Bega Kwa Bega
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Bega Kwa Bega
E' stato inoltre possibile contribuire a progetti comunitari che hanno coinvolto scuola, orfanotrofio e altre strutture di interesse comune. Parte dei ricavati sono stati investiti nella realizzazione di una nuova struttura che comprende la sede del gruppo, l'ufficio, il magazzino ed alcuni laboratori di produzione accessibili a tutti i membri. La pietra saponaria, come tutte le risorse, dovrebbe essere utilizzata cercando di ridurre gli sprechi e minimizzare gli effetti negativi sull’ambiente. Smolart ha promosso compagne di sensibilizzazione per la tutela dell’ambiente, cercando di ottimizzare l’utilizzo della pietra e soprattutto elaborando un programma che prevede il recupero delle cave esaurite. I terreni dopo essere stati livellati vengono riforestati. Bega Kwa Bega Korogocho "Spalla a spalla" Bega Kwa Bega è un espressione in lingua kiswahili che significa "spalla a spalla". Questo nome è stato scelto da una cooperativa formata da gruppi di auto-aiuto nati dalle attività della parrocchia della comunità di Korogocho, una delle baraccopoli di Nairobi. Il nome deriva da un anziano, chiamato appunto Vecchio Korogocho (Mzee Korogocho) che fu tra i primi ad insediarsi nella comunità e a lottare a favore dei diritti della gente e per la concessione di terre per l'insediamento. La vita degli abitanti è molto dura e sopravvivere è una sfida. La maggioranza delle persone non può soddisfare le proprie necessità, vivendo in miseri alloggi e in condizioni molto difficili, a causa di povere strutture sanitarie, inadeguati impianti fognari e strade dissestate. Bega kwa Bega ha iniziato la sua attività nel 1991 con due gruppi, quello dell'Udada e quello delle Mama wa Vyondo, dediti rispettivamente alla produzione di collane e cesti. Korogocho Viaggi missione Nairobi, la capitale del Kenya, è una delle città del mondo con il maggior numero di baraccati. E' un numero enorme, 2 milioni e mezzo di persone che vivono nel 5% della terra disponibile. Secondo i dati di UN HABITAT - l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei senza casa, a Nairobi esistono 199 baraccopoli, da quelle immense come Kibera con i suoi oltre 800 mila abitanti a quelle più piccole con nemmeno 2000 abitanti. Per dimensioni Korogocho è la quarta baraccopoli di Nairobi, dopo Kibera, Mathare e Mukuru kwa njenga. E' una delle zone più densamente abitate e instabili tra gli slums di Nairobi. La popolazione presente all'interno di Korogocho ha subito negli ultimi anni un forte incremento; probabilmente oggi vivono al suo interno più di 200 mila persone. Korogocho è situata nel distretto di Kasarani nella zona est di Nairobi su terreno in parte di proprietà del governo e in parte di proprietà di privati. Anche se si tratta di un cosiddetto "insediamento informale", la maggior parte dei suoi abitanti, circa l'80% del totale, paga un affitto per vivere in condizioni disumane in baracche fatiscenti e prive di tutto. Lo slum confina con la discarica di Dandora dove confluiscono i rifiuti di tutta l'area urbana di Nairobi e che costituisce una risorsa "preziosa" per i numerosi "cercatori" che vivono grazie alla loro attività di recupero e separazione dei rifiuti. La criminalità ha raggiunto livelli altissimi: si costituiti dei gruppi di "vigilanti" di quartiere per cercare di mantenere un certo ordine, ma spesso sono proprio loro che a comportarsi da criminali in altri quartieri. Bega kwa Bega, così come ogni altro abitante della zona, deve pagare una tangente di circa 100 scellini kenioti, circa 0,80 euro, al mese a questi gruppi di vigilanti. Le forme di violenze sono molte: violenze domestiche, stupri, rapine, uccisioni. Si stima che solo il 20% degli episodi di questo genere siano ufficialmente censiti. Tra i giovani c'è un alto consumo della famigerata bevanda alcoolica "Changaa", la cui produzione è illegale a causa delle gravissime conseguenze che ha sulla salute dei giovani che la consumano. Spesso la massa di giovani resi schiavi dalla droga e dall'alcol finisce nelle maglie delle organizzazioni criminali e degli spacciatori di droga. Le donne, che costituiscono il 55% della popolazione di Korogocho, sono le vittime più usuali dalle mafie e bande di quartiere. 109 Lo scopo dell'con l'intenzione di: ° combattere il problema della disoccupazione nella comunità di Korogocho; ° migliorare lo stato sociale, economico e spirituale dei membri; ° ridare fiducia e dignità alle persone; ° elevare il livello di vita degli abitanti della baraccopoli. Naturalmente non è facile riuscire a realizzare tutto questo, ma l'impegno profuso da quanti stanno collaborando con il progetto sta dando ottimi risultati. Il piano di lavoro prevede obiettivi concreti e valutabili quali: ° essere stabili economicamente e potenziare la struttura migliorando la gestione; ° creare una buona relazione con i clienti esistenti ed espandere il mercato dei prodotti, al fine di garantire un lavoro continuativo ai produttori; ° rinforzare le capacità tecniche ed amministrative dei membri; ° accrescere la qualità artigianale attraverso la formazione e il sostegno agli artigiani e offrire supporto per lo sviluppo di nuovi prodotti; ° costruire una maggiore unità tra i membri inseriti in diversi progetti in varie aree del paese. Kenya Bega kwa Bega svolge un ruolo di coordinamento e di sostegno dei vari gruppi, che, comunque, hanno una propria gestione amministrativa. L'organo di gestione è il comitato esecutivo, e funge da punto centrale di coordinamento di tutte le attività: è composto da 10 persone, ovvero da due rappresentanti per ciascuno dei cinque gruppi che attualmente ne fanno parte. Viene eletto ogni anno dall'assemblea generale e i suoi compiti principali sono: ° cura delle relazioni tra i vari gruppi fungendo da nodo centrale della rete; ° assistenza per la programmazione e la valutazione economica dei gruppi; ° affiancamento e sostegno ai gruppi nello svolgimento delle loro attività; ° aiuto nella commercializzazione dei prodotti attraverso la rete del Commercio Equo e Solidale; ° invio, ricezione degli ordini e coordinamento delle attività produttive. 110 Come detto, Bega kwa Bega è composto da cinque gruppi di artigiani che si sono formati con l'aiuto della chiesa cattolica di St. John, parrocchia di Kariobangi. Udada significa comunità della sorellanza. La sua attività è iniziata nel 1991 ed è composto da 10 donne, ex prostitute, che creano e confezionano collane, bracciali, cinture, croci, utilizzando perle di vetro, sementi, argilla ed altri materiali. Mama wa Vyondo, gruppo delle mamme, è nato nel 1992 e le 20 donne che lo compongono sono tutte madri sole. Realizzano cesti in sisal, borse e cappelli. Dolls costituito nel 2003 con donne provenienti dall'esperienza nel gruppo delle Udada. Attualmente è composto da 10 persone impegnate nella produzione di borse di stoffa, bambole tradizionali africane.. Kochkanga, costituito nel 1997, è composto da 8 giovani donne che realizzano a mano batik ed abiti in tessuto "tie e dye". Il nome significa infatti stoffe di Korogocho. Lo scopo del progetto è permettere a disoccupati, uomini, donne e giovani, costretti a convivere con gli enormi problemi della vita nelle baraccopoli, come alcolismo, droga, crimine e prostituzione, di generare un reddito sufficiente per se stessi e per le loro famiglie. I prodotti artigianali vengono venduti in piccola parte sul mercato locale e soprattutto tramite la rete del commercio equo e solidale. Kindugu, comunità della fratellanza, è un gruppo composto da 20 giovani che ha iniziato la sua attività nel 1994 per combattere la piaga dell'alcol, della droga e della criminalità, offrendo alternative concrete di impegno. I componenti del gruppo producono oggetti in legno ed osso, arredi in papiro e foglie di banano. Storie di vita Violet Alusha - "Ero senza lavoro, non avevo i soldi per dar da mangiare i miei bambini e facevo la prostituta. Da quando sono entrata a far parte di Bega kwa Bega le cose sono migliorate tantissimo: adesso posso pagare l'affitto della casa, se cosi la si può chiamare, posso mandare i bambini a scuola ed ho una vita più dignitosa". Sede di Bega Kwa Bega Mary Wamboi's - "Madre di quattro bambini abbandonata dal marito, raccoglievo piccoli oggetti nella discarica vicino a Korogocho e li vendevo per racimolare un po' di soldi per sfamare i mie figli. Poi ho avuto la fortuna di entrare a far parte del progetto Bega kwa Bega e da allora molte cose sono cambiate in meglio per me e per i miei figli". Lucy Nyambura - "Avevo tanti sogni ma ad un tratto si interruppero dopo l'incidente di mia padre che in un incidente stradale perse entrambe le gambe ed anche il lavoro di autista. Con mio padre che non poteva più lavorare la nostra vita era diventata difficile. Poi sono entrata nel progetto Bega kwa Bega, mi hanno aiutato finanziariamente per permettermi di frequentare corsi di informatica, economia, inglese e segretaria d'azienda. Adesso posso dire che sono uscita da un tunnel buio della mia vita". Rosemay Murure - "Facevo la prostituta per le strade di Corococho, ma un giorno Padre Alex mi prese e mi portò in piccola comunità cristiana chiamata Udada. Li ho cominciato una nuova vita, lavorando e guadagnando i soldi per andare avanti". Ann, Pauline e Grace - Tre giovane ragazze che, dopo essere rimaste incinta, vennero abbandonate dai rispettivi fidanzati, furono emarginate dalle loro famiglie e finirono presto a prostituirsi per le strade di Nairobi. "Grazie a Bega kwa Bega che è venuta in nostro aiuto e ci ha tirate fuori da quello squallore, adesso possiamo finalmente vivere una vita più decente e rispettabile". Tersia Ndinda - Madre abbandonata dal marito con due bambini. "La mia dignità si era persa per le strade di Nairobi facendo la prostituta, sfruttata e umiliata alla mercè degli uomini; era l'unico modo per guadagnare un po' di soldi per sfamare i miei figli". Mary Angwesi - "Dopo aver fatto i lavori più disumani, avevo perso ogni speranza nella vita. Poi sono venuto a conoscenza di un gruppo di donne che produceva cestini (Mama Wa Vyondo); una donna del gruppo mi ha presentato ai responsabili di Bega kwa Bega e fui subito accolta nel progetto. Adesso non mi sento più a disagio e imbarazzata quando sono con la gente, perché, da quando sono con Bega kwa Bega e lavoro, ho riacquistato la mia dignità". Caroline Anyango - "Prima morì mio marito poi la mia unica figlia femmina a causa dell'AIDS. Con la morte di mio marito è venuto a mancare quel minimo di sostentamento per me e per i bambini. Ho dovuto fare ogni tipo di lavoro, anche la prostituta. Non ho potuto mandare i miei figli a scuola perché sono entrata a far parte del progetto Bega kwa Bega quando erano già grandi, ma quello che non ho potuto fare per i miei figli adesso posso farlo per i miei nipotini". Antonio Carlucci in visita Viaggi missione 111 Ecuador Ecuaoor Produttori: Camari, MCCH, Fundaciòn Chankuap, Corporaciòn Gruppo Salinas Ecuador Periodo: A cura di: 112 Gennaio 2009 Luigi Eusebi In Ecuador, uno dei paesi più piccoli dell´America Latina, poco meno esteso dell´Italia, si concentrano quattro ecosistemi molto diversi: la Costa, la Sierra, l’Amazzonia, l’arcipelago delle Galápagos. L’Ecuador conosciuto come zona strategica dell’impero degli Incas è arricchito dalla storia di 700 culture indigene, la principale delle quali è il quechua. Si tratta di un paese attraente e molto particolare, per la bellezza paesaggistica, la selva, la foresta Amazzonica, le cime innevate dei vulcani, molti dei quali ancora attivi, le spiagge, ma soprattutto la gente. E´ meta costante di itinerari turistici di tutti i generi, da quello d´avventura, all´etnico, ecologico, responsabile. Raramente si pensa all´Ecuador come un paese amazzonico anche se quasi la metà del suo territorio appartiene a questo bacino, conosciuto come il più grande ecosistema di selva tropicale, una riserva biologica ricca di milioni di specie d´insetti, piante, uccelli e altre forme di vita, molte delle quali non ancora catalogate. Questa diversità è conosciuta con il termine di biodiversità, comprende le differenze tra gli esseri viventi, includendo l´uomo, le culture, i saperi, le tradizioni ancestrali. Nell´Amazzonia ecuatoriana la colonizzazione spagnola non è riuscita ad imporsi pienamente e gli insediamenti risalgono ad un´epoca relativamente tardiva (fine ottocento), con l´arrivo dei missionari cattolici, che vi operano da oltre un secolo. Il relativo isolamento non è però stato sufficiente per proteggere la regione dalla conquista e durante il novecento l´Amazzonia è stata depredata dai governi dei diversi paesi del bacino e da imprese nazionali e straniere, che considerano la regione un libero mercato di risorse conquistabili, senza rispetto per l´ambiente e le popolazioni originarie. Il territorio presenta molte differenze al suo interno: nel nord l´apertura di pozzi petroliferi ha compromesso in molte zone l´ambiente, trascinando con sé un indotto di attività illegali (facilitate dall´apertura di vie transitabili), come il commercio del legname, il narcotraffico, la criminalità organizzata. Nel sud la situazione è apparentemente meno drammatica, anche se la conflittualità è latente per il monopolio delle risorse naturali. In quest´area vivono gli Shuar ed Achuar, appartenenti al gruppo degli Jibaros, conosciuti e mitizzati dai tour operator come il popolo degli irriducibili guerrieri, i famosi “tagliatori di teste”. Negli anni settanta i territori indigeni hanno Superficie: 272.000 kmq Popolazione: 14 milioni di abitanti (emigranti all’estero: 20%) Percentuale di popolazione sotto la soglia di povertà: 70% Mortalità infantile: 30 x 1000 Disoccupazione: 10% - Sottoccupazione: 65% Reddito pro-capite: 1.200 dollari/anno (l’80% della ricchezza del paese si concentra nelle mani del 10% della popolazione) Analfabetismo: 19% Aspettativa di vita: 72 anni (donne) – 67 anni (uomini) Acqua potabile nelle case: 60% - Denutrizione: 66% - Il 22% della popolazione non ha la luce elettrica, l’83% non possiede il telefono Salario minimo 2009: 218 dollari Indice di Sviluppo Umano (posizione/valore): 72/ 0,775 DATI UNDP 2008 ottenuto il riconoscimento legale da parte dello stato, che ha conferito un titolo collettivo di proprietà alle confederazioni indigene nel frattempo costituitesi, consentendo di evitare la svendita del territorio ai coloni. Viaggiando per le province amazzoniche si incontrano villaggi relativamente isolati ma anche piccole e medie cittadine commerciali, che hanno come principale attività la commercializzazione di prodotti importati a basso prezzo. I principali prodotti sono il petrolio (nel nord), le risorse minerarie ed il legname (nel sud), senza dimenticare che quasi il 20% delle entrate del paese provengono dalle rimesse degli emigrati. In Ecuador ci sono 16 etnie indigene, per un totale di 3 milioni di persone (su 14 milioni totali). A livello politico le organizzazioni nazionali indigene sono in questo momento su posizioni parzialmente critiche verso il governo, in quanto su alcuni temi, come quello della Ley Minera e dello sfruttamento delle ricchezze minerali a giudizio di indios e realtà di base viene perseguita una linea liberista e “entreguista” verso multinazionali e paesi stranieri, continuando la politica storica del paese di depauperazione delle risorse e inquinamento dell’ambiente. Su temi più generali invece è evidente il processo di cambiamento e di discontinuità rispetto al passato ed alla travagliata storia di questo paese, che si caratterizza nella mappa politica del continente in continua evoluzione come una delle “punte” progressiste, insieme a Bolivia, Paraguay, Venezuela, in parte Brasile, Uruguay, Argentina, Nicaragua, El Salvador, come i recenti vertici continentali con la partecipazione anche del Presidente USA Obama hanno sancito e confermato. La “Revolución Ciudadana” del Presidente Rafael Correa, eletto e rieletto In un Paese in cui dal 1996 al 2006 si sono alternati alla guida del governo sette presidenti e nessuno è riuscito a terminare il proprio mandato, è un fatto degno di nota che il progressista Rafael Correa (ex-militante del movimento del commercio equo ecuatoriano, il primo caso al mondo di un Presidente della Repubblica con trascorsi, pur brevi, nel fair trade) sia stato riconfermato il 26 aprile 2009 alla presidenza dell’Ecuador per altri quattro anni, vincendo al primo turno, altro caso inedito nella storia del Paese. Un trionfo: malgrado avesse la stampa contro – “in malafede e corrotta”, l’ha definita il presidente – Correa ha ricevuto più del 50% dei voti, con un distacco del 20% sul suo principale avversario, l’ex presidente Lucio Gutiérrez (destituito marzo 2008, quando si è sfiorata una guerra, in seguito all’incursione militare ispirata dalla CIA delle forze armate colombiane in territorio ecuatoriano, conclusasi con l’assassinio del portavoce delle FARC Raúl Reyes e di altri guerriglieri. In quell´occasione fu provvidenziale il sostegno dato all´Ecuador da nove (su 12) presidenti dei paesi vicini, i quali condannarono in modo netto un´azione illegale, come quella colombiana, probabilmente ispirata dagli Stati Uniti. Non mancano naturalmente anche le critiche al governo: per la scarsa valorizzazione dei popoli indigeni - i quali non si riconoscono nello slogan politico ripetuto sui media come un mantra dalla propaganda governativa, quello della “Rivoluzione cittadina”, in quanto non tutelerebbe la cultura e i territori autoctoni – per il non adeguato riconoscimento dei movimenti sociali, che ritengono di non avere voce per influenzare le politiche pubbliche (come nel caso del ritiro della personalità giuridica ad Acción Ecológica, un´Ong storica impegnata dal 1989 nella difesa dell’ambiente e dei diritti indigeni, molto critica nei confronti dello sfruttamento minerario condotto dalle grandi multinazionali con il beneplacito del governo), o ancora per il limitato impegno nell´abbandono, pur graduale, del modello predatorio precedente di economia estrattivista. E´ comunque evidente che il governo di Correa rappresenta uno dei motori principali (tra l´altro con meno conflitti interni della Bolivia di Morales o del Paraguay di Lugo, più coraggioso del Brasile di Lula, meno esposto alla gogna mediatica del Venezuela di Chavez) del tentativo di trasformazione in senso più democratico ed attento alle classi sociali emarginate che si sta compiendo in quasi tutti i paesi dell´America Latina, come è emerso chiaramente anche dall’incontro che i movimenti sociali hanno tenuto con i cinque presidenti (Morales, Lugo, Chavez, Correa, Lula) durante l’ultimo Forum Sociale Mondiale a Belém nel gen´09. Come ha ribadito Correa: “Non viviamo in America Latina un epoca di cambi, ma un cambio di epoca! Siamo qui per i poveri. Il nostro impegno è Rafael Correa Viaggi missione nel 2005 in seguito a sollevazioni popolari, capeggiate dalle potenti organizzazioni indigene), e più dei voti raccolti da tutti e sette i candidati presidenziali messi insieme. Per la legge elettorale sarebbe comunque bastato il 40% dei consensi o una differenza di 10 punti percentuali rispetto al secondo candidato. Eletto Presidente la prima volta alla fine del 2006, l’economista di 47 anni Rafael Correa ha inanellato in tre anni una serie consecutiva di risultati elettorali favorevoli, determinanti per avviare un reale cambiamento nel paese: la vittoria, con l’82% dei voti, nel referendum per la convocazione di un’Assemblea costituente (aprile 2007); l’affermazione, nel settembre dello stesso anno, del suo movimento politico, Alianza País, come forza di maggioranza; il successo, con oltre il 60% dei ‘Sì’, nel referendum per l’approvazione della nuova Costituzione (28 sett´08). Una Costituzione tra le più avanzate al mondo, insieme all´altrettanto recente Costituzione della Bolivia (approvata nel gen´09) di impronta bolivariana (nella versione “socialismo del XXI secolo”), che afferma tra altri punti qualificanti il carattere plurinazionale dello Stato ecuatoriano, introduce la “Pachamama” (madre terra) come soggetto di diritto, determina tra i valori fondamentali nel preambolo della Costituzione il “buen vivir” (sumak kawsay, in lingua quechua), un termine assai di moda negli ambienti altermondialisti ma soprattutto concetto chiave della cultura indigena andina, un “complesso organizzato, sostenibile e dinamico di sistemi economici, politici, socio-culturali, ambientali”, orientato all’inclusione e all’equità sociale. Vale a dire in sintesi un modello che ricerca non il “vivere bene”, ma il “ben vivere” (concetti lessicamente simili ma profondamente diversi). La Costituzione inoltre proibisce il latifondo, stabilisce una gestione dell’acqua “pubblica o comunitaria”, prevede l’incremento progressivo dei finanziamenti all’educazione ed alla sanità, riconosce allo Stato “il diritto di amministrare, regolare, controllare e gestire i settori strategici”, tra i quali “l’energia in tutte le sue forme”, le telecomunicazioni, le risorse naturali non rinnovabili, il trasporto, la raffinazione degli idrocarburi, la biodiversità, il patrimonio genetico, vieta la presenza sul suo territorio di basi militari straniere o l´eventuale cessione a forze armate o di sicurezza estere, definisce come obiettivo strategico prioritario il processo di integrazione con i paesi latinoamericani e dei Caraibi. Tra i provvedimenti di Correa una certa risonanza aveva avuto nel nov´08 la decisione di sospendere unilateralmente il pagamento di una parte del debito contratto dai governi anteriori, sulla base dei risultati dell´Auditoria sul debito estero, il lungo lavoro di indagine sul processo di indebitamento dell´Ecuador condotto da un´apposita commissione indipendente costituita nel 2007 e composta anche da rappresentanti dei movimenti sociali. In politica estera Correa ha raccolto consensi per il sostegno ai processi di integrazione latinoamericana, la vicinanza ai Paesi dell’Alba (Alleanza Bolivariana delle Americhe, un consesso sorto soprattutto per iniziativa di Chavez in risposta al famigerato Alca imposto dagli USA) a cui tuttavia l’Ecuador ancora non aderisce, la difesa della dignità nazionale, di cui il presidente ha dato prova soprattutto durante la crisi con la Colombia, del 113 quello di sradicare la miseria e lasciare un Paese più giusto e più equo”. Principale compito del nuovo mandato sarà quindi quello di elevare il livello di vita della popolazione ecuatoriana, nell´educazione, abitazione, impiego, salute, trasporto, offrendo ai 3 milioni di immigrati in vari Paesi (circa il 20% della popolazione), la possibilità di “tornare e di trovare la felicità che sono andati a cercare in altre parti del mondo”. L´altra priorità, come detto, è l’integrazione dei Paesi latinoamericani, mediante l’adozione di misure coordinate non solo in campo economico, stringendo sempre più le relazioni con i governi che condividono l’opzione “dolce” - adattata paese per paese al proprio contesto - verso un “socialismo del XXI secolo”… Ecuador Situazione politica attuale 114 La comparsa di un nuovo fronte progressista in Ecuador a partire dal 2007 ha tracciato una linea divisoria in America Latina, consolidando internazionalmente il nuovo asse e dando gambe al tanto auspicato cambio che nel paese si era manifestato in varie forme negli ultimi 20 anni, senza però soluzioni elettoralmente praticabili e teoricamente coerenti. Rafael Correa è riuscito a colmare un vuoto di rappresentanza per l´allontanamento della gente dalla politica istituzionale, soprattutto di fronte all’incapacità di formulare una proposta alternativa, segnale di una mancanza di un leader carismatico. La ‘notte neoliberale’ non aveva attenuato interamente la resistenza del popolo e le sue aspirazioni di cambio come è successo in Europa, ma aveva indebolito le rappresentazioni sindacali e partitiche classiche, un processo oggi mondiale. L’apparizione di un leader fortemente carismatico che ha approfittato di una sequela di eventi quasi fortuita, è stata facilitata da diversi importanti fattori: la presenza di quadri e di una società civile orientata verso un cambio profondo delle strutture economiche e politiche frutto di anni di lotta, una sensazione di frustrazione molto forte tra la popolazione, soprattutto nei settori medi, causata dal fiasco dei soggetti politici tradizionali. Correa ha impresso un corso qualitativamente distinto rispetto ai predecessori, negli ambiti più svariati. Di fronte alla sesta tappa elettorale della ‘Revolución Ciudadana’ e dopo il rinnovamento della cornice istituzionale attraverso l’approvazione di una nuova Costituzione, è necessario condurre una valutazione precisa della rotta che sta prendendo questo processo. Si sono scatenate controversie per definire con esattezza la natura del governo e il suo orientamento ideologico. Molte istanze progressiste, derivanti da differenti cammini di resistenza, sono state incorporate nell’esperienza ed hanno preso la forma concreta di politiche pubbliche, decreti, articoli costituzionali, leggi, ecc. Questo fatto corrisponde a una novità in Ecuador e costituisce un laboratorio nel mondo intero. Facendo un riassunto di quanto sta avvenendo: in politica ambientale la Costituzione ha stabilito principi che non vigono in nessun altro paese al mondo; nella politica del lavoro, le agenzie di lavoro interinale sono state eliminate e il Presidente ha mantenuto una vicinanza con i lavoratori (ad es. l´approssimazione del valore del salario reale al paniere di riferimento); nelle pari opportunità sono state introdotte le quote femminili nella partecipazione elettorale e varie domande di inclusione e protezione economica per le donne sono oggi realtà; sul tema della sovranità nazionale per un paese che da dieci anni ha adottato il dollaro come propria moneta la storica base nordamericana di Manta sta per essere smantellata, così come ineccepibile è stata l’attitudine mantenuta da Correa nel grave episodio di Angostura (bombardamento colombiano in territorio ecuadoriano, che ha quasi provocato un conflitto tra i due paesi); nella politica indigenista, pur tra i malumori delle organizzazioni indigene nazionali, la nuova Costituzione tutela molteplici diritti culturali a favore delle comunità ancestrali e il governo ha dimostrato la volontà di migliorare le condizioni di vita riconoscendo la discriminazione sofferta nei secoli dai popoli indigeni; in politica economica un nuovo corso è stato aperto, attraverso l´incremento della spesa corrente, la riduzione delle importazioni e la costruzione di un apparato industriale nazionale; il governo è estremamente vigile agli investimenti esteri, negoziando contratti più favorevoli, espellendo le imprese inadempienti e assicurandosi che le iniezioni di capitali siano realmente utili e inserite in un piano nazionale; inoltre il governo ha deciso, con un gesto di grande spessore politico, di sospendere il pagamento della parte illegittima del debito estero dopo una rigorosa verifica; in politica estera si sono cercate alleanze strategiche importanti, dando priorità agli sforzi di integrazione latinoamericana e contribuendo alla sfida per creare un mondo multipolare, economicamente e politicamente; nella politica educativa si è assicurata la copertura dell’educazione fino all´Università, si è incrementato il numero e la professionalità degli insegnanti; in campo sanitario si sono registrate conquiste notevoli verso la garanzia della copertura medica a tutti i cittadini, sono state concesse attenzioni speciali per le malattie terminali e i portatori di handicap; nella politica sociale la costruzione di case ha raggiunto livelli senza precedenti, in un paese dove la maggioranza della popolazione non dispone di abitazione propria. Infine, i grandi progetti di infrastruttura rimasti paralizzati per decenni hanno cominciato a prendere forma: il paese disporrà di centrali idroelettriche, aeroporti, raffinerie, strade. l’interno della maggioranza legate solamente ai nomi, ma non alle idee, fenomeno relativo alla cultura politica dei cosiddetti ‘caudillos’. Qualsiasi movimento o partito intenzionato a portare avanti un cambio sociale e culturale duraturo non può tralasciare la necessità di formare con rigore etico i propri militanti e con valori ideologici di riferimento, la cui assenza corre il rischio di scadere nel qualunquismo. La distanza tra la cittadinanza e la politica è stata evidente, a partire dal ritorno alla democrazia, nell’apparizione di macchine elettorali meschine, pronte a ripartire prebende in tempi di elezioni. Movimiento País ha la possibilità di avvicinarsi alla popolazione e ricreare un vincolo tra politica e cittadini, organizzando eventi culturali, ricreativi e sportivi, promovendo il dibattito e creando centri di coesione sociale. Questo non sarebbe risultato di un semplice calcolo elettorale, bensì un’opportunità per ottenere un feedback dalla popolazione e costituirebbe una forma di aggregazione popolare affine al tipo di cittadinanza che si vuole ottenere. E´ necessario che gli attori sociali schierati con il cambio facciano un fronte comune e appoggino il governo di Rafael Correa, che, per quanto orientato a sinistra, mantiene al suo interno diverse componenti ideologico-politiche. Non è pensabile operare un cambio sociale senza contare con l’appoggio della classe media e di settori imprenditoriali nazionali e stranieri. Le classi popolari non contano con il livello organizzativo e teorico sufficiente per operare una trasformazione immediata della società. L’Ecuador continua ad essere un paese povero che ha bisogno di sviluppo. La priorità maggiore per la popolazione risulta essere la generazione di posti di lavoro, la diffusione dell’educazione, il superamento delle strutture di privilegio e ingiustizia. Distanziarsi da un processo che la maggioranza della popolazione interpreta positivamente per gli effettivi miglioramenti implementati sarebbe un errore madornale, occorre lottare per aumentare gli spazi dall’interno e indicare la necessità di cambi più profondi, diffondendo coscienza sociale. Viaggi missione Nonostante un’agenda così ambiziosa sarebbe stata impensabile non più di tre anni fa, le aspettative generate dalla vittoria hanno creato un grado di impazienza in alcuni settori che non sono riusciti ad accettare che alcuni dei propri obiettivi principali non ottenessero luce verde da parte del governo, o che il corso del processo non fosse abbastanza radicale. All’isterica ma prevedibile reazione dei settori oligarchici, reazionari e liberali, si è sommata la testardaggine postmoderna di alcuni ed il radicalismo settario di altri, creando una divisione in seno alla sinistra ecuatoriana, diminuendo le possibilità di crescita non tanto elettorale, quanto politica del movimento della ‘Revolución Ciudadana’. Per quanto sia vero che in molte aree ci si sarebbe potuti aspettare più coraggio da parte del governo, risulta chiara la mancanza di una visione generale da parte di gruppi che hanno preferito allontanarsi dal processo al non vedere accolta la propria istanza. Il Socialismo del secolo XXI, apparato ideologico ancora in costruzione e punto di riferimento del Presidente Correa, continua a essere un contenitore ancora poco chiaro, ma costituisce uno scheletro importante a cui coloro che aspirano a cambiare le strutture economiche e politiche dovrebbero riferirsi. L’esperienza di governo ha il merito di essere passata dalla retorica alla concretezza del cambio sociale: un salto non indifferente considerando le velleità di coloro che, negli ultimi venti anni, hanno teorizzato una non ben definita ‘autonomia dei movimenti sociali’ e hanno evitato di formulare soluzioni politiche. Sebbene questo possa aver causato una riduzione degli spazi alla base dell’ideologia della democrazia partecipativa di cui si fa portavoce Movimiento País (partito di governo del Presidente Correa), ciò dovrebbe essere inteso con maturità nel contesto delle esigenze della ‘real politik’, dove non tutte le istanze progressiste possono essere approvabili. Il pragmatismo adottato da Correa aiuta il progetto di trasformazione a resistere agli attacchi degli oppositori. C’è bisogno di aprire più spazi possibili di democrazia popolare, dal basso, partecipativa: una sfida affrontata dalla nuova Costituzione, che in pratica difetta ancora di meccanismi oliati e di implementazione. Ciò è comprensibile data la mancanza di esperienza della cittadinanza, per quanto sempre più politicizzata, ma tuttora poco informata e cosciente. L’approfondimento della partecipazione democratica dovrebbe essere presente tra le priorità della legislatura. Allo stesso tempo Correa non ha limitato i rischi di un distacco di alcuni quadri importanti dei settori sociali: di fronte alla mancanza di leader politici di base preparati e formati. Sono intanto saliti sul carro di Movimiento País personaggi politicamente abulici, attratti dai vantaggi materiali che comporta la militanza nel partito di governo. Non è raro trovare anche a importanti livelli persone corrotte, incapaci di comprendere la prospettiva politica del governo e che introducono ideologie e replicano modelli simili a quelli della tanto disprezzata ‘partitocrazia’. Il pericolo è la deformazione dell’identità della ‘Revolución Ciudadana’ o, come nel caso venezuelano, la mancata apparizione di leader di riferimento e la consolidazione di piccole tendenze al- 115 Ecuador Camari 116 Camari è un Sistema Nazionale di Commercializzazione Solidale (senza personalità giuridica propria) sorta nel 1981 come emanazione per la parte commerciale del Grupo Social FEPP (Fondo Ecuadoriano Populorum Progressio), una ONG di matrice cattolica che dal 1970 promuove progetti e pratiche di sviluppo sociale ed economico in tutto il paese. Il FEPP collabora oggi con 1.500 organizzazioni di base, 60.000 famiglie contadine e urbane, indigeni, afro-ecuatoriani, meticci in 52 differenti aree, disponendo di dieci uffici decentrati. La parola “camari” in lingua quechua significa “dono”. Ha sede a Quito, la capitale, è strutturata in comitati, gruppi di coordinamento differenziati a seconda delle attività: commercializzazione di prodotti agricoli, artigianali, gestione amministrativa, attenzione al cliente, sviluppo di progetti sociali, rete distributiva interna. I soci sono circa 240, tra cooperative, associazioni, divisi in 32 coordinamenti provinciali; le famiglie e le organizzazioni di base coinvolte in tutto l´Ecuador sono 1.960. Gli obiettivi principali sono lo sviluppo delle capacità produttive e la commercializzazione dei prodotti agricoli e artigianali, favorendo il rafforzamento delle organizzazioni di base, diminuendo la dipendenza e lo sfruttamento a cui spesso i produttori sono sottomessi, consolidando progetti che siano sostenibili economicamente e rispettosi delle risorse umane e ambientali. Attraverso l´unione, il coordinamento, lo scambio di informazioni, l´acquisizione di migliori conoscenze professionali, l´ottimizzazione dei processi di trasformazione e commercializzazione, i gruppi produttori riescono a rafforzare competenze e competitività, evitando di cadere nei ricatti spesso imposti dagli intermediari. La proposta integrale di Camari, grazie anche alle sinergie con il FEPP, è quella di rafforzare la partecipazione dei soggetti più deboli - piccoli gruppi di area rurale e etnie indigene - con un maggiore protagonismo sul mercato e nella filiera produttiva oltre che a livello sociale. Camari adotta due principali strategie operative: sostegno all´impresa, con rafforzamento della gestione e amministrazione, e indirizzo socio-politico, rivolto alla formazione generale dei produttori per un corretto e più efficace impiego delle risorse. Vengono studiate azioni differenziate per il settore agricolo e quello artigianale, diminuendo il livello di concorrenza interno ed ottenendo un migliore accesso al mercato. Gli obiettivi specifici sono: costituzione di una struttura autonoma propria, incremento del numero di produttori ed aumento delle vendite, promozione della coltivazione biologica e in generale di filiere produttive naturali, anche nell´artigianato, implementazione di pratiche etiche e sostenibili nella produzione e nella vendita. Le linee di azione sono rivolte alla commercializzazione, alla cura di tutte le fasi produttive e logistiche (catalogazione, controllo qualità, packaging, adempimento delle pratiche burocratiche per la vendita interna e per le esportazioni, promozione, forma- zione tecnica). In diverse province dell´Ecuador Camari ha costituito 32 “Centros de Negócio Campesino”, coordinati da cinque uffici decentrati (oficinas regionales), che promuovono l´organizzazione in rete dei produttori, appoggiano il miglioramento in tutte le fasi produttive, l´efficienza gestionale, tutto in una visione e seguendo criteri di economia solidale. In concreto, i Centri si occupano di acquisto, assistenza, vendite al dettaglio e all´ingrosso, export. A tale scopo sono attivi otto “Infocentros” regionali (oltre a quello della sede centrale di Quito e ai cinque degli uffici decentrati), per la formazione del personale alla conoscenza ed all´utilizzo di sistemi informatici, internet, gestione contabile, data base, flussi commerciali, analisi della domanda/offerta, prezzi dei mercati locali, budget, business plan, marketing, etc. Fin dall´inizio della sua storia Camari ha attivato una rete di negozi in varie città del paese, costituendo un sistema centralizzato di gestione dei punti vendita e di sostegno ad altre tiendas non socie. In passato tale attività era più estesa, in seguito ad una ristrutturazione e razionalizzazione delle attività ora sono rimasti attivi cinque punti vendita. Si stipulano accordi diretti con i gruppi produttori, definendo quantità, qualità, data di consegna, prezzo della merce, secondo criteri equi e sostenibili. Inoltre vengono promossi tramite la rete servizi di microcredito, formazione professionale, assistenza tecnica, logistica. Come detto Camari si configura come il braccio commerciale del FEPP, che in quanto istituzione senza fini di lucro non gestisce direttamente la rete di vendita, occupandosi statutariamente di azioni sociali. L´assemblea generale è convocata due volte l´anno, è composta da due delegati del FEPP e dai rappresentanti dei produttori. Il direttivo è composto da due delegati FEPP e sei persone elette dalla base (vicepresidente, sindaco, segretario, tre consiglieri). Un rappresentante di Camari a sua volta fa parte del direttivo del FEPP, che si riunisce ogni due mesi. Inizialmente la priorità individuata era stata quella di concedere crediti ai produttori affinché potessero acquistare le materie prime e i macchinari necessari alla lavorazione. Con il tempo si sono fatti investimenti per migliorare il livello della produzione, il controllo qualità, la formazione interna, oltre a perfezionare strategie di marketing. zioni e valori rituali, regalistica, ceramica, tessili, bigiotteria, legno, oggetti in pasta di sale, cuoio, carta riciclata, ecc. In qualche occasione Camari vende servizi ad altre imprese utilizzando la tecnologia acquisita negli anni, come ad esempio per la classificazione del riso, macinazione di grani, imballaggio, trasporto, esportazione di prodotti per conto terzi Il governo di Rafael Correa, sensibile ai temi dell´economia solidale, sta sostenendo questo progetto mediante gli acquisti pubblici che privilegiano le produzioni di base (riso, fagioli, quinoa, zucchero). Il settore dell´e-commerce, attivato anni fa in rete con altri soggetti del paese, non ha dato i risultati sperati ed è oggi in fase di stallo. Anche il mercato equo andrebbe rafforzato, visto che i contatti sono in massima parte con Italia e Spagna. I contatti con il commercio equo risalgono al 1986: iniziarono con l´esportazione di prodotti artigianali e successivamente, dieci anni dopo, si aggiunsero alimentari. All´interno del paese Camari collabora con il governo, con il PMA (Programma Alimentare Mondiale dell´ONU), con il Comitato internazionale per lo Sviluppo dei Popoli, la Croce Rossa, la Conferenza Episcopale Ecuadoriana, con diversi soggetti (circa 30) di cooperazione internazionale, principalmente italiana. Camari è socio storico di WFTO (ex IFAT), fa parte del RELACC, la principale rete nazionale del commercio equo, ha la certificazione bio per le produzioni di funghi, panela, quinoa, ed ha ottenuto (prima realtà in Ecuador) l´ISO 9001 per la qualità generale legata alla gestione. In collaborazione con il FEPP si occupa di finanza etica svolgendo un’importante ruolo all’interno del proprio paese e ha attivato numerose collaborazioni con i principali operatori europei del settore. Il livello di relazione e di trasparenza è più che buono, dopo anni di turbolenze e continui ricambi interni. Per Libero Mondo si tratta non solo di un partner storico ma l´inizio delle relazioni ha costituito una sorta di “battesimo”, visto che quando ancora operava l´Associazione Tsèdaqua di Bra i primi contatti diretti con i produttori del sud del mondo nel 1991 furono avviati proprio con questa realtà. Viaggi missione I gruppi produttori si trovano in 18 delle attuali 24 province dell´Ecuador, sono strutturati in maniera assai diversa a seconda della zona e delle esigenze specifiche. In alcuni casi il lavoro è svolto presso le famiglie, in altri in comunità, in qualche caso si tratta di mini-imprese. Tale sistema misto permette soprattutto alle donne di badare anche alle incombenze domestiche e di aiutare la famiglia nei lavori agricoli. Nei gruppi artigianali si riscontra una netta prevalenza femminile (80%), a differenza delle realtà agricole (90% di uomini). Alcuni dei gruppi dipendono totalmente per la vendita dal sistema Camari, mentre altri sono più autonomi. I posti di lavoro creati nel tempo con questa impostazione sono stati 250, oggi operano direttamente presso la struttura 40 persone, tra negozi, uffici, logistica (la maggior parte donne, compreso lo staff direttivo, recentemente rinnovato). A tutti i dipendenti è garantito un regolare contratto di lavoro e vengono elargiti benefit legati all´anzianità di servizio, al numero di figli, viene riconosciuta un´assicurazione sul lavoro e il pasto diurno. Consulenti esterni, a volte cooperanti stranieri, si occupano di realizzare studi di mercato, produrre informazioni specialistiche su temi come la formazione del prezzo, il mercato potenziale, la congiuntura economica. Il margine medio applicato da Camari sui prodotti per l´esportazione è del 25-30%, mentre per le vendite nazionali di prodotti agricoli raramente si supera il 6%, altrimenti si pregiudicherebbe la competitività. Nel 2008 c´è stato un utile di circa 100.000 dollari, derivane dall’attività commerciale e – soprattutto - dai progetti di cooperazione, uno dei quali in collaborazione con gli altri soggetti del fair trade nazionale per il mantenimento di un agente commerciale in Spagna. Il fatturato complessivo è di circa 1,5 milioni di dollari ed è generato dalle vendite sul mercato nazionale, ingrosso e dettaglio, e dalle esportazioni. Le vendite all’estero sono rivolte per il 90% a organizzazioni di commercio equo, ma negli ultimi anni hanno subito una contrazione fino a stabilizzarsi su valori vicini ai 500.000 dollari. Considerando le vendite per macro categorie merceologiche si evidenzia che il 73% dell’artigianato (300.000 dollari circa) viene esportato contro solo il 10% degli alimentari che invece vengono venduti prevalentemente sul mercato locale. Per alcuni prodotti alimentari sono sorte anche difficoltà esterne non governabili, dovute a politiche o norme protezionistiche dei paesi occidentali, come nel caso dell´orzo. Oggi nel paese dispongono di cinque succursali con punti vendita, compresa la sede di Quito, dove centinaia di prodotti a marchio Camari o provenienti da altre organizzazioni di commercio equo o da produttori di base locali, vengono distribuiti al pubblico, oltre che proposti a imprese, industrie, supermercati, ospedali, hotel, ecc. La tipologia di prodotti, nel caso degli alimentari, spazia da quelli certificati bio, a materie prime di base, a prodotti trasformati (grani, farine, dolci, confetteria, carni, insaccati, latticini, ortaggi, zucchero, funghi secchi, quinoa, caffè, cioccolato). Nel caso dell´artigianato si promuovono prodotti etnici, di uso quotidiano domestico, oggetti decorativi associati a tradi- 117 Ecuador MCCH 118 E´ una istituzione privata senza fini di lucro, oggi caratterizzata come Fondazione, sorta nel marzo 1985 ad opera delle Comunità Ecclesiali di Base dell´Ecuador. "Maquita Cushunchic Comercializando como Hermanos"(MCCH) significa "diamoci una mano commercializzando come fratelli", ed è scritto in parte in spagnolo e in parte in lingua quechua, in quanto si voleva rappresentare l´unione delle comunità indigene e contadine delle montagne con quelle dei quartieri periferici delle città. Tale slogan, ormai un´icona nel settore, riassume le motivazioni che hanno portato alla costituzione di questa organizzazione. E´ stata concepita in una delle zone più povere della periferia sud di Quito con l´obiettivo di creare una rete comune di commercializzazione di generi alimentari. Con il tempo MCCH ha assunto dimensioni ragguardevoli ed è ramificata in tutto il paese, in 18 delle 24 province (in 11 di queste dispongono di uffici). Per anni sono state mantenute centinaia di piccole e medie organizzazioni di base, ognuna con un punto vendita, le tiendas populares o campesinas. Oggi tale struttura di punti vendita è stata