Attualità Mondo Cultura

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Attualità Mondo Cultura
Attualità
Mondo Cultura
Numero 9 ottobre 2007, Supplemento a Genova Notizie - Autorizzazione del
Tribunale di Genova n. 544/96 - Direttore Responsabile C. Torre
Stampa Erga - Via Biga 52 r Ge
www.caratteridiversi.org
SOMMARIO
Attualità - Cultura - Mondo
Redazionale.................................... 2
Uomini e culture
Mondi nella rete
L. Livi................................................ 2
Darfur: Org. umanitarie sotto tiro
V. Lastrico......................................... 3
Storie migranti
Scuole interculturali - Migranti
L. Sazanovitch ................................. 4
...facile ma non troppo...
DALL’INDIA
Storia di integrazione .................... 5
Aggiunti un posto a tavola
di M. Matta . ..................................... 5
...senza diritti
La Cecenia dimenticata dove i diritti
umani sono carta straccia................ 5
Dal Mondo
UK.................................................... 9
Spagna
T. Martinez Garcia............................ 9
Romania
M. Andrasescu.................................. 9
Francia............................................. 9
Argentina
C. Vulcano........................................ 9
Russia
L. Sazanovitch.................................. 9
In copertina: fotografia di
Barbara Spagnoletti
REDAZIONALE
… era un uomo di nome Leonardo, curioso del mondo e dei suoi
segreti…era un uomo che credeva
possibile conoscerlo in ogni sua
sfumatura e per questo era pronto
a sfidare prima di tutto se stesso…non è riuscito a farlo fino in
fondo ma certo è riuscito prima di
altri a guardare oltre ciò che la sua
epoca poteva garantirgli come conosciuto…Oggi Leonardo è anche
il nome di un programma di iniziative europee che si muove proprio
in questa direzione di scoperta e
che prende forma in progetti come
ISIS ad esempio che studia i modi
in cui i mondi e le culture possono
imparare a convivere e a parlarsi a
partire dalla scuola…
…a Leonardo, a tutti i Leonardo del
mondo è dedicato questo numero
di Caratteri Diversi
vvv
…uomini e culture…
…MONDI NELLA RETE…
…sempre più vicini?
Il nostro mondo oggi è una ragnatela di
percorsi, resi ora maggiormente visibili
rispetto al passato dalla molteplicità
dei sistemi di comunicazione. Lingue,
popoli, tradizioni, culture si affacciano in
questi scenari nodali, ora semplicemente
distinguendosi, ora contrapponendosi,
ora mescolandosi; in ogni caso suscitando
domande, sollevando questioni importanti
e proponendo soluzioni diverse quanto più
possibile innovative. Il mondo è diventato
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davvero uno spazio unitario all’interno del
quale si muovono realtà completamente
differenti. È quindi diventato necessario e
prioritario trovare il modo di far incontrare e stabilire modalità di scambio proficue
tra queste realtà.
La scuola può fare molto per rendere l’interculturalità una risorsa per il proprio
paese, per il mondo moderno ma anche
per il suo territorio e per chi ogni giorno
lo abita.
Nasce l’esigenza di formare gli educatori
e gli insegnanti a una più consapevole
gestione dei meccanismi relazionali per
poter davvero supportarsi (e in questo
caso si può parlare di peer-training,
educazione alla pari) e supportare gli
studenti italiani e stranieri.
Si tratta di percorrere una strada a due
corsie, dove è importante creare strumenti innovativi per gli insegnanti, affiancandoli come già si sta facendo a figure
specifiche quali psicologi e mediatori culturali e contemporaneamente analizzare
il fenomeno dell’integrazione a scuola tra
gli studenti per identificarne in maniera
mirata i bisogni e le necessità per fornire
loro elementi utili alla crescita e alla comunicazione e partecipazione attiva.
Compito della scuola è che culture diverse convivano senza ignorarsi trovando
,anzi, una maniera effettiva per comunicare, caratteristica necessaria in un’istituzione che mira a formare lo studente
come un “cittadino del mondo”.
Le scuole genovesi vivono quotidianamente e in maniera molto sentita questa
realtà, si sta facendo “molto” a più livelli
per capire e sperimentare nuove vie di
inter-scambio, dai laboratori territoriali,
all’organizzazione di concorsi ed eventi
rivolti a giovani, dagli sportelli di ascolto
con personale specializzato a progetti
europei su come migliorare le dinamiche
interlingustiche e interculturali.
Lo sforzo e le energie impiegate per
attivare queste attività non è ancora
direttamente proporzionale ai risultati
ottenuti, le realtà presenti nel territorio
solo in alcune occasioni provano a lavorare in sinergia, mettendo in comune
idee e risultati ma la condivisione delle
informazioni non è strutturata; quello
dell’intercultura è un fenomeno in continuo mutamento solo un continuo scambio
di esperienze permetterà di avere un
quadro completo per dare risposte concrete e mirate.
“Lo specifico dell’educazione interculturale è costituito dai processi di apprendimento che portano a conoscere altre
culture e a instaurare nei loro confronti
atteggiamenti di disponibilità, di apertura, di dialogo. Si tratta di un tipo di
conoscenza estremamente complesso:
conoscere un’altra cultura significa rilevarne gli aspetti che la fanno “diversa”
dalla nostra, ma significa anche capire
che la rappresentazione che noi ci facciamo della cultura “altra” non coincide necessariamente con quella che essa si fa di
se stessa, né con le rappresentazioni che
altre culture ancora si possono costruire.
L’intreccio di queste rappresentazioni
-che si manifestano spesso in forme di
stereotipi- costituisce la trama complessa
dell’interculturale.” (Da L’educazione
interculturale di Agnese Niero e Luciano
Pasqualotto)
Educare all’intercultura non è una materia d’insegnamento ma un modo di
vivere la scuola di oggi, i ragazzi stranieri all’interno della classi aumentano
e ogni giorno si vedono esempi di efficace
o scarsa educazione all’integrazione,
nelle classi come nei corridoi, nel cortile
d’entrata, durante laboratori.
Ogni giorno gli studenti italiani e stranieri si trovano a porsi delle domande
su come affrontare nuove dinamiche
relazionali, se fanno parte dei “pari” o
dei “dispari”, se e come manifestare il
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loro sentirsi maggioranza o minoranza.
A questo proposito strumenti scientifici di analisi ci permettono di capire e
quindi andare a supportare l’insieme
“scuola” nel suo complesso ed ogni suo
sott’insieme, (singolo individuo) che ne
è parte. Gli studenti e gli insegnanti
come vivono la comunità scolastica? In
che misura si sentono esclusi o integrati?
Viene percepita la presenza di fattori che
ostacolano una corretta integrazione?
Le cause dove si devono cercare? Nella
società, nella formazioni di gruppi etnici
di maggioranza o di minoranza oppure
nella scarsa educazione e consapevolezza del fenomeno? Quali possono essere
le soluzioni a questo? Una maggiore
tolleranza, modi diversi per favorire
più contatto e scambio tra i gruppi o un
maggiore impegno da parte della società
e delle parti coinvolte?
Rispondere a queste domande in maniera
costruttiva e condividendo i vari punti di
vista, può rappresentare un buon punto
di partenza per poi elaborare e sperimentare strumenti innovati per rendere
la scuola un punto di riferimento nella
formazione di uomini e donne capaci e
consapevoli di rispettare le tradizioni e
la cultura del paese in cui vivono mantenendo vive quelle del paese da cui
provengono.
Laura Livi
vvv
….scuole interculturali…
MIGRANTI
…occasioni per riflettere….
Nelle varie attività che Progetto Integrazione
promuove e a cui ho partecipato presso l’Istituto Meucci (circolo di studi, incontri con genitori e insegnanti, sportello d’ascolto) sono
emersi negli alunni e nei loro familiari non
soltanto le ansie relative al futuro inserimento
lavorativo dei ragazzi al termine del percorso
formativo, ma anche, in ragione dell’alta
percentuale di giovani di origine straniera,
le ansie relative alla loro futura integrazione
sociale. È emerso altresì lo sforzo del personale docente e non-docente di rapportarsi
ad alunni e familiari che non vivono soltanto
i consueti problemi dell’età adolescenziale
(problemi comuni a tutte le scuole superiori)
ma anche quelli relativi ad una utenza che
ha una cultura di appartenenza che non è
quella italiana.
