[ STORIA DI COPERTINA]

Transcript

[ STORIA DI COPERTINA]
[ storia di copertina ]
Mettiamoci tutti
47 anni, laurea
alla Bocconi,
10 anni
di esperienza
come consulente
aziendale,
nel 1998 fonda Gi
Group, oggi primo
gruppo italiano
nei servizi per
il lavoro con una
quota di mercato
dell’11%.
La società
è presente in 10
Paesi e ha un giro
d’affari 2010
di 800 milioni. Ha
scelto di dedicare
il 2011 ai giovani
con una serie
di iniziative (www.
gigroup.it/
giovani). La
prossima il 16
maggio a Milano:
una giornata
dedicata al futuro
del lavoro e ai
lavori del futuro.
foto: carlos jones illustrazioni: francesco bongiorni
Stefano
Colli-Lanzi
14 copertina
2c_ec19_014-019-Coverstory-L.indd 14
26/04/11 19.48
al
lavoro
giovani/1 La disoccupazione tra gli under 25 sfiora il 30%. Ma voltare pagina si può,
secondo Stefano Colli-Lanzi di Gi Group. Puntando sull’apprendistato e sbloccando le uscite.
di Zornitza Kratchmarova
C’
è chi lo chiama «fattore G», G come
giovani: è l’incidenza
degli under 25 sul mercato del
lavoro nazionale. I dati Istat sono impietosi: nella fascia d’età
15-24 la disoccupazione sfiora
il 30% contro una media Ue
pari al 19,9%. Come dire: in
Italia sono quasi uno su tre i
ragazzi che non trovano lavoro.
Ma per Stefano Colli-Lanzi, 47
anni, amministratore delegato e
titolare della maggioranza delle quote di Gi Group, il primo
gruppo italiano nei servizi per
il lavoro, con un giro d’affari
2010 di 800 milioni di euro e
una quota di mercato dell’11%,
alle spalle delle multinazionali Adecco (14%) e Manpower
(13%), è il momento di voltare pagina. E alla vigilia del 1°
maggio, festa dei lavoratori, attraverso le pagine di Panorama
Economy, lancia un appello:
«Bisogna rivedere le regole del
gioco per dare un futuro ai nostri figli» dice Colli-Lanzi, lui
stesso padre di cinque ragazzi,
di cui tre in affido, e ideatore dell’«anno dei giovani», il
programma Gi Group messo a
punto proprio per incentivare
l’ingresso nel mercato del lavoro
di neodiplomati e neolaureati
attraverso percorsi di selezione
«accelerati». «Il primo passo
sarà riformare l’apprendistato,
la cui efficacia attuale è assai
limitata visto che solo il 20%
dei contratti viene confermato
contro l’80% e più della Germania».
Per il ministro dell’Economia
Giulio Tremonti, la colpa è anche
dei giovani: non vogliono fare
«certi lavori a certe condizioni».
Una semplice provocazione?
Non direi. Nel nostro Paese
la cultura del lavoro manuale
sta scemando. Gli stessi istituti
tecnico-professionali non sempre sono adeguati e, quel che
è peggio, sono percepiti come
adatti solo a chi non ha voglia
di studiare. Vanno riformati pure
quelli. E la politica deve fare la
sua parte.
Non la sta facendo?
Apprezzo il lavoro svolto dal
ministro del Lavoro, Maurizio
Sacconi, che sta portando avanti una riforma proprio dell’apprendistato. Il decreto delegato
è pronto. Ora ci sarà la consultazione con Regioni e parti sociali.
Ma si può fare molto di più.
Che cosa?
Oggi l’intera flessibilità del
mercato del lavoro è scaricata
su chi tenta di entrare. Il meccanismo in uscita è rigido, per
non dire blindato. Con ovvie
copertina 15
2c_ec19_014-019-Coverstory-L.indd 15
26/04/11 19.48
[ storia di copertina ]
competenze ai raggi x
Il bilancio delle competenze
si fa in tre mosse:
valutazione del percorso
formativo e professionale;
autoanalisi delle capacità
(sapere fare); check della
personalità (sapere essere).
obiettivi precisi...