ridimensionata, puntando su altri canali distributivi. Si è cercato di mantenere una modalità partecipativa dei gruppi con assemblee decentrate, che nominano i rappresentanti che partecipano alle assemblee generali. MCCH è una struttura di secondo livello, che si occupa delle attività commerciali, dell´assistenza finanziaria e tecnica ai soci contadini ed artigiani. L´obiettivo principale è la circolazione di beni di prima necessità in un circuito che unisce aree rurali ed urbane, cercando di diminuire il più possibile il rapporto con intermediari e speculatori, rafforzando il potere di negoziazione dei gruppi sui mercati interni ed esteri, in un´ottica di percorso condiviso di autosviluppo. I settori di intervento sono differenziati, dal coordinamento e gestione di spacci popolari alla trasformazione dei prodotti, fondi comunitari per sviluppo di progetti, gruppi di donne, pratica del commercio equo e del turismo responsabile. I rapporti con l´estero risalgono al 1987 e per quanto riguarda il cacao dal 1992 è stato avviato un "Programma Cacao", per venire incontro a numerosi piccoli produttori del campo che cercavano di uscire dalla dipendenza dai coyotes. L´Agroexportadora Maquita (impresa separata ma collegata alla Fondazione) gestisce un magazzino per la raccolta delle fave di cacao e la commercializzazione diretta, oltre all´assistenza tecnica, organizzazione di corsi professionali, informazione costante su prezzi e andamenti di mercato. Esistono centri di raccolta nazionali a Guayaquil e Portoviejo dove si riceve il prodotto dai piccoli produttori, lo si prepara per la vendita e soprattutto si cerca di negoziare condizioni più favorevoli. Il successo di tale iniziativa ha avuto un risultato clamoroso nel 2003-2004, quando l'Agroexportadora Maquita è diventata il primo esportatore del paese di cacao in grani. MCCH, attraverso la formazione permanente, permette di conoscere meglio le regole del mercato, di seguire tutta la filiera del cacao per opporsi alla strategia degli intermediari di speculare sul lavoro dei contadini. Ad esempio è prassi comune tarare in modo scorretto le bilance al momento del peso della merce, e in generale cercare di pagare al minimo la produzione. Grazie al lavoro di MCCH negli ultimi anni i prezzi offerti (non solo ai soci) per la vendita del cacao sono aumentati e si è ottenuto un effetto regolatore del mercato a favore di tutti i piccoli produttori dell´Ecuador. La zona prioritaria di intervento per quanto riguarda la produzione di cacao è quella costiera, in particolare le regioni di Manabi, Los Rios, El Oro, Esmeraldas, Guayas. Dal 1991 è stato inaugurato anche un settore che si occupa di turismo alternativo, per valorizzare e proporre itinerari differenti rispetto alle proposte classiche dei tour operator, per far conoscere le tradizioni e la cultura di questo paese andino, attraverso il contatto diretto con le persone ed i produttori. MCCH è stata la principale organizzazione che ha promosso la nascita del RELACC (Red Latinoamericana de Comercialización Comunitaria), una rete di cooperative e gruppi del continente che si prefigge di attivare spazi comuni di scambio commerciale, tecnico, sociale, politico, culturale. La mission è di lavorare per modificare la struttura e le relazioni economiche nella società, per favorire l´inclusione delle persone più svantaggiate, utilizzando processi equi nella formazione, produzione, commercializzazione, basandosi sui valori dell´economia solidale, ispirandosi - come naturale vista l´origine della struttura - alla promozione umana e cristiana. La figura centrale e il fondatore di MCCH è padre Graziano Mason, un missionario trevigiano di grande personalità che da 35 anni opera in Ecuador. La visione dell´organizzazione, in un piano quinquennale, è di riuscire a migliorare le condizioni sociali ed economiche dei soci, rispettando i principi della socio-economia solidale, mediante il rafforzamento di reti locali autogestite e sistemi produttivi e commerciali equi. L´obiettivo istituzionale è rafforzare le capacità interne, ottimizzando le risorse e diversificando la produzione, controllando tutta la filiera e badando al rispetto dell´equità di genere, etnica, generazionale. MCCH opera secondo principi che orientano il lavoro, oltre che la condotta di persone e organizzazioni che compongono la Fondazione: Assistenza tecnica ai piccoli produttori - vivere una fede liberante che si applica concretamente nella condivisione con gruppi sociali emarginati - praticare una commercializzazione equa, trasparente, onesta - esercitare azioni politiche ma non partitiche - promuovere la partecipazione attiva della popolazione - perseguire una maggiore uguaglianza nelle questioni di genere ed etniche - basarsi sui principi della nonviolenza - rispettare la natura e le radici culturali - considerare la famiglia come un pilastro fondamentale nel percorso organizzativo - stimolare la produzione e consumo naturale, biologico, sano Politica di qualità Esiste da sempre una preoccupazione per giungere a standard di produzione che coniughino qualità e principi etici, curando l´assistenza tecnica ed umana, l´organizzazione efficiente, la ricerca di certificazioni esterne di qualità. In questo momento, dopo anni di continue trasformazioni, oltre ad una rotazione frequente del personale con funzioni direttive, il lavoro della Fondazione è distribuito in 18 delle 24 province dell´Ecuador, nelle regioni della Costa, della Sierra, dell´Oriente, per un totale di 183 organizzazioni di base, corrispondenti a 43.080 famiglie, provenienti principalmente dalle classi sociali più povere. L´approccio è integrale e integratore, partendo dalle necessità concrete della gente per tentare di dare risposte pratiche, che valorizzino le potenzialità e le risorse esistenti. Il centro strategico dell´azione è la priorità data alla "persona", vale a dire subordinare le soluzioni ai vari problemi alle necessità umane (necessità primarie e materiali ma anche autostima, conoscenza reciproca, spiritualità). Le linee operative si ispirano allo sviluppo umano e produttivo, a quello tecnico, al microcredito, all´organizzazione con finalità sociali, alla commercializzazione. MCCH in sintesi si struttura in due macro aree, sociale e commerciale, che agiscono sinergicamente. Metodologia di lavoro con le organizzazioniuzco) Metodologia Si parte da una concezione di sviluppo sostenibile, che ricerca compatibilità economica, sociale, ambientale, in un´ottica di empowerment per arrivare a migliorare le capacità individuali e collettive secondo i principi dell´ESSERE, FARE, DECIDERE. A livello sociale si promuove la partecipazione, l´equità, l´esercizio dei diritti civili, l´uso dolce delle risorse ambientali, un´organizzazione economica efficiente, efficace, competitiva. La politica del lavoro conta con diverse strategie, strumenti di acquisizione di tecnologia produttiva, formazione socioeconomica ed umana, al fine di favorire lo sviluppo delle persone in modo armonico, secondo principi e valori plasmati dalla convivenza e dalla tolleranza, per giungere al miglioramento della qualità di vita individuale ed alla costruzione di una società ispirata alla giustizia e al rispetto delle diversità. Il tutto con una particolare enfasi data ai principi dell´economia solidale, oggi presenti anche nella costituzione del paese. La Fondazione opera ispirandosi a quattro principi: - formazione umana, con piani di sviluppo rivolti alle organizzazioni di base; - rafforzamento socio-organizzativo, che facilita e orienta le singole strutture interne e la forma giuridica di volta in volta prescelta, dando priorità alle reti locali, zonali, provinciali, nazionali che operino in collegamento con altri movimenti della società civile e formino leader popolari con capacità di gestione tecnica, imprenditoriale, politica; - sviluppo produttivo e di servizi, attraverso programmi che migliorino le capacità economiche perseguendo forme di strutture alternative che siano coerenti con i principi etici generali e con l´utilizzo di tecnologie adeguate alla realtà locale; - commercializzazione comunitaria, dove in ogni zona e in base alle caratteristiche di ciascun prodotto vengano implementati processi funzionanti che mantengano valori equi, pur in presenza di strategie di marketing e di volumi produttivi e commerciali competitivi. Viaggi missione MCCH dispone di tre imprese sociali, ciascuna specializzata nello sviluppo di prodotti-servizi in rete: 1) Agroexportadora Maquita: dal 1991 esporta cacao prodotto da piccole organizzazioni contadine che operano in forma associativa. Tale attività ha permesso di posizionarsi sul mercato tra i maggiori esportatori del paese per quantità e qualità, con una discreta resa in termini produttivi, opportunità stabili e distribuzione delle vendite a condizioni vantaggiose. Si è costituita a fine 2009 una nuova impresa, Choco-Export, con MCCH come socio principale, insieme ad altre 5 imprese di secondo livello, per gestire l´esportazione. 2) Comercializadora Maquita: coordina le organizzazioni di trasformazione, agricole, artigianali dei principali prodotti secondo tre macro linee di prodotti: alimenti trasformati, con valore aggiunto in termini di autogestione e sostenibilità e un continuo lavoro di formazione per mantenere standard di alto profilo e certificazioni produt- 119 tive di qualità; artigianato, dal 1989 MCCH ha avviato una rete di talleres artigianali diffusi in varie zone del paese che cercano opportunità di accesso al mercato nazionale ed estero, con l´utilizzo di infrastrutture appropriate; prodotti in area rurale andina, si valorizzano le produzioni di largo consumo e tradizione, connotandosi come una sorta di ponte tra produttori e consumatori 3) Operadora di turismo Maquita Cushunchic: promuove il turismo alternativo, offrendo pacchetti ad alto valore aggiunto sociale, etnico, culturale, ecologico. Raggruppa varie organizzazioni dei differenti ecosistemi dell´Ecuador (Costa, Sierra, Amazzonia) e ricerca anche in questo segmento di mercato la possibilità di garantire a comunità di base le condizioni per poter vivere del proprio lavoro. Attualmente vi sono tre centri con uffici per lo sviluppo di questa attività nelle varie regioni. Ecuador Organizzazione 120 La presenza di MCCH è orientata alla realizzazione di "cicli" di sviluppo che prevedono un periodo di lavoro diretto, intensivo, sistematico che può durare dai 10 ai 15 anni, in modo da raggiungere un livello organizzativo ed economico tale da permettere poi la continuità delle singole esperienze in modo autonomo. A tale scopo sono previste tappe di identificazione, di esecuzione e infine di uscita progressiva dai progetti implementati. Terminato ciascun ciclo la relazione con le strutture di base passa ad essere di consulenza esterna, a seconda di quanto di caso in caso venga identificato come utile, partendo da sei settori considerati strategicamente prioritari: ambientale, partecipativo, genere, principi etici, identità e cultura, generazionale Oltre al cacao, MCCH vanta una ricca gamma di prodotti, quasi tutto ciò, tra alimentari e artigianato, che è possibile sviluppare nel paese con il lavoro delle piccole organizzazioni: marmellate bio, zucchero, funghi, cereali, farine, riso, prodotti trasformati, artigianato in tagua, paglia, balsa, cuoio, ceramica, tessili, ecc. Una delle priorità naturali di MCCH è la ricerca di finanziamenti di supporto alle organizzazioni di base con cui collabora in tutto il paese. Negli anni sono stati numerosi i progetti di appoggio sociale ottenuti grazie a fondi della cooperazione europea, di ONG o importatori equi. Per avere un´idea nel solo 2007 MCCH ha potuto disporre di 2.650.000 dollari per progetti di sviluppo a favore dei propri assistiti, come laboratori per la produzione di marmellate e confetture, rafforzamento organizzativo e commerciale dei gruppi, formazione ai valori solidali per i produttori del cacao, scuole di preparazione professionale e umana nelle comunità contadine, sviluppo di sistemi di controllo della qualità nel campo, promozione dell´agricoltura bio in area rurale, costruzione di case comunali, centri di salute, turismo alternativo, formazione ai valori dell´agroecologia, miglioramento delle tecniche di produzione dell´artigianato. Nel 2007 hanno ricevuto un premio da parte di un´organizzazione USA per i programmi di sviluppo sociale e per la qualità dei prodotti naturali (marmellate, funghi, panela). Ci sono due gruppi di studenti interni al circuito di MCCH che si sono formati in economia solidale. Inizialmente i rapporti tra LiberoMondo e MCCH erano mediati da Camari, poi nel 2007 si è iniziata una collaborazione diretta per l´esportazione del cacao, che è valutata come positiva anche se ci sono stati alcuni episodi iniziali problematici. Con il fair trade MCCH vanta una tradizione antica, praticamente dalla fondazione negli anni ottanta, anche se di fatto solo a partire dal 1993 l´attività ha raggiunto livelli considerevoli, prima tramite Max Havelaar poi autonomamente. Vista la pressante richiesta della base di far crescere le opportunità commerciali la struttura ha iniziato a collaborare anche con traders convenzionali. Per quanto riguarda il cacao stanno esportando 1.300 tonnellate/anno alla Ferrero, nota impresa italiana che di fatto offre a MCCH condizioni molto vantaggiose in alcuni casi anche migliori di quanto previsto come condizione minima dal commercio equo: versa un prefinanziamento pari al 50% del valore dell'ordine e fa donazioni a fondo perduto per il finanziamento di progetti sociali. A livello generale l´elenco dei partner di MCCH è vasto, ed oltre ai compratori finali ed alle ONG vengono mantenute relazioni privilegiate con imprese di trasporto, banche, enti pubblici e privati, clienti, intermediari, ecc. Fa parte dell´Associazione di esportatori di cacao dell´Ecuador (Anecacao), che riunisce una trentina di imprese tra cui la NestléEcuador… La struttura organizzativa di MCCH, risultato di decenni di sperimentazioni, cambiamenti, aggiustamenti è basata su una politica gestionale sinergica, che si sviluppa con metodologia dinamica per rispondere alle varie richieste, con livelli differenti a seconda delle funzioni di responsabilità. L´organigramma è un sistema di processi intercomunicanti con un nucleo centrale di direzione e orientamento per la realizzazione degli obiettivi istituzionali. Tale spazio è il Direttivo, composto da Presidente (Graziano Mason), direttore e vice (dopo diversi tentativi di affidare tali responsabilità a tecnici o manager esterni ora si preferisce scegliere quadri interni, spesso missionari/e, come nel caso della direttrice, hermana Maria Jesús Perez, e della vice Luz Maria Cuadrado). L´Assemblea generale è formata dai leader delle organizzazioni di base e ha il compito di valutare quanto fatto e stabilire le priorità future. Si svolge di solito nell´ultimo trimestre dell´anno. MCCH si avvale anche di consulenze esterne, specie nel settore giuridico, per definire linee di azione fondamentali in un quadro legale di riferimento. Nell´esecuzione delle strategie sono stati identificati tre settori di azione: - strategico: sono i programmi e le analisi di sviluppo a lungo termine, che definiscono le politiche aziendali; oltre all´equipe di direzione partecipano anche i settori finanze, progetti, marketing e i singoli responsabili di settore; - produttivo: si tratta dei processi dove la priorità è la soddisfazione del cliente e il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori; sono coinvolti i coordinamenti provinciali, i settori di mercato, logistica, operazioni; in particolare i coordinamenti provinciali dispongono di tecnici specializzati in ciascuno degli assi portanti di attività; - funzionale: sono gli ambiti interni a MCCH di supporto ai settori strategico e produttivo; un ruolo importante lo gioca il settore contabile e di amministrazione interna, sia per il rispetto delle leggi sia per il sostegno alle singole iniziative produttive; inoltre sono coinvolti i settori di sviluppo umano, sistemi informatici, servizi generali per l´ottimizzazione delle risorse ed una sufficiente circolazione delle informazioni. MCCH persegue da sempre una politica interna di spirito di squadra e di interazione tra i diversi settori, che condividono innanzitutto principi e missione. Tale impostazione prevede una presenza forte in tutte le istanze decisionali delle figure carismatiche che hanno fatto la storia dell´organizzazione. Anche per tale motivo in passato diversi quadri e figure di direzione se ne sono andati o sono stati rimossi, in quanto legati ad un´impostazione più aziendale, con ruoli e competenze definite. Le istanze interne principali sono le seguenti: - Assemblea dei soci, due volte l´anno; - Direttivo, ogni tre mesi e comunque tutte le volte che sia necessario; - Comitato Esecutivo, riunioni mensili con tutti i responsabili delle diverse aree e linee commerciali; - incontri periodici con tutti i lavoratori per rafforzare lo spirito di gruppo ed informare sui risultati ottenuti, oltre alla celebrazione mensile dell´eucarestia. In MCCH operano complessivamente 117 lavoratori, cui si aggiungono un certo numero di stagisti e volontari, a volte stranieri, che si alternano ed il cui numero è variabile. Raccolta del cacao Logistica La sede di MCCH è situata in una grande palazzina nella periferia sud di Quito (zona dove si trova la parrocchia di Graziano Mason), e dispone di cinque installazioni che funzionano da uffici, magazzini, show-room, laboratori produttivi. Ogni spazio dispone di servizi di base come luce, acqua, telefono, connessione internet, in spazi luminosi, puliti, ordinati. Nella parte esterna ci sono giardini, alberi, piante ornamentali. Qualunque sia la zona e il tipo di occupazione MCCH cerca di dare ai lavoratori gli strumenti di cui hanno bisogno in modo che il lavoro sia realizzato al meglio possibile, in un ambiente sano. Ogni sede provinciale dispone di uffici che mantengono contatti quotidiani con la centrale di Quito. Nei centros de acopio (centri di raccolta) o nelle fincas si dispone di uffici, sale, magazzini, settori per il seccaggio dei prodotti, a volte anche giardini e parcheggi. Nel caso della zona di produzione del cacao, situata alla "Pepa de Oro" a Vinces, nella provincia de Los Rios, oltre a quanto già descritto, ci si propone di cercare nicchie di mercato, adatte al livello dei diversi prodotti di base, di ridurre i costi della filiera e di incrementare la produttività, di adottare tecnologie appropriate a questa tipologia agricola, di favorire il lavoro collettivo delle varie comunità, di trovare soluzioni architettoniche ed ambientali per contenere gli effetti devastanti di catastrofi naturali come El Niño. Cacao world… Viaggi missione Il settore del cacao, secondo una stima fatta a gennaio 2009 dal dirigente incaricato, coinvolge circa 8.000 cacaoteros organizzati in 120 piccole associazioni e cooperative autonome. La maggioranza è strutturata in associazioni, mentre pochi sono i produttori individuali, che non hanno diritto ai benefits previsti da MCCH (formazione, mezzi di trasporto, vivai con piante nuove, microcredito a interessi bassi). Negli uffici di Guayaquil lavorano 20 persone: il dirigente, la contabilità, agronomi e tecnici agricoli, personale di supporto (addetti al peso, al ricevimento del cacao, al controllo dei parametri tecnici, al carico e scarico della merce, guardie, autista, fattorino). Ogni centro di raccolta dispone di un coordinatore, contabile, guardie. I lavoratori hanno regolare contratto di lavoro controfirmato dalle autorità competenti secondo modalità diverse: contratti a tempo indeterminato, a tempo fisso con paga oraria, a progetto, ecc. Tutti dispongono di previdenza, assicurazione. Ogni figura direttiva risponde ad un profilo funzionale con una descrizione dettagliata di responsabilità, funzioni, personale da gestire e ruolo direttivo da cui dipendere. In Ecuador in generale i livelli salariali sono assai differenziati, specie nel terzo settore. MCCH ha commissionato ad un ente di consulenza uno studio accurato ed il risultato emerso è che la media degli stipendi pagati è del 30% più alto di quanto si riscontra in analoghi settori. Inoltre la Fondazione offre ai propri lavoratori altri benefits, non previsti dalla legislazione, come un fondo solidale in caso di emergenze dimostrabili, un sussidio di anzianità o familiare, un bonus di produttività in base al raggiungi- 121 mento dei risultati, un´assicurazione sulla vita ed una privata di tipo sanitario, l´offerta di acquisti a prezzi scontati di prodotti di base e di quanto venduto internamente, oltre al microcredito a tassi favorevoli (3-4% annuo). L´inflazione nel paese è attualmente al 10% annuo e il paniere dei prodotti di base è di 350-400 dollari mensili. I contadini produttori del cacao del campo guadagnano mediamente oltre 200 dollari mensili, non molto ma comunque il doppio della media dei campesinos del settore. Le fave di cacao vengono pagate 105 dollari/quintale di libbra, cioè 100 libbre che corrispondono a circa 45 kg. Tale valore va tutto al produttore meno due dollari/quintale di libbra che sono destinati al centro di raccolta. Circa 10 US$/quintale di libbra servono per le spese, alcuni produttori si servono anche di braccianti pagati 10 dollari al giorno. Per le regole stabilite da MCCH i piccoli produttori devono avere appezzamenti tra 1 e 3 ettari. Spesso esiste in area rurale una tale dipendenza dagli intermediari e ingenuità da ritenersi grati verso i "chulqueros" (usurai) che ogni anno ipotecano l´acquisto del raccolto, anche se spesso pagano meno della metà del valore di mercato del cacao. Ora ogni mattina si può ascoltare alla radio il prezzo e la quotazione che Maquita offre ai produttori. Va comunque detto che MCCH in alcuni casi, quando non è in grado di onorare gli impegni presi con grossi compratori a causa di un raccolto inferiore al previsto, compra parte del cacao dai commercianti, pur selezionati e a prezzo concordato. Nonostante gli sforzi in ambito locale la quotazione dipende dalle borse di Londra e New York, dove la speculazione sui contratti futures muove fino a dieci volte tanto il volume fisico del cacao effettivamente trattato (il valore al momento della visita era di 2.300 US$/ton, contro i 2.750 dollari dell´anno precedente). Ciò nonostante non si sottrae al "gioco" dei futures tenendo d´occhio gli andamenti, visto che i brokers pagano subito, alla presentazione dei documenti di export dopo circa una settimana (quindi con tempi di pagamento più brevi di quanto può avvenire nel- l'ambito del fair trade). Ogni centro di raccolta dovrebbe essere autosostenibile e produrre un utile di 5-6 dollari per ogni 100 libbre. Si calcola in media che solo il 5% del costo finale di una tavoletta di cioccolato finisca nelle tasche del cacaotero, quindi il vero business lo fanno le industrie di lavorazione del cioccolato. La materia prima è la pianta, vale a dire la Theobroma Cacao, originaria delle aree andine della conca amazzonica. Attualmente è in atto una politica di riforestazione e di semina di cacao nazionale, anche se ormai molto diffusi sono cloni. MCCH lavora per la valorizzazione del cacao nazionale fino e di aroma, per le proprietà organolettiche, per l´affermazione del valore aggiunto ecuatoriano, oltre che per le qualità intrinseche del prodotto. Il cacao è disponibile tutto l´anno, anche perché sviluppandosi in regioni estese permette di compensare localmente eventuali difficoltà legate a variazioni di clima. In Ecuador in generale non esiste una cultura di consumo di cioccolato, nonostante la rigidità climatica di alcune zone andine. Trattandosi di un prodotto ad alto valore energetico la maggior parte della popolazione, che si trova in aree temperate, non ha sviluppato la pratica dell´utilizzo del cioccolato. Il cacao appartiene alla famiglia botanica delle Sterculiacee, è originario dell'America Centrale ed è coltivato in varie regioni a clima caldo umido. E´ una specie prettamente tropicale, cresce tra i 20º di latitudine nord e sud, le condizioni climatiche ideali sono comprese tra 25 e 32 gradi, con precipitazioni abbondanti e regolari, assenza di sole eccessivo e poco vento. I terreni devono essere profondi, freschi, poco argillosi. L´habitat ideale è quello d´ombra, meglio se con la presenza del banano. La pianta è alta dai 6 agli 8 metri, cresce velocemente, strutturandosi in 3-5 branche che ramificano molto e formano una densa chioma. Le varietà coltivate vengono potate e tenute ad un´altezza di 5-6 metri. Dal secondo anno la pianta entra in fioritura, dal quarto inizia a fruttificare regolarmente. E´ una spe- Ecuador Foto di gruppo con padre Mason 122 Cabossa aperta zia la fermentazione che determina la qualità del cioccolato come prodotto finale. Si tratta di un lavoro soprattutto maschile, in genere è troppo faticoso per donne e giovani, che in qualche caso aiutano per funzioni collaterali come la pulizia della cabossa o la gestione contabile. La produzione dopo essere stata stoccata nei centri di raccolta locali è portata dai contadini alla struttura centrale di riferimento, dove viene pesata e classificata. Si paga il prezzo concordato per la settimana emettendo regolare fattura, con indicati dati come l´umidità ed altri parametri. MCCH fornisce ai produttori assistenza e formazione agricola, oltre che amministrativa. Il cacao viene lasciato seccare al sole, in caso di pioggia si utilizza un seccatore a gas, che tratta il prodotto per il tempo necessario, in questa fase si sviluppa il caratteristico aroma di cioccolato e diminuisce la parte amara (la temperatura deve stare al di sotto dei 50 gradi). Dopo circa due settimane si effettua la cernita, ripulitura, stoccaggio e confezionamento in sacchi di juta (costales) da 69 kg. e si invia tutto al porto di Guayaquil, per l´invio a clienti o mercati di destino. Nei centri di raccolta sono stati installati dei programmi informatici in cui vengono registrate le operazioni ed i pagamenti ai singoli produttori. In caso di valori alti di umidità i sacchi vengono separati e inviati a Guayaquil per una nuova fase di seccatura. Se invece la fermentazione del cacao è più alta di quanto concordato viene apportata una riduzione del prezzo al contadino. I centri di raccolta ricevono un prefinanziamento dall´Agroexportadora, ma pagano i soci solo alla consegna, in quanto si è valutato che sarebbe troppo alto il rischio di non ricevere nulla se si pagasse in anticipo. Ogni 15 giorni circa vengono in zona per verifiche e aggiornamenti anche i principali "boss" di MCCH. In Italia il cacao importato da LiberoMondo viene inviato all´ICAM di Lecco, che effettua direttamente la torrefazione: le fave sono selezionate, tostate, sgusciate, macinate, fino ad ottenere la massa/pasta di cacao, che è la base per le lavorazioni del cioccolato. Si effettua ancora l´operazione di potassatura, per neutralizzare gli acidi, e "spremuta" per ottenere il burro di cacao e in polvere, grasso o magro. Nel 2008 sono state prodotte 3.700 tonnellate di cacao, incluso il segmento organico (20-25%), certificato da EcoCert. In generale in Ecuador si producono oltre 100.000 tonnellate di cacao, di cui il 70% coltivato da piccoli produttori (75% cacao fino, 25% cacao tradizionale; il 75% di tutta la produzione è biologico, anche se spesso non certificato). Il paese è il primo produttore mondiale di cacao fino di aroma, con circa il 67% del totale. Si esporta il 55% della produzione in Europa, il 35% negli USA e il 10% nel resto del mondo. Nell´area di produzione di quanto esportato a LM sono seminati circa 58.750 ettari a cacao, ed altri 48.000 consorziati con altre coltivazioni (banane, caffè, agrumi, mais, ecc.) e si totalizza il 23% della produzione nazionale, di solito della migliore qualità (fino di aroma), divisi in 13.717 UPAS (Unidades Productivas Agrícolas). Dopo l´exploit del 2004 (primi esportatori di cacao del paese), ancora oggi MCCH è tra i primi cinque. Si calcola che circa 100.000 famiglie lavorino in questa attività in Ecuador, per un totale stimato di Viaggi missione cie cauliflora, cioè fiorisce direttamente sul fusto e sui rami principali. Il frutto, botanicamente una cabosside, ha la forma di un melone, raggiunge fino a 25 cm. di lunghezza e pesa 500-600 gr. Il colore varia con la maturazione, dal verde-giallo al rosso porpora al viola. Ogni cabosside contiene tra i 40-50 semi, piatti, tondeggianti, lunghi 3 cm. circa, avvolti da una polpa bianca. Dal punto di vista commerciale, esistono tre specie differenti di cacao, denominate rispettivamente criollo, forastero e trinitario. Il primo ha semi tondeggianti, che danno un cacao delicato e aromatico, il secondo fornisce un prodotto con aroma marcato, utilizzato nella preparazione degli amari, l'ultimo è un incrocio tra criollo e forastero. Messico, Brasile, Colombia, Ecuador, Costa d'Avorio, Ghana, Nigeria, Camerun, Malesia sono i principali produttori mondiali. Il cioccolato è un alimento ricchissimo di carboidrati, che costituiscono la frazione principale (circa il 64%), di grassi (22%), proteine (6%). Tra i sali minerali (4% circa), vanno segnalati soprattutto il magnesio, potassio, fosforo, ferro, calcio. Tra i principi attivi presenti in misura significativa, la teobromina, la caffeina, la guanina, alcuni composti della serie dei tannini e vitamine del gruppo B. La teobromina, in particolare, ha attività vasodilatatrice e diuretica, agisce come eccitante muscolare. 100 grammi di cioccolato forniscono 542 calorie. Una tazza di buon cioccolato ne fornisce 190 circa. Il cioccolato fondente ha il pregio di contenere poco colesterolo. L´attenzione all´ambiente è uno dei principi fondanti l´attività di MCCH e si evince dalla formazione effettuata sul campo affinché i produttori sviluppino pratiche naturali organiche e utilizzino concimi biologici (in particolare escrementi di gallina). Nelle varie piantagioni l´uso diffuso di principi di coltura bio favorisce la produttività, abbatte i costi di produzione, considerando che quasi sempre si utilizzano materiali originari delle stesse "fincas" (terreno di proprietà del contadino). Si cerca inoltre di trattare in maniera adeguata i residui solidi e si provvede a riciclare e rivendere (5 US$/sacco) gli scarti del cacao e la pula del riso, anch´essi utilizzati come concime. La raccolta dei produttori collegati a MCCH è manuale, in modo da non danneggiare la pianta e garantire le successive fruttificazioni. Il frutto viene staccato e aperto delicatamente, si estraggono i semi, avvolti in una sottile pellicola biancastra. Da qui ini- 123 600.000 persone coinvolte. La produzione dei gruppi seguiti da MCCH è di mediamente 5-6 quintali di cacao per ettaro, bassa rispetto alla media nazionale (15 quintali per ettaro), anche perché in qualche caso si tratta di piante un po' vecchie che necessitano di trattamenti specifici adeguati. Nel solo settore del cacao le vendite del 2008 di MCCH sono state di oltre 6 milioni di dollari, di cui il 15% nel mercato nazionale e l´85% per l´esportazione (il 22% al fair trade). La media mensile di export di MCCH è di 600 tonnellate metriche. Quasi il 50% delle vendite va alla Ferrero, il resto transita anche tramite brokers internazionali. Non si applicano le quotazioni FLO, sia perché il prezzo del cacao fluttua diverse volte durante l´anno sia perché MCCH poco esporta al fair trade. I produttori individuali ricevono un valore inferiore (95 dollari/quintal invece dei 105 previsti per le associazioni ed i gruppi). L´Agroexportadora deve versare alla Fondazione un corrispettivo pari al 10-15% delle vendite annuali (nel 2008 circa 60.000 US$) L´incontro a Quito con gli uffici centrali e le massime cariche di MCCH è stato cordiale e aperto, più difficile, almeno inizialmente, quello con il gerente dell´Agroexportadora del cacao (proveniente dal profit, con un curriculum sorprendente, essendo stato prima funzionario della Nestlè, poi responsabile dell´export in una multinazionale del settore bananero, mentre ora lavora da 13 anni a MCCH), come se il contatto fosse non prioritario, visti i bassi volumi di acquisto di LiberoMondo. Come si ascolta talvolta nel mondo dell´economia solidale, MCCH come l´Agroexportadora non godono sempre di… buona stampa nel fair trade locale e internazionale. Comunque va detto che è stato compiuto un percorso di valorizzazione di piccole organizzazioni contadine, visto che all´inizio del lavoro con il cacao si puntava a imprese tradizionali (attualmente la percentuale di prodotto consegnato da piccoli produttori è del 60%). Ecuador Essicazione del cacao 124 Fundaciòn Chankuap La Fundación Chankuap "Risorse per il Futuro" è un organizzazione non governativa del SudEst dell’Ecuador, nata nel 1996, che lavora con gli indigeni delle popolazioni Achuar, Shuar e i coloni meticci nella regione amazzonica vicino alla frontiera con il Perù. La strategia operativa è l´ideale continuazione delle attività produttivo-economiche iniziate nel 2002 con l´obiettivo di ottenere un significativo valore aggiunto per le produzioni indigene delle Province ecuatoriane di Morona Santiago e Pastaza, a favore delle comunità che si trovano dietro la Cordillera del Kutukú (accessibile solo via aerea), nel Cantón Taisha e nella zona del Valle del Upano, Cantón Morona (collegata attraverso strade, pur precarie). Si tratta di una regione povera, con grandi disuguaglianze economiche e sociali, con scarse vie di comunicazione, un´area di circa 600 mila ettari ricoperta per l´87% da foreste tropicali e con una ricca biodiversità. Chankuap è impegnata a fornire servizi utili allo sviluppo sociale integrale e sostenibile nella regione amazzonica e cerca di valorizzare le potenzialità dei gruppi più vulnerabili, rispettandone l’identità e stimolando l’autogestione e la solidarietà. Gli interventi si fondano su tre direttrici principali: formazione di alto livello per gli studenti indigeni sulla valorizzazione delle risorse naturali, ricerca scientifica sulla biodiversità vegetale, elaborazione di prodotti trasformati ad alto valore aggiunto. I gruppi producono soprattutto olii essenziali di varie specie, tra cui i più caratteristici sono l´ishpink (cannella nativa), lo zenzero e un particolare olio vegetale di una palma autoctona: l'ungurahua. In tutto sono coinvolte nei progetti produttivi circa 1.350 persone e 67 gruppi di base delle differenti etnie indigene (315 famiglie Achuar, 37 del gruppo Kurinúa, 328 Shuar, oltre a 157 famiglie di coloni meticci delle aree urbane). Lo strumento organizzativo interno principale di gestione delle attività sono i Gruppi Solidali di Lavoro (GST), che provvedono a pianificare le diverse attività gestite dai gruppi di produttori. La Fundación Chankuap sorge all´interno del mondo missionario cattolico, in particolare dei Salesiani, che operano prevalentemente nel territorio degli indios Achuar. La Fundación è stata ideata per sostenere le attività produttive collegate al lavoro della missione, con una particolare attenzione alla formazione ed alla specializzazione tecnica, con l´obiettivo di sviluppare le comunità coinvolte. I membri attuali (soci) della Fondazione sono tre salesiani presenti nell´area da 35 anni, che lavorano con Shuar ed Achuar, mentre gli altri soci sono laici, anch´essi con una lunga esperienza con gli indios. Il lavoro con le comunità é iniziato con il recupero delle sementi autoctone, la riforestazione e arricchimento delle foreste, la produzione per l´autoconsumo, la commercializzazione dell´eccedente. Inizialmente la vendita era unicamente di materia prima, fattore che economicamente rendeva poco della foresta e le teorie conservazioniste di alcuni studiosi: proteggere l´ambiente senza rinunciare a produrre e vivere dei frutti del proprio lavoro, integrando differenti produzioni per un´economia alternativa. Tutto è iniziato nel 1996 grazie all’azione di un missionario salesiano italiano, morto nel 2006, in accordo con la Federazione delle Nazioni Indigene dell’Ecuador, una potente organizzazione con cui deve confrontarsi chiunque in Ecuador abbia a che fare con gli indios. Oggi il presidente della Fondazione Chankuap è un altro salesiano italiano. I missionari vivono nella casa di Sevilla, un piccolo sobborgo a pochi chilometri da Macas, dove si trovano anche le suore e i novizi indigeni (che raramente arrivano ad ordinarsi sacerdoti, in quanto la cultura Shuar mal tollera il celibato, pur non prevedendo la poligamia come nel caso degli Achuar). Qualche polemica interna, sia nel contesto locale sia con le comunità indigene, esiste a causa della grande estensione di proprietà terriere di cui godono i salesiani. All’epoca dell’inizio del progetto la regione era afflitta da una profonda emigrazione verso USA ed Europa (un problema endemico nel paese e in tutta la zona andina), anche per l’isolamento geografico ed economico della provincia, una delle più periferiche dell’Ecuador. Nonostante le distanze non siano grandi come nel caso dei giganti del continente come Brasile o Argentina, i tempi di percorrenza terrestri sono comunque lunghi e faticosi, a causa dei trasporti precari e dei rilievi presenti nel del territorio. Inizialmente il lavoro sulla produzione fu finanziato grazie all’appoggio della cooperazione canadese, che si era occupata della realizzazione di strade, radio comunitarie per le comunicazioni tra i villaggi, seccatori per i prodotti e del recupero di specie vegetali native. Il nome Chankuap riprende quello di un fiume della regione, vicino alle missioni dove inizial- Viaggi missione sostenibile l´attività. In una seconda fase sono stati avviati dei processi di trasformazione, ottenendo margini di utile che potessero garantire alle famiglie maggiore sostenibilità per le loro produzioni. Nel 2002 sono iniziate le sperimentazioni delle prime distillazioni di piante aromatiche e medicinali locali. L´esperimento faceva parte di un piano di ricerca di risorse naturali per lo sviluppo di filiere di oli essenziali, spezie, infusi arrivando a prodotti ad alto valore aggiunto, basso peso e volume, facilmente trasportabili a costi contenuti. I gruppi sono dislocati all’interno della foresta e il trasporto dei prodotti avviene per mezzo di piccoli aerei, fatto che rende troppo esosa la commercializzazione dei prodotti agricoli tradizionali che risultano così essere troppo cari. I canali commerciali prioritari individuati sono stati il fair trade, il mercato locale e nazionale. Nel corso degli anni la Fundación Chankuap ha stretto relazioni con l´ONG italiana VIS, l´Università Politécnica Salesiana (UPS) di Quito, le Facoltà di Chimica delle Università di Ferrara e Pavia. Un´equipe di cooperanti e personale accademico ha formato un gruppo di esperti nella valorizzazione delle risorse naturali per lo sviluppo di prodotti naturali, fitoterapici, cosmetici. Grazie a tali collaborazioni è stata lanciata nel 2007 un’innovatrice linea di cosmetici i cui ingredienti principali sono olii essenziali di alta qualità. Ikiam, Alma Amazónica, è una linea di 23 prodotti tra cui si trovano saponi liquidi, olii per massaggi, creme nutritive e multivitaminiche per le mani, i capelli e il corpo, body splash (lozioni per il corpo), shampoo, repellenti, ottenuti dalla trasformazione di olii essenziali di agrumi (lime, arancia, mandarino), erbe come l´erba luisa, fiori come l´ishpink (simile alla cannella), piante come l´ungurahua (il frutto di una palma), radici come lo zenzero e la cúrcuma. Si tratta del risultato più concreto degli interventi di cooperazione del VIS in Ecuador a favore degli indigeni Achuar e Shuar, ai quali è stata offerta formazione tecnica, valorizzando le capacità di produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della foresta. Ikiam (“foresta”, in lingua Achuar) è stata presentata prima a Macas, capitale della provincia, e poi a Quito, dando il via alla commercializzazione nel mercato nazionale. Si stanno effettuando promozioni e test commerciali in diverse città dell´Ecuador dove esiste un potenziale di mercato per posizionare questa nuovo marchio. Si sono sviluppate anche formule per ottenere saponi solidi per l´export e prodotti fitofarmaceutici per il mercato nazionale, come sciroppi, gel analgesici. Due tecnici della Fundación sono stati formati sulle tecniche di produzione e 12 promotori indigeni sono stati formati nelle tecniche di distillazione, in modo da poter compiere questa lavorazione direttamente nelle aree rurali. Il progetto in forma generale cerca di stabilire una relazione sana tra uomo e territorio, a partire dalle risorse delle terre amazzoniche, producendo e trasformando secondo modalità che integrano saperi e culture, valorizzando le risorse delle popolazioni indigene, le piante medicinali, i frutti della chacra (l´orto Achuar). Le popolazioni della regione stanno cercando una terza via tra l´azione predatoria ed “energivora” dello sfruttamento selvaggio 125 mente operava il fondatore, nell´area della Cordillera del trans-Kutukú. Chankuap lavora in rete con gli altri soggetti del “comercio justo” del paese, Camari ed MCCH soprattutto. Era uno dei promotori della Red del Comercio Electronico ma gli scarsi risultati finora ottenuti hanno ridotto questo filone di attività. La Fondazione dispone di un sito internet dove è possibile tra l´altro effettuare gli ordini. La commercializzazione verso l’Europa è iniziata con l’export di arachidi, recuperando un’attività tradizionale che stava perdendosi in zona. Esiste anche un settore dedito alla produzione di artigianato e bigiotteria, sviluppato dalle donne indigene. Un importante valore aggiunto, sia per la linea dei cosmetici che dei prodotti fitoterapici, è l´essere in grado di realizzare i prodotti finiti in loco, esperienza pressoché unica per questa tipologia di articoli, perlomeno nell’ambito del commercio equo. La produzione è agroecologica, rivolta all’autoconsumo ed alla vendita. Le aree di produzione sono piccole (30x40 mt. in media), nel rispetto della preservazione della foresta. La Fundación offre agli indios strumenti, stivali, machete, pale, formazione tecnica, microcredito, installazione di seccatori e piccoli macchinari per la prima lavorazione sul campo. Per salire sugli alberi della foresta viene usato un antico e pratico sistema a “bicicletta” (corde metalliche legate ai piedi, simili a quanto fanno i Maya dello Yucatan del Chicle e gli indios brasiliani con le noci dell’Amazzonia), che consente di arrampicarsi agilmente sulle palme per raccogliere i cocchi, ma senza rovinare la pianta. Ecuador Contesto geografico e culturale 126 Gli indios presenti nella Provincia di Morona Santiago (il paese è diviso amministrativamente in 24 Province) sono circa 80.000 (8.000 nell’area del progetto). In passato erano soprattutto raccoglitori, ora hanno molti contatti e partnership con organizzazioni di appoggio, principalmente missioni e ONG straniere. Molti non parlano spagnolo. Le lingue Shuar e Achuar hanno parecchie somiglianze, provenendo da una radice comune, che si è andata differenziando nel tempo in seguito a divisioni e conflitti. Le due popolazioni si trovano ora separate anche geograficamente da fiumi e rilievi. I villaggi sono sparsi, oltre che nella provincia di Morona Santiago, nella confinante provincia di Pastaza ed anche in Perù, con il quale fin dal 1942 è in corso una disputa sulla definizione dei confini tra i due paesi nella zona Amazzonica sud orientale, “provvisoriamente” (da 60 anni…) demarcata dal trattato di Rio de Janeiro. La Provincia di Morona Santiago vive una fase di recessione, con poche risorse nell´allevamento e nell’agricoltura, con scarsi sbocchi di mercato, anche a causa delle precarie vie di comunicazione. La zona è invasa da prodotti di contrabbando che giungono dal vicino Perù, disponibili a prezzi stracciati. Macas, la capitale della provincia, è situata a 1.100 metri sul livello del mare ed ha circa 13.000 abitanti. Nelle aree indigene non esistono strade, ci si muove a piedi o con piccoli aerei, l’accesso e la logistica sono molto precari, si potrebbe dire che ci si trova in presenza di regioni e difficoltà d’altri tempi... Esiste da anni un progetto per sviluppare un sistema più razionale di trasporto fluviale, adeguato alla zona. La regione indigena oggetto del progetto (parte bassa del Rio Pastaza, nell’Oriente della zona orientale dell’Ecuador) ha fama, nel paese e all’estero, di essere zona “selvaggia”, anche per i miti diffusi da agenzie di viaggi e guide turistiche sulle pratiche di riduzione dei crani che le culture indigene praticano da sempre. A conferma si segnala un episodio recente, quando alcuni anni fa una coppia di turisti italiani entrata clandestinamente nell’area alla ricerca di sciamani, è stata decapitata… La pratica era utilizzata in passato nelle guerre interne, quando si mostravano come trofei i crani dei nemici, ridotti di un terzo. Gli Achuar sono 20.000 in Ecuador, gli Shuar circa 50.000. Per entrare nelle comunità è necessario un permesso, non viene vista con simpatia l’entrata di estranei, specie dei gringos. La Fundación Chankuap opera prevalentemente con l’etnia Achuar, ma per sviluppare i progetti deve firmare accordi di cooperazione con la NAE (Nacionalidad Achuar Ecuador), organizzazione che rappresenta ufficialmente gli Achuar. La NAE è composta da nove organizzazioni, 5 a Morona Santiago e 4 a Pastaza, ogni associazione è divisa in centri (al momento sono 64), ha un proprio consiglio di governo, coordina diversi progetti raggruppati in Assi di lavoro: educazione, salute, ordinamento territoriale, produzione, legalizzazione. Delle 46 comunità Achuar sono 28 quelle contemplate nelle attività della linea Ikiam, mentre all’inizio erano solo 4. Si è dovuta vincere parecchia diffidenza, qualcuno sosteneva anche che Chankuap fosse una strategia di penetrazione nelle comunità indigene ideata dalle multinazionali del petrolio. Ogni comunità dispone di proprie strutture organizzative interne, a partire da una specie di capo villaggio detto Sindico, eletto ogni due anni (cariche Luigi Eusebi (a sinistra) durante la visita al progetto Organizzazione e funzionamento I progetti sviluppati sono stati resi possibili grazie al sostegno finanziario di numerosi donatori, fra cui il Ministero degli Affari Esteri e la Conferenza Episcopale Italiana, e all’apporto di cooperanti in loco del VIS. Esiste una partnership storica con le Università di Ferrara e di Pavia per le analisi dei prodotti e le ricerche su qualità e proprietà delle materie prime. In particolare si sta lavorando sulle arachidi, che negli ultimi anni hanno presentato problemi di qualità. Per la distribuzione dei prodotti a livello nazionale Chankuap usufruisce della rete dei negozi di Camari, MCCH, Gruppo Salinas, Sinchi Sacha, oltre a partecipare a fiere locali e forum sull´economia solidale. A livello di struttura esiste un’Assemblea Generale della Fondazione che si riunisce una volta all’anno e un Direttivo di sei persone. Internamente la Fondazione si è strutturata in sette aree, ciascuna con un responsabile: amministrazione, produzione, risorse naturali, trasformazione, commercializzazione, educazione, salute. Per poter eseguire i progetti nelle aree indigene (assistenza tecnica in area agricola, trattamento delle risorse della foresta, microcredito, vendita) sono stati fir- Viaggi missione introdotte dopo l’arrivo dei missionari, in quanto non appartenenti alla tradizione). I Sindicos sono di solito giovani che hanno studiato e maneggiano con relativa disinvoltura il know-how dei bianchi. Nelle comunità esiste anche un direttivo e un presidente. La NAE a sua volta è membro di una confederazione indigena nazionale, la CONAIE (Confederazione delle Popolazioni Indigene del´Ecuador), anch´essa oggi su posizioni parzialmente critiche verso Correa. Gli Achuar occupano la zona dell´alto Chankuap e dei suoi affluenti, e la regione del Rio Pastaza. A causa della localizzazione geografica il popolo Achuar si è mantenuto nella storia relativamente isolato, di fatto non si sono sviluppate relazioni costanti con le comunità meticcie, a parte gli scambi commerciali. Intorno al 1970 si sono maggiormente consolidati i contatti con il mondo missionario cattolico e protestante, che gradualmente hanno provocarono cambiamenti nella struttura sociale, nel pensiero, nei valori di riferimento, nel funzionamento economico e culturale, nella religione. Alcuni antropologi hanno rilevato in epoche più recenti un fenomeno di “shuarizzazione” degli Achuar, per le relazioni sempre più strette con i “cugini”, sia di tipo linguistico che culturale. Sono comparse scuole radiofoniche bilingue, negozi e piste di atterraggio dei piccoli aerei, si sta diffondendo la formazione di piccole associazioni, l´introduzione di figure di comando o coordinamento interno prima sconosciute. Una celebrazione di comunione e partecipazione molto importante nella cultura Achuar è la wayus (una bevanda tradizionale): parlando molto lentamente, prima dell´alba, si raccontano i sogni, si comunicano le ultime notizie, si analizzano i problemi della comunità, domandando ai visitanti il motivo del viaggio, ricordando fatti storici, riti, guerre tribali, o anche chiedendo in sposa una ragazza alla famiglia. Il nome Achuar viene da Achu (uomo del pantano o palma molto grossa) che come detto si separarono dagli Shuar a causa di conflitti interni. Un mito Shuar ricorda che essendosi quasi totalmente eliminati a furia di farsi la guerra,i due gruppi decisero di comune accordo di separarsi. Gli Achuar si trasferirono nella zona bassa, con grandi pantani e zone pianeggianti, mentre gli Shuar rimasero nella zona collinare e montagnosa. La separazione avvenne molto tempo fa, tant’è vero che anche se le due lingue sono ancora molto simili (circa l´80% dei voca- boli sono gli stessi), la cultura si è parecchio diversificata. Le case indigene, in legno o mattoni, risentono del contatto con i bianchi e i villaggi si concentrano intorno alle piste di atterraggio delle avionetas, i piccoli velivoli che collegano le comunità con il capoluogo della regione. Gli Achuar in qualche villaggio dispongono di generatori e corrente elettrica. In metà delle comunità esiste una radio ricetrasmittente, anche per ascoltare la potente radio Achuar nella regione, che trasmette (dalle 04.00 alle 06.00 e dalle 18.00 alle 20.00) programmi di salute ed educativi. La Fundación Chankuap per poter comunicare tramite la radio paga 700 dollari annui e spesso i tecnici agricoli effettuano la formazione per le comunità direttamente tramite programmi radiofonici. Le due radio che trasmettono rispettivamente in Achuar e in Shuar sono “La voz de la NAE” e “Arutam” (che significa lo spirito, la forza degli elementi della natura). Gli Shuar hanno tre organizzazioni di rappresentanza a livello nazionale, riconosciute dai coordinamenti indigeni, contro l’unica degli Achuar, e sono più… anarchici dei loro “parenti”, oltre che più numerosi. Ogni comunità è composta mediamente da 15-20 famiglie, per 150-200 persone in totale. La maggioranza delle famiglie non ha entrate fisse, salvo chi lavora nell´educazione e nella scuola. Il mezzo principale di sussistenza sono le attività agricole, la caccia, la raccolta di piante native. Negli attuali progetti della Fondazione sono interessate direttamente oltre 300 famiglie Shuar. Va sottolineato che la cultura indigena della regione è ancora piuttosto machista, è comune la poligamia, gli uomini hanno in media 3-4 donne. In generale le donne sono sottomesse in vari aspetti, raramente (ancora oggi) detengono il controllo del denaro guadagnato. La Fundación ha preferito agire con prudenza in campo antropologico, con processi lenti di formazione e coscientizzazione. 