Lo sforzo, quindi, non può che essere duplice, da un lato il personale scolastico (come
rappresentante delle istituzioni italiane) che,
pur rapportandosi in maniera più plastica e
disponibile all’ascolto nei confronti di questi
cittadini di origine straniera fino a giungere
a valorizzarne le diversità che presentano
nella loro storia rispetto agli autoctoni, non
può mancare di ribadire il valore del rispetto
delle regole scolastiche; dall’altro lo sforzo
deve essere teso ad abbassare le diffidenze
degli stranieri nei confronti delle istituzioni
statali, favorendo la partecipazione alle attività scolastiche ed extra-scolastiche.
Una delle vie può essere appunto quella di
creare degli spazi dove questi giovani ed i
loro genitori possano rappresentare le loro
istanze ed esprimere le loro ansie e, talvolta,
le loro frustrazioni. Inoltre, in tutte le mie attività al Meucci come psicologa e formatrice
ho cercato di improntare il mio intervento sulla base della creazione/costruzione nei miei
interlocutori di un “nuovo spazio mentale”,
la cosi detta nuova forma mentis che passa
innanzitutto per
la decostruzione
del pensiero etnocentrico, quello che determina
continui paragoni
e giudizi tra le differenze culturali
dell’Altro con la
propria cultura
d’origine. Insomma, una volta
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compreso ed accettato il fatto che il nostro
“naturale” modo di percepire lo straniero
passa attraverso il prisma del pregiudizio e
dell’etnocentrismo, si diventa più consapevoli del fatto che la nostra realtà culturale non
può essere solo minacciata dagli immigrati
ma anche arricchita.
Larissa Sazanovitch
vvv
…facile ma non troppo…
DALL’INDIA
Storie di integrazione
Ha 18 anni, lui viene dall’India, ed è arrivato
in Italia con i suoi genitori e suo fratello e
dopo aver frequentato otto anni la scuola
nel suo paese ha ripreso a studiare da noi
nel 2003, il padre fa il domestico, la madre
invece la badante, lui e la sua famiglia sono
stati accolti molto bene in Italia anche se
lui non conosce molto bene il significato della
parola “integrazione” e per verità non si è
mai posto il problema di approfondire questo
argomento, non si sente molto a casa sua,
gli mancano molto gli amici e gli spazi verdi
dove poter andare a giocare con i propri
compagni, qua ha solo la possibilità di andare
all’Acquasola a giocare a pallone, ha avuto
difficoltà ad apprendere la lingua e nello
studio aggiuntivo che ha dovuto fare per
poter frequentare la scuola. Il suo sogno è
quello un giorno di fare l’elettricista.
Fabio Falcone
vvv
..da problema a risorsa…
AGGIUNGI UN POSTO A
TAVOLA
Affido familiare tra famiglie della
stessa cultura
L’esistenza di robuste reti di relazione fra cittadini
e la possibilità di una collaborazione fiduciosa fra
questi e le Istituzioni
contribuisce alla sicurezza di una città
più di qualunque
altro investimento. Se si parla di
famiglie straniere,
questo è ancora più
vero. Si parte dalla
convinzione che qualunque famiglia possa vivere
un momento di difficoltà, tanto più se ha dovuto
affrontare la fatica di un percorso migratorio. In
assenza di una collaborazione, le risposte rischiano di polarizzarsi fra la risposta spontanea della
solidarietà fra connazionali e quella istituzionale
dei Servizi sociali. Proponendo, per una volta, le
famiglie straniere sono una risorsa e non oggetto di
intervento. Il progetto, finanziato dalla Fondazione
Vodafone, ha ricevuto il contributo e il patrocinio
della Regione Liguria e del Comune di Genova.
Gabriele Taddeo, presidente di Arci Genova, con i
partner del progetto e l’Ufficio Affidi Enrico Vesco
Ass. alle Politiche del Lavoro e dell’Occupazione
e Politiche dell’Immigrazione, Regione Liguria
Massimiliano Morettini Ass. Giovani / Città Educativa, Politiche dell’Immigrazione, Comune di
Genova I consoli di: Bolivia, Ecuador, Guatemala,
Perù, Rep. Dominicana, Tunisia, Uruguay.
vvv
...senza diritti...
LA CECENIA DIMENTICATA DOVE
I DIRITTI UMANI SONO CARTA
STRACCIA
Le organizzazioni umanitarie hanno sempre denunciato i soprusi. Ora non potranno
più farlo
Il conflitto ceceno è ormai di fatto dimenticato
dalla stampa occidentale, e lo stesso Putin
ritiene che la guerra sia ormai terminata,
continuando a fare affermazioni ottimistiche
riguardo al suo piano di “normalizzazione”. Ma
il fatto che gli scontri siano finiti, e il significato
concreto di tale normalizzazione sono tutti da
verificare. L’omicidio della giornalista russa
Anna Politkovskaya, e quello dell’ex spia Li-
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tvinienko che indagava sulla sua morte, hanno
recentemente riaperto l’interesse per un paese che la stessa cronista, divenuta scomoda
per le sue denunce ai soprusi del Cremino,
ha definito “un inferno in terra”. Le forze di
sicurezza governative entrano abitualmente
con la forza nelle case dei civili, sequestrano e
detengono illegalmente parenti e conoscenti di
sospetti terroristi, ai quali si cerca di estorcere
informazioni con la tortura. Molti sono invece
semplici civili costretti con la violenza ad ammettere crimini che non hanno mai commesso. E non è affatto raro che questi sequestrati
non tornino più a casa: diverse organizzazioni
umanitarie denunciano il ritrovamento di fosse
comuni piene di corpi con evidenti segni di
tortura, con i cadaveri mutilati per rendere i
corpi irriconoscibili. Anche le azioni propriamente militari continuano senza far troppa
distinzione fra separatisti e civili, e fomentando
così l’odio antirusso anche nella popolazione
più moderata, spingendola a prendere parte
ai gruppi armati e appoggiare l’insurrezione.
In un paese dove l’80% della popolazione è
disoccupata e tutte le industrie e infrastrutture
sono state distrutte, si fa strada ora anche
un altro fantasma: quello di un’epidemia di
tubercolosi, particolarmente pericolosa vista la
totale assenza di programmi sanitari. Questo
anche perché le ONG umanitarie si sono viste
rifiutare il rinnovo del permesso per operare
nel territorio ceceno a causa dell’entrata in
vigore di una nuova legge, che il Cremlino
sostiene abbia l’obiettivo di fermare i gruppi
terroristici, i quali potrebbero usufruire delle organizzazioni come copertura. Le ONG, però,
ritengono si tratti solamente di una nuova
strategia per interdire l’aiuto alla popolazione
e censurare l’informazione. Il premier ceceno
filo-russo e lo stesso Putin, infatti, smentiscono puntualmente ogni accusa di calpestare i
diritti umani, giustificando le operazioni militari con la lotta al terrorismo islamico, e per
garantire questa versione non gradirebbero
testimoni scomodi. Anche giornalisti e reporter sono infatti un bersaglio, vengono spesso
eliminati (13 giornalisti russi uccisi negli ultimi
anni, senza contare il caso Politkovskaya) e
le indagini sulle loro morti rimangono irrisolte.
Grave anche la situazione dei ceceni rifugiati
nelle repubbliche vicine, che vivono senza
servizi per i bisogni primari. I bambini non
possono studiare perché non accettati dalle
scuole locali, gli adulti sono privati del diritto di
lavorare, le famiglie ricevono quotidianamente
minacce di violenza fisica e vengono istigate
con ricatti al rimpatrio. Le associazioni umanitarie accusano inoltre il governo russo di aver
tagliato il rifornimento di energia elettrica, gas
e acqua al fine di indurre i profughi al rientro
forzato, con il rischio di una vera e propria
strage etnica dovuta al freddo e alle possibili
epidemie. (fonti: WarNews, Reuters)
Valerio Lastrico
vvv
… senza pace …
DUE NUOVI CENTRI PER LA
TORMENTATA MOGADISCIO
Le iniziative di MSF
MSF combatte contro il problema colera, peggiorato dopo il
recente conflitto. Medici Senza Frontiere espande la propria
azione umanitaria in territorio somalo: a fine maggio hanno
infatti visto la luce a Mogadiscio un centro di cura per il colera
e un ambulatorio per i bambini al di sotto dei cinque anni, che
si spera potranno portare sollievo alla popolazione della capitale,
la cui situazione è ulteriormente peggiorata in seguito al conflitto
dei mesi scorsi tra le Corti Islamiche che avevano preso il paese
e gli eserciti etiope e statunitense.
