Lo stato dell`arte della programmazione e dell`attuazione

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Lo stato dell`arte della programmazione e dell`attuazione
Progetto INTERBIO ‐ Seminario internazionale sul tema
L’agricoltura biologica nelle politiche di sviluppo rurale comunitarie tra presente e futuro.
Esperienze della programmazione 2007‐2013 e prospettive nella riforma della PAC
Lo stato dell’arte della programmazione e dell’attuazione delle misure rilevanti per l’agricoltura
biologica nei PSR regionali. Prime valutazioni e riflessioni.
c) Le esperienze di alcune regioni italiane
Il Bio‐Distretto Cilento, nella Regione Campania
Salvatore Basile, AIAB
La storia del Bio‐Distretto Cilento, la sua evoluzione e le prospettive future
Il Bio‐distretto Cilento si sviluppa all’interno dell’area del Parco nazionale del Cilento e Vallo di
Diano, si estende su di una superficie di 3.196 kmq ed interessa ben 30 Comuni e tre grandi
attrattori culturali del calibro di Paestum, Elea‐Velia e Padula (vedere mappa allegata). Il Bio‐
distretto, coordinato dall’AIAB Campania, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, ha
concretizzato il grande lavoro svolto per anni da associazioni, amministrazioni pubbliche, operatori
agricoli e turistici, dando vita ad un vero e proprio laboratorio permanente di idee ed iniziative ad
alto profilo culturale, che punta ad uno sviluppo etico, equo e solidale del territorio cilentano,
fondato sul modello biologico.
Si è provveduto innanzitutto a mettere in rete le aziende biologiche, le associazioni di produttori,
le amministrazioni locali, la bio‐ristorazione, gli operatori eco‐turistici ed i consumatori (in primo
luogo attraverso i GAS, Gruppi di Acquisto Solidale). Quest’attività, di carattere propedeutico, è
stata svolta prevalentemente attraverso l’organizzazione di n. 5 forum pubblici (Castel San Lorenzo
2‐17/01/2004 e 8/01/2005, Ascea 21/01/2006, e 23/06/2007, Ceraso 8/12/2007).
Le 400 aziende agricole biologiche esistenti nell’area del Bio‐Distretto (tutte controllate,
certificate ed iscritte all’ERAB, il Registro Regionale degli Operatori dell’Agricoltura Biologica) ed i
20 “Bio‐presidi” (esercizi commerciali ed operatori turistici che si impegnano a promuovere le
produzioni del bio‐distretto) svolgono un importante lavoro di salvaguardia e tutela della
biodiversità e della tipicità e possono finalmente contare su di un mercato locale, in grado di
apprezzare le tipicità e le bio‐eccellenze del territorio. Grazie all’attuazione della vera “Filiera
corta”, sono stati messi in contatto diretto produttori e consumatori, stabilendo in tal modo nuovi
rapporti fondati sulla conoscenza e sulla fiducia reciproca. I consumatori dei prodotti del Bio‐
distretto sono in grado quindi di conoscere il luogo di produzione e stabilire un rapporto diretto
con le aziende agricole che hanno aderito al “Patto per il Bio‐distretto”, con il quale si sono
impegnate a produrre tipico, biologico ed OGM free, nel rispetto dei principi etici e sociali che
sono alla base dell’agricoltura biologica.
con la partecipazione della
Progetto INTERBIO ‐ Seminario internazionale sul tema
L’agricoltura biologica nelle politiche di sviluppo rurale comunitarie tra presente e futuro.
Esperienze della programmazione 2007‐2013 e prospettive nella riforma della PAC
Tutto questo avviene nel Cilento, terra d’elezione della Dieta Mediterranea, che con Ancel Keys è
stata scientificamente codificata e valorizzata, prendendo a riferimento proprio il modello
alimentare cilentano. Il connubio con l’agricoltura biologica rende la Dieta Mediterranea ancora
più efficace e completa, essendo la qualità degli alimenti fondamentale per garantire un giusto
apporto di nutrienti ed evitare danni alla salute.
Fondamentale è risultato essere il ruolo delle Amministrazioni Pubbliche che hanno avviato nei
territori di propria competenza, di concerto con l’AIAB, importanti azioni informative, educative e
di promozione sulle tematiche dello sviluppo sostenibile, dell’agricoltura biologica e della
salvaguardia ambientale, oltre all’attivazione di mense biologiche e, più in generale, di concrete
misure di GPP (acquisti verdi).
Nel 2009, grazie al decisivo supporto dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, oltre
alla rinnovata partecipazione di Legambiente Campania Onlus, dell’Associazione Dieta
Mediterranea e dell’Associazione di produttori locali “Dieta Cilentana”, il 1° Bio Distretto Europeo
multi‐vocazionale (Agricolo, Ambientale, Culturale, Sociale, Eco‐turistico, Eno‐gastronomico),
raggiunge la piena maturità ed il 19 ottobre 2009 viene pubblicato sul BURC n. 63 il PROTOCOLLO
DI INTESA per la realizzazione formale del Bio‐Distretto dell’area del Parco nazionale del Cilento e
Vallo di Diano.
Nel 2010 l’AIAB Campania ha condotto un’indagine sul fabbisogno dei produttori e dei
consumatori del Biodistretto, e sulla base dei risultati acquisiti è stato realizzato un progetto pilota
di Piattaforma logistica al servizio delle produzioni biologiche cilentane da filiera corta. Il tutto si è
potuto realizzare grazie al progetto “LoginBio” finanziato dal MIPAAF nell’ambito del Programma
di Azione Nazionale per l’Agricoltura Biologica e i Prodotti Biologici per l’anno 2007 – Sez. B: Azioni
per il miglioramento della qualità e della logistica del prodotto biologico ‐ Bando MIPAAF del 12
maggio 2009 – DM 11370/2008 (GU Serie Generale n. 108 del 12.05.09).
