Rassegna Stampa

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Sabato 17 marzo 2012
Rassegna Stampa realizzata da SIFA Srl
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Rassegna del 17 marzo 2012
ASL BRESCIA
Il Giornale Di Brescia
26
GUSSAGO. IL RICHIEDEI PUNTA SUI PRIVATI
Bresciaoggi
24
Bresciaoggi
Anna Della Moretta
3
ESINE , LA DIALISI HA CAMBIATO VOLTO
Luciano Ranzanici
6
24
CHIRURGIA, ORA SI PARTE CON LUCIO TAGLIETTI
L.ran.
7
Il Giornale Di Brescia
31
DESENZANO RSA, 9 POSTI IN PIÙ DESTINATI AI RICOVERO TEMPORANEI
Il Giornale Di Brescia
35
ESINE NOVITÀ TRA DIALISI E CHIRURGIA
Il Giornale Di Brescia
35
AREU, NUEMRI E RIFLESSIONI PER UN SERVIZIO NEL MIRINO
11
Il Giornale Di Brescia
18
INQUINAMENTO, NUOVA MORIA DI PESCI E UCCELLI
12
Il Giornale Di Brescia
19
VOLONTARI DEL 118: POSTAZIONI "STORICHE" NESSUNA, GARANZIA
A.d.m.
13
Il Giornale Di Brescia
22
LA PREVENZIONE SI FA GIOVANE
Franco Armocida
16
Bresciaoggi
8
CROCE BIANCA, SCREENING PER CINQUANTA MILITESSE
L.c.
18
Bresciaoggi
8
L'AREU SPIEGA, MA NON "CONVINCE" BRESCIA
Lisa Cesco
19
Bresciaoggi
21
L'ADMO IN PIAZZA RACCOGLIE FONDI E CERCA DONATORI
Panorama Sanita
7, 8
VACCINI PER TUTTI, DA ZERO A CENT'ANNI
SANITÀ LOMBARDIA
8
Giuliana Mossoni
9
21
LEGISLAZ. & POLITICA SANITARIA
22
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Verranno aggiunti 47 posti letto a pagamento in diverse specialità per puntare
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«Vicini al pareggio
se ci avessero
pagato 700mila
euro «extra»
in Riabilitazione
e le tariffe
specialistiche»
PERONI
«Dal 2009 ad oggi
una gestione
nel segno
della trasparenza,
del coinvolgimento
e della
competenza»
GUSSAGO Una perdita di 1,3 milioni
di euro. A tanto ammonta la chiusura
di esercizio 2011 della Fondazione Richiedei, «un livello identico, per il
2011, a quello previsto dal Piano
2010-2015». Una perdita che lascia un
po' di amaro in bocca agli amministratori della Fondazione che, da quando
si sono insediati nel 2009 - presidente
Fausto Gardoni - hanno speso «energie e passione insieme al personale e
con il sostegno dei sindacati» per salvare una delle
istituzioni più importanti
della nostra provincia. E
che, ora, puntano sull'utenza privata per cercare di recuperare le risorse
necessarie a mantenere
alto il livello della Fondazione, «mortificata» da
un debito pregresso che
pesa come un macigno.
La realtà è cresciuta nel
tempo, arricchendo il
pur importante patrimonio della Residenza sanitaria assistenziale con una serie di offerte e di convenzioni che l'hanno trasformata in
un polo di riferimento per molti Comuni della nostra provincia. Per questo, accanto alla soddisfazione per insultati raggiunti, resta anche un po' di
amarezza. Che ieri, durante la riunione del Consiglio di amministrazione,
è stata esplicitata ai componenti della
Commissione sanità e assistenza della Regione invitati alla seduta. Erano
presenti la presidente Margherita Peroni, il segretario dell'Ufficio di presidenza Gianantonio Girelli e il componente Pierluigi Toscani. La stessa Peroni ha riconosciuto al Consiglio di
amministrazione «trasparenza, coinvolgimento e competenza», garantendo un concreto sostegno regionale.
«Se le autorità sanitarie ci avessero
concesso la storicizzazione della sovraproduzione della riabilitazione di
Gussago e il riconoscimento delle tariffe specialistiche per l'alcologia di Palazzolo, saremmo vicini al pareggio di bilancio» ha detto
il presidente Gardoni. Negli
scorsi mesi di novembre e
dicembre la Fondazione ha
dovuto chiudere 36 posti letto di Riabilitazione per sovraproduzione non retribuita, in quando il budget assegnato dall'Asl, che si basava
su un'occupazione dei posti pari al 75%, risulta inadeguato aitasse attuale del 98%, «sollecitato da una consistente lista d'attesa
di pazienti». Uno «scherzetto» che alla Fondazione è costato circa 700mila
euro.
Gli sforzi di risanamento del bilancio
sono stati ieri riconosciuti anche dai
rappresentanti sindacali presenti al
termine della riunione del Cda (Zorzi
ASL BRESCIA
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per la Cisl, Ronchi per la Cgil, Barbagiovanni per la Uil e Falsetti per
l'Umi).
Sforzi non da poco, se si considera
che nel 2009 l'indebitamento complessivo della Fondazione era pari a
34,6 milioni di euro. La ristrutturazione del debito con un pool di banche
ha permesso un'iniezione di fiducia,
ma la strada rimane in salita. Ma la
struttura non si può più toccare. Ed
anche il personale sta contribuendo,
con dilazioni e modifiche di contratti,
a saldare il debito.
