teens - Città Nuova
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012017 teens ANNO IV - N. 1 gennaio/febbraio 2017 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/40/2013; TAXE PARCUE, TASSA RISCOSSA, Bimestrale 2,50 euro WORK IN PROGRESS 4 UNITY LE FRONTIERE DELLA COMUNICAZIONE Tra reale e virtuale PERSONAGGI Al cinema la storia vera di un giovane creatore di una startup Ricerca Una rete per condividere dati a livello nazionale e internazionale Pace A Ravenna ragazzi musulmani e cristiani insieme in moschea editoriale teens Accorciare le distanze C omunicazione significa letteralmente “mettere in comune”, non tanto beni materiali, ma piuttosto emozioni, sentimenti, obiettivi e desideri. Senza dubbio sono svariati i modi in cui avviene la comunicazione e, oggi più che mai, sovvengono giorno dopo giorno nuovi mezzi per raccontare e raccontarsi: un buon giornalismo per produrre cambiamento, un film con cui possiamo diffondere una storia, oppure un profilo social per condividere le nostre esperienze. Dobbiamo però fare attenzione, poiché la comunicazione virtuale ci pone sotto lo sguardo di tutti. Ovviamente le telecomunica- s n e e t Y U N IT SS 4 OG R E R P K IN ella WO R uova d a Città N : e n 156 Rom 0 io z 0 e reda na, 55 – ri ia To s e o Editore v ic N Pie .M., via Aurora P.A.M.O sabile: oderna, respon m re la o e tt h a) Dire i grafic nia (Rom fia: Art 12 Guido Tipogra /17, 000 13 i rm via E. Fe menti: abbona ova.it Ufficio cittanu @ ti Roma: men nale di u abbona ib r T e n io z 0 a 0/2 13 1 Registr el 30/1 2/200 /2013 d del 10/1 8 5 4 2 8 . uova e n .5 9 N n : tà C it C O ne R ditoriale razione Iscrizio ruppo e collabo to da: G unità, in lus), l’ r e N p Realizza i F (A On azz – Onlus nto Rag e U e v M im o v u (A o N s M lu iglie ito – On ne Fam Focolari ondo Un i e M con Azio d n . u v o r lM one pe Ong, de Ass. Azi manity centi New Hu lo, isa Inno L a n n Onlus), . Aposto A : re z o z a tt g i) M a lè, d ra o . re M d o . e p G , Ca to: (R Lo Cicero ollabora ole, M. , rc lo Hanno c o ’E a D p . o ietr netti, M no, C. P F. Colon Pagliari dini, A. a ll i a h P c . V . Zan Felli, oretti, A ino, Sara M. Vett ice Cerr tr a e B (Tutor) Fontana Daniele 7 1 0 2 1 0 zioni hanno i loro vantaggi in quanto ci fanno sentire l’altro sempre più vicino. Questo accorciare le distanze, però, potrebbe risultare dannoso per noi, poiché potrebbe allontanarci dal reale. È infatti fondamentale avere il giusto senso della misura così da individuare la linea di confine che c’è tra realtà e mondo virtuale. È certo che la comunicazione dal vivo è alla base di qualunque relazione, ma è fondamentale ricordare che la comunicazione parte non tanto dalla bocca che parla, ma piuttosto dall’orecchio che ascolta. È necessario aprirsi all’altro, abbattere i confini che ci dividono e non avere paura del diverso, ma usare qualunque mezzo in nostro potere per conoscere chi ci è di fronte. Maria Laura Apostolo, 17 a. blog.teens4unity.net Accorciare 2 le distanze 10 Comunicare è vita 3 La parola chiave Hanno creduto 12 in me 4 Una rete per condividere 13 Come fare buon giornalismo 6 Accendi il tuo futuro 14 Terroristi? No, costruttori di pace 8 L'altro nella notizia 16 era la comunicazione La pace conta su di te indice teens 2 012017 posta teens La parola chiave era comunicazione Marta Vettoretti, 14 a. Ciao a tutti, vorremmo raccontarvi il nostro originale Capodanno. Durante le vacanze di Natale, mentre tutti si godevano i rimasugli del clima natalizio, noi abbiamo vissuto 4 giorni insieme a 250 ragazzi di 11 Stati dell’Europa, soprattutto orientale, a Križevci (Croazia), a un’ora da Zagabria, dove sorge Faro, cittadella internazionale del Movimento dei Focolari. Tra gli obiettivi di questo incontro: preparare il Cantiere “Uomo Mondo” 2017. Ogni tre anni infatti con i Ragazzi per l’unità promuoviamo un workshop internazionale di due settimane per imparare a conoscere, amare, rispettare la patria dell’altro come la propria. La prima settimana viviamo insieme momenti di formazione alla