PARTE I 1.1 Programma di Ricerca afferente a 1.2 Durata del

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PARTE I 1.1 Programma di Ricerca afferente a 1.2 Durata del
MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
DIPARTIMENTO PER L'UNIVERSITÀ, L'ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA E PER LA
RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE
RICHIESTA DI COFINANZIAMENTO (DM n. 287 del 23 febbraio 2005)
PROGETTO DI UNA UNITÀ DI RICERCA - MODELLO B
Anno 2005 - prot. 2005141220_001
PARTE I
1.1 Programma di Ricerca afferente a
Area Scientifico Disciplinare 14: Scienze politiche e sociali 100%
1.2 Durata del Programma di Ricerca
24 Mesi
1.3 Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca
CAPANO
GILIBERTO
[email protected]
SPS/04 - Scienza politica
Università degli Studi di BOLOGNA
Facoltà di SCIENZE POLITICHE II "Roberto Ruffilli"
Dipartimento di ORGANIZZAZIONE E SISTEMA POLITICO
1.4 Responsabile Scientifico dell'Unità di Ricerca
CAPANO
GILIBERTO
Professore Ordinario
01/09/1960
CPNGBR60P01F356J
SPS/04 - Scienza politica
Università degli Studi di BOLOGNA
Facoltà di SCIENZE POLITICHE II "Roberto Ruffilli"
Dipartimento di ORGANIZZAZIONE E SISTEMA POLITICO
0543374826
(Prefisso e telefono)
0543374822
(Numero fax)
[email protected]
(Indirizzo posta elettronica)
1.5 Curriculum scientifico del Responsabile Scientifico dell'Unità di Ricerca
Testo italiano
1. DATI ANAGRAFICI
Data di nascita:01.09.1960
Luogo di nascita:Monfalcone (GO)
Indirizzo:Via Ravegnana 104 - 47100 FORLI'
Recapiti telefonici:0543-27316 (casa)
0543-450221 (ufficio)
Fax0543-450219
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Ministero dell Istruzione,
dell ,Università e della Ricerca
Email: [email protected]
Posizione lavorativa: professore ordinario di Scienza Politica, presso la Facoltà di Scienze Politiche "Roberto Ruffilli" dell'Alma
Mater Studiorum - Università di Bologna - sede di Forlì.
Dal 1 novembre 2003 Preside della II facoltà di Scienza Politiche, Università di Bologna, sede di Forlì
2. CURSUS STUDIORUM E PERCORSO DI CARRIERA
1980:Maturità classica presso il Liceo-Ginnasio "D. Alighieri" di Gorizia.
1985:Diploma di laurea in Scienze Politiche presso l'Università di Trieste, con una tesi in Scienza della Politica con valutazione di
110/110 e lode e dignità di pubblicazione.
1987:Vince, classificandosi al primo posto, il concorso di ammissione al III ciclo del dottorato in Scienza della Politica presso
l'Università di Firenze.
1990:Consegue il titolo di Dottore di ricerca in Scienza della politica.
1992: Vince il concorso ad un posto di ricercatore in Scienza della Politica, presso la Facoltà di Scienze Politiche di Bologna, sede
decentrata di Forlì.
1995 (novembre): Ottiene la conferma nel ruolo di ricercatore.
1998:Vince il concorso a professore associato
1998 (novembre): Viene chiamato dalla facoltà di Scienze Politiche di Bologna.
1999(ottobre):Con il DR 1622 del 12.10 viene giudicato idoneo alla prima fascia nella procedura di valutazione comparativa
bandita dall'università di Bologna per il settore Q02X- Scienza Politica.
2000 (1 novembre): chiamato come professore straordinario dalla facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bologna - sede di
Forlì 2000 (15 dicembre) Presidente del Corso di laurea in Management e Politiche Pubbliche, Università di Bologna, sede di Forlì.
2001-2002Direttore Scientifico dello European Master in Politics and Administration, Università di Bologna sede di Forli.