... e realizzabili. Una laurea
in materie umanistiche
per chi vuole lavorare nelle
risorse umane non basta.
Ci vogliono un master/corso
di specializzazione e una
esperienza all’estero.
canali «giusti»
Internet, annunci cartacei,
agenzie per il lavoro, società
di ricerca, enti pubblici e
social network. I canali per
trovare lavoro sono tanti,
ma per ciascun profilo c’è
quello giusto. Va trovato.
occhio al curriculum
Non dilungarsi oltre le due
pagine. Soffermarsi sulle
ambizioni lavorative. Fare
una lettera di presentazione
solo se il profilo non è
strettamente congruente
con la posizione offerta.
conseguenze anche sul fronte
della produttività.
In che senso?
In Italia ci sono milioni di
persone impiegate che non fanno nulla, o quasi. E nessuno si
azzarda a intervenire. Basterebbe
una legge. Ma non avrebbe certo
grande popolarità...
E i sindacati?
Alcuni, non tutti, hanno una
responsabilità enorme. Non si
rendono conto di essere anacronistici e autoreferenziali. Le
garanzie vanno bene, ma fino
a un certo punto. Qui si rischia
la paralisi.
Il giuslavorista Pietro Ichino
(senatore pd) ha lanciato l’idea
del contratto unico per le assunzioni a tempo indeterminato.
Che ne pensa?
La proposta di Ichino è assai
articolata e va studiata nei dettagli. Parla tra l’altro di trattamento
complementare di disoccupazione «alla scandinava», di contribuzione figurativa per i periodi
di disoccupazione, di assistenza
nel mercato del lavoro...
Ma il mercato del lavoro sta
ripartendo o no?
La ripresa c’è e gli ultimi dati
parlano di una crescita sostenuta
Di che cosa si tratta?
È un indice, elaborato da Gi
Group su base semestrale, che
dedica un focus specifico agli
under 31. Nell’ultima rilevazione, fatta tra ottobre 2010 e
aprile 2011, si è attestato a quota
39,98% contro il 38,23% registrato nell’edizione precedente.
Nonostante tutto?
Proprio così. E bisogna approfittarne. Perché i giovani non
sono fannulloni per definizione.
Da un sondaggio Nextplora
per Panorama Economy risulta
che il contratto a tempo indeterminato è il più ambito da chi
è in cerca di prima occupazione.
Che ne pensa?
Non mi stupisce. Ma va fatto un salto culturale. Stabilità
non significa posto fisso a vita.
Significa semmai perenne condizione di occupabilità, quella
che gli anglosassoni chiamano
«employability».
Che differenza c’è?
Enorme. Quello che conta è
avere le competenze giuste per
rimanere sempre agganciati al
INDICE COMPLESSIVO DELLA FIDUCIA
DEI GIOVANI UNDER 30
38,98%
mercato del lavoro. Ed è questa
la sfida su cui si giocherà il futuro
dei giovani (e non solo).
La «generazione mille euro»
non c’è più. La busta paga di chi
è al primo impiego è di 823 euro
netti al mese. Ma c’è anche chi
non ci arriva nemmeno. È così?
Direi di sì. Ma va detta una
cosa.
Prego.
I salari bassi riflettono l’improduttività del nostro Paese. Le
imprese sono piene di persone
che fanno poco e non hanno
risorse da liberare per le nuove
leve.
Anche le assunzioni a tempo
indeterminato sono una chimera. Tutto lavoro per voi. O no?
Nel 2010 il mercato delle
agenzie per il lavoro è ripartito.
Tant’è che come Gi Group abbiamo recuperato quanto perso
nel 2009 (200 milioni di euro,
ndr) e per il 2011 abbiamo ottime
prospettive di crescita. Ma quello
che pochi sanno è che spesso
siamo proprio noi ad assumere
a tempo indeterminato.
Intende il personale che lavora nelle vostre agenzie?
