La goccia che vale - Avis del Trentino
Transcript
La goccia che vale - Avis del Trentino
La goccia che vale N° 3 - Gennaio 2015 DISTRIBUITO GRATUITAMENTE AI SOCI TRENTINO PROIETTATI VERSO IL 2015 L’importanza della formazione continua Michele Gretter, Direttore responsabile Il 2014 è volto al termine: dodici mesi ricchi di iniziative su tutto il territorio provinciale, come potrete leggere nelle pagine seguenti, grazie alla collaborazione di Avis Regionale e delle Avis Comunali, che ci hanno raccontato il loro operato; alcune hanno festeggiato l’anniversario della propria fondazione, altre invece intendono sottolineare cosa è stato fatto per la diffusione della cultura del dono. Crediamo che questa “buona prassi” sia la dimostrazione più lampante che Avis non dorme mai, ma è sempre in movimento, non dimostrando i suoi ottanta e rotti anni. Il bello della nostra associazione, tuttavia, è che una volta arrivati in cima alla vetta che stiamo scalando, ne troviamo una ancora più alta da affrontare, una nuova sfida che accettiamo con molto entusiasmo e tanta passione. Uno dei passi più importanti, come sottolineato a più livelli, dal presidente nazionale Saturni in giù, è quello della continua formazione: al volontario avisino viene proposta la possibilità di crescere, diventando ancora più importante nella vita associativa. Si tratta di un percorso impegnativo, ma che speriamo sia intrapreso da un numero sempre maggiore di soci. Per questo all’interno di questo numero di “La goccia che vale” troverete diverse pagine riservate alla formazione, sia quella fatta nel 2014, sia quella in programma nei prossimi mesi. Nella speranza che le feste appena concluse siano state il più piacevoli possibile per voi lettori, chiudiamo con l’augurio, da parte di tutta la redazione di “La goccia che vale”, di un felice 2015, che il nuovo anno sia per voi ricco di buone sorprese. TRENTINO La goccia che vale INDICE _____________________________________________ Pag. 2 – Editoriale Pag. 3 – Adriana Faccini Pag. 4-5 – Commissione europea Pag. 6-7-8 Scuola di formazione Pag. 9 – Istituzioni e AVIS Pag. 10-11 – AVIS nelle scuole Pag. 12 – Carta Etica Pag. 13 – Libro Bianco e Carta Etica Pag. 14-15 – Partecipazione attiva Pag. 16-17 – Il questionario del donatore Pag. 18-19-20 – Corretta alimentazione Pag. 21 – Buone prassi - Condino Pag. 22 – Buone prassi - Storo Pag. 23 – Buone prassi - Bedollo e Valle di Cembra Pag. 24 - Buone prassi - Ravina e Romagnano Pag. 25 - Buone prassi - Bassa Valsugana e Tesino Pag. 26 - Buone prassi - Trento Pag. 27 - Buone prassi - Pergine Valsugana Pag. 28 - Contatti _________________ “LA GOCCIA CHE VALE” Pubblicazione periodica dell’Avis equiparata Regionale del Trentino. Direttore Responsabile Michele Gretter Comitato di Redazione Alessio Zeni, Camilla Bernardi, Federico Roat, Francesca Oss, Gianluca Piva, Nora Adami Hanno collaborato Adriana Faccini, Adriano Pojer, Aldo Francescatti, Fabrizio Trentin, Franco Valcanover, Giovanni Menegaldo, Isabella Ferrari, Leonardo Pupi, Tiziana Zambaldi 2 ADRIANA FACCINI Come non proporsi a voi ottimista in questo nostro numero della “Goccia che vale”, dopo aver letto il “Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile – BES” che il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro ha presentato assieme ad Istat: in esso si legge che l’Italia presenta livelli di vita tra i più elevati (79,6 anni gli uomini, 84,4 le donne), che l’indice di mortalità da tumori tra gli adulti continua fortunatamente a diminuire e che l’abitudine al fumo ed i comportamenti a rischio nel consumo di alcool confermano un trend in diminuzione, anche se si è ridotto il benessere psicologico della fascia adulta. In tempi di crisi economica e valoriale quale quello che stiamo attraversando tutti, queste notizie dimostrano un atteggiamento da “cittadinanza responsabile”. Responsabile è stato anche l’esercito di donatori avisini che durante l’estate ha risposto alla richiesta tempestiva di sangue, plasma e piastrine lanciata dalle Unità Operative della Provincia. Esercito che però ha risposto in larga misura dalla periferia, evidenziando purtroppo carenze associative ed organizzative in comunali ad alto potenziale per la vastità del proprio bacino. Pur non essendoci stata una programmazione ufficiale prevista ad inizio anno, lacune associative di cui sopra, una stagione martoriata dalle limitazioni alle donazioni a causa del West Nile Virus ed alcune difficoltà logistiche nelle chiamate, a causa dell’installazione presso l’ufficio chiamate del nuovo programma AVISNET, Avis del Trentino ha soddisfatto la richiesta pervenutaci dal Centro Raccolta Sangue per attuali 2.000 sacche in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Se la ricerca di un sistema migliorativo va perseguita, va sottolineata la scelta strategica condivisa con l’Azienda Provinciale dei Servizi Sanitari a suo tempo dai miei predecessori e ormai consolidata, quella cioè di rendere la prima donazione differita patrimonio comune e valore etico a garanzia di maggior qualità e sicurezza di un moderno sistema trasfusionale. Infatti il donatore per eccellenza è quello volontariato, associato, non remunerato e periodico; esso garantisce continuità donazionale, maggiore livelli di sicurezza e qualità, programmazione e coinvolgimento in progetti educativi. In alcune regioni la prima donazione differita è ancora argomento di dibattito ed obiettivo da raggiungere, così come evidenziato nell’Assemblea Nazionale di Chianciano dello scorso maggio. Altro argomento di dibattito a livello nazionale è la “sostenibilità economica” complessiva del Sistema Trasfusionale italiano. A nessuno può sfuggire che tutto il settore trasfusionale, essenziale per la cura dei malati è “economicamente sostenibile” anche perché consente di produrre i farmaci plasmaderivati. Avis chiede quindi trasparenza sui conti, senza discutibili spazi al mercato speculativo internazionale che si regge sul plasma non donato per generosità verso l’altro, ma comprato come merce, violando i principi etici di rispetto della persona scritti nella convenzione di Oviedo nel 1997 e poi ratificata nel 2001 dal nostro parlamento. A tale proposito vi propongo a parte il recente comunicato stampa del presidente nazionale Vincenzo Saturni alla Commissione Europea e la risposta che ne è seguita a dimostrazione del reale rischio che viene dall’Europa. Per ora è uno scampato pericolo. Adriana Faccini TRENTINO La goccia che vale 3 COMMISSIONE EUROPEA L’industria farmaceutica rimane materia della commissione Salute Aveva scatenato molta preoccupazione la notizia del passaggio di consegne paventato dalla Commisione europea ad inizio autunno: la proposta, avanzata certamente da persone molto interessate, voleva trasferire le competenze in materia d’industria farmaceutica dalla commissione Salute alla commissione Industria. Una notizia che ha messo subito in allerta Avis nazionale, come si legge nel comunicato stampa inviato dal presidente nazionale Vincenzo Saturni. «Siamo seriamente preoccupati per la decisione recentemente assunta dalla Commissione europea di trasferire la responsabilità delle decisioni in materia di farmaci, inclusa l’Agenzia europea pertinente (Ema), dal Direttorato generale per la salute e i consumatori a quello per l’Impresa e l’industria.» Questo il commento del Presidente nazionale di AVIS, che ricorda come da quasi 90 anni sia impegnata nella promozione della donazione di sangue gratuita, anonima, volontaria, periodica, responsabile ed associata. TRENTINO La goccia che vale «Per questo motivo è nostro compito difendere la donazione, e con essa anche i farmaci plasmaderivati frutto di questo gesto, come bene pubblico insostituibile che non può essere considerato alla stregua di qualsiasi altro prodotto commerciale. La decisione assunta dalla Commissione europea – prosegue Saturni – dimostra la necessità di adottare al più presto delle misure univoche su tutto il territorio dell’Unione europea in tema di gratuità del dono. Infatti, in alcuni Paesi è consentita la retribuzione dei donatori di plasma, mentre più volte l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la FIODS – Federazione Internazionale delle Organizzazioni di Donatori di Sangue hanno ribadito l’importanza di tutelare la donazione come gesto assolutamente gratuito. 