Storie di giovani con la vita in spalla

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Storie di giovani con la vita in spalla
anno 88, n. 26 - 9 luglio 2015 Tariffa R.O.C. “Poste Italiane spa - Settimanale Sped in Abb. Post. - Pubbl. inf. 45%
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1 comma 1, CN/FC” - Iscrizione al registro stampa del Tribunale di Forlì n. 471/1974
Chiuso in redazione il 6/07/2015 - € 1.20 - Tariffa pagata - Taxe percue
GLI "ON" FORLIVESI
La città vista dai parlamentari
locali Di Maio, Molea e Pini
DROGA & C.
Nel 2014 sono stati 1150
gli utenti del SERT di Forlì
famiglia
Le proposte della Consulta
e il weekend ignaziano
Enrico Pasini a pag. 3
Laura Bertozzi a pag. 4
Nostri servizi a pag. 18
Editoriale
Non ci resta
che... vivere
“#nonsaidichetifai”.
È l’hastag che il Corriere
della Sera ha lanciato le
scorse settimane per una
iniziativa multimediale
contro le nuove droghe.
“A colpirci - scrive Luigi Ripamonti - è stata la
comparsa sulla scena della
‘droga Facebook’, una
pastiglia con stampigliato il
simbolo del famoso social
network. Abbiamo allora
tentato di preparare una
scheda con le 10 pasticche
che sembrano innocue ma
ti bruciano il cervello. Non
ci siamo riusciti. Perché
non sono 10, neppure
100, ma molte di più, e ne
arrivano ogni giorno di
nuove...”.
Ma non è solo la droga a
uccidere le speranze dei
giovani, è anche il proliferare del gioco d’azzardo
(con lo Stato compiacente)
la mancanza di lavoro,
l’egoismo delle varie caste
nel conservare i propri
privilegi, la corruzione dilagante... Non ci resta che
piangere? Forse qualcuno
potrà pensare di sì, noi
vogliamo credere di no e
lo facciamo dedicando l’apertura e il focus di questo
numero ai giovani e alle
loro scommesse sulla vita.
Non ci resta che... vivere.
Storie di giovani con la vita in spalla
“
Lorenzo coi disabili, Anna con Libera, Enrico pellegrino, Martina startup, Davide alla ricerca di se stesso...
L’estate della crisi,
della disoccupazione e del solleone, ci
consegna storie di giovani
innamorati della vita. C’è
Lorenzo che non molla da
anni le vacanze con i disabili a Sappada, Alessandra appena tornata dalla
Colombia, con l'operazione
Colomba, Martina che
si cimenta con il lavoro,
Anna, appena 16 anni,
che conclude il noviziato
con Libera, Davide che dal
Mugello cammina fino in
Spagna per fare chiarezza
in se stesso ed Enrico e
Paolo, figlio ed padre, pellegrini fino ad Assisi.
Servizi a pagg. 12-13
...Alessandra è appena rientrata dalla Colombia dove opera con l'associazione comunità Papa Giovanni XXIII nella missione di pace "Operazione Colomba"
Il pizzicotto
Critica a fin di bene
la vignetta della settimana
Rifiuti organici in decomposizione, macerie, eternit,
rifiuti pericolosi, scarti vegetali sono stati sversati da
un cittadino a fianco al Santuario di Fornò.
Il gesto è stato filmato e il cittadino multato di appena
600 euro.
La prossima volta i vandali scaricheranno direttamente
in chiesa. Il Papa non dice di accogliere i rifiuti?
luciano sedioli
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costume
2
Un Momento
Momento in
in cucina
cucina
Un
a cura di Cecilia Sedioli
9 luglio 2015
A confronto
su:&xxxxxxxxxxx
Porte aperte
Porte chiuse
Torta di frutta
Ecco la ricetta
di una torta
semplicissima, a
basso contenuto
di grassi e piena
di buona frutta
di stagione!
Questa è la
ricetta base, ma
voi potete fare
tutte le varianti
che volete: cambiare tipo di frutta, gusto di yogurt,
utilizzare farine diverse ecc.. Il mio consiglio è quello di provarla prima in questa versione e poi fare
tutte le variazioni che preferite (questa è una buona
regola per tutte le ricette).
Gli ingredienti sono:
• 4 uova;
• 200 g di yogurt alla vaniglia;
• 1 bicchiere di zucchero;
• 3 bicchieri di farina;
• 1 bustina di lievito;
• latte q.b.;
• scorza di un limone bio;
• 2 albicocche;
• 2 pesche;
• 1 mela;
• un cestino di ribes;
• una manciata di noci.
Dividete i tuorli dagli albumi; montate gli albumi a
neve ferma e metteteli da parte.
In un'altra ciotola (sempre con le stesse fruste, non
occorre lavarle) sbattete i tuorli con lo zucchero (tenendone da parte due cucchiai), unite poi la scorza
grattugiata del limone, lo yogurt e infine la farina
mescolata con il lievito; se il composto risultasse
troppo duro potete aggiungere un po' di latte. Ora
incorporate, delicatamente e con movimenti dal
basso verso l'alto, gli albumi. Lavate le albicocche e
le pesche e tagliatele a cubetti grossolani (se usate le
nettarine non togliete la buccia!), sbucciate una mela
e fate a pezzetti anche quella, lavate i ribes e sgranateli; infarinate leggermente i pezzi di frutta (così
non andranno tutti sul fondo) e uniteli all'impasto
mescolando delicatamente. Foderate una tortiera
con la carta da forno, versate l'impasto, spolverizzate con lo zucchero rimasto e decorate con le noci.
Cuocete in forno preriscaldato per circa 50 minuti.
P.s. Vi ricordo che queste torte senza burro nè olio
si seccano subito: nel caso ne rimanga (non capita
quasi mai!) mettela in frigo in un contenitore chiuso.
P.p.s. Se avete fretta o non avete le fruste potete
anche utilizzare le uova intere senza montare gli albumi: viene buona lo stesso, anche se un po' meno
soffice!
“Bici e Solidarietà”
Un giovane su due gioca
Partiti da Milano il 26 giugno,
dopo nove
tappe, da nord a
sud, sono giunti
a Carovigno in
Puglia. Sono i
ciclisti dell’associazione “Bici e
Solidarietà” di
Carovigno. Mille
chilometri su
due ruote, oltre
120 al giorno,
per incontrare
piccoli e grandi
scrittori italiani, proporre libri in una veste meno informale, ma altrettanto efficace, di una classica presentazione e condividere così l’amore per la lettura.
Cinque i ciclisti impegnati nell’impresa: il capitano
Mimmo Ciaccia, “inventore” insieme allo scrittore
Gino Marchitelli dell’iniziativa, Saturno Brioschi,
Stefano Lino, Vito Bagnulo e Gilberto Sacchi.
“Il senso del nostro pedalare è proprio quello della
solidarietà, del portare attenzione su temi legati all’emarginazione, alla legalità, al disagio. In questo caso,
anche su sollecitazione dello scrittore Gino Marchitelli, abbiamo voluto incentrare il nostro circuito
su alcuni scrittori per riportare al centro il valore
del libro, delle storie raccontate”, ha sottolineato il
capitano Ciaccia.
Sono 1,3 milioni
i giovani tra i 14
e i 19 anni che
nel 2014 hanno
provato il gioco
d’azzardo: vale a
dire il 54% di coloro che frequentano
le superiori: poco
più di uno studente
su due. Fortunatamente il 35% di
questi gioca raramente (meno di
una volta al mese)
e il 9% una volta
al mese, ma è del 10% la quota di coloro che tentano
la sorte almeno una volta a settimana, rientrando nella
fascia a rischio dei "frequent player", i giocatori costanti. Tra i minorenni ha giocato in almeno un’occasione
il 51%. L’87% degli studenti ha però coscienza che il
gioco può trasformarsi in dipendenza.
Sono i dati emersi dalla ricerca dell’osservatorio Young
Millenials Monitor, realizzato da Nomisma in collaborazione con l’Università di Bologna. La ricerca è stata
condotta su 580 classi in tutta Italia, coinvolgendo
oltre 14mila ragazzi. La maggior parte degli studenti ha
giocato per curiosità (30%), il 23% "per caso" e il 14%
perché altri amici già giocavano. Nella classifica dei
giochi, al primo posto si colloca il Gratta&Vinci.
Tratto da Avvenire
Cent’anni fa di Umberto Pasqui
L'opera dei cattolici durante la guerra
Si è già accennato, la scorsa settimana, all'apertura del Ritrovo militare presso i locali del Seminario
a pochi passi dalla Cattedrale. Era
il 27 giugno 1915. Per l'occasione
“La compagnia filodrammatica
Silvio Pellico dava con successo
clamoroso Il Piccolo Parigino e
con eguale successo l'11 luglio
i Filodrammatici dell'Istituto S.
Luigi davano L'irreparabile”. Così
almeno si apprende leggendo il
periodico “La Madonna del Fuoco” del 4 agosto 1915. Sempre
riguardo al Ritrovo, è scritto: “Si
vide ben presto che la benefica
istituzione rispondeva ad un vero
bisogno, mancando spesso la rela-
zione tra famiglie e soldati per la
mancanza di comodità di scrivere.
Notiamo poi con quanta brama i
soldati cercano i gruppi fotografici da mandare alle loro famiglie”.
Se “le sale di scrittura divenivano
troppo ristrette” per la corrispondenza, anche “la sala di lettura”
risultava piuttosto “gremita”. L'11
luglio, invece, fu inaugurata “la
bandiera del Can. Nediani che si
tiene esposta sulla strada”, mentre
“fu benedetta il giorno 18 la grande bandiera data dai Successori
Michele Rapa e lavorata dalle Sig.
re Bovelacci, che ogni domenica
sarà portata in Duomo alla Messa
Militare. Madrina della bandie-
Settimanale d’informazione
della diocesi di Forlì-Bertinoro
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ra fu la signora Contessa Maria
Acquaderni Guarini e la benedizione fu data dal Rev.mo Can. A
Pasini”.
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3
9 luglio 2015
Com’è Forlì vista da Roma?
“
I problemi della periferia nell'attività dei parlamentari Di Maio, Molea e Pini
attualità
Centro Studi Giovanni Donati
Merita un posto
nella nuova ASL
Vista dal centro,
quello vero, il centro
del “potere”, la periferia
dell’area forlivese appare
meno piccola e irrilevante
di quanto possa sembrare,
e forse è stata, anche in un
recente passato.
Da un lato avere una
terna di parlamentari del
territorio, aiuta. Dall’altro, Forlì e il suo comprensorio “stanno dando
un’immagine di maggiore
dinamismo, si stanno
facendo conoscere fuori
confine grazie alle proprie
eccellenze e vocazioni”.
Parola del deputato del
Pd, Marco Di Maio, che
assieme a Bruno Molea
di Scelta Civica forma la
“squadra biancorossa” di
maggioranza. Con loro
siede in Parlamento, nei
banchi di Lega Nord e
quindi all’opposizione,
Gianluca Pini, membro
della Commissione Esteri
della Camera e il cui
sguardo, pur indirizzato
con costanza alle proprie
terre d’origine, ha di certo
al momento obiettivi più
critici sui quali posarsi.
Di Maio e Molea sono,
comunque, osservatori
privilegiati del rapporto
Roma-Forlì e se il punto
di partenza sono le eccellenze e le vocazioni, a loro
spetta anche spiegare quali
siano.
“L’alta formazione, un
Polo universitario di qualità riconosciuta e un dna
culturale ormai affermato”, afferma Di Maio, e
Molea lo segue a ruota.
“La città sta dimostrando
che la cultura non è un costo ma un valore - spiega e anche il turismo sportivo
sta contraddistinguendo il
nostro territorio, assieme
ad un’imprenditoria sana
e ingegnosa che, abbinata
all’intelligenza di cittadini
e istituzioni, alla capacità
di dialogo e coesione, ha
saputo affrontare la crisi
Marco Di Maio (PD)
Bruno Molea (Scelta Civica)
Gianluca Pini (Lega Nord)
meglio che altrove”.
Il forlivese, però, sa anche
dialogare con i Palazzi?
“Non sempre - sospira
Di Maio -. Quando non
avevamo parlamentari
eravamo esclusi da un
sistema di relazioni, o
almeno non avevamo rapporti continuativi e questo
ci ha penalizzato. Spesso
per spiegare i problemi
che i nostri concittadini
non conoscono, dobbiamo partire dall’Abc. E ora
che le risorse sono poche,
recuperare e dare risposte celeri non è sempre
facile”.
Esempi? “Scalo merci,
terzo lotto della Tangenziale, aeroporto, nuovo
carcere”.
Opere per il momento
incompiute e nodi storici
su cui anche l’on. Bruno
Molea pone l’accento. “Sul
carcere mi sto battendo
molto, perché il suo trasferimento è basilare per
la dignità dei detenuti, di
chi ci lavora, e anche per
la città, che si riapproprierebbe di un sito di pregio
come la Rocca. Abbiamo
però anche il problema
dei collegamenti, aerei,
ferroviari, stradali con la
montagna: in quest’epoca bisogna intercettare
i flussi, restare isolati
sarebbe fatale”. Tra i vari
nei, c’è anche quello della
sicurezza? “No - frenano
in coro -. Per carità, non
dobbiamo accontentarci
ma a Roma ci invidiano:
restiamo un territorio che
per qualità della vita è in
fascia alta”.
Un ultimo aspetto, sempre
più strategico, del rap-
porto nazionale-locale, è
quello dei nuovi assetti
istituzionali. “Per coniugare risparmio e qualità dei
servizi bisogna ragionare
su area vasta territoriale,
ma questi processi non si
inventano dalla sera alla
mattina e le mezze vie non
servono a nulla - ammette
Molea -. Le unioni dei
Comuni vanno bene, ma i
Comuni stessi sono troppi
e troppo piccoli: se non li
riduciamo, li condanniamo a morte”. Identico il
parere dell’esponente Pd.
“Il Governo dà importanti
contributi per le fusioni dei Comuni e questi
servono a fare strade, a
garantire i servizi. Fondersi vuole dire fare assieme,
non significa perdere la
propria identità”.
Enrico Pasini
Il Centro Studi "Giovanni Donati" per il Volontariato e la Solidarietà, fa fatica a trovare una sua
collocazione nei nuovi assetti dell’ASL Romagna. Si
moltiplicano gli incontri del nuovo direttore generale , Tonini, con tutte le realtà mediche, politiche,
sindacali , ma non si trova il tempo per incontrare
questa realtà che rappresenta nel panorama sanitario
regionale e nazionale non solo una novità, ma a ben
vedere un valore aggiunto. Due sono le attività che
fanno capo al Centro Studi: la gestione, attraverso
medici volontari, dell’ambulatorio del Centro di
Ascolto Caritas ‘Buon Pastore’ e la promozione,
attraverso convegni e seminari, aperti a personale
medico, paramedico e assistenziale, di una cultura
di cooperazione nel campo della sanità. Per quanto
riguarda l’ambulatorio parlano i numeri: sono oltre
100 le persone, in gran parte italiani, che trovano
in questa struttura, dopo aver perso la residenza,
l’unica risposta possibile ai problemi della loro
salute. Non meno importante è l’azione del Centro
Studi sul versante culturale. La crisi attuale, oltre che
svuotare le tasche, rischia di affievolire la solidarietà,
anche nel campo della tutela della salute, fra chi ha
e chi si trova in situazione di disagio, fra il nord e il
sud del mondo, potenziando una mentalità chiusa
ed egoista. In questi anni il Centro Studi ha fatto
incontrare gli operatori sanitari con la città e con il
mondo. Sono stati presentati i Report della Caritas,
le esperienze della Comunità Papa Giovanni XXIII
con i senza fissa dimora, le missioni sanitarie all’estero (Tanzania, Bangladesh, Camerun...) guidate o
animate da medici e personale sanitario locale.
Il nostro territorio si è sempre caratterizzato per
una spiccata sensibilità solidale, che ha visto nascere
cooperative, associazioni, gruppi dediti al volontariato e ha avuto figure straordinarie, come Annalena
Tonelli, in questo campo.
Nella riorganizzazione sanitaria riteniamo che la
presenza di queste realtà non sia facoltativa ma
essenziale, perché solo una visione miope, può
pensare che quanto non produce immediati effetti
economici, debba essere ritenuto secondario nelle
scelte strategiche.
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attualità
4
Nuove droghe
Pillole sperimentate
sulla pelle dei ragazzi
Le nuove droghe sono
migliaia e cambiano
ogni giorno. Con
effetti spesso ignoti ai
produttori stessi, che
testato i loro ritrovati direttamente sul
mercato, sulla pelle
dei giovani. Spesso si
tratta di mix di sostanze pubblicizzate con
immagini innocue e
rassicuranti, dai prezzi
sempre più stracciati e dagli effetti deleteri a breve
o a lungo termine. Le nuove sostanze psicoattive
sono oggi circa 470 (di queste 101 sono comparse
nel 2014), in continuo aumento e per tutti i gusti.
E chi pensa di poter controllarsi, limitando l’uso di
droghe al fine settimana, spesso fallisce nell’intento:
una ricerca pubblicata da “Annals of Family Medicine” dimostra che il 54% di chi usa droghe nel
weekend diventa un utilizzatore frequente nel giro
di 6 mesi. A facilitare il lavoro ai venditori di nuove
droghe è poi la rete di internet: qui i negozi on line
abbondano, pubblicizzando spesso “estratti vegetali” o “essenze naturali” catalogabili come “smart
drugs”, le cosiddette droghe furbe che giocano tra
il lecito e l’illecito, proliferando in un mercato che
non sembra conoscere la crisi. Cosa spinge i ragazzi
a comprare erbe o pasticche? Il desiderio di sperimentare sensazioni nuove e di ampliare le prestazioni del cervello, che erroneamente si ritiene di poter
ottenere attraverso l’uso di droghe. Ma, soprattutto,
di allontanarsi da se stessi.
9 luglio 2015
Dipendenze, prevenire sul web
“
Il direttore del Sert: “Youngle Corsairs“ una chat per rispondere ai giovani
Tra le varie forme
di dipendenza,
quella su cui l’attività
dell’Unità Operativa
Complessa di Dipendenze
Patologiche (Sert) di Forlì
si dispiega maggiormente è
il trattamento delle tossicodipendenze.
Sul totale dei 1150 utenti
affluiti nel 2014, sono stati
752 i casi di presa in carico
per problematiche legate
all’abuso di stupefacenti,
450 dei quali sono stati
seguiti con un programma
terapeutico. I dati, che hanno evidenziato una certa
stabilità negli ultimi anni,
registrano, in seconda posizione, 255 accessi al servizio per alcolismo, seguiti da
87 assistiti per assuefazione
al tabacco. A cercare aiuto
contro il gioco d’azzardo
sono stati in 39, un numero destinato ad attestarsi
ormai come una costante
nell’agenda del Sert, in
aggiunta agli altri interventi
(17 nel 2014) relativi, nel
loro complesso, a disturbi
legati alla dipendenza da
computer e dal sesso.
“Il nostro lavoro - spiega
il dottor Edoardo Polidori
(nella foto), direttore del Sert
- si dispiega su tre fronti:
quello della cura e riabilitazione, rivolto a chi perde il
controllo della propria vita
tramite l’abuso di sostanze
psicotrope legali o illegali,
quello della prevenzione e
informazione, diretto a chi
ne fa uso saltuario, e l’intervento sul mondo della
marginalità, che s’intreccia
con quello dell’illegalità. Si
tratta di tre mondi distinti
fra loro che richiedono
approcci diversi. Cosa
servirebbe per migliorare
la presa in carica dei nostri
pazienti? L’integrazione
fra politiche sanitarie e
politiche sociali. Su due
argomenti in particolare
andrebbe puntato il focus:
il problema dell’inserimento
lavorativo, un aspetto di
cui dobbiamo occuparci,
se connesso al programma
terapeutico della persona,
che costituisce un tasto dolente per tutti per via della
crisi, e il sostegno al rientro
del debito, una strategia
per aiutare chi va in deficit
economico in conseguenza
del gioco d’azzardo”. Molto
è stato fatto sul fronte
della prevenzione, che ha
coinvolto, l’anno scorso,
8394 persone, tramite
progetti nelle scuole, uscite
delle unità di strada, corsi
e conferenze. La sensibilizzazione però viaggia anche
sul web grazie a Youngle
Corsairs, una chat nata per
rispondere alle domande
dei più giovani, che opera
su Facebook e al profilo Facebook dell’unità di strada,
presente in Riviera anche in
occasione della Notte Rosa.
Il principale target delle
iniziative d’informazione
sono i giovani, tra i quali
la diffusione della droga è
molto ampia e destinata ad
esserlo in misura crescente
per l’offerta di sostanze
sui canali web dedicati.
Cosa può contrarre questa
tendenza? “Essere professionisti credibili - risponde
Polidori - che non stigmatizzano, ma fanno ragionare i più giovani sul loro
rapporto con la sostanza e
sulla propria responsabilità
personale”.
Laura Bertozzi
Banca di Forlì Informa
La nostra storia
100 anni fa a San Varano...
