1-10 - Scuola media Gordola e Brione V.
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1-10 - Scuola media Gordola e Brione V.
1 Ginger AZZURRA Soddisfazione, è questo quello che si prova dopo aver sofferto come l’acqua che cade in picchiata da una cascata e sbatte la testa sulle rocce? Sto morendo, e di questo ne sono perfettamente consapevole, e sperare in un miracolo è fuori discussione. Sebbene non avessi mai dato nessun motivo al mio fegato di ribellarsi, lui ha fatto di testa sua, e ora si sta facendo distruggere da un diabolico mostro. I miei genitori si erano sempre chiesti come una ragazza di sangue blu potesse avere un simile difetto, perché è così che veniva definito: un difetto! Il blu ha sempre caratterizzato la mia vita. Da piccola mia mamma mi diceva: “ piccolina mia, tu hai il sangue blu, e nessuno te lo può negare!” Potete immaginare come una bambina di cinque anni creda a tutto quello che le viene detto. Infatti la prima volta che mi sono tagliata e mi sono accorta che il mio sangue era rosso mi sono arrabbiata. Ci ho ripensato a lungo ma alla fine mi sono convinta che in un modo o nell’altro il mio sangue era blu e mi ero sempre aggrappata a questo. La mia esistenza è trascorsa troppo in fretta, la vita è stata dalla mia parte per vent’anni, ora che se ne sta andando mi sento completamente dispersa e sola. I miei genitori mi hanno rinnegata e non c’è nessuno seduto al mio capezzale. Sapere che sono di sangue blu mi è sempre stato di conforto e ora che i mie genitori me lo hanno negato, avendomi rinnegata, conosco solo un modo per riacquistarlo. Sapevo che ci sarei arrivata, e che avrei ottenuto quello che volevo, è sempre stato così. Ero anche cosciente che una volta arrivata il mio difetto, il cancro, avrebbe avuto la meglio e non me ne sarei andata più, tuttavia era l’unica cosa che avrebbe potuto rendermi felice. Avevo solo bisogno di coraggio. Oggi quando sono arrivata alla mia vecchia casa ho trovato la porta sfondata e i vetri fracassati. In quel preciso istante mi sono sentita così, come una casa sgangherata, ancora abbastanza giovane da stare in piedi ma troppo debole per restare intatta. Sono entrata e mi sino diretta verso la mia camera. Lì avevo sempre avuto il controllo della situazione, e nessuno poteva rubarmelo. Ho preso un foglio di carta e una penna e ho cominciato a scrivere: Cari mamma e papà, quando ho scoperto di essere ammalata mi sono arrabbiata moltissimo con voi. Mi avete sempre detto che ero perfetta. Quando avete parlato del mio male come un difetto imperdonabile e mi avete rinnegata mi è caduto il mondo addosso. Mi avete privata del sangue blu e della mia famiglia. Mi avete impedito di essere qualcuno. In questo momento mi viene da piangere, ma non ci riesco, perché so che se adesso versassi anche solo una lacrima ve la darei vinta, e non avete il diritto di vincere! Ora sono io che devo vincere, perché me lo merito. Vi voglio bene, nonostante tutto! AZZURRA Ho smesso di scrivere e ora sento il sangue scorrere improvvisamente più veloce, vedo le vene in rilievo e comincia a girarmi la testa. Mi accascio sul pavimento. Un dolore lancinante mi colpisce. Caccio un urlo, poi un altro, e un altro ancora. È di colpo il silenzio. Sento che sprofondo nel blu, nel mio blu, quel colore che ha sempre fatto parte di me. Vedo solo blu sempre più scuro. E di colpo arriva uno strano senso di soddisfazione che non avevo mai provato prima. In un attimo associai quel blu, che mi aveva sempre caratterizzata, alla sofferenza, e poi alla vita, e infine alla morte. Mi sto spegnendo definitivamente, lo so, me lo sento dentro. Non ho vissuto pienamente e la mia vita è stata quel che è stata, eppure so che ora neanche quel blu che mi ha sempre salvata riuscirà a salvarmi. 