Dal 1 novembre 2003 Preside della di Scienza Politiche "Roberto Ruffilli", Università di Bologna, sede di Forlì
Membership
- membro del Comitato Direttivo Società Italiana di Scienza Politica (di cui è stato segretario dal 1993 al 1998).
- Socio del Consortium of Higher Education Researchers.
- Componente del Consiglio Generale della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì
- Membro dello Steering Committee dello Standing Group dell'European Consortium of Political Research su "Theoretical
Perspectives in Policy Analysis" e del Consortium of Higher Education Researchers
Testo inglese
CURRICULUM VITAE
Short version in English
Giliberto CAPANO
Born: 01.09.1960
Education:
1985 Laurea in Political Sciences, University of Trieste
1990 Phd in Political Science, University of Florence
Academic positions
2000- Professor in Political Science, University of Bologna at Forlì
1998-2000 Associate Professor in Political Science, University of Bologna at Forlì
1992-1998 Assistant Professor, in Political Science, University of Bologna at Forlì
Institutional Positions
2003-. Dean of the Faculty of Political Sciences "Roberto Ruffilli", University of Bologna at Forlì.
2000-2003 Director of the undergraduate course "Management and Public Policy, University of Bologna at Forlì.
2001-2002 Director of the European Master in Politics and Administration, University of Bologna at Forlì
Research Interests
MIUR - BANDO 2005
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Ministero dell Istruzione,
dell ,Università e della Ricerca
Budgetary process; administrative reform; higher education policy; legislative behaviour; theories of policy change.
Fellowships, Professional Activities, Consultancy
1987-89 Research Fellow, Italian Department of Public Administration, Rome
1991: Research Associate Conservation Foundation e Resources of the Future (Washington, D.C.).
1992 Research Fellow UC-Irvine
1994 Visiting Associate, Center for Studies in Higher Education, UC-Berkeley.
1994 Visiting Associate, Institute of Education, University of London
1994: Visiting Associate, Center for Higher Education Policy Studies, University of Twente, The Netherlands
1995 Consultant, Italian Department of Public Administration, Rome
1996 Visiting Associate, Institute of Education, University of London
1996-1999 Consultant on The Multicampus Project, University of Bologna
1996-2003 Chief Evaluator of the Forlì Municipality
1998-1999 Director of the Reinventing Laboratory of the public employment for the Emilia-Romagna Region, Italian Department of
Public Administration, Rome.
2002 Co-author of the "proposal for changing public administration", Italian Presidency of Council, Rome
2002-2003 Director of the National project on "Communities of practice in public administration", Italian Department of Public
Administration, Rome.
Membership
- Member of the Executive Committee of the Italian Political Science Association
- Member of the Consortium of Higher Education Researchers.
- Member of the Steering Committee of the Ecpr Standing Group on "Theoretical Perspectives in Policy Analysis"
- Member of the Ecpr standing group on "Parliaments"
- Member of the General Council of the Foundation Cassa dei Risparmi di Forlì
PUBLICATIONS
Books
1. Linee evolutive della forma Stato nell'età contemporanea, Padova, Cedam, 1986, pp.156.
2. Il sistema regione: politica ed amministrazione in Friuli Venezia-Giulia, (with R. Lizzi and G.Delli Zotti), Milano, Angeli, 1989,
3. L'improbabile riforma. Le politiche di riforma amministrativa nell'Italia repubblicana, Bologna, Il Mulino, 1992, pp. 364.
4. Dizionario di Politiche pubbliche (co-editor with Marco Giuliani), Roma, NIS, 1996, pp.430. (II ed, 2002, Roma, Carocci)
5. La politica universitaria, Il Mulino, Bologna, 1998, pp. 324.
6. L'università in Italia, Il Mulino, Bologna, 2000, pp.128.
7. Parlamento e processo legislativo in Italia. Continuità e mutamento, (co-editor with Marco Giuliani), Bologna, Il Mulino, 2001,
pp.453.