cultura della fraternità; la seconda partecipiamo ad azioni di solidarietà. Nel luglio 2017 i Cantieri internazionali si svolgeranno, la prima settimana, in Croazia, Serbia e Polonia, la seconda in Croazia, Slovenia, Ungheria, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria, Lituania, Polonia, Macedonia. In contemporanea molti altri Cantieri locali si svolgeranno nel mondo. In questo congresso la parola chiave è stata “comunicazione”. Essendo di vari Paesi parlavamo lingue diverse e riuscire a comunicare era il più grande ostacolo che siamo riusciti a superare anche con l’inglese e… con i gesti! Il congresso è iniziato con un momento forte: i ragazzi della Romania durante il viaggio hanno affrontato un brutto incidente, ma la maggior parte sono venuti lo stesso. Li abbiamo accolti con tutto il calore possibile. Poi teens 3 012017 abbiamo continuato con momenti insieme o divisi in piccoli gruppi. In essi eravamo di vari Paesi. Era bello vedere come all’inizio non ci capivamo, poi siamo diventati sempre più affini. E sono nate tante idee per i Cantieri! Non sono mancati neppure sotto la neve o in sala per imparare danze tipiche della Serbia, dell’Ungheria e della Bulgaria che poi abbiamo ballato nella festa di Capodanno andata avanti tutta la notte! Alla fine ci siamo salutati ripromettendoci di rimanere in contatto e continuare a lavorare per i Cantieri. Se volete saperne di più o partecipare ai Cantieri e alla loro preparazione, potete seguirci sulla nostra pagina Facebook: HombreMundo 2017. teens news Una rete per condividere di Agnese Pagliarino, 13 a. I ntervista a Claudia Battista, fisico tecnologo e vicedirettore del consortium GARR tium GARR’’, Claudia Battista. Dal 30 novembre al 2 dicembre scorso si è tenuta a Firenze la conferenza GARR, la rete italiana della Ricerca e dell’Università, che ha avuto per tema centrale la rete, come modalità per condividere. Noi abbiamo avuto l’opportunità di partecipare e ascoltare alcuni relatori. In quell’occasione abbiamo intervistato per Teens la vicedirettrice del ‘’consor- «Il GARR è un’associazione di enti pubblici in particolare con enti di ricerca come il CNR e le università italiane. Trent’anni fa questi centri di ricerca hanno deciso che per le loro esigenze di trasmissione di dati avevano bisogno di un’infrastruttura di rete per parlarsi, concordare, comunicare e collaborare. Quindi si trattava di Può spiegarci cos’è il GARR? teens 4 012017 un bisogno nato da esigenze allora ritenute pionieristiche». In che modo favorisce la rete? «Per GARR intendiamo due cose: l’associazione di cui parlavamo e allo stesso tempo il nome della rete di questa parte di Internet interamente dedicata alle comunicazioni delle università e degli istituti di ricerca a livello internazionale. In ogni Paese c’è una rete di ricerca che è collegata a tutte quelle del mondo che hanno formato quello che noi chiamiamo un sistema mondiale delle reti della ricerca». Per i giovani fate qualche progetto o attività? «Per le scuole abbiamo messo in piedi un progetto di formazione o alfabetizzazione digitale a distanza. Questo progetto è già disponibile su Internet e su Youtube». Per noi ragazzi Internet è tutto, il Digital divide (la scarsa possibilità di avere Internet) è una vera e propria barriera. Come pensate di risolverlo? «Noi come comunità non abbiamo strumenti concreti e finanziari; per risolverlo però cerchiamo di sensibilizzare in modo costante i ministeri e le istituzioni attraverso quello che è il nostro ministero di riferimento, cioè quello dell’Istruzione, nelle commissioni parlamentari. Quindi noi ‘’alziamo la palla’’ ai politici per riuscire a migliorare le condizioni delle reti italiane». Internet ha anche dei lati negativi. Non esiste più l’attesa, e l’importanza dell’interazione fisica sta scomparendo; a suo parere sono destinati a scomparire definitivamente? «No, non lo penso, però per i ragazzi di oggi la comunicazione virtuale è dominante nella loro vita e li mette come se fossero sempre sotto lo sguardo di tutti; la privacy