La goccia che vale - Avis del Trentino

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La goccia che vale - Avis del Trentino
La goccia che vale
N° 3 - Gennaio 2015
DISTRIBUITO GRATUITAMENTE AI SOCI
TRENTINO
PROIETTATI VERSO IL 2015
L’importanza della formazione continua
Michele Gretter, Direttore responsabile
Il 2014 è volto al termine: dodici mesi ricchi di iniziative su tutto il territorio provinciale, come potrete leggere nelle pagine seguenti, grazie alla collaborazione di Avis Regionale e delle Avis Comunali, che ci hanno raccontato il loro operato; alcune hanno festeggiato l’anniversario della propria fondazione, altre invece intendono sottolineare cosa è stato fatto per la diffusione della cultura del dono.
Crediamo che questa “buona prassi” sia la dimostrazione più lampante che Avis non dorme mai, ma è sempre in movimento, non dimostrando i suoi ottanta e rotti anni.
Il bello della nostra associazione, tuttavia, è
che una volta arrivati in cima alla vetta che
stiamo scalando, ne troviamo una ancora più
alta da affrontare, una nuova sfida che accettiamo con molto entusiasmo e tanta passione.
Uno dei passi più importanti, come sottolineato a più livelli, dal presidente nazionale
Saturni in giù, è quello della continua formazione: al volontario avisino viene proposta la
possibilità di crescere, diventando ancora più
importante nella vita associativa.
Si tratta di un percorso impegnativo, ma che
speriamo sia intrapreso da un numero sempre
maggiore di soci.
Per questo all’interno di questo numero di “La
goccia che vale” troverete diverse pagine riservate alla formazione, sia quella fatta nel 2014,
sia quella in programma nei prossimi mesi.
Nella speranza che le feste appena concluse
siano state il più piacevoli possibile per voi
lettori, chiudiamo con l’augurio, da parte di
tutta la redazione di “La goccia che vale”, di un
felice 2015, che il nuovo anno sia per voi ricco
di buone sorprese.
TRENTINO
La goccia che vale
INDICE
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Pag. 2 – Editoriale
Pag. 3 – Adriana Faccini
Pag. 4-5 – Commissione europea
Pag. 6-7-8 Scuola di formazione
Pag. 9 – Istituzioni e AVIS
Pag. 10-11 – AVIS nelle scuole
Pag. 12 – Carta Etica
Pag. 13 – Libro Bianco e Carta Etica
Pag. 14-15 – Partecipazione attiva
Pag. 16-17 – Il questionario del donatore
Pag. 18-19-20 – Corretta alimentazione
Pag. 21 – Buone prassi - Condino
Pag. 22 – Buone prassi - Storo
Pag. 23 – Buone prassi - Bedollo e Valle di Cembra
Pag. 24 - Buone prassi - Ravina e Romagnano
Pag. 25 - Buone prassi - Bassa Valsugana e Tesino
Pag. 26 - Buone prassi - Trento
Pag. 27 - Buone prassi - Pergine Valsugana
Pag. 28 - Contatti
_________________
“LA GOCCIA CHE VALE”
Pubblicazione periodica dell’Avis equiparata
Regionale del Trentino.
Direttore Responsabile
Michele Gretter
Comitato di Redazione
Alessio Zeni, Camilla Bernardi, Federico Roat,
Francesca Oss, Gianluca Piva, Nora Adami
Hanno collaborato
Adriana Faccini, Adriano Pojer, Aldo Francescatti,
Fabrizio Trentin, Franco Valcanover,
Giovanni Menegaldo, Isabella Ferrari,
Leonardo Pupi, Tiziana Zambaldi
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ADRIANA FACCINI
Come non proporsi a voi ottimista in questo nostro numero della “Goccia che vale”, dopo aver letto il
“Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile – BES” che il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro ha
presentato assieme ad Istat: in esso si legge che l’Italia presenta livelli di vita tra i più elevati (79,6 anni
gli uomini, 84,4 le donne), che l’indice di mortalità da tumori tra gli adulti continua fortunatamente a
diminuire e che l’abitudine al fumo ed i comportamenti a rischio nel consumo di alcool confermano
un trend in diminuzione, anche se si è ridotto il benessere psicologico della fascia adulta. In tempi di
crisi economica e valoriale quale quello che stiamo attraversando tutti, queste notizie dimostrano un
atteggiamento da “cittadinanza responsabile”. Responsabile è stato anche l’esercito di donatori avisini
che durante l’estate ha risposto alla richiesta tempestiva di sangue, plasma e piastrine lanciata dalle
Unità Operative della Provincia. Esercito che però ha risposto in larga misura dalla periferia, evidenziando purtroppo carenze associative ed organizzative in comunali ad alto potenziale per la vastità del
proprio bacino. Pur non essendoci stata una programmazione ufficiale prevista ad inizio anno, lacune
associative di cui sopra, una stagione martoriata dalle limitazioni alle donazioni a causa del West Nile
Virus ed alcune difficoltà logistiche nelle chiamate, a causa dell’installazione presso l’ufficio chiamate
del nuovo programma AVISNET, Avis del Trentino ha soddisfatto la richiesta pervenutaci dal Centro Raccolta Sangue per attuali 2.000 sacche in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Se la ricerca
di un sistema migliorativo va perseguita, va sottolineata la scelta strategica condivisa con l’Azienda
Provinciale dei Servizi Sanitari a suo tempo dai miei predecessori e ormai consolidata, quella cioè di
rendere la prima donazione differita patrimonio comune e valore etico a garanzia di maggior qualità e
sicurezza di un moderno sistema trasfusionale. Infatti il donatore per eccellenza è quello volontariato, associato, non remunerato e periodico; esso garantisce continuità donazionale, maggiore livelli di
sicurezza e qualità, programmazione e coinvolgimento in progetti educativi. In alcune regioni la prima
donazione differita è ancora argomento di dibattito ed obiettivo da raggiungere, così come evidenziato
nell’Assemblea Nazionale di Chianciano dello scorso maggio. Altro argomento di dibattito a livello
nazionale è la “sostenibilità economica” complessiva del Sistema Trasfusionale italiano. A nessuno può
sfuggire che tutto il settore trasfusionale, essenziale per la
cura dei malati è “economicamente sostenibile” anche perché consente di produrre i farmaci plasmaderivati. Avis
chiede quindi trasparenza sui conti, senza discutibili spazi al
mercato speculativo internazionale che si regge sul plasma
non donato per generosità verso l’altro, ma comprato come
merce, violando i principi etici di rispetto della persona
scritti nella convenzione di Oviedo nel 1997 e poi ratificata nel 2001 dal nostro parlamento. A tale proposito vi propongo a parte il recente comunicato stampa del presidente
nazionale Vincenzo Saturni alla Commissione Europea e la
risposta che ne è seguita a dimostrazione del reale rischio
che viene dall’Europa. Per ora è uno scampato pericolo.
Adriana Faccini
TRENTINO
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COMMISSIONE
EUROPEA
L’industria farmaceutica rimane materia della commissione Salute
Aveva scatenato molta preoccupazione la notizia del passaggio di consegne paventato dalla
Commisione europea ad inizio autunno: la
proposta, avanzata certamente da persone molto interessate, voleva trasferire le competenze
in materia d’industria farmaceutica dalla commissione Salute alla commissione Industria. Una
notizia che ha messo subito in allerta Avis nazionale, come si legge nel comunicato stampa inviato dal presidente nazionale Vincenzo Saturni.
«Siamo seriamente preoccupati per la decisione
recentemente assunta dalla Commissione europea
di trasferire la responsabilità delle decisioni in materia di farmaci, inclusa l’Agenzia europea pertinente (Ema), dal Direttorato generale per la salute
e i consumatori a quello per l’Impresa e l’industria.»
Questo il commento del Presidente nazionale
di AVIS, che ricorda come da quasi 90 anni sia
impegnata nella promozione della donazione di
sangue gratuita, anonima, volontaria, periodica,
responsabile ed associata.
TRENTINO
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«Per questo motivo è nostro compito difendere la
donazione, e con essa anche i farmaci plasmaderivati frutto di questo gesto, come bene pubblico
insostituibile che non può essere considerato alla
stregua di qualsiasi altro prodotto commerciale.
La decisione assunta dalla Commissione europea – prosegue Saturni – dimostra la necessità
di adottare al più presto delle misure univoche su
tutto il territorio dell’Unione europea in tema di
gratuità del dono. Infatti, in alcuni Paesi è consentita la retribuzione dei donatori di plasma,
mentre più volte l’Organizzazione Mondiale della
Sanità e la FIODS – Federazione Internazionale
delle Organizzazioni di Donatori di Sangue hanno ribadito l’importanza di tutelare la donazione
come gesto assolutamente gratuito.
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Fortunatamente l’allarme è rientrato dopo pochi
giorni, visti che la stessa Avis nazionale ha diramato lo scorso 21 ottobre un comunicato stampa, che sancisce la marcia indietro di Bruxelles:
Questo – ricorda Saturni – sarà uno dei temi
al centro di un seminario internazionale promosso dalla FIODS che si terrà questo sabato
(lo scorso 18 ottobre n.d.r.) a Matera alla presenza di esperti di medicina trasfusionale e
massimi rappresentanti del volontariato del
dono del sangue provenienti da tutto il mondo.
