Edificio Efficiente (parte II): materiali sistemi

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Edificio Efficiente (parte II): materiali sistemi
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Dossier efficienza
Committenti: Silvana Lasia e Onorato Podestà - Quiliano (SV)
Amministratore dell’immobile: Luca Oliveri - Savona
Progettista e Direttore Lavori: Aachitetto Corrado Visini - Savona
Impresa esecutrice: Ferrelli & C. Snc - Spotorno (SV)
Isolamento Termico: Stiferite Class SK spessore 60 mm
FOCUS SUL MATERIALE
SOMMARIO
pag.
Efficienza energetica degli edifici: in 9 anni già investiti 28 miliardi
(Enea) .............................................................................................................................................................
III
Da detrazione a incentivo: il nuovo piano per la riqualificazione condominiale
(Virginio Trivella) .............................................................................................................................................
V
Isolare gli edifici con fibra di canapa per abbattere la trasmittanza termica
(Enea) .............................................................................................................................................................
X
Nuovi modelli di riqualificazione edilizia per aumentare efficienza e valore
delle case
(Habitech e Fiaip) ..........................................................................................................................................
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Editore: Il Condominio editrice s.a.s. – Via E. Thesauro, 2 – 10125 Torino
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Stampa: I.T.S. - Cavaglià (BI)
STIFERITE Class SK è un pannello sandwich costituito da un componente isolante in schiuma polyiso,
espansa senza l’impiego di CFC o HCFC, rivestito su entrambe le facce con velo vetro saturato.
Dimensioni Standard: mm 600 x 1200
Spessori standard: mm da 20 a 200
Conducibilità termica:
- λD=0,028 W/mK da 20 a 70 mm
- λD=0,026 W/mK da 80 a 110 mm
- λD=0,025 W/mK da 120 a 200 mm
Principali applicazioni: il pannello Class SK è indicato per l’isolamento dall’esterno: pareti con soluzioni
a cappotto e a facciata ventilata, ponti termici e sottoporticati. È prodotto da azienda certificata con sistema
di qualità ISO 9001, avente la marcatura di conformità CE su tutta la gamma.
RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA ED ESTETICA:
QUANDO IL CAPPOTTO FA LA DIFFERENZA
EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI:
IN 9 ANNI GIÀ INVESTITI 28 MILIARDI
A cura di: Stiferite
A cura di: Enea
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’unicità della Riviera ligure di ponente non è data solo dalla maestosità dei paesaggi, che contrappongono
i blu intensi del Tirreno al verde degli ulivi che domina dalle alte costiere frastagliate; anche le tante cittadine che costellano la riviera hanno tratti urbanistici e architettonici propri che sono parte integrante e
imprescindibile del territorio. Caratteristiche forti, di carrugi e case dipinte, che non si ritrovano solo nei
borghi a prevalente vocazione turistica, ma che emergono chiari anche nelle cittadine che sono il motore,
industriale ed economico della Liguria. Avviene così anche a Vado Ligure, uno dei comuni più industrializzati
della riviera, dove anche sullo sfondo delle due imponenti ciminiere della centrale termoelettrica si stagliano
le facciate delle chiese barocche, delle tante ville liberty e delle palme del lungomare.
In questo contesto gli interventi di ristrutturazione devono mirare non solo al miglioramento dell’efficienza
energetica delle strutture, ma anche alla conservazione e alla valorizzazione delle loro peculiarità architettoniche. É questo il compito affidato all’architetto Corrado Visini di Savona, responsabile del progetto di
restauro di un edificio storico pluripiano che, a Vado Ligure, si affaccia sulla centralissima via Aurelia.
La scelta del progettista si è orientata per un intervento di isolamento termico delle pareti perimetrali,
che presentavano evidenti segni di ammaloramento, visibili soprattutto nella facciata cieca, mediante una
soluzione a cappotto e, come strato termoisolante, si è adottato il pannello in schiuma poliuretanica STIFERITE Class SK specifico per isolamenti dall’esterno sotto intonaco sottile. La particolare conformazione
delle facciate, con elementi decorativi di grande interesse, ha reso necessario il contenimento dello spessore
del sistema cappotto e, proprio a fronte di questo vincolo, è stato selezionato il materiale isolante che a
parità di spessore garantiva la migliore resistenza termica.
Per l’isolamento dei circa 1200 metri quadrati di facciata, installati dall’impresa Ferrelli & C. Snc di Spotorno
(SV), sono stati impiegati pannelli STIFERITE Class SK di spessore 60 mm, che assicurano una resistenza
termica, stabile nel tempo, pari a 2,14 m2K/W; utilizzando un materiale meno performante, lo spessore richiesto per ottenere la stessa prestazione sarebbe stato superiore da un minimo del 20% fino al 40-60%.
Oltre alla eccellenti prestazioni isolanti, anche altre caratteristiche del pannello STIFERITE Class SK hanno
contribuito al successo dell’intervento. Tra queste vanno ricordate:
◆ la semplicità di posa;
◆ la rigidità e la compattezza della schiuma poliuretanica che ha agevolato le operazioni di taglio e sagomatura;
◆ il rivestimento dei pannelli in fibra minerale saturata che garantisce la perfetta adesione dei diversi strati
del sistema;
◆ la riduzione dei tempi di installazione e la limitazione dei costi per accessori e fissaggi determinata dall’applicazione di uno strato isolante di spessore contenuto;
◆ la compatibilità con tutti i sistemi di finitura che, nel caso dell’edificio di Vado Ligure, hanno comportato
l’utilizzo di arenino pigmentato, idoneo a riproporre le tonalità e gli effetti degli intonaci ottocenteschi
In concomitanza con le opere di efficientamento energetico, l’architetto Visini è intervenuto felicemente
anche negli aspetti formali ed estetici con la realizzazione, sulla facciata cieca dell’edificio, di membrature architettoniche dipinte, in puro stile ligure, con la tecnica del trompe l’oeil e realizzate dal pittore Daniele
Tondolo di Varazze (SV).
I DATI DEL CANTIERE
Tipologia: Ristrutturazione di edificio storico a Vado Ligure
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’Italia è un Paese in “classe A” per l’efficienza energetica: in meno di 10 anni, le famiglie italiane hanno investito quasi 28 miliardi di euro (+12% in un anno) per ridurre gli sprechi e rendere più efficienti le
proprie abitazioni, realizzando 2,5 milioni di interventi di riqualificazione energetica tra il 2007 e il 2015. Una
scelta green che sostiene una filiera da 50mila posti di lavoro in media l’anno.
Complessivamente nel periodo 2005-2015, con le misure per l’efficienza energetica sono stati risparmiati
quasi 10 Mtep l’anno, evitando 26 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica e 3 miliardi di euro
di spese per importare fonti fossili.
È quanto emerge dal V Rapporto sull’Efficienza Energetica (RAEE), presentato dall’ENEA presso il Ministero dello Sviluppo Economico: uno strumento di monitoraggio, analisi e valutazione a supporto delle politiche adottate in questo settore. Una fotografia che mette in luce come il nostro Paese sia fra i leader in
Europa in questo campo con un livello d’intensità energetica (rapporto tra Pil e consumo interno di energia)
del 18% inferiore della media Ue, dato particolarmente positivo perché tanto più basso è il valore dell’intensità energetica tanto più è alta l’efficienza energetica del Paese.
EFFICIENZA IN CONDOMINIO
Il Rapporto evidenzia che l’Italia ha raggiunto il 32% dell’obiettivo di risparmio al 2020 fissato dal Piano nazionale di efficienza energetica 2014: tra gli strumenti per promuovere l’efficienza si sono rivelati particolarmente efficaci i certificati bianchi e le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche, i cosiddetti
ecobonus, utilizzati soprattutto - spiega il Rapporto - per interventi di isolamento termico degli edifici, la
sostituzione di infissi e l’installazione di impianti di riscaldamento più efficienti.
“Con le politiche nazionali per l’efficienza sono stati raggiunti traguardi importanti, anche se vi sono ancora
barriere da superare e forti margini di miglioramento per accrescere il vantaggio competitivo del nostro
Paese - ha sottolineato il presidente dell’ENEA Federico Testa -. Il nostro ente è in prima linea per far sì
che dall’efficienza derivino ulteriori benefici per ridurre la spesa energetica di famiglie, imprese e PA attraverso
interventi concreti e l’introduzione di tecnologie innovative. L’efficienza è una grande opportunità per comparti nei quali stiamo lavorando con i ministeri competenti come scuola, beni culturali e agroalimentare,
ma anche per rilanciare settori strategici come l’edilizia. Un tema rilevante, sul quale finora si è fatto poco
è quello dei condomini anni ‘60 e ‘70, poco efficienti dal punto di vista energetico. Dobbiamo trovare meccanismi incentivanti per consentire di diventare green anche a quanti vivono in questi complessi e non hanno
risorse da investire”, ha concluso Testa.
RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA
Il Rapporto dà grande spazio anche ai temi della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, un settore che rappresenta circa il 40% dei consumi finali dell’Unione europea. “L’Italia ha posto grande attenzione
alla prestazione energetica degli edifici, sebbene permangano ancora fattori che frenano il pieno sfruttamento
del potenziale di efficienza energetica a disposizione - spiega Roberto Moneta, direttore dell’Unità tecnica
efficienza energetica dell’ENEA -. Una maggiore e più incisiva informazione e migliori condizioni per l’accesso
agli strumenti finanziari sono fattori-chiave per far decollare gli ingenti investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo”.
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Dossier efficienza
DOMANDA DI ENERGIA
Il Rapporto conferma che anche nel 2014 la domanda di energia è stata in calo (-3,4% rispetto all’anno
precedente), in linea con il trend negativo osservato a partire dal 2010, attestandosi su un valore complessivo
di 151 Mtep. Sul fronte dei consumi finali, il settore civile ne assorbe la quota maggiore (37,1%), seguito da
trasporti (33,3%) e industria (21,3%).
