cycling - Canyon
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PURE CYCLING PURE CYCLING MAG — 2016 R A E L P L U E A S D AR A V R O T N S IN Noi di Canyon siamo molto più orgogliosi di essere aperti e franchi di quanto lo siamo per essere all’avanguardia della tecnologia. Siamo un’azienda moderna in continua evoluzione. La qualità del servizio che offriamo ai nostri clienti è una componente fondamentale quando si tratta di giudicare il nostro operato di successo. Puntiamo sempre a essere un passo avanti. Imporre nuovi standard e ciò che cerchiamo di fare ogni giorno. Questo è ciò che mi dà forza e ciò che stimola anche gli oltre 750 dipendenti, che rappresentano tutto ciò che significa Canyon. Quest’anno celebriamo l’apertura di un nuovo Canyon.Factory. I 22.000 m² ci consentiranno di produrre più di 380 biciclette al giorno. Ciò, ne sono persuaso, ci renderà più flessibili. Grazie a nuovi processi di produzione computerizzati potremo dare vita a più modelli simultaneamente garantendo nel contempo migliori condizioni di lavoro per tutti. I progressi che abbiamo potuto compiere grazie al Canyon.Factory costituiscono un nuovo modello a cui l’intero settore del ciclismo si potrà ispirare. Il fatto che la nostra produzione abbia un impatto ancor minore sull’ambiente con uno spreco di risorse ridotto al minimo è qualcosa di cui vado particolarmente fiero. Dovunque guardi, in ogni settore, vedo persone che amano le biciclette, amano lavorare e amano ottenere il meglio del proprio lavoro. Queste persone si identificano con Canyon e credono nel nostro obiettivo comune. Lo stesso si può dire per quanto riguarda tutti gli atleti professionisti sponsorizzati da Canyon, che danno sempre del proprio meglio affrontando le corse e le competizioni più importanti in tutto il mondo. I risultati parlano da soli. Venite a scoprire tutto ciò che significa Canyon. Unitevi a noi in tutta Europa: partecipiamo a festival e fiere tutto l’anno. Cogliete l’occasione per provare le nostre biciclette o veniteci semplicemente a trovare e a fare quattro chiacchiere. Saremo lieti di darvi il benvenuto. Buona pedalata, Roman 3 CONTENUTI 06 12 RECYCLING BUILDING THE BEST BIKE Chi ama andare in bicicletta apprezza il valore del nostro ambiente. Ecco perché Canyon cerca di ottenere il meglio da tutti i settori, al fine di garantire la miglior sostenibilità possibile. È uno dei più noti e più avanzati centri di produzione e di logistica del settore. Scoprite ciò che rende il Canyon.Factory pronto per il futuro. 16 QUALITY IN CONTROL Quanto sono sicure le biciclette Canyon? Come è possibile massimizzare la qualità? Gordon Koenen è a capo del Quality Management Team di Canyon e vi spiegherà tutto ciò che è necessario sapere. 20 #PERFECT HOUR 52.937 kilometri in 60 minuti. È quanto Alex Dowsett del Movistar Team è riuscito a raggiungere sul Speedmax WHR per battere il record dell’ora UCI. Leggete qual è stato il contributo di Canyon a questa impresa. 4 26 DESIGN THAT TALKS Tutte le nostre biciclette condividono una linea di design comune. Come è possibile ottenerla? I nostri designer vi illustrano gli elementi che rendono le biciclette Canyon ciò che sono. 30 34 OUT OF THE COMFORT ZONE In un viaggio in lungo e in largo negli USA per toccare tutti i luoghi più importanti per il ciclismo, Fabio e Jannick vi racconteranno la propria esperienza dal paradiso del freeride in Utah. 42 PURE CYCLING WORLDWIDE Testare una Canyon non significa doversi spostare in Germania. I nostri partner, ubicati in tutta Europa oltre, possono darvi l’opportunità di provare le nostre biciclette in alcuni tra i migliori contesti locali. 5 ENGINEERED PERFECTION Per tre generazioni la Ultimate CF SLX ha rappresentato il massimo delle performance per le bici su strada. Ora che è rinata, la storia di successo è destinata a continuare. BUILDING Aprile ha segnato l’inizio della produzione presso il Canyon.Factory. Entro fine 2015 tutte le biciclette saranno assemblate e spedite dal nuovissimo centro di produzione e logistica. Il completamento del progetto apre chiare prospettive per il futuro di Canyon. Molto presto tutti i clienti potranno trarre enormi vantaggi dalla presenza di questo stabilimento estremamente innovativo. THE BEST BIKE 6 7 I completi e pronti per la spedizione dalla parte alta del magazzino. “Quelli sono i nostri carrelli elevatori a forca per il prelievo degli ordini”, spiega Kock. Tra loro e gli scaffali c’è una distanza di soli 120 mm da entrambi i lati. Gli addetti ai carrelli possono portarli fino a 11 metri d’altezza seguendo i cavi posati a terra. Tutto è automatico. Il carrellista non deve neanche sterzare: è sufficiente programmare dove andare e tenere il piede sull’acceleratore”. “In questo momento siete seduti all’interno di uno dei più avanzati stabilimenti di produzione di biciclette al mondo”. Non appena l’Head of Production and Logistics Canyon André Koch pronuncia questa frase, su tutta la sala cala il silenzio. Un misto di sorpresa e orgoglio è ben visibile sui volti dei dipendenti riuniti per la loro prima visita. Prima molti di loro avevano solo una vaga idea delle dimensioni del potenziale di quanto poteva essere raggiunto grazie al completamento del Canyon.Factory. Alcuni metri più avanti, i dipendenti stanno scaricando una grande consegna da Shimano. Gli operai utilizzano scanner applicati sulle dita e uno smartphone agganciato al polso per registrare tutta la merce in entrata. Ciò significa che le mani sono sempre ridere per movimentare gli scatoloni: un grande miglioramento rispetto agli scanner a pistola usati in precedenza. Il sistema mostra esattamente da dove proviene la consegna indicando con precisione dove è necessario stoccarla. Dettagli apparentemente piccoli come questi costituiscono, nell’insieme, un processo di produzione più flessibile ed efficace. “Il nuovo processo di scansione digitale ci consente di sapere esattamente dove sono stoccati tutti i componenti all’interno dello stabilimento, potendo sapere anche.a che punto della produzione globale si trovano. Ciò rende tutto molto più rapido e significa che i nostri clienti potranno trarre vantaggio da tempi di consegna più brevi”, continua Koch, facendosi strada verso il padiglione di produzione principale. “Quando daremo il via alla produzione, questi locali ospiteranno 200 persone: un terzo dei nostri dipendenti qui a Coblenza”, prosegue Koch. “Investire a livello locale, portare tutto sempre più vicino, ridurre i tempi di produzione e consentire un’interconnessione digitale: posso ben dire che questi sono stati i fattori centrali quando si è trattato di progettare questo stabilimento, e