2 Fenirok Il ragazzo con la bombetta blu Ero su un aereo per il Mali e mentre guardavo dal finestrino notai qua e là delle nuvole soffici e candide come cuscini. Mi assopii al solo sguardo e dopo qualche minuto mi addormentai con la faccia attaccata al minuscolo finestrino. Non so dopo quanto tempo mi risvegliai ma lo feci in un posto assai sconosciuto, ma anche molto familiare. Mi guardai intorno e stentai a credere che sotto di me c’era il vuoto, ebbi un attacco di panico pensando che mi avessero buttato fuori dall’aereo, ma non stavo cadendo, ero fermo e galleggiavo su quella che sembrava una nuvola, così seppi che ero nel cielo. Era una sensazione strana, risenti o impaurito ma allo stesso tempo libero e spensierato come un passerotto in estate. Stetti a guardare quella vista mozzafiato per qualche minuto, finche in lontananza non vidi qualcuno avvicinarsi verso di me: non poteva essere un adulto dato che era piuttosto basso, guardai meglio e notai che era un ragazzo di colore che non aveva più di dieci anni e indossava una camicia bianca dei jeans corti e dei sandali, ma l’abbigliamento più stravagante era una bombetta di colore azzurro acceso. Arrivò fino ad un metro di distanza da me e mi disse: << Ciao>> <<Ciao>> risposi in tono sorpreso. <<Come ti chiami ?>> Chiesi con interesse << Jamal. E tu ? >> <<Jhon. Mi chiamo Jhon>> << Sai dove siamo ? >> Il ragazzo mi guardò, sorrise, e disse << Nel cielo>> <<Questo l’ho notato>> <<Allora perché hai chiesto ?>> <<Per sapere dove mi trovo>> Risposi un po’ seccato. << Perché non sei felice ?>> << Perché sono disperso nel cielo !>> <<Cosa c’è di male ? È bellissimo qua, ti puoi tuffare nelle nuvole ed ammirare il fantastico paesaggio>> << Ma ci sono cose più importanti, come una struttura economica solida o …>> non mi lasciò finire la frase e disse << Soldi ? Pensi che i soldi siano più importanti di questo>> Fece un gesto con le braccia per indicare tutto quello era intorno a noi. << Tu devi imparare>> <<Cosa ?>> Mentre posi la domanda il bambino si girò e cominciò a correre nella direzione da dove era venuto. Mi dissi che ero stupido, ma lo inseguì. Passarono circa dieci minuti e ancora non si era fermato: avevo la gola secca e le gambe tremolanti. Passò ancora un po’ di tempo e finalmente il ragazzino si fermò. Arrivai vicino a lui con le mani sulle ginocchia e gli chiesi affannosamente << Perché … hai corso ?>> <<Per farti vedere>> <<Cosa ? >> <<Quello>> rispose indicando un minuscolo villaggio che quasi non si vedeva. << Quello è il mio villaggio. Non abbiamo tanto cibo, acqua, ma siamo felici lo stesso perché abbiamo una famiglia unita e senza rivalità. Sono queste le cose importanti della vita, non i soldi che non procurano altro che guerre e liti>> Nel suo tono c’era un’ intonazione di tristezza. << Ho capito >> dissi deciso << Avevo intenzione di passare delle belle vacanze, ma adesso non credo di volerle ancora …>> << Puoi fare le tue vacanze, ma potresti, ma potresti farle aiutando le persone più bisognose e povere >> mi disse sorridendo. Lo guardai e dissi qualcosa che non dicevo più da tempo << Grazie>> << Non c’è di che >> rispose con un semplice, ma bellissimo sorriso. << Mi fai vedere la tua famiglia ? >> chiesi a jamal << Si, mi piacerebbe molto >> rispose con entusiasmo. Scendemmo lentamente, come se ci fosse una scala invisibile. Arrivammo al villaggio dove tutti avevano qualcosa da fare: chi tagliava la legna, chi preparava la cena, chi curava gli animali,… . Persino i bambini aiutavano la madre a portare l’acqua. << Quella è mia mamma>> disse Jamal. << Possono vederci ? >> chiesi sbalordito dato che nessuno ci osservava. << Veramente sei tu che non vuoi che ci vedano >> << Spiegati meglio >> << Bhè questo è il tuo sogno, puoi decidere tu cosa vedere o sentire >> << Allora questo è un sogno >> dissi con gioia. << Chiaro che è un sogno >> << Allora volendo potrei svegliarmi ? >> << Si >>. Lo guardai e dissi << Mi hai dato molto su cui riflettere >> << È stato un piacere Jhon >> Mi svegliai di colpo ed ero di nuovo nell’ aereo. Guardai sul sedile di fianco, risi : sopra c’era posata una bombetta azzurra. FINE 3 NemoandAngels Sogno per un mare C'era una volta una ragazza di nome Lilia che aveva gli occhi blu come il mare e i capelli biondi e ondulati che