Nel 2014 i consumi finali dell’industria sono stati pari a 25,7 Mtep, in calo del 2,4% rispetto all’anno precedente. Il settore industriale è quello che ha risentito in misura maggiore della crisi economica, tanto che
nel periodo 2007-2014 i consumi si sono ridotti del 31,5%. I settori ad alta intensità energetica nel 2014
hanno assorbito oltre il 60% dei consumi finali.
Con il decreto legislativo 102/2014 che ha recepito la Direttiva 2012/27/UE è stato introdotto lo strumento della diagnosi energetica per le imprese: nel 2015 all’ENEA sono pervenute 10.823 diagnosi, il 45%
da imprese del comparto manifatturiero e il 15% da quelle del commercio.
Anche il settore residenziale ha registrato nel 2014 una significativa diminuzione dei consumi (25,5 Mtep),
con un calo del 15% rispetto al 2013. Nel settore non residenziale, dopo una crescita costante negli ultimi
20 anni, rallentata solo dalla crisi economica, i consumi hanno registrato un calo del 6,7% attestandosi a
19,2 Mtep. Nei trasporti, la quota di utilizzo di combustibili fossili, pari a circa il 99% nel 2007, è diminuita al
95,7% nel 2014, per effetto della riduzione dei consumi di benzina e gasolio e della crescita dei biocarburanti.
PRESTAZIONI REGIONALI
Per quanto riguarda le performance energetiche regionali, il rapporto evidenzia che il 60% dei progetti in
materia di efficienza energetica è stato portato a termine attraverso i Fondi Strutturali 2007-2013. Inoltre,
nel biennio 2014-2015 la superficie complessiva interessata da interventi di riqualificazione energetica nella
PA, realizzati o in fase di realizzazione, è stata pari a 855.235 mq. Le risorse utilizzate in applicazione di
misure di efficienza energetica sul totale dei fondi POR-FESR, relativi al periodo 2014-2020, ammontano a
2,4 miliardi di euro.
LA COMUNICAZIONE
Il Rapporto dedica un capitolo specifico alla comunicazione sull’efficienza energetica, con particolare riferimento al Programma triennale di informazione e formazione previsto dal dlgs 102/2014 per far conoscere
a PMI, dipendenti pubblici, famiglie, studenti e istituti bancari gli strumenti, le opportunità e l’importanza
dell’efficienza energetica e far nascere una cultura diffusa sull’uso efficiente ed eco-sostenibile delle risorse
energetiche ed ambientali.
In questo contesto è stata avviata la Campagna nazionale “Italia in classe A” per sensibilizzare soprattutto
il grande pubblico e i media sui temi dell’efficienza attraverso iniziative di formazione, informazione e un
premio giornalistico (http://www.enea.it/it/in-evidenza/bando-premio-giornalistico-italia-in-classe-a-premioenergia-intelligente).
Nel primo anno della campagna, particolare attenzione sarà dedicata alla PA, tenuto conto che gli oltre
13mila edifici pubblici consumano circa 4,3 TWh di energia/anno con una spesa complessiva di 644 milioni
di euro; con interventi di efficientamento questi consumi potrebbero essere ridotti fino al 40%.
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Dossier efficienza
consumi - puntulalizza Luca Talluri, presidente di Federcasa -. Energiesprong ha identificato i fattori limitanti
su cui far leva per stimolare il processo massivo di rinnovo: taglio dei costi, garanzia delle performance nel
tempo, tempistiche di progetto e attrattività dell’investimento in termini di estetica e benessere”.
FIAIP: IL VALORE DELLE CASE EFFICIENTI
“Ridurre gli sprechi e rendere più efficienti le abitazioni rispetto all’orizzonte 2020 fissato dall’Unione
Europea per abbattere i consumi non è impossibile, se gli ecobonus verranno estesi anche per i prossimi
anni su larga scala”. Paolo Righi, presidente nazionale Fiaip, commenta così il V Rapporto sull’Efficienza
Energetica (RAEE), presentato nei giorni scorsi dall’ENEA.
Fiaip ribadisce l’importanza di una riduzione più incisiva della pressione fiscale per il comparto immobiliare,
accompagnato da una politica pluriennale di estensione degli ecobonus a famiglie e Pmi, per consentire
con facilità, a chi vuole acquistare un immobile, l’accesso agli incentivi per la riqualificazione energetica. “È
senz’altro una buona notizia - sottolinea Righi - il fatto che le famiglie italiane abbiano investito quasi 28
miliardi di euro per ridurre gli sprechi e rendere più efficienti le proprie abitazioni. Oggi gli agenti immobiliari
Fiaip sono in prima linea per far sì che l’efficientamento energetico degli immobili per le famiglie e le imprese
non rimanga solo uno slogan, ma si traduca in una effettiva attuazione delle sfide volute dall’Unione Europea.
Oggi, gli edifici appartenenti alle prime tre classi energetiche (A+, A e B) rappresentano solo una piccola
percentuale rispetto al totale degli immobili compravenduti. In quest’ottica c’è l’esigenza di riqualificare il
patrimonio immobiliare e gli edifici esistenti, visto che in Italia il 75% circa delle abitazioni ha più di 40 anni
e necessita di interventi di ristrutturazione e di recupero”.
Per Fiaip è opportuno rinnovare e adeguare il patrimonio immobiliare italiano introducendo nella filiera
immobiliare nuove tecnologie per il risparmio energetico e rendendo così più attraente all’investitore,
anche straniero, l’acquisto di unità immobiliari nel nostro Paese che, se riqualificate, potrebbero vedere
aumentare lo stesso valore economico.
DA DETRAZIONE A INCENTIVO: IL NUOVO PIANO
PER LA RIQUALIFICAZIONE CONDOMINIALE
A cura di: Virginio Trivella - Renovate Italy
L
a proposta di un nuovo meccanismo di incentivazione degli interventi di riqualificazione energetica
profonda degli edifici condominiali, illustrata dal presidente di ENEA Federico Testa nel corso della
presentazione della nuova edizione del Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica (RAEE), sembra avere
le caratteristiche per essere un vero punto di svolta, quasi una rivoluzione copernicana, nella politica di
sostegno sinora adottata dai Governi che si sono susseguiti negli ultimi dieci anni.
Il nocciolo della proposta è coerente con alcuni degli aspetti fondamentali evidenziati da Renovate Italy
in diversi documenti. Le illazioni su una connessione della proposta con il recente risultato elettorale sono
invece classificabili come invenzioni giornalistiche, visto che la sua elaborazione non ha origine governativa
ed è frutto di riflessioni che hanno impegnato ENEA e alcuni stakeholders per molti mesi.
UN NUOVO STRUMENTO
Il meccanismo proposto si applicherebbe agli interi edifici condominiali; l’ambito sarebbe quello dell’efficientamento profondo (è stata usata la locuzione “deep renovation”, ipotizzando riduzioni dei consumi
dal 40 all’80%) e il beneficio sarebbe esteso a tutte le unità del condominio. Poco a che vedere, dunque,
con i commenti bizzarri apparsi su vari organi di stampa, in cui si è letto di agevolazioni per la tinteggiatura
delle scale o per l’installazione di pannelli fotovoltaici.
L’ambizione del nuovo strumento sarebbe ben più alta di quella del poco utile provvedimento introdotto
con l’ultima legge di Stabilità (la cessione della detrazione dai “no tax area people” ai fornitori) rivelatosi,
come facilmente previsto da Renovate Italy, un clamoroso flop.
L’obiettivo sarebbe di sbloccare il processo di trasformazione del patrimonio immobiliare con un’azione
di stimolo in cui l’ecobonus ha fallito, come oggi finalmente si inizia ad ammettere. Nonostante i molteplici
benefici che potrebbero essere tratti da una vasta attività di riqualificazione sotto i diversi profili del risparmio energetico, della valorizzazione patrimoniale, della creazione di occupazione, della tutela ambientale
globale e locale, la forte attenzione che è da tempo dedicata a questa tematica finora ha prodotto risultati
deludenti e molto lontani dagli obiettivi.
COME FUNZIONEREBBE
Un fondo ad hoc (si è parlato della Cassa Depositi e Prestiti) finanzierebbe il 90% del costo degli interventi, mentre il rimanente 10% resterebbe a carico dei proprietari. Il fondo recupererebbe l’investimento
in dieci anni incassando il 65% dallo Stato (in analogia con l’ecobonus), consentendo in tal modo alla finanza
pubblica di sostenere il processo diluendo l’impegno in un periodo compatibile con le esigenze di equilibrio
di bilancio.
La differenza sarebbe recuperata, in un periodo che non è stato precisato ma che si può ipotizzare anch’esso pari a dieci anni, attraverso il risparmio energetico generato, che sarebbe addebitato agli utenti
degli appartamenti nella bolletta energetica, con un meccanismo analogo a quello adottato nel Green Deal
britannico. Questo sistema presenterebbe il vantaggio di rendere più agevole il recupero delle morosità
ed escluderebbe il passaggio attraverso le spese condominiali che, spesso, è uno dei motivi che impediscono
alle assemblee di condominio di deliberare le costose attività di manutenzione straordinaria delle parti
comuni, a causa del timore di dover sostenere le quote dei condòmini morosi.
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Dossier efficienza
Si è anche accennato a una condivisione al 50% del risparmio con i proprietari, per rendere maggiormente allettanti le proposte e aumentare il tasso di adesione. La progettazione degli interventi di efficientamento sarebbe lasciata al mercato, ma sarebbe richiesta la validazione da parte di un ente terzo di natura
pubblica. ENEA, come già fatto in passato, si è candidato a svolgere questo ruolo.