L’evento di Matera – conclude il Presidente di
AVIS – sarà l’occasione per ribadire la nostra posizione e per chiedere pubblicamente al Governo
italiano di mettere in atto, in questo semestre di
Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea affidato al nostro Paese, tutte le strategie possibili
affinché la responsabilità in tema di farmaci rimanga tra le competenze del Direttorato generale
per la salute.
Curare i cittadini e salvare le vite di malati è un
dovere delle istituzioni che non può essere considerato alla stregua di qualsiasi altra attività commerciale e industriale.»
TRENTINO
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Il presidente della Commissione europea,
Jean Claude Juncker, ha confermato che la
competenza in materia di farmaci e di Agenzia europea per i medicinali (EMA) resterà
in capo alla commissione Salute, dopo che
nelle settimane scorse era stato invece annunciato il passaggio alla commissione Industria.
«E’ una notizia – commenta il presidente di
AVIS NAZIONALE, Vincenzo Saturni – che accogliamo con soddisfazione. All’indomani del
possibile trasferimento di competenze dell’EMA
alla commissione Industria, ci siamo subito attivati con i nostri contatti istituzionali affinché
fosse invece confermato il legame etico tra farmaci, inclusi quelli di derivazione del sangue,
e diritto alla salute. Per rafforzare le nostre
ri-chieste abbiamo infatti scritto al Presidente
del Consiglio e presidente di turno dell’Ue. Abbiamo inoltre notato con piacere anche la mobilitazione di molti membri del Parlamento europeo sul tema. Non c’è dubbio che la collaborazione proficua tra istituzioni, società civile e volontariato socio-sanitario abbia portato all’immediato ripristino della situazione precedente.
Come AVIS continueremo
a monitorare le attività del
Parlamento europeo affinché
ogni scelta medico-sanitaria
sia sempre portata avanti
nell’esclusivo interesse del diritto alla salute dei cittadini”.
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FORMAZIONE
Date e corsi
Molte le attività previste dalla Scuola di Formazione delle Avis del Triveneto per il 2014/15: seminari di
approfondimento, eventi di formazione, laboratori di “focalizzazione” e pacchetti formativi locali.
Questi i momenti già realizzati durante i mesi scorsi:
Bedollo (TN), 21 giugno.
Il libro bianco di AVIS: analisi e prospettive.
La Carta Etica: un valido strumento di riflessione sulla coesione e sulla crescita della nostra Associazione
- “Il libro bianco di AVIS: analisi e prospettive”
dott. Alberto Argentoni (vice presidente vicario
di AVIS Nazionale).
- “La Carta Etica: un valido strumento di riflessione
sulla coesione e sulla crescita della nostra Associazione” dott.ssa Silvia Ivaldi (Università Cattolica
di Milano), dott. Dario Piccolo (AVIS Provinciale
di Venezia).
Il seminario ha descritto ampiamente questi
due prodotto e/o strumenti al fine di permettere ad ogni dirigente di condividerne gli obiettivi e le potenzialità con i volontari delle proprie realtà locali. In particolare, nell’intervento
dedicato alla Carta Etica si è approfondita la
descrizione dello strumento dei “Laboratori
di Cambiamento”, sperimentandolo con i presenti a conclusione della giornata di studio.
Maserada (TV), 5 luglio. L'Avis dalla nascita ad oggi, leggi, statuti e regolamenti che ci disciplinano
- “L’Avis dalla nascita al 2000” dott. Renato
Mattivi (Consigliere Nazionale ed ex Segretario Generale AVIS).
- “Il nuovo statuto e regolamento” dott. Fran-
cesco Magarotto (Presidente Collegio Revisori dei Conti Avis Veneto, Componente CSRT e
Conferenza Regionale Volontariato).
- “La mancata applicazione dello statuto e del
regolamento (quali conseguenze)” avv. Maurizio Bonotto (Presidente Collegio Probiviri
Avis Veneto).
TRENTINO
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La giornata di studio ha fornito innumerevoli
informazioni ed aggiornamenti sulle normative
anche con l’ausilio di esempi pratici forniti dai relatori che, oltre ad essere altamente qualificati e
preparati sul tema, sono da diversi anni presenti
in Associazione avendo rivestito cariche rilevanti a vari livelli (dal Comunale al Nazionale).
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FORMAZIONE
Date e corsi
Pordenone, 6 settembre.
Il rapporto con le strutture pubbliche e il lavoro in rete.
- “ I Rapporti dell’Avis con le Regioni: come dovrebbero essere” dott. Andrea Tieghi (Presidente Avis
Regionale Emilia Romagna).
- “Il rapporto dell’Associazione con le Aziende
Sanitarie” dott.ssa Anna Maria Saieva (Dirigente
Medico e Responsabile sicurezza del paziente
dell’Azienda Ospedaliera di Padova) .
Nel corso della giornata è stato ampiamente descritto ed approfondito il rapporto che Avis
ha con le strutture pubbliche, le Aziende Sanitarie, i Ministeri e le altre realtà nazionali ed
europee ed è stato dato spazio ad un interessante confronto e dibattito tra i presenti.
- “I rapporti dell’Avis con i Ministeri e le realtà à
nazionali” dott. Vincenzo Saturni (Presidente di
AVIS Nazionale)
Padova, 25 ottobre.
La gestione dei gruppi e la trasformazione creativa dei conflitti interni.
- dott. Marcello Candotto (Psicologo e Psicoterapeuta. Consulente e formatore nell’ambito
delle Risorse Umane. Formatore con esperienza
specifica nelle realtà del terzo settore e con Avis).
- dott. Alessio Nencini (Psicologo e Psicoterapeuta esperto in psicologia sociale con esperienza in
percorsi formativi nelle realtà del terzo settore e
in Avis).
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Obiettivi del corso:
- riconoscere i conflitti come occasione di crescita
e maturazione personale e collettiva;
- analizzare le cause dei conflitti più frequenti con
cui convive il volontario all’interno delle organizzazioni;
- acquisire competenze utili per la gestione positiva dei conflitti interpersonali.
La metodologia proposta è attiva, esperienziale (cioè che parte dalla propria esperienza)
e cooperativa (tutti i partecipanti sono invitati
a collaborare). Successivamente è stata consegnata ai partecipanti una dispensa con spunti
di approfondimento e suggerimenti utili per
provare a mettere in pratica quanto appreso.
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FORMAZIONE
Date e corsi
Verona, 15 novembre 2014.
AVIS nelle scuole: strumenti educativi di promozione al dono ed alla cittadinanza attiva
La mattinata è stata un interessante excur- “I progetti educativi realizzati da AVIS Nasus sugli strumenti che Avis Nazionale offre
zionale per promuovere la donazione nelle scuoper fare attività di promozione nelle scuole
le primarie e secondarie” (dott.ssa Rina Latu,
e sulle attività proposte dal Progetto ScuoVice Presidente Nazionale e referente scuola)
la Regionale di Avis Veneto. Particolare enfasi è stata data a quello che è l’approccio
- “Le attività del Progetto Scuola Regionale
educativo di base di tali strumenti e/o meVeneto” dott.ssa Laura Elia (Settore Scuola
todologie e di come un volontario Avis
Avis Provinciale Venezia)
si deve porre quando entra nelle scuole.
Trento, 20 dicembre 2014.
Il bilancio sociale come strumento di comunicazione esterna
Sono state affrontate tematiche relative al perchè
sia importante la rendicontazione sociale per
un’organizzazione non profit, sono stati dati alcuni elementi cruciali per una “buona e utile” ren- “Obiettivi, metodi e modelli per redigere un
dicontazione, i possibili standard di riferimento
bilancio sociale” (dott. Giovanni Stiz, consuper le organizzazioni no profit, informazioni
lente e formatore in ambito di responsabilità e
su come gestire il processo di rendicontazione
rendicontazione sociale nelle organizzazioni)
sociale ed affrontato il tema della rendicontazione di organizzazioni articolate in più livelli.
Gli eventi di formazione in programma nei prossimi mesi, invece, sono due, uno già fissato ed uno
previsto per marzo/aprile, con tematiche ancora da definire:
- “Qualità e sicurezza nel sistema trasfusionale. La normativa e il ruolo delle Associazioni dei
donatori” a Conegliano il 7 febbraio 2015.
La scuola del Triveneto propone inoltre dei “pacchetti”
completi (contenuti, metodologia, relatori, strumenti di
valutazione dell’efficacia e gradimento) a disposizione di
tutte le Avis locali. Per fare il corso nel proprio territorio
dovranno seguire solo gli aspetti organizzativi (data, luogo
di svolgimento, organizzazione dell’evento, disponibilità di
vitto e/o alloggio per partecipanti, etc..). La conferma delle
date indicate sarà inviata, a tutte le sedi provinciali e comunali, direttamente dalla segreteria regionale, insieme alle informazioni dettagliate sul corso ed alla schede d’iscrizione.
