n°183 - Cicloturistica Portogruarese

Transcript

n°183 - Cicloturistica Portogruarese
la Voce
Cicloturistica Portogruarese
Anno XVIII - Numero 183
Notiziario per i Soci
Luglio 2014
Gita impegnativa sulle Tre Cime di Lavaredo 22 giugno 2014
Ore 5.50, suona la sveglia. In realtà
non serve, notte insonne un po’ per
la cena della squadra, la sera precedente la corsa, con grigliata e vino
in abbondanza e un po’ per il pensiero della salita delle Tre Cime di
Lavaredo che non affronto da oltre
20 anni. Colazione e via in sede
della società dove per la prima volta
arrivo per primo!!Un po’ alla volta
arrivano tutti i partecipanti a questa
gita…… alla fine siamo in 22 di cui
una ciclista. Facce assonnate, alcuni
si lamentano dei “residui” fisici
della cena sociale ma tutti volenterosi di mettersi alla prova sulla salita del giro 2013. Partiamo tutti insieme, c’è un nuovo futuro socio di
San Donà poco allenato ma con
tanta grinta. Arriviamo dopo circa 2
ore a Calalzo dove parte la pista
ciclabile e dove lasciamo le auto.
Solita confusione di preparativi ma
alla fine si parte. L’idea è di fare la
ciclabile fino a Cortina poi salire al
passo Tre Croci e quindi per i più
“grintosi” le Tre Cime. La ciclabile
è bella, temperatura ottima, gruppo
compatto con qualche “fuga” del
fotografo ufficiale alias Gabriele.
Siamo fortunati nessun inconveniente lungo il percorso e arriviamo
a Cortina dove tra la gente un po’
curiosa nel vederci facciamo una
foto nel centro storico. Dopo le foto
di rito partenza per il passo Tre
Croci e qui il gruppo si “sgrana”.
Me lo ricordavo più facile, ma si sa
gli anni passano!!Aspetto l’ultimo
gruppetto così ho il tempo di guardarmi intorno, il paesaggio è sempre meraviglioso peccato per i suv
che “rompono” lungo la strada.
Arriviamo in ogni modo al lago di
Misurina, tanti ciclisti e tante moto.
Siamo entusiasti del percorso e della sgambata in salita, un breve ristoro alla fontana e poi alla spicciolata
si parte per la dura salita delle tre
cime. Solo quattro rimangono a
prendere il sole tra cui l’unica donna del gruppo, troppo dura ancora
per lei ma ha promesso che ci riproverà!! Tra quelli che salgono ognu-
di Paolo Barro
no si sceglie il suo ritmo e rapporto, alcuni
salgono con rapporti mostruosi (Babich con 34
x 23!!). E’ veramente dura, siamo tutti sparpagliati ma con tanta voglia di arrivare in cima.
Io spingo il 34X27/29, certe volte si alza la
ruota anteriore quindi mi calmo per
evitare brutte sorprese di cadute …..
ridicole. Lungo il percorso incontro
altri ciclisti, molti stranieri alcuni con
ammiraglie al seguito ma tutti con la
grinta di chi non vuole mollare. I chilometri passano lentamente, finalmente
vedo il rifugio Auronzo, l’ultimo chilometro passa velocemente, mi giro indietro ed ammiro l’impresa compiuta. Trovo al rifugio parte dei compagni di
squadra che sono già arrivati….. ci
guardiamo e ci congratuliamo a vicenda. Paesaggio stupendo, morale alle
stelle e naturalmente foto di gruppo del
fotografo ufficiale. Dopo alcuni minuti
di contemplazione si riparte, giubbotto
antivento e via. La discesa è impegnativa….. per i freni, in un battibaleno siamo di nuovo a Misurina dove ci aspettano. Si aggregano i quattro rimasti a
prendere il sole e via questa volta verso
Auronzo. La discesa è bella, il gruppo
compatto corre veloce, si mena il 50/53
x 13/14. Calalzo arriva in un battibaleno nonostante il vento negli ultimi chilometri. Arriviamo alle auto, sudati,
accaldati ma felici. Giro strepitoso, i
commenti sono entusiasti. Dulcis in
fondo Gabriele e soci hanno preparato
un pasta fredda apprezzatissima accompagnata da ottimo vino e crostata finale.
