cycling - Canyon

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cycling - Canyon
PURE
CYCLING
PURE
CYCLING
MAG
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2016
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Noi di Canyon siamo molto più orgogliosi di essere aperti e franchi di quanto lo siamo per essere all’avanguardia
della tecnologia. Siamo un’azienda moderna in continua
evoluzione. La qualità del servizio che offriamo ai nostri
clienti è una componente fondamentale quando si tratta
di giudicare il nostro operato di successo. Puntiamo sempre a essere un passo avanti. Imporre nuovi standard e ciò
che cerchiamo di fare ogni giorno. Questo è ciò che mi dà
forza e ciò che stimola anche gli oltre 750 dipendenti, che
rappresentano tutto ciò che significa Canyon.
Quest’anno celebriamo l’apertura di un nuovo Canyon.Factory. I 22.000 m² ci consentiranno di produrre più di 380
biciclette al giorno. Ciò, ne sono persuaso, ci renderà più
flessibili. Grazie a nuovi processi di produzione computerizzati potremo dare vita a più modelli simultaneamente
garantendo nel contempo migliori condizioni di lavoro per
tutti. I progressi che abbiamo potuto compiere grazie al
Canyon.Factory costituiscono un nuovo modello a cui l’intero settore del ciclismo si potrà ispirare. Il fatto che la
nostra produzione abbia un impatto ancor minore sull’ambiente con uno spreco di risorse ridotto al minimo è qualcosa di cui vado particolarmente fiero.
Dovunque guardi, in ogni settore, vedo persone che amano le biciclette, amano lavorare e amano ottenere il meglio del proprio lavoro. Queste persone si identificano con
Canyon e credono nel nostro obiettivo comune. Lo stesso
si può dire per quanto riguarda tutti gli atleti professionisti sponsorizzati da Canyon, che danno sempre del proprio
meglio affrontando le corse e le competizioni più importanti in tutto il mondo. I risultati parlano da soli.
Venite a scoprire tutto ciò che significa Canyon. Unitevi
a noi in tutta Europa: partecipiamo a festival e fiere tutto
l’anno. Cogliete l’occasione per provare le nostre biciclette
o veniteci semplicemente a trovare e a fare quattro chiacchiere. Saremo lieti di darvi il benvenuto.
Buona pedalata,
Roman
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CONTENUTI
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RECYCLING
BUILDING
THE
BEST BIKE
Chi ama andare in bicicletta
apprezza il valore del nostro
ambiente. Ecco perché Canyon
cerca di ottenere il meglio da
tutti i settori, al fine di garantire
la miglior sostenibilità possibile.
È uno dei più noti e più avanzati
centri di produzione e di logistica
del settore. Scoprite ciò che
rende il Canyon.Factory pronto
per il futuro.
16 QUALITY IN CONTROL
Quanto sono sicure le biciclette Canyon?
Come è possibile massimizzare la qualità?
Gordon Koenen è a capo del Quality
Management Team di Canyon e vi spiegherà tutto ciò che è necessario sapere.
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#PERFECT
HOUR
52.937 kilometri in 60 minuti.
È quanto Alex Dowsett del
Movistar Team è riuscito a
raggiungere sul Speedmax WHR
per battere il record dell’ora UCI.
Leggete qual è stato il contributo
di Canyon a questa impresa.
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DESIGN
THAT
TALKS
Tutte le nostre biciclette condividono una linea di design comune.
Come è possibile ottenerla?
I nostri designer vi illustrano gli
elementi che rendono le biciclette
Canyon ciò che sono.
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OUT OF THE
COMFORT ZONE
In un viaggio in lungo e in largo negli USA
per toccare tutti i luoghi più importanti per
il ciclismo, Fabio e Jannick vi racconteranno
la propria esperienza dal paradiso del
freeride in Utah.
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PURE CYCLING
WORLDWIDE
Testare una Canyon non significa doversi
spostare in Germania. I nostri partner,
ubicati in tutta Europa oltre, possono darvi
l’opportunità di provare le nostre biciclette
in alcuni tra i migliori contesti locali.
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ENGINEERED
PERFECTION
Per tre generazioni la Ultimate CF
SLX ha rappresentato il massimo
delle performance per le bici su
strada. Ora che è rinata, la storia di
successo è destinata a continuare.
BUILDING
Aprile ha segnato l’inizio della produzione presso il
Canyon.Factory. Entro fine 2015 tutte le biciclette saranno
assemblate e spedite dal nuovissimo centro di produzione
e logistica. Il completamento del progetto apre chiare
prospettive per il futuro di Canyon. Molto presto tutti i
clienti potranno trarre enormi vantaggi dalla presenza di
questo stabilimento estremamente innovativo.
THE
BEST
BIKE
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I
completi e pronti per la spedizione dalla parte alta
del magazzino. “Quelli sono i nostri carrelli elevatori a
forca per il prelievo degli ordini”, spiega Kock. Tra loro e
gli scaffali c’è una distanza di soli 120 mm da entrambi
i lati. Gli addetti ai carrelli possono portarli fino a 11 metri d’altezza seguendo i cavi posati a terra. Tutto è
automatico. Il carrellista non deve neanche sterzare: è
sufficiente programmare dove andare e tenere il piede
sull’acceleratore”.
“In questo momento siete seduti all’interno di uno dei più avanzati stabilimenti di produzione di biciclette al
mondo”. Non appena l’Head of Production and Logistics Canyon André Koch
pronuncia questa frase, su tutta la sala
cala il silenzio. Un misto di sorpresa e
orgoglio è ben visibile sui volti dei dipendenti riuniti per
la loro prima visita. Prima molti di loro avevano solo
una vaga idea delle dimensioni del potenziale di quanto
poteva essere raggiunto grazie al completamento del
Canyon.Factory.
Alcuni metri più avanti, i dipendenti stanno scaricando
una grande consegna da Shimano. Gli operai utilizzano
scanner applicati sulle dita e uno smartphone agganciato al polso per registrare tutta la merce in entrata.
Ciò significa che le mani sono sempre ridere per movimentare gli scatoloni: un grande miglioramento rispetto agli scanner a pistola usati in precedenza. Il sistema mostra esattamente da dove proviene la consegna
indicando con precisione dove è necessario stoccarla.
Dettagli apparentemente piccoli come questi costituiscono, nell’insieme, un processo di produzione più
flessibile ed efficace. “Il nuovo processo di scansione
digitale ci consente di sapere esattamente dove sono
stoccati tutti i componenti all’interno dello stabilimento, potendo sapere anche.a che punto della produzione
globale si trovano. Ciò rende tutto molto più rapido e
significa che i nostri clienti potranno trarre vantaggio
da tempi di consegna più brevi”, continua Koch, facendosi strada verso il padiglione di produzione principale.
“Quando daremo il via alla produzione, questi locali
ospiteranno 200 persone: un terzo dei nostri dipendenti qui a Coblenza”, prosegue Koch. “Investire a livello locale, portare tutto sempre più vicino, ridurre i tempi di
produzione e consentire un’interconnessione digitale:
posso ben dire che questi sono stati i fattori centrali
quando si è trattato di progettare questo stabilimento,
e ritengo che queste credenze sottolineino la dedizione
e l’impegno di Canyon nel voler essere pionieri in campo tecnologico, oltre a confermare la nostra vision per
costruire le migliori biciclette”.
