1) Il PORT: Indicazioni cliniche, posizionamento e complicanze
Transcript
1) Il PORT: Indicazioni cliniche, posizionamento e complicanze
IL PORT: INDICAZIONI CLINICHE, POSIZIONAMENTO e COMPLICANZE Drssa.A.Carola-Dr.E.De Ruvo-Dr.L.D’Orazio Servizio di Anestesia e Rianimazione-Medicina del Dolore Dipartimento Malattie Polmonari Dir. U.O. C.Dott. Remo Orsetti Responsabile Medicina del Dolore Dr. Luigi D’Orazio Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma Accesso totalmente impiantabile PORT Accesso venoso, arterioso, intratecale e peritoneale di un sistema totalmente impiantabile dotato delle seguenti caratteristiche: a)Camera o reservoir , in titanio o polisulfone, che funge come porta d’accesso al sistema per tramite di un setto (cupola) in silicone b)Catetere in poliuretano o in silicone che congiunto alla camera consente l’infusione delle sostanze terapeutiche Sedi di alloggiamento del port venoso Vena succlavia (più comune ) Vena giugulare interna Vena cefalica (procedura chirurgica per Pas Port in età neonatale e pediatrica) Indicazioni per il port venoso Chemioterapia Nutrizione Parenterale Totale Terapia del Dolore (elastomeri-p.c.a.) Prelievi emato-chimici ( solo se esaurito il patrimonio venoso periferico) Fluidoterapia, Soluzioni iperosmolari IMPIANTO PER NPT Le Lineee Guida SIMPE 2007, ESPEN 2009, ISDA 2009 raccomandano: a) Per periodi < a tre mesi impiantare cat. esterni non tunnellizzati ( Hohn o Picc) per uso sia intra che extraospedaliero b) Per periodi > a tre mesi impiantare CVC tunnellizzati Hickman, Broviac, Groshong o, come seconda scelta, il port per uso prettamente extraospedaliero ( domicilio, hospice o day hospital ) Modelli presenti sul mercato PORT a porta singola monolume • a doppia porta bilume Sistema di Groshong La punta del catetere permette solo l’infusione in quanto é un sistema valvolato antireflusso VALVOLE DI GROSHONG ASPIRAZIONE Pressione negativa INFUSIONE Pressione positiva CHIUSA Pressione neutra Figure professionali deputate all’impianto Anestesista (puntura per via percutanea) Chirurgo (quando è tecnicamente difficile l’accesso percutaneo si procede con la venolisi, soprattutto in età neonatale e pediatrica Vena cefalica Criteri nella scelta della vena Motivo e sede ambientale di utilizzo Periodo di permanenza Eventuale presenza di alterazioni o malformazioni nella sede anatomica di alloggiamento Compliance del paziente, età e stile di vita Know how specifico dell’operatore ACCESSI VENOSI CENTRALI A LUNGA DURATA ( CVAD) Aspetti tecnico-anatomici di scelta della vena da incannulare DISTRETTO CAVALE SUPERIORE M. sternocleidomastoideo V. giugulare esterna dx V. giugulare interna sn V. giugulare interna dx clavicola V. succlavia dx V. brachiocefalica dx V. cefalica sn V. cava superiore VENA SUCCLAVIA Inizia come diretta continuazione della vena ascellare in corrispondenza del margine laterale della prima costa e termina dietro l‟articolazione sternoclavicolare per formare il tronco venoso brachiocefalico. Posteriormente e lateralmente il m. scaleno anteriore la separa dall‟arteria omonima. Decorre tra la clavicola e la prima costa e inferiormente ha rapporto con la prima costa e la cupola pleurica. La fascia cervicale media e la fascia del