Non solo. Il cosiddetto «staff
leasing» cresce a doppia cifra an-
SUDDIVISO PER AREE GEOGRAFICHE:
NORD EST
44,07%
NORD OVEST
40,18%
SUDDIVISO PER SESSO:
a prova di colloquio
Essere coerenti. Evitare
atteggiamenti aggressivi,
informali o peggio passivi.
Non mentire. Scegliere
l’abbigliamento giusto
e mantenere la calma.
firmo o non firmo?
Prima di firmare chiarire
tutti i dubbi sulla posizione
offerta, l’inquadramento, le
previsioni di crescita e altro.
soprattutto sul fronte manifatturiero, economia «verde», alimentare e alberghiero. E anche l’indice di fiducia sta migliorando.
infografica: mirco tangherlini
Come mettersi
all’opera
CENTRO
39,96%
SUD
41,49%
UOMINI
37,85%
35,05%
DONNE
FONTE: GI GROUP PER PANORAMA ECONOMY
16 copertina
2c_ec19_014-019-Coverstory-L.indd 16
26/04/11 19.48
no su anno. In pratica noi assumiamo a tempo indeterminato
personale che poi somministriamo alle varie aziende clienti. E
l’idea sarebbe di fare lo stesso
anche con l’apprendistato. Legge
permettendo, è ovvio.
In che senso?
Oggi chi ricorre all’apprendistato lo fa perlopiù con una
logica di breve periodo: punta
al risparmio retributivo e fiscale. Mentre la formazione resta
al palo, o quasi. La logica va invertita. E le agenzie per il lavoro
potrebbero essere lo strumento
giusto per farlo.
Come?
Potremmo essere noi ad assumere gli apprendisti da dare
alle aziende con l’obbligo però
di seguire in presa diretta la loro
formazione.
Quanto incidono le agenzie
sul mercato del lavoro?
Nel 2010 abbiamo fatto lavorare tra gli 800 mila e il milione
di persone. In termini tecnici si
parla di circa 200 mila full-time
equivalent (Fte). Con una avvertenza: ogni posto full-time è
coperto in genere da 4-5 persone.
In che cosa consiste l’«anno
dei giovani» targato Gi Group?
È «First», la prima filiale dedicata alle persone in cerca di
prima occupazione. La filialepilota ha aperto a Milano, in viale
Tunisia 30. E il successo è stato
immediato. Tanto che entro l’anno arriveremo ad aprire altre sette
filiali in tutta Italia, una per ciascuna area geografica Gi Group.
E pure su Facebook (facebook.
com/GiGroupSpa), dove è possibile consultare in tempo reale
le offerte disponibili, i contatti
E
sono centinaia al giorno.
41,08%
57,16%
Patrick De Bonis
Paese:
Età:
47,66%
39,81%
DIPLOMA
FIDUCIA NEL MERCATO
DEL LAVORO
33,38%
FIDUCIA NELLA PROPRIA
SITUAZIONE PERSONALE
37,94%
SCUOLA DELL’OBBLIGO
Germania
25
il salto inaspettato
Avrebbe dovuto fare l’operaio generico. Si è
ritrovato impiegato nell’ufficio commerciale
di un’azienda italiana con sede a Düsseldorf.
«Nonostante non abbia alle spalle un percorso
di studi specifico» dice. «La sua candidatura è
arrivata al momento giusto» ribattono dalla
sede tedesca di Gi Group. Il contratto è di sei
mesi con possibilità di assunzione diretta.
l’under 30
ha più fiducia
L’ultimo indice
complessivo della
fiducia dei giovani
under 30, realizzato
da Gi Group tra
ottobre 2010
e aprile 2011,
si attesta a quota
39,98%.
Nel semestre
precedente era
fermo al 38,23%.
Lily Duan
Paese:
Età:
Cina
28
l’offerta giusta
Con una laurea in economia all’Università di
Shijiazhuang, e una precedente esperienza in
ambito commerciale, ha trovato posto come
buyer alla Ningbo Bravo. «Alla Gi Group hanno
incrociato le mie aspettative, esigenze ed
esperienze prima di sottopormi un’offerta»
racconta. E proprio quella si è rivelata giusta.