4 Fortunatamente l’allarme è rientrato dopo pochi giorni, visti che la stessa Avis nazionale ha diramato lo scorso 21 ottobre un comunicato stampa, che sancisce la marcia indietro di Bruxelles: Questo – ricorda Saturni – sarà uno dei temi al centro di un seminario internazionale promosso dalla FIODS che si terrà questo sabato (lo scorso 18 ottobre n.d.r.) a Matera alla presenza di esperti di medicina trasfusionale e massimi rappresentanti del volontariato del dono del sangue provenienti da tutto il mondo. L’evento di Matera – conclude il Presidente di AVIS – sarà l’occasione per ribadire la nostra posizione e per chiedere pubblicamente al Governo italiano di mettere in atto, in questo semestre di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea affidato al nostro Paese, tutte le strategie possibili affinché la responsabilità in tema di farmaci rimanga tra le competenze del Direttorato generale per la salute. Curare i cittadini e salvare le vite di malati è un dovere delle istituzioni che non può essere considerato alla stregua di qualsiasi altra attività commerciale e industriale.» TRENTINO La goccia che vale Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ha confermato che la competenza in materia di farmaci e di Agenzia europea per i medicinali (EMA) resterà in capo alla commissione Salute, dopo che nelle settimane scorse era stato invece annunciato il passaggio alla commissione Industria. «E’ una notizia – commenta il presidente di AVIS NAZIONALE, Vincenzo Saturni – che accogliamo con soddisfazione. All’indomani del possibile trasferimento di competenze dell’EMA alla commissione Industria, ci siamo subito attivati con i nostri contatti istituzionali affinché fosse invece confermato il legame etico tra farmaci, inclusi quelli di derivazione del sangue, e diritto alla salute. Per rafforzare le nostre ri-chieste abbiamo infatti scritto al Presidente del Consiglio e presidente di turno dell’Ue. Abbiamo inoltre notato con piacere anche la mobilitazione di molti membri del Parlamento europeo sul tema. Non c’è dubbio che la collaborazione proficua tra istituzioni, società civile e volontariato socio-sanitario abbia portato all’immediato ripristino della situazione precedente. Come AVIS continueremo a monitorare le attività del Parlamento europeo affinché ogni scelta medico-sanitaria sia sempre portata avanti nell’esclusivo interesse del diritto alla salute dei cittadini”. 5 FORMAZIONE Date e corsi Molte le attività previste dalla Scuola di Formazione delle Avis del Triveneto per il 2014/15: seminari di approfondimento, eventi di formazione, laboratori di “focalizzazione” e pacchetti formativi locali. Questi i momenti già realizzati durante i mesi scorsi: Bedollo (TN), 21 giugno. Il libro bianco di AVIS: analisi e prospettive. La Carta Etica: un valido strumento di riflessione sulla coesione e sulla crescita della nostra Associazione - “Il libro bianco di AVIS: analisi e prospettive” dott. Alberto Argentoni (vice presidente vicario di AVIS Nazionale). - “La Carta Etica: un valido strumento di riflessione sulla coesione e sulla crescita della nostra Associazione” dott.ssa Silvia Ivaldi (Università Cattolica di Milano), dott. Dario Piccolo (AVIS Provinciale di Venezia). Il seminario ha descritto ampiamente questi due prodotto e/o strumenti al fine di permettere ad ogni dirigente di condividerne gli obiettivi e le potenzialità con i volontari delle proprie realtà locali. In particolare, nell’intervento dedicato alla Carta Etica si è approfondita la descrizione dello strumento dei “Laboratori di Cambiamento”, sperimentandolo con i presenti a conclusione della giornata di studio. Maserada (TV), 5 luglio. L'Avis dalla nascita ad oggi, leggi, statuti e regolamenti che ci disciplinano - “L’Avis dalla nascita al 2000” dott. Renato Mattivi (Consigliere Nazionale ed ex Segretario Generale AVIS). - “Il nuovo statuto e regolamento” dott. Fran- cesco Magarotto (Presidente Collegio Revisori dei Conti Avis Veneto, Componente CSRT e Conferenza Regionale Volontariato). - “La mancata applicazione dello statuto e del regolamento (quali conseguenze)” avv. Maurizio Bonotto (Presidente Collegio Probiviri Avis Veneto). TRENTINO La goccia che vale La giornata di studio ha fornito innumerevoli informazioni ed aggiornamenti sulle normative anche con l’ausilio di esempi pratici forniti dai relatori che, oltre ad essere altamente qualificati e preparati sul tema, sono da diversi anni presenti in Associazione avendo rivestito cariche rilevanti a vari livelli (dal Comunale al Nazionale). 6 FORMAZIONE Date e corsi Pordenone, 6 settembre. Il rapporto con le strutture pubbliche e il lavoro in rete. - “ I Rapporti dell’Avis con le Regioni: come dovrebbero essere” dott. Andrea Tieghi (Presidente Avis Regionale Emilia Romagna). - “Il rapporto dell’Associazione con le Aziende Sanitarie” dott.ssa Anna Maria Saieva (Dirigente Medico e Responsabile sicurezza del paziente dell’Azienda Ospedaliera di Padova) . Nel corso della giornata è stato ampiamente descritto ed approfondito il rapporto che Avis ha con le strutture pubbliche, le Aziende Sanitarie, i Ministeri e le altre realtà nazionali ed europee ed è stato dato spazio ad un interessante confronto e dibattito tra i presenti. - “I rapporti dell’Avis con i Ministeri e le realtà à nazionali” dott. Vincenzo Saturni (Presidente di AVIS Nazionale) Padova, 25 ottobre. La gestione dei gruppi e la trasformazione creativa dei conflitti interni. - dott. Marcello Candotto (Psicologo e Psicoterapeuta. Consulente e formatore nell’ambito delle Risorse Umane. Formatore con esperienza specifica nelle realtà del terzo settore e con Avis). - dott. Alessio Nencini (Psicologo e Psicoterapeuta esperto in psicologia sociale con esperienza in percorsi formativi nelle realtà del terzo settore e in Avis). TRENTINO La goccia che vale Obiettivi del corso: - riconoscere i conflitti come occasione di crescita e maturazione personale e collettiva; - analizzare le cause dei conflitti più frequenti con cui convive il volontario all’interno delle organizzazioni; - acquisire competenze utili per la gestione positiva dei conflitti interpersonali. La metodologia proposta è attiva, esperienziale (cioè che parte dalla propria esperienza) e cooperativa (tutti i partecipanti sono invitati a collaborare). Successivamente è stata consegnata ai partecipanti una dispensa con spunti di approfondimento e suggerimenti utili per provare a mettere in pratica quanto appreso. 7 FORMAZIONE Date e corsi Verona, 15 novembre 2014. AVIS nelle scuole: strumenti educativi di promozione al dono ed alla cittadinanza attiva La mattinata è stata un interessante excur- “I progetti educativi realizzati da AVIS Nasus sugli strumenti che Avis Nazionale offre zionale per promuovere la donazione nelle scuoper fare attività di promozione nelle scuole le primarie e secondarie” (dott.ssa Rina Latu, e sulle attività proposte dal Progetto ScuoVice Presidente Nazionale e referente scuola) la Regionale di Avis Veneto. Particolare enfasi è stata data a quello che è l’approccio - “Le attività del Progetto Scuola Regionale educativo di base di tali strumenti e/o meVeneto” dott.ssa Laura Elia (Settore Scuola todologie e di come un volontario Avis Avis Provinciale Venezia) si deve porre quando entra nelle scuole. Trento, 20 dicembre 2014. Il bilancio sociale come strumento di comunicazione esterna Sono state affrontate tematiche relative al perchè sia importante la rendicontazione sociale per un’organizzazione non profit, sono stati dati alcuni elementi cruciali per una “buona e utile” ren- “Obiettivi, metodi e modelli per redigere un dicontazione, i possibili standard di riferimento bilancio sociale” (dott. Giovanni Stiz, consuper le organizzazioni no profit, informazioni lente e formatore in ambito di responsabilità e su come gestire il processo di rendicontazione rendicontazione sociale nelle organizzazioni) sociale ed affrontato il tema della rendicontazione di organizzazioni articolate in più livelli. Gli eventi di formazione in programma nei prossimi mesi, invece, sono due, uno già fissato ed uno previsto per marzo/aprile, con tematiche ancora da definire: - “Qualità e sicurezza nel sistema trasfusionale. La normativa e il ruolo delle Associazioni dei donatori” a Conegliano il 7 febbraio 2015. La scuola del Triveneto propone inoltre dei “pacchetti” completi (contenuti, metodologia, relatori, strumenti di valutazione dell’efficacia e gradimento) a disposizione di tutte le Avis locali. Per fare il corso nel proprio territorio dovranno seguire solo gli aspetti organizzativi (data, luogo di svolgimento, organizzazione dell’evento, disponibilità di vitto e/o alloggio per partecipanti, etc..). La conferma delle date indicate sarà inviata, a tutte