Non sono stati forniti altri particolari e, sul delicato tema di come considerare i risvolti di finanza pubblica,
il professor Testa ha lasciato la questione alla competenza della politica.
IL GIUDIZIO POLITICO
Suscitando una certa sorpresa in chi conosce il meccanismo, il vice Ministro dell’Economia Enrico Morando ha replicato affermando che l’idea è molto buona. Ha ribadito, come già fatto in passato, che si opporrà alla stabilizzazione perpetua degli incentivi: non sarebbero accettati dalla Ragioneria dello Stato
perché nel lungo periodo verrebbero a mancare le “esternalità” positive dell’incentivo, cioè l’effetto anticiclico e la creazione di occupazione. Forse vale la pena di ricordare che la detrazione fiscale per i lavori
di ristrutturazione edilizia è già stata resa permanente dal decreto legge n. 201/2011; ciò che non è permanente è solo l’attuale aliquota al 50% che, salvo ulteriori proroghe, scadrà alla fine del 2016 e tornerà
al 36%.
Il vice Ministro ha invece sostenuto il suo favore per una stabilizzazione per 3 anni. Non è chiaro, perché
non lo ha precisato, se si sia riferito al solo ecobonus (o a ciò che lo sostituirà o integrerà, se effettivamente
la proposta di ENEA sarà attuata) o anche al mantenimento dell’aliquota al 50% per l’altra misura di incentivazione.
Entrando più nel dettaglio, Morando ha parlato testualmente di acquisizione dell’incentivo da parte di
Cassa Depositi e Prestiti (CDP). Ha inoltre sostenuto che, contrariamente a molti altri settori che hanno
oramai superato la crisi, è necessario aiutare il settore dell’edilizia a riprendere volume e occupazione.
DA DETRAZIONE A INCENTIVO
L’aspetto fortemente innovativo della nuova proposta sta proprio nella trasformazione da detrazione
fiscale in incentivo, un’opzione che finora era sempre stata negata con la motivazione che il riconoscimento
di un credito certo (condizione necessaria per coinvolgere la finanza) comporterebbe la registrazione del
corrispondente debito (decennale) nel bilancio dello Stato, con creazione di debito pubblico e conseguente
necessità di trovare immediata copertura anche per le quote che competono gli anni a venire. Al contrario,
la detrazione fiscale non viene registrata che di anno in anno e trova copertura generica nella fiscalità complessiva.
Si tratta di investimenti per decine di miliardi di euro all’anno (lo stesso ordine di grandezza di quelli attualmente incentivati con lo sgravio fiscale per le ristrutturazioni), coerentemente con i numeri calcolati
da ENEA.
Anche Mauro Mallone, della Divisione Efficienza energetica e risparmio energetico del MISE, ha ricordato
che il potenziale di efficientamento del patrimonio immobiliare italiano è enormemente superiore a quanto
si realizza con le politiche correnti. Stime recenti mostrano che solo lo 0,14 per mille delle superfici non
finestrate dell’involucro degli edifici italiani è stato riqualificato nel 2013 grazie all’ecobonus.
Da qualche tempo, dal Ministero giungono annunci di una profonda revisione del meccanismo di incentivazione, con l’obiettivo di renderlo più efficiente. Il sistema proposto, grazie alla transizione da detrazione
a incentivo, cambierebbe drasticamente il contesto attuale, soprattutto nella prospettiva degli investitori
che potrebbero contare su una rendita finanziaria pluriennale certa. Alcune tra le barriere sinora rimaste
non affrontate sarebbero finalmente superate, eliminando l’incertezza insita nel meccanismo di detrazione
fiscale e consentendo un ampio coinvolgimento della finanza privata in affiancamento all’azione pubblica.
IMPATTO SUL BILANCIO PUBBLICO
L’impatto sul bilancio pubblico sarebbe mitigato dall’impostazione decennale e potrebbe essere compensato dalla esplicita computazione delle retroazioni positive sui conti dello Stato: da un lato l’aumento
di PIL e imposte dirette e indirette conseguenti all’attivazione di iniziative che, senza potenti stimoli, il mercato non genera spontaneamente; dall’altro la riduzione di altre spese pubbliche favorite dalla riduzione
delle emissioni inquinanti e dall’aumento del benessere, come quelle per la sanità e per gli ammortizzatori
sociali legati alla disoccupazione.
Il meccanismo potrebbe essere regolato attraverso il contingentamento delle risorse disponibili, comunque a un livello sufficientemente elevato da risultare rilevante per capacità espansiva e contribuzione
alla soluzione del problema ambientale. Infine, come per tutti i processi di innovazione che richiedono
NUOVI MODELLI DI RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA
PER AUMENTARE EFFICIENZA E VALORE DELLE CASE
A cura di: Habitech e Fiaip
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on solo inquinamento ambientale. Non solo spreco di energia. L’inefficienza che ancora caratterizza
una parte considerevole del patrimonio immobiliare italiano ha molteplici effetti negativi su svariati
comparti economici fondamentali per il nostro Paese, a partire dal real estate. E finisce, così, per penalizzare
l’intero contesto finanziario. Di seguito, due chiavi di lettura, a cura di Habitech e di Fiaip.
HABITECH: INNOVARE LA RIQUALIFICAZIONE
Lo scenario che restituisce il decennio all’uscita della crisi è quello di un Paese con capacità di spesa e
propensione ai consumi ben inferiori alla media europea. Questo è anche dovuto al fatto che il patrimonio
immobiliare assorbe costantemente ed in misura sempre maggiore le risorse finanziarie dei cittadini in
bollette energetiche ed interventi di riqualificazione puntuali e poco effettivi.
All’emorragia di denari dei consumatori si contrappone l’inerzia del settore delle costruzioni, che nell’ultimo trentennio non è riuscito a rinnovarsi quanto gli altri settori produttivi trainanti. Un dato significativo
è l’indice di produttività, che nel comparto edilizio presenta ancora oggi uno sconsolante 43% contro
l’88% di quello manifatturiero. D’altro canto gli edifici che ad oggi in Italia hanno compiuto il quarantesimo
anno di età, e per cui si ritiene necessario un’azione di manutenzione complessiva di involucro e impianti,
sono più del 75%. Numeri che offrono tuttavia un ampio margine di manovra ad indicare che i tempi sono
maturi per una trasformazione radicale delle condizioni tecnico-economiche. La soluzione viene dall’Olanda
dove la riqualificazione viaggia sulle ali di Energiesprong, un programma di riqualificaizone su larga scala che
sta rivoluzionando il mondo della domanda e dell’offerta edilizia.
Il Modello Energiesprong
“Energiesprong Italia costituirà un team di sviluppo no-profit e indipendente che lavorerà con terzietà
allo sviluppo delle condizioni finanziarie e di contesto, operando in un ottica sistemica tra domanda e
offerta - spiega Thomas Miorin, responsabile dell’area innovazione di Habitech -. Il gruppo di lavoro agirà
per mitigare le barriere di pianificazione e regolazione, supporterà l’individuazione di condizioni finanziarie
idonee, organizzerà la domanda per riqualificazioni a bilancio energetico nullo, mobilitando il settore delle
costruzioni in maniera trasversale”.
Sulla base del modello olandese, la tipologia di immobili iniziale per la prototipazione del programma
Energiesprong Italia sarà l’edilizia residenziale pubblica, che presenta caratteristiche di necessità che ben si
sposano alle soluzioni innovative. Da una parte circa il 10% degli alloggi Erp è sfitto o inagibile, mentre dall’altra i costi energetici delle strutture sono insostenibili per gli enti di gestione.
Edilizia residenziale pubblica
E a proposito di social housing, Ron van Erck, international market development di Energiesprong evidenzia
i risultati ottenuti ad oggi in Olanda: “Energiesprong ha creato un sistema innovativo che ha già portato
alla chiusura di oltre 111.000 contratti di riqualificazione di social housing dal 2013. Attraverso l’ottimizzazione dei processi i produttori sono riusciti a diminuire i prezzi del 40% rispetto a 4 anni fa e a tagliare i
tempi di cantiere a 2 settimane - fino ad arrivare in casi specifici addirittura ad un solo giorno di lavoro”.
“Il consumatore finale oggi non vede come scelta strategica l’investimento per l’ottimizzazione dei propri
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Dossier efficienza
una iniziale fase di stimolo, la maturazione del mercato, i meccanismi di emulazione, l’evoluzione delle
prassi e l’innovazione tecnologica probabilmente renderanno in futuro, se non superfluo, meno impellente
il ruolo dell’incentivazione.
I NODI DA SCIOGLIERE
ISOLARE GLI EDIFICI CON FIBRA DI CANAPA
PER ABBATTERE LA TRASMITTANZA TERMICA
A cura di: Enea
C
ostruire edifici sostenibili ed efficienti, riducendo i consumi degli impianti di climatizzazione, in particolare nelle aree del Mediterraneo a clima caldo temperato. Oggi questo è possibile utilizzando come
isolante la fibra di canapa in sostituzione dei minerali comunemente impiegati in edilizia (ad esempio la
lana di roccia), come dimostrano i risultati ottenuti nei laboratori del Centro ricerche ENEA di Brindisi,
nell’ambito del progetto EFFEDIL. I test su pareti “imbottite” di canapa hanno dimostrato un miglioramento
delle prestazioni energetiche dell’edificio, oltre a una bassa conducibilità termica e a una maggiore traspirazione e resistenza ai batteri. Inoltre, è stata riscontrata una minore velocità di propagazione delle fiamme,
in caso di incendio.