Dopo due colloqui, è arrivato il contratto.
FIDUCIA NELLA
PROPRIA AZIENDA
LAUREA
III
Gi Group ha effettuato una decina di
acquisizioni all’estero. L’ultima è quella
della società inglese right4staff. Ecco
le testimonianze di tre giovani, assunti
in Germania, Cina e Brasile.
Quale?
SUDDIVISO PER TITOLO DI STUDIO:
%
storie di giovani
Da Düsseldorf a San Paolo
Le iniziative sono numerose.
A cominciare dai Gi Day, vere
e proprie fiere del lavoro, che
mettono in contatto domanda
e offerta. Con un approccio mirato. Il 31 marzo a Milano, per
esempio, c’erano 12 aziende in
cerca di personale e ben 10-12
candidati preselezionati dai nostri consulenti per ciascuna posizione aperta. E porteremo il Gi
Day anche in altre città: Napoli,
Torino, Pescara sono solo alcune.
Abbiamo organizzato presso la
nostra sede anche diversi convegni, uno sulla formazione, un
altro sull’apprendistato, e altri
ne organizzeremo. Ma la vera
novità è un’altra.
21,70%
FIDUCIA NELLE
ISTITUZIONI
Vanessa De Paula Yusiasu
Paese:
Età:
Brasile
29
una carriera sprint
Con un Mba all’Università di San Paolo, nel
2007 è stata chiamata a partecipare alla
selezione per una posizione di responsabilità
nell’ufficio risorse umane di una
multinazionale. «Non avevo tutta l’esperienza
richiesta, ma l’azienda decise di puntare su di
me». Non prima di averla sottoposta a sei
colloqui. In 4 anni è stata promossa 2 volte.
copertina 17
2c_ec19_014-019-Coverstory-L.indd 17
26/04/11 19.48
[ ATTUALITÀ ]
[ storia di copertina/il sondaggio ]
Sogni e bisogni
I
da disoccupato
DA QUANTO TEMPO CERCHI LAVORO?
16-24 ANNI
ambito. Anche tra i giovanissimi. Il
campione è dato da 510 persone tra i 16 e i 34 anni, di cui 258 in cerca di prima occupazione. E ancora: la
maggioranza degli interpellati cerca
lavoro da almeno tre mesi optando il
giovani alla prova del mercato del
lavoro. Da un sondaggio Nextplora
realizzato online in esclusiva per
Panorama Economy tra il 15 e il 18
aprile 2011 risulta che il contratto a
tempo indeterminato resta il più
IN CHE MODO SI CERCA LAVORO?
HO TERMINATO GLI STUDI E SONO IN CERCA
DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE
SONO UNO/A STUDENTE/STUDENTESSA IN CERCA
DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE
25-34 ANNI
DA 1 A 3 MESI
29
28
ANNUNCI SU INTERNET
80
DA 3 A 6 MESI
26
16
68
CONTATTO LE AZIENDE CHE MI INTERESSANO
36
DA 6 MESI A 1 ANNO
27
17
PUOI INDICARCI CHE TIPO DI CONTRATTO
TI INTERESSA IN QUESTO MOMENTO?
HO TERMINATO GLI STUDI E SONO IN CERCA
DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE
SONO UNO/A STUDENTE/STUDENTESSA IN CERCA
DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE
19
CONTRATTO DA DIPENDENTE A TEMPO INDETERMINATO PART TIME
37
4
SEGNALAZIONI DI AMICI/CONOSCENTI
9
30
DA PIÙ DI 3 ANNI
QUALI SONO LE RAGIONI CHE TI HANNO
PORTATO A RIFIUTARE L’OFFERTA DI LAVORO?