ritengo che queste credenze sottolineino la dedizione e l’impegno di Canyon nel voler essere pionieri in campo tecnologico, oltre a confermare la nostra vision per costruire le migliori biciclette”. Sotto gli uffici, al piano inferiore, ciò di cui sta parlando Koch diviene sempre più chiaro. Dispositivi che assomigliano a enormi articoli di cancelleria percorrono le strette corsie tra gli scaffali per rimuovere i Bike Guard 8 “Questo è il vero cuore pulsante dello stabilimento”, afferma Koch indicando il soffitto. Tre metri più sopra vi è una complessa rete di binari che si estende per circa 50 metri. È la linea di produzione. All’inizio i nuovissimi telai sono agganciati al reggisella sul nastro trasportatore utilizzando speciali adattatori. L’insieme quindi inizia il proprio viaggio attraverso le 18 stazioni che compongono la linea di produzione. In corrispondenza di ciascuna di esse un meccanico si occupa di completare diverse operazioni, illustrate chiaramente sul proprio tablet personale. Non appena l’attività è conclusa, il telaio passa alla stazione successiva. Dal padiglione è possibile sentire il rumore degli ingranaggi. Un meccanico guida una nuovissima Spectral CF 9.0 SL portandola fuori dalla linea di produzione seguendo un percorso segnato sul pavimento. È l’area di prova, dove ogni singola bicicletta viene guidata e testata prima di essere confezionata in un Bike Guard. Successivamente, viene scansionata all’interno del sistema ed è pronta per essere consegnata al nuovo proprietario. “Tutto l’edificio è estremamente avanzato”, prosegue Koch, mentre un telaio scende fluttuando verso la stazione successiva. “Ogni carrello del nastro trasportatore e addirittura i carrelli elevatori a forca si avvalgono della tecnologia di identificazione a radiofrequenza, il che consente loro di comunicare con i nostri sistemi di gestione di logistica e produzione. Ciò è quanto ci permetterà di essere così flessibili nella nostra produzione. Se poniamo di produrre 450 biciclette al giorno, in teoria si potrebbe trattare di 450 modelli completamente diversi tra loro. Finora non eravamo mai stati in grado di raggiungere tali risultati”. “In questo momento siete seduti all’interno di uno dei più avanzati stabilimenti di produzione di bici al mondo”. Ma non è solo all’interno che tutto è pronto per ciò che ci riserva il futuro: fuori c’è tutto il potenziale perché l’edificio si possa espandere in tutte le direzioni. In quanto tale, il Canyon.Factory manterrà il proprio status quale uno dei più avanzati centri di produzione al mondo per gli anni a venire. 9 10 “In passato abbiamo trattato con tanti clienti quanti ora sono i nostri dipendenti. Tutto cambia così rapidamente in Canyon, che non c’è tempo di annoiarsi”. CANYON.FACTORY FATTI E CIFRE 450 Bici prodotte al giorno alla massima produzione 600 — Michael Adrian, Technical Service Ordini di bici spediti al giorno 1.000 m2 “Un amico mi ha detto che pochi anni fa il mercato era di Rose, Radon e Canyon mentre oggi è di Specialized, Trek e Canyon. Questo dimostra quanta strada abbiamo fatto e dove stiamo andando. Abbiamo fatto tutto questo assieme e dovremmo esserne molto orgogliosi”. Area per lo stoccaggio degli accessori 2.000 Ordini di accessori spediti al giorno 2.500 m2 Area dedicata all’assemblaggio 4.600 m2 Stoccaggio componenti e bici complete 11.000 m2 Area totale dell’edificio 14.000 —W ard Grootjans, Business Intelligence & Business Development In cui è possibile stoccare Bike Guard / bici complete 22.000 m2 “La velocità alla quale Canyon è cresciuta negli ultimi dieci anni è incredibile. Siamo passati da un piccolo negozio di biciclette in cui tutto era improvvisato a questa futuristica linea di produzione. È incredibile”. Area totale 28.000 Vani di stoccaggio per i componenti € 18 m Investimento — Jean Grebel, Purchasing 11 RE- CYCLING 12 Espressioni come “prevenzione dei rifiuti” o recupero dei materiali sembrano non attirare molto la gente. Non si può dire così, però, per Sebastian Heinrich. In quanto Sustainable Business Development Advisor di Canyon, Sebastian naturalmente si reca in ufficio in bici tutto l’anno, ma questa non è che la punta dell’iceberg. I “I rifiuti migliori sono quelli che non dobbiamo raccogliere”. Questa la filosofia centrale che ispira l’attività di Sebastian in Canyon. Il suo lavoro? Cercare sempre nuovi modi per rendere l’azienda più sostenibile. Dove è possibile migliorare la produzione per creare meno rifiuti? Chi è il partner migliore quando si parla di riciclare i materiali? Com’è possibile trasformare qualcosa di superfluo in qualcosa di utile? A 35 anni Sebastian ha già trovato la risposta a molte di queste domande. Prendete ad esempio il nuovo Canyon. Factory con l’ampia isola ecologica dove tutti i rifiuti di produzione sono raccolti e suddivisi per il riciclaggio. È qualcosa che va molto oltre il fatto di separare la plastica della carta. Tutti gli scarti della fibra di carbonio, come quelli delle aste guida forcella, sono trasferiti presso un’ azienda specializzata in grado di estrarre le fibre originarie per il riutilizzo. Lontano dalla linea di produzione, Canyon passa tutto il cartone e i pallet in legno in eccesso alle scuole locali e ai circoli giovanili. Anche i vecchi striscioni possono essere ritagliati e trasformati in tote bag dallo stile indiscutibile, uniche e disponibili esclusivamente presso la Canyon.Home. RICICLARE IL CARBONIO Canyon ha sviluppato una partnership con CFK Valley Strade Recycling, ditta specializzata nel recupero di fibre valide dai prodotti in carbonio. Il nostro reparto Ricerca e Sviluppo lavora costantemente alla ricerca di un modo di integrare i prodotti riciclati nella produzione di componenti Canyon, in modo che nulla vada sprecato. 