Il presidente Gardoni è stato chiaro: «Dopo i molteplici e significativi interventi
sulle spese, sugli acquisti,
sulla gestione delle Unità
operative realizzati negli ultimi due anni per un ammontare, rispetto al 2009,
di circa due milioni di euro,
non abbiamo più margini
di intervento. La nostra
struttura fissa non può più
essere compressa e l'equilibrio del nostro bilancio non
può che venire da attività aggiuntive e da un miglioramento percentuale dei margini, mantenendo invariato l'attuale livello dei costi fissi di
struttura. Stiamo affrontando un
enorme piano di investimenti, necessario per rispettare gli standard sanitari e per essere competitivi. A ciò, però,
non corrisponde un pari sviluppo del
livello di fatturato che, di per sé, sarebbe possibile e disponibile, solo se le
Autorità sanitarie ci autorizzassero e
contrattualizzassero i posti letto aggiuntivi promessi e anche le tariffe
specialistiche per l'alcologia, altra promessa non ancora mantenuta. Dobbiamo percorrere anche altre strade,
come l'apertura di nuovi servizi quali
posti di degenza per le persone dipendenti dal gioco, ma anche mettere a
disposizione la nostra tecnologia per
altre realtà a noi vicine. Del resto, se
non riusciamo a chiudere il cerchio,
significa che abbiamo lavorato invano e sarebbe un grosso
peccato».
Il lavoro e i servizi devono
produrre fatturato. La situazione lo richiede. Non
ci sono alternative se si
vuole continuare a percorrere la strada tracciata
nel 2009, anche se in salita. «Abbiamo dunque deciso di introdurre a pagamento quattro posti letto
nell'Hospice e quindici alloggi protetti a Gussago
oltre a quattro posti letto
di Riabilitazione di Palazzolo - ha spiegato il presidente -. Sempre a Gussago, trasformeremo in letti a pagamento undici letti di riabilitazione in modo da evitare la sovraproduzione non
retribuita che lo scorso anno ci è costata 700mila euro. Anche nella Rsa ci sarà una disponibilità di 13 posti a pagamento. In totale, saranno 47 i posti a
pagamento che aumenteranno del
18% la disponibilità complessiva».
ASL BRESCIA
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La struttura
• Alcune immagini della
Fondazione Richiede! di
Gussago. A destra, il
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Fondazione, Fausto
Gardoni e Margherita
Peroni, presidente della
Commissione Sanità e
Assistenza della Regione
Lombardia.
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ASL BRESCIA
Pag. 5
SANITÀCAMUNA/1. Un investimento da 100 mila euro ha consentito la ristrutturazione del reparto ospedaliero. 65 i pazienti seguiti in valle
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4.S T n i Q Q i n n i
Nei giorni scorsi si è parlato ripetutamente della situazione
e dei timori per il futuro dell'ospedale di Edolo. E quasi a
rianimare una sorta di vecchia «rivalità», ieri è toccato a
Esine occupare la scena; con
un incontro nel quale si è parlato della ristrutturazione (attuata) del centro Dialisi, dell'operatività del nuovo primario di Chirurgia e del servizio
svolto dall'auto medica.
Partiamo da quest'ultimo tema riportando l'intervento di
Claudio Mare, direttore dell'Aat (l'Articolazione aziendale territoriale) del «118» dell'Areu, l'Azienda regionale
emergenza urgenza. Facendo
un primissimo bilancio dell'automedica, con base logistica nelle sede distrettuale dell'Asl camuno-sebina (che l'ha
attivata lo scorso primo febbraio) di Cedegolo, Mare ha ricordato che «lo scopo prioritario di questo servizio è portare
l'ospedale sul territorio con attrezzature e professionalità,
con la presenza di un medico
che nell'emergenza sa affrontare certe situazioni. Sono sette i sanitari impegnati a turno
12 ore al giorno (dalle 8 alle
20) ed è nostro intento esten-
zio dell'anno: 38 in totale, 35
dei quali con partenza da Brescia e 3 da Bergamo. Qualche
novità? Il direttore sanitario
Fabio Besozzi Valentini ha informato che è in fase di definizione l'iter d'autorizzazione ai
voli notturni per le eliambulanze.
E il centro Dialisi di Esine?
Ne ha parlato la responsabile
Annunciata Manganoni ricordando che è stato sistemato e
modernizzato con un investimento di 100 mila euro (80 mila derivanti da donazioni e 20
mila da fondi propri).
«I posti tecnici nel centro di
assistenza limitata di Edolo sono 6, e altrettanti sono attivi a
Darfo e 14 nel nosocomio di
Esine. In totale, i pazienti in
trattamento emodialitico nei
tre centri sono 65, seguiti da 4
medici e 19 infermieri, oltre a
5 ausiliari e a un tecnico. Riceviamo anche persone provenienti da zone esterne alla Val camonica - ha aggiunto Manganoni -, e nel periodo estivo
ospitiamo dializzati di altre
3", e quello di arrivo sul posto Asl. E nelle nostre strutture per la medicalizzazione di 15' e ha concluso il medico - svolgia33". Le uscite con l'infermiere mo anche attività ambulatosono state 41 (il 91,1%) e 4 quel- riale e di pronto soccorso, conle senza.
trolli ecodoppler e degli accesPer finire la presentazione si vascolari».»
dei numeri degli interventi
con l'elicottero in valle dall'ini-
dere entro l'estate quest'assistenza alle 24 ore. Comunque
ci sono ancora evidenti margini di miglioramento».
Mare ha poi presentato, commentandoli, i primi risultati
del servizio: «La partenza è
stata soddisfacente, il personale impegnato appare soddisfatto, anche grazie al supporto
dei volontari che sono al volante: ciò ci serve da stimolo per
preparare adeguatamente gli
infermieri attivando l'automedica con la loro presenza a bordo dopo un tirocinio».