TRENTINO
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Per informazioni: Segreteria didattica
della scuola, dott.ssa Elena Galbiati
e-mail: [email protected]
cell. 328/6993077
sito: www.avisscuolaformazione.it
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ISTITUZIONI
E
AVIS
Non c’è sempre il sereno
E’ stato affrontato dal terzo seminario della
scuola di formazione delle Avis del Triveneto, il
6 settembre a Pordenone, il rapporto tra l’Avis e
le strutture pubbliche, siano esse le Regioni, le
Aziende sanitarie, i Ministeri e le altre realtà nazionali ed europee. Seguiti da una sessantina di
dirigenti avisini a diversi livelli di Friuli Venezia
Giulia, Trentino e Veneto, i tre relatori hanno
aperto una finestra su un tema quanto mai attuale, viste le novità che riguardano tutto il sistema sangue in Italia. “Il rapporto con le Regioni
è fondamentale perché sono loro che operano le
scelte sanitarie, pur entro le linee nazionali – ha
sottolineato Andrea Tieghi, presidente dell’Avis
Emilia Romagna – e se non è un rapporto buono
e diretto, per l’Avis regionale è molto più difficile
farsi capire, come accade ad esempio in Veneto.”
La legge dice che sono le Regioni a dover
promuovere la donazione periodica e volontaria, favorendo lo sviluppo delle associazioni
e delle federazioni di donatori, istituendo il sistema informativo regionale dei servizi trasfusionali, definendo annulamente il programma
di autosufficienza regionale… fino al monitoraggio e al controllo sui consumi di sangue e dei
suoi prodotti e sulla relativa spesa sanitaria. Ma
se non crea un rapporto forte con l’Avis regionale di riferimento, molte sue scelte potrebbero
“perdere di vista” quello che è il destinatario
numero uno dell’intero sistema trasfusionale regionale, che è sempre e solo il malato.
“Che invece Avis, che ha un rapporto diretto
TRENTINO
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con i donatori, non perde di certo – ha concluso
Tieghi – per questo dobbiamo essere un passo
avanti alla politica e cercare la collaborazione a
tutti i costi.” Fare formazione serve anche a capire l’importanza di questo rapporto, così come
quello con le Aziende sanitarie, che vede coinvolte in prima linea per lo più le Avis provinciali.
Passi in avanti se ne sono fatti e se ne stanno
facendo, ma (come testimoniato anche da alcuni interventi dei partecipanti al corso) il rapporto non è ovunque roseo. Molto più ampio
è il ventaglio di rapporti di Avis nazionale, che
un tempo aveva per lo più come primo interlocutore il Ministero della Sanità e che ora ha,
oltre alle citate Regioni, anche il Centro nazionale sangue, Civis, Simti, il Terzo Settore,
le Aziende di plasmaderivati fino all’Unione
europea, che detta le regole, ad esempio, in
fatto di accreditamento. “Quando Avis si siede
a tutti questi tavoli, si esprime a nome di tutte
le Avis d’Italia, dalla più grande alla più piccola – ha dichiarato il presidente di Avis nazionale, Vincenzo Saturni – e questo è un concetto che dev’essere ben chiaro a tutti i dirigenti, che a volte tendono a muoversi un po’ troppo
autonomamente, di fatto scavalcando il livello
più alto e creando un danno all’immagine stessa
di Avis tutta. Il rispetto dei ruoli è imprescindibile dal buon funzionamento dell’associazione.”
(Tratto da “Dono & Vita” del giugno 2014 – a
cura di Michela Rossato)
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SCUOLA
DI
FORMAZIONE
Coinvolgimento la parola chiave con i ragazzi
Tutti unanimi i pareri espressi dai diversi relatori
che hanno preso la parola: i ragazzi non sono dei
contenitori vuoti da riempire con i nostri discorsi numerici, spezzo fatti da una cattedra verso la
classe e con un tono autoreferenziale; essi hanno
idee e valori, ma devono essere coinvolti nel progetto, che deve diventare per loro un’esperienza
significativa, una lezione da ricordare, anche se
non è detto che diverranno per forza donatori.
“Il nostro è un percorso culturale: siamo passati dalla
propaganda pura ad un discorso ad ampio raggio sulla
cittadinanza attiva e solidale”, come ha ricordato il
presidente nazionale Vincenzo Saturni. Nell’ambito
del percorso formativo, che ogni componente di
un direttivo avisino dovrebbe svolgere, lo scorso 15
novembre ci siamo recati a Verona, dove l’Avis del
Triveneto organizzava una mattinata di formazione
per le persone che entrano in contatto col mondo
scolastico, parlando ai ragazzi di cosa è e fa Avis, di
donazione e cittadinanza attiva, solidale e partecipata. Una cinquantina i partecipanti, provenienti
dal Friuli, dal Veneto e come noi dal Trentino:
dopo i saluti fatti dal presidente provinciale Francesco Ioppi, ha aperto i lavori il responsabile della
scuola di formazione del Triveneto, Carmelo Agostini.
“Il nostro compito – ha affermato Agostini – è molto
difficile, perché dobbiamo spiegare al mondo scolastico la cultura del dono e della cittadinanza attiva e
dobbiamo farlo in maniera sempre più professionale.
E’ quindi necessario formare in primis gli stessi formatori, perché devono parlare un linguaggio unico e
sapere le giuste cose da dire sul tutto il territorio nazionale. Per questo motivo in marzo/aprile organizzeremo una giornata sulla filiera della donazione, non solo
il sangue, ma anche midollo, cordone ombelicale, ecc.”
Il dirigente friulano ha poi ricordato l’importanza di
partire sin dal primo ciclo degli studi, utilizzando il
gioco per spiegare il concetto di cittadinanza attiva.
Il secondo intervento della mattinata è stato quello
del consigliere nazionale Rina Latu, responsabile del
settore scuola. La sua analisi partiva da due concetti base, ovvero che il nostro dialogo con il mondo scolastico è improntato alla conservazione (se
non all’aumento) della fascia più giovane dei nostri
TRENTINO
La goccia che vale
donatori, ma anche ad un’azione di cambiamento
culturale, che porti alla consapevolezza di essere
una risorsa fondamentale per la società: “Alcuni
anni fa, un vecchio dirigente mi disse che la sfida
di Avis sarebbe stata vinta, il giorno in cui nessuno
avrebbe più avuto bisogno di Avis: lì per lì non capivo
cosa volesse dire, ma poi ha proseguito dicendo che il
giorno in cui tutti i cittadini avrebbero cercato loro
Avis e non il contrario, il nostro compito sarebbe
terminato.” Anche lei ha ripreso il concetto della
lungimiranza, partendo con gli interventi formativi sin dalla scuole d’infanzia, con l’obiettivo non
solo di raccogliere donatori, ma anche di costruire
cittadini solidali. Fondamentale quindi spiegare
sin da subito i concetti di educazione alla salute,
cittadinanza attiva, stile di vita sano e positivo e
sensibilizzazione al dono.“Occorre, tuttavia, – ha
proseguito Latu – cambiare il rapporto esistente tra
Avis e Scuola: esistono nuove modalità e strumenti
d’informazione, bisogna formare soci e collaboratori
e valorizzare la risorsa degli insegnanti avisini. Per
crescere i momenti formativi dovranno diventare situazioni formative: non solo lezioni frontali, ma visite
didattiche nei centri Avis, usare film o contest musicali per sensibilizzare i giovani, organizzare eventi
e concorsi in collaborazione con gli studenti.” Dopo
i saluti del presidente nazionale, Vincenzo Saturni,
ha preso la parola Laura Elia, formatrice per l’Avis
provinciale di Venezia, che ha riportato la sua esperienza ultra decennale nel campo degli interventi presso gli istituti scolastici: “Dobbiamo ricordarci che noi non siamo per loro, né su di loro, ma
con loro, quindi è necessario coinvolgerli, attraverso
il gioco. L’importante è avere un atteggiamento propositivo e capire cosa interessa loro: la lezione frontale autocelebrativa non funziona, bisogna essere uno
stimolo positivo e significativo, ricordandosi di dare
fiducia ai ragazzi, perché spesso sanno sorprenderci.”
Elia ha ricordato come da diversi anni si usino
in Veneto e Friuli alcuni giochi ideati da Avis
per coinvolgere gli studenti, facendo loro capire l’importanza del volontariato e del dono attraverso attività ludiche, invece che con una
lezione frontale, che cattura poco l’attenzione.
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La cittadinanza attiva è la partecipazione del cittadino alla vita civile del suo Paese, onorando i propri doveri, e conoscendo ed esigendo i diritti propri e quelli altrui. E’ spesso accostata, a volte fatta coincidere, col volontariato. E’ certo che il volontariato (e l’associazionismo) hanno un ruolo determinante nell’esercizio di una cittadinanza attiva e nella sua incubazione culturale. Entrambi trovano la
loro comune radice nel concetto di solidarietà posto alla base dell’articolo 2 della nostra Costituzione:
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Negli anni recenti, in Italia, l’idea di cittadinanza attiva si è sempre più legata all’immagine della difesa dei diritti dei cittadini visti principalmente nella loro veste di consumatori.