13 P CANYON E FLINC Nel 2015 Canyon ha costituito un diffuso car sharing pool. L’app Flinc funziona su tutti i dispositivi compresi i navigatori satellitari, ed è in grado di mostrare ai dipendenti dove si stanno liberando dei montacarichi. OBIETTIVO RISPARMIO “Per noi l’obiettivo primario consiste nel risparmiare quante più risorse possibile”, sintetizza Sebastian. “A fine giornata tutti noi saliamo in sella alla nostra bici: ciò ci permette di apprezzare tutto ciò che il nostro ambiente ci dona. Ecco perché possiamo assumerci la responsabilità di quanto facciamo in modo da non recare mai danno all’ambiente”. Questo atteggiamento ha portato alla creazione di una diffusa rete di carpooling. Utilizzare l’app per smartphone Flinc consente ai dipendenti di informarsi circa le opportunità di condivisione delle auto. Idee come questa garantiscono che tutti coloro che collaborano a Canyon facciano propria parte per ridurre la propria impronta di carbonio. I tre anni durante i quali Sebastian ha ricoperto questa importante carica hanno assistito a un ampio cambiamento in tutta l’azienda, e lui stesso non sembra voler abbandonare il proprio ruolo. “Il riciclaggio del carbonio da noi attuato dà vita a materiale di ottima qualità che può essere riutilizzato. Il problema consiste nel fatto che ora come ora non possiamo utilizzarlo nell’ambito della produzione”, spiega. Il reparto Ricerca e Sviluppo lavora alacremente per individuare una soluzione che ci permetta di applicare il carbonio riciclato per realizzare i nostri componenti e accessori. Un giorno non lontano tutto ciò sarà realtà!” L’obiettivo a lungo termine di Sebastian è quello di reintegrare tutto il carbonio nella produzione, in modo che alla fine non vi siano rifiuti. Innovazione. È un elemento centrale di tutto ciò che Canyon fa, non solo quando si tratta di sviluppare biciclette, bensì anche nell’impegno volto alla tutela dell’ambiente. UPCYCLING COLLECTION Vecchi striscioni, bandiere e teloni impermeabili possono essere tutti riutilizzati. Una fondazione di Colonia offre lavoro a diversamente abili per la creazione di accessori come tote bag e bande elastiche alla caviglia per pantaloni da vecchi materiali. Ogni oggetto è unico e disponibile solo presso la Canyon.Home a Coblenza. 14 BIKE GUARD RIUTILIZZATI Entro l’autunno 2015, i Bike Guard utilizzati per spedire le biciclette non saranno solo e semplicemente riciclati dopo l’uso, ma saranno anche riutilizzati. Sarà possibile distinguerli grazie all’adesivo. Anche se le scatole saranno state utilizzate precedentemente, la bicicletta all’interno sarà nuovissima. ACQUA DAPPERTUTTO CANYON. FACTORY Diversi distributori d’acqua sono installati in tutta l’area del Canyon.Factory per dare accesso ai dipendenti a fresca acqua potabile senza dover ricorrere a bottiglie, riducendo così a quantità di rifiuti di vetro e plastica. Presso il nuovo Canyon.Factory, 200 operai sono in grado di produrre circa 380 biciclette al giorno. Nella fase di progettazione del nuovo centro di produzione, riciclare è stato un argomento centrale. L’idea è quella di rendere tutto il più trasparente possibile. Nell’ambito dalla linea di assemblaggio tutti i rifiuti di produzione vengono raccolti centralmente per poi essere separati da due componente dello staff in possesso di formazione specifica, che li assegnano alle categorie corrette. Questa iniziativa molto presto sarà applicata in tutta la realtà Canyon. 15 IN Y L T O I R L T A N U Q CO Ricerca. Sviluppo. Qualità. Queste tre parole sono fondamentali per tutto ciò che Canyon produce. Gordon Koenen è a capo del Quality Management Team, il cui compito consiste nell’assicurare che tutti i clienti Canyon possano godere dei più elevati standard di sicurezza esistenti. Gordon ci spiega perché Canyon ha esigenze così estreme in quest’ambito. 16 17 Quanto è sicura una bici Canyon alla consegna? delle maggiori istituzioni tecniche tedesche a Pforzheim. Attualmente possiamo contare su una cinquantina di questi macchinari, utilizzati in cinque laboratori, dei quali due sono qui in Germania e tre presso i nostri partner di produzione in Asia. È una domanda molto intelligente! Direi che è estremamente sicura. Puntiamo a costruire le migliori biciclette in circolazione, e questo comprende anche in fatto di garantire i massimi livelli di sicurezza e qualità che è possibile ottenere. Canyon dispone addirittura del proprio scanner per tomografia computerizzata: è una consuetudine nel settore? Cosa fate realmente per garantire la qualità? Per essere onesti è una cosa piuttosto unica. Abbiamo installato lo scanner per tomografia computerizzata quattro anni fa, essendo i primi nel settore sportivo a utilizzare la tecnologia per la gestione della qualità: un evento che ha definitivamente imposto nuovi standard. Non conosciamo altri produttori sul mercato ad avere un proprio scanner e ad usarlo come facciamo noi. Ogni bicicletta viene sottoposta a un giro di prova da parte dei nostri meccanici. Tutti i componenti, i freni, di ingranaggi, ... tutto deve funzionare alla perfezione. Successivamente le bici passano un’ispezione finale, durante la quale tutti i componenti sono riesaminati. Ci concentriamo veramente sulle componenti più importanti ai fini della sicurezza di coloro che saliranno in sella, e ciò significa che controlliamo la coppia di serraggio di tutti i bulloni. Presso il Canyon.Factory tutte queste verifiche sono integrate nell’assemblaggio, per rendere l’intero processo molto più efficiente. Perché Canyon usa uno scanner TC? Quando si tratta di gestire componenti come forcelle o manubri, non ci si può permettere di correre alcun rischio in tema di sicurezza. Per questo i componenti devono essere sottoposti a prove particolarmente dure. Ogni singola forcella e ogni singolo manubrio in carbonio montati su una bicicletta Canyon sono stati esaminati con il nostro scanner TC prima di essere installati. Per Canyon metodi di produzione così innovativi sono importanti tanto quanto un design innovativo? Esattamente. Questo è stato il nostro approccio per molti anni, e lo è tuttora. I processi che abbiamo adottato presso il Canyon.Factory costituiscono semplicemente il passo logico successivo. Quando è l’ora di testare i nostri componenti, ci spingiamo molto oltre qualsiasi standard del settore per garantirne la durevolezza. Per questo abbiamo sviluppato una vasta gamma di macchinari di prova grazie alla collaborazione con una E che vantaggio ne trae la clientela? Ogni volta che i nostri clienti salgono in sella, possono essere sicuri che la bicicletta è la più sicura di tutte. Anche se magari possono avere problemi con uno dei nostri componenti, potranno sempre restituircelo 18 in modo che possiamo analizzare l’intero processo di produzione. Tutto quello che dobbiamo fare è andare alla ricerca del loro codice cliente, per scoprire esattamente quali componenti sono stati montati sulla bici. Memorizziamo sempre tutti i file TC, per cui anche molto dopo che la fase di produzione si è conclusa siamo ancora in grado di identificare con certezza la fonte del problema nel caso in cui se ne verifichi uno. ≤500 Bici Canyon sono sottoposte a ispezione completa riguardante la qualità ogni giorno. 15.000 Parti sono sottoposte a prova distruttiva da parte di Canyon ogni anno. Questo è uno dei vantaggi della vendita diretta? 