Lo scorso mese il mezzo di
soccorso avanzato è stato utilizzato 45 volte sul territorio
(per 4 volte a testa a Malonno,
Cedegolo e al Tonale), 29 per
interventi di carattere medico
(il 64,4%) e 16 per motivi traumatici (35,6%). Le situazioni
di codice rosso sono state 32,
pari al 71,1% (il medico lo ha
riscontrato e indicato sul posto), 12 le missioni in codice
giallo (26,7%) e una in codice
verde. Il tempo di attivazione
medio è stato di un minuto e
© RiPRODUZIONE RISERVATA
SANITÀ LOMBARDIA
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Il nuovo direttore di Chirurgia
generale dell'ospedale di Esine
ha preso possesso del reparto
appena un mese e mezzo fa, e
in questo breve periodo i
segnali raccolti sarebbero già
positivi. Lo ha affermato lui
stesso ieri, nella sala
conferenze dell'ospedale, con
la spalla del direttore generale
Renato Pedrini e di quello
sanitario, Fabio Besozzi
Valentin!, presentandosi
ufficialmente alla stampa.
E Pedrini ha esordito
definendo «importante» la
giornata, perchè «finalmente si
volta pagina dopo gli anni bui,
contrassegnati da polemiche,
denunce e attese di giudizi
legali che hanno fatto male al
reparto svuotandolo di
pazienti».
Poi è toccato a Lucio Taglietti,
48 anni, nato a Brescia e
laureatosi a Pavia nel 1989 e
proveniente dall'Azienda
ospedaliera «Mellini» di Chiari:
«Dobbiamo riportare il reparto
di Esine ai livelli che gli
competono poiché qui esistono
grandi potenzialità dal punto di
vista chirurgico. Ho riscontrato
grande voglia di collaborare
negli operatori e mi sento
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Esine: il primario Lucio Taglietti
d'affermare che l'aumento
dell'attività ha determinato i primi
risultati positivi. In ospedale nel
settore di mia competenza ci sono
professionalità, serietà e
disponibilità massima al lavoro: e
sono queste le caratteristiche
delle scuole di chirurgia».
Il nuovo primario ha poi parlato
dei due «pilastri» specifici, la
chirurgia oncologica e vascolare,
quest'ultima una novità per Esine;
ma anche della necessità di
riprendere credibilità nei
confronti dei medici di base e della
volontà di far tornare icamuni
nell'ospedale di Esine, «che è un
ospedale a chilometri zero: è
assurdo che si viaggi mentre qui si
è perfettamente attrezzati
avendo risolto anche i problemi
logistici e organizzativi», «LRAN.
SANITÀ LOMBARDIA
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Pag. 7
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DESENZANO Potenzia i servizi la Fondazione Sant'Angela Merici onlus che
gestisce la struttura della residenza sanitaria assistenziale per anziani. L'apertura afineanno della nuova sede del reparto Alzheimer ha consentito di liberare
ampi spazi nella sede storica della Casa
di riposo. Sono stati in parte utilizzati
per razionalizzare le stanze di degenza
tutte riportate a due letti e in parte per
ricavare nove posti letto cosiddetti di
«sollievo».
«Abbiamo scelto di privilegiare questa
destinazione in forza delle richieste che
arrivano dal territorio - spiega la presi-
dente Emilia Bresciani Carretta -. I posti
fruibili da lunedì 19 marzo sono in tutto
nove».
I nove letti sono destinati solo a ricoveri
temporanei, cioè per una durata massima di tre mesi. Possono accedervi, facendo qualche esempio, persone anziane
che escono da situazioni di ricovero
ospedaliero e necessitano di particolari
attenzioni, familiari che chiedono ricovero per avere un po' di sollievo da situazioni complesse e così di seguito.
Per fruire del servizio è necessario fare
domanda in amministrazione giustificando la richiesta.
SANITÀ LOMBARDIA
Pag. 8
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r resentati ieri rnaitina u nuovo primario eli uno dei settori più delicati
dell'ospedale camuno e, contemporaneamente, i lavori di riqualificazione del reparto
ESINE Da una parte recupera. Dall'altra potenzia. Da un
angolo ricerca nuova credibilità e da quello opposto offre
stabilità. Due reparti, due storie diverse, altrettanti cammini da percorrere.
Sono stati presentati insieme, ieri mattina all'ospedale
di Esine, il nuovo primario di
chirurgia - che ha sulle spalle
il fardello di far dimenticare
le turbolenze del passato - e il
rinnovato Reparto di dialisi,
che con un investimento di oltre lOOmila euro è tornato come nuovo. Uno non compensa l'altro, perché le eccellenze di un settore non si trasferiscono per osmosi al vicino,
ma servono per mostrare che
anche in Valcamonica ci sono comparti sanitari che funzionano e funzionano bene,
sono all'avanguardia e attenti ai bisogni delle persone.
È uscito allo scoperto solo ieri, benché operi (in tutti i sensi) nel nosocomio camuno da
circa un paio di mesi, il dottor
Lucio Taglietti, chiamato a
riorganizzare e a ridare struttura a un reparto - quello di
chirurgia - fondamentale per
il buon nome di un presidio
sanitario.