Sotto gli uffici, al piano inferiore, ciò di cui sta parlando
Koch diviene sempre più chiaro. Dispositivi che assomigliano a enormi articoli di cancelleria percorrono le
strette corsie tra gli scaffali per rimuovere i Bike Guard
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“Questo è il vero cuore pulsante dello stabilimento”, afferma Koch indicando il soffitto. Tre metri più sopra vi
è una complessa rete di binari che si estende per circa
50 metri. È la linea di produzione. All’inizio i nuovissimi
telai sono agganciati al reggisella sul nastro trasportatore utilizzando speciali adattatori. L’insieme quindi
inizia il proprio viaggio attraverso le 18 stazioni che
compongono la linea di produzione. In corrispondenza
di ciascuna di esse un meccanico si occupa di completare diverse operazioni, illustrate chiaramente sul proprio tablet personale. Non appena l’attività è conclusa,
il telaio passa alla stazione successiva.
Dal padiglione è possibile sentire il rumore degli ingranaggi. Un meccanico guida una nuovissima Spectral
CF 9.0 SL portandola fuori dalla linea di produzione
seguendo un percorso segnato sul pavimento. È l’area
di prova, dove ogni singola bicicletta viene guidata e
testata prima di essere confezionata in un Bike Guard.
Successivamente, viene scansionata all’interno del
sistema ed è pronta per essere consegnata al nuovo
proprietario.
“Tutto l’edificio è estremamente avanzato”, prosegue
Koch, mentre un telaio scende fluttuando verso la stazione successiva. “Ogni carrello del nastro trasportatore e addirittura i carrelli elevatori a forca si avvalgono
della tecnologia di identificazione a radiofrequenza, il
che consente loro di comunicare con i nostri sistemi
di gestione di logistica e produzione. Ciò è quanto ci
permetterà di essere così flessibili nella nostra produzione. Se poniamo di produrre 450 biciclette al giorno,
in teoria si potrebbe trattare di 450 modelli completamente diversi tra loro. Finora non eravamo mai stati in
grado di raggiungere tali risultati”.
“In questo
momento
siete seduti
all’interno
di uno dei
più avanzati
stabilimenti
di produzione
di bici al
mondo”.
Ma non è solo all’interno che tutto è pronto per ciò
che ci riserva il futuro: fuori c’è tutto il potenziale perché l’edificio si possa espandere in tutte le direzioni. In
quanto tale, il Canyon.Factory manterrà il proprio status quale uno dei più avanzati centri di produzione al
mondo per gli anni a venire.
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“In passato abbiamo trattato
con tanti clienti quanti
ora sono i nostri dipendenti.
Tutto cambia così rapidamente in Canyon, che non
c’è tempo di annoiarsi”.
CANYON.FACTORY
FATTI E CIFRE
450
Bici prodotte al giorno
alla massima produzione
600
— Michael Adrian, Technical Service
Ordini di bici spediti al giorno
1.000 m2
“Un amico mi ha detto che
pochi anni fa il mercato era
di Rose, Radon e Canyon
mentre oggi è di Specialized,
Trek e Canyon. Questo dimostra quanta strada abbiamo
fatto e dove stiamo andando.
Abbiamo fatto tutto questo
assieme e dovremmo esserne
molto orgogliosi”.
Area per lo stoccaggio degli accessori
2.000
Ordini di accessori spediti al giorno
2.500 m2
Area dedicata all’assemblaggio
4.600 m2
Stoccaggio componenti
e bici complete
11.000 m2
Area totale dell’edificio
14.000
—W
ard Grootjans, Business Intelligence & Business Development
In cui è possibile stoccare
Bike Guard / bici complete
22.000 m2
“La velocità alla quale Canyon
è cresciuta negli ultimi dieci
anni è incredibile. Siamo
passati da un piccolo negozio
di biciclette in cui tutto era
improvvisato a questa futuristica linea di produzione.
È incredibile”.
Area totale
28.000
Vani di stoccaggio per
i componenti
€ 18 m
Investimento
— Jean Grebel, Purchasing
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RE-
CYCLING
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Espressioni come “prevenzione dei rifiuti” o recupero
dei materiali sembrano non
attirare molto la gente. Non
si può dire così, però, per
Sebastian Heinrich. In quanto
Sustainable Business Development Advisor di Canyon,
Sebastian naturalmente si
reca in ufficio in bici tutto
l’anno, ma questa non è che
la punta dell’iceberg.
I
“I rifiuti migliori sono quelli che non dobbiamo raccogliere”. Questa la filosofia centrale che ispira l’attività
di Sebastian in Canyon. Il suo lavoro? Cercare sempre
nuovi modi per rendere l’azienda più sostenibile. Dove
è possibile migliorare la produzione per creare meno
rifiuti? Chi è il partner migliore quando si parla di riciclare i materiali? Com’è possibile trasformare qualcosa
di superfluo in qualcosa di utile?
A 35 anni Sebastian ha già trovato la risposta a molte di
queste domande. Prendete ad esempio il nuovo Canyon.
Factory con l’ampia isola ecologica dove tutti i rifiuti di
produzione sono raccolti e suddivisi per il riciclaggio.
È qualcosa che va molto oltre il fatto di separare la
plastica della carta. Tutti gli scarti della fibra di carbonio, come quelli delle aste guida forcella, sono trasferiti
presso un’ azienda specializzata in grado di estrarre le
fibre originarie per il riutilizzo. Lontano dalla linea di
produzione, Canyon passa tutto il cartone e i pallet in
legno in eccesso alle scuole locali e ai circoli giovanili. Anche i vecchi striscioni possono essere ritagliati e
trasformati in tote bag dallo stile indiscutibile, uniche e
disponibili esclusivamente presso la Canyon.Home.
RICICLARE
IL CARBONIO
Canyon ha sviluppato una
partnership con CFK Valley
Strade Recycling, ditta
specializzata nel recupero
di fibre valide dai prodotti
in carbonio. Il nostro reparto
Ricerca e Sviluppo lavora
costantemente alla ricerca di
un modo di integrare i prodotti
riciclati nella produzione di
componenti Canyon, in modo
che nulla vada sprecato.
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CANYON E
FLINC
Nel 2015 Canyon ha costituito
un diffuso car sharing pool.
L’app Flinc funziona su
tutti i dispositivi compresi i
navigatori satellitari, ed è in
grado di mostrare ai dipendenti
dove si stanno liberando dei
montacarichi.
OBIETTIVO RISPARMIO
“Per noi l’obiettivo primario consiste nel risparmiare
quante più risorse possibile”, sintetizza Sebastian. “A
fine giornata tutti noi saliamo in sella alla nostra bici:
ciò ci permette di apprezzare tutto ciò che il nostro
ambiente ci dona. Ecco perché possiamo assumerci
la responsabilità di quanto facciamo in modo da non
recare mai danno all’ambiente”. Questo atteggiamento
ha portato alla creazione di una diffusa rete di carpooling. Utilizzare l’app per smartphone Flinc consente
ai dipendenti di informarsi circa le opportunità di condivisione delle auto. Idee come questa garantiscono che
tutti coloro che collaborano a Canyon facciano propria
parte per ridurre la propria impronta di carbonio.