“Con questo studio - spiega Patrizia Aversa dell’ENEA - abbiamo potuto verificare che la canapa migliora
l’isolamento termico del laterizio, attenuando di circa il 30% il flusso termico, ossia la quantità di calore
che passa attraverso un materiale in un dato momento, e diminuendo del 20% la trasmittanza termica,
vale a dire la facilità con cui un materiale si lascia attraversare dal calore. Inoltre la canapa ha una buona
permeabilità al vapore acqueo, permettendo così di evitare la formazione di condensa”.
Il progetto EFFEDIL ha dimostrato anche che la fibra di canapa ha un minore impatto sull’ambiente e
sulla salute dell’uomo perché più sostenibile della lana di roccia. Inoltre, la coltivazione della canapa è benefica sia per la biodiversità (favorisce l’impollinazione delle piante), che per l’agricoltura in sé (le particolari
radici riescono a penetrare in profondità, “areando” naturalmente il suolo e “assorbendo” le sostanze inquinanti nelle aree di bonifica).
Costruire e riqualificare in modo sostenibile potrebbe far risparmiare il 50% di energia. In questo contesto
gli edifici svolgono un ruolo chiave in quanto sono responsabili di buona parte del consumo energetico
nazionale: secondo studi ENEA, infatti, i consumi energetici nelle abitazioni in Italia sono responsabili del
45% delle emissioni di CO 2.
“Grazie al progetto EFFEDIL - sottolinea Vincenza Luprano dell’ENEA - oggi sappiamo che, oltre che
per il suo potenziale di isolamento, la canapa è un materiale ideale per costruire edifici sempre più sostenibili
in un’ottica di economia circolare”.
La canapa è un materiale dalle innumerevoli applicazioni perché molto versatile e sostenibile: dalla medicina all’alimentazione, dall’industria tessile a quella cartiera, inoltre per coltivarla non vengono utilizzano
pesticidi. La sua coltivazione è in forte espansione sia in Europa che in Italia (circa 3.000 ettari, fonte Federcanapa): la Puglia è la regione che ne produce di più, seguita da Piemonte, Veneto e Basilicata. In particolare, in Puglia si sta sviluppando un modello di economia circolare a filiera corta, che prevede il
raddoppio della coltivazione e la realizzazione di un impianto di trasformazione con una capacità di circa
5 mila tonnellate all’anno.
Diversi dettagli dovrebbero essere definiti, per evitare che aspetti trascurati, apparentemente marginali,
impediscano al sistema di esprimersi pienamente: quorum e maggioranze condominiali, per esempio, dovrebbero essere definiti tenendo presente che le delibere sarebbero vincolanti, nei confronti dei dissenzienti, anche per ciò che riguarda il meccanismo di addebito delle quote di rimborso sulle bollette delle
singole unità.
La possibilità di rendere il meccanismo più flessibile, consentendone l’applicazione anche a una sola parte
delle unità condominiali ed escludendo dal finanziamento e dall’addebito in bolletta i proprietari delle unità
disposti a sostenere direttamente l’investimento, procurerebbe vantaggi per i proprietari (minor costo
dovuto all’assenza degli oneri finanziari) e per il sistema (maggiori risorse a disposizione delle famiglie che
non dispongono delle risorse da investire).
E non si vedono motivi per non consentire l’applicazione del modello a tutte le istituzioni finanziarie che
desiderassero impegnarsi in questo mercato nascente, vasto e articolato.
PARAMETRI E ASPETTATIVE
Per finire, si può suggerire di usare cautela nel fissare standard eccessivamente vincolanti relativi ai parametri tecnici ed economici, per evitare di generare aspettative poco realistiche e di impedire che condizioni eccessivamente gravose siano di ostacolo all’offerta di servizi di qualità che, comunque, di fronte a
una domanda vasta si regolerebbe attraverso la competizione. Per esempio, una prima simulazione, che
tiene conto dei costi plausibili degli interventi necessari per realizzare i risparmi prospettati, rende piuttosto
arduo ipotizzare che Cassa Deposito e Prestiti, rinunciando al 50% del risparmio generato e rimanendo
nell’orizzonte di 10 anni, possa trovare convenienza nell’investimento, ottenendo tassi di rendimento positivi.
Il rischio che bisogna evitare è che la convenienza sia circoscritta alle tecnologie meno costose ma anche
meno efficaci, non in grado di generare risparmi di energia sufficientemente ambiziosi (deep renovation), e
che il sistema resti in stallo.
Un approfondimento è necessario. Renovate Italy continuerà a fornire contributi e a essere di
stimolo.Naturalmente non tutto dipende dagli incentivi, ma anche da altri fattori più legati al territorio e
all’azione degli operatori, come la diffusione della consapevolezza delle possibilità e dei benefici delle azioni
di retrofit, e come l’organizzazione e la mobilitazione degli attori privati imprenditoriali e finanziari. Tuttavia,
un aspetto sta diventando sempre più chiaro: che il perseguimento di elevati obiettivi di trasformazione
del patrimonio immobiliare e i benefici che dipendono dal loro conseguimento sono troppo importanti,
per l’intero Paese, per essere lasciati alle sole decisioni di investimento dei singoli individui. Un ruolo di
primaria importanza deve essere svolto dalle norme, per la creazione di un contesto favorevole, e dalle
amministrazioni locali e regionali nello stimolare e indirizzare il processo di rinnovamento.
Per questi motivi la strategia di riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale dovrebbe combinare
in modo accorto requisiti ragionevoli, strumenti efficaci di persuasione all’azione e progressivi meccanismi
di dissuasione dell’inazione.
LA ESCO DEL GRUPPO BOSCH: SOLUZIONI INTEGRATE
PER L’EFFICIENZA ENERGETICA IN CONDOMINIO
A cura di: Bosch Energy and Building Solutions Italy
C
osa può fare la differenza nel bilancio economico mensile di un grande complesso residenziale?
L’utilizzo dell’energia. A chi affidarsi per una sua gestione efficiente degli edifici? A una realtà esperta
e competente come Bosch Energy and Building Solutions Italy.
La ESCo del Gruppo Bosch, infatti, arricchisce l’offerta della multinazionale tedesca con un’ampia
gamma di soluzioni integrate e servizi per l’efficienza energetica individuando e proponendo, grazie alla
completa assenza di vincoli di fornitura, la tecnologia impiantistica idonea al contesto specifico, tra impianti
per la produzione e distribuzione di energia termica e frigorifera, sistemi di cogenerazione e trigenerazione, soluzioni per l’illuminazione e sistemi per l’automazione e il monitoraggio degli impianti. Grazie
agli oltre 160 collaboratori dislocati sul territorio nazionale, le 5 sedi di Milano, Roma, Modena, Padova
e Torino, e a un centro di telecontrollo h24, assicura un presidio tempestivo e costante degli impianti in
gestione. La squadra di Bosch Energy and Building Solutions Italy, composta da ingegneri, progettisti, tecnici, esperti di settore e personale operativo, è in grado di assistere il cliente e proporre progetti creati
per le sue specifiche esigenze: dalla progettazione e realizzazione, sino alla gestione degli impianti con logiche full service, Bosch si propone come il partner unico a cui affidarsi per un risultato efficiente e garantito attraverso risultati reali e misurabili.
A conferma della competenza di Bosch nel settore del “grande residenziale”, quanto effettuato a Corticella, frazione del Comune di Bologna che ha scelto Bosch Energy and Building Solutions Italy come
partner tecnologico a cui affidarsi lungo tutte le fasi di efficientamento energetico dei suoi impianti: dalla
Centrale Termica, nucleo centrale per la fornitura di energia elettrica e calore ai soci del Consorzio
della Centrale Termica, fino al singolo condominio, facendo ottenere agli inquilini un risparmio energetico
pari al 23%, una riduzione di 2.650 tonnellate di emissioni di CO 2 l’anno (circa il 36,5%), 36,9 tonnellate
di ossidi di zolfo e 9,6 tonnellate di azoto l’anno.
Il primo intervento, effettuato nel 2013, ha riguardato la riqualificazione della Centrale Termica e la
conseguente sostituzione del vecchio impianto ad olio combustibile in favore di un impianto di cogenerazione da 1400 kWe alimentato a gas metano. A Bosch è stata affidata anche la gestione e manutenzione
della rete di teleriscaldamento servita dalla centrale termica. Successivamente il Consorzio ha scelto di
effettuare anche la riqualificazione delle 17 sottocentrali collegate alla Centrale Termica e nel 2015 è
stato avviato il progetto di termoregolazione e contabilizzazione per singola unità abitativa, che ha portato
a compimento un vero “percorso efficiente” di riqualificazione complessiva del quartiere. È stato previsto
anche l’inserimento di una soluzione per la gestione e il monitoraggio a distanza della Centrale Termica
e delle sottocentrali a essa collegate. Grazie a tale tecnologia i tecnici Bosch possono sapere in tempo
reale cosa avviene negli impianti e intervenire immediatamente per correggere eventuali anomalie. L’implementazione di tale sistema permette inoltre al cliente di individuare eventuali sprechi energetici esistenti, intervenendo per correggerli.
“Coniugare risparmi ed efficienza, mirando ad attivare un circolo virtuoso che all’aumentare dell’efficienza energetica potesse condurre ad una riduzione della bolletta per i soci. È stato questo l’obiettivo
che negli ultimi anni ha contraddistinto l’attività del Consorzio - ha dichiarato Piero Luisi, presidente del
Consorzio Centrale Termica PEEP Corticella -. Tutto grazie agli interventi di riqualificazione dei sistemi
di produzione e gestione dell’energia termica (dal BTZ a metano con cogenerazione) e dei sistemi di distribuzione e contabilizzazione dell’energia (dalla gestione manuale alla completa automazione della rete
di teleriscaldamento con termoregolazione e contabilizzazione per singola unità abitativa)”.