45.000 Penso proprio di sì. Possiamo disporre di tutte le informazioni muovendo un solo dito, e siamo in grado di monitorare ciascuna fase del processo di produzione, dalla realizzazione dei nostri componenti alla spedizione delle biciclette finite ai nostri clienti. Ciò rende ciò che facciamo molto più efficace quando si tratta di gestire l’assistenza alla clientela: un elemento importante tanto quanto la garanzia di un elevato livello qualitativo. Componenti passano attraverso lo scanner TC di Coblenza ogni anno. CHI È GORDON KOENEN Gordon è approdato a Canyon otto anni fa per lavorare sulla gestione della qualità. Da allora è riuscito a costituire un solido team di 20 elementi, il cui compito consiste nel garantire la sicurezza della qualità di tutti i prodotti Canyon. Gordon ha avuto l’opportunità di lavorare per diversi produttori nel settore automobilistico per 18 anni, ma ha inoltrato la propria candidatura a Canyon dopo aver visto l’annuncio di lavoro online mentre stava cercando una nuova bici. “Ottenere questo posto di lavoro è stato come aver vinto alla lotteria: non mi sarei potuto immaginare un lavoro migliore o un ambiente di lavoro altrove se non qui”, afferma. Il suo modello preferito? La Ultimate CF SLX. Perché Canyon dà così tanta importanza alla gestione della qualità? Da sempre il nostro obiettivo è costruire la migliore bicicletta al mondo. Innovazione, gestione dei prodotti e qualità. 19 R #P E O TH U E C F R 20 “Provare a battere il record dell’ora è un viaggio nell’ignoto. Per i primi 30 minuti abbiamo una buona idea di come le cose si svilupperanno. Nei successivi 15 minuti, possiamo fare una buona scommessa. Sono però quei 15 minuti finali quelli in cui non abbiamo proprio idea di ciò che accadrà”. Vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Barcellona del 1992 nel Team Pursuit, Andreas Walzer sa il fatto suo quando accenna al record dell’ora. Quando ne parla di occhi gli si illuminano e il battito cardiaco aumenta. In quanto Team Liaison Manager, Walzer è il trait d’union tra Canyon e le équipe professionali con le quali collabora. 21 W Walzer si sporge dal parapetto a due metri dal tracciato del National Cycling Centre di Manchester: sta cominciando a diventare nervoso. Proprio di fronte a lui Alex Dowsett è seduto nei pressi del cancello di partenza. Walzer il suo lavoro l’ha fatto. Ora tutto ciò che può fare è osservare, incrociare le dita e sperare che tutte le ore, le sessioni di prova, i fallimenti, le nuove idee, le innumerevoli e-mail e telefonate ne siano valse la pena. Lo specialista britannico delle prove a cronometro del Team Movistar si sta preparando in sella alla Speedmax WHR. Dietro alla visiera riflettente del casco Aero, gli occhi sono puntati fissi sulla pista. Il conto alla rovescia ha inizio. All’interno del velodromo ci sono 25°C, e 2000 spettatori si sono dati appuntamento per assistere allo spettacolo. La tensione sale. La folla è immobile. I forti beep del sistema di cronometraggio sono l’unica cosa che interrompe il silenzio. Venti secondi. Dieci secondi. Cinque, quattro, tre, du ... Dowsett sposta il peso indietro e quindi si spinge in avanti per lanciarsi fuori dal cancello. La #PerfectHour è iniziata. 22 “Ho intuito quanto quella non sarebbe stata una ’puntata’ al record dell’ora: sarebbe diventato un assalto in piena regola”. Ripensando all’autunno 2014, la scena era diversa. “Quando l’UCI ha cambiato le regole, come cronometrista ho pensato: ’Sì, voglio proprio provare a battere quel record’. All’epoca non avevo minimamente idea di dove mi stavo infilando!” Dowsett ha quindi prenotato la prima sessione di prova presso l’Olympic Velodrome di Londra per il 15 ottobre 2014. Prendendo in prestito una bici da corsa da un amico voleva farsi un’idea di massima di cosa avrebbe comportato il tentativo che aveva in mente di compiere. “Stavo osservando le persone che giravano in pista: alcuni del Team Movistar, alcuni altri del team Campagnolo e quattro del Team Canyon dalla Germania. È stato allora che ho intuito quanto quella non sarebbe stata una ’puntata’ al record dell’ora: sarebbe diventato un assalto in piena regola”. Intanto, sulla pista di Manchester, sembra quasi che la temperatura sia salita al di sopra dei 30°C. L’annunciatore mantiene alto il brusio all’interno del velodromo, tanto quanto la temperatura. Il rumore è altissimo, e Dowsett fa registrare tempi sul giro da vero e proprio metronomo: 17.25; 17.23; 17.26. Quasi a metà gara i parziali sul grande schermo mostrano Dowsett dietro al record che Rohan Dennis ha stabilito a febbraio. Lo scarto non accenna ancora a ridursi. SPEEDMAX WHR Il creare una versione da pista della Speedmax CF richiede molto di più che la semplice rimozione del cambio, dei freni e del portaborraccia. Il design compatto e minimalista della Speedmax WHR fende l’aria con la minima resistenza. La sua geometria stabile e l’ampia possibilità di regolazione ne fa una bici perfetta per la pista. Il triangolo posteriore rivisitato impiega forcellini in alluminio 7075 per una resistenza superiore. Le ruote lenticolari Campagnolo Pista con cuscinetti in ceramica con pneumatici Continental Tubular garantiscono l’equipaggiamento più veloce. Peso complessivo: 7.3 Kg. Gli ingegneri Canyon si mettono all’opera per realizzare il progetto #PerfectHour ad ottobre per abbattere il record dell’ora. L’obiettivo è uno solo: stabilire un nuovo record dell’ora UCI. Nasce così la Speedmax WHR. Basata sulla bici da crono Speedmax CF, di notevole successo, la Speedmax WHR è stata ridisegnata per adempiere ai regolamenti del ciclismo su pista. Zero freni, zero ingranaggi, nessun portaborraccia: la bici alla pura essenza. Gli ingegneri hanno creato un prototipo in tempi record e già a gennaio Dowsett è in sella alla Speedmax WHR. 23 “Ogni 4°C di differenza i tempi ne risentono nella misura di 0,01 secondi al giro”. Due settimane prima del tentativo di record, il team #PerfectHour si riunisce a Brackley, in Oxfordshire. I Team Movistar, Campagnolo, Endura e Canyon si sono dati appuntamento presso le strutture per eseguire il terzo e definitivo test nella galleria del vento sotto la supervisione del guru dell’aerodinamica, Simon Smart. In una situazione più spesso associata alla Formula 1, la Speedmax WHR viene fissata a un nastro scorrevole davanti a un tunnel nero. Dowsett sale in sella e inizia a pedalare mentre le turbine si attivano. In pochi secondi viene investito dal vento contrario a 52 km/h. Tra un ciclo di prove e l’altro l’attività attorno a Dowsett è frenetica, mentre il professionista dà il proprio feedback e i meccanici eseguono le modifiche di precisione per preparare la configurazione successiva. Ognuno è concentrato sulla propria attività. Con una tale gamma di prolunghe, poggiabraccia, cerchi e ampiezze dei pneumatici da analizzare, non c’è tempo