La selezione portata avanti
dall'Asl nei mesi scorsi ha permesso di scegliere il chirurgo
che, negli ultimi nove anni,
ha operato al Mellini di Chiari. Taglietti eredita una situazione scomoda, con denunce, litigi, tensioni fuori e dentro l'ambiente di lavoro. Ma
sembra intenzionato a cancellare tutto con «competenza, professionalità, lavoro e
serietà». Secondo il neo dirigete, la chirurgia di Esine e
quella di Chiari sono molto simili, quindi parte un po' avvantaggiato. La nuova vita
del reparto poggerà su due pilastri: la chirurgia oncologica
e quella vascolare, una novità
per l'ospedale camuno, che
partirà ad aprile grazie proprio alla specializzazione di
Taglietti.
«Dobbiamo rapidamente riprendere la popolarità nella
gente e nei medici di medicina legale - afferma -. Li ho già
incontrati a gruppi con il mio
staffe nei prossimi mesi ci sarà un incontro generale con
tutti, utile a stabilire un rapporto diretto. Si deve tornare
a rivolgersi a Esine con fidu-
cia, perché è un ospedale a
chilometri zero. L'obiettivo conclude Taglietti - è recuperare il tempo perso e portare
il reparto di chirurgia a livelli
adeguati». Incassando con orgoglio queste prime basi di rinata collaborazione, il direttore generale Renato Pedrini
ha aperto le porte del rimodernato Servizio di nefrologia e dialisi, guidato dalla dottoressa Annunciata Manganoni.
Insieme ai due centri di assistenza limitata di Edolo e Darfo, il reparto esinese segue stabilmente 65 pazienti in trattamento emodinamico (arrivano a oltre 80 nei mesi turistici). Oltre all'acquisto di moderne apparecchiature e nuovi letti, il settore da aprile sarà
potenziato grazie all'ingresso
di una nuova figura professionale: un nutrizionista specializzato, che si occuperà dei
pazienti con insufficienza renale cronica.
In tutto, il reparto dispone di
quattro medici, una caposala, 19 infermiere, 5 ausiliarie,
un amministrativo e un tecnico di dialisi.
Giuliana MossonI
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SANITÀ LOMBARDIA
Pag. 9
Novità in corsia
• Un'immagine del
rinnovato reparto di dialisi
e, nella foto sotto, Lucio
Taglietti, nuovo primario
di chirurgia. A destra una
panoramica dall'alto
dell'Ospedale di Esine
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SANITÀ LOMBARDIA
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Pag. 10
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VALCAMON1CA Dici Areu e
subito si drizzano le antenne.
Negli ultimi mesi, la riorganizzazione dell'Azienda regionale emergenza urgenza ha
messo in subbuglio interi territori, associazioni, amministratori pubblici e presidi sanitari. Eppure - stando ai dati
presentati ieri dalla direzione
dell'Asl camuna e dal direttore di Areu Brescia Claudio Mare - parrebbe che i primi 45
giorni di servizio In Valcamonica siano andati proprio bene. La nuova auto-medica di
Vallecamonica, di stanza a
Cedegolo dall'I febbraio per
dodici ore al giorno (dalle 8 alle 20), ha compiuto 45 missioni, per la maggior parte per
motivi medici (il 65%, il resto
traumatici. Il codice riscontrato dall'equipe di bordo è
stato, nel 71% dei casi, di codi-
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ce rosso, il 26 di giallo e un solo caso di verde. Dall'intervista a chi richiede aluto telefonico alla partenza dell'automedica sono passati in media un minuto e tre secondi,
mentre il tempo di arrivo sul
posto è, sempre per media, di
15 minuti e 33". Da inizio anno, poi, ci sono stati 38 operazioni con elicottero, 35 da Brescia e 3 da Bergamo, con sei
interventi secondari da Esine
e 3 da Edolo.
«Il nostro obiettivo è portare
l'ospedale sul territorio - ha
spiegato Mare -, non solo come attrezzature ma anche come professionalità. In auto
c'è un medico d'emergenza,
che ben si integra con il personale volontario che guida il
mezzo».
Due I traguardi per il breve pe-
SANITÀ LOMBARDIA
riodo: dopo l'estate estendere il servizio alle 24 ore ed entro tre mesi avviare il volo notturno In elicottero, utilizzabile solo per i trasferimenti
(non per i soccorsi). Per quanto riguarda la questione dell'infermiere, l'auto-medica
di Cedegolo ha effettuato il
91% delle uscite con questa
professionalitàabordo. «Vorremmo formare gli infermieri per attivare anche le ambulanze infermierizzate - ha precisato Mari -, ma serve effettuare prima un tirocinio sulle
auto-mediche. È necessario
fare questo passaggio, prima
di avviare il servizio». I Comuni più «a rischio» sono stati
Cedegolo, Malonno e il Tonale, tutti con quattro uscite. In
totale, il servizio di auto-medica impiega sette dottori distribuiti su turnazioni.
Pag. 11
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• Sempre la stessa storia. Il torrente
Canale, all'intersezione tra il villaggio
Badia e Cellatìca, soffre di crisi di
inquinamento. A farne le spese, stavolta,
sono stati pesci, germani e gallinelle,
trovati senza vita mercoledì dai volontari
della Protezione civile dell'Oltremella. Il
piccolo torrente scorre vicino a molte
ditte, dai loro scarichi potrebbero
provenire 1 veleni che adinizio settimana
hanno trasformato l'acqua rendendola
bianca e poi grigia. È una situazione che
si ripete da tempo, ma sulle cause di
questi fenomeni, tranne che per il caso
riguardante un'azienda di Cellatìca,
accora non è stata fatta chiarezza. E le
crisi di inquinamento si ripetono.
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SANITÀ LOMBARDIA
Pag. 12
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l'Emergenza ed
Urgenza e Claudio Mare, responsabile della
Centrale operativa del 118.