8.(with S. Vassallo), La dirigenza pubblica: il mercato e la competenza dei ruoli managerialii, Soneria Monnelli, Rubbettino, 2003
Selected Journal Articles
- "Le tipologie delle politiche pubbliche: una strada senza uscita?", in Rivista italiana di scienza politica, n.3, 1993, pp.549-588.
- "Il policy change: tra politica degli interessi e politica delle idee", Teoria Politica, n.1, 1995, pp. 133-165.
- "Le politiche di istruzione superiore in Gran Bretagna, Francia ed Olanda negli anni Ottanta", Amministrare, n.1, 1995, pp.97-133
- "Lo studio del policy change nell' istruzione superiore in prospettiva comparata. Problemi di metodo", Teoria Politica, n.1, 1996,
pp. 107-137.
- "1992-94: The Roots of Ambiguous Transition", in Southern Europe Society and Politics, n.1, 1997, pp. 166-182.
- "Political science and the comparative study of policy change in higher education: theorico-methodological notes from a policy
perspective", Higher Education, n.3, April, 1996, pp. 263-282.
-"Governing Without Surviving? An Italian paradox: law-making in Italy 1987-2001" (con M. Giuliani), Journal of legislative
studies, 2001, winter, n. 4, pp. 13-36.
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Ministero dell Istruzione,
dell ,Università e della Ricerca
- " The case of Italian administrative reform during the 1990s: real change or the same old story", Rivista Italiana di Politiche
Pubbliche, n. 0, 2001, pp. 41-81.
-"Implementing the Bologna Declaration in Italian Universities" in European Political Science, n. 3, Spring, 2002, pp-81-91.
- "Il parlamento italiano: un transatlantico alla ricerca di un nuovo approdo", Polis, 2002, n.3, pp. 445-464.
- "Administrative traditions and policy change: when Policy Paradigms matter. The case of Italian administrative reform during the
1990s", Public Administration, in corso di stampa, 2003.
- « Le policy change dans la décennie de transition : pressions exogènes et contingence, opportunisme et apprentissage, décideurs
dans l'intérêt public », in Pôle Sud. Revue de science politique de l'Europe méridionale, n.19, 2003.
-"The Italian Parliament: in search of a new role?" (with M. Giuliani), Journal of legislative studies,9.2., 2003,
Selected Articles in Collective Books
- "Scienza politica e policy studies: un rapporto difficile, un'integrazione necessaria", in G. Regonini (a cura di), Politiche pubbliche
e democrazia, Napoli, ESI, 1995, pp.103-145.
- "Italy: the endless transition?", in D. Braun and F.X. Merrien (eds), Towards a New Model of Governance for Universities? A
Comparative View, Jessica Kingsley, 1999, pp.195-219.
- "Replacing the policy paradigm: higher education reforms in Italy and the United Kingdom. 1979-1997. An
Historical-Institutionalist Analysis", in D. Braun e A. Busch, The Power of Ideas: Policy Ideas and Policy Change, London, Edward
Elgar, 1999, pp. 61-81.
- Le politiche amministrative: dall'improbabile riforma alla riforma permanente?, in Di Palma, G., Fabbrini, S. e G. Freddi ,
Condannata al successo, Bologna, Il Mulino, 2000, pp. 153-198.
- Le riforme degli anni Novanta: l'adattamento reattivo del paradigma egemonico, in F. Battistelli (a cura di), Cultura e riforme
amministrative, Milano, Angeli, 2002, pp.47-69.
- "A Manager in Education", in P. Bellucci e M. Bull (eds), Italian Politics. The Return of Berlusconi, New York, Berghahn Books,
pp. 203-222
- "Higher education policy in Italy (1992-1997): from centralization to autonomy?", in R. Leonardi e M. Fedele (a cura di), Italy:
Politics and Policy, volume two, 2003, Ashgate, pp.143-167.
- "The Italian Parliament twixt the logic of government and the logic of institutions (much ado about something - but what exactly
?)" (with M. Giuliani), in J. Blondel and P. Segatti, Italian Politics 2002, New York, Berghahn Books, pp. 142-161.
