Rassegna stampa 23 marzo 2006
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Rassegna stampa 23 marzo 2006
Press clippings ASMI March 23, 2006 Allo scopo di garantire la qualita' e quindi la leggibilita' degli articoli, tutte le pagine di questo documento sono state create in formato A3. Pertanto, in caso di stampa, si consiglia vivamente di selezionare l'opzione "Adatta alla pagina" (Shrink to page) in modo da ottenere i migliori risultati. In order to guarantee the printability as well as the legibility of the articles, each page of this document has been created in A3 Therefore, if you print out this document we strongly suggest selecting the "Shrink to page" option in order to obtain the best results. Date Publication Title 001. Corporate 7/3/2006 www.libero.it Dvd, la tassa che squassa 7/3/2006 www.manuali.it Nuove critiche contro l'Equo Compenso ed i Sistemi Anticopia 1/3/2006 Non Food Stagione d'oro per i Dvd Dvd, la tassa che squassa Publication: www.libero.it Publ. date: Tue,07 Mar 06 Frequency: On-line (ie rolling updates) Evaluation : Positive Section: 001. Corporate Article Author: Daniele Passanante Commento: http://magazine.libero.it/internetlife/tecnovita/ne2200.phtml Dvd, la tassa che squassa L'Associazione supporti e sistemi multimediali italiana denuncia: l'"equo compenso" su cd e dvd vergini penalizza il settore e i consumatori Il mercato dei supporti ottici potrebbe essere in crescita, ma per colpa di una tassa (l'equo compenso istituito dall'ex ministro Urbani nel 2003) le aziende produttrici sono costrette a chiudere. È il caso della Computer support italcard, il principale polo produttivo europeo di supporti ottici che ha annunciato la chiusura delle attività in Italia. La ditta, con sede a Sulbiate (Mi) occupa 250 dipendenti e ha un indotto che offre lavoro a 500 persone. La causa principale della chiusura è l'attuale normativa in materia di diritto d'autore e copia privata: nel 2003 è stato istituito il cosiddetto "equo compenso", un balzello versato alla Siae, per supplire ai minori ricavi provocati dall'utilizzo illecito dei cd e dei dvd. In sostanza, una tassa pagata dalle persone oneste per un reato compiuto da chi non rispetta la legge piratando musica e film. Abbiamo contattato la Società italiana autori ed editori, ma nessun rappresentante, come già accaduto nel 2002, ha voluto replicare direttamente alla denuncia dell'Asmi, l'Associazione supporti e sistemi multimediali italiana, che chiede un intervento urgente del Governo. Tuttavia in una nota il presidente della Siae Giorgio Assumma ammette che "il compenso appare mal distribuito sul mercato e occorrerebbe avvalersi di una disposizione prevista dal decreto legislativo numero 68 del 2003, che dà la possibilità di modificare dal 31 dicembre 2005 con un apposito decreto del ministro per il Beni e le Attività culturali, i livelli di compenso per copia privata da applicare sui prodotti delle nuove tecnologie". In sostanza, dice la Siae, la tassa è giusta, ma visto che nel frattempo è cresciuto il mercato dei prodotti tecnologici che fanno uso della copia privata, i compensi si possono ridistribuire. Se è vero che il mercato di riferimento si è evoluto, è anche vero però che non è cambiato così radicalmente: il primo iPod risale al 2001, due anni prima dell'entrata in vigore del decreto di Giuliano Urbani. Dell'equo compenso in questi giorni ha parlato anche Beppe Grillo sul suo blog: «L'italiano - denuncia Grillo - viene tassato sull'ipotesi di reato di duplicazione». E infatti a essere danneggiati non sono stati soltanto i produttori. Anche i consumatori ne hanno avuto uno svantaggio nel dover pagare il doppio per un dvd vergine rispetto ad altri paesi europei come la Germania, ma a differenza dei produttori possono aggirare l'ostacolo. Grazie a Ebay. Il prezzo al consumo di un dvd vergine acquistato in un ipermercato o un negozio di materiale informatico è di oltre un euro, poiché su ogni supporto gravano i costi della gabella di Urbani. Su Ebay invece il prezzo per unità è in media al di sotto dei 50 centesimi. Perché? È tutto regolare? L'abbiamo chiesto a uno dei tanti rivenditori privati che attraverso il noto sito di aste commercia in supporti digitali. Per rivendere a questi prezzi, tu dove li compri? «Sempre via internet in Germania per esempio o in Lussemburgo. Oppure in Italia, ma da un rivenditore che li importa in grandi quantità e paga la tassa Siae. Acquistando da privato li pago direttamente al rivenditore». Ma quindi in Germania, la tassa non è così alta? «Già, anche se siamo in Europa, se acquisti dei Dvd-R dalla Germania