Baron Samedi: lo spirito voodoo si fa rock concettuale

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Baron Samedi: lo spirito voodoo si fa rock concettuale
Baron Samedi: lo spirito voodoo si fa rock concettuale
Nella religione voodoo Baron Samedi è lo spirito incaricato di traghettare le anime dei defunti dal mondo dei
vivi, al mondo dei morti; rappresentato con un cappello a cilindro, occhiali da sole e sigaro, Baron Samedi è
il trait d’union tra il terreno e l’ultraterreno, e proprio per questo invocato per le guarigioni da malattie mortali.
Nella musica, Baron Samedi, è una band nata a Viterbo nel 2011 e composta da Stefano Gullo (chitarra
elettrica), Davide Volpini (batteria), Daniele Tavernelli (chitarra acustica e seconda voce) e Gianluca Perroni
(Baron Samedi, voce solista e basso). Tusciamedia li ha incontrati nella serata di sabato 3 maggio, per la
presentazione nella Tuscia del loro primo ep, alle cantine del bel palazzo Farnese di Caprarola, serata
curata dalla compagnia di teatro popolare “Peppino Liuzzi”, dall’associazione Amistrada e dalla ProLoco
giovani di Caprarola.
La scelta del personaggio di Baron Samedi, come la band ci suggerisce nella breve intervista pre-concerto,
è stata dettata dal significato di legame che il personaggio assume, traslitterato però nella congiunzione tra
musica e pubblico, facendo emergere il loro sogno di emozionare la platea. Classificare i BS in un solo
genere è decisione quanto mai difficile (quasi come classificare la musica): figli del neo prog. e cresciuti con
il mito di Jimi Hendrix e dei King Crimson (scelte quanto mai condivisibili), la loro musica, ispirata dal fumetto
Electric Requiem, è contaminata da diverse integrazioni in un melting pot musicale che spazia dal rock
potente e travolgente, al progressive anni '70 italiano, fino ad assumere melodie più armoniche, in un
continuo cambio di ritmo e stile. Ascoltando la loro musica, si ha la sensazione di una contrattura forte, oltre
la realtà e la vita terrena, e quello che si respira è una libertà di suoni e di vari generi musicali, con una
ricerca, probabilmente ancora non conclusa, di una propria tipicità e di una nicchia di collocamento.
Mossi dalla volontà di emozionare il pubblico, della presentazione di sabato, si può parlare di spettacolo vero
e proprio, composto di quadri concettuali e ricchi di contaminazioni di genere: il protagonista della serata è
stato un ragazzo, interpretato da Dario Guidi, che ha percorso un viaggio surreale, tra realtà e finzione,
accompagnato dal Baron Samedi spirito e dal Baron Samedi musicale, a sottolineare che le note possono
essere valide accompagnatrici di una vita.
Una proposta che - a nostro avviso - trova maggiore comprensione in un ascoltatore maturo o comunque
avvezzo a sperimentazioni più azzardate, non a caso le prime file erano occupate dal pubblico più adulto e
da questo sono provenuti gli applausi maggiormente convinti. Coraggiosi sicuramente, di ricerca anche, ma,
d'altra parte, se il Barone incontra Jimi Hendrix, indicando a quest'ultimo che la morte non è nient'altro che la
fine di un viaggio e l'inizio di una nuova avventura, il viaggio musicale dei Baron Samedi è sicuramente non
giunto al suo termine, i terreni musicali da esplorare sono "infiniti" come infinite possono essere le ripartenze
e i punti di arrivo, tenendo anche conto che "il naufragar m'è dolce in questo mare".
A cura di BARBARA BRACCI e LUCIANO LATTANZI