da perdere. La Speedmax WHR è solo uno dei tanti pezzi del puzzle aerodinamico. Diverse combinazioni di caschi e skinsuit devono essere testate, oltre a verificare la posizione di Dowsett sulla bici. Tutto deve essere perfetto, fin nel più minimo dettaglio. Un solo Watt è ciò che serve per fare la differenza tra imporre nuovi standard con un nuovo record mondiale e fallire tragicamente per pochi metri. Al contrario di quanto accade in tutte le altre competizioni nell’ambito del ciclismo, il record dell’ora garantisce il pieno controllo dell’ambiente circostante. Non ci sono pozzanghere, non c’è pioggia, vento o fattori esterni in grado di cambiare il risultato. Avere il controllo sulla temperatura della pista può anche essere utilizzato per acquisire un vantaggio. Ogni 4°C di differenza i tempi ne risentono nella misura di 0,01 secondi al giro. “Dowsett guida la Speedmax WHR come se fosse su dei binari, quasi non deviando dalla linea nera”. Siamo al giro numero 130 al Velodromo di Manchester. Dowsett vola dritto indietro staccandosi per la prima volta dalla sella per un centesimo di secondo. La folla trattiene il fiato. Walzer aggrotta le sopracciglia. Qualsiasi segnale di disagio non può essere buona cosa, in particolare se la posizione sulla bici è così vitale. Potrebbe forse essere in difficoltà? I tempi sul maxischermo raccontano un’altra storia. Giro dopo giro Dowsett si sta facendo vigorosamente avanti. Tra il 35º il 40º kilometro mantiene il distacco fisso a sei secondi. Poi, improvvisamente, libera tutte le sue forze. I tempi sul giro si fanno sempre più bassi mentre aumenta la velocità. Il pubblico risponde al cambio di passo facendosi sempre più rumoroso ogni volta che Dowsett fa la propria comparsa. Giro numero 179. Gli spettatori sono in visibilio. I numeri sullo schermo sono passati da rossi a verdi. È davanti a tutti. Dowsett guida la Speedmax WHR come se fosse su dei binari, quasi non deviando dalla linea nera. Per 45 minuti ha pedalato a passo controllato, andando più lentamente di Dennis. Poi, nel momento in cui Dennis ha cominciato a perdere terreno durante il proprio tentativo di record, Dowsett ha messo il turbo. Questo era il piano iniziale, e come tale è stato eseguito alla perfezione. 24 in 60 2 5 !i ,9 k m 7 3 “52.937 metri in 60 minuti, oltre 5.800 giri di pedale, 211 giri della pista da 350 metri a una potenza media di uscita che supera i 400 Watt”. minut A gennaio l’intero progetto #PerfectHour project si è trovato in seria difficoltà quando Dowsett si è rotto la clavicola mentre si allenava sulle strade di casa. I ricordi di quel periodo difficile sono ormai lontano per tutti i partecipanti. È così anche per Walzer. Il vasto solco che ha fatto la sua comparsa sul volto e la pelle d’oca dicono tutto, mentre lui gira abbracciando tutti coloro che hanno contribuito al successo. 52,937 kilometri è il nuovo record dell’ora UCI. 52.937 metri in 60 minuti, oltre 5.800 giri di pedale, 211 giri della pista da 350 metri a una potenza media di uscita che supera i 400 Watt. The perfect hour: l’ora perfetta. Preparazione, dedizione e passione hanno reso possibile tutto ciò. Di questo è fatto lo sport. Questo è Pure Cycling. Improvvisamente Walzer torna in modalità di lavoro e si fa largo verso la Speedmax WHR appoggiata al parapetto lontano dalla folla che attornia Dowsett. “Devo riportarla indietro a Coblenza entro domani”, dice. Questa volta la bici del record non farà ritorno all’officina del reparto Ricerca e Sviluppo: sarà esposta accanto a tutte le altre biciclette della leggenda presso la Canyon.Home. Comprese la bicicletta del campione mondiale 2009 Cadel Evans e quella nel rosa Giro d’Italia di Nairo Quintana. Successo genera successo, come si dice. 25 DESIGN Il design ha un ruolo centrale in Canyon. Così tanti elementi del carattere di una bici possono essere descritti solo dalla forma: la velocità, la potenza, la versatilità, e non solo. Il design dà a ogni bicicletta una voce per esprimere il suo scopo. Dove può essere usato? Cosa ci si può fare? Le risposte sono chiare ed evidenti. 226 THAT TALKS Il nostro atteggiamento nei confronti della corsa, dei nostri prodotti e dei nostri clienti sono elementi che si riflettono interamente nel design Canyon. Il Product Designer Lars Wagner ci illustra la filosofia di Canyon in quest’ambito: “È essenziale che il design non contrasti l’engineering. Ecco perché quando sviluppiamo nuovi prodotti colleghiamo i due processi sin dall’inizio. Adottare questo approccio ci consente di coniugare due elementi intrinsecamente giustapposti. Ciò che vogliamo ottenere è un lieve senso di tensione in modo da creare un design accattivante e comunque mai pesante. Questo è quanto ci permette di esprimere chiaramente la qualità e la performance di quel che produciamo”. Semplicità e chiarezza sono fondamentali per ciò che noi consideriamo design. Riportare tutto all’essenzialità è parte di tutto ciò, e si concretizza evidentemente in tutti i nostri prodotti, indipendentemente dallo scopo per il quale sono realizzati”. L’obiettivo consiste nel dare vita a forme che esprimono la propria funzione, anche se una componente è destinata a ricoprire diversi ruoli. Ecco perché ogni telaio presenta una vasta gamma di profili distintivi e diversi tra loro per quanto concerne i tubi. Suddividere il telaio cambia il modo in cui la luce interagisce con le diverse superfici per la massima definizione, il che sottolinea gli aspetti tecnici e di precisione dell’elemento. Questo, in sintesi, il carattere di Canyon. 27 1. SCHIZZO Sono disegni a mano libera su carta o su supporto digitale mediante tavolette grafiche. I nostri valori del marchio, così come le funzioni essenziali della bici, devono essere espressi attraverso la forma. 2. BOZZA Una volta abbozzati, idee ed effetti possono essere analizzati, discussi e improvvisati. Il modo in cui tutte le linee si interconnettono e l’estetica generale del design sono elementi decisivi in questa fase. 3. RENDERING 3D Creiamo un modello completamente virtuale che ci consente di osservare il disegno da tutte le angolature tenendo conto anche degli effetti di luce e ombra sulla superficie del telaio. 