gli arrivavano fino a metà schiena. Ella abitava con sua madre in un paese non molto conosciuto e nella sua classe erano al massimo dieci allievi e non aveva amici. Quando c'era la pausa lei stava su una panchina a leggere. A casa o faceva i compiti o aiutava sua madre. Era una ragazza molto tranquilla e il suo desiderio era di andare al mare almeno una volta, era uguale in quale mare voleva andare, l'unica importanza era che voleva vedere un mare dal vivo e non sempre su delle foto o dei libri. Per Lilia sua madre era la persona più importante del mondo e senza di lei non era mai felice. Non mancava molto al suo compleanno e per posta era arrivato un pacco per lei, dentro c'erano due biglietti per un viaggio in Grecia e una collana con una perla bianca. Dove sarebbero andati loro non c'è mare. Il viaggio era fra cinque giorni proprio il giorno del compleanno e loro avevano già preparato le valigie. Per gli scolari mancava poco alle vacanze e tutti erano già pronti per partire in viaggio per destinazione New York, Parigi, Londra, .... Invece Lilia andava normalmente dai suoi nonni. Era l'ultimo giorno di scuola e tutti erano a pulire le aule, a riempire gli zaini con classatori, a salutare gli amici, .... All'ultima ora avevano ricevuto i voti e quelli di Lilia erano molto belli. Appena era arrivata a casa erano già pronti per prendere l'aereo e partire. Era la prima volta che prendevano l'aereo e per la prima volta Lilia aveva visto il mare. Il mare era bellissimo e la perla era diventata blu come gli occhi di Lilia. Appena scese dall'aereo erano entrati nell'hotel di tre stelle, ma per Lilia sembrava un hotel di cinque stelle talmente era bello. A pranzo erano scesi per andare in mensa a mangiare. Mentre che mangiavano stavono parlando e la madre di Lilia disse che quando erano nell'aereo ella aveva la collana che era diventata blu come il colore dei suoi occhi appena si vedeva il mare e le sembrava molto strano visto che era il suo desiderio più grande. Di pomeriggio uscirono per visitare la città e loro non avevano mai visto una città così spettacolare e di sera andarono a dormire. Lilia non riuscì a dormire e quindi uscì sul balcone, sulla stradina vide un cavallo tutto bianco con una piccola corona con un diamante blu. Ella scese e salì sul cavallo bianco. L'animale fece un lungo viaggio fino ad'arrivare in un mare. Era magnificamente bellissimo, gli occhi e la collana di Lilia e la piccola corona del cavallo bianco stavano brillando di color blu, uguale come il mare. Lilia aveva capito qualcosa ed era che doveva prendere la collana e la piccola corona ed entrare in mare. Appena aprì gli occhi vide una ragazza vestita tutta di blu che disse a Lilia di non arrendersi perché la vita è ancora lunga e non è mai troppo tardi per trovare amici o vedere il mare. La tua vita è così e nessuno la può cambiare, tranne te. Appena finì tutto Lilia si svegliò e si trovò in camera e capì che era tutto un sogno ma aveva la collana con una perla blu e una statuetta del cavallo bianco con la piccola corona. Lilia era tutta felice e si sentì un'altra e la cosa bella era che un giorno avrebbe visto di sicuro il mare. 4 Secreto Pintus La Sciarpa Blu Yan un ragauuo di quattordici anni, capelli castani occhi marroni e di statura media. Attualmente fa la terza media a Gordola, alla fine dell'anno scolastico si accorse di una ragazza, la ragazza che non lo aveva mai visto (non lo aveva mai notato a scuola). Quella ragazza venne da lui salutando e augurandogli buon estate, e tutto ciò lo face abbraciandolo e sorridendo. Il ragazzo la abracciò e li chiese come si chiama, la ragazza gli rispose con un sorriso mi chiamo Melanie, e tu? Io mi chiamo Yan. Yan mentre camminava verso casa non riscusisse a smettere di pensarla, capelli castani con mescs bionde, occhi castani e di mezza altezza, non riusciva a smetterla di pensarla di quonto era bella. Il ragazzo camminando verso coasa vide passare il bus di fianco a lui, guardò poco più in sù e vide lei con il suo fantastico sorriso, lei