Il capogizippo
Presenti i consiglieri regionadel Pdl
li Margherita Peroni e Giananin Provìncia,
tonio Girelli.
I vertici dell'emergenza hanDiego Invernici,
no illustrato la riorganizzaziopreannuncia
ne del Servizio così come è
una mozione:
stata licenziata dalla delibera
dello scorso luglio e con le
«la centrale restì»
modifiche apportate «dopo i
molti incontri con le realtà
territoriali
- ha detto Zoli -.
• La chiusura della CentraModifiche
che
hanno già porle operativa del 118 di Brescia
tato
ad
uno
sfioramento
di ole il suo accorpamento con
tre
600
mila
euro
per
la
proquella di Bergamo, la distribuvincia
di
Brescia
rispetto
alla
zione delle automediche nel
previsione
iniziale.
E,
comunterritorio della Provincia e il
peso della «sanità» bresciana que, l'intera riorganizzazionella compagine regionale. ne su base regionale porterà
Questi alcuni degli elementi ad una spesa complessiva di
circa 20 milioni di euro, di cui
della discussione
Smilioni perii Breche si è svolta nel
sciano». I consipomeriggio di ieri
glieri provinciali
in Broletto duranpresenti,
alle spiete la riunione delgazioni
tecniche,
la Commissione
anche molto dettaQuarta presiedugliate, sulla funziota da Roberto Bernalità
delle Centelli. Ospiti erano
trali
operative,
Alberto Zoli, direthanno
risposto
tore generale delcon
domande
mil'Areu, l'azienda
rate
sui
motivi
che
regionale
del-
SANITÀ LOMBARDIA
l t i l 111 J3101CLLO
hanno spinto la
Regione a scegliere Bergamo come
sede della Centrale del 118.
Le perplessità sono state molte, elencate dagli interventi
dei consiglieri Diego Invernici (capogruppo Pdl), Fabio
Ferraglie (Pd), Lucio Facchinetti (Pdl), Diego Peli (Pd) ed
Ermano Pasini (Lega Nord).
Invernici ha prennunciato
che il Pdl presenterà una mozione in Consiglio provinciale per chiedere di mantenere
la Centrale a Brescia.
Con in mente la carta geografica della Lombardia, è stata
tracciata la linea di presenza
delle nuove centrali operative, evidenziando il «peso»
maggiore nell'asse milanese
(Como, Milano e Pavia) e il sostanziale «impoverimento»
della zona orientale dove è
stata individuata solo Bergamo. La richiesta di chiarimento politico sul «perché non
Brescia» e «perché da 12 a
quattro e non a 6» è stata in
qualche modo stoppata da
Zoli, che ha parlato di problemi di risorse. «La sede delle
centrali è stata individuata in
luoghi dove la Regione aveva
già in precedenza effettuato
Pag. 13
investimenti strutturali» ha risposto. Edha dato, involontariamente, ragione a chi contestava i «pochi investimenti effettuati a Brescia: un esempio
è l'ospedale Civile cheharicevuto molto meno di quelli di
Bergamo e a Milano».
Ma la preoccupazione dei
consiglieri provinciali riguarda soprattutto il composito
mondo del volontariato -oltre seimila in Provincia - che
garantisce il Servizio di urgenza ed emergenza. «Temiamo
ripercussioni negative quando non ci sarà più una centra-
le di riferimento nella nostra
città», hanno aggiunto. «Non
è certamente così, perché
con la nuova organizzazione
sarà proprio II mondo del Terzo Settore ad essere avvantaggiato e ad avere più risorse ha risposto Zoli -. L'Associazionismo non ha nulla a che
vedere con la centrale operativanella quale lavorano operatori qualificati che inviano in
tempo reale informazioni
precise e dettagliate sui luoghi in cui si deve intervenire.
E le informazioni compaiono
in modo preciso, con le coordinate spazio-temporali necessarie, sul computer. Dobbiamo dimenticare la gestione operativa su base provinciale, perché non esiste più».
Domande. Risposte. Ed il timore per un futuro del quale
ancora non si vedono tutti i
contorni. Nell'immediato «forse lunedì, forse martedì»
ha detto Zoli - si attende l'assegnazione delle postazioni
alle Associazioni di volontariato. Anche qui, le novità
non mancheranno, a.d.m.
LASCHEDA
1 NUOVI MEZZI
jLa nuova orgamzzazioee del Servizio prevede
la presenza di 34 mezzi
di soccorso di base (ora
che ne sono 37); dieci
mezzi di soccorso intermedi (ora non sono previsti) e sette mezzi di
soccorso avanzato a
fronte dei 5.5 attuali. A
l'eliambulanza.
L,iL. / ^ O O ' w ' x ^ l / A & L l V-/I x ì
Lunedì o martedìla delibera di assegnazioni
delle postazioni per le
Associazioni di volontariato appartenenti al
Terzo Settore.
