata mondiale

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Comunicato stampa 2016 - giornata mondiale
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Comunicato stampa
Giornata Mondiale dell’Autismo 2016
Bellinzona, 16 marzo 2016
Il Discorso pronunciato dal Capoufficio della pedagogia speciale del Canton Ticino
in occasione della presentazione della giornata mondiale dell’Autismo 2016.
Gentile Sig.ra Leila Guscio, Presidente del Consiglio Comunale di Bellinzona,
Gentile Sig.ra Patrizia Berger, Presidente di Autismo Svizzera Italiana,
Gentile Signora Lucia Valentini D’Urso, Responsabile del Movimento Artistico Ticinese,
Egregio Avv. Alberto Agustoni, Presidente del Consiglio di Fondazione ARES,
Egregio Dr. Gianluca Magnolfi, Presidente della Tavola Rotonda del Canton Ticino per
l’Autismo,
Gentili giornaliste, egregi giornalisti,
a nome della scuola ho il compito di illustrare obiettivi e contenuti della mattinata di
conferenze dal titolo “Apprendimento e autismo” che si terrà il 2 aprile durante la giornata
mondiale dell’Autismo.
Permettetemi una piccola premessa.
Nella scuola si sostiene da sempre l’inclusione scolastica del maggior numero di
bambini. Per poterlo fare con qualità è necessario considerare con attenzione gli sviluppi
individuali e l’unicità di ogni singolo bambino.
Il bambino con autismo è prototipico di questa eterogeneità e unicità del singolo
bambino, anche se tutti questi bambini presentano caratteristiche comuni, definite nei
manuali nosografici del DSM e dell’ICD, tanto è vero che si parla spesso di spettro
autistico per tentare di rendere giustizia a profili e potenziali evolutivi particolarmente
eterogenei.
È ormai riconosciuto che il confronto con i pari può costituire un supporto notevole allo
sviluppo di questi bambini, a patto che ci sia stato un inquadramento diagnostico, che
oltre a stabilire una diagnosi, permetta di profilare correttamente punti forti e fragilità del
bambino stesso, aspetto questo fondamentale per permettere alla scuola di fare un
lavoro di senso, attuando gli accorgimenti pedagogico – didattici più opportuni.
Le difficoltà a livello sociale, di comunicazione e di comportamenti adattivi del bambino
con autismo costituiscono l’elemento di maggiore difficoltà nella loro inclusione nella
scuola ordinaria e al contempo gli assi su cui costruire un intervento scolastico mirato al
loro profilo, perché nell’interazione sociale, nella comunicazione con i pari e con gli adulti
e nei comportamenti adattivi più o meno disturbanti, troviamo gli spunti su cui
programmare un intervento educativo a supporto dell’inserimento scolastico; ciò porta ad
affermare che non c’è una modalità di presa a carico generalizzabile a tutti i bambini con
autismo, ma va considerata un’individualizzazione mirata del loro percorso scolastico
centrato su un programma che consideri risorse e fragilità del bambino con autismo; c’è
chi parla infatti di autismi o di spettro autistico proprio per segnalare l’estrema variabilità
di comportamenti sintomatici in frequenza ed intensità all’interno dei tre assi citati.
La mattina della giornata mondiale sull’Autismo del 2 aprile prevede quindi delle
conferenze su “Autismo e apprendimento” e si svilupperà in due parti:
-
una prima parte di carattere più teorico che cercherà di evidenziare le caratteristiche del
bambino con autismo, i suoi punti forti e i suoi punti deboli, le strategie psicoeducative
che favoriscono il consolidamento dei punti forti, il contenimento delle fragilità all’interno
di una strutturazione importante del contesto di apprendimento e la creazione delle
condizioni che favoriscono l’emersione di nuove competenze.
Questa parte tratterà quindi:
- della programmazione didattica,
- dell’organizzazione e la strutturazione degli spazi, dei tempi e delle attività in classe,
- della didattica specializzata ai bisogni dell’allievo autistico, che prende spunto in gran
parte dagli approcci comportamentisti e cognitivisti di abilitazione, riabilitazione quali
ABA, Denver, TEACCH, …
- del ruolo del gruppo classe quale risorsa (tutoring, apprendimento cooperativo,
conoscenza dell’autismo, lavorare su competenze pro sociali,…);
-
una seconda parte, nella quale si affronterà più direttamente la realtà ticinese; da un lato
si presenterà la posizione della scuola dell’obbligo nei confronti dell’inclusione e
dell’integrazione, dall’altra si esemplificheranno alcune situazioni di presa a carico
attualmente in atto sul territorio, che cercano di tradurre le indicazioni che emergono
dalle attuali conoscenze sull’autismo.
Partendo dall’esempio di presa a carico scolastico si cercherà di mostrare le attuali forme
organizzative possibili nell’ambito dell’attuale legislazione, rinforzata dalla nuova Legge
sulla pedagogia speciale del 2011 che meglio permette di adattare un percorso
scolastico alle risorse del bambino.
In questo senso i dati a nostra disposizione che sono in ogni caso parziali e in
evoluzione, ci dicono che la diagnosi sempre più precoce permette una presa a carico
psicoeducativa sempre più tempestiva, che è, in generale, premessa di massimizzazione
delle potenzialità evolutive dei bambini con autismo, fermo restando quanto sopra
dichiarato e cioè di un’estrema variabilità dei profili di questi bambini.
Tra le varie forme organizzative, e grazie alla nuova Legge sulla pedagogia speciale, è
possibile sostenere percorsi inclusi, perlomeno nella prima parte della scolarità
obbligatoria, permettendo a un numero crescente di bambini con autismo di frequentare
un percorso regolare, sostenuto anche da misure individuali di pedagogia speciale
(operatore di sostegno specializzato). Queste misure in termini di risorse umane portano
le competenze di didattica specializzata, che permettono di apportare gli opportuni
accorgimenti a sostenere la frequenza del percorso regolare.
L’eterogeneità dei bambini tra autismo ad alto funzionamento e basso funzionamento
necessiterà per taluni dei percorsi molto individualizzati che continueranno a essere
garantiti dalla scuola speciale. Sarà l’intervento precoce e l’inclusione nella prima parte
della scolarità obbligatoria a permettere, si auspica, un sempre maggior numero di
bambini con autismo in grado di svolgere un percorso nella scuola ordinaria.
In conclusione terminerei con una citazione tratta dal libro di Schopler e Mesibov (1992)
dedicato alle persone autistiche ad “alto funzionamento” che riporta il pensiero di un
ragazzo autistico:
“Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che è normale
per altre persone non è normale per me e quello che io ritengo normale non lo è per gli altri.
In un certo senso sono mal equipaggiato per sopravvivere in questo mondo, come un
extraterrestre che si sia perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia
personalità è rimasta intatta. La mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande
valore e significato nella vita e non desidero essere guarito da me stesso.
Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo
diversi l’uno dall’altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del
vostro. Interrogatevi sulle vostre convinzioni, definite le vostre posizioni.
Lavorate con me per costruire ponti tra noi”.
Prendendo a prestito le parole di questo ragazzo, concludo dicendo che la scuola sta
cercando di costruire questi ponti, in ogni caso è ciò che cerca di fare la scuola ticinese
giorno dopo giorno per permettere al bambino con autismo, come ad ogni altro bambino,
di sviluppare al meglio le proprie potenzialità.