Dopo un indispensabile caffe’ ultimi
commenti postivi della giornata e poi
purtroppo….. il “rompono le righe”.
Sicuramente una giornata che tutti i
partecipanti si ricorderanno come una
delle più belle di questa pazza estate.
Bel tempo, ottima compagnia, organizzazione perfetta, paesaggio unico e in
sella alla …… fidata compagna.
Luglio 2014
La Voce n. 183
Pag.2
Randonnèe VERONA/RESIA/VERONA di km 600 il 26/27 luglio 2014
di Gabriele Ceresatto
2015, ritorna la mitica Parigi/Brest/ decisione, partiamo o no, be siamo qua una mela che divorato in un minuto, poi ci
Parigi di 1221 km , quindi per chi vuole
partecipare deve portare a termine dei
brevetti di vari km nel 2014, tra queste
c’è la Verona Resia Verona, di km 600.
Tra i soci della Portogruarese c’è chi
pensa di provarci, così nelle prime prove di Piavon di Oderzo sui 200 e 300
km siamo in tanti, però pian piano nelle
successive di Belluno e di Udine siamo
in calo. Si avvicina la data della 600 ,
guardiamo il sito e ci sono già 340
iscritti , dicono che a 400 chiudono le
iscrizioni, parliamo tra noi, cosa facciamo? Mancano 5 giorni, ok proviamo,
faccio le iscrizioni, mentre il meteo non
promette nulla di buono, forti temporali
in arrivo (ma quest’anno dov’è l’estate).
Venerdì mattina mi sveglio con mal di
schiena e la gamba addormentata
(maledetta ernia mi ha infiammato la
sciatica), il chilometraggio era di rispetto così contro le mie abitudini decido di
farmi fare una puntura di voltaren. Nel
pomeriggio alle 15,30 mi viene a prendere Mario e andiamo in sede dove ci
aspettano gli altri, la gamba e sempre
uguale, non importa intanto andiamo.
Arriviamo sui campi di Rugby di Verona , ritiriamo il pacco gara e mangiamo
una pastasciutta, poi occupiamo uno
spogliatoio mettendo in riga per terra
dei materassini e portiamo dentro anche
le bici per addobbarle con fari e altro
per la notte che dovremo fare in bici.
Ore 22,15 spegnammo le luci e cerchiamo di dormire, cerchiamo, perché
incominciò un andarivieni di ciclisti per farsi la doccia , barba, lavarsi i denti ecc…mentre si avvicinavano le 04,00 del mattino ora di
sveglia. Probabilmente qualche
minuto si è dormito, facciamo colazione mentre è ancora buio e non
si vede cosa succede in cielo, ci
stiamo dirigendo verso la partenza
e sentiamo le prime gocce di pioggia che aumentano sempre di più,
partiamo. 05,20 ci danno il via con un
gruppetto di una quindicina di randonneurs che ci portano sulla ciclabile con
un buio pesto e temporali che ci accompagneranno per 10 ore. Entriamo nel
lungolago del Garda , sta piovendo a
dirotto le auto ci suonano non si sa per
solidarietà o perché rallentiamo la loro
corsa. Arrivati a Riva del Garda saliamo
per qualche km per scendere poi sulla
pista ciclabile che porta a Trento. Ciclabile a destra dell’Adige poi a sinistra ,
ancora a destra e così via per molte altre
volte, forse troppe volte. Ci avviamo
verso Bolzano poi Merano, passando
nella ciclabile tra coltivazioni delle famose mele in leggera salita con 10 centimetri d’acqua su tutta la strada, mentre
bisognava stare attenti a tutte le mele
che rotolavano nell’acqua finendoci
pericolosamente sotto le ruote. Arrivati
al km 210 decidiamo di mangiarci una
pastasciutta, intanto fortunatamente Dio
pluvio si è addormentato. Ripartiamo
con un altro spirito senza pioggia o quasi, in zona Prato dello Stelvio fora Diego, ci fermiamo ad aiutarlo e via verso