4. RISULTATO FINALE Il risultato è l’ultima tappa del viaggio: così possiamo ottenere un telaio completamente al carbonio con caratteristiche innovative in lizza per i più prestigiosi premi assegnati dalla stampa specializzata nel mountain-biking e da giurie di design internazionali. UN’INTERVISTA A Essendo uno dei designer di mountain bike Canyon Peter è uno di quelli che più hanno contribuito all’aspetto dell’attuale Strive CF. Il suo compito è stato quello di integrare la complessa geometria del sistema di regolazione Shapeshifter in una soluzione complessiva armoniosa. Mentre organizzava la propria attività, Peter aveva tre parole in mente: “Semplicità. Precisione. Dinamismo”. Il risultato è un perfetto esempio di come Canyon è in grado di coniugare engineering e design. Qui di seguito ci spiega più dettagliatamente quali principi guida ispirano la sua attività. Pensi che tutto il design debba essere semplice, preciso e dinamico? Per nulla! Per me un buon design è il frutto della funzionalità del prodotto e del suo carattere. Lo scopo del prodotto non deve essere ambiguo per l’utente, e non solo se si deve scoprire come funziona, ma anche dal punto di vista estetico. Con i nostri prodotti vogliamo trasmettere i valori proposti da Canyon come marchio. In quel modo i nostri clienti possono “vivere” il marchio Canyon senza dover disporre di tutte le informazioni sui prodotti. Il messaggio dovrebbe ovviamente cambiare a seconda del prodotto. Non penso che un tostapane, ad esempio, dovrebbe comunicare dinamismo. Tutte le volte che vedo un tostapane con i quadranti presi da un’automobile, penso sia un approccio sbagliato. PETER KETTENRING Peter, raccontaci come sei finito a lavorare alla Canyon! Sono a contatto con le biciclette dal 1990, e ancora prima quando andavo a scuola mi divertivo a disegnarle sui libri. In seguito ho frequentato il Liceo Artistico e ho avuto la possibilità di progettare un concept per una bici da downhill con un amico per uno dei nostri progetti finali. Sono ancora grato al mio insegnante per avermi dato questa opportunità. In seguito ho intrapreso il percorso classico conseguendo una laurea in design industriale e ho potuto lavorare presso diverse agenzie concentrandomi sui progetti più vari dagli smartphone alle lavatrici. Alla fine sono tornato alla mia passione per il bike design con Canyon. Ora sono qui da tre anni. Il design della Strive CF si deve in larga parte al tuo contributo. Come affronti l’intero processo di progettazione? All’inizio si tratta sempre di esplorare diverse idee, per cui tracciamo diversi schizzi per individuare una forma grezza e primitiva di telaio. Lo facciamo sia in maniera digitale con tavolette grafiche sia con carta e penna. Il fine consiste nel trovare modi di esprimere sia i nostri principali valori del marchio sia le funzioni essenziali della bicicletta attraverso la sua forma. Passiamo quindi alla fase di abbozzo, durante la quale applichiamo le idee iniziali all’effettiva geometria della bici. Lavoriamo a stretto contatto con gli ingegneri per analizzare i diversi aspetti della funzionalità del progetto e per valutare se il prodotto ha il giusto impatto estetico. Non appena giungiamo a un accordo in merito creiamo dunque un modello computerizzato per avere una panoramica dettagliata del disegno da tutte le possibili angolature tenendo conto anche degli effetti di luce e ombra sulle diverse superfici. Con la Strive CF siamo riusciti a integrare perfettamente lo Shapeshifter nel telaio. Le forme flessuose e lineari della struttura ne contraddicono quasi la complessità tecnica: esattamente l’effetto che volevamo ottenere. Ti lasci molto ispirare dalle parole “Semplicità. Precisione. Dinamismo”. Cosa significano per te? Sono un grande fan del principio del design di Dieter Rams “Meno ma meglio”, ma per me è importante che un prodotto abbia carattere oltre che funzionalità. Quando traccio i miei schizzi chiedo costantemente a me stesso se ci sia qualcosa di superfluo che si potrebbe lasciar fuori. Concentrarsi sulla semplicità spesso porta a qualcosa che è anche preciso e dinamico. Miriamo ad applicare linee logiche e profili dei tubi dai bordi definiti per conferire alle nostre bici il loro carattere preciso e dinamico. In quel modo guardando una bici Canyon appare evidente quanto sia fatta per il movimento. L’approccio che adottiamo nel particolare vale anche per Canyon come azienda. Siamo un team giovane e mettiamo moltissima enfasi su un engineering perfetto e su una gestione della qualità all’avanguardia. Crediamo nel nostro modello di vendita diretta e nell’utilizzo delle piattaforme digitali, in quanto questo dinamismo migliora la nostra interconnessione con i clienti. 28 I designer Peter Kettenring (a sinistra) e Lars Wagner (a destra) discutono il design del telaio. 29 ENGINE PERFEC ULTIMATE CF SLX ULTIMATE CF SLX PALMARÈS 2012 Alexander Kristoff ottiene il Bronzo ai Giochi Olimpici 2009 2013 Cadel Evans vince i Mondiali Luca Paolini vince la “Omloop Het Nieuwsblad” 30 EERED CTION 2014 Alexander Kristoff vince la “Milano-San Remo” 2014 Nairo Quintana vince il “Giro d’Italia” 2014 2015 Alejandro Valverde vince la “Flèche Wallonne” Nairo Quintana vince la “Tirreno-Adriatico” 31 S “Scendendo a ruota libera sulla nuova Ultimate vado più veloce di tutti gli altri. Se si considera che sono più leggero di loro, è evidente che vi sia un vantaggio reale”. Nairo Quintana è stato uno dei primi corridori al mondo a provare la nuova Ultimate. Il capitano del Team Movistar è molto legato alla bici. In sella al modello precedente ha confermato la propria reputazione risultando uno dei migliori scalatori della sua generazione in occasione del Giro d’Italia 2014: la prima vittoria al Grand Tour per Quintana e per Canyon. Nella sua più recente evoluzione, la nuova Ultimate CF SLX sfrutta i successi del passato e sarà ancora una volta la scelta d’elezione per tutti i corridori più importanti in tutto il mondo, che da sempre si affidano a performance divenute segno distintivo del nostro prodotto. “La Ultimate è la nostra interpretazione di performance completa su strada. Combina aerodinamica, rigidità, leggerezza e comfort come nessun’altra al mondo”. La fase di sviluppo della nuova Ultimate è stata caratterizzata da una domanda frequente: cosa serve a una bicicletta per essere perfetta? Forse l’aerodinamica dovrebbe essere in primo piano a tutto vantaggio della velocità? Oppure è il comfort ad avere la priorità, per mantenere il corridore fresco più a lungo? La risposta è tanto semplice quanto complessa. La bici perfetta non deve essere semplicemente solo la migliore della classe: deve essere una soluzione completa con tutto il meglio in ogni singola categoria, in grado di adattarsi a qualsiasi tipo di terreno e a tutte le condizioni. Sebastian Hofer, Product Developer 32 Il 2015 è l’anno del decennale dalla commercializzazione della prima Ultimate di sempre. Alla presentazione, nel 2005, la Ultimate è stata universalmente apprezzata per aver saputo coniugare con estrema intelligenza leggerezza e rigidità. Negli anni la reputazione del prodotto è