Ottobre 2007 - Visit Limone Sul Garda
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Ottobre 2007 - Visit Limone Sul Garda
VITA PARROCCHIALE di Limone sul Garda Dipinto del pittore Ernesto Roversi Numero 14 - Ottobre 2007 In attesa della Risurrezione Per il Vostro contributo si può: - rivolgersi direttamente al Parroco; Ottorino Tosi, 28 aprile 2007 - deporre la propria offerta nella Chiesa Parrocchiale; - effettuare il versamento sui seguenti c/c, intestati alla Parrocchia Margherita Bernardi Martinelli, 6 giugno 2007 - Bancoposta: c/c n. 52730405; - Cassa Rurale di Arco: c/c n. 07309577; - Banco di Brescia: c/c n. 6333; Giovanna Horstmann Fava 20 giugno 2007 - BCC del Garda: c/c n. 160813/84. Parrocchia di San Benedetto Via Fontana, 19 25010 Limone sul Garda Tel. 0365.954017 [email protected] Giovanna Fiorini Segala, 13 luglio 2007 Marianna Morandini Risatti 20 luglio 2007 I numeri arretrati del Bollettino parrocchiale si trovano in Internet sul sito www.visitlimonesulgarda.com, nella rubrica “la nostra Comunità”/ “Parrocchia e Oratorio” Marta Zago Tombola, 28 luglio 2007 Anagrafe parrocchiale dal 25 marzo 2007 al 6 ottobre 2007 Letizia Chincherini Risatti, 11 agosto 2007 Battesimi Filippo Montagnoli Liliana De Ehrenstein Francesco Vela Francesca Andreana Calò Giacomo Segala, 7 settembre 2007 Matrimoni Attilio Bettanini e Francesca Ghidotti Valentino Horstmann 17 settembre 2007 La parola del parroco Cari Limonesi, tutti soddisfatti per la bella stagione turistica già abbiamo in programma le meritate vacanze. Spero di vedervi, prima, al nostro annuale appuntamento per la celebrazione della solennità di tutti i Santi e per la visita al cimitero del 2 novembre. Non ci saremmo aspettati certe scomparse repentine, ma ben sappiamo come è la legge della vita. Pensiamo però spesso che tocchi sempre agli altri. Non è così! Sono ormai quasi sette anni che sono in mezzo a voi e qualcosa posso dire di aver cominciato a capire della vostra realtà. Non vi piace essere presi in considerazione nei vostri difetti. Vi piace molto essere lodati nelle vostre eccellenti iniziative. Qualche disagio si nota e fa, di tanto in tanto, capolino in mezzo a noi. Alcune volte si affronta, altre si lascia perdere… tanto il gioco vale la candela! Non sempre però. Fieri si è di tutto quanto si è realizzato economicamente e pare che questo basti per molti. Ma non è così. Alcune nostre famiglie subiscono scossoni e chi ne va di mezzo sono i nostri ragazzi spesso e volentieri abbandonati a sé stessi. Per fortuna ci sono i nonni, ma non sempre. Gli amori stagionali fanno sempre capolino e si rinnovano frequentemente. Non è più di moda il valore della famiglia, ma della coppia a tempo determinato. L’amore vale fino a un certo punto. Ed ecco allora i nostri giovani cercare lavoro al di fuori della nostra realtà perché in fondo sono stufi di vedere in casa situazioni di disagio perenne. Le coppie si aggiornano sempre a ritmo quasi vertiginoso. Nei bar vediamo sempre “new entry”, nuovi partner rimpiazzare i vecchi. Così piace ad alcuni di voi. Rumori molesti e maleducazione di tanto in tanto disturbano la quiete del nostro borgo. Adolescenziali introduzioni di super-colle nelle serrature di appartamenti e negozi denotano quanta sia lontana ancora l’età matura di chi compie questi gesti che non sono certo opera di tennager. Le nostre vere adolescenti invece, alla soglia della giovinezza, già sono oggetto di attenzioni non proprio di raffinatezza. Genitori attenti all’anoressia! Un limonese o l’altro ha trovato il licenziamento in loco per assurde presenze superalcolizzate se non qualificate diversamente o per troppe attenzioni non dovute. Si convive per diversi anni e dopo, magari, non si vuol riconoscere nulla a chi, bene o male, ti ha aiutato. Il “life motive” limonese è sempre il profitto. Dove c’è si mantiene, dove viene meno è meglio intervenire anche a scapito del “bon ton”, della buona educazione. Non si onora l’affitto di pubblici esercizi ma ci si permette un certo tenore di vita; insoluti da anni rimangono questioni di proprietà che ad alcuni rendono bene ad altri creano solo apprensioni ed angustie. Queste persone non si vedono mai in chiesa! Sarà un caso? Non sarà forse meglio ravvedersi e smetterla di giustificarsi con quella becera frase: “Non vado in chiesa perché quelli che ci vanno sono i più disonesti nella vita pratica!”. Proferita da certi fa proprio sorridere. Caro limonese non sto lamentando il fatto che non pratichi il luogo di culto, ma il fatto di essere scorretto e maleducato. Alcuni nostri adolescenti che in occasione del Sacramento della Cresima hanno sottoscritto le loro convinzioni religiose vanno ora in giro ad affermare che non ne vogliono più sapere di credere in Dio né tanto meno nella Chiesa. L’incoerenza fa presto capolino. In chiesa comunque il piccolo gregge continua a frequentare e con gioia vi posso assicurare che si continuerà così. La massa di credenti non praticanti si fa viva ai funerali, tante volte, con quella sfrontata incoerenza che ben presto diventa uno stile di vita tipico di chi si crede autosufficiente perché può gestire una certa somma. Sempre maleducato è chi sul sagrato, magari con la scusa che la chiesa è piena - e non è vero - disturba la funzione. Tanto per molti l’importante è farsi vedere e non perdere la faccia. Non solo si stanno perdendo i valori cristiani. Quello che più preoccupa è che anche i valori di semplice e normale educazione stanno scomparendo. La bestemmia si sente spesso proferire per le vie del Paese. Sono proferite in dialetto bresciano. Non sono i turisti! In un bar è apparso anche un coltello alla gola di una ragazza che faceva valere il suo diritto ad essere rispettata. In chiesa si continuerà a celebrare l’Eucaristia, si amministreranno i Sacramenti a chi ne sarà degno e si cercherà di creare una comunità non fondata sul profitto ma sul volersi bene e comprendersi. E non è poco. e più celebrazioni alle quali ha mai partecipato. Il cervello all’ammasso non fa più distinguere la realtà. La piccolezza delle motivazioni addotte a certe nostre prese di posizione denota il tenore del nostro vuoto assenteismo preso a valore dell’inconsistenza del nostro senso di appartenenza ad una realtà creata ad “usum delphini” quella