sporsa la testa fuori dal finestrino per salutarlo, ma poi la sciarpa li volò via. Lei non potè recuperarla, quindi tornai indietro e la perse, dentro di me pensai: devo ristituiriela, la sciarpa di un colore blu speranza, e li capì che la Melanie mi piaceva. Andai di corsa a casa e accesi il computer la cercai subito, gli chiesi l'amicizia su facebook,aspettai con anzia che lei accetasse, e in un istante prima che volessi spegnere il computer lei mi accetò l'amicizia, parlammo un po' e ci siamo messi d'accordo per vederci al lido di Tenero. L'appuntamento era che ci dovessimo vedere davanti al lido di Tenero alle 13.30, e cosi è stato. Passammo una bella giornata insieme, e ci siamo anche messi insieme. 5 Er Cipolla L’intesa crociata Dopo la lunga notte le quattro persone si svegliarono... - Dove siamo finiti? Che posto è questo? - Urlo una persona in un modo assurdo. Improvvisamente da uno schermo entro un video che disse in questo istante: -Buonasera gente... sono le venti di sera e tra poco vi serviremo la cena, vi abbiamo trasportati in un altro emisfero terrestre cioè lo “Spazio Blu”, fino ad oggi nella vostra vita non avete fatto molto, avete rubato, trafficato droga, spiato la gente. Avrete dieci giorni di tempo per superare tutte le prove, ci saranno delle prove che se non riuscirete a superare rischierete la morte. Dovrete raggiungere “L'Intesa Crociata” un portone che vi riporterà all'universo che vivavate fino a ieri. Se non riuscirete resterete in questo “Spazio Blu” per sempre fin che morte non vi separi, a voi la scelta! Le quattro persone dopo aver discusso fecero cena e il giorno iniziarano la prima prova. Nel biglietto della prova fu scritto: la prima prova consiste di fare una cosa di auto e uccedere gli zombie che trovate. Filippo è un ex pilota di auto(corse clandestine). Inizia la prova uccidendo tutti gli zombie e terminando la corsa giusto in tempo. La vita dei ragazzi e delle ragazze fu molto difficile il quale stanno affrontando molte prove difficili è qualcuno si è fatto male. Filippo il protagonista di questa corsa il quale è un ex pilota di corse clandestine (si è fatto cinque anni nel carcere di massima sicurezza ad Oxford), Viz anche lui criminale perchè rapinava banche. Poi c'è Veronica che non sarà una criminale ma tradiva tante volte i suoi ragazzi, infine Britney ex vice presidente dell'America per aver sfruttato i politici con atti sessuai a causa di questo attualmente stata sotto accusa e processo. Quindi le quattro persone rimedieranno se faranno tutte le prove a quello che hanno fatto in passato... la prova sucessiva sarà la piu semplice, l'argomento sono i film. La domanda è: cinque film di Jason Statham ognuno me ne deve dire uno Veronica:- Transporter Filippo:- Death Race Viz:- Italian Job Britney: ehm...Assassino Criminale Alla Fine i ragazzi non riescono a dire l'ultima domanda, quindi il creatore di questo gioco decise che Veronica fu obbligata a uccidere uno di loro. Uccise Britney... Filippo che era innamorata di lei decide di uccidere Veronica e poi si suicise. Alla fine Viz dovette passate tutto lo “Spazio Blu” ed entrare nel “L'Intesa Crociata” il quale tornò nell'universo. Da quel giorno capì quello che aveva passato nell'emisfero blu è decise di lavorare legalmente a pure i WC. 6 K-O Joe Se potessi Da qualche tempo, credo che ci stiamo rendendo conto degli enormi danni che stiamo procurando all'ambiente. Sia chiaro che con “ambiente” non intendo soltanto la natura e il verde che ci circonda, ma qualcosa di più complesso, formato da diversi elementi collegati tra loro e che devono funzionare in perfetto equilibrio, come gli spazi verdi, i corsi d'acqua, gli animali e l'uomo. Se questo equilibrio venisse a mancare, l'intero sistema rischierebbe di essere distrutto. Nel corso del tempo, la Terra ha saputo sopportare cambiamenti radicali e talvolta devastanti, operati sia dall'uomo sia dalla natura stessa. Attualmente, si è giunti a un punto in cui il pianeta non è più in grado di far fronte all'azione degli esseri