I tre anni durante i quali Sebastian ha ricoperto questa
importante carica hanno assistito a un ampio cambiamento in tutta l’azienda, e lui stesso non sembra voler
abbandonare il proprio ruolo. “Il riciclaggio del carbonio
da noi attuato dà vita a materiale di ottima qualità che
può essere riutilizzato. Il problema consiste nel fatto
che ora come ora non possiamo utilizzarlo nell’ambito
della produzione”, spiega. Il reparto Ricerca e Sviluppo
lavora alacremente per individuare una soluzione che ci
permetta di applicare il carbonio riciclato per realizzare
i nostri componenti e accessori. Un giorno non lontano
tutto ciò sarà realtà!”
L’obiettivo a lungo termine di Sebastian è quello di reintegrare tutto il carbonio nella produzione, in modo che
alla fine non vi siano rifiuti. Innovazione. È un elemento
centrale di tutto ciò che Canyon fa, non solo quando si
tratta di sviluppare biciclette, bensì anche nell’impegno
volto alla tutela dell’ambiente.
UPCYCLING
COLLECTION
Vecchi striscioni, bandiere e
teloni impermeabili possono
essere tutti riutilizzati.
Una fondazione di Colonia offre
lavoro a diversamente abili per
la creazione di accessori come
tote bag e bande elastiche alla
caviglia per pantaloni da vecchi
materiali. Ogni oggetto è
unico e disponibile solo presso
la Canyon.Home a Coblenza.
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BIKE GUARD
RIUTILIZZATI
Entro l’autunno 2015, i Bike
Guard utilizzati per spedire
le biciclette non saranno solo
e semplicemente riciclati
dopo l’uso, ma saranno anche
riutilizzati. Sarà possibile
distinguerli grazie all’adesivo.
Anche se le scatole saranno
state utilizzate precedentemente,
la bicicletta all’interno sarà
nuovissima.
ACQUA
DAPPERTUTTO
CANYON.
FACTORY
Diversi distributori d’acqua
sono installati in tutta l’area
del Canyon.Factory per dare
accesso ai dipendenti a fresca
acqua potabile senza dover
ricorrere a bottiglie, riducendo
così a quantità di rifiuti di
vetro e plastica.
Presso il nuovo Canyon.Factory,
200 operai sono in grado di
produrre circa 380 biciclette
al giorno. Nella fase di progettazione del nuovo centro di
produzione, riciclare è stato
un argomento centrale. L’idea
è quella di rendere tutto il più
trasparente possibile. Nell’ambito dalla linea di assemblaggio
tutti i rifiuti di produzione
vengono raccolti centralmente
per poi essere separati da due
componente dello staff in possesso di formazione specifica,
che li assegnano alle categorie
corrette.
Questa iniziativa molto presto
sarà applicata in tutta la realtà
Canyon.
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Ricerca. Sviluppo. Qualità. Queste tre parole sono fondamentali per tutto
ciò che Canyon produce. Gordon Koenen è a capo del Quality Management
Team, il cui compito consiste nell’assicurare che tutti i clienti Canyon
possano godere dei più elevati standard di sicurezza esistenti. Gordon ci
spiega perché Canyon ha esigenze così estreme in quest’ambito.
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Quanto è sicura
una bici Canyon
alla consegna?
delle maggiori istituzioni tecniche
tedesche a Pforzheim. Attualmente
possiamo contare su una cinquantina di questi macchinari, utilizzati in
cinque laboratori, dei quali due sono
qui in Germania e tre presso i nostri
partner di produzione in Asia.
È una domanda molto intelligente!
Direi che è estremamente sicura.
Puntiamo a costruire le migliori biciclette in circolazione, e questo comprende anche in fatto di garantire i
massimi livelli di sicurezza e qualità
che è possibile ottenere.
Canyon dispone addirittura
del proprio scanner per
tomografia computerizzata:
è una consuetudine nel
settore?
Cosa fate realmente
per garantire
la qualità?
Per essere onesti è una cosa piuttosto unica. Abbiamo installato lo
scanner per tomografia computerizzata quattro anni fa, essendo i
primi nel settore sportivo a utilizzare la tecnologia per la gestione della
qualità: un evento che ha definitivamente imposto nuovi standard. Non
conosciamo altri produttori sul mercato ad avere un proprio scanner e
ad usarlo come facciamo noi.
Ogni bicicletta viene sottoposta a
un giro di prova da parte dei nostri
meccanici. Tutti i componenti, i freni,
di ingranaggi, ... tutto deve funzionare alla perfezione. Successivamente
le bici passano un’ispezione finale,
durante la quale tutti i componenti
sono riesaminati. Ci concentriamo
veramente sulle componenti più
importanti ai fini della sicurezza di
coloro che saliranno in sella, e ciò
significa che controlliamo la coppia
di serraggio di tutti i bulloni. Presso
il Canyon.Factory tutte queste verifiche sono integrate nell’assemblaggio, per rendere l’intero processo
molto più efficiente.
Perché Canyon
usa uno
scanner TC?
Quando si tratta di gestire componenti come forcelle o manubri, non
ci si può permettere di correre alcun rischio in tema di sicurezza. Per
questo i componenti devono essere
sottoposti a prove particolarmente
dure. Ogni singola forcella e ogni singolo manubrio in carbonio montati
su una bicicletta Canyon sono stati
esaminati con il nostro scanner TC
prima di essere installati.
Per Canyon metodi
di produzione così
innovativi sono importanti
tanto quanto un design
innovativo?
Esattamente. Questo è stato il nostro
approccio per molti anni, e lo è tuttora. I processi che abbiamo adottato
presso il Canyon.Factory costituiscono semplicemente il passo logico
successivo. Quando è l’ora di testare
i nostri componenti, ci spingiamo
molto oltre qualsiasi standard del
settore per garantirne la durevolezza.
Per questo abbiamo sviluppato una
vasta gamma di macchinari di prova grazie alla collaborazione con una
E che vantaggio
ne trae
la clientela?
Ogni volta che i nostri clienti salgono
in sella, possono essere sicuri che
la bicicletta è la più sicura di tutte. Anche se magari possono avere
problemi con uno dei nostri componenti, potranno sempre restituircelo
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in modo che possiamo analizzare
l’intero processo di produzione. Tutto
quello che dobbiamo fare è andare
alla ricerca del loro codice cliente,
per scoprire esattamente quali componenti sono stati montati sulla bici.
Memorizziamo sempre tutti i file TC,
per cui anche molto dopo che la fase
di produzione si è conclusa siamo
ancora in grado di identificare con
certezza la fonte del problema nel
caso in cui se ne verifichi uno.
≤500
Bici Canyon sono sottoposte a
ispezione completa riguardante
la qualità ogni giorno.
15.000
Parti sono sottoposte a prova
distruttiva da parte di Canyon
ogni anno.
Questo è uno dei
vantaggi della
vendita diretta?
45.000
Penso proprio di sì. Possiamo disporre di tutte le informazioni muovendo
un solo dito, e siamo in grado di monitorare ciascuna fase del processo
di produzione, dalla realizzazione
dei nostri componenti alla spedizione delle biciclette finite ai nostri
clienti. Ciò rende ciò che facciamo
molto più efficace quando si tratta di
gestire l’assistenza alla clientela: un
elemento importante tanto quanto
la garanzia di un elevato livello qualitativo.
Componenti passano attraverso lo
scanner TC di Coblenza ogni anno.