SANITÀ LOMBARDIA
Pag. 14
ivoluzione in corso
• A meno di una
settimana dalia
manifestazione di protesta
dei volontari fuori dal
C'wiìe, ieri il direttore
o ^ s n ^ s c i i " u i A s e l i ; &LOSS "
intervenuto in broletto: su
centrale operativa a
Bergamo e riassetto delle
postazioni dei volontari di
ambulanza del Bresciano
nessuna schiarita
sostanziate
SANITÀ LOMBARDIA
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In 280 le donne In divisa under 50 interessate dalla campagna antitumori
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• Sono state 280 le under 50 le, ben prima dei 50 anni preche hanno preso parte all'inivisti dal Ssn, affinché si possa
ziativa «Prevenzione per le
intervenire il più precocedonne in divisa» promossa
mente possibile». «Al progetdall'autunno scorso da Croce
to hanno partecipato anche
Bianca di Brescia ed Esa (l'as50 volontarie della Croce
sociazione Educazione alla
Bianca - ha aggiunto la sua resalute attiva, una onlus costiferente e consigliere del sodatuita nel 2007 per sensibilizzalizio Adriana Vaccarelli - e tre
re le donne oncologicamente
di esse sono state avviate ad
giovani ad un controllo per
indagini più adeguate che,
una diagnosi precoce del tufortunatamente, si sono risolmore al seno). Il progetto era
te positivamente. Il progetto,
rivolto ad appartenenti a Poliofferto da Esa, prevedeva
zia di Stato, Carabinieri, Guar- l'ecografia per le aderenti fra i
dia di Finanza, Po30 ed i 40 anni e la
lizia penitenziaria
mammografia
e Croce Bianca.
per quelle fra i 40
«La collaborazioed i 50, screening
«Sottoporsi
ne con Esa si va insvoltisi all'Istituto
tensificando semclinico S. Anna di
agli esami
pre più - ha detto
Brescia - ha detto
necessari
il presidente di
Adriana Vaccarelin tempo utile, li - che si è reso diCroce Bianca, Filippo Seccamani
sponibile a favoriben prima
Mazzoli - quale sere negli orari tutte
dei50'anni
gno del nostro imle donne in divisa,
previsti dal Ssn» al fine di agevolarpegno in ambito
preventivo, di cui
ne operatività e virichiamo i test
ta privata».
compiuti dal nostro laborato«L'azione preventiva di Esa è
rio mobile che hanno permestra quelle che possono salvaso di identificare la sieroposire in concreto la vita - ha sottività all'Aids in soggetti che
tolineato il consigliere di Cronon sapevano di esserne afce Bianca, Saulo Maffezzoni fetti».
così come le prevenzioni primarie,
quali la maggiore at«Il tumore al seno è la prima
tenzione
agli stili di vita, alcausa di morte nelle donne
l'alimentazione,
all'uso corfra i 35 ed i 45 anni d'età - ha
retto
dei
farmaci,
non possodetto la presidente di Esa, Nino
che
incidere
positivamenni Ferrari - e noi vogliamo sente sulla durata e sulla qualità
sibilizzare la popolazione
della vita stessa».
femminile a sottoporsi agli
esami necessari in tempo utiFranco A r m o a d i ì
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Filippo Seccamanl Mazzoli (Croce Bianca) e Nini Ferrari (Esa)
SANITÀ LOMBARDIA
Pag. 17
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Sensibilizzare le donne
sull'importanza della
prevenzione oncologica è la
rnission dell'associazione Esa Educazione alla salute attiva,
che ha promosso insieme alla
Croce Bianca una campagna di
screening sul tumore al seno
riservata a tutte le volontarie.
L'iniziativa si è svolta negli
ultimi mesi del 201 l e ha
coinvolto una cinquantina di
«militesse» della Croce Bianca
di Brescia e delle sedi
distaccate di Chiari,
Montichiari e Pontevico,
offrendo alle volontarie la
possibilità di sottoporsi
gratuitamente ad ecografie e
mammografie in base all'età,
grazie alla collaborazione
dell'istituto Sant'Anna.
«L'ADESIONE è stata convinta
e su tutti gli screening eseguiti
tre hanno messo in luce la
presenza di problematiche,
subito affrontate e
fortunatamente risolte dalle
donne», dice Adriana Vaccarelli,
consigliere della Croce Bianca
che ha seguito il progetto,
affiancata dal presidente
Filippo Seccamani Mazzoli e
dal consigliere Saulo
Maffezzoni.
«L'età delle donne colpite da
tumore al seno tende ad
abbassarsi, per questo Esa
punta sull'educazione e la
sensibilizzazione delle giovani
donne, quelle nella fascia dai
30 ai 49 anni, non ancora
interessate dallo screening
mammografico della Regione»,
sottolinea Nini Ferrari,
presidente di Esa, ricordando
Lx3 oFsssntiiziQHS d@l oropstto
che in Lombardia l'incidenza del
tumore al seno è superiore
rispetto ad altre regioni.
Il cancro al seno è la prima causa
di morte nelle donne tra i 35 e i 45
anni di età. Da qui l'importanza
della diagnosi precoce, possibile
se ci si sottopone a controlli
regolari e costanti. Lo screening
mammografico regionale offerto
alle donne con più di 50 anni ha
consentito negli ultimi dieci anni la
riduzione di oltre il 30 per cento
della mortalità.
il coinvolgimento delle militesse
è avvenuto nell'ambito del
progetto "Prevenzione per le
donne in divisa" che ha coinvolto
nello screeningoltre280donne
appartenenti alle forze dell'ordine,
per sensibilizzare le diverse
categorie.«Il nostro impegno è
quello di far accostare le donne
alla prevenzione di base, per
consentire a ciascuna di avere
corrette informazioni, conoscere il
proprio indice di rischio e
imparare a tenersi controllate nel
tempo», dice Ferrari.
Per il 2012 Esa si concentrerà
sul progetto «Familiarità»,
dedicato a donne con parenti di
primo grado che hanno contratto il
tumore al seno. Ll.CE
SANITÀ LOMBARDIA
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COMMISSIONE IN PROVINCIA* Continua a far discutere la scelta del Pire IDI e di I I> h I I ^ le < ^nl I ali operative dell'emergenza da 1 ? a A {Vi..ir -\ Pavia, Como e Bergamo)
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Dopo le proteste dei volontari,
la dibattuta chiusura della centrale operativa del 118 di Brescia è approdata ieri alla Commissione IV del Broletto, con
l'audizione del direttore generale dell'Areu (Azienda regionale emergenza urgenza), Alberto Zoli, e del direttore del
118 di Brescia, Claudio Mare.