Glorenza ( bella cittadina circondata da
alte mura ) incominciamo a salire pian
piano verso la decisiva salita del lago di
Resia ai 1560 metri d’altitudine con il
suo famoso campanile sommerso a metà nel lago, eccoci all’ultimo controllo di
metà percorso, entriamo nell’hotel Hedelweiss dove ci timbrano in foglio di
via e ci danno una banana, un yogurt e
siamo trasferiti in una palestra a 300 metri
più avanti dove abbiamo trovato i nostri
zaini portati dall’organizzazione e una sola
doccia (vista la giornata l’acqua era, non
fredda, ma ghiacciata) impossibile lavarsi
senza rischiare qualche malanno . In 5
decidono di farsi una doccia nel Hotel di
prima come d’accordo con l’organizzazione. Ore 21,15 si scende dal passo per il
ritorno con i fari accesi, ormai e notte ,
proseguiamo arrivando ai posti di controllo al contrario dell’andata ogni circa 50/60
km, brevi soste e via, mentre arrivano i
primi colpi di sonno, per vincerli parliamo
e ci supportiamo l’un l’altro. Arriva l’alba
ci diamo coraggio arrivano i primi raggi
timidi di sole. Seguiamo come ormai quasi
tutto il percorso la ciclabile che porta a
Verona andando di qua e di là della strada
e passando tra vigne e boschetti fino a
Rivoli, prima di Bussolengo, dove troviamo un cartello con scritto( salita al 10%) si
pensava un strappetto, si un strappetto di
tre/quattro km e poi continui saliscendi
duri (non capisco come ci possano essere
pendenze del genere nelle ciclabili che
sono per famiglie e bambini), e la discesa
ancor peggio. Continuiamo ancora lungo
l’Adige con sù e giù dai ponti in legno fino
a Chievo dove non sapevamo più dove
andare, fortunatamente abbiamo chiesto ad
un ciclista fermo al semaforo che gentilmente ci ha fatto da guida fino alle portone
d’ingresso dell’ arrivo. Mezzogiorno e
mezzo finalmente entrati nel campo di
rugby del Cus Verona ci siamo fatti i complimenti, foto di rito , piccolo ristoro
e subito a farsi una bella e meritata
doccia calda. Mangiata una abbondante pastasciutta e bevuto acqua,
non dal cielo questa volta, siamo ripartiti per Portogruaro. Dati statistici:
450 iscritti, poco più di 300 al via,
250 arrivati a metà percorso a RESIA
e 190 hanno terminato i 600 km tra
qui ben 7 della Cicloturistica Portogruarese. TUTTO E BENE QUEL CHE FINISCE BENE.
La Voce n. 183
Luglio 2014
Pag.3
Viaggio da Castellane a Lourdes dal 23 al 29 giugno 2014
KM 816
Disl. 5926
di Daniele Travain
23 giugno Ok si parte; 5.30 del mattino,
mezza levataccia ma, come per tutte le
cose che si fanno con piacere, non pesa: il
pensiero del percorso da fare in bicicletta
ti fa fare il viaggio più facilmente; l’aspettativa per quello che hai in programma ti fa gustare anche l’avvicinamento da
fare in automezzo (soprattutto quando
arrivi sulla costa ligure e la strada si svolge con vista sul mare fino ad oltre il confine, per poi addentrarsi all’interno del
territorio francese). Si fa tappa a Grasse,
capitale del profumo, per una breve visita
e poi via verso Castellane dove dobbiamo
pernottare; il territorio è alquanto particolare e il pensiero che si condivide è che è
stato meglio stabilire il primo pernottamento a Castellane, visto che la strada da
Grasse a questa località da farsi in bicicletta avrebbe reso la prima tappa molto
dura. Castellane: piccolo paese di circa
1000 abitanti ma ben 23 alberghi: sarà la
vicinanza al Verdon. 24 giugno Si parte!