CHI È
GORDON
KOENEN
Gordon è approdato a Canyon
otto anni fa per lavorare sulla
gestione della qualità. Da allora
è riuscito a costituire un solido
team di 20 elementi, il cui
compito consiste nel garantire
la sicurezza della qualità di tutti
i prodotti Canyon. Gordon ha
avuto l’opportunità di lavorare
per diversi produttori nel
settore automobilistico per 18
anni, ma ha inoltrato la propria
candidatura a Canyon dopo aver
visto l’annuncio di lavoro online
mentre stava cercando una
nuova bici. “Ottenere questo
posto di lavoro è stato come
aver vinto alla lotteria: non
mi sarei potuto immaginare un
lavoro migliore o un ambiente
di lavoro altrove se non qui”,
afferma. Il suo modello preferito?
La Ultimate CF SLX.
Perché Canyon dà così
tanta importanza alla
gestione della qualità?
Da sempre il nostro obiettivo è costruire la migliore bicicletta al mondo. Innovazione, gestione dei prodotti
e qualità.
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“Provare a battere il record dell’ora è un viaggio nell’ignoto. Per i primi
30 minuti abbiamo una buona idea di come le cose si svilupperanno.
Nei successivi 15 minuti, possiamo fare una buona scommessa. Sono
però quei 15 minuti finali quelli in cui non abbiamo proprio idea di ciò
che accadrà”. Vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Barcellona
del 1992 nel Team Pursuit, Andreas Walzer sa il fatto suo quando
accenna al record dell’ora. Quando ne parla di occhi gli si illuminano
e il battito cardiaco aumenta. In quanto Team Liaison Manager, Walzer
è il trait d’union tra Canyon e le équipe professionali con le quali
collabora.
21
W
Walzer si sporge dal parapetto a
due metri dal tracciato del National Cycling Centre di Manchester:
sta cominciando a diventare nervoso. Proprio di fronte a lui Alex
Dowsett è seduto nei pressi del
cancello di partenza. Walzer il suo
lavoro l’ha fatto. Ora tutto ciò che può fare è osservare,
incrociare le dita e sperare che tutte le ore, le sessioni di
prova, i fallimenti, le nuove idee, le innumerevoli e-mail
e telefonate ne siano valse la pena.
Lo specialista britannico delle prove a cronometro del
Team Movistar si sta preparando in sella alla Speedmax
WHR. Dietro alla visiera riflettente del casco Aero, gli occhi sono puntati fissi sulla pista. Il conto alla rovescia
ha inizio. All’interno del velodromo ci sono 25°C, e 2000
spettatori si sono dati appuntamento per assistere allo
spettacolo. La tensione sale. La folla è immobile. I forti
beep del sistema di cronometraggio sono l’unica cosa
che interrompe il silenzio. Venti secondi. Dieci secondi.
Cinque, quattro, tre, du ... Dowsett sposta il peso indietro
e quindi si spinge in avanti per lanciarsi fuori dal cancello. La #PerfectHour è iniziata.
22
“Ho intuito quanto quella non sarebbe
stata una ’puntata’ al record dell’ora:
sarebbe diventato un assalto in piena
regola”.
Ripensando all’autunno 2014, la scena era diversa.
“Quando l’UCI ha cambiato le regole, come cronometrista
ho pensato: ’Sì, voglio proprio provare a battere quel
record’. All’epoca non avevo minimamente idea di dove
mi stavo infilando!”
Dowsett ha quindi prenotato la prima sessione di prova
presso l’Olympic Velodrome di Londra per il 15 ottobre
2014. Prendendo in prestito una bici da corsa da un
amico voleva farsi un’idea di massima di cosa avrebbe
comportato il tentativo che aveva in mente di compiere.
“Stavo osservando le persone che giravano in pista:
alcuni del Team Movistar, alcuni altri del team Campagnolo e quattro del Team Canyon dalla Germania. È stato
allora che ho intuito quanto quella non sarebbe stata
una ’puntata’ al record dell’ora: sarebbe diventato un assalto in piena regola”.
Intanto, sulla pista di Manchester, sembra quasi che la
temperatura sia salita al di sopra dei 30°C. L’annunciatore mantiene alto il brusio all’interno del velodromo,
tanto quanto la temperatura. Il rumore è altissimo, e
Dowsett fa registrare tempi sul giro da vero e proprio
metronomo: 17.25; 17.23; 17.26. Quasi a metà gara i
parziali sul grande schermo mostrano Dowsett dietro
al record che Rohan Dennis ha stabilito a febbraio. Lo
scarto non accenna ancora a ridursi.
SPEEDMAX
WHR
Il creare una versione da pista
della Speedmax CF richiede molto
di più che la semplice rimozione
del cambio, dei freni e del portaborraccia. Il design compatto e
minimalista della Speedmax WHR
fende l’aria con la minima resistenza. La sua geometria stabile e
l’ampia possibilità di regolazione
ne fa una bici perfetta per la
pista. Il triangolo posteriore
rivisitato impiega forcellini in
alluminio 7075 per una resistenza
superiore. Le ruote lenticolari
Campagnolo Pista con cuscinetti
in ceramica con pneumatici
Continental Tubular garantiscono
l’equipaggiamento più veloce.
Peso complessivo: 7.3 Kg.
Gli ingegneri Canyon si mettono all’opera per realizzare
il progetto #PerfectHour ad ottobre per abbattere il record dell’ora. L’obiettivo è uno solo: stabilire un nuovo
record dell’ora UCI. Nasce così la Speedmax WHR. Basata
sulla bici da crono Speedmax CF, di notevole successo,
la Speedmax WHR è stata ridisegnata per adempiere ai
regolamenti del ciclismo su pista. Zero freni, zero ingranaggi, nessun portaborraccia: la bici alla pura essenza.
Gli ingegneri hanno creato un prototipo in tempi record
e già a gennaio Dowsett è in sella alla Speedmax WHR.
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“Ogni 4°C di differenza i tempi ne
risentono nella misura di 0,01 secondi
al giro”.
Due settimane prima del tentativo di record, il team
#PerfectHour si riunisce a Brackley, in Oxfordshire. I Team
Movistar, Campagnolo, Endura e Canyon si sono dati
appuntamento presso le strutture per eseguire il terzo e
definitivo test nella galleria del vento sotto la supervisione del guru dell’aerodinamica, Simon Smart. In una situazione più spesso associata alla Formula 1, la Speedmax
WHR viene fissata a un nastro scorrevole davanti a un
tunnel nero. Dowsett sale in sella e inizia a pedalare mentre le turbine si attivano. In pochi secondi viene investito
dal vento contrario a 52 km/h.
Tra un ciclo di prove e l’altro l’attività attorno a Dowsett
è frenetica, mentre il professionista dà il proprio feedback e i meccanici eseguono le modifiche di precisione
per preparare la configurazione successiva. Ognuno è
concentrato sulla propria attività. Con una tale gamma di
prolunghe, poggiabraccia, cerchi e ampiezze dei pneumatici da analizzare, non c’è tempo da perdere. La Speedmax
WHR è solo uno dei tanti pezzi del puzzle aerodinamico.
Diverse combinazioni di caschi e skinsuit devono essere
testate, oltre a verificare la posizione di Dowsett sulla bici.
Tutto deve essere perfetto, fin nel più minimo dettaglio.
