Mamma in lacrime, papà in rima E lo Scalve Team esplode di gioia

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Mamma in lacrime, papà in rima E lo Scalve Team esplode di gioia
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L’ECO DI BERGAMO
LUNEDÌ 21 MARZO 2016
La finale
Snowboardcross
Il presidente della Fisi Bergamo
Denti: «Asso con la A maiuscola
E non dimentichiamo Pisoni»
L’impresa di Michela Moioli, naturalmente, riempie d’orgoglio la Fisi
di Bergamo, da sempre vicina alla
campionessa seriana e attenta alla
promozione e valorizzazione dello
snowboard cross: «Un grandissima
gioia – sottolinea il presidente
Fausto Denti – per una ragazza nata
e cresciuta nella Bergamasca e
capace d’arrivare laddove prima
nessuno era riuscito. Soddisfazione immensa anche per il Comitato,
che ha sempre trovato in Michela
un raro esempio di semplicità,
simpatia e disponibilità: il tutto
accresce la stima nei confronti di
una ragazza davvero d’oro. Penso
allo scorso anno quando, per
essere presente alla nostra festa di
fine stagione, ha lasciato il ritiro di
Cervinia pur di premiare di persona i ragazzi dello snowboard.
Comportamento che la dice lunga
sul suo spessore umano: unito a
LEGGENDA
quello tecnico, fa di lei un asso con
la “a” maiuscola. A differenza di
altre che, appena si accendono i
riflettori, perdono quell’umiltà che
invece a Moioli non fa mai difetto.
Poi un plauso enorme va anche al
ds Cesare Pisoni, raro esempio di
volontà e coraggio».
La gioia incontenibile
di Michela Moioli
sul podio, dopo il trionfo
FOTO ANSA
Moioli vince la Coppa
L’impresa. Nessun bergamasco aveva mai vinto una competizione di questo genere
Cade e chiude quinta: dei 390 punti di vantaggio alla fine ne restano 40. Trionfo da brividi
FEDERICO ERRANTE
Brividi, freddezza, un
pizzico di buona sorte e tanta,
tanta classe. C’è davvero tutto
nella sfera di cristallo griffata
Michela Moioli, prima donna
italiana a vincere la Coppa del
Mondo di snowboardcross e
prima atleta a portare a Bergamo un trofeo di questa importanza.
Un gap di quaranta punti,
quaranta passi verso la gloria.
È questo il margine che ha consentito alla nostra di salire sul
tetto del mondo: 5.100 punti
contro 5.060 di Eva Samkova.
Lo start mercoledì, tappa a
Beziers in Francia, arrivo giovedì, un training già positivo venerdì, ma che non sarebbe stato
un weekend convenzionale lo
si era intuito sabato. Pista cucita su misura per gli uomini,
considerata troppo rischiosa
per le donne con salti da abbas-
più classica «domenica bestiale».
L’alba del «giorno dei giorni»
pareva semplicemente la conferma che non solo la coppa, ma
anche la gara, sarebbero state
una corsa a due: prima Eva
Samkova e seconda Michela
Moioli.
della francese Nelly Moenne
Loccoz mentre Samkova metteva alle spalle un’altra transalpina, Chloe Trespeuch.
Un segnale? No, semplicemente ordinaria amministrazione. In semifinale, da una
parte del tabellone è ancora
Samkova-Trespeuch mentre
1 Caduta in
1 E così è stato:
1 Michela deve
Una gara da brividi
semifinale,
Michela si è
affidata anche
alla fortuna
l’avversaria
Samkova non ha
vinto la finale,
arrivando seconda
ringraziare anche
l’australiana
Brockhoff, che ha
vinto la finale
Ma un pathos a livelli da vertigine, tutto da raccontare riavvolgendo il nastro della memoria, visto che il lungo cammino
era cominciato con la scelta di
raggiungere Baqueira Beret, sui
Pirenei spagnoli, in auto per
evitare quel minimo di tensione
in più derivante dalla nota allergia all’aereo.
sare: insomma il cartello «lavori in corso» esposto, non certo
il miglior biglietto da visita per
il gran finale della Coppa del
Mondo.
E così qualifiche e gara a
stretto giro di posta, un copione
che sembrava studiato al fine di
apparecchiare la tavola per la
Per fortuna però non sarà,
alla fine, cosi. Per fortuna, appunto. La bergamasca, forte del
pettorale giallo che contraddistingue il leader della classifica
generale e delle 390 lunghezze
di vantaggio sulla campionessa
olimpica in carica, nel suo quarto di finale si piazza alle spalle
dall’altra succede l’imprevedibile, o meglio qualcosa che purtroppo nella casistica dello
snowboardcross va sempre
considerata come la principale
delle variabili.
Michela, infatti, parte male,
si fa tradire dalla tensione e
cade dovendosi accontentare di
conseguenza dell’ultimo posto
e della «finalina». Vincere assolutamente, poi stare a guardare
con le dita incrociate e confidando in un regalo, dal sapore
tutto d’oro, da qualche avversaria in grado di superare Samkova. Il tempo di smaltire, riordinare le idee, resistere all’inevitabile pressione giunta complice, ora sì, l’obbligo di conquistare il massimo possibile ovvero
la quinta piazza finale.