Foto di rito davanti al cartello di Castellane e si pedala verso il Verdon, su strade
poco trafficate e dove per trovare traccia
di abitazioni bisogna avere la pazienza di
trascorrere qualche chilometro, se non
fosse per i numerosi campeggi che si trovano dislocati lungo il percorso; dopo un
andamento in saliscendi si arriva sino al
tratto più suggestivo del canyon dove si
fa sosta per alcune foto e si fa conoscenza
con alcuni italiani (da Firenze) in gita sul
posto; si passa dalla vista sul fiume a
quella al lago di Saint Croix du Verdon
proseguendo in discesa per alcuni chilometri. Il percorso ci porta a girare attorno
al lago fino ad arrivare al momento di
una meritata sosta per la pausa pranzo,
dove viene messa in moto l’attrezzatura
per preparare un piatto di pasta per tutti.
Si riparte attraversando campi di cereali
e, soprattutto, di lavanda che colorano di
viola, come un magico tappeto, il suolo
provenzale e infondono di inconfondibile
aroma l’aria del territorio. Pochi i centri
abitati incontrati lungo il percorso che ci
porta infine a Manosque dove, arrivati in
albergo, si cena e ci si mette davanti alla
televisione per la partita della nazionale:
ahinoi! Il risultato è deludente ma essendo in viaggio la delusione pesa di meno.
Si vorrebbe fare una visita alla citta alla
sera ma il temporale ce lo impedisce.
Chilometri percorsi 128 con circa 1600
ml di dislivello. 25 giugno Ci svegliamo
e purtroppo vediamo che sta piovendo:
rapido consulto a colazione e si decide
per partire; abbigliamento adatto e partenza sotto la pioggia; per fortuna dopo alcuni chilometri smette di piovere e quindi,
attraversando gli abitati di Saint Tulle,
Corbieres,
Mirabeau, La bastidonne,
Pertuis, Cadenet, Lauris (già più densamente abitati di quelli passati il giorno
prima) si arriva dopo mezzogiorno ad
Avignone: pranzo e poi subito in albergo
dove depositiamo i bagagli e carichiamo
le biciclette sull’automezzo per andare sul
Mont Ventoux. Per ragioni di tempo (è
già piuttosto tardi) andiamo con l’automezzo per la salita del Mont Ventoux
fino a circa 6 km dalla vetta, dove iniziamo la salita con le biciclette: bella strada
e lo scenario pietroso della montagna, con
un vento fastidioso ma non eccessivo
(anche si in alcune folate arriva a spostarti); si arriva in cima dove non possono
mancare le foto di rito (a proposito: non è
limpidissimo il cielo ma il panorama è
molto suggestivo). Si va in discesa e ci si
ferma per una foro al monumento a Simpson (ciclista deceduto nel 1967 sulla salita
per una crisi cardiaca), quindi discesa
fino a Badoine dove alcuni del gruppo si
cimentano in una discesa lanciata più di
70 km/ora. Quindi ritorno ad Avignone in
automezzo. Alla sera breve visita ad Avignone che senz’altro avrebbe meritato più
tempo a disposizione ma tant’è, o si pedala o si fa il turista! Comunque sono 101 +
29 i chilometri percorsi oggi, con circa
900 ml di dislivello. 26 giugno Partenza
nel caos del traffico in direzione a
sud; tappa pianeggiante che ci porta,
su strada sempre trafficata fino ad
Arles dove facciamo una breve visita; la tappa prosegue quindi abbandonando la Provenza ed entrando
nella regione della Linguadoc Rossiglione, su strade lunghe e dritte, con
presenza di pochissime abitazione e
tanta campagna battuta da un vento
fastidioso che rende il trasferimento
monotono e stancante; si arriva nella
zona della Camargue, con i sui acquitrini, i cavalli allo stato brado
fino a giungere sulla costa francese e
la zona balneare toccando gli abitati
di La grade Motte e Palavas les Flot;
il tragitto diventa complicato con la
necessità di passare all’interno degli
abitati e con la necessità di mandare
l’automezzo su una autostrada mentre i ciclisti devono percorre percorsi
alternativi per ritrovarsi dopo alcuni
chilometri. Il tragitto si prevede ancora alquanto lungo e la pausa pranzo viene ridotta per un veloce spuntino per quindi ripartire subito; la
strada è parecchio trafficata con presenza di molti camion, che peraltro
viaggiano a velocità sostenuta creando qualche difficoltà a chi pedala e
all’automezzo che li accompagna. Il
percorso procede quindi su strada
pianeggiate con alcune ondulazioni
fino all’arrivo a Beziers, dove si
arriva separati tra ciclisti ed automezzo con alcune difficoltà per trovare l’albergo dove, dopo il deposito
biciclette e bagagli, la piscina aspetta i viaggiatori per un salutare tuffo.