le sedi provinciali e comunali, direttamente dalla segreteria regionale, insieme alle informazioni dettagliate sul corso ed alla schede d’iscrizione. TRENTINO La goccia che vale Per informazioni: Segreteria didattica della scuola, dott.ssa Elena Galbiati e-mail: [email protected] cell. 328/6993077 sito: www.avisscuolaformazione.it 8 ISTITUZIONI E AVIS Non c’è sempre il sereno E’ stato affrontato dal terzo seminario della scuola di formazione delle Avis del Triveneto, il 6 settembre a Pordenone, il rapporto tra l’Avis e le strutture pubbliche, siano esse le Regioni, le Aziende sanitarie, i Ministeri e le altre realtà nazionali ed europee. Seguiti da una sessantina di dirigenti avisini a diversi livelli di Friuli Venezia Giulia, Trentino e Veneto, i tre relatori hanno aperto una finestra su un tema quanto mai attuale, viste le novità che riguardano tutto il sistema sangue in Italia. “Il rapporto con le Regioni è fondamentale perché sono loro che operano le scelte sanitarie, pur entro le linee nazionali – ha sottolineato Andrea Tieghi, presidente dell’Avis Emilia Romagna – e se non è un rapporto buono e diretto, per l’Avis regionale è molto più difficile farsi capire, come accade ad esempio in Veneto.” La legge dice che sono le Regioni a dover promuovere la donazione periodica e volontaria, favorendo lo sviluppo delle associazioni e delle federazioni di donatori, istituendo il sistema informativo regionale dei servizi trasfusionali, definendo annulamente il programma di autosufficienza regionale… fino al monitoraggio e al controllo sui consumi di sangue e dei suoi prodotti e sulla relativa spesa sanitaria. Ma se non crea un rapporto forte con l’Avis regionale di riferimento, molte sue scelte potrebbero “perdere di vista” quello che è il destinatario numero uno dell’intero sistema trasfusionale regionale, che è sempre e solo il malato. “Che invece Avis, che ha un rapporto diretto TRENTINO La goccia che vale con i donatori, non perde di certo – ha concluso Tieghi – per questo dobbiamo essere un passo avanti alla politica e cercare la collaborazione a tutti i costi.” Fare formazione serve anche a capire l’importanza di questo rapporto, così come quello con le Aziende sanitarie, che vede coinvolte in prima linea per lo più le Avis provinciali. Passi in avanti se ne sono fatti e se ne stanno facendo, ma (come testimoniato anche da alcuni interventi dei partecipanti al corso) il rapporto non è ovunque roseo. Molto più ampio è il ventaglio di rapporti di Avis nazionale, che un tempo aveva per lo più come primo interlocutore il Ministero della Sanità e che ora ha, oltre alle citate Regioni, anche il Centro nazionale sangue, Civis, Simti, il Terzo Settore, le Aziende di plasmaderivati fino all’Unione europea, che detta le regole, ad esempio, in fatto di accreditamento. “Quando Avis si siede a tutti questi tavoli, si esprime a nome di tutte le Avis d’Italia, dalla più grande alla più piccola – ha dichiarato il presidente di Avis nazionale, Vincenzo Saturni – e questo è un concetto che dev’essere ben chiaro a tutti i dirigenti, che a volte tendono a muoversi un po’ troppo autonomamente, di fatto scavalcando il livello più alto e creando un danno all’immagine stessa di Avis tutta. Il rispetto dei ruoli è imprescindibile dal buon funzionamento dell’associazione.” (Tratto da “Dono & Vita” del giugno 2014 – a cura di Michela Rossato) 9 SCUOLA DI FORMAZIONE Coinvolgimento la parola chiave con i ragazzi Tutti unanimi i pareri espressi dai diversi relatori che hanno preso la parola: i ragazzi non sono dei contenitori vuoti da riempire con i nostri discorsi numerici, spezzo fatti da una cattedra verso la classe e con un tono autoreferenziale; essi hanno idee e valori, ma devono essere coinvolti nel progetto, che deve diventare per loro un’esperienza significativa, una lezione da ricordare, anche se non è detto che diverranno per forza donatori. “Il nostro è un percorso culturale: siamo passati dalla propaganda pura ad un discorso ad ampio raggio sulla cittadinanza attiva e solidale”, come ha ricordato il presidente nazionale Vincenzo Saturni. Nell’ambito del percorso formativo, che ogni componente di un direttivo avisino dovrebbe svolgere, lo scorso 15 novembre ci siamo recati a Verona, dove l’Avis del Triveneto organizzava una mattinata di formazione per le persone che entrano in contatto col mondo scolastico, parlando ai ragazzi di cosa è e fa Avis, di donazione e cittadinanza attiva, solidale e partecipata. Una cinquantina i partecipanti, provenienti dal Friuli, dal Veneto e come noi dal Trentino: dopo i saluti fatti dal presidente provinciale Francesco Ioppi, ha aperto i lavori il responsabile della scuola di formazione del Triveneto, Carmelo Agostini. “Il nostro compito – ha affermato Agostini – è molto difficile, perché dobbiamo spiegare al mondo scolastico la cultura del dono e della cittadinanza attiva e dobbiamo farlo in maniera sempre più professionale. E’ quindi necessario formare in primis gli stessi formatori, perché devono parlare un linguaggio unico e sapere le giuste cose da dire sul tutto il territorio nazionale. Per questo motivo in marzo/aprile organizzeremo una giornata sulla filiera della donazione, non solo il sangue, ma anche midollo, cordone ombelicale, ecc.” Il dirigente friulano ha poi ricordato l’importanza di partire sin dal primo ciclo degli studi, utilizzando il gioco per spiegare il concetto di cittadinanza attiva. Il secondo intervento della mattinata è stato quello del consigliere nazionale Rina Latu, responsabile del settore scuola. La sua analisi partiva da due concetti base, ovvero che il nostro dialogo con il mondo scolastico è improntato alla conservazione (se non all’aumento) della fascia più giovane dei nostri TRENTINO La goccia che vale donatori, ma anche ad un’azione di cambiamento culturale, che porti alla consapevolezza di essere una risorsa fondamentale per la società: “Alcuni anni fa, un vecchio dirigente mi disse che la sfida di Avis sarebbe stata vinta, il giorno in cui nessuno avrebbe più avuto bisogno di Avis: lì per lì non capivo cosa volesse dire, ma poi ha proseguito dicendo che il giorno in cui tutti i cittadini avrebbero cercato loro Avis e non il contrario, il nostro compito sarebbe terminato.” Anche lei ha ripreso il concetto della lungimiranza, partendo con gli interventi formativi sin dalla scuole d’infanzia, con l’obiettivo non solo di raccogliere donatori, ma anche di costruire cittadini solidali. Fondamentale quindi spiegare sin da subito i concetti di educazione alla salute, cittadinanza attiva, stile di vita sano e positivo e sensibilizzazione al dono.“Occorre, tuttavia, – ha proseguito Latu – cambiare il rapporto esistente tra Avis e Scuola: esistono nuove modalità e strumenti d’informazione, bisogna formare soci e collaboratori e valorizzare la risorsa degli insegnanti avisini. Per crescere i momenti formativi dovranno diventare situazioni formative: non solo lezioni frontali, ma visite didattiche nei centri Avis, usare film o contest musicali per sensibilizzare i giovani, organizzare eventi e concorsi in collaborazione con gli studenti.” Dopo i saluti del presidente nazionale, Vincenzo Saturni, ha preso la parola Laura Elia, formatrice per l’Avis provinciale di Venezia, che ha riportato la sua esperienza ultra decennale nel campo degli interventi presso gli istituti scolastici: “Dobbiamo ricordarci che noi non siamo per loro, né su di loro, ma con loro, quindi è necessario coinvolgerli, attraverso il gioco. L’importante è avere un atteggiamento propositivo e capire cosa interessa loro: la lezione frontale autocelebrativa non funziona, bisogna essere uno stimolo positivo e significativo, ricordandosi di dare fiducia ai ragazzi, perché spesso sanno sorprenderci.” Elia ha ricordato come da diversi anni si usino in Veneto e Friuli alcuni giochi ideati da Avis per coinvolgere gli studenti, facendo loro capire l’importanza del volontariato e del dono attraverso attività ludiche, invece che con una lezione frontale, che cattura poco l’attenzione. 