e non paghi la tassa alla Siae (0,58 euro + iva)». Quindi per questo il prezzo è più basso di oltre il 50%? «È tutto in regola. Se vai dal mio rivenditore italiano quello è il prezzo. La vendita tra privati è un conto, per la vendita da negoziante si applica la tassa Siae». Ma se, come dici, è tutto il regola, perché allora in un grande distributore di informatica i dvd vergini costano oltre il doppio? «Perché il distributore non è un importatore diretto». Riassumendo: il rivenditore da cui tu li acquisti, in realtà non paga la tassa Siae? «Io prendo 2-300 pezzi, se non richiedo lo scontrino no, se invece li devo fatturare, fornisco all'importatore la partita iva del cliente. In questo caso viene caricata la tassa Siae e l'Iva. Essendo un privato, io non ho nessun obbligo a pagare e lui è un negoziante in regola». E su Ebay il mercato è fiorente? «Sì, siamo in molti. Alcuni sono studenti come me, io guadagno 2 euro su una confezione da 100 dvd. C'è stato anche un periodo in cui le inserzioni venivano sospese su richiesta della Siae». Le cose in realtà non stanno proprio come dice il giovane rivenditore di dvd: «Non è detto che chi vende su internet spiega il capitano Piergiuseppe Cananzi della Guardia di Finanza di Modena - debba necessariamente avere la partita Iva, ma se effettua un commercio, occorre che si qualifichi come imprenditori e la partita Iva è necessaria». In sostanza chi vende dvd tramite Ebay non è in regola: «Non sempre - conclude Cananzi -, in genere su Ebay la fattura viene inviata da un "commerciante" su dieci. Gli altri nove non sono in regola». Compresi quegli studenti che cercano di guadagnare qualcosa con questo tipo di attività, che si configura comunque come un'attività commerciale. Quindi chi vende su internet non solo avrebbe bisogno della partita Iva, ma è tenuto al pagamento della tassa Siae. Tassa che, se eliminata, potrebbe favorire il mercato e rendere più semplice la vita a quei cittadini che vogliano acquistare legalmente in Italia dei dvd da masterizzare per uso privato. Tanto le organizzazioni criminali, continuerebbero a rifornirsi all'estero. Daniele Passanante Nuove critiche contro l'Equo Compenso ed i Sistemi Anticopia Publication: www.manuali.it Publ. date: Tue,07 Mar 06 Frequency: On-line (ie rolling updates) Evaluation : Positive Section: 001. Corporate Article Author: Valerio Bruni Commento: http://www.manuali.it/news/Nuove-critiche-contro-l-Equo-Compenso-ed-i-Sistemi-Anticopia/2/13290.htm Nuove critiche contro l'Equo Compenso ed i Sistemi Anticopia autore: Valerio Bruni Alcuni fatti avvenuti negli ultimi giorni hanno sollevato nuove critiche nei confronti di alcuni metodi e sistemi ideati per la preservazione dei diritti di copyright attraverso supporti CD e DVD. La legge sull'equo compenso, ovvero sulla ridistribuzione delle imposte applicate alla vendita di supporti vergini, ha portato alla chiusura di alcuni stabilimenti di società dedite alla produzione di supporti multimediali. Di qui la denuncia dell'ASMI, Associazione dei Produttori Multimediali, secondo cui la politica del governo sull'equo compenso sta distruggendo il comparto produttivo, sta generando disoccupazione, favorisce la vendita illegale dei supporti ed aumenta i prezzi ai consumatori. La legge sull'equo compenso era stata ideata per evitare l'utilizzo dei supporti per la registrazione di copie pirata, ma di fatto è riuscita soltanto a far lievitare i prezzi dei supporti prodotti in Italia ed alla scelta dei consumatori, talvolta, di acquistare tali prodotti all'estero dove i prezzi sono rimasti molto competitivi. Per quanto concerne i sistemi anticopia, invece, l'associazione dei consumatori Altroconsumo ha deciso di diffidare le case discografiche Sony ed EMI per l'utilizzo di tali sistemi ai fini di impedire la produzione di copie private di CD musicali. Questi sistemi denominati DRM, Digital Rights Management, secondo l'associazione sarebbero illegali ed impediscono addirittura la riproduzione del contenuto su molti lettori CD da auto e computer attualmente in commercio, limitandone pertanto l'utilizzo; il tutto è ritenuto da Altroconsumo una vera e propria lesione dei diritti e degli interessi dei consumatori alla fruizione privata. Con la sua diffida, Altroconsumo ha avanzato richieste affinche Sony ed EMI includano informazioni sui DRM utilizzato nei CD in vendita, affinchè i consumatori sappiano cosa è permesso fare o meno con quel CD. Stagione d'oro per i Dvd Publication: Non Food Frequency: Monthly Section: 001. Corporate Article Author: Mariangela Molinari Publ. date: Wed,01 Mar 06 Page num: 66