Schema 1 - Diocesi di Cuneo
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Schema 1 - Diocesi di Cuneo
Casa Esercizi Spirituali San Pietro del Gallo Esercizi Spirituali – Pellegrinaggio della Misericordia - 22 febbraio 2016 Non giudicate – non condannate Misericordiosi come il Padre, dunque, è il “motto” dell’Anno Santo. Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Il Signore Gesù indica le tappe del pellegrinaggio attraverso cui è possibile raggiungere questa meta: «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio» (Lc 6,37-38). Dice anzitutto di non giudicare e di non condannare. Se non si vuole incorrere nel giudizio di Dio, nessuno può diventare giudice del proprio fratello. Gli uomini, infatti, con il loro giudizio si fermano alla superficie, mentre il Padre guarda nell’intimo. Quanto male fanno le parole quando sono mosse da sentimenti di gelosia e invidia! Parlare male del fratello in sua assenza equivale a porlo in cattiva luce, a compromettere la sua reputazione e lasciarlo in balia della chiacchiera. Non giudicare e non condannare significa, in positivo, saper cogliere ciò che di buono c’è in ogni persona e non permettere che abbia a soffrire per il nostro giudizio parziale e la nostra presunzione di sapere tutto. Ma questo non è ancora sufficiente per esprimere la misericordia. (Misericordiae voltus, 14) Le prime due tappe del pellegrinaggio son al negativo, come invito a purificare i nostri modi di rapportarci reciprocamente, rinunciando a prerogative che per noi sembrano scontate, quasi necessarie per difendere la nostra vita. Giudicare, condannare sembrano espressioni della nostra capacità di intendere e volere e poi i nostri giudizi e condanne sono solo espressioni verbali e quindi non gravi come certi atti di violenza fisica. D’altro lato giudicare è atto estremo di potere sulla vita delle persone, sentito come legittimo per mantenere la giustizia nella società. Giudicare è la premessa per la condanna, per questo il giudizio è collegato in modo indissolubile alla giustizia, altrimenti è solo prepotenza e omicidio! E per millenni questo diritto di giudicare era considerato di fondamento divino, perché collegato alla verità, cioè alla realtà interiore a cui ogni cosa è tenuta. Ma è un a giustizia retributiva e meritocratica! A livello biblico il giudizio di Dio è elemento centrale sia per al legge mosaica e per i profeti, che per l’annuncio fatto da Gesù del regno di Dio vicino, e quindi dell’esigenza di convertirci! Dio è il giudice giusto che garantisce l’esistenza del popolo eletto e di ogni uomo, in particolare il povero e il debole; è una coscienza che è andata crescendo nei profeti e nei salmi: Salomo 98 Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. 2 Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia. 3 Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d'Israele. Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio. 5 Cantate inni al Signore con la cetra, con la cetra e al suono di strumenti a corde; 6 con le trombe e al suono del corno acclamate davanti al re, il Signore. 7 Risuoni il mare e quanto racchiude, il mondo e i suoi abitanti. 8 I fiumi battano le mani, esultino insieme le montagne 9 davanti al Signore che viene a giudicare la terra: giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine. I profeti annunciano il giudizio di Dio anche verso il proprio popolo eletto, ma sarà un giudizio rinnovatore, come l’opera del vasaio che riplasma l’argilla: Ger 18, 1-12 1 Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremia: 2«Àlzati e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola». 3Scesi nella bottega del vasaio, ed ecco, egli stava lavorando al tornio. 4Ora, se si guastava il vaso che stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli riprovava di nuovo e ne faceva un altro, come ai suoi occhi pareva giusto. 11 Ora annuncia, dunque, agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: Dice il Signore: Ecco, sto preparando contro di voi una calamità, sto pensando un progetto contro di voi. Su, abbandonate la vostra condotta perversa, migliorate le vostre abitudini e le vostre azioni. 12Ma essi diranno: «È inutile, noi vogliamo seguire i nostri progetti, ognuno di noi caparbiamente secondo il suo cuore malvagio»». Gesù annuncia la realizzazione di quest’opera rinnovatrice del giudizio di Dio: Mc 1,14-15: 14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Con le parabole pone in luce la responsabilità d ognuno di fronte al dono di Dio: Mt 13,47-50. 47 Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. E nei discorsi finali preannuncia la rovina di chi non ha accolto la sua opera, presentandosi come giudice futuro: Mc 13,26- 32: 26 Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo. 28 Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. 30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 32Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre. Tuttavia il giudizio di Gesù non è per la distruzione, ma per la salvezza: Gv 3, 16-21. 16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Di conseguenza, l’invito che Gesù fa ai suoi discepoli di non giudicare è un segno di questo progetto di misericordia che il Padre vuole realizzare attraverso una nuova logica: Mt 5, 21-26. 21 Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: «Stupido», dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: «Pazzo», sarà destinato al fuoco della Geènna. 23 Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24 lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. 25 Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!