In totale sono 203 km con un limitato dislivello (458 ml) in una giornata
che ha messo in difficoltà qualcuno
anche per la temperatura particolarmente elevata. 27 giugno Si parte
alla mattina ad andatura sostenuta da
subito per uscire da Beziers (ed evitare possibilmente il traffico);
La Voce n.183
Viaggio a Lourdes ( parte seconda ) continua
il percorso è ondulato su strade non
molto agevoli e con traffico sostenuto.
Si pedala con un leggero vento, comunque fastidioso, passando per la
località di Capestang; lungo il tragitto
si impone una visita, programmata
dalla partenza, alla Citè di Carcassonne (splendido esempio di città medioevale per la quale sarebbe necessario
più tempo per una visita più completa,
ma come già detto siamo in viaggio e
bisogna pedalare!). Si prosegue su
strade che diventano via via meno
trafficate, passando dalla regione della
Linguadoc Rossiglione a quella dei
Midi Pirenei; il percorso comincia ad
essere meno trafficato e più tranquillo,
così che si giunge nel tardo pomeriggio a Foix dove in albergo troviamo
innumerevoli ciclisti approdati in questa località per una gara che si svolgerà all’indomani. Il percorso è stato di
172 chilometri con 1193 ml di dislivello e con una giornata ancora molto
calda; una bella doccia, cena e ci rimane anche il tempo per una breve visita
alla località di Foix. 28 giugno Ci
siamo: ultima giornata di pedalata; ci
attende la meta di Lourdes. Partiamo
per pedalare sui Pirenei in strade poco
trafficate e molto agevoli, passando
per luoghi montani molto ameni ed
immersi in un paesaggio ben diverso
da quello dei giorni prima: la montagna è sempre più bella (almeno per chi
scrive!); la distanza da percorre è considerevole (183 km con circa 1775 m
di dislivello) per cui la pausa pranzo
viene ridotta ad un panino consumato
in una sosta su un boschetto posto a
lato della strada; subito dopo la ripartenza si devia su strade secondarie
grazie al tragitto preparato da Romeo
che ci porta ad attraversare minuscole
località e con alcuni tratti parecchio
impegnativi (intanto vi è qualche
preoccupazione per i tempi: non si
voleva arrivare a Lourdes troppo tardi). Arriviamo alle 17.30 e, dopo la
rituale foto sotto al cartello indicante
la località, dobbiamo perdere un po’ di
tempo per trovare l’albergo dove infine arriviamo per depositare l’automezzo e quindi, con le biciclette, dopo
aver stappato una bottiglia di prosecco
a sigillare il raggiungimento del traguardo, trasferirsi davanti alla basilica
per suggellare con una foto il termine
Luglio 2014
Pag.4
del viaggio. Doccia e cena e quindi si va
alla grotta di Lourdes (il viaggio è un percorso che può anche avere un mero aspetto
sportivo ma l’aspetto spirituale, essendo
giunti lì a Lourdes, non è posto in secondo
piano): il tempo però è inclemente e poco
dopo inizia un forte temporale con pioggia e
grandine che costringe a trovare riparo a chi
ci riesce, mentre agli altri rimane una corsa
in albergo completamente inzuppati: al di là
della pioggia mattutina di martedì il tempo
ci ha girato le spalle proprio in ultimo! chiudiamo la serata in albergo bevendoci su e
rivivendo i giorni appena trascorsi sulle
strade della Francia meridionale. 29 giugno
Partenza per il ritorno: si caricano i bagagli
ed alle 9.00 si parte; sono 1380 km da farsi
che, dopo 15 ore di viaggio ed una sosta per
un piatto di pasta, ci fa fare ritorno a notte
inoltrata. E’ stato un bel viaggio, particolare
per il paesaggio mutevole visto, impegnativo per condizioni meteo (pioggia e caldo) e
per difficoltà sulle strade, suggestivo per la
meta raggiunta, ispirativo per la zona raggiunta: i Pirenei con le sue salita rese celebri dal Tour de France che già fanno pensare ad un possibile viaggio finalizzato a realizzare alcune scalate (Tourmalet, Hautacam, Galibier, etc, etc)!!
