Uno specchio di Giappone. I kimono di Gloria Gobbi. Manuela De

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Uno specchio di Giappone. I kimono di Gloria Gobbi. Manuela De
Uno specchio di Giappone. I kimono di Gloria Gobbi.
Manuela De Leonardis
Nell’immaginario occidentale basta la parola kimono per evocare
il paese del Sol Levante. Del resto il kimono è l’indumento che
indossava la geisha, emblema di femminilità all’ennesima
potenza e, nella versione maschile, dal samurai a sua volta
portavoce dell’idea suprema di virilità, fierezza, nobiltà.
Bellezza, eleganza, raffinatezza, preziosità: questo, quindi,
sottintende la sola parola kimono, che letteralmente vuol dire
“cosa da indossare” (ki = indossare, mono = cosa). Il tutto
all’insegna della tradizione, considerando che l’attuale foggia
risale al periodo Edo (1603-1867).
Ma il kimono non è solo un indumento da museo – splendidi
quelli di seta del Costume Museum di Kyoto o del Tarata
Institute of Japanese Imperial Classical Costume di Tokyo - è un capo d’abbigliamento tuttora in
uso in Giappone, se non nel quotidiano (dove peraltro la seta è stata sostituita dalle fibre sintetiche)
certamente nelle occasioni speciali.
Ultimamente in occidente è molto di tendenza. Un tempo si
usava principalmente come vestaglia o abbigliamento da casa,
oggi si azzardano le contaminazioni. E’ magari l’accessorio l’obi si presta molto bene - abbinato al jeans, a dare quel tocco
di esotismo moderno al look.
Gloria Gobbi ha aperto uno showroom in pieno centro a Roma,
dove è riuscita a far confluire le sue due grandi passioni: il
Giappone, appunto, e l’arte del gioiello contemporaneo che
disegna e realizza da sé con la tecnica del micromosaico e della
microfusione a cera persa.
Nello showroom si possono trovare stampe originali ukiyo-e,
kimono in seta d’epoca (dal XVII secolo fino agli anni ‘ 70)
haori, obi, yukata, vecchie stoffe giapponesi e modernissimi
bijoux.
I kimono di Gloria Gobbi sono stati indossati anche in
occasione di sfilate di moda, manifestazioni culturali estive nelle Marche – sua terra d’origine – e
di recente anche alla Sala Umberto di Roma dove la compagnia teatrale A.M.A. con Eleonora
Brigliadori, Giorgio Careccia, Sabrina Colle, portava in scena un Amleto shakespeariano in
versione zen.