HO TERMINATO GLI STUDI E SONO IN CERCA
DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE
SONO UNO/A STUDENTE/STUDENTESSA IN CERCA
DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE
CONTRATTO DI APPRENDISTATO
3
3
CONTRATTO DI COLLABORAZIONE OCCASIONALE
2
2
AZIENDE DI LAVORO INTERINALE
13
26
6
42
33
13
NON OFFRIVA GARANZIE PER IL FUTURO
26
CONTRATTO DI COLLABORAZIONE A PROGETTO
4
5
28
24
ANNUNCI SU QUOTIDIANI/RIVISTE
LA RETRIBUZIONE PROPOSTA ERA TROPPO BASSA
LAVORATORE AUTONOMO (P.IVA)
5
6
CAREER DAYS (EVENTI NEI QUALI LE AZIENDE SI PRESENTANO AL PUBBLICO)
15
21
13
35
17
14
2
32
DA 2 A 3 ANNI
39
CONTRATTO DA DIPENDENTE A TEMPO DETERMINATO PART TIME
UNIVERSITÀ
13
58
10
11
35
38
DA 1 A 2 ANNI
9
CONTRATTO DA DIPENDENTE A TEMPO INDETERMINATO FULL TIME
CONTRATTO DA DIPENDENTE A TEMPO DETERMINATO FULL TIME
AGENZIE DI LAVORO/UFFICI DI COLLOCAMENTO
19
IL LUOGO DI LAVORO ERA TROPPO DISTANTE DA DOVE VIVO
23
7
LA POSIZIONE NON MI INTERESSAVA
22
TI È CAPITATO DI DOVER RIFIUTARE
OFFERTE DI LAVORO?
17
IL CONTRATTO DI LAVORO ERA UNO STAGE/TIROCINIO
44
22
21
ALTRO
4
1
ERA POCO GRATIFICANTE/APPAGANTE
19
23
SI
56
NO
FONTE:
2 ATTUALITÀ
18 copertina
2c_ec19_014-019-Coverstory-L.indd 18
26/04/11 19.48
ha avuto questo tipo di contratto.
Infine, conoscenze informatiche e
attitudini personali sono considerati
dai giovani atout indispensabili per
superare un colloquio. E c’è chi
scommette anche sull’estetica.
chi è in cerca di prima occupazione,
il 38% li considera utili solo in parte
(«così così», «poco» o addirittura
«per nulla»). è curiosa poi l’assenza
pressoché totale dell’apprendistato:
solo il 4% di chi ha svolto un tirocinio
almeno una o più offerte. I motivi:
retribuzione troppo bassa o
inesistente, nessuna garanzia per il
futuro, posizione poco interessante e
così via. In generale stage e tirocini
suscitano non poche perplessità. Tra
più delle volte per internet quale
canale più appropriato. Altra
caratteristica: il 20% circa di chi è in
cerca di prima occupazione non ha
mai sostenuto un colloquio. Mentre
tra chi l’ha fatto il 44% ha rifiutato
QUALI SONO A TUO PARERE
I CRITERI/PRINCIPI ADOTTATI DALLE
AZIENDE NELLA FASE DI SELEZIONE
PER UNA PRIMA OCCUPAZIONE?
SECONDO TE COME SI PUÒ FAVORIRE UN
MAGGIORE INCONTRO TRA DOMANDA
E OFFERTA DI PRIMA OCCUPAZIONE IN ITALIA?
FAVORIRE IL RICAMBIO GENERAZIONALE
42
IN CERCA DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE
(AD ES. PREPENSIONAMENTI)
STUDENTI NON IN CERCA DI UN’OCCUPAZIONE
SOSTEGNO ALL’IMPRENDITORIALITÀ GIOVANILE
36
FLESSIBILITÀ E DISPONIBILITÀ (TRASFERTE, ORARI DI LAVORO...)