dell’egoistico benessere personale. Dal profitto come motivo principale della nostra vita si deve passare a qualcosa di ben più umano. Lavare la coda all’asino è inutile come è impossibile raddrizzare le gambe ai cani e la gobba al cammello, tutto il resto è possibile. Caro Limonese hai un buon motivo per non disperare. E’ sempre possibile una riflessione, un ripensamento, un impegno ulteriore. Se anche questo poi non ti scalfisce vuol dire che quasi tutto è perso. Sempre rimane la carità cristiana che non è mai commiserazione, anche se la rasenta. Caro ricco “povero” Limonese forse lo sei ben due volte. In primo luogo perché nel tuo affaccendarti non riesci a gustare il vero senso della vita sempre alla ricerca solo di surrogati ed in secondo luogo perché dopo esserti creato l’inferno su questa terra te ne prepari uno eterno. “Sursum corda”: in alto i cuori. Alla “Comunione” si accosti solo chi è in regola con le indicazioni della Chiesa. Gli sposati civilmente e conviventi non lo sono. Se si è così fieri delle proprie scelte perché prendersela con le decisioni della Chiesa che si accusa di essere “retrograda”. Il funerale religioso lo si ritiene un diritto acquisito. Anche il ricevere l’Eucaristia lo si ritiene tale ed alcune volte viene ostentato come manifestazione del proprio modo corretto di vita anche se di ostentate prodezze, che non sono altro che miserie umane, se ne è fatto un vanto. I valori non sono da confondere con la miseria umana. All’oratorio si continuerà a preparare i ragazzi al Sacramento della Cresima e agli incontri di catechismo si cercherà di dare loro quel senso di appartenere ad un Dio che sempre più viene misconosciuto. Il compito di aggregazione dell’Oratorio non è quello di offrire un spazio di svago con la vigile presenza dei genitori ma soprattutto di essere un luogo di educazione cristiana. Chi viene meno è gentilmente allontanato o richiamato. È tempo anche di rinnovare il Consiglio Pastorale parrocchiale ed amministrativo. Incongruenze si stanno notando. Non esiste chiaro il senso di appartenere ad una chiesa, ad una parrocchia. Si assiste al fatto di gente che da anni non partecipa ad una Santa Messa farsi promotrice di più don Eraldo Un grazie al vescovo mons. Giulio Sanguineti 15 Settembre 2007 Grati per il Suo passaggio tra noi come segno di Cristo , capo e guida del suo popolo, auguriamo a Vostra Eccellenza una serena pausa di riposo. Profittiamo della circostanza per confermarci di Vostra Eccellenza Reverendissima, Eccellenza Reverendissima, con animo riconoscente tutta la Comunità Parrocchiale di Limone sul Garda ringrazia Vostra Eccellenza per il servizio svolto nella nostra Chiesa bresciana dal febbraio dell’anno 1999. Devotissimi, Mons. Eraldo Fracassi Parroco Consiglio Pastorale e degli Affari Economici della Parrocchia Comunità parrocchiale In particolare Vostra Eccellenza durante la visita pastorale aveva lasciato alla Parrocchia un chiaro messaggio di impegno nella vita cristiana pur in mezzo al non faticoso disbrigo della realtà turistica. Il campanile e l’organo Finalmente possiamo ammirare nella sua bellezza il restauro, portato di recente a termine, del nostro campanile della chiesa parrocchiale di San Benedetto. Lo studio associato degli architetti Cigognetti, Piccardi, Vitale sta ora raccogliendo gli ultimi dati per il conto definitivo che presenteranno alla Parrocchia. Completamente finanziato dall’Amministrazione Comunale il citato studio ha seguito con cura e dovizia tutte le fasi inerenti il restauro. La cifra preventivata alla richiesta del contributo della Regione ha trovato subito all’inizio dei lavori il prezzo del rame alle stelle. Nel settembre 2006 lo studio degli architetti preventivava il lavoro dei restauro dell’imprenditore edile, del lattoniere, del fabbro, del pittore, dell’elettricista e della ditta delle campane in Euro 94.662,54, che nel giugno 2007 arrivava a 108.621. Si aspetta ora il conto definitivo. Stanziati sono stati Euro 74.072,00. La Parrocchia è veramente grata all’Amministrazione Comunale che si è fatto carica di questa spesa che però non basta a coprire tutto il restauro. Il sottoscritto, in quan- to responsabile pro-tempore della Parrocchia, si trova a dover far fronte all’eccedenza. Grato per la collaborazione che sempre si trova presso il Comune, mi chiedo se la Parrocchia non potrebbe, a onore di una sua propria dignità, far fronte a queste spese. Credo di sì. Per l’Organo sono stati stanziati 108.000,00 Euro, sempre a carico del Comune di Limone eccetto un contributo a fondo perduto della Regione Lombardia di 20.710,00 Euro e il contributo della Conferenza Episcopale Italiana di Euro 31.005,00. In pratica l’Amministrazione Comunale si è accollata la bella spesa di Euro 56.285,00 Euro per l’Organo e 74.072 per il Campanile. Secondo il contratto l’organo dovrebbe essere in funzione alla fine di quest’anno. Finora sono stati pagati alla ditta restauratrice Inzoli di Crema la somma di Euro 54.000,00. Il conto finale lo si vedrà al termine del restauro. Si spera di poter inaugurare l’organo con un bel concerto di Natale. don Eraldo Il saluto del nuovo vescovo della diocesi ne e la speranza che vengono dal suo amore. Ne abbiamo un bisogno immenso. Nonostante le apparenze, infatti, fatichiamo anche solo a comprendere che cosa sia la gioia e dove la si possa davvero trovare. Inseguiamo chimere, sogniamo piaceri senza limiti, poi si troviamo ad aver bisogno di anestetici che tradiscono la nostra tristezza. Vorrei, fratelli carissimi, cercare insieme con voi la gioia che viene non dal possesso di molte cose, non dalla conquista di posti di prestigio, ma dalla costruzione di relazioni rispettose, amicali, fraterne secondo la logica del vangelo. Se Gesù ha ragione, infatti, la gioia non sta nel liberarsi da tutti i pesi, ma nel portare i pesi gli uni degli altri, nel vivere gli uni per gli altri. Lascio una Chiesa alla quale sono immensamente affezionato: la chiesa piacentina-bobbiese mi ha accolto con grande disponibilità dodici anni fa e mi ha insegnato con pazienza a essere vescovo. Le sono grato e porto nel mio cuore una memoria incancellabile dei volti, delle persone, delle esperienze vissute. Vengo a una Chiesa per me nuova, che conosco però come Chiesa di grande tradizione cristiana, la