10 La cittadinanza attiva è la partecipazione del cittadino alla vita civile del suo Paese, onorando i propri doveri, e conoscendo ed esigendo i diritti propri e quelli altrui. E’ spesso accostata, a volte fatta coincidere, col volontariato. E’ certo che il volontariato (e l’associazionismo) hanno un ruolo determinante nell’esercizio di una cittadinanza attiva e nella sua incubazione culturale. Entrambi trovano la loro comune radice nel concetto di solidarietà posto alla base dell’articolo 2 della nostra Costituzione: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Negli anni recenti, in Italia, l’idea di cittadinanza attiva si è sempre più legata all’immagine della difesa dei diritti dei cittadini visti principalmente nella loro veste di consumatori. (fonte http://www.legambiente.it/temi/volontariato/cittadinanza-attiva) La cittadinanza attiva è la capacità dei cittadini di organizzarsi, di mobilitare risorse umane, tecniche e finanziarie, e di agire con modalità e strategie differenziate per tutelare diritti [..] Il significato di cittadinanza ha un valore aggiunto che risiede sicuramente nei termini di cittadinanza attiva e solidale. Per attiva s’intende un voler prendere parte concretamente all’azione civica nelle sue molteplici forme, per solidale s’intende invece avere un occhio attento e pronto verso chi, per vari motivi si sente fuori, non integrato, non coinvolto nella vita pubblica. (fonte http://www.caritasitaliana.it/caritasitaliana/allegati/750/cittadinanza.pdf) PROCEDURA PER INTERVENTO SCOLASTICO INCONTRO CON IL DIRIGENTE SCOLASTICO 1 2 3 visto che entriamo in casa sua, è giusto prima presentarsi a lui e spiegare a grandi linee il nostro progetto. Sarà lui ad indirizzarci verso un suo collaboratore. PRESENTAZIONE AVIS LOCALE il nostro discorso con gli insegnanti dovrà partire da una descrizione di chi siamo, sia a livello comunale, sia a livello provinciale o regionale. INCONTRI E COMPARTECIPAZIONE AD EVENTI successivamente si concorderà la scaletta degli eventi, che possono essere una lezione in classe oppure dei laboratori didattici. STAGES PER CREDITI FORMATIVI una risorsa ancora poco sfruttata, ma che potrebbe diventare utile è quella di proporre agli istituti degli stages all’interno di Avis, al termine dei quali vengano riconosciuti crediti formativi, coinvolgendo quindi attivamente gli studenti nella vita associativa. 4 TRENTINO La goccia che vale 11 CARTA ETICA AVIS Conosciamola bene Da quando è stata presentata, all’Assemblea nazionale del 2013, la Carta Etica di Avis continua il suo “cammino”. Nasce di fatto nell’estate 2012 quando, avviandosi verso fine mandato, Avis nazionale insieme alla Consulta dei presidenti regionali, mette le basi per alcuni progetti strutturali, che servano ad orientare la programmazione delle attività negli anni seguenti. Tra questi progetti, viene proposto un approfondimento di tipo etico-valoriale sulla vita associativa: un’occasione per riflettere sul perché e sul come stiamo assieme in associazione. La nostra trasformazione in associazione a rete e la grande autonomia acquisita da tutte le sue componenti, ha infatti reso più delicati i temi della responsabilità reciproca, dell’interpretazione del patto associativo e del rispetto delle regole comuni. Siamo tutti a conoscenza delle persistenti difficoltà che Avis ha nel gestire a tutti i livelli questi aspetti della vita associativa. La prima ipotesi è quella di ripartire dal giuramento-impegno del nostro fondatore, Vittorio Formentano, per sviluppare poi un codice etico sulla scorta di quanto fatto da molte altre organizzazioni. Emerge però subito il pericolo che il lavoro produca solo un decalogo, compiuto e autorevole, ma probabilmente destinato a finire negli scaffali e nel dimenticatoio. Accettiamo, quindi, con curiosità ed entusiasmo, la proposta del prof. Giuseppe Scaratti dell’università Cattolica di Milano di costruire, invece, uno strumento di lavoro da utilizzare nelle nostre realtà associative. Perché questo strumento sia realmente concreto, decidiamo anche che gli argomenti da trattare siano individuati attraverso una raccolta di storie e di interviste fatte ai dirigenti e/o ai semplici soci, validati scientificamente attraverso dei focus group e riportati in un testo semplice, aperto, non convenzionale. TRENTINO La goccia che vale Nasce così il progetto della Carta Etica di Avis, offerta a tutta l’associazione per analizzarsi, confrontarsi, sviluppare percorsi di crescita culturale e costruire modelli comportamentali condivisi. A supporto di questi obiettivi, fin dall’inizio, si progettano anche degli strumenti per facilitare l’utilizzo della Carta Etica da parte di qualsiasi componente associativa. Ecco nascere una serie di video, l’eticometro, un corso per formatori associativi, il progetto degli Avis Lab, laboratori di cambiamento. Tocca a noi tutti, ora, conoscere e utilizzare la Carta Etica, anche tramite gli strumenti operativi che sono diventati tutti disponibili e che invitiamo ad utilizzare. Siamo convinti che scopriremo che sono di più le cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci “dividono” e che riflettere su valori e comportamenti ci aiuterà a mantenere viva, coerente e moderna la nostra amatissima Avis. (Alberto Argentoni) 12 LIBRO BIANCO E CARTA ETICA (di Aldo Francescatti) La Scuola di Formazione delle AVIS del Triveneto, nell’ambito della sua ricorrente attività, ha affidato all’Avis di Bedollo l’incontro informativo e di studio dei recenti documenti elaborati da AVIS Nazionale sulla realtà e sulle prospettive delle associazioni Avis che operano nella donazione di sangue ed emocomponenti. La decisione è avvenuta per dare ulteriore visibilità alle due Avis di Bedollo e della Valle di Cembra in occasione del loro 25° di fondazione e come riconoscimento della efficace collaborazione che caratterizza, da diversi anni, queste due associazioni. Il giorno 21 giugno si sono radunati, nel Teatro Comunale di Bedollo, oltre sessanta fra presidenti ed amministratori di varie Avis del Triveneto per analizzare ed approfondire i due elaborati dal titolo Libro Bianco e Carta etica. L’introduzione è stata affidata al consigliere di AVIS Nazionale, Renato Mattivi che, in maniera molto incisiva, ha focalizzato le problematiche e le proposte emerse dalle ricerche, molto accurate e scientificamente corrette, sviluppate per la elaborazione dei documenti in discussione. La donazione di sangue ed emocomponenti rappresenta un elemento fondamentale nella gestione del servizio sanitario nazionale: è necessario, pertanto, garantire la massima qualità e cura nel controllo dei donatori e nelle varie fasi successive della raccolta, della conservazione, del frazionamento e del perfetto utilizzo dei farmaci derivati. L’Avis, pertanto, deve agire nella scrupolosa osservanza delle norme che regolano tutte le fasi di promozione e di gestione della sua attività. La giornata di studio ha fatto registrare viva partecipazione ed interesse da parte di tutti i presenti. (Aldo Francescatti) ETICOMETRO Andiamo tutti sull’eticometro Sul sito cartaetica.it (alla sezione monitoraggio) donatori, dirigenti e collaboratori possono trovare un veloce sondaggio sui rapporti tra l’Avis (a tutti i livelli) e i suoi soci. L’eticometro seve a monitorare, proprio alla luce dell’applicazione della Carta Etica, il funzionamento dell’associazione dal punto di vista etico e valoriale. Le domande sono 20 su diversi aspetti della vita associativa con particolare attenzione alle Avis comunali, quelle a più diretto contatto con i donatori. Per ogni domanda è richiesto di indicare un grado di accordo con un voto da 1 a 10. I dati raccolti permettono ad Avis di comprendere la percezione del socio verso l’associazione. Le risposte arricchiscono ciò che emerge dai laboratori (Lab) di cambiamento organizzati in tutta Italia su aspetti critici, potenzialità e buone prassi dell’associazione. A chi partecipa ai laboratori, tra l’altro, il sondaggio viene proposto in tre diverse fasi: prima di iniziare, durante il loro svolgimento e alla loro conclusione. Questo per monitorare e valutare le ricadute dei laboratori stessi rispetto alla vita dell’associazione. TRENTINO La goccia che vale cartaetica.avis.it clicca su “MONITORAGGIO” 13 VIVERE L’ASSOCIAZIONE : APPAR “L’associazione rende l’uomo più forte e mette in risalto le doti delle singole Visto che durante i primi mesi del nuovo anno si svolgono le tradizionali assemblee annuali in ogni ordine e grado, abbiamo pensato di proporre su queste pagine cosa significhi “VIVERE L’ASSOCIAZIONE”, riprendendo le testimonianze presentate al capitolo 3 della Carta Etica. Il primo passaggio che ogni Avis, a qualsiasi livello, deve intraprendere è il coinvolgimento attivo dei soci: molti saranno quelli che declineranno l’invito, preferendo solo donare, anziché impegnarsi più attivamente nella vita della nostra associazione, ma almeno bisogna provarci! «I grandi centri hanno un diverso approccio nei confronti del donatore e delle donazione. Intendo dire che le grandi