Le prospettive future del Bio‐distretto sono estremamente incoraggianti, la crescente domanda di
prodotti biologici e l’accorciamento complessivo della filiera, con conseguente fidelizzazione del
consumatore, hanno consentito di programmare un forte sviluppo del settore con la riconversione
al bio di nuove aziende, sempre più orientate in chiave multifunzionale. Un grande impulso in tal
senso verrà nel corso del 2011, quando saranno operative molte delle misure di semplificazione
delle procedure di certificazione bio elaborate e sperimentate proprio in quest’area dall’AIAB
nell’ambito del progetto finanziato dal MIPAAF su “Le nuove frontiere della certificazione per
l’agricoltura biologica”.
Vediamo ora brevemente i diversi meccanismi di supporto finanziario al Bio‐Distretto ed ai
produttori biologici che vi operano, con specifico riferimento, tra l’altro, all’utilizzo di misure
incluse nel PSR della Regione Campania.
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Tutti gli Enti firmatari del protocollo d’intesa del Bio‐distretto partecipano ad un tavolo di
coordinamento che ha tra le sue funzioni anche quella di individuare tutte le fonti di
finanziamento attivabili per la realizzazione delle attività individuate.
L’AIAB Campania ha offerto a tutte le aziende agricole biologiche del Bio‐distretto, che ne hanno
fatto esplicita richiesta, assistenza tecnica gratuita, grazie ad alcuni progetti finanziati dalla
Regione Campania nell’ambito del POR CAMPANIA 2000‐2006 Interventi cofinanziati dal FEOGA ‐
Misura 4.24 “Progetti Integrati Rurali”‐ PIR ‐ Misura 4.18 “Avviamento di servizi di sostituzione e di
assistenza alla gestione delle aziende agricole” – tipologia B. I servizi saranno erogati dall’AIAB
Campania fino al 2012.
Molte aziende del Bio‐distretto, spinte anche dall’incremento della domanda di prodotti
susseguente alle numerose azioni promozionali messe in campo, hanno presentato progetti di
ammodernamento strutturale nell’ambito della Misura 4.8 del POR 2007‐2013. La misura punta a
migliorare la competitività delle aziende agricole della Campania, attraverso la realizzazione di
processi di ammodernamento strutturale. E’ previsto il sostegno agli investimenti nelle aziende
agricole per ridurre i costi di produzione, migliorare le produzioni aziendali anche attraverso
riconversioni produttive agricole, promuovere la diversificazione delle attività nell’azienda agricola
(trasformazione prodotti agricoli, ecc.), elevare il livello qualitativo delle produzioni, tutelare e
migliorare l'ambiente naturale, la salute delle piante e degli animali, le condizioni d’igiene ed il
benessere degli animali, migliorare le condizioni di lavoro e la sicurezza degli operatori agricoli;
favorire una crescente e durevole partecipazione delle aziende agricole per rafforzare la capacità
contrattuale del settore primario e consentire di intercettare ulteriori quote di valore aggiunto;
potenziare e diffondere la tecnologia avanzata al servizio delle aziende agricole.
La valutazione degli impatti socio‐economici e ambientali del Bio‐Distretto
Complessivamente il biodistretto interessa 400 aziende agricole biologiche, delle quali ca. 50
partecipano attivamente alle attività; si tratta per lo più di realtà di piccole dimensioni a
conduzione familiare, che sviluppano complessivamente un fatturato di ca. 1 milione di euro.
Sono inoltre coinvolti n. 30 comuni, 20 ristoranti e 10 stabilimenti balneari. Vengono inoltre svolte
attività di carattere informativo/educativo sulla corretta alimentazione in numerose scuole
ricadenti nei territori dei comuni del Bio‐distretto.
Mediamente il fatturato delle aziende che partecipano attivamente alle attività del Bio‐distretto
(mercatini del biologico, fiere, promozioni estive negli stabilimenti balneari, ecc.) è cresciuto negli
ultimi 2 anni del 20% e l’intera loro produzione viene collocata sul mercato come biologica e non
più, come avveniva in precedenza, in parte o in toto sui mercati del convenzionale.
Sono stati attivati sul territorio nuovi flussi turistici, anche destagionalizzati, maggiormente attenti
alle tipicità ed alle culture locali. Ad es. sono state organizzate in occasione della “Primavera bio
2010” (la campagna nazionale promossa da AIAB per avvicinare i cittadini alle migliori realtà
produttive bio), numerose visite guidate alle aziende con pullman in partenza da Napoli e Salerno.
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Dal punto di vista ambientale, in collaborazione con Legambiente, sono state attivate numerose
azioni di sensibilizzazione della popolazione sulle tematiche della tutela e valorizzazione del
paesaggio e degli elementi naturali nelle aree rurali.
La conversione di nuove realtà agricole all’agricoltura biologica contribuirà inoltre a ridurre gli
impatti negativi della produzione sull’ambiente.
In conclusione si può affermare che il Bio‐distretto va ad impattare positivamente in modo
trasversale su tutte le componenti sociali e produttive del territorio, apportando indubbi benefici
anche dal punto di vista ambientale e sociale.
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