sta sparendo sempre di più. Se tanti esperti si incontrano e collaborano, possiamo pensare che Il concetto di rete ci riporti a qualcosa che prende tutti dentro, a qualcosa che ci unisce e ci fa sentire più vicini. Allora sarà così importante restare uniti e collaborare insieme e non lasciarci prendere da sterili campanilismi». teens 5 012017 IL CONSORTIUM GARR NASCE NEL 2002. È una associazione senza fini di lucro fondata da CRUI, CNR, ENEA e INFN con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR). Il lavoro del GARR rappresenta un contributo significativo per l’attività della comunità scientifica ed accademica italiana e per il progresso tecnologico ed industriale del nostro Paese. Il GARR è interconnesso e partecipa a progetti di ricerca insieme alle altre Reti Europee della Ricerca (NREN - National Research & Education Network; è membro di Terena (la Trans-European Research and Education Networking Association), di Ripe (Réseaux IP Européens) e di Dante (Delivery of Advanced Network Technology to Europe), il Consorzio delle Reti della Ricerca Europee che gestisce la Rete Géant. Il GARR è anche collegato alle principali Reti per la Ricerca mondiali e agli organismi internazionali che sviluppano e governano le Reti internazionali. In particolare, ha collegamenti con ESnet (USA), MCI-NSF vBNS (USA),Ucaid, NII, APAN e partecipa ai lavori di IETF e dell’Internet Society. cinema teens Accendi il tuo futuro Marco D’Ercole, 18 a. “T he Startup”, un film di prossima uscita, prodotto in Italia, racconta la storia vera della nascita di Egomnia, il social network che mette in contatto giovani in cerca di lavoro e aziende. Il suo fondatore è un giovane romano, Matteo Achilli. Lo abbiamo intervistato. C he impressioni hai avuto nel vedere un film che racconta la tua storia? «Una grande emozione che mi ha regalato un senso di gioia e di responsabilità allo stesso tempo. La gioia è stata realizzare che la mia storia è ritenuta sana e ricca di valori importanti per i giovani d’oggi, questo ripaga tutti i sacrifici fatti. Inoltre nel film esordisce come protagonista Andrea Arcangeli, ragazzo di straordinario talento artistico e bontà d’animo, insieme a molti altri giovani, e questo non può che rendermi felice. Chiaramente ora le responsabilità aumentano, devo impegnarmi a lavorare bene e a inseguire i miei sogni in maniera sana e genuina. Molti ragazzi si rivedranno nel protagonista del film, che trasmetterà loro una forte energia per affrontare le difficoltà della vita, che in questo momento sono molto ardue, vista l’alta disoccupazione giovanile». teens 6 012017 Il social Egomnia che hai inventato elabora il curriculum di chi si iscrive e lo sintetizza in un numero. Può un numero esprimere il valore di una persona? «Non del tutto. Veniamo valutati da quando siamo piccoli (i voti a scuola, le certificazioni, ecc...), quello che fa Egomnia è assegnare un voto unico a ciascun candidato prendendo in considerazione qualsiasi cosa sia “calcolabile”. Non vengono presi in considerazione, ad esempio, l’età, il carattere, la qualità del lavoro svolto, ecc... Questo per rimanere il più oggettivi possibile e per permette alle aziende di ricercare più velocemente la persona con i requisiti minimi. Poi il candidato avrà modo di dimostrare tutto il suo talento e il suo valore durante il colloquio e durante l’attività professionale. Molte aziende, infatti, ricevono decine di migliaia di curriculum vitae ogni anno, soprattutto le multinazionali. La domanda è: come è possibile analizzarle tutte risparmiando tempo ed evitando di gettare nel cestino il curriculum del candidato migliore? Sto lavorando affinché la risposta sia Egomnia!». Tu hai avuto la fortuna di realizzare il tuo sogno e adesso il film racconta proprio la tua storia. Alla luce della tua esperienza, che consiglio vorresti dare a noi ragazzi? «Voi avete un grande vantaggio rispetto a chiunque: il tempo. Avete molto tempo a disposizione, vi consiglio di utilizzarlo bene. Il tempo vale più del denaro. Non accontentatevi di fare il