127 Ecuador 128 mati accordi formali di cooperazione con le organizzazioni di rappresentanza. La base partecipa principalmente nello sviluppo della rete commerciale, con un ruolo attivo nella scelta di prodotti, tecnologia da utilizzare, politica dei prezzi. Per il resto non vi è coinvolgimento diretto, come avviene frequentemente in realtà gestite dalle missioni salesiane. Questo problema è stato discusso a lungo nelle assemblee dei soci. La giustificazione data è che la base non sarebbe ancora preparata per condividere la gestione, d’altro canto le potenti confederazioni indigene dell’Ecuador considerano in questa fase Chankuap un socio strategicamente importante. Il responsabile commerciale-export e figura centrale per la gestione operativa economica è un quiteño (originario di Quito) esperto di marketing, che viene da una lunga esperienza nel profit e che conosce il fair trade europeo. I tecnici locali, spesso di origine indigena, lavorano con un sistema definito a giornate. Nell’arco di un mese, si dedicano per 22 giorni alla visita delle comunità prestando consulenza e formazione e riposano nei restanti 8 giorni. Ci sono due modalità di contrattazione interna alla Fundación: assunzione regolare secondo il regime del Código de Trabajo nazionale e consulenze a progetto. In un caso si ricevono le gratificazioni previste dalla legge, assicurazione, previdenza, nell´altro si è pagati in base a ruolo, livello professionale, zona di intervento. La Fundación riconosce in media salari superiori al minimo nazionale (218 US$/mese nel 2009), gli stipendi vanno dai 250 US$ delle funzioni più basse ai 1.300 dollari della Segretaria Generale. I tecnici prendono tra i 500 e i 650 dollari mensili. Non vengono riconosciuti altri benefits, essendo una ONG senza fini di lucro. Eventuali utili di esercizio (quando ci saranno…), come previsto da statuto, devono essere reinvestiti nelle comunità. Per quanto riguarda i produttori di base, le entrate provenienti dalla vendita dei diversi prodotti permettono di soddisfare i bisogni delle famiglie contadine ed indigene, in particolare il diritto all´educazione ed alla salute. Presso la sede di Macas funziona anche il Centro de Acopio, un capannone di 440 mq. adiacente ad uffici e laboratori che serve per ricevere e trasformare i prodotti agricoli. Nel Centro ci sono anche essiccatori artigianali di legno, distillatori, un piccolo settore formazione. Ci sono inoltre 13 tiendas comunales nelle aree indigene, di proprietà della Fondazione, che trattano oltre 400 prodotti. Il negozio principale è a Macas e sta per essere aperto un altro punto vendita a Quito. La maggior parte delle materie prime utilizzate per la linea Ikiam sono frutto di antiche tradizioni familiari nell’ambito dell’alimetazione (arachidi, cacao), della medicina (hierba luisa, jengibre, cúrcuma), della cosmetica (ungurahua). Gli indios utilizzano da secoli questi prodotti, in particolare con le arachidi è stato svolto un lavoro di recupero delle tradizioni, visto che nelle comunità se ne stava perdendo l’utilizzo. Il lavoro più pesante, di “desmonte” per la semina, è svolto dall’uomo, mentre la raccolta è fatta principalmente dalla donna. Dalle spezie e da altre piante aromatiche si estraggono gli oli essenziali, che apportano alla pelle nutrimento e pro- tezione, diffondendo delicate fragranze (rilassante nel caso dell´hierba luisa, rinfrescante per il limone, equilibrante per l´arancio, stimolante per il mandarino). I prodotti sono adatti a tutti i tipi di pelle, per l'igiene e l'idratazione quotidiana, per una profumazione senza alcool con essenze naturali. Particolare cura viene data al tipo di coltivazione, alla stagione di semina e raccolta, al trattamento preventivo contro le infestazioni prima e dopo il raccolto, al controllo di qualità. A causa delle distanze e del difficile accesso molte comunità possono essere raggiunte solo via aerea. Il sistema di produzione è quello tradizionale chiamato “huerta o aja” (orto o parcella) e tutta la costruzione del progetto produttivo punta a rispettare le tecniche tradizionali adattate al contesto, con l’utilizzo di strumenti tipici per l’agricoltura, applicando prodotti elaborati con materiali naturali della zona (estratti), concimi naturali, tecnologie appropriate (es. potatrici aeree per la riabilitazione ed il mantenimento delle piantagioni di cacao, essiccatori ecologici, sacchi per il trasporto). La prima finalità della Fundación Chankuap è di appoggiare le famiglie produttrici, sviluppando le potenzialità con criteri di equità di genere, per garantire la sicurezza alimentare in un sistema di produzione tradizionale nel rispetto delle risorse naturali e di uno sviluppo sostenibile. A tale scopo sono stati ideati e strutturati, su richiesta delle comunità, i Grupos Solidarios de Trabajo - GST, che sono raggruppamenti di famiglie che permettono di sviluppare le produzioni applicando le conoscenze tradizionali per raggiungere livelli di qualità e quantità adeguati, in modo continuo e stabile. Ogni GST ha un coordinatore e dispone di promotori locali. Si stipulano accordi scritti, dove vengono indicati quantità, prezzi, tempi di consegna. Si paga la materia prima al momento della consegna, anticipando il denaro alle comunità indigene. Coordinatori e promotori usufruiscono di formazione tecnica e umana, che verte su temi come tecniche di coltivazione, agricoltura biologica, certificazione, costi di produzione, analisi dei bisogni delle comunità, pianificazione, valutazione, leadership, lavoro in equipe, attenzione per l’ecosistema, utilizzo di residui solidi, contaminazione ambientale. La Fondazione garantisce assistenza mediante l’apporto di cooperanti tecnici, oltre a personale proprio e tecnici locali indigeni. Le equipe di tecnici effettuano costantemente visite di campo, monitorando la produzione, la tracciabilità dei prodotti, il rispetto dei criteri previsti per la certificazione. Le attività vengono studiate in ogni GST, con la partecipazione dei soggetti interessati e la supervisione delle autorità di villaggio (non c’è un vero e proprio capo, a volte è presente uno sciamano, di solito la relazione è con figure ibride come i presidenti e i sindaci di villaggio). Nelle singole comunità ci sono piccoli centri di raccolta. I prodotti alimentari risultato di una prima trasformazione sono trasportati verso Macas attraverso un sistema di piccoli aerei o per lunghi cammini fluviali o terrestri, dove vengono divisi nelle diverse linee di produzione, elaborazione e trasformazione, per poi essere distribuiti sui vari mercati, il più significativo e strategico dei quali è il commercio equo. Si effettua un rigoroso controllo di qualità, curando la tracciabilità mediante la numerazione dei lotti di materia prima consegnata. Nel caso delle foglie, queste sono comprate subito dopo il raccolto, si verifica la qualità organolettica, passando poi al processo di distillazione mediante spruzzi di vapore, ottenendo gli olii essenziali che vengono utilizzati per le creme multivitaminiche, nutritive, body splash, oli per massaggi. C’è un distillatore artigianale da 1.000 kg. nel Centro de Acopio, due “secaderos” che hanno una capacità rispettivamente di 24 quintali di materia prima (per 72 ore di lavoro) e 160 libbre (per 4-5 giorni, a seconda dalla presenza del sole). Nel caso dei rizomas di jengibre e di curcuma, una volta comprati sono immediatamente lavati per eliminare residui di terra e impurità, sono separati in macchine di acciaio inox, per passare poi alla distillazione. Non viene aggiunto nessun additivo chimico. Anche l’olio di ungurahua viene purificato mediante una macchina filtratrice a pressione, per essere reso disponibile come materia prima per i cosmetici. Tutti i prodotti passano per il laboratorio, dove vengono miscelati con altre materie prime vegetali e in qualche caso chimiche per ottenere i vari sottoprodotti. Le iniziative hanno raggiunto un discreto risultato nell´organizzazione e pianificazione della base produttiva, sviluppando azioni formative in tutte le fasi, dalla semina, al raccolto, al post-cosecha (dopo raccolta), al trattamento delle risorse naturali. Ciò permette di affrontare un mercato che richiede continuità, volume, qualità. I prodotti contengono aromi e proprietà uniche delle biodiversità amazzonica, studiati con uso di tecnologie appropriate e sostenibili. Nel caso delle arachidi (arachis hypogaea) da sottolineare il lavoro di recupero e di cura della qualità (compresa l’attenzione al problema delle aflatossine che compromettono raccolto e vendite) per una pianta presente in America del Sud in un gran numero di sottospecie e che riveste un ruolo importante nella dieta dei popoli indigeni. Tra il 2002 e il 2008 le vendite di cosmetici e fitofarmaci sono più che decuplicate, arrivando a raggiungere il 15% del totale generale (nel 2008 l´incremento è stato del 111%). Il mercato extra comes è concentrato soprattutto negli USA e riguarda prevalentemente le arachidi. In genere il prezzo per l’export è doppio rispetto a quello nazionale. Interessante notare come Chankuap abbia effettuato, prima di lanciare la linea Ikiam, studi di mercato per valutare l´incidenza delle linee di prodotti cosmetici sulle vendite in vari paesi del mondo. Ad esempio l´Europa è il piú grande mercato produttore, seguita da USA e Giappone, con volumi di vendita di 45 miliardi di euro (Germania 22,5%, Francia 19%, Regno Unito 16,2%, Italia 15%, Spagna 9,5%). Il maggior consumo pro-capite è in Francia. Il mercato si divide in prodotti per il bagno (27%), cura dei capelli (26%), cura della pelle (21%), profumi e fragranze (16%), cosmetici (10%). Il mercato dei green cosmetics sta crescendo del 10% all´anno, con volumi di 2,8 miliardi di dollari/anno. La materia prima viene acquistata alla consegna, per cui si è dovuto attivare un fondo rotativo. Nel calcolo dei prezzi non sono stati conteggiati costi amministrativi, in quanto si usano spazi e personale che si occupa anche di altri progetti della Fondazione. Chankuap non ha per ora raggiunto utili di esercizio, nel 2007 ci sono stati 2.000 dollari di perdita, nel 2008 un sostanziale pareggio. Sono necessari 50.000 dollari annui di spese per logistica e gestione, salari, materia prima, tiendas comunitarie nei villaggi, ecc. I tecnici ed i responsabili sono pagati grazie a progetti esterni. Nella costruzione dei prezzi la strategia utilizzata è stata quella di cercare di formare una media tra i Viaggi missione Luigi Eusebi e Alessandro Baglioni con alcuni membri della Fundaciòn 129 Ecuador vari prodotti, visto che alcuni sono venduti in perdita, altri in utile. Per il responsabile commerciale, che proviene dal profit, è molto strano lavorare con tale criterio, a suo avviso i prodotti in perdita dovrebbero essere eliminati dall´assortimento o rivisti nel calcolo dei prezzi. L’organismo interno di gestione è il Direttivo, coordinato dalla Segreteria Generale, eletta ogni due anni dall’Assemblea. All’assemblea spettano i compiti statutari di studiare e condividere le attività e le strategie della Fondazione. Quando necessario per temi di particolare rilevanza vengono convocate assemblee straordinarie. E’ in corso di attuazione un piano strategico per il quadriennio 20082012, elaborato in forma congiunta dai soci della Fundación e i lavoratori dell’organizzazione. Un ruolo importante è esercitato dalla direzione delle missioni salesiane, anche se dopo la morte del fondatore il peso specifico è diminuito, visto che gli attuali missionari non dedicano molto tempo al progetto. Al di là delle cariche formali la conduzione quotidiana è in mano ai tecnici. Anche i cooperanti occupano una posizione strategica, avendo condotto molte attività negli ultimi anni sul piano dello sviluppo prodotti, delle ricerche di mercati solidali, nella formazioni di tecnici e promotori indigeni nelle comunità. La partecipazione della base è bassa, anche se il ruolo importante esercitato in Ecuador dai coordinamenti indigeni garantisce una sorta di monitoraggio costante rispetto agli andamenti strategici generali. Per lo sviluppo dei mininegozi nelle comunità della foresta viene dato un microcredito di 300-400 dollari a interessi zero ed anche formazione specifica. La determinazione del prezzo è frutto di un processo di discussione collettiva fatto anche con le comunità. 130 Corporaciòn Gruppo Salinas Zona e popolazione Salinas è un piccolo villaggio della Sierra Ecuatoriana che si trova nella zona nord della Provincia di Bolivar, nel Cantón Guaranda. Si estende su altitudini comprese tra i 600 e i 4.200 metri con una temperatura media di 10°C. Era uno dei principali siti di produzione di sale del paese. La sua storia, che si è costruita passando attraverso molte turbolenze e avvenimenti sociali, politici, economici, è oggi conosciuta nel paese e all´estero per una singolare e riuscita esperienza di autogestione promossa da organizzazioni di base contadine. E´ diventata amministrativamente una Parrocchia nel 1884, mentre in epoche precedenti era stata dominata dagli indios Tomabelas. Quando iniziò l´attività promossa da padre Antonio Polo, nel 1970, la mortalità infantile era del 45% e l´analfabetismo raggiungeva l´85%. Non c´erano strade continue, né acqua potabile, luce elettrica, telefono, le case erano fatte di terra e paglia. L´unica fonte di reddito erano le miniere di sale, una vita e un lavoro durissimi, dove si lasciava evaporare l´acqua salata, la si trasportava al villaggio, si bolliva in grandi pentole fino a che si seccava il sale, questo si modellava in grande balle avvolte nella paglia. Una potente famiglia di origini colombiane si considerava padrona del sale e quindi della zona. Con l´arrivo dei missionari (Alberto Panerati e Antonio Polo) e dei volontari dell´Operazione Mato Grosso venne creata la prima cooperativa di microcredito e si cercò di ottenere dallo stato il libero uso delle miniere. Si ottennero, grazie ad un duro lavoro ed alla resistenza ai meccanismi di oppressione precedenti, importanti risultati ed il controllo della produzione ma risultò subito chiaro che il sale non avrebbe potuto rappresentare un futuro per l´economia locale. Grazie anche alla tradizionale mentalità solidale tra i popoli andini si iniziarono una serie di attività economiche cooperativistiche che progressivamente hanno portato alla complessa organizzazione attuale. La grande maggioranza degli abitanti della zona sono contadini, agricoltori, allevatori. Con lo sviluppo delle attività costruite negli anni sono sorte nuove professionalità, anche grazie allo sviluppo ed alla cura data all´istruzione scolastica nella regione. Sono cresciuti con il tempo, da famiglie contadine molto povere, professori, contabili, amministratori di cooperative, autisti, tecnici alimentari, artigiani di diverse categorie, ecc. La popolazione è composta soprattutto da indigeni, che provengono dalle zone alte della Parrocchia. Il 90% vive in area totalmente rurale ed il 10% si trova a Salinas o nelle vicinanze. Il 52,50% sono uomini (5.292 persone) ed il 47,50% donne (4.788), la popolazione rurale è suddivisa in 33 “recinti”. Ogni famiglia ha una media di 5 figli, solo il 5% della popolazione può essere considerato meticcio. Il 95% degli abitanti sono di fede cattolica, il 5% evangelici. di un percorso quasi quarantennale, è quella attualmente adottata dal progetto Salinas, che ha deciso di riunire sotto questa veste le varie realtà che lavorano in modo comunitario seguendo i principi dell´economia solidale. La Corporación GRUPPO SALINAS è nata come un´istanza che tutela e promuove lo sviluppo della popolazione: stabilisce direttrici di lavoro istituzionale sviluppando politiche condivise di gestione delle differenti attività, la sua esperienza è oggi diffusa anche all´esterno della zona originaria e viene studiata anche a livello accademico come modello di alternativa economico-sociale di successo. Nel GRUPPO esistono due imprese dei prodotti a marchio “El Salinerito”, una per il livello nazionale: CONA (Comercializadora Nacional) e l´altra, il Centro de Exportaciones, incaricata della promozione e vendita a livello internazionale. ° Il Centro de Exportaciones. Ha iniziato ad operare nel 2003, dopo le esperienze pioniere degli anni ´70´80. Dalle prime vendite internazionali effettuate a volontari ed amici in Italia e Germania in scatole da 20 kg si è passati ad una maggior professionalizzazione e ad una gamma di prodotti più ampia, coinvolgendo gruppi di appoggio all´estero e le prime agenzie di fair trade (in Italia dal ´96 CTM e Equoland). Gli aspetti logistici erano curati dalla missione salesiana e da Funorsal attraverso il Centro de Acopio, che si incaricava anche di raccogliere prodotti artigianali provenienti da aree vicine a Salinas, come Salazaca, Baños, Otavalo, etc. Con il progressivo incremento di quantità, ordini ed esigenze legali e merceologiche, nacque la necessità e urgenza di creare un servizio interno specializzato per le operazioni di esportazione. Alcuni progetti e unità produttive collegate possono esportare direttamente, o utilizzando altri vettori, come nel caso di Facundo Vela e della Copropap. Giorno di mercato Viaggi missione La parrocchia (una definizione amministrativa che definisce un insieme di comunità) di Salinas, appartenente alla cittadina di Guaranda, capoluogo della provincia di Bolivar, è il fulcro di una serie di attività che hanno dato vita a forme associative e organizzative di cui FUNORSAL (Fundación de Organizaciones Campesinas de Salinas) è stato il principale risultato, trasformandosi negli ultimi anni in Corporación Gruppo Salinas. Queste attività, dedicate al miglioramento globale delle condizioni di vita della popolazione della regione, danno particolare rilevanza alla commercializzazione di prodotti agroalimentari verso i mercati nazionali ed internazionali. Si tratta di un'organizzazione che riunisce 65 cooperative, con sede a Salinas. Le comunità coinvolte sono 33, composte da una media di 100-800 persone ciascuna. Amministrativamente l´Ecuador è composto da 24 province, che si suddividono in cantones, questi ultimi sono composti da parroquias. Salinas è la capitale della parrocchia, estesa in 490 kmq. per 10.000 abitanti complessivi, di cui circa 1.000 vivono nel paese. Di fatto quasi tutta la vita e l´attività del villaggio è oggi in qualche modo collegata al lavoro della Corporación. Nata nel 1971, l´organizzazione coordina una serie di microimprese per la produzione di yogurt, formaggi, marmellate, insaccati, mobili, tessuti, l'allevamento di trote, persino la gestione di un ostello per turisti e tante altre attività. Opera prioritariamente nel mercato interno, ma per il commercio equo produce funghi, torrone, marmellate, zucchero, cacao, artigianato. La storia iniziò in seguito all'arrivo nella zona dei missionari Salesiani e dei volontari dell'Operazione Mato Grosso nel 1971. Venne costituita inizialmente una cooperativa di risparmio, che sarebbe servita da primo passo per riscattare il territorio dal potere dei grandi proprietari terrieri e ridare alle comunità indigene il controllo sulle proprie risorse. Le attività si sono moltiplicate negli anni: la produzione e la vendita si sono sviluppate in modo decisivo dopo il 1982, con la creazione della struttura centralizzata FUNORSAL e con le successive iniziative economiche seguenti. Il Gruppo lavora per il miglioramento delle condizioni di vita nel territorio, valorizzando le risorse locali, rafforzando la fiducia e le capacità degli abitanti, creando un sistema di economia locale fondato sulla valorizzazione delle risorse della comunità. I prodotti sono molto diversi tra loro, per la varietà di gruppi e conoscenze coinvolte, sono l'espressione degli ambienti naturali del territorio (che si estende dai 600 ai 4.200 metri ai piedi del vulcano Chimborazo, il più alto del mondo) e delle genti che lo abitano. È ancora attivo il progetto iniziale di risparmio, che fornisce credito a famiglie e micro-imprese, esistono programmi di educazione, centri dedicati ai giovani e alle donne, un programma per controllare i rifiuti, uno per la riforestazione e il pascolo, un progetto di turismo responsabile-ecologico che porta i visitatori a conoscere la realtà delle cooperative della Corporación. Una corporazione, in Ecuador, è una tipologia di persona giuridica che assomiglia alle fondazioni. I beni non possono essere distribuiti, in caso di fallimento non c´è divisione delle risorse tra i soci, che vengono invece trasferite a enti simili della zona. Questa forma organizzativa, l´ultima nata all´interno 131 °CONA – Comercializadora Nacional. Questa struttura è stata creata nel 1992, come attività di commercializzazione di Funorsal, anche grazie ad alcuni fondi per migliorare l´infrastruttura. Dal 2005 é stata attivata CONA per offrire un servizio più professionale, che integrasse le varie organizzazioni produttive della Corporación che producono per il mercato nazionale. Una parallela strategia fu costruire una propria rete di Tiendas ubicate nelle principali città dell´Ecuador, e inoltre fu creato un consorzio di Queserias con l´obiettivo di includere altri piccoli gruppi di produttori di differenti zone del paese, che utilizzassero la stessa tecnologia e consolidassero la produzione in modo da coordinare in forma centralizzata la domanda interna di prodotti. Ecuador ° Consorzi di produttori associati. La scommessa di Salinas è stata quella di portare cooperative relativamente piccole a raggiungere e conquistare spazi di mercato significativi senza forzare ritmi e strutture esageratamente grandi, non calibrate per il contesto locale. Si tratta di una strategia, che pur attraverso momenti difficili ha permesso di trasferire know-how e competitività ad altre realtà simili, che hanno accettato di coordinarsi per ottenere qualità e quantità adeguate, attraverso lo strumento dei Consorzi. Tale strategia ha permesso alleanze con altre organizzazioni e reti di tiendas comunitarias (MCCH, PHD, Camari - Fepp, distributori autorizzati), che oltre a diffondere e moltiplicare i canali di vendita hanno controllato il rispetto dei requisiti di legge e strutturato il flusso delle merci verso i differenti mercati, posizionando prodotti e quantità a secondo della circostanze. Tale penetrazione ha consentito una relativa stabilità, che permette di gestire momenti inevitabili di crisi ed una partecipazione maggiore alle comunità coinvolte. I vari consorzi che si sono formati hanno consentito di ridurre i costi di produzione e commercializzazione, in un raggio d´azione a livello provinciale e nazionale, a seconda del tipo di prodotti e produttori. I gruppi oggi beneficiati superano i 130, a cui vanno sommati i fornitori di materia prima, i soci delle cooperative, lavoratori, amministratori, tecnici, dirigenti delle imprese. Solo nella regione di Salinas i beneficiati sono circa 3.000 famiglie, e non è stimabile il numero degli associati negli altri consorzi. 132 Punti vendita propri. Oltre alla priorità data alla fase produttiva, era necessario organizzare anche il sistema distributivo e si è arrivati con il tempo a installare una rete di negozi nelle principali città del paese (Quito, Guayaquil, Cuenca, Guaranda). Parallelamente a questa rete, che oggi dà lavoro a 60 persone, sono stati attivati promotori e agenti di vendita per le zone non servite dalle tiendas. La rete dei consorzi ha permesso anche di attivare processi di standardizzazione della produzione delle varie imprese, per essere competitivi sia all´interno che nelle vendite internazionali. I soci della Corporazione Gruppo Salinas sono tutte realtà con personalità giuridica indipendente, sorte progressivamente nel corso dell´evoluzione del progetto e delle attività. Sono membri della Corporazione “GRUPPO SALINAS” le sei organizzazioni più volte citate, che hanno sottoscritto lo statuto e i cui delegati partecipano alla Junta Directiva: Fundación de Organizaciones Campesinas de Salinas (FUNORSAL), Fundación Familia Salesiana Salinas (FFSS), Fundación Grupo Juvenil Salinas (FUGJS), Cooperativa de Ahorro y Crédito “Salinas” Ltda (COACSAL), Asociación de Desarrollo Social de Artesanos Texsal Salinas (TEXSAL), Cooperativa de Producción Agropecuaria “El Salinerito” (PRODUCOOP). La Junta Directiva si riunisce ogni tre mesi e, in modo straordinario, su convocazione del Presidente o di almeno tre membri. Le cariche durano due anni ed è prevista la rielezione. Il patrimonio è variabile e illimitato ed è composto dalle quote dei soci, da donazioni di enti pubblici e privati nazionali e internazionali, dai proventi della vendita di beni o prestazione di servizi e dai beni mobili e immobili. I beni non appartengono ai soci, così come eventuali debiti contratti non saranno esigibili o imputabili ai singoli soci, per cui la responsabilità della Corporación è limitata al capitale sociale. 1. FUNORSAL (Fundación de Organizaciones Campesinas de Salinas) E´ una realtà di carattere sociale, senza fini di lucro, ispirata da principi di promozione umana integrale dei gruppi e organizzazioni contadine di Salinas. E´ di fatto il cuore e la mente di tutto il progetto, rappresenta l´istanza centrale a cui ispirarsi, il luogo di verifica dei criteri e il motore dei servizi offerti dal centro verso le comunità coinvolte, che si sono formate nel tempo grazie al lavoro iniziato negli anni settanta. La fondazione è anche un´istituzione di promozione e assistenza tecnica che opera come agente di trasformazione sociale, educativo e finanziario attraverso progetti di sviluppo agropecuario, agroindustriale e artigianale, ecologi, di promozione della donna, commercializzazione, salute, turismo, ecc. Per sostenere il complesso delle attività sviluppa azioni produttive, in forma comunitaria o come appoggio alle organizzazioni beneficiate. 2. FFSS (Fundación Familia Salesiana Salinas) La struttura, così come il complesso degli enti facenti capo alla missione salesiana, parte da principi cristiani che devono permeare lo sviluppo delle comunità, appoggiando l´azione anche evangelizzatrice tipica di questo genere di organizzazioni, la pastorale educativa e il settore della salute. Anch´essa, come è nello spirito salinero, mantiene attività produttive che puntano all´autogestione e alla sperimentazione di nuove strade, secondo una tradizione che negli anni ha dimostrato di funzionare. I valori principali sono una maggior maturazione della fede cristiana, la solidarietà, il lavoro collettivo, la trasparenza amministrativa. 3. FUGJS (Fundación Grupo Juvenil Salinas) Nata dal gruppo amatoriale “Grupo Juvenil” dei primi anni settanta, si è trasformata poi in Fondazione, in modo da poter destinare gli utili generati a favore dell’avvio di nuove iniziative in area rurale. Dispone di imprese produttive e attività di servizi. 4. COACSAL (Cooperativa de Ahorro y Crédito “Salinas Ltda.”) La “Cooperativa Salinas” è una sorta di apripista delle altre organizzazioni, ha iniziato con 15 soci nel 1972, per aiutare la popolazione a liberarsi dalla sottomissione all´“Hacienda” del potentato locale. Nel 1978 ha cominciato la produzione di latticini, che hanno contribuito in modo determinante a diffondere l´immagine ed il marchio di Salinas. A partire dal 2006 l´attività si è concentrata sulla microfinanza per migliorare la struttura operativa, passando il ramo d´impresa produttivo alla nascente PRODUCOOP. L´aspirazione attuale è di diventare la realtà di riferimento per una rete di microimprese di microcredito di tutta la Provincia e delle regioni vicine. 5. PRODUCOOP (Cooperativa de Producción Agropecuaria “El Salinerito”) E´ nata come germinazione della Cooperativa Salinas, per rendere più efficaci, professionali, moderne le attività produttive, mediante i principi dell´economia solidale. La Quesera (caseificio) “El Salinerito” costituisce ancora oggi l´esempio di maggior successo e fama del progetto. L’elemento fondamentale che ha consentito lo sviluppo di questa attività, che negli anni ha formato centinaia di “queseros”, è stata la possibilità di avere a disposizione, in loco e per lungo tempo, un tecnico di origine svizzera particolarmente competente in materia. Qui si sperimentano nuove tecnologie, si effettua il controllo qualità, si cura la tracciabilità della maggior parte delle “plantas” socie. E´ evidente la leadership nel settore produttivo, basti segnalare che il consorzio di Queserías (caseifici) rurali dell´Ecuador è costituito da 70 realtà affiliate presenti in cinque province del paese. 22 di queste si trovano nella parrocchia e trasformano circa 8.500 litri di latte al giorno. Gruppi esterni La Corporación Gruppo Salinas collabora anche con alcune realtà che non fanno parte della galassia delle strutture che fanno riferimento alla comunità di Salinas di Guaranda. Coop. COPROPAP (Cooperativa de Productores de Panela El Paraiso) Questa realtà si trova nella parte nord del paese, a circa 900 chilometri di distanza (un giorno completo di viaggio in auto). E’ nata nel 1992 come gruppo di piccoli agricoltori di El Paraiso, della Parrocchia Pacto, nel Cantón Quito, Provincia di Pichin- Lavorazione zucchero Panela Viaggi missione 6. TEXSAL (Asociación de Desarrollo Social de Artesanas Texsal Salinas) Le donne della comunità di Salinas sono state storicamente le prime ad organizzarsi e ad avviare, fin dal 1974, attività di produzione di lana. Attraverso il lavoro manuale hanno potuto vivere dignitosamente e migliorare e far crescere le capacità e la cultura comunitaria, che è diventata un modello per le comunità indigene coinvolte. Texsal gestisce oggi con competenza ed efficacia fondi di microcredito e una unità di tintura vegetale dei filati, materia prima poi utilizzata per la produzione di manufatti per il mercato interno ed estero. cha, con l´obiettivo di formare e di migliorare la qualità di vita delle famiglie di soci e lavoratori della cooperativa. Dal 1995 ha iniziato ad esportare zucchero ampliando i propri canali di vendita tramite MCCH e nel 1998 ha ottenuto la certificazione biologica da CCPB Italia. Oggi conta 21 soci (tra cui tre donne) che rappresentano 20 unità produttive familiari e svolge il proprio lavoro secondo i criteri del commercio equo, con una particolare attenzione al rispetto dell´ambiente. Ogni socio dispone di una propria planta, nella quale lavorano le famiglie ed altri lavoratori contrattati per servizio prestato (in media il cinquanta per cento del personale addetto). La struttura è retta da un Consiglio direttivo di cinque persone elette di anno in anno, cui si affiancano un collegio sindacale composto da 3 membri ed un gerente (responsabile) di nome Rubén. Si sta valutando la possibilità di variare la forma giuridica trasformandosi in associazione, visto che la gestione di una cooperativa è per loro cara. MCCH, il loro principale cliente, effettua i pagamenti ogni 15 giorni, ma non hanno molto controllo sui flussi di ordini e denaro. Il pagamento quindicinale non è però calibrato rispetto al funzionamento della cooperativa, che ha un flusso operativo a ciclo continuo: dal lunedì al mercoledì si effettua il taglio della canna, dal giovedì al sabato si trasporta e si lavora la panela, il sabato pomeriggio si effettua il controllo qualità, la domenica si emettono gli assegni, si pagano i soci e la merce parte in camion per Quito. Se i pagamenti non fossero settimanali il sistema entrerebbe in crisi e i produttori si allontanerebbero perdendo la fiducia. Vorrebbero poter aumentare i prezzi dei prodotti perché faticano a rientrare dei costi (ad es. il trasporto è caro per la difficoltà di accesso, la distanza, il fatto che le piantagioni di canna da zucchero spesso si trovano lontane), ma sono costantemente frenati dal problema di non essere più competitivi. Questo progetto ha la fortuna di vantare come lea- 133 Ecuador der storico Rubén Tufiño, un simpatico produttore molto dinamico e preparato che ha avuto ed ha un ruolo fondamentale nello sviluppo avuto da questa cooperativa. Dato il meritato successo ed il buon posizionamento sul mercato, ottenuto anche grazie anche ai progetti di sviluppo e cooperazione con CTM (via MCCH), potrebbe essere valutata la possibilità da parte di LiberoMondo di spostare parte degli ordini verso realtà più piccole e meno organizzate, gravitanti anche geograficamente intorno a Salinas. Gli uffici si trovano sono presso la casa di Rubén. La sua famiglia ha sei componenti che sono soci della cooperativa: oltre a lui anche la madre e quattro fratelli ne fanno parte. Dispongono della certificazione biologica, tramite l’ente di certificazione tedesco BCS. I soci lavorano durante tutto l´anno, a volte in abbinamento con attività di allevamento. Non hanno finora avuto un controllo sulle vendite ed il mercato, affidando a Salinas e soprattutto ad MCCH la gestione delle relazioni con i clienti. Anche la contabilità è affidata ad un contabile esterno di Quito. La cooperativa Copropap della panela dimostra un forte impegno sociale ed ha attivato servizi per i bambini della comunità di El Paraiso, oltre a formazione per i contadini, soci e non, con la preoccupazione di insegnare il mestiere a quante più persone possibile. Si assicura anche ai soci il “seguro social campesino”. L´ambiente umano interno è ottimo, corrispondente all´immaginario ideale di una cooperativa. Uno dei fattori di successo della cooperativa é l´unione interna, le buone relazioni umane, la trasparenza emersa in maniera chiara anche durante la visita al progetto, la forte e condivisa leadership del presidente, una preoccupazione per una gestione equa delle risorse, per il rispetto dell´ambiente e per la partecipazione dei soci alla vita ed alle decisioni. 134 Asociación de trabajadores autonomos “La Dolorosa” – Marmellate “La Carlita” - Facundo Vela Anche la realtà del villaggio di Facundo Vela è nata grazie alla presenza in loco a partire dalla fine degli anni settanta di volontari e missionari cattolici. In particolare l´attività di produzione delle marmellate è sorta per l´intervento della volontaria trevigiana Carla Sbeghen (da cui il nome del marchio “La Carlita”) che nel 1978 iniziò a riunire un gruppo di ragazze del luogo per sviluppare qualche attività produttiva. Oggi la volontaria, nonostante l´età avanzata, vive ancora presso la comunità insieme ai missionari. L´obiettivo principale è stato quello di offrire opportunità di lavoro che frenassero l´emigrazione verso le grandi città del paese e l´estero, fenomeno tipico di queste zone, utilizzando risorse locali, come la frutta (mora, arancia, chamburo, ananas, guayaba, tomate). Facundo Vela è un piccolo paesino dal clima tipicamente equatoriale situato molto più in basso di Salinas, a circa 800 sul livello del mare, seppur si trovi a “sole” tre ore di auto su strade improbabili. Inizialmente l’unico locale a disposizione fu usava una stanzetta della scuola del paese, piena di umidità e poca ventilazione e la produzione era piutto- sto rudimentale. Le infrastrutture furono poi progressivamente potenziate grazie al contributo di ONG italiane e svizzere. La sede attuale, che esiste da 27 anni, fa parte dell´Associazione La Dolorosa (dal nome della Vergine, patrona della parrocchia), che gestisce l´attività, curando anche la formazione, la qualità, la commercializzazione, oltre ad attività di microcredito ed a una panetteria. L’associazione da lavoro a 43 persone, di cui 6 si occupano della produzione di marmellate, ma coinvolge anche altri 200 contadini non soci. A differenza di Salinas la realtà di Facundo Vela pare meno professionale, non tanto sul piano tecnico, visto che l´infrastruttura è buona (gli impianti sono recenti, frutto del grosso progetto di cooperazione internazionale Fileras gestito con CTM e il CRIC), ma per lo spirito e la modalità di lavoro. Spesso le consegne tardano complicando gli invii di ordini maggiori gestiti da Salinas e sembra esserci meno coordinamento interno. Anche in sede di visita in loco il direttivo dell´organizzazione non si è presentato senza dare alcuna giustificazione e gli incontri sono stati gestiti da una tecnica alimentare (Elisabeth), che vive con Carlita e i missionari e che non ha poteri decisionali interni alla struttura. La gestione e le relazioni interne sembrano essere uno dei punti critici, per un certo sfilacciamento interno, poca coesione e intraprendenza, isolamento non solo geografico. Salinas e le persone di riferimento non hanno di fatto poteri di influenza sul progetto e le relazioni non sempre fluiscono serenamente. Marmellate “La Carlita” - Facundo Vela Servizi forniti ai produttori Condizioni lavorative I lavoratori della Corporación e dei gruppi collegati hanno un vero contratto di lavoro, che comprende i benefici di legge legali e sociali (assunzione, previdenza, assicurazione, benefit, ferie, mutua, ecc.). I lavoratori stagionali sono inquadrati come lavoratori occasionali, del tipo cocopro andino… Molti di loro sono di fatto tenuti in prova per qualche mese Sono previsti nella struttura tre livelli di inquadramento: operai, amministrativi, direttivo. Il salario ecuatoriano è di 218 dollari mensili (inizio 2009), mentre a Salinas gli stipendi variano tra i 300 e i 750 dollari a seconda della funzione, anzianità di servizio, livello, responsabilità, preparazione professionale. Non vi sono benefits diretti. In quasi 40 anni di attività le condizioni di vita degli abitanti di quello che nel 1970 era un villaggio di poco più di mille persone dedite alla produzione di sale ed altri pochi manufatti sono migliorate nettamente, le famiglie vivono dignitosamente, i bambini possono andare regolarmente a scuola, molti riescono a frequentare l´università. Considerando che i genitori raramente erano alfabetizzati ciò ha significato un miglioramento significativo - in una sola generazione - del livello di vita e di istruzione, oltre all´innalzamento della qualità di vita complessiva, misurabile dai servizi sanitari, alimentazione più sana e ricca, possibilità di disporre di risorse anche per le spese personali. Salinas utilizza il principio dell´Utilizzazione Comunitaria dell´Eccedente: una volta pagate le spese (salari, materia prima, servizi, tasse, debiti) eventuali surplus vengono gestiti dalle cooperative, le quali attraverso i proprio organi di decisione destinano risorse a nuovi investimenti, assistenza sociale, microcredito, ecc. Questo si è rivelato negli anni un criterio vincente e di forte coesione, diminuendo le differenze tra le classi sociali e fungendo da ammortizzatore e equilibratore sociale. Solo in casi sporadici, anche per pressioni statali dettate dalle norme della legge sul lavoro, esiste una ripartizione degli eventuali utili tra i singoli soci Nel caso della cooperativa della panela viene garantito il salario minimo ai lavoratori, e come benefit vengono riconosciuti formazione e assistenza tecnica gratuita, che a volte viene offerta anche ad agricoltori indipendenti delle regioni limitrofe. Inoltre quando possibile la cooperativa svolge attività sociali di sostegno alla comunità di El Paraiso, soprattutto con i bambini, oltre all´assicurazione per gli Viaggi missione a) Assistenza amministrativa Ogni gruppo o settore è coordinato da un amministratore generale che provvede alla sostenibilità ed al corretto funzionamento delle singole imprese. b) Educazione/Formazione Dalla fondazione del progetto la scuola e l´educazione sono stati tra gli obiettivi primari della proposta. Nel 1970 c’erano solo tre scuole a Salinas che ora sono diventate 29, tra cui cinque collegi, sparsi nella parrocchia. Sono stati creati e rafforzati nel tempo i “Cursos modulares de profesionalización campesina”, realizzati con l´appoggio di varie istituzioni e di docenti a livello universitario, oltre ai promotori interni ricchi di esperienza pratica. c) Centri per la donna Uno degli obiettivi principali del lavoro è sempre stato quello di occuparsi di questioni di genere, anche se in questo settore i risultati sono ancora precari e provvisori. I Centros Femininos hanno consentito di aprire uno spazio di incontro tra donne della comunità, visto che la cultura rurale ancora fortemente machista non permette loro di esprimersi liberamente. d) Ecologia – Ecoturismo Aspetti importanti come l´agricoltura biologica, la protezione dei boschi, la riforestazione, i vivai, le piante native, la difesa del suolo, gli orti sperimentali, la differenziazione e il riciclaggio dei rifiuti, il trattamento delle acque, la valorizzazione della medicina naturale, sono tutti elementi che negli anni sono stati inseriti nella cultura e nella prassi della popolazione. Produzioni come quella dei funghi sono adatte alla forestazione con l´utilizzo di pini, così come il proliferare delle trote, che necessitano di acque pulite e fiumi non contaminati da prodotti chimici. e) Appoggio alla gioventù Sono stati costruiti due piccoli centri per ragazzi, divisi per sessi, affinché i giovani della regione possano terminare gli studi e, al pomeriggio, dopo la scuola, apprendere le nozioni per la gestione di imprese comunitarie di base, all’interno di un percorso che mira a formare i futuri potenziali nuovi leader comunitari. d) Consulenze tecniche La struttura centrale di Salinas dispone di un´equipe tecnica che appoggia le varie cooperative e microimprese, presenti in 33 comunità, mantenendo alti standard qualitativi e organizzativi. g) Microcredito E´ un elemento fondamentale sempre presente nella storia del progetto, perseguito diffondendo una cultura di cooperazione e di accesso al risparmio. Al momento circa 3.000 soci ricevono appoggio mediante meccanismi interni e linee di credito dedicate. per poi essere inseriti negli organici in forma stabile. Ogni lavoratore deve integrarsi con un´equipe produttiva e rispettare i principi di Salinas. Ogni socio persona giuridica del Gruppo ha dei regolamenti interni e manuali operativi, dove sono riportate le funzioni di ciascun addetto, impiegato o dirigente. I lavoratori possono essere soci (nelle cooperative), con diritto al voto per le decisioni strategiche, come le elezioni dei CdA, mentre nel caso delle fondazioni le regole sono diverse: la massima autorità interna è il direttivo, eletto dai soci fondatori (persone giuridiche). Si cerca di mantenere livelli sufficienti di democrazia interna in ogni realtà, in modo che ciascun lavoratore, dagli operai ai direttori, possa partecipare, disporre delle informazioni, aver diritto ad essere eletto nelle varie organizzazioni interne. Nel caso di Facundo Vela esiste un direttivo democraticamente eletto, ma l´impressione generale è di una struttura poco coordinata e un po´ anarchica. La coop. Copropap della panela garantisce all´interno delle plantas contratti di lavoro per le famiglie dei soci e per i lavoratori esterni prestatori di servizi e mantiene nel tempo buoni livelli di partecipazione e democrazia. 