(fonte http://www.legambiente.it/temi/volontariato/cittadinanza-attiva)
La cittadinanza attiva è la capacità dei cittadini di organizzarsi, di mobilitare risorse umane, tecniche e finanziarie, e di agire con modalità e strategie differenziate per tutelare diritti [..] Il significato di cittadinanza ha
un valore aggiunto che risiede sicuramente nei termini di cittadinanza attiva e solidale. Per attiva s’intende un
voler prendere parte concretamente all’azione civica nelle sue molteplici forme, per solidale s’intende invece
avere un occhio attento e pronto verso chi, per vari motivi si sente fuori, non integrato, non coinvolto nella
vita pubblica.
(fonte http://www.caritasitaliana.it/caritasitaliana/allegati/750/cittadinanza.pdf)
PROCEDURA PER INTERVENTO SCOLASTICO
INCONTRO CON IL
DIRIGENTE
SCOLASTICO
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2
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visto che entriamo in casa sua, è giusto prima
presentarsi a lui e spiegare a grandi linee il nostro
progetto. Sarà lui ad indirizzarci verso un suo collaboratore.
PRESENTAZIONE AVIS
LOCALE
il nostro discorso con gli insegnanti dovrà partire
da una descrizione di chi siamo, sia a livello comunale, sia a livello provinciale o regionale.
INCONTRI E
COMPARTECIPAZIONE
AD EVENTI
successivamente si concorderà la scaletta degli
eventi, che possono essere una lezione in classe
oppure dei laboratori didattici.
STAGES PER CREDITI
FORMATIVI
una risorsa ancora poco sfruttata, ma che potrebbe diventare utile è quella di proporre agli istituti
degli stages all’interno di Avis, al termine dei quali vengano riconosciuti crediti formativi, coinvolgendo quindi attivamente gli studenti nella vita
associativa.
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TRENTINO
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CARTA
ETICA
AVIS
Conosciamola bene
Da quando è stata presentata, all’Assemblea nazionale del 2013, la Carta Etica di Avis continua
il suo “cammino”. Nasce di fatto nell’estate 2012
quando, avviandosi verso fine mandato, Avis
nazionale insieme alla Consulta dei presidenti
regionali, mette le basi per alcuni progetti strutturali, che servano ad orientare la programmazione delle attività negli anni seguenti. Tra
questi progetti, viene proposto un approfondimento di tipo etico-valoriale sulla vita associativa: un’occasione per riflettere sul perché e sul
come stiamo assieme in associazione. La nostra trasformazione in associazione a rete e la
grande autonomia acquisita da tutte le sue componenti, ha infatti reso più delicati i temi della
responsabilità reciproca, dell’interpretazione
del patto associativo e del rispetto delle regole
comuni. Siamo tutti a conoscenza delle persistenti difficoltà che Avis ha nel gestire a tutti
i livelli questi aspetti della vita associativa. La
prima ipotesi è quella di ripartire dal giuramento-impegno del nostro fondatore, Vittorio
Formentano, per sviluppare poi un codice etico
sulla scorta di quanto fatto da molte altre organizzazioni. Emerge però subito il pericolo che
il lavoro produca solo un decalogo, compiuto e
autorevole, ma probabilmente destinato a finire
negli scaffali e nel dimenticatoio. Accettiamo,
quindi, con curiosità ed entusiasmo, la proposta
del prof. Giuseppe Scaratti dell’università Cattolica di Milano di costruire, invece, uno strumento di lavoro da utilizzare nelle nostre realtà
associative. Perché questo strumento sia realmente concreto, decidiamo anche che gli argomenti da trattare siano individuati attraverso
una raccolta di storie e di interviste fatte ai dirigenti e/o ai semplici soci, validati scientificamente attraverso dei focus group e riportati in
un testo semplice, aperto, non convenzionale.
TRENTINO
La goccia che vale
Nasce così il progetto della Carta Etica di Avis,
offerta a tutta l’associazione per analizzarsi,
confrontarsi, sviluppare percorsi di crescita
culturale e costruire modelli comportamentali condivisi. A supporto di questi obiettivi, fin
dall’inizio, si progettano anche degli strumenti
per facilitare l’utilizzo della Carta Etica da parte
di qualsiasi componente associativa. Ecco nascere una serie di video, l’eticometro, un corso
per formatori associativi, il progetto degli Avis
Lab, laboratori di cambiamento. Tocca a noi
tutti, ora, conoscere e utilizzare la Carta Etica,
anche tramite gli strumenti operativi che sono
diventati tutti disponibili e che invitiamo ad
utilizzare. Siamo convinti che scopriremo che
sono di più le cose che ci uniscono rispetto a
quelle che ci “dividono” e che riflettere su valori
e comportamenti ci aiuterà a mantenere viva,
coerente e moderna la nostra amatissima Avis.
(Alberto Argentoni)
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LIBRO
BIANCO
E
CARTA
ETICA
(di Aldo Francescatti)
La Scuola di Formazione delle AVIS del Triveneto, nell’ambito della sua ricorrente attività, ha affidato
all’Avis di Bedollo l’incontro informativo e di studio dei recenti documenti elaborati da AVIS Nazionale sulla realtà e sulle prospettive delle associazioni Avis che operano nella donazione di sangue
ed emocomponenti. La decisione è avvenuta per dare ulteriore visibilità alle due Avis di Bedollo e della
Valle di Cembra in occasione del loro 25° di fondazione e come riconoscimento della efficace collaborazione che caratterizza, da diversi anni, queste due associazioni. Il giorno 21 giugno si sono radunati,
nel Teatro Comunale di Bedollo, oltre sessanta fra presidenti ed amministratori di varie Avis del Triveneto per analizzare ed approfondire i due elaborati dal titolo Libro Bianco e Carta etica. L’introduzione
è stata affidata al consigliere di AVIS Nazionale, Renato Mattivi che, in maniera molto incisiva, ha
focalizzato le problematiche e le proposte emerse dalle ricerche, molto accurate e scientificamente
corrette, sviluppate per la elaborazione dei documenti in discussione. La donazione di sangue ed emocomponenti rappresenta un elemento fondamentale nella gestione del servizio sanitario nazionale: è
necessario, pertanto, garantire la massima qualità e cura nel controllo dei donatori e nelle varie fasi
successive della raccolta, della conservazione, del frazionamento e del perfetto utilizzo dei farmaci derivati. L’Avis, pertanto, deve agire nella scrupolosa osservanza delle norme che regolano tutte le fasi di
promozione e di gestione della sua attività. La giornata di studio ha fatto registrare viva partecipazione
ed interesse da parte di tutti i presenti.
(Aldo Francescatti)
ETICOMETRO
Andiamo tutti sull’eticometro
Sul sito cartaetica.it (alla sezione monitoraggio) donatori, dirigenti e collaboratori possono trovare un veloce
sondaggio sui rapporti tra l’Avis (a tutti i livelli) e i suoi
soci. L’eticometro seve a monitorare, proprio alla luce
dell’applicazione della Carta Etica, il funzionamento
dell’associazione dal punto di vista etico e valoriale. Le
domande sono 20 su diversi aspetti della vita associativa
con particolare attenzione alle Avis comunali, quelle a più
diretto contatto con i donatori. Per ogni domanda è richiesto di indicare un grado di accordo con un voto da 1 a 10.
I dati raccolti permettono ad Avis di comprendere la percezione del socio verso l’associazione. Le risposte arricchiscono ciò che emerge dai laboratori (Lab) di cambiamento
organizzati in tutta Italia su aspetti critici, potenzialità e
buone prassi dell’associazione. A chi partecipa ai laboratori, tra l’altro, il sondaggio viene proposto in tre diverse
fasi: prima di iniziare, durante il loro svolgimento e alla loro
conclusione. Questo per monitorare e valutare le ricadute
dei laboratori stessi rispetto alla vita dell’associazione.
TRENTINO
La goccia che vale
cartaetica.avis.it
clicca su
“MONITORAGGIO”
13
VIVERE L’ASSOCIAZIONE : APPAR
“L’associazione rende l’uomo più forte e mette in risalto le doti delle singole
Visto che durante i primi mesi del nuovo anno si svolgono le tradizionali assemblee annuali in ogni ordine e grado, abbiamo pensato di proporre su queste pagine cosa significhi
“VIVERE L’ASSOCIAZIONE”, riprendendo le testimonianze presentate al capitolo 3 della
Carta Etica. Il primo passaggio che ogni Avis, a qualsiasi livello, deve intraprendere è il coinvolgimento attivo dei soci: molti saranno quelli che declineranno l’invito, preferendo solo donare, anziché impegnarsi più attivamente nella vita della nostra associazione, ma almeno bisogna provarci!
«I grandi centri hanno un diverso approccio nei confronti del donatore e delle donazione.
Intendo dire che le grandi città, come Brescia, Bologna, Milano sono realtà industriali:
fanno 400-500 donazioni al giorno. La donazione diventa [..] una bella catena di montaggio che racchiude in sé molti valori importanti. Nei centri più piccoli però viene data più
importanza alla dimensione razionale. Favorire e sviluppare un senso di appartenenza
non deve diventare e sconfinare nel puro e semplice desiderio di apparire [..] io penso che
molte persone non entrino in Avis proprio perché sanno che nell’Associazione rimarranno
anonimi.Si sta rischiando di perdere il donatore! Il coinvolgimento del donatore non è solo
una questione di partecipazione alle assemblee [..] Bisogna invece che ci siano continui
processi di scambio, di interazione e co-progettazione. L’Avis non può essere un’associazione
piena di generali senza neanche un soldato semplice! Questo vuol dire che l’associazione e
la dirigenza non favoriscono la formazione di un senso di appartenenza tra i soci donatori.
