Schiuma nel fiume Brembo 1

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Schiuma nel fiume Brembo 1
Provincia 33
L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 10 GENNAIO 2016
Schiuma «ad anelli»
nell’acqua del Brembo
È allarme a Filago
L’inquinamento. Segnalato già da alcuni mesi in zona
il fenomeno è ancora più evidente negli ultimi giorni
tra Marne e Fornasette. Il commissario: via alle verifiche
FILAGO
ANGELO MONZANI
Il Brembo coperto,
per un tratto di circa cento metri, da schiuma bianca «ad
anelli»: il fenomeno si è verificato in questi giorni nella zona
Fornasette, tra Filago e Marne. La presenza di schiuma era
già stata segnalata, non in modo vistoso come in questi ultimi giorni, già subito dopo Natale dal gruppo di cammino di
Filago.
«Il fenomeno era di lieve
entità ma col passare dei giorni la presenza della schiuma si
è accentuata sempre di più –
racconta Roberto Marra, ex
capogruppo consigliare di Filago e membro dell’associazione Oasi Verdi con sede al Parco
locale di interesse sovraccomunale-Plis del Basso Brembo, a Marne –. All’inizio dell’anno sono andato a verificare
il corso del fiume e la schiuma
si era accumulata proprio su
un tratto della zona Fornasette, dove l’acqua scorre poco e
ristagna: forse per questo si
sono formati quegli strani
anelli. Più a valle c’era ancora
della schiuma e così verso il
Ponte Corvo. Ho controllato il
corso anche nella zona a nord,
Mulini e passerella di Filago, e
l’inquinamento era presente a
chiazze che arrivavano da
nord. Ho avvertito il Plis del
Basso Brembo e il Parco Adda
Nord, convenzionato da dicembre 2014 con il Plis del
Brembo».
Anche Giovanna Previtali
di Bonate Sotto, che cura il sito
in Facebook «Amici del Parco
naturale del Brembo», ha notato la schiuma non solo adesso, ma da alcuni mesi. «Il giorno di Capodanno sono arrivata fino alle Ghiaie di Bonate
Sopra al confine con Ponte San
Pietro e lì c’erano le chiazze
bianche, non molte perché diluite dal corso d’acqua, ma
c’erano. Sicuramente nella zona di Marne la schiuma ha rallentato e formato quel brutto
spettacolo di inquinamento.
Ho subito informato l’Ufficio
di vigilanza del Parco Adda
Nord, perché intervenga a verificare l’origine di queste
schiume e risalga alle sue cause». «Il Parco del Brembo –
continua Giovanna Previtali –
in questi anni si sta ripopolan-
do di uccelli e di pesci e non
vorrei che la presenza di questo inquinamento fosse deleteria. Si deve intervenire perché la presenza di schiuma,
poca ma continua, la stiamo
notando da mesi e non fa bene
né all’acqua né all’ambiente. Ci
sono dei pastori che portano a
pascolare le loro pecore e delle
aziende agricole che portano i
loro animali e questo non è bene».
Nell’aprile 2013 nella zona
di Bonate Sotto si verificò un
analogo caso di inquinamento
da schiuma e nel luglio dello
stesso anno una catastrofica
morìa di pesci nella zona tra
Bonate Sotto e Filago. Il commissario prefettizio di Filago,
Adriano Coretti, sentito su
questo fatto, ha detto: «Sono
stato avvisato del fenomeno
venerdì dagli agenti di polizia
locale e non sono riuscito a recarmi sul posto a verificare
quanto riferitomi. Lunedì (domani, ndr) comunque contatterò gli enti deputati perché
procedano a fare un controllo
su questa presenza anomala di
schiuma nel Brembo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Cinghiali in Bergamasca
I cacciatori: sui numeri
una paura ingiustificata
La polemica
La risposta a Coldiretti
per ricordare gli sforzi messi
in campo per il contenimento
di questi animali in provincia
Allarmismo esagerato:
il cinghiale in Bergamasca non è
un problema. Dopo il pensiero
di Coldiretti non si fa attendere
la risposta dei cacciatori bergamaschi e dell’associazione maggioritaria in provincia, Fidc-Federcaccia. Per Fidc, che ricorda
gli sforzi messi in campo dai cacciatori: la posizione di Coldiretti
sul cinghiale in provincia è inaccettabile, alla luce dei dati ufficiali sulla popolazione, degli abbattimenti del 2015 e sull’analisi
dei danni sia per numero di richieste, che per quantità dei risarcimenti.