umani. L'inquinamento, ormai, è una caratteristica di tutte le grandi città, soffocate dallo smog causato dalle fabbriche e dai gas di scarico delle automobili. Fino a oggi, l'uomo ha creduto insensatamente che la natura fosse un bene inesauribile e ha agito di conseguenza. Solo di recente ci stiamo accorgendo che tutto questo non è vero. La natura può essere molto forte nelle sue manifestazioni ma, allo stesso tempo, è un meccanismo fragilissimo. Se potessi ridisegnare il mondo, lo ridisegnerei diverso da quello attuale. Farei città colorate come quelle che si vedono nei fumetti di Topolino, case basse e dipinte color pastello e ognuna con un piccolo giardino. Sopra il tetto di ogni casa, installerei dei grandi pannelli solari, affinché essi possano sfruttare l'energia necessaria per l' approvvigionamento della casa 365 giorni l'anno. Intorno alle città creerei dei boschi e giardini, un parco per ogni quartiere e costruirei in vetro gli edifici più grandi, come delle gigantesche serre in cui, nella stagione invernale, sia possibile praticare attività sportive come, ad esempio, il calcio o, più semplicemente, leggere un libro o bere un caffè. Vorrei far circolare le automobili in tunnel sotterranei dotati di potenti filtri al fine di diminuire le emissioni nocive nell'aria. Per la stagione più calda, costruirei laghetti artificiali per far sì che, anche chi non ha la possibilità di recarsi al mare, riesca a riposarsi e fare un bagno in tutta tranquillità senza doversi spostare troppo. Le fabbriche, tutte dotate di depuratori e sottoposte a rigidi controlli con lo scopo di farle inquinare il meno possibile, dovrebbero essere nascoste da muri di piante rampicanti così da sembrare parte del paesaggio. Vorrei anche che le persone capissero quanto sia importante e facile riciclare, al fine di non danneggiare più la natura e il verde che ci circonda. Insomma, se potessi ridisegnare il mondo, vorrei che fosse più bello e che le nostre città fossero più vivibili per tutti. Purtroppo, non posso fare tutto questo. Ognuno di noi, però, nel suo piccolo, può contribuire a rispettare l'ambiente affinché il nostro enorme geoide blu possa continuare a conservarsi ancora a lungo. Forse, così facendo, tutti potremmo imparare ad avere più rispetto del mondo in cui viviamo così che, chi verrà dopo di noi, ne potrà godere allo stesso modo, se non di più. 7 Moveyoursoul Tutù blu Mancano poche ore e devo esibirmi, il mio tutù blu è lavato e pronto per essere indossato. La danza classica mi ha sempre appassionata da quando ero piccola fino ad adesso che ho quattordici anni. Non sono mai stata una ragazza semplice, non mi va mai bene niente. In effetti il tutù blu non è comune nella danza classica, di solito c’è quello rosa, ma io non mi rispecchio nel rosa. Quindi, testarda come sono, l’ho voluto blu. Tutte le mie compagne mi prendono in giro solo per il fatto che sono diversa, ma io le guardo e rido perché sembrano fatte tutte con lo stampino. È ora di indossarlo, mi infilo il tutù, sistemo i capelli e metto le mie scarpette nere, ovviamente. Manca più o meno un’ora allo spettacolo e non sono molto agitata. Metto le cuffie nelle orecchie e comincio ad allenarmi, ma non con la solita musica classica, bensì con gli ACDC, che mi fanno scaricare la tensione. Amo la musica, quella rock in particolare, mi da un senso di sicurezza e forza ogni volta che infilo il mio tutù blu. La mia maestra di danza non è una santa, ma sa insegnare bene e pretende molto, nemmeno lei sopporta tanto le mie compagne. Mancano pochi minuti al grande evento, sono agitata ed eccitata, in palio c’è una borsa di studio per una scuola di danza molto importante. Faccio qualche esercizio per scaldare i muscoli, bacio la foto dei miei genitori che mi guardano da lassù ed entro in scena, le luci sono puntate su di me, tutti mi guardano e l’adrenalina si sta scatenando dentro di me. Da dietro le quinte intravedo le mie compagne che mi indicano e sghignazzano. Ma non ci faccio caso perché ormai la musica è già entrata dentro il mio corpo e comincio a ballare, ballare e ballare. Finita la mia esibizione, mi inchino e con un sorriso esco dal palcoscenico. Sarebbe davvero bello se vincessi, ma so che se perdessi i miei genitori sarebbero comunque fieri di me. La vincitrice è stata annunciata, ci ho messo tutta l’anima, le mie forze e il mio amore per la danza, ma purtroppo non ho vinto. È Caroline la vincitrice, ma scommetto che non farà molta strada con quel caratterino. Anche se non ho vinto, non mi arrendo, io con il mio tutù blu andremo in giro per il mondo a ballare. 