m. succlavio inviano espansioni alla parete della vena che pertanto si mantiene sempre beante Approccio giugulare Approccio succlavio APPROCCI ALLA V. SUCCLAVIA approccio sottoclaveare approccio sovraclaveare VENIPUNTURA DELLA V. SUCCLAVIA • alta % di successo • medicazione “ideale” • ottimo x tunnel e reservoir • max. comfort per il paziente • ideale nei pazienti non allettati VENIPUNTURA DELLA V. SUCCLAVIA Soprattutto negli accessi a lungo termine: rischio „incomprimibile‟ di puntura arteriosa rischio pnx rischio di pinch-off rischio di malposizioni “alte” (cvc in vgi omolaterale) VENA GIUGULARE INTERNA Forma insieme con l‟arteria carotide ed il nervo vago il fascio vascolonervoso del collo. Confluisce con la v. succlavia omolaterale per formare il tronco anonimo. VENA GIUGULARE INTERNA Gli approcci alla v. giugulare interna sono molto numerosi , i più usati utilizzati sono: postero-superiore antero-superiore assiale postero-inferiore VENA GIUGULARE INTERNA APPROCCIO POSTERO SUPERIORE non rischio di pnx però • puntura difficoltosa (insuccessi) • puntura arteriosa accidentale • medicazione scomoda (> infezioni) • possibili problemi tunnellizzazione VENA GIUGULARE INTERNA APPROCCIO ANTERO-SUPERIORE non rischio di pnx però approccio inadatto ai sistemi lungo termine medicazione scomoda (> infezioni) ideale x cvc intraoperatorio VENA GIUGULARE INTERNA APPROCCIO ASSIALE rischio di pnx puntura difficoltosa (insuccessi) rischio complicanze mediastiniche (emomediastino) rischio puntura tracheale rischio puntura arteriosa accidentale medicazione scomoda e poco tollerata VENA GIUGULARE INTERNA APPROCCIO POSTERO-INFERIORE Tecnica descritta da Jerningan negli anni „70 e poi modificata da Pittiruti negli anni „90 VENA GIUGULARE INTERNA APPROCCIO POSTERO-INFERIORE Si punge un centimetro al di sopra della clavicola, dietro il capo clavicolare del muscolo sternocleidomastoideo parallelamente alla clavicola CRITERI DI SCELTA DELLA VENA GIUGULARE INTERNA CON APPROCCIO POSTERO-INFERIORE non rischio pnx puntura facile e ben tollerata (alta % di successo) possibilità di ripetere la procedura anche controlateralmente medicazione comoda e ben tollerata nessun problema con tunnel e reservoir CRITERI DI SCELTA DELLA VENA GIUGULARE INTERNA CON APPROCCIO POSTERO-INFERIORE possibilità di shift verso altri tipi di approccio (v. succlavia sovraclaveare o sottoclaveare) ridotta incidenza di complicanze (puntura arteriosa accidentale rarissima; rischio di malposizioni minimo; non si rischia il „pinch-off‟; no rischio di pneumotorace) approccio di scelta nei pz con coagulopatie e/o obesità e/o grave insufficienza respiratoria ACCESSO BLIND V. GIUGULARE INTERNA VERSUS V. SUCCLAVIA V. SUCCLAVIA facilità di accesso rischio PNX rischio pinch-off puntura arteriosa possibile shift verso JIV rischio malposizione V. GIUGULARE INTERNA (approccio postero-inferiore) • numerosi insuccessi • no rischio PNX • no rischio pinch-off • puntura arteriosa • possibile shift verso SV • basso rischio malposizione ACCESSO BLIND V. GIUGULARE INTERNA VERSUS VENA SUCCLAVIA L‟accesso blind in giugulare interna è più sicuro L‟incidenza di complicanze è minore Le complicanze sono di minore rilevanza clinica IL PROTOCOLLO SICURO SUGGERISCE 1 2 3 4 