Le 12 centrali oggi attive in regione entro la fine del 2012 si
ridurranno a 4: Milano, Pavia,
Como e Bergamo (cui faranno
capo Brescia e Sondrio). Il conto alla rovescia è iniziato, la
centrale di Lecco ha già passato la competenza a Como, e da
martedì chiuderà Lodi.
«LE SEDI sono state individuate in base agli investimenti edilizi che da tempo la Regione
aveva predisposto e tenendo
conto di un criterio di maggior sicurezza - ha spiegato Zoli -. Per organizzare al meglio i
soccorsi sul territorio non è indispensabile la vicinanza fisica delle sale operative, ma servono comunicazioni efficaci e
alti margini di sicurezza, che il
sistema garantirà grazie a due
grandi poli tecnologici, senza
uomini, uno principale e l'altro di back up, per alimentare
una rete di comunicazione dedicata che non cade mai».
Con questa riorganizzazione
non ci sarà alcun risparmio,
ma ulteriori investimenti, assicura il direttore Areu, facendo
riferimento ai 18 milioni di eu-
ro stanziati dalla Regione e già
saliti a 19 milioni e mezzo nell'ultima previsione di costo.
Rassicurazioni sono arrivate
anche sul futuro delle associazioni del soccorso «perché l'associazionismo non c'entra
niente con la dislocazione della centrale operativa, anzi l'impegno richiesto e il finanziamento riconosciuto alle realtà
del volontariato potrà solo aumentare», avverte Zoli ricordando che sulla provincia bresciana per la partita del soccorso un milione e mezzo andrà
alle aziende ospedaliere e ben
3,7 milioni alle associazioni.
Lunedì o al massimo martedì il direttore generale Areu firmeràla delibera che ufficializzerà l'assegnazione delle postazioni di soccorso sul territorio alle diverse associazioni in
gara. «La riorganizzazione
punta su una revisione delle
postazioni storiche, che non
necessariamente sono quelle
ideali, e introduce i mezzi di
soccorso intermedio con infer_li.i_Ji.CL $»_<*
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avanzati con medico a bordo
diventeranno più mobili e autonomi sul territorio», ha spiegato Mare.
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siglieri provinciali dei diversi
schieramenti. Per Fabio Ferraglie del Pd «è evidente una sperequazione delle nuove sale
operative nell'area ovest della
Lombardia: Brescia è la prima
provincia lombarda in termini dimensionali e la seconda
sotto il profilo demografico, la
SANITÀ LOMBARDIA
chiusura della centrale 118 cozza in maniera evidente contro
questi dati di realtà, perché
non è possibile equipararci a
Como o a Pavia». Dubbi analoghi per Lucio Facchinetti del
Peli, che si chiede per assurdo
come mai, visto che è irrilevante la sede operativa della centrale, non si è scelto di attivarne una sola per tutta la Regione. «Siamo sicuri che da Bergamo abbiano una buona consapevolezza di cos'è Bagolino?», ha domandato Facchinetti, mentre il capogruppo
del Pd Diego Peli si è chiesto se
la riorganizzazione delle sedi
operative 118 sia una scelta politica o tecnica, ribadendo che
«la soluzione non può essere
trovata solo in termini di razionalizzazione e risparmio, perché spostare i riferimenti territoriali ha conseguenze precise, anche sul volontariato».
Alla fine della seduta il capogruppo del Pdl Diego Invernici ha fatto sintesi: «Non ci sentiamo rassicurati dalle spiegazioni date: il territorio bresciano per morfologia e interventi
è la seconda provincia lombarda, sono i numeri a testimoniare come non si possa fare a meno di una centrale operativa.
Come Pdl ci faremo carico di
portare la questione del 118 in
Consiglio provinciale con una
mozione, confidando in una
condivisione trasversale di tutta l'assemblea, perché è l'intera provincia a dover alzare la
voce e rivendicare la propria
centrale del 118». •
Pag. 19
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SANITÀ LOMBARDIA
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Una manifestazione dell'Adirlo
Oggi e domani si svolgerà su
tutto il territorio nazionale la
manifestazione dell'Aimo (Associazione donatori midollo
osseo), «Una colomba per la vita» per ridare slancio alla ricerca di nuovi potenziali donatori di midollo, molto spesso
l'unica speranza di guarigione
per i malati di leucemia e di altri tumori del sangue.
Nel Bresciano, l'appuntamento dalle 9 alle 19 sarà nelle
piazze di Mazzano, Molinetto,
Ciliverghe, Saviore, Berzo Demo, Sellerò, Ceto, Niardo, Breno, Astrio, Pescarzo, Paspardo, Esine: con un'offerta minima si potrà acquistare una colomba, generalmente simbolo
della pace e in questo caso anche della speranza. Il ricavato
sarà interamente devoluto ai
progetti di sensibilizzazione e
alle strutture medico-sanitarie impegnate nella lotta contro la leucemia, i linfomi, il
mieloma e le altre neoplasie
del sangue. I due giorni saranno anche un'occasione per incontrare nuovi potenziali donatori e trasmettere il valore
di salvare una vita, soprattutto in questa fase storica in cui
molte persone, per ragioni di
età, stanno uscendo dal registro nazionale dei potenziali
donatori senza trovare un corrispettivo ricambio nelle nuove generazioni.»