città, come Brescia, Bologna, Milano sono realtà industriali: fanno 400-500 donazioni al giorno. La donazione diventa [..] una bella catena di montaggio che racchiude in sé molti valori importanti. Nei centri più piccoli però viene data più importanza alla dimensione razionale. Favorire e sviluppare un senso di appartenenza non deve diventare e sconfinare nel puro e semplice desiderio di apparire [..] io penso che molte persone non entrino in Avis proprio perché sanno che nell’Associazione rimarranno anonimi.Si sta rischiando di perdere il donatore! Il coinvolgimento del donatore non è solo una questione di partecipazione alle assemblee [..] Bisogna invece che ci siano continui processi di scambio, di interazione e co-progettazione. L’Avis non può essere un’associazione piena di generali senza neanche un soldato semplice! Questo vuol dire che l’associazione e la dirigenza non favoriscono la formazione di un senso di appartenenza tra i soci donatori. Nel concreto l’unica cosa che fanno è quella di consegnarti la tessera ad indicare che sei diventato socio. Ricordo infatti che la tesserina mi è arrivata a casa con i primi esami del sangue, ed è stata una cosa che mi ha fatto piacere, in quanto gesto di gratificazione, però è rimasta l’unica cosa che hanno fatto.» Emerge sin dalle prime esperienze la normale differenza tra le diverse dimensioni dei centri di raccolta: logico che le Avis di piccole realtà abbiano una maggior conoscenza dei propri donatori, ma il semplice riconoscimento non serve a coinvolgere i propri soci. Occorre attivarsi in molteplici attività mirate, alcune di carattere ludico, altre informative e conoscitive della vita associativa: TRENTINO La goccia che vale 14 RTENENZA E COINVOLGIMENTO e persone” (Italo Calvino) «Quando io ho fondato l’Avis comunale ho proposto fin da subito tutta una serie di manifestazioni per coinvolgere i donatori in modo ragionato, in base alle loro passioni: c’era quello a cui piaceva pescare, l’altro che amava andare in bici, l’altro ancora che aveva la passione per il calcio e quindi ho proposto diverse iniziative basate su tutti questi interessi. Domenica scorsa ad esempio abbiamo fatto la chiusura della venticinquesima edizione del torneo di calcetto. Attività di questo genere resistono nel tempo e registrano un alto livello di partecipazione. Hanno infatti partecipato ben 12 squadre e siamo partiti nel 1981. Ho fatto poi il donatore per 25 anni senza attivarmi in altro modo nell’associazione, perché il mio lavoro non me lo consentiva. La mia vita associativa è iniziata nova anni fa quando mi hanno nominato presidente regionale. Ma quando ero donatore chiedevo sempre “Cosa fa la mia Avis, come si comporta la mia comunale?” [..] desideravo avere informazioni, volevo sapere come venivano spesi i soldi che loro incassavano con la mia donazione. Pretendevo sempre una maggiore chiarezza e trasparenza. Il socio donatore di oggi non va neanche alle assemblee, perché non è coinvolto, non si sente partecipe, entra dona e se ne va. E’ molto importante invece che l’Associazione si impegni in questo senso. E’ anche vero che per far partecipare e responsabilizzare il donatore, non basta mandare una letterina ogni tanto: il socio deve essere interpellato e coinvolto, non dico quotidianamente o quasi. E per farlo ci sono diversi modi: lettere, sms, mail, telefonate, feste, ecc. Ad un certo punto il presidente dell’Avis, conoscendo anche i miei e sapendo che donavo mi ha proposto di entrare nell’Associazione. All’inizio ero un po’ refrattario, poi mi sono iscritto. Mi hanno invitato all’assemblea di fine anno e parlando di manifestazioni che volevano organizzare, ho cominciato a dare il mio contributo, a presen- TRENTINO La goccia che vale tare qualche idea su come agire operativamente. All’epoca all’assemblea c’erano pochissimi donatori iscritti e quindi l’intento era quello di attirarne il più possibile, di coinvolgere il maggior numero di persone. Da quel momento hanno iniziato a farmi partecipare alle riunioni, alle serate e piano piano mi sono inserito, prima come semplice consigliere e poi per un ricambio generazionale, il classico ricambio che si cerca sempre all’interno delle Avis piccole, ho ricoperto la carica di vicepresidente. Ho fatto poi il primo mandato di presidente e ho lasciato successivamente ad un altro ragazzo che aveva fatto lo stesso mio percorso.» E noi? Cosa facciamo nella nostra realtà territoriale, grande o piccola che sia, per coinvolgere più attivamente i nostri soci? Sono domande che ogni dirigente avisino dovrebbe porsi, per proseguire il proprio percorso di crescita, ma soprattutto dell’Avis di appartenenza. Scaricala dal sito cartaetica.avis.it 15 Un passaggio fondamentale per la In collaborazione con il dott. Leonardo Pupi Un aspetto molto importante nel processo della Donazione è la compilazione del questionario da sottoporre all’attenzione del medico. Si tratta di un primo screening per valutare la condizione fisica del donatore e in quanto tale necessita di essere compilato con molta attenzione e sincerità assoluta: rispondendo alle domande del questionario, infatti, il donatore mette a conoscenza il medico di eventuali abitudini pericolose oppure permanenze in territori afflitti da qualche problematica che impedisce la donazione. Alcuni soci lo affrontano spazientiti, non capendo che tale documento è in realtà un’autocertificazione sul proprio stato di salute e nello stesso tempo il consenso informato su cosa stai facendo e perché lo fai: un documento legale che sancisce la donazione del proprio sangue. La provincia di Trento, rispetto ad altre zone d’Italia è maggiormente restrittiva su alcune malattie: le informazione sono relative ad un periodo antecedente quattro mesi la donazione, questo perché ad ogni evento elencato corrisponde un periodo di sospensione cautelare che è al massimo di quattro mesi. E’ importante ricordare che il questionario è diventato anche un’identificazione attiva del soggetto donatore: chi infatti non presenta la tessera sanitaria, non può donare. Figura 2 - Comunicato informativo sulle malattie trasmissimbili col sangue Figura 1 - Dati anagrafici TRENTINO La goccia che vale Dopo una prima parte introduttiva, in cui sono segnati i dati anagrafici (figura 1) che servono per il riconoscimento del donatore, nella seconda pagina Avis riporta un comunicato informativo sulle malattie trasmissibili col sangue (figura 2). Il questionario vero e proprio si trova nel 16 donazione : IL QUESTIONARIO la terza pagina del modulo: nella parte alta sono presenti delle domande relative alla vita abituale del donatore, riferite alle sue abitudini, alla presenza di malattie ereditarie in famiglia ed allo stato di salute generale. L’ultima parte del modello è invece una dichiarazione di consenso alla donazione, che il socio deve sottoscrivere per permettere l’utilizzo del sangue; inoltre egli autorizza l’utilizzo dei dati personali da parte del personale della struttura trasfusionale (figura 5). Nella parte finale della pagina il medico riporta il giudizio d’idoneità o non idoneità e la quantità di sangue da prelevare. Figura 3 - Abitudini Nella seconda metà della pagina, invece, sono richieste informazioni all’ultimo periodo, ovvero quello trascorso dall’ultima donazione: lo scopo è quello di capire se sono intervenuti nuovi elementi che possono mettere a rischio il sangue donato (figura 4). A volte assieme all’interno del questionario è presente anche un modulo aggiuntivo, che richiede eventuali pernottamenti o soggiorni in zone a rischio teorico di contagio (es. West Nile Virus), un’ulteriore precauzione per garantire il massimo controllo sul sangue donato. Figura 5 - Consenso alla donazione Figura 4 - Fatti accaduti gli ultimi mesi TRENTINO La goccia che vale Vi ricordiamo ancora una volta l’importanza di compilare il questionario con sincerità e correttezza per non mettere a rischio la salute vostra e soprattutto di chi riceve il vostro sangue. Donare è un gran bel gesto, donare in assoluta sicurezza è un dovere. 