Venipuntura ecoassistita (EA) o ecoguidata (EG) Vena giugulare interna come I^ scelta Controllo intraoperatorio della punta del catetere mediante ECG-tracking ( o mediante fluoroscopia nei pazienti pediatrici in AG) Controllo radiologico post-posizionamento in: - assenza, in ambito organizzativo, degli strumenti sovramenzionati; - presenza di venipuntura problematica; - difficoltà di progressione della guida; - dubbi interpretativi dell’ecg-tracking Nell’accesso Blind le Linee Guida raccomandano a) I^ scelta VGI postero-inferiore b) II^ scelta VS sovraclaveare c) III^ scelta VS sottoclaveare SCELTA DELLA VENA : DESTRA O SINISTRA? Puntura GIUGULARE POSTERO-INFERIORE SN : minor rischio puntura arteriosa puntura più facile PUNTURA GIUGULARE POSTERO INFERIORE DS: Minor rischio di trombosi rispetto alla VS SCELTA DELLA VENA DS VERSUS SN Puntura vena succlavia sn sovra e sottoclaveare tragitto più lungo forse maggior rischio di trombosi > rischio traumat. dotto toracico e cupola pleurica Puntura vena succlavia ds sovra e sottoclaveare tragitto più rettilineo e più breve minor incidenza di malfunzionamento minor rischio di puntura arteriosa accidentale ( sovracl.) stesso rischio di puntura della cupola pleurica IMPIANTO ECOGUIDATO PER ACCESSI VASCOLARI A LUNGA DURATA . THE ROLE OF US IN CVAD’s PLACEMET Criteri per l’impianto di Port Consenso informato Day-hospital e/o regime di ricovero Esami emato-chimici (pt, ptt,fibrinogeno,emocromo completo) Rx Torace (s.mediastiniche ) Controllo delle terapie in atto (anti-aggreganti,anticoagulanti ) Sala operatoria (anestesia locale e/o sedazione) o ambiente dedicato in condizioni di asepsi antibiotico terapia single shoth ( in pazienti con protesi valvolare) REQUISITI DEL CONSENSO Il consenso deve essere dato prima dell’inizio della procedura dal paziente o da chi ne ha tutela E’ revocabile in ogni momento Destinatario del consenso è il medico che effettua la prestazione Quando, quanto e come usare il port dopo l’impianto Ago di Gripper In giornata Huber Durata (fino a rimozione per indicazione di rimissione di malattia o complicanze) Punti (dal 10 gg. in poi per diminuzione della capacità riparativa tissutale) Attenzione (traumi, docce senza biofilm di protezione, movimentazione dei carichi e dell’articolazione scapolo-omerale) fino a rimozione punti) Controindicazioni assolute all'impianto di Port • Batteriemia o setticemia • CID • Alterazioni coagulazione • Riserva midollare compromessa (Pt<30.000; ANC<1.000) • Dimostrata incompatibilità a materiali sintetici Tempistica La necessità/ opportunità di un accesso venoso a lungo termine va considerata all’inizio del trattamento, al momento della elaborazione del piano terapeutico Tempistica Vi è una sempre maggiore consapevolezza che il ricorrere all’impianto di un accesso venoso a lungo termine a metà del percorso chemioterapico per esaurimento del patrimonio venoso si associa a : Grave disturbo dell’equilibrio psicologico del paziente Costi più elevati Risultati clinici peggiori IMPIANTO ACCESSO VG INFEROPOSTERIORE METODICA DI IMPIANTO Ago metallico esterno Cannula esterna Seldinger • Dilatatore • Dilatatore + cannula Ago > Catetere Ago < Catetere TECNICA Venotomia Punto di uscita Tunnel Porta TECNICA