Che cosa fare del legno bellunese? Centro Consorzi e filiera legno
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Che cosa fare del legno bellunese? Centro Consorzi e filiera legno
L’Amicodel delPopolo Popolo L’Amico 2011 -- N. N. 910 25 MARZO marzo 2012 Artigianato Testatina Testatina 45 9 ATTIVITà PROMOZIONALI PROMOZIONALI ATTIVITÀ La questione sotto la lente del Centro Consorzi dell’UAPI di Belluno patrimonio forestale Attorno all’argomento è stato attivato un dibattito sul futuro della filiera Dalla formazione alla valorizzazione Che cosa fare del legno bellunese? Centro Consorzi e filiera legno La provincia di Belluno vanta una lunga tradizione nella lavorazione del legno, ma oggi i boschi bellunesi sono poco curati a causa della scarsa remunerazione dei proprietari, dovuta agli alti costi di lavorazione. Nel contempo l’Italia risulta un grande importatore di legname (il fabbisogno interno anzi prevede un incremento della richiesta) nonostante la presenza di materia prima in tutto il territorio nazionale. Che cosa fare del legno bellunese alla luce di queste considerazioni? La domanda se l’è posta da qualche tempo il Centro Consorzio dell’Unione Artigiani e Piccola Industria (UAPI) di Belluno attivando attorno all’argomento un dibattito, affrontato nelle scorse settimane anche in un convegno nell’ambito di Costruire a Longarone Fiere. Sul settore del legno, infatti, è concentrata molta parte dell’attività del Centro Consorzi (vedi riquadro). La situazione in provincia mostra parecchie contraddizioni. Infatti, da recenti rilevazioni risulta, pure, che una buona parte del miglior legno bellunese venga acquistata da aziende austriache per riportarlo, dopo la lavorazione, in Italia, mentre le aree boschive bellunesi diventano sempre più estese. Inoltre, negli ultimi quindici anni la filiera del legno ha perso in provincia di Belluno un quarto delle aziende iscritte alla Camera di commercio, in particolare nella prima lavorazione del legno, benché alcune di queste si siano convertite nella carpenteria. Come struttura di coordinamento e preposta alla progettualità, il Centro Consorzi ha coinvolto le aziende del settore, alla luce della convinzione che il bosco non sia solo un problema economico, ma una questione di ordine ambientale, sociale, turistico e naturalistica. Il Centro Consorzi si è dato l’impegno di riunire proprietari, enti e addetti alle varie fasi di lavorazione per instaurare un dialogo che permetta di comprendere le esigenze di ciascuno e le possibili forme di collaborazione, mirando a lavorare sulle idee. Sarà un lavoro d’insieme con il coinvolgimento di tutte le componenti: dagli enti pubblici ai tecnici, dalle aziende ai privati. Obiettivo dichiarato: dall’analisi dei fatti giungere a definire i contorni reali della situazione e individuare programmi di intervento. Se il pubblico e i privati finora hanno affrontato il caso solo in termini di scarsa remuneratività, oggi la questione è condivisa anche dal sistema imprese. In pratica, la complessità della problematica va vista ragionando su tutti gli aspetti. Per il Centro Consorzi bisogna pensare a progetti operativi che favoriscano la valorizzazione del legname locale e il coinvolgimento diretto di tutta la filiera: dai proprietari dei boschi, in larga parte enti pubblici o comunioni familiari, alle aziende bellunesi della prima e seconda lavorazione. FORMAZIONE PER GIOVANI LA SCUOLA DEL LEGNO Aperta nel 1981, su richiesta delle imprese del settore che necessitavano di manodopera qualificata, è riconosciuta dalla Regione Veneto con il suo percorso formativo a durata triennale. Nell’ultimo decennio ha registrato un crescendo di frequenza di allievi, grazie all’allestimento di aule e laboratori attrezzati con moderni impianti, diventando un punto di riferimento nell’ambito delle proposte scolastiche provinciali anche per progetti trasversali a sostegno dell’utenza. Oggi conta 93 alunni. PERCORSI CON SCUOLE SUPERIORI Nell’estate 2011 sono stati proposti 4 percorsi