Vincere e sperare
Ed è qui che la portacolori dell’Esercito confeziona il suo capolavoro riuscendo a far emergere tutta la sua forza mentale,
il valore tecnico e a mettere in
fila, l’una dopo l’altra, tre nordamericane: Lindsey Jacobellis, Faye Gulini e Tess Critchlow.
Vincere e sperare, come detto. La prima missione compiuta
a pieni voti, per la seconda bisogna appellarsi – inutile nasconderlo – anche alla Dea bendata.
Ebbene d’ora in poi potremmo
dire che la fortuna ha le sembianze dell’australiana Belle
Brockhoff, eccezionale quando
resiste al prepotente ritorno di
Eva Samkova nella finalissima.
La ceca, imprendibile nei quarti
e nella semifinale, inizia con il
piede sbagliato tanto da arrivare quarta all’intermedio, poi
prova una disperata risalita che
però si ferma all’argento. Un
secondo gradino del podio che
diviene per lei quanto di più
simile a un amarissimo abbonamento giornaliero, visto che è
Mamma in lacrime, papà in rima
E lo Scalve Team esplode di gioia
Le reazioni
Il dt Pisoni: «Ci ha fatto
sudare, era nervosa.
Ma nella finalina è stata
davvero grandiosa»
Il direttore sportivo
della nazionale Cesare Pisoni, il
presidente dello Scalve Boarder
Team Andrea Bettoni, papà
Giancarlo e mamma Fiorella:
perché dietro ad una campionessa c’è anche una combinazione
di assi. E questo è un signor poker, capace di forgiare – ognuno
alla propria maniera – il fenomeno Moioli nel corso del tempo,
giorno dopo giorno.
E proprio Cesare Pisoni profetizzava che la Coppa del Mondo sarebbe andata nel giro di tre
anni nelle mani dell’alzanese.
Mai previsione, in effetti, fu più
azzeccata visto che ci era stata
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confidata proprio 36 mesi fa: «Ci
ha fatto sudare – sorride – e dobbiamo anche ringraziare l’australiana Brockhoff. Già in qualifica aveva dimostrato il suo valore nonostante una leggera sbavatura che aveva permesso alla
Samkova di staccare il miglior
tempo. È partita contratta nella
prima heat, nella seconda ha sbagliato in partenza, si è innervosita ed è incappata nell’errore che
avrebbe potuto pregiudicare il
successo. Poi però nella small
final è stata grandiosa smaltendo
rapidamente la botta, anche psicologica, della caduta e andando
a vincere. Certo, ammetto che la
situazione si era messa davvero
male in virtù anche del fatto che
la Samkova sembrava decisamente imprendibile in particolare nella seconda parte del tracciato. E invece anche ha sbagliato
in partenza, si è trovata quarta
e la rimonta non è bastata: una
tensione incredibile, una gioia
incontenibile. Anche perchè la
sfera conquistata da Michela fa
il paio con quella di Fischnaller
nello slalom parallelo. Lo
snowboard è diventata la sola
disciplina della Fisi a centrare
due coppe in questa indimenticabile annata».
Euforia allo stato puro per
Andrea Bettoni, numero uno
dello Scalve Boarder Team, sodalizio nel quale Michela ha
mosso i primi passi ed ha ottenuto i primi successi: «Una giornata che ricorderò tutta la vita. Eravamo tutti nella nostra sede a
tifare, ho vissuto momenti di vera tensione, addirittura più dell’Olimpiade di Sochi. Parte la gara uomini, molte cadute, mi rendo conto che la pista è ostica e la
tensione sale. Poi le donne con
Samkova in controllo, vedo Mi-
chela un po’ contratta e arriva
l’errore in semifinale che ci getta
un po’ nello sconforto». E aggiunge: «Ho pensato che se avesse vinto la finalina, la pressione
sarebbe stata tutta sulla Samkova. Detto, fatto. E qualcosa scatta
nella mia testa, sento che è possibile e penso che il jolly possa
essere proprio la Brockhoff.
L’australiana va in testa da sola,
Eva parte malissimo, lei rientra,
passa le francesi ma la pista è
finita. E noi esplodiamo». Anche
i festeggiamenti peraltro regalano qualcosa di speciale: «Con i
ragazzi – sottolinea Bettoni –
arriviamo in quota a 2200 metri
e troviamo, per puro caso, papà
Giancarlo: una bella discesa a
Vilminore e un brindisi per completare una giornata stupenda».
Proprio lui, Giancarlo, per Miky
«Ghiò», elabora la sua proverbiale filastrocca dopo essersi fatto
La festa dello Scalve Boarder
Team per il trionfo
di Michela Moioli
raccontare la gara. Troppa sofferenza in diretta tv, meglio godersela in differita dopo un bombardamento di messaggi e chiamate,
presupposto di ottimi presagi:
«Ai piedi del timogno, nasceva e
cresceva un piccolo sogno. Poi ai
piedi del Ferrante, ne hai combinate tante e tante. Poi salta fuori
Andrea scalvino, che ti prende e
accompagna pian pianino. Ogni
discesa e ogni ascesa tra Scalvini
grandi e piccini, una festa e gioia
sempre senza confini. La Presolana dura e fiera, a preparare la
tua impresa. Grandi e forti semplici donne confermate che non
siete solo malizia e gonne. Cristallo sospirato,grande e puro,
immenso onore al tuo procedere
duro sia la gioia di tutta Italia,
culla di geni e di onestà sportiva