Prezzi e margini su vendite auto

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Prezzi e margini su vendite auto
Meccanici e venditori di auto, guadagni europei
a costi svizzeri
Il settore dell'auto in Svizzera verso la ristrutturazione, alla ricerca di adeguarsi alla
guerra dei prezzi e ai margini ridotti
Articolo di Tina Tuor ATS / p.d'a.
BERNA - Le vendite di automobili nuove in forte aumento trascinano i consumi privati in Svizzera e,
di primo acchito, il settore sembra fiorente. Concessionari e importatori tuttavia vivono tempi
difficili. Risultano in particolare sotto pressione i garagisti, e non solo dalla fine del tasso minimo di
cambio tra euro e franco.
Nel primo semestre del 2015, nella Confederazione sono state vendute 161'798 vetture nuove, un
numero in crescita del 7,9% su base annua, dopo un 2013 e un 2014 caratterizzati da un calo.
Questi "dati rallegranti nascondono anche aspetti negativi", sottolinea auto schweiz, l'associazione
che rappresenta gli interessi degli importatori. In seguito all'abolizione della soglia minima tra euro e
franco lo scorso 15 gennaio, per cercare di rimanere competitivo con i Paesi vicini il settore ha
reagito abbassando i prezzi delle vetture (nuove e no), ha detto all'ats il presidente di auto schweiz
François Launaz.
La conseguenza è che importatori e concessionari registrano una diminuzione dei profitti. Il maggiore
importatore, Amag, ha ad esempio già reagito sopprimendo impieghi.
Dal canto loro, i garagisti devono pure fare i conti con la pressione sui prezzi e su margini ridotti.
Nella prima metà di quest'anno, 81 imprese del settore hanno chiuso i battenti, contro 47 nello stesso
periodo del 2014.
È possibile che per alcune aziende, già confrontate con difficoltà, l'impatto del rafforzamento del
franco sia stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ha riferito all'ats Markus Peter, dell'Unione
professionale svizzera dell'automobile (UPSA).
I problemi per i garagisti precedono infatti il 15 gennaio. Già lo scorso anno i prezzi delle automobili
nuove erano scesi di circa un quinto, praticamente allo stesso livello di quelli praticati nell'Unione
europea (Ue). I costi d'esercizio e del personale sono invece rimasti quelli standard elvetici.
Inoltre i garagisti sono confrontati a sfide tecnologiche: investimenti in nuovi strumenti, in
apparecchi di diagnostica e nella formazione sono indispensabili. Contemporaneamente, i veicoli
passano meno tempo nei garage. Ad esempio, l'intervallo per i controlli delle auto nuove è stato
esteso da uno a due anni, ha spiegato Peter. Il controllo anti-inquinamento, che avveniva ogni due
anni, grazie ai progressi tecnici non è più obbligatorio per taluni veicoli.
Per l'istituto economico renano BAKBASEL l'attività dei garage è in calo dal 2012. A causa della
densità della rete di vendita, le varie filiali sono sottoposte a una forte concorrenza. Per l'istituto
congiunturale basilese il mercato svizzero, il più motorizzato d'Europa, è saturo.
BAKBASEL prevede dunque un consolidamento del settore. In Svizzera si contano 5200 garage, in
maggioranza piccole imprese (in media hanno un organico di cinque-sei persone).
Considerato nel suo insieme, il settore dell'automobile in Svizzera occupa circa 85'600 persone, ossia
più dell'industria alimentare, tessile e dell'abbigliamento riunite, calcola BAKBASEL. Numero di
occupati e importanza relativa del settore nell'economia elvetica dovrebbero diminuire.
Un riorientamento si impone. Certi concessionari dovrebbero ad esempio offrire nuovi servizi come
la locazione e la condivisione di veicoli (car sharing), mentre altri si specializzeranno nel restauro di
vecchi veicoli, ritiene Peter.
TIO 3 agosto 2015