cresciuta sempre più, accumulando diverse vittorie nelle varie prove sostenute, venendo premiata dalla scelta dei lettori e venendo insignita di numerosi premi di design. L’arrivo della Ultimate nell’empireo dell’universo ciclistico è stato favorito dal trionfo di Cadel Evans al Mondiale del 2009. Da allora in poi i successi non sono certo mancati: diverse vittorie di Grandi Giri e Monumenti sono tutte entrate a far parte del suo palmarès. Il 2014 ha visto l’ottenimento del miglior risultato finora ottenuto, quando Quintana si è fatto strada verso la vittoria del Giro d’Italia E il lungo elenco delle vittorie non è ancora concluso, ci scommettiamo! VINCE SULLA GENERAZIONE PRECEDENTE +15% Compliance -14% Resistenza aerodinamica, 12,9 watt risparmiati (Frameset + Aerocockpit) Per quattro generazioni, la Ultimate ha concretizzato il nostro impegno nel voler essere all’avanguardia della tecnica. Il desiderio di perseguire la perfezione si riflette nella nuova Ultimate CF SLX. Engineering e design vanno mano nella mano. L’innovativo telaio in carbonio coniuga caratteristiche note della Ultimate quali rigidità e leggerezza con un’aerodinamica e un comfort ottimizzati: elementi mai così evidenti quanto in tubo obliquo e tubo di sterzo. I profili sottilissimi tagliano il vento con migliori risultati di efficienza rispetto alla precedente terza generazione. Questo è ciò che si può ben dire “evoluzione messa in pratica”. Engineered perfection. Questo è il nostro obiettivo e ciò che la Ultimate CF SLX rappresenta in concreto: è qualcosa che va oltre una bici da strada d’eccellenza. È la bici da strada completa. 33 OUT OF THE COMFORT ZONE Per Fabio Schäfer e Jannik Hammes correre in bici non è solo qualcosa di riservato al tempo libero: è un modo di vivere. Uno è curatore dell’edizione tedesca della rivista Gravity MTB, mentre l’altro è un fotografo freelance specializzato in mountain-biking. Insieme hanno esplorato diversi percorsi per dare esempio dei contesti più iconici di tutto il mondo con al seguito un paio di Torque DHX e Stitched 360° Tra scatti e articoli scritti lungo la strada, d’ultimo viaggio li ha portati ai confini dello Stato. Destinazione: Virgin, Utah, dove il freeriding è di casa grazie alle straordinarie pendenze. Mentre affrontare queste ripidità è il sogno di molti, potercisi confrontare non è certo senza rischi. Quindi, perché indugiare? Lasciamo la parola a loro. 34 35 36 P “Percorrere le strade rosse e polverose dello Utah è sempre stato uno dei miei più grandi desideri Ora finalmente sono qui, con il mio compagno di avventura Jannick al mio fianco, per esplorare l’ambiente sul nostro camper supersize. Saliamo un ripidissimo crinale con una Torque DHX sulle spalle. Il vento ulula così forte che è difficile distinguere cosa dice l’altro. Non c’è spazio per le vertigini. Alla nostra destra il terreno scende improvvisamente, in caduta libera verticale. Solitamente le altezze non mi fanno paura, ma qui su ringrazio di avere la bici a cui tenermi ben saldo. Dopo un’arrampicata di 40 minuti, finalmente raggiungiamo la vetta del crinale. Ci prendiamo un momento per prendere un ampio respiro. Virgin, Utah. Siamo veramente arrivati. Questo è il luogo dove le regole del mountain biking sono state riscritte più e più volte nel corso degli ultimi 15 anni. Siamo all’interno dell’area del vecchio Red Bull Rampage, l’evento che si è conquistato la reputazione di essere il più grande e più pericoloso contest di freeride in tutto il mondo. Tutti i più leggendari film della serie “New World Disorder” contengono scene girate proprio qui. In poche parole, questo luogo è quanto di più sacro ci possa essere per i mountain-biker. “Dove le regole del mountain biking sono state riscritte più e più volte”. Tutta l’area è disseminata di numerosissimi segni di evoluzioni e salti compiuti negli anni. È come un’immensa opera d’arte, e noi, alla stregua di oggetti, siamo al centro del dipinto. Finora l’avevamo vista solo da lontano, ammirando foto o filmati da una distanza di sicurezza, a casa. Essere finalmente qui non ha prezzo! Ho il cuore in gola. Se ci spingessimo solo di pochi metri più in là, di sicuro cadremmo nello strapiombo di 20 metri molto rapidamente. 37 “Percorrere le strade rosse e polverose dello Utah è sempre stato uno dei miei più grandi desideri”. T Tutto ciò che posso fare è sperare di aver scelto la traiettoria giusta. Prendere l’angolo sbagliato durante un salto equivarrebbe ad atterrare in modo completamente sbagliato. Mi regolo gli occhiali per la centesima volta. È un tic nervoso. Qualcosa che faccio per provare a tenere sotto controllo la paura. Mi giro verso Jannick, “Pronto?” Annuisce. Prima il salto, poi le nostre dita rilasciano i freni. Davanti, il vento solleva la polvere dalla sua ruota posteriore e si inabissa nello strapiombo. Almeno ora posso vedere chiaramente ciò che mi circonda. Nessun articolo potrà mai descrivere quanto ripide sono queste discese in realtà. Il fondo è allo stesso momento una manna e una maledizione. Se un secondo prima hai una presa perfetta sulla terra rossa, quello dopo impatti in una profonda duna di sabbia, e tutta la trazione sulla quale potevi contare scompare. Prima che mi possa concentrare dobbiamo affrontare il salto successivo. Sono contento che Jannick mi preceda, perché in caso contrario avrei dimenticato di controllare i freni. È un salto doppio. Lasciarsi dietro le spalle il primo ciglio dopo averlo affrontato a una velocità troppo elevata equivarrebbe a saltare troppo lontano, non permettendo di prepararsi al secondo decollo. I tempi devono essere perfetti. 38 39 40 “Mettete giù il telefono, spegnete il laptop, uscite e montate in sella!” A Azzero il cronometro. Partiti. Sento le endorfine diffondersi in tutto il corpo. Quando tocchiamo il terreno, sotto ai nostri caschi integrali compaiono enormi solchi. Il mio cuore batte così forte che riesco a sentirlo colpire la mia corazza. Siamo completamente su di giri. È come se avessimo appena girato la sequenza clou del nostro personalissimo film, con l’unica eccezione che possiamo riguardare ed rivivere la scena nella nostra testa tutte le volte che vorremo. Non importa quanti film guardi quando sei a casa: nulla potrebbe essere così vicino alla realtà. Tutto è così reale: l’aria che respiriamo, la polvere rossa sulle nostre bici, il sudore freddo sulle sopracciglia. Momenti come questi rimarranno con noi per sempre. La cosa divertente è che non avremmo pensato minimamente di venire qui se non fosse stato per le nostre biciclette. Le bici sono il motivo per il quale abbiamo viaggiato per il mondo in lungo e in largo per raggiungere luoghi desertici a miglia e miglia di distanza da tutto. Perché? Per poter vivere questi momenti impagabili. Cos’altro posso dire? Mettete giù il telefono, spegnete il laptop, uscite e montate in sella!” 