chiesa di Paolo VI. Sono consapevole dei limiti che porto con me e vengo quindi con un po’ di timore. Ma vengo con grande libertà; non ho fatto nulla per avere questo servizio e posso quindi fare appello alla fedeltà del Signore; lui mi manda e sarà lui a guidarmi e a sostenermi. Mi affido alla vostra preghiera e alla vostra bontà. In particolare saluto con affetto mons. Sanguineti che in questi anni ha servito la diocesi con tutto il suo amore e la sua testimonianza di fede. Saluto mons. Beschi, vescovo ausiliare: dovrà proprio aiutarmi a conoscere la Chiesa bresciana. Saluto con rispetto grande il presbiterio, i diaconi, i religiosi e le religiose; so che l’efficacia del mio ministero dipende soprattutto da loro. Dio ci benedica e ci doni coraggio nel cammino non facile ma entusiasmante che abbiamo davanti. Al presbiterio della Chiesa bresciana insieme con il vescovo Giulio e l’ausiliare Francesco. A tutti i credenti in Cristo della Chiesa di Brescia Con gioia e riconoscenza ho accettato la nomina del Papa a vescovo della Chiesa bresciana. Ora prego il Signore che mi aiuti a vivere questa scelta come atto di amore. Amore a Lui, anzitutto, perché il servizio pastorale nasce sempre dall’amore concreto per Gesù. Con le parole di Pietro gli dico: “Signore, tu sai tutto; tu sai che, nonostante le mie debolezze, e forse ancor più proprio per queste, ti amo”. Mi doni il Signore di vivere il ministero pastorale in piena obbedienza a Lui: “Pasci i miei agnelli… le mie pecore.” So bene che la Chiesa bresciana appartiene al Signore; che Lui è il vero e unico pastore perché ha dato la vita per le sue pecore: di Lui desidero solo essere un piccolo segno trasparente poiché vengo non per realizzare un mio progetto, ma come mandato. Nello stesso tempo chiedo al Signore che mi doni un autentico amore per ciascuno di voi, fratelli carissimi, presbiteri, diaconi, religiosi, laici tutti, un amore che sia pronto a servire senza recriminazioni e senza rimpianti. Ripeto con convinzione le parole di san Paolo ai Corinzi: “Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, poiché nella fede voi siete già saldi.” (2Cor 1,24) Proprio così. Il Signore mi ha reso partecipe della sua gioia e mi manda per confermare in tutti voi, fratelli carissimi, la consolazio- “La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.” Luciano Monari vescovo Piacenza, 19 luglio 2007 Il Vescovo venuto da Sassuolo 65 anni, prete da 42, dal 2005 è vicepresidente della Cei per il Nord Italia. Il padre Arturo nella sua Sassuolo era meccanico, la madre Giuliana casalinga. da monsignor Gilberto Baroni, vescovo emerito di Reggio Emilia, deceduto il 14 marzo 1999, e da monsignor Paolo Gibertini, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla (emerito dal 1998), il 2 settembre 1995 presso il Palazzetto dello Sport di Reggio Emilia. Il giorno 3 settembre ha fatto l’ingresso nella diocesi di Piacenza-Bobbio. Mons. Luciano Monari è nato il 28 marzo 1942 a Sassuolo. Il padre, Moisè Arturo, era meccanico. La madre, Giuliana Ruini, casalinga. Ha compiuto i primi studi nel luogo d’origine, ha frequentato il Liceo Classico “Muratori” a Modena negli anni 1955-60 e, conseguita la maturità nel 1960, è entrato in Seminario a Reggio Emilia, sua diocesi di appartenenza. In precedenza aveva percorso l’itinerario formativo nell’oratorio “Don Bosco” di Sassuolo, al temine del quale ha maturato gradualmente la decisione di diventare sacerdote. Durante il governo della diocesi di Piacenza-Bobbio ha promosso diverse iniziative pastorali: la Scuola della Parola in Cattedrale; la visita pastorale alle 428 parrocchie della diocesi; numerosi viaggi pastorali (Brasile, Canada, Inghilterra, Albania, Croazia, Bangladesh-Sri Lanka ed altri); si é impegnato nella predicazione di esercizi spirituali per il clero, per le famiglie, per i giovani e per le associazioni. Nell’anno giubilare del 2000 ha promosso una grande missione popolare diocesana; ha avviato la riforma territoriale della diocesi con l’istituzione di sette vicariati e 39 unità pastorali; molti i documenti per guidare l’attività diocesana. IN SEMINARIO NEL 1960. Nel 1960 fa quindi il suo ingresso nel seminario reggiano, ma vi resta solo un anno. Con altri due studenti viene inviato a Roma dove frequenta per quattro anni i corsi di Teologia e per altri tre Sacra Scrittura. Dal 1961 al 1965 è all’Università Gregoriana. VICEPRESIDENTE DELLA CEI. Nell’ambito degli incarichi extradiocesani, è stato membro della Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi. A livello regionale è stato vescovo incaricato dell’Ufficio Catechistico. Il 30 maggio 2005 è stato eletto dalla 54a assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana vicepresidente per l’Italia del Nord. Il mandato é quinquennale. A fine gennaio 2007 insieme ai vescovi della Regione Emilia Romagna è stato ricevuto dal Papa in visita ad limina. SACERDOTE DAL ‘65. Il 20 giugno 1965, il vescovo mons. Gilberto Baroni lo ordina sacerdote. Dal 1965 al 1968, è di nuovo a Roma: consegue prima la licenza in Teologia all’Università Gragoriana (1965) e poi al Pontificio Istituto Biblico in Sacra Scrittura (1968). Rientra quindi nella propria diocesi e subito si dedica all’insegnamento in seminario. è titolare della cattedra di Sacra Scrittura, ma tiene anche corsi di Teologia dogmatica e di Teologia spirituale. Mons. Monari ha insegnato anche allo STAB, lo Studio Teologico Accademico Bolognese e al Seminario Regionale di Bologna. Accanto all’impegno nell’insegnamento, vi è quello nell’Azione Cattolica. Nel 1968 viene nominato vice-assistente diocesano e dal 1970 al 1980 è assistente diocesano. Nel 1980 viene nominato direttore spirituale del seminario reggiano. Ha pubblicato alcuni volumi soprattutto di Sacra Scrittura. VESCOVO NEL 1995. Mons. Monari è stato ordinato vescovo dal cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Il nostro cammino verso Loreto spianata ed è passato in mezzo a tutti noi dandoci la Sua benedizione; subito abbiamo sentito una sensazione fortissima di fede dentro di noi che porteremo nel nostro cuore per sempre. Durante la Veglia abbiamo ascoltato le parole commoventi di giovani che hanno raccontato le esperienze della loro vita e le parole di conforto espresse dal Papa per dar loro