Scarica il programm di sala - Teatro Comunale di ferrara
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neo”, per avventurarsi in territori inesplorati, che oltrepassano il galateo delle forme predefinite e pure quello delle contaminazioni, in cerca di propria generativa urgenza di espressione. Ironia, nostalgia, contaminazione, scomposizione, romanticismo, ballettismo, oggettualità, acrobatismo, narcisismo sono gli abiti che rivestono di volta in volta una rievocazione del dolore umano e dell’esaltazione del corpo nel virtuosismo indossato anche per nasconderne difetti e incrinature. Un sogno a occhi aperti su una favola raccontata da ragazzi di oggi, cresciuti, smagati, e però ancora desiderosi di mettere in moto il respiro, sempre più affannato, della fantasia e del desiderio. Con una commovente scena Woodstock anni ’60 o Parco Lambro anni ’70, con tutti i ballerini nudi, puri, a mangiare popcorn da un gran telo, bianco come il tutù di Maria Taglioni. Nelle luci cangianti, reali, appena crepuscolari, immaginose di Fabio Sajiz. TEATRO COMUNALE CLAUDIO ABBADO FERRARA DANZA CONTEMPORANEA 2016 fo to Giu sepp foto Viola Berlanda e Distefano aerobico modellato sui video di Jane Fonda, con costumi argentati, lunari, sempre nel bianco di una scena che vuole ripetere l’effetto abbacinante del volteggiare dei tutù. Il fantasy si connette con lo smontaggio ironico dei canovacci dei balletti, della storia di Adolphe Nourrit, come gli slanci verso l’alto lottano con la disarticolazione della postura eretta o si immobilizzano in tableaux che sembra vogliano fermare un tempo ibrido tra il passato, l’oggi, il futuro. I ballerini sono acconciati in modi che ricordano l’universo figurativo di Conan il barbaro o di qualche Trono di spade, di qualche baraccone di freaks, di qualche deserto metropolitano riciclato dalla fantasia, tra donne valigia, spiriti volanti, baci avviluppati, esibizioni muscolari e passaggi sulle punte. È un lavoro rutilante, sostenuto dalla musica mobilissima di Francesco Antonioni, che si accende in lancinanti assoli di violino di Marlène Prodigo e in incalzanti interventi delle percussioni di Flavio Tanzi, in dialogo con la memoria elettronica di Chopin. La cifra è quella alla quale ci ha abituato CollettivO CineticO, con una maggiore maturità se possibile, una riflessione sulle forme della tradizione per disegnare un corpo mutante, superando gli stessi stereotipi del genere “contempora- PER APPROFONDIRE Al termine dello spettacolo, Sala Teatrale INCONTRO CON LA COMPAGNIA a cura di Massimo Marino sabato 10 dicembre, ore 21 Il prossimo spettacolo martedì 13 dicembre, ore 21 CIVICA SCUOLA DI TEATRO PAOLO GRASSI UCCIDIAMO IL CHIARO DI LUNA 1997/2015 CON IL SOSTEGNO DI COMUNE DI FERRARA, REGIONE EMILIA ROMAGNA MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI WWW.TEATROCOMUNALEFERRARA.IT COLLETTIVO CINETICO SYLPHIDARIUM Italia / compagnia residente MARIA TAGLIONI ON THE GROUND foto Camilla Caselli DANZA CONTEMPORANEA 2016 COLLETTIVO CINETICO SYLPHIDARIUM Italia / compagnia residente MARIA TAGLIONI ON THE GROUND concept, regia e coreografia Francesca Pennini musiche originali Francesco Antonioni violino Marlène Prodigo percussioni Flavio Tanzi disegno luci e tecnica Fabio Sajiz azione e creazione Simone Arganini, Margherita Elliot, Carolina Fanti, Carmine Parise, Angelo Pedroni, Francesca Pennini, Stefano Sardi, Vilma Trevisan durata 80 minuti circa co-produzione CollettivO CineticO, Théâtre de Liège, Torinodanza Festival, Festival MITO, CANGO Cantieri Goldonetta Firenze; in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, L’Arboreto - Teatro Dimora di Mondaino con il contributo di: ResiDance XL - luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche, Azione della Rete Anticorpi XL - Network