minimo indispensabile, ma cercate di capire cosa vi piace o in cosa «NON HO MOLLATO MAI E CE L'HO FATTA» vorrete eccellere in un futuro. E impiegate il vostro tempo per costruire intorno a voi qualcosa che vi aiuti a diventarlo. Non commettete l’errore di arrivare a dire: “Ormai è troppo tardi”. Fate gruppo, confrontatevi, lavorate a progetti paralleli alla semplice scuola dell’obbligo. Contattate le persone, fate networking, imparate. Non abbiate paura di fallire o di essere giudicati. Circondatevi di gente in gamba e non dimenticate di aiutare gli altri quando potete». Qual è stato il momento di crisi più difficile che hai vissuto in questa esperienza? «Per ben tre volte nella mia vita professionale ho rischiato di fallire. La terza volta il rischio era talmente alto da non dormirci la notte. Non ho mollato, mai. Non dormivo e non riuscivo a godermi un solo secondo della mia vita privata. Pensavo solo a trovare il modo di pagare i dipendenti, i fornitori e l’affitto dell’ufficio. Non ho mollato mai e ce l’ho fatta. Mi sono rialzato meglio che mai». teens 7 012017 Perché i giovani dovrebbero andare a vedere “The Startup” e quindi sentire la tua storia? «Perché parla di un ragazzo italiano che ha creato un’azienda di valore partendo dalla periferia. E lo ha fatto senza avere tanti soldi, senza avere tante competenze, senza essere un genio e senza avere contatti importanti. Le uniche tre cose che ha sono: ambizione, tenacia e voglia di fare. I valori che questo film si porta dietro, oltre a questo bel messaggio di speranza e la promozione di questa attitudine, sono quelli di una bella famiglia e di una fotografia sui giovani di oggi e i problemi che devono affrontare». teens news L’altro nella notizia a cura di Maria Laura Apostolo, 17 a. I ntervista a Paolo Balduzzi, giornalista che lavora come inviato per la trasmissione “A Sua Immagine” di Raiuno e si occupa anche della comunicazione per il Movimento internazionale “Umanità Nuova” dei Focolari. C ome vedi la vita di un adolescente in relazione agli altri? «La vedo un po’ come quella di tutti noi, anche adulti: la nostra vita è fatta di relazioni con l’altro: con la famiglia, con i compagni, gli amici, nel gioco e negli altri momenti della giornata noi viviamo di rapporti con “altri” diversi da noi. Questi rapporti sono forse la cosa più preziosa che abbiamo. Se pensiamo infatti alla felicità che possono dare le cose, anche quelle a cui teniamo di più, rispetto a quella che proviamo grazie alla presenza degli amici e dei nostri “compagni di viaggio”, non ci sono paragoni: sono sempre le relazioni con gli altri che ci danno la misura della nostra felicità. I rapporti non sono però facili da mantenere: l’altro richiede la nostra attenzione, domanda al nostro egoismo di lasciare spazio alla carità, e ci domanda anche di saper “comunicare”, per creare qualcosa di vero e di buono per la vita di entrambi. Può sembrare tutto uno sforzo, ma in realtà è sempre ripagato!». L’epoca in cui viviamo e i vari mezzi di comunicazione possono aiutarci in questo? «Certo! Internet, radio, televisione, smartphone aumentano la possibilità di contatto e hanno conseguenze concrete sulla nostra vita nel bene e nel male. Già da tempo la televisione ha cambiato le nostre abitudini, l’organizzazione delle nostre attività, ma anche le relazioni all’interno delle famiglie e dei gruppi, e i social hanno solo aumentato queste possibilità: ora possiamo vivere in tempo reale teens 8 012017 insieme agli altri un avvenimento, grazie alla condivisione sui social, con le dirette Facebook, è come affacciarsi alla finestra di casa di un altro. Sono grandi opportunità, ma qualche problema si crea: i più appassionati in questo campo, e i ragazzi lo sono, riescono a gestire, ad esempio, contemporaneamente in modo incrociato più mezzi di comunicazione e ciò porta l’attenzione a spostarsi velocemente da un mezzo all’altro, impedendo la concentrazione e la riflessione sui messaggi che ci inondano. Si può confondere reale e virtuale e ci possiamo identificare, senza