1.6 Pubblicazioni scientifiche più significative del Responsabile Scientifico dell'Unità di Ricerca
1.
CAPANO G. (2005). Legislative institutionalization and change: the case of Italian Parliament viewed from a diachronic
perspective. QUADERNI DI SCIENZA POLITICA. vol. 2 ISSN: 1124-7959 in corso di stampa.
2.
CAPANO G., GIULIANI M. (2004). The Italian Parliament twixt the logic of government and the logic of institutions (much
ado about something - but what exactly ?)". In BLONDEL J. AND P. SEGATTI EDS. The second Berlusconi Government
(pp. 142-161). NEW YORK: Berghahn Books
3.
CAPANO G. (2003). Administrative traditions and policy change: when Policy Paradigms matter. The case of Italian
administrative reform during the 1990s. PUBLIC ADMINISTRATION. vol. 81 pp. 781-802 ISSN: 0033-3298
4.
CAPANO G. (2003). Le policy change dans la décennie de transition : pressions exogènes et contingence, opportunisme et
apprentissage, décideurs dans l'intérêt public. Pôle Sud. Revue de science politique de l'Europe méridionale (vol. 19 pp.
97-112).
5.
CAPANO G. (2003). Higher education policy in Italy (1992-1997): from centralization to autonomy?. In ROBERT
LEONARDI AND MARCELLO FEDELE Italy: Politics and Policy, volume two (pp. 86-107). DARTHMOUTH: ashgate
(UNITED STATES).
6.
CAPANO G., VASSALLO S. (2003). La dirigenza nell'ambito dei differenti modelli istituzionali delle pubbliche
amministrazioni. Di CAPANO G. VASSALLO S. GUALMINI S. (pp. 1-193). SOVERIA MONNELLI: rubbettino (ITALY).
7.
CAPANO G. (2003). Come lavora il parlamento: un confronto tra vecchio e nuovo. SCienza e Politica (vol. 3 pp. 51--62).
8.
CAPANO G., GIULIANI M. (2003). The Italian Parliament: in search of a new role?". JOURNAL OF LEGISLATIVE
STUDIES. vol. 9 pp. 8-34 ISSN: 1357-2334
9.
CAPANO G. (2002). Il parlamento italiano: un transatlantico alla ricerca di un nuovo approdo. POLIS. vol. 3 pp. 445-464
MIUR - BANDO 2005
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,
Ministero dell Istruzione,
dell ,Università e della Ricerca
ISSN: 1120-9488
10.
CAPANO G. (2002). Implementing the Bologna Declaration in Italian Universities'. EUROPEAN POLITICAL SCIENCE.
vol. 2 pp. 81-91 ISSN: 1680-4333
11.
CAPANO G. (2002). A Manager in Education. In P. BELLUCCI AND J. BLONDELL EDS. Italian Politics. The Return of
Berlusconi (pp. 203-222). NEW YORK: Berghahn Books (UNITED STATES).
12.
CAPANO G., GIULIANI M. (2002). Il parlamento italiano fra logica di governo e logica istituzionale (molto fumo per quale
arrosto?). In SEGATTI P, JEAN BLONDEL Politica in Italia 2003 (pp. 173-194). BOLOGNA: Il Mulino (ITALY).
13.
CAPANO G. (2001). Tra il Prima e il Dopo. In CAPANO G., GIIULIANI M. Parlamento e processo legislativo in Italia.
Continuità e mutamento (pp. 385-426). BOLOGNA: Il Mulino (ITALY).
14.
CAPANO G. (2001). La commissione cultura: un ruolo di manutenzione legislativa. In CAPANO G E M. GIULIANI Parlamento e processo legislativo in Italia. Continuità e mutamento (pp. 311-342). BOLOGNA: Il Mulino (ITALY).
15.
