l`arte di poltrire a letto
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l`arte di poltrire a letto
l’arte di poltrire a letto A volte mi capita di trovare persone a cui piace il momento del risveglio mattutino. Queste persone non associano il risveglio all’alito cattivo, al suono della sveglia o alla faccia del loro capo che si avvicina. Non temono l’ora della sveglia come un ritmo incessante della routine. Semplicemente si divertono del come, in un batter d’occhio, il conscio prende il sopravvento sull’anima che prima dormiva. Dormivo, ora sono sveglio, che miracolo. Il semplice soffitto bianco è già divertente per quei sonnolenti creativi. “Poltrire a letto sarebbe un’esperienza assolutamente perfetta e suprema se solo uno avesse una matita colorata lunga abbastanza da disegnare sul soffitto” ebbe il coraggio di pronunciare G. K. Chesterton. “Sono sicuro che, soltanto perché Michelangelo praticava l’antica e l’onorabile attività del poltrire a letto, poté realizzare quanto il soffitto della Cappella Sistina potesse essere un’imitazione del dramma divino che poteva essere inscenato solo in cielo.” Poltrire a letto è un’attività rispettabile, che sia chiaro a tutti, rispettabile quanto lo è il bagno schiumoso e l’osservare le formiche. Scommetterei che su dieci delle più belle idee che abbiano mai onorato l’umanità, sette siano venute a coloro che praticano questo dignitoso sport. Ancora di più, è un’arte raffinata, non meno dell’eleganza di tenere una tazza di thè con vera raffinatezza. L’arte del poltrire a letto è venuta meno, lo riconosco, ma essa continua a esistere in camere illuminate di tutto il mondo. Il piacere di guardarsi intorno senza intenzione, senza responsabilità, senza interesse, senza ricompensa, e con il massimo del comfort può essere difficilmente eguagliato. E mi chiedo se ciò non sia stato quello che Dio fece il settimo giorno, dopo aver creato i cieli e la terra. Si svegliò, per così dire, e rimase a l etto, guardandosi intorno. Una galassia rotante qui. Lo scatto di una tigre lì. Il rumore di un temporale un paio di continenti più in là. L’affascinante universo era stato portato a compimento; il giorno della gioia ebbe inizio. Dio si prese un giorno libero, miracolo dei miracoli, fu a letto, si rigirò, si sedette e vi saltò sopra. Questo Dio è un Dio che conosce la vita. E’ un Dio degno della lode più eccelsa. E’ un Dio a cui vorrei stringermi un giorno e guardare intorno insieme, qualcuno che può ridere dei capelli della gente, che può raccontare storie impossibili e parlare di ragazze, un compagno di scherzi, del “batti il cinque” e di ridere con tutta l’energia. René Breuel cesanlorenzo.it