volerlo, in personaggi violenti, o in situazioni ambigue che non ci aiutano a crescere né a essere felici in modo pieno, vero. Quindi, come vedi, ci sono tanti rischi ma anche tante possibilità e servirebbe una formazione continua, per grandi e piccini, per imparare a decifrare i messaggi che ci arrivano». Perché è così necessario imparare a decifrare... come dici tu? «È necessario questo lavoro perché dobbiamo diventare sempre più attivi e responsabili, a qualsiasi età, ed essere capaci di reagire nel modo giusto rispetto a quanto succede intorno a noi; ti faccio un esempio: in televisione non tutto ciò che accade è ritenuto degno di diventare “notizia”. È IMPORTANTE ESSERE CAPACI DI COMPIERE DELLE SCELTE Nella scelta di cosa raccontare o meno viene usato spesso il criterio della vicinanza, che dà la precedenza a ciò che succede vicino a noi. Ma se questo criterio diventa assoluto, la nostra idea del mondo diventa insufficiente a realizzare l’ideale della fraternità, perché in realtà non conosciamo davvero l’altro e non apriamo i nostri orizzonti al mondo intero». Come possiamo usare allora la tivù per migliorare le nostre relazioni con l’altro? «Ogni volta che accendiamo la tv, sarà utile chiederci sempre, magari anche confrontandoci con altre persone, “chi c’è dietro quel volto, cosa c’è dietro quella storia” per scoprire sempre più la verità sull’altro. Quando, ad esempio, si parlerà di immigrati, sarà importante domandarci come si vive nei loro Paesi e perché la disperazione li ha portati a lasciare le loro case. Oppure, quando vedremo una pubblicità, potremmo chiederci quale messaggio vogliono trasmetterci le immagini che vediamo, scegliendo consapevolmente come comportarci. teens 9 012017 Anche davanti alla tv è quindi importante essere consapevoli e capaci di compiere delle scelte. È uno dei passi fondamentali per diventare grandi, soprattutto in un mondo dove tutto è in movimento: il pianeta ridisegna i suoi confini e gli atlanti le loro mappe. Tutti noi dovremo fare i conti con questo nuovo orizzonte che porterà “l’altro” sempre più vicino. Ed è in questo orizzonte, di cui tutti facciamo parte, che dovremmo scoprire come riconoscerci sempre più fratelli». teens news Comunicare è vita a cura di Valeria Palladini, 18 a. Viviamo più nel mondo virtuale o in quello reale? Intervista a Tanino Minuta, scrittore e autore di un blog molto seguito O gnuno di noi è collegato a Internet ogni giorno, per necessità, per abitudine, e la comunicazione è diventata più virtuale che “occhi negli occhi”. Persino davanti a una tazza di caffè, in un bar con gli amici, lo smartphone sostituisce lunghe chiacchierate e risa- te fragorose e, nel migliore dei casi, lampeggia in bella vista sul tavolo interrompendo ripetutamente pomeriggi di compagnia. Ma cos’è la comunicazione e come siamo in grado di riuscire a mettere da parte i nostri mondi virtuali per far spazio alla vita reale e agli altri? Alcuni ragazzi l’hanno chiesto a Tanino Minuta, scrittore italiano vissuto molti anni nell’Est europeo – attualmente in Polonia –, giornalista e autore del blog “In… visibile”, nel quale condivide la sua vita, le sue storie e i suoi pensieri. teens 10 012017 Qual è il valore della comunicazione dal vivo rispetto a quella in Rete? «La comunicazione dal vivo, con una persona che ho di fronte, mi permette di sentire, di vedere le reazioni degli altri, quindi di adeguarmi bene alla situazione e di regolare tutto quello che sono e che dico. L’importanza della comunicazione dal vivo ha il vantaggio che il frutto si può vedere perché la reazione dell’altro si coglie subito. La comunicazione dal vivo ha vantaggi in più che la comunicazione via web anche se tutti questi mezzi sono da sfruttare, perché segni di un’umanità che si organizza sempre di più a diventare famiglia». Come possiamo comunicare agli altri le nostre idee? «La base è l’ascolto, quindi per comunicare bisogna ascoltare. Partiamo dal presupposto che spesso gli altri non parlano alla nostra stessa maniera: dobbiamo perciò rispettare la diversità. Chiediamoci: “L’altro com’è? Che parole ha bisogno di sentire?”