41 WORLD WIDE 42 PURE CYCLING Avete l’opportunità di provare le bici Canyon in alcuni dei migliori contesti in tutto il mondo, dalle classiche mete europee sull’isola di Maiorca e in Italia agli ambienti più tropicali della Thailandia. Solo un assaggio di quanto possiamo offrirvi. 43 P Pedalando attraverso le piantagioni di mandorli, i prati fioriti e le foreste di pini, siamo nel cuore della Maiorca rurale. Ogni volta che dobbiamo affrontare una salita, i nostri occhi si riempiono di magnifiche visioni all’orizzonte, fatte di acque cristalline che riflettono il cielo senza nuvole sopra di noi. Siamo nel punto più a sud dell’isola, non lontano dal Cap de Ses Salines. Gli ultimi 70 kilometri in sella alle nostre Ultimate CF SL in carbonio sono trascorsi come in un sogno. È veramente una di quelle pedalate che sai che non dimenticherai mai. Raggiungiamo la nostra destinazione e ci dirigiamo verso una spiaggia vuota per godere della fresca brezza marina sui nostri volti. Che giornata! Maiorca è il mix perfetto di clima caldo e scenari mozzafiato. Tutto ciò la rende un santuario mediterraneo per ciclisti e mountain-biker. La Canyon.Base, ubicata nell’area del Robinson Club, Cala d’Or a sud-est, offre un’ampia scelta di modelli tra i più recenti, consentendo di provarli e di scoprire la bellezza di girare l’isola a prezzi da offerta, partendo da soli 30 euro al giorno. Se volete ammirare le bellezze esclusive di questi luoghi, potete scegliere tra sei diversi percorsi guidati capitanati da guide di provata esperienza, tra cui l’ex campione mondiale su pista Carsten Wolf. 3. 44 VISTA SUL MARE E PANORAMI ALPINI 1. La scelta però non si limita alla Canyon.Base. Molte altre agenzie viaggi in tutta l’isola offrono in esclusiva le bici Canyon. Negli ultimi vent’anni Balear Reisen è riuscita ad allestire una rete di sette stazioni, per cui ovunque vi troviate a Maiorca non sarete mai lontani dalla possibilità di fare un giro in bici. L’azienda è specializzata nell’organizzazione di vacanze in sella per tutte le discipline e tutti i livelli di abilità, per chi tra i corridori e i triatleti è alla ricerca del luogo ideale per l’allenamento pre-stagione e per chi vuole scoprire tutti i percorsi di montagna su una bici un po’ più robusta. Con la vasta scelta disponibile per il pernottamento, dagli hotel alle fincas più appartate, potrete personalizzare la vostra esperienza in sella o il vostro allenamento. Rad International opera nel sud-ovest dell’isola, dove piove pochissimo e la ore di sole sono padrone incontrastate. Dal 1982 l’azienda assiste i visitatori nella scelta delle migliori strutture e dei migliori percorsi, e sarà più che lieta di fornirvi aiuto nella messa a punto della vostra bici. Sì, perché per lo staff di Rad International il lato personale è estremamente importante. 2. 1. Canyon.Base al Robinson Club di Maiorca 2. In sella sull’isola: le strade di Maiorca sono un sogno per i ciclisti 3. Lo staff della Canyon.Base è sempre felice di dare una mano 4. Le acque cristalline sono sempre una tentazione 5. Siam Bike Tours da Bangkok a Phuket 6. Barcellona è attorniata da una splendida campagna 7. Il ciclismo? È fatto di scene come questa 45 Tornando sulla terraferma spagnola, le biciclette Canyon possono essere noleggiate per esplorare lo scenario senza pari nei dintorni di Barcellona e sulla Costa Blanca. Oltre alla Spagna, Canyon ha anche diversi partner in Italia, Germania e sulle Alpi austriache. L’Hotel Conrad a Saalbach-Hinterglemm è a una sola ora d’automobile da Salisburgo e offre la base perfetta per esplorare le montagne sotto al sole estivo con viste mozzafiato delle bianche vette alpine tutt’attorno: il nirvana per i mountain-biker. Volete qualcosa di ancor più estremo? Provate una delle nostre bici da downhill e godetevi uno dei molti bike park della zona. INNOVAZIONE E PASSIONE Sappiamo quanto sia importante mettere alla prova le nostre bici nella vita di tutti i giorni. L’uscita in bici è il momento in cui le idee fresche emergono consentendoci di svilupparci ulteriormente e promuovendo ancor di più i nostri prodotti. Non contano solo gli ingegneri Canyon: conta l’opinione di tutti, in particolare quella dei clienti. Siamo orgogliosi di poter affermare che per costruire le bici migliori siamo in contatto con i corridori di tutto il mondo, per sentire ciò che hanno da dire e cosa vogliono vedere nei nostri prodotti. Ogni corridore conta: questo è l’aspetto più rilevante. Pure Cycling. TEST RIDE IN THAILANDIA 4. Se preferite un clima un po’ più tropicale, siete fortunati. Sì, perché le bici Canyon possono essere testate anche in Thailandia. Grazie a un viaggio di 10 giorni in sella alla bicicletta spostandovi dalla caotica metropoli di Bangkok al paradiso dell’isola di Phuket, potrete vedere i numerosissimi templi e palazzi lungo la costa thailandese. Sabbie dorate, mare color turchese e formazioni rocciose monolitiche che emergono dall’acqua: tutto ciò rende così unico questo paesaggio perfetto, da incorniciare. Dal 2006 Siam Bike Tours organizza viaggi di più giorni attraverso la Thailandia. Sfruttando una rete viaria ben tenuta e i percorsi a traffico ridotto, tutti i tour sono organizzati per piccoli gruppi con guide internazionali: il miglior modo di scoprire il Paese e la sua cultura. Grazie al fatto che tutti i bagagli sono già trasportati da tappa a tappa, tutto quello che dovrete fare sarà concentrarvi sul godervi il percorso in bici. E a fine giornata potrete contare su un massaggio thai a tutto vantaggio dei vostri muscoli. E una volta concluso non resterà che sedervi e rilassarvi sulla spiaggia. Un paradiso che sapete di esservi meritati. 5. 46 6. 7. Volete fare la miglior vacanza in sella o il miglior training camp della vostra vita? Approfondite la conoscenza dei partner Canyon su www.canyon.com/partners 47 COLOPHON PUBBLICATO DA Canyon Bicycles GmbH Brand Design Karl-Tesche-Strasse 12 56073 Koblenz EDITORIALE Torsten Adams Helen Falke (Lead) Matthew Leake Frank Lukas Hutter & Donner COORDINAZIONE SERVIZI FOTOGRAFICI Thomas Laschet PHOTO CREDIT Jannik Hammes Tino Pohlmann René Zieger Movistar Team REVISIONE CONTENUTISTICA Telelingua Deutschland GmbH, Monaco di Baviera CONCEPT & LAYOUT KMS TEAM GmbH, Monaco di Baviera STAMPA COLOR GRUPPE, Monaco di Baviera DISTRIBUZIONE Canyon Bicycles GmbH Karl-Tesche-Strasse 12 56073 Koblenz Tel. + 49 (0) 261 40 4000 [email protected] Scadenza copia: 1° luglio 2015 www.canyon.com 48