Nel concreto l’unica cosa che fanno è quella di consegnarti la tessera ad indicare che sei
diventato socio. Ricordo infatti che la tesserina mi è arrivata a casa con i primi esami del
sangue, ed è stata una cosa che mi ha fatto piacere, in quanto gesto di gratificazione, però è
rimasta l’unica cosa che hanno fatto.»
Emerge sin dalle prime esperienze la normale differenza tra le diverse dimensioni dei
centri di raccolta: logico che le Avis di piccole realtà abbiano una maggior conoscenza dei propri donatori, ma il semplice riconoscimento non serve a coinvolgere i propri
soci. Occorre attivarsi in molteplici attività
mirate, alcune di carattere ludico, altre informative e conoscitive della vita associativa:
TRENTINO
La goccia che vale
14
RTENENZA E COINVOLGIMENTO
e persone” (Italo Calvino)
«Quando io ho fondato l’Avis comunale ho proposto fin da subito tutta una serie di manifestazioni
per coinvolgere i donatori in modo ragionato,
in base alle loro passioni: c’era quello a cui piaceva pescare, l’altro che amava andare in bici,
l’altro ancora che aveva la passione per il calcio
e quindi ho proposto diverse iniziative basate su
tutti questi interessi. Domenica scorsa ad esempio
abbiamo fatto la chiusura della venticinquesima
edizione del torneo di calcetto. Attività di questo
genere resistono nel tempo e registrano un alto
livello di partecipazione. Hanno infatti partecipato ben 12 squadre e siamo partiti nel 1981.
Ho fatto poi il donatore per 25 anni senza attivarmi in altro modo nell’associazione, perché
il mio lavoro non me lo consentiva. La mia vita
associativa è iniziata nova anni fa quando mi
hanno nominato presidente regionale. Ma quando ero donatore chiedevo sempre “Cosa fa la mia
Avis, come si comporta la mia comunale?” [..] desideravo avere informazioni, volevo sapere come
venivano spesi i soldi che loro incassavano con la
mia donazione. Pretendevo sempre una maggiore
chiarezza e trasparenza. Il socio donatore di oggi
non va neanche alle assemblee, perché non è coinvolto, non si sente partecipe, entra dona e se ne
va. E’ molto importante invece che l’Associazione
si impegni in questo senso. E’ anche vero che per
far partecipare e responsabilizzare il donatore,
non basta mandare una letterina ogni tanto: il socio deve essere interpellato e coinvolto, non dico
quotidianamente o quasi. E per farlo ci sono diversi modi: lettere, sms, mail, telefonate, feste, ecc.
Ad un certo punto il presidente dell’Avis, conoscendo anche i miei e sapendo che donavo mi ha
proposto di entrare nell’Associazione. All’inizio
ero un po’ refrattario, poi mi sono iscritto. Mi hanno invitato all’assemblea di fine anno e parlando
di manifestazioni che volevano organizzare, ho
cominciato a dare il mio contributo, a presen-
TRENTINO
La goccia che vale
tare qualche idea su come agire operativamente.
All’epoca all’assemblea c’erano pochissimi donatori iscritti e quindi l’intento era quello di attirarne il più possibile, di coinvolgere il maggior numero di persone. Da quel momento hanno iniziato
a farmi partecipare alle riunioni, alle serate e piano piano mi sono inserito, prima come semplice
consigliere e poi per un ricambio generazionale,
il classico ricambio che si cerca sempre all’interno
delle Avis piccole, ho ricoperto la carica di vicepresidente. Ho fatto poi il primo mandato di presidente e ho lasciato successivamente ad un altro
ragazzo che aveva fatto lo stesso mio percorso.»
E noi? Cosa facciamo nella nostra realtà territoriale, grande o piccola che sia, per coinvolgere
più attivamente i nostri soci? Sono domande
che ogni dirigente avisino dovrebbe porsi,
per proseguire il proprio percorso di crescita, ma soprattutto dell’Avis di appartenenza.
Scaricala dal sito cartaetica.avis.it
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Un passaggio fondamentale per la
In collaborazione con il dott. Leonardo Pupi
Un aspetto molto importante nel processo
della Donazione è la compilazione del questionario da sottoporre all’attenzione del medico.
Si tratta di un primo screening per valutare la
condizione fisica del donatore e in quanto tale
necessita di essere compilato con molta attenzione e sincerità assoluta: rispondendo alle
domande del questionario, infatti, il donatore
mette a conoscenza il medico di eventuali abitudini pericolose oppure permanenze in territori
afflitti da qualche problematica che impedisce
la donazione. Alcuni soci lo affrontano spazientiti, non capendo che tale documento è in realtà
un’autocertificazione sul proprio stato di salute e
nello stesso tempo il consenso informato su cosa
stai facendo e perché lo fai: un documento legale
che sancisce la donazione del proprio sangue.
La provincia di Trento, rispetto ad altre zone
d’Italia è maggiormente restrittiva su alcune malattie: le informazione sono relative ad un periodo antecedente quattro mesi
la donazione, questo perché ad ogni evento
elencato corrisponde un periodo di sospensione cautelare che è al massimo di quattro
mesi. E’ importante ricordare che il questionario è diventato anche un’identificazione attiva del soggetto donatore: chi infatti non presenta la tessera sanitaria, non può donare.
Figura 2 - Comunicato informativo sulle malattie trasmissimbili
col sangue
Figura 1 - Dati anagrafici
TRENTINO
La goccia che vale
Dopo una prima parte introduttiva, in cui sono
segnati i dati anagrafici (figura 1) che servono per
il riconoscimento del donatore, nella seconda
pagina Avis riporta un comunicato informativo
sulle malattie trasmissibili col sangue (figura 2).
Il questionario vero e proprio si trova nel
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donazione : IL QUESTIONARIO
la terza pagina del modulo: nella parte alta
sono presenti delle domande relative alla vita
abituale del donatore, riferite alle sue abitudini, alla presenza di malattie ereditarie
in famiglia ed allo stato di salute generale.
L’ultima parte del modello è invece una dichiarazione di consenso alla donazione, che il socio
deve sottoscrivere per permettere l’utilizzo del
sangue; inoltre egli autorizza l’utilizzo dei dati
personali da parte del personale della struttura
trasfusionale (figura 5). Nella parte finale della
pagina il medico riporta il giudizio d’idoneità o
non idoneità e la quantità di sangue da prelevare.
Figura 3 - Abitudini
Nella seconda metà della pagina, invece, sono
richieste informazioni all’ultimo periodo, ovvero quello trascorso dall’ultima donazione:
lo scopo è quello di capire se sono intervenuti nuovi elementi che possono mettere a
rischio il sangue donato (figura 4). A volte
assieme all’interno del questionario è presente anche un modulo aggiuntivo, che richiede eventuali pernottamenti o soggiorni
in zone a rischio teorico di contagio (es. West
Nile Virus), un’ulteriore precauzione per garantire il massimo controllo sul sangue donato.
Figura 5 - Consenso alla donazione
Figura 4 - Fatti accaduti gli ultimi mesi
TRENTINO
La goccia che vale
Vi ricordiamo ancora una volta l’importanza
di compilare il questionario con sincerità e
correttezza per non mettere a rischio la salute
vostra e soprattutto di chi riceve il vostro sangue.
Donare è un gran bel gesto, donare in assoluta
sicurezza è un dovere.
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ALIMENTAZIONE
La cura personale del donatore parte da come e cosa mangia
Parlare di alimentazione è anche parlare di sangue e lo stato di salute di una persona non può prescindere dall’alimentazione. Avis ha deciso di aggiungere al bagaglio di conoscenze indispensabili
ad ogni Donatore (e non) anche alcune semplici note orientative, utili per un personale benessere
e per una sempre miglior qualità del prezioso dono. Risulta evidente che gli emocomponenti trasfusi ai malati debbano provenire da persone sane. Spesso tuttavia, gli esami del sangue eseguiti sul
donatore, anche in assenza di evidenti disturbi, risultano alterati e le unità di raccolta devono essere scartate. In molti casi il problema è riconducibile ai regimi nutrizionali e/o di vita non corretti.
E’ noto a tutti come gli alimenti forniscano sostanze necessarie al funzionamento del nostro organismo: essi si dividono in energetici, ovvero che forniscono energia misurabile
in calorie o Kcalorie, e non energetici, come possiamo desumere dalla tabella sottostante.