. Per comunicare le nostre idee dobbiamo essere in ascolto». Anche l’arte e il silenzio sono forme di comunicazione. Come usarle? «Mi trovavo a Budapest ed era una giornata “nera” non solo perché il cielo era coperto, ma dentro di me c’erano nuvole oscure. Tutto mi sembrava grigio e senza domani. Ero in città e, dovendo attraversare un incrocio, mi son fermato al semaforo che era rosso. Di fronte a me c‘era il tram e ho visto un signore che si alzava per dare il posto a una donna più anziana. Ho visto il sorriso di quella signora, nient’altro, ma quel sorriso, quel gesto, mi è entrato dentro come una cosa molto positiva e ha cambiato il mio stato d’animo: di colpo non era tutto così “nero”. Ma quel signore che si è alzato non lo saprà mai. Le forme di comunicazione quindi sono infinite e la forma di comunicazione per eccellenza è la carità. Anche la comunicazione attraverso l’arte – gli artisti, chi fa teatro, chi compone canzoni, chi scrive – ha sem- PER CAPIRE CHI È L'ALTRO BISOGNA TANTO ASCOLTARE pre uno scopo e tutto quello che fanno è un servizio, un far conoscere qualche cosa, lo sviluppo di un’idea originale. Tutto questo, se finalizzato ad educare gli altri alla bellezza, è comunicazione. Ci sono modi che non sono verbali, per esempio il mimo, che con un gesto ti fa capire tantissime cose. Direi che ognuno di noi può inventare un modo per comunicare personalissimo. Anche la moda è un modo di comunicare: ci sono linguaggi silenziosi che non sono spiegati, però parlano». teens 11 012017 Come possiamo comunicare realtà difficilmente esprimibili a parole? «Noi pensiamo che una cosa sia inesprimibile perché per noi è troppo grande. Come fai a raccontare tutto quello che altri non vedono? Più che raccontare o comunicare realtà difficilmente esprimibili a parole, bisogna mettersi sempre dalla parte dell’altro, a chi comunico e cosa comunico. Chi è l’altro? Come dicevo prima, per capire chi è l’altro bisogna tanto ascoltare. Ascoltare significa fare il vuoto, cioè non avere pensieri, non avere risposte, togliere tutto quello che vorremmo dire e metterci in ascolto. L’attenzione all’altro è sempre il modo per capire cosa e come comunicare: non ci sono realtà difficilmente esprimibili a parole, perché dipende da come noi ci mettiamo di fronte agli altri. Non è facile. È molto più facile raccontare qualcosa che già sappiamo, ma è sempre vincente la parola di chi è in ascolto: è un paradosso, tante volte un silenzio fa capire molte più cose». AFN e teens Hanno creduto in me Miriam (Bolivia) C onoscete l’associazione Azione per Famiglie Nuove onlus (AFN)? Essa dal 1998 opera nel campo della cooperazione allo sviluppo, delle adozioni internazionali e porta avanti progetti e attività culturali e formative con ragazzi e bambini in vari Paesi del mondo. E... da questo numero di Teens, collaborerà con noi! Grazie ad AFN onlus infatti avremo ogni volta un “filo diretto” con uno dei suoi progetti tramite lettere, racconti, corrispondenze da ragazzi di varie parti del mondo. La prima lettera ci arriva dalla Bolivia. C iao a tutti! La mia famiglia è composta da me, mia sorella e mia madre che ci ha cresciute da sola. Abbiamo passato momenti molto critici: mia madre faticava a trovare lavoro. In più c’erano attriti con la padrona di casa, perché non avevamo i soldi per l’affitto. Per mia madre era davvero un calvario amministrare i pochi soldi che guadagnava. Per questo il sostegno che abbiamo avuto attraverso AFN è stato molto importante. Di lì a poco, poi, si è aperto nella zona sud della nostra città, Cochabamba, il Centro Rincon de Luz, nel quale si offre sostegno scolastico e un pasto al giorno ai bambini e ai ragazzi che frequentano le scuole del quartiere. Il Centro è stato un altro grande aiuto per me, mi ha ridonato il sorriso e permesso importanti momenti di formazione. Nel Centro teens 12 012017 eravamo come una grande famiglia nella quale i professori spesso ci facevano da “secondi genitori”. Grazie