135 agricoltori. Migliorando il livello di vita delle famiglie si riducono i rischi di lavoro infantile, in modo che i ragazzi possano completare l´iter scolastico, con accesso ad un´alimentazione più ricca e assistenza medica. Negli ultimi tempi tali servizi sono stati ridotti, anche per l´aumento causato dalla dollarizzazione del sistema economico nel paese e l´aumento dei prezzi degli attrezzi, materiali di produzione e tutto ciò che riguarda la filiera produttiva. Ecuador Materie prime, qualità e preoccupazioni ecologiche 136 Uno dei principi cardine che ha ispirato nei decenni il lavoro di Salinas é stato l´utilizzo delle materie prime disponibili in zona, cercando volta per volta di trovare la migliore soluzione produttiva, progettuale, commerciale. Ciò ha portato negli anni alla nascita di microimprese comunitarie ed all´utilizzo razionale di materie prime come latte, funghi, canna da zucchero, frutta, cacao, erbe aromatiche, lana, paglia, ecc., che sono stati trasformati in prodotti di base, migliorando la situazione economica dei soci delle varie strutture. Uno dei fattori di successo è stata la strategia di puntare fin dall´inizio alla vendita di prodotti trasformati e non solo di materie prime, dando maggior valore aggiunto alle varie filiere. In questo modo, ad esempio, dal latte si ricava il formaggio, dal cacao il cioccolato, dalle erbe tisane ed oli essenziali, dalla lana tutta una linea di tessili. Attualmente vi sono 65 microimprese comunitarie sul territorio che danno lavoro a 250 persone, i fornitori di materia prima sono più di 900, e non si limitano alla produzione ma sono anche gestori delle loro piccole attività. Tutti questi valori hanno contribuito all´aumento dell´autostima nelle comunità, grazie anche alla buona accettazione dei prodotti finiti nei mercati nazionali ed esteri, fattori che stanno permettendo di costruire uno sviluppo autonomo. Nel caso dello zucchero di Copropap la materia prima utilizzata è la canna, che viene coltivata e lavorata nelle singole unità di produzione dei soci. L´impatto economico sull´economia e sulla cultura locale è significativo, considerando che si tratta di un´attività tradizionale da cui dipendono molti lavoratori, famiglie, negozi. Esistono beneficiari diretti ed indiretti, con una diminuzione dell´esodo migratorio verso le città ecuatoriane e straniere. La realtà di Facundo Vela è nata con l´obiettivo di valorizzare le risorse della zona, tra le quali la frutta tropicale ha da sempre rappresentato l´elemento trainante. Sono stati sviluppati progetti di riforestazione in aree diverse, tra cui la semina di milioni di semi di pino integrati da piante native, si sono incrementate le attività destinate alla creazione di boschi, mentre a livello di soci e famiglie sono state sviluppate azioni di raccolta differenziata e riciclaggio dei rifiuti, convertiti in concimi (tramite il programma “Salinas limpio”, un modello e caso di studio che giunge da una realtà periferica andina in un paese che sotto questo aspetto deve ancora crescere). Nel caso della panela sono state sviluppate azioni per la coltivazione bio, la conservazione del suolo e dei fiumi, la riforestazione, il turismo responsabile, in una regione dove esistono imprese minerarie che aggrediscono l´ambiente con produzioni contaminanti. Tutta la linea e la strategia di lavoro di Salinas è rivolta al compimento delle norme sanitarie e qualitative per mantenere i prodotti su standard adeguati ai mercati esteri coinvolti. Si sta discutendo l´avvio delle procedure per ottenere l´ISO 9000, ulteriore passo per il miglioramento della filiera produttiva. Nel caso della panela vi sono attestazioni di numerosi clienti stranieri che testimoniano come si tratti di una delle migliori del paese. Le marmellate, sia di Facundo Vela come di Salinas sono di buona qualità, 100% naturali, non si usano ingredienti o additivi chimici, pur non essendo certificate come bio, anche se le due produzioni sono tenute separate. Vengono svolte analisi HACCP, del brix (quantità di zucchero, a seconda delle richieste del mercato), del PH (misura l´acidità), analisi microbiologica. Organizzazione e dati di vendita (2008) US$ Esportazioni mercato convenzionale 195.000 Fair Trade 345.000 Mercato Nazionale 1.700.000 Tiendas di Economia Solidale 1.800.000 4.040.000 % 4,83 8,54 42,08 44,55 100,00 La gestione interna della Corporazione è condotta in accordo con le modalità decise dal coordinatore generale e le equipes interne, in modo da differenziare meglio le varie unità produttive. Per quanto riguarda le realtà socie, ciascuna mantiene una propria autonomia amministrativa e direttiva, le cooperative sono gestite in modo partecipativo, l´assemblea annuale elegge i propri delegati e rappresentanti. I lavoratori della Corporazione sono contrattati in base alle competenze individuali ed al settore di riferimento. Le Fondazioni sono coordinate da un direttivo, la gestione operativa è delegata a lavoratori scelti e contrattati secondo le necessità interne. Le relazioni con LM sono iniziate nel 2002 in seguito ad un viaggio promozionale in Italia da parte di alcuni rappresentanti di Salinas. In seguito furono messe le basi per creare una vera centrale di esportazione. Si iniziarono e vendere zucchero, funghi secchi, marmellate. Fino ad allora le vendite all´estero erano state triangolate tramite Camari e MCCH. Paraguay Nome ufficiale: República del Paraguay Lingua: spagnolo e guarani (la popolazione è bilingue) Superficie: 406.752 kmq Indice di sviluppo umano (dati 2004): 0,797 Aspettativa di vita (2004): 71,2 anni Alfabetizzazione (2004): 86% Popolazione (2006): 6 milioni Popolazione sotto la soglia di povertà (2004): 33,2% Popolazione con accesso all´acqua potabile e servizi sanitari di base (2004): 80% DATI UNDP 2008 Produttori: Mimbipà, ArtesVida, Comité Nueva Esperanza Periodo: A cura di: Dicembre 2009 Luigi Eusebi Storia e regole della Congregazione Pueblo de Diós La Congregación Cristiana Pueblo de Dios si definisce come un´istituzione spirituale, apolitica, apostolica, filantropica, senza fini di lucro. E´ nata nel novembre del 1940 nel distretto di Yihovy e si è stabilita nel dipartimento di Repatriación nel giugno del 1963. Come si evince dal nome, Repatriación faceva parte di Viaggi missione La regione, chiamata Repatriación, fu individuata e « ripatriata » nel 1963 per decisione dei governi dell´epoca che puntavano a ripopolare un paese con pochi abitanti e troppi emigranti per permettere ai paraguayos reduci dalla guerra del Chaco che desideravano ritornare (dall´Argentina soprattutto, oltre a Bolivia ed altri paesi vicini) di poter ricominciare con una nuova vita e una nuova attivitá agricola e commerciale. A ciascuna famiglia vennero dati dall´istituto del Bienestar Rural circa 20 ettari di terreno nella zona. Va sottolineato come il paese nell´ultimo secolo sia stato martoriato da guerre e golpes senza fine e decimato nella popolazione, soprattutto maschile. Il contesto di riferimento è una zona rurale caratterizzata da precario sviluppo e da grande instabilità della popolazione. Recentemente c´è stata un´ondata migratoria in occasione di una distribuzione di terreni da parte dello stato a favore della Congregazione Pueblo de Dios. 600 famiglie si sono trasferite in una zona di colonizzazione nella regione nel dipartimento di San Pedro, nella quale si sono dovute installare le infrastrutture di base, come energia elettrica e acquedotto. Molte persone, un terzo della popolazione della regione, hanno deciso di emigrare per mancanza di prospettive concrete. Forte è anche la crescita demografica: frequenti sono i casi di ragazze madri e di famiglie numerose. Il livello di scolarizzazione è scarso e la qualità dell’insegnamento bassa. Diffusissimo l’alcolismo fra gli uomini. Significativo l’esempio della comunità di origine nord-europea dei Mennoniti che si è installata a poche decine di chilometri da Pueblo de Diós. Nell’arco di 80 anni hanno rafforzato comunità chiuse (non sono ammessi matrimoni misti né soci esterni nelle loro cooperative), che hanno accresciuto possedimenti e attività industriali dedicate alla trasformazione dei prodotti agricoli. una strategia governativa per riportare nel paese, poco abitato, molti dei suoi figli costretti ad emigrare a causa delle guerre, della situazione politica o economica. Pueblo de Dios propone una forma di vita comunitaria propria, che deriva alle sue origini dalla confessione pentecostale (i fondatori erano dei pentecostali che si erano allontanati per gravi dissidi). E´ organizzata in modo gerarchico e sono presenti due coordinamenti, uno di tipo giuridico e l’altro di tipo spirituale. E´ diretta e amministrata dal Consiglio degli Anziani e presieduta dall´Anciano Principal, ora l´Hermano Andrés Fretes, la cui carica è secondo la loro fede, rivelata dallo Spirito Santo. Andrés, o San Juán, il “Nome Spirituale”, è il quarto “papa” della Congregazione dalla sua fondazione. Il Consejo de Ancianos è composto da 12 uomini e 12 donne. Il Consiglio si occupa di gestire la parte spirituale, il lavoro, l´organizzazione generale, le scelte strategiche. Legalmente c´è un Direttivo, eletto nelle assemblee ogni tre anni, composto da 10 membri, tra cui Presidente e Vice. Si avvale della collaborazione di consulenti qualificati in campo giuridico ed economico e dispone anche di un Corpo di Sicurezza, in contatto con la polizia nazionale e il potere giudiziario. Nel Pueblo vivono attualmente circa 3.500 persone (il 10% degli abitanti di tutto il distretto di Repatriación, tra di loro persone di diversi paesi, l´85% sono paraguayani), mentre i simpatizzanti o congregati sparsi nelle 62 filiali paraguayane e nel resto del mondo (Argentina 20 filiali, Brasile 20, Italia 10, Uruguay 3) sono circa 320.000. Alcune persone dispongono di casa propria, mentre altri vivono in “pavillón”. Sono iscritti come struttura legalmente riconosciuta presso il Ministero del Culto. Ci sono nel villaggio piccoli negozi per le necessità quotidiane, officine meccaniche di vario genere, anche se un po´ precarie, alcuni campi per la coltivazione dei prodotti di sussistenza, un impianto in pessime condizioni per la produzione di zucchero per l´autoconsumo, vivai, coltivazioni di erbe e spezie, falegnameria, sartoria, allevamento di maiali, galline, due scuole (la primaria di 8 anni e la secondaria di 6 anni), un maternal (asilo), un posto di salute pubblica, laboratori di odontologia, un centro di medicina alternativa, cucine comunitarie per i pasti a disposizione delle persone più bisognose, servizi di lavanderia, alcune strutture ricreative. Si disputano un campionato di calcio e uno di volley, pensati come momenti di ricreazione, fraternizzazione ed educazione fisica. La parte spirituale prevede una vita semplice, di ricerca interiore, ispirata alla Bibbia, in un contatto/colloquio costante con Dio, supportato dagli 137 Paraguay 138 insegnamenti dei consiglieri esperti e degli Ancianos. Una ricerca costante del bene del prossimo, assistenza 24 ore su 24 per orazioni, battesimi, consigli spirituali, momenti cadenzati di preghiera individuale e collettiva (la “reunión”, di norma due volte al giorno, alle 12.00 e alle 18.30, nella Casa de Oración, una specie di palazzetto dello sport ricco di immagini legate alla loro fede), canti di quelli che vengono chiamati salmi, danze, rappresentazioni spettacolari a sfondo religioso. Si onora il sabato (il giorno festivo biblico) con lunghissime riunioni/culto e il riposo settimanale, mentre il resto del calendario è piuttosto originale: celebrano la Passione tutti gli anni l´08 di aprile, il Capodanno il 09, e concludono il 10 con la Pasqua. I festeggiamenti solenni attraggono nella “casa madre” di Caaguazu migliaia di persone. Il Paraguay, pur avendo una maggioranza di cattolici, è un paese laico, un po´ come il vicino Uruguay. Alcuni degli ancianos sono considerati profeti. Impartiscono consigli e orazioni a chi soffre o necessita di guida spirituale. Grande attenzione è riservata alla presenza degli spiriti, alcuni buoni ma molti altri no, vere e proprie entità maligne, da cui bisogna difendersi costantemente con la preghiera e le buone opere. Credono all’esistenza di un paradiso, chiamato morada, e di un inferno. Le donne lasciano crescere i capelli e portano un velo che inibisce la vanità personale. Vivono ritmi legati alla natura, tendenzialmente si alzano prestissimo (anche alle 03.00, per la prima preghiera e i canti, a volte percorrendo le vie del villaggio) e altrettanto presto vanno a dormire. La dottrina non è di facile comprensione, anche perché i congregati sono in massima parte persone semplici che non badano più di tanto alla teologia. Non è priorità della congregazione fare proseliti ed anche per questo la letteratura è scarsa, legata principalmente a testi scritti da persone e osservatori esterni. I riferimenti principali sono lo Spirito Santo, che si manifesta in vari modi (spesso in sogno) indicando a ciascuno il percorso spirituale e di vita, la ricerca del bene, le opere buone verso il prossimo, lo sforzarsi di non criticare gli altri, la preghiera continua, la lotta contro gli spiriti immondi. Le regole esistono, però c´è una certa tolleranza verso chi non riesce a praticare ogni precetto. Per eventuali inadempienze (leggere) delle regole non esiste il rischio di essere espulsi dal Pueblo. Anche la cultura della donazione e del non ricevere stipendi fissi va diminuendo con gli anni. Garantire lavoro è uno dei modi per diminuire l´esodo, una delle piaghe del paese. Un elemento forte è la ricerca continua di una pace interiore e l´attenzione verso il prossimo, che si manifesta sia attraverso un percorso continuo di rispetto delle diversità, sia tramite azioni concrete di sostegno ai più bisognosi, come nel caso dei progetti produttivi con cui collabora LiberoMondo, che hanno come mission la ricerca di risorse per sviluppare attività di assistenza sociale. Da tenere in considerazione il fatto che, mentre in Paraguay Pueblo de Dios gode di un certo rispetto, anche per i numeri che presenta (3.500 persone che vivono nella comunità centrale della zona di Caaguazu, 62 case della congregazione sparse per il paese, circa 160.000 simpatizzanti, in un paese con una popola- zione di 6 milioni di abitanti, di cui un numero imprecisato, ma prossimo ai due milioni, emigrato), all´estero spesso si leggono valutazioni critiche nei loro confronti. Non aiuta la comprensione di questo microcosmo il fatto che un´esperienza che ha 70 anni non disponga di una bibliografia, anche per il basso livello di scolarità di molti suoi adepti. L´impressione generale è di un ambiente abbastanza sereno, più decifrabile sul piano del percorso antropologico per i fedeli del Paraguay, mentre rispetto agli esterni che vivono lì l´impressione è che si tratti a volte di persone approdate in seguito alla ricerca di basi da cui ripartire per una nuova vita. Tra le cose positive riscontrate in loco, oltre alla vita comunitaria ed alla ricerca di una serenità personale e collettiva, esiste uno stile abbastanza sobrio, una pace e tranquillità generale favorita anche da un´ubicazione geografica decentrata, una politica salariale che propone in prima battuta (in modo non vincolante, infatti ci sono molte eccezioni) il non riconoscimento di stipendi ai singoli lavoratori ma una forma di scambio, per cui le persone più coinvolte non dispongono di un salario ma possono chiedere all´amministratore della congregazione quello di cui hanno bisogno. Alcuni, specie gli stranieri, integrano con risorse proprie, frutto di precedenti disponibilità e dell´appoggio di famigliari e amici. Pueblo de Dios quando si tratta di partecipare alla vita del paese ha stabilito in passato un certo feeling con le forze moderate del Paraguay, tramite anche qualche senatore/deputato simpatizzante della congregazione che appartiene al Partido Colorado. Se si pensa che il Paraguay ha alcuni tristi primati (come quello di essere il paese con il maggior numero di golpe avvenuti in poco più di un secolo, la dittatura più lunga e feroce del continente con 37 anni di presidenza Stroessner, fattosi “eleggere” per 7 volte), e avendo vissuto a lungo una stagione politica di apparente libertà che in America Latina è conosciuta come “democradura”, possono essere considerate imbarazzanti le simpatie politiche storiche del Pueblo. Bisogna però riconoscere che negli ultimi anni vi è stato un aumento dei contatti con il governo progressista di Fernando Lugo, anche per l´apertura di canali di solidarietà istituzionale che hanno portato al finanziamento di parte della costruzione della Casa per gli Anziani, grazie ad un progetto con la Segreteria di Azione Sociale della Presidenza della Repubblica. Mimbipà Progetti in corso - Mimbipà possiede una unità per la produzione dello zucchero di canna per il mercato locale, ma, nel corso degli anni, non è stata curata a dovere e ora le sue condizioni sono precarie. Attualmente è pressoché inattiva e solo saltuariamente vengono viene prodotto dello zucchero per il consumo interno al Pueblo. Viaggi missione Mimbipá è una società a responsabilità limitata, nata nel 2003, che si occupa della commercializzazione di prodotti biologici ed equi. Il nome, che significa "città lucente", risplendente, è legato alla mitologia guaranì, una delle più importanti etnie indigene dell´America Latina presente ai tempi della conquista europea. La "città lucente", secondo la leggenda, si trovava nel cuore della foresta, in un giardino incantato. Mimbipá è stata creata al fine di rispondere alle necessità commerciali e logistiche della congregazione Pueblos de Diós, sia per le vendite sul mercato locale (ultimamente anche a progetti in partnership con enti pubblici), che all'estero. Cura le pratiche di esportazione dei prodotti per il commercio equo italiano e in particolare segue la filiera delle produzioni di zucchero, erbe/tisane, oltre ad occuparsi di altre linee con vendita più sporadica e che non vengono trattate dalla cooperativa Coprosa. Questa realtà, molto più grande e riconosciuta all'interno del Pueblo, produce mais, grano, canna da zucchero e tutti i prodotti agricoli coltivati in estensioni maggiori. Mimbipá ha avviato le sue attività nel 1997, ma, inizialmente, si trattava di un Comité di Coprosa, ossia un comitato interno di settore, figura giuridica prevista dalla legge sulle cooperative del Paraguay. I Comité sono gruppi di lavoro composti da almeno 10 persone o gruppi informali che si uniscono per sviluppare lavori collettivamente. Ogni Comité è autonomo, i soci pagano quote sociali individuali alla cooperativa e ricevono vari tipi di assistenza tecnica. Coprosa è formata da 12 Comité (divisi in gruppi di produttori primari, di produttori di erbe aromatiche e officinali, di artigiani, di donne). Il 3% di quanto guadagnato viene girato alla cooperativa, che utilizza il denaro anche per il sostegno di contadini e artigiani non soci, con il principio del mutuo sostegno. L´inizio delle attività è stato determinato dal lavoro svolto da alcuni italiani, membri della congregazione, che avevano realizzato una ricerca di mercato, soprattutto nell'ambito del commercio equo, per capire e valutare cosa avrebbe potuto essere esportato. La prima vera e propria esportazione avvenne nel ´98, con il supporto di Coprosa, che fece da tramite per la fatturazione e la spedizione. Con gli anni Mimbipá si è professionalizzata ed ha raggiunto l´autonomia nel controllo delle operazioni commerciali, arrivando a fornire servizi e a curare le transazioni commerciali per altri comitati interni al Pueblo. Dal 2003, Mimbipà è diventata un´impresa legalmente registrata e autonoma al fine di potersi occupare della coltivazione e della commercializzazione di prodotti biologici ed equosolidali. Con lo sviluppo delle vendite di erbe e tisane si ebbe anche un finanziamento di Etimos per la costruzione di una propria unità di trasformazione e produzione dello zucchero di canna. L´uscita formale da Coprosa è stata determinata anche dal finanziamento di Etimos, in quanto era necessario disporre di fidejussori esterni. Altro motivo fu la richiesta degli enti per la certificazione biologica di separare le produzioni bio da quelle convenzionali. Dal 2004 sono iniziati i contatti commerciali con Libero Mondo, prima con la vendita di zucchero di canna bianco, poi di erbe e di artigianato in palo santo (quest´ultima linea è stata sospesa dal 2008 in seguito a delibera del Comitato Progetti di LiberoMondo). In questo momento Mimbipà si avvale del lavoro di due persone della comunità, Gustavo Fretes e Mary Ledesma, mentre gli altri due soci italiani seguono a distanza le attività. L´impegno è ancora "militante", nel senso che di fatto non percepiscono stipendi fissi, ma per lo scelta devolvono il salario alla Congregazione. Negli ultimi anni Mary e Gustavo, che prima vivevano presso la sede dell'organizzazione, si sono resi logisticamente autonomi trovando una sistemazione abitativa indipendente. La necessità di questa scelta pare evidente soprattutto nel caso di Mary che nel frattempo ha avuto un figlio e ne sta crescendo uno adottato. L'organico di Mimbipà comprende ancora le 20 famiglie di produttori di erbe medicinali e spezie che vivono in varie zone del paese, cui vanno aggiunte le persone che lavorano presso il centro de acopio (centro di raccolta) delle erbe. In questa struttura, che è situato presso la sede all´interno della Congregazione, lavorano attualmente 15 persone, tra cui 12 donne, che cercano di trovare mezzi di sostentamento per le famiglie. Nel centro de acopio le erbe sono frazionate, pulite, preparate e imbustate secondo la composizione di ciascun prodotto. I macchinari più obsoleti sono stati sostituiti negli ultimi anni con attrezzature più moderne. 139 - E´ stata attivata una piccola falegnameria interna al Pueblo, attrezzata con gli strumenti di lavoro principali. - È in cantiere da anni un progetto per la costruzione di una struttura centralizzata possa ospitare le installazioni di Mimbipá, gli uffici, i gruppi di lavoro, un magazzino per lo stoccaggio della merce in uscita, diversi vivai per una più razionale coltivazione delle erbe/tisane. In questo senso non sono stati fatti passi avanti e la situazione è rimasta la stessa del 2007, sia per carenza di fondi, dovuta anche a debiti bancari, sia perché è stata data priorità ad altri investimenti. - La struttura sta facendo il possibile per garantire strumenti di lavoro adatti alle necessità e servizi di assistenza medica per i soci e i lavoratori stagionali dell´impresa. - Grazie ai ricavi degli ultimi anni, è stato ristrutturato l´ufficio, ora più accogliente e funzionale. Rimane, invece, ancora da risolvere il problema della scarsa qualità delle connessioni internet e telefoniche. La causa di questi disagi è dovuta alla distanza del Pueblo dai centri abitati e alle pessime condizioni delle antenne per le comunicazioni. Si cerca di ovviare a tali difficoltà con l´uso del cellulare, di chiavette USB per le connessioni satellitari e frequentando gli internet point dei centri abitati più vicini. - Negli ultimi tempi, soprattutto per lo sviluppo del progetto della Casa degli Anziani del Comité Nueva Esperanza, Mimbipá ha iniziato ad operare come una sorta di ONG interna al Pueblo, per trovare fondi ed alleanze esterne, specie governative, sfruttando la congiuntura favorevole al sociale apertasi con il governo di Fernando Lugo. Paraguay Organizzazione 140 E´ una srl formata da 4 soci, ciascuno responsabile di settori diversi: produzione e imballaggio, commerciale e amministrazione, marketing, relazioni con l´estero. Essendo solo due gli operatori in loco i meccanismi decisionali sono amichevoli. I lavoratori occasionali sono coloro che vengono assunti e pagati per la parte finale della lavorazione dei prodotti per l´export e la logistica finale. Hanno contratti di lavoro regolari stagionali e ricevono buste paga. Nel caso delle erbe, le famiglie di produttori svolgono le operazioni di: coltivazione, raccolta, essiccazione, consegna al deposito. Nella quinta Mimbipà c´è una persona assunta (capataz) con salario fisso (170 euro/mese circa) per la vigilanza e la supervisione. In tutto ci sono 3 uomini che lavorano nella cura delle erbe, cui si aggiungono, in occasione della preparazione di un ordine, altre 10-12 persone che vengono assunte per curarne la preparazione e la spedizione. Occasionalmente viene offerta formazione da parte di agronomi interni alla comunità. Qualche produttore si è lamentato del fatto che, a volte, le risorse economiche vengono destinate a fini diversi per la congregazione e che la filiera produttiva delle erbe non sia ben organizzata. Date le regole generali della congregazione le que- stioni legate alle garanzie lavorative ed ai rapporti interni vanno contestualizzate, anche se sono in fase di miglioramento, lento ma costante. Si è consolidata la prassi, in passato quasi inesistente nel Pueblo, di riconoscere salari e condizioni standard, soprattutto a chi è meno coinvolto. I lavoratori sono hermanos della Congregazione, così come i saltuari che vengono attivati nella logistica al momento della lavorazione e spedizione degli ordini. Le garanzie sono legate al flusso degli ordini, oltre che alla qualità del lavoro delle persone. Nella misura delle sue possibilità Mimbipá cerca di mantenere adeguato il livello della struttura, garantendo a soci e lavoratori un supporto per le spese mediche. Nel caso dei gruppi interni di produzione delle erbe il problema sono gli scarsi ordini, che costringono i lavoratori a dedicarsi ad altre attività agricole. Si provvede nei lunghi tempi morti a servizi di pulizia e mantenimento. Altra difficoltà è il fatto di investire in tipi di erbe che sono state richieste una sola volta, lasciando poi i produttori senza mercato e senza possibilità di utilizzo dei prodotti in loco, anche perché per alcuni prodotti sono necessari anni per la crescita. Chi lavora per Mimbipá viene pagato secondo le norme nazionali sui salari. I due dipendenti sono membri attivi della congregazione e hanno optato per un lavoro volontario, ricevendo rimborsi spese. I lavoratori saltuari e gli addetti alle erbe ricevono una retribuzione di 6-7 euro al giorno per otto ore di lavoro, con eventuali straordinari retribuiti nel periodo di evasione ordini. Il capataz, fisso tutto l´anno, riceve il salario minimo. Negli anni in cui si è riusciti a totalizzare un utile è stato diviso tra i soci. I lavoratori interni ricevono al momento del pagamento mensile un "recibo de pago", una specie di busta paga, come previsto dalla legge. I saltuari vengono saldati alla consegna della merce e con loro non c´è un contratto scritto. Le piantine per le erbe vengono fornite da Mimbipá e alla consegna si pagano in media 1,15 euro al kg. I produttori di zucchero sono ormai fuori dalla filiera di Mimbipá, lavorano e consegnano la canna a due imprese della regione o producono per l´autoconsumo. Dopo il passaggio da Iturbe a Manduvirá diversi contadini sono andati a vivere nella nuova comunità della congregazione, nel dipartimento di San Pedro. Ambiente e materie prime Il problema principale di Mimbipá è la scarsità dello spazio di lavoro della sede, compattato tra uffici, magazzino, carico e scarico della merce, anche se, dal 2007 ad oggi, la situazione, almeno per gli uffici e i macchinari di base, è migliorata. Nel Pueblo le comunicazioni sono precarie, i telefoni fissi poco funzionanti. Nella lavorazione delle erbe un fattore di disturbo è costituito dalla polvere circolante, che a causa del poco spazio disponibile può provocare fastidio agli addetti. I produttori di erbe officinali ed aromatiche utilizzano per raccogliere le piante spontanee una parte delle superfici del bosco e dei terreni coltivati. L´utilizzo delle erbe e la valorizzazione degli orti serve anche al consumo interno di persone e animali. La "quinta Mimbipá" è un terreno di 6 ettari alla periferia del Pueblo. Viene seguita dal capataz in un ambiente bucolico, con la cura di erbe, orti, campi. Si tratta dello stesso terreno dove Mimbipá aveva iniziato la costruzione di un capannone/magazzino/uffici, fermo però da oltre due anni. Mimbipà commercializza prodotti tipici dell´agricoltura e della produzione del paese. La canna da zucchero è una delle principali attività del Dipartimento di Caaguazu e del Paraguay. Anche nel caso delle erbe/tisane si tratta di prodotti in buona parte di origine locale (salvo le varietà che all´inizio del progetto furono importate dall´Italia ritenendo potessero riscuotere successo nel mercato equo). L´uso e la commercializzazione delle erbe e delle tisane è una tradizione del paese, che ha ereditato dalle antiche culture indigene guarani, soprattutto nel consumo del mate. Le principali erbe coltivate nei gruppi interni al Pueblo, oltre a quelle destinate all´export, sono foglie di arancio, mandarino, cedrón, limone, eucalipto, menta, guaco. Tradizione culturale dei prodotti Lo zucchero e i derivati della canna sono consumati da sempre dalla popolazione locale, mentre vengono esportati da circa 50 anni. Il taglio della canna è manuale. Nei campi si producono anche soia, mais, manioca. Come detto esiste una piccola fabbrica interna, in pessime condizioni, di proprietà del Pueblo, che provvede alle vendite locali. Ci sono differenze tra lo zucchero "blanco" e quello integrale: nel primo caso si separa quello cristallizzato mediante centrifugazione della melassa, mentre nel caso dello zucchero integrale il processo è artigianale e non si centrifuga la melassa, provvedendo a "cucinare" e poi a raffreddare lo zucchero, che per questa ragione si caratterizza come integrale. La tradizione di consumare tisane ed erbe officinali è molto antica nel paese, basti pensare al tereré, il mate con acqua fredda, tipico del Paraguay, a differenza del modo di preparazione dei paesi vicini del Cono Sud, che bevono il mate con acqua calda e in zucchette più grandi. Zucchero - Per la parte precedente la consegna in fabbrica, dopo la raccolta, il taglio e la pulizia della canna si preparano delle "fardas" (balle), che si caricano sul camion con il "guinche". Ciascuna farda viene pesata e poi lavorata. La canna viene frazionata, si estrae il "sugo", questo viene purificato scaldandolo a poco più di cento gradi, portando il ph a 7,2, eliminando le impurità.Viene poi schiarito con l´uso della calce idratata ( è una procedura ammessa anche in ambito biologico e se ne impiegano 700 gr. per tonnellata), passato per un processo di evaporazione dell´acqua fino a giungere ai valori ammessi nella concentrazione del saccarosio, poi cristallizzato, centrifugato fino ad ottenere la melassa, seccato, pesato, impacchettato. Si svolgono poi le operazioni di analisi per Erbe/tisane - Le famiglie di produttori delle terre del Pueblo o nelle regioni limitrofe seminano erbe e tisane. Si raccolgono le erbe spontanee che crescono nei campi, mentre in qualche caso si coltivano piante appositamente scelte per il mercato equo, selezionando le specie più adatte in termini di qualità. Quando la lavorazione avviene nei gruppi interni le erbe dopo essere state raccolte vengono seccate con il sistema "barbacúa" (barbecue o secadero artesanal, una cassetta rudimentale con circolazione interna di aria calda a 80º, che scalda le foglie per 1830 ore per poi uscire dal "camino"), o comunque in modo naturale (sole, vento, ombra, a seconda della varietà e della quantità d´acqua di ciascuna). Le erbe vengono consegnate secche al deposito. Le foglie sono seccate per separare impurità e rametti. Nel deposito si effettua il peso delle erbe, la selela raccolta delle erbe per le tisane Viaggi missione Organizzazione della produzione campioni con produzione di un certificato di conformità. Gli eventuali lotti non conformi sono destinati alle vendite locali, sotto il controllo del settore di controllo qualità di Wendell Trading. Terminata la lavorazione lo zucchero non passa per Mimbipá ma viene direttamente inviato per le pratiche per l´imbarco, in sacchi da 25 kg. La raccolta va da maggio a dicembre. Lo scarto della canna, il bagazo, viene usato come biocombustibile. La lavorazione è svolta con criteri di tracciabilità, anche perché lo zucchero di Manduvirà è tutto certificato biologico, ogni sacco possiede un codice e ogni lotto è identificato, per riconoscere origine e destino. Vengono prelevati campioni di ciascun lotto i quali sono conservati, per controllo ed analisi, per due anni. La fabbrica alla quale si appoggia Manduvirá si chiama Senci Ypirota, che a sua volta fa capo all´engenio Wendell Trading Inc., che ha l´autorizzazione per la certificazione biologica. Un´ipotesi di lavoro e di sviluppo per Manduvirá è di poter contare in futuro su una propria “azucarera”, per poter governare tutta la filiera produttiva. Manduvirà conta con circa mille soci, e non avrebbe difficoltà ad ammettere produttori della Congregazione e gli stessi Gustavo e Mary nella sua compagine sociale. 141 zione manuale delle foglie, la macina al mulino, infine si passa alla macchina che separa il frazionamento fino (per i filtri) da quello "grueso" (per i pacchetti sfusi). Dopo il controllo qualità si procede al confezionamento in sacchi di cartone, di 15 o 20 kg. a seconda del volume di ciascun prodotto, si sigilla e si etichetta. Il packaging finale per la vendita al pubblico si effettua in Italia. Composizione prezzo, vendite Fino al 2007 gli eventuali utili erano utilizzati per la costruzione della struttura centrale di Mimbipá. Negli ultimi anni è stato destinato a spese più urgenti, come la realizzazione di altre opere e l´ammodernamento di uffici e macchinari, oltre che pagare i salari ai lavoratori fissi, le parcelle al contabile, sostenere spese per l´elaborazione di progetti di cooperazione con enti pubblici. Gli altri due Comité di Artigianato, Artes Vida e Nueva Esperanza, sono autonomi rispetto a Mimbipá per la gestione e amministrazione del denaro e d´ora in avanti anche per le spedizioni. Dati vendite ultimi anni Zucchero: 36.285 euro (2007) 13.500 euro (2008) 49.102 euro (2009) Erbe/tisane: 44.984 euro (2007) 36.880 euro (2008) 11.219 euro (2009) Composizione prezzo Zucchero: costo prodotto e trasformazione 89% spese generali 5% utile 6% Erbe/tisane (media): costo prodotto, mano d´opera e trasformazione 45-65% spese generali 20-25% utile 20-25% Paraguay essiccazione delle erbe per le tisane 142 Comité “Nueva Esperanza” Storia organizzazione Nel 1998, in una piccola sartoria di produzione di biancheria intima formata da cinque ragazze di diverse nazionalità della Congregazione ''Pueblo de Dios'', e' sorta la proposta di cercare una fonte di guadagno per sviluppare un progetto a favore degli anziani ed ammalati della Comunità. Questa, pur dando agli abitanti la possibilità di usufruire di un tetto e di cibo giornaliero, non ha risorse proprie per sostenere le cure mediche, essendo gli anziani privi di qualunque tipo di assistenza, privata o pubblica. Un ulteriore obiettivo del progetto, ideato fin dall´inizio, è stato di dare un lavoro fisso ad alcune ragazze della Comunità, che già svolgevano attività di volontariato. Si cominciò con una ricerca per realizzare articoli che potessero interessare i mercati equi europei, utilizzando l'esperienza interna acquisita prima dalla Coop. Coprosa Ltda poi da Mimbipà, che avevano avviato precedentemente attività di esportazione. I tentativi fatti negli anni sono stati diversi. Si e' cercato di sfruttare al meglio alcune risorse tipiche del paese, ad esempio il puro cotone grezzo, unendolo alle capacità di cucito e di lavoro all'uncinetto del gruppo che si era formato nel frattempo. Sono state prodotte tovaglie, guanti da cucina, presine, portapane, tende, vestiti ed altro, fino ad arrivare in modo quasi casuale ad un prodotto che ha finito per riscuotere maggior interesse: i sacchettini di lienzo utilizzati come bomboniere rustiche. Gli ordini sono stati inizialmente bassi, ma con gli anni si sono consolidati: il primo ordine di una certa consistenza è stato fatto da Libero Mondo nel 2003. In quell´anno il Comité ha deciso di organizzarsi meglio dandosi un nome, Nueva Esperanza, ed un´organizzazione formale, come previsto dalle leggi del Paraguay in materia di cooperative. Ha aumentato il numero dei soci (12 persone), associandosi alla Coop. Coprosa, organizzando riunioni trimestrali (con verbali regolarmente trascritti nel libro degli Atti), tenendo una contabilità trasparente, dando lavoro, pur saltuario, a circa 80-90 ragazze. Negli ultimi due anni, soprattutto nel 2008, grazie anche ai positivi riscontri della prima visita in loco, si è registrato un incremento degli ordini. I componenti del Comité, chiamati soci attivi (di fatto le 5-6 donne che costantemente lavorano nella sartoria) o soci collaboratori (coloro che partecipano regolarmente alle riunioni ma che collaborano solo per gli ordini più grandi), hanno deciso volontariamente, fino ad ora, di destinare i loro stipendi in beneficenza per sostenere il progetto (trattenendo le spese per l´alimentazione ed altre necessità di base quotidiane). Le ragazze non iscritte al Comité' ricevono una paga calcolata in base al salario minimo del Paraguay e alle ore impiegate per la realizzazione del lavoro. Offrono anch´esse una percentuale, variabile da caso a caso, a favore del progetto. Organizzazione del lavoro Il lavoro è legato agli ordini, per cui il concetto di garanzia va contestualizzato: il settore di cucito, controllo qualità, impacchettamento viene svolto dalle ragazze del Comité' che operano in modo fisso du- rante la settimana nel laboratorio, mentre il lavoro all'uncinetto, la preparazione delle testine degli angeli e sposini (foderatura, collaggio cappelli), delle ali (taglio e montaggio) ed il taglio del cordoncino vengono svolti dalle lavoratrici saltuarie che sono state ritenute idonee per svolgere tale funzione. In seguito all´aumento degli ordini le persone coinvolte sono aumentate, in qualche caso sfiorando le cento donne, ed anche la qualità della lavorazione è migliorata. L´anima del progetto è la friulana Donatella Fanna, che ha di fatto il coordinamento generale, specie per le transazioni con il Comes italiano, anche se, con il suo attuale spostamento in Italia, ora la figura responsabile in loco è Alicia Caballero. Donatella ha vissuto in Paraguay per oltre 20 anni, prima svolgeva attività amministrative bancarie. Si era avvicinata per caso a Pueblo de Dios, in un viaggio in loco per accompagnare un´amica. Attratta dall´ambiente, dalla proposta di fede e di vita, dopo altri due viaggi di perlustrazione decise di cambiare vita e di fermarsi presso la Congregazione, nella quale oggi ricopre incarichi di un certo prestigio. Gli stipendi vengono calcolati sulla base del salario minimo del Paraguay (ott´09: 1.408.000 Guarani = circa 200 euro), calcolando le ore di servizio svolte dalle lavoratrici saltuarie. Come detto diverse persone del Comitè (più o meno la metà dei soci) seguono i principi ispiratori della congregazione e rinunciano allo stipendio, in modo da favorire lo sviluppo di progetti sociali interni, di cui comunque possono godere i benefici come membri della congregazione. A partire dal 2010 si è deciso comunque di riconoscere una parte del salario minimo (un settimo) ai lavoratori in modo da contribuire alle entrate personali e familiari. Agli abitanti del Pueblo si cerca di garantire i bisogni di base, come alimentazione, alloggio, educazione primaria. L´attività si svolge all´interno del villaggio, distante in tutti i sensi dai ritmi e dall´organizzazione del mondo esterno. Nello specifico, alcuni lavori sono svolti nelle case delle persone, mentre il laboratorio ospita i settori del cucito, controllo, spedizione. Comité Nueva Esperanza Viaggi missione Il denaro con il quale si è realizzata parte della casa degli anziani ed ammalati proviene dai margini legati alle vendite esterne, visto che il fatturato delle vendite locali, riferite ai soli lavori di confezione di abiti per la gente del posto, è molto basso e viene utilizzato integralmente per sostenere le spese di gestione della sartoria. L´elemento di maggior rilievo e importanza nella storia recente di questa realtà è il progetto ''Ancianos Felizes'' L´opera è stata ufficialmente inaugurata, alla presenza di autorità varie, nel dicembre´09 (con una menzione pubblica nei discorsi inaugurali, visibile anche attraverso striscioni di ringraziamento, verso LiberoMondo), pur non essendo ultimata, né nella costruzione, né soprattutto nei servizi medici. Attualmente sono operativi i settori nutrizionali e psicologici e la distribuzione periodica gratuita di farmaci. Da gennaio 2010 è attiva la mensa, rivolta a coloro che soffrono di denutrizione (colazione e pranzo offerti a 40 persone sotto la supervisione di un dietologo). Si spera di andare a regime entro il 2011, consentendo di assistere 157 anziani, non solo del Pueblo, dei quali circa una ventina in forma residenziale. E´ già stato fatto un primo censimento degli utenti potenziali, che ha individuato in 300 casi coloro che necessiterebbero di accompagnamento (su una base nel Pueblo di circa 500 persone appartenenti alla terza età). L´idea è di occuparsi, nel tempo e a rotazione, di tutti i casi. Il costo totale stimato dell´opera è di oltre 150.000 euro. Questo progetto è stato considerato all´interno della Congregazione come un vero e proprio simbolo, indice tra le altre cose dell´ottimo inserimento del Comité e della sua principale leader all´interno della Comunità. I primi contatti del gruppo con il Comes furono presi nel 1998 attraverso una congregata italiana che viveva in Paraguay. Si iniziò con l'esportazione di erbe medicinali e nacque l´idea del Comité Nueva Esperanza. Libero Mondo, dopo alcuni test, nel 2003 fece il primo ordine consistente, dando inizio a una relazione di lavoro mantenuta e rafforzata nel tempo e che oggi è diventata più costante. Il ruolo della coordinatrice, Donatella Fanna, ora è parzialmente cambiato, di fatto è una semplice socia del Comité senza incarichi formali, ha il compito di ideare nuovi modelli e di mantenere le relazioni pubbliche con l´esterno, grazie anche ad un ruolo di un certo prestigio nella congregazione. Alla fine del 2009 c´è stato un ricambio parziale nella compagine sociale, con tre persone che sono uscite ed altre quattro entrate. Il Consiglio di amministrazione si riunisce trimestralmente in riunioni ordinarie, per prendere decisioni riguardo l'attività svolta, gli investimenti, la gestione dei lavoratori, la politica di prezzi, sia per i prodotti che per il pagamento degli stipendi. Data l´esiguità e la parziale informalità del gruppo di fatto l´organo di gestione e la base coincidono. 