Durante gli scontri chi poteva permetterselo è andato via, in
città ritenute più sicure, ma solo una minoranza delle migliaia
di sfollati ospitati a Mogadiscio da prima del conflitto aveva
denaro a sufficienza per scegliere questa via.
Negli ultimi 16 anni sono confluite nella capitale migliaia di
persone da tutta la Somalia, in fuga dalle violenze e dalla carestia,
vivendo in condizioni terribili, in ripari di fortuna. Adesso che
i combattimenti sembrano essere cessati, molti somali stanno
facendo ritorno nella capitale, ma anni di violenze hanno privato
questa gente di tutto: istruzione, lavoro, assistenza sanitaria, a
volte anche della speranza. “I bisogni sanitari in Somalia sono
enormi e lo sono da molto tempo, ma a Mogadiscio la situazione è
particolarmente critica” racconta J. Pentiga di MSF. “La Somalia
è tra i paesi con i peggiori indicatori sanitari al mondo. C’è una
malnutrizione cronica e un’ampia diffusione della tubercolosi,
e in alcune aree sono endemiche malattie rare e mortali. Sedici
anni senza un governo centrale hanno lasciato la Somalia quasi
priva di assistenza sanitaria pubblica e gratuita. Ci sono molte
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cliniche private, ma sono a pagamento e la maggior parte dei
somali non può permetterseli. Quindi la gente muore ogni giorno
a causa di malattie facilmente curabili”.
Il recente conflitto ha reso la situazione sanitaria di Mogadiscio
ancora più grave. Moltissimi civili sono rimasti feriti nel corso
dei combattimenti, proprio mentre gran parte degli ospedali
sono stati chiusi per i danneggiamenti.
Sono andati distrutti anche i punti di rifornimento idrico, e ciò
ha provocato un enorme aumento dei casi di diarrea, in un paese
in cui il colera è considerato una cosa normale, con la “stagione
del colera” che dura ogni anno da novembre a marzo.
Le persone sono ancora troppo impaurite per andare nelle
poche strutture sanitarie rimaste aperte, o non hanno i soldi
per pagarsi il trasporto. …. Abbiamo colto subito l’opportunità
di aprire un altro piccolo centro di cura per il colera. In pochi
giorni abbiamo approntato il centro e iniziato le visite, e poiché
il numero di casi sembra stia scendendo, abbiamo aperto anche
un ambulatorio per i bambini al di sotto dei cinque anni”. I due
centri sembrano quindi procedere a un buon ritmo, e questo
non può che rappresentare una speranza per una popolazione
sull’orlo della crisi sanitaria.
Valerio Lastrico
vvv
Uguali e diversi
CONTINUA L’IMPEGNO DELL’ARCI
SUL TEMA DISCRIMINAZIONI
Notizie sull’uguaglianza
Anti Discrimination and Diversity Training è un
progetto della Commissione Europea che prevede
lo studio della legislazione nazionale in materia di
discriminazione nei Paesi Membri (PM) dell’Unione
con l’obiettivo di sottolineare e promuovere il ruolo
civile e sociale di ONG e sindacati. L’adozione del
Racial Equality Directive (dir. 2000/43/CE) e dell’Employment Equality Directive (dir.2000/78/CE)
costituisce il punto di riferimento nello sviluppo
della legge e delle politiche sull’antidiscriminazione
nell’Unione Europea e la società civile gioca un
ruolo cruciale nell’intero processo di adozione, recepimento e implementazione di queste direttive.
ARCI è stata designata come capofila del progetto
in Italia e si occuperà dell’organizzazione degli
incontri formativi. L’obiettivo fondamentale è quello
di potenziare la conoscenza della legislazione
nazionale ed europea, la consapevolezza del
ruolo delle ONG e dei sindacati, e di evidenziare
la loro capacità di lavorare in rete, interloquire con
le autorità e assistere le vittime.
I formatori saranno copriranno cinque punti fondamentali: discriminazioni indirette, protezione
contro le discriminazioni, azioni positive, appropriati
rimedi, implementazione.
Per ulteriori informazioni e per i dettagli del programma:
Aida Nahum Ufficio Immigrazione Nazionale
allo 06.41609217 oppure inviando una email a:
[email protected]
vvv
Qheswa Simi
IL QUECHUA LA LINGUA
DELLE ANDE
La Fondazione Casa America e la
cultura dell’Impero Inka
La lingua Quechua (Qheswa Simi) è la lingua nativa più
diffusa nell’America Andina, fa parte del patrimonio
culturale dell’identità peruviana ed è riconosciuta lingua
ufficiale in Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Perù
e Venezuela. Attualmente è parlata da circa 13 milioni di
persone in Perù e da circa 30 milioni di persone in tutta la
regione andina (comprendente Perù, Bolivia, Ecuador, Cile
ed Argentina settentrionale, Colombia meridionale e Brasile
Riviera Frontera).
Il Quechua era la lingua dell’Impero Inka del Tawantinsuyo
(XIII - XVI sec.). Lo studio di questa lingua significa
quindi anche un’immersione nella antica cultura Inka e
l’occasione per approfondire la conoscenza di questa
civiltà, della sua storia, della sua religione, dei suoi miti
e leggende, nonché conoscenze quali arte, architettura,
ingegneria, astronomia, scienze naturali, medicina,
agronomia, artigianato. Il Corso La Fondazione Casa
America e l’Academia Mayor de la Lengua Quechua,
in collaborazione con il Consolato Generale del Perù
a Genova, istituiscono un primo corso sperimentale
gratuito di lingua Quechua e cultura Andino-Inka.
Non occorrendo conoscenze specifiche pregresse,
l’invito a partecipare è rivolto a tutti: appassionati di
civiltà antiche, studiosi di antropologia, lingue, storia,
semplici curiosi. Le lezioni si terranno fino a giovedì 8
novembre presso Villa Rosazza, sede della Fondazione
Casa America ogni giovedì dalle ore 17.00 alle ore
19.00.
Fondazione Casa America
Villa Rosazza Genova
010 2518368
[email protected] - www.casamerica.it
SPAGNA
L’integrazione degli immigrati in Spagna viene facilitata
dalle diversi associazioni che, come la nostra, aiuta queste
persone anche se non è per tutti uguale perchè dipende,
soprattutto, del paese di origine.
Quando si lavora con loro lo si fa adeguandosi alle
necessità di ognuno, si fanno gruppi e si lavora con loro,
generalmente questi gruppi si dividono per nazionalità e
difficoltà di lavoro.
Il lavoro principale si porta avanti nelle scuole mettendo in
comune tanto i bambini come i ragazzi perchè, per fortuna,
questi bambini stranieri vanno a scuola con gli spagnoli, e
questo ormai è un gran vantaggio.
Esistono anche attività extrascolastiche delle quali si incaricano associazioni che possiamo trovare nei quartieri delle città
e che portano avanti progetti d’integrazione. Questa parte
sarebbe la seconda più importante da sviluppare perchè è
qua dove loro sono liberi di scegliere e non si vedono costretti
a relazionarsi come invece può succedere a scuola.
Tina Martinez Garcia
INtercultural experiences in the UK
To introduce the topic of multi-culturalism and encourage
discussion, we have used Mary Marsland’s painting.
Art has helped students to talk about issues such as the
difficulties of being in an ethnic minority group, the local
situation e.g. Polish immigrants, strong views re extremists,
religious differences and how clothing is used to distinguish
groups. One group found it useful to relate to films such as
‘Bend it like Beckham’ to discuss cultural differences.
The ethnic majority in research to date has been predominantly white British. We are trying to broaden the research
to include more of a cultural mix. However, it has been
interesting to note how the research has started to reveal
the attitudes and strong opinions of some young people
on this topic.
Following press coverage of the last project meeting (see
below), we are planning a press article and photo of students
and teachers for distribution to local and national press to
continue to publicise the project.