alle persone che hanno avuto fiducia in me, oggi posso raccontare con orgoglio che ho terminato il mio corso di studi con buoni risultati e sto seguendo il primo semestre all’università. Presto sarò una professionista. Cercherò di far arrivare l’aiuto ricevuto alle persone che ho intorno, iniziando, ad esempio, dal Centro per trasmettere le mie conoscenze ai bambini. Vorrei anche aprire un posto per le persone che vivono in strada, offrendo loro un modo per andare avanti. Ho capito che si può cambiare la vita di un bambino e indicargli la strada per un futuro migliore. Per questo invito tutte le persone ad aiutare: tutti possiamo! Per me la cosa importante non è stata solo l’aiuto economico, ma la fiducia che mi hanno dato: essa è un seme di speranza, è una luce che si accende non solo nel ragazzo, ma anche nei suoi genitori. Dieci anni fa, il 23 gennaio 2007, moriva Ryszard Kapuściński famoso giornalista, scrittore e saggista polacco. Era stato per molti anni inviato e reporter in vari Paesi del mondo. COME FARE BUON GIORNALISMO Per noi giornalisti che lavoriamo con le persone, che cerchiamo di comprendere le loro storie, che dobbiamo esplorare ed investigare, l’esperienza personale è naturalmente fondamentale. La fonte principale della nostra conoscenza giornalistica sono “gli altri”. Gli altri sono coloro che ci dirigono, ci danno le loro opinioni, interpretano per noi il mondo che tentiamo di capire e descrivere. Non c’è giornalismo possibile fuori dalla relazione con gli esseri umani. (…) Credo che per fare del giornalismo si debba essere innanzitutto degli uomini buoni, o delle donne buone: dei buoni esseri umani. Le persone cattive non possono essere dei bravi giornalisti. Se si è una buona persona, si può tentare di capire gli altri, le loro intenzioni, la loro fede, i loro interessi, le loro difficoltà, le loro tragedie. (…) Il solo modo per fare bene il nostro lavoro è scomparire, dimenticarci della nostra esistenza. Noi esistiamo solamente teens 13 012017 come individui che esistono per gli altri, che ne condividono i problemi e provano a risolverli, o almeno a descriverli. Il vero giornalismo è quello intenzionale, vale a dire quello che si dà uno scopo e che mira a produrre una qualche forma di cambiamento. Non c’è altro giornalismo possibile. Parlo ovviamente di buon giornalismo. Tratto da Ryszard Kapuściński, Il cinico non è adatto a questo mestiere, Edizioni e/o, 2002 © AP Photo - Manu Brabo nowteens teens4peace Terroristi? No, costruttori di pace I Ragazzi per l’unità dell’Emilia Romagna N ella moschea di Ravenna una giornata insieme fra ragazzi cristiani e musulmani. Dallo scetticismo all’amicizia “Bologna 2 - Savignano 1; Savignano 2 - Cesena 4”. Sembrano le parole di un arbitro durante un torneo di ping-pong. Invece, no. Questa volta siamo nella moschea di Ravenna. Ad arbitrare la partita è Mustapha Toumi dalla Tunisia. Il gioco è un quiz: si tratta di rispondere in modo corretto a domande sulla Bibbia e sul Corano, i testi sacri rispettivamente della religione cristiana e di quella musulmana. Inizia così la nostra giornata. Una domenica mattina, quando fa freddo e vorresti stare a dormire sotto le coperte, non possiamo disdire il nostro appuntamento: i giovani musulmani ci hanno invitato, vogliono conoscerci, sapere come viviamo, cosa possiamo fare insieme. Tutto era iniziato quando l’imam Mustapha Soufi, neopresidente della moschea, aveva participato ad un incontro di presentazione del Progetto Living Peace Internazionale a Savignano. Ascoltando le esperienze dei Ragazzi per l’unità, era rimasto entuasiasta e ha voluto che le raccontas- teens 14 012017 simo anche ai loro giovani nella moschea. Ci prepariamo per non fare gaffe: le ragazze si coprono tutte il capo con foulard o sciarpe, entriamo silenziosamente in moschea sapendo di entrare in un luogo sacro, ci togliamo le scarpe come ci viene indicato. Le ragazze sul lato destro, i ragazzi sul lato sinistro ci disponiamo in cerchio per iniziare il nostro gioco. Una giornata intensa, dove impariamo