Un solo Watt è ciò che serve per fare la differenza tra
imporre nuovi standard con un nuovo record mondiale e fallire tragicamente per pochi metri. Al contrario di
quanto accade in tutte le altre competizioni nell’ambito
del ciclismo, il record dell’ora garantisce il pieno controllo
dell’ambiente circostante. Non ci sono pozzanghere, non
c’è pioggia, vento o fattori esterni in grado di cambiare il
risultato. Avere il controllo sulla temperatura della pista
può anche essere utilizzato per acquisire un vantaggio.
Ogni 4°C di differenza i tempi ne risentono nella misura di
0,01 secondi al giro.
“Dowsett guida la Speedmax WHR
come se fosse su dei binari, quasi non
deviando dalla linea nera”.
Siamo al giro numero 130 al Velodromo di Manchester.
Dowsett vola dritto indietro staccandosi per la prima
volta dalla sella per un centesimo di secondo. La folla
trattiene il fiato. Walzer aggrotta le sopracciglia. Qualsiasi segnale di disagio non può essere buona cosa,
in particolare se la posizione sulla bici è così vitale.
Potrebbe forse essere in difficoltà? I tempi sul maxischermo raccontano un’altra storia. Giro dopo giro
Dowsett si sta facendo vigorosamente avanti. Tra il 35º
il 40º kilometro mantiene il distacco fisso a sei secondi.
Poi, improvvisamente, libera tutte le sue forze. I tempi
sul giro si fanno sempre più bassi mentre aumenta la
velocità. Il pubblico risponde al cambio di passo facendosi sempre più rumoroso ogni volta che Dowsett fa la
propria comparsa.
Giro numero 179. Gli spettatori sono in visibilio. I numeri
sullo schermo sono passati da rossi a verdi. È davanti a
tutti. Dowsett guida la Speedmax WHR come se fosse
su dei binari, quasi non deviando dalla linea nera. Per
45 minuti ha pedalato a passo controllato, andando più
lentamente di Dennis. Poi, nel momento in cui Dennis
ha cominciato a perdere terreno durante il proprio
tentativo di record, Dowsett ha messo il turbo. Questo
era il piano iniziale, e come tale è stato eseguito alla
perfezione.
24
in 60
2
5
!i ,9
k
m
7
3
“52.937 metri in 60 minuti, oltre 5.800
giri di pedale, 211 giri della pista da
350 metri a una potenza media di uscita
che supera i 400 Watt”.
minut
A gennaio l’intero progetto #PerfectHour project si è
trovato in seria difficoltà quando Dowsett si è rotto la
clavicola mentre si allenava sulle strade di casa. I ricordi
di quel periodo difficile sono ormai lontano per tutti i
partecipanti. È così anche per Walzer. Il vasto solco che
ha fatto la sua comparsa sul volto e la pelle d’oca dicono
tutto, mentre lui gira abbracciando tutti coloro che hanno contribuito al successo.
52,937 kilometri è il nuovo record dell’ora UCI. 52.937
metri in 60 minuti, oltre 5.800 giri di pedale, 211 giri
della pista da 350 metri a una potenza media di uscita
che supera i 400 Watt. The perfect hour: l’ora perfetta.
Preparazione, dedizione e passione hanno reso possibile tutto ciò. Di questo è fatto lo sport. Questo è Pure
Cycling.
Improvvisamente Walzer torna in modalità di lavoro e
si fa largo verso la Speedmax WHR appoggiata al parapetto lontano dalla folla che attornia Dowsett. “Devo
riportarla indietro a Coblenza entro domani”, dice. Questa volta la bici del record non farà ritorno all’officina del
reparto Ricerca e Sviluppo: sarà esposta accanto a tutte
le altre biciclette della leggenda presso la Canyon.Home.
Comprese la bicicletta del campione mondiale 2009
Cadel Evans e quella nel rosa Giro d’Italia di Nairo Quintana. Successo genera successo, come si dice.
25
DESIGN
Il design ha un ruolo centrale
in Canyon. Così tanti elementi
del carattere di una bici possono essere descritti solo dalla
forma: la velocità, la potenza,
la versatilità, e non solo. Il
design dà a ogni bicicletta
una voce per esprimere il suo
scopo. Dove può essere usato?
Cosa ci si può fare? Le risposte sono chiare ed evidenti.
226
THAT
TALKS
Il nostro atteggiamento nei confronti della corsa, dei nostri prodotti
e dei nostri clienti sono elementi
che si riflettono interamente nel
design Canyon. Il Product Designer
Lars Wagner ci illustra la filosofia
di Canyon in quest’ambito: “È essenziale che il design non contrasti
l’engineering. Ecco perché quando
sviluppiamo nuovi prodotti colleghiamo i due processi sin dall’inizio. Adottare questo approccio ci
consente di coniugare due elementi
intrinsecamente giustapposti. Ciò
che vogliamo ottenere è un lieve
senso di tensione in modo da creare
un design accattivante e comunque
mai pesante. Questo è quanto ci
permette di esprimere chiaramente
la qualità e la performance di quel
che produciamo”.
Semplicità e chiarezza sono fondamentali per ciò che noi consideriamo design. Riportare tutto
all’essenzialità è parte di tutto ciò,
e si concretizza evidentemente in
tutti i nostri prodotti, indipendentemente dallo scopo per il quale sono
realizzati”. L’obiettivo consiste nel
dare vita a forme che esprimono
la propria funzione, anche se una
componente è destinata a ricoprire
diversi ruoli. Ecco perché ogni telaio presenta una vasta gamma di
profili distintivi e diversi tra loro per
quanto concerne i tubi. Suddividere il telaio cambia il modo in cui la
luce interagisce con le diverse superfici per la massima definizione, il
che sottolinea gli aspetti tecnici e di
precisione dell’elemento. Questo, in
sintesi, il carattere di Canyon.
27
1. SCHIZZO
Sono disegni a mano libera su carta o
su supporto digitale mediante tavolette
grafiche. I nostri valori del marchio,
così come le funzioni essenziali della
bici, devono essere espressi attraverso
la forma.
2. BOZZA
Una volta abbozzati, idee ed effetti
possono essere analizzati, discussi e
improvvisati. Il modo in cui tutte le
linee si interconnettono e l’estetica
generale del design sono elementi
decisivi in questa fase.
3. RENDERING 3D
Creiamo un modello completamente
virtuale che ci consente di osservare il
disegno da tutte le angolature tenendo
conto anche degli effetti di luce e ombra
sulla superficie del telaio.
4. RISULTATO FINALE
Il risultato è l’ultima tappa del viaggio:
così possiamo ottenere un telaio completamente al carbonio con caratteristiche
innovative in lizza per i più prestigiosi
premi assegnati dalla stampa specializzata
nel mountain-biking e da giurie di design
internazionali.
UN’INTERVISTA A
Essendo uno dei designer di
mountain bike Canyon Peter è
uno di quelli che più hanno contribuito all’aspetto dell’attuale Strive CF. Il suo compito
è stato quello di integrare la complessa geometria del
sistema di regolazione Shapeshifter in una soluzione
complessiva armoniosa. Mentre organizzava la propria
attività, Peter aveva tre parole in mente: “Semplicità.
Precisione. Dinamismo”. Il risultato è un perfetto esempio di come Canyon è in grado di coniugare engineering
e design. Qui di seguito ci spiega più dettagliatamente
quali principi guida ispirano la sua attività.