48
44
AVER FATTO ESPERIENZE LAVORATIVE PRECEDENTI OCCASIONALI
45
CONFRONTO TRA I CRITERI CHE
DOVREBBERO ESSERE CONSIDERATI IN FASE
DI COLLOQUIO SECONDO IL PUNTO DI VISTA
DEI GIOVANI
CRITERI/PRINCIPI PREVALENTI SECONDO GLI INTERVISTATI
CRITERI/PRINCIPI PREFERITI DALLE AZIENDE
SECONDO GLI INTERVISTATI
40
CONOSCENZA DELLE LINGUE STRANIERE
44
52
50
40
L’ESITO DEL COLLOQUIO
30
DETASSAZIONE DEL LAVORO DIPENDENTE
MIGLIORANDO LA FORMAZIONE OFFERTA DALLA SCUOLA
26
24
46
SECONDO LA SENSIBILITÀ DEI GIOVANI
29
CONOSCENZE INFORMATICHE
L’ESITO DEL COLLOQUIO
44
48
FATTORI ESTETICI E D’IMMAGINE PERSONALE (ABITO, PORTAMENTO)
NELLA VITA È NECESSARIO FARE PROGETTI
A LUNGO TERMINE E DARSI DA FARE PER
REALIZZARLI NEL LAVORO
CONOSCENZA DELLE LINGUE STRANIERE
23
44
MOLTO D’ACCORDO
48
SPECIALIZZAZIONI OTTENUTE
31
SPECIALIZZAZIONI OTTENUTE
REFERENZE E CONOSCENZE VARIE A GARANZIA DEL CANDIDATO
38
7
POCO
D’ACCORDO
29
46
ATTITUDINI PERSONALI
27
D’ACCORDO
COSÌ COSÌ
INTERESSI PERSONALI E CULTURALI
30
31
LA FORMA DEL CURRICULUM VITAE
25
NEL LAVORO SI DEVE RISCHIARE ALTRIMENTI
NON SI RAGGIUNGERANNO MAI GLI OBIETTIVI
12
20
VOTI CONSEGUITI NEGLI STUDI
MOLTO D’ACCORDO
30
31
ABBASTANZA
D’ACCORDO
PER NULLA
D’ACCORDO
FLESSIBILITÀ E DISPONIBILITÀ (TRASFERTE, ORARI DI LAVORO...)
31
40
2
39
36
40
27
FAVORIRE LO SVILUPPO DELL’ECONOMIA DEL PAESE IN GENERALE
ATTITUDINI PERSONALI
32
30
32
( AD ES. CONTRATTI DI FORMAZIONE)
MERCATO DEL LAVORO PIÙ FLESSIBILE
52
41
40
35
(BORSE DI STUDIO, INCENTIVI ALLE AZIENDE, ECC)
PREVEDERE CONTRATTI SPECIFICI PER LA PRIMA OCCUPAZIONE
27
CONOSCENZE INFORMATICHE
44
PROVVEDIMENTI E AIUTI DELLO STATO
22
1
COERENZA NEL PERCORSO DI STUDI
43
ABBASTANZA
D’ACCORDO
PER NULLA
D’ACCORDO
25
18
AVER FATTO ESPERIENZE LAVORATIVE PRECEDENTI OCCASIONALI
25
42
8
POCO
D’ACCORDO
31
D’ACCORDO
COSÌ COSÌ
ATTUALITÀ 3
copertina 19
2c_ec19_014-019-Coverstory-L.indd 19
26/04/11 19.48
I tre soci
di Mopapp,
la piattaforma
che analizza
le vendite di
app nelle
vetrine online:
da sinistra,
Marco
Bellinaso,
Federico Sita
e Alessandro
Rizzoli.
Guarda il video sul cellulare
martino lombezzi
Con il Qr Code puoi
vedere l’intervista
completa ad
Alessandro Rizzoli.