Partecipanti: Bellomo Daniele, Ceresatto Gabriele, Chiarot Romeo, Migliore Mario, Pauletto Giuseppe, Travain Daniele.
Partecipanti gita impegnativa
Tre Cime di lavaredo
Anese Vanni, Babich Fulvio,
Barro Paolo, Bigliatti Pierluigi,
Centazzo Massimo, Ceresatto
Gabriele, Ceresatto Mario,
Coassin Claudio, Drigo Maria,
Fontanel Enrico, Furlanis Luca,
Gazzin Paolo, Luvisutto Michele, Migliore Mario, Paolon
Francesco, Pauletto Giuseppe,
Rossitto Gianluca, Travain Daniele, Tuniz Claudio, Zanon
Paolo. Amici: Fontanel Luigino
e Scomparin Ernestino
Maratona delle Dolomiti 06-07-2014
Km 138 Ceresatto Cristiano 326°
In 5h 57min. 22sec. Cat. 61°
Km 106 Babich Fulvio 125°
In 4h 29min. 09sec. Cat. 4°
Km 106 Bozza Giorgio 1148°
In 5h 54min. 57sec. Cat. 55°
Km 106 Ceresatto Gabriele 380°
In 5h 04min. 00sec. Cat. 27°
Km 106 Franzolini Roberto 560°
In 5h 17min. 55sec. Cat. 50°
Km 55 Russi Roberto 218°
In 3h 07min. 06sec. Cat. 37°
Notiziario ” La VOCE “
Luigi BOZZATO
Ideato da: Antonio Di PALMA
Redatto da: Gabriele CERESATTO
Fondato Da:
Granfondo La Pina
a Treviso
13 luglio 2014
Km 173 Rossitto Gianluca
Arrivato 606°
In 6h 43min. 05sec.
Cat. 131°
Km 118 Fontanel Enrico
Arrivato 323°
In 3h 27min. 38sec.
cat. 42°
Facebook ; Cicloturistica Portogruarese
A cura di Claudio Coassin e Gianluca Rossitto
SITO INTERNET:
www.portogruarese.it
A cura di Claudio Coassin
Cicloturistica PORTOGRUARESE - Sede nuova in via Stadio n° 5 a Portogruaro 30026 Venezia
Consiglio Direttivo: Presidente Nosella Fiorenzo—Vice Presidente Dante Drigo Vice Presidente
Coordinatore Gabriele Ceresatto, Segretario Aldo Gruarin, Consiglieri: , Centazzo Massimo,
Ceresatto Mario, Coassin Claudio, Luvisutto Luigi, Pauletto Giuseppe, Rossitto Gianluca, Paolo Zanon .
Cassiere: Zanon Paolo
A questo numero hanno collaborato: Gabriele Ceresatto. Daniele Travain, Paolo Barro.