143 Materia prima, produzione Si tratta di tela, filo, cordone di puro cotone, prodotto localmente, mentre le sfere di polistirolo e la juta sono comprate in Paraguay ma provengono dal Brasile. I capelli degli angioletti sono scarti della lavorazione del legno nel villaggio, ripuliti ed essiccati. Le linee produttive sono state ideate inizialmente da persone straniere facenti parte della Congregazione, nell´ottica della ricerca di mercati equi che potessero sostenere i progetti e quindi non sono manufatti tradizionali nell'economia del paese. Non vi è nessun impatto sull´economia della zona visto che Pueblo de Dios funziona in modo autonomo. Al limite esiste un indotto più generale legato all´utilizzo dei servizi e delle attività commerciali della cittadina di Caaguazu, distante circa 25 chilometri dal Pueblo, che costituisce il riferimento commerciale e culturale prioritario per la vita della comunità. Dopo l'acquisto della materia prima, la tela viene misurata, tagliata e passata alle macchine per essere rifinita. Successivamente si procede alla divisione dei pezzi, che vengono trasferiti alle macchine da cucire o consegnati alle sarte esterne al gruppo base. I sacchetti vengono nuovamente divisi, ripuliti e girati per passare all´ultima fase di lavoro, che consiste nella cucitura del bordo, completando cosi la confezione. I prodotti finiti sono ritirati dalle ragazze che svolgono il lavoro manuale all´uncinetto con stiratura finale. Lo stesso procedimento si applica anche per il corpo in tela degli angioletti, gli sposini, le farfalle, le casette, i sacchettoni. Nel caso degli angioletti il lavoro viene diviso tra chi fodera la testina, chi attacca i capelli, chi taglia e prepara le ali, chi le unisce al corpo con gli ultimi ritocchi, come fiorellini, cappellini, veli da sposa. Nel caso delle ali delle farfalle ed il modello primavera/estate, la tela è consegnata a chi la inamida e stira, passando poi al taglio ed alla rifinitura dei bordi con l´uncinetto. Ogni articolo viene controllato, completato con il cordoncino ed impacchettato nel laboratorio del Comité. I ruoli funzionali sono in teoria intercambiabili, ma tendenzialmente ogni persona mantiene nel tempo la funzione a cui è stata destinata. La consegna per la spedizione viene fatta a Mimbipá, che dispone di un ufficio e di sale adibite a magazzino. Gli uomini del Comité, quando non vi sono ordini da evadere, collaborano ora alla costruzione della Casa per gli Anziani. Paraguay Commercializzazione e sviluppo futuro 144 Nel 2006 sono stati prodotti per l´export 11.000 sacchettini di lienzo colorati e 4.000 bomboniere autunno-primavera. Per la produzione interna sono stati prodotti circa 300 pezzi tra confezione di vestiti, asciugamani, tovaglie ed altro. Nel 2007, l'esportazione e' stata di 30.000 sacchettini rustici e 14.000 sacchettini colorati, mentre la produzione interna e' stata di circa 260 confezioni varie. Nel 2008-2009 sono stati prodotte per l´export 113.000 bomboniere. Oltre alle vendite presso il Commercio Equo e' stato attivato un circuito di vendite locali per circa 300 euro. Libero Mondo continua ad essere l´unico committente del Comité Nueva Esperanza. Questo consente all’equipe fissa di avere lavoro continuativo solo per alcuni mesi all’anno, dimostrando la necessità di aumentare gli ordini e/o di trovare altre forme di vendita, per poter mantenere le lavoratrici in modo stabile e fidelizzato. Un´ipotesi attuale è di aumentare la gamma di prodotti/linee offerte, come gli articoli natalizi e nuovi modelli per l´export e il mercato interno. Inoltre si è pensato di sostituire alcuni articoli a bassa rotazione nelle vendite con altri che riscuotono più interesse. Una recente idea, concepita nel corso delle riunioni in loco, è quella di provare ad affiancare alla tradizionale produzione di artigianato anche la coltivazione di alcune erbe. La mission principale del Comité Nueva Esperanza, oltre a garantire lavoro per i soci più attivi ed i collaboratori esterni, è quella di completare alcune opere sociali interne alla congregazione, come nel caso del progetto "Ancianos Felices". Negli scorsi anni si è attivata una piccola clinica di riflessologia e medicina naturale, gestita attualmente da due ragazzi italiani "congregati". Un ´ipotesi strategica di maggior respiro per il futuro è di rafforzare l´organizzazione associando anche le collaboratrici esterne per poi fondare una cooperativa, anche se sono stati valutati nel corso dell´ultima visita in loco costi e benefici ed il fatto che una struttura meno agile come una cooperativa aumenterebbe i costi fissi e le incombenze formali, senza garanzie di ricavi corrispondenti. Tra i vantaggi possibili invece si è evidenziato che una figura giuridica più ortodossa e visibile avrebbe le caratteristiche adeguate per poter presentare qualche progetto ad enti pubblici paraguayani. Gli incassi delle vendite venivano inizialmente depositati su un libretto di risparmio presso la Coop. Coprosa, modalità poi interrotta per l´esigenza di investire nei progetti sociali. I membri del Comité, associati in forma individuale alla Coprosa, possono beneficiare di piccoli prestiti che vengono calcolati in base alle quote sociali versate ed alla fiducia di cui godono, oltre ad altri servizi di tipo amministrativo. Qualsiasi persona può farne parte, con la condizione di condividerne i principi e rispettare le regole statutarie. Il clima umano interno che si respira è piuttosto sereno, la relazione umana è quasi ottimale così come la trasparenza nelle comunicazioni. centro anziani - visita medica Artesvida Presentazione Viaggi missione Nel 1997 Cristina Mazzonetto, appartenente alla Congregazione Pueblo de Dios e arrivata in Paraguay diversi anni prima insieme a madre e sorelle, venne incaricata dai responsabili della comunità di avviare alcune attività a favore dell'infanzia. Fu costituito un gruppo di genitori e volontari per organizzare iniziative nel settore. Venne fondata nel 2000 l'associazione senza fini di lucro "San Infancia", formata da genitori ed insegnanti della comunità. Esiste anche una San Infancia Italia, con lo scopo di sostenere le attività in loco. Emerse la necessità di disporre di spazi destinati all'insegnamento e ad attività ricreative. Questa esperienza non diede risultati, per la mancanza di risorse economiche oltre che per la scarsa partecipazione dei soci. L´associazione è rimasta in stand-by per anni fino ad essere riattivata recentemente per il progetto di costruzione della scuola. Con la vendita sporadica di torte e panini iniziò un percorso di autofinanziamento per disporre di risorse economiche, mentre Cristina, vantando una precedente esperienza aziendale e imprenditoriale, valutava come e dove investire. Nel 2000 si progettò la costruzione di un laboratorio-scuola a due piani, con annessa cucina sociale, per svolgere corsi di formazione e organizzazione del tempo libero per bambini e ragazzi adolescenti, per tentare di frenare il fatto che nel paese, come nella congregazione, era comune abbandonare la scuola per lavorare con la famiglia nei campi. Si pensò, analogamente a quanto ideato con la costituzione di Mimbipá, di avviare iniziative che canalizzassero forme di sostegno in Italia. Con l´appoggio di una coppia di italiani che per primi hanno avviato i contatti con il commercio equo, nel 2002 si arrivò al contatto con Libero Mondo ed alle prime presentazioni di campioni. L´esperienza ebbe un seguito e si concretizzarono i primi ordini. Nel 2004 il gruppo acquistò l'edificio utilizzato attualmente come laboratorio, negozio, spaccio, grazie anche ai ricavi delle vendite. Il Comité Artesvida naque formalmente nel 2005, soprattutto per rispondere a necessità amministrative, legate alla legislazione del paese in materia di cooperative. Dal settembre 2009 si è trasformato in una srl, per la parte commerciale import/export. E´ composto da due socie, Cristina e la sorella Margherita e si è reso autonomo da Mimbipá. Il cambio di ragione sociale, così come i progetti avviati, è stato approvato dalle autorità della Congregazione. Lo sviluppo dell'attività produttiva e la cura meticolosa dei dettagli per mantenere alti standard di competitività ha assorbito gran parte delle energie del Comitè, soprattutto di Cristina, che è rimasta l´unica persona del primo gruppo ispiratore dell'associazione San Infancia. La mission iniziale di un lavoro finalizzato al finanziamento di progetti educativi per i ragazzi della comunità, pur rimanendo un’obiettivo del gruppo, è stato penalizzato da questa situazione. Nell´ultimo anno, anche in seguito agli stimoli del primo viaggio in loco ed alle richieste delle autorità del Pueblo, i progetti sociali sono stati avviati con l´inizio dei lavori di costruzione della struttura. Cristina vive nella congregazione dal 1993 e precedentemente operava nel campo della moda e del design. Le risorse di cui dispone sono prevalentemente frutto di mezzi propri e della famiglia di origine, oltre che delle attività complementari all´artigianato, come la vendita interna di prodotti. Da segnalare la presenza attiva nel Comité di altri membri della sua famiglia, le sorelle e la madre, che collaborano dall´Italia e in loco, passando una parte dell´anno in Paraguay, mentre quando risiedono in Italia vivono presso le case venete della Congregazione. Avvengono vendite avulse, ma abbastanza regolari, presso gruppi di appoggio e amici/parenti in Italia. Esiste anche una serie di attività parallele, non marginali, di vendita nel villaggio e nella zona di abbigliamento e calzature. Tra i progetti sociali avviati da ArtesVida si segnalano: - Finanziamenti e prestiti per l'acquisto di macchinari, elettrodomestici, appoggio per spese sanitarie/medicinali, ristrutturazioni delle abitazioni dei lavoratori del Comité e delle loro famiglie - Il sabato, il giorno di festa nel Pueblo, si organizzano animazioni per i bambini e la distribuzione di un pasto comunitario. Occasionalmente vengono dati materiale scolastico e vestiti - Da qualche mese è partita la progettazione e la realizzazione della struttura di San Infancia, su terreni prospicienti l´abitazione di Cristina, su una superficie 4.718 mq. con possibilità di inserire moduli aggiuntivi come giardini, piazza aggregativa, campo da volley ed altre attrezzature. 145 Lo spirito del progetto è di proporre un nuovo e innovativo modello educativo complementare al sistema scolastico di base, molto deficitario in Paraguay, con l´apporto anche di professionisti. Si punta a beneficiare circa 700 bambini e ragazzi tra i 2 e i 18 anni, coinvolgendo 150 famiglie. Il budget previsto è ambizioso, supera i 700 mila dollari, di cui 182.000 come apporto locale in infrastrutture. I lavori di costruzione termineranno entro il 2010, il resto, dagli arredi alle attività, progredirà man mano che ci saranno fondi disponibili. Organizzazione interna Per l´acquisto di materia prima per i prodotti da paesi stranieri e per l´importazione in Paraguay di vestiti e calzature Artes Vida si avvale di un importatore di Asunción. E´ necessario spirito di adattamento per rendere funzionale l´ambiente di lavoro, anche per la presenza di molteplici attività parallele, dalla produzione alla vendita-spaccio interno. Ma rispetto al passato, anche a detta dei partecipanti al progetto, la situazione è migliorata, con l´aumento di spazi e strutture per i laboratori produttivi. L´attività si svolge in prossimità della residenza di Cristina, al punto che, anche architettonicamente, non è definibile dove finisce la residenza privata e dove iniziano i laboratori. Anche le opere legate alla costruzione dei nuovi progetti sono in aree adiacenti. In qualche caso sono stati rilevati terreni dei vicini, mentre c´è un comodato con la Congregazione per l´utilizzo dei terreni per il progetto San Infancia. Un aspetto positivo, quasi unico in Paraguay, è la raccolta differenziata praticata da Artes Vida e dai suoi abitanti, grazie al lavoro di Margherita. Paraguay Filiera produttiva 146 Il marketing e le relazioni con i clienti, la ricerca di mercati, lo studio dei campionari, l'organizzazione del lavoro, la pianificazione, la formazione del personale ed il controllo della produzione sono esclusivamente a carico di Cristina, che gestisce questa attività in modo totalizzante, mantenendo il controllo sulle attività, anche se recentemente la diminuzione degli ordini l´ha portata a investire più concentrazione verso altri progetti. Per la gestione amministrativa e fiscale ora si appoggia ad una commercialista esterna. Una volta ricevuti gli ordini si contrattano i lavoratori per distribuire gli incarichi, procedere alle varie fasi di produzione, acquistare la materia prima, raccogliere i manufatti e imballare i prodotti finiti. I lavoratori vengono pagati con valori prossimi all´80% del salario minimo (ora prossimo ai 200 euro) in quanto non operano ad orario integrale, salvo sotto consegna ordini. I collaboratori esterni vengono pagati per il servizio svolto in base ad accordi diversi. Si offrono opportunità di lavoro a coloro che dimostrano di avere capacità reali, senza discriminazioni legate all´istruzione, età o nazionalità, valutando ogni situazione, con una estrema cura della qualità del lavoro svolto. Alcune persone cercano di integrare con qualche extra legato a piccoli servizi nella comunità, diversi soci lavorano presso Cristina nelle attività collegate, come i lavori di casa o di "bottega", servizi della struttura, rivendita interna, ecc. (gli uomini ora anche nei lavori di costruzione, uno è insegnante nella scuola). Esiste un alto turn-over, dovuto ad assenze frequenti determinate da problemi di salute e di organizzazione della comunità, all'incertezza del lavoro, all´instabilità che porta frequentemente ad emigrare. Chi collabora con il Comité deve accettarne regole e prassi, entrare nella logica secondo la quale la qualità della produzione è la priorità, al punto da dover rifare i pezzi, quando non conformi, fino a quando vengono reputati soddisfacenti. La maggior parte delle tele viene lavata, inamidata e stirata prima di arrivare alla fase di taglio. Anche per la produzione delle borsette più semplici la tela viene prima lavata e stirata. Si distribuiscono i teli inamidati a coloro che li tagliano e che riportano, successivamente, i vari elementi. Le fasi di lavoro successive sono ricamo, piegatura, assemblaggio. Il prodotto viene terminato, sottoposto a minuzioso controllo (e, se non soddisfacente, rimandato in produzione), ed alla fine imballato, pronto per la spedizione. Fino ad ora si è scelto di non ricorrere a sistemi di taglio meccanizzati per non sottrarre una porzione di lavoro manuale. Oltre alle macchine da cucire si dispone ora di una nuova bordatrice meccanica. L´organico è composto attualmente da 16 collaboratori fissi e circa una trentina saltuari. Si tratta di una stima sulle persone che hanno collaborato negli ultimi due anni, considerando una notevole riduzione del personale stagionale (fino al 2008 "giravano" per questa realtà fino a 200 persone). Tra i saltuari si registra un turnover anche del 60% annuo, anche se nell´equipe più stabile negli ultimi due anni c`è stato un consolidamento e maggiore fidelizzazione. Il timore, anche per l´equipe, è che alcune donne possano emigrare, avendo espresso l´intenzione di venire in Europa a lavorare come badanti. La maggior parte dei lavoratori appartiene alla congregazione, pur non essendo una condizione necessaria, diversi soci sono parenti tra loro. Obiettivo prioritario è di offrire la garanzia di un lavoro costante, anche se negli ultimi anni si è registrata una contrazione degli ordini e di conseguenza una diminuzione delle persone coinvolte nel progetto, alle quali è difficile garantire un salario fisso. Attualmente gli ordini del commercio equo permettono di lavorare da novembre a maggio, con la difficoltà di dover mantenere la struttura tutto l´anno. Si tratta di una struttura abbastanza piccola, incentrata sulla personalità della sua leader che ha un ruolo molto importante. Sarebbe importante riuscire a far crescere maggiormente l’interazione degli altri membri del gruppo. In questo senso bisogna riconoscere che rispetto alla visita del 2007 sono emersi segnali di maggiore partecipazione nella gestione, soprattutto da parte dei lavoratori che da più tempo fanno parte del gruppo. Aleggia su questa attività il rischio costante di instabilità da parte dei partecipanti, per ragioni economiche generali (in un paese dove l´emigrazione è assai diffusa). La questione della materia prima costituisce un elemento da tenere in attenta considerazione in quanto parte di essa è importata e non di produzione locale. Qualche progresso è stato fatto, provvedendo, quando economicamente possibile, ad aumentare la materia prima nazionale. Il cotone è di produzione nazionale, così come i cordoni, cestini, terracotte, ma la juta continua ad essere importata. Gli accessori sono di produzione nazionale o di zone confinanti, i filati sono importati. E` stata fatta una ricerca di materie prime nei paesi confinanti, ma gli alti dazi e le complicazioni burocratiche hanno sconsigliato di percorrere questa strada. La retribuzione è inferiore al salario minimo per i collaboratori fissi, a fronte di un orario di lavoro medio minore del tempo pieno, mentre è variabile per coloro che operano come saltuari o apprendisti. Cristina trattiene per sè il rimborso completo delle spese vive e di struttura. In qualche caso, come per l´eterno problema della comunicazione telefonica e internet, è più volte intervenuta con fondi propri per attivare l´antenna delle comunicazioni del villaggio, che viene ripetutamente bruciata dai fulmini, rendendo ancora oggi un´odissea l´utilizzo di computer con connessione esterna, telefoni fissi, mezzi di comunicazione. Anche per opere come la pavimentazione e l´illuminazione delle vie adiacenti alla casa e laboratorio a volte sono stati apportati fondi interni, in attesa di interventi Viaggi missione Gestione economica e prospettive future anche municipali di sostegno. Gli utili sono utilizzati per miglioramenti logistici interni, nella casa, nei laboratori, nei punti vendita, per l´acquisto di attrezzature, per lo sviluppo delle attività. Attualmente la maggior priorità a tutti i livelli è rivolta alla realizzazione del progetto della scuola-laboratorio, la cui parte costruttiva dovrebbe concludersi negli ultimi mesi del 2010. Si vorrebbe offrire un luogo di aggregazione a 700 bambini e adolescenti dai 2 ai 18 anni, spazi scolastici e di formazione al lavoro, insegnamento delle lingue, informatica e internet, biblioteca, mensa quotidiana, con l´effetto di migliorare l´alimentazione nel Pueblo, qualche attività agricola collaterale con produzione di ortaggi, leguminose e cereali come contropartita della comunità per l´utilizzo di alcuni servizi. L´assistenza ai bambini, uno degli obiettivi che ha generato il progetto, si manifesta in parte con altre modalità, come la refezione e l´animazione offerta ogni sabato ai bambini del villaggio, oltre che attività di formazione per giovani e adulti che spesso avvengono nei locali del Comité. Negli altri giorni della settimana ci sono momenti fissi di incontro, dove ai bimbi sono offerti insegnamenti di vario genere e possibilità di giocare. In caso di necessità viene facilitato l´acquisto di medicinali o generi di necessità per il lavoro. Nel progetto della cucina sociale all´interno della scuola sarà allestita la distribuzione di integratori alimentari ad alto potere nutritivo, per favorire un corretto sviluppo psicofisico dei bambini. 147 3. Collaborazioni in rete 3. Collaborazioni in rete: un percorso ricco ed interessante Collaborazioni in rete E' un percorso sperimentale di rete tra strutture diverse che, quindi, non implica né la fusione (presente o futura) delle strutture che collaborano, né la piena condivisione di tutti i principi e le metodologie con clienti e fornitori (altrimenti avrebbe più senso logico e di costi la fusione). I punti irrinunciabili, base di ogni nostra collaborazione, sono stati finora: l'esclusione della grande distribuzione dalla filiera di commercio equo e l'esigenza di costruire filiere totalmente sostenibili. In un periodo in cui la scelta sembra solo tra il franchising e la crisi, è un percorso alternativo che stiamo provando con alcune realtà, alcune piccole, altre di medie dimensioni. Abbiamo continuato questo percorso anche nel 2009, rafforzandolo ulteriormente con l'avvio di 7 nuove collaborazioni che, unite alle altre già attive, fanno sì che LiberoMondo collabori in maniera concreta e fattiva con 21 realtà italiane di commercio equo e solidale. Il margine che LiberoMondo si tiene per il proprio lavoro lo decide la Bottega stessa che collabora con noi e attualmente varia da un 5% (cioè sotto i costi di trasporto in Italia) ad un 15%. Non è una semplice distribuzione di prodotti, ma si tratta di una vera è propria collaborazione in cui l'ente (cooperativa, associazione o ong) che si rapporta a LiberoMondo diventa un partner strategico per la centrale di importazione, che consiglia prodotti (modifiche, prezzi…) ma sa anche a sua volta ascoltare critiche e suggerimenti, rinunciando ad importare direttamente prodotti in concorrenza con quelli di queste strutture con cui si relaziona. E' un occasione per LiberoMondo di avere ancora l'umiltà come centrale di rapportarsi alla pari con altre strutture, come "cliente" di alcuni prodotti con i propri clienti: è un percorso ricco di esperienze nuove, di conoscenza di progetti gestiti da altri e molto interessante per il confronto con il proprio lavoro e le proprie metodologie di centrale di importazione. Simbolo di questo cammino sempre più ricco e profondo è stata nel 2009 la linea Cafè Tatawelo studiata e prodotta in collaborazione con L'Associazione Tatawelo e concretizzatasi, per le botteghe, ad inizio 2010. LiberoMondo ha deciso di cessare la produzione della propria linea EquoMondo e di offrire alle Botteghe del Mondo e ai Gas una linea completa di caffè che potesse offrire un modello concreto di collaborazione tra una centrale di importazione e un'Associazione su un prodotto strategico come il caffè - ognuno facendo il "proprio mestiere" - ma con una sinergia che può moltiplicare le risorse da destinare in loco ai produttori. 151 3.1 Associazione Scambiarti Progetto Coad LiberoMondo, grazie alla segnalazione della Bottega La Buona Terra di Verona, ha conosciuto a fine 2008 l'Associazione Scambiarti di Verona ed ha iniziato nel 2009 una collaborazione nella distribuzione alle botteghe del mondo degli animaletti in ceramica e delle calamite del progetto Coad del Perù. L' Associazione Scambiarti Scambiarti Onlus è un'associazione di Verona, promossa dal MLAL (Movimento Laici America Latina) e dalla Cooperativa La Buona Terra nel 1997. Le parole chiave e guida per l'associazione sono: solidarietà, sostenibilità, natura, cultura, artigianato e arte. Questi i principali obiettivi: - informazione e sensibilizzazione alla solidarietà, cooperazione e sviluppo; - promozione di azioni sociali ed economiche tendenti ad eliminare lo sfruttamento e a promuovere una cultura equa e solidale; - salvaguardia dei diversi patrimoni culturali, ambientali e sociali, come forma di reciproco scambio e crescita; - salvaguardia dell'integrazione socio-culturale, della sostenibilità ambientale e dei diritti dei lavoratori; - collaborazione con altre associazioni/enti operanti nella medesima direzione; - sostegno a progetti di sviluppo e a iniziative d'assistenza e d'interscambio. Per il raggiungimento delle proprie finalità l'Associazione Scambiarti si propone come "vetrina" delle varie produzioni di piccole comunità rurali/indigene o di microimprese artigianali, che realizzano manufatti originali e di qualità; promuove, gestisce e realizza progetti di cooperazione internazionale. Scambiarti Scambiarti Onlus è impegnata soprattutto nella promozione di progetti di sviluppo rurale, indirizzati alla realizzazione di microimprese compatibili, sostenibili e socialmente utili, nelle quali la produzione artigianale diviene la continuazione naturale della produzione agricola. La rivitalizzazione culturale e la sostenibilità economica di piccole comunità rurali ed indigene avvengono proprio attraverso il riscatto della loro identità culturale e la diffusione dei loro prodotti. Scambiarti ha scelto di "salvare l'artigianato, le culture e le tradizioni locali" anche per favorire una migliore relazione dell'uomo con la natura e gli animali. 152 152 Tra i progetti promossi da Scambiarti vi sono: ° Promozione di microimprese ecosostenibili in Località Villa Ana (Provincia di Santa Fè, Argentina), promosso in partnership con MLAL di Verona e col contributo della Regione del Veneto. Il progetto è rivolto alle Comunità della Cuna boschiva santafesina e alla Cooperativa El Quebracho Colorado. ° Appoggio alla Fundacion Nuestros Pibes di Santa Rosa La Pampa per il consolidamento della cuenca cunicola pampeana (Argentina). ° Interscambio culturale Italia-Ecuador "Schiavitù - Razzismo ieri e oggi - come liberarsene", progetto rivolto alle Comunità rurali afroequatoriane della Valle del Chota e del Mira (Ecuador). ° Sostegno al progetto biodiversità a favore della Fundacion Otonga (Ecuador), per la conservazione e l'ampliamento della foresta integrale OTONGA ed il sostegno agli indigeni "Tagueros" dell'area di Otonga. Il progetto è stato realizzato in collaborazione e con il contributo di BIOFOREST di Pordenone, del Parco Natura Viva di Bussolengo e di alcune Scuole superiori della Provincia di Verona, ed è rivolto alla Fundacion Otonga (Ecuador). ° Sostegno alla Associazione di medici kirghizi "Pravo Na Jizn" (Diritto alla vita) ed al loro progetto di educazione, formazione ed assistenza; il progetto si sviluppa attraverso l'importazione di artigianato tradizionale del Kyrgyzstan, realizzato da ragazze madri e donne capofamiglia di Bishkek. ° Campagna Madagascar (2007-2010): l'Associazione Scambiarti ha aderito alla Campagna di Conservazione del Madagascar lanciata dai Parchi Zoo aderenti alla EAZA (European Association Zoo and Aquaria) e alla UIZA (Unione Italiana Zoo e Acquari): all'interno di uno specifico programma/progetto di interscambio, ha siglato un accordo di cooperazione con la locale associazione di artigiani "Soana Vela" e ha iniziato l'importazione di animaletti artigianali realizzati a mano secondo le tradizionali tecniche locali e con materiali naturali: prevalentemente sisal e rafia, fibre vegetali ottenute dall'agave e dalla palma. Progetto Coad Per maggiori informazioni: www.scambiarti.it Collaborazioni in rete Il progetto su cui si è instaurata una collaborazione con LiberoMondo riguarda i produttori di Coad (Ceramicas Originales Artisticas Decoradas). Coad è una microimpresa di Lima (Perù) che produce ceramiche da collezione rifinite e decorate a mano da artigiani locali e da ex ragazzi di strada che hanno appreso il mestiere. Le ceramiche sono ottenute con un processo di lavorazione manuale che permette solo una produzione giornaliera limitata. Una prima cottura a 1020°C per 12 ore trasforma l'argilla bianca in ceramica. Dopo la decorazione a mano con colori naturali, i pezzi vengono riposti in forno per la seconda cottura. Questo processo di vetrificazione dà una colorazione naturale brillante e resistente. 153 3.2 Cooperativa Pace e sviluppo Progetto Centro Salinas LiberoMondo ha importato fin dal 2003 dalla Corporaciòn Gruppo Salinas dell'Ecuador prodotti alimentari. Dopo l'ultimo viaggio missione in loco da parte di Luigi Eusebi, era stata fatta una pressante richiesta da parte dei produttori di importare anche prodotti artigianali. LiberoMondo ha deciso, dato il rapporto storico della cooperativa Pace e Sviluppo con i produttori ecuadoregni e l'ottimo lavoro di sviluppo prodotti fatto con le donne, di non importare direttamente artigianato da Salinas, ma di appoggiare nella distribuzione la cooperativa veneta. Anche i produttori dell'Ecuador sono stati molto contenti ed hanno approvato tale decisione. La Cooperativa sociale Pace e Sviluppo Pace e Sviluppo La Cooperativa sociale Pace e Sviluppo è una fitta rete di cittadini che opera nelle provincie di Treviso, Padova e Venezia ed è impegnata nella distribuzione di prodotti del commercio equo e solidale, nella diffusione di una cultura di pace e di sviluppo sostenibile, nella sensibilizzazione alle tematiche della finanza etica, della cultura e di più equi rapporti tra Nord e Sud del mondo. La Cooperativa, socia fondatrice del Consorzio CTM Altromercato, è nata nel 1993 e oggi conta oltre 1600 soci. Pace e Sviluppo ha aperto e gestisce 12 Botteghe del Mondo. La Cooperativa si pone come obiettivo la creazione di un percorso economico di giustizia e solidarietà per i produttori del Sud del mondo, mediante la vendita dei loro prodotti, importati secondo principi di rispetto e di giustizia. Si propone anche di sensibilizzare i cittadini del Nord del mondo sulle responsabilità e sul valore del consumo e del risparmio e sul valore dell'incontro tra culture. I soci hanno deciso di definirsi come "cittadini consapevoli che operano perché l'economia sia capace di garantire sviluppo sostenibile e giustizia sociale per tutti". 154 154 Progetto Salinas La Cooperativa sociale Pace e Sviluppo ha avviato un progetto di gemellaggio con i centri femminili di Salinas de Bolivar (Ecuador): un'importante relazione commerciale e culturale che permette di promuovere prodotti rispettosi delle persone e dell'ambiente, di tessere le trame di relazioni culturali dirette e di intrecciare importanti legami personali con la popolazione ecuadoriana anche attraverso lo scambio di volontari che in vario modo collaborano con il progetto. Salinas è un piccolo paese della sierra ecuadoriana, a 3.550 metri di altezza, situato nella parte nord della regione di Bolivar, a circa cinque ore di macchina a sud di Quito, capitale dell'Ecuador. Salinas è una cittadina conosciuta e visitata per la particolarità del suo sviluppo economico che ha offerto ai suoi abitanti opportunità lavorativa evitando che emigrassero verso le città. Padre Antonio Polo, missionario salesiano che dagli anni '70 vive a Salinas, ha dato l'impulso alla nascita di una serie di micro imprese a conduzione cooperativistica. Così sono nati il caseificio, la fabbrica del cioccolato, del torrone, degli oli essenziali, dei funghi secchi, delle marmellate. Alcuni di questi prodotti vengono importati dalla rete del commercio equo e venduti nelle botteghe del mondo italiane. Pace e Sviluppo ha scelto di avviare un progetto di gemellaggio con i centri femminili per offrire un'opportunità lavorativa alle donne altrimenti escluse dal mercato; il lavoro comunitario permette loro di esprimere creatività e libertà al di fuori delle mura domestiche e di garantire un apporto economico alla famiglia offrendo momenti d'incontro e confronto in un ambiente rurale dove il ruolo della donna non è valorizzato. Le produttrici tessono prodotti in lana e intrecciano graziosi cestini in paglia in un progetto che risponde pienamente ai principi del commercio equo. Tutte le fasi di lavorazione dei prodotti in lana si svolgono a Salinas, garantendo la tracciabilità della filiera: le pecore pascolano sui prati dei villaggi vicini, vengono tosate e la lana viene filata alla filanda del paese dove le donne si recano per acquistarla e la utilizzano per confezionare caldi capi di abbigliamento. Anche le fasi di lavorazione dei cestini si svolgono a Salinas e nei villaggi circostanti: le donne raccolgono sui prati la "paja" del paramo, la fanno seccare per due-tre giorni, la ripuliscono e poi la intrecciano con l'ago e la "cabuya" creando dei cestini resistenti e di qualità. Il gemellaggio negli anni si è sviluppato grazie anche ai viaggi di alcuni volontari che con il loro contributo hanno fatto nascere la linea con le tinte vegetali, la linea dei cesti, la linea bimbi. Pace e Sviluppo ha finanziato un corso di formazione per potenziare le competenze delle donne e migliorare la qualità dei prodotti. Collaborazioni in rete Per maggiori informazioni www.pacesviluppo.it www.anoiimporta.org 155 3.3 Cooperativa Terre solidali Progetti in Honduras e Guatemala La cooperativa Terre Solidali La cooperativa sociale Terre solidali è nata a Sanremo nel 2005 con l'obiettivo di contribuire alla costruzione di modelli economici e sociali alternativi e sostenibili. La Cooperativa, partendo dai bisogni primari insoddisfatti di un'ampia parte della popolazione mondiale e dalla consapevolezza della rilevanza dei gesti quotidiani degli individui, si impegna a promuovere comportamenti e scelte a favore del bene comune, dell'ambiente, della democrazia economica e della dignità umana. La cooperativa promuove e diffonde il commercio equo e solidale, l'agricoltura biologica e biodinamica, il consumo consapevole e la finanza etica, prodotti e soluzioni ecologiche. Terre solidali è una Cooperativa Sociale di tipo B; attraverso l'inserimento lavorativo di persone considerate svantaggiate dalla legge 381 del 1991, tenta di fare impresa coniugando valori e pratiche quali efficacia economica, partecipazione, giustizia, solidarietà verso le comunità impoverite del sud del mondo e verso coloro che nella nostra società accusano il disagio e l'emarginazione sociale. I soci aderenti alla cooperativa sono oltre 100. Terre Solidali importa direttamente prodotti di artigianato da piccole cooperative guatemalteche e honduregne. Progetti Honduras e Guatemala Terre Solidali La Luciernaga - Honduras 156 156 La cooperativa "Luciernaga" (La Lucciola) è un progetto dell'Organizzazione "Azione per lo sviluppo comunitario" (ADP) di Tegucigalpa, Honduras. L'associazione, costituita quasi interamente da donne che hanno subito violenze e maltrattamenti, promuove una serie di programmi volti al sostegno sociale e psicologico della donna, tra cui un centro di accoglienza, percorsi di formazione e programmi di microcredito. "La Luciernaga" è nata dallo sviluppo del laboratorio terapeutico che l'Associazione aveva previsto per le donne del Centro di Accoglienza. Il laboratorio, dove vengono prodotte candele decorative, originariamente fu pensato in funzione terapeutica (recupero della stima, lavoro di gruppo, reinserimento sociale, ecc...). La necessità economica di tante donne ha fatto sì che il laboratorio potesse divenire poi una risposta al problema lavoro. Dopo un attentato subito nel 2005, che ha completamente distrutto il laboratorio mettendo a rischio la vita di tutti gli ospiti, La Luciernaga ha ripreso la produzione di candele grazie all'aiuto della solidarietà internazionale e alla determinazione delle donne e ha ripreso così anche il percorso di riscatto di donne povere e vittime di violenza ed oppressione. Terre Solidali sostiene la Casa Rifugio con donazioni (raccolte in Italia attraverso le cosiddette bomboniere della solidarietà). Inoltre ha consolidato il rapporto commerciale con La Luciernaga alla quale riconosce il 32% del prezzo finale delle candele. Cooperativa Magu - Honduras La cooperativa MAGU nasce nel 1986 nella comunità della Arada nel sud dell'Honduras e prende il nome dai due cognomi tradizionali della zona, Manzanales e Gutierrez. La zona è abitata dai Lenca gruppo indigeno più numeroso in Honduras (circa 250 mila persone). I Lenca lavorano prevalentemente come braccianti agricoli nelle piantagioni di caffè e vivono in una condizione di estrema povertà e di oppressione: il governo centrale non riconosce né lingua, né religione, né autonomia sulle terre ancestrali. Attualmente la cooperativa è formata da 22 donne dedite alla produzione di oggetti in terracotta secondo la particolare tradizione locale che non prevede l'uso del tornio: tutti gli oggetti sono infatti modellati a mano. La regione è molto secca e storicamente le donne si sono dedicate alla produ- zione di anfore per il trasporto dell'acqua dai pozzi ai villaggi. Le donne erano anche incaricate della costruzione di statue rappresentative delle divinità protettrici che decoravano i luoghi di culto, dei monili ornamentali indossati dai sacerdoti durante le celebrazioni religiose e le feste. La cooperativa ha ripreso la produzione con le medesime tecniche e partendo dalle linee originarie ha sviluppato decine di modelli di fine artigianato artistico. Attraverso questa lavorazione, comunemente detta a "negativo", sugli oggetti si fissano disegni la cui colorazione è quella naturale dell'argilla più o meno sfumata. Il lavoro collettivo (le donne lavorano insieme sotto gli alberi), contribuisce a mantenere la propria lingua e recuperare un senso di socialità che andrebbe altrimenti perduto. Asociación Chajulense Va'l Vaq Quyol - Guatemala L'Asociación Chajulense Va'l Vaq Quyol, (il cui nome in lingua mayaixil significa "l'unione") è stata fondata nel 1988 grazie all'appoggio della chiesa cattolica locale, con l'obiettivo di promuovere il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione maya-ixil. L'associazione, che ha sede nel dipartimento di El Quiché, duramente colpito dal conflitto armato degli anni '80, affonda le sue radici alla metà degli anni '70, quando per la prima volta venne fondata una cooperativa di risparmio e credito, in seguito sciolta a causa della guerra. Per molti anni l'esercito guatemalteco ha infatti cercato di debellare ogni sforzo organizzativo e cooperativistico nella zona. Attualmente il progetto Asociación Chajulense Va'l Vaq Quyol ruota attorno ad una serie di attività comunitarie a carattere economico e sociale per promuovere il miglioramento delle condizioni di vita della locale popolazione maya-ixil. L'Asociación produce manufatti tessili e prodotti alimentari. Si tratta sempre di tessuti tipici locali che vengono lavorati dalle donne chajulensi, per le quali la tessitura rappresenta un'attività tipica, che apprendono fin da bambine. Il lavoro viene svolto con il tradizionale telaio a cintura, in cui la stoffa si tende fra il tessitore e un albero, o palo, posto di fronte. El Puente - Guatemala Per maggiori informazioni www.terresolidali.it Collaborazioni in rete El Puente è un'organizzazione di commercio equo che offre appoggio alle cooperative e ai gruppi organizzati di vari produttori del Guatemala per la commercializzazione diretta nel mercato fair trade e lo sviluppo prodotti. Le organizzazioni aderenti a El Puente puntano a mantenere le proprie economie locali e le proprie tradizioni culturali e artistiche come la tessitura attraverso i telai a cintura, i ricami secondo le sacre rappresentazioni del mondo maya e soprattutto un modo di lavorare comunitario che miri alla responsabilità di ciascuna persona e alla socializzazione di costi e benefici. Le organizzazioni che compongono El Puente sono: la Cooperativa San Pedro Unido, la Asociación Comunal de Chuacruz la Asociación de Auto Aiuda Chinimayá, le Tejedoras de San Juan, la Asociación de Desarrollo Integral Páulense, la Asociación de mujeres en Acción de Comalapa, il Centro de Comercio Maya CEPCOMA, la Cooperativa de Vidrio Soplado Copavic. La Cooperativa Terre Solidali ha effettuato un primo acquisto dal Puente nel 2005, privilegiando gruppi la cui produzione di tessile non è rappresentata all'interno del circuito italiano del commercio equo e solidale. 