l`abbandono doloroso della scuola dei Cappuccini

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l`abbandono doloroso della scuola dei Cappuccini
MARTEDÌ 17 GENNAIO 2012
FERRARA CAMPIONATO GIORNALISMO
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Scuola Media Zappata
di Comacchio
L’EDITORIALE
Un fecondo legame
tra luoghi di culto
e luoghi di cultura
CI SIAMO chiesti quale rapporto ci possa essere tra i luoghi di
culto e i luoghi di cultura. Abbiamo pensato, guardando come cominciano le due parole “culto” e
“cultura”, che qualche parentela,
almeno lessicale, potesse esserci.
Abbiamo chiesto alla nostra insegnante di Lettere, la quale ci ha
confermato che in realtà le due parole risalgono a un comune verbo
latino, “còlere”, che significa sia
“coltivare” sia “onorare”. Si “coltiva” la mente attraverso lo studio; si “onora” la divinità rispettandola. Culto e cultura, anche a
Comacchio, si intrecciano in vario modo. Comacchio ha un culto
speciale per la Madonna, è stata
per secoli sede vescovile, vanta
santuari famosi, come Santa Maria in Aula Regia (con l’annesso
convento dei Cappuccini) e la
Cattedrale, dedicata a San Cassiano. Il Seminario, quando ancora non esisteva a Comacchio alcuna scuola media, è stato per lungo tempo un centro di attività culturale; senza parlare di tanti uomini illustri nei vari campi della
cultura, che Comacchio ha dato,
da Appiano Buonafede a Filippo e Guido Carli, ad Alessandro
Zappata, a cui si intitola la nostra scuola. Noi ragazzi infine,
questo stretto rapporto tra culto e
cultura, l’abbiamo vissuto in prima persona, essendo stati ospiti di
un edificio scolastico adiacente al
santuario mariano della città.
Questo Santuario estende, per così dire, le sue braccia, con il lunghissimo loggiato dei Cappuccini, ad accogliere l’intera città, alla cui estremità opposta sorge
quanto resta dell’antico convento
di Sant’Agostino, adibito per anni a edificio scolastico. Se nell’ex
convento di Sant’Agostino si potesse riaprire, come si spera, una
attività scolastica, si riannoderebbe quel filo tra culto e cultura di
cui abbiamo parlato: da una scuola cresciuta all’ombra del santuario dei Cappuccini ad un’altra
scuola rifiorita nell’ex convento
di Sant’Agostino. Allora, il loggiato dei Cappuccini sarebbe come un ponte che collega, idealmente e concretamente, un luogo
di culto a un luogo di cultura; un
ponte di speranza lanciato dal
passato verso il futuro.
La Classe III D
IL FATTO L’ABBANDONO DOLOROSO DELLA SCUOLA DEI CAPPUCCINI
Da convento a convento, da sede a sede
L’accorato saluto dei ragazzi della Scuola A. Zappata alla sede dei Cappuccini
LE SEZIONI C e D della Scuola
Secondaria di I grado “Alessandro
Zappata” erano ospitate, fino al 4
maggio 2011, in un edificio adiacente al Santuario di Santa Maria
in Aula Regia, che, con il suo meraviglioso, quasi metafisico, porticato, è luogo di antico culto mariano
per tutti gli abitanti di Comacchio.
Immaginate che meraviglia di ambientazione, che quiete, che atmosfera bella e riposata accoglieva il
nostro andirivieni scolastico. Tutto era armonia. Ma un bel giorno
(anzi un triste giorno) una inquietante crepa sul soffitto cambiò la
nostra vita scolastica. I tecnici, fatto il sopralluogo, dichiararono non
più agibile l’edificio.
Subitamente, con la magistrale solerzia della nostra Preside, Dott.ssa
Pasqua Lina Carli, ci siamo trasferiti, ben sei classi, e senza perdere
nemmeno un giorno di lezione, nella sede centrale della nostra scuola.
Foto di Federico Zannini
Sembrava una soluzione temporanea; occupavamo anche l’aula di
musica, la biblioteca, il laboratorio
linguistico… Siamo ancora qui, ordinatamente, con tanta disciplina,
ma con tanta nostalgia della nostra
sede dei Cappuccini.
Qui è tutto più fragoroso: pensate
che, per convogliare il “traffico” di
noi alunni (più di trecento!), suonano due campanelle, una al piano superiore, una al piano inferiore. E
non vi dico, all’uscita, il caos! Tutti
insieme, appassionatamente, conviviamo nel miglior modo possibile,
ma è impensabile che questa sia
una soluzione a tempo indeterminato.