CAPANO G. (2001). The case of Italian administrative reform during the 1990s: real change or the same old story. RIVISTA
ITALIANA DI POLITICHE PUBBLICHE. vol. 1 pp. 41-81 ISSN: 1722-1137
16.
CAPANO G., GIULIANI M. (2001). Governing Without Surviving? An Italian paradox: law-making in Italy 1987-2001.
JOURNAL OF LEGISLATIVE STUDIES. vol. 7, n.4 pp. 13-36 ISSN: 1357-2334
17.
CAPANO G., GIULIANI M. (2001). Parlamento e processo legislativo in Italia. Continuità e mutamento. Di CAPANO ET
AL. (pp. 1-452). BOLOGNA: Il Mulino
18.
CAPANO G., GIULIANI M. (2001). I labirinti del legislativo. In CAPANO G., GIULIANI M. Parlamento e processo
legislativo in Italia. Continuità e mutamento (pp. 13-54). BOLOGNA: Il Mulino (ITALY).
1.7 Risorse umane impegnabili nel Programma dell'Unità di Ricerca
1.7.1 Personale universitario dell'Università sede dell'Unità di Ricerca
Personale docente
nº Cognome Nome
Dipartimento
Qualifica
Settore Disc.
Mesi Uomo
1° anno 2° anno
1. CAPANO
Giliberto Dip. ORGANIZZAZIONE E SISTEMA
POLITICO
Prof.
Ordinario
SPS/04
8
11
2. BALDI
Brunetta
Dip. ORGANIZZAZIONE E SISTEMA
POLITICO
Prof. Associato SPS/04
7
5
3. LIZZI
Renata
Dip. ORGANIZZAZIONE E SISTEMA
POLITICO
Prof. Associato SPS/04
7
5
22
21
TOTALE
Altro personale
Nessuno
1.7.2 Personale universitario di altre Università
Personale docente
Nessuno
Altro personale
nº Cognome Nome
Università
1. de giorgis elisabetta Università degli Studi di
SIENA
2. cerruto massimo Università degli Studi di
MIUR - BANDO 2005
Dipartimento
Qualifica
Diprtimento di studi politici e sociali
Mesi Uomo
1° anno 2° anno
addottoranda
5
5
Dipartimento di Scienza della Politica e
addottorondo
3
3
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,
Ministero dell Istruzione,
dell ,Università e della Ricerca
3. napoli
daniela
FIRENZE
Sociologia
Università della CALABRIA Dipartimento di Sociologia e Scienza
Politica
addottorando
TOTALE
3
3
11
11
1.7.3 Titolari di assegni di ricerca
Nessuno
1.7.4 Titolari di borse
Nessuno
1.7.5 Personale a contratto da destinare a questo specifico programma
nº Qualifica
Costo previsto
Mesi Uomo
Note
1° anno 2° anno
10.000
6
6 contratto per un collaboratore del gruppo che raccoglierà i dati
30.000
10
10 20 componenti del gruppo di lavoro che svolgerà la raccolta dei
dati e le interviste su questionario strutturato, regione per
regione
40.000
16
16
1. Altre tipologie
2. Altre tipologie
TOTALE
1.7.6 Personale extrauniversitario indipendente o dipendente da altri Enti
nº Cognome
Nome
Nome dell'ente
Qualifica
1. Tartari
TOTALE
nicoletta
Regione Emilia Romagna
funzionario
MIUR - BANDO 2005
Mesi Uomo
1° anno 2° anno
2
2
2
2
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,
Ministero dell Istruzione,
dell ,Università e della Ricerca
PARTE II
2.1 Titolo specifico del programma svolto dall'Unità di Ricerca
Testo italiano
Le determinanti politico-istituzionali della «Executive discretion» e della «Policy stability». Una ricerca comparata sul processo
legislativo delle Regioni italiane
Testo inglese
Political and Institutional Determinants of Executive discretion and Policy stability. A comparative Research on Law-making in the
Italian Regions
2.2 Settori scientifico-disciplinari interessati dal Programma di Ricerca
SPS/04 - Scienza politica
2.3 Parole chiave
Testo italiano
TEORIA DEI VETO PLAYER ; TEORIA DELLA DELEGA ; STABILITÀ DELLE POLITICHE PUBBLICHE ; AUTONOMIA
DELL'ESECUTIVO ; REGIONI ; PROCESSO LEGISLATIVO ; PERFORMANCE LEGISLATIVA
Testo inglese
VETO PLAYERS THEORY ; DELEGATION THEORY ; POLICY STABILITY ; EXECUTIVE AUTONOMY ; ITALIAN REGIONS ;