LA ESCO DEL GRUPPO BOSCH: SOLUZIONI INTEGRATE
PER L’EFFICIENZA ENERGETICA IN CONDOMINIO
A cura di: Bosch Energy and Building Solutions Italy
C
osa può fare la differenza nel bilancio economico mensile di un grande complesso residenziale?
L’utilizzo dell’energia. A chi affidarsi per una sua gestione efficiente degli edifici? A una realtà esperta
e competente come Bosch Energy and Building Solutions Italy.
La ESCo del Gruppo Bosch, infatti, arricchisce l’offerta della multinazionale tedesca con un’ampia
gamma di soluzioni integrate e servizi per l’efficienza energetica individuando e proponendo, grazie alla
completa assenza di vincoli di fornitura, la tecnologia impiantistica idonea al contesto specifico, tra impianti
per la produzione e distribuzione di energia termica e frigorifera, sistemi di cogenerazione e trigenerazione, soluzioni per l’illuminazione e sistemi per l’automazione e il monitoraggio degli impianti. Grazie
agli oltre 160 collaboratori dislocati sul territorio nazionale, le 5 sedi di Milano, Roma, Modena, Padova
e Torino, e a un centro di telecontrollo h24, assicura un presidio tempestivo e costante degli impianti in
gestione. La squadra di Bosch Energy and Building Solutions Italy, composta da ingegneri, progettisti, tecnici, esperti di settore e personale operativo, è in grado di assistere il cliente e proporre progetti creati
per le sue specifiche esigenze: dalla progettazione e realizzazione, sino alla gestione degli impianti con logiche full service, Bosch si propone come il partner unico a cui affidarsi per un risultato efficiente e garantito attraverso risultati reali e misurabili.
A conferma della competenza di Bosch nel settore del “grande residenziale”, quanto effettuato a Corticella, frazione del Comune di Bologna che ha scelto Bosch Energy and Building Solutions Italy come
partner tecnologico a cui affidarsi lungo tutte le fasi di efficientamento energetico dei suoi impianti: dalla
Centrale Termica, nucleo centrale per la fornitura di energia elettrica e calore ai soci del Consorzio
della Centrale Termica, fino al singolo condominio, facendo ottenere agli inquilini un risparmio energetico
pari al 23%, una riduzione di 2.650 tonnellate di emissioni di CO 2 l’anno (circa il 36,5%), 36,9 tonnellate
di ossidi di zolfo e 9,6 tonnellate di azoto l’anno.
Il primo intervento, effettuato nel 2013, ha riguardato la riqualificazione della Centrale Termica e la
conseguente sostituzione del vecchio impianto ad olio combustibile in favore di un impianto di cogenerazione da 1400 kWe alimentato a gas metano. A Bosch è stata affidata anche la gestione e manutenzione
della rete di teleriscaldamento servita dalla centrale termica. Successivamente il Consorzio ha scelto di
effettuare anche la riqualificazione delle 17 sottocentrali collegate alla Centrale Termica e nel 2015 è
stato avviato il progetto di termoregolazione e contabilizzazione per singola unità abitativa, che ha portato
a compimento un vero “percorso efficiente” di riqualificazione complessiva del quartiere. È stato previsto
anche l’inserimento di una soluzione per la gestione e il monitoraggio a distanza della Centrale Termica
e delle sottocentrali a essa collegate. Grazie a tale tecnologia i tecnici Bosch possono sapere in tempo
reale cosa avviene negli impianti e intervenire immediatamente per correggere eventuali anomalie. L’implementazione di tale sistema permette inoltre al cliente di individuare eventuali sprechi energetici esistenti, intervenendo per correggerli.
“Coniugare risparmi ed efficienza, mirando ad attivare un circolo virtuoso che all’aumentare dell’efficienza energetica potesse condurre ad una riduzione della bolletta per i soci. È stato questo l’obiettivo
che negli ultimi anni ha contraddistinto l’attività del Consorzio - ha dichiarato Piero Luisi, presidente del
Consorzio Centrale Termica PEEP Corticella -. Tutto grazie agli interventi di riqualificazione dei sistemi
di produzione e gestione dell’energia termica (dal BTZ a metano con cogenerazione) e dei sistemi di distribuzione e contabilizzazione dell’energia (dalla gestione manuale alla completa automazione della rete
di teleriscaldamento con termoregolazione e contabilizzazione per singola unità abitativa)”.
Vii
Dossier efficienza
una iniziale fase di stimolo, la maturazione del mercato, i meccanismi di emulazione, l’evoluzione delle
prassi e l’innovazione tecnologica probabilmente renderanno in futuro, se non superfluo, meno impellente
il ruolo dell’incentivazione.
I NODI DA SCIOGLIERE
ISOLARE GLI EDIFICI CON FIBRA DI CANAPA
PER ABBATTERE LA TRASMITTANZA TERMICA
A cura di: Enea
C
ostruire edifici sostenibili ed efficienti, riducendo i consumi degli impianti di climatizzazione, in particolare nelle aree del Mediterraneo a clima caldo temperato. Oggi questo è possibile utilizzando come
isolante la fibra di canapa in sostituzione dei minerali comunemente impiegati in edilizia (ad esempio la
lana di roccia), come dimostrano i risultati ottenuti nei laboratori del Centro ricerche ENEA di Brindisi,
nell’ambito del progetto EFFEDIL. I test su pareti “imbottite” di canapa hanno dimostrato un miglioramento
delle prestazioni energetiche dell’edificio, oltre a una bassa conducibilità termica e a una maggiore traspirazione e resistenza ai batteri. Inoltre, è stata riscontrata una minore velocità di propagazione delle fiamme,
in caso di incendio.
“Con questo studio - spiega Patrizia Aversa dell’ENEA - abbiamo potuto verificare che la canapa migliora
l’isolamento termico del laterizio, attenuando di circa il 30% il flusso termico, ossia la quantità di calore
che passa attraverso un materiale in un dato momento, e diminuendo del 20% la trasmittanza termica,
vale a dire la facilità con cui un materiale si lascia attraversare dal calore. Inoltre la canapa ha una buona
permeabilità al vapore acqueo, permettendo così di evitare la formazione di condensa”.
Il progetto EFFEDIL ha dimostrato anche che la fibra di canapa ha un minore impatto sull’ambiente e
sulla salute dell’uomo perché più sostenibile della lana di roccia. Inoltre, la coltivazione della canapa è benefica sia per la biodiversità (favorisce l’impollinazione delle piante), che per l’agricoltura in sé (le particolari
radici riescono a penetrare in profondità, “areando” naturalmente il suolo e “assorbendo” le sostanze inquinanti nelle aree di bonifica).
Costruire e riqualificare in modo sostenibile potrebbe far risparmiare il 50% di energia. In questo contesto
gli edifici svolgono un ruolo chiave in quanto sono responsabili di buona parte del consumo energetico
nazionale: secondo studi ENEA, infatti, i consumi energetici nelle abitazioni in Italia sono responsabili del
45% delle emissioni di CO 2.
“Grazie al progetto EFFEDIL - sottolinea Vincenza Luprano dell’ENEA - oggi sappiamo che, oltre che
per il suo potenziale di isolamento, la canapa è un materiale ideale per costruire edifici sempre più sostenibili
in un’ottica di economia circolare”.
La canapa è un materiale dalle innumerevoli applicazioni perché molto versatile e sostenibile: dalla medicina all’alimentazione, dall’industria tessile a quella cartiera, inoltre per coltivarla non vengono utilizzano
pesticidi. La sua coltivazione è in forte espansione sia in Europa che in Italia (circa 3.000 ettari, fonte Federcanapa): la Puglia è la regione che ne produce di più, seguita da Piemonte, Veneto e Basilicata. In particolare, in Puglia si sta sviluppando un modello di economia circolare a filiera corta, che prevede il
raddoppio della coltivazione e la realizzazione di un impianto di trasformazione con una capacità di circa
5 mila tonnellate all’anno.
Diversi dettagli dovrebbero essere definiti, per evitare che aspetti trascurati, apparentemente marginali,
impediscano al sistema di esprimersi pienamente: quorum e maggioranze condominiali, per esempio, dovrebbero essere definiti tenendo presente che le delibere sarebbero vincolanti, nei confronti dei dissenzienti, anche per ciò che riguarda il meccanismo di addebito delle quote di rimborso sulle bollette delle
singole unità.
La possibilità di rendere il meccanismo più flessibile, consentendone l’applicazione anche a una sola parte
delle unità condominiali ed escludendo dal finanziamento e dall’addebito in bolletta i proprietari delle unità
disposti a sostenere direttamente l’investimento, procurerebbe vantaggi per i proprietari (minor costo
dovuto all’assenza degli oneri finanziari) e per il sistema (maggiori risorse a disposizione delle famiglie che
non dispongono delle risorse da investire).
E non si vedono motivi per non consentire l’applicazione del modello a tutte le istituzioni finanziarie che
desiderassero impegnarsi in questo mercato nascente, vasto e articolato.
PARAMETRI E ASPETTATIVE
Per finire, si può suggerire di usare cautela nel fissare standard eccessivamente vincolanti relativi ai parametri tecnici ed economici, per evitare di generare aspettative poco realistiche e di impedire che condizioni eccessivamente gravose siano di ostacolo all’offerta di servizi di qualità che, comunque, di fronte a
una domanda vasta si regolerebbe attraverso la competizione. Per esempio, una prima simulazione, che
tiene conto dei costi plausibili degli interventi necessari per realizzare i risparmi prospettati, rende piuttosto
arduo ipotizzare che Cassa Deposito e Prestiti, rinunciando al 50% del risparmio generato e rimanendo
nell’orizzonte di 10 anni, possa trovare convenienza nell’investimento, ottenendo tassi di rendimento positivi.