formativi specifici per ragazzi nel settore del legno, denominati «Le vie del legno», della durata di 300 ore di cui 150 svolte in sede e 150 in azienda. I corsi si stati svolti in partnership con le scuole: Itg «Negrelli – Forcellini», Itis «Segato – Brustolon», Ite «Calvi» e Iis «Catullo». FORMAZIONE PER AZIENDE • • • • • • Corso per direttore tecnico della produzione di elementi in legno strutturale (Centri di lavorazione e/o trasformazione ai sensi del D. M.14/01/08 «Norme tecniche per le costruzioni») Corso qualificazione tecnico responsabile della classificazione a vista travi a uso strutturale Corso di qualificazione per costruttori di edifici in legno: patentino per il carpentiere Corso per responsabile controllo di gestione di una carpenteria Corso per responsabili implementazione Sistema Qualità di una carpenteria per imprese settore legno strutturale • • Recepimento direttive europee in materia di legno strutturale Imprese qualificate iniziative con gal alto bellunese La provincia di Belluno vanta una lunga tradizione nella lavorazione del legno, ma oggi i boschi bellunesi sono poco curati. (Foto Roberto Manzotti) Realizzazione dei seguenti percorsi: - Valorizzazione del patrimonio forestale - Gestione del patrimonio forestale - Bioenergie: vantaggi ambientali ed economici ipotesi di intervento Serve consapevolezza della peculiarità del prodotto. E fare rete Centro Consorzi: bisogna arrivare alla costituzione di un tavolo comune che «esprima idee» Le azioni da mettere in campo non esulano dalla constatazione della presenza di alcune criticità (quantità di produzione limitata rispetto al mercato, parcellizzazione del prodotto, carenza di politiche di vendita comune, assenza di investimenti significativi nel settore negli ultimi 20-30 anni), che tuttavia potrebbero risultare le occasioni per un rilancio. I possibili nuovi interventi, quindi, dovrebbero puntare sull’aumento della produzione, sul miglioramento delle infrastrutture, su una politica a favore dell’accorpamento delle lavorazioni e del fare rete. Non è sul prezzo di mercato e sulla capacità di incidere su esso, infatti, che il territorio potrà inserirsi quale modificatore del sistema, in quanto la poten- Puntare sull’aumento della produzione, sul miglioramento delle infrastrutture, su una politica a favore dell’accorpamento delle lavorazioni e del fare rete zialità produttiva provinciale resta sempre limitata se confrontata con i grandi mercati. Ogni considerazione, piuttosto, deve basarsi sulla specificità locale e sulla interazione che il prodotto ha nel suo territorio, includendo l’aspetto morfologico, la salvaguardia dell’ambiente e della specificità, l’esistenza del sapere e delle competenze appartenenti alla cultura locale. Per arrivare a questo, per il Centro Consorzi, sono necessari alcuni passaggi: la costituzione di un tavolo comune che «esprima idee»; la raccolta delle singole necessità; l’individuazione di soggetti disposti a diventare i propulsori del cambiamento. «Se vogliamo avviare delle politiche di sviluppo originali – sottolinea il presidente del Centro Consorzi, Antonio Manzotti – che non siano vincolate a decisioni prese all’esterno, è necessario essere consapevoli dei nostri, magari pochi, punti di forza e valorizzarli al meglio con iniziative non solo legate ai processi produttivi ma anche all’immagine che il territorio dolomitico offre. Adesso più che mai è necessario lavorare sulle idee». Non va dimenticato, infatti, che una corretta gestione del bosco ha risvolti importanti sulla qualità della vita del territorio: sia dal punto di vista ambientale sia economico. Il lavoro del Centro Consorzi è, comunque, ancora in fase di definizione, ci sono tutte le premesse, però, per non disperdere il valore economico di una tradizione che da secoli caratterizza il territorio della provincia di Belluno, di quel legname, che ha fatto i fasti della Repubblica Serenissima e che anche qualche decennio fa era ancora fonte di vera ricchezza per le popolazioni locali.