Sul fare dell’estate del 1915 si
riunisce l’assemblea generale
dei soci della Cassa Rurale dei
Depositi e dei Prestiti di San Varano. Il piccolo Istituto era sorto
nel 1900 per volontà di don
Michele Alessandrini, parroco
della zona e sacerdote estremamente sensibile ai problemi
della povera gente ed alle istanze
sociali. L’idea era stata quella
di dare vita a un pur modesto
volano di credito cui potessero
accedere quei tanti contadini che
conducevano una vita di duro
ed inesausto lavoro, sprovvista
di mezzi finanziari e oggetto
di usura da parte di chi poteva
dispensare danari indispensabili
per le modeste necessità familiari. Si trattava di vasti ceti sociali
che non potevano neppure
pensare di accedere al credito
erogato dalle banche tradizionali
non disponendo di garanzie reali
da offrire. Un piccolo nucleo di
rurali aveva coraggiosamente
abbracciato l’iniziativa di don
Michele e aveva consentito la
sussistenza della Cassa Rurale
nei primi 15 anni di attività.
Dal 1908 la Cassa, che fino ad
allora era stata allocata presso
la canonica, vantava anche una
propria autonoma sede. L’edificio era quello della Casa del
Popolo, che ospitava la Cassa
Rurale, la sede della Società
di mutuo soccorso fondata
nel 1898, l’Agenzia Agricola e le diverse associazioni
cattoliche presenti in zona.
In quella circostanza il vescovo
Raimondo Jaffei, nel corso
della celebrazione ufficiale, aveva
voluto augurare alla Cassa Rurale
di divenire “un centro irradiatore
di idee, di sentimenti, di educazione
e di proposta per un lavoro cooperativo ed intenso di rinnovamento
economico e sociale”. L’auspicio
del Vescovo, sette anni dopo, si
mostra fondato. Infatti, tornando
all’Assemblea del 1915, il Capo
Sindaco Battistini, chiedendo
l’approvazione di un bilancio che
reca un utile di Lire 65, afferma
che “nonostante la grave crisi improvvisamente generata dallo scoppio
della guerra europea tutto ha potuto
procedere senza perturbazioni”. Il
conflitto non è evidentemente
ancora percepito dalle coscienze popolari come “mondiale”
e i suoi tragici lasciti non sono
ancora del tutto ipotizzabili. Alla
assemblea partecipano comunque 31 dei 61 soci della Cassa, il
bilancio viene approvato con 22
voti favorevoli e uno contrario.
Perché? Perché per prassi costante consiglieri e sindaci si astengono dal voto sul bilancio e perché,
curiosamente, per diversi anni, in
quel periodo, un socio esprimerà
il suo dissenso alla gestione della
banca. Una minoranza interna
dunque, seppur sparuta, di cui
non conosciamo né i riferimenti
personali né le ragioni che la
muovono. Ma che certifica che
un confronto interno, o anche
solo un’impuntatura personale, esiste e viene accettato. Le
cariche sociali sono in gran parte
confermate. Da scrutatori della
votazione fungono Fiorino
Fiorentini e Agostino Boschi.
Viene confermato con voto
unanime Giovanni Cortini alla
presidenza, a vice presidente
è indicato Agostino Boschi.
Come consiglieri risultano eletti
Primo Bentivogli, Sebastiano
Tassinari, e lo stesso don Michele Alessandrini, che funge
Un’immagine del Vescovo Raimondo Jaffei
anche da segretario, mentre
cassiere è Alessandro Saporetti.
Tutti hanno raccolto 30 voti,
dunque l’uomo del dissenso non
ha cambiato idea. Del Collegio
Sindacale fanno parte, come
d’abitudine, tre sacerdoti: Ciro
Battistini, Giulio Galotti ed
Eugenio Salaroli. Sono infatti
gli uomini di chiesa a possedere
quella istruzione che consente di
esercitare un controllo sulle attività contabili della piccola Banca.
Nel tempo, progressivamente,
quei rurali privi di scolarizzazio-
ne diventeranno invece, grazie
all’esperienza fatta con la Cassa,
in grado di costituire classe
dirigente e, addirittura, di proporsi per la guida delle comunità
locali di riferimento. Ma questa
è un’altra storia di cui riferiremo
più avanti...
Il brano pubblicato è tratto dal
libro “Dalle Casse Rurali alla
Banca di Forlì. 110 anni di
storia al servizio delle comunità locali” scritto da Mario
Russomanno e pubblicato dalla
Banca di Forlì nel 2011.
5
9 luglio 2015
Terzo Settore: tempo di riforma
“
Il punto in un convegno giovedì 9 alla Sala Europa, con il sottosegretario Bobba
La riforma del
Terzo Settore passa, ancora una volta, dalla
città di Forlì.
La ricchezza locale in termine di numero di associazioni di diversa natura, di
volontari, soci e cooperatori sociali, impegnati nei campi
più diversi,
porta questo
territorio ad
eccellere a
livello nazionale.
Già negli
anni Novanta
il mondo associazionistico forlivese ebbe un ruolo
importante per l’approvazione della Legge Quadro
sul Volontariato (n. 266) e
sulla cooperazione sociale
(n. 381) ed oggi, ad oltre
20 anni dal varo di quelle
normative fondamentali per
chi opera in questo ambito,
si torna a parlare di riforma
del Terzo Settore, passando
da Forlì.
Giovedì 9 luglio, alle ore
20.30 nella Sala Europa del-
la Fiera
di Forlì
(via Punta
di Ferro 2),
si tiene il convegno dal titolo
“La Riforma del Terzo
Settore.
Il futuro del non profit e
dei Centri di Servizi per il
Volontariato”, aperto a tutti
con partecipazione gratuita.
“Un momento importante
di dibattito - sottolinea
l’assessore alle Politiche
Sociali del Comune di Forlì
Raoul Mosconi - nel corso
del quale si parlerà della riforma attualmente in corso
che coinvolge tutto il Terzo
Settore, in particolar modo
i Centri Servizi e le associazioni. È oggi importante
rinnovare la normativa per
alcune realtà, in particolare
per le imprese sociali: risulta quindi assolutamente necessario - sottolinea l’assessore - capire cosa ci aspetta
nel prossimo futuro e dare
la possibilità ai vari soggetti
interessati di rapportarsi con la politica che si
occupano di tale riforma”.
A rappresentare il governo
nel convegno forlivese è
l’onorevole Luigi Bobba (nel
cerchio), sottosegretario di
Stato alle Politiche Sociali,
che interverrà al fianco
dell’on. Marco Di Maio
(componente della I Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del
Consiglio ed Interni e della
VI Commissione Finanze),
di Paolo Zoffoli (consigliere
regionale e presidente della
commissione Politiche per
la Salute e Politiche sociali)
e dell’assessore comunale
Raoul Mosconi. “Tra i
punti centrali della riforma
- prosegue Mosconi - anche
l’aspetto dell’economia civile, sempre più importante
per la società contemporanea, e quello del servizio
civile nazionale universale,
che prevede la possibilità
per i giovani di usufruire
di crediti universitari o
tirocini professionali, anche
svolti in altri Paesi dell’Ue,
vedendosi riconosciute
le competenze acquisite
durante l’espletamento del
servizio”.
Al convegno forlivese è
prevista un’ampia partecipazione, anche da altre provincie emiliano romagnole.
Info: [email protected].
attualità
Bertinoro
Economia sociale:
sul colle la scuola estiva
Giunta ormai alla quarta edizione, torna al Centro
Residenziale Universitario di Bertinoro la European
Summer School on Social Economy (Esse), summer school di respiro internazionale che dal 2009
ha visto la partecipazione di oltre 100 tra ricercatori,
studenti e imprenditori sociali. Dal 6 all’11 luglio 23
partecipanti provenienti da tutto il mondo partecipano all’niziativa, incentrata quest’anno sul tema
“Personalisation and Social Entrepreneurship”,
focalizzando l’attenzione sulla necessità di coniugare lo sviluppo di politiche di welfare innovative
con il ruolo e le funzioni delle imprese sociali. Tra
i docenti si segnalano, oltre all’economista Stefano
Zamagni, anche lo statunitense Dennis Young, uno
dei principali esperti di management delle organizzazioni non profit, ed esperti di design dei servizi e
dell’innovazione sociale.
L’iniziativa è promossa dal Dipartimento di Scienze
Economiche dell’Università di Bologna in collaborazione con Aiccon e si rivolge a laureati, dottorandi, ricercatori e professionisti interessati ad approfondire tematiche inerenti l’economia sociale, sia da
un punto di vista teorico che pratico.
Info: www.esse.unibo.it.
sette giorni
6
9 luglio 2015
Forlì sette giorni di Beppe Brescia
Campo solare a Villa Selva,
taglio del nastro ufficiale
Livia Tellus si allarga
ai Comuni dell’Unione
Liceo Artistico all’Expo
con dieci progetti
Foto Frasca
Inaugurato il 4 luglio l’impianto solare termico di
Villa Selva, alla presenza, tra gli altri, del sindaco
Davide Drei, del vice Veronica Zanetti, dell’assessore Alberto Bellini, del presidente della Regione Stefano Bonaccini e del deputato Marco Di Maio. La
struttura, realizzata da Forlì Città Solare, si estende
su un’area di circa 20mila metri quadrati, dove sono
posti i “collettori solari parabolici a inseguimento”
che concentrano l’energia solare su un tubo dove
scorre olio diatermico. Il calore prodotto viene
distribuito attraverso la rete di teleriscaldamento alle
imprese insediate nell’area di Villa Selva. Il campo
dispone anche di un impianto fotovoltaico di 11
kW di potenza, a copertura delle richieste di energia
elettrica del campo stesso.
Un anno scolastico da ricordare per il Liceo artistico e musicale di Forlì diretto da Luigi Ascanio: grazie all’incremento d’iscrizioni l’Istituto ha
conquistato l'autonomia e a giugno è arrivata anche
la comunicazione, da parte dell'Ufficio Scolastico
Regionale, dell’avvenuta designazione di scuola
d’eccellenza dell'Emilia-Romagna, unico liceo a ricevere questa nota di merito tra un ristretto gruppo
di 12 scuole selezionate. A coronare quest’annata
è arrivato l’invito all’Expo per il 14 luglio, nello
spazio “Vivaio scuole” del Padiglione Italia, per
illustrare 10 progetti delle classi quarte e terze di
Architettura e Ambiente sui temi della produzione,
consumo e distribuzione del cibo attraverso fonti di
energia rinnovabile.
Livia Tellus Governance (LTG) si trasformerà a breve
in Livia Tellus Romagna Holding. Nella società con
la quale fino ad oggi il Comune di Forlì ha gestito le
proprie partecipazioni nelle varie società di servizio
pubblico locale, entreranno i Comuni dell’Unione,
per ora 11 su 14. Il 78% della nuova holding rimarrà
in capo al Comune di Forlì (per un valore di 182, 640
milioni) il restante 22% (51,828 milioni) è patrimonio
degli altri 14 C Il capitale sociale aumenterà a 234
milioni Comuni dell’Unione. “Ai comuni che entrano - ha spiegato il presidente Gianfranco Marzocchi
- viene garantito un alleggerimento della gestione
amministrativa di certi servizi l’implementazione di
servizi oggi carenti, la possibilità di affidare direttamente servizi alla società in house”.
Stanza della Matematica
anche d’estate al Cif
Oltre 800 firme per una via
intitolata a Giorgetti
Una festa molto speciale
per Giorgia e Matteo
La Stanza della Matematica prosegue la sua attività
anche in estate: da giovedì 9 luglio, ogni martedì
e giovedì dalle 9,00 alle 12,00 nella sede del CIF
- Centro Italiano Femminile onlus (a Forlì in corso Garibaldi 60), gli studenti delle superiori con il
“debito” in Matematica o Fisica possono contare sul
supporto dello staff di insegnanti della Stanza per
prepararsi al meglio agli esami di settembre. Dal 22
luglio, poi, sempre nella sede del CIF, verrà attivato
anche un corso di potenziamento nelle Discipline scientifiche, per gli studenti che hanno appena
terminato l'esame di Stato e che devono prepararsi
per i test di ammissione all'Università del prossimo
settembre. Per info. e iscrizioni: tel. 370.3226881;
www.altrestanze.org.
Raccolte 837 firme per chiedere l’intitolazione di una
via in memoria di Gilberto Giorgetti (nella foto piccola),
studioso forlivese scomparso nel 2012. Le firme,
depositate in Municipio, sono state consegnate al
sindaco di Forlì Davide Drei da Giuseppina Masotti,
moglie di Gilberto (insieme nella foto), per chiedere che
al forlivese venga intitolato un elemento della toponomastica cittadina. L'impegno culturale di Giorgetti
è stato a tutto tondo: grande appassionato d’arte,
dipingeva prima che un tumore lo costringesse sulla
sedia a rotelle. Non si stancò mai, nonostante la
malattia, di raccontare la Romagna e le sue tradizioni,
collaborando alle iniziative di Sadurano e organizzando iniziative culturali con l’associazione culturale
“La Foglia”.
Domenica 5 luglio Giorgia Casadei e Matteo Dolcini hanno celebrato il loro matrimonio a Forlì nella
chiesa di San Paolo Apostolo.
Terminato il rito religioso, accompagnati da una
folla "oceanica" di amici e parenti, si sono trasferiti nel giardino adiacente alla chiesa di San Nicola
in Vecchiazzano, loro parrocchia di origine, per il
tradizionale rinfresco.
Fra gli oltre 400 invitati (nella foto), Giorgia e Matteo hanno voluto che fossero presenti molti loro
amici diversamente abili, conosciuti nelle vacanze di
condivisione di Borca e ora Sappada e al "gruppo
cuoio" a San Paolo.
Auguri ai novelli sposi e complimenti per il loro matrimonio bello e davvero speciale.
7
9 luglio 2015
Estate all’aria aperta
La classica Calla-Camaldoli
territorio
Una pagina dedicata a chi ama
la Romagna con i suoi tesori naturali
ed artistici.
Una piccola guida per chi si mette
in viaggio in auto o a piedi.
Una lettura per chi, rimanendo in casa,
desidera comunque sognare.
Uno splendido percorso di 16 chilometri, andata e ritorno, percorribili in 6 ore
Dopo l’anello del ballatoio (che tocca il passo
della Calla) e quello della
Lama (che sale ai Prati
della Penna), è arrivato il
momento di intraprendere l’escursione che li
collega, ovvero la Passo
della Camaldoli - Eremo
di Camaldoli, una delle
più affascinanti e nel
contempo più agevoli del
nostro Appennino, ma
attenzione alle sottovalutazioni: si tratta di un
percorso lineare di ca. 11
km, il che significa che
per andare e tornare nella
stessa giornata occorrono più di 6 ore. Perché,
allora, non dividere il
cammino in due giorni,
scendendo dall’eremo
fino al monastero (un’altra ora di cammino) per
fermarvisi per la notte?
Il punto di partenza è sul
Passo della Calla (a 1.295
metri, con ampio parcheggio), alle spalle del diroccato edificio della dogana,
lungo la forestale di crinale,
detta la Giogana. Sin dalla
prima salita al Poggione
(1424 metri) ci si immerge
in una faggeta dai grandi
tronchi colonnari, punteg-
giata da affioramenti
rocciosi. Il sentiero lambisce qui, ripianando,
il confine della Riserva
Integrale di Sasso Fratino,
la più antica d’Italia (fu
istituita nel 1959) in cui
si può entrare solamente
per motivi di studio e di
sorveglianza. Raggiunte
le pendici del Poggio Pian
Tombesi, il sentiero si
discosta dal crinale dentro
il versante toscano costellato da grandi frammenti
rocciosi scivolati lungo il
pendio per trovare appoggio sui maestosi tronchi
dei faggi. Superato il bivio
che conduce alla Fonte
della Zanzara si entra in un
singolare vallone, allungato
nella stessa direzione del
crinale. Il sentiero prosegue
quindi con alcuni saliscendi
fino ad un’altra depressione
che ricorda, per la forma a
imbuto, una dolina, sul cui
bordo affaccia un bell’esemplare di acero di monte.
Poco oltre la visuale si apre
sul ripidissimo versante
romagnolo, dove si estende la densa foresta della
Riserva Integrale di Sasso
Fratino. Ancora superiore
è però il panorama apprezzabile dalla successiva cima
erbosa di Poggio Scali (a
quota 1520), aperta a 360
sul territorio del Parco, che
consente di ricomprendere i n un unico sguardo,
nelle giornate più limpide,
il Tirreno e l’Adriatico,
come scrisse l’Ariosto nel
“Furioso”: “come Appennin scopre il mar Schiavo e
il Tosco / dal giogo onde a
Camaldoli si viene”.
Scesi dal poggio, che
preserva anche un’unica
stazione di botton doro, si
prosegue sino al Passo del
Porcareccio, caratterizzato
da piccole aree prive di
vegetazione che rivelano
il rosso ed il verdino delle
rocce argillose, per poi
scendere sino alla Sorgente
omonima, che dà vita nella
piana immediatamente sotto, ad un esteso impaludamento in cui si era sviluppata, in passato, anche una
piccola torbiera.
Superato il crocevia della
Scossa, da cui scende a
sinistra il sentiero che
conosciamo per la Lama, si
aprono sulla destra diversi
sentieri che conducono
verso l’eremo: quello che
passa da Battilocchio (che è
però più lungo), quello che
scende da Prato Bertone
in mezzo agli abeti bianchi,
dopo Prato al Soglio (lungo
il sentiero 68, che consigliamo), o quello che scende
dal Gioghetto (poco più
lungo del 68 ma meno
ripido). Per chi potesse fer-
Da vedere
nel XVII secolo, il vecchio confine della clausura
dell’eremo (segnato da tre
croci, oltre le quali le donne
non potevano salire) e le
cappelle di San Romualdo e
della Madonna della Neve.
Veronica Franco
Da leggere
Chiesa di San Salvatore trasfigurato
La chiesa di San Salvatore
Trasfigurato sorge nello
stesso luogo in cui San
Romualdo eresse, nella
prima metà dell’XI secolo,
le prime cinque celle ed il
piccolo oratorio da cui si è
quindi sviluppato l’intero
eremo di Camaldoli. Consacrata una prima volta nel
1220, presente - secondo la
leggenda - San Francesco
d'Assisi, la Chiesa è stata più
volte restaurata già nel XIII
e XIV secolo, per assumere
poi le attuali forme barocche
nel XVII. Ancora più tarda,
del 1713-14, la facciata,
racchiusa da due campanili
e decorata con le statue di
Cristo, San Romualdo e San
Benedetto.
Numerose le opere d’arte
degne di nota all’interno della Chiesa, che attraversano
l’intero arco temporale dal
Rinascimento alla contemporaneità.
marsi una notte a Camaldoli, o ha comunque la gamba
per un cammino da 8/9
ore, la discesa al monastero
si effettua proseguendo
lungo il sentiero 68, che
tocca anche il laghetto
artificiale creato dai monaci
Già sulla porta d’accesso alla
chiesa è posto un bassorilievo di Tommaso Flamberti
(Madonna col Bambino),
mentre sopra le porte agli
angoli del transetto sono
conservate quattro tele del
Passignano raffiguranti San
Gregorio Magno, Sant'Ambrogio, San Gerolamo e
Sant'Agostino. Gli affreschi
del catino absidale, opera
primo-novecentesca di Ezio
Giovannozzi, fanno da
sfondo alla pala di scuola
toscana tardo-cinquecentesca
raffigurante Cristo crocifisso
adorato da SS. Pietro, Paolo,
Romualdo e Francesco. La
Cappella di Sant'Antonio
Abate, di fianco all'altare,
conserva un altorilievo in
ceramica invetriata di Andrea
della Robbia (Vergine e il
Bambino con Santi) cui fa da
sfondo un’altra opera degli
Anni Trenta del Novecento, la Glorificazione del
Crocifisso di Adolfo Rollo.
Nell’Aula Capitolare, caratterizzata dal cinquecentesco
soffitto a cassettoni di stile
toscano, si segnalano, infine,
una Vergine col Bambino
circondata da Santi del
Cinquecento e, nel corridoio
di accesso, una grande tela di
Augusto Mussini raffigurante San Romualdo e cinque
discepoli nella foresta di
particolare efficacia.