LEGISLATIVE PROCESS ; LEGISLATIVE PERFORMANCE
2.4 Base di partenza scientifica nazionale o internazionale
Testo italiano
La scienza politica contemporanea ha come è noto una lunga tradizione di studi sulle istituzioni legislative e il processo di law
making (Polsby 1975). La letteratura scientifica sul congresso americano è da tempo monumentale. Non mancano inoltre gli studi su
diversi casi nazionali condotti «in parallelo» (Norton 1996, 1998, 1999; Copeland e Patterson 1994). Anche il Parlamento italiano è
stato oggetto di importanti ricerche, a cominciare dai noti lavori di Sartori (1963) e Di Palma (1977), fino ai contributi più recenti
(Capano e Giuliani 2001). Solo di recente, tuttavia, sono state avviate ricerche propriamente comparative dalle quale è stato
possibile trarre alcune prime evidenze sistematiche in merito ai fattori politici ed istituzionali che spiegano le differenti
caratteristiche e i differenti esiti del processo legislativo (Döring 1995; Döring and Hallerberg 2004).
Tre problemi di ricerca, in particolare, sono al centro di questo settore della letteratura scientifica: a) il ruolo che le Commissioni
hanno nel law making, e quindi le ragioni che spingono i legislatori a delegare (o non delegare) una parte dei loro poteri ad un loro
ristretto sottoinsieme; b) i fattori che influenzano il grado della «executive discretion», e cioè della "disponibilità" del legislativo e
delegare margini più o meno ampi di autonomia all'esecutivo, ovvero della capacità di quest'ultimo di dettare l'agenda dell'attività
legislativa e determinare i contenuti dell'output legislativo; c) i fattori che determinano il grado della «policy (in)stability», e cioè
della capacità/difficoltà del sistema politico di assumere decisioni che prendono significativamente le distanze dallo status quo.
In merito al primo problema di ricerca, sono stati elaborati diversi modelli. Alcuni modelli considerano le Commissioni come uno
strumento per facilitare lo distribuzione delle risorse tra legislatori che hanno interessi in diversi settori di politica pubblica
(Shepsle and Weingast 1994). Altri le considerano uno strumento che facilita la trattazione di materie tecnicamente complesse e
riduce i costi per l'acquisizione delle relative conoscenze a carico di ogni singolo legislatore (Krehbiel 1991). Secondo altri modelli,
le Commissioni sono semplicemente una riproduzione in scala delle preferenze di policy dei partiti e tendono a rafforzare la
leadership di questi ultimi ( Cox e McCubbins 1993).
Tra le molte estensioni delle teoria della delega allo studio dei rapporti tra esecutivo e legislativo, hanno ottenuto grande eco le
ricerche condotte da Epstein e O'Halloran (1999) e da Huber e Shipan (2002), i quali hanno cercato di identificare i fattori che
favoriscono la «bureaucratic discretion». Huber e Shipan hanno cercato di mostrare che il loro modello è applicabile sia ai sistemi
(presidenziali) a separazione dei poteri, sia, con pochi adattamenti, ai sistemi parlamentari. Il loro modello prevede che l'autonomia
dell'esecutivo sarà maggiore laddove sia minore il «policy conflict» tra l'esecutivo e la maggioranza parlamentare e dove sia minore
la «legislative capacity» dell'assemblea. Mentre nel caso dei sistemi presidenziali, la misura del «policy conflict» è data dalla
presenza/assenza del «governo diviso», nel caso dei sistemi parlamentari essa è data dalla prossimità/distanza tra le preferenze of
the legislative majority and the individual cabinet ministers who promote legislation.