Pensi che tutto il
design debba essere
semplice, preciso
e dinamico?
Per nulla! Per me un buon design
è il frutto della funzionalità del
prodotto e del suo carattere. Lo
scopo del prodotto non deve essere ambiguo per l’utente, e non
solo se si deve scoprire come funziona, ma anche dal
punto di vista estetico. Con i nostri prodotti vogliamo
trasmettere i valori proposti da Canyon come marchio.
In quel modo i nostri clienti possono “vivere” il marchio
Canyon senza dover disporre di tutte le informazioni sui
prodotti. Il messaggio dovrebbe ovviamente cambiare a
seconda del prodotto. Non penso che un tostapane, ad
esempio, dovrebbe comunicare dinamismo. Tutte le volte che vedo un tostapane con i quadranti presi da un’automobile, penso sia un approccio sbagliato.
PETER KETTENRING
Peter,
raccontaci
come sei finito a
lavorare alla Canyon!
Sono a contatto con le biciclette
dal 1990, e ancora prima quando
andavo a scuola mi divertivo a
disegnarle sui libri. In seguito ho
frequentato il Liceo Artistico e ho avuto la possibilità di
progettare un concept per una bici da downhill con un
amico per uno dei nostri progetti finali. Sono ancora
grato al mio insegnante per avermi dato questa opportunità. In seguito ho intrapreso il percorso classico conseguendo una laurea in design industriale e ho potuto
lavorare presso diverse agenzie concentrandomi sui
progetti più vari dagli smartphone alle lavatrici. Alla fine
sono tornato alla mia passione per il bike design con
Canyon. Ora sono qui da tre anni.
Il design della Strive
CF si deve in larga
parte al tuo contributo. Come affronti
l’intero processo di
progettazione?
All’inizio si tratta sempre di
esplorare diverse idee, per cui
tracciamo diversi schizzi per individuare una forma grezza e primitiva di telaio. Lo facciamo sia in
maniera digitale con tavolette
grafiche sia con carta e penna. Il fine consiste nel trovare modi di esprimere sia i nostri principali valori del
marchio sia le funzioni essenziali della bicicletta attraverso la sua forma. Passiamo quindi alla fase di abbozzo, durante la quale applichiamo le idee iniziali all’effettiva geometria della bici. Lavoriamo a stretto contatto
con gli ingegneri per analizzare i diversi aspetti della
funzionalità del progetto e per valutare se il prodotto ha
il giusto impatto estetico. Non appena giungiamo a un
accordo in merito creiamo dunque un modello computerizzato per avere una panoramica dettagliata del disegno da tutte le possibili angolature tenendo conto anche
degli effetti di luce e ombra sulle diverse superfici. Con
la Strive CF siamo riusciti a integrare perfettamente lo
Shapeshifter nel telaio. Le forme flessuose e lineari della struttura ne contraddicono quasi la complessità tecnica: esattamente l’effetto che volevamo ottenere.
Ti
lasci molto
ispirare dalle parole
“Semplicità. Precisione. Dinamismo”. Cosa
significano per te?
Sono un grande fan del principio
del design di Dieter Rams “Meno
ma meglio”, ma per me è importante che un prodotto abbia carattere oltre che funzionalità.
Quando traccio i miei schizzi chiedo costantemente a
me stesso se ci sia qualcosa di superfluo che si potrebbe lasciar fuori. Concentrarsi sulla semplicità spesso
porta a qualcosa che è anche preciso e dinamico. Miriamo ad applicare linee logiche e profili dei tubi dai bordi
definiti per conferire alle nostre bici il loro carattere
preciso e dinamico. In quel modo guardando una bici
Canyon appare evidente quanto sia fatta per il movimento. L’approccio che adottiamo nel particolare vale
anche per Canyon come azienda. Siamo un team giovane e mettiamo moltissima enfasi su un engineering
perfetto e su una gestione della qualità all’avanguardia.
Crediamo nel nostro modello di vendita diretta e nell’utilizzo delle piattaforme digitali, in quanto questo dinamismo migliora la nostra interconnessione con i clienti.
28
I designer Peter Kettenring
(a sinistra) e Lars Wagner
(a destra) discutono il design
del telaio.
29
ENGINE
PERFEC
ULTIMATE CF SLX
ULTIMATE CF SLX
PALMARÈS
2012
Alexander Kristoff ottiene
il Bronzo ai Giochi Olimpici
2009
2013
Cadel Evans vince
i Mondiali
Luca Paolini vince
la “Omloop Het
Nieuwsblad”
30
EERED
CTION
2014
Alexander Kristoff
vince la “Milano-San
Remo”
2014
Nairo Quintana
vince il “Giro d’Italia”
2014
2015
Alejandro Valverde
vince la
“Flèche Wallonne”
Nairo Quintana vince
la “Tirreno-Adriatico”
31
S
“Scendendo a ruota libera sulla
nuova Ultimate vado più veloce di
tutti gli altri. Se si considera che
sono più leggero di loro, è evidente
che vi sia un vantaggio reale”. Nairo
Quintana è stato uno dei primi corridori al mondo a provare la nuova
Ultimate. Il capitano del Team Movistar è molto legato
alla bici. In sella al modello precedente ha confermato
la propria reputazione risultando uno dei migliori scalatori della sua generazione in occasione del Giro d’Italia
2014: la prima vittoria al Grand Tour per Quintana e
per Canyon. Nella sua più recente evoluzione, la nuova
Ultimate CF SLX sfrutta i successi del passato e sarà
ancora una volta la scelta d’elezione per tutti i corridori più importanti in tutto il mondo, che da sempre
si affidano a performance divenute segno distintivo del
nostro prodotto.
“La Ultimate
è la nostra
interpretazione
di performance
completa su
strada. Combina
aerodinamica,
rigidità, leggerezza
e comfort come
nessun’altra
al mondo”.
La fase di sviluppo della nuova Ultimate è stata caratterizzata da una domanda frequente: cosa serve a
una bicicletta per essere perfetta? Forse l’aerodinamica
dovrebbe essere in primo piano a tutto vantaggio della
velocità? Oppure è il comfort ad avere la priorità, per
mantenere il corridore fresco più a lungo? La risposta
è tanto semplice quanto complessa. La bici perfetta
non deve essere semplicemente solo la migliore della
classe: deve essere una soluzione completa con tutto il
meglio in ogni singola categoria, in grado di adattarsi a
qualsiasi tipo di terreno e a tutte le condizioni.
Sebastian Hofer, Product Developer
32
Il 2015 è l’anno del decennale dalla commercializzazione
della prima Ultimate di sempre. Alla presentazione, nel
2005, la Ultimate è stata universalmente apprezzata per
aver saputo coniugare con estrema intelligenza leggerezza
e rigidità. Negli anni la reputazione del prodotto è cresciuta sempre più, accumulando diverse vittorie nelle varie
prove sostenute, venendo premiata dalla scelta dei lettori
e venendo insignita di numerosi premi di design. L’arrivo
della Ultimate nell’empireo dell’universo ciclistico è stato
favorito dal trionfo di Cadel Evans al Mondiale del 2009.
Da allora in poi i successi non sono certo mancati: diverse
vittorie di Grandi Giri e Monumenti sono tutte entrate a
far parte del suo palmarès. Il 2014 ha visto l’ottenimento
del miglior risultato finora ottenuto, quando Quintana si
è fatto strada verso la vittoria del Giro d’Italia E il lungo
elenco delle vittorie non è ancora concluso, ci scommettiamo!