Il rischio che bisogna evitare è che la convenienza sia circoscritta alle tecnologie meno costose ma anche
meno efficaci, non in grado di generare risparmi di energia sufficientemente ambiziosi (deep renovation), e
che il sistema resti in stallo.
Un approfondimento è necessario. Renovate Italy continuerà a fornire contributi e a essere di
stimolo.Naturalmente non tutto dipende dagli incentivi, ma anche da altri fattori più legati al territorio e
all’azione degli operatori, come la diffusione della consapevolezza delle possibilità e dei benefici delle azioni
di retrofit, e come l’organizzazione e la mobilitazione degli attori privati imprenditoriali e finanziari. Tuttavia,
un aspetto sta diventando sempre più chiaro: che il perseguimento di elevati obiettivi di trasformazione
del patrimonio immobiliare e i benefici che dipendono dal loro conseguimento sono troppo importanti,
per l’intero Paese, per essere lasciati alle sole decisioni di investimento dei singoli individui. Un ruolo di
primaria importanza deve essere svolto dalle norme, per la creazione di un contesto favorevole, e dalle
amministrazioni locali e regionali nello stimolare e indirizzare il processo di rinnovamento.
Per questi motivi la strategia di riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale dovrebbe combinare
in modo accorto requisiti ragionevoli, strumenti efficaci di persuasione all’azione e progressivi meccanismi
di dissuasione dell’inazione.
Vi
Dossier efficienza
Si è anche accennato a una condivisione al 50% del risparmio con i proprietari, per rendere maggiormente allettanti le proposte e aumentare il tasso di adesione. La progettazione degli interventi di efficientamento sarebbe lasciata al mercato, ma sarebbe richiesta la validazione da parte di un ente terzo di natura
pubblica. ENEA, come già fatto in passato, si è candidato a svolgere questo ruolo.
Non sono stati forniti altri particolari e, sul delicato tema di come considerare i risvolti di finanza pubblica,
il professor Testa ha lasciato la questione alla competenza della politica.
IL GIUDIZIO POLITICO
Suscitando una certa sorpresa in chi conosce il meccanismo, il vice Ministro dell’Economia Enrico Morando ha replicato affermando che l’idea è molto buona. Ha ribadito, come già fatto in passato, che si opporrà alla stabilizzazione perpetua degli incentivi: non sarebbero accettati dalla Ragioneria dello Stato
perché nel lungo periodo verrebbero a mancare le “esternalità” positive dell’incentivo, cioè l’effetto anticiclico e la creazione di occupazione. Forse vale la pena di ricordare che la detrazione fiscale per i lavori
di ristrutturazione edilizia è già stata resa permanente dal decreto legge n. 201/2011; ciò che non è permanente è solo l’attuale aliquota al 50% che, salvo ulteriori proroghe, scadrà alla fine del 2016 e tornerà
al 36%.
Il vice Ministro ha invece sostenuto il suo favore per una stabilizzazione per 3 anni. Non è chiaro, perché
non lo ha precisato, se si sia riferito al solo ecobonus (o a ciò che lo sostituirà o integrerà, se effettivamente
la proposta di ENEA sarà attuata) o anche al mantenimento dell’aliquota al 50% per l’altra misura di incentivazione.
Entrando più nel dettaglio, Morando ha parlato testualmente di acquisizione dell’incentivo da parte di
Cassa Depositi e Prestiti (CDP). Ha inoltre sostenuto che, contrariamente a molti altri settori che hanno
oramai superato la crisi, è necessario aiutare il settore dell’edilizia a riprendere volume e occupazione.
DA DETRAZIONE A INCENTIVO
L’aspetto fortemente innovativo della nuova proposta sta proprio nella trasformazione da detrazione
fiscale in incentivo, un’opzione che finora era sempre stata negata con la motivazione che il riconoscimento
di un credito certo (condizione necessaria per coinvolgere la finanza) comporterebbe la registrazione del
corrispondente debito (decennale) nel bilancio dello Stato, con creazione di debito pubblico e conseguente
necessità di trovare immediata copertura anche per le quote che competono gli anni a venire. Al contrario,
la detrazione fiscale non viene registrata che di anno in anno e trova copertura generica nella fiscalità complessiva.
Si tratta di investimenti per decine di miliardi di euro all’anno (lo stesso ordine di grandezza di quelli attualmente incentivati con lo sgravio fiscale per le ristrutturazioni), coerentemente con i numeri calcolati
da ENEA.
Anche Mauro Mallone, della Divisione Efficienza energetica e risparmio energetico del MISE, ha ricordato
che il potenziale di efficientamento del patrimonio immobiliare italiano è enormemente superiore a quanto
si realizza con le politiche correnti. Stime recenti mostrano che solo lo 0,14 per mille delle superfici non
finestrate dell’involucro degli edifici italiani è stato riqualificato nel 2013 grazie all’ecobonus.
Da qualche tempo, dal Ministero giungono annunci di una profonda revisione del meccanismo di incentivazione, con l’obiettivo di renderlo più efficiente. Il sistema proposto, grazie alla transizione da detrazione
a incentivo, cambierebbe drasticamente il contesto attuale, soprattutto nella prospettiva degli investitori
che potrebbero contare su una rendita finanziaria pluriennale certa. Alcune tra le barriere sinora rimaste
non affrontate sarebbero finalmente superate, eliminando l’incertezza insita nel meccanismo di detrazione
fiscale e consentendo un ampio coinvolgimento della finanza privata in affiancamento all’azione pubblica.
IMPATTO SUL BILANCIO PUBBLICO
L’impatto sul bilancio pubblico sarebbe mitigato dall’impostazione decennale e potrebbe essere compensato dalla esplicita computazione delle retroazioni positive sui conti dello Stato: da un lato l’aumento
di PIL e imposte dirette e indirette conseguenti all’attivazione di iniziative che, senza potenti stimoli, il mercato non genera spontaneamente; dall’altro la riduzione di altre spese pubbliche favorite dalla riduzione
delle emissioni inquinanti e dall’aumento del benessere, come quelle per la sanità e per gli ammortizzatori
sociali legati alla disoccupazione.
Il meccanismo potrebbe essere regolato attraverso il contingentamento delle risorse disponibili, comunque a un livello sufficientemente elevato da risultare rilevante per capacità espansiva e contribuzione
alla soluzione del problema ambientale. Infine, come per tutti i processi di innovazione che richiedono
NUOVI MODELLI DI RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA
PER AUMENTARE EFFICIENZA E VALORE DELLE CASE
A cura di: Habitech e Fiaip
N
on solo inquinamento ambientale. Non solo spreco di energia. L’inefficienza che ancora caratterizza
una parte considerevole del patrimonio immobiliare italiano ha molteplici effetti negativi su svariati
comparti economici fondamentali per il nostro Paese, a partire dal real estate. E finisce, così, per penalizzare
l’intero contesto finanziario. Di seguito, due chiavi di lettura, a cura di Habitech e di Fiaip.
HABITECH: INNOVARE LA RIQUALIFICAZIONE
Lo scenario che restituisce il decennio all’uscita della crisi è quello di un Paese con capacità di spesa e
propensione ai consumi ben inferiori alla media europea. Questo è anche dovuto al fatto che il patrimonio
immobiliare assorbe costantemente ed in misura sempre maggiore le risorse finanziarie dei cittadini in
bollette energetiche ed interventi di riqualificazione puntuali e poco effettivi.
All’emorragia di denari dei consumatori si contrappone l’inerzia del settore delle costruzioni, che nell’ultimo trentennio non è riuscito a rinnovarsi quanto gli altri settori produttivi trainanti. Un dato significativo
è l’indice di produttività, che nel comparto edilizio presenta ancora oggi uno sconsolante 43% contro
l’88% di quello manifatturiero. D’altro canto gli edifici che ad oggi in Italia hanno compiuto il quarantesimo
anno di età, e per cui si ritiene necessario un’azione di manutenzione complessiva di involucro e impianti,
sono più del 75%. Numeri che offrono tuttavia un ampio margine di manovra ad indicare che i tempi sono
maturi per una trasformazione radicale delle condizioni tecnico-economiche. La soluzione viene dall’Olanda
dove la riqualificazione viaggia sulle ali di Energiesprong, un programma di riqualificaizone su larga scala che
sta rivoluzionando il mondo della domanda e dell’offerta edilizia.
Il Modello Energiesprong
“Energiesprong Italia costituirà un team di sviluppo no-profit e indipendente che lavorerà con terzietà
allo sviluppo delle condizioni finanziarie e di contesto, operando in un ottica sistemica tra domanda e
offerta - spiega Thomas Miorin, responsabile dell’area innovazione di Habitech -. Il gruppo di lavoro agirà
per mitigare le barriere di pianificazione e regolazione, supporterà l’individuazione di condizioni finanziarie
idonee, organizzerà la domanda per riqualificazioni a bilancio energetico nullo, mobilitando il settore delle
costruzioni in maniera trasversale”.
Sulla base del modello olandese, la tipologia di immobili iniziale per la prototipazione del programma
Energiesprong Italia sarà l’edilizia residenziale pubblica, che presenta caratteristiche di necessità che ben si
sposano alle soluzioni innovative. Da una parte circa il 10% degli alloggi Erp è sfitto o inagibile, mentre dall’altra i costi energetici delle strutture sono insostenibili per gli enti di gestione.