Posizionare paziente Monitorizzare (ECG) Preparare campo sterile Cannulare vena centrale (Seldinger) Preparare tasca Lavare porth e catetere Passare dilatatore-introduttore Inserire catetere nella vena Misurare e tagliare catetere Tunnellizzare catetere Connettere porth al catetere Fissare porth e suturare tasca Provare funzionalità sistema COMPLICANZE Precoci (iatrogene) Pneumotorace Emotorace Chilotorace Puntura arteriosa Puntura di tronco nervoso Aritmie cardiache di diverso tipo e grado Embolia gassosa Ematoma sottocutaneo Malposizionamento catetere Difficoltà/impossibilità ad incannulare il vaso COMPLICANZE MECCANICHE TIP DEL CATETERE IN GIUGULARE INTERNA COMPLICANZE MECCANICHE DOPPIO LOOP DEL CATETERE PINCH-OFF NELLA V. SUCCLAVIA Un accesso in succlavia sottoclaveare troppo mediale è spesso causa di pinch-off PINCH-OFF NELLA VENIPUNTURA DELLA V. SUCCLAVIA Pinch-off con rottura parziale e stravaso MALPOSIZIONE NELLA VENIPUNTURA DELLA V. SUCCLAVIA Malposizione del tip in v. succlavia controlaterale COMPLICANZE Tardive Errato posizionamento Kingking Compressione-Rottura-Embolizzazione Precipitazione farmaci Trombosi lume Trombosi venosa Infezione Complicanze in chemioterapia LO STRAVASO PERCHE’ PROTEGGERE IL PATRIMONIO VENOSO PERIFERICO CON L’IMPIANTO DEL PORT Stravaso da chemioterapici: tossicità locale • Farmaci irritanti (tossicità a breve termine) Non si legano al DNA, rapida inattivazione Eritema, flebite, orticaria, bruciore in sede di iniezione Sintomi di breve durata, assenza di necrosi, danno tissutale raro o Farmaci vescicanti (tossicità a lungo termine) Si legano al DNA, caratteristica responsabile del grave danno tissutale Grave reazione infiammatoria con necrosi cellulare Danni a lungo termine (ulceraz. progressiva, cicatrizzazione spontanea assente, reazioni cutanee ritardate) o FARMACI NON IRRITANTI: sebbene in letteratura non vi sia uniformità di classificazione, specialmente riguardo alle molecole potenzialmente meno lesive, la quantità di sostanza stravasata e la sua concentrazione è indice di possibile irritazione locale Stravaso da chemioterapici: tossicità locale di alcuni farmaci • Tossicità a breve termine Platinex( cisplatino), ma per alcuni autori è vescicante se supera la concentrazione dello 0,5%. 5-Fluorouracile, irritante solo in relazione al volume stravasato • Tossicità a lungo termine Doxorubicina, epirubicina, tutte le antracicline, dactinomicina, mitomicinaC, alcaloidi della vinca, etoposide, mecloretamina, mitoxantrone, taxani Reazioni locali da chemioterapici in assenza di stravaso • Reazioni immediate Durante la somministrazione Eritema, dolore, orticaria locale. Si tratta di un fenomeno definito FLARE REACTION, ossia una risposta locale caratterizzata da rossore in sede d’infusione, o lungo il percorso della vena, associata spesso a prurito e bruciore. Interessa il 3/6% dei pazienti, è considerata benigna in quanto regredisce spontaneamente in 30/90 minuti. • Reazioni tardive Settimane o mesi dopo la somministrazione Trombosi, flebite persistente, iperpigmentazione delle vene e discolorazione dei tessuti Chemioterapici potenzialmentente responsabili di reazioni locali anche in assenza di stravaso • Adriamicina, epirubicina, idarubicina, daunorubicina • Paclitaxel, docetaxel • Alcaloidi della vinca • Carboplatino, carmustina, dacarbazina, mecloretamina, mitomicina Si tratta di un fenomeno definito FLARE REACTION, ossia una risposta locale caratterizzata da rossore in sede d’infusione, o lungo il percorso della vena, associata spesso a prurito e bruciore. Interessa il 3/6% dei pazienti, è considerata benigna in quanto regredisce spontaneamente in 30/90 minuti. FLARE REACTION DA INFUSIONE DI 5FU Danno temporaneo FLARE REACTION DA INFUSIONE DI 5FU Danno semi-permanente STRAVASO DA ADRIAMICINA Danno Irreversibile Permanente ESITI PERMANENTI MORFOLOGICI DA STRAVASO DI EPIDOXORUBICINA GRAVE DANNO DA STRAVASO DI ADRIAMICINA I PORT VENOSI SONO PRESIDI REALMENTE AFFIDABILI E SICURI ? Casistica impianti port venosi Blocco operatorio centrale Ospedale Forlanini ANNO 2009 ANNO 2010 (parziale) IMPIANTI 268 IMPIANTI 216 RIMOZIONI 19 RIMOZIONI 38 REVISIONI 8 REVISIONI 11 Casistica anno 2010 ( DA GENNAIO A SETTEMBRE ) Impianti con follow up di controllo Medicina del dolore IMPIANTI TOT. 216 Per altri ospedali 17 Interni ( DH e Degenze ) 182 DH Med. Del Dolore 17 Casistica parziale rimozioni 2010 Rimozioni Tot. (extra ed intra-aziendali) 38 Remissione di malattia 26 Infezioni 8 a) 1 infezione della tasca con esposizione della camera b) 7 infezioni del catetere Fratture del catetere 3 ( di cui 1 polifratturato, impiantato da 10 anni ) Tvp 1 Casistica parziale Revisioni 2010 Revisioni Tot ( extra ed intra-aziendali ) Malposizionamenti pinch-off Kinking Ematoma della tasca Deiscenza dell’emergenza cutanea Fissurazioni (parziale rottura nella parte prossimale, in parti- colare nella congiunzione con la clips metallica) 11 2 2 3 3 1 Casistica parziale Complicanze intra-operatorie Pnx drenati Pnx non drenati Malposizionamento primario Puntura Arteriosa 3 1 6 1 PRINCIPALI FATTORI CHE HANNO PERMESSO LA RIDUZIONE DELLE COMPLICANZE FORMAZIONE MEDICA CONTINUA FORMAZIONE INFERMIERISTICA CONTINUA PROTOCOLLI GESTIONALI E DI PREVENZIONE CONCLUSIONI L’approccio ecoguidato è superiore ( in termini di efficacia) alla tecnica blind, soprattutto nell’accesso alla vena giugulare, riducendo in modo significativo: • • • • NUMERO DI TENTATIVI COMPLICANZE PERIOPERATORIE PUNTURE ARTERIOSE ACCIDENTALI TEMPI DI ESECUZIONE E’ opportuno che l’impiantatore conosca più tecniche di venipuntura: in caso di difficoltà ( > 3 tentativi ) deve poter scegliere l’approccio alternativo GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE BIBLIOGRAFIA Linee Guida CDC Atlanta 2002 (Center for Disease Control and Prevention ) Raccomandazioni Gruppo Studio GAVeCeLT Linee guida SIMPE 2007 ( SOCIETA’ ITALIANA di NUTRIZIONE PARENTERALE ed ENTERALE ) Linee Guida EPIC(2) 2007 (National Evidence- Based PREVENTING HEALTHCARE- ASSOCIATED INFECTIONS) The Journal of Hospital Infection submitted 23 november 2006-available online 5 febrary 2007 Protocollo ISALT 2 ( IMPIANTO SICURO DELL’ACCESSO A LUNGO TERMINE) Mauro Pittiruti VI Congresso Nazionale GAVeCeLT Università Cattolica di Roma 3 e 5 dicembre 2008 Linee Guida ESPEN 2009 ( The EUROPEAN SOCIETY for CLINICAL NUTRITION and METABOLISM ) Linee Guida ISDA 2009 ( INFECTIOUS DISEASES SOCIETY of AMERICA ) per la diagnosi e la gestione del catetere vascolare