DAL MONDO
ROMANIA
In Romania non è raro trovare “classi a colori” e nelle quali risuonano
lingue tra loro diverse. A volte, i genitori iscrivono i figli a scuole nelle
quali si insegna la lingua d’origine, l’italiano ad esempio, e dove avviene, quindi, un contatto ed uno scambio tra lingue e culture diverse.
Nella maggioranza dei casi, invece, è compito degli insegnanti dedicarsi
a trovare attività interessanti e coinvolgenti per i ragazzi delle classi
multiculturali, che portano con sè molte culture e molte esperienze e
che ne permettano la condivisione con i compagni.
Il metodo attivo è molto utilizzato in Romania, soprattutto a partire
dal momento in cui la scuola rumena ha introdotto un sistema di
attribuzione degli incarichi ai docenti basato sulla valorizzazione del
merito degli insegnanti stessi, valutato ogni anno in base alle attività
svolte e ai metodi seguiti. Il metodo attivo. basato sul coinvolgimento
del singolo e della classe, si è rivelato sicuramente positivo ed efficace
nel costruire relazioni e favorire l’integrazione, anche con i bambini rom,
numerosi nelle scuole rumene.
Monica Andrasescu
FRANCIA
Come altri paesi dell’Unione Europea, la Francia si definisce “pays
d’acceuil” (paese d’accoglienza) per l’alta percentuale di immigranti
presenti sul territorio. In passato molte iniziative sono state prese
per agevolare l’inserzione degli stranieri.(assistenza sanitaria, aiuti
finanziari alle famiglie, costruzione di case popolari…ecc) Questo ha
favorito l’insediamento di intere comunità provenienti soprattutto dai
paesi del Nord Africa (Marocco, Tunisia, Algeria…) Il problema della
barriera linguistica non si è neanche presentato perché la presenza
coloniale francese ha fatto si che la lingua fosse già insegnata in gran
parte nelle scuole locali. I ragazzi che oggi vanno a scuola fanno parte
della terza generazione di questi immigrati e per la maggior parte
si sentono francesi. Proprio per quel motivo certi sentono invece il
bisogno di rivendicare la loro identità religiosa e culturale. Questo
fenomeno riguarda soprattutto le ragazze, le quali decidono di portare
volontariamente il velo e di seguire i precetti della religione islamica. Il
fenomeno ha fatto nascere molte polemiche in un paese che si vuole
laico e che rifiuta l’ostentazione di segni distintivi religiosi. In Francia
non si può parlare di vere e proprie iniziative per quanto riguarda le
classi multiculturali perché la presenza di varie culture è ormai entrata
nella cultura francese stessa! Si può comunque far notare che in molti
istituti superiori, l’arabo è proposto come seconda lingua proprio come
l’italiano e lo spagnolo.
ARGENTINA
La costituzione argentina nel suo preambolo promuove la pace per tutti gli
abitanti del Paese. L’educazione è regolata per leggi nazionali e provinciali e in
queste viene specificamente rispettata la diversità di etnia. Esiste in generale, una
salutare disposizione dalle scuole, istituzioni, associazioni, centri municipali, Ong,
ecc. verso gli stranieri, perfino la parola “straniero” viene poco usata riguardo i
residenti non argentini e invece la si usa riferita ai turisti. Speciale accoglienza
ricevono i giovani stranieri che vogliono frequentare l’università, sono benvenuti
anche come risorsa economica. L’argomento integrazione nella realtà educativa
argentina non ha grande spazio nella discussione sulla scuola, forse perché la
percentuale di stranieri che frequentano la scuola è ancora minima. Sebbene
esistono parecchie comunità di latinoamericani (boliviani, peruviani, cileni) questi
non vengono considerati stranieri agli effetti dell’integrazione, anche se ci sono
alcune differenze culturali. Altre comunità storiche come quelle di origine ebraica,
sirio-libanese, armena, croata, greca, zingara (da ricordare che l’Argentina è stato
paese d’immigrazione nello scorso secolo) mantengono le loro radici e si sono
integrate alla cultura locale che rispetta le loro abitudine e feste religiose. Negli
ultimi decenni sono arrivate diverse comunità di coreani e di cinesi che imparano
la lingua, i loro figli frequentano la scuola. La diversità è una delle caratteristiche
dell’Argentina, forse sia questa una delle grandi ricchezze di un Paese in fase di
sviluppo, nel quale si deve ancora promuovere il diritto dei ragazzi e dei giovani
all’educazione in ogni angolo del suo immenso territorio.
Carina Vulcano
RUSSIA
Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica e la nascita degli stati nazionali, lingue
come il georgiano, l’armeno, l’azerbaigiano, l’ucraino, eccetera, eccetera, sono
diventate le lingue ufficiali dei rispettivi paesi ed è stato il russo ad aver perso la
posizione di preminenza, anche se in molti stati dell’ex impero esiste una forte
minoranza russofona, più o meno tollerata dai nuovi governanti locali. La СССP
(l’ex Unione Sovietica) era uno stato multietnico nel quale le differenze di razza e
religione passavano in secondo piano rispetto al concetto di “fratellanza sovietica”,
la lingua russa, insegnata in tutte le scuole dello stato, faceva da collante tra i vari
popoli. In realtà si trattava di un’eredità dell’impero zarista ed era stata imposta
a discapito delle lingue nazionali il cui uso era stato disincentivato se non apertamente ostacolato. Nella scuola russa, sono stati creati, per il momento, purtroppo,
solo a Mosca, nuovi Centri di Etnologia i quali elaborano veri e propri programmi
di intervento, dedicati alla comunicazione ed al dialogo interculturale; si tratta di
percorsi di formazione e training alla tolleranza, condotti da educatori e psicologi,
rivolti non solo agli alunni e alle loro famiglie, ma anche al personale docente
scolastico, nel corso dei quali si cercano di sviluppare i valori della tolleranza e
della pace, di fare profilassi contro l’estremismo e di sgretolare gli stereotipi negativi
intorno agli appartenenti alle minoranze etniche.
Larissa Sazanovitch
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FestivalBisagno
Quinta edizione
Concorso per artisti e band
emergenti
FESTIVALBISAGNO 2007
V EDIZIONE
Effetto Larsen Premio Miglior gruppo
Anche quest’anno FestiValbisagno! Note, giovani,
persone e personaggi che
si sono alternati su e giù
dal palco, tra lontre che
diventano uomini ed editori
che diventano presentatori
Effetto Larsen Premio … Il tutto in una giornata
miglior gruppo
di sorprese, di idee e di
simpatia, con musicisti
che per la prima volta finiscono sotto i riflettori e
gruppi che invece di riflettori ne hanno già conosciuti
tanti … Stesso mix di ogni anno eppure ogni anno
sembra il primo … quest’anno il 23 giugno 2007
presso l’Arena della Sciorba i vincitori sono stati: gli
“Effetto Larsen” scelti come
miglior gruppo, i “Drunken
Batterfly” premiati per il miglior inedito e “Jenniffer Villa”
premiata dalla critica. E poi
da Music Store Ricordi per la
premiazione, alla presenza Drunken Butterfly Predai membri della giuria di mio miglior inedito
qualità e popolare che hanno
consegnato a tutti i gruppi partecipanti all’evento
un certificato di partecipazione come finalisti e poi
altri premi per i vincitori, tra cui
una scultura creata da Alfonso
Gialdini e libri offerti dalla casa
editrice La Lontra.
Un grazie ancora oggi al Quarto Municipio per la realizzazione dell’iniziativa e tutti gli enti
Jenniffer Villa Premio che con la loro partecipazione
della critica.
hanno permesso la realizzazione dell’evento, non per
gli ultimo un ringraziamento particolare a tutti gli
sponsor che hanno creduto nel nostro progetto e
ci hanno sostenuto.