una maggiore fede in Dio.La serata è proseguita con esibizioni di alcuni artisti famosi che ci hanno accompagnati in quella notte piena di gioia e di grande attesa per la Santa Messa che era il centro del nostro cammino. Ci siamo alzati alle luci dell’alba accompagnati dal coro e da una grande sensazione di felicità; alle 9.30 ha avuto inizio la Celebrazione del Santo Padre. Abbiamo pregato insieme a Lui, cantato, insieme a tutti giovani, e professato la Parola di Dio tra di noi. È stata un’esperienza indimenticabile dove abbiamo riscoperto e rinforzato noi stesse e la fede. Negli sguardi di ogni giovane si notava la grande felicità che portava dentro di sé. Ci porteremo dentro di noi questa esperienza per sempre, ricordando le parole dette dal Papa: “PER DIO SIAMO TUTTI AL CENTRO”. La nostra preparazione per il cammino verso la Valle di Montorso, a pochi chilometri dalla Santa Casa di Loreto per l’incontro con il Papa Benedetto XVI, ha avuto inizio mercoledì 29 agosto con un ritiro all’Eremo di San Valentino, a Gargnano. Insieme ad altri ragazzi della zona abbiamo camminato, cantato e pregato introducendo il tanto atteso momento di partire verso Loreto. Il nostro cammino è cominciato alle prime luci dell’alba dell’1 settembre. Ci siamo ritrovati all’oratorio di Gargnano con i nostri compagni di pellegrinaggio per partire tutti insieme verso il nostro Papa. Il viaggio è stato un momento di preghiera e socializzazione con il nostro gruppo, ma non solo, anche un modo per confrontarci sulle nostre idee. Quando siamo arrivati alla stazione dei treni di Loreto l’emozione di vedere così tanti ragazzi come noi, provvisti soltanto di uno zaino ma di tanto amore, è diventato sempre più grande. Tantissimi ragazzi, provenienti da ogni angolo del mondo, cantavano e pregavano ricordando che erano lì solo per un motivo: vedere il Papa, ma anche rinforzare la propria fede. Anche noi siamo state coinvolte dalla loro felicità, abbiamo cantato e reso così il nostro cammino sempre più importante. Siamo arrivati alla Spianata di Montorso dove più di 500.000 giovani erano già pronti per accogliere il Santo Padre. Ha fatto la sua entrata dal fondo della Simona&Mery Le campane ritornano a suonare Domenica 8 luglio, dopo mesi di silenzio a causa del restauro del campanile, le nostre campane sono ritornate a suonare. Prima dell’evento è stata celebrata la Santa Messa nella nostra chiesa parrocchiale, presieduta dal vescovo monsignor Olmi che era venuto per salutarci proprio per l’occasione. Egli desiderava che le campane venissero attivate da Italo, nostro sacrista per ben 60 anni, e voleva consegnare a lui una pergamena per premiarlo del servizio prestato alla Chiesa di Limone. Dopo l’Eucaristia, Don Eraldo è intervenuto facendo un “riassunto” di quelli che sono stati gli anni da sacrista di Italo. Considerate le sue condizioni di salute, che non gli hanno permesso di essere presente, è toccato a me ricevere per lui la pergamena. Don Eraldo mi ha invitato sull’altare per la consegna e per stringere la mano al vescovo, mentre le mani dei limonesi presenti applaudivano con orgoglio. Finita la S. Messa sono state inaugurate le campane: tra noi abbiamo ricordato che Italo le ha suonate per 60 anni. Simona Fava La catechesi per i fanciulli e i ragazzi Siamo arrivati al periodo importante, non solo dell’inizio della scuola per i nostri fanciulli e ragazzi, ma anche del cammino catechetico che occupa un posto di privilegio nella formazione della persona che deve crescere e maturare nella sua totalità. È dunque il tempo della semina! Quindi delle speranze, dell’ottimismo e anche della certezza che Dio fa la sua parte là dove trova disponibilità, sia da parte di chi dà, come da parte di chi riceve! Il gruppo dei catechisti si è già riunito con don Eraldo per un primo approccio e anche per partecipare ai corsi di formazione che si tengono in zona (a Gargnano) ogni mercoledì. È pur vero che la stagione turistica non è ancora terminata e trovare il tempo non è sempre facile! Il giorno 28 ottobre si celebrerà in Parrocchia l’apertura solenne dell’ANNO DI CATECHISMO. Sono invitati genitori, fanciulli e ragazzi delle Scuole elementari e medie che intendono iniziare questo cammino con serietà e impegno. La catechesi non è semplicemente insegnamento dottrinale, ma è scuola di vita. A questo scopo è indispensabile il coinvolgimento della Comunità e soprattutto dei genitori. Anche loro, assieme ai figli, devono fare un cammino di fede per essere dei SEGNI, dei punti di riferimento per i propri figli. A tutti l’augurio più bello di sapersi amati da Dio e di aprirsi sempre più a quanto Lui vuole comunicarci attraverso fatti, persone e avvenimenti. Sr. Barberina 10 Il restauro del campanile È stato completato il restauro del campanile settecentesco della Chiesa parrocchiale di S. Benedetto Abate. Il restauro nello specifico ha rivestito numerosi aspetti: opere murarie, lattonerie, meccanica delle campane, recupero degli interni, adeguamento impianto elettrico. Il restauro è stato eseguito in maniera conservativa, seguendo quanto previsto dalla teoria del restauro, cui farò brevemente accenno per far capire meglio come si è operato. Ognuno dei singoli aspetti durante i lavori ha svelato diverse peculiarità, moltissime sono le cose da dire. I lavori hanno preso inizio dal rifacimento della copertura in rame che, dati i notevoli danni procurati dal tempo, è stato necessario sostituire completamente. La cupola è composta da lattoneria in rame e da un sottostante assito di sostegno, che è retto a sua volta da travi in legno. Tra la croce fissata sulla punta del campanile e la cupola a cipolla c’è una sfera decorativa in rame, che durante il rifacimento è stata asportata per essere riparata: questa sfera ha riservato alcune sorprese. Inaspettatamente nell’aprirla per provvedere a rimuoverla si è scoperta l’esistenza di un pacchettino, una scatolina di rame chiusa a sua volta in un foglio metallico, contenente alcuni oggetti, avvolti in bambagia di lino: - un sigillo in cera raffigurante su un lato una Madonna (molto simile alla raffigurazione della Madonna delle Grazie) e sull’altro lato l’Agnello di Dio; - alcuni frammenti di un altro sigillo in cera bianca ormai non decifrabile; - frammenti vari di carta recanti