Le novelle della nonna
di Emma Perodi
Camaldoli ed il Casentino sono i
protagonisti della più importante
raccolta di racconti - Le novelle
della nonna. Fiabe fantastiche - di
Emma Perodi, una delle maggiori
scrittrici di narrativa per l’infanzia
del Secondo Ottocento, oggi pressoché dimenticata pur se ristampata nei Mammut della Newton
Compton. Nata a Firenze nel 1850,
Emma Perodi collaborò con molte
testate giornalistiche, sia quotidiane
(come La Stampa ed Il Corriere della
Sera), sia per ragazzi (come Il giornale
per i Bambini, diretto da Collodi, Il Giornale Illustrato per i ragazzi, La piccola
Antologia, La Ricreazione, Il Giornalino
della domenica), oltre a dirigere Il
tesoro dei Bambini e Il Messaggero
della Gioventù. Editi a Roma nel
1893, i cinque volumi delle Novelle della Nonna: fiabe fantastiche
giocano per l’appunto sul doppio
registro realistico (la forma-novella)
della descrizione della vita della
famiglia Marcucci, contadini nel po-
dere di Farneta presso
Camaldoli,
e fantastico
(la formafiaba) delle
narrazioni con cui Nonna Regina
intrattiene i nipoti durante le veglie
invernali e le serate estive, rievocando un medioevo locale dalle tinte
gotiche. Nonna Marcucci racconta,
infatti, fiabe - come ha scritto Faeti
- “che avrebbero impaurito Stephen
King”, combinando gli elementi del
gotico-cimiteriale (diavoli, scheletri
insepolti, spettri, tesori e oggetti
fatati) con quelli del sacro (sono,
infatti, di norma i Santi, se non lo
stesso Gesù, a donare agli eroi l’oggetto fatato che assicurerà loro la
vittoria sugli avversari) e realizzando così un’opera che pur risentendo
talora di un intento pedagogico
troppo aperto si rivela dotata di
un’originalità ed una modernità inaspettate e meritevoli di riscoperta.
territorio
8
9 luglio 2015
Notiziario pensionati
Val Montone - Rabbi
a cura della F.n.p.-Cisl Forlì, Piazza del Carmine 20 - tel. 0543 26007
I problemi della previdenza.
L’idea di Boeri
La previdenza italiana da tempo non gode di buona salute, soprattutto a causa degli errori e della
eccessiva generosità del passato (pensioni baby,
pensioni rapportate alla retribuzione, pensioni sociali o di invalidità come sussidio alla povertà, oneri
non propriamente previdenziali). Dopo il tentativo
della legge Fornero, sia il Governo che diversi
economisti studiano e propongono rimedi. A fine
marzo il nuovo presidente dell’Inps, il prof. bocconiano Tito Boeri, ha detto che entro giugno l’Inps
avrebbe presentato il proprio progetto fondato
sulla solidarietà, con la proposta di un contributo
di equità distributiva e intergenerazionale basato
sulla forte differenza, sproporzionata, tra pensione
percepita e contributi versati, limitatamente a chi
percepisce pensioni elevate. Finora non abbiamo
avuto notizia ufficiale del progetto. Probabilmente
c’è stato un ripensamento dopo la sentenza della
Corte Costituzionale sul mancato adeguamento
della “scala mobile” negli anni 2012 e 2013 sulle
pensioni di oltre tre volte il minimo. Forse dovremo aspettare la prossima Legge di stabilità che ha
l’onere di trovare le coperture per ogni problema.
Rimborsi “scala mobile”:
cauta sui ricorsi la Fnp-Cisl regionale
“Occorre non illudersi di poter ottenere un
rimborso totale sulle pensioni, poiché lo Stato
non è nelle condizioni di restituire tutto”. Questo
l’avvertimento fatto dal segretario della Fnp-Cisl
di Bologna, Sergio Palmieri, all’assemblea organizzativa felsinea. L’unico modo sarebbe il ricorso a
nuove tasse. Ma riassumiamo i dati del provvedimento, detto “bonus Poletti”. Il rimborso avverrà automaticamente il 1° agosto con la relativa
mensilità, a circa 3,7 milioni di pensionati con ratei
mensili superiori a 1.443 euro (3 volte il minimo),
giacché quelli con pensione inferiore hanno avuto
a suo tempo l’indicizzazione ai 100%. Il rimborso
è del 40% per le pensioni comprese fra 3 e 4 volte
il minimo; 20% fra 4 e 5 volte, 10% fra 5 e 6 volte;
nulla oltre 6 volte (2.886 euro lordi). Inoltre il
decreto prevede che la pensione aumenti del 20%
dell’indice di “scala mobile” per gli anni 2014 e
2015, percentuale che crescerà al 50% per l’anno
2016.
Requisiti 2015 per
la pensione di vecchiaia
Per gli anziani alla soglia della pensione ricapitoliamo i requisiti attuali per andarci. Per i lavoratori
dipendenti del settore privato l’età anagrafica necessaria è di 63 anni e 9 mesi, per quelli pubblici è
di 66 anni e 3 mesi. Per tutti occorre avere almeno
20 anni di contributi, oppure solo 15 anni se versati entro il 31 dicembre 1992. In ogni caso la pensione è subordinata alla cessazione del rapporto di
lavoro. La decorrenza è il primo giorno del mese
successivo a quello di maturazione dei requisiti. Si
può ottenere la pensione anticipata con almeno 62
anni di età, se si matura l’anzianità contributiva di
42 anni e 6 mesi per gli uomini, o con 41 anni e 6
mesi per le donne. Queste ultime, se nate entro il
mese di agosto 1957, con 35 anni di contribuzione
maturati entro novembre 2014, possono andare
in pensione anticipatamente anche quest’anno,
col regime sperimentale, optando per il sistema di
calcolo contributivo.
I minimi delle pensioni Inps
Dal 1° gennaio 2015 l’importo mensile, per 13
mensilità, del trattamento minimo a carico dell’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, sia privati che pubblici, è di 502,38 euro.
Premilcuore: il presidio ospedaliero, passato dall’Asl all’Asp, affidato alla cooperativa sociale
Al Cigno la gestione dell’ospedale
È passato dall’Asl all’Asp
ma il il cambiamento va
ben oltre una semplice
consonante. Dal primo
luglio il presidio Ospedaliero di Premilcuore è
transitato dall’Azienda
Sanitaria Locale che ne
aveva la titolarità all’Azienda Servizi alla Persona
San Vincenzo de’ Paoli di
Santa Sofia che a sua volta
ne ha affidato la gestione
per sei anni alla Cooperativa Il Cigno di Cesena.
Dopo quasi mezzo secolo
va in soffitta la gestione
Asl che però manterrà in
loco il personale infermieristico per la gestione del
country hospital e degli
interventi per il 118 in
convenzione con i volontari della locale Misericordia. Presidio compreso il
country hospital passano
all'Asp San Vincenzo de
Paoli di Santa Sofia che ha
accreditato per le gestione (come già avviene per
la casa madre dell'Alto
Bidente) la cooperativa
Il Cigno di Cesena ha
stipulato una convenzione
valida sei anni.
"È stato proprio l'intreccio fra i vari attori a
rendere complesso l'intero
passaggio - commenta il
sindaco di Premilcuore
Marco Menghetti - ed alla
fine di trattative lunghe
abbiamo ottenuto il
miglior risultato possibile
superando le difficoltà
iniziali dovute all'accreditamento dei posti letto
con la reale possibilità di
aggiungerne due nuovi
all'ultimo piano dell'edificio". Agli ospiti della
struttura è stato garantita
la medesima retta mensile
senza aumenti ma i pasti
non saranno più cucinati
in loco ma arriveranno da
Santa Sofia ma rispetto
alla gestione precedente farmaci, biancheria e
trasporti saranno a carico
del Cigno. Ma non tutti
sono così ottimisti. Maria
Teresa Rinieri consigliere
d’opposizione in consiglio comunale avverte:
"Avremmo preferito che
la struttura fosse trasformata in Casa della Salute
come quella di Modigliana". Intanto Cgil-Cisl
e Uil vanno all’attacco
"È grave che nella fase
di cessione Ausl che la
stessa Asp non si siano
preoccupate di coinvolgere le categorie sindacali
L'ospedale D. Ricci di Premilcuore
interessate, un comportamento sbagliato perché
poco trasparente e privo
di confronto che non ha
consentito la piena tutela
delle lavoratrici ai quali
è stato invece detto che
non avevano alternativa,
poiché si trattava, per
loro, del massimo risultato
ottenibile".
riccardo rinieri
Predappio: sarà l’associazione di volontariato a farsi carico di attività a favore della comunità
Comune e Protezione Civile uniti
Sottoscritta in Municipio
a Predappio giovedì 2 luglio una convenzione tra
il Comune di Predappio e
l’associazione di volontariato "Protezione civile
Predappio", che impegna
i volontari nelle attività
integrative di pubblico
interesse sul territorio
comunale.
La collaborazione tra il
Comune, rappresentato
dall’assessore Gianni Flamigni, e la sezione locale
della Protezione civile
è focalizzata su alcune
attività specifiche a favore
della comunità.
Riguardano, in particolare, gli eventi calamitosi
naturali (pianificazione,
collaborazione e gestione,
in accordo con il personale del Comune, delle
funzioni di previsione e
prevenzione degli eventi
calamitosi); il rischio idro-
11 luglio
Inaugurazione
dell’Ufficio turistico
Taglio del nastro a
Predappio, sabato 11
luglio, per i nuovi uffici
dell’Area Demografica.
L’appuntamento è alle
ore 10.00 a Palazzo Varano: l’evento inaugurale
riguarda l’Ufficio Servizi
Demografici, l’Ufficio
Cultura/Turismo e l’Ufficio Turistico.
Il municipio di Predappio
geologico (sorveglianza
del regime del fiume
Rabbi e monitoraggio
delle frane nel territorio
comunale); gli eventi atmosferici (collaborazione
con il personale addetto
alla pulizia dei siti di rile-
vanza sociale per gli abitati
di Predappio e Fiumana
in caso di neve o ghiaccio
eccezionali); il mantenimento in efficienza delle
ex Scuole Elementari di
Tontola e il monitoraggio
delle trappole per zanzare
nel territorio comunale.
9
9 luglio 2015
territorio
Val Bidente
Santa Sofia: sabato 18 luglio alle ore 21.15 apertura della XIX edizione del premio nazionale
A Sportilia, il presidente Ferrero
In nome dello sport e non
solo. A Santa Sofia sabato
18 luglio alle 21,15 si alza il
sipario sulla XIX edizione
del Premio nazionale Sportilia. Da quasi vent’anni, la
manifestazione catapulta
nel comune bidentino
centinaia di sportivi, arbitri,
imprenditori, uomini di
spettacolo, della comunicazione e professionisti
di ogni branca che hanno
ricevuto i riconoscimenti
per i traguardi raggiunti.
Nato da un’idea di Quinto Vecchioni (direttore
del Giornale di Sesto e di
origini santasofiesi) che
suggerì di organizzare un
evento forse unico nel
suo genere, dove gli arbitri
diventano protagonisti, da
sempre la manifestazione è
stata organizzata dal patron
Franco Aleotti, che si avvale di una squadra affiatata e
competente a partire da un
conduttore esperto e coinvolgente come Marino Bartoletti. E anche quest’anno
non mancheranno le
sorprese sul palco allestito
nella bella cornice verde del
Parco della Resistenza, in
pieno centro. Certamente il
colpo grosso di Aleotti è la
presenza di un personaggio
multiforme e accattivante
come Massimo Ferrero presidente della UC
Sampdoria. Ma il parterre
degli ospiti è lungo: per il
settore delle professioni
e della comunicazione
riceveranno riconoscimenti
Andrea Abodi presidente della Lega nazionale
calcio di serie B, il luminare
di ortopedia Giuseppe
Porcellini, Bruno Piraccini
amministratore delegato
del gruppo Orogel e presidente della Fondazione
della Cassa dei Risparmi di
Cesena e l’artista Ido Erani
le cui opere, selezionate
da Vittorio Sgarbi, sono in
mostra all’Expo di Milano.
Per il Memorial Liverani
riservato agli arbitri che
si sono particolarmente distinti nella stagione
2014-15, premi ad Antonio Damato di Barletta e
l’assistente Mauro Tonolini
entrambi per la serie A
insieme al giovane Fabrizio
Pasqua di Tivoli per la serie
B. Invece per il Memorial
Bettini il riconoscimento va
invece ad Antonio Di Mar-
tino di Teramo per la Lega
Pro. Numerosi anche gli
sportivi premiati. Da Renzo Bariviera per il basket,
componente della nazionale e vincitore di coppe
nazionali e internazionali
e che ha militato nella
Libertas Forlì, al ciclista
Franco Chioccioli vincitore
nel 1991 del Giro d’Italia,
passando per Romano Fogli, Franco Janich e Mirco
Pavinato, protagonisti dello
scudetto del Bologna nel
1964.
Oscar Bandini
Meldola: seconda edizione dell’iniziativa ideata dall’assessore comunale Maddalena Maglioni
Alleanza tra parchi e movimento
Dopo il buon esito riscontrato lo
scorso anno, a Meldola si appresta a
prendere il via la seconda edizione
di “Parchi e Movimento”. Ermano
Giunchi, assessore all’ambiente,
spiega: “L’iniziativa, promossa in
collaborazione con diverse associazioni sportive del territorio, vuole
offrire ai cittadini l’opportunità di
svolgere attività fisica gratuita nei
parchi della nostra cittadina. L’obiettivo è promuovere una maggiore
consapevolezza sull’importanza del
movimento fisico a contatto con la
natura”. Il consigliere Maddalena
Maglioni, ideatrice di questa iniziativa, sottolinea: “Il nostro intento è
quello di dare la possibilità di curare
il proprio benessere fisico e mentale
all’aperto, immersi nel piacevole scenario offerto da due importanti aree
verdi presenti nel nostro territorio:
il parco dell’Istituzione e il parco
delle Fonti. Le associazioni sportive che hanno aderito alla proposta
sono la Palestra Energy, l’ass. La
Fenice, l’ass. Mondoarte e la palestra
di Franco Monti”. Anche il sinda-
Da sinistra Maddalena Maglioni, il sindaco
Gian Luca Zattini ed Ermano Giunchi
co Gian Luca Zattini afferma, a
sostegno dell’iniziativa: “Ai primi di
giugno ho partecipato ad un convegno organizzato dall’Irst, nel quale si
sottolineava che le tre parole chiave
della salute sono: ambiente sano,
alimentazione corretta e movimento
fisico. Studi medici hanno appurato
che 150 minuti di attività fisica settimanale spesso danno risposte pari
ad una terapia farmacologica. Da
parte del Comune c’è sempre stato
l’intento di curare questi tre elementi attraverso risposte concrete e la
promozione di stili di vita corretti:
questa iniziativa ne è un esempio.”
Nei mesi di luglio e agosto dal
lunedì al giovedi, dalle ore 19.00
alle 20.00, rispettivamente presso il
Parco delle Fonti e presso il Parco
dell’Istituzione “D. Drudi” di Meldola, verranno quindi organizzate
diverse attività: bodi attack, movida
country fitness, pilates, yoga, shiatsu,
fitness all’aperto; i martedì del mese
di luglio, inoltre, dalle 18.00 alle
19.00, saranno dedicati alla visita
guidata al Parco delle Fonti. Gli
interessati dovranno semplicemente
presentarsi nei luoghi e nelle sedi
preposte muniti di una bottiglia
d’acqua e di un tappetino. (Info
0543.499450).
Daniela Ravaioli
Santa Sofia
Batdura e multicultura
sulle rive del Bidente
Rivive, nell’alta
Valle del Bidente,
l’antica tradizione
contadina: domenica 12 luglio
l’alveo del Bidente
ospiterà la "Festa
d’la Batdura", con
le antiche tecniche di raccolta e
mietitura del grano. Tutto questo è possibile grazie
all’iniziativa della Pro Loco e dell’Azienda Agricola
Mambelli, che trasformeranno l’alveo del fiume in
una grande aia di campagna, con le macchine per
mietere il grano e gli attrezzi agricoli di una volta.
Al mattino e al pomeriggio gli uomini dell’azienda
metteranno in moto le grandi macchine mietitrici,
offrendo a grandi e piccini una dimostrazione del
lavoro che avviene nei campi. Tutto intorno saranno
esposti gli strumenti da lavoro dei contadini, mentre
l’associazione "Spazio Arte" rioccuperà dell’intrattenimento artistico. La serata proseguirà con cena
romagnola e balli in piazza Matteotti, tutto secondo la
migliore tradizione popolare.
A distanza di pochi giorni, la stessa piazza Matteotti
vestirà un abito multetnico, con la Festa per l’integrazione che va idealmente a chiudere numerose iniziative realizzate da enti e associazioni. Un concerto di
musicisti provenienti dal Benin, con il coinvolgente
ritmo dei tamburi, sarà il sottofondo musicale della
serata tutta incentrata sulla multiculturalità. Un ruolo
centrale lo avranno i richiedenti asilo ospitati nel
Comune di Santa Sofia: dopo avere frequentato un
corso di alfabetizzazione organizzato dalla cooperativa sociale Fare del Bene e finanziato dal Lions Club
Valle del Bidente, i ragazzi si metteranno alla prova
cucinando pietanze tipiche del loro Paese, con l’aiuto
di volontari italiani. Attraverso la cucina e la musica si
mira ad aprire un momento di dialogo e di confronto
tra diverse comunità, con l’augurio che la volontà di
far conoscere le proprie tradizioni e la curiosità di apprendere nuove realtà possano essere un primo passo
verso la conoscenza e l’integrazione.
Manifestazioni nel mese di luglio
12 luglio - Campigna
Trial competitivo e 23^ podistica non competitiva
12 luglio - Berleta
Festa del patrono
18-19 luglio - Corniolo
“Festa selvaggia” in costume
18-19 luglio - Campigna
Estemporanea di pittura
25-26 luglio - Corniolo
Festa del bentornato
Info: tel. 377.4131417
[email protected]
10
Le proposte culturali del Momento
La vita responsabile
Dietrich Bonhoeffer
San Paolo Editore - Euro 7,50
Christian De Chergè
monaco di Tibhirine
Chistophe Henning
San Paolo Editore - Euro 12,90
L’estate si addice
a letture leggere.
Giornali e tv ci
somministrano ogni
giorno una dose così
abbondante di scandali, violenze e ruberie, da provocare
un naturale rigetto
contro tutto ciò che
ci obbliga a riflettere
e ad interrogarci.
Sotto l’ombrellone
le letture preferite
sono i cruciverba,
i giornali sportivi e
l’immancabile gossip. Altro non c’è.
Ci affidiamo
pertanto a quella
cerchia ristretta di
lettori che, anche nel
periodo estivo, vuole
nutrirsi di qualcosa
di solido.
Ecco allora due volumi, particolarmente adatti a questo
drammatico periodo
storico.
Il primo, “La vita
responsabile”
(San Paolo, euro
7.50) è di Dietrich
Bonhoeffer, teologo
luterano tedesco,
fatto impiccare da
Hitler nell’aprile del
1945 nel campo di
Flossemburg.
A 70 anni di distanza, queste pagine appaiono di una
modernità che stordisce e rimandano alle domande
fondamentali della vita: che donne e uomini vogliamo
essere? O ancora: che cristiani vogliamo essere?
Il secondo libro, "Christian De Chergè monaco di Thiberine" di Christophe Henning, ripercorre la straordinaria figura di Christian de Chergè, priore del monastero
di Tibhirine in Algeria, rapito insieme a sei confratelli,
la notte fra il 26 e 27 marzo 1996, e trovato morto il 21
maggio.
La crisi attuale è antropologica, prima che essere economica e sociale. Stiamo assistendo al proliferare di ogni
forma di relativismo ed individualismo, senza che di
pari passi sia in atto un’opera di costruzione di principi
e valori condivisi. Un mondo, il nostro, spaventato ed
egoista, chiuso nel recinto dell’oggi, senza speranze e
senza futuro.
Bonhoeffer e Christian de Chergè, con la loro testimonianza, ci invitano ad evitare scorciatoie e a porre le
domande essenziali sul senso della vita e della morte.
9 luglio 2015
“Donne Jazz in Blues 2015”
“
La manifestazione si svolgerà nei fine settimana di luglio tra Bertinoro e Fratta Terme
È iniziata l’estate
musicale di Bertinoro con “Donne Jazz in
Blues 2015”, la rassegna
che per il nono anno consecutivo porta nel paesino
collinare band che ruotano
attorno ad una figura
femminile.
Anche nel 2015 gli appuntamenti sono distribuiti
nei quattro fine settimana
di luglio, tra il parco delle
Terme della Fratta e Piazza
della Libertà a Bertinoro.
Per il secondo anno la
direzione artistica è affidata alla scuola di musica
“Dante Alighieri” di Bertinoro che, malgrado sia per
vocazione più rivolta al repertorio classico, porta in
questo contesto la propria
mentalità fatta di lavoro
in rete, per creare gruppi
capaci di mettere in atto un
nuovo tipo di progettualità. In questo caso si sono
attivate collaborazioni (con
Veneto Jazz, Friuli Venezia
Giulia Festival, l’associazione musicale Clodiense,
ArteRitmi e la Provincia
Autonoma di Bolzano Alto
Adige), che consentono di
portare in Romagna artiste
e band di grande richiamo.
Già le otto passate edizioni
hanno consentito alla rassegna di divenire un punto
di riferimento importante
per gli appassionati di tutta
la regione. La risonanza
di “Donne Jazz in Blues”
è testimoniata dal fatto
che l’evento sia segnalato
Foto Diego Silvestroni
cultura
Da sinistra Francesca Viaro e Gianna Cerchier
anche da EXPO.