Pasticceria Roberto - p.za Martinez 20 r – Genova 010500117 - Dog sitter Laura(anche il fine settimana) 3473323008
NADIR STUDIO Recording & Mastering Studio - Via Saluzzo 5 r. Tel./fax 010 3106112 - www.nadirmusic.net - Genova
Fabbri Stefano Traslochi Nazionali Internazionali - via Geirato 112/I/R - Genova - tel: 010 8355878 - fax: 010 8355036
Christian Gavino - [email protected] Consulente Informatico
Il Punto Verde - Erboristeria - Via Oberdan 119 R - Tel. 010 3726171
Mediacom - Computers - Assistenza PC – Informatica - Via d’Aste 45 R - Tel.:0105530129 / 0105530485
Frog’s planet - Studio di registrazione - Rivarolo Tel.:3356079488 Tel.:3924377027 - www.frogsplanet.it
BIBI BAR di Borra Stefania Corso Buenos Aires 97 R - www.Soundvillage.it
Progetto Integrazione è partner del Progetto Europeo
ISIS
“Innovative System Improving teachers inter-cultural Skills”
financed by the European Commission within the scope of “Leonardo Da Vinci Programme” 2000/20006
(Pilot Project N°: I/06/B/F/PP-154186)
Obiettivi del progetto:
definire un modello educativo innovativo al fine di offrire metodologie e strumenti innovativi per formatori ed insegnanti per aumentare
la comprensione e la gestione del fenomeno dell’interculturalità e dell’interlinguismo nella sub cultura giovanile.
o Metodologie e strumenti per capire i valori giovanili, i processi interlinguistici (verbali e non verbali) all’interno di gruppi con
studenti provenienti da differenti paesi (rapporti orizzontali) e tra insegnanti- formatori e studenti- giovani (rapporti verticali).
o Identificazione di metodologie e strumenti per la gestione di processi comunicativi e relazionali attraverso lo sviluppo di strategie
comportamentali ed educative.
o Attivazione di corsi di training e di una serie di strumenti innovativi per insegnanti e formatori non coinvolti in prima istanza nel
progetto e all’interno di staff scolastici e enti di formazione (peer-trainig).
Durata del progetto 24 mesi - Inizio del progetto: ottobre 2006
Per ulteriori informazioni sul Progetto ISIS: [email protected];
Local Project Manager: Laura Livi - [email protected];
10
www.caratteridiversi.org
SOMMARIO
Tempo libero - Letteratura Musica
Redazionale ..............................10
Oggi è già domani.......................10
Punti UNICEF sul territorio.......11
Consigli per gli acquisti
B. Coli..........................................11
Effetto Larsen miglio gruppo...12
Recensioni ...............................12
Danza .........................................13
Musica .......................................14
Poesia .....................................
In copertina:
“Pioggia”, 2007
di Loana Mori
REDAZIONALE
CARATTERI DIVERSI CERCASI è
il titolo del nostro concorso, rivolto a
tutti coloro che scrivono disegnano
fotografano e che spesso si chiedono se lasciare tutto nel cassetto o,
peggio, farne aeroplani di carta da
far planare dalla finestra in un suicidio simbolico…perché esistono, i
caratteri diversi, esistono creature che
avrebbero cose da dire e che in effetti
le dicono ma gradirebbero e tanto
anche avere qualcuno che ascolti
la loro presenza nel mondo…Non è
facile, per loro, trovare posto sulla
terra, non è facile trovare le forme da
prendere, sulla terra, senza smettere
di essere se stessi e senza sentirsi,
ogni giorno, quelli sbagliati….caratteri
diversi appunto….
vvv
OGGI è Già DOMANI
…in tutte le librerie della Liguria, del
Piemonte, della Valle d’Aost e in internet sul sito www.ibs.it
...due ragazzi in un centro di accoglienza per
migranti … due mondi e due vite che si incontrano senza averlo deciso e che si confrontano
permettendo a se stessi e all’altro di guardare
oltre la propria esistenza … storie parallele
che uniscono i mondi all’interno del comune
e difficile compito di crescere … per loro, ma
anche per il lettore in fondo, Oggi è già domani
… Roberto Stranieri ci racconta
così una vicenda
che non si basa
su dichiarazioni di principio o
stereotipi relazionali. Qui tutti
in realtà aiutano
www.caratteridiversi.org
tutti a trovare la propria strada in un gioco
di situazioni che le persone, come già nel suo
primo romanzo L’ottavo giorno della settimana,
decidono solo in parte …
Genova, Edizioni La Lontra, p. 76. euro 10
Il giorno 14 novembre alle ore 11 presso l’I.P.S.I.A
A. Meucci
PUNTI UNICEF SUL TERRITORIO
apertura di una nuova sede a cura degli
adolescenti del L.E.T. Presente Futuro
La proposta educativa dell’UNICEF ha come obiettivo
quello di promuovere una cultura rispettosa dei diritti
dell’infanzia e dell’adolescenza attraverso la cooperazione internazionale. Per raggiungere lo scopo di
essere più vicino ai cittadini e soprattutto ai giovani, il
comitato UNICEF di Genova ha aperto numerose sedi
sul territorio comunale e provinciale. Nei punti UNICEF
sul territorio e’ possibile ogni giorno occuparsi dei
problemi del mondo: incontrarsi, approfondire i diversi
temi, elaborare e realizzare nuove iniziative. Ognuno
può essere protagonista e responsabile, occorre solo
decidersi. È possibile consultare o prendere a prestito
tutte le pubblicazioni riguardanti i diritti dell’infanzia,
la didattica, i progetti, gli studi e gli approfondimenti, i
manifesti e le videocassette. Il Punto UNICEF funziona
come sportello di informazioni e d’ascolto per prevenire
eventuali situazioni di disagio giovanile e per impostare
programmi di iniziative finalizzate a creare una “CITTA’
AMICA DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI” nel rispetto
della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia. Inoltre,
il Punto UNICEF ha l’obiettivo di offrire l’opportunità, a
chiunque fosse interessato, di occuparsi direttamente
di promuovere eventi e manifestazioni, volte a sensibilizzare le Istituzioni in modo da attivare le “Buone
Pratiche” necessarie a sviluppare un’autentica cultura
dell’infanzia e dell’adolescenza.
vvv
…sempre utili…
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
Musicali…
Attenzione, stanno per arrivare due film di musical: “The Producers” di Mel Brooks e “Rent” di Jonathan Larson (ho citato
i compositori e non i registi). Ve ne parlerò la prossima volta...
Così terminava un mio articolo. Ebbene, è passato un po’ di
tempo e “The Producers” ha fatto in tempo ad arrivare nelle
sale e a sparire con la velocità di un battito di ciglia. Questo
denota l’attenzione del pubblico italiano per il musical e la
11
più che ovvia totale mancanza di cultura di tutti quanti si
occupino di cinema (compresi i redattori di Ciak) ma, lungi
dall’abbandonarmi a lamentazioni o a insulti verso i miei
connazionali, passo decisamente a parlarvi di un’altra cosa.
Un amico detenuto a Marassi (uno dei miei “Scatenati”) mi
ha chiesto di fargli una cassetta con delle musiche che lo
rilassassero, da poter ascoltare in cuffia, la sera, in branda.
Mi sono quindi messo al lavoro e ho raccolto un bel po’
di brani. Quando li ho messi in ordine per riversarli, mi
sono accorto che avevo scelto, quasi inconsapevolmente, i pezzi di musica non vocale che hanno segnato la mia
infanzia e la mia giovinezza. Capisco che non vi importi
un fico delle mie proprie passioni musicali infantili, ma
penso che questi brani, se hanno avuto il potere di affascinare me, potrebbero magari affascinare anche voi. Passerò quindi a elencarne alcuni, facendo seguire a titolo e
autore un breve commento. Magari per qualcuno parlerò
di brani troppo conosciuti e familiari… Dio lo volesse!