scritte e forse memorie degli ultimi restauri effettuati. La sfera di rame è stata ribattuta nelle parti ammaccate, sigillata in corrispondenza dei fori di proiettile presenti e quindi ricollocata nella sua sede, sopra l’originario gruppo di foglie d’acanto ritagliate nella lamiera di rame. Oltre che rimettere al suo posto l’originario pacchettino avvolto nel foglio di rame, all’interno della sfera sono stati posti anche alcuni scritti che contengono informazioni atte a documentare il restauro. La cupola mantiene attualmente l’esatta forma di quella originaria poiché i montanti sagomati in legno su cui è fissato il nuovo assito sono quelli originari. Nel restauro conservativo 11 ha sempre la precedenza la riparazione, quando possibile, che non la sostituzione. Ai montanti originari sono stati quindi aggiunti dei montanti nuovi, sagome di legno robusto fissate a quelle originali, come sostegno, con lo stesso identico profilo. La copertura in rame è stata rifatta con criteri artigianali, piegata a mano come quella preesistente. Poiché la teoria del restauro non ci permette di creare un “falso”, un’“imitazione”, la nuova cupola è stata lasciata di un naturale color rame, sebbene esistano in commercio prodotti acidi e vernici che avrebbero permesso di farla tornare immediatamente color verderame. Tornerà di quel colore tra alcuni anni, consumata dalla pioggia, dal vento e dallo scorrere del tempo, assottigliandosi e consumandosi così com’era sottile e consumata la lamiera che si è provveduto a sostituire. In poco tempo la cupola perderà invece l’iniziale abbagliante lucentezza, iniziando il normale processo di ossidazione. La sottostante torretta di forma ottagonale con le aperture ad arco che sostiene la cupola a cipolla e il suo cornicione si definisce tecnicamente “lanterna” o “edicola”. Sulla lanterna si è resa necessaria la totale reintegrazione dell’intonaco che era fortemente danneggiato dalle intemperie e dall’età, tanto che pezzi di laterizio della struttura cominciavano a sfilarsi dalle murature. Per brevità rimando a scritti successivi su questo restauro le caratteristiche del lavoro effettuato, dove parleremo tecnicamente della calce e delle malte, mentre anticipo altre curiosità. Il pavimento della lanterna, in marmette di cotto, è stato sconquassato da opere passate di sistemazione delle campane (molto probabilmente durante la sostituzione del castello in legno con uno metallico), campane inserite nella cella campanaria sottostante alla lanterna. Un foro tra la volta della cella delle campane e la lanterna ha permesso di fissare un trave su cui far scorrere delle funi per spostare le campane stesse, mentre si provava a testare la capacità della volta di sostenere quel peso. Controllando i frammenti presenti sul pavimento distrutto, sono stati rinvenuti vari fondi di piatti e ciotole in cotto smaltato, di produzione non recente, cui probabilmente erano stati dati nuovi utilizzi come materiale per il sottofondo del pavimento. In un’epoca in cui non esisteva il riciclo del materiale usato ma dove tutto era più prezioso, non era raro riutilizzare materiale come il cotto in questi modi. Mi riservo di raccontare successivamente delle malte, delle vecchie buche pontaie, del cambio di tessitura delle murature interne della torre, dello scorrimento delle funi delle campane e di molti altre curiosità che il campanile ancora riserva e anticipo alcune foto del contenuto della sfera di rame. Katia Girardi 12 Al Tešöl è arrivato un nuovo superiore In questi quasi sette anni che sono Parroco a Limone sul Garda ho visto avvicendarsi ben quattro Padri Superiori della Comunità Comboniana: Padre Giuseppe Pacher, Padre Gianni Nobili, Padre Antonio Berti, Padre Danilo Castello. La Comunità Comboniana si è arricchita quest’anno di nuove presenze. E’ formata dal nuovo Superiore Padre Danilo Castelli che qui ci lascia un Suo messaggio ed un suo saluto con un Suo interessante programma. Vice Superiore è Padre Andrea Polati; Padre Emmanuel Ceola è l’economo; Padre Sebastian Hopfgarten ed il fratello Giuseppe Bulgari completano la comunità. La Comunità delle Suore Comboniane è formata da Suor Paola Glira, Superiora, e dalle Suore Anna Filippi e Barberina Berti. La presenza così numerosa di sacerdoti, secolari e religiosi, e di suore dà l’idea che a Limone sia presente una intera Diocesi a servizio di mille e settanta abitanti non tutti cristiani. In Brasile ed in Africa ci sono Diocesi con solo due o tre sacerdoti e poche suore. Dovremmo essere una Comunità cristiana che trasuda santità. Se non è così ci sarà ben un motivo. Pensiamoci. Un Grazie di cuore alla presenza numerosa dei Religiosi Comboniani che ci aiuti sempre più ad apprezzare l’unità di intenti nella realizzazione dei valori cristiani. don Eraldo 13 Il saluto di padre Danilo Carissimi Limonesi, mi sono sentito onorato e (vi dico la verità!) anche un pochino emozionato quando il 2 dello scorso luglio ho cambiato la mia residenza da Londra a Limone e sono diventato 1’ ultimo cittadino del vostro meraviglioso paese (ma il giorno dopo, la situazione di essere... l’ultimo cittadino era già cambiata perché qualcuno era nato a Limone... proprio il giorno dopo il mio arrivo). Qualche mio confratello, forse con una puntina di invidia, mi ha detto che io casco sempre in piedi. Ho lasciato un bellissimo posto a Londra. Come Presidente del Missionary Institute London avevo il privilegio di vivere in una bellissima villa, stile Georgiano del tardo settecento, già sede di un sindaco di Londra (James Anderson) verso la fine del secolo, situata in un bellissimo posto, a Nord della capitale, Mili Hill, per venire ad abitare in un posto che molti visitatori descrivono come A little Paradise on earth. Evidentemente, come potete ben capire, il mio entusiasmo viene sì anche dalle bellezze naturali e uniche di Limone, ma soprattutto, lasciatemelo dire, perché Limone ha dato i natali a quel grande uomo, Daniele Comboni, che ha segnato così profondamente la mia vita da trovarmi a seguire sia pure da lontano le sue orme. Anche per me, come forse per molti miei confratelli e consorelle, la scoperta del Comboni è avvenuta un po’ tardi nella vita . Si è tratta- to proprio di una vera scoperta. Più o meno ha coinciso con la scoperta che la Chiesa ne