Come l’antica sede dei Cappuccini,
anche un’altra ex sede scolastica di
Comacchio, il complesso monumentale di Sant’Agostino, versa oggi in tristi condizioni: ma sappiamo che ci si è interessati, in questi
ultimi tempi, per la sua ristrutturazione. Soprattutto ci lusinga che a
Sant’Agostino, se non possono tornare i frati, possa tornare a farsi udire la voce di insegnanti ed alunni.
E’ un’idea, questa, sostenuta, con
calore e con concretezza progettuale, da Valeria Farinelli, nella sua tesi di laurea in Architettura, di prossima discussione.
Sarebbe veramente bello, per noi
ragazzi, se, “sfrattati” dalla sede dei
Cappuccini, e venuti ad infittire,
con un po’ di disagio, i già popolosi
locali della sede centrale, potessimo trovare nell’ex convento di
Sant’Agostino la nostra nuova e, si
spera, definitiva sistemazione.
Asja Ferrarini, Claudia Carli
«La scuola che vorrei»: intervista a Valeria Farinelli
SAPPIAMO che si sta per laureare in Architettura. Perché ha scelto come argomento della sua tesi il recupero e la riconversione a scuola dell’ex monastero di
San Mauro e Sant’Agostino?
«Da troppo tempo il complesso architettonico di
San Mauro e Sant’Agostino si trova in un deplorevole stato d’abbandono, una cellula morta all’interno della città di Comacchio. Prima convento,
poi fortezza, dal 1923 al 1970 scuola elementare, è
da sempre uno dei luoghi rappresentativi della città. Facciata e campanile sono i resti storici attorno ai quali ho progettato una sorta di campus scolastico. La scelta dell’argomento della mia tesi di
laurea è stata alimentata da un interesse per l’area
storica di questo luogo e dalla necessità di ridare
funzionalità didattica all’edificio e funzionalità sociale a tutto il quartiere adiacente. Il mio progetto
è una sorta di architettonico intervento-filtro che
collega idealmente e concretamente il centro storico della città a quella parte della Comacchio del
futuro che sempre più si sta espandendo».
turato con tecnologie d’avanguardia. Si spera dunque che qualche privato, in collaborazione con enti pubblici, renda possibile il recupero e la rifunzionalizzazione di questo meraviglioso complesso
architettonico».
Nutre delle speranze che entro breve il
suo progetto venga messo in atto?
«Non è ipotizzabile un tempo definito. L’area è
dichiarata inagibile da troppi anni e gli ultimi sopralluoghi risalgono a un po’ di tempo fa. Inoltre,
durante gli scavi, potrebbero verificarsi ritrovamenti di reperti archeologici e questo potrebbe
rallentare i lavori del cantiere».
Sofia Cazzanti, Sunita Farinelli,
Arianna Grassi, Arianna Pasquali
«Sarebbe veramente bello che l’emergenza di un
nuovo edificio scolastico venisse affrontata al più
presto. Modificare un edificio storico è più difficile che costruirne uno ex novo. Ma immaginate la
bellezza di studiare in un luogo del passato ristrut-
Quanto tempo, secondo lei, occorrerebbe per le opere di realizzazione del suo
progetto?
Scuola Media Zappata: ecco la nostra squadra
in… formazione di battaglia
NOI alunni della III D della Scuola Media ‘Alessandro Zappata’ abbiamo pensato di
partecipare al Campionato di giornalismo con una pagina dedicata alla nostra scuola.
Siamo ormai in dirittura di arrivo, tra pochi mesi, si spera, concluderemo il ciclo di istruzione secondaria di primo grado. Era d’obbligo quindi un nostalgico saluto alla nostra
accogliente sede dei Cappuccini (ahinoi ormai in stato di abbandono) così come è doveroso l’auspicare una nuova sede scolastica che possa ospitare decorosamente gli alunni che
verranno dopo di noi, assicurando così a loro una dignitosa qualità di vita scolastica.
Eccoci qui, siamo “solo noi”: Paolo Barillari, Pietro Barillari, Nicoletta Beggio, Claudia Carli, Stefano Cavalieri, Roberta Cavallari, Sofia Cazzanti, Riccardo Colombi,
Sabrina De Maddalena, Sunita Farinelli, Stefano Felletti, Asja Ferrarini, Davide Fogli, Arianna Grassi, Abdyl Jaupi, Suleyman Jaupi, Eva Lombardo, Giulia Luciani,
Raoul Luciani, Simone Mangherini, Mirko Menegatti, Matteo Morello, Arianna Pasquali, Andriana Peresoliak, Luca Telloli, Mirco Trasforini, Federico Zannini.
La III D della Scuola Media
‘Alessandro Zappata’ di Comacchio