Edilizia residenziale pubblica
E a proposito di social housing, Ron van Erck, international market development di Energiesprong evidenzia
i risultati ottenuti ad oggi in Olanda: “Energiesprong ha creato un sistema innovativo che ha già portato
alla chiusura di oltre 111.000 contratti di riqualificazione di social housing dal 2013. Attraverso l’ottimizzazione dei processi i produttori sono riusciti a diminuire i prezzi del 40% rispetto a 4 anni fa e a tagliare i
tempi di cantiere a 2 settimane - fino ad arrivare in casi specifici addirittura ad un solo giorno di lavoro”.
“Il consumatore finale oggi non vede come scelta strategica l’investimento per l’ottimizzazione dei propri
Xii
Dossier efficienza
consumi - puntulalizza Luca Talluri, presidente di Federcasa -. Energiesprong ha identificato i fattori limitanti
su cui far leva per stimolare il processo massivo di rinnovo: taglio dei costi, garanzia delle performance nel
tempo, tempistiche di progetto e attrattività dell’investimento in termini di estetica e benessere”.
FIAIP: IL VALORE DELLE CASE EFFICIENTI
“Ridurre gli sprechi e rendere più efficienti le abitazioni rispetto all’orizzonte 2020 fissato dall’Unione
Europea per abbattere i consumi non è impossibile, se gli ecobonus verranno estesi anche per i prossimi
anni su larga scala”. Paolo Righi, presidente nazionale Fiaip, commenta così il V Rapporto sull’Efficienza
Energetica (RAEE), presentato nei giorni scorsi dall’ENEA.
Fiaip ribadisce l’importanza di una riduzione più incisiva della pressione fiscale per il comparto immobiliare,
accompagnato da una politica pluriennale di estensione degli ecobonus a famiglie e Pmi, per consentire
con facilità, a chi vuole acquistare un immobile, l’accesso agli incentivi per la riqualificazione energetica. “È
senz’altro una buona notizia - sottolinea Righi - il fatto che le famiglie italiane abbiano investito quasi 28
miliardi di euro per ridurre gli sprechi e rendere più efficienti le proprie abitazioni. Oggi gli agenti immobiliari
Fiaip sono in prima linea per far sì che l’efficientamento energetico degli immobili per le famiglie e le imprese
non rimanga solo uno slogan, ma si traduca in una effettiva attuazione delle sfide volute dall’Unione Europea.
Oggi, gli edifici appartenenti alle prime tre classi energetiche (A+, A e B) rappresentano solo una piccola
percentuale rispetto al totale degli immobili compravenduti. In quest’ottica c’è l’esigenza di riqualificare il
patrimonio immobiliare e gli edifici esistenti, visto che in Italia il 75% circa delle abitazioni ha più di 40 anni
e necessita di interventi di ristrutturazione e di recupero”.
Per Fiaip è opportuno rinnovare e adeguare il patrimonio immobiliare italiano introducendo nella filiera
immobiliare nuove tecnologie per il risparmio energetico e rendendo così più attraente all’investitore,
anche straniero, l’acquisto di unità immobiliari nel nostro Paese che, se riqualificate, potrebbero vedere
aumentare lo stesso valore economico.
DA DETRAZIONE A INCENTIVO: IL NUOVO PIANO
PER LA RIQUALIFICAZIONE CONDOMINIALE
A cura di: Virginio Trivella - Renovate Italy
L
a proposta di un nuovo meccanismo di incentivazione degli interventi di riqualificazione energetica
profonda degli edifici condominiali, illustrata dal presidente di ENEA Federico Testa nel corso della
presentazione della nuova edizione del Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica (RAEE), sembra avere
le caratteristiche per essere un vero punto di svolta, quasi una rivoluzione copernicana, nella politica di
sostegno sinora adottata dai Governi che si sono susseguiti negli ultimi dieci anni.
Il nocciolo della proposta è coerente con alcuni degli aspetti fondamentali evidenziati da Renovate Italy
in diversi documenti. Le illazioni su una connessione della proposta con il recente risultato elettorale sono
invece classificabili come invenzioni giornalistiche, visto che la sua elaborazione non ha origine governativa
ed è frutto di riflessioni che hanno impegnato ENEA e alcuni stakeholders per molti mesi.
UN NUOVO STRUMENTO
Il meccanismo proposto si applicherebbe agli interi edifici condominiali; l’ambito sarebbe quello dell’efficientamento profondo (è stata usata la locuzione “deep renovation”, ipotizzando riduzioni dei consumi
dal 40 all’80%) e il beneficio sarebbe esteso a tutte le unità del condominio. Poco a che vedere, dunque,
con i commenti bizzarri apparsi su vari organi di stampa, in cui si è letto di agevolazioni per la tinteggiatura
delle scale o per l’installazione di pannelli fotovoltaici.
L’ambizione del nuovo strumento sarebbe ben più alta di quella del poco utile provvedimento introdotto
con l’ultima legge di Stabilità (la cessione della detrazione dai “no tax area people” ai fornitori) rivelatosi,
come facilmente previsto da Renovate Italy, un clamoroso flop.
L’obiettivo sarebbe di sbloccare il processo di trasformazione del patrimonio immobiliare con un’azione
di stimolo in cui l’ecobonus ha fallito, come oggi finalmente si inizia ad ammettere. Nonostante i molteplici
benefici che potrebbero essere tratti da una vasta attività di riqualificazione sotto i diversi profili del risparmio energetico, della valorizzazione patrimoniale, della creazione di occupazione, della tutela ambientale
globale e locale, la forte attenzione che è da tempo dedicata a questa tematica finora ha prodotto risultati
deludenti e molto lontani dagli obiettivi.
COME FUNZIONEREBBE
Un fondo ad hoc (si è parlato della Cassa Depositi e Prestiti) finanzierebbe il 90% del costo degli interventi, mentre il rimanente 10% resterebbe a carico dei proprietari. Il fondo recupererebbe l’investimento
in dieci anni incassando il 65% dallo Stato (in analogia con l’ecobonus), consentendo in tal modo alla finanza
pubblica di sostenere il processo diluendo l’impegno in un periodo compatibile con le esigenze di equilibrio
di bilancio.
La differenza sarebbe recuperata, in un periodo che non è stato precisato ma che si può ipotizzare anch’esso pari a dieci anni, attraverso il risparmio energetico generato, che sarebbe addebitato agli utenti
degli appartamenti nella bolletta energetica, con un meccanismo analogo a quello adottato nel Green Deal
britannico. Questo sistema presenterebbe il vantaggio di rendere più agevole il recupero delle morosità
ed escluderebbe il passaggio attraverso le spese condominiali che, spesso, è uno dei motivi che impediscono
alle assemblee di condominio di deliberare le costose attività di manutenzione straordinaria delle parti
comuni, a causa del timore di dover sostenere le quote dei condòmini morosi.
iV
Dossier efficienza
DOMANDA DI ENERGIA
Il Rapporto conferma che anche nel 2014 la domanda di energia è stata in calo (-3,4% rispetto all’anno
precedente), in linea con il trend negativo osservato a partire dal 2010, attestandosi su un valore complessivo
di 151 Mtep. Sul fronte dei consumi finali, il settore civile ne assorbe la quota maggiore (37,1%), seguito da
trasporti (33,3%) e industria (21,3%).
Nel 2014 i consumi finali dell’industria sono stati pari a 25,7 Mtep, in calo del 2,4% rispetto all’anno precedente. Il settore industriale è quello che ha risentito in misura maggiore della crisi economica, tanto che
nel periodo 2007-2014 i consumi si sono ridotti del 31,5%. I settori ad alta intensità energetica nel 2014
hanno assorbito oltre il 60% dei consumi finali.
Con il decreto legislativo 102/2014 che ha recepito la Direttiva 2012/27/UE è stato introdotto lo strumento della diagnosi energetica per le imprese: nel 2015 all’ENEA sono pervenute 10.823 diagnosi, il 45%
da imprese del comparto manifatturiero e il 15% da quelle del commercio.
Anche il settore residenziale ha registrato nel 2014 una significativa diminuzione dei consumi (25,5 Mtep),
con un calo del 15% rispetto al 2013. Nel settore non residenziale, dopo una crescita costante negli ultimi
20 anni, rallentata solo dalla crisi economica, i consumi hanno registrato un calo del 6,7% attestandosi a
19,2 Mtep. Nei trasporti, la quota di utilizzo di combustibili fossili, pari a circa il 99% nel 2007, è diminuita al
95,7% nel 2014, per effetto della riduzione dei consumi di benzina e gasolio e della crescita dei biocarburanti.
PRESTAZIONI REGIONALI
Per quanto riguarda le performance energetiche regionali, il rapporto evidenzia che il 60% dei progetti in
materia di efficienza energetica è stato portato a termine attraverso i Fondi Strutturali 2007-2013. Inoltre,
nel biennio 2014-2015 la superficie complessiva interessata da interventi di riqualificazione energetica nella
PA, realizzati o in fase di realizzazione, è stata pari a 855.235 mq. Le risorse utilizzate in applicazione di
misure di efficienza energetica sul totale dei fondi POR-FESR, relativi al periodo 2014-2020, ammontano a
2,4 miliardi di euro.
LA COMUNICAZIONE
Il Rapporto dedica un capitolo specifico alla comunicazione sull’efficienza energetica, con particolare riferimento al Programma triennale di informazione e formazione previsto dal dlgs 102/2014 per far conoscere
a PMI, dipendenti pubblici, famiglie, studenti e istituti bancari gli strumenti, le opportunità e l’importanza
dell’efficienza energetica e far nascere una cultura diffusa sull’uso efficiente ed eco-sostenibile delle risorse
energetiche ed ambientali.
In questo contesto è stata avviata la Campagna nazionale “Italia in classe A” per sensibilizzare soprattutto
il grande pubblico e i media sui temi dell’efficienza attraverso iniziative di formazione, informazione e un
premio giornalistico (http://www.enea.it/it/in-evidenza/bando-premio-giornalistico-italia-in-classe-a-premioenergia-intelligente).