VINCE SULLA GENERAZIONE
PRECEDENTE
+15%
Compliance
-14%
Resistenza aerodinamica, 12,9 watt
risparmiati (Frameset + Aerocockpit)
Per quattro generazioni, la Ultimate ha concretizzato il nostro impegno nel voler essere all’avanguardia della tecnica.
Il desiderio di perseguire la perfezione si riflette nella nuova Ultimate CF SLX. Engineering e design vanno mano nella
mano. L’innovativo telaio in carbonio coniuga caratteristiche note della Ultimate quali rigidità e leggerezza con un’aerodinamica e un comfort ottimizzati: elementi mai così
evidenti quanto in tubo obliquo e tubo di sterzo. I profili
sottilissimi tagliano il vento con migliori risultati di efficienza rispetto alla precedente terza generazione. Questo è
ciò che si può ben dire “evoluzione messa in pratica”.
Engineered perfection. Questo è il nostro obiettivo e ciò
che la Ultimate CF SLX rappresenta in concreto: è qualcosa che va oltre una bici da strada d’eccellenza. È la bici
da strada completa.
33
OUT OF
THE
COMFORT
ZONE
Per Fabio Schäfer e Jannik Hammes
correre in bici non è solo qualcosa
di riservato al tempo libero: è un
modo di vivere. Uno è curatore
dell’edizione tedesca della rivista
Gravity MTB, mentre l’altro è un
fotografo freelance specializzato
in mountain-biking. Insieme hanno
esplorato diversi percorsi per dare
esempio dei contesti più iconici di
tutto il mondo con al seguito un
paio di Torque DHX e Stitched 360°
Tra scatti e articoli scritti lungo la
strada, d’ultimo viaggio li ha portati
ai confini dello Stato. Destinazione:
Virgin, Utah, dove il freeriding è di
casa grazie alle straordinarie pendenze. Mentre affrontare queste
ripidità è il sogno di molti, potercisi confrontare non è certo senza
rischi. Quindi, perché indugiare?
Lasciamo la parola a loro.
34
35
36
P
“Percorrere le strade rosse e polverose dello Utah è sempre stato uno dei
miei più grandi desideri Ora finalmente sono qui, con il mio compagno di
avventura Jannick al mio fianco, per
esplorare l’ambiente sul nostro camper supersize. Saliamo un ripidissimo crinale con una Torque DHX sulle
spalle. Il vento ulula così forte che è
difficile distinguere cosa dice l’altro.
Non c’è spazio per le vertigini. Alla nostra destra il terreno scende improvvisamente, in caduta libera verticale.
Solitamente le altezze non mi fanno
paura, ma qui su ringrazio di avere la
bici a cui tenermi ben saldo.
Dopo un’arrampicata di 40 minuti, finalmente raggiungiamo la vetta del
crinale. Ci prendiamo un momento
per prendere un ampio respiro. Virgin,
Utah. Siamo veramente arrivati. Questo è il luogo dove le regole del mountain biking sono state riscritte più e
più volte nel corso degli ultimi 15 anni.
Siamo all’interno dell’area del vecchio
Red Bull Rampage, l’evento che si è
conquistato la reputazione di essere
il più grande e più pericoloso contest
di freeride in tutto il mondo. Tutti i più
leggendari film della serie “New World
Disorder” contengono scene girate
proprio qui. In poche parole, questo
luogo è quanto di più sacro ci possa
essere per i mountain-biker.
“Dove le regole
del mountain
biking sono state
riscritte più e
più volte”.
Tutta l’area è disseminata di numerosissimi segni di evoluzioni e salti
compiuti negli anni. È come un’immensa opera d’arte, e noi, alla stregua
di oggetti, siamo al centro del dipinto.
Finora l’avevamo vista solo da lontano, ammirando foto o filmati da una
distanza di sicurezza, a casa. Essere
finalmente qui non ha prezzo! Ho il
cuore in gola. Se ci spingessimo solo
di pochi metri più in là, di sicuro cadremmo nello strapiombo di 20 metri
molto rapidamente.
37
“Percorrere le
strade rosse e
polverose dello
Utah è sempre
stato uno dei
miei più grandi
desideri”.
T
Tutto ciò che posso fare è sperare
di aver scelto la traiettoria giusta.
Prendere l’angolo sbagliato durante
un salto equivarrebbe ad atterrare
in modo completamente sbagliato.
Mi regolo gli occhiali per la centesima
volta. È un tic nervoso. Qualcosa
che faccio per provare a tenere sotto controllo la paura.
Mi giro verso Jannick, “Pronto?”
Annuisce. Prima il salto, poi le nostre dita rilasciano i freni. Davanti,
il vento solleva la polvere dalla sua
ruota posteriore e si inabissa nello
strapiombo. Almeno ora posso vedere chiaramente ciò che mi circonda. Nessun articolo potrà mai
descrivere quanto ripide sono queste discese in realtà. Il fondo è allo
stesso momento una manna e una
maledizione. Se un secondo prima
hai una presa perfetta sulla terra
rossa, quello dopo impatti in una
profonda duna di sabbia, e tutta la
trazione sulla quale potevi contare
scompare.
Prima che mi possa concentrare
dobbiamo affrontare il salto successivo. Sono contento che Jannick
mi preceda, perché in caso contrario avrei dimenticato di controllare
i freni. È un salto doppio. Lasciarsi
dietro le spalle il primo ciglio dopo
averlo affrontato a una velocità
troppo elevata equivarrebbe a saltare troppo lontano, non permettendo di prepararsi al secondo decollo. I tempi devono essere perfetti.
38
39
40
“Mettete giù
il telefono,
spegnete il
laptop, uscite
e montate in
sella!”
A
Azzero il cronometro. Partiti. Sento
le endorfine diffondersi in tutto il
corpo.
Quando tocchiamo il terreno, sotto
ai nostri caschi integrali compaiono enormi solchi. Il mio cuore batte così forte che riesco a sentirlo
colpire la mia corazza. Siamo completamente su di giri. È come se
avessimo appena girato la sequenza
clou del nostro personalissimo film,
con l’unica eccezione che possiamo
riguardare ed rivivere la scena nella
nostra testa tutte le volte che vorremo. Non importa quanti film guardi
quando sei a casa: nulla potrebbe
essere così vicino alla realtà.
Tutto è così reale: l’aria che respiriamo, la polvere rossa sulle nostre
bici, il sudore freddo sulle sopracciglia. Momenti come questi rimarranno con noi per sempre. La cosa
divertente è che non avremmo pensato minimamente di venire qui se
non fosse stato per le nostre biciclette. Le bici sono il motivo per il
quale abbiamo viaggiato per il mondo in lungo e in largo per raggiungere luoghi desertici a miglia e miglia
di distanza da tutto. Perché? Per
poter vivere questi momenti impagabili. Cos’altro posso dire? Mettete
giù il telefono, spegnete il laptop,
uscite e montate in sella!”
41
WORLD
WIDE
42
PURE
CYCLING
Avete l’opportunità
di provare le bici Canyon
in alcuni dei migliori
contesti in tutto il
mondo, dalle classiche
mete europee sull’isola
di Maiorca e in Italia
agli ambienti più
tropicali della Thailandia.