157 3.4 Associazione Variopinto Progetto Rwanda LiberoMondo ha da sempre attuato una scelta preferenziale per i progetti africani, anche in paesi difficili e poco battuti dal commercio equo e solidale. L'incontro nel 2009 con l'Associazione Variopinto e la cooperativa Variomondo (che gestisce la bottega del mondo di Limbiate) è stato fin da subito proficuo. Ci siamo subito trovati entrambi consapevoli della difficoltà del lavoro in Africa ma, nel contempo, dell'estrema necessità per il commercio equo di non perdere questa sfida e opportunità. L' Associazione Variopinto Variopinto è un'associazione di volontariato di Limbiate (MI) senza scopo di lucro che promuove ed organizza attività sociali e culturali, appoggia progetti umanitari e sostiene iniziative per la diffusione di una cultura di giustizia e solidarietà tra gli uomini, senza alcuna distinzione. Da 13 anni si occupa delle problematiche del settore giovanile in Italia e dalla fine del 1994 ha iniziato a collaborare, insieme ad altre associazioni, a progetti mirati in Rwanda. Variopinto da sempre promuove momenti d'incontro e conoscenza sulle problematiche dell' Africa, con particolare attenzione alla realtà ruandese. L'attività viene svolta attraverso la promozione di rappresentazioni teatrali, mostre fotografiche e pittoriche, rassegne, convegni, esposizioni, anche in collaborazione con scuole, comuni, parrocchie, gruppi e associazioni. Variomondo Il progetto Rwanda 158 158 L'Associazione "Variopinto Onlus" dal 1995 ha intrapreso un cammino in Rwanda, in modo particolare a Tumba, un quartiere di Butare, cittadina nel sud del paese, con l'apertura di una casa famiglia per ragazzi orfani. Variopinto, che collabora con le autorità religiose e la società civile presenti sul territorio, appoggia lo sviluppo di servizi educativi e scolastici rivolti soprattutto alle giovani generazioni, nella consapevolezza dell'importanza che rivestono l'educazione e l'istruzione. Da subito si è ritenuta fondamentale l'attenzione all'istruzione primaria, che a Tumba era pressoché assente. La scuola primaria, inaugurata nel 2000 e ampliata con altre 4 aule nel 2003, costruita in collaborazione con la Diocesi che ne ha la gestione, è oggi frequentata da circa 1200 bambini/e per i primi sei anni del ciclo scolastico. Ad essa, nel 2003 si è aggiunta la scuola materna che ha accolto oltre 165 bambini/e dai 3 ai 6 anni che vivono in situazione precaria e disagiata. Nel 2007 è stata siglata una collaborazione tra Variopinto e le autorità civili di Tumba per la realizzazione di "5 Scuole Materne decentrate", dislocate nel quartiere per permettere a tutti i bambini di iniziare un percorso educativo. Questo accordo, che prevede un forte coinvolgimento degli abitanti, ha visto l'inaugurazione dei primi due asili nel 2009 e di altri due nel 2010. Nel 2008 è stata inaugurata anche la scuola secondaria, la cui gestione è condivisa con la Diocesi di Butare e la Direzione didattica del territorio, che la rende una vera novità nel panorama scolastico ruandese, permettendo la frequenza alla stessa a tutti i ragazzi del quartiere indipendentemente dalla loro situazione economica. Si tratta di un importante impegno economico e progettuale che sta proseguendo con l'ampliamento della struttura affinché questa possa accogliere gli studenti, ad oggi circa 600, anche nei tre anni successivi della specializzazione, portando il numero totale degli iscritti a circa 800. Inoltre, su richiesta della Diocesi, dal 2005, Variopinto ha avviato una collaborazione per la gestione del Centro per ragazze di strada Nyampinga, che ospita 60 bambine e ragazze prive di una famiglia o allontanate da essa a causa di situazioni problematiche e che rischiano di finire nel mondo della prostituzione, della droga e del degrado. Per 18 di loro che hanno frequentato un corso professionale presso il Centro stesso, dal 2009 è stato avviato l' Atelier de Couture Nyampinga, che rappresenta un passaggio importante in vista di un reinserimento lavorativo e sociale, sia attraverso una produzione per il mercato interno che per il mercato italiano, attraverso i canali del commercio equo e solidale. Una speranza concreta di futuro, con la prospettiva di una vita dignitosa. Grazie all'atelier, inoltre, hanno ritrovato la bellezza dello stare insieme, il sostegno anche affettivo di educatrici professioniste, nonché la possibilità di gestire un piccolo contributo economico che viene loro riconosciuto come incentivo a proseguire. Se pensiamo poi che alcune di loro camminano per circa un'ora e mezzo per arrivare dalle colline, in cui vivono con la famiglia dove sono state reinserite, non possiamo fare a meno di pensare che, davvero, questo progetto rappresenta per loro un'aspettativa di futuro. Nel 2010 è stata inoltre aperta una Casa di Accoglienza temporanea per 5 ragazze orfane (ma adulte) che possono soggiornare nel centro, assistite da educatrici, e sperimentare una vita autonoma. Da ultimo, ma non meno importante è il Centro situato a Mugombwa, parrocchia distante circa 20 kilometri dalla città di Butare che, dal Settembre 2008, accoglie 16 ragazzi e ragazze con situazioni di disabilità fisica o mentale. Il Centro garantisce loro la possibilità di una "normale quotidianità", fatta delle cose più semplici come il cibo assicurato giornalmente, la frequenza alla scuola, la cure sanitarie, la possibilità di giocare e cantare. Da non dimenticare è il supporto offerto che Variopinto offre alla Coop. Variomondo, la Bottega di Variopinto con sede a Limbiate (Mi), per il reperimento dei prodotti artigianali da inviare in Italia. Nata nel 2005, la bottega si è sviluppata grazie a un' idea dei soci di Variopinto, principalmente per cercare di garantire un'opportunità di lavoro continuativa alle tante persone che in Rwanda chiedevano da tempo all'Associazione un aiuto per l'avvio di attività produttive. L'Associazione regolarmente visita, promuove e sostiene circa 25 gruppi di artigiani del territorio e delle parrocchie della Diocesi, che propongono oggetti di artigianato tipici della tradizione e della cultura ruandese. Tra questi, alcuni gruppi di donne e ragazze che producono dei piccoli panieri chiamati "agaseke", frutto di lunga storia e tradizione, realizzati a mano, in fibra vegetale tratta dalla foglia dell'agave. Questi cesti, da contenitori di semi, arachidi o piccoli oggetti da conservare o trasportare, divengono oggi, nella loro forma più piccola, panieri di speranza per tante donne che, con il loro lavoro, cercano faticosamente di porre le basi per un futuro diverso. Per maggiori informazioni: www.variopinto.org Collaborazioni in rete 159 3.5 Cooperativa Nazca Progetto Impronte di pace LiberoMondo ha, da sempre, dato priorità ai progetti in Palestina. Ne è prova la forte relazione di questi anni con i produttori Sindyanna, Ywca e Holy Land. Per cui, fin dall'inizio del progetto LiberoMondo ha manifestato a Nazca la possibilità di fare da “cassa di risonanza”, e di distribuire i sandali in tutte le botteghe del mondo italiane. Possibilità che non è partita nel 2009, per bassa produzione di sandali, e si è finalmente concretizzata nel 2010. La cooperativa Nazca La cooperativa Nazca, socia del consorzio CTM Altromercato, è nata nel 1991 dall'impegno di 3 associazioni di cooperazione internazionale (ACRA-CESVI-COSPE) che hanno colto nel commercio equo uno strumento nuovo ed efficace per realizzare sviluppo nei paesi del Sud del mondo. La cooperativa si distingue per una sua peculiarità: gestione dell'attività di magazzino rivolta a gruppi di volontariato dell'area milanese (circa 50), botteghe del Mondo (circa 30), gruppi di acquisto solidale, negozi alimentari e biologici, per i quali è punto di riferimento distributivo, informativo e formativo. Nella sede di Milano, oltre al magazzino, Nazca gestisce un punto vendita al dettaglio e tutta l'attività di coordinamento della cooperativa grazie al lavoro di personale dipendente e volontario; inoltre, da alcuni anni, sperimenta l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate. "Nazca" è il nome di una pianura peruviana dove si trova l'insieme più impressionate e complesso di grandi raffigurazioni geometriche tracciate sul terreno in età pre-incaica, che sono comprensibili solo da una visuale aerea e tra cui spiccano le rappresentazioni di uccelli come il colibrì (picaflor). Le linee di Nazca rappresentano una forma di dialogo tra la natura e l'uomo, tra il cielo e l'uomo. Nazca Progetto Peace Steps (Impronte di Pace) 160 160 Nazca, in collaborazione con l'associazione italiana Vento di Terra, sostiene il progetto "Impronte di Pace", che ha come obiettivi la generazione di reddito e l'affinamento del processo produttivo secondo criteri etici e solidali, attraverso lo sviluppo di una cooperativa no-profit per la lavorazione della pelle nei campi profughi di Shu'fat (Gerusalemme) e Kalandia (Ramallah). Nazca distribuisce direttamente e attraverso LiberoMondo nelle botteghe del mondo italiane i sandali realizzati nei campi profughi. La Palestina è un luogo ricco di risorse possibili, intellettuali ed umane, devastato da un conflitto senza fine ma con grandi potenzialità. Il modello di intervento di Vento di Terra Onlus parte dalla necessità di costruire reti dal basso, relazioni forti e consolidate con i soggetti attivi nella comunità locale, primi ed essenziali motori di un possibile cambiamento. La metodologia è quella dello sviluppo partecipato di comunità in un contesto di emergenza perenne, che permetta alla comunità stessa di elaborare forme i modi per rispondere ai bisogni che ritiene prioritari. Il modello è centrato sulla valorizzazione delle competenze locali, sulla possibilità di supportare uno sviluppo integrato nel rispetto delle difficoltà e delle differenze esistenti. La strategia d'intervento segue lo sviluppo di diverse aree: economica, educativa e sanitaria ed è orientata a promuovere processi di sviluppo sostenibili. Gli interventi sono rivolti alla popolazione palestinese dei campi profughi e di zone disagiate particolarmente colpite dal conflitto e prevedono il coinvolgimento diretto di organizzazioni, Istituzioni e personale locale. Le principali attività promosse dal progetto sono: - fondazione di una cooperativa no-profit per la lavorazione della pelle; - generazione di reddito nei Campi Profughi target dell'intervento e reinvestimento dell'utile nei servizi sociali per minori; - generazione di posti di lavoro; - formazione alla gestione della cooperativa no-profit e marketing; - formazione tecnica sulla lavorazione della pelle; - promozione del turismo di territorio nei campi profughi; - formazione educativa e manageriale; - promozione delle attività educative; - miglioramento dei materiali e delle attrezzature del Centro; - sostegno all'implementazione del lavoro di rete. I sandali sono fabbricati con pelle di cammello e ovini locali, lavorata e conciata sempre in Hebron da un'altra piccola azienda. La suola è composta da un'altra piccola fabbrica con materiali importati internazionalmente. Sono venduti in un elegante sacchetto di tela. Le attrezzature utilizzate per la cucitura, il taglio e l'assemblaggio finale dei sandali sono di origine italiana, relativamente obsolete, ma perfettamente funzionanti. La produzione è quantitativamente limitata, sia a causa delle chiusure del mercato palestinese imposte da Israele, che dalle dimensioni ridotte dell'azienda, dove lavorano circa 5 operai. Per maggiori informazioni: www.naczacoop.it Collaborazioni in rete 161 3.6 Ong Vis Progetto Chankuap LiberoMondo è nata a partire dall'esperienza dell'Associazione Tsèdaqua, nata a sua volta da un gruppo di giovani dell'oratorio salesiano di Bra. La collaborazione con l'Ong Vis è stata dunque naturale e si è sviluppata soprattutto nella sinergia d'intervento nel progetto K'Long in Vietnam. Nel 2008 - dopo aver finanziato il progetto di sviluppo alla Fundaciòn Chankuap e aver avviato una collaborazione con l'Università di Ferrara sulle formulazioni dei prodotti cosmetici- il Vis ha proposto a LiberoMondo un intervento complementare per quanto riguardava la distribuzione in Italia, che si è concretizzata ad inizio 2010 con la prima importazione di prodotti cosmetici elaborati direttamente nei laboratori ecuadoregni. VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) VIS Il VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) è una Ong che dal 1986 si occupa di educazione allo sviluppo e cooperazione internazionale promuovendo progetti in decine di paesi in via di sviluppo. Il VIS si ispira ai principi cristiani e al carisma di don Bosco, affiancando autonomamente, come organismo laico, l'impegno sociale dei Salesiani nel mondo. Particolare attenzione è riservata all'educazione interculturale e all'approfondimento del tema delle migrazioni. Centrale e trasversale è il tema dei diritti umani, componente costante anche dei progetti nei Paesi in Via di Sviluppo, principalmente indirizzati ai minori e ai giovani, nella consapevolezza che essi costituiscono la fascia più debole della popolazione e che investire sulle nuove generazioni è fondamentale per lo sviluppo. Gli interventi, che si innestano sui criteri di priorità definiti da Nazioni Unite (Obiettivi di Sviluppo del Millennio) e Unione Europea (Consenso Europeo sullo Sviluppo), sono impostati secondo un approccio integrato e puntano principalmente sull'educazione come fattore di promozione umana con l'obiettivo di allargare conoscenze, possibilità, pari opportunità e superare le discriminazioni anche di genere; iniziative che ruotano intorno ai volontari internazionali che, affiancando le comunità salesiane in loco, vivono alcuni anni della loro vita a servizio di una comunità “altra”, facendosi ponte tra la propria e le altrui realtà. Il VIS ha lavorato per oltre dieci anni in Ecuador insieme alla Fundación Chankuap, promuovendo un progetto di sviluppo di filiere produttive sostenibili di prodotti naturali e ad alto valore aggiunto, che è stato sostenuto da LiberoMondo attraverso la commercializzazione dei cosmetici della linea "Ikiam, alma amazzonica". 162 162 Fundación Chankuap La Fundación Chankuap (il nome è mutuato dall'omonimo fiume che scende dalla Cordillera del Kutuki) è sorta in Ecuador all'interno del mondo missionario salesiano, con la finalità principale di sostenere economicamente e socialmente la popolazione locale e con l'obiettivo di porre un freno alla forte emigrazione verso Stati Uniti ed Europa (un problema endemico nel paese e in tutta la zona andina). Gli interventi di Chankuap si snodano lungo tre direttrici principali: - formazione tecnica di alto livello per gli studenti indigeni, soprattutto per quanto concerne le tematiche legate alla valorizzazione delle risorse naturali; - ricerca scientifica sulla biodiversità vegetale; - elaborazione di prodotti trasformati ad alto valore aggiunto. Durante i primi anni di attività, grazie a finanziamenti provenienti dalla cooperazione canadese, è stato privilegiato soprattutto l'aspetto della produzione di arachidi e cacao, del recupero delle specie vegetali native e della riforestazione. Nel 1998, grazie ad un progetto finanziato dal Vis, sono state avviate le prime sperimentazioni relative alle distillazioni di piante aromatiche e medicinali locali, all'interno di un più ampio progetto per lo sviluppo di filiere produttive. Tra i principali risultati del lavoro congiunto tra il Vis e la Fundación Chankuap vi è l'elaborazione di una linea di cosmetici che include shampoo, saponi, creme, oli per i massaggi, tutti ottenuti dalla trasformazione di oli essenziali di agrumi (lime, arancia, mandarino ed erba luisa), zenzero, curcuma, ishpink (simile alla cannella) e ungurauha (frutto della palma). Parte integrante del progetto è stato lo sviluppo di reti per la commercializzazione, tanto sul mercato nazionale quanto su quello estero; il commercio equo è stato individuato come un canale commerciale prioritario per il sostegno al progetto e in quest'ottica si è inserita la collaborazione tra Vis, Fundación Chankuap e LiberoMondo. Per maggiori informazioni: www.volint.it Collaborazioni in rete 163 3.7 AQ System Campagna e progetto filtri dell’acqua Stimolata dalla lettura della Guida al consumo consumo critico, e con un buon imprinting africano sul valore dell'acqua e sull'importanza di valorizzare le risorse locali, nasce nel 1998 la piccola impresa AQsystem, che intraprende uno studio della filiera per individuare tecnologie appropriate per il trattamento dell'acqua potabile, da distribuire attraverso un circuito commerciale alternativo (come quello delle botteghe del commercio equo e solidale) e contribuire, quindi, a salvaguardare un bene comune sempre più soggetto al rischio della sua completa mercificazione, che avrebbe conseguenze disastrose e insostenibili. Dopo quasi dieci anni di esperienze di cooperazione nei paesi in via di sviluppo con varie ONG, e l'apertura di un negozietto di commercio equo e solidale (il Baobab di Biella), nasce l'idea di sviluppare un progetto di consumo critico che valorizzi la risorsa locale acqua potabile, alternativo sia all'insostenibile mercato dell'acqua in bottiglia, sia al comportamento del settore commerciale dei cosiddetti "depuratori" domestici. E' l'inizio di un percorso, una storia in continua evoluzione, la ricerca delle soluzioni migliori nel rispetto della normativa ma anche con sensibilità e buon senso. Con la stessa logica, a partire dal 2005, AQsystem ha studiato e realizzato un sistema di distribuzione di detersivi ecologici e concentrati alla spina, in modo da ridurre l'impatto ambientale degli imballaggi utilizzati. Attraverso la ricerca e la promozione di tecnologie appropriate, le proposte commerciali vogliono essere espressione di valori ecologici, sociali e solidali. Nell'ottica della sostenibilità ambientale e sociale, AQsystem propone di bere l'acqua di rubinetto, adottare sistemi per il risparmio idrico e utilizzare detersivi ecologici e concentrati alla spina. Per essere attenti anche ai bisogni di popolazioni lontane e solidali con loro, AQsystem collabora con la ong CISV per contribuire a sostenere un progetto di cooperazione in Burkina Faso. AQ System Progetto "rubinetto alternativo" 164 164 Come noto, per la nostra salute è consigliabile bere molta acqua - soprattutto fuori dai pasti - nella quantità di 1-2 lt al giorno. Purtroppo, da un lato la pubblicità e dall'altro l'inconsapevole confusione fra gradevolezza, spesso compromessa dall'odore di cloro, e sicurezza sanitaria dell'acqua potabile, ha portato negli ultimi decenni a preferire l'acqua in bottiglia a quella del rubinetto, anche se non ci sono validi motivi per farlo. In Italia vengono così consumati ogni anno oltre 11 miliardi di litri di acqua imbottigliata e prodotte circa 200.000 tonnellate di rifiuti di plastica. Il consumo di acqua in bottiglia di plastica (PET) comporta: ° consumi di petrolio per produrre le bottiglie di plastica (8 kg per 240 bottiglie ovvero 360 lt d'acqua); ° consumi di gasolio (ed emissioni) per il trasporto delle bottiglie di plastica vuote verso l'impianto di imbottigliamento, quindi piene fino al punto vendita (valutati in 6 lt l'anno a persona), di nuovo vuote verso gli impianti di smaltimento; ° consumi di benzina (ed emissioni) dei consumatori: spesso decidiamo di utilizzare l'auto per andare al supermercato perché dobbiamo trasportare pesanti casse d'acqua, mentre per fare soltanto la spesa potremmo riuscire ad evitarlo (ipotizziamo, per comodità di calcolo, 2 lt l'anno a persona); ° la maggiore presenza delle auto nelle strade urbane e dei camion sulle autostrade; ° la fatica di portare le casse d'acqua in casa (soprattutto per gli anziani), quindi differenziare e infine trasportare i rifiuti plastici fino alla campana per la raccolta; ° il ritiro e lo smaltimento della plastica da parte del gestore dei rifiuti la quale, nella migliore delle ipotesi, viene riciclata per produrre alcune tipologie di prodotti (oggetti di arredo urbano, maglie di pile...), per altro di utilizzo limitato e non necessario. Se il consumo annuo totale di combustibili fossili pro capite è superiore a 8 litri di gasolio/benzina più 8 kg di petrolio, allora una famiglia di quattro persone consuma almeno 64 litri di combustibili fossili per bere 1440 lt di acqua in bottiglie di plastica invece dell'acqua potabile del rubinetto di casa. È assurdo utilizzare oltre 4,4 lt di risorse fossili solo per trasportare 100 lt d'acqua, producendo notevoli danni ecologici e aumentando le spese. In realtà non ci sono vantaggi per la salute a bere acqua imbottigliata. Solo specifiche acque minerali sono importanti in alcuni casi terapeutici, sotto consiglio medico, e non a scopi genericamente salutistici, come viene spesso suggerito. D'altra parte, invece, l'acqua potabile che arriva in casa è frequentemente controllata; inoltre per legge, fino a pochi anni fa, vari limiti erano più restrittivi rispetto alle acque minerali. Per quanto riguarda il timore dei calcoli renali, alcuni studi degli ultimi anni inducono i medici a consigliare un ampio apporto di calcio con la dieta (oltre 1 grammo al giorno), che oltre a prevenire l'osteoporosi e le malattie cardiovascolari, in alcuni casi può ridurre il rischio di formazione dei calcoli stessi. Piuttosto è importante, come prevenzione, una elevata assunzione di acqua (2-3 litri al giorno). In sinstesi il problema della durezza dell'acqua è tecnologico (depositi di calcare nelle tubazioni, in caldaia, nella lavatrice) più che sanitario. Inoltre l'acqua imbottigliata: ° dovrebbe stare al fresco e al buio per non perdere le caratteristiche dichiarate; ° ha una scadenza indicata, valida solo se non è esposta alla luce e agli sbalzi di temperatura; ° soddisfa le esigenze del bere, ma in realtà la maggior parte dell'acqua viene ingerita attraverso i cibi e le bevande preparate con l'acqua di rubinetto. Collaborazioni in rete Il grosso ostacolo al consumo dell'acqua di rubinetto è il sapore dovuto essenzialmente al cloro o allo stato delle tubature. D'altronde la presenza di cloro al rubinetto è la garanzia di potabilità (anche se il cloro puo' produrre sostanze indesiderate dette cloroderivati ed inquinamento ambientale). Quando la clorazione non è elevata, lasciare l'acqua in una brocca o caraffa larga in cima (in modo che l'ampia superficie dell'acqua faciliti l'evaporazione del cloro) può risolvere in parte il problema organolettico. Diversamente, analizzando tecnica, normativa, e considerando aspetti sanitari, ambientali e sociali, nonchè di qualità ed economia domestica, si apprende che il Decreto Ministeriale 443/90 che disciplina le apparecchiature per il trattamento dell'acqua potabile ad uso domestico, contempla le tecnologie adatte per eliminare questi problemi. Si tratta di filtri largamente utilizzati dalle aziende alimentari industriali ma raramente proposti commercialmente per uso domestico. Con questi sistemi è semplice ed economico ottenere in sicurezza acqua declorata al punto di erorgazione. Al contrario il mercato dei così erroneamente detti “depuratori domestici” ( il DM443/90 ne vieta per la vendita con tale dicitura) generalmente propone costosi sistemi ad osmosi inversa, spesso inutili o inadeguati, oppure filtri e caraffe filtranti a buon mercato, poco validi o che non rispettano la normativa italiana. In conclusione, anche se per legge avremmo diritto ad un'acqua insapore, inodore e incolore, bisogna ammettere che la garanzia sanitaria (il cloro), spesso in funzione dello stato delle tubature, puo creare qualche difficoltà tecnica a soddisfare il piacere di un buon bicchiere di acqua di rubinetto, e la scappatoia delle acque in bottiglia, ci ha lavorato sopra molto bene. E se, da un lato, è sicuramente corretto chiedere maggiori investimenti per l'ammodernamento delle reti e delle tecnologie usate negli acquedotti, dall'altro non è sbagliato, come acconsentito dalla legge, un intervento appropriato di declorazione dell'acqua, il più vicino possibile al punto di erogazione, prima del suo prelievo. Risulta quindi appropriata, qualora necessario e purchè a norma di legge, la proposta di intervento di filtrazione o trattamento sotto al lavello secondo il DM 443/90, diversificando l'acqua per bere e cucinare (declorata) da quella per lavare le stoviglie, la frutta, le verdure. Per maggiori informazioni: www.aqsystem.it 165 3.8 L’Associazione e il Progetto Tatawelo La collaborazione tra LiberoMondo e l’Associazione Tatawelo è partita nel 2006 attraverso una co-importazione di caffè proveniente dalle cooperative zapatiste del Chiapas (Messico). La collaborazione si è rafforzata con gli anni e nel 2010 ha dato vita alla nuova linea comune di caffè "Progetto Tatawelo". LiberoMondo, oltre a pagare il prezzo Fair Trade alla cooperativa di produttori Ssit Lequil Lum, versa 10 centesimi per ogni chilo di caffè verde all'associazione Tatawelo per i progetti sociali in Chiapas. Tatawelo Il progetto Tatawelo è nato nel 2003 dalla sinergia tra diverse realtà dell'economia solidale italiana (G.A.S., botteghe, associazioni e soci individuali) per sostenere le comunità indigene dello Stato del Chiapas, attraverso la commercializzazione del loro caffè. Nel 2005 viene costituita legalmente, a Firenze, l'Associazione Tatawelo che dall'anno successivo inizia a seguire direttamente tutta la filiera del progetto. Attraverso la quota progetto (10 centesimi di ogni pacchetto venduto), l'Associazione finanzia attività volte al rafforzamento delle capacità produttive, gestionali e al raggiungimento della sovranità alimentare dei contadini. In Italia Tatawelo ha collaborato fino al 2009 con la cooperativa sociale Pausa caffè, facendo tostare il proprio caffè all'interno della casa circondariale di Torino e favorendo così l'inserimento lavorativo di detenuti. Ha successivamente portato avanti questo percorso con la fondazione della cooperativa Pawahtun e la prospettiva di continuare il percorso di torrefazione sociale con l'inserimento lavorativo di ex-detenuti che hanno appreso in carcere il mestiere del tostatore. L'associazione promuove inoltre iniziative di sensibilizzazione e informazione sui temi del mercato mondiale, del commercio equo e del movimento zapatista. Nel 2009 Tatawelo ha avviato una collaborazione con la facoltà di Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale dell'Università di Firenze, che ha permesso ad alcuni studenti di realizzare un tirocinio in Chiapas. 166 166 La cooperativa Sssit Lequil Lum La cooperativa Sssit Lequil Lum (dal tzeltal "i frutti della madre terra") è costituita da circa 500 indigeni zapatisti di etnie chol e tzeltal che vivono nella regione nord del Chiapas. La cooperativa è nata nel 2003, anche se le esperienze aggregative di lavoro collettivo risalgono agli anni '90. Già da allora, infatti, molti contadini iniziarono a organizzarsi per strutturare forme alternative di economia, svincolate dal mercato tradizionale e dai cosiddetti “coyotes”, intermediari al soldo delle grandi imprese. La cooperativa è nata per promuovere la commercializzazione del caffè, ma anche la produzione collettiva, lo scambio di prodotti, la coltivazione di frutta, verdura, l'allevamento e per promuovere reti di economia alternativa a livello locale. Dopo una fase in cui ha lavorato per il miglioramento della qualità del caffè e per dotarsi della struttura gestionale e amministrativa necessaria, nel 2007 la cooperativa ha iniziato a esportare caffè, relazionandosi prevalentemente con i gruppi europei di solidarietà con gli zapatisti. L'ingresso in reti di economia alternativa ha permesso ai produttori di vedere valorizzata la loro attività agricola e trarre benefici per la crescita complessiva delle loro comunità. La Ssit Lequil Lum è sostenuta in loco dalla Ong messicana Desmi, che accompagna l'auto-sviluppo delle comunità indigene attraverso corsi di formazione sull'agricoltura organica e il sostegno allo sviluppo di un mercato locale. Tuttavia a gestire l'intero processo, dalla raccolta del caffè alla commercializzazione, sono gli stessi soci indigeni e in particolare i quattro responsabili del direttivo, che vengono eletti ogni tre anni. Nel corso del 2009, la cooperativa ha raggiunto una struttura piuttosto consolidata, avendo formato al proprio interno persone in grado di gestire la varie fasi di un'esportazione, dalla produzione coordinata di centinaia di soci, fino all'esportazione. Grazie ai fondi della quota progetto ha costruito un proprio ufficio e ha avviato la vendita del caffè anche nel mercato locale. Obiettivo per gli anni a venire è quello di acquistare un terreno su cui costruire un ufficio più amplio con annesso un magazzino e i macchinari per tostare e macinare il caffè per il mercato nazionale in proprio. Le difficoltà sono molteplici e legate ad un contesto estremamente militarizzato e a un clima di repressione verso i movimenti sociali e verso ogni tentativo di auto-organizzazione. Tuttavia, il fatto di gestire in autonomia un'attività produttiva e commerciale, strutturati in un'organizzazione di base, sta rappresentando per i soci della cooperativa un'importante motivo di riscatto umano e sociale, oltre che economico. Collaborazioni in rete Per maggiori informazioni: www.tatawelo.it 167 3.9 Cooperativa Mondo Solidale Progetto El Bosque Dal 2006 LiberoMondo sostiene il progetto El Bosque della cooperativa Mondo Solidale acquistando il caffè importato dal Guatemala e utilizzandolo nella sua linea di caffè. Inoltre dal 2006 LiberoMondo distribuisce in tutte le Botteghe del Mondo Italiane il Caffè El Bosque 100% arabica macinato da 250g moka e espresso. La Cooperativa Mondo Solidale La Cooperativa Mondo Solidale è una cooperativa sociale delle Marche che comprende 16 Botteghe del Mondo, oltre 2.000 soci e 5 soci lavoratori. E' una cooperativa strutturata in modo democratico e partecipativo; svolge attività di commercio alternativo, promozione dell'economia solidale, informazione e formazione, denuncia dell'ingiustizia sociale ed economica e porta avanti progetti di cooperazione con il Sud del mondo. Mondo Solidale importa direttamente dalla Cooperativa Nueva Esperanza di El Bosque in Guatemala, dall'Associazione Alsi del Perù, dall'Associazione Uvip del Kenya e dall'Associazione Assema del Brasile. Mondo Solidale/Unicomondo La Cooperativa la Nueva Esperanza di El Bosque 168 168 Enrique, Modesto, Pedro, Felipe, Josè, Isabel, Marta... sono loro che per un anno intero curano e poi raccolgono il caffè "El Bosque". Hanno la fortuna di vivere in un luogo che la natura ha reso ricco con una vegetazione lussureggiante ed incontaminata e di produrre uno dei migliori caffè al mondo; ma avevano la sfortuna di svendere il loro caffè in bacche a pochi dollari il quintale. Nel 2003 Enrique, Modesto, Pedro, Felipe, Josè, Isabel, Marta... hanno fondato la cooperativa "La Nueva Esperanza": ora coltivano e raccolgono il loro caffè, lo selezionano, lo lavorano fino a farlo diventare "caffè oro" pronto per l'esportazione e poi lo inviano a Mondo Solidale. El Bosque è un piccolo villaggio situato in una vasta zona boschiva a 1500 metri di altitudine, nel municipio di Santa Cruz Naranjo, a sud-est di Città del Guatemala e abitato da un centinaio di famiglie che vivono coltivando piccoli appezzamenti di terreno. La relazione tra la comunità di El Bosque e Mondo Solidale è iniziata nel 2003, in seguito al crollo dei prezzi del caffè provocati dalla crisi internazionale. I piccoli coltivatori della comunità, che già vivevano in una situazione precaria, ne sono stati duramente colpiti e si sono trovati sul punto di abbandonare la coltivazione del caffè, loro principale fonte di reddito. La collaborazione con Mondo Solidale ha permesso alla cooperativa di organizzare esportazioni annuali, registrarsi presso Anacafè (Associazione Nazionale del caffè) e a Inacoop (Federazione Nazionale delle Cooperative), ed ottenere la licenza per l'esportazione del caffè. La cooperativa ha inoltre acquistato una macchina per la lavorazione del caffè pergamino e ha elaborato un progetto per la costruzione di un beneficio con centro sanitario annesso. Quest'ultimo progetto, del valore di 60.000 dollari, è stato finanziato da Mondo Solidale con il contributo del Comune di Macerata. Alla fine del 2005, l'uragano "Stan" ha causato in Guatemala, oltre a migliaia di morti, la perdita di gran parte del raccolto di caffè, mettendo a dura prova un'economia già in difficoltà. Nel tentativo di dare un sostegno alla comunità di El Bosque, Mondo Solidale ha deciso di garantire per le importazioni dal 2006 sino al 2010 un prezzo pari a 135$ per 100 libbre. Per maggiori informazioni: www.mondosolidale.it Gli obiettivi per il futuro sono: -dare continuità alle importazioni; -continuare a sostenere la scuola di El Bosque; -concretizzare la realizzazione del centro sanitario, per il quale è già stato individuato un terreno e realizzato un progetto di massima; - alla cooperativa "La Nueva Esperanza" attualmente aderiscono una quarantina di famiglie e la speranza è che se ne aggiungano di nuove. 3.10 Cooperativa Unicomondo Progetto Matembwe LiberoMondo ha da sempre attuato una scelta preferenziale per i progetti africani (dalla Tanzania importa dal 2001), per cui è stata una decisione naturale quella di appoggiare la cooperativa Unicomondo nella distribuzione dei cesti provenienti dal progetto di Matembwe, che abbiamo visitato e conosciuto direttamente nei nostri viaggi missione in Tanzania. La Cooperativa Unicomondo La Cooperativa Unicomondo opera sul territorio della provincia di Vicenza per la promozione dei principi e dei valori del commercio equo e solidale. Unicomondo è una cooperativa che raggruppa più di dieci Botteghe del Mondo e una sede operativa/magazzino. E' gestita quasi interamente da soci volontari ed impiega dieci persone. Unicomondo conta complessivamente più di 700 soci. Progetto Matembwe Per maggiori informazioni: www.unicomondo.org Collaborazioni in rete La Cooperativa Unicomondo sostiene i progetti promossi dalla Ong CEFA in Tanzania. La Tanzania è un paese posizionato nell'immensa regione dell'Africa dell'est, dove i tassi di povertà raggiungono i livelli più alti. Il Cefa, Ong di Bologna presente in Tanzania da oltre 25 anni, ha avviato un ampio Progetto-Paese che ha come obiettivo generale il miglioramento della qualità della vita della popolazione a partire dai bisogni primari dell'alimentazione e della produzione agricola. Il CEFA con i suoi volontari si è impegnato nella gestione di un allevamento avicolo, nella produzione di marmellate, nella realizzazione di due piccole centrali idroelettriche e nell'avvio di progetti di formazione. Tra questi, il progetto Matembwe Village Company (MVC), promosso da CEFA e sostenuto da Unicomondo, si prefigge di promuovere uno sviluppo sostenibile e permanente della realtà locale attraverso la promozione e il sostegno dei piccoli gruppi famigliari che lavorano artigianato, soprattutto cesti ma anche legno (taglieri). L'attività artigianale, oltre a influire positivamente aumentando il reddito delle famiglie coinvolte, vuole creare nuove opportunità professionali per giovani e donne che solitamente sono ai margini della realtà produttiva tanzaniana. Il progetto punta inoltre alla vendita di oggetti artigianali nei circuiti del commercio equo e solidale, e in questo senso la Cooperativa Unicomondo sostiene il progetto attraverso l'importazione e la distribuzione dei cesti "Matembwe". I cesti prendono il nome dalla zona di Matembwe (distretto di Njombe, regione di Iringa, Tanzania) in cui sono prodotti. Questi vengono realizzati con un'erba spontanea locale chiamata "malulu", essiccata e intrecciata a mano da gruppi di donne che svolgono tale attività presso le proprie case, nel tempo "libero" dopo i lavori domestici. Sono usati abitualmente dalle stesse donne per trasportare alimenti. 169 3.11 Cooperativa Vagamondi Progetto Araliya Dal 2005 LiberoMondo sostiene il progetto Araliya della cooperativa Vagamondi di Formigine (Mo), distribuendo in particolar modo i fiori per bomboniera, tulle e scatole in foglia di palma. Nel 2007 abbiamo aggiunto ai nostri prodotti pasquali il rametto Araliya: ovetti di cioccolato confezionati con i fiori del medesimo progetto. Cooperativa Vagamondi La società Cooperativa Vagamondi scrl è stata costituita nel 2002 per occuparsi della gestione dell'attività di commercio equo e solidale a Formigine. Alla fine del 2007 Vagamondi diventa Cooperativa Sociale. L'attività della cooperativa è rivolta in particolare alle donne italiane e straniere presenti sul territorio di Formigine che si trovano in una condizione di disagio sociale ed economico. Alle donne, spesso madri che faticano a trovare lavoro, dopo segnalazione da parte del Cav (Associazione centro aiuto alla vita e dei servizi sociali), viene offerto un lavoro che consiste prevalentemente nel confezionamento di bomboniere. In cooperativa ci sono inoltre educatrici che si prendono cura dei loro figli in un ambiente protetto. Oltre alla classica attività di vendita, nel 2004 Vagamondi ha iniziato l'importazione diretta dallo Sri Lanka di alcuni prodotti, tra cui quelli in “cacca di elefante” realizzati da Eco Maximus e quelli del gruppo Araliya. In questo momento, direttamente e indirettamente, Vagamondi occupa 80 persone in Sri Lanka e 6 a Formigine, impegnati nel seguire i vari progetti avviati. Vagamondi/Ravinala Progetto Araliya 170 170 Per maggiori informazioni: www.vagamondi.net Araliya è il nome di un profumatissimo fiore bianco originario dello Sri Lanka, che in lingua cingalese significa bellezza di donna e viene usato, secondo antiche tradizioni, per dare il benvenuto agli ospiti. Il "Progetto Araliya", avviato grazie all'appoggio della Coop. Sociale Vagamondi e l'Associazione "Cose dell'Altro Mondo" ONLUS, sostiene un gruppo di donne molto povere dello Sri Lanka dando loro un impiego, vari servizi assistenziali e commercializzando i loro prodotti. Il progetto coinvolge 80 donne (molte delle quali mamme di bambini sordomuti) che producono piccoli fiori, tulle e coccarde utilizzati per la confezione di bomboniere e realizzati interamente a mano e con materiale locale. Sono diverse le realtà che compongono Araliya... Gruppo tulle: il ricamo del tulle semplice era affidato a 5 donne che lavoravano all'interno delle loro case. Nel 2008 è stato inaugurato un magazzino in cui ora le donne si ritrovano per lavorare insieme. Gruppo Nathalia: il primo nato in Araliya, attivo fin dal 2004 all'interno delle aule della scuola materna gestita dalle suore delle "Figlie della Provvidenza". Gruppo Camari è il nome della donna che ha ideato i fiori in fibra di cocco: vedendo la difficoltà nel reperire il materiale usato per realizzare il fiore Araliya, ha cominciato a idearne altri utilizzando materiali 'poveri' e di uso quotidiano. E' nato così il fiore “Camari” che ora viene lavorato dalla signora Camari nella sua stessa casa, risistemata ed ampliata per accogliere il gruppo di produttrici. Gruppo Jasemine: anche la casa della signora Jasemine è stata risistemata ed ampliata, per ospitare 10 donne che lavorano i fiori realizzati in fibra di cocco. Gruppo Concy: Concy è un'altra produttrice del gruppo storico; ha lavorato fin dall'inizio i fiori realizzati con la cacca di elefante. Gruppo Sriany: il tulle della pace è diventato un classico della produzione di quella realtà. Tra i progetti sostenuti da Vagamondi in Sri Lanka vi sono la scuola elementare gestita da Sr. Chidimma, dell'ordine delle "Figlie della Provvidenza" di Modena e il Convitto "Domus Fabbriani" per sordomuti. 3.12 Cooperativa Ravinala Progetto Madagascar LiberoMondo distribuisce ormai da cinque anni nelle Botteghe del Mondo i prodotti importati da Ravinala dal Madagascar: oggetti in carta di antaimoro e matasse di rafia. A questi si sono aggiunti, nel 2009, la cesteria e i giocattoli in metallo riciclato. La cooperativa sociale Ravinala è nata nel 1987 dall'esperienza di un gruppo di persone da anni impegnate in progetti di volontariato internazionale. "Il mondo è come una grande risaia: il lavoro porta frutto attraverso lo sforzo di tutti". In questo proverbio del Madagascar, paese in cui Ravinala è impegnata da anni, è racchiuso il senso della cooperativa. Progetto Madagascar: un'isola, tanti prodotti Carta antaimoro La carta Antaimoro, comunemente detta carta di riso sebbene di riso non abbia nulla, prende il suo nome da un gruppo etnico che vive sulla costa est del Madagascar. Questo tipo di artigianato non è tipico del paese, bensì proviene da naviganti arabi approdati casualmente sulla costa est dell'isola; questo piccolo gruppo spinto dalla necessità di trascrivere i versetti del corano per poterli trasmettere, qui utilizzò un arbusto, l'avoha, dalla cui corteccia si poteva ottenere una carta simile alla pergamena. La popolazione Antaimoro, fortemente influenzata dalla tradizione araba apprese l'arte di fabbricare la carta e la diffuse in varie zone del Madagascar. La lavorazione della carta Antaimoro si articola in diverse fasi: inizialmente la corteccia dell'avoha viene fatta bollire in grosse pentole, dopo di che viene pestata con grossi martelli in legno oppure nei mortai. Le grosse palle di impasto che si ottengono vengono sciolte all'interno di una cornice-telaio con graticcio che galleggia in una vasca piena d'acqua. L'acqua viene aggiunta finché la pasta non è completamente sciolta ed uniformemente distribuita sul supporto. Il telaio, con la carta ancora impregnata d'acqua, viene deposto sui banchi di lavoro dove le donne la adornano con petali, foglie e ramoscelli, facendo aderire il tutto in un foglio uniforme. Infine il telaio viene posto ad asciugare “al sole e al chiaro di luna” e il foglio è poi pronto per essere staccato dal telaio ed utilizzato. La lavorazione artigianale di rafia e paglia viene eseguita soprattutto dalle donne. Si tratta di prodotti naturali che vengono intrecciati a mano per dare forma a tantissimi oggetti. Prima di procedere all'intreccio le fibre vengono colorate con tinture naturali. Per alcuni tipi di lavorazione si utilizzano dei telai su cui le fibre più sottili vengono intrecciate a costituire un vero e proprio tessuto che, ulteriormente lavorato (taglio e cucito), fornisce borse e cappelli. Altri tipi di fibre invece, vengono intrecciate a mano per ottenere cappelli, vassoi, cesti, pochette o bomboniere. La paglia viene anche utilizzata per un altro tipo di lavorazione: una specie di mosaico ottenuto dall'accostamento di frammenti di paglia diversi per forma, dimensioni e tonalità di colore. Latta “Di qualunque materiale tu sia fatto puoi sempre brillare” recitava il film d’animazione “Robots”: l'infanzia è l'età dell'impossibile e del meraviglioso, del saper vedere anche in una macchina di latta la propria auto spaziale e volante che vorremmo possedere domani. In Madagascar tutto viene riciclato, nulla deve essere sprecato. Ed ecco quindi che anche latte, lattine, barattoli vuoti trovano una loro collocazione per essere trasformati in modellini di automobili, camion, motociclette, aeroplani. Le lattine vengono raccolte o acquistate a peso, poi aperte e ripulite all'interno. I fogli vengono poi tagliati, modellati e saldati fino ad ottenere la forma desiderata. Per maggiori informazioni: www.ravinala.org Ravinala Italia www.ravinala.mg Ravinala Madagascar Collaborazioni in rete Rafia e Paglia 171 3.13 Associazione Croce del Sud Progetto Zabré Dal 2008 LiberoMondo collabora con l'associazione Croce del Sud per la sua linea di cosmetici Taama. Croce del sud fornisce la materia prima principale, il burro di karité, proveniente dal Burkina Faso. In Italia, LiberoMondo fornisce altre materie prime provenienti da produttori del commercio equo che vengono lavorate dalle erboriste del laboratorio Daymons Naturalerbe di Torino. Associazione Croce del Sud Nata nel 1992, l'associazione Croce del Sud e' impegnata in progetti di cooperazione internazionale ispirati ai principi del Commercio Equo e solidale. Nel 2009 è nata anche la Cooperativa CROCE DEL SUD per la gestione della Bottega di Piombino, affidata a volontari e lavoratori. La cooperativa si occupa anche dell'importazione e commercializzazione di prodotti realizzati in Burkina Faso dagli artigiani di Pag-la yiri: cesteria, tessuti in bogolan, oggetti in legno, strumenti musicali e burro di Karitè. Croce del Sud/Raggio Verde Progetto Zabré 172 172 Con il sostegno del Comune di Piombino, della Provincia di Livorno e di altre associazioni del territorio, Croce del Sud dal 2004 collabora con l'Association Pag-la-Yiri ("Donna fondamento della casa e della società”) per un progetto d'importazione diretta dal Burkina Faso e la realizzazione di progetti sanitari e di scolarizzazione per la comunità del villaggio di Zabrè. Pag-la-Yiri è un'associazione nata nel 1975, composta da 10.000 donne, attiva in 3 provincie e che raggruppa 703 gruppi di base. L'associazione ha lo scopo di trasformare qualitativamente la società burkinabè in favore dei gruppi più emarginati e meno istruiti: le donne, le bambine, gli anziani, i portatori di handicap e gli orfani. Come previsto dal "Progetto Zabré: adotta una scuola, adotta un diritto", nel corso del 2009 la costruzione della scuola "la Fille" di Zabré è stata terminata, grazie al sostegno della comunità di Piombino. Oltre alla realizzazione della scuola, nel settembre 2009 il Sig. Kabore Fidele, operatore sanitario del dispensario pubblico di Zabrè, ha partecipato ad un corso di formazione all'uso di un piccolo laboratorio d'analisi (sangue, urine ecc..) organizzato dalla Croce del Sud insieme al Responsabile e all'equipe dei medici e dei tecnici del laboratorio di analisi del P.O. di Villamarina e con la partecipazione del Comune di Piombino. Il piccolo laboratorio, acquistato con il contributo del Comune di Piombino, dell'ASL 6 e della Croce del Sud, sarà donato al dispensario di Zabré insieme ai consumabili necessari al suo funzionamento che dovranno essere acquistati. Per maggiori informazioni: www.bottegacrocedelsud.it 3.14 Cooperativa Raggio Verde Progetto Artes Maconde e linea Be Cotton LiberoMondo collabora da parecchi con la Cooperativa Raggio Verde. In particolare dal 2008 è iniziata la distrib uzione di varie linee di prodotti provenienti dal progetto “Artes Maconde” in Mozambico(legno, batik, bigiotteria, cesteria); da circa un anno inoltre, è stata attivata la vendita della linea “BECotton” (linea intimo in cotone bio). Cooperativa Raggio Verde La Cooperativa Raggio Verde è nata nel 1997 . Nel 1998 viene inaugurata la prima Bottega Raggio Verde a Cossato. Dal 1999 Raggio Verde diversifica le proprie attività avviando quelle legate al catering, ai distributori automatici di caffè e alla consegna a domicilio dei prodotti. Dal 2000, su richiesta dell'Associazione Cuore Attivo di Borgomanero, Raggio Verde inizia a partecipare al Progetto Mozambico, intervenendo come importatore in un progetto di Commercio Equo Solidale. Al momento attuale la Cooperativa gestisce 5 botteghe del mondo più una in fase d'allestimento, e segue 3 progetti di importazione, uno in Mozambico, uno in Bangladesh e uno in Brasile. È stato inoltre avviato un importante e ambizioso progetto di produzione e promozione di capi in abbigliamento in cotone biologico proveniente da progetti di commercio equo, che crea un ponte diretto tra il nord e il sud del mondo. Progetto Be Cotton Il Biellese, dove vengono lavorati i capi della linea “BECotton”, è una terra dove l'esperienza produttiva nella tessitura, la tintoria, il finissaggio di tessuti in cotone per maglieria e la confezione degli stessi prodotti è nota al mondo intero. Molte imprese italiane ed europee hanno scelto la strada più semplice per competere nel mercato globale: delocalizzare. Questa scelta è spesso però per nulla equa né solidale, sia per il territorio da cui si trasferisce la produzione sia per il territorio in cui si sceglie di produrre. Nello stesso tempo questa scelta non garantisce il valore qualitativo che la nostra produzione è in grado di offrire. Queste considerazioni hanno portato Raggio Verde a progettare una linea di abbigliamento in grado di unire le capacità produttive di materia prima del sud del mondo con le competenze diffuse del territorio biellese nella trasformazione del cotone, dalla tessitura fino alla confezione. La scelta di produrre i capi nel territorio assume così un duplice valore. Un segno chiaro che il territorio ha ancora molto da offrire, arricchendo nello stesso tempo i prodotti di due caratteristiche inimitabili: essere biologico ed equo nello stesso tempo. Per maggiori informazioni: www.raggioverde.com www.becotton.com Collaborazioni in rete La coltivazione del cotone effettuata nelle abituali modalità intensive impegna il 40% di tutti i pesticidi utilizzati in agricoltura su scala mondiale. I prodotti di abbigliamento EquoSolidali per questo motivo non sono sempre in grado di fornire sufficienti garanzie da un punto di vista ambientale. Le linee di abbigliamento biologico non offrono oggi garanzie da un punto di vista sociale e dei diritti dei lavoratori: le ricerche effettuate tra i produttori del Sud del Mondo dimostrano mancanza di rispetto dei diritti umani fra le aree convertite alla coltivazione del cotone biologico (Turchia, Burkina Faso, India) mentre i distretti tessili già inseriti nei circuiti di commercio EquoSolidale (Bangladesh, Sudamerica) garantiscono ai lavoratori diritti e guadagni equi a chi produce. Il progetto “BECotton” nasce proprio per rispondere ad una domanda che non solo i consumatori pongono ma che il mondo pone e porrà in misura sempre maggiore: coniugare il rispetto dei diritti umani e il rispetto del nostro pianeta. Due sono gli elementi che fanno di “BECotton” un progetto unico ed inimitabile e che permettono di coniugare due esigenze fondamentali nella produzione dell'abbigliamento: la tradizione e la tracciabilità. 