1 Beethoven - Sonata per pf. n° 14 in do diesis minore – Adagio (Al chiaro di luna). Se qualcuno non ha mai
sentito questo adagio si affretti a cercarlo e lo ascolti. È di
una bellezza, di una perfezione che lascia senza parole…
chi invece lo conosce non potrà che concordare con me, e
quindi passiamo al prossimo brano che è: 2 Debussy – Clair
de Lune. Da un notturno all’altro, saltando a pié pari quasi
un secolo (1801 – 1890). Tratto dalla “Suite Bergamasque”
(che è straordinariamente bella tutta) questo chiaro di luna
ci fa capire, soprattutto se accostato all’omonimo pezzo di
Beethoven, come in effetti in un secolo sia cambiata soltanto la forma, e dalla compostezza del classicismo si sia
passati alla splendida libertà dell’impressionismo lasciando inalterata la sostanza, cioè il sentimento, la tenerezza…
d’altronde i sentimenti non seguono le mode o gli “ismi”. Il
terzo brano che vi propongo è il “Mattino”, tratto dal “Peer
Gynt” di Grieg. Quando ero ragazzo questa musica faceva
da sottofondo ad una famosissima pubblicità…che tristezza…però questa pubblicità (o meglio: “réclame” come si
diceva allora) è servita a far conoscere questo splendido
pezzo…anzi ora che ci penso allora sì che si usava della
musica classica negli spot pubblicitari e quindi si regalava al pubblico la possibilità di ascoltare anche se per pochi minuti dei capolavori…mentre ora il massimo dell’arte
è quel solito stunfustunfu trito e ritrito tango di Piazzolla
che veramente non se ne può più mentre il resto è quasi
sempre uzzuzz robaccia. Da réclame a réclame passiamo
a: 4 - Beethoven – Romanza per violino (bellissima – pubblicizzava, credo, un liquore) da ascoltare assolutamente e
da confrontare con 5 – Cantabile per Violino e Pianoforte
di Niccolò Paganini. “Che vuol’ella, Eccellenza, il pezzo è
bello/ poi nostro…” (Giusti – S. Ambrogio) eh, sì, il nostro
genovese ci sapeva fare anche come compositore…ma i
colti non lo considerano più di tanto. 5 – Paradisi – Toccata
per Arpa. Era la musica dell’”Intervallo”. Qui siamo in pieno
barocco, una meraviglia. Saltiamo due secoletti e passiamo
alle trtrtrtrtrtrtrtr (rullo di tamburi) 6 - GYMNOPEDIES di
Eric Satie. Sono tre brani per pianoforte di una semplicità
apparente ma di una profondità incredibile. Piacevoli e commoventi hanno anche il pregio d’essere facili da suonare,
per chi come me non è pianista provetto. FONDAMENTALI.
E ho detto tutto. A proposito: il 26 esce “Rent” al cinema. Se
volete andarlo a vedere affrettatevi perché dopo due giorni
lo tolgono….
Bruno Coli
12
www.caratteridiversi.org
vvv
CARATTERI DIVERSI CERCASI
Seconda edizione
Cerchiamo poeti, scrittori, pittori, disegnatori, fotografi... giovani
che abbiano voglia di esprimersi.
IL CONCORSO È GRATUITO E IL TEMA È LIBERO
È possibile partecipare con un solo testo che non può superare le
due cartelle dattiloscritte
È possibile partecipare con una sola foto o un solo disegno.
Puoi mandare i tuoi lavori all’indirizzo email [email protected] entro il 10 dicembre 2007 indicando nome,
cognome, età, recapito telefonico o portarli a ORIENTAMENTI, allo stand del Piano regolatore sociale alla Fiera
del Mare nei giorni 29-30-31 ottobre
I lavori più interessanti, a insindacabile giudizio della redazione,
saranno pubblicati sul sito www.caratteridiversi.org e sul numero
di febbraio del periodico Caratteri Diversi
vvv
Sergio Fedriani - “CON IL MIO CAPPELLO BLU”
Dal 5 ottobre al 26 ottobre 2007 – da Martedì a Sabato Orario
continuato 10.00 – 19.30
Nell’ambito di START, la Galleria San Lorenzo al Ducale propone “con
il cappello blu…”, mostra interamente dedicata a Sergio Fedriani, a
quasi due anni dalla prematura scomparsa.
È difficile non rimanere colpiti dai colori che ha utilizzato l’artista.
“Siamo subito attratti dai suoi gialli acquerellati che confluiscono
negli azzurri o nei rosa… entriamo immediatamente proprio attraverso di essi nella dimensione poetica di Sergio Fedriani” ha detto
Emanuele Luzzati parlando della tecnica del suo amico.
Sergio amava rappresentare se stesso nelle sue opere: attento osservatore vestito con un cappello e con una sciarpa sempre al vento;
un sognatore che diventa parte integrante del sogno, della sua stesa
rappresentazione. “Con il mio cappello blu…” percorre un viaggio
nel colore, nel divenire della poetica di Sergio Fedriani, attraverso i
cieli stellati notturni, gli arcobaleni,i tramonti mozzafiato e le navi
in partenza“…e la luna un po’ più in su.” L’opera figurativa di
Sergio Fedriani si è trovata pian piano, zitta zitta, con la discrezione
tipica del suo autore, a lasciare un segno nella cultura della città di
Genova. A partire dalle primissime esposizioni di questo artista della
contemplazione e del sorriso, già dalla fine degli anni Settanta, fino
alla sua immatura scomparsa meno di due anni fa – e in particolare
nel perio0do della “rinascita” cittadina a cavallo tra le Celebrazioni
Colombiane e la carica di Capitale Europea della Cultura- il mondo
fantastico fedrianeo, che ama slargarsi in cieli sereni trascoloranti
sopra vasti orizzonti marini, con tutto quel che tali vuoti apparenti
di volta in volta possono ospitare a sorpresa, è riuscito a penetrare
nelle pieghe di flanella del capoluogo ligure e a permeare di sé una
nuova attitudine della genovesità, più rilassata e ottimista rispetto al
passato, decisamente più colorata, perfino più estatica.
Così al pari dell’arte di Lele Luzzati, anche di quella di Sergio Fedriani
si è appropriata felicemente la città di culla di entrambi, quasi incredula di poter riconoscere in sé impreviste e benvenute qualità di gioia
nascosta. Ma se l’espressività luzzatiana è sempre stata esplosivamente
mediterranea, quella di Fedriani si è presentata mantenuta piuttosto
ammantata di un maggior riserbo,di una delicatezza quasi britannica,
conferendosi in ciò ancor più “genovese”.
Il suo omino alter-ego, estate e inverno sfoggiante gli stessi paltò, le
stesse sciarpe svolazzanti, gli stessi eleganti borsalino, presente ormai
sulle pareti di innumerevoli case cittadine, si è imposto dolcemente
come un efficace emblema dello spirito contemplativo e sognante
linguistico. Sarebbe giusto e bello, dunque, che prima o poi la città gli
erigesse un monumento, ben posizionato in uno spiazzo che prenda il
nome dal suo autore. L’ideale, certo, sarebbe un belvedere sul mare.
...arte
vvv
OLTRARTE
…con mille voci…
La mostra si inaugurerà presso il museo
di Sant’Agostino il 15 novembre alle ore
9.30, si aprirà con una tavola rotonda a cui
parteciperanno rappresentanti Unicef come
Giacomo Guerriera vice pres. Nazionale, rappresentanti istituzionali
quali Leonardo Flamminio dell’Universitè agli Studi di Genova, il
direttore editoriale Ivano Malcotti. Sarà presentato lo sviluppo
del progetto che va oltre l’arte, in quanto la stessa struttura della
mostra diviene uno strumento di approccio cognitivo –educativo da
trasferire ai vari saperi. Nel caso specifico, l’arte si connota come
arte che prende in esame varie destrutturazioni, in quanto esse
sono parte dell’arte contemporanea e ne delineano il suo sviluppo
e la sua involuzione. Esporranno artisti in coerenza con il significato
progettuale. Ricordiamo: Aube Butte, Valeska Ramirez, Margherita
Levo Rosenberg, Walter Di Giusto, Brunella Scarpellini, Silvia Rizzo,
Silvana Franco, Susana Lunini. L’arte si è decodificata in musica: è
stata, infatti, strutturata una colonna sonora che abbraccia più generi
musicali in un’unica voce. Il compositore è Sandro Cerino, la voce
è di Daniela Panetta. La musica si è tradotta in danza e anche su
questo linguaggio si stanno compiendo ricerche e sperimentazioni.
I linguaggi affrontati in Oltrarte sono efficaci in ambito educativo,
in quanto favoriscono la socializzazione e l’integrazione tra mondi
diversi, mettono in movimento tutti, senza escludere nessuno. Il
lavoro prende in esame e trova essenziale la scheggia di colore e il
frammento quali moti di progresso, nel rispetto delle diverse abilità..