ha fatto della sua santità proclamandolo prima Beato e pochi anni dopo, con sorpresa di molti per la rapidità del procedere, Santo. Nel 2003, in ottobre, sono venuto a Limone. Accompagnavo un gruppo di cento pellegrini da Londra. Dopo essere stati ricevuti dal Sindaco nella sala dei Congressi siamo andati nella Chiesa parrocchiale ricca di storia e di arte. Mi si è presentata come il “santuario” comboniano più significativo. Il Monsignore di Leeds che fungeva da Celebrante principale ha introdotto la sua omelia con queste parole: “La santità del Comboni è incominciata qui in questa Chiesa il 16 marzo del 1831, il giorno dopo la nascita, giorno in cui era stato battezzato”. Questa frase è stato come un lampo che ha risvegliato in me un’antica intuizione che mi ha fatto rileggere con occhi nuovi tutti gli scritti del Comboni: 2200 pagine, più di ottocento lettere, rapporti e relazioni. Un uomo che ha fatto una intima esperienza mistica di essere amato in maniera incondizionata da Dio e ha sentito un bisogno irresistibile di annunciare al mondo africano ancora estraneo al Vangelo che Cristo era morto in croce anche per la loro salvezza. Dopo aver incontrato il Comboni al vivo nei suoi scritti, ho sentito di volergli bene. 14 “Limone My Love” Quando alla sera e alla mattina come Superiore della comunità di Limone chiudo e apro la porta ai pellegrini della casa natale del Comboni mi si forma come un nodo alla gola. Luigi Comboni per una vita ha chiuso e aperto questa porta magari pensando al figlio lontano. Al mattino mi trattengo a leggere quanto i pellegrini lasciano scritto sul libro dei ricordi. “Ich danke dass Ich Leben darti Der Mensch ist nur im Glauben stark! Oppure: “What a beautiful and peaceful piace conducive to prayer! Tranquillity and serenity is ali around!”. Ci sono anche degli Africani che vengono a dire “Grazie”: “Sono emozionantissima visitando questa casa del Comboni. Comboni è stato un missionario esemplare, si è sacrificato per l’Africa, per il bene degli Africani. È stato un eroe. In questo momento non mi vengono le parole per dire i miei sentimenti. Grazie Comboni per quello che sei stato. 8 agosto 2007. Brigitte SAA, Pro Familia Brescia (Sono del Togo)” e ci ha fatto una piccola mappa dell’Africa e un puntino ad Ovest per indicare a chi non lo sapesse dove si trova il Togo. Mi han parlato di un Signore di Limone che nella sua vita ha attraversato momenti difficili per la situazione di sofferenza in famiglia. Ogni mattina si recava di buon mattino alla casa Natale di San Daniele e là faceva la sua breve ma intensa preghiera: “San Daniele, aiutami tu perché da solo non ce la faccio più”. E poi tornava a casa con un pochino in più di serenità nel suo spirito e molta speranza e fiducia in cuore. Spesso questi testi e queste preghiere mi servono di riferimento per la meditazione al pensiero del compito affidato a alla mia comunità di Limone, la cui prima funzione è quella di accogliere e accompagnare tutti coloro che vengono qui - appartenenti al mondo comboniano in primis - ad incontrare la figura del nostro Padre e Fondatore. Come qualcuno ha scritto: ogni comboniano dovrebbe considerare Limone come la “Terra Santa” o la terra delle origini della sua vocazione missionaria ad Gentes. Sono già numerosi i confratelli che prima di partire per la Missione o di ritorno sentono il bisogno di venire quassù per una ricarica spirituale, “per incontrare lo spirito vivo di Daniele, vivere la comunione con Lui, ricevere forza e ispirazione da lui - sentire il fruscio della sua veste - come qualcuno ha scritto”. Mi auguro, e sarà un mio impegno primario di fare in modo che i confratelli e tutti i turisti/pellegrini che vengono a trovarci trovino qui spazi di accoglienza, di preghiera, di silenzio di contemplazione della natura e la gioia di rivivere la freschezza della loro vocazione. Limone, per noi Comboniani, è unica per il suo legame unico con Daniele Comboni ed è sacrario per tutta la grande famiglia missionaria a cui ha dato vita. Cari Limonesi aiutateci con la vostra preghiera a non essere qui al Tesöl solo custodi delle mura ma dello spirito che vi si respira. “A Limone vi sono le radici del Comboni - diceva Mario Trebeschi, ex-parroco di Limone - Se ne rendono conto i missionari, che fan visita frequentemente alla casa natale e parrocchiale... ho visto missionari e missionarie, in procinto di partire per la Missione, visitare la casa e la chiesa del loro Fondatore e pregare, come per raccogliere da questi luoghi la stessa ansia e la stessa ispirazione che lo animarono nelle sue imprese; ho visto missionari reduci, visibilmente segnati nella salute dal lavoro apostolico e talvolta dalle persecuzioni, sostare per offrire il frutto delle loro fatiche e dei loro sacrifici. Ad ogni loro arrivo e partenza è come se il Comboni di nuovo tornasse e partisse. C’è una misteriosa atmosfera di presenza comboniana nella chiesa parrocchiale di S. Benedetto a Limone; ovunque si volga lo sguardo, compaiono suoi ricordi. Ed ogni missionario che arriva sembra che li animi e li inveri. Noi siamo grati all’intera famiglia comboniana, perché ogni giorno fa rivivere l’esempio di questo nostro grande figlio”. Potete trovare in questo bollettino lo schema del Triduo per la festa di San Daniele Comboni del 10 Ottobre. Vi aspetto tutti numerosi non solo al triduo ma specialmente per giorno della festa. Son certo che saprete trovare il tempo nonostante la stagione turistica non sia ancora terminata. Questo nostro grande concittadino che ha portato il nome di Limone in tutto il mondo cattolico lo merita e vi aspetta perché ha ancora tante cose da dirvi per farci partecipare alla grande missione di cui lui ha appena tracciato il 15 • E il più giovane, don Daniele Comboni (anni 26, di Limone sul Garda, Brescia) ad essi si aggiunse il laico isidoro Zilli, un artigiano di Udine. solco ma che deve continuare nel mondo cattolico. C’è un motivo in più quest’anno che ci impegna a partecipare alle celebrazioni comboniane. Come già sapete ricorre quest’anno il 150mo anniversario della prima spedizione da Verona per l’africa di un gruppo importante di missionari (sei persone) dell’istituto di don nicola Mazza, fra i quali anche il giovane San Daniele Comboni (1857-2007). il 10 settembre 