Il primo weekend del
festival è stato esemplare
per capire come si articolerà tutta la manifestazione:
sabato 3 luglio il suggestivo gazebo del parco della
Fratta ha ospitato Helga
Plankensteiner, sassofonista e cantante altoatesina che ha presentato
il progetto “Plankton”,
incentrato sulla musica
afroamericana. Lo spazio
della Fratta ospiterà tutti i
sabati alle 21.30 musiciste
e formazioni giovani ed
emergenti più orientate
verso il jazz: ne sarà un
esempio il “Francesca
Viaro Quartet”, formato
da voce, contrabbasso, batteria e pianoforte, in scena
sabato 11 luglio. Peculiarità
di Francesca Viaro è l’attitudine alla composizione,
che sa esaltare in primo
luogo le caratteristiche
della sua voce. Nel corso
del concerto si ascolteranno quindi sia ‘standard’ sia
brani originali. Il 18 luglio
ci sarà il concerto “Nina e
Villa El Salvador” e il 25
luglio Camille Thurma con
gli MMGT.
Il programma di Bertinoro,
i cui appuntamenti hanno
luogo la domenica alle
22.00 in piazza della Libertà, è partito il 5 luglio con
un grandissimo nome del
panorama internazionale:
la cantante giamaicana
Scheol Dilu Miller, accompagnata dalla Harlem
Blues Band. Si è potuta
così sperimentare la nuova
disposizione del palco, ora
allestito a ridosso del palazzo comunale, lasciando
così aperta la vista del panorama. In questa location
si esibiranno le stelle del
jazz e del blues ospitate la
domenica sera. Il programma, infatti, prosegue il 12
luglio con Laura Fedele e
The Nite Life; il 19 luglio
sarà la volta di “For the
Good Times” con Stephanie Océan Ghizzoni. A
chiudere la rassegna si sarà
un grande evento il 26 luglio con Gianna Cerchier,
nome di primo piano del
panorama musicale non
solo italiano, che presenterà il suo ultimo progetto
accompagnata dalla “Power Play Band”.
L’ingresso ai concerti
è libero. Per le serate a
Bertinoro sarà attivo un
sevizio gratuito di navetta
dalle ore 19.00 alle 24.00
(parcheggio di via Badia,
via Allende e largo Cairoli).
Stefania Navacchia
Tesori nascosti. Fra via del Portonaccio e via Orto del Fuoco, presso Porta Schiavonia
La Filanda Maiani, quella con la ciminiera
È arrivata pressoché
immutata ai giorni nostri.
Non solo: la sua ciminiera è l’unica rimasta
delle tante che nella prima
metà del ‘900 costellavano il centro forlivese. La
Filanda Maiani si estende
fra via del Portonaccio e
via Orto del Fuoco, a due
passi da Porta Schiavonia.
Realizzata in mattoni rossi nello stile degli opifici
della prima industrializzazione, sorse nel 1898
per iniziativa del forlivese
Giulio Panzeri, che aveva
rilevato la precedente
Filanda Brasini. L’era di
Filippo Maiani, che dette
il nome alla fabbrica, scatta nel 1919: l’industriale
non si limitò a rilevare
la filanda, ma rinnovò
radicalmente il complesso
con macchinari moderni
e produttivi. Nel 1926,
la Filanda dava lavoro a
ben 600 persone, tutte
impegnate nella produzione di seta in matasse
per clienti americani,
inglesi e tedeschi. Particolare straordinario per
l’epoca, l'opificio ospitava
anche “un asilo nido per
i bambini delle operaie,
un refettorio, una società
di mutuo soccorso ed
un erogatore di bevande
dissetanti per i dipendenti”. Grazie all’enorme
diffusione nelle campagne
dell'allevamento dei bachi
da seta, Forlì era ai primi
posti in Italia nella produzione di filati di seta.
L’avvento delle fibre artificiali, nel 1929, decretò il
fallimento della Filanda.
Attualmente ospita attività artigianali, commerciali
e del terzo settore.
Piero Ghetti
11
9 luglio 2015
Pittura e teatro alla Zangheri
“
All’apertura della mostra presenti le attrici Valeria Valeri ed Eliana Baccarini
Un simpatico
incontro tra arte
e teatro si è tenuto, a fine
giugno, nella sala espositiva della residenza per
anziani “Pietro Zangheri” di via Andrelini 7, a
Forlì.
Partiamo dalla mostra,
dal titolo “Riflessi e colori
dell’anima”. Si tratta di una
rassegna singolare, che resterà aperta fino al 31 agosto. Alle pareti sono esposti
disegni e dipinti realizzati
dagli ospiti della casa di
riposo, sotto la guida della
pittrice Stefania Santandrea.
Come si sa, le arti visive,
così come tutte le altre
espressioni artistiche, sono
uno straordinario mezzo
non solo per “raccontare” ricordi e trasferire le
emozioni, ma sono anche
un altrettanto straordinario
mezzo di comunicazione,
di confronto, di scambio di
opinioni e di aggregazione.
La pittura è un ottimo linguaggio che invita al “fare”
e al “voler trasmettere”.
Ovviamente, spesso i quadri dei neofiti hanno uno
spessore un po’ primitivo e
autodidatta, ma l’emozione
che generano è comunque grande, soprattutto
quando le opere sono state
realizzate da persone non
autosufficienti o da chi non
ha mai preso un pennello
in mano e, nonostante l’età
avanzata, si mette alla prova
guardando avanti. Questo
è sicuramente l’esempio
La chiesa di San
Salvatore in Vico
Bacheca culturale
Giovedì 9/07
Forlì - Palco di Piazza Saffi - ore 21.15
Spettacolo musicale presentato da BandAil & Co. e
LILT (Lega Italiana Lotta contro i Tumori), dal titolo
“AILLOVE you...LILT...”. Canzoni d’amore senza
tempo, italiane ed internazionali, con la partecipazione
dei dottori Pierpaolo Fattori, Alessandro Lucchesi e
Andrea Ricci Maccarini. Info: 0543.712445-712435.
Forlì - Arena Eliseo, c.so della Repubblica 108 - ore 21.30
Per il progetto “Accadde Domani”, proiezione del film
di Roan Johnson Fino a qui tutto bene, con Alessio
Vassallo e Paolo Cioni. Ospiti della serata gli interpreti
Guglielmo Favilla e Silvia D’Amico. Info: 0543.712445.
Forlì - Biblioteca “Saffi”, corso della Repubblica 78 - ore 21.00
Per la rassegna “Parole e musica”, l’associazione Bandeandrè presenta nel cortile della biblioteca il concerto-tributo Caro Fabrizio, con il repertorio di De
Andrè. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.
Info: 0543.712601; [email protected].
L'attrice Valeria Valeri (al centro) con l'ex sindaco Sauro Sedioli
ed alcune ospiti della "Zangheri"
più eclatante che i dipinti
in mostra alla Zangheri
comunicano: tutti sorridenti, pittori, accompagnatori e visitatori, ammirati
dalla significativa ricchezza
umana delle opere. I temi
prediletti sono i paesaggi,
fiori, natura morta, non
mancano anche i ritratti.
Tra i tanti presenti all’inaugurazione della rassegna
c’era anche Antonia Laghi
(classe 1921), nota staffetta
partigiana durante l'ultima
guerra e da tre mesi ospite
alla Zangheri, salutata con
molta cordialità dall’ex sindaco di Forlì Sauro Sedioli.
Ospiti attese all’apertura
della mostra sono state poi
due attrici assai affezionate
a Forlì: Valeria Valeri ed
Eliana Baccarini, entrambe note per la loro attività
nel mondo del teatro e del
cinema ed entrambe legate,
seppur in modo diverso, a
Laura Carli, grande attrice
forlivese e doppiatrice per
il cinema, teatro, radio e
televisione, deceduta nella
residenza per anziani nel
2005 a 99 anni di età, e il
cui ritratto è posizionato
da tempo nella sala mostre della residenza. Eliana
Baccarini è stata anch’ella attrice e, in gioventù,
controfigura di Audrey
Hepburn sul set di "Vacanze Romane". Nella vita,
Eliana è stata la nuora di
Laura Carli ed oggi risiede, come la suocera, nella
residenza Zangheri. Valeria
Valeri (nata nel 1921, il
vero cognome è Tulli)
ha iniziato la sua lunga
carriera teatrale di attrice e
doppiatrice proprio con la
compagnia di Laura Carli.
Valeria ha alle spalle oltre
70 anni di carriera artistica
e recita ininterrottamente
dalla metà degli anni ’40,
interpretando sia il genere
brillante sia quello drammatico. Il suo amore per Forlì
la induce a trascorrere vari
periodi all’anno ospite da
amiche nella nostra città,
assai apprezzata dall’attrice.
rosanna Ricci
Nello stesso pomeriggio
dell’inaugurazione della
mostra “Riflessi e colori
dell’anima”, la residenza
Zangheri ha offerto alla
cittadinanza un ulteriore
evento: nella chiesa di
San Salvatore in Vico
della Casa di riposo Gabriella Tronconi, presidente della Lilt di Forlì,
ha raccontato la storia
di questa chiesa fondata
dai Camaldolesi insieme
al convento, divenuto
ora "Residenza Pietro
Zangheri". La chiesa
risale al XIII secolo, poi è
stata ricostruita nel 1546
e, dopo le soppressioni
napoleoniche e la sua
trasformazione come
atelier dello scultore Bernardino Boifava, ed ora
gli interventi di restauro,
oggi S. Salvatore in Vico
è nuovamente consacrata e frequentata per le
varie funzioni religiose,
e fa parte del cammino
spirituale e culturale "Via
Sancti Romualdi". (R.R.)
Castrocaro, 4 appuntamenti musicali
Il 10 luglio apre la 26° edizione della kermesse "Dal medioevo al rinascimento"
Con un nuovo palinsesto,
più “culturale”, ecco la
26esima edizione della
kermesse “Dal medioevo
al rinascimento - Dalle
chiese dalle corti e dalle
taverne d’Europa, Festival
di musica antica”. Quattro
appuntamenti musicali
all’insegna della tradizione
europea, tra cante e danze
dalla Finlandia alla Grecia,
dall’Irlanda alla Sassonia,
dalla Sicilia alla Galizia,
fino alle sonorità occitane
e sefardite, nella suggestiva
atmosfera notturna della
Rocca di Castrocaro, alla
luce tremula di centinaia di
fiaccole.
Si comincia venerdì 10
cultura
luglio con il trio TsaTsali,
nel concerto dal titolo
“Syllinen Syli, canti finlandesi, occitani e sefarditi”.
Intermezzi del performer
Antares con acrobazie e
danze col fuoco, ispirate
all’arte marziale kalaripayattu.
Sabato 11 luglio seconda serata con l’ensemble
Alarc’h, dal titolo “Sovay,
antiche sonorità dall’Irlanda
alla Grecia”. La manifestazione prosegue venerdì 17
luglio con l’ensemble Init
Labor e lo spettacolo dal
titolo “Douce dame jolie,
danze e cante provenzali
e mediterranee”. Ultima
serata sabato 18, con
Fiumana di Predappio - Area Verde - ore 21.00
Lettura animata del libro Cavallo King, nell’ambito
del circuito Autorjtinera, a cura della Compagnia Bella.
Ad interpretare il testo di Giampiero Pizzol è l’attore
Giampiero Bartolini. Ingresso libero.
Venerdì 10/07
Forlì - Ist. Storico della Resistenza, via Albicini 25 - ore 20.30
Presentazione del libro di Marco Viroli e Gabriele Zelli
I giorni che sconvolsero Forlì, 8 settembre 1943-10
dicembre 1944. Ne discutono con gli autori Carlo De
Maria, Vladimiro Flamigni. Coordina Tito Menzani.
Monte Maggiore - Osservatorio Astronomico - ore 22.00
Serata di osservazione astronomica aperta a tutti,
guidata da esperti. Ingresso libero. Info: 0543.921700;
www.comune.prtedappio.fc.it.
Castrocaro Terme - Fortezza medievale - dalle ore 21.00
Festival di musica antica, dal Medioevo al Rinascimento, nelle serate del 10 e 11 luglio e 17 e 18 luglio.
Venerdì 10 concerto del Trio Tsatsali “Syllinen Syli”,
canti sefarditi, occitani e finlandesi; sabato 11 l’Ensemble Alarc’h presenta “Caminantes del Azul”, antiche
sonorità musicali dall’Irlanda alla Grecia.
Sabato 11/07
Forlì - Palco di Piazza Saffi - ore 21.15
Serata di proiezione di videoclip realizzati da 20 circoli
fotografici presenti sul territorio regionale, dedicati alle
musiche di Fabrizio De André. Info: 0543.712445.
Terra del Sole - Campo di Tiro - dalle ore 21.00
Sfida tra balestrieri in costume per il 7° trofeo dei Bastioni, con quattro squadre in rappresentanza dei
bastioni che costituiscono la fortezza di Terra del Sole.
Info: [email protected].
Lunedì 13/07
Forlì - Arena Eliseo, c.so della Repubblica 108 - ore 21.30
Per il progetto “Accadde Domani”, proiezione del film
di Paolo Cevoli Soldato semplice. Ospite speciale
della serata il regista Paolo Cevoli. Info: 0543.712445.
Martedì 14/07
Forlì - Palco di piazza Saffi - ore 21.00
Note letterarie da Parigi in occasione della festa
nazionale francese, con letture in italiano e in francese
e musica del pianista Luca Ridolfi. Info: 0543.712445.
l’ensemble Diachordum e
“Under der linden, musica
e canti dei Minnesanger”.
L’ingresso alla rocca è dalle
ore 20.00, con inizio concerti alle 21,15. Possibilità
di visitare il castello e il suo
museo storico, con sosta
nella locanda del castello.
Ingresso 7,00 euro. Info e
prenotazioni: 0543.769541;
338.3169741; info@
proloco-castrocaro.it. www.
proloco-castrocaro.it. (E.C.)
Forlì - Arena Eliseo, c.so della Repubblica 108 - ore 21.30
Per il progetto “Accadde Domani”, proiezione del film
di di Nanni Moretti Mia madre, con Margherita Buy,
Nanni Moretti e John Turturro. Info: 0543.712445.
Mercoledì 15/07
Forlì - Piazza Saffi e centro storico - dalle ore 20.30
Nuovo appuntamento con I Mercoledì del Cuore,
con le vie del centro storico animate da suoni e performance di band e artisti vari. Info. 388.8546400; info@
forlinelcuore.it.
focus su...
12
9 luglio 2015
Giovani d'estate
Storie di giovani, storie di vita
vissuta e cercata, storie che fanno
guardare al futuro con un pizzico
di speranza.
Storie al positivo, dove lavoro,
disabilità, ricerca di sé e di Dio,
amore per la pace, solidarietà e
giustizia non sono solo parole al
vento, ma provocazioni con cui
fare i conti ogni giorno.
Martina Romualdi
Cavalgiocare è un lavoro
Tra i 15 giovani che per
nove settimane estive
stanno svolgendo a
Portico un campus per
imparare a fare impresa
in Appennino, cercando
di realizzare i loro progetti o Start Up, selezionati fra 70 inviati alla
Fondazione Garrone di
Genova (altri 15 ragazzi
fanno la stessa cosa a
Grondona di Alessandria), vi è anche Martina
Romualdi, di Premilcuore. Al termine del campus, grazie anche al sostegno
della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, saranno
assegnati premi per un totale di 120mila euro, per far
partire i migliori progetti. Sono quattro i forlivesi che
partecipano all’iniziativa: Giorgia Maltoni, architetto
28enne di Fratta Terme, col progetto “Una scuola e
un eco villaggio”; Ciro Lecca, 22 anni di Tredozio, con
“un’azienda agricola specializzata nell’allevamento di
polli di razza romagnola con metodo bio”; l’ingegnere
forlivese 29enne Andrea Lombardo, con “una realtà
ibrida fra azienda agricola e centro di aggregazione
sociale” a San Savino di Predappio. Poi c’è Martina
Romualdi (nella foto) di Premilcuore, 31 anni, diplomata
all’Istituto d’arte di Forlì, che già lavora nel B&B di
famiglia e punta ad un progetto per il divertimento e il
tempo libero dei bambini, “Cavalgiocare”, cioè “educare i bambini al fascino del cavallo e dell’asino con il
gioco e il movimento”, creando un’associazione culturale per valorizzare il territorio dell’alta valle del Rabbi
e del parco nazionale. Racconta Martina: “Dopo aver
lavorato per una decina d’anni in vari maneggi e centri
equestri dell’Emilia Romagna e delle Marche, vorrei
aprire nell’area del B&B di famiglia ‘Luna e stelle’, a
due km da Premilcuore sulla strada per Montalto, un
Centro culturale equestre con cavalli e asini. ‘Cavalgiocare’ non è solo un maneggio, ma un luogo che
offre attività ludiche ed educative ai bambini”. Martina
ha già tre cavalli in proprietà, mentre i due asini sono
dell’agriturismo “L’antico frutto” di Montalto. In
pratica di che tipo di attività si tratta? “Sono pacchetti
d’integrazione turistica - risponde Martina - per chi
passa a Premilcuore le vacanze o i weekend, con corsi
per bambini che possono durare tutto l’anno, mensili
o settimanali, oppure intensificati”.
quinto cappelli
Padre e figlio pellegrini ad Assisi
“
Enrico e Paolo, una settimana di cammino insieme nello spirito di San Francesco
“Pellegrinaggio
verso Assisi...
indimenticabile esperienza piena di emozione e
carica spirituale; insieme a
mio padre per sette giorni
abbiamo vissuto le montagne, condiviso la fatica della
strada e pregato fino ad
Assisi...
Nonostante zecche, vesciche e crampi, il viaggio è
andato benissimo e durante
il cammino abbiamo conosciuto tanti altri pellegrini,
anche stranieri, testimoni
di grande fede con i quali
si è instaurata una sincera e reciproca simpatia".
Con queste parole cariche
di soddisfazione Enrico
descrive l'esperienza vissuta
con suo padre Paolo, entrambi meldolesi. “Appena
mio figlio mi ha chiesto
di fare insieme una parte
del pellegrinaggio Monte
Paolo-Assisi - racconta
Paolo - il primo pensiero
è stato quello di rifiutare,
soprattutto perché pensavo
di non farcela fisicamente.
Ma la sua insistenza e il
desiderio di fare qualcosa
insieme a mio figlio mi
hanno convinto ad accettare questa avventura.
Enrico e Paolo ad Assisi, al termine del loro pellegrinaggio
Iscrittosi all'associazione
“Amici del Cammino di qui
passò Francesco”, Enrico
si è occupato di tutta l'organizzazione del percorso che
avremmo dovuto intraprendere: 175 chilometri in
sette giorni, con uno zaino
sulle spalle di 10-12 chili”.
Partiti l'8 giugno, con i
mezzi pubblici hanno
raggiunto Pieve Santo Stefano; avendo poi perso la
coincidenza con la corriera
per raggiungere La Verna
da dove sarebbe dovuto
iniziare il cammino, i due
pellegrini sono partiti direttamente da Pieve Santo
Stefano alla volta di Valico
di Viamaggio. “La prima
tappa di 25 km - ricorda
Paolo - è stata particolarmente impegnativa sia per
il dislivello di 1100 m, sia
perché nell'ultimo tratto
mi sono presi i crampi, ma
con l'aiuto di Enrico che ha
portato anche il mio zaino,
siamo riusciti a raggiungere l'ostello che ci avrebbe ospitato per la notte.
La mattina dopo siamo
partiti verso San Sepolcro,
passando dall'Eremo di
Montecasale. Una volta
preso il passo, l'attenzione
era catturata dal paesaggio:
un'esplosione di giallo con
tante ginestre in fiore, il
silenzio intorno, il contatto
con una natura incontaminata portavano inevitabilmente a pensare che in
quei posti era sicuramente
passato San Francesco.
Era spontaneo recitare il
rosario, riflettere e parlare
con Enrico anche del suo
futuro!”. Con la terza tappa
hanno raggiunto Città di
Castello e con la quarta
sono arrivati a Pietralunga.
“La quinta tappa, ricca di
continui saliscendi - prosegue Paolo - ci ha messo
a dura prova, ma verso
le 15.00 siamo arrivati a
Gubbio dove sono stato
contento di confessarmi e
di partecipare alla messa.
Con la penultima tappa, di
ben 33 km, siamo giunti
a Valfabbrica. Il giorno
dopo abbiamo raggiunto il
'traguardo' di Assisi verso
le 11.00, proprio in tempo
per la messa. È un'esperienza che consiglio: al
di là della soddisfazione
provata per essere riuscito
fisicamente a portarla a
termine, mi ha arricchito
spiritualmente e dal punto
di vista dei rapporti umani:
averla realizzata poi con
mio figlio l'ha resa ancora
più preziosa!”.
Daniela Ravaioli
A Sappada, scuola di condivisione
Lorenzo Salina da 10 anni fa il volontario nelle vacanze estive per i disabili
Partecipo al Campo di
condivisione di Sappada
(ex Borca) da ormai dieci
anni e ogni volta puntualmente si rinnova il
desiderio di ripartire.