Il collegamento con le scuole è stato e sarà sempre importante per
registrare i bisogni dei ragazzi. In concomitanza con la mostra sarà
curata la presentazione dei lavori di giovani artisti e studenti come
testimonianza attiva all’iniziativa culturale.
Maria Galasso
vvv
Culture Factory di Genova della Fondazione
Eni Enrico Mattei
LABORATORIO DI POESIA
Il Progetto Culture Factory della Fondazione Eni Enrico
Mattei e l’Associazione Culturale Aglae Edizioni, in collaborazione con il gruppo di poesia ‘viandante’ (www.
viandanteweb.com), all’interno del concorso di poesia
www.caratteridiversi.org
13
Coriandoli: ‘Aerei di carta’, propongono un laboratorio
poetico finalizzato alla composizione di opere da mettere
a concorso per l’anno 2007.
Il laboratorio si tiene presso le cinque sedi del progetto
(Torino, Roma, Genova, Milano, Venezia).
Le date: Genova: giovedì 19 ottobre 2007, dalle 17.00
alle 19.00 Milano: mercoledì 26 settembre 2007, dalle
17.00 alle 19.00
vvv
I Kuna
L’ALTRA ARTE
Una mostra per incontrarli
È una mostra che dall’8 al 23 settembre 2007 Ecomuseo
Villaggio Leumann in Corso Francia 349-Collegno (To) ha
presentato il frutto di un decennale lavoro di ricerca teorica
con una raccolta iconografica compiuto dall’autore Pedro
Uriel Sánchez Zárate, propone di far conoscere, attraverso
l’evoluzione dello strumento di comunicazione visiva
della cultura kuna (le molas), la vita e i valori di questa
popolazione originaria delle Americhe, stanziata oggi tra
la Colombia e Panama. L’idea che sottende il percorso
teorico dell’autore è che si possa contribuire a difenderne
l’identità dal rischio di omologazione e di assoggettamento
alle culture dominanti attraverso il recupero, la comprensione e la valorizzazione delle simbologie che stanno alla
base della produzione artistica e culturale dei Kuna.
L’artefatto simbolico che caratterizza la cultura kuna
rispetto ad altre è la mola, pannello tessile generalmente
rettangolare (cm 30 x 40), creato dalle donne kuna e
utilizzato come parte del loro abbigliamento tipico e per
comunicare a livello visivo l’essenza della loro cultura
e il loro modo di concepire il mondo. I disegni a cui si
ispirano, infatti, sono derivati da miti e leggende che
spiegano l’origine del mondo e dell’universo, da eventi
storici come la Conquista delle Americhe o la loro lotta
per l’indipendenza (rivoluzione “Tule” del 1925) o dalla
realtà naturale che le circonda (animali, piante medicinali,
alberi e fiori della foresta), mentre molti altri si riferiscono
a oggetti appartenenti alla modernità...
Foto di Elia Biraschi
Le foto del freestyle contest del 22 aprile alla festa
del CIV Gottardino di Barbara Spagnoletti
Il 24 novembre...
BREAK DANCE!
...alla Piastra dalle ore 15...
...è autunno anzi quasi inverno ma si balla ancora...
continuano le sfide e i cerchi di breaker impegnatissimi
a dare il meglio di sè e stavolta lo faranno alla Piastra,
spazio aggregativo libero di Staglieno dove da quasi
due anni si alternano iniziative sportive, artistiche e di
gioco che coinvolgono giovani e adulti nell’impegno di
rendere i giardini Cavagnaro, la Piastra appunto, un
simpatico luogo di incontro e confronto...Agorà, ARCI,
SABA - AS.MEC, Promosport, Teatro dell’Ortica e Progetto Integrazione, nell’ambito delle attività del L.E.T.
Presente Futuro, organizzeranno appunto un cerchio,
non di fuoco ma di ballo, nel quale saranno coinvolti
piccoli e grandi in autentiche imprese acrobatiche, non
dimenticando mai che la break dance è solo una delle
tante identità della cultura hip hop, tutta da scoprire
nonostante in fondo sembri così vicina...
vvv
A LONG TIME AGO
di Carlo di Francescantonio
io non lo so come sarei adesso
se fossi salito per quelle scale
oltre la porta
i gatti nel salotto
sopra ai fogli
la signora di ottanta e chissà quanti altri
anni
io che parlo guardandola
io non lo so come sarà quando
non ci sarò più
magari le persone mi ricorderanno
con disprezzo
a me che si rimprovera di essere
fraintendibile
stupido
banale e perché no
prevedibile
qualcuno aggiunge permaloso
io che ho sempre preso pugni in faccia
restando in disparte
14
www.caratteridiversi.org
chissà se patrizia ricorda
come mi ha ucciso nell’atrio di lettere
povera troia paranoica senza origini
ma lei è solo un nome
molte altre lo hanno fatto
e io sono un gatto infinito
che ha come gomitolo la luna
una mamma
che mi ricuce i tagli
quelli che gli occhi non vedono
perché le parole feriscono e svuotano
ti fanno svegliare solo
mortificato
deriso dalle persone
trasparente per chi ci attrae
ma non te la prendere mi dico
perché arriverai da qualche parte
e che cosa vuol dire mi dicono
ma non ho ancora voce per rispondere
vvv
I VINCITORI
Siamo al termine del nostro primo concorso!
... bellissimo poter ogni giorno aprire la posta e trovare una nuova mail
con i vostri lavori :-), tutti meritevoli per la loro creatività! sono arrivati
testi di diverso genere che ci hanno raccontato un mondo fatto di affetti,
storie, emozioni e paure. Ma ci hanno anche portato mille immagini di
luoghi lontani e vicini e poi persone, compagni di vita, ombre e penombre
di un mondo raccontato in tanti modi... La scelta è stata difficile ma alla
fine...Ecco i nomi dei vincitori della prima edizione del concorso “caratteri
diversi cercasi...”
Fotografie Barbara Spagnoletti “Calabria (in copertina) - Disegni Loana
Mori “Pioggia” (in copertina) - Testi Mattia Pietrozotto “Incubi”
Incubi
È quasi notte...anzi forse lo è già, forse per me oggi il giorno non neanche
iniziato…troppa nebbia fuori dalla finestra, il silenzio è assordante. Stamattina mi
sono svegliato prestissimo, di sicuro di soprassalto, un incubo mi ha tormentato,
sembra che mi accada una volta alla settimana. Non è che sogni qualcosa di particolarmente pauroso o temibile, ma la sensazione che mi lasciano è come quella
di un condannato a morte che vede la sua ultima alba…è la paura, il terrore…in
modo purissimo…allo stato primordiale. Però mi sento quasi contento…mi sento
regista della mente e dell’inconscio, architetto delle tenebre, delle mie tenebre; e
se mai li racconto ecco che nessuno li capisce, così che posso vivere l’unicità, la
solitudine dell’emozione. Se mai li potessi paragonare a dei film…sarebbero film
muti, in bianco e nero, dell’orrore naturalmente. Intendiamoci…questi incubi,
non è che gli aspetti con ansia, cono come una goccia di pioggia gelida che ti
percorre la schiena mentre fai le scale di fretta, sono l’ombra che vedi spuntare in
fondo alla strada, sbucare dalla nebbia. Ebbene per me sono l’estrema emozione,
non la vorresti sentire ma la patisci. Quando ci ripensi nel letto, ti rigiri, ti copri,
ma sai che i personaggi che hai partorito sono lì ad osservarti, da attori sono
spettatori…..tu per loro sono la calma, sei davvero l’immobilità, ora, grazie a
loro, una volta a settimana, una notte, calato in un altro mondo, mi sento vivo,
emozionato…finalmente.
Mattia Pietrozotto
Associazione Culturale TribUrbana & Dj
NioS presentano: NARCISISTI & OSSESSIVI - MUSICA NERA DELLA LIGURIA
Presentazione della compilation ed invito per tutti i liguri che producono
Black Music
Tempo fa, il noto poeta e professore Edoardo Sanguineti ha affermato che “i
liguri, per definizione, sono narcisisti e ossessivi”, riferendosi al loro aspetto
psicologico. Affascinato da questa massima, e vedendo nella black music
una degna rappresentazione di queste caratteristiche, Dj NioS (del gruppo
Zero Plastica – Zena Art Core) presenta “Narcisisti & Ossessivi”, la prima
compilation che ha come obbiettivi quello di fare un’istantanea sull’attuale
musica “nera” del territorio ligure, e quello di portare all’attenzione generale
il problema del disagio psicologico (la Liguria è al primo posto in Italia per
consumo di piscofarmaci e nella casistica dei suicidi… lo sapevate?).