17 ALIMENTAZIONE La cura personale del donatore parte da come e cosa mangia Parlare di alimentazione è anche parlare di sangue e lo stato di salute di una persona non può prescindere dall’alimentazione. Avis ha deciso di aggiungere al bagaglio di conoscenze indispensabili ad ogni Donatore (e non) anche alcune semplici note orientative, utili per un personale benessere e per una sempre miglior qualità del prezioso dono. Risulta evidente che gli emocomponenti trasfusi ai malati debbano provenire da persone sane. Spesso tuttavia, gli esami del sangue eseguiti sul donatore, anche in assenza di evidenti disturbi, risultano alterati e le unità di raccolta devono essere scartate. In molti casi il problema è riconducibile ai regimi nutrizionali e/o di vita non corretti. E’ noto a tutti come gli alimenti forniscano sostanze necessarie al funzionamento del nostro organismo: essi si dividono in energetici, ovvero che forniscono energia misurabile in calorie o Kcalorie, e non energetici, come possiamo desumere dalla tabella sottostante. PRINCIPIO ALIMENTARE KCALORIE PER GRAMMO Zuccheri (o glucidi) 4 Grassi (o lipidi) 9 Proteine (o protidi) 4 Alcool etilico 7 Il regime alimentare corretto (dieta) è quello che garantisce in modo ottimale per quantità e varietà i bisogni dell’organismo; non dovrebbe apportare nulla che possa recare danno alla salute attuale e futura. Il bisogno nutrizionale è soggettivo, variabile in funzione di fattori biologici, fisici, dinamici e ambientali. Esso va ragionato, non può essere assolutamente casuale! Andiamo ad analizzare i principi alimentari che introduciamo nel nostro organismo: Acqua. Come tutti sanno l’organismo umano è composto al 70% da acqua, una componente quindi fondamentale, introdotta nel nostro corpo tramite bevande, frutta e verdura. L’acqua ha un ruolo importante nell’assorbimento del cibo, nella circolazione del sangue e nell’eliminazione dei “rifiuti” prodotti dall’organismo tramite urina e feci. Anche la temperatura umana è regolata dall’acqua. Alcool. La componente principale del vino, componente abituale ma non indispensabile della nostra cultura culinaria, è l’alcool etilico, che possiede un forte potere energetico (vedi tabella 1). Il nostro organismo è in grado di utilizzare l’alcool entro certi limiti, circa due - tre bicchieri al giorno per un uomo adulto, mentre un carico superiore determina una sofferenza dei tessuti, primi tra tutti il fegato ed il midollo osseo. Gli effetti negativi, rilevabili dagli esami, non si traducono immediatamente in disturbi evidenti, ma a lungo andare deteriorano l’organismo. Grassi. Essi derivano dal mondo vegetale (olii) o animale (burro, lardo, margarina, latte, carni grasse, ecc.) e servono come materiale di costruzione di alcuni ormoni (quelli sessuali, ad esempio) e strutture cellulari, ma soprattutto come riserva energetica, accumulandosi nel tessuto adiposo sotto forma di trigliceridi. E’ consigliabile una dieta ricca di grassi vegetali, piuttosto che animali, in quanto quest’ultimi determinano un maggiore innalzamento del colesterolo. Colesterolo e trigliceridi fanno parte del controllo annuale effettuato sul donatore. TRENTINO La goccia che vale 18 Proteine. Diffuse nel mondo animale (carne, uova, latticini) ed in quello vegetale (cereali e legumi), le proteine sono destinate principalmente nella costruzione di cellule, tessuti e molecole. Ciascuna proteina è costituita da una catena di unità più elementari, dette aminoacidi: se ne conoscono circa una ventina di tipi, alcuni dei quali non possono essere creati dal nostro organismo, quindi devono essere introdotti con la dieta. Sali minerali. Nell’organismo umano ci sono molti minerali, alcuni presenti in discreta quantità, altri solamente come traccia. I minerali richiesti sono circa una ventina: alcuni svolgono la loro azione da soli, altri insieme alle proteine, ai grassi ed alle vitamine. Un’alimentazione varia soddisfa il fabbisogno giornaliero. I più importanti di essi sono: ferro, sodio, potassio, cloro, calcio, fosforo e iodio. TIPO DOVE SI TROVA A COSA SERVE Calcio Latte e suoi derivati Muscoli, cuore, cellule, ossa Cloro Pane, farina integrale, verdure Equilibrio acido-base Ferro Uova, carne rossa, spinaci crudi, legumi, Globuli rossi, muscoli frutta secca, crostacei e molluschi Fosforo Carne, latte, pane, uova Processi energetici, ossa Idio Pesce di mare Funzionamento della tiroide Magnesio Numerosi alimenti Attività muscolare, cardiaca e cellulare Potassio Carne e verdure Attività muscolare, cardiaca e cellulare Rame Fegato di vitello, capesante, ostriche Componente di molti enzimi Sodio Latte e suoi derivati, carne, uova Funzionamento delle cellule Zinco Carne, pesce e latte Componente di molti enzimi, sistema immunitario Vitamine. Esse favoriscono il metabolismo delle cellule, aiutando il nostro organismo nello sviluppo e nella crescita. La carenza di tale principio provoca gravi malattie, che più volte in passato hanno colpito anche la nostra regione, come rachitismo, scorbuto e pellagra. TIPO DOVE SI TROVA A COSA SERVE A Latticini, fegato di pesce, uova, carote, Vista, pelle ortaggi verdi Acido folico Verdure fresche, carni, fegato, uova Riproduzione delle cellule B1 Cereali, lievito, carni, patate Sistema nervoso B2 Latte, uova, cereali, fegato, pesce Tessuti, mucose, vista B6 Carni, cereali, verdure fresche Metabolismo degli aminoacidi B12 Fegato di vitello, pesce, carni, latte, tuorlo Riproduzione delle cellule d’uovo C Agrumi, ortaggi verdi, patate, fragole, Vasi sanguigni, ossa, denti meloni TRENTINO La goccia che vale 19 ALIMENTAZIONE La cura personale del donatore parte da come e cosa mangia TIPO D E DOVE SI TROVA A COSA SERVE Latticini, tuorlo d’uova, pesce, olio di fegato di merluzzo Cereali, oli vegetali, ortaggi verdi, fegato Spinaci, cavoli, ortaggi verdi Carni, cereali, fegato, legumi Calcio e fosfato delle ossa Protegge le membrane delle cellule Coagulazione del sangue K Accrescimento, rinnovamento e mantenimento del corpo PP Zuccheri. Molti associano il termine zucchero al saccarosio, ovvero il granulare bianco usato nel caffè o per fare dolci: in realtà stiamo parlando di un gruppo molto più vasto di sostanze, contenute nei legumi, nei cereali (amidi), nella frutta (fruttosio) e nel latte (lattosio). Essi forniscono energia in tempi brevi, essendo sostanze di semplice assimilazione, la maggior parte della quale è usata per il lavoro quotidiano e le funzioni vitali, come il battito del cuore, il movimento dei muscoli o l’attività del nostro cervello. La quantità di zuccheri è monitorata al momento della donazione attraverso la glicemia. Chiudiamo con alcuni consigli per una sana e corretta alimentazione: 1. Mangiare con calma; 2. Frazionare i pasti in colazione, pranzo, cena e 1-2 spuntini; 3. Variare l’alimentazione, badando che sia equilibrata; 4. Non eccedere nelle quantità; 5. Preferire gli amidi (pane, pasta, polenta) ai zuccheri semplici (zucchero da cucina); 6. Apporto equilibrato di carne tra bianca, rossa e pesce; 7. Introdurre quotidianamente verdure e frutta, almeno 2-3 pezzi al giorno; 8. Preferire i grassi vegetali a quelli animali; 9. Moderazione con dolci, uova, formaggi ed affettati; 10. Bere almeno 1 litro di acqua al giorno; 11. Non superare i due bicchieri di vino al giorno, meglio se durante i pasti; 12. Assumere raramente bibite zuccherate, salsicce, cotechino, ecc. 13. Prestare molta attenzione all’uso del sale; 14. Fare attività fisica. ETA’ 4-6 anni 10-12 anni 30-60 anni Oltre i 60 anni MASCHI 1.850 Kcal 2.250 Kcal 2.700 Kcal 2.300 Kcal FEMMINE 1.650 Kcal 2.000 Kcal 2.300 Kcal 1.900 Kcal Come ultima raccomandazione a tutti i nostri lettori, alleghiamo una tabella riepilogativa sul fabbisogno calorico, suddiviso per fasce d’età e sesso, ricordando che una dieta appropriata ed un regime di vita sano sono le migliori garanzia di salute e di qualità del sangue donato. Redatto a cura dell’Avis provinciale di Padova. Elaborazione tecnico-scientifica curata dalla dott.ssa Giorgina Vaselli in collaborazione con la dott.ssa Lucia Cortese per l’Avis di Pergine Valsugana. TRENTINO La goccia che vale 20 BUONE PRASSI Condino, 50 anni di volontariato in favore del prossimo Come per i “cugini” di Storo, anche per l’Avis di Condino nel 2014 sono state spente le prime cinquanta candeline di attività. Un percorso molto ricco di soddisfazioni, come leggiamo nella cronaca di Aldo Pasquazzo, nel suo articolo apparso sul quotidiano “Il Trentino” dello scorso 15 settembre: «Lo scorso 14 settembre hanno festeggiato i 50 anni d’attività l’ Avis comunale di Condino, una realtà che oggi conta 176 soci, «Dobbiamo tornare all’ormai lontano 12 marzo 1964, quando si tenne la prima assemblea costitutiva presso l’albergo Corona di Condino,» ha ricordato il presidente Michele Faccini «mentre le prime donazioni furono raccolte all’interno dell’attuale Palazzo Belli. Tra i primi a donare il proprio sangue ricordiamo Giulio Radoani e Guido Faccini, oggi vispi ottantenni.» A tenere aggiornati brogliacci e donazione era l’allora maresciallo