1857, salpavano da Trieste per l’africa sei missionari (sei preti e un laico), inviati dal servo di Dio, il veronese don nicola Mazza. Erano: • Don Giovanni Beltrame (anni 33 di Valeggio) • Don francesco oliboni (anni 32, di S. Pietro in Cariano) • Don Angelo Melotto (anni 29, di Lonigo, Vicenza) • Don Alessandro dal Bosco (anni 27, di Breonio) La storia successiva ha dimostrato che si tratta dell’inizio di un movimento missionario con larghe ripercussioni, che ha aperto prospettive e scenari nuovi, fino ai nostri giorni. Don Eraldo ha esposto alla porta della Chiesa il programma delle celebrazioni che si terranno a Verona in Cattedrale il 10 ottobre a cui il nostro parroco manderà anche una significativa delegazione da Limone che rappresenti tutti noi. Don Eraldo ha voluto che questo triduo per la festa di quest’anno si svolga sullo sfondo di questo anniversario significativo che marca l’inizio della grande avventura del grande Missionario di Limone. Padre Danilo Castello Triduo Parrocchia S. Benedetto - Limone sul Garda a San DANIELE COMBONI a 150 anni dalla prima partenza per la missione DOMENICA 7 OTTOBRE Ore 18.00 S. Messa e riflessione sul tema MOMENTO DECISIVO NELLA VITA DEL COMBONI LUNEDÌ 8 OTTOBRE Ore 18.00 S. Messa e riflessione sul tema COMBONI PROFETA DELLA MISSIONE MARTEDÌ 9 OTTOBRE Ore 17.00 Adorazione guidata dal Gruppo Missionario Ore 18.00 S. Messa e riflessione sul tema LA SPIRITUALITÀ DI SAN DANIELE MERCOLEDÌ 10 OTTOBRE FESTA DI SAN DANIELE COMBONI Ore 18.00 S. Messa Solenne e riflessione sul tema L’EREDITA MISSIONARIA DEL COMBONI Ore 19.00 Rinfresco per tutti in Sala Pattuzzi Il “Centro di documentazione del turismo” Limone è diventato nella seconda metà del Novecento uno dei centri turistici più frequentati del Garda. Molteplici sono stati i fattori che hanno influito sullo sviluppo: la posizione sul lago, la morfologia del territorio, la caratteristica conformazione del centro storico, le condizioni climatiche, l’attivismo degli abitanti, l’attenzione degli Amministratori pubblici. In poco più di cinquant’anni si è assistito all’apertura di campeggi e affittacamere, poi alla nascita di locande, alberghi, appartamenti, residence, bar, ristoranti e negozi che hanno trasformato il volto del paese e la vita della gente. Proprio per raccogliere documenti, immagini, statistiche, testimonianze, etc. in qualsiasi modo relativi alla nascita e allo sviluppo del turismo, l’Amministrazione comunale, in collaborazione con il Consorzio turistico limonese, la Provincia di Brescia e la Regione Lombardia, ha promosso la costituzione, nell’ex Palazzo municipale, in via Comboni n. 3, del “Centro di documentazione del turismo”. In particolare la ricerca e la raccolta di documentazione riguardano: manifesti, depliant, prezziari, filmati, fotografie, cartoline, articoli di giornali, inserzioni pubblicitarie, atti amministrativi comunali e sovracomunali, calendari delle manifestazioni, statistiche, libri, guide di viaggio, tesi di laurea, lettere, souvenirs. Oltre che Limone in generale, la ricerca e la raccolta di documentazione riguardano anche i singoli esercizi turistici e commerciali, gli operatori del settore (imprenditori, dipendenti, collaboratori, etc.), amministratori, esperti, turisti, etc. Particolare attenzione è riservata anche alla scoperta dell’apoproteina A1 Milano, che ha avuto sulla stampa mondiale larga eco. Per il “Centro”, che dovrà crescere via via, tutti possono collaborare fornendo materiali e testimonianze. Una mostra fotografica È stata allestita a partire dal mese di maggio una mostra fotografica per documentare il cambiamento socio-economico di Limone dalla pesca e dall’agricoltura al turismo; ad essa è riservata gran parte dello spazio espositivo ricavato al primo piano dell’ex Palazzo municipale. Quest’anno si ricorda anche il centenario dell’albergo Bellavista, aperto per iniziativa di Amabile Risatti e Francesco Segala nel 1907; all’avvenimento è riservata una saletta apposita.. I visitatori sono già stati numerosi, nell’ordine di 70-80 al giorno. Apertura: Tutti i giorni, da aprile a ottobre, dalle ore 10 alle 21. Entrata libera. Domenico Fava 18 Dalla serie “Come eravamo” La filodrammatica Sissignori, avevamo una efficiente Compagnia filodrammatica! Si andava anche in tournée, non all’estero, ma a Vesio e a Campione. Le rappresentazioni venivano effettuate nel teatrino dell’oratorio ed erano uno svago molto ben accolto nella comunità limonese, allora priva di motivi di divertimento. Sotto l’egida di don Prospero si poteva usufruire del posto per le prove, per preparare gli scenari e per attendere a tutto quello che occorre in situazioni del genere. Direttore di produzione, economo e predisposto a tutti i preparativi era il signor Vittorio Dagnoli. Regia alla signorina maestra Anna Maria Turri, coadiuvata dalla maestra signorina Caterina Segala. Erano loro i motori insostituibili dell’iniziativa. Gli attori erano tutti limonesi, scelti (diciamo così!) tra i più adatti. I personaggi erano tutti inevitabilmente maschili, pena il placet di don Prospero. Quando tutto era pronto per poter rappresentare si spargeva la voce, con data ed orario: i biglietti per la “prima” andavano a ruba come neanche alla Scala. Le sedie per la platea erano gentilmente concesse dalla famiglia Segala dell’hotel Bellavista; venivano numerate come si deve e disposte in ordine nel teatrino. A rallegrare la serata, tra gli intervalli, c’era un’orchestrina favolosa composta da elementi che voglio qui ricordare perché veramente sono rimasti impressi nei ricordi di noi anziani; dunque: - due clarini: Francesco Piantoni e Vittorino Martinelli; - due mandolini: Paolo Girardi e Battista Fava (Batistòla); - una chitarra solista: Francesco Martinelli (Vinci); - due chitarre accompagnamento: Luigi Bernardi (Gigi del Moro) e Pierino Girardi (Baghèt). Addetto ai rifornimenti (beveraggio) era Giuseppe Girardi (Pì Baghét). Piacevoli erano le musichette e talvolta si usavano per cantare in coro. La recita in generale riusciva sempre abbastanza bene (grazie anche al palato del pubblico non tanto esigente). Ogni tanto naturalmente usci- va qualche strafalcione. Ricordo per esempio un “Non t’avessi mai conobbi!” sparato a piena voce in un momento che doveva essere tragico e che mandò