Noi il lavoro ce lo inventiamo
C’
è chi cerca un lavoro e chi
si crea un lavoro. Sono
tantissimi i giovani che si mettono in proprio. Lo fanno per
necessità o per aspirazione, dipende dai casi. Ma lo fanno. Lo
dicono i dati Eurostat: in Italia
gli under 40 titolari di un’azienda
sono il 19,8% del totale degli
imprenditori, il doppio rispetto
alla media Ue. E le idee vincenti
sono all’ordine del giorno. Come
testimoniano anche le tre case
history raccolte durante l’Italian
Innovation Day, tenutosi il 31
marzo alla Stanford University di
Palo Alto. L’evento, prima tappa
2011 del road show mondiale
promosso da Intesa Sanpaolo,
in collaborazione con la fondazione Mind the Bridge e la
società di consulenza Booz&Co,
ha puntato su 12 start-up. Tutte
diverse. Tutte innovative. (z.k.)
giovani/2
La piattaforma che
analizza le vendite
delle apps. Il sito per
confrontare i prezzi dei
supermercati. La
produzione di mangimi
dalla jatropha. Ecco tre
storie di imprese
junior. Che vanno fino
negli States.
MOPAPP
Ci sono voluti più di 12 mesi
di lavoro e 250 mila dollari per
sviluppare Mopapp, la piattaforma che analizza in tempo reale i
ricavi delle vendite delle applicazioni (app) nelle vetrine online.
Parola di Alessandro Rizzoli,
41 anni, che con i soci Federico
Sita, 40, e Marco Bellinaso, 30,
tutti ingegneri, sta lavorando perché la sua idea entri in commercio al più presto. «Entro l’anno»
assicura. E spiega che ora è in
fase «open beta», ossia è aperta
a tutti per la messa a punto, e
conta su oltre 1.000 sviluppatori
registrati per un totale di 3 mila
app censite. «Siamo a caccia di
fondi» aggiunge: «1,5 milioni di
dollari, da reperire possibilmente presso investitori Usa». E se
questo volesse dire trasferirsi,
ben venga. «Sono pronto a fa-
re il salto» dice l’imprenditore,
alla sua terza start-up, tutte nel
mondo delle applicazioni mobili.
La prima, lanciata nel 2008 a
Bologna, è GetConnected, impiega una ventina di persone e
sviluppa software soprattutto per
compagnie telefoniche. «La seconda è Anguria Lab, fondata
nel 2009, con sede nel Delaware,
per commercializzare Postino,
app che trasforma le foto scattate con il cellulare in cartoline
da spedire al costo di 1,99 dollari l’una» precisa Rizzoli, che
ha completato la tesi di laurea
all’Università Illinois at Urbana
Champaign, la stessa che ha dato
vita ad Arpanet, precursore di
internet. E conclude: «Anche
Mopapp potrebbe essere registrata nel Delaware: bastano poche
centinaia di dollari e un paio di
settimane per essere operativi».
20 copertina
c_ec19_020-021-Coverstory-L.indd 20
26/04/11 19.44
[ storia di copertina ]
l’intervista a Fernando Napolitano
Alla conquista di New York
Barabara
Labate,
fondatrice di
Admobsphere
assieme
al socio Zion
Nahum.
RISPARMIOSUPER
«Inappropriata». Persino il Vaticano si scomodò per McKay &
Sisters. Era il 2007 e la start-up dell’allora trentenne Barbara Labate
permetteva di scaricare sul cellulare immaginette sacre. «Il successo
fu immediato» ricorda. Anche all’estero, soprattutto negli Usa e in
Brasile. Ma quello non fu che il primo passo nel mondo hightech. Nel
marzo 2010 Labate con il socio Zion Nahum fonda Admobsphere,
una società a cui conferisce l’iniziativa RisparmioSuper. «L’idea è di
comparare in tempo reale i prezzi di centinaia di migliaia di prodotti di
largo consumo indicando i supermercati più convenienti» dice Labate,
che ha avuto l’idea dopo una lezione sull’informazione asimmetrica
del premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz alla Columbia
University, dove ha conseguito un master. «In base a questa teoria
siamo soliti assumere decisioni errate perché in possesso di nozioni
limitate». «Oggi bastano pochi clic» aggiunge Labate che passa al
setaccio 9 mila punti vendita. «Stiamo per aprire una sede anche
negli Usa» conclude Labate, che è alla ricerca di 500 mila dollari.