a riposo Livio Quarta, con Aldo Bianchini e Arturo Pelizzari tra i referenti più in vista ma che ora non ci sono più. Ad affiancarli Raffaele Radoani e Silvino Gambaini, consiglieri all’epoca, ieri invece presenti. Michele Faccini con l’occasione ha messo confronto le differenze tra quel periodo e l’Avis di adesso: «Direi che è cambiato molto rispetto a quelli anni. Modalità, richieste e trasfusioni hanno ora un corso e procedure diverse. Penso proprio che sia opportuno ricordare quei momenti che hanno portato quelle persone semplici ad aggregarsi e socializzare in modo poi da mettere a disposizione in maniera anonima e gratuita una parte di loro stesse». Infine, come nelle circostanze che contano, corpo bandistico Giuseppe Verdi compreso, tutti in arcipretale per la santa messa celebrata da don Vinncenzo Lupoli e quindi alla Cascina dei Pom per il pranzo d’assieme. Nel corso del cerimoniale (presente pure il delegato di Brescia, cavaliere Spada) sono stati insigniti di stelle al merito Adriano Pizzini per 40 donazioni, nonché per numeri minori di donazioni Dario Monfredini, Bruno Butterini, Alesandro Bagattini e Aldo Tolettini.» TRENTINO La goccia che vale 21 BUONE PRASSI Avis di Storo : i nostri primi 50 anni Cinquant’anni sono un traguardo prestigioso per un’associazione di volontariato e merita di essere celebrato nel modo adeguato. Abbiamo quindi pensato di riproporre l’articolo apparso sul quotidiano “Il Trentino” lo scorso 9 giugno 2014, a firma di Aldo Pasquazzo: «STORO. Cinquant’anni fa a costituire l’associazione Avis di Storo e Bondone erano stati loro. Ebbene a distanza di cinque decenni Marino Fostini, Giuseppe Zontini, Costantino Beltrami e Battista Maccani ieri erano presenti a festeggiare e a essere festeggiati. Alla rimpatriata stavolta mancava però il fautore e presidente di allora Angelo Cortella (Pece) da anni oramai scomparso, rappresentato comunque dalla sorella Narcisa.Tanti i riconoscimenti consegnati. In particolare quello in oro a Simone Scaglia (fratello del presidente attuale) che di donazioni ne ha finora effettuate oltre 50. Inoltre medaglia d’argento a Mauro Lovato (35 prelievi). La sezione di Storo e Bondone conta oggi 190 iscritti e ben 250 sono le donazioni annuali raccolte per un totale di circa 100 litri di plasma. «Numeri importanti per questo servizio di volontariato autentico» ha detto la vice sindaco di Storo Giusy Tonini che sostituiva il primo cittadino cavaliere Vigilio Giovanelli forzatamente assente per motivi di salute. La numero due istituzionale ha anche ricordato coloro che per il passato in casa avisina hanno dato tanto. Tra questi gli scomparsi Marcello Cosi, Antonio Folloni, Mario Quai e Giancarlo Girardini nonché Germanno Ferrari il solo ad essere ancora in vita. Presenti anche i colleghi di giunta Dario Luzzani, Claudio Cortella, Loretta Cavalli e Laura Danieli nonché il vice sindaco di Bondone Mariano Valerio. A rappresentare l’Avis regionale la sua presidente Adriana Faccini che tra il resto è originaria di Brione. Faccini ha esaltato il lavoro e le attività svolte dalle tante Avis di periferia.» BUONE PRASSI Ottima collaborazione tra le Avis comunali di Bedollo e Valle di Cembra Il 2014, per le Avis Comunali della Valle di Cembra e di Bedollo è stato un anno molto importante: entrambe le associazioni hanno raggiunto il traguardo del 25° anniversario della fondazione. Dal momento che le due Avis confinanti lavorano in perfetta collaborazione, hanno programmato le rispettive cerimonie nello scorso mese di giugno, in date ravvicinate ma non sovrapposte. TRENTINO La goccia che vale 22 Ha cominciato, domenica 1° giugno, l'Avis della Valle di Cembra che, in una splendida giornata di sole ha organizzato un sfilata, molto partecipata, nelle vie del paese di Cembra, aperta dalla Banda musicale San Valentino di Faver. Tutto si è svolto, pertanto, nel Centro polifunzionale a Centrale di Bedollo: la S. Messa, la cerimonia ufficiale con gli interventi delle varie autorità, la consegna delle targhe e dei riconoscimenti, il ricco e gustoso pranzo, per finire con la presentazione di una commedia, in un atto, interpretata dal Gruppo "La Segosta" di Bedollo. Anche in questo caso la partecipazione di autorità, dei presidenti dell'Avis di Bedollo che hanno preceduto Aldo Francescatti, Vittorio Boldo e Renzo Ioriatti, di Avis provenienti da tutto il Trentino e da Casaletto (CR), di soci donatori, di amici e di conoscenti, è stata veramente consistente. Erano presenti gli amministratori dei paesi della Valle (Cembra, Lisignago, Segonzano, Grumes e Grauno), i gruppi alpini, numerose Avis del Trentino e da fuori provincia (Nocera Umbra e Omegna) con i relativi labari, la presidente dell'Avis del Trentino, i Consiglieri di AVIS Nazionale Mattivi e Doati, la madrina Carmen Gottardi, numerosi donatori, amici e conoscenti. Dopo la S. Messa, celebrata nella Chiesa parrocchiale di Cembra, si è svolta la cerimonia ufficiale, introdotta dal presidente Adriano Pojer che, tra l'altro, ha citato i presidenti che lo hanno preceduto in 25 anni di attività: Giorgio Nardon, Agnese Gottardi, Luciano Nardin e Lucia Mattevi. Sono seguiti gli interventi delle varie autorità. La celebrazione si è conclusa con un apprezzato pranzo nell'attrezzata area del tendone di Grauno. Il fatto di svolgere tutte le varie fasi programmate in un'unica sede, a causa del maltempo, non ha compromesso il clima di grande festa che ha caratterizzato tutta la cerimonia. Un ringraziamento particolare è dovuto al cuoco Marco e alla mamma Gabriella che, con i loro aiutanti, hanno confezionato e servito i pranzi, sia per l'Avis della Valle di Cembra che dell'Avis di Bedollo. (Aldo Francescatti, Adriano Pojer) L’Avis di Bedollo, a sua volta, ha organizzato la cerimonia nella giornata di domenica 15 giugno; il maltempo ha, purtroppo, compromesso la sfilata programmata dal presidente Aldo Francescatti. TRENTINO La goccia che vale 23 BUONE PRASSI Quarantesimo dell’Avis Ravina - Romagnano Ha festeggiato quest’anno un traguardo importante l’Avis di base di Ravina – Romagnano, ovvero il quarantesimo d’attività. Ai cinque fondatori che hanno dato vita alla sezione, prima Ravina, in seguito estesa a Romagnano, va tutto il nostro riconoscimento; a noi resta il compito, non sempre facile, di mantenere viva la presenza avisina, tramandando ciò che altri hanno fatto prima di noi con pochi mezzi, ma con molta determinazione: la nostra Avis conta oggi 165 soci attivi e 16 collaboratori. La manifestazione del 40° è iniziata venerdì 12 settembre con il concerto, promosso dall’Avis, della raggae band Rebel Rootz all’interno della festa “ViviRavina, allo scopo di coinvolgere i giovani. Il bilancio è stato senz’altro positivo visti i numerosi giovani accorsi: durante la serata sono stati proiettati i lavori del concorso grafico indetto dall’Avis comunale di Trento con messaggi mirati ai giovani sul tema della donazione. I festeggiamenti sono proseguiti domenica 14 settembre, con la S. Messa a Ravina e la lettura della preghiera del donatore da parte della presidente. Subito dopo nella vicina sala Demattè si è tenuta la commemorazione ufficiale, alla presenza delle autorità invitate per l’occasione. Ha aperto i lavori il discorso emozionato della presidente, che ha ripercorso le tappe della presenza avisina a Ravina e Romagnano: “40 anni fa un gruppo di nostri paesani ha dato vita e reso realtà quest’Avis di base, dando il via TRENTINO La goccia che vale alle prime iscrizioni. Nel corso degli anni la nostra presenza è cresciuta, ma auspichiamo che possa ancora aumentare, catturando giovani che la rigenerino, mantenendone lo spirito iniziale. Il 40° è un punto di partenza per nuove sfide che dovremmo affrontare per tenere alto il servizio di volontariato che ci contraddistingue. Un compito non facile, fatto anche di rinunce e sacrifici. Uno sforzo che nella società odierna non è scontato. Si parla forse a sproposito di aiuto reciproco, fratellanza, ma spesso rimane uno slogan: il compito di Avis è, ed è sempre stato, quello del servizio volontario alla donazione di sangue, che ha una ricaduta anche indiretta in altri ambiti. Una persona che grazie ad una trasfusione di sangue e derivati ha la possibilità di ritornare a vivere, o sopravvivere nel caso di malattie croniche, guarda alla vita futura in modo diverso, nonostante le difficoltà che talvolta questo comporta.” E’ seguita una presentazione con slides dei momenti salienti dell’attività di questi anni, ricordando persone che hanno fatto parte dell’Avis e non ci