8 Coccinella Povero ma meraviglioso Domani partirò per un lungo viaggio, andrò nel nord dellʼIndia, nello stato del Rajesthan, in una cittadina che viene soprannominata “Città Blu”, questo nome lo prende dalle sue particolari case: di colore blu. Giunta allʼaeroporto di Yodhur( recuperate le valigie e le borse ) uscii da questo piccolo ma accogliente via di transito: una puzza molto forte mi pervase, non riuscivo più a respirare dal naso, ma solo dalla bocca, e la testa mi girava. Sapevo già cosa era una puzza molto forte perché ero stata nelle tribù namibiane: dagli Himba, loro puzzavano in un modo estremo di capra, ma mai allo stesso modo di questa cittadina. Scoprii subito da dove proveniva quella puzza: dalle fognature, erano allʼaperto, ma non era abbastanza, ci si metteva pure lo sterco di mucca, un animale ritenuto sacro in India. Il mio “albergo”, se si può chiamare così non era molto distante dallʼaeroporto, 20 minuti In TAXI, non erano TAXI normali, erano di colore blu e con sole tre ruote. Il mattino seguente mi avventurai per la cittadina vecchia ed incontrai la persona più anziana. Mi disse che questa città aveva qualcosa di magico, ma che poche persone avevano scoperto di cosa si trattava. Lʼanziano signore non dava nessun indizio a nessuno, perché aveva il timore che troppe persone avrebbero scoperto questo segreto, attirando troppi turisti che avrebbero trasformato la sua città. Mi incamminai nel centro storico e notai subito una casa che era diversa dalle altre: era di colore bianco ma la porta, anche se molto piccola, era blu. Incuriosita mi accostai al lato della casa, bussai ma nessuno rispose, allora provai a vedere se la porta era chiusa, no era aperta, la aprii, feci un passo in avanti, ma al posto del pavimento non cʼera niente, vuoto assoluto. Tutto ad un tratto non vidi più niente, mi sentii svenire. Dopo un tempo indeterminato una luce abbagliante mi penetrò negli occhi, li aprii. Mi sembrò di trovarmi in un paese del Medio Oriente, ma non sapevo dove! Davanti a me avevo uno splendido giardino, parco, con al suo interno tutti i fiori e le piante di questo mondo, dalle più comuni alle meno. Di una cosa ne ero certo: mi trovavo a Babilonia. Allʼentrata di questo giardino cʼera una piccola porticina blu, mi ci infilai dentro e ancora una volta vidi tutto nero, voilà ancora una volta una luce abbagliante mi penetrò negli occhi, li aprii e vidi che mi trovavo a Rodi, questo lo sapevo perché prima di partire per questo viaggio feci una piccola vacanza proprio su quellʼisola. Davanti a me avevo una delle sette meraviglie storiche: Il colosso di Rodi, stupendo, maestoso, lʼaltro non poteva che non essere i giardini pensili di Babilonia. Così per altre cinque volte: mi infilai in una piccola porticina blu, per un tempo indeterminato non vedevo più niente ed in seguito una luce abbagliante mi penetrava negli occhi, finché non le vidi tutte. I giardini pensili di Babilonia; il colosso di Rodi; il mausoleo di Alicarnasso; il tempio di Artemide; la statua di Zeus; la piramide di Cheope ed infine il faro di Alessandria. Rientrata in India dallʼultima meraviglia, il faro di Alessandria, incontrai di nuovo il vecchio saggio della città, e mi disse: - hai lustrato per bene gli occhi? - si, sono veramente delle meraviglie!! - io e i miei altri sei aiutanti possediamo queste sette meraviglie, ora devo andare, buon viaggio, spero che tu abbia ancora del tempo per visitare la nostra città, non devi