173 3.15 Cooperativa Fair Progetto Rajlaskmi Cotton Dal 2006 LiberoMondo collabora con Fair nella promozione della Campagna Abiti Puliti, di cui è socia, destinando a questa il 3% del margine di vendita degli asciugamani e l'1% di quello delle lenzuola, prodotti in India dalla Rajlakshmi Cotton. Cooperativa Fair [fair] è consulenza, formazione su economie solidali, comunicazione sociale e cooperazione internazionale. [fair] è un pool di professionisti, esperti ed operatori al servizio delle organizzazioni del Commercio equo e solidale, del Terzo settore e delle piccole imprese responsabili. [fair] è un contributo alla crescita di un economia a misura di persona. [fair] Professionisti capaci di futuro. Progetto Rajlakshmi Cotton Fair Nella ricerca di una sempre maggiore sostenibilità sia sociale che ambientale abbiamo scelto di sostenere un progetto di cotone organico che ha positivamente coniugato entrambi questi aspetti. Dal 2001 la Rajlakshmi Cotton Mills P Ltd, produce e esporta prodotti tessili e abbigliamento in cotone organico. Si tratta di un'impresa particolare, che ha scelto di investire sulle persone e sull'ambiente, sostenendo il Mahima Organic Project e il SolidaridadVOFA Project. Il Mahima Project vicino a Indore, in India, è un progetto formato da piccoli produttori tradizionalmente impegnati nella coltivazione organica. Mahima Organics è l'organizzazione che si occupa di garantire la formazione, il coordinamento delle attività e la vendita dei semi di cotone prodotti con un premio superiore del 15/20% ai prezzi del mercato convenzionale. Il Solidaridad Project sviluppato nello stato dell'Andhra Pradesh, in India, e lanciato nel 2003 dalla organizzazione olandese Solidaridad, è formato anch'esso da piccoli produttori che coltivano campi totalmente privi di irrigazione artificiale, dipendenti quindi dalla piovosità. A questo si collega anche il VOFA Project, composto invece da produttori di maggiori dimensioni, coordinati e formati all'interno della filiera. Tutte le fibre di cotone sono acquistate e filate nell'impresa gemella Maikaal Fibers Ltd, vicino a Indore in India centrale. Maikaal Fibers Ltd è stata la prima impresa in India a cominciare la produzione cotone organico certificato in fibra e filato. I progetti di cotone organico e tutte le unità produttive sono certificate da SKAL (www.skal.com, organizzazione olandese accreditata da IFOAM con standard estremamente elevati) e sono conformi alle pratiche del commercio equo e solidale. Rajlakshmi Cotton Mills P Ltd, ad esempio, riconosce un Fair Trade Premium spesso superiore a quello individuato da FLO Cert in 22 Rupie per kg di cotone. Nel 2002 inoltre è nata GreenLicense, moderno stabilimento dedicato al confezionamento che impiega oggi circa 120 persone. 174 174 Rajlakshmi Cotton Mills P Ltd sostiene e promuove le pratiche del commercio equo in tutti i progetti di cotone organico e in tutte le unità produttive direttamente controllate o associate alla filiera, in particolare: a) i progetti di cotone organico sono attualmente sotto ispezione da parte di Max Havelaar ed è in corso la certificazione Fair Trade per i singoli progetti, prevista per la fine del 2005. b) La filanda " Maikaal Fibers Ltd" è già stata pre-ispezionata da FLO e segue tutte le pratiche del Fair Trade. c) le unità produttive e le imprese di confezionamento inoltre seguono comportamenti conformi alle richieste contenute nel codice di condotta della Clean Clothes Campaign e stanno lavorando per ottenere la certificazione da Max Havelaar. Rajlakshmi Cotton Mills P Ltd produce cotone organico per Greepeace dal 2004, che ha ispezionato i suoi stabilimenti nel 2002, trovando standard adeguati. Nel 2003 Oxfam-Magasins du Monde ha visitato tutti i progetti e ispezionato i diversi siti produttivi; a seguito della visita è cominciato un programma per la certificazione dell'unità di confezionamento da parte della Fair Wear Foundation, come previsto dalla Clean Clothes Campaign ed è stato messo a punto un programma formativo per la sede di Calcutta: Chanda Korgaokar, esperta della Clean Clothes Campaign in Belgio, ha svolto la formazione sul campo. Il programma continuerà nel 2005 fino al definitivo adeguamento alle prescrizioni della Clean Clothes Campaign. Il codice di condotta adottato dalla Rajlakshmi Cotton Mills segue principi di produzione responsabile. Tutti i prodotti sono prodotti in rispettando le leggi e secondo un approccio etico e umano all'impresa. Per maggiori informazioni: www.abitipuliti.org www.faircoop.it Collaborazioni in rete 175 3.16 Cooperativa Quetzal Progetto APJ Data anche la vicinanza geografica, LiberoMondo da diversi anni ha avviato collaborazioni con la cooperativa Quetzal di Alba, su progetti di sensibilizzazione e informazione. Nel 2008 ha iniziato a sostenere Quetzal nella distribuzione della bigiotteria di A.P.J. del Brasile, di cui ha anche conosciuto i responsabili e il fondatore, il missionario albese Don Giovanni Lisa. La cooperativa Quetzal La cooperativa Quetzal nasce ad Alba, in provincia di Cuneo, nel giugno del 1992, con l'intento di realizzare il progetto di una Bottega del Mondo in cui coesistessero commercio equo e solidale e alimentazione biologica. Fin dalla fondazione, Quetzal aderisce alla Carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo e Solidale. Gli obiettivi della Cooperativa sono principalmente il sostegno e la diffusione del commercio equo e solidale, della finanza etica e degli ideali che ne sono alla base; la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sui rapporti tra Nord e Sud del mondo e sul consumo responsabile, nonchè la promozione della cultura del biologico e la vendita di prodotti biologici e biodinamici certificati. Proprio per promuovere gli obiettivi istituzionali, nel 1993 Quetzal diventa socia di CTM Altromercato, consorzio di oltre cento Botteghe del Mondo che operano sull'intero territorio nazionale. Inoltre, dal 2000, al fianco di Quetzal, opera l'associazione culturale Verso Sud che ha la finalità di sostenere iniziative di formazione e informazione sui temi dell'intercultura e progetti educativi rivolti alle scuole. Quetzal/Sole Progetto A.P.J. (Brasile) 176 176 L'associazione A.P.J. (Apreder Produzir Juntos) è nata nel 1984 su proposta di un missionario albese e di un gruppo di brasiliani. E' un ente senza fini di lucro che opera a Teofilo Otoni, nello stato brasiliano del Minas Gerais, situato nella regione geografica del Sudeste e popolato da una numerosa comunità italiana (10% della popolazione). L'A.P.J. è organizzata in due grandi ambiti: la cooperativa A.P.J. che promuove la formazione umana, professionale e cooperativista, e la Casa dell'Adolescente o Officina Pedagogica, che lavora per la prevenzione, fornendo uno spazio educativo a ragazzi a rischio. Questa struttura accoglie attualmente più di 800 ragazzi in due turni, mattino e pomeriggio, e lavora a stretto collegamento sia con la scuola che con le famiglia da cui provengono gli adolescenti. Le persone che lavorano nei vari settori superano il centinaio, a seconda dei periodi. Ogni settore prevede l'inserimento di personale specificatamente preparato per svolgere funzioni di formazione professionale, di coordinamento produttivo e di amministrazione, senza togliere responsabilità e autonomia che sono proprie del cooperativismo. Il Minas Gerais, inoltre, è la regione delle pietre semipreziose (ametista, topazio, tormalina, berillo, quarzo, apatite, kunzite ecc) e preziose (acque marine e smeraldi) e Teofilo Otoni è il mercato più importante. La Coop A.P.J. acquista le pietre grezze dai cercatori che lavorano nelle campagne; nel laboratorio, dove lavorano circa 8 persone, le trasforma poi in anelli, orecchini, collane e braccialetti. Inoltre, dagli scarti di lavorazione si ottengono altri oggetti, come animali, immagini religiose e vasi, che vengono anch'essi commercializzati dalla cooperativa Quetzal. Per maggiori informazioni: www.coopquetzal.it 3.17 Associazione Sole Progetto Muteko Wahu La collaborazione con l'associazione Sole è nata in occasione del viaggio in Italia del responsabile dell'associazione Muteko Wahu (Mozambico), che ha visitato la sede di LiberoMondo. Da questo incontro è nata l'idea dell'importazione congiunta dei batik e della loro distribuzione nelle Botteghe del Mondo. L'Associazione "SOLE" L'associazione Sole opera dal 2003 nel mondo del volontariato, ed è impegnata prevalentemente nel sostegno di progetti in Mozambico e in Burkina Faso. Ha come principi fondanti l'equità e la giustizia sociale, la centralità della persona, l'autosviluppo. Sole sostiene piccole realtà in Mozambico e in Burkina Faso: - lavorando insieme alle persone, missionari e locali impegnati nella riduzione della povertà; - finanziando progetti di auto-sostentamento con l'obiettivo di restituire dignità al lavoro delle persone; - valorizzando l'artigianato locale e le cooperative di artigiani, secondo i principi del commercio Equo; - appoggiando centri di formazione in ambito professionale ed educativo, verificando l'avanzamento dei progetti e l'utilizzo dei finanziamenti. Per realizzare le sue attività, l'Associazione Sole raccoglie fondi tramite donazioni, mostre-mercato, vendita di bomboniere solidali e progetti di cooperazione decentrata. Sole organizza inoltre mostre, convegni e attività culturali con lo scopo di diffondere una cultura della solidarietà e della pace. L'associazione Sole destina il 100% dei fondi ricavati con le iniziative e le donazioni per il sostegno dei progetti. Le spese di amministrazione e gestione sono sostenute dai soci attraverso quote e contributi personali. Associazione Muteko Wahu Per maggiori informazioni: www.soleonlus.org Collaborazioni in rete L'associazione Muteko Wahu, che in lingua mozambicana vuol dire "il nostro lavoro", è formata da nove giovani artisti, di età compresa dai 22 ai 30 anni, che lavorano a Maputo, nel quartiere dell'aeroporto. Da diversi anni gli artisti si dedicano alla produzione dei batik e uno di loro lavora il legno. Attraverso l'antica arte del batik i giovani di Muteko Wahu, ognuno con il proprio stile, illustrano su tela il mondo rurale mozambicano con i suoi elementi tipici: il sole, rappresentato direttamente o richiamato nelle forme tondeggianti a rappresentare il bene che benedice la vita, le figure slanciate a indicare la volontà di crescita e di miglioramento, l'acqua come elemento di vita, gli eleganti intrecci di figure femminili a simboleggiare come i destini del clan siano strettamente collegati. L'associazione Sole sostiene direttamente questo centro di formazione a Maputo, con l'obiettivo di tramandare questa tecnica antica, offrire concrete opportunità di lavoro e di favorire processi di riscatto economico e sociale attraverso l'arte. Muteko Wahu svolge inoltre attività a favore dei ragazzi del quartiere: fornisce libri, materiale scolastico e uniformi per la scuola. Ha inoltre avviato un corso di formazione sulla tecnica di realizzazione dei batik fornendo gratuitamente tele e pennelli. 177 3.18 Cooperativa Pangea Niente Troppo Progetto La Ruashi Durante un viaggio in Congo nel 2008, LiberoMondo ha visitato i produttori del Progetto La Ruashi, che collaborano dal 2006 con la cooperativa Pangea- Niente Troppo di Roma. Ritenendo molto valido il progetto, ha deciso di dare la propria disponibilità per la distribuzione in tutta Italia degli animaletti e della bigiotteria in malachite di La Ruashi. Pangea Niente Troppo/Il Ponte La cooperativa Pangea- Niente troppo 178 178 Pangea-Niente Troppo è il frutto della fusione fra due organizzazioni romane, la Cooperativa Sociale Pangea (nata nel 1991 come Associazione, trasformatasi nel 1993 in Cooperativa e nel 2003 in Cooperativa Sociale) e la Cooperativa Sociale Niente Troppo (nata nel 2001 come Associazione, trasformatasi nel 2003 in Cooperativa Sociale). E' una Cooperativa Sociale, organizzazione senza fini di lucro, il cui scopo è diffondere il commercio equo e solidale e la finanza etica come strumenti di cooperazione e di tutela dei diritti umani. Opera a Roma, dove gestisce quattro Botteghe del Mondo e svolge attività culturali e di educazione allo sviluppo: pubblicazione di materiali infoeducativi, anche con il sostegno della Commissione Europea; proposte alle scuole di ogni ordine e grado di percorsi ed itinerari didattici; organizzazione di corsi di formazione per insegnanti ed educatori e per operatori di Botteghe, incontri e seminari per il pubblico in generale, eventi ed iniziative; promozione e sostegno a campagne di sensibilizzazione e boicottaggio. Pangea-Niente Troppo coopera con diverse realtà locali, nazionali ed internazionali, è socia del Consorzio Ctm altromercato ed è iscritta al Registro AGICES (Registro Italiano delle Organizzazioni di Commercio Equo e Solidale). Il progetto La Ruashi L'importazione dal Congo da parte di Pangea è iniziata dalla collaborazione con l'associazione Amka onlus, che opera dal 2001 nella regione del Katanga, ai confini meridionali con lo Zambia. Amka, attraverso personale congolese, sostiene l'emancipazione della popolazione che vive alla periferia di Lubumbashi e nei villaggi vicini. Interviene nel settore educativo con progetti di istruzione e alfabetizzazione, in quello sanitario, gestendo un centro di salute, un programma di prevenzione della trasmissione madre-figlio del HIV e garantendo l'accesso all'acqua ai villaggi in cui opera. Ha promosso inoltre un intervento di microcredito a sostegno delle attività produttive ed è in quest'ambito che è nata una collaborazione con PangeaNiente Troppo per l'avvio di un progetto di Commercio Equo e Solidale: Amka ha individuato tre cooperative operanti nella periferia di Lubumbashi, nel quartiere La Ruashi, concedendo loro dei piccoli crediti per sostenere le attività produttive, che avevano risentito fortemente dei conflitti in corso alla fine degli anni '90. Le cooperative Huru, Tujikaze e Mawazo (che in lingua swahili significano rispettivamente Libertà, Forza e Conoscenza) sono costituite da artigiani impegnati prevalentemente nella lavorazione della malachite, minerale semi-prezioso presente nelle miniere di rame vicine alla città. La cooperazione tra Pangea e Amka onlus ha reso possibile l'accesso al mercato del commercio equo e solidale italiano ai 190 artigiani di La Ruashi. Dal 2006 vengono effettuati due ordini l'anno, prefinanziati al 50% e saldati alla consegna. I prodotti importati in Italia sono monili realizzati in malachite, frutto dell'incontro tra la lavorazione tradizionale e il gusto dei consumatori italiani che frequentano le Botteghe. Per maggiori informazioni: www.commercioequo.org 3.19 Cooperativa Il Ponte Progetto Alsar La cooperativa Il Ponte Il Ponte è una società cooperativa senza scopo di lucro, con sede a Giaveno (TO), che gestisce tre punti vendita di commercio equo nella provincia di Torino. Da anni è impegnata nella diffusione del commercio equo e solidale, per uno sviluppo sostenibile, rispettoso dell'uomo e dell'ambiente. La Cooperativa Il Ponte, oltre alla vendita dei prodotti, si impegna in attività di formazione sui temi inerenti ai rapporti Nord-Sud, interculturalità, tolleranza e solidarietà, collaborando da anni con comuni e scuole in provincia di Torino. Inoltre Il Ponte sostiene un progetto di educazione popolare nella comunità di S. Francisco Echeverria in El Salvador (Centroamerica): ha mantenuto i maestri durante il loro iter universitario (necessario per ottenere l'abilitazione dallo Stato), contribuisce alla fornitura del materiale didattico per la scuola, ha finanziato la costruzione di una biblioteca, e da quest'anno sostiene un progetto di qualificazione professionale a beneficio dei giovani della comunità. Presso la Cooperativa Il Ponte funziona stabilmente anche uno sportello di finanza etica, e si organizzano periodicamente iniziative culturali di approfondimento su diversi temi rivolti alle scuole. La cooperativa Alsar Collaborazioni in rete Da più di dieci anni la cooperativa Il Ponte è impegnata in un progetto di importazione diretta di prodotti di artigianato tipico da El Salvador. Il Ponte, in piena osservanza dei principi del commercio equo e solidale, garantisce agli artigiani salvadoregni una vita dignitosa, sia pagando un prezzo giusto per il loro lavoro, sia permettendo loro di reinvestire parte degli utili nella crescita della comunità nella quale vivono. "Casa de las Artesanias" fu fondata nel 1977 dall'ONG salvadoregna Fundasal, con il proposito di consolidare una struttura commerciale autonoma per dare sostegno agli artigiani in cerca di nuovi sbocchi sul mercato nazionale ed estero, e di aumentare i loro redditi così da migliorarne le condizioni di vita. Nel 2005, per iniziativa degli stessi lavoratori, "Casa de las Artesanias" è diventata una vera e propria cooperativa di artigiani completamente autogestita, cambiando il nome in Alsar (Alianza Salvadoreña de Artesanos de Responsabilidad Limitada). Attualmente Alsar, che ha la sua sede a La Palma (dipartimento di Chalatenango), conta 64 soci (di cui 25 in attività), compresi anche gli artigiani che vivono in altri municipi, come Ilobasco, Concepcion e Quetzaltepeque, e che lavorano non solo il legno ma anche il copinol - un seme della pianta omonima, diffusissima in Centro America -, la terracotta e i prodotti tessili. I prodotti dell'artigianato salvadoregno sono conosciuti in tutto il mondo per la loro alta qualità, ma soprattutto per l'originalità e la perizia degli artigiani nell'elaborarli: raffigurano paesaggi, oppure immagini religiose, o ancora le scene più caratteristiche della vita "campesina". Alsar è formata per più della metà da donne imprenditrici, rimaste vedove o abbandonate dai mariti, a cui tocca mantenere la famiglia. Nei loro laboratori vengono spesso impiegati studenti che lavorano per pagarsi gli studi oppure giovani madri bisognose di aiuto, senza però trascurare molti piccoli artigiani - quelli che vivono in villaggi isolati - ai quali viene affidata una parte del lavoro per aiutarli a sopravvivere. Col tempo, anche grazie ai canali di esportazione del commercio equo e solidale, Alsar è riuscita a crescere e a far conoscere i suoi prodotti in tutto il mondo. In questo modo, oggi, molte famiglie sono in grado di sostenersi con il loro lavoro. 179 Azioni e progetti di utilità sociale Agli artigiani che vivono nei luoghi più isolati del dipartimento di Chalatenango viene consegnato il materiale da dipingere direttamente a domicilio, affinché possano completare la lavorazione con il disegno o la pittura, e senza doversi recare sul posto di lavoro. Grazie al ricavato delle vendite dei prodotti, Alsar ha potuto realizzare progetti di utilità sociale a favore dei lavoratori e delle loro famiglie come, ad esempio, l'acquisto di prodotti alimentari e di prima necessità ("canastas basicas") per gli abitanti più poveri dei villaggi del municipio. Inoltre, si è potuto allestire un servizio di trasporto presso gli ambulatori di zona per tutti coloro che hanno problemi di salute o di malattia. Nei laboratori artigianali di ogni socio si offre alle giovani madri la possibilità di lavorare e, nello stesso tempo, di badare ai loro bambini, adottando ogni precauzione per tutelare la loro salute e sicurezza. Nei limiti del possibile, ai lavoratori ed ai collaboratori vengono concessi degli anticipi sul compenso che ricevono, affinché possano far fronte alle loro necessità più impellenti. Attualmente Alsar si sta dedicando anche a due nuovi progetti: l'acquisto di giochi per i bambini e l'assistenza sanitaria gratuita a tutti i lavoratori, grazie anche al sostegno di una ong. Ad Gentes Per maggiori informazioni: www.coopilponte.org 180 180 3.20 Cooperativa Ad Gentes Progetto Asarbolem Dopo aver importato direttamente dall'Associazione Asarbolem per qualche anno, LiberoMondo ha deciso, d'accordo con gli stessi produttori, di interrompere l'importazione diretta e sostenere l'attività di importazione dell'Associazione Ad Gentes di Pavia, da anni legata ai produttori di questo progetto. LiberoMondo distribuisce oggi i prodotti di maglieria e gli accessori di abbigliamento in lana e in alpaca importati da Ad Gentes. Associazione Ad Gentes L'associazione Ad Gentes è nata nel 1994 da persone provenienti da diverse esperienze di volontariato, volte a promuovere la sensibilità dell'accoglienza e della condivisione, all'insegna dello spirito missionario. Il primo passo è stato l'apertura di un negozio di commercio equo e solidale a Pavia. Nel 1998-1999 Ad Gentes ha poi avviato i progetti di sviluppo "Uova di Pasqua" e "Señor de Mayo", che hanno permesso di stabilire rapporti di continuità con i produttori. Il trasferimento della bottega in un locale più ampio e centrale della città e l'apertura di un secondo negozio nella città di Binasco hanno rappresentato un'altra tappa importante nella crescita dell'associazione. Ad Gentes promuove il commercio equo e solidale tra i consumatori del nord ed i produttori del sud del mondo per far crescere una società dai consumi solidali; si impegna a fornire ai propri clienti il materiale informativo sui prodotti in vendita; mantiene relazioni stabili e continuative con gli artigiani dei due progetti, offre loro supporto tramite forme di prefinanziamento e appoggio in situazioni difficili. Associazione Artigianale Boliviana Señor de Mayo (ASARBOLSEM) Collaborazioni in rete L´Associazione Artigianale Boliviana Señor de Mayo - ASARBOLSEM - è nata nel 1989 per l´impegno di animatori di gruppi e comunità rurali boliviane con l´obiettivo di costruire un´impresa sociale autogestita, economicamente, socialmente ed ecologicamente sostenibile. All´epoca della costituzione si voleva cercare di dare risposte immediate e concrete ad una situazione disastrosa, anche a causa delle avversità climatiche e della crisi del settore delle miniere, storicamente centrale nell´economia boliviana. Señor de Mayo è socio IFAT dal 1998, di cui è membro attivo anche per le attività di monitoraggio e valutazione. E´ stata riconosciuta dal PNUD (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), come una delle 15 imprese modello in America Latina; in Bolivia ha avuto il riconoscimento della stella di platino per la qualità dei prodotti tessili e un premio per il miglior marchio per il logo ASARBOLSEM. La produzione è prevalentemente di tessili in alpaca al 100%, fatti a mano o in telai rustici, cuciti e rifiniti, oltre a strumenti musicali andini, artigianato in legno, ceramica decorativa e utilitaria. Señor de Mayo, la cui sede si trova in un quartiere povero di El Alto, Villa Juliana, riunisce comunità e produttori di origine quechua e ayamara di area suburbana e rurale. Nel 2008 ha inaugurato la Casa del Artesano, dove sono situati magazzino, uffici, dormitori, show-room e bottega. Il progetto è stato co-finanziato dalla cooperazione italiana, CTM e dalla coop. Ad Gentes di Pavia. Señor de Mayo lavora con 18 gruppi o organizzazioni di base (tre dei quali composti da persone svantaggiate), che forniscono le differenti linee produttive. In totale sono coinvolte circa 200 persone (95% donne). Lo scopo principale è la promozione e la valorizzazione delle donne indigene boliviane, che nella maggior parte dei casi sono emarginate, sole, con molti figli a carico. Fondatrice e anima di Señor de Mayo è Antonia Moscoso, una donna indigena di origini umili che ha dato un contributo significativo allo sviluppo dell'attività e che gode di prestigio all´interno dello stesso governo Morales (in cui ricopre la carica di ministro dello sviluppo produttivo e dell’economia plurale). Per maggiori informazioni: www.adgentes.org 181 4. I Fornitori italiani 4.1 L’Associazione Libera e la cooperativa Lavoro e Non Solo Nel 2009 è continuata la collaborazione con la cooperativa LiberaTerraMediterraneo (unione delle cooperative: Placido Rizzotto (siciliana), Terre di Puglia (pugliese), ed è iniziata la collaborazione con la cooperativa della Sicilia Lavoro e Non Solo e il progetto della Campania Le Terre di don Beppe Diana. Contromafie - Stati generali dell'antimafia I Fornitori Italiani Tra il 23 e il 25 ottobre 2009 si è tenuta a Roma l'iniziativa "Contromafie - Stati generali dell'antimafia", organizzata da Libera. Sono state tre giornate molto intense, che hanno coinvolto oltre 2.000 persone (moltissimi i giovani) provenienti da tutta Italia, soprattutto dal Sud, ma anche ospiti internazionali come i giovani di Flare, network europeo dell'antimafia costituito recentemente. Hanno aperto l'incontro gli interventi istituzionali tra cui quelli di Giorgio Napolitano e del Sindaco Alemanno. Il fondatore di Libera, Don Ciotti, ha fatto poi il punto della situazione sul percorso dell'associazione negli ultimi 3 anni, da quando si erano tenuti i primi Stati generali dell'antimafia: "E' cresciuto il numero di scuole e università che aderiscono alle iniziative di Libera; - ha ricordato - è cresciuto il numero di giovani che partecipano ai campi estivi, così come il numero di coloro che aderiscono alla manifestazione del 21 marzo, giornata della memoria e dell'impegno contro la mafia; sono nate nuove cooperative che si impegnano sulle terre confiscate e sono state coinvolte 30 nazioni europee nella lotta al crimine organizzato attraverso il network di Flare". Don Ciotti ha però anche sottolineato come ci sia bisogno di un maggior impegno per creare una cittadinanza attiva, perché "se siamo sprofondati in una società senza valori la responsabilità è anche nostra", ovvero di quel "noi" che, come ha ricordato più volte, è il "soggetto della lotta alla mafia e del cambiamento sociale". Che l'impegno per la lotta alla mafia e per il cambiamento sociale debba essere un impegno di tipo globale è stato il principale messaggio di Contromafie. Nelle riunioni plenarie e nei diciassette gruppi di lavoro tenutisi in varie sale della città, si sono toccati infatti temi molto ampi: la mafia nel contesto internazionale, la situazione politica attuale del nostro Paese, il ruolo chiave della scuola, della ricerca, e della cultura: dai giornali a internet, allo sport, alle fiction televisive. Come ha sottolineato con efficacia il procuratore antimafia Pietro Grasso, la lotta alla mafia deve essere accompagnata da politiche economiche e finanziarie che regolino il libero mercato, da scelte che tutelino l'ambiente, i migranti e le donne vittime di tratta, da un'informazione libera, da una cultura che crei sapere critico e, ovviamente, da una magistratura autonoma. Purtroppo le politiche attuali del nostro paese, a partire dallo scudo fiscale, stanno invece appiattendo la nostra società e rischiano di fare il gioco della mafia. Un gruppo di lavoro è stato "Per un'economia di solidarietà: confische, riutilizzo e nuova economia nei territori liberati dalle mafie". Erano presenti i soci della cooperative di Libera Terra, che hanno ricordato gli obiettivi primari di chi lavora sui patrimoni confiscati: "la nostra mission - ha detto Valentina Fiore di Libera Terra Mediterraneo (nuovo soggetto imprenditoriale partecipato dalle cooperative di Libera Terra) - è consolidare l'esperienza delle imprese sociali e diventare motori di uno sviluppo economico sano”. Per far questo - ha sottolineato Gianluca Faraone, Pres. della Placido Rizzotto - è necessario un intervento da parte della politica che favorisca le aziende impegnate su uno sviluppo sostenibile, perché "non è possibile che oggi, chi fa una scelta di consumo critico, ovvero si impegna a tutela della collettività e dell'ambiente, debba farlo pagando di più e sacrificando il proprio stipendio". Oltre ai soci delle cooperative, gli interventi previsti erano quelli di varie realtà che stanno sostenendo Libera: Banca Etica, ben tre interventi delle Coop, Unipol (che ha raccolto 500mila euro destinando a Libera un euro su 185 ogni polizza), e il network Cooperare con Libera Terra, agenzia di sostegno alle cooperative di Libera, di cui fanno parte diverse cooperative, strutture associative associazioni, enti pubblici. Queste le principali proposte e gli appelli lanciati alla fine dei tre giorni: costituire una commissione indipendente che valuti le leggi italiane alla luce della Dichiarazione universale dei diritti umani; istituire un'agenzia nazionale dei beni sottratti alle mafie (che assicuri trasparenza e rapidità nell'assegnazione delle ricchezze restituite alla collettività"); estendere a livello europeo una normativa per l'utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie; promuovere una proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre nel codice penale il delitto contro l'ambiente. Libera, tutti i suoi soci e i molti giovani presenti escono sicuramente con più forza e rinnovato entusiasmo da questi tre giorni intensi di formazione e dibattito. Cooperativa Lavoro e non solo La cooperativa sociale Lavoro e non solo nasce nel gennaio 1998 come frutto di una collaborazione tra il DSM-ASL e l'associazionismo sociale di Canicattì (AG), con l'intento di favorire l'inserimento sociale e lavorativo di pazienti psichiatrici. E' una struttura dell'ARCI Sicilia nel cui percorso svolge un ruolo determinante, recuperando e valorizzando nel suo campo specifico il patrimonio culturale ed esperienzale dell'Associazione a partire da quello concernente l'antimafia che ne ha rappresentato e ne rappresenta l'impegno assolutamente prioritario, al punto da caratterizzarne fortemente l'agire sociale e motivarne in buona parte la stessa esistenza. La Cooperativa Sociale "Lavoro e non solo" dal febbraio 2000, gestisce un'azienda agricola su terreni confiscati alla mafia nel territorio di Corleone e Monreale. L'attuale compagine sociale è composta da 13 soci ( di cui 5 cosiddetti svantaggiati L.n. 381/91 e 3 soci sovventori). Le professionalità presenti all'interno della cooperativa sono: dott. Commercialista, Operai Agricoli Specializzati, Operai Agricoli Qualificati, Operatori Sociali. La Cooperativa ha avuto affidati, nel tempo, dal Consorzio Sviluppo e Legalità costituito dai comuni di Altofonte, Corleone, Camporeale, Monreale, Piana degli Albanesi, Roccamena, S. Cipirello e S. Giuseppe Jato: - 100.00 ha di terreno, di cui 28.00 ha nel territorio di Corleone e 72.00 ha nel territorio di Monreale. La Cooperativa ha avuto affidati, dal Comune di Corleone: - Edificio su 3 elevazioni di circa 150,00 mq per piano (Confiscato a Grizzafi). - Edificio su 3 elevazioni di circa 70,00 mq per piano (Confiscato a Provenzano). Inoltre da settembre del 2004 la Cooperativa ha avuto affidati dal Comune di Canicattì (AG) altri 19.00 ha di terreno confiscati alle famiglie mafiose del territorio. Libera Attività Agricola 186 186 In questi anni di attività, la cooperativa ha indirizzato il proprio lavoro finalizzandolo a due obiettivi: - la costruzione di un gruppo coeso con la consapevolezza non solo che poteva costruirsi una opportunità lavorativa ma soprattutto che poteva contribuire ad un processo di cambiamento di quel territorio; - bonificare quei terreni incolti e abbandonati da anni e provare a costruire un'ipotesi di sviluppo della cooperativa partendo da quei pochi ettari di terreno a noi affidati (nel 2001 erano 10,50 ha di seminativi) pensando a colture che potessero garantire redditi e opportunità di lavoro per i soci. Le scelte colturali in questi anni sono state quasi sempre fatte tenendo conto sia delle vocazioni colturali e produttive della zona, sia dalla consistenza dell'azienda agricola (10,50 ha nel 2001, 28,00 ha nel 2002, 36,50 ha nel 2004 ai 120 circa del 2008 ) e sia dalla quantità degli investimenti economici che la cooperativa era in grado di sostenere. Progetti LiberArci Dalle Spine Il progetto "LIBERARCI DALLE SPINE" punta a creare e gestire una azienda agricola, nei terreni di Corleone, valorizzando specificità colturali siciliane, quale il ficodindia, che può essere considerato a pieno titolo una delle icone della sicilianità, e colture biologiche tipiche del territorio. Intento della cooperativa è anche quello di favorire l'inserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati cosi come definiti dalla L.n. 381/91. Il progetto, sia per la genuinità e qualità dei prodotti dell'azienda (coltivazione biologica e naturale) sia per il valore sociale (utilizzo di beni confiscati alla mafia, inserimento lavorativo di soggetti con disagio psichico) si configura come strumento idoneo a sviluppare nuovi bacini occupazionali garantendo percorsi d'inserimento individualizzati a partire dalla sollecitazione delle matrici culturali e della relazione interpersonale che viene attivata nel piccolo gruppo di lavoro. I semi della legalità Il progetto "I semi della legalità" ha per obiettivi: - Trasmettere l'esperienze acquisite per l'esatta applicazione della legge 109/96 a tutti coloro che vogliono scommettere su questa opportunità di lavoro e riscatto del territorio; - Realizzazione di una Azienda Agricola che oltre alle operazioni colturali, con l'impiego di manodopera locale specializzata, prevede l'inserimento a pieno titolo di soggetti svantaggiati (L.n. 381/91) nelle attività produttive; - Rafforzare il progetto "LIBERA TERRA" con la nascita di prodotti agricoli di qualità provenienti da colture biologiche tipiche del territorio di Canicattì. Le terre di don Peppe Diana I Fornitori Italiani Dal grano della terra di camorra sono nati i "Paccheri" di don Peppe Diana. Il grano è quello prodotto su un bene confiscato a Pignataro, raccolto ai primi di agosto da decine di ragazzi provenienti da tutt'Italia, arrivati a Castel Volturno, in un terreno confiscato al camorrista Michele Zaza, per contribuire a creare la prima cooperativa Libera Terra della Regione Campania. Da quel grano sono stati prodotti circa 35.000 pacchi (500 gr.) di paccheri in confezione speciale. Una prima confezione è stata consegnata ai genitori del parroco di Casal di Principe ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994 nella sua Chiesa per non aver mai chinato la testa contro la violenza e l'arroganza della camorra. Il pacco reca la scritta "Il g(i)usto di Campania - Le terre di don Peppe Diana" e contiene paccheri artigianali fatti dai pastai di Gragnano, per sostenere la nascita della cooperativa "Le terre di don Peppe Diana". La semola viene lavorata con metodo artigianale ed essiccata lentamente a basse temperature, per mantenere inalterato il gusto del grano duro raccolto sui terreni confiscati alla camorra unito a quello coltivato dalle cooperative che gestiscono i terreni confiscati alla mafia e dagli agricoltori campani e del sud Italia che ne condividono il progetto di riscatto. Sull'incarto sono rappresentate tutte le piante che crescono spontanee nei nostri campi di grano ove non è impiegato alcun diserbante nocivo per l'uomo e per l'ambiente. Con questa pasta si sostiene il progetto "Verso la cooperativa le Terre di Don Peppe Diana - Libera Terra Campania" per la gestione delle terre confiscate alla camorra nei comuni di Castelvolturno e Cancello Arnone, creando nuove opportunità di lavoro pulito, giusto e legale. Per maggiori informazioni: www.libera.it 187 4.2 La cooperativa sociale La Fraternità La Madre Terra secondo noi.... Madre Terra/L’Arcolaio Per maggiori informazioni: www.lamadreterra.com 188 188 Il 23 e 24 luglio 2009 si è svolta la prima visita di LiberoMondo ad un'altra cooperativa sociale: la Rimini Servizi, di cui distribuiamo da parecchi anni i prodotti biologici a marchio Madre Terra. Appena arrivati ci siamo resi conto delle cose che ci accomunano. Come noi lavorano con persone in difficoltà e spesso emarginate dalla società, cercando di restituire ad ognuno la dignità. Nella laboratorio "La Pietra Scartata" lavorano circa 35 persone, impegnate con tempi diversi e diverse mansioni. Le fasi delle lavorazioni sono principalmente manuali: cernita, lavaggio, invasettatura ed etichettatura. La Pietra Scartata non è però solo una realtà produttiva, è qualcosa di più: è un luogo di accoglienza dove si condivide qualsiasi cosa. Si condivide il lavoro e i problemi legati ad esso e alle persone che lo svolgono, si condivide l'ora del pranzo (si pranza tutti insieme in un salone adibito a mensa) e l'ora della preghiera nella piccola cappella situata sopra il laboratorio, si condividono anche le vacanze, infatti una parte delle ferie estive la trascorrono tutti insieme. Infine sentendo parlare coloro che portano avanti i progetti legati alla cooperativa, ci si rende conto che per loro alla base di tutto c'è la fede, il vivere la cooperativa non come puro e semplice lavoro ma quasi come una "missione". E' stata una prima esperienza ma, dati i buoni riscontri, sicuramente da ripetere nel 2010 come percorso di conoscenza e confronto con altre realtà di cooperative sociali. 4.3 La cooperativa sociale L’Arcolaio Per maggiori informazioni: www.arcolaio.org I Fornitori Italiani Anche nel 2009 è continuata la collaborazione e la distribuzione di prodotti della Cooperativa sociale L'Arcolaio di Siracusa. Giovanni Romano, di professione educatore, ha investito in quest'attività forze, risorse e tempo ed è il presidente della cooperativa. "Quando nel 2003 abbiamo cominciato, pensavamo ad un panificio per rifornire di pane le carceri vicine. Distribuire un prodotto fresco si è rivelato complesso, e poi c'erano già gli appalti esterni con prezzi più concorrenziali rispetto ai nostri, per cui abbiamo rinunciato. La creatività non ha chiuso però le porte all'inventiva. Dopo qualche mese nasce l'idea di produrre dolci valorizzando uno dei prodotti del territorio siracusano: la mandorla. In questi anni sono stati venticinque i detenuti che hanno preparato dolci e hanno contribuito al consolidamento dell'azienda. Attualmente ve ne lavorano tre a tempo pieno e 6 nei periodi di maggior produzione. Due di loro sono anche diventati soci della cooperativa. Le materie prime sono tutte biologiche e prodotte in Sicilia e nei campi interni al penitenziario: dalle mandorle ai canditi tutto è certificato e garantito come prodotto etico. Solo lo zucchero di canna proviene dal sud del mondo attraverso la rete del commercio equo e solidale, all'interno della quale si inserisce anche la linea "Dolci evasioni" tramite la distribuzione della cooperativa LiberoMondo. I pasticceri sono i detenuti stessi: alcuni di loro scontano condanne lievi, altri più lunghe. La possibilità di un lavoro li preserva dalla depressione o dalla tentazione del suicidio. Ho visto anche situazioni apparentemente senza possibilità di recupero mutarsi grazie a questa attività. In carcere sei tagliato fuori da tutto, dalle possibilità di un futuro, dagli affetti, ed è veramente difficile declinare la parola dignità. Il percorso di questi anni non è stato facile e gli introiti bastano appena a coprire le spese. Ci sono ancora i macchinari da pagare, i fornitori, gli stipendi. Nessuna banca è stata così folle da finanziare questo progetto. Solo la banca Etica ha creduto in noi. Sulla commercializzazione L'Arcolaio ha fatto scelte di legalità, rifiutando proposte allettanti che avrebbero potuto consentire la distribuzione in grandi catene. La qualità dei nostri prodotti non passa solo dal gusto; tra gli ingredienti non possono mancare i valori e su questi occorre lavorare con pazienza ed umiltà. Tante sono poi le relazioni intrecciate sul territorio: con l'amministrazione penitenziaria, con gruppi di acquisto solidale, con altre cooperative sociali. Per me sono il vero patrimonio della cooperativa e la sua assicurazione per il futuro". 189 4.4 La coop. sociale Il Pungiglione Ormai da circa 10 anni la cooperativa promossa dall'Associazione Papa Giovanni XIII svolge principalmente attività terapeutiche d'inserimento sociale di persone provenienti da aree di estrema povertà, e progetti socioeducativi indirizzati a tutti coloro che, per diversi motivi, non riescono ad inserirsi nella rete socio-lavorativa e che, tramite la cooperativa, riescono ad ottenere gli strumenti giusti per affrontare le piccole e grandi difficoltà quotidiane. Le attività svolte riguardano l'apicoltura, la produzione di miele e derivati dell'alveare, attività di falegnameria, tutto supportato da attività didattiche formative. Le persone che vengono accolte al centro iniziano un percorso formativo ed educativo e allo stesso tempo imparano un vero e proprio mestiere, a gestire se stessi collaborando con altre persone inserite e approcciarsi in maniera positiva con il territorio. Attualmente la cooperativa possiede circa 1200 alveari produttivi, una buona lavorazione di cera, sia per l'apicoltura che per altri usi, una produzione di piante officinali (in particolare Aloe), una falegnameria per la produzione di materiale per l'apicoltura e per la produzione ed installazione di infissi e piccola falegnameria e un punto vendita ; dall'inizio del progetto ad oggi il numero di persone che sono state inserite è di circa 150. Visto l'andamento positivo del progetto per l'anno 2010, l'obiettivo sarà anche quello di organizzare corsi di lingua italiana per gli immigrati presenti sul territorio, sia per quelli che vivono e lavorano presso la cooperativa sia per coloro che provengono da realtà esterne. Tutto questo è necessario per compiere un'integrazione nel contesto sociale, creando modelli nuovi che potranno rappresentare in futuro punti di riferimento per altri immigrati e modificare comportamenti sbagliati che spesso vengono assunti nei loro riguardi. Il pungiglione Attività in via di realizzazione Settore formazione Linguistica 190 190 Il progetto nell’anno 2009 ha visto come novità l'introduzione di un corso di lingua italiana rivolta agli immigrati. Gli stranieri che usufruiranno di questa opportunità saranno sia quelli che vivono e lavorano nel centro sia quelli esterni che risiedono nelle zone limitrofe. Lo scopo del corso sarà quello di fornire allo straniero una base linguistica-culturale che gli permetterà di interagire con le realtà quotidiane e, in particolare, di inserirsi nel mondo del lavoro. L'immigrato potrà acquisire una capacità di espressione e di comprensione necessaria per evitare situazioni e comportamenti a rischio di devianza e degrado sociale, attenuare tensioni derivanti dal mancato inserimento nel tessuto sociale e garantire comportamenti adeguati e più consapevoli. L'intervento si prefigge di creare nuovi modelli sociali in cui l'immigrato non rappresenti più simbolo di paura e diffidenza, ma sia collocato nella società come individuo formato e informato in grado di assumere ruoli specifici e adeguati. L'iniziativa didattica si svilupperà nell'arco di un anno, con lezioni settimanali, seguendo percorsi di comunicazione orale e scritta e di laboratorio utilizzando materiali interattivi, video e audio. Settore accoglienza L'accoglienza, attualmente è garantita da un percorso di tipo familiare nelle quattro case famiglia della zona dove sono inserite persone adulte con varie problematiche: carcere, droga, alcol, prostituzione, lieve disturbo mentale e handicap. E’ inoltre attivo un centro di accoglienza per 15 persone adulte, provenienti prevalentemente dal carcere ed inserite dai servizi sociali in un percorso di vita strutturato. È garantita infine un' accoglienza attuale a circa 25/30 persone, che a vario titolo sono inserite nel progetto "Rinascere". Settore formazione lavoro ° falegnameria Tutti gli impianti sono finiti, sono state acquistate macchine che garantiscono elevati standard di sicurezza e velocità nella produzione. ° apicoltura Il numero di alveari è attualmente di circa 1000 unità, distribuiti in 22 apiari sparsi sul territorio circostante, i terreni dove sono dislocati sono tutti dati in uso gratuito, salvo qualche chilo di miele. Questo settore merita molta attenzione, in quanto il miele raccolto nella Lunigiana (unico caso, per ora in Italia) ha ottenuto la certificazione della Comunità Europea DOP (Denominazione di origine protetta). Con l'ampliamento del laboratorio del miele è iniziata la produzione anche di altri prodotti delle api: il polline, la propoli, la pappa reale e le regine, che consentiranno l'inserimento di almeno altre 2-3 persone. Nella nuova struttura in progetto è prevista una scuola residenziale di apicoltura (in Italia non ne esistono). ° lavorazione cera È stato avviato all'inizio del 2006 un laboratorio per la lavorazione della cera, unico nel circondario per un raggio di 200 Km. Il laboratorio attuale è piccolo per le prospettive di lavorazione previste: è stato deciso pertanto di spostare l'attuale sede ampliandone le dimensioni con l'inserimento di una nuova linea. Questo consentirà l'inserimento di almeno 2 persone. Rapporti con il territorio Il fulcro del progetto e il punto più importante è proprio quello di creare un mutuo rapporto con il territorio, in modo da creare una società più giusta dove l'uomo venga sempre messo al primo posto. Molti sono i rapporti che si stabiliscono con le istituzioni locali, quelle regionali e ministeriali, con la gente comune e con le associazioni di volontariato. Progetti in divenire Per maggiori informazioni: www.ilpungiglione.org I Fornitori Italiani - Nuova struttura su due piani di circa 500 mq - Realizzazione fattoria socio didattica - terapeutica, sistemazione spazio circostante circa 30.000 mq per la fattoria, con predisposizione di recinti per animali, casette rifugio, percorsi didattici per scuole-gruppi etc. progetto pilota regionale. - Ricerca finanziamenti e inizio lavori realizzazione Caseificio per la lavorazione del latte della Lunigiana. - Collaborazione nella gestione del consorzio di tutela del miele DOP, a servizio del territorio, per un utilizzo al meglio di questa importante risorsa in sinergia con tutte le realtà produttive. E’ con l’obiettivo di sostenere altri prodotti tipici che stanno emergendo e consolidando sempre più lo slogan "ambiente - qualità - solidarietà" 191 LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE Reg. Imp. 02575550047 Rea 0218204 LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE N. Iscrizione Albo Società Cooperative A107015 Sede in VIA VITTORIO EMANUELE 282 - 12042 BRA (CN) Capitale sociale Euro 234.700,00 i.v. Bilancio al 31/12/2009 31/12/2009 Stato patrimoniale attivo 31/12/2008 A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti (di cui già richiamati ) B) Immobilizzazioni I. Immateriali - (Ammortamenti) - (Svalutazioni) II. Materiali - (Ammortamenti) - (Svalutazioni) 20.052 27.083 20.052 27.083 461.036 240.857 196.763 220.179 216.815 247.262 1.826.760 1.873.644 2.971.061 774 3.050.607 14.630 3.065.237 258 49.915 21.064 4.848.510 4.960.203 11.632 2.975 5.076.957 5.210.440 488.494 291.731 III. Finanziarie - (Svalutazioni) Totale Immobilizzazioni C) Attivo circolante I. Rimanenze II. Crediti - entro 12 mesi - oltre 12 mesi III. Attività finanziarie che non costituiscono Immobilizzazioni IV. Disponibilità liquide Totale attivo circolante D) Ratei e risconti Totale attivo Stato patrimoniale passivo 2.952.567 18.494 