PRINCIPIO ALIMENTARE KCALORIE PER GRAMMO
Zuccheri (o glucidi)
4
Grassi (o lipidi)
9
Proteine (o protidi)
4
Alcool etilico
7
Il regime alimentare corretto (dieta) è quello che garantisce in modo ottimale per quantità e varietà
i bisogni dell’organismo; non dovrebbe apportare nulla che possa recare danno alla salute attuale e
futura. Il bisogno nutrizionale è soggettivo, variabile in funzione di fattori biologici, fisici, dinamici e
ambientali. Esso va ragionato, non può essere assolutamente casuale! Andiamo ad analizzare i principi
alimentari che introduciamo nel nostro organismo:
Acqua. Come tutti sanno l’organismo umano è composto al 70% da acqua, una componente quindi
fondamentale, introdotta nel nostro corpo tramite bevande, frutta e verdura. L’acqua ha un ruolo importante nell’assorbimento del cibo, nella circolazione del sangue e nell’eliminazione dei “rifiuti” prodotti dall’organismo tramite urina e feci. Anche la temperatura umana è regolata dall’acqua.
Alcool. La componente principale del vino, componente abituale ma non indispensabile della nostra
cultura culinaria, è l’alcool etilico, che possiede un forte potere energetico (vedi tabella 1). Il nostro
organismo è in grado di utilizzare l’alcool entro certi limiti, circa due - tre bicchieri al giorno per un
uomo adulto, mentre un carico superiore determina una sofferenza dei tessuti, primi tra tutti il fegato
ed il midollo osseo. Gli effetti negativi, rilevabili dagli esami, non si traducono immediatamente in
disturbi evidenti, ma a lungo andare deteriorano l’organismo.
Grassi. Essi derivano dal mondo vegetale (olii) o animale (burro, lardo, margarina, latte, carni grasse,
ecc.) e servono come materiale di costruzione di alcuni ormoni (quelli sessuali, ad esempio) e strutture cellulari, ma soprattutto come riserva energetica, accumulandosi nel tessuto adiposo sotto forma di trigliceridi. E’ consigliabile una dieta ricca di grassi vegetali, piuttosto che animali, in quanto
quest’ultimi determinano un maggiore innalzamento del colesterolo. Colesterolo e trigliceridi fanno
parte del controllo annuale effettuato sul donatore.
TRENTINO
La goccia che vale
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Proteine. Diffuse nel mondo animale (carne, uova, latticini) ed in quello vegetale (cereali e legumi),
le proteine sono destinate principalmente nella costruzione di cellule, tessuti e molecole. Ciascuna
proteina è costituita da una catena di unità più elementari, dette aminoacidi: se ne conoscono circa
una ventina di tipi, alcuni dei quali non possono essere creati dal nostro organismo, quindi devono
essere introdotti con la dieta.
Sali minerali. Nell’organismo umano ci sono molti minerali, alcuni presenti in discreta quantità, altri
solamente come traccia. I minerali richiesti sono circa una ventina: alcuni svolgono la loro azione da
soli, altri insieme alle proteine, ai grassi ed alle vitamine. Un’alimentazione varia soddisfa il fabbisogno
giornaliero. I più importanti di essi sono: ferro, sodio, potassio, cloro, calcio, fosforo e iodio.
TIPO
DOVE SI TROVA
A COSA SERVE
Calcio
Latte e suoi derivati
Muscoli, cuore, cellule, ossa
Cloro
Pane, farina integrale, verdure
Equilibrio acido-base
Ferro
Uova, carne rossa, spinaci crudi, legumi,
Globuli rossi, muscoli
frutta secca, crostacei e molluschi
Fosforo
Carne, latte, pane, uova
Processi energetici, ossa
Idio
Pesce di mare
Funzionamento della tiroide
Magnesio
Numerosi alimenti
Attività muscolare, cardiaca e cellulare
Potassio
Carne e verdure
Attività muscolare, cardiaca e cellulare
Rame
Fegato di vitello, capesante, ostriche
Componente di molti enzimi
Sodio
Latte e suoi derivati, carne, uova
Funzionamento delle cellule
Zinco
Carne, pesce e latte
Componente di molti enzimi, sistema
immunitario
Vitamine. Esse favoriscono il metabolismo delle cellule, aiutando il nostro organismo nello sviluppo
e nella crescita. La carenza di tale principio provoca gravi malattie, che più volte in passato hanno
colpito anche la nostra regione, come rachitismo, scorbuto e pellagra.
TIPO
DOVE SI TROVA
A COSA SERVE
A
Latticini, fegato di pesce, uova, carote,
Vista, pelle
ortaggi verdi
Acido folico
Verdure fresche, carni, fegato, uova
Riproduzione delle cellule
B1
Cereali, lievito, carni, patate
Sistema nervoso
B2
Latte, uova, cereali, fegato, pesce
Tessuti, mucose, vista
B6
Carni, cereali, verdure fresche
Metabolismo degli aminoacidi
B12
Fegato di vitello, pesce, carni, latte, tuorlo
Riproduzione delle cellule
d’uovo
C
Agrumi, ortaggi verdi, patate, fragole,
Vasi sanguigni, ossa, denti
meloni
TRENTINO
La goccia che vale
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ALIMENTAZIONE
La cura personale del donatore parte da come e cosa mangia
TIPO
D
E
DOVE SI TROVA
A COSA SERVE
Latticini, tuorlo d’uova, pesce,
olio di fegato di merluzzo
Cereali, oli vegetali, ortaggi
verdi, fegato
Spinaci, cavoli, ortaggi verdi
Carni, cereali, fegato, legumi
Calcio e fosfato delle ossa
Protegge le membrane delle cellule
Coagulazione del sangue
K
Accrescimento, rinnovamento e mantenimento del corpo
PP
Zuccheri. Molti associano il termine zucchero al saccarosio, ovvero il granulare bianco usato nel caffè
o per fare dolci: in realtà stiamo parlando di un gruppo molto più vasto di sostanze, contenute nei legumi, nei cereali (amidi), nella frutta (fruttosio) e nel latte (lattosio). Essi forniscono energia in tempi
brevi, essendo sostanze di semplice assimilazione, la maggior parte della quale è usata per il lavoro
quotidiano e le funzioni vitali, come il battito del cuore, il movimento dei muscoli o l’attività del nostro cervello. La quantità di zuccheri è monitorata al momento della donazione attraverso la glicemia.
Chiudiamo con alcuni consigli per una sana e corretta alimentazione:
1. Mangiare con calma;
2. Frazionare i pasti in colazione, pranzo, cena e 1-2 spuntini;
3. Variare l’alimentazione, badando che sia equilibrata;
4. Non eccedere nelle quantità;
5. Preferire gli amidi (pane, pasta, polenta) ai zuccheri semplici (zucchero da cucina);
6. Apporto equilibrato di carne tra bianca, rossa e pesce;
7. Introdurre quotidianamente verdure e frutta, almeno 2-3 pezzi al giorno;
8. Preferire i grassi vegetali a quelli animali;
9. Moderazione con dolci, uova, formaggi ed affettati;
10. Bere almeno 1 litro di acqua al giorno;
11. Non superare i due bicchieri di vino al giorno, meglio se durante i pasti;
12. Assumere raramente bibite zuccherate, salsicce, cotechino, ecc.
13. Prestare molta attenzione all’uso del sale;
14. Fare attività fisica.
ETA’
4-6 anni
10-12 anni
30-60 anni
Oltre i 60 anni
MASCHI
1.850 Kcal
2.250 Kcal
2.700 Kcal
2.300 Kcal
FEMMINE
1.650 Kcal
2.000 Kcal
2.300 Kcal
1.900 Kcal
Come ultima raccomandazione a tutti i nostri
lettori, alleghiamo una tabella riepilogativa sul
fabbisogno calorico, suddiviso per fasce d’età
e sesso, ricordando che una dieta appropriata
ed un regime di vita sano sono le migliori garanzia di salute e di qualità del sangue donato.
Redatto a cura dell’Avis provinciale di Padova. Elaborazione tecnico-scientifica curata dalla dott.ssa Giorgina Vaselli in collaborazione con la dott.ssa Lucia Cortese per l’Avis di Pergine Valsugana.
TRENTINO
La goccia che vale
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BUONE
PRASSI
Condino, 50 anni di volontariato in favore del prossimo
Come per i “cugini” di Storo, anche per l’Avis di Condino nel 2014 sono state spente le prime cinquanta candeline di attività. Un percorso molto ricco di soddisfazioni, come leggiamo nella cronaca
di Aldo Pasquazzo, nel suo articolo apparso sul quotidiano “Il Trentino” dello scorso 15 settembre:
«Lo scorso 14 settembre hanno festeggiato i 50 anni d’attività l’ Avis comunale di Condino, una realtà
che oggi conta 176 soci, «Dobbiamo tornare all’ormai lontano 12 marzo 1964, quando si tenne la prima
assemblea costitutiva presso l’albergo Corona di Condino,» ha ricordato il presidente Michele Faccini
«mentre le prime donazioni furono raccolte all’interno dell’attuale Palazzo Belli. Tra i primi a donare
il proprio sangue ricordiamo Giulio Radoani e Guido Faccini, oggi vispi ottantenni.» A tenere aggiornati brogliacci e donazione era l’allora maresciallo a riposo Livio Quarta, con Aldo Bianchini e
Arturo Pelizzari tra i referenti più in vista ma che ora non ci sono più. Ad affiancarli Raffaele Radoani
e Silvino Gambaini, consiglieri all’epoca, ieri invece presenti. Michele Faccini con l’occasione ha messo
confronto le differenze tra quel periodo e l’Avis di adesso: «Direi che è cambiato molto rispetto a quelli
anni. Modalità, richieste e trasfusioni hanno ora un corso e procedure diverse. Penso proprio che sia opportuno ricordare quei momenti che hanno portato quelle persone semplici ad aggregarsi e socializzare in
modo poi da mettere a disposizione in maniera anonima e gratuita una parte di loro stesse». Infine, come
nelle circostanze che contano, corpo bandistico Giuseppe Verdi compreso, tutti in arcipretale per la
santa messa celebrata da don Vinncenzo Lupoli e quindi alla Cascina dei Pom per il pranzo d’assieme.