I motivi sono molti: la
compagnia degli amici, la
bellezza della montagna,
la gioia che si respira nello
stare insieme condividendo le intere giornate.
Ma più di tutto il Campo
è una scuola di condivisione, una scuola dove si impara che la vera gioia non
è accumulare tesori per sé,
ma donare quello che si
ha all’amico perché il suo
sorriso sia anche il tuo.
Tutto ciò viene insegnato
attraverso la concretezza
dei bisogni, delle difficoltà, delle fatiche quotidiane,
che diventano occasioni
per uno scambio di attenzioni: tu aiuti a mangiare,
a camminare, ad andare
a letto, a parlare chi da
solo non riuscirebbe e in
cambio ricevi parole piene
di gratitudine, testimonianze di un attaccamento
alla vita che tu, che hai le
gambe “buone” e la testa
“che funziona”, mai hai
provato. Spesso, durante
il Campo, la gente incontrando questo gruppo
composto da carrozzine,
schiamazzi, strane parlate,
rimane colpita e chiede se
tu sei un volontario; e non
comprende poi quando
rispondi che non sei un
volontario ma, anzi, hai
pagato per partecipare a
quella vacanza: “Ma come,
vieni a badare dei disabili
e paghi pure per farlo?”. È
chiaro che l’esperienza è
un’altra: la disabilità esiste
e non può essere eliminata, ma può essere superata,
e la disabilità viene superata nel momento in cui
trattiamo i disabili come
persone normali. Non è
questione di vocazione o
di fare grandi scelte nella
vita, ma di provare nella
semplicità di tutti i giorni
che il disabile non è un
alieno, bensì una persona
come tutte le altre, il cui
più grande desiderio è che
la propria disabilità non
diventi ostacolo per chi ha
di fronte. E questo forse
è il più grande e semplice
insegnamento che si apprende in queste “scuole
estive”, ed è bello quando
questo viene comunicato
prima di tutto da persone
giovani, che con la loro
energia sono in grado di
lanciare messaggi rivoluzionari alla società di oggi.
Lorenzo salina
13
9 luglio 2015
focus su...
Giovani d'estate
Operazione di pace in Colombia
“
Alessandra Zaghini, è tornata dalla missione, dove opera per la APGXXIII
Io in zone di conflitto? No assolutamente no, questa cosa
non fa per me. È troppo.
Ho paura.
Questi i primi pensieri
che mi hanno attraversata, quando 8 anni fa sono
entrata in contatto per la
prima volta con Operazione Colomba, il Corpo
Nonviolento di Pace della
Comunità Papa Giovanni
XXIII. Avevo 27 anni, ero
rientrata da poco dopo un
anno trascorso in Zambia, dove avevo svolto il
servizio civile all’estero
come casco bianco. Una
cosa sapevo per certo: non
mi volevo fermare con il
cammino intrapreso e che
valeva la pena mettersi alla
prova. Così Operazione
Colomba è diventata la
mia strada. La proposta
nonviolenta attraverso
un’esperienza di gruppo, la
messa in discussione delle
certezze e il ribaltamento
della prospettiva, quando
di fronte a una guerra ti
convincono che tu “non
puoi fare niente”. Credo
che, almeno all’inizio, a
catturarmi sia stata questa
commistione di rottura
degli schemi e di novità.
Poi sono arrivate le prime
esperienze all’estero - due
brevi periodi in Kosovo e
quasi due anni in Palestina e
Israele - a convincermi che
quello era il mio cammino.
Il mettersi al fianco di chi
dalla guerra non può fuggire perché troppo anziano
o troppo giovane, troppo
malato o troppo povero o
troppo solo. Il provare a
garantire uno spazio di sicurezza e di futuro, quando
tutto intorno sembra dirti
che un futuro non ci sarà.
L’esperienza di Operazione
Colomba mi ha insegnato
questo: che nonostante la
sofferenza, se non si lasciano sole le persone, una via
si apre sempre. Per me la
domanda non è mai stata:
perché partire? Ma piuttosto: perché non dovrei
farlo! Sentirsi dire: senza
la presenza dei volontari
di Operazione Colomba
ci avrebbero già uccisi
o se non ci siete voi ci
minacciano o, se voi ve ne
andate, noi abbiamo paura,
è qualcosa che ti investe di
una responsabilità enorme,
ma allo stesso tempo anche
di un senso profondo.
Questo aspetto è per me
molto evidente nel progetto
di Operazione Colomba in
Colombia che da tre anni
seguo e coordino, principalmente dall’Italia, ma anche
attraverso viaggi frequenti
nel Paese. I membri della
Comunità di Pace di San
Josè di Apartadò, con i
quali viviamo e che noi
accompagnamo, ci chiedo-
no di non lasciarli soli, ma
anche di raccontare quello
che succede là, perché
sanno quanto siano forti le
relazioni tra il conflitto che
loro subiscono e il nostro
stile di vita. Da quando la
Comunità di Pace è nata,
nel 1997, dopo essersi
dichiarata zona neutrale
per tentare di sopravvivere
in mezzo alla violenza di
un conflitto armato che va
avanti da più di 50 anni,
ha subìto più di 260 morti
e un’infinità di minacce e
violazioni dei diritti umani.
Alla base del conflitto la
terra e le sue immense
risorse, contese tra i vari
gruppi armati: esercito regolare, paramilitari e guerriglieri. La destinazione finale
o, se preferiamo, i principali
acquirenti/consumatori:
noi. Noi europei, noi italiani. Non importa quale sia
il prodotto: cocaina, piante
d’appartamento, olio di palma per produrre biodiesel
per le nostre auto “ecologiche”, banane, caffè, cacao e
tanti altri prodotti venduti
nei nostri supermercati.
Noi compriamo/consumiamo e loro muoiono.
Sono rientrata da un
mese dalla Colombia e di
questo e di tante altre cose,
assieme ad altri volontari
di Operazione Colomba,
abbiamo parlato ai ragazzi
del campo lavoro estivo
organizzato dal Comitato
contro la Fame di Forlì che,
dall’anno scorso, supporta
il nostro progetto. Un aiuto
preziosiso, che ci consente
di continuare a camminare
con i contadini della Comunità di Pace e di fare uscire
dalla Colombia la loro voce,
perché ci guidi nelle scelte
di tutti i giorni.
Alessandra Zaghini
Anna Comandini
Dopo l’anno di noviziato scout ecco Libera
Mi chiamo Anna ho sedici anni e
frequento l'istituto tecnico aereonautico. A primavera inoltrata il mio
capo scout mi ha proposto di intraprendere durante il periodo estivo un
campo con Libera, a conclusione di
un anno di noviziato intenso, volto
soprattutto al "sociale" (abbiamo
incontrato ragazzi speciali e con loro
abbiamo giocato a basket in carrozzina, abbiamo passato interessanti
momenti con giovani persone ammalate di Sla e tanto altro). Ma tornando a noi... Libera... non ne avevo
mai sentito parlare. Ho digitato su
Google ed è stato semplice capire
che è un associazione impegnata nel
trovare un nuovo "impiego" ai beni
confiscati alla mafia, è un operazione
coraggiosa, approcciare a questa realtà credo mi permetterà di capire in
maniera concreta cosa significa Mafia, una parola che se mi fermo e ci
penso mi ricorda films e fiction più
o meno famosi. Ma la realtà qual'è?
Beh la voglia di conoscere il mondo
a 360° è radicata in me, quindi parto,
dal 16 al 24 agosto. L'argomento mi
interessa ed è un esperienza che sicuramente mi permetterà di incontrare
persone nuove, situazioni distanti
dalla vita un po' sonnacchiosa della
mia bellissima Bertinoro, e già questo
sarà un gran successo!
Davide Poli
Dal Mugello a Barcellona
Sono Davide, ho ventun anni e 13 traslochi,
ma la mia casa è la
valle del Mugello, per
ora Borgo S. Lorenzo. La mia avventura
nasce per un desiderio
di apprezzare ciò che
ci è concesso a proprio
modo. In un solo giorno lasciai l’università e
la mia ragazza fece lo
stesso con me. Senza
più legami decisi di
partire e viaggiare, di
crescere. Lavorai sodo
per pagarmi il viaggio però mi innamorai di nuovo. Il
sapere che sarei partito rendeva tutto difficile, e per lei
ho corretto il mio viaggio. Dopo un anno di rimandi
sono partito zaino in spalla, da solo, prendendomi
finalmente il mio tempo. La prima settimana fu come
me la immaginavo, partito da Barberino seguii gli
Appennini fino alla Garfagnana, dormendo in tenda
e godendomi la natura. Rimasi stupefatto dalle Alpi
Apuane, dalla prima alba sul mare, e di un ragazzo
incredibile che mi offrì un passaggio senza che lo
chiedessi con l’ormai snobbato autostop. Mi accompagnò e ospitò a La Spezia. Ero sulla cresta dell’onda.
La seconda settimana iniziò col maltempo, ma grazie
ad alcuni passaggi presto fui a Genova. Carico per
la buona sorte mi sforzai al limite per mettermi alla
prova. Volevo dimostrarmi che un uomo può ottenere
una cosa, anche impossibile, se ci mette tutto se stesso
ogni giorno. Marciavo sulla costa Ligure assordato dal
mare e lo zaino sembrò più leggero quando vidi le
Alpi. Ero energico.
La terza settimana un cedimento mi fermò a Nizza
e l’impossibilità, a causa del turismo, di dormire in
tenda accrebbe il mio scontento. Cominciai a prendere
alcuni treni e dormire nelle stazioni, per riposare la
gamba, in una di queste un abusivo mi offrì quel poco
che aveva, forse il miglior francese che ho incontrato,
ed era arabo. Arrivai in Spagna ma alcuni incontri spiacevoli uniti alla voglia di tornare a mettere le proprie
energie in quell’amore lontano mi misero sul primo
treno. Ero vivo. Per ultima tappa mi sono diretto a
casa, attraversando la Colla e scoprendo che i miei
luoghi sono belli quanto, e più, di tutti gli altri. Poi mi
sono fermato in mente ciò che avevo appena imparato. Dalle situazioni spiacevoli ho capito che non essere
ingenui ti salva la vita, dalla natura ho capito cosa mi
rispecchia, e dall’essere libero ho capito quanto siano
importanti i pochi legami che ci teniamo stretti per la
vita. Ho deciso di non abbandonare tutto ciò in cui
ho messo energia e speranza. Sono tornato ed ho una
storia da raccontare, sono felice, so chi sono e so dove
posso arrivare. Sono vivo.
sport
14
9 luglio 2015
Il Forlì calcio, nei dilettanti solo di passaggio
“
È questo il desiderio espresso dalla dirigenza bianco-rossa che ha affidato la squadra all’allenatore Massimo Gadda
A metà fra
innovazione e
restaurazione così il Forlì
calcio inizia a progettare il
futuro.
Dopo tre campionati di
Lega Pro quello da poco
concluso l’ha visto ingloriosamente retrocedere
fra i dilettanti. In serie D,
come disgrazia o default
per usare un termine più
moderno, alla fine di una
stagione travagliata che
ha visto alternarsi tre
allenatori (Rossi, Vanigli e
Firicano), due presidenti
(Conficconi e l’attuale
Stefano Fabbri), ed una
sequela di direttori, due
sportivi (Menegatti e
Stambazzi), uno generale
(Pedroni) fino a quello
tecnico (Arrigoni), proprio per non farsi mancare niente. Nonostante
questo bailamme il Forlì
poteva salvarsi, addirittura
raddoppiando i 25 punti
conquistati nel girone
d’andata avrebbe chiuso
il campionato all’ottava
posizione di classifica.
Invece con i 18 del ritorno
è precipitato nei play out
dove la favola si è interrotta ad opera della Pro
Piacenza, una squadra
partita con la zavorra di
meno otto punti in parte
condonati (a campionato
finito), da una amnistia
edulcorata che di fatto ha
riscritto a bocce ferme la
classifica del girone B di
Lega Pro. Ma adesso si
riparte con la restaurazione del ds Sandro Cangini
che esautorato un anno
fa è stato richiamato per
guidare la ricostruzione.
"Non cerco rivincite - le
prime parole del direttore
sportivo - e non guardo indietro, sono felice di essere
stato richiamato". Come
allenatore, invece, la scelta
è caduta su Massimo Gadda onesto centrocampista
con una carriera soprattutto in B ed una parentesi
nella massima serie con le
maglie di Milan e Ancona
poi come allenatore da
Ravenna alla Spal ed ancora Bellaria, Fano, Baracca
Lugo e Cesena come vice
di Castori. Mai a Forlì,
dove arriva a 52 anni. Alla
prima conferenza stampa
il nuovo mister ha toccato
le corde che fanno palpitare il cuore dei tifosi: "Non
c'è più spazio per un calcio
conservativo, voglio una
squadra propositiva che
giochi palla a terra. Poi va
ricreato quel senso di ap-
Brevi di sport
Foto Fantini
Nella foto a sinistra un'azione di gioco della partita Forlì-Ancona (ottava giornata Lega Pro - stagione 2014-2015).
Nella foto a destra, da sinistra, l'allenatore Massimo Gadda, il presidente Stefano Fabbri e il direttore sportivo Sandro Cangini
partenenza, la maglia che
si indossa è importante e
invece si è perduto questo
attaccamento alla città che
si rappresenta". Intanto la
parola ripescaggio è improvvisamente tramontata
dal dizionario del Forlì,
per chiederlo servono
500mila euro a meno che il
procuratore della federa-
zione italiana giuoco calcio
Palazzi non si travesta da
terminator per tentare di
mettere fine all’ennesima
squallida puntata del calcioscandalo. Perché il Forlì
ha tutte le qualità morali,
tecniche e giuridiche per
ambire al calcio professionistico. Come ha detto il
presidente Fabbri "Venia-
mo da una brutta stagione,
di cui mi sento responsabile per non essere riuscito
a raddrizzare la baracca.
Adesso ripartiamo. D’ora
in poi dobbiamo solo
vincere".
Per la squadra si profila
un deciso cambiamento
a livello di organico, i migliori (Melandri e Drudi ad
esempio) hanno proposte
allettanti da squadre di
Lega Pro. La soluzione
anche per contenere il
budget è puntare sui giovani.
Intanto i primi due colpi
riguardano l’attacco: ingaggiati Personè dall’Aversa e
Nocciolini dalla Ribelle.
Riccardo Rinieri
a cura di Enrico Pasini e Riccardo Rinieri
TAEKWONDO
BASKET
PALLAVOLO
PATTINAGGIO
SOFTBALL
La portacolori dell'Edera Forlì, Irina Volocaru,
già medaglia di bronzo ai
campionati mondiali Cadetti
2014 andati in scena a Baku,
resta una delle punte di
diamante delle nazionali
giovanili ed è stata convocata per il raduno dell'Italia
che si svolgerà a Roma dal
12 al 22 luglio in preparazione agli Europei Junior di
Riga.
La rosa della neonata Pallacanestro Forlì 2.015 targata
Unieuro, che disputerà il
campionato di serie B è
praticamente completa con
gli ingaggi dei registi Michele
Ferri, Davide Bonacini, le
guardie Riodolfo Rombaldoni
e Sebastian Vico, le ali Luca
Pignatti, Riccardo Iattoni e i
pivot Paolo Rotondo e Marco
Arrigoni, Ora mancano due
elementi a chiudere il cerchio.
Il Volley Forlì 2002 ha conquistato la medaglia di bronzo
alla Coppa Italia di “Sand
Volley 4x4” andata in scena a
Lignano Sabbiadoro. Allenate
da Giovanni Tassaini, le giocatrici Giulia Agostinetto, Teresa
Ferrara, Geraldina Quiligatti,
Alessandra Ventura e Federica
Tasca hanno poi partecipato
alle finali del 22° campionato
italiano a San Benedetto del
Tronto.
Sarà la Aluxall Forlì Roller
settore corsa a rappresentare
l’Emilia-Romagna alle finali
nazionali del Trofeo Coni
2015, manifestazione per atleti Under 14, che si terranno a
Lignano Sabbiadoro dal 25 al
27 settembre. I biancorossi,
allenati da Andrea Mancini e
Samantha Fucci, l’anno scorso contribuirono al traguardo del 4° posto finale della
nostra regione.
Sconfiggendo 4-0 sul
diamante del Buscherini l’Energetic Sestese, la
Fiorini Forlì ha conquistato
con tre giornate d’anticipo
la matematica certezza del
primo posto nel girone B
del massimo campionato
italiano. Grazie a questo risultato le forlivesi salteranno
il primo turno dei play-off
della Isl, per entrare in scena
già in semifinale.
Il Momento e 4live insieme
Approfondimento e aggiornamenti
in tempo reale sul sito
www.4live.it
15
9 luglio 2015
Il bisogno non va in vacanza
“
L’appello della Caritas: servono più volontari per rispondere alle necessità
Come ogni anno,
l’estate arriva e
porta con sé, finalmente
caldo e vacanze.
C’è una cosa però, che in
vacanza non ci va mai. Il
bisogno. La povertà non
conosce ferie. Per chi
soffre, i giorni si equivalgono. Ed è per questo
che proprio in estate, le
vacanze possono diventare
l’opportunità di dedica-
re, donare qualche ora o
qualche giorno del tuo
tempo per cambiare la
giornata a qualcuno. Caritas ha bisogno di te. Vuoi
fare il volontariato?Anche
quest’anno infatti la mensa
del Buon Pastore, in via
Fossato Vecchio - 20, a
Forlì rimarrà aperta per
tutto il mese di Agosto.
Rimarranno aperti, seppur
in forma limitata, anche
altri servizi essenziali
come le docce, gli ascolti
di emergenza e la seconda accoglienza di via dei
Mille. Si cercherà in questo
modo di alleviare anche in
periodo di ferie, i bisogni
di tante persone residenti
o comunque presenti sul
nostro territorio e che non
possono permettersi di
andare in vacanza. Anche
l’Emporio della solidarietà
continuerà la sua attività
di distribuzione generi
alimentari per le famiglie bisognose. Il lunedì,
il mercoledì e il venerdì
mattina, e il mercoledì
e il giovedì pomeriggio abbiamo bisogno di
aiuto nell’organizzazione,
gestione del magazzino
emporio e nell’accoglienza
delle persone. Dobbiamo
però fare i conti con il calo
del numero di volontari,
che quotidianamente garantiscono l’erogazione di
questi servizi. Per questo
rivolgiamo dunque un
appello:
S.O.S. per mensa ed Emporio:
• per la mensa diurna
e serale, tutti i giorni di
agosto, dalle ore 10.00
alle ore 14.00 e dalle
16.00 alle ore 20.00
• per l’organizzazione e
l’accoglienza all’Emporio
della Solidarietà (LunMer-Ven 9.00-12.30 e
Mer-Gio 15.00 -18.30)
Il servizio richiesto è
alla portata di tutti: per
quanto riguarda la mensa,
aiutare nella preparazione
del cibo, nella pulizia dei
locali e nell’accoglienza
delle persone.
Per quanto riguarda l’Emporio, nell’organizzazione
e gestione del magazzino
e nell’accoglienza all’entrata.
Chi fosse interessato può
rivolgersi:
• alla Segreteria Caritas,
via dei Mille, 28 - tel.
0543.30299 - segreteria@
caritas-forli.it
• alla segreteria del
Centro di ascolto via
Fossato Vecchio, 20 - tel.
0543.35192 - [email protected].
Francesca Gori
Rifugiato a casa mia
Il dovere di rimanere umani - Giornata Mondiale del rifugiato
In occasione del 20 giugno si
ricordava la Giornata mondiale del
rifugiato istituita dall’Onu nel 2001
a 50 anni dalla Convenzione di
Ginevra circa la definizione di status
dei rifugiati. Le cronache recenti ,
con la prima tragedia di Lampedusa,
poi con ‘Mare nostrum’ ed ora con
‘Triton’, e i successivi episodi di rifiuto e di non accoglienza da parte di
diversi comuni e regioni italiane, di
addensamento e respingimento dei
profughi alle frontiere con i paesi del
nord Europa, ci riporta forzatamente alla memoria di questa ricorrenza.
Ma prima ancora di reagire emotivamente su questi episodi dobbiamo
risalire alle cause vere, profonde, di
lunga durata e chiederci con onestà
e coraggio se per troppo tempo le
abbiamo ignorate o, peggio, se ne
siamo stati i beneficiari se non i
promotori.
Abbiamo un dovere di accoglienza
(v. art 10 della nostra Costituzione o
la Carta europea dei diritti o a quella
dell’Onu). Un mandato che i nostri
padri ci hanno lasciato dopo le tragedie delle grandi guerre del secolo
scorso. Non facciamone solo un
problema di coscienza o etico a cui
si sentono chiamati i credenti. È una
questione di umanità. I 30mila morti
nel Mediterraneo, più altrettanti
stimati nei percorsi per giungere a
questa sponda negli ultimi 15 anni,
non sono arida contabilità numerica, sono uomini e donne come noi.