sono più, eventi con le scuole elementari locali ed altri momenti di aggregazione. Non sono mancati applausi spontanei ricordando, Giampaolo Bottura primo presidente e fondatore scomparso tragicamente mentre prestava aiuto ad un collega di lavoro: questo gesto estremo gli è valsa la medaglia d’argento alla memoria e l’intitolazione della sezione AVIS. Dopo gli interventi delle autorità invitate sono state consegnate le attestazioni di riconoscimento al socio promotore e fondatore Felice Zambaldi, ai soci fondatori Fernando Mazzalai e Gabriele Paris ed un mazzo di fiori alla signora Gabriella moglie del primo presidente. (Tiziana Zambaldi) 24 BUONE PRASSI Avis della Bassa Valsugana e Tesino E’ trascorso un altro anno molto intenso di attività per l’Avis Bassa Valsugana e Tesino, impegnata a diffondere il messaggio del dono, la raccolta di nuove adesioni, specialmente tra i giovani, con interventi mirati nelle scuole e piazze, la formazione di nuovi dirigenti per la scuola e la propaganda. Un percorso cominciato con il “Trofeo Avis” presso il bocciodromo di Borgo, coinvolgendo circa 140 atleti del Triveneto. Un’esperienza proseguita con il progetto Scuola, rivolto ad un totale di 96 alunni: molto apprezzato il video inerente le esperienze nel mondo del volontariato, in particolare del dono del sangue. Molto l’impegno profuso dagli insegnanti e dirigenza per realizzare questo percorso formativo, parecchio l’entusiasmo e impegno da parte di tutti gli alunni. La nostra attività è proseguita nel mese di maggio con la partecipazione all’Assemblea nazionale di Chianciano ed al torneo interregionale di calcetto a Palmanova, dove abbiamo raccolto un onorevole quarto posto. Nel mese di giugno la biciclettata “Insieme per la vita”, organizzata assieme alla sezione dell’AIDO, allo scopo di sensibilizzare la cultura del dono, TRENTINO La goccia che vale sangue ed organi, coinvolgendo i giovani ha visto la partecipazione record di 300 iscritti. Abbiamo anche aderito all’iniziativa promossa dai commercianti di Borgo per le serate in piazza, proponendo lo spettacolo di cabaret “Rosso Sorriso” con artisti di Zelig; sono stati protagonisti anche i nostri giovani tramite un video promozionale realizzato per l’occasione a Borgo e la presenza del nostro gazebo per tutte le serate dal 24 luglio fino al 20 agosto, raccogliendo numerose adesioni all’Avis. Da gennaio la nostra Avis incontrerà la popolazione con delle serate informative sui vari argomenti sanitari con la collaborazione del dottor Lino Beber. Chiudiamo con un caloroso benvenuto a tutti i nuovi entrati nella grande famiglia AVIS e un doveroso ringraziamento a coloro che per vari motivi ci hanno dovuto lasciare, quali salute, limiti di età o trasferimenti per lavoro, un plauso anche a tutti gli operatori sanitari che giornalmente sono impegnati in questa grande missione per la vita. Cogliamo l’occasione per augurare un sereno natale ed un felice anno nuovo agli AVISINI ed ai LORO FAMILIARI. (Fabrizio Trentin) 25 BUONE PRASSI Avis di Trento Alla piscina di Gardolo dalle 19 di sabato 18 ottobre alle 19 di domenica 19 si è svolta la sesta edizione della 24 ore di nuoto, staffetta della solidarietà organizzata dall’Avis comunale di Trento con Aido ed Admo. Quest’ano hanno partecipato ben 741 frazionisti, grazie all’insostituibile aiuto della SND Nuotatori Trentini, che con la continua presenza dei suoi atleti ha permesso per tutte le 24 ore la presenza di qualcuno in acqua, percorrendo in totale 3.272 vasche, ovvero 81,8 chilometri. Un ringraziamento speciale spetta quindi al loro presidente Nerio Danieli. Scopo di questa manifestazione, che si attua con il patrocinio del comune di Trento e dell’Azienda Sanitaria Provinciale, oltre che al contributo delle Casse Rurali Trentine e della Cassa Rurale di Trento, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica promuovendo la “cultura della Donazione” nelle sue varie forme: sangue, midollo ed organi. Fra i tanti che si sono alternati nelle ventiquattrore permettetemi di citare il primo frazionista , Loris Puleo, facente parte anche della nazionale italiana trapiantati di pallavolo, il sindaco del capoluogo Andreatta e l’assessore Gilmozzi, secondo frazionista, il presidente di Asis, Francesco Salvetta (anch’egli frazionista con la propria famiglia) e Francesca Dallapé, testimonial della manifestazione. La manifestazione è stata chiusa dall’assessore comunale Maria Chiara Franzoia, che come da tradizione è stata l’ultima frazionista. Menzioni particolari per Matteo Mazzaretto, per aver percorso complessivamente 338 vasche per un totale di circa 8 chilometri, e per l’Avis di Povo, gruppo più numeroso con 45 componenti. Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno partecipato, dando significato a questa manifestazione sperando che il messaggio venga recepito e diffuso a chi non c’era lasciando aperto l’invito per il prossimo anno. TRENTINO La goccia che vale 26 BUONE PRASSI Avis di Pergine Valsugana PERGINE VALSUGANA. Annata molto positiva per la comunale di Pergine Valsugana, che ha partecipato a numerose iniziative sul territorio, raccogliendo adesioni e promuovendo la propria attività. Un impegno cominciato lo scorso febbraio con la tradizionale Assemblea dei Soci: un momento importante, in quanto si illustrano le cose fatte nell’anno precedente, ma è anche il momento in cui si premiano i donatori: al di là del premio in sé, si tratta di dire un grande “GRAZIE” a persone che da molti anni regalano il loro sangue agli altri, senza ricevere niente in cambio, se non la piacevole sensazione di aver fatto del bene. L’attività di Avis è proseguita nel mese di maggio con la partecipazione alla “Pedalata per la vita”: oltre a distribuire materiale informativo, nel parcheggio dell’ex discoteca è stata creata una piccola gimkana per i piccoli ciclisti, ai quali sono stati regalati dei gadget avisini, per far conoscere Avis sin da bambini. Molto importante anche la presenza di uno stand informativo alla “Superfesta di Ferragosto”: è stato distribuito materiale informativo, raccogliendo diverse iscrizioni di nuovi soci, tra cui molte ragazze. A settembre l’associazione ha partecipato alla “Camminata per la Ricerca”, allestendo un punto di ristoro per i partecipanti. A tutti i nostri donatori, attivi e non, vogliamo dire: GRAZIE CON TUTTO IL CUORE!!! NOTE INFORMATIVE Perchè donare sangue del Trentino equiparata Regionale Per rispondere alla crescente necessità di sangue negli ospedali, nelle cliniche e nelle case di riposo. Per esprimere solidarietà umana e sociale. Per partecipare concretamente ai bisogni sanitari della comunità e per collaborare alla autosufficienza provinciale e nazionale La proposta AVIS AVIS considera il dono del sangue un atto di grande sensibilità verso gli altri. Il donatore AVIS dona in forma anonima, gratuita, periodica, consapevole ed associata. I periodici controlli sulla salute del donatore garantiscono la massima qualità del sangue raccolto. Chi può donare Tutte le persone in età da 18 a 65 anni (60 anni per i nuovi donatori) che siano esenti da malattie invalidanti, che pesino almeno 52 Kg e che conducano una vita sana e regolare. Non si fanno distinzioni di sesso, razza, religione e origini etniche. TRENTINO La goccia che vale 27 Centri di raccolta del sangue Sangue intero Banca del Sangue di Trento Rovereto Arco Borgo Valsugana Cavalese Cles Mezzolombardo Pergine Valsugana Tione Aferesi (solo alcune componenti del sangue) Via Malta, 8 Ospedale Ospedale Ospedale Ospedale Ospedale Ospedale Ospedale Ospedale Banca del sangue di Trento Rovereto Via Malta, 8 Ospedale Modalità di iscrizione si compila un modulo di iscrizione riitirabile direttamente o richiesto via mail a: Sede AVIS di Trento Via Sighele n. 7 - tel. 0461.916173 - fax 0461.916988 - E-mail: [email protected] apertura ufficio da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 17.00 Sede AVIS di Rovereto Via Mozart n. 3 - tel. 0464.410017 - E-mail: [email protected] apertura ufficio da lunedì a venerdì dalle 8.15 alle 12.15 Alla presentazione della domanda viene rilasciata richiesta per esami, gratuiti, di laboratorio da eseguire presso il centro di raccolta scelto dal richiedente. Al termine degli esami di idoneità, il richiedente viene invitato a visita medica sempre gratuita. Superate positivamente le verifiche il richiedente viene invitato alla prima donazione. Tra la domanda di iscrizione e la prima donazione trascorrono al massimo 60 giorni. Per informazioni visitare il sito: www.avis.it/regioni/trento