Nel corso del cerimoniale (presente pure il delegato di Brescia, cavaliere Spada) sono stati insigniti di
stelle al merito Adriano Pizzini per 40 donazioni, nonché per numeri minori di donazioni Dario Monfredini, Bruno Butterini, Alesandro Bagattini e Aldo Tolettini.»
TRENTINO
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BUONE
PRASSI
Avis di Storo : i nostri primi 50 anni
Cinquant’anni sono un traguardo prestigioso per un’associazione di volontariato e merita di essere
celebrato nel modo adeguato. Abbiamo quindi pensato di riproporre l’articolo apparso sul quotidiano
“Il Trentino” lo scorso 9 giugno 2014, a firma di Aldo Pasquazzo:
«STORO. Cinquant’anni fa a costituire l’associazione Avis di Storo e Bondone erano stati loro. Ebbene a
distanza di cinque decenni Marino Fostini, Giuseppe Zontini, Costantino Beltrami e Battista Maccani
ieri erano presenti a festeggiare e a essere festeggiati. Alla rimpatriata stavolta mancava però il fautore e
presidente di allora Angelo Cortella (Pece) da anni oramai scomparso, rappresentato comunque dalla
sorella Narcisa.Tanti i riconoscimenti consegnati. In particolare quello in oro a Simone Scaglia (fratello del presidente attuale) che di donazioni ne ha finora effettuate oltre 50. Inoltre medaglia d’argento
a Mauro Lovato (35 prelievi). La sezione di Storo e Bondone conta oggi 190 iscritti e ben 250 sono
le donazioni annuali raccolte per un totale di circa 100
litri di plasma. «Numeri importanti per questo servizio di
volontariato autentico» ha detto la vice sindaco di Storo
Giusy Tonini che sostituiva il primo cittadino cavaliere
Vigilio Giovanelli forzatamente assente per motivi di
salute. La numero due istituzionale ha anche ricordato
coloro che per il passato in casa avisina hanno dato tanto.
Tra questi gli scomparsi Marcello Cosi, Antonio Folloni,
Mario Quai e Giancarlo Girardini nonché Germanno
Ferrari il solo ad essere ancora in vita. Presenti anche i
colleghi di giunta Dario Luzzani, Claudio Cortella, Loretta Cavalli e Laura Danieli nonché il vice sindaco
di Bondone Mariano Valerio. A rappresentare l’Avis regionale la sua presidente Adriana Faccini che tra
il resto è originaria di Brione. Faccini ha esaltato il lavoro e le attività svolte dalle tante Avis di periferia.»
BUONE
PRASSI
Ottima collaborazione tra le Avis comunali di Bedollo e Valle di Cembra
Il 2014, per le Avis Comunali della Valle di Cembra e di Bedollo è stato un anno molto importante:
entrambe le associazioni hanno raggiunto il traguardo del 25° anniversario della fondazione.
Dal momento che le due Avis confinanti lavorano in perfetta collaborazione, hanno programmato le rispettive cerimonie nello scorso mese di
giugno, in date ravvicinate ma non sovrapposte.
TRENTINO
La goccia che vale
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Ha cominciato, domenica 1° giugno, l'Avis della
Valle di Cembra che, in una splendida giornata
di sole ha organizzato un sfilata, molto partecipata, nelle vie del paese di Cembra, aperta
dalla Banda musicale San Valentino di Faver.
Tutto si è svolto, pertanto, nel Centro polifunzionale a Centrale di Bedollo: la S. Messa, la
cerimonia ufficiale con gli interventi delle varie
autorità, la consegna delle targhe e dei riconoscimenti, il ricco e gustoso pranzo, per finire con
la presentazione di una commedia, in un atto,
interpretata dal Gruppo "La Segosta" di Bedollo.
Anche in questo caso la partecipazione di autorità, dei presidenti dell'Avis di Bedollo che
hanno preceduto Aldo Francescatti, Vittorio
Boldo e Renzo Ioriatti, di Avis provenienti da
tutto il Trentino e da Casaletto (CR), di soci
donatori, di amici e di conoscenti, è stata veramente consistente.
Erano presenti gli amministratori dei paesi della
Valle (Cembra, Lisignago, Segonzano, Grumes
e Grauno), i gruppi alpini, numerose Avis del
Trentino e da fuori provincia (Nocera Umbra
e Omegna) con i relativi labari, la presidente
dell'Avis del Trentino, i Consiglieri di AVIS Nazionale Mattivi e Doati, la madrina Carmen Gottardi, numerosi donatori, amici e conoscenti.
Dopo la S. Messa, celebrata nella Chiesa parrocchiale di Cembra, si è svolta la cerimonia ufficiale,
introdotta dal presidente Adriano Pojer che, tra
l'altro, ha citato i presidenti che lo hanno preceduto in 25 anni di attività: Giorgio Nardon, Agnese
Gottardi, Luciano Nardin e Lucia Mattevi. Sono
seguiti gli interventi delle varie autorità. La celebrazione si è conclusa con un apprezzato pranzo nell'attrezzata area del tendone di Grauno.
Il fatto di svolgere tutte le varie fasi programmate in un'unica sede, a causa del maltempo,
non ha compromesso il clima di grande festa
che ha caratterizzato tutta la cerimonia.
Un ringraziamento particolare è dovuto al cuoco Marco e alla mamma Gabriella che, con i loro
aiutanti, hanno confezionato e servito i pranzi,
sia per l'Avis della Valle di Cembra che dell'Avis
di Bedollo.
(Aldo Francescatti, Adriano Pojer)
L’Avis di Bedollo, a sua volta, ha organizzato la cerimonia nella giornata di domenica 15 giugno; il
maltempo ha, purtroppo, compromesso la sfilata
programmata dal presidente Aldo Francescatti.
TRENTINO
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BUONE
PRASSI
Quarantesimo dell’Avis Ravina - Romagnano
Ha festeggiato quest’anno un traguardo importante l’Avis di base di Ravina – Romagnano, ovvero il quarantesimo d’attività. Ai cinque fondatori che hanno dato vita alla sezione, prima
Ravina, in seguito estesa a Romagnano, va tutto
il nostro riconoscimento; a noi resta il compito,
non sempre facile, di mantenere viva la presenza
avisina, tramandando ciò che altri hanno fatto
prima di noi con pochi mezzi, ma con molta determinazione: la nostra Avis conta oggi 165 soci
attivi e 16 collaboratori.
La manifestazione del 40° è iniziata venerdì 12
settembre con il concerto, promosso dall’Avis,
della raggae band Rebel Rootz all’interno della
festa “ViviRavina, allo scopo di coinvolgere i
giovani. Il bilancio è stato senz’altro positivo visti i numerosi giovani accorsi: durante la serata
sono stati proiettati i lavori del concorso grafico
indetto dall’Avis comunale di Trento con messaggi mirati ai giovani sul tema della donazione.
I festeggiamenti sono proseguiti domenica 14
settembre, con la S. Messa a Ravina e la lettura
della preghiera del donatore da parte della presidente. Subito dopo nella vicina sala Demattè
si è tenuta la commemorazione ufficiale, alla
presenza delle autorità invitate per l’occasione.
Ha aperto i lavori il discorso emozionato della presidente, che ha ripercorso le tappe della presenza avisina a Ravina e Romagnano:
“40 anni fa un gruppo di nostri paesani ha dato
vita e reso realtà quest’Avis di base, dando il via
TRENTINO
La goccia che vale
alle prime iscrizioni. Nel corso degli anni la nostra presenza è cresciuta, ma auspichiamo che
possa ancora aumentare, catturando giovani che
la rigenerino, mantenendone lo spirito iniziale. Il
40° è un punto di partenza per nuove sfide che
dovremmo affrontare per tenere alto il servizio
di volontariato che ci contraddistingue. Un compito non facile, fatto anche di rinunce e sacrifici.
Uno sforzo che nella società odierna non è scontato. Si parla forse a sproposito di aiuto reciproco, fratellanza, ma spesso rimane uno slogan: il
compito di Avis è, ed è sempre stato, quello del
servizio volontario alla donazione di sangue, che
ha una ricaduta anche indiretta in altri ambiti.
Una persona che grazie ad una trasfusione di
sangue e derivati ha la possibilità di ritornare a
vivere, o sopravvivere nel caso di malattie croniche, guarda alla vita futura in modo diverso, nonostante le difficoltà che talvolta questo comporta.”