Nel primo anno della campagna, particolare attenzione sarà dedicata alla PA, tenuto conto che gli oltre
13mila edifici pubblici consumano circa 4,3 TWh di energia/anno con una spesa complessiva di 644 milioni
di euro; con interventi di efficientamento questi consumi potrebbero essere ridotti fino al 40%.
RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA ED ESTETICA:
QUANDO IL CAPPOTTO FA LA DIFFERENZA
EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI:
IN 9 ANNI GIÀ INVESTITI 28 MILIARDI
A cura di: Stiferite
A cura di: Enea
L
’unicità della Riviera ligure di ponente non è data solo dalla maestosità dei paesaggi, che contrappongono
i blu intensi del Tirreno al verde degli ulivi che domina dalle alte costiere frastagliate; anche le tante cittadine che costellano la riviera hanno tratti urbanistici e architettonici propri che sono parte integrante e
imprescindibile del territorio. Caratteristiche forti, di carrugi e case dipinte, che non si ritrovano solo nei
borghi a prevalente vocazione turistica, ma che emergono chiari anche nelle cittadine che sono il motore,
industriale ed economico della Liguria. Avviene così anche a Vado Ligure, uno dei comuni più industrializzati
della riviera, dove anche sullo sfondo delle due imponenti ciminiere della centrale termoelettrica si stagliano
le facciate delle chiese barocche, delle tante ville liberty e delle palme del lungomare.
In questo contesto gli interventi di ristrutturazione devono mirare non solo al miglioramento dell’efficienza
energetica delle strutture, ma anche alla conservazione e alla valorizzazione delle loro peculiarità architettoniche. É questo il compito affidato all’architetto Corrado Visini di Savona, responsabile del progetto di
restauro di un edificio storico pluripiano che, a Vado Ligure, si affaccia sulla centralissima via Aurelia.
La scelta del progettista si è orientata per un intervento di isolamento termico delle pareti perimetrali,
che presentavano evidenti segni di ammaloramento, visibili soprattutto nella facciata cieca, mediante una
soluzione a cappotto e, come strato termoisolante, si è adottato il pannello in schiuma poliuretanica STIFERITE Class SK specifico per isolamenti dall’esterno sotto intonaco sottile. La particolare conformazione
delle facciate, con elementi decorativi di grande interesse, ha reso necessario il contenimento dello spessore
del sistema cappotto e, proprio a fronte di questo vincolo, è stato selezionato il materiale isolante che a
parità di spessore garantiva la migliore resistenza termica.
Per l’isolamento dei circa 1200 metri quadrati di facciata, installati dall’impresa Ferrelli & C. Snc di Spotorno
(SV), sono stati impiegati pannelli STIFERITE Class SK di spessore 60 mm, che assicurano una resistenza
termica, stabile nel tempo, pari a 2,14 m2K/W; utilizzando un materiale meno performante, lo spessore richiesto per ottenere la stessa prestazione sarebbe stato superiore da un minimo del 20% fino al 40-60%.
Oltre alla eccellenti prestazioni isolanti, anche altre caratteristiche del pannello STIFERITE Class SK hanno
contribuito al successo dell’intervento. Tra queste vanno ricordate:
◆ la semplicità di posa;
◆ la rigidità e la compattezza della schiuma poliuretanica che ha agevolato le operazioni di taglio e sagomatura;
◆ il rivestimento dei pannelli in fibra minerale saturata che garantisce la perfetta adesione dei diversi strati
del sistema;
◆ la riduzione dei tempi di installazione e la limitazione dei costi per accessori e fissaggi determinata dall’applicazione di uno strato isolante di spessore contenuto;
◆ la compatibilità con tutti i sistemi di finitura che, nel caso dell’edificio di Vado Ligure, hanno comportato
l’utilizzo di arenino pigmentato, idoneo a riproporre le tonalità e gli effetti degli intonaci ottocenteschi
In concomitanza con le opere di efficientamento energetico, l’architetto Visini è intervenuto felicemente
anche negli aspetti formali ed estetici con la realizzazione, sulla facciata cieca dell’edificio, di membrature architettoniche dipinte, in puro stile ligure, con la tecnica del trompe l’oeil e realizzate dal pittore Daniele
Tondolo di Varazze (SV).
I DATI DEL CANTIERE
Tipologia: Ristrutturazione di edificio storico a Vado Ligure
L
’Italia è un Paese in “classe A” per l’efficienza energetica: in meno di 10 anni, le famiglie italiane hanno investito quasi 28 miliardi di euro (+12% in un anno) per ridurre gli sprechi e rendere più efficienti le
proprie abitazioni, realizzando 2,5 milioni di interventi di riqualificazione energetica tra il 2007 e il 2015. Una
scelta green che sostiene una filiera da 50mila posti di lavoro in media l’anno.
Complessivamente nel periodo 2005-2015, con le misure per l’efficienza energetica sono stati risparmiati
quasi 10 Mtep l’anno, evitando 26 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica e 3 miliardi di euro
di spese per importare fonti fossili.
È quanto emerge dal V Rapporto sull’Efficienza Energetica (RAEE), presentato dall’ENEA presso il Ministero dello Sviluppo Economico: uno strumento di monitoraggio, analisi e valutazione a supporto delle politiche adottate in questo settore. Una fotografia che mette in luce come il nostro Paese sia fra i leader in
Europa in questo campo con un livello d’intensità energetica (rapporto tra Pil e consumo interno di energia)
del 18% inferiore della media Ue, dato particolarmente positivo perché tanto più basso è il valore dell’intensità energetica tanto più è alta l’efficienza energetica del Paese.
EFFICIENZA IN CONDOMINIO
Il Rapporto evidenzia che l’Italia ha raggiunto il 32% dell’obiettivo di risparmio al 2020 fissato dal Piano nazionale di efficienza energetica 2014: tra gli strumenti per promuovere l’efficienza si sono rivelati particolarmente efficaci i certificati bianchi e le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche, i cosiddetti
ecobonus, utilizzati soprattutto - spiega il Rapporto - per interventi di isolamento termico degli edifici, la
sostituzione di infissi e l’installazione di impianti di riscaldamento più efficienti.
“Con le politiche nazionali per l’efficienza sono stati raggiunti traguardi importanti, anche se vi sono ancora
barriere da superare e forti margini di miglioramento per accrescere il vantaggio competitivo del nostro
Paese - ha sottolineato il presidente dell’ENEA Federico Testa -. Il nostro ente è in prima linea per far sì
che dall’efficienza derivino ulteriori benefici per ridurre la spesa energetica di famiglie, imprese e PA attraverso
interventi concreti e l’introduzione di tecnologie innovative. L’efficienza è una grande opportunità per comparti nei quali stiamo lavorando con i ministeri competenti come scuola, beni culturali e agroalimentare,
ma anche per rilanciare settori strategici come l’edilizia. Un tema rilevante, sul quale finora si è fatto poco
è quello dei condomini anni ‘60 e ‘70, poco efficienti dal punto di vista energetico. Dobbiamo trovare meccanismi incentivanti per consentire di diventare green anche a quanti vivono in questi complessi e non hanno
risorse da investire”, ha concluso Testa.
RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA
Il Rapporto dà grande spazio anche ai temi della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, un settore che rappresenta circa il 40% dei consumi finali dell’Unione europea. “L’Italia ha posto grande attenzione
alla prestazione energetica degli edifici, sebbene permangano ancora fattori che frenano il pieno sfruttamento
del potenziale di efficienza energetica a disposizione - spiega Roberto Moneta, direttore dell’Unità tecnica
efficienza energetica dell’ENEA -. Una maggiore e più incisiva informazione e migliori condizioni per l’accesso
agli strumenti finanziari sono fattori-chiave per far decollare gli ingenti investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo”.
XV
Dossier efficienza
Committenti: Silvana Lasia e Onorato Podestà - Quiliano (SV)
Amministratore dell’immobile: Luca Oliveri - Savona
Progettista e Direttore Lavori: Aachitetto Corrado Visini - Savona
Impresa esecutrice: Ferrelli & C. Snc - Spotorno (SV)
Isolamento Termico: Stiferite Class SK spessore 60 mm
FOCUS SUL MATERIALE
SOMMARIO
pag.
Efficienza energetica degli edifici: in 9 anni già investiti 28 miliardi
(Enea) .............................................................................................................................................................
III
Da detrazione a incentivo: il nuovo piano per la riqualificazione condominiale
(Virginio Trivella) .............................................................................................................................................
V
Isolare gli edifici con fibra di canapa per abbattere la trasmittanza termica
(Enea) .............................................................................................................................................................
X
Nuovi modelli di riqualificazione edilizia per aumentare efficienza e valore
delle case
(Habitech e Fiaip) ..........................................................................................................................................
XI
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Stampa: I.T.S. - Cavaglià (BI)
STIFERITE Class SK è un pannello sandwich costituito da un componente isolante in schiuma polyiso,
espansa senza l’impiego di CFC o HCFC, rivestito su entrambe le facce con velo vetro saturato.
Dimensioni Standard: mm 600 x 1200
Spessori standard: mm da 20 a 200
Conducibilità termica:
- λD=0,028 W/mK da 20 a 70 mm
- λD=0,026 W/mK da 80 a 110 mm
- λD=0,025 W/mK da 120 a 200 mm
Principali applicazioni: il pannello Class SK è indicato per l’isolamento dall’esterno: pareti con soluzioni
a cappotto e a facciata ventilata, ponti termici e sottoporticati. È prodotto da azienda certificata con sistema
di qualità ISO 9001, avente la marcatura di conformità CE su tutta la gamma.