Giovane Danza D’autore coordinata da L’Arboreto - Teatro Dimora di Mondaino fo t SYLPHIDARIUM DI COLLETTIVO CINETICO. IL BALLETTO, IL CONTEMPORANEO E OLTRE. di Massimo Marino o C oll ett inetico ivo C In un limbo bianco. Come una sfilata di moda. Come un balletto classico, come una storia fantastica (un fantasy), un manga, tra sonorità elettroniche, percussioni, variazioni sulla struggente, volatile musica romantica di Chopin. Romanticismo oltre il contemporaneo e i suoi concettualismi, raffreddato e reso incandescente insieme da un’aria di lacerante e distante citazione, dedica e ossimoro, viaggio nel corpo che si esibisce fino alla nuditàestrema più asettica e ascetica, si fa portatore di abiti meravigliosi per nascondersi, per celebrare le proprie potenze e le proprie oscurità esaltandosi e proiettandosi in un orizzonte mitologico. Dedica a quell’antenato della danza contemporanea che è il balletto, con tutte le sue implicazioni formali e formalistiche, il balletto romantico, con tutte le sue fantasticherie, il suo mondo di spiriti, elfi, silfidi, e l’amore impossibile e la morte sempre in agguato, con inserti di acrobatica, di ginnastica, di danza contemporanea naturalmente, secondo l’asse verticale, lo slancio sulle punte verso il cielo, il tableau acrobatico, l’evoluzione a terra del movimento di oggi. Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO CineticO rievoca quel balletto che fu all’origine della danza romantica, La Sylphide di Maria Taglioni del 1832, atto di affermazione del ballo sulle punte e del tutù, citando anche Les Sylphides, rievocazione delle sue lunari fumisterie coreografata da Michel Fokine per i Balletti Russi di Djagilev nel 1909. La compagnia diretta da Francesca Pennini, che firma regia e coreografia, per questo spettacolo che ha debuttato al festival Torinodanza in settembre, è rinforzata da molti giovani danzatori, per lo più provenienti dai percorsi pedagogici con adolescenti svolti negli ultimi anni con il fenomenale <age>. Pennini continua il discorso sulle origini della danza contemporanea che aveva avviato in modo autobiografico con 10 Miniballetti, dove metteva in scena, reinventate, le coreografie che immaginava da bambina e appuntava su un quaderno. Come molti altri artisti che vanno attraversando il corpo e il movimento in ogni direzione, per esempio il recente Alain Platel in gara con la musica di Gustav Mahler del fenomenale Nicht Schlafen o Simona Bertozzi sulle tracce di Le creature di Prometeo di Salvatore Viganò, la coreografa ferrarese riapre i conti con il balletto classico, rigettato e rimosso varie volte nel corso del Novecento. Ne intinge però le storie fantastiche, aeree, sognanti, intrise di slanci verso l’amore e di naufragi che portano alla morte, di salti e cadute, nell’immaginario contemporaneo. Tutto inizia come una sfilata di moda di giovani scozzesi, di fanciulle da marito, di elfi, di silfidi innamorate improvvisamente di un essere umano, per loro inarrivabile, di streghe e altri soggetti magici che avveleneranno la silfide, portandola a straziata morte. I componenti di questo popolo di varia natura vengono definiti come “esemplari”, seguendo quella rubricazione quasi scientifica, entomologica, che in <age> classificava gli adolescenti secondo loro temporanee o profonde inclinazioni. È una matematica nerd, che si giustappone e confligge spesso, nei lavori di CollettivOCineticO, con la mania dell’invenzione, la possessione che all’improvviso scompiglia gli ordini e fa deragliare verso paesaggi abissali, verso scatti onirici smarginanti, verso invenzioni corporee liquide che aprono la porta misteriosa dell’avventura, mentale, sentimentale, visionaria. Il balletto classico è ibridato e trasformato con ginnastica, acrobatica, culturismo e con un finale