Per quanto riguarda i numeri
il presidente del Comprensorio
alpino di caccia Prealpi bergamasche, Maurizio Volpi, chiarisce come in realtà l’obiettivo
prefissato dalla Provincia sia
stato sostanzialmente raggiunto: i cacciatori abilitati durante
la stagione venatoria hanno ab-
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Durante la stagione 2015 i cacciatori hanno abbattuto 446 cinghiali
L’inquinamento lungo il Brembo è stato notato in particolare nella località Fornasette
Un particolare degli anelli di schiuma che hanno interessato il tratto del fiume
battuto 446 cinghiali, cui se ne
aggiungono altri 150 nelle attività di controllo, compiute da operatori autorizzati, polizia provinciale, o dagli stessi agricoltori
autorizzati per un totale di 596
cinghiali nel 2015, che stanno a
indicare il perfetto raggiungimento del piano. I dati ufficiali
di Ispra attestano che la popolazione nazionale è di circa 600
mila animali e non un milione
come indicato da Coldiretti, che
per Fidc Bergamo gonfia anche
il numero degli incidenti in
Lombardia, complessivamente
un centinaio riconducibili a tutte le specie selvatiche, e non 500.
Contrariamente a quanto asserito dalla Coldiretti, le 12 squadre e i selecontrollori hanno faticato parecchio, come fa sapere
il Comprensorio alpino: la popolazione di cinghiali in provincia è ormai ridotta ad almeno un
terzo rispetto a quella presente
solo tre anni fa, quando erano
stati abbattuti oltre mille cinghiali. «Tanto è vero che i danni
in questi anni sono calati, sia per
numero che per quantità dei risarcimenti». A confermarlo è
Giovanni Morlotti, rappresentante di Federcaccia nella commissione provinciale per il risarcimento dei danni. Sono poi poche le richieste di rimborso accompagnate da richiesta di intervento.
«Dall’esame delle segnalazioni si rileva poi che circa il 60%
delle 150 indicate dalla
Coldiretti non sono in realtà segnalazioni di danni, ma di avvistamenti da parte di privati non
agricoltori. Solo il 40% delle se-
gnalazioni, una sessantina, provengono dal mondo agricolo e in
molti casi si tratta della stessa richiesta inviata per due o addirittura tre giorni consecutivi».
«Dai dati emerge una situazione ben diversa da quella delineata da Coldiretti – ha affermato il presidente della Federcaccia di Bergamo Lorenzo Bertacchi –. Sarà necessario verificare
alcune situazioni: i cacciatori
stanno facendo quanto richiesto sia con gli abbattimenti sia
pagando di tasca propria i mezzi
di prevenzione e dissuasione
messi a disposizione dai Comprensori e partecipando direttamente al risarcimento dei danni
per il 10% dell’ammontare». È
chiaro che il comunicato di
Coldiretti non è piaciuto ai cacciatori e a quanti stanno contribuendo a mantenere il numero
dei cinghiali a Bergamo ben al di
sotto del livello di guardia.
«Innanzitutto non dovrebbe
essere riconosciuto nessun risarcimento a chi non chiede gli
interventi di controllo e non attua le misure di dissuasione e
prevenzione – ha concluso Bertacchi –. Inoltre visto che per i
danni si risarcisce il costo del ripristino, pretenderemo che siano verificati tutti i lavori di ripristino e, laddove non siano effettuati, si valuteranno le più opportune azioni restitutorie.
Tutto questo per evitare di creare inutili e infondati allarmi sociali e per evitare inutili sprechi
di denaro: il cinghiale infatti è
fauna selvatica di proprietà dello Stato, non un bancomat».
Simone Masper
In Val Vertova
si cammina
con i volontari
«Geos Natura»
L’iniziativa
L’associazione ambientalista «Geos Natura» di
Milano, che ha al suo interno
universitari bergamaschi, organizzano per oggi una camminata verde lungo i sentieri della Val
Vertova, fino al bivacco Testa. Il
raduno è alle 7, in piazza Vittorio
Veneto. Da qui, si prende la strada che si allunga di fianco al torrente per circa 3 km, fino alla località Cà Rosèt. Superato il ritrovo del Gruppo alpinistico vertovese, tappe alla cascata della Val
de Gru, ai prati del Merèl, alla
conca di Sedernèl, alla baita
Rondi, al colle di Pradaccio, fino
ad arrivare al bivacco Testa.
Nel pomeriggio sono previste
«lezioni verdi» con i volontari di
«Geos Natura». Una camminata
didattica, che alterna momenti
di svago a lezioni sul paesaggio. Il
rientro è previsto per le 17. L’associazione è già operativa da
tempo in Valle Seriana. Nel 2011,
è stata in Valle Rossa, nel 2012
fra Trate di Gaverina e la Forcella di Bianzano, nel 2013 in Valle
Gavarnia, fra Nembro e Tribulina di Scanzorosciate, mentre lo
scorso anno si è cimentata in
Valle del Riso.
T. P.