L’invito a partecipare è rivolto esclusivamente a tutti gli artisti liguri che
producono Rap, Rnb, Funk, Soul, Reggae, Dub e “dintorni”. Per sapere
come partecipare alla selezione e tutti i dettagli sul progetto, basta andare sul
sito www.zero-plastica.com nello spazio “Narcisisti & Ossessivi - Musica
Nera della Liguria” (nella pagina delle news) e scaricare i documenti con
le istruzioni relative. All’iniziativa hanno già aderito, tra gli altri: Bobby Soul
e Les Gastones, Nversi, SensaSciou, Ohimem?, Pessimi Elementi, D.S.A.
Commando, Zero Plastica, Don Simon, LatoBesoDellaFazenda, Gigaflow,
Ultimo Capitolo, EazySkankers, Dema & Sfera. http://associazione-triburbana.blogspot.com http://www.myspace.com/dj_nios
http://www.zero-plastica.com/nio_siddharta_zero_plastica_genova.html
Scarsa lingua di terra che orla il mare…
la Liguria nella pittura e nella poesia
del novecento
a cura di Gianfranco Bruno e Lia Perissinotti testi di Gianfranco Bruno e Silvio Ferrari
Catalogo della mostra organizzata
dal FAI nel Complesso Monumentale di San Fruttuoso di Camogli. La
Liguria, “scarsa lingua di terra che
orla il mare” (Sbarbaro), con le sue
solarità e le sue asprezze,è divenuta,
nell’immaginario dei poeti liguri del
novecento, il paesaggio emblematico
dell’anima contemporanea. L’attuale
iniziativa ha l’intento di mostrare
come anche nella coeva pittura si sia formata un’identità “ligustica” dell’immagine dipinta, e come essa tragga origine dal
medesimo nucleo ispirativo dal quale nasce la poesia. Articolata
tra la Sala Capitolare dell’Abbazia e la Torre dei Doria, la mostra
presenta quarantotto dipinti di paesaggio, talora inediti, in un
percorso che va dai maggiori pittori del primo novecento in
Liguria, come Merello, Discovolo, Guerello, Canegallo, sino ai
più significativi artisti degli anni trenta.
Pagine: 76 Illustrato a colori - Euro 14.00 - Erga edizioni
vvv
www.caratteridiversi.org
Teatro della Corte – 5 e 6 ottobre 2007
Danzare in confidenza...
SONO FELICE PER TE
...LE VIE DELLA DANZA...
…per un buon inizio
... Un teatro speciale…
Recitano un gruppo di attori che lavorano da un anno allo spettacolo,
persone detenute presso la Casa Circondariale di Marassi e studenti
del Corso di Laurea in Discipline Arti, Musica e Spettacolo (D.A.M.S)
dell’Università di Imperia, e poi il regista Sandro Baldacci e il compositore
Bruno Coli. È andato in scena il 5 e 6 Ottobre. La Professoressa Mirella
Cannata, insegnante dell’ I.I.S.C. Vittorio Emanuele II-Ruffini, ha parlato
dello spettacolo e della sua realizzazione...a partire da quando è “nato”
come idea.
All’interno del carcere cittadino di Marassi è aperta la scuola di Grafica
Pubblicitaria (Diploma di Maturità), gli insegnanti sono docenti dell’I.I.S.C.
Vittorio Emanuele II-Ruffini di Genova. Il diritto all’istruzione non è tra quelli
negati ai carcerati, anzi, in quanto “diritto”, questa possibilità non dovrebbe
mai essere preclusa nelle carceri.
Quello di quest’anno è il secondo spettacolo messo in piedi sotto iniziativa
degli insegnanti del Vittorio Emanuele-Ruffini che lavorano all’interno di
Marassi e in collaborazione con: Teatro Stabile di Genova Università
degli Studi di Genova - Corso di Laurea di DAMS Con il contributo di:
Regione Liguria, Provincia di Genova, Comune di Genova, Fondazione
Carige. Il primo, “S catenati” è andato in scena al Teatro Modena a Maggio
2006. Un’attività collaterale ma di diverso genere era già stata fatta, con
la realizzazione di una guida turistica per Genova costruita su ricordi e
memorie “costrette”.
Il corso di teatro, essendo un’attività collaterale alla scuola ma della
scuola, è aperto solo agli studenti di Marassi iscritti al corso di Grafica,
ed ha partecipato chi tra loro ne ha fatto richiesta.
Tra gli attori del laboratorio non tutti hanno potuto inscenare all’esterno lo
spettacolo, il problema è il permesso d’uscita: non sempre, a seconda della
pena, può esser richiesto, e non sempre viene concesso; inoltre fino all’ultimo, pochi giorni prima, non si può esser certi che il gruppo che reciterà
effettivamente sia proprio lo stesso senza “defezioni forzate” (trasferimenti,
revoche, permessi di altro genere concessi quel giorno,...).
Lo spettacolo (trama, prove, sviluppo della locandina,...) ha la forma di
musical ed è nato dall’esperienza del laboratorio e ad esso hanno preso
parte un gruppo di quattro studenti del D.A.M.S. ed una bambina. Luogo
per le prove comuni, durate circa un anno, ovviamente l’interno del carcere.
La regia è stata di Sandro Baldacci.
La trama è la storia di due fratelli albanesi, uno “fortunato” ed uno meno,
una sorta di parabola sui viaggi della speranza, creata da frammenti di
vita personale.
Per l’anno prossimo c’è l’idea, ancora solo tale, di far partecipare
al laboratorio ed allo spettacolo ragazzi del corso diurno del Vittorio
Emanuele-Ruffini.
“Un’esperienza importante e costruttiva”, dice la Professoressa Cannata,
all’inizio i detenuti hanno partecipato tanto per passare il tempo, poi pian
piano l’attività è stata una “loro” attività, e ne hanno sentito la responsabilità, forse perchè il teatro è un qualcosa che mette in mezzo la relazione
con noi e anche quella con gli altri nel gruppo. Le persone detenute hanno
col teatro (ma potrebbero averla anche svolgendo altre attività lavorative
o ricreative consentite) la possibilità di tirare fuori la parte “bella” di loro
stessi, in un momento di vita che per varie ragioni forse non stimola a
questo. E’ inoltre importante il fatto di poter essere visti all’esterno, un pò
perchè recitare ed interessare o divertire è bello comunque, un pò perchè
è una delle possibilità per un detenuto di mostrarsi “diverso” da quello che
per status è visto e si può forse sentire.
Patrizia Canepa
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È da tanto che non scrivo qualcosa sulla danza… In questo
periodo mi sono persino chiesta se mi piaceva ancora.
Quando c’è una forte passione capita anche una crisi che
possa mettere in discussione i nostri interessi e, in quel
momento, ci accorgiamo se li amiamo davvero o no, come
succede con i grandi amori. Ho scoperto che amo ancora
danzare… la libertà e il benessere che riesce a darmi è
indescrivibile…persino nei momenti più difficili.
Per coloro che amano quest’arte è arrivato il momento
di iscriversi nelle palestre…(forse molti lo avranno già
fatto) ma io sto cercando ancora, sto facendo tante
prove e quando sentirò di essere nel posto giusto, allora
riprenderò davvero. I miei articoli vorrebbero sempre
lanciare dei messaggi: Per chi si dovesse avvicinare adesso
alla conoscenza dell’espressione del corpo come forma
artistica, consiglierei di trovare un posto dove studiare
danza significhi serietà, disciplina, libertà di esprimersi,
costanza e potersi appassionare sempre di più a ciò che
si è scelto di fare nel modo più sereno possibile. Un’altra
piccola accortezza direi che è quella di non confondere
la danza con movimenti volgari o atteggiamenti insoliti
di signorine e signorini che, a volte, i media propinano
facendoci credere che quelli siano da ballerini professionisti…attenzione ragazze e ragazzi…c’è “danza” e Danza!
Buon inizio a tutti.
Enrica Papale
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