Viste le cause di cui sopra, dobbiamo cominciare a pensare all’avvio di
un processo di ricomposizione delle
popolazioni e delle nazioni a livello
mondiale, nonché di ridistribuzione
delle risorse e dei beni: accettare di
averne meno per condividerli. E ci
piace infine riprendere una proposta che viene rilanciata da più parti,
quale l’affido temporaneo di una
famiglia o di un singolo profugo/rifugiato. Proviamo a rifletterci sopra,
a non escludere subito l’ipotesi con
tanti argomentati motivi. È questo
l’invito a dare significato quest’anno
alla celebrazione della giornata. È
l’invito di Migrantes.
Roberto Ravaioli
Caritas
Appuntamenti
I giovani e i campi di lavoro
Nel mese di giugno i protagonisti sono stati i giovani. Si sono infatti conclusi due campi di lavoro:
il Campo Shalom, un campo di servizio e di vita
comunitaria e formazione proposto dalla Caritas Diocesana, dal Comitato per la Lotta contro
la Fame nel Mondo, dalla Pastorale Giovanile e
dall’Ufficio Missionario diocesano che ha visto
35 ragazzi coinvolti nella raccolta, casa per casa,
(oltre 50 indirizzi in una settimana) di materiale
usato di vario genere (mobili, oggettistica, libri,
indumenti, ecc), per finanziare i progetti che il
Comitato ha avviato in alcuni paesi poveri del
mondo. Alla sera i ragazzi hanno riflettuto sulla
figura di Annalena da giovane e su altri temi della
missione e del servizio, grazie agli interventi di
diverse associazioni cittadine (associazione Con
Tatto, Apeiron, Lvia e APGXXIII).
Due sono state le novità principali quest’anno:
durante il campo i ragazzi (aiutati da Roberto
Battistini) hanno creato con materiale di scarto
e di recupero dei mobili per arredare l’ufficio di
co-working promosso dalla Caritas e da altri uffici
diocesani (l’inaugurazione è prevista a settembre
2015).
Si è concluso anche il Campo “Dall’illegalità alla
comunità”, promosso da Caritas e dalla Coop.
For.B, nella settimana dal 14 al 21 giugno, che ha
coinvolto un gruppo di otto volenterosi ragazzi
(Luca, Simone, Lorenzo, Nicolò, Mattia, Jacopo, Arianna, Chiara) di età compresa tra i 15 ed
i 25 anni, guidati dalla tutor Valentina Asquini.
Il progetto li ha visti impegnati in operazioni di
sistemazione del podere Ex Limonetti. Solo nel
2009 il terreno veniva dato in concessione, a titolo gratuito, alle cooperative sociali CoForPol ed
Ecosphera, poi confluite in ForB. Il loro impegno
è stato volto a trasformare ciò che era frutto di illegalità in un’iniziativa socialmente utile. Nel caso
specifico, una parte di questi terreni, dal prossimo
mese di settembre, diventeranno “orti sociali” da
destinare a privati, famiglie in difficoltà economiche. I giovani impegnati nel progetto, hanno poi
avuto modo di conoscere alcuni profughi ospiti
nel territorio forlivese che coltiveranno il terreno, e alcuni ragazzi appartenenti al progetto di
inserimento lavorativo. Le serate venivano invece
dedicate alla formazione, a cura della cooperativa
Casa del Cuculo: dalla proiezione del film “La
mafia uccide solo d’estate” ad interessanti incontri
con i volontari dell’associazione “Con…tatto”
attivamente presente nella realtà della Casa Circondariale di Forlì e impegnata nel reinserimento
di persone che hanno avuto problemi con la
giustizia. È stato poi possibile ascoltare i racconti
dei giovani del GAP - Gruppo Antimafia Pio
La Torre - di Rimini, i quali hanno raccontato le
esperienze vissute in prima persona nei campi di
lavoro organizzati nei terreni confiscati alla mafia
in Sicilia.
Nella giornata del 20 giugno, i ragazzi di entrambi
i campi sono stati invece impegnati, presso i vari
supermercati forlivesi, nella raccolta di generi alimentari considerati “essenziali”, che sono andati
alle circa cinquecento famiglie iscritte all’Emporio
della Solidarietà.
Fondo solidarietà
Microcredito
Da famiglia a famiglia
Costituito dalla carità del Vescovo e della Diocesi, dalla Fondazione Carisp di Forlì, da offerte di privati, scelte di sobrietà e rinuncia di singoli, famiglie e gruppi. Sostiene singoli o
nuclei familiari in disagio economico con un contributo a
fondo perduto.
Un progetto in collaborazione fra Centro di Ascolto “Buon
Pastore”, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e Cassa dei
Risparmi di Forlì e della Romagna.
Destinatari: persone in difficoltà che hanno un progetto di
reinserimento lavorativo o di avvio di un’attività autonoma
Modalità: Importo richiesto da minimo 2.000 euro a
massimo 6.000 euro (per esigenze familiari) o 12.000 euro
(per attività di impresa); restituzione, con rate mensili, entro
5 anni (pagamenti dal 7° mese); tasso fisso agevolato; zero
spese di erogazione e di gestione.
Un progetto che vuole attivare relazioni di prossimità come
strumento di lotta alla povertà e all’esclusione sociale, rivolto
a individui e famiglie in difficoltà o che scelgono di diventare
Tutor. L’obiettivo è essere “buoni vicini di casa”, per farsi
prossimi a qualsiasi altra famiglia in difficoltà, creando una
rete di mutuo aiuto.
Fondo di Solidarietà
Cassa dei Risparmi, Forlì Piazza Saffi
Diocesi di Forlì-Bertinoro
conto Caritas Fondo di Solidarietà
IBAN: IT47O0601013222100000000206
Per informazioni e adesioni:
Segreteria Caritas Diocesana
Via dei Mille 28, Forlì
0543-30299, [email protected]
mondo
16
Approfondimento
a cura di Michele Tempera
Libero scambio
Usa-Unione Europea
9 luglio 2015
Flash dal mondo di Franco Garavini
Fonti Misna.org - Asianews - Radio Vaticana
Cuba, 1° Paese al mondo
a fermare la trasmissione
dell’Aids da madre a figlio
Cambogia, torna
la questione sicurezza
nelle industrie tessili
Foto cubanet.org
Anche se le argomentazioni principali evidenziate da più parti contro il trattato di libero
scambio, che gli Stati Uniti e l’Unione Europea
si apprestano a finalizzare in gran segreto e nel
disprezzo della democrazia, sono più che convincenti, potrebbe essere utile prendere come
esempio un caso analogo già attivo da tempo.
Si tratta del Trattato di libero scambio nordamericano (Nafta), siglato del 1994 tra Stati
Uniti, Canada e Messico. Dopo ventuno anni
dal suo avvio, è infatti possibile quantificarne i
benefici in maniera abbastanza certa.
I suoi effetti, risultato di provvedimenti del tutto
simili a quelli contenuti nel trattato in corso di
definizione tra Usa e Ue (Ttip), possono essere
di aiuto per comprendere cosa potrebbe succedere se, come sembra probabile, l’Ue continuerà
nel suo irragionevole percorso di approvazione
di questo accordo. Innanzi tutto, il primo risultato è stato quello di delocalizzare le attività produttive situate nei Paesi con più ampie tutele in
quelli con minori controlli e regolamentazioni.
Dunque vi è stata una perdita di posti di lavoro
significativa, sostituiti da altri posti di lavoro
con più basse tutele e più basso stipendio. Ciò
è accaduto in tutti e tre i Paesi, trasversalmente
al reddito pro-capite. Inoltre, le importazioni a
bassissimo costo (ottenute facendone pagare le
esternalità negative all’ambiente ed ai diritti dei
lavoratori) sono aumentate grandemente proprio nei casi di beni dove i controlli di qualità
erano maggiori, cancellando dal mercato molti
operatori che cercavano di conferire salubrità e
proprietà positive ai propri prodotti.
La povertà non è stata assolutamente ridotta in
nessuno degli stati coinvolti ed in non pochi casi
è addirittura aumentata. Per di più, i benefici
economico-finanziari delle maggiori esportazioni ed importazioni sono stati avvertiti solamente
da pochi operatori (fondi di investimento, multinazionali, ecc…) che erano già molto (troppo)
ricchi.
Dunque il bilancio del trattato, attivo da venti
anni nella parte settentrionale del continente
americano è riassumibile approssimativamente
così: più povertà generalizzata, maggiore distruzione dell’ambiente e più inquinamento, meno
diritti per tutti i lavoratori, abbassamento della
qualità dei prodotti e perdita delle tradizioni e
delle diversità locali.
Un bilancio eloquente, che dovrebbe indurre a
riflettere sul processo in corso attualmente tra
Usa e Ue.
Certamente, il comportamento delle istituzioni
europee non fa pensare in questo caso ad una
tensione verso il bene comune.
Il Paese caraibico è il primo al mondo ad aver eliminato la trasmissione del virus dall’Aids da madre a figlio,
secondo quanto certifica un documento dell’Organizzazione mondiale della sanità. "Ci aspettiamo che
Cuba divenga a breve la prima di molte nazioni ad
aver eliminato la malattia tra i bambini", spiega Michel
Sidibé, direttore del programma di lotta a Hiv/Aids
delle Nazioni Unite. Rispettando alcuni parametri,
l’Oms riconoscerà a Cuba di aver eliminato anche la
trasmissione della sifilide tra madri e figli. Il risultato raggiunto dal Paese è di grande significato per la
salute pubblica di tutto il Pianeta, ed è il risultato degli
sforzi congiunti tra la sanità nazionale cubana - rinomata per le grandi capacità -, l’Oms e la Pan American Health Organization.
Quasi 200 lavoratori del settore dell’industria tessile in
Cambogia sono stati ricoverati in ospedale in seguito
a una nuova ondata di svenimenti di massa avvenuti
in diverse fabbriche. La vicenda ha sollevato una volta
di più la questione della sicurezza negli ambienti di
lavoro e, in particolare, nel settore manifatturiero, già
teatro in passato di incidenti e proteste. Attivisti e
organizzazioni per i diritti umani hanno a più riprese
sollevato dubbi e perplessità negli ambienti di lavoro,
in seguito a ripetuti episodi di svenimenti di massa
causati spesso da cattive condizioni di lavoro, ventilazione insufficiente o uso di solventi chimici pericolosi. L'industria manifatturiera è una delle attività
più fiorenti e produttive della Cambogia, con almeno
700mila persone impiegate.
Mediterraneo, triplicato
in un anno il numero delle
vittime tra i migranti
Brasile: sicari danno fuoco
a una comunità Guarani
tornata nella propria terra
Quasi raddoppiati gli arrivi nei Paesi dell’Europa del
Sud, più che triplicate le morti nel Mediterraneo: lo
documenta un rapporto diffuso dall’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), coi dati dei primi
sei mesi del 2015. Tra il 1° gennaio e il 30 giugno
2015 sulle coste di Italia, Grecia, Malta e Spagna sono
approdati 137mila migranti, per lo più originari della
Siria, dell’Eritrea e dell’Afghanistan. L’incremento
sarebbe stato dell’83%. Ancora maggiore l’aumento
del numero delle vittime delle traversate del Mediterraneo: se nella prima parte dello scorso anno erano
state almeno 588, negli ultimi sei mesi hanno raggiunto quota 1867. Secondo l’Unhcr, nei primi sei mesi
del 2015 il numero degli arrivi in Italia (67.500) e in
Grecia (68mila) è stato pressoché equivalente.
La colonna di fumo proviene dall’incendio della
comunità guarani di Kurusu Mba, dove alcuni sicari
hanno attaccato e incendiato una comunità Guarani
nel Brasile sud occidentale. Secondo i primi resoconti
un bambino di un anno sarebbe morto per l’incendio
appiccato il 24 giugno. I Guarani sono fuggiti dall’area
e hanno denunciato la scomparsa di due ragazze e un
ragazzo. I Guarani della comunità di Kurusu Mba avevano rioccupato pacificamente una parte della loro terra ancestrale il 22 giugno dopo aver aspettato per molti
anni che questa gli venisse restituita perché, dicono,
“non possiamo più sopportare di vivere con i pesticidi
e la fame, in attesa del governo”. I Guarani subiscono
attacchi brutali e intollerabili nell’attesa, vana, che le
autorità riconoscano i loro diritti territoriali.
17
9 luglio 2015
Popolazione sempre più allergica
“
vita italiana
Attualità in pillole
In Italia la patologia colpisce il 15%, la media mondiale è appena del 3-4%
Il nostro paese sta
vivendo un fenomeno inedito nella sua storia:
la cronicizzazione e diffusione su larga scala delle
allergie di ogni tipologia.
Il numero di persone affette stabilmente da queste
problematiche sono il 15%
della popolazione totale
ed essi sono in rapido e
costante aumento. Se teniamo conto di coloro che
ne sono colpiti solamente
per un periodo della loro
vita, allora questa cifra sale
al 25%.
In modo particolare questa
problematica è divenuta
evidente dal punto di vista
numerico e conclamata da
quello dei sintomi, a partire dall’inizio del nuovo
secolo, vale a dire quindici
anni addietro.
Il dato, 15%, può sembrare
apparentemente contenuto
o fisiologico in qualsiasi
gruppo umano numeroso.
Tuttavia, è in realtà piuttosto alto se teniamo conto
che le allergie colpiscono
mediamente il 3-4% degli
abitanti nel mondo. Esso
è comunque migliore di
quello analogo riscontrato
in altri stati occidentali. Ad
esempio, in Gran Bretagna
ed in Australia, gli allergici
ammontano ad un impressionante 30%.
Un discorso analogo
risulta valido anche per le
intolleranze alimentari ai
più diversi prodotti ed elementi. Questi casi sembrano essere legati in maniera
diretta ed inequivocabile
al grado di industrializzazione raggiunto da una
nazione e dal modello di
produzione e consumo che
essa ha adottato. Inoltre,
un altro parametro che
emerge chiaramente dalle
statistiche disponibili, è
quello del tenore di vita e
del livello culturale delle
famiglie i cui figli sono
interessati da allergie di vario tipo. Infatti, il tasso di
bambini e ragazzi allergici
ad una o più sostanze cresce in maniera direttamente proporzionale al titolo
di studio ed alle possibilità
economiche delle famiglie
di origine. Ciò si spiega
con le caratteristiche della
vita quotidiana che ogni
bambino sperimenta da
piccolo. Le ore trascorse
all’aria aperta, il grado di
attenzione all’igene, ad
esempio, sono rispettivamente minori e maggiore
nelle famiglie benestanti,
almeno in linea di massima. Questi due elementi
sarebbero tra quelli che
aumentano le probabilità
di sviluppare allergie da
giovani e da adulti.
Esisitono però altri fattori
determinanti rispetto a
questo fastidioso, e talvolta
pericoloso, fenomeno. Il
primo che appare doveroso citare, è quello
dell’alimentazione, la cui
qualità in Italia è crollata
in maniera repentina negli
ultimi quindici anni. La
raffinazione e la contaminazione con elementi
chimici di quasi tutto ciò
che mangiamo, dovute alla
produzione industriale che
ci ostiniamo a favorire con
i nostri consumi alimentari
disattenti, rappresentano
sicuramente cause determinanti, le quali hanno
reso le allergie un fenomeno dilagante tra la popolazione italiana.
In maniera analoga, la
sistematica distruzione
dell’ambiente naturale che
ci circonda favorisce la
vulnerabilità, quando non
addirittura la predisposizione, del nostro fisico alle
allergie. Pur facendo parte
della natura, ci ostiniamo
ad allontanarcene ed a manipolare chimicamente ciò
che l’ambiente ci concederebbe nella forma per noi
migliore.
Grano d'importazione
L’Italia importa il 40% del latte che consuma, il
40% del grano duro, che viene utilizzato per la
produzione di pasta ed il 50% del grano tenero,
impiegato per fare il pane. Questi sorprendenti dati contribuiscono fortemente a diffondere
prodotti non sani tra la nostra popolazione ed a
colpire duramente le nostre tradizioni gastronomiche e culturali.
Stalle chiuse
Negli ultimi due anni, in Italia, sono state chiuse
definitivamente circa 50mila stalle che producevano latte o erano destinate all’allevamento di
bovini, ovini e suini. Una perdita proporzionale
si è conseguentemente verificata in termini di
posti di lavoro, qualità del cibo consumato e
sovranità alimentare nel nostro Paese.
Sblocca Italia
Negli ultimi mesi sono stati approvati in via
preliminare dieci nuovi progetti riguardanti
pozzi petroliferi da avviare nel mare Adriatico, in
particolare al largo delle coste abruzzesi. Questa
irresponsabile decisione è dovuta agli effetti della
legge “Sblocca Italia”, approvata nel recente passato dall’attuale governo.
michele tempera
L’economia al tempo della crisi di Luciano Camaggio
Il flop della "class action" in Italia
“
... in America,
malgrado la
potenza delle lobby, la
“class action” funziona,
mentre in Italia purtroppo non ha funzionato e
richiede modifiche
sostanziali...
“
La ”class action”, o azione collettiva, è un’azione legale condotta da uno o più soggetti
che, membri di una determinata categoria,
chiedono che la soluzione di una questione
comune di fatto o di diritto avvenga con
effetto “ultra partes” per tutti i componenti
presenti e futuri della categoria.
È in sostanza uno strumento che realizza
vantaggi di economia processuale, in quanto
consente di promuovere un solo processo collettivo, invece di tanti processi individuali, con
conseguente riduzione della spesa pubblica.
Viene spesso utilizzato dai cittadini per tutelarsi ed ottenere risarcimenti nei confronti delle multinazionali, in quanto la relativa sentenza
favorevole avrà poi effetto e potrà essere fatta
valere da tutti i soggetti che si trovano nell’identica situazione dell’attore.
Si tratta di uno strumento anglosassone; infatti
la “class action” fu istituita in America nel
1938 e per essere promossa doveva rispondere
a quattro requisiti:
• numero rilevante delle persone interessate;
• comunanza delle situazioni giuridiche e di
fatto da tutelare;
• la tipicità della situazione giuridica e la ade-
guatezza della rappresentazione;
• la predominanza delle questioni generali su
quelle personali e la economicità dell’azione a
fronte delle azioni legali proponibili.
In America, oltre al risarcimento dei danni
subiti, viene anche riconosciuto il danno
punitivo; i risultati raggiunti nel tempo sono
stati abbastanza favorevoli ed hanno, in più
occasioni consentito ad una collettività di
utenti/consumatori di riuscire a far condannare anche importanti multinazionali, come ad
esempio quelle del tabacco.
In Italia, malgrado una direttiva in materia della Unione Europea del 1998, la “class action”
è stata introdotta nel 2009 e può essere promossa dal singolo cittadino, da un comitato e
da una associazione dei consumatori. Esclude
il danno punitivo, limitando il risarcimento al
solo riconoscimento dei danni subiti.
Purtroppo in questi primi cinque anni nel
nostro Paese sono stati raggiunti risultati
molto deludenti a favore dei ricorrenti: su
50 azioni collettive promosse al 17/06/2014
soltanto una è arrivata a sentenza definitiva,
condannando una banca al risarcimento delle
commissioni illecite applicate ai conti correnti
a debito; ben 16 sono state dichiarate inammissibili; 22 sono ancora in attesa di decisione;
9 sono state ammesse e 3 sono state accolte.
Secondo esperti legali, alcuni giudici italiani
hanno una visione molto restrittiva nell’interpretare la legge e sono molto prudenti quando
ci sono grandi interessi economici in ballo.
Un altro punto debole riguarda l'ammissibilità
preventiva della “class action” e, nel caso di
mancata ammissibilità, le spese legali sono a
carico dei promotori, il che rappresenta un
freno. Infine non viene stabilita la sospensione, da parte dell’azienda citata in giudizio,
dell’attività oggetto dell’azione collettiva.
Alcuni partiti hanno di recente presentato in
Parlamento un nuovo disegno di legge per
rendere la “class action” più efficace, ovvero
più aderente agli interessi degli utenti/consumatori, ma il presidente di Confindustria
Squinzi ha definito le modifiche previste “una
delle tante manine antimpresa”.
Possiamo concludere affermando che il vero
paradosso è che in America, malgrado la
potenza delle lobby, la “class action” funziona,
mentre in Italia purtroppo non ha funzionato
e richiede modifiche sostanziali.
diocesi
18
Consulta diocesana della famiglia
Un ricco programma
per l'anno pastorale
Si è svolto il 16 giugno presso la parrocchia di
San Nicolò a Meldola l’incontro della Consulta
Diocesana della Famiglia.
Presieduto dal responsabile diocesano per la
pastorale famigliare don Mauro Petrini, vi hanno
preso parte rappresentanti di Rinnovamento
nello Spirito, Gruppo di Preghiera Montepaolo, Associazione Famiglie Ragazzi senza voce,
Agesc, Consulta Cdal, Ufficio Pastorale della
Scuola, Centro Tabor, Incontro Matrimoniale, e
rappresentanti delle parrocchie di Vecchiazzano,
San Mercuriale, Pianta, San Giovanni Evangelista, Cava, Roncadello, Regina Pacis, Ca’Ossi,
Castrocaro e Meldola.