31/12/2009 31/12/2008 LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE A) Patrimonio netto I. Capitale II. Riserva da sovrapprezzo delle azioni III. Riserva di rivalutazione IV. Riserva legale V. Riserve statutarie VI. Riserva per azioni proprie in portafoglio VII. Altre riserve VIII. Utili (perdite) portati a nuovo IX. Utile d'esercizio IX. Perdita d'esercizio Acconti su dividendi Copertura parziale perdita d’esercizio Totale patrimonio netto 234.700 211.050 50.223 35.115 134.230 100.489 33.116 50.359 452.269 397.013 216.480 172.652 4.270.927 4.428.789 93.138 4.521.927 B) Fondi per rischi e oneri C) Trattamento fine rapporto di lavoro subordinato D) Debiti - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 4.226.550 44.377 E) Ratei e risconti Totale passivo 137.281 118.847 5.076.957 5.210.439 31/12/2009 Conti d'ordine 31/12/2008 1) Rischi assunti dall'impresa Fideiussioni ad altre imprese 6.250 6.250 Avalli Altre garanzie personali Garanzie reali Altri rischi 6.250 2) Impegni assunti dall'impresa 340.127 3) Beni di terzi presso l'impresa 4) Altri conti d'ordine Totale conti d'ordine Conto economico 3.034.448 2.951.265 3.040.698 3.291.392 31/12/2009 31/12/2008 LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE A) Valore della produzione 1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni 5.485.951 5.479.609 2) Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione, semilavorati e finiti 3) Variazioni dei lavori in corso su ordinazione 4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 5) Altri ricavi e proventi: - vari - contributi in conto esercizio - contributi in conto capitale (quote esercizio) 36.089 6.500 15.159 Totale valore della produzione 36.502 21.731 12.416 57.748 5.543.699 70.649 5.550.258 2.500.380 1.567.274 179.689 2.635.409 1.683.200 184.118 B) Costi della produzione 6) 7) 8) 9) Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci Per servizi Per godimento di beni di terzi Per il personale a) Salari e stipendi b) Oneri sociali c) Trattamento di fine rapporto 733.058 172.198 56.813 743.036 167.993 56.172 d) Trattamento di quiescenza e simili e) Altri costi 962.069 967.201 10) Ammortamenti e svalutazioni a) Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali 19.400 25.065 b) Ammortamento delle immobilizzazioni materiali 54.654 54.234 13.300 13.000 c) Altre svalutazioni delle immobilizzazioni d) Svalutazioni dei crediti compresi nell'attivo circolante e delle disponibilità liquide 11) Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci 12) Accantonamento per rischi 13) Altri accantonamenti 14) Oneri diversi di gestione Totale costi della produzione Differenza tra valore e costi di produzione (A-B) C) Proventi e oneri finanziari 15) Proventi da partecipazioni: 16) Altri proventi finanziari: a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni c) da titoli iscritti nell'attivo circolante d) proventi diversi dai precedenti: - da imprese controllate - da imprese collegate - da controllanti 87.354 46.884 92.299 (263.776) 33.519 30.892 5.377.169 5.329.343 166.530 220.915 LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE - altri 17) Interessi e altri oneri finanziari: - da imprese controllate - da imprese collegate - da controllanti - altri 191 191 191 1.045 1.045 1.045 110.633 126.190 126.190 4.698 (14.374) (105.744) (139.519) 110.633 17-bis) utili e perdite su cambi Totale proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di valore di attività finanziarie 18) Rivalutazioni: 19) Svalutazioni: Totale rettifiche di valore di attività finanziarie E) Proventi e oneri straordinari 20) Proventi: - plusvalenze da alienazioni - varie - Differenza da arrotondamento all'unità di Euro 21) Oneri: - minusvalenze da alienazioni - imposte esercizi precedenti - varie - Differenza da arrotondamento all'unità di Euro 6.814 6.814 6.197 4.085 8.105 1 8.106 2.729 (1.909) 63.515 79.487 4.085 Totale delle partite straordinarie Risultato prima delle imposte (A-B±C±D±E) 22) Imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite e anticipate a) Imposte correnti 6.197 30.399 29.128 b) Imposte differite c) Imposte anticipate d) proventi (oneri) da adesione al regime di consolidato fiscale / trasparenza fiscale 30.399 23) Utile (Perdita) dell'esercizio Il Presidente del Consiglio di amministrazione GIORDANA EMANUELE 33.116 29.128 50.359 LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE Reg. Imp. 02575550047 Rea 0218204 LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE N. Iscrizione Albo Società Cooperative A107015 Sede in VIA VITTORIO EMANUELE 282 - 12042 BRA (CN) Capitale sociale Euro 234.700,00 i.v. Nota integrativa al bilancio chiuso il 31/12/2009 Premessa Signori soci, il bilancio chiuso al 31/12/2009 evidenzia un utile d’esercizio, al netto delle imposte, di euro 33.116,00. Nell’esercizio 2009 la cooperativa ha conseguito i risultati positivi nel seguito riassunti. Si è consolidata tra le prime centrali a livello nazionale di importazione e di distribuzione di prodotti equosolidali, unica tra le maggiori, inoltre, a non servirsi del canale di vendita della “grande distribuzione”. I soci, al 31/12/2009, sono 157, di cui sei sono persone giuridiche . L’attività sociale è stata molto intensa: l’assemblea dei soci di approvazione del bilancio a maggio e l’assemblea di discussione su “LiberoMondo come cooperativa sociale” a dicembre, 18 riunioni del Consiglio di Amministrazione aperte a tutti i soci, decine di incontri con i produttori, riunioni mensili dei responsabili di settore (laboratori, evasione ordini, controllo qualità, segreteria amministrazione…). E’ inoltre stata svolta una giornata di incontro sui nostri progetti di cosmesi equa e solidale (linea Ikiam e linea Taama) con le Botteghe clienti aperta a tutti i soci volte alla presentazione dei progetti di maggior rilievo per la cooperativa. Importazioni dirette e distribuzione commerciale Abbiamo importato nel 2009 da 58 produttori (di cui 12 nuovi) dell’Africa, Asia ed America Latina con una diminuzione delle importazioni del 17%. Abbiamo distribuito circa 8.000 referenze di prodotti artigianali, 300 varietà di prodotti alimentari equo e solidali e oltre 200 prodotti alimentari biologici e di cooperative sociali, della Cooperativa La Fraternità (ex Rimini Servizi), dell’Associazione Libera, e della cooperativa sociale L’Arcolaio, aumentando il fatturato all’ingrosso di circa l’1,60%. Abbiamo inoltre continuato a sviluppare un piano commerciale basato sulla visita diretta alle botteghe per far conoscere la nostra cooperativa e per promuovere i nostri prodotti, con sette persone dedicate a questo lavoro che hanno visitato gran parte dell’Italia; in particolare abbiamo continuato l’investimento di una persona dedicata alla promozione nel Sud Italia, area spesso trascurata anche dalle centrali di importazione del commercio equo e solidale, che ha dato un buon riscontro sia dal punto di vista commerciale, sia – soprattutto- dal punto di vista della sensibilizzazione: incontri con i volontari, con le scuole, con la cittadinanza. LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE Trasformazione dei prodotti Le ore lavorate nei laboratori di produzione e confezionamento sono state 14.100 contro le 15.300 del 2009. Nella ripartizione delle ore lavorate il 36% è rappresentato dal laboratorio di pasticceria, il 64% dai confezionamento e pasta. Per quanto riguarda il laboratorio di pasticceria abbiamo avuto un piccolo decremento della produzione arrivando a 126.000 confezioni di biscotti. Il laboratorio della pasta ha avuto una produzione sostanzialmente in linea con il 2008. L’inserimento di nuovi prodotti ha contribuito con un carico di lavoro di 800 ore, pari al 5,6% del totale. E’ stato fatto l’investimento della Lavaoggetti nel laboratorio della pasticceria che ha avuto un ottimo ritorno nel miglioramento dei tempi di lavoro. Anche la revisione totale della flowpackatrice del laboratorio di pasticceria ha portato ad un lavoro della macchina lineare e senza più interruzioni come gli scorsi anni.. Bottega di Bra Le vendite al dettaglio realizzate tramite le bottega di Bra ricopre complessivamente l’1,8% del fatturato complessivo della cooperativa. La Bottega, dopo anni di stasi o piccoli decrementi, ha avuto una crescita del 15% ed ha comunicato un lavoro sul territorio, tramite l’appoggio di Danilo Giusti e Massimo Sottimano, di incontri nelle scuole e di partecipazione alle attività della Scuola di Pace di Bra. Informative specificamente richieste dalla legge per le società cooperative Ai sensi dell’art. 2513 del Codice Civile si evidenzia che la cooperativa è costituita ed operante nel rispetto della legge 8 novembre 1991 n. 381 ed in quanto Cooperativa sociale risulta a Mutualità prevalente. La percentuale delle persone svantaggiate, al 31/12/2009, rispetto al numero complessivo dei lavoratori è del 50%, ed è pertanto rispettato il limite previsto dalla vigente normativa. Per quanto riguarda le vendite ai soci, esse sono circa il 10% delle vendite della bottega, ossia circa 10.115 euro. Ai sensi dell’articolo 2545 del codice civile e dell’articolo 2 della legge 31 gennaio 1992 n. 59 si relaziona quanto segue: • La cooperativa ha organizzato un’impresa che persegue – mediante la solidale partecipazione della base sociale – scopi sociali ed educativi al fine di contribuire a realizzare una nuova economia della sobrietà e della fraternità, operando nell’ambito di un progetto di commercio nazionale ed internazionale equo e solidale, attivando rapporti commerciali con gruppi e cooperative di produttori e trasformatori di paesi del sud del mondo. La cooperativa opera inoltre nell’interesse generale della comunità alla promozione umana ed alla integrazione sociale dei cittadini mediante l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, nelle percentuali e come definito dalla legge 8/11/1991 n. 381. • L’attività prevista nell’oggetto sociale si è concretizzata materialmente con LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE • • • • • - quanto indicato nella premessa della presente nota integrativa. In particolare si comunica che, nel corso dell’anno 2009, oltre al proseguimento dei rapporti di lavoro con i soggetti svantaggiati iniziati nel precedente anno, sono stati effettuati due inserimenti in collaborazione con il Consorzio I.N.T.E.S.A. di Bra.e con il Consorzio socio assistenziale langhe e Roero. Tali inserimenti, effettuati presso il magazzino dei laboratori e il settore controllo qualità artigianato, a seconda delle attitudini e possibilità lavorative, sono soggetti a verifica periodica congiunta con i responsabili della cooperativa. Il costo di questi inserimenti è rimasto interamente a carico degli enti con cui è stata stipulata la convenzione. Nel corso dell’esercizio sono stati occupati n. 29 lavoratori soci, n. 2 soci collaboratori a progetto, n. 3 lavoratori non soci e n. 1 amministratore a compenso (il Presidente del CdA). I soci svantaggiati complessivamente impegnati nel corso del 2009 sono stati n. 13. Hanno prestato la loro opera n. 13 soci volontari per circa 600 giornate di lavoro. Il costo dei soci lavoratori ha costituito il 95% circa del totale del costo per il personale Ai sensi dell’articolo 2528 ultimo comma del codice civile si specifica che nel corso dell’esercizio: sono stati ammessi n. 8 nuovi soci risultanti in possesso dei requisiti di legge e statuto; sono state presentate n. 8 domande di recesso di soci; non sono stati autorizzati trasferimenti di azioni in capo a nuovi soci; non è stato escluso alcun socio a norma di statuto e di regolamento. Criteri di formazione Il presente bilancio è stato redatto in forma abbreviata in quanto sussistono i requisiti di cui all'art. 2435 bis, 1° comma del Codice civile; non è stata pertanto redatta la Relazione sulla gestione. A completamento della doverosa informazione si precisa in questa sede che ai sensi dell'art. 2428 punti 3) e 4) C.C. non esistono né azioni proprie né azioni o quote di società controllanti possedute dalla società anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona e che né azioni proprie né azioni o quote di società controllanti sono state acquistate e / o alienate dalla società, nel corso dell'esercizio, anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona. Criteri di valutazione I criteri utilizzati nella formazione del bilancio chiuso al 31/12/2009 non si discostano dai medesimi utilizzati per la formazione del bilancio del precedente esercizio, in particolare nelle valutazioni e nella continuità dei medesimi principi. LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE La valutazione delle voci di bilancio è stata fatta ispirandosi a criteri generali di prudenza e competenza nella prospettiva della continuazione dell'attività. L'applicazione del principio di prudenza ha comportato la valutazione individuale degli elementi componenti le singole poste o voci delle attività o passività, per evitare compensi tra perdite che dovevano essere riconosciute e profitti da non riconoscere in quanto non realizzati. In ottemperanza al principio di competenza, l'effetto delle operazioni e degli altri eventi è stato rilevato contabilmente ed attribuito all'esercizio al quale tali operazioni ed eventi si riferiscono, e non a quello in cui si concretizzano i relativi movimenti di numerario (incassi e pagamenti). La continuità di applicazione dei criteri di valutazione nel tempo rappresenta elemento necessario ai fini della comparabilità dei bilanci della società nei vari esercizi. La valutazione tenendo conto della funzione economica dell’elemento dell’attivo o del passivo considerato che esprime il principio della prevalenza della sostanza sulla forma - obbligatoria laddove non espressamente in contrasto con altre norme specifiche sul bilancio - consente la rappresentazione delle operazioni secondo la realtà economica sottostante gli aspetti formali. Deroghe Non sono state effettuate deroghe a quanto sopra esposto. In particolare, i criteri di valutazione adottati nella formazione del bilancio sono stati i seguenti. Immobilizzazioni Immateriali Sono iscritte al costo storico di acquisizione ed esposte al netto degli ammortamenti effettuati nel corso degli esercizi e imputati direttamente alle singole voci. I costi di impianto e di ampliamento, i costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità con utilità pluriennale sono stati iscritti nell'attivo con il consenso del Collegio sindacale e sono ammortizzati in un periodo di cinque esercizi. L'avviamento, acquisito a titolo oneroso, è stato iscritto nell'attivo con il consenso del Collegio sindacale per un importo pari al costo per esso sostenuto e viene ammortizzato con l’utilizzo dell’aliquota prevista dalla normativa fiscale. Le migliorie su beni di terzi sono ammortizzate in un periodo di cinque esercizi. Materiali Sono iscritte al costo di acquisto e rettificate dai corrispondenti fondi di ammortamento. Nel valore di iscrizione in bilancio si è tenuto conto degli oneri accessori e dei costi sostenuti per l'utilizzo dell'immobilizzazione, portando a riduzione del costo gli sconti commerciali e gli sconti cassa di ammontare rilevante. Le quote di ammortamento, imputate a conto economico, sono state calcolate attesi l'utilizzo, la destinazione e la durata economico-tecnica dei cespiti, sulla base del criterio della residua possibilità di utilizzazione, criterio che abbiamo ritenuto ben rappresentato dalle seguenti aliquote, non modificate rispetto all'esercizio precedente e ridotte alla metà nell'esercizio di entrata in funzione del bene: - impianti generici: 10% LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE - macchinari: 12,50% - attrezzature: 20% - mobili e arredi: 12% - elaboratori e macchine ufficio: 20% - automezzi: 20%. Non sono state effettuate rivalutazioni discrezionali o volontarie e le valutazioni effettuate trovano il loro limite massimo nel valore d'uso, oggettivamente determinato, dell'immobilizzazione stessa. Operazioni di locazione finanziaria (leasing) Le operazioni di locazione finanziaria sono rappresentate in bilancio secondo il metodo patrimoniale, contabilizzando a conto economico i canoni corrisposti secondo il principio di competenza. In apposita sezione della nota integrativa sono fornite le informazioni complementari previste dalla legge relative alla rappresentazione dei contratti di locazione finanziaria secondo il metodo finanziario. Crediti Sono esposti al presumibile valore di realizzo. L'adeguamento del valore nominale dei crediti al valore presunto di realizzo è ottenuto mediante apposito fondo svalutazione crediti, tenendo in considerazione le condizioni economiche generali, di settore e anche il rischio paese. Debiti Sono rilevati al loro valore nominale, modificato in occasione di resi o di rettifiche di fatturazione. Ratei e risconti Sono stati determinati secondo il criterio dell'effettiva competenza temporale dell'esercizio. Per i ratei e risconti di durata pluriennale sono state verificate le condizioni che ne avevano determinato l'iscrizione originaria, adottando, ove necessario, le opportune variazioni. Rimanenze magazzino Le giacenze di magazzino di materie prime, ausiliarie e prodotti finiti sono iscritte al minore tra il costo di acquisto o di fabbricazione e il valore di realizzo desumibile dall'andamento del mercato, applicando il metodo FIFO. Fondi per rischi e oneri Non sono presenti in bilancio. Fondo TFR Rappresenta l'effettivo debito maturato verso i dipendenti in conformità di legge e dei contratti di lavoro vigenti, considerando ogni forma di remunerazione avente carattere continuativo. Il fondo corrisponde al totale delle singole indennità maturate a favore dei dipendenti alla data di chiusura del bilancio, al netto degli acconti erogati, ed è pari a quanto si sarebbe dovuto corrispondere ai dipendenti nell'ipotesi di cessazione del rapporto di lavoro in tale data. LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE Imposte sul reddito Le imposte sono accantonate secondo il principio di competenza; rappresentano pertanto gli accantonamenti per imposte liquidate o da liquidare per l'esercizio, determinate secondo le aliquote e le norme vigenti. Riconoscimento ricavi I ricavi per vendite dei prodotti sono riconosciuti al momento del trasferimento della proprietà, che normalmente si identifica con la consegna o la spedizione dei beni. I ricavi di natura finanziaria e quelli derivanti da prestazioni di servizi vengono riconosciuti in base alla competenza temporale. I ricavi e i proventi, i costi e gli oneri relativi ad operazioni in valuta sono determinati al cambio corrente alla data nella quale la relativa operazione è compiuta. Criteri di conversione dei valori espressi in valuta I crediti e i debiti espressi originariamente in valuta estera sono iscritti, ai sensi dell’art. 2426 n. 8 bis c.c., in base al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio. Gli utili e le perdite che derivano dalla conversione dei crediti e dei debiti sono rispettivamente accreditati e addebitati al Conto Economico alla voce 17 bis Utili e perdite su cambi. Il risultato netto derivante dall'adeguamento ai cambi di fine esercizio costituisce una perdita che concorre alla formazione del risultato d'esercizio. Non esistono immobilizzazioni in valuta. Garanzie, impegni, beni di terzi e rischi Le garanzie, gli impegni, i beni di terzi, i nostri beni presso terzi ed i rischi sono indicati nei conti d’ordine sulla base del loro valore nominale. Attività A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti Non sono presenti crediti verso soci per versamenti ancora dovuti. B) Immobilizzazioni Non sono state effettuate rivalutazione e/o svalutazioni delle immobilizzazioni materiali e immateriali, né sono stati imputati oneri finanziari ai conti iscritti nell’attivo. Non esistono immobilizzazioni di natura finanziaria. Nell'esercizio non sono stati imputati oneri finanziari ai conti iscritti all'attivo. LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE C) Attivo circolante I. Rimanenze Saldo al 31/12/2009 1.826.760 Saldo al 31/12/2008 1.873.644 Variazioni (46.884) I criteri di valutazione adottati sono invariati rispetto all'esercizio precedente e motivati nella prima parte della presente Nota integrativa. La valutazione adottata rispetto a quella effettuata con il criterio dei costi correnti non differisce in modo rilevante. II. Crediti Saldo al 31/12/2009 2.971.061 Descrizione Verso clienti Verso imprese controllate Verso imprese collegate Verso controllanti Per crediti tributari Per imposte anticipate Verso altri Arrotondamento Entro 12 mesi 2.641.415 Saldo al 31/12/2008 3.065.237 Oltre 12 mesi Variazioni (94.176) Oltre 5 anni Totale 2.641.415 19.601 19.601 291.551 18.494 310.045 2.952.567 18.494 2.971.061 Non sono presenti, nel bilancio al 31/12/2009, crediti vincolati. Nella voce “Crediti Tributari” sono indicati crediti per IVA pari a euro 19.399 e crediti verso erario per imposta sostitutiva sul TFR per euro 202. Un importo significativo dei crediti al 31/12/2009, pari a Euro 168.589 è espresso in moneta estera. I criteri di conversione dei valori espressi in valuta sono riportati nella presente nota integrativa. La ripartizione dei crediti al 31/12/2009 secondo area geografica è riportata nella tabella seguente (articolo 2427, primo comma, n. 6, C.c.). Crediti per Area Geografica Italia Bangladesh Ecuador India Indonesia Kenya Nepal V / clienti 2.588.653 V /Controllate V/ collegate V/ controllanti V / altri 41.225 10.534 38.087 37.997 12.495 11.787 8.257 Totale 2.629.878 10.534 38.087 37.997 12.495 11.787 8.257 LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE Perù Vietnam Benin Togo Ghana Messico Palestina Paraguay Sudafrica Spagna Portogallo Grecia San Marino Germania Francia Totale 69.244 4.443 1.946 25.400 2.100 14.000 22.865 8.472 1.193 14.610 6.551 18.281 1.859 9.657 1.804 2.641.415 310.045 69.244 4.443 1.946 25.400 2.100 14.000 22.865 8.472 1.193 14.610 6.551 18.281 1.859 9.657 1.804 2.951.460 III. Attività finanziarie Saldo al 31/12/2009 774 Descrizione In imprese controllate In imprese collegate In imprese controllanti Altre partecipazioni Azioni proprie Altri titoli Arrotondamento Saldo al 31/12/2008 258 31/12/2008 Incrementi Variazioni 516 Decrementi 31/12/2009 258 516 774 258 516 774 La partecipazione iscritta nell’attivo circolante tra le attività finanziarie è relativa alla quota di partecipazione in Unionfidi Piemonte Società cooperativa di garanzia collettiva dei fidi, ed è valutata al costo di sottoscrizione. IV. Disponibilità liquide Saldo al 31/12/2009 49.915 Descrizione Depositi bancari e postali Assegni Denaro e altri valori in cassa Arrotondamento Saldo al 31/12/2008 21.064 31/12/2009 47.351 2.564 49.915 Variazioni 28.851 31/12/2008 16.762 4.302 21.064 Il saldo rappresenta le disponibilità liquide e l'esistenza di numerario e di valori alla data di chiusura dell'esercizio. LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE D) Ratei e risconti Saldo al 31/12/2009 11.632 Saldo al 31/12/2008 2.975 Variazioni 8.657 Misurano proventi e oneri la cui competenza è anticipata o posticipata rispetto alla manifestazione numeraria e/o documentale; essi prescindono dalla data di pagamento o riscossione dei relativi proventi e oneri, comuni a due o più esercizi e ripartibili in ragione del tempo. Passività A) Patrimonio netto Saldo al 31/12/2009 452.269 Descrizione Capitale Riserva legale indivisibile Differenza da arrotondamento all'unità di Euro Riserva ordinaria indivisibile Arrotondamento . Utili (perdite) portati a nuovo Utile (perdita) dell'esercizio Saldo al 31/12/2008 397.014 31/12/2008 211.050 35.115 1 100.488 Incrementi 28.950 15.108 50.360 397.014 33.116 110.915 Variazioni 55.255 Decrementi 5.300 31/12/2009 234.700 50.223 1 134.229 50.360 55.660 33.116 452.269 33.741 Nella tabella che segue si dettagliano i movimenti nel patrimonio netto All’inizio dell’esercizio precedente Destinazione del risultato dell’esercizio - attribuzione dividendi - altre destinazioni Altre variazioni Risultato dell’esercizio precedente Alla chiusura dell’esercizio precedente Destinazione del risultato dell’esercizio - attribuzione dividendi - altre destinazioni Altre variazioni Risultato dell’esercizio corrente Alla chiusura dell’esercizio corrente Capitale sociale 225.350 Riserva legale 29.246 Altre Risultato Riserve d’esercizio 87.383 19.562 (19.562) 5.869 13.106 35.115 100.489 15.108 33.741 50.223 134.230 Totale 361.541 (14.300) 211.050 50.360 50.360 (50.360) 397.014 23.650 234.700 33.116 33.116 452.269 Si precisa che una quota del 3% degli utili netti realizzati nell’esercizio 2008 (pari ad euro 1.511) è stata destinato ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione ai sensi dell’articolo 11 punto 4 della Legge 31/01/1992 n. 59 e di quanto previsto dallo Statuto sociale. LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE Il capitale sociale è così composto. Azioni/Quote Azioni ordinarie Azioni strumento finanziario Totale Numero Valore nominale 200 50 2.247 100 Totale 10.000End 224.70 234.700 Le azioni strumento finanziario sono parte del capitale sociale ai sensi di quanto previsto dall’art. 15 lettera a) numero 2) dello statuto sociale. Si sottolinea che, stante la natura di società cooperativa, tutte le riserve presenti nel patrimonio netto sono riserve indivisibili che pertanto non possono essere ripartite fra i soci né durante l’esistenza della società né all’atto del suo scioglimento in conformità al dettato di legge ed alle previsioni statutarie. B) Fondi per rischi e oneri Non esistono, nel presente bilancio, fondi accantonati a fronte di rischi ed oneri. C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato Saldo al 31/12/2009 216.480 Saldo al 31/12/2008 172.652 Variazioni 43.828 La variazione è così costituita. Variazioni 31/12/2008 TFR, movimenti del periodo Incrementi 172.652 Decrementi 56.813 12.985 31/12/2009 216.480 Il fondo accantonato rappresenta l'effettivo debito della società al 31/12/2009 verso i dipendenti in forza a tale data, al netto degli anticipi corrisposti. D) Debiti Saldo al 31/12/2009 4.270.927 Saldo al 31/12/2008 4.521.927 Variazioni (251.000) I debiti sono valutati al loro valore nominale e la scadenza degli stessi è così suddivisa (articolo 2427, primo comma, n. 6, C.c.). Descrizione Obbligazioni Obbligazioni convertibili Debiti verso soci per finanziamenti Debiti verso banche Debiti verso altri Entro 12 mesi Oltre 12 mesi 861.917 1.802.552 Oltre 5 anni Totale 861.917 44.377 1.846.929 LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE finanziatori Acconti Debiti verso fornitori Debiti costituiti da titoli di credito Debiti tributari Debiti verso istituti di previdenza Altri debiti Arrotondamento 1.390.647 1.390.647 41.145 31.994 41.145 31.994 98.296 (1) 4.226.550 98.296 (1) 4.270.927 44.377 Non sono presenti debiti in relazione a operazioni che prevedono l’obbligo di retrocessione a termine. I “Debiti verso soci per finanziamenti” sono disciplinati da apposito regolamento dei prestiti sociali approvato dai soci della cooperativa e rispettano quanto previsto dalle norme di legge e dallo statuto sociale. In particolare il rapporto tra i prestiti soci ed il patrimoni netto è, al 31/12/2009, pari a 1,91. I "Debiti verso fornitori" sono iscritti al netto degli sconti commerciali; gli sconti cassa sono invece rilevati al momento del pagamento. Il valore nominale di tali debiti è stato rettificato, in occasione di resi o abbuoni (rettifiche di fatturazione), nella misura corrispondente all'ammontare definito con la controparte. La voce "Debiti tributari" accoglie solo le passività per imposte certe e determinate. Nella voce debiti tributari sono iscritti debiti per imposta IRES, pari a euro 2.733, debiti per imposta IRAP per euro 433, debiti per ritenute d’acconto IRPEF per euro 24.548, debiti Verso dogane per IVA e dazi differiti per euro 13.431. L’importo dei debiti in valuta al 31/12/2009è pari ad Euro 12.637. Non sussistono debiti assistiti da garanzia reale su beni sociali. La ripartizione dei Debiti al 31/12/2009 secondo area geografica è riportata nella tabella seguente (articolo 2427, primo comma, n. 6, C.c.). Debiti per Area Geografica Italia India Sri Lanka Bangladesh Equador Senegal Indonesia Nepal Austria Germania Totale V / fornitori V /Controllate V / Collegate V/ Controllanti 1.369.178 526 165 70 57 4.444 12.373 139 1.514 2.181 1.390.647 V / Altri 98.296 98.296 Totale 1.467.474 526 165 70 57 4.444 12.373 139 1.514 2.181 1.488.943 E) Ratei e risconti Saldo al 31/12/2009 137.281 Saldo al 31/12/2008 118.847 Variazioni 18.434 LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE Rappresentano le partite di collegamento dell'esercizio conteggiate col criterio della competenza temporale. Conti d'ordine Tra i rischi assunti dall’impresa sono indicate le fidejussioni rilasciate dalla società pari ad euro 6.250. Negli altri conti d’ordine è indicato il valore nominale delle nostre merci presso terzi in conto lavorazione (Euro 187.229), delle nostre merci presso terzi in viaggio (Euro 155.911), delle nostre merci presso terzi in conto vendita (Euro 2.171) e delle fideiussioni ricevute da terzi a garanzia di debiti sociali (Euro 2.689137). Conto economico A) Valore della produzione Saldo al 31/12/2009 5.543.699 Saldo al 31/12/2008 5.550.258 Descrizione Ricavi vendite e prestazioni Variazioni rimanenze prodotti Variazioni lavori in corso su ordinazione Incrementi immobilizzazioni per lavori interni Altri ricavi e proventi Variazioni (6.559) 31/12/2009 5.485.951 31/12/2008 5.479.609 Variazioni 6.342 57.748 5.543.699 70.649 5.550.258 (12.901) (6.559) Nella voce “Altri ricavi e proventi” sono iscritte le quote di competenza dell’esercizio 2009 dei contributi in conto capitale ricevuti dalla società (per euro 15.159) ed i contributi in conto esercizio (per euro 6.500). I ricavi delle vendite e delle prestazioni vengono così ripartiti: 98,20 % circa – ricavi commercio ingrosso e produzione 1,80 % circa – ricavi commercio dettaglio negozio di Bra B) Costi della produzione Saldo al 31/12/2009 5.377.169 Descrizione Saldo al 31/12/2008 5.329.343 31/12/2009 31/12/2008 Variazioni 47.826 Variazioni LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE Materie prime, sussidiarie e merci Servizi Godimento di beni di terzi Salari e stipendi Oneri sociali Trattamento di fine rapporto Trattamento quiescenza e simili Altri costi del personale Ammortamento immobilizzazioni immateriali Ammortamento immobilizzazioni materiali Altre svalutazioni delle immobilizzazioni Svalutazioni crediti attivo circolante Variazione rimanenze materie prime Accantonamento per rischi Altri accantonamenti Oneri diversi di gestione 2.500.380 1.567.274 179.689 733.058 172.198 56.813 2.635.409 (135.029) 1.683.200 (115.926) 184.118 (4.429) 743.036 (9.978) 167.993 4.205 56.172 641 19.400 54.654 25.065 54.234 420 (5.665) 13.300 46.884 13.000 (263.776) 300 310.660 33.519 5.377.169 30.892 5.329.343 2.627 47.826 Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci e Costi per servizi Sono strettamente correlati a quanto esposto nella parte introduttiva della Nota integrativa e all'andamento del punto A (Valore della produzione) del Conto economico. Costi per il personale La voce comprende l'intera spesa per il personale dipendente ivi compresi i miglioramenti di merito, passaggi di categoria, scatti di contingenza, costo delle ferie non godute e accantonamenti di legge e contratti collettivi. Ammortamento delle immobilizzazioni materiali Per quanto concerne gli ammortamenti si specifica che gli stessi sono stati calcolati sulla base della durata utile del cespite e del suo sfruttamento nella fase produttiva sulla base di quanto indicato nei “criteri di valutazione” della presente nota integrativa. Altre svalutazioni delle immobilizzazioni Non sono state effettuate svalutazioni delle immobilizzazioni materiali e/o immateriali. C) Proventi e oneri finanziari Saldo al 31/12/2009 (105.744) Descrizione Da partecipazione Da crediti iscritti nelle immobilizzazioni Da titoli iscritti nelle immobilizzazioni Da titoli iscritti nell'attivo circolante Proventi diversi dai precedenti (Interessi e altri oneri finanziari) Utili (perdite) su cambi Saldo al 31/12/2008 (139.519) 31/12/2009 191 (110.633) 4.698 (105.744) Variazioni 33.775 31/12/2008 1.045 (126.190) (14.374) (139.519) Variazioni (854) 15.557 19.072 33.775 LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE Utile e perdite su cambi Gli utili su cambi non realizzati derivanti dalla valutazione ai sensi dell’art 2426 n. 8 bis c.c. sono pari a euro 2.408; Le perdite su cambi non realizzate derivanti dalla valutazione ai sensi dell’art. 2426 n. 8 bis c.c. sono pari a euro 1.369; Il risultato netto della componente valutativa è pertanto negativo per euro 1.039. Imposte sul reddito d'esercizio Saldo al 31/12/2009 30.399 Imposte Imposte correnti: IRES IRAP Imposte sostitutive Imposte differite (anticipate) IRES IRAP Saldo al 31/12/2008 29.128 Saldo al 31/12/2009 30.399 16.186 14.213 30.399 Variazioni 1.271 Saldo al 31/12/2008 29.128 13.869 2.317 15.259 29.128 Variazioni 1.271 (1.046) 1.271 Sono state iscritte le imposte di competenza dell’esercizio. Ai sensi dell'articolo 2427, primo comma, n. 14 C.c. si evidenzia che nel presente bilancio non sussiste fiscalità differita e/o anticipata. Operazioni di locazione finanziaria (leasing) La società ha in essere n. 4 contratti di locazione finanziaria relativi ad automezzi strumentali per la società. Conformemente alle indicazioni fornite dal documento OIC 1 - I PRINCIPALI EFFETTI DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO SULLA REDAZIONE DEL BILANCIO D'ESERCIZIO , nella tabella seguente sono fornite le informazioni sugli effetti che si sarebbero prodotti sul Patrimonio Netto e sul Conto Economico rilevando le operazioni di locazione finanziaria con il metodo finanziario rispetto al criterio cosiddetto patrimoniale dell'addebito al Conto Economico dei canoni corrisposti. Attività a) Contratti in corso Beni in leasing finanziario alla fine dell'esercizio precedente, al netto degli ammortamenti complessivi pari a Euro 8.575 alla fine dell’esercizio precedente + Beni acquisiti in leasing finanziario nel corso dell'esercizio - Beni in leasing finanziario riscattati nel corso dell'esercizio - Quote di ammortamento di competenza dell'esercizio + / - Rettifiche/riprese di valore su beni in leasing finanziario Beni in leasing finanziario al termine dell’esercizio, al netto degli ammortamenti complessivi pari a Euro 19.560 b) Beni riscattati Maggior valore complessivo dei beni riscattati, determinato secondo la metodologia finanziaria, rispetto al loro valore netto contabile alla fine dell’esercizio c) Passività Debiti impliciti per operazioni di leasing finanziario alla fine dell'esercizio precedente + Debiti impliciti sorti nell'esercizio - Riduzioni per rimborso delle quote capitale - Riduzioni per riscatti nel corso dell’esercizio Debiti impliciti per operazioni di leasing finanziario al termine dell'esercizio d) Effetto complessivo lordo alla fine dell’esercizio (a+b-c) 23.846 22.505 10.985 35.366 23.627 16.672 8.229 32.070 (2.051) LIBEROMONDO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE e) Effetto netto fiscale f) Effetto sul Patrimonio Netto alla fine dell’esercizio (d-e) L'effetto sul Conto Economico può essere così rappresentato Storno di canoni su operazioni di leasing finanziario Rilevazione degli oneri finanziari su operazioni di leasing finanziario Rilevazione di - quote di ammortamento su contratti in essere su beni riscattati - rettifiche/riprese di valore su beni in leasing finanziario Effetto sul risultato prima delle imposte Rilevazione dell’effetto fiscale Effetto sul risultato d'esercizio delle rilevazioni delle operazioni di leasing con il metodo finanziario (645) (1.406) 11.089 1.613 10.985 (1.510) (474) (1.036) Informazioni sugli strumenti finanziari emessi dalla società Gli strumenti finanziari emessi dalla società sono, ai sensi dell’art. 15 n. 2 dello statuto sociale, azioni di valore nominale unitario di 100 euro emessi ed offerti in sottoscrizione ai soci cooperatori e finanziatori. Gli strumenti finanziari emessi dalla società sono, ai sensi dell’art. 15 n. 2 dello statuto sociale, azioni di valore nominale unitario di 100 euro emessi ed offerti in sottoscrizione ai soci cooperatori e finanziatori. Alla data del 31/12/2009 le azioni “strumento finanziario” sono 2.247 per un ammontare complessivo di euro 224.700. Tali strumenti costituiscono parte integrante del patrimonio sociale . Informazioni relative alle operazioni realizzate con parti correlate La società non ha posto in essere operazioni con parti correlate. Informazioni relative agli accordi non risultanti dallo stato patrimoniale La società non ha in essere accordi non risultanti dallo Stato Patrimoniale. Proposta di destinazione del risultato d’esercizio Si propone all’assemblea dei soci di destinare l’utile di bilancio al netto delle imposte, pari ad euro 33.116, come segue: • A Riserva legale indivisibile (30%) 9.935 • Ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione (3%) 993 • A Riserva straordinaria indivisibile 22.188 Il presente bilancio, composto da Stato patrimoniale, Conto economico e Nota integrativa, rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria nonché il risultato economico dell'esercizio e corrisponde alle risultanze delle scritture contabili. Il Presidente del Consiglio di amministrazione GIORDANA EMANUELE LIBEROMONDO SOCIETA’ COOPERATIVA SOCIALE Sede in VIA VITTORIO EMANUELE 282- 12042 BRA (CN) Reg. Imprese 02575550047 Capitale sociale Euro 234.700,00 i.v. Relazione del Collegio Sindacale al Bilancio chiuso al 31.12.2009 Il progetto di Bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2009, che il Consiglio di Amministrazione sottopone alla Vostra approvazione, è stato redatto secondo le disposizioni di legge ed è costituito dallo Stato Patrimoniale, dal Conto Economico e dalla Nota Integrativa. Tale complesso di documenti è stato messo a disposizione del Collegio Sindacale nel rispetto del temine imposto dall’art. 2429 C.C.. I sindaci preliminarmente informano: - che la funzione di controllo contabile ex. art. 2409 bis c.c. è loro attribuita ai sensi dell’art. 32 del vigente statuto, adeguato alle nuove norme del diritto societario in vigore dal 2004 in data 11 dicembre 2004; - che tutti i membri effettivi del Collegio Sindacale – ai sensi dell’art. 2409 bis, co. 3° c.c. – sono iscritti nel Registro dei Revisori istituito presso il Ministero della Giustizia; -che gli esiti della duplice funzione di controllo attribuita ai Sindaci sono formalizzati in un unico documento accompagnatorio al progetto di bilancio al 31 dicembre 2009, chiaramente suddiviso per tipologia di relazione richiesta dalla normativa e con la disponibilità di chiarire ogni aspetto che sarà ritenuto opportuno in sede di assemblea; -che tutte le deliberazioni dai Sindaci sono state assunte collegialmente e all’unanimità. Informativa specificatamente richiesta dalla legge per le società cooperative Ai sensi dell’art.2454 del codice civile e dell’articolo 2 ella legge 31 gennaio 1992 n. 59 si attesta che gli amministratori in sede di nota integrativa hanno relazionato indicando specificatamente i criteri seguiti per la gestione sociale e per il conseguimento dello scopo mutualistico e che le informazioni da essi forniti risultano veritiere. Ai sensi dell’art. 2513 del Codice Civile si rammenta che la cooperativa è costituita ed operante nel rispetto della legge 8 novembre 1991 n. 381 ed in quanto Cooperativa sociale risulta a Mutualità prevalente. Relazione di giudizio sul bilancio di esercizio art. 2409-ter, primo comma, lettera c) del Codice Civile I Sindaci danno atto: 1. di aver svolto il controllo contabile del bilancio d’esercizio chiuso al 31.12.2009, esercizio coincidente con l’anno solare e non interrotto da alcun evento di natura straordinaria precisando che la responsabilità della relazione del bilancio compete all’organo amministrativo della Società, mentre al Collegio Sindacale spetta la responsabilità del giudizio tecnico-professionale basato sul controllo contabile; 2. che l’esame è stato condotto secondo i principi statuiti per la revisione contabile. In conformità a detti principi, la revisione è stata pianificata e svolta al fine di accertare se il bilancio d’esercizio sia viziato da errori significativi e se risulti, nel suo complesso,accettabile. Il procedimento di controllo comprende l’esame, sulla base di verifiche a campione, degli elementi probativi a supporto dei saldi e delle informazioni contenuti nel bilancio, nonché la valutazione dell’adeguatezza e della correttezza dei criteri contabili utilizzati e della ragionevolezza delle stime effettuate dagli amministratori. Riteniamo che il lavoro svolto fornisca una ragionevole base per l’espressione del nostro giudizio professionale. 3. che per la redazione del bilancio, che risulta conforme alle risultanze contabili della società, sono state seguite le norme, di cui agli artt. 2423 C.C. e segg., introdotte con decreto legislativo 9 aprile 1991, n. 127. In particolare si rileva che: - sono state rispettate le strutture previste dal Codice Civile per lo Stato Patrimoniale e per il Conto Economico, rispettivamente all’art. 2435 bis, esponendo in maniera comparativa i dati dell’esercizio precedente; - nella redazione del bilancio gli amministratori non hanno derogato alle norme di legge, ai sensi dell’art. 2423 C.C.; - sono stati rispettati i principi di redazione previsti dall’art. 2423-bis del codice civile; - quanto ai criteri di valutazione e/o alla classificazione delle poste di bilancio utilizzati, essi non sono stati modificati rispetto al precedente esercizio. 4. che per quanto riguarda le voci del Conto Economico, il controllo a campione eseguito ne accerta una sostanziale corretta imputazione dei costi e dei ricavi nonché una loro corretta classificazione. In conclusione, a nostro giudizio, il sopramenzionato bilancio nel suo complesso è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico della società. Relazione sui risultati dell’esercizio e sull’attività svolta dal Collegio Sindacale art. 2429 del Codice Civile Nel corso dell’esercizio chiuso 31.12.2009, come previsto dall’art. 2403 del C.C., la nostra attività è stata ispirata alle norme di comportamento del Collegio Sindacale raccomandante dai Consigli Nazionali dei Dottori Commercialisti e Ragionieri. 1. In particolare: - abbiamo vigilato sull’osservazione della legge e dell’atto costitutivo e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione - abbiamo partecipato alle riunioni del Consiglio di Amministrazione e diamo atto di aver ottenuto dagli amministratori informazioni sul generale andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione, e possiamo ragionevolmente assicurare che le azioni poste in essere sono conformi alla legge e allo statuto sociale e non sono manifestamente imprudenti, in potenziale conflitto di interesse o in contrasto del patrimonio sociale - abbiamo valutato e vigilato – per quanto di nostra competenza – sull’adeguatezza del sistema amministrativo e contabile nonché sull’affidabilità di quest’ultimo a rappresentare correttamente i fatti di gestione, e a tale riguardo non abbiamo osservazioni che debbano essere evidenziate nella presente relazione 2. Nel corso dell’esercizio non sono pervenute al Collegio Sindacale denuncie ai sensi dell’articolo 2408 Codice Civile e non sono emersi fatti censurabili da richiedere la segnalazione e/o la menzione nella presente relazione. 3. Il Collegio Sindacale, nel corso dell’esercizio, non ha rilasciato pareri ai sensi di legge. 4. Per l’attestazione che il bilancio di esercizio al 31.12.2009 rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico della Vostra società ai sensi dell’articolo 2409-ter, terzo comma del Codice Civile rimandiamo alla prima parte della nostra relazione. 5. Lo stato patrimoniale ed il conto economico evidenziano un utile di € 33.116,00 e si riassumono nei seguenti valori: Stato Patrimoniale A) Crediti verso i soci per i versamenti B) Immobilizzazioni 0 216.815 C) Attivo Circolante D) Ratei e risconti attivi Totale attivo A) Patrimonio netto B) Fondo rischi ed oneri C) Trattamento di fine rapporto D) Debiti E) Ratei e risconti passivi Totale passivo Conto Economico A) Valore della produzione B) Costi della produzione SALDO C) Proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di valore di attività finanziarie SALDO E) Proventi ed oneri straordinari Risultato prima delle imposte Imposte sul reddito Utile d’esercizio 4.848.510 11.632 5.076.957 452.269 0 216.480 4.270.927 137.281 5.076.957 5.543.699 5.377.169 166.350 (105.744) 0 60.786 2.729 63.515 30.399 33.316 6. In considerazione di quanto sopra esposto, non avendo osservazioni da formulare, il Collegio Sindacale non rileva motivi ostativi all’approvazione del bilancio di esercizio al 31.12.2009, né ha obiezioni da formulare in merito alla proposta formulata dal Consiglio di Amministrazione per la destinazione dell’utile d’esercizio. Con osservanza. Bra, 10 aprile 2010 Il Collegio Sindacale "Johnny penso' che un partigiano sarebbe stato come lui, ritto sull'ultima collina, guardando la citta' la sera della sua morte. Ecco l'importante: che ne rimanesse sempre uno". Beppe Fenoglio SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE Via Vittorio Emanuele, 282 12042 Bra (Cuneo) Tel. 0172.499169-Fax 0172.499074 www.liberomondo.org • [email protected]