La Veto Players Theory (VPsT) (Tsebelis 1995; 2002) rappresenta uno dei più eleganti tentativi di identificare le condizioni
politico-istituzionali che favoriscono la formulazione di leggi che prendono significativamente le distanze dallo status quo. Il
maggior pregio della VPsT è che propone ipotesi e "testable propositions" che sono chiaramente applicabili a sistemi democratici
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Ministero dell Istruzione,
dell ,Università e della Ricerca
con caratteristiche diverse: che si tratti di sistemi presidenziali o parlamentari, bicamerali o unicamerali, con pochi o con molti
partiti. La proposizione principale generata dalla teoria è che il numero dei veto players e la distanza sulle policy che li separa
influenza positivamente la policy stability. La teoria predice anche che se la policy stability decresce (a causa del ridotto numero dei
veto players e della prossimità delle loro preferenze di policy) cresce l'importanza dell'agenda setting. L'influenza delle preferenze
dei titolari del potere di agenda cresce quando questi ultimi non sono collocati centralmente tra i veto players esistenti. Inoltre, la
policy stability declina quando cresce la distanza tra le preferenze di policy del governo in carica e il suo predecessore.
È utile notare che le teorie appena citate, come del resto una crescente parte della letteratura di orientamento razionale, mettono
una forte enfasi sulle preferenze di policy degli attori politici e assumono che essi siano determinati a non deviare dalle loro
preferenze, definite esogenamente. La VPsT, in particolare, assume che ogni veto player negherà il suo consenso ad ogni proposta di
legge che dovesse allontanare lo status quo rispetto alla sua posizione preferita: «no rational player given the choice would accept
any outcome that he does not prefer over the status quo» (Tsebelis 2002, 9). Tsebelis riconosce che vi possano essere scambi che
prevedano pagamenti differiti tra i componenti della coalizione tali per cui questi ultimi si rendono occasionalmente disponibili a
non esercitare il loro potere di veto. Egli sembra tuttavia obiettare che se si assumesse questa ipotesi, sarebbe impossibile ogni
previsione. Al contrario, possiamo assumere che la coesione organizzativa (disciplina) dei partisan veto players influenzi
«sistematicamente» la probabilità che si verifichino scambi basati su pagamenti differiti. La mancanza di disciplina di partito,
infatti, accresce sistematicamente i costi di transazione, in quanto rende difficile per i leader di partito giocare il gioco a due livelli
del negoziato inter-partitico e indebolisce la credibilità delle loro promesse.
Un secondo problema riguarda il possibile trade-off tra voti, incarichi e politiche (Müller and Strøm 1999). Come sappiamo, gli
incarichi e le politiche sono i potenziali premi per chi partecipa al gioco politico (Laver and Schofield 1991). Sfortunatamente, le
teorie formali non possono trattare in maniera tecnicamente accettabile l'intriseco trade off tra le due finalità. Alcune teorie
tendono ad aggirare il problema semplicemente collassando office-seeking e policy-seeking in un unico oggetto di desiderio. La
credenza che gli attori politici tenderanno ad essere totalmente inflessibili nel difendere le loro preferenze di policy è comprensibile
se assumiamo che essi credano di dover mantenere le loro posizioni al fine di assicurarsi il consenso dei loro elettori, e quindi di
mantenere o accrescere le loro chances di essere rieletti. Dunque, se i politici «non» credono che le posizioni da essi adottati nel
corso del processo legislative influenzino significativamente il comportamento di voto degli elettori, le teorie in questione perdono
capacità predittiva. Minore la pressione elettorale sugli attori politici affinché essi siano saldi nelle loro posizioni, più semplice sarà
per loro «chiudere un occhio» su decisioni legislative che allontanano lo status quo dalla loro posizione preferita in cambio di
qualcos'altro