preoccuparti, il resto delle abitazioni sono normali. Da questo viaggio, in un paese veramente povero, ho imparato a scoprire le piccole cose e le persone in modo diverso, ad avere più rispetto verso gli altri mettendo senza nessuna fatica un sorriso sul mio viso. 9 Freedom Nel blu ritrovai me stesso Papà era allenatore della squadra di calcio del nostro paesino, a formare la squadra eravamo io e altri dieci miei amici. Una sera avevamo una partita molto importante: la finale di coppa Ticino. Era la prima volta che la nostra squadra andava alla finale. In tardo pomeriggio ci mettemmo in moto per non arrivare in ritardo, il sole rifletteva attraverso il finestrino anteriore della nostra Citroën, illuminando il grande sorriso stampato sul viso di mio padre. Era la prima volta che lo vedevo così felice dopo la morte di mia madre, avvenuta quando sono venuto al mondo io, cioè 10 anni fa. Non posso descriverla perché Papà non mi mostrò mai una sua foto. Però quella mattina, papà era diverso, a suo modo sembrava felice, tutto sembrava finalmente perfetto. La bellezza di quella calda giornata dʼinizio primavera e la felice atmosfera presente nella nostra macchina sono lʼultimo limpido ricordo che ho del vero mondo. Il brutale incidente che facemmo dopo sto cercando ancora adesso di dimenticarlo, ma è unʼimpresa praticamente impossibile visto che è ciò che cambiò il resto dei miei giorni. Anche se la mia vita non mi piaceva più di quel tanto, avevo una pazza voglia di vivere, ma quella voglia scomparve dopo aver capito il mio vero stato, dopo aver capito che avevo i giorni contati. Le squallide pareti dellʼospedale e le lacrime di disperazione di mio padre, non aiutavano di certo a rendere il tutto più vivibile. Il tutto cambiò una settimana dopo il mio arrivo allʼospedale, era il venerdì 18 Marzo 1994 mattina: quando mi svegliai le quattro pareti che mi ospitavano erano ricoperte da tanti fiori, ce nʼerano di tutti i colori. I fiori pian piano mi raggiungevano, arrivandomi così vicino che potevo persino sentirne il dolce odore. Dalla finestra non si vedeva più la strada con i suoi passanti, ma una chiara luce aveva preso il suo posto, illuminando tutta la mia stanza, facendola apparire addirittura bella. Il tutto era già molto irreale, ma poi si aggiunse pure quella calda voce femminile, mi stava chiamando? Girai istintivamente la testa a destra, poi a sinistra, in basso e infine in alto, ed eccola li, una donna bellissima, portava un lungo abito blu scuro che metteva in evidenza le curve femminili e dalla schiena apparivano due grandi ali, bianche come la neve e soffici come le nuvole. Era un angelo. Mi porse la mano, ed io senza porre alcuna resistenza lʼafferrai, era calda. Assieme entrammo in un mondo tutto blu, blu come il mare, blu come il cielo e blu come lʼaria. Sotto di noi non vi si trovava niente… stavamo volando… Anche se mi sentivo al sicuro preso dalla paura strinsi ancora più forte la fragile mano della donna, i biondi capelli ondulati le sfioravano leggermente le spalle, gli occhi color nocciola trasmettevano la felicità e dalle sue labbra socchiuse usciva una melodia, la melodia della libertà. Ogni tanto qua e là sʼincrociavano alti angeli, tutti bellissimi, che ti salutavano con un ampio sorriso, facendoti sentire parte di quel mondo. Li erano tutti felici, tutti pieni di vita. A un certo punto tutto intorno a noi cambiò, ci circondavano immense bolle blu. Ognuna di queste bolle rappresentava unʼimmagine diversa, ma erano tutte collegate tra di loro, perché rappresentavano tutte immagini della mia vita. Guardando queste bolle ripercorsi tutta la mia infanzia, tutta la mia corta vita reale, e mi resi conto che per finire non era male. Sulla terra la vita è bella, però anche se avrei la possibilità di tornare indietro non lo farei perché in questo nuovo mondo mi sento più a mio agio, e non solo: quassù sento battere il mio cuore, cosa che nella vera realtà non succede più. E magari chissà, in questo mio nuovo mondo, in questa mia seconda vita un giorni avrò lʼoccasione di incontrare mia madre. 