tutto a ramengo tra lo spasso del pubblico. Niente di grave, già tanto, dopo, seguiva la farsa. La farsa era molto attesa ed era il dominio di Adamo Franceschinelli che, con la sua forza comica, riusciva a mandare gli spettatori in visibilio. Calato il sipario – tutti contenti di aver passato una piacevole serata (succedeva così di rado!) – tanti erano pronti ad intervenire alla seconda recita la domenica successiva, dato che alla prima non si poteva accedere tutti. Per un certo periodo la filodrammatica è stata un gradevole diversivo nella storia di Limone. Ricordare oggi quelle situazioni fa sorridere. Per un giovane pensare che ci si potesse divertire anche con così poco è incredibile. I tempi corrono, i costumi cambiano, la corsa al benessere (quale?) è incontenibile. Raccolti nei nostri ricordi, ci piace ripensare a quelle ore passate tutti in armonia a cantare con un’orchestrina indimenticabile e rievocare come si era uniti e contenti. Alla prossima, tante belle cose! Angiolino Piantoni 19 Danneggiate due tele in San Rocco Un ATTo VAnDAliCo inQUAlifiCABile le anime del Purgatorio. La parte asportata è il volto della Madonna. Entrambe le opere erano fotografate e catalogate; si attribuisce loro un valore di Euro 40.000,00. Del danneggiamento è stata data notizia alla Curia e alla Soprintendenza. È stata inoltre presentata denuncia contro ignoti presso la Stazione Carabinieri di Limone sul Garda. Si sta valutando la possibilità del loro restauro confidando nell’intervento dell’assicurazione e nella collaborazione di tutti i fedeli. Resta l’amarezza nel constatare che qualcuno approfitta in maniera così indegna della nostra accoglienza. Le chiese sono lasciate aperte durante il giorno proprio per permettere a tutti anche di ammirare le opere d’arte che vi sono raccolte. nel tardo pomeriggio del 20 giugno 2007 ignoti hanno compiuto un atto vandalico nella chiesa di San Rocco danneggiando due antiche tele, già restaurate per iniziativa di don Trebeschi, ritagliando da entrambe quasi centralmente un rettangolo di circa 35 x 20 cm. Una tela, di cm. 230 x 140 cm, è opera del 1672 di Grisiani e raffigura una Madonna con Bambino circondata dai Santi Rocco, Sebastiano, antonio abate e Carlo Borromeo. La parte asportata è il volto di Sant’antonio abate. L’altra tela, di dimensioni uguali alla precedente, risalente alla fine del Seicento, presentava la Trinità con la Vergine e 0 21 Videoclip limonese in rete due, tre dieci o venti a non ricordare che in questa località è nato un San Daniele Comboni che ha fatto di alcune persone il motivo principale della sua vita lasciandosi alle spalle la realtà dei Padri e delle Suore Comboniane che in alcuni Paesi sogno tutt’oggi l’unico segno di speranza per intere popolazioni. Un senso di sollievo mi ha pervaso l’animo quando al termine del video sono apparse solo due firme: “Bao Bao e Who Who”. Chi siano a noi non interessa. Preoccupa il fatto che a livello mondiale si dia un’immagine errata di una comunità, che con qualche magagna, sa però difendere il valore del suo concittadino famoso che una vita ha speso per quelli che “Bao Bao e Who Who” “vogliono far neri di botte”. don Eraldo Un certo senso di stupore ha fatto registrare l’apparizione in rete internet di un videoclip firmato “i giovani di Limone”. In realtà si pensava fossero i giovani di Limone Piemonte, ma il logo del nostro Comune messo ben in evidenza toglieva ogni dubbio. Farneticanti frasi, non certo raffinate, più sul pesante fiorito linguaggio ora in auge tra chi, non avendo terminologia migliore, pensa di farsi così notare, inneggiavano ad una certa fierezza nell’allontanare dal nostro territorio alcuni tipi di persone. Personaggi politici odierni e del passato facevano da contorno colorato alle sbiadite affermazioni sorrette da una colonna sonora assordante che faceva però ben intendere che preti e suore potevano ben smetterla di dare aiuto a qualche particolare persona “un po’ diversa”. Mi sono chiesto se questi non meglio qualificati “giovani di Limone sul Garda” fossero Dedicata alla stella più bella che c’è Il tremolio delle stelle assomiglia alla mia timidezza nel dirti che non c’è stella più luminosa di te. Il mio cuore batte forte come la velocità delle stelle che è di 3.000.000 di chilometri al secondo, ma anche questo non basta per farti capire quanto la tua luce mi invade di serenità e amore. La tua bellezza femminile è travolgente ma semplice, è timida ma reale, è evidente ma ha paura di mostrarsi al mondo ed è per questo che ai miei occhi appari unica e splendida. Io vivo nei tuoi movimenti, con la punta delle dita mio sembra di sfiorarti, rincorro le scie di luce che lasci ad ogni tuo passaggio. Quando arriva la notte ed il cielo è limpido, alzo gli occhi al cielo e mi perdo nell’immensità dell’amore che provo per te. La mia unica stella sei e rimarrai solo tu. Alessandro Gatteo Mare, 19 giugno 2007 22 Il quadro rappresentante la Santa Vergine con il Bambino lo si può ammirare ora nella sala delle riunioni della Canonica. La compianta Margherita Risatti ha espressamente voluto lasciare il dipinto al Parroco. A questo cortese gesto di attenzione va il nostro più sentito grazie. Lettera in redazione È giunta in redazione una cortese lettera firmata, scritta il 22 giugno 2007 alle ore 3.45 del mattino, dove si lamenta un certo andazzo che allora si stava manifestando nel centro storico nel pieno della stagione turistica. Vi si legge che:”proprio l’estate è il periodo peggiore per abitare in via Castello da quando... dopo la ristrutturazione della limonaia del Càstel si è sviluppato un forte passaggio di persone. Sono orgogliosa quando i nostri turisti ammirano e fotografano le nostre case fiorite come sono rattristata quando deridono e fotografano quell’orribile edificio che ho la sventura di trovarmi di fronte”. altre osservazioni vengono fatte. Dopo essere state fatte presenti a chi di dovere si spera che certe situazioni sgradevoli non possano più avvenire quali “grida, motori delle macchine e delle moto accesi, lo sbattere delle portiere, i richiami da una casa all’altra...nudisti che passeggiano sul terrazzo”. il tutto avveniva “bevendo birra e schiamazzando”. Dipinto della pittrice Simona Morbini
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