Solo un assaggio di
quanto possiamo offrirvi.
43
P
Pedalando attraverso le piantagioni
di mandorli, i prati fioriti e le foreste
di pini, siamo nel cuore della Maiorca rurale. Ogni volta che dobbiamo
affrontare una salita, i nostri occhi
si riempiono di magnifiche visioni
all’orizzonte, fatte di acque cristalline che riflettono il cielo senza nuvole
sopra di noi. Siamo nel punto più a
sud dell’isola, non lontano dal Cap de
Ses Salines. Gli ultimi 70 kilometri
in sella alle nostre Ultimate CF SL
in carbonio sono trascorsi come in
un sogno. È veramente una di quelle
pedalate che sai che non dimenticherai mai. Raggiungiamo la nostra
destinazione e ci dirigiamo verso
una spiaggia vuota per godere della
fresca brezza marina sui nostri volti.
Che giornata!
Maiorca è il mix perfetto di clima
caldo e scenari mozzafiato. Tutto
ciò la rende un santuario mediterraneo per ciclisti e mountain-biker.
La Canyon.Base, ubicata nell’area del
Robinson Club, Cala d’Or a sud-est,
offre un’ampia scelta di modelli tra
i più recenti, consentendo di provarli e di scoprire la bellezza di girare
l’isola a prezzi da offerta, partendo
da soli 30 euro al giorno. Se volete
ammirare le bellezze esclusive di
questi luoghi, potete scegliere tra
sei diversi percorsi guidati capitanati
da guide di provata esperienza, tra
cui l’ex campione mondiale su pista
Carsten Wolf.
3.
44
VISTA SUL MARE
E PANORAMI ALPINI
1.
La scelta però non si limita alla
Canyon.Base. Molte altre agenzie viaggi in tutta l’isola offrono
in esclusiva le bici Canyon. Negli ultimi vent’anni Balear Reisen
è riuscita ad allestire una rete di
sette stazioni, per cui ovunque vi
troviate a Maiorca non sarete mai
lontani dalla possibilità di fare un
giro in bici. L’azienda è specializzata nell’organizzazione di vacanze in
sella per tutte le discipline e tutti i
livelli di abilità, per chi tra i corridori
e i triatleti è alla ricerca del luogo
ideale per l’allenamento pre-stagione e per chi vuole scoprire tutti i
percorsi di montagna su una bici un
po’ più robusta. Con la vasta scelta
disponibile per il pernottamento,
dagli hotel alle fincas più appartate,
potrete personalizzare la vostra
esperienza in sella o il vostro allenamento.
Rad International opera nel sud-ovest dell’isola, dove piove pochissimo e la ore di sole sono padrone
incontrastate. Dal 1982 l’azienda
assiste i visitatori nella scelta delle
migliori strutture e dei migliori percorsi, e sarà più che lieta di fornirvi aiuto nella messa a punto della
vostra bici. Sì, perché per lo staff di
Rad International il lato personale è
estremamente importante.
2.
1. Canyon.Base al Robinson Club di Maiorca
2. In sella sull’isola: le strade di Maiorca sono un
sogno per i ciclisti
3. Lo staff della Canyon.Base è sempre felice di dare
una mano
4. Le acque cristalline sono sempre una tentazione
5. Siam Bike Tours da Bangkok a Phuket
6. Barcellona è attorniata da una splendida campagna
7. Il ciclismo? È fatto di scene come questa
45
Tornando sulla terraferma spagnola,
le biciclette Canyon possono essere
noleggiate per esplorare lo scenario
senza pari nei dintorni di Barcellona
e sulla Costa Blanca. Oltre alla Spagna, Canyon ha anche diversi partner in Italia, Germania e sulle Alpi
austriache. L’Hotel Conrad a Saalbach-Hinterglemm è a una sola ora
d’automobile da Salisburgo e offre
la base perfetta per esplorare le
montagne sotto al sole estivo con
viste mozzafiato delle bianche vette
alpine tutt’attorno: il nirvana per
i mountain-biker. Volete qualcosa
di ancor più estremo? Provate una
delle nostre bici da downhill e godetevi uno dei molti bike park della
zona.
INNOVAZIONE E
PASSIONE
Sappiamo quanto sia importante
mettere alla prova le nostre bici
nella vita di tutti i giorni. L’uscita
in bici è il momento in cui le idee
fresche emergono consentendoci
di svilupparci ulteriormente e
promuovendo ancor di più i nostri
prodotti. Non contano solo gli
ingegneri Canyon: conta l’opinione
di tutti, in particolare quella dei
clienti. Siamo orgogliosi di poter
affermare che per costruire le
bici migliori siamo in contatto
con i corridori di tutto il mondo,
per sentire ciò che hanno da dire
e cosa vogliono vedere nei nostri
prodotti. Ogni corridore conta:
questo è l’aspetto più rilevante.
Pure Cycling.
TEST RIDE IN THAILANDIA
4.
Se preferite un clima un po’ più
tropicale, siete fortunati. Sì, perché le bici Canyon possono essere
testate anche in Thailandia. Grazie
a un viaggio di 10 giorni in sella
alla bicicletta spostandovi dalla caotica metropoli di Bangkok al paradiso dell’isola di Phuket, potrete
vedere i numerosissimi templi e
palazzi lungo la costa thailandese.
Sabbie dorate, mare color turchese
e formazioni rocciose monolitiche
che emergono dall’acqua: tutto ciò
rende così unico questo paesaggio
perfetto, da incorniciare.
Dal 2006 Siam Bike Tours organizza viaggi di più giorni attraverso la
Thailandia. Sfruttando una rete viaria ben tenuta e i percorsi a traffico
ridotto, tutti i tour sono organizzati
per piccoli gruppi con guide internazionali: il miglior modo di scoprire il Paese e la sua cultura. Grazie
al fatto che tutti i bagagli sono già
trasportati da tappa a tappa, tutto
quello che dovrete fare sarà concentrarvi sul godervi il percorso in
bici. E a fine giornata potrete contare su un massaggio thai a tutto vantaggio dei vostri muscoli. E
una volta concluso non resterà che
sedervi e rilassarvi sulla spiaggia.
Un paradiso che sapete di esservi
meritati.
5.
46
6.
7.
Volete fare la miglior vacanza
in sella o il miglior training camp
della vostra vita? Approfondite la
conoscenza dei partner Canyon su
www.canyon.com/partners
47
COLOPHON
PUBBLICATO DA
Canyon Bicycles GmbH
Brand Design
Karl-Tesche-Strasse 12
56073 Koblenz
EDITORIALE
Torsten Adams
Helen Falke (Lead)
Matthew Leake
Frank Lukas
Hutter & Donner
COORDINAZIONE SERVIZI FOTOGRAFICI
Thomas Laschet
PHOTO CREDIT
Jannik Hammes
Tino Pohlmann
René Zieger
Movistar Team
REVISIONE CONTENUTISTICA
Telelingua Deutschland GmbH,
Monaco di Baviera
CONCEPT & LAYOUT
KMS TEAM GmbH, Monaco di Baviera
STAMPA
COLOR GRUPPE, Monaco di Baviera
DISTRIBUZIONE
Canyon Bicycles GmbH
Karl-Tesche-Strasse 12
56073 Koblenz
Tel. + 49 (0) 261 40 4000
[email protected]
Scadenza copia: 1° luglio 2015
www.canyon.com
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