E’ seguita una presentazione con slides
dei momenti salienti
dell’attività di questi
anni, ricordando persone che hanno fatto
parte dell’Avis e non ci
sono più, eventi con le
scuole elementari locali ed altri momenti di aggregazione. Non sono mancati applausi spontanei ricordando, Giampaolo Bottura primo
presidente e fondatore scomparso tragicamente
mentre prestava aiuto ad un collega di lavoro:
questo gesto estremo gli è valsa la medaglia
d’argento alla memoria e l’intitolazione della
sezione AVIS. Dopo gli interventi delle autorità
invitate sono state consegnate le attestazioni di
riconoscimento al socio promotore e fondatore
Felice Zambaldi, ai soci fondatori Fernando
Mazzalai e Gabriele Paris ed un mazzo di fiori alla
signora Gabriella moglie del primo presidente.
(Tiziana Zambaldi)
24
BUONE
PRASSI
Avis della Bassa Valsugana e Tesino
E’ trascorso un altro anno molto intenso
di attività per l’Avis Bassa Valsugana e Tesino, impegnata a diffondere il messaggio
del dono, la raccolta di nuove adesioni, specialmente tra i giovani, con interventi mirati nelle scuole e piazze, la formazione di
nuovi dirigenti per la scuola e la propaganda.
Un percorso cominciato con il “Trofeo Avis”
presso il bocciodromo di Borgo, coinvolgendo
circa 140 atleti del Triveneto. Un’esperienza
proseguita con il progetto Scuola, rivolto ad un
totale di 96 alunni: molto apprezzato il video
inerente le esperienze nel mondo del volontariato, in particolare del dono del sangue. Molto
l’impegno profuso dagli insegnanti e dirigenza
per realizzare questo percorso formativo, parecchio l’entusiasmo e impegno da parte di tutti gli
alunni. La nostra attività è proseguita nel mese
di maggio con la partecipazione all’Assemblea
nazionale di Chianciano ed al torneo interregionale di calcetto a Palmanova, dove abbiamo raccolto un onorevole quarto posto.
Nel mese di giugno la biciclettata “Insieme per la
vita”, organizzata assieme alla sezione dell’AIDO,
allo scopo di sensibilizzare la cultura del dono,
TRENTINO
La goccia che vale
sangue ed organi, coinvolgendo i giovani ha
visto la partecipazione record di 300 iscritti.
Abbiamo anche aderito all’iniziativa promossa
dai commercianti di Borgo per le serate in piazza, proponendo lo spettacolo di cabaret “Rosso
Sorriso” con artisti di Zelig; sono stati protagonisti anche i nostri giovani tramite un video
promozionale realizzato per l’occasione a Borgo e la presenza del nostro gazebo per tutte le
serate dal 24 luglio fino al 20 agosto, raccogliendo numerose adesioni all’Avis. Da gennaio la
nostra Avis incontrerà la popolazione con delle
serate informative sui vari argomenti sanitari
con la collaborazione del dottor Lino Beber.
Chiudiamo con un caloroso benvenuto a tutti
i nuovi entrati nella grande famiglia AVIS e
un doveroso ringraziamento a coloro che per
vari motivi ci hanno dovuto lasciare, quali salute, limiti di età o trasferimenti per lavoro, un
plauso anche a tutti gli operatori sanitari che
giornalmente sono impegnati in questa grande
missione per la vita. Cogliamo l’occasione per
augurare un sereno natale ed un felice anno
nuovo agli AVISINI ed ai LORO FAMILIARI.
(Fabrizio Trentin)
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BUONE
PRASSI
Avis di Trento
Alla piscina di Gardolo dalle 19 di sabato 18 ottobre alle 19 di domenica 19 si è svolta la sesta edizione
della 24 ore di nuoto, staffetta della solidarietà organizzata dall’Avis comunale di Trento con Aido ed
Admo. Quest’ano hanno partecipato ben 741 frazionisti, grazie all’insostituibile aiuto della SND Nuotatori Trentini, che con la continua presenza dei suoi atleti ha permesso per tutte le 24 ore la presenza
di qualcuno in acqua, percorrendo in totale 3.272 vasche, ovvero 81,8 chilometri. Un ringraziamento
speciale spetta quindi al loro presidente Nerio Danieli. Scopo di questa manifestazione, che si attua
con il patrocinio del comune di Trento e dell’Azienda Sanitaria Provinciale, oltre che al contributo
delle Casse Rurali Trentine e della Cassa Rurale di Trento, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica promuovendo la “cultura della Donazione” nelle sue varie forme: sangue, midollo ed organi. Fra i
tanti che si sono alternati nelle ventiquattrore permettetemi di citare il primo frazionista , Loris Puleo,
facente parte anche della nazionale italiana trapiantati di pallavolo, il sindaco del capoluogo Andreatta e
l’assessore Gilmozzi, secondo frazionista, il presidente di Asis, Francesco Salvetta (anch’egli frazionista
con la propria famiglia) e Francesca Dallapé, testimonial della manifestazione. La manifestazione è stata
chiusa dall’assessore comunale Maria Chiara Franzoia, che come da tradizione è stata l’ultima frazionista. Menzioni particolari per Matteo Mazzaretto, per aver percorso complessivamente 338 vasche per
un totale di circa 8 chilometri, e per l’Avis di Povo, gruppo più numeroso con 45 componenti. Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno partecipato, dando significato a questa manifestazione sperando
che il messaggio venga recepito e diffuso a chi non c’era lasciando aperto l’invito per il prossimo anno.
TRENTINO
La goccia che vale
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BUONE
PRASSI
Avis di Pergine Valsugana
PERGINE VALSUGANA. Annata molto positiva per la comunale di Pergine Valsugana, che ha partecipato a numerose iniziative sul territorio, raccogliendo adesioni e promuovendo la propria attività. Un
impegno cominciato lo scorso febbraio con la tradizionale Assemblea dei Soci: un momento importante,
in quanto si illustrano le cose fatte nell’anno precedente, ma è anche il momento in cui si premiano i donatori: al di là del premio in sé, si tratta di dire un grande “GRAZIE” a persone che da molti anni regalano
il loro sangue agli altri, senza ricevere niente in cambio, se non la piacevole sensazione di aver fatto del
bene. L’attività di Avis è proseguita nel mese di maggio con la partecipazione alla “Pedalata per la vita”:
oltre a distribuire materiale informativo, nel parcheggio dell’ex discoteca è stata creata una piccola
gimkana per i piccoli ciclisti, ai quali sono stati regalati dei gadget avisini, per far conoscere
Avis sin da bambini. Molto importante anche
la presenza di uno stand informativo alla “Superfesta di Ferragosto”: è stato distribuito materiale informativo, raccogliendo diverse iscrizioni
di nuovi soci, tra cui molte ragazze. A settembre
l’associazione ha partecipato alla “Camminata per
la Ricerca”, allestendo un punto di ristoro per i
partecipanti. A tutti i nostri donatori, attivi e non,
vogliamo dire: GRAZIE CON TUTTO IL CUORE!!!
NOTE INFORMATIVE
Perchè donare sangue
del Trentino
equiparata Regionale
Per rispondere alla crescente necessità di sangue negli ospedali, nelle cliniche e nelle case di riposo.
Per esprimere solidarietà umana e sociale. Per partecipare concretamente ai bisogni sanitari della
comunità e per collaborare alla autosufficienza provinciale e nazionale
La proposta AVIS
AVIS considera il dono del sangue un atto di grande sensibilità verso gli altri. Il donatore AVIS dona
in forma anonima, gratuita, periodica, consapevole ed associata. I periodici controlli sulla salute del
donatore garantiscono la massima qualità del sangue raccolto.
Chi può donare
Tutte le persone in età da 18 a 65 anni (60 anni per i nuovi donatori) che siano esenti da malattie invalidanti, che pesino almeno 52 Kg e che conducano una vita sana e regolare. Non si fanno distinzioni di
sesso, razza, religione e origini etniche.
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La goccia che vale
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Centri di raccolta del sangue
Sangue intero
Banca del Sangue di Trento
Rovereto
Arco
Borgo Valsugana
Cavalese
Cles
Mezzolombardo
Pergine Valsugana
Tione
Aferesi (solo alcune componenti del sangue)
Via Malta, 8
Ospedale
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Ospedale
Ospedale
Ospedale
Ospedale
Ospedale
Ospedale
Banca del sangue di Trento
Rovereto
Via Malta, 8
Ospedale
Modalità di iscrizione
si compila un modulo di iscrizione riitirabile direttamente o richiesto via mail a:
Sede AVIS di Trento
Via Sighele n. 7 - tel. 0461.916173 - fax 0461.916988 - E-mail: [email protected]
apertura ufficio da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 17.00
Sede AVIS di Rovereto
Via Mozart n. 3 - tel. 0464.410017 - E-mail: [email protected]
apertura ufficio da lunedì a venerdì dalle 8.15 alle 12.15
Alla presentazione della domanda viene rilasciata richiesta per esami, gratuiti, di laboratorio da eseguire
presso il centro di raccolta scelto dal richiedente. Al termine degli esami di idoneità, il richiedente viene
invitato a visita medica sempre gratuita. Superate positivamente le verifiche il richiedente viene invitato
alla prima donazione. Tra la domanda di iscrizione e la prima donazione trascorrono al massimo 60 giorni.
Per informazioni visitare il sito: www.avis.it/regioni/trento