SANITÀ LOMBARDIA
LaRichiedeicambiamarcia: tS£%3i\
dalle banche 5,3 milioni di euro ÌIH™HW«
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1
Pag. 21
Siti, Fimp e Fimmg presentano alla stampa il "Calendario vaccinale per
la vita". Sip condivide i contenuti ma si dissocia dal comunicare ora la
proposta: si rischia confusione con il Piano nazionale Vaccini approvato
dalla Stato-Regioni
Vaccini per tutti, da zero
a cent'anni
Per i promotori " la vaccinazione deve prevedere una copertura dalla nascita alla
senilità, senza distinzioni di salute, età o fragilità". Michele Conversano (Siti): «Per i
politici è facile tagliare su cose di cui non vede subito il risultato. Dobbiamo fare
i nomi di chi oggi è la causa dell'aumento di cancro al collo dell'utero che
registreremo tra vent'anni. È una responsabilità che lo dovrà raggiungere,..»
E
mp, Fimmg e Siti hanno presentato giovedì scorso :i
Roma lii loro proposta ili "Caler)
darìo vaccinale per la vita" che
prevede una copertura continua,
da zero a cent'anni, superando le
distinzioni tra soggetti "sani" o a
rischio, età o particolare condizione di fragilità, con l'inclusione ili
rutti i vaccini utili alla promozionedi un ottimale stato di salute. Nel
ricordare che il 2012 e stato designato dall'Unione Europea come
l'anno dell'Invecchiamento Attivo e della Solidarietà Intergenerazionale le sigle promotrici hanno
accolto con soddisfazione la notìzia dell'approvazione definitiva del
LEGISLAZ. & POLITICA SANITARIA
Piano Nazionale di Prevenzione
Vaccinale (PNPV) 2012-2014. nei
confronti del quale il "Calendario
per la vita" si propone come ulteriore stimolo basato su evidenze
scientifiche, per una ancora più
lungimirante politica di prevenzione, certamente utile per il futuro aggiornamento del PNPV. "11
Pag. 22
22 febbraio 2(112" ha sottolineato
Stefania lannazzo, Direzione Generale della Prevenzione Ministero della Salute "è stato infarti approvato come Intesa Stato-Regio
ni il nuovo Piano Nazionale Pre
venzione Vaccinale 2012-2014.
Esso rappresenta uno strumento
chiave per [a gestione delle politiche vaccinali in tutto il Paese,
garantendo l'omogeneità ili offerta e l'equità di accesso alla prevenzione vaccinale garantita da una
piena copertura economica. Ben
venga in tal senso l'iniziativa di
Siti, l'imp e Fimmg, come oppor
tunita per mantenere viva l'attenzione sulle \ accmazioni. Allo stesso tempo, il contri tnto tra le società scientifiche e con le Autorità
competenti per la promozione delle
migliori evidenze scientifiche in
campo vaccinale, rappresenta una
risorsa per futuri aggiornamenti
ilei Piano Nazionale Prevenzione
Vaccinale." 'Ira le indicazioni inserite nel progetto c'è la richiesta
di ripetere nel tempo e|uelle vaccinazioni per cui la risposta immunitaria si affievolisce; di puntare a
vaccinare tutti i soggetti che sono
sfuggili alla relè vaccinale net primi anni di vita, per patologie che
nell'adolescenza e in fase adulta
possono comportare complicanze; di raggiungere una copertura
vaccinale omnicomprensiva allo
scopo ili salvaguardare, oltre al
singolo, la popolazione generali.
"L'iniziativa" ha quindi spiegalo il
Presidente della Fimp Giuseppe
Mele "e naia sulla scorta di molteplici esigenze: prima ili tutto dalla
necessità condivisa di un rilancio
delle vaccinazioni, non solo nell'ambito pediatrico ma, anche in
quello della medicina generale, in
un contesto storico successh 11 il
l'esperienza della pandi ima da \ irus MINI che, ha portato un calo
dell'attenzione popolare all'importanza della pratica vaccinale. In
seconda istanza dalla necessità ili
condividere un calendario vaccinale ottimale, suffragalo da un'attenta e precisa analisi scientifica
come punto di arrivo della migliore offerta possibile da sottoporre
all'attenzione delle Istituzioni, da
sempre deputate all'emanazione
dei calendari nazionali e regionali.
Infine dalla necessità di promuo-
LEGISLAZ. & POLITICA SANITARIA
vere una cultura vaccinale omo
gcnea nella classe medica senza
distinzione dei ruoli di assistenza e
liei servizi o nelle fasce di età che
si dovrebbero tutelare." "N< ni si e
mai né troppo giovani né troppo
anziani per vaccinarsi". I la quindi
spiegato Michele Conversano,
Presidente eletto della Società luiliana ili Igiene, medicina preventiva e Sanila Pubblica illustrando i
ci interniti ilei ( Calendario proposti '.
sottolineando come "le buone pratiche vaccinali inizino nella primissima infanzia, continuino nell'adolescenza e nell'età adulta e liltei'es
sino anche gli anziani con l'antin
lluenzale e l'antipiicumocoii ti a".
"Nel rallegrarci dell'approvazione
definith a del Piani > Nizii male Prevenzione Vaccinale (Pnpv) 20122nl4. avventila qualche giorno fa
da parte della Conferenza StatoRegi< >ni, c< >nfermiam< > l'intenzii me
della Siti di continuare a farsi promotrice della diffusione delle più
recenti evidenze scientifiche nel
campo della prevenzione immunitaria con strumenti come questo
Calendario vaccinale per la vita."
C.D.R.R.
Pag. 23