10 Sidney L’Australia Certo allʼapparenza lʼAustralia non si direbbe affatto “il continente blu”, sarebbe meglio dire “il continente arancio” per la sua moltitudine di deserti. Forse io lo chiamo cosi per la Great Ocean Road, per la Great Barrier Reef o fore per la Gold Coast. Era da anni che volevo andare in Australia, e adesso che ho diciannove anni finalmente sono partita assieme alla mia migliore amica Eunice. Abbiamo iniziato il tour partendo da Adelaide. Lì abbiamo visitato lʼAustralian North Museum e abbiamo passeggiato per i suoi ristoranti e caffè, abbiamo fatto anche un giro in barca lungo il fiume Torrens per apprezzare questa città anche da un altro punto di vista. Il secondo giorno decidemmo di visitare Freelling, un piccolo paese in cui hanno girato una serie tv australiana. Ci trovavamo a solo unʼora di macchina dalla città ed era tutto differente, attorno a noi cʼerano poche case e pianure immense. Al terzo giorno abbiamo preso un volo per Melbourne, abbiamo visitato la città e poi noleggiato unʼauto per percorrere la Great Ocean Road, una strada che costeggia lʼoceano per 243 km. Ci fermammo per vedere la formazione di rocce dei dodici apostoli e facemmo brevi soste per fare qualche fotografia. Raggiungemmo Brisbaine, la città che si trova alla fine della Great Ocean Road, a tarda sera. Il giorno seguente la visitammo e poi prendemmo un volo per Sydney. A Sydney visitammo subito lʼOpera Hause e salimmo sullʼHarbour Bridge. I giorni a Sydney passarono velocissimi, visitammo lʼHyde Park, cenammo nella Sydney Tower, passammo un giorno in spiaggia a prendere il sole e a fare surf, e la sera in locali a ballare. Un giorno andammo a Canberra, capitale dellʼAustralia. Il mattino seguente prendemmo un volo per Alice Springs. Il primo giorno visitammo la città mentre il secondo andammo al Kata Tjuta e allʼUlurù, il monolite più grande al mondo. AllʼUlurù incontrammo gli aborigeni, lʼUlurù è la loro montagna sacra. Restammo allʼUlurù fino al tramonto per vederlo cambiare colore. Alla sera raggiunsimo lʼAyers Rock Resort e cenammo nel suo ristorante, mangiammo tartine di coccodrillo, una loro specialità. Al termine della cena i gestori del ristorante aprirono il tetto per farci guardare le stelle. Undicesimo giorno in Australia: volo per la Gold Coast. Si dice che la Gold Coast sia il posto più frenetico dellʼAustralia, fu un grosso cambiamento dal deserto. Alloggiammo a Surfer Paradise. Restammo quattro giorni nella Gold Coast e poi andammo alla Grande Barriera Corallina. Visitai Townsville e Cairns. Da Cairns raggiungemmo lʼhotel sullʼisolotto corallino di Green Island. Lì abbiamo fatto immersione, snorkeling e un giro in barca, per ammirare al massimo questo posto fantastico. Il giorno successivo prendemmo un volo per Darwin, la capitale del Northern Territory. Visitammo la città, la prigione, passeggiammo in centro e facemmo un giro in barca nel vasto porto di Darwin Harbour. Una sera andammo in un locale e un ragazzo francese mi chiese di ballare. Fine serata ci scambiammo i numeri, lui mi diede un bacio e mi disse je tʼaime, io gli sorrisi e lo salutai… Non volevo storie complicate, ormai dovevo partire. Finiti i nostri giorni a Darwin partimmo per visitare il Kakadu National Park che si trova a est di Darwin e da lì andammo nel Kimberley, West Australia e poi a Perth, la città più remota del mondo. Perth si trova sul fiume Swan e le sue spiagge sono tra le più belle dʼAustralia. Ormai le nostre vacanze erano finite, prendemmo lʼareo e arrivammo a casa a tarda sera. Erano passate due settimane dal mio ritorno in Svizzera quando squillò il telefono, era lui, il francese di Darwin, mi disse che mi amava, come mi aveva detto quella sera, non ho mai creduto nellʼamore a prima vista, come si fa ad innamorarsi di una persona in uno sguardo? Bè a quanto pare è possibile. Non so perché, ma qualcosa mi diceva di andare da lui ed è quello che decisi di fare: a settembre mi trasferisco a Darwin, e poi? poi si vedrà ...