a conoscere i tempi arabi, meno vorticosi rispetto ai nostri. Eppure, se le differenze ci balzano subito dinanzi agli occhi, è più vero che torniamo a casa con la consapevolezza che i nostri nuovi amici non sono poi così tanto diversi da noi, anzi loro come noi vogliono vivere e costruire un mondo più unito. A proposito di differenze. Ci siamo accorti che sono molto più attenti di noi cristiani nella preghiera; pregano 5 volte al giorno sempre con il corpo verso La Mecca. Il giorno più importante per loro, quello in cui si ritrovano tutti in moschea, è il venerdì e non la domenica come per noi cristiani che andiamo in chiesa per la Messa. Ma quel giorno abbiamo pregato insieme, alle 12 (ora del time-out) ci siamo alzati tutti in piedi e stringendoci le mani abbiamo fatto un minuto di silenzio per domandare a Dio il dono della pace in tutto il mondo e nel cuore di ogni uomo. Un momento fortissimo, quel silenzio parlava di Dio. Poi, prima della visita della moschea e dello scambio di esperienze, un momento più semplice e colorato: il pranzo! Un inno all’ospitalità. Hanno preparato per tutti noi (eravamo oltre 40 Ragazzi per l’unità dell’Emilia PER COSTRUIRE LA PACE NON AVERE PAURA DELLE DIFFERENZE Romagna) il cous-cous. Qualcuno di noi era un po’ scettico, di certo le nostre mamme non lo cucinano. Sapevamo però che le mamme marocchine lo avevano cucinato con tanta attenzione per noi e sapevamo che era un segno importante di ospitalità, un modo per dirci senza parole che ci volevano bene. Proseguiamo il nostro tour: è arrivato il momento di presentare Living Peace e condividere le nostre esperienze, e poi un momento di dialogo semplice e spontaneo. Abbiamo raccontato teens 15 012017 del nostro impegno per la pace, dell'aiuto alle persone colpite dal terremoto nel Centro Italia. Matteo e Giosuè hanno raccontato di come sono stati nominati Ambasciatori di Pace del Living Peace e di cosa voglia dire per loro vivere questo impegno nella vita di tutti i giorni. «La pace la fanno i giovani – ci dice l'imam –, dobbiamo lavorare per la pace, dobbiamo cercare di unirci e cambiare il modo di pensare per abbattere i muri dei pregiudizi». Parole che sono già un programma. Eppure, come lo concretizziamo? Quale la prossima tappa? I nostri amici ci hanno chiesto di visitare insieme una chiesa cattolica in modo da conoscere anche la nostra religione e i luoghi in cui preghiamo e ci ritroviamo. Noi li abbiamo invitati a Loppiano per vivere insieme la festa per la Pace del 1 Maggio. Ci sembra fantastico: per costruire la pace bisogna volersi bene, rispettarci. Non aver paura delle differenze, e scoprire in esse la vera ricchezza. Torniamo a casa e come non pensare a quei ragazzi musulmani che incontriamo a scuola o magari incrociamo sui marciapiedi? Anche loro sono nostri fratelli. Non terroristi, ma costruttori di pace. teens WORK IN PROGRESS 4 UNITY a rnalist ce? o i g n pa si u Se fos onteresti la racc come © Artur Marciniec - Fotolia.com © sergeka - fotolia.com VIDEO, ARTICOLI E FOTO SULLA PACE PER IL PRIMO CONTEST DELLA RIVISTA TEENS DEDICATO AGLI STUDENTI. PARTECIPA, I TUOI CONTRIBUTI POTRANNO ESSERE PUBBLICATI E SARAI PREMIATO INSIEME ALLA TUA CLASSE. © artant - fotolia.com © Artur Marciniec - fotolia.com Rivolto agli studenti tra i 12 e i 18 anni che dal 1 dicembre 2016 fino al 31 marzo 2017, possono raccontare la loro visione della pace e della convivenza pacifica fra i popoli, a partire dal proprio vissuto quotidiano, con video, interviste e articoli. I contributi dei vincitori saranno pubblicati sul bimestrale Teens e potranno partecipare alle ‘lezioni di giornalismo’ che si terranno presso Città Nuova Gruppo Editoriale. Potrete ricevere il regolamento completo scrivendo a: [email protected] Teens è stata appena premiata per le migliori interviste in occasione della XII edizione del Premio Nazionale “Città di Chiavari” al miglior giornalino per ragazzi dove ha inoltre ricevuto una menzione speciale per lo spazio destinato alla scrittura dei giovani. teens WORK IN PROGRESS 4 UNITY