BIOSOLIDS
Aveva solo 23 anni quando,
con i soci Federico Maria Grati e Stefano Babbini, fondò la
sua prima azienda: Agroils, con
sede a Firenze, e joint-venture
in Marocco, Senegal, Ghana e
Camerun, attiva nella produzione
di biocombustibili dalla pianta
tropicale jatropha. Cinque anni
dopo, Giovanni Venturini Del
Greco, laurea in ingegneria gestionale a Firenze e master alla
Kungliga Tekniska Hogskolan
(Kth) di Stoccolma, ha fondato
BioSolids, con sede a Hayward,
a pochi passi da Palo Alto, nella
Silicon Valley. Obiettivo: produrre mangimi di origine vegetale
sfruttando quel che resta dalla
jatropha una volta estratto l’o-
lio combustibile. «L’idea nasce
dall’incontro pressoché casuale
con Roberto Crea, lo scienziato
che negli anni 70 guidò il gruppo di ricercatori di Genentech
che scoprì l’insulina sintetica»
racconta a Panorama Economy. «Vorremmo sostituire la
soia come materia prima per i
mangimi assicurando proprietà
nutrizionali maggiori e prezzi più
concorrenziali». Il mercato vale
100 miliardi di dollari su scala
mondiale. «Perché i primi mangimi BioSolids arrivino sul mercato ci vorranno ancora 18 mesi
circa» dice Del Greco, che sta
valutando la possibilità di aprire
una sede anche a Firenze. «Siamo
alla ricerca di 500 mila dollari
per completare la fase di test». E
Fare conoscere al mondo
le eccellenze made in
Italy. O meglio: quelle
realtà di taglio mediopiccolo, perlopiù
sconosciute al grande
pubblico, che incidono
per l’80% sul Pil
nazionale. Nasce con
questo intento il road
show internazionale
Italian Innovation Day. La
seconda tappa 2011,
dopo quella del 31 marzo
scorso a San Francisco, si
terrà il 5 maggio presso il
Metropolitan Club di New
York (www.italianinnovationday.com). Saranno
presenti 26 Pmi, di cui 12
start-up, e ad ascoltarle
in platea ci sarà il meglio
dell’industria del venture
capital Usa. «Ma anche
numerosi consulenti,
avvocati d’affari ed
esponenti del mondo
business» anticipa a
Panorama Economy
Fernando Napolitano
(foto), amministratore
delegato di Booz&Co. e
ideatore dell’evento il cui
titolo stavolta sarà «Why
Italy matters to the
world». Lo stesso del
«sottotitolo» scelto per il
sito panoramaeconomy.
com, il primo web
magazine in lingua
inglese dedicato al
meglio dell’industria
italiana, realizzato dal
nostro settimanale e
lanciato in occasione
dell’incontro di New York.
Qual è l’obiettivo
dell’iniziativa?
L’idea è di affrancarci
dall’immagine obsoleta di
un Paese in grado di dire
la sua solo in fatto di
moda e affini. Dimostreremo, numeri alla mano,
che il nostro tessuto
economico è più vivo che
mai. Anche nei segmenti
tecnologicamente più
all’avanguardia.
E sì che le classifiche
internazionali direbbero
il contrario. O no?
È proprio questo il punto.
Stando a quelle
classifiche l’Italia
dovrebbe essere in
default.
Invece?
Siamo tra i primi Paesi
esportatori al mondo. E
l’indice Fortis-Corradini lo
dimostra.
Il professor Fortis ne ha
scritto spesso su
Panorama Economy.
Ricordiamo di che cosa
si tratta?
È un indice basato
sull’analisi dei 5.557
prodotti industriali
catalogati dall’Onu come
i più esportati. Nella top
cinque di ogni articolo
quelli di provenienza
italiana sono 1.280 per un
giro d’affari di 280
miliardi di dollari. Mentre
le leadership assolute
sono 278.
copertina 21
c_ec19_020-021-Coverstory-L.indd 21
26/04/11 19.44