I membri della Consulta, dopo aver espresso
soddisfazione per la buona partecipazione alla
Festa della Famiglia del 19 aprile scorso, hanno
preso in esame il programma pastorale 20152016. Molti gli appuntamenti messi in calendario.
Il 3 ottobre viene riproposto a tutta la diocesi
l’iniziativa "Accendi una luce", in occasione
dell’apertura del Sinodo sulla famiglia.
Maggiore diffusione verrà data alla "Preghiera
quotidiana delle famiglie per le famiglie", scegliendo luoghi diversi a seconda delle esigenze
pastorali (le Suore Clarisse, le case, le vie durante
il mese di maggio...).
Un’attenzione speciale verrà riservata al "Corso
battesimi" e al "Corso 0-6 anni", in collaborazione con l’Ufficio Catechistico. Sono in calendario
due incontri ad ottobre (16 e 23) per il primo e
due incontri a novembre (16 e 23) per il secondo.
Per i cammini dei Gruppi famiglia verranno
predisposte cinque schede sul tema della misericordia.
Viene confermato la ‘Sveglia’ degli innamorati in
occasione della festa di San Valentino.
Infine il 24 giugno alle 20.45 presso la parrocchia di San Giovanni Evangelista si è tenuto un
incontro con gli animatori e coordinatori dei
corsi per i fidanzati per rendere questo servizio
più uniforme ed efficace.
La Consulta ha riservato una lunga riflessione alla diffusione della teoria del gender nella
società, in particolare nelle scuole. Don Mauro
Petrini ha richiamato la necessità di un lavoro culturale che prenda atto della situazione,
informi partendo dalla base , senza allarmismi
ma con chiarezza . Ha suggerito un maggior
coordinamento diocesano tra le tante proposte
messe in campo da Ufficio Scuola, Ufficio Famiglia, Cdal.
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9 luglio 2015
Una rete di famiglie ignaziane
“
Da 3 al 5 luglio a Predappio Alta, weekend con padre Massimo Tozzo s.j.
Si è svolto nello
scorso weekend,
da venerdì 3 a domenica
5 luglio, un corso breve di
spiritualità domestica per
coppie e famiglie, condotto
da padre Massimo Tozzo
s.j. e alcune coppie della
“Rete delle famiglie ignaziane”.
Si è trattato di un tempo
liberato, una scelta consapevole per fermarsi,
dentro la coppia e con altre
coppie/famiglie, e rimettere a fuoco il cammino,
a partire dal fare memoria
di quanto già vissuto, per
riconoscere “dove siamo
oggi?” e riorientare il passo
per il futuro. Questi giorni
hanno permesso di vivere
un’esperienza di riconciliazione con le rispettive
genealogie, con sé e con
l’altro. Restare a “tu per
tu” alla presenza del Signore, con ” fiducia e speranza”, ha aiutato a ri-mettere
ordine alle cose, dando
nome (e così facendo senso e significato) all’esperienza che si sta vivendo ,
riconoscendo la presenza
del Signore nella propria
storia (personale e di coppia). Accogliendo l’invito
a vivere l’esperienza di
Le famiglie che hanno partecipato al ritiro di spiritualità domestica. Al centro padre Massimo Tozzo
una preghiera al plurale, le
coppie partecipanti hanno
potuto fare esperienza
di “sentire e gustare” in
profondità la Parola di Dio
ed esercitarsi nel trovare
la volontà del Signore per
sé e per la propria coppia/
famiglia. Ripercorrendo la
storia di Abramo e Sara si
è potuto esplorare i temi
della crisi di coppia e della
dinamica del conflitto,
della possibilità di viverlo in modo distruttivo o
evitante, oppure di fare
della crisi un’occasione
per ri-generare il legame e,
attraverso l’esperienza della
riconciliazione, riaprirsi al
dono e alla benedizione.
I partecipanti al ritiro
hanno potuto attingere dall’esperienza della
spiritualità ignaziana che,
riletta in chiave domestica
e famigliare, ha aiutato a riguardare alla propria storia
di coppia, facendo ordine e
rimettendo a fuoco la chiamata specifica che ciascuna
storia famigliare contiene.
Il confronto con altre coppie e famiglie ha facilitato il
rispecchiamento e l’individuazione della propria
esperienza di coppia, così
come è stato possibile per
i figli confrontarsi con
“adulti in ricerca” (i loro
stessi genitori, altre coppie,
gli animatori) e vivere
un’esperienza di gioco e di
amicizia nel Signore nella
quale, anche il tempo della
preghiera, può entrare in
modo “famigliare”.
Per informazioni sui prossimi appuntamenti: “Le
Querce della Porrettaccia”,
via Porretta Nuova, 20
Predappio Alta (Fc)- tel
0543.922992; e-mail:
marcello.copertino@gmail.
com; Facebook: “le querce
della porrettaccia”.
elena galeazzi
19
9 luglio 2015
Settimana del COP a Frascati
“
Don Quinto Fabbri ha partecipato al 65° incontro di aggiornamento pastorale
Assieme a don Vittorio
Zattini, a Luisa Corazza e
Franco Garavini ho partecipato alla
65esima Settimana Nazionale di
Aggiornamento Pastorale svoltasi a
Frascati dal 22 al 25 giugno scorso
sul tema 'Il regno di Dio: tra già e
non ancora'.
Confesso che, parlando di Settimana nazionale del COP, faccio
fatica a non ricadere nella nostalgia
di quella gloriosa edizione fatta
a Castrocaro dal 14 al 17 giugno
del ‘93 con la partecipazione di
diverse centinaia di convegnisti da
tutta Italia e che, grazie anche alla
collaborazione del parroco Mons.
Adalberto Mambelli, del cappellano
don Loriano Valzania e di molti volontari, risultò pienamente riuscita
anche sotto l’aspetto organizzativo
partecipandovi direttamente, oltre al
vescovo diocesano mons. Vincenzo
Zarri, anche il Cardinale di Bologna
Giacomo Biffi.
Altri tempi,certamente; ma se si
esce dai numeri per entrare nella validità del messaggio, il disagio passa
presto perché ho la netta sensazione
che il numero pur esiguo dei partecipanti, una cinquantina, nulla tolga
alla validità e attualità del tema.
Senza considerare la presenza
costante fra noi del Vescovo di
Frascati mons. Raffaello Martinelli
che, oltre ad averci fatto da guida
nella visita del suo magnifico palazzo vescovile, ci ha sempre serviti a
tavola con lo stile di un vero maitre
Don Quinto Fabbri, don Vittorio Zattini e Franco Garavini con i partecipanti al COP
d’hotel. Il tema, ben introdotto dal
presidente mons. Domenico Sigalini, è stato svolto con sapiente maestria dai diversi bravissimi relatori, i
cui testi saranno pubblicati negli atti
della settimana di prossima pubblicazione in Orientamenti Pastorali.
La tematica del Regno di Dio, pur
soffrendo in questi tempi di una
trascuratezza inversamente proporzionale alla sua importanza, negli
interventi dei relatori ha fatto emergere una “nuova figura di uomo e di
donna avvinti dalla grande prospettiva dell’amore misericordioso del
Padre” che, immersi nell’abbraccio
del “già e non ancora”, in una compresenza di realtà e di promessa,
designa l'alleanza sempre nuova del
volto di Cristo (GS 22), indicando
nuove vie e nuovi percorsi di vita.
Questa è e vuol essere anche la
strada del COP.
Nella Lettera della Settimana indirizzata al Convegno di Firenze si
legge: "C’è una speranza che abita
questo nostro cammino per raggiungere e costruire quel Regno,
già presente in ogni gesto di carità
e amore. Ogni volta che per un
povero, un malato, un sofferente,
la "terra diventa cielo", il Regno di
Dio è già qui". Ed è in questa direzione che va costruito e diretto il
cammino della Chiesa, in armoniosa
consonanza col magistero di papa
Francesco.
Quinto fabbri
Meldola a colori, scuola di cultura
Premiati i partecipanti al corso di lingua italiana organizzato dalla Caritas
Con la consueta serata di
festa dal titolo “Meldola
a colori”, si è concluso il
corso di lingua e cultura italiana promosso ed
organizzato dalla Caritas
parrocchiale meldolese in
collaborazione con l'amministrazione comunale.
Francesco Branchetti,
direttore della Caritas e
responsabile organizzativo
del corso, sottolinea: “La
festa è stata l'occasione sia
per consegnare i diplomi
agli studenti che hanno
terminato il corso, in
particolare ai due studenti
che hanno affrontato con
successo l'esame di terza
media, sia per ricordare i
10 anni di attività. Ci tengo
molto a sottolineare che
uno dei convinti sostenitori del corso fu a suo tempo
don Fabio Giacometti, il
quale si adoperava anche
economicamente affinché
Corso 2015 - La consegna dei diplomi
chiunque avesse necessità
potesse frequentarlo”.
Luca Dimasi, insegnante
nel corso insieme a Caterina Fuzzi e Sabrina Pasini,
spiega: “Il corso non
rappresenta solo un'opportunità per tutti i migranti
presenti sul territorio di
intraprendere un percorso
di studi finalizzato all'apprendimento della lingua
e della cultura italiana,
ma costituisce anche un
importante passo verso la
loro accoglienza e integrazione.” Nei 10 anni di
attività ben 253 studenti
lo hanno frequentato: di
questi molti hanno conseguito il diploma di terza
media ed alcuni hanno
anche proseguito gli studi.
Durante la serata vi sono
state le testimonianze di tre
ex studenti che hanno continuato il loro percorso di
studi: essi hanno sottolineato come il corso sia stato
un'opportunità di crescita e
di realizzazione personale,
resa tale dallo splendido lavoro svolto dagli insegnanti ma anche da un costante
impegno personale. Prima
della consegna dei diplomi
sono intervenuti Antonella Fabbri, vicepresidente
della Caritas Diocesana,
Anna Maria Vallicelli,
vice-sindaco e don Mauro
Petrini, presidente della Caritas parrocchiale:
negli interventi di tutti si
è affermata l'importanza
della conoscenza reciproca,
del rispetto dei diritti e dei
doveri per costruire i ponti
dell'inclusione da contrapporre ai muri dell'ignoranza e dei pregiudizi.
Daniela Ravaioli
diocesi
Le osservazioni di un praticante
I riti della domenica
Io non mi considero un
uomo di fede; piuttosto
mi sento un praticante
della domenica; questo
sì. Questa presenza alla
messa domenicale mi
consente di mantenere
un legame con i valori
cristiani e con i riti liturgici e in unione anche
con la comunità cristiana della mia parrocchia.
Questa presenza alla messa della domenica mi
consente anche di diventare spesso spettatore di
comportamenti singolari e non attinenti di molti
fedeli, che dimostrano una scarsa maturità liturgica e religiosa. Ve ne racconto qualcuno di questi
atteggiamenti, perché si ripetono un po’ ovunque.
Avete mai provato ad osservare la gente che entra
in chiesa? Intanto arriva alla spicciolata (spesso in
ritardo), anche perché mai è stato detto qualcosa
di preciso sui presunti momenti a partire dei quali
la messa sarebbe valida o meno. La scelta dei
posti è uno spettacolo sempre molto istruttivo: i
giovani e gli adolescenti si mettono assieme tutti
da una parte; gli anziani hanno il posto fisso e se
qualche pellegrino malcapitato prova ad occuparlo viene guardato in modo torvo; le panche si
riempiono, inesorabilmente, a partire dal fondo e rimangono vuote quelle vicino all’altare; i
genitori con bambini piccoli si posizionano, di
solito, nell’angolo a sinistra in fondo alla chiesa
(liberi di fare confusione e di uscire alla svelta
in caso di necessità); qualcuno sosta, in piedi, a
braccia conserte, nei pressi dell’ingresso come a
volere rimarcare la sua presenza quasi casuale in
quel luogo. Il canto rimane prerogativa del coro
(quando c’è) e di qualche perpetua ultras, di quelle
che si mettono sempre in prima fila, mentre i più
sono convinti che il canto sia roba da bambini e
restano muti, in ascolto. Il segno della pace non
è certo uno dei riti più importanti della messa,
sicuramente è uno dei gesti più amati dai fedeli.
Anziché un gesto sobrio e simbolico è diventato
un gesto allegro e spensierato, un’occasione per
i bambini di scatenarsi, per i grandi di scambiarsi
strette di mano da olimpiadi, per il parroco (che
scende dall’altare pur nella immediatezza di un
gesto fondamentale come la frazione del Pane)
per fare rallegramenti o condoglianze a secondo
della circostanza o inviare un segnale diplomatico
alle autorità sedute in prima fila. La disinvoltura
con la quale ci si accosta alla santa Comunione
è spesso inquietante: vestiti da spiaggia, mani in
tasca, saluti dispensati a destra e a manca durante
la processione, sorrisetti fra compagni di scuola, talvolta la genuflessione (senza senso) dopo
la Comunione. Siamo alla fine. È il momento
degli avvisi settimanali del parroco. Molti fedeli
non cedono al “ricatto” della benedizione finale,
dell’augurio “andate in pace” perché hanno fretta.
E così (fra qualche mugugno per la lunghezza
della celebrazione) abbandonano un po’ in anticipo l’assemblea perché la tavola attende, mentre il
canto finale (forse il più bello) si disperde (inutilmente) nel vuoto delle navate.
rudi branchetti
diocesi
20
21
9 luglio 2015
Il Papa alla “fine del mondo”
“
Fino al 13, viaggio di 8 giorni in Ecuador, Bolivia e Paraguay. Diretta su Tv2000
chiesa italiana
"La vita non fa per me"
Belgio: a 24 anni chiede
(e ottiene) l’eutanasia
Otto giornate con
una fittissima
agenda di incontri, visite
e discorsi, sia sul piano
politico che pastorale,
compongono il programma
del viaggio che porta papa
Francesco dal 5 al 13
luglio in Ecuador, Bolivia
e Paraguay.
In Ecuador il Papa ha
visitato Guayaquil dove
ha celebrato la messa nel
santuario della Divina Misericordia e a Quito ha incontrato il presidente della
Repubblica Rafael Correa.
Martedì 7 ha incontrato i
vescovi dell'Ecuador nel
Centro congressuale del
Parco del Bicentenario,
dove ha celebrato anche la
messa, poi il mondo della
scuola e dell'università e i
rappresentanti della società
civile. Mercoledì 8 ha visitato la casa di riposo delle
Missionarie della Carità,
poi ha incontrato il clero,
i religiosi, le religiose e i
seminaristi nel Santuario
nazionale mariano “El
Quinche”. Partenza poi
per La Paz, per la visita
di cortesia al presidente
dello Stato plurinazionale
di Bolivia Evo Morales,
l'incontro con le autorità
civili nella Cattedrale e
trasferimento a Santa Cruz
del la Sierra. Qui, giovedì
9 il Papa celebra la messa
nella piazza del Cristo
Redentore, nel pomeriggio
incontra sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi
e partecipa al 2° Incontro
Mondiale dei Movimenti
popolari.
Venerdì 10, sempre a Santa
Cruz de la Sierra, alle 9.30
il Papa visiterà il Centro
di rieducazione Santa
Cruz-Palmasola e alle
11.00 incontrerà i vescovi
della Bolivia. Alle 12.45
la cerimonia di congedo
all'aeroporto, da dove
il Pontefice partirà alle
13.00 per Asuncion, con
arrivo previsto alle 15.00,
seguito dalla cerimonia di
benvenuto. Nella capitale
paraguaiana, alle 18.00
il Papa andrà in visita di
cortesia al presidente della
Repubblica Horacio Cartes
nel Palazzo de Lopez e alle
18.45, nel giardino, incontrerà le autorità e il Corpo
diplomatico.
Sabato 11, alle 8.30 la
visita all'Ospedale generale pediatrico "Ninos di
Acosta Nu"; alle 10.30 la
messa sul piazzale del Santuario mariano di Caacupé,
alle 16.30 l'incontro con i
rappresentanti della società
civile e alle 18.15 i vespri
con i vescovi, il clero e i
movimenti cattolici nella
Cattedrale dell'Assunta.
Domenica 12, alle 8.15 la
visita alla popolazione del
Banado Norte e alle 10.00
la messa nel campo grande
di Nu Guazu, seguita
dall'Angelus; alle 13.00
l'incontro con i vescovi
del Paraguay. Quindi,
alle 17.00 l'incontro con
i giovani sul lungofiume "Costanera", ultimo
appuntamento del viaggio
prima della partenza in
aereo per Roma. Tv2000
seguirà in diretta il viaggio
del Papa 24 ore su 24.
Nuove linee guida sulla legge 40
Restano proibite le diagnosi sulla salute degli embrioni per la selezione eugenetica
Grande attenzione al
percorso della procreazione medicalmente assistita
e una confermata tutela
dell’embrione da ogni
deriva eugenetica, questo
il cuore delle linee guida sulla legge 40/2004
firmate dal ministro della
Salute Beatrice Lorenzin.
Notevoli gli aggiornamenti e le variazioni rispetto
alle linee guida del 2008.
Nel dettaglio, il principio
seguito nella stesura delle
linee guida “è quello di
utilizzare in prima istanza
le opzioni terapeutiche più
semplici, meno invasive e
meno onerose, tenendo
in debito conto l’età della
donna e la causa, quando
nota, dell’infertilità e della
sterilità di coppia”. Per
quanto riguarda l’accesso
alle tecniche di fecondazione eterologa, nel testo
anzitutto è rimarcata la
necessità di un’anamnesi
accurata e di un corretto
esame obiettivo nell’ambito del primo colloquio con
la coppia infertile o sterile,
per un’opportuna gradualità nella prescrizione dei
trattamenti. L’obiettivo
primario, infatti, è la nasci-
ta di un neonato vivo a termine, senza pregiudicare la
salute della donna. Dunque non si parla di diritto
a un figlio “sano” a ogni
costo ma di massima cura
e tutela per il nascituro e
per la madre. Per quanto
riguarda specificamente
l’esclusione di possibili
tentazioni di selezione, le
linee guida ribadiscono che
restano proibite le diagnosi
a finalità eugenetica e le
indagini relative allo stato
di salute degli embrioni
prodotti, ai sensi dell’articolo 14, comma 5 della
legge 40, dovranno sempre
essere volte alla tutela della
salute e dello sviluppo di
ciascun embrione. Allo
stesso modo, nel caso di
ricorso all’eterologa, pur
consentendo anche l’impiego di gameti maschili e
femminili donati entrambi
da soggetti diversi dai
componenti della coppia
ricevente (la cosiddetta
“doppia eterologa”), per
evitare illegittime selezioni
eugenetiche, non è possibile per le coppie scegliere
particolari caratteristiche
fenotipiche del donatore.
Non ha una malattia fisica incurabile. Ha molte
passioni, tra cui la fotografia e il teatro. Ma a
24 anni Laura, fiamminga, ha scelto di morire
lo stesso. “La vita non fa per me”, ha spiegato
ai medici che incredibilmente le hanno dato
l'ok per l'eutanasia, a breve, in una data ancora
da stabilire. In Belgio, la legge nazionale sul
fine vita prevede infatti che un paziente possa
chiederla anche in caso di “sofferenze psichiche
insopportabili”. La ragazza si è raccontata al
quotidiano De Morgen: “Ho l'aria molto calma
ora, ma probabilmente tra poco mi rotolerò
per terra dal dolore che m'infliggo, la mia lotta
interiore non ha mai fine”. La giovane donna
vive ora alcuni giorni a settimana in un piccolo appartamento, ma dai 21 anni ha chiesto
volontariamente di essere internata, un tentativo
di guarire da una sofferenza interiore che le ha
già fatto infliggersi automutilazioni e tentativi
di suicidio. “La mia vita è una lotta quotidiana
sin dalla nascita, certi giorni mi trascino letteralmente di secondo in secondo, i miei 24
anni sono stati un'eternità”. Un'eternità cui
ha comunque potuto essere anche felice. Un
grande amore, poi finito, anche questo, per il
suo continuo stare male. Un quadro tragico,
certamente, ma probabilmente non incurabile.
Il punto di svolta arriva in clinica, dove conosce
un'altra ragazza, Sarah, con cui riesce a parlare
liberamente della sua vita ma soprattutto della
morte. Ed è Sarah, sfortunatamente, a darle
l'idea dell'eutanasia, che ha chiesto anche per
se stessa. Da allora la prospettiva di una morte
certa ha come placato Laura, che dopo il via
libera dei tre medici richiesto dalla legge belga,
sta organizzando i suoi funerali: “I miei amici
e la mia famiglia hanno capito, conoscono la
mia storia e sanno che è la soluzione migliore
per me”. Come il caso di Laura, ce ne sono in
Belgio circa 50 l'anno, pari al 3% di tutte le eutanasie effettuate nel Paese, che lo scorso anno
ha legalizzato anche le procedure di fine vita
per i bambini. “L'eutanasia resta una decisione
violenta, e ogni giorno - ammette la ragazza mi chiedo: lo voglio veramente?”.
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vita diocesana
22
9 luglio 2015
Tracce di Cammino: Volontari nella casa circondariale
Il Vangelo della Domenica
a cura di don Enrico Casadei Garofani
12 luglio 2015
XV Domenica
del Tempo Ordinario
(Mc 6,7-13)
Incompreso e rifiutato a Nazaret dai suoi
compaesani, Gesù non si scoraggia né si
rassegna, anzi, invia anche i suoi discepoli a
prolungare la sua attività. In un racconto stringato, essenziale, Marco ci tramanda l’invio dei
Dodici, le istruzioni sull’equipaggiamento e sul
comportamento degli inviati, e la loro attività.
Il numero stesso di questi discepoli indica
l’obbiettivo di Gesù: dodici inviati come dodici sono le tribù del popolo di Israele, dodici
inviati per raggiungere tutto intero il popolo
di Israele, nessuno escluso. Li invia poi a due
a due. Non soli, per non dare l’impressione
di parlare o di agire a proprio nome; non soli,
perché una testimonianza per esser valida deve
essere suffragata da almeno due testimoni;
non soli, perché nelle difficoltà e nei pericoli
occorre potersi aiutare e sostenere a vicenda.
L’equipaggiamento è estremamente ridotto:
appena un bastone, i sandali ai piedi e una tunica addosso. La sequela di Gesù è esigente e
radicale: essere suoi seguaci significa abbandonare tutto il resto. Qui però non si tratta semplicemente di seguire Gesù, bensì di andare in
missione. In questo senso allora gli inviati non
devono aver altro da portare se non il loro
messaggio: il di più sarebbe inutile e di peso.
Estremamente concise le istruzioni sull’alloggio: si dice solo che, una volta accolti,
non si deve cambiar casa. E quando invece
gli inviati non sono accolti? Non basta che si
allontanino: devono anche mostrare a chi li ha
rifiutati la gravità di questo rifiuto. Gli ebrei,
uscendo da un territorio pagano e rientrando
nei propri confini, si scuotevano la polvere dai
sandali per significare che nulla di impuro, di
pagano, doveva restare attaccato alla loro vita.
Rifiutati, i discepoli di Gesù devono ripetere
lo stesso gesto di fronte ai loro connazionali,
come a dire: “Vi state comportando da pagani,
anziché da veri ebrei: di questo dovrete render
conto a Dio”.
Ricevute tutte le istruzioni necessarie da Gesù,
i dodici partono, invitano la gente a conversione, scacciano demoni e guariscono ammalati.
Moltiplicano l’opera di Gesù e mostrano i
segni che sta giungendo il regno di Dio. Dove
vanno esattamente? A chi si rivolgono? Chi
è che li accoglie e chi è invece che li rifiuta?
Domande che restano senza risposta: Marco
non lo dice. Più ancora dei dettagli di ciò che
hanno fatto, importa che abbiano agito in
nome e per conto di Gesù, fondati sulla sua
autorità, obbedienti al suo comando. Come
per la sequela, anche per la missione ciò che
più conta è il rapporto con lui.
Tontola e San Cassiano in festa
Festa parrocchiale a Tontola di Predappio sabato
11 a domenica 12 luglio,
tra riti religiosi, musica, giochi e gastronomia.
Tradizionale festa popolare anche a San Cassiano
di Predappio: qui da giovedì 16 a domenica 19 la
festa è in onore della Madonna del Carmine, celebrata con riti sacri e attività ludiche organizzate
nel piazzale della chiesa.
La Chiesa che vive nel carcere
“
“Visitare i carcerati” recita una delle
7 opere di misericordia che
ci ha insegnato la Chiesa. Ed è sempre fonte di
stupore quando si scopre
che la misericordia, donandola agli altri, la riceviamo
noi stessi. Sono numerose
le associazioni di volontariato che prestano servizio
presso la casa circondariale
di Forlì, incontrando e accompagnando i detenuti con
varie attività di formazione
e animazione.
Una presenza preziosa non
solo per i detenuti e per
tutto il mondo del carcere
ma per i volontari stessi
che scoprono un cammino
di crescita anche per loro
costruendo una “Chiesa
che vive nel carcere” come
ama ripetere il cappellano
della Casa circondariale
don Enzo Zannoni.
Lo scorso 29 giugno i
volontari si sono incontrati
per un confronto tra loro,
presente anche il vicario
generale don Pietro Fabbri.
Riportiamo il resoconto di
uno dei partecipanti.
"Nella sera di lunedì
ventinove giugno, alcuni
volontari che operano
nell’ambito del carcere
si sono ritrovati al Buon
Papa Francesco lava i piedi a 12 detenuti del carcere di Rebibbia durante la messa in Coena Domini lo scorso Giovedì Santo
Pastore per confrontarsi
intorno all’esperienza che
stanno vivendo.
Diverse le riflessioni emerse e condivise.
La prima è che la Chiesa
che è nel carcere è una
parrocchia come tutte le
altre. C’è un ritmo regolare
di vita sacramentale (confessioni, eucarestia domenicale); ci sono incontri
settimanali di preghiera
(recita del rosario, riflessione sulla Bibbia, catechesi);
ci sono momenti in cui è
possibile confrontarsi su
tematiche di attualità; altri
in cui è lo sport a permettere di stare insieme.
Già, stare insieme: questa ci è parsa la cifra più
significativa del nostro
essere lì. Non ci sentiamo
tanto persone che cercano
di cambiare qualcuno o
qualcosa (abbiamo spesso
sperimentato delusioni in
questo tentativo), ma soprattutto persone che condividono i problemi della
loro vita con altre che, a
volte, la vita la prendono
(o sono “costretti” a prenderla) molto più sul serio
di noi. E così scopriamo
che, a cambiare, dobbiamo
essere soprattutto noi, sul
loro esempio.
Più delicato risulta il rapporto tra dentro e fuori.
Quando un fratello ha la
possibilità di scontare la
pena con misure alternative (ad es., il volontariato
in alcune parrocchie o
associazioni), si scontra
con la diffidenza delle persone che spesso
tendono (istintivamente?)
a chiuderlo dentro nuove sbarre, quelle dei loro
pregiudizi, piuttosto che
ad accoglierli lasciandosi
mettere in discussione nel
proprio modo di pensare e
di vivere.
Ma se ognuno di noi riesce
ad andare oltre se stesso,
allora scoprirà che dove
abbondò il peccato sovrabbondò la grazia (Lettera ai
Romani 5,20): una grazia
che risplende nel sorriso,
nel pianto, nell’affetto, nel
bisogno di una parola amica dei nostri compagni di
carcere dei quali, ci indica
la Lettera agli Ebrei (13,3),
dobbiamo ricordarci: ricordatevi dei carcerati, come
se foste loro compagni di
carcere".
I volontari della Casa
circondariale di Forlì
Pregando la Madonna del Carmine
Festa il 16 nella chiesa di corso Mazzini. Alle 20.30 processione col Vescovo
Festa solenne della Madonna del Carmine giovedì 16 luglio nella chiesa di
corso Mazzini. La festa sarà organizzata per l’ultima volta da padre Nazareno Mauri, che come già annunciato
lascerà poi il convento e si trasferirà
a Lugo e per la prima volta da don
Enrico Casadio, parroco di San
Mercuriale a cui ora è affidata la cura
della chiesa di corso Mazzini. Fino a
mercoledì 15 continua la novena in
preparazione alla festa con le messe
alle 8.30 nei giorni feriali, alle 10.00
nei giorni festivi, recita del rosario alle
17.30 con i Terz’Ordini carmelitano,
domenicano, francescano e dei Servi
di Maria. Sabato 1, alle 18.00, messa
per gli ammalati organizzata dall’Unitalsi e dai Volontari della Sofferenza,
celebrata da don Emanuele Lorusso.
Dal 13 al 15 luglio si svolge anche il
triduo solenne con la messa e la predicazione di padre Giuseppe Amante
dei francescani di Montepaolo il 13 e
14, mentre il 15, vigilia della festa alle
17.00 si celebrano il rosario e i primi
vespri e alle 18.00 celebrerà la messa il
vicario generale emerito, mons. Dino
Zattini. Giovedì 16 messe alle 7,30,
celebrata don Enrico Casadio, alle
9.30 e alle 11.00, celebrata da padre
Nazareno Maria Mauri, con il rinnovo
dei voti del terz’Ordine carmelitano e
la supplica alla Madonna. Al termine
delle messe benedizione e imposizione degli scapolari. Alle 17.30 recita
del rosario, alle 18.00 secondi vespri
cantati, alle 20.30 il vescovo, mons.
Lino Pizzi presiede la santa messa e la
processione solenne. A chiusura della
festa, venerdì 17 alle 18.00 messa per i
benefattori celebrata da padre Nazareno Maria Mauri e sabato 18 alle 19.30
messa animata dal Gruppo Belem.
Da mezzogiorno del 15 luglio a tutto
il 16 è possibile ottenere l’indulgenza plenaria alle condizioni previste
(confessione e comunione entro 15
giorni, recita del Credo e preghiera
secondo le intenzioni del Papa). La
devozione alla Madonna del Carmine
è legata alle origini dell’ordine, nato
sul monte Carmelo in Terra Santa nel
XIII secolo, mentre la festa fu istituita
in Inghilterra alla fine del XIV secolo.
Nel 1609 fu estesa a tutte le comunità dei Carmelitani e nel 1726 papa
Benedetto XIII la istituì come festa di
tutta la Chiesa. La data della celebrazione, il 16 luglio, è legata al ricordo
delle apparizioni della Madonna al
carmelitano San Simone Stock che
ricevette il dono dello scapolare, due
piccole immagini in stoffa della Beata
Vergine, unite da un filo, che vengono
poste sulle spalle del fedele, da cui il
nome di scapolare. Quando il titolo di
Madonna dello Scapolare soppiantò
tutti gli altri, il 16 luglio diventò la data
ufficiale della festa. La comunità dei
Carmelitani di Forlì, la più antica della
Romagna, sorta nel 1348, propone
anche incontri di spiritualità con il
Terz’ordine carmelitano, di cui è responsabile Sara Fiorenza. (g.a.)
23
9 luglio 2015
Museo Interreligioso
"Canti apocrifi"
il 16 a Bertinoro
Don Erio Castellucci, eletto arcivescovo di Modena-Nonantola, ha concelebrato la messa e ha salutato Papa Francesco nella basilica
di San Pietro a Roma il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo, durante la quale sono stati benedetti i palli dei nuovi arcivescovi
Il Museo Interreligioso organizza
il concerto “Canti Apocrifi”, che
si terrà giovedì 16 luglio alle ore
21.00 in piazza della Libertà a
Bertinoro. “Canti apocrifi” nasce
dalla collaborazione tra Ambrogio Sparagna e Davide Rondoni
con i solisti dell’Orchestra Popolare Italiana. L’evento apre il più
ampio progetto “Della ragione,
della fede. Uomini insieme nel
nome di Gesù, Yhwh, Allah” che
prevede la creazione di cinque
nuove sezioni espositive del
Museo Interreligioso. Il progetto
intende consolidare e rilanciare
il ruolo del Museo Interreligioso
come luogo permanente dedicato al dialogo e come punto di
riferimento per l'elaborazione del
pensiero religioso e civile.
Per riflettere e pregare
A Montepaolo... lo Spirito
A Romena "Dio è un bacio"
La comunità francescana forlivese propone a tutti coloro
che hanno partecipato durante
l’anno, alla ‘Scuola di preghiera’
presso il monastero delle Suore
Clarisse, un fine settimana di
preghiera e meditazione presso
l’Eremo di Montepaolo (Dovadola) dal 18 e 19 luglio. Tema del
weekend: “Avere lo Spirito del
Signore e la sua santa Operazione”. Le giornate saranno così
strutturate: due meditazioni
guidate al giorno e la condivisione con la Fraternità dei frati dei momenti di preghiera comuni
(anche la messa) e dei pasti a cui si aggiungerà un ampio spazio
per il silenzio individuale nel verde del bosco. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0543.934723 oppure 348.8877386 (fra
Maurizio).
È cominciato
il conto alla
rovescia per il
grande incontro
di luglio “Dio
è un bacio”, in
programma dal
17 al 19 luglio
presso la Fraternità di Romena (Arezzo).
A “Dio è un bacio” partecipano grandi artisti come Moni
Ovadia, teologi e uomini e donne di fedi diverse. (come Josè
Castillo, Lidia Maggi, Sharzhad Houshmand, Paolo Ricca),
poetesse (Chandra Livia Candiani), musicisti (come Luca
Francioso) e artisti come Elisabetta Salvatori e il quartetto
d'archi Euphoria. Per informazioni: segreteria incontri, tel.
339.7055339 dal lunedì al sabato dalle ore 15.30 alle 18.30;
e-mail: [email protected].
In Cattedrale
Dall'11 al 13 settembre
Ricordo di mons. Ettore Sozzi il 10
Foto Frasca
Mons. Ettore Sozzi sarà
ricordato nell’ottavo
anniversario della morte
con le messe che saranno celebrate venerdì 10
luglio, alle 10.00 e alle
18.30 in Cattedrale.
Originario di Coccolia,
dove era nato nel 1913
e ordinato sacerdote
nel 1940, don Ettore
era molto conosciuto
a Forlì per il suo lungo servizio di quasi
67 anni in Duomo, al
santuario della Patrona,
Foto Frasca la Madonna del Fuoco.
Subito dopo l’ordinazione, durante la seconda
guerra mondiale si trovò
a gestire le centinaia di
sfollati che si rifugiavano
in Cattedrale, a mettere in salvo gli arredi
liturgici e le opere d’arte
e dopo la distruzione del
campanile, minato dai
tedeschi nel 1944, si impegnò attivamente con
il vescovo mons. Rolla
per la ricostruzione del
Duomo. Ogni anno
preparava con cura la
novena e la festa solenne
del 4 febbraio e incontrava sempre con gioia i
bambini e i ragazzi per
la preghiera della Fiorita
alla Madonna del Fuoco.
Ai piedi di quell’altare
aveva accolto anche
papa Giovanni Paolo II
durante la sua visita in
Romagna, l’8 maggio
1986, i presidenti della
Repubblica, Scalfaro
e Ciampi e numerose
personalità tra cui i card.
Biffi, Laghi e Poma.
Retrouvaille per i residenti
in Emilia-Romagna
Il Programma Retrouvaille, offerto,
come opportunità, alle coppie in difficoltà di relazione residenti in EmiliaRomagna, si svolgerà in data 11-12-13
settembre.
Il week end avrà luogo a Folgaria e i
successivi dodici incontri saranno nella
zona di residenza delle coppie dell’Emilia-Romagna
L'esperienza Retrouvaille, consiste in un
programma offerto a tutte le coppie che
soffrono. Si tratta di un percorso alla
pari tra coppie che hanno sperimentato difficoltà più o meno gravi nel loro
matrimonio e le hanno superate, e altre
coppie che stanno vivendo le loro stesse
difficoltà.
Per chiedere maggiori informazioni sul
programma rivolgersi a: [email protected] website: www.retrouvaille.it
da cellulare: 346.2225896.
vita diocesana
Orari Messe
PREFESTIVO
15.15 Santa Maria in Fantella
15.30 Osp. Pierantoni pad. Morgagni, Villa Serena
16.00 Casa di riposo di Vecchiazzano
16.30 Carpinello, casa di rip. Terra del Sole, Selbagnone (chiesa campo sportivo)
17.00 Casa di riposo Al Parco, Galeata, Fratta Terme,
Portico di Romagna
17.30 S. Pellegrino, Concattedrale
18.00 S. Maria del Fiore, S. Giovanni Ev., Pianta,
Ravaldino, S. Biagio, S. Caterina, S. Giuseppe
Artigiano, Suffragio, Cava, Ronco, Carmine, S.
Colombano, Dovadola, Rocca S. Casciano, Castrocaro, S. Sofia, Forlimpopoli, Madonna del Popolo,
S.Leonardo, S. Lorenzo in Premilcuore, S. Francesco
di Meldola, Romiti
18.30 S. Lucia, Regina Pacis, S. Pio X in Ca’Ossi,
Coriano (via Pacchioni), Cappuccinini, Bussecchio,
Santa Lucia, S. Paolo, Duomo, Nespoli, Villarotta,
Terra del sole (1° del mese S. Reparata), S. Antonio
in Predappio, Carmine
19.00 Opera Nostra Signora di Fatima
19.15 S. Filippo
19.30 Grisignano, Carmine
20.00 Magliano, Vecchiazzano, S.Rita, S.Giorgio,
S.Spirito, S.Giuseppe Operaio, S.Pietro in Vincoli, S.
Pietro in Tontola, Capocolle, Villafranca
20.30 Monte Guidi, Vitignano, S. Paolo
FESTIVO
7.00 Corpus Domini, S. Ruffillo
7.30 Ronco, S. Maria delle Grazie, Pieve Salutare, S.
Nicolò di Meldola
8.00 Ravaldino, Bussecchio, S. Rita, Vecchiazzano,
Villanova, S. Pio X in Ca’Ossi, S. Paolo, Santuario
del Lago, S.Pietro Forlimpopoli, S. Spirito, Suore
Agostiniane, Santuario Suasia, Collinello,
S. Sofia, Fiumana, Castrocaro, Coriano (Chiesa di via
Correcchio), Cava,
8.30 S. Martino in Strada, Carmine, Pianta, Trinità
Regina Pacis, S. Benedetto, S. Pellegrino,
S. Giuseppe Artigiano, Suore Francescane
(via A. Cantoni), Romiti, S. Giovanni Ev., Duomo,
S.Pietro in Vincoli, Concattedrale Bertinoro, Cappella
di S. Rosa in Predappio, Villafranca
9.00 Selva, Cappuccinini, Bagnolo, S. Maria del
Fiore, S. Lucia, Cimitero Urbano, S. Biagio, Dovadola,
S. Francesco di Meldola, Malmissole, S. Ruffillo,
S. Leonardo, Rocca S. Casciano, Bagnolo, Terra del
Sole, Rovere, Durazzanino, Monticino
9.30 Ravaldino, Ospedale Morgagni,
S. Caterina, Villa Rotta, Casa di Riposo Zangheri,
Filetto, Spinello, Ist. Davide Drudi, Cusercoli, S.
Pietro in Tontola, S. Martino in Premilcuore, Cappella
Opera S. Camillo in Predappio, Ricò, Coriano (Chiesa
di via Pacchioni), S. Francesco, Villanova
9.40 Isola
10.00 Bussecchio, S. Pio X in Ca’ Ossi, San Lorenzo
in Noceto, Magliano, Villarotta, Duomo, Villa Selva,
S. Spirito, S. Giuseppe Operaio, Pianetto, S. Tomè,
Durazzano, Ladino, S. Antonio in Predappio, Branzolino, Carmine
10.15 S.Pietro
10.30 Regina Pacis, S. Pellegrino, S. Varano, Pieve
Salutare, Dovadola, S. Rita, Concattedrale Bertinoro,
Fratta Terme, S. Lucia in Predappio, S. Savino,
Capocolle
10.45 S. Benedetto, Collinello
11.00 Carpena, S. Caterina, Pianta, S. Giorgio, S.
Mercuriale, Cava, Vecchiazzano, S. Paolo, Barisano,
Roncadello, Santuario del Lago, S. Ruffillo, S.
Andrea, S. Colombano, Coccolia, Corniolo, Civitella,
Castrocaro, Collina di Pondo, Fiumana, S. Sofia, Rocca S. Casciano, S. Marina in Particeto, San Zenone in
San Zeno, Villafranca, S. Nicolò, Ravaldino, Trinità
11.10 Bussecchio
11.15 Romiti, Suffragio, Suffragio, S. Giovanni Ev., S.
Giuseppe Artigiano, Galeata, S.Martino in Villafranca, Terra del Sole, S. Pietro in Vincoli, Carpinello
11.30 Ravaldino, S. Maria del Fiore, Carmine,
S. Martino in Strada, S. Pio X in Ca’Ossi, Duomo,
Ronco, Madonna del Popolo, S. Cassiano
12.00 Regina Pacis, S. Filippo
15.00 Voltre, Irst di Meldola
15.30 Ospedale Pierantoni, Villa Serena
16.00 Villa Igea, Bocconi
17.00 Bussecchio, S. Maria del Fiore, Galeata,
S. Benedetto in Alpe
17.30 S. Pellegrino, S. Lucia, Concattedrale Bertinoro
18.00 Cava, S. Biagio, Castrocaro, S. Sofia, Dovadola, S. Ruffillo, San Nicolò (Vespertina), Carmine,
Villagrappa
18.30 Regina Pacis, Duomo, Predappio Alta, Coriano
(via Pacchioni), Suffragio
19.00 S. Rita, Cappuccinini, S. Mercuriale, Opera
Nostra Signora di Fatima
20.00 Regina Pacis, S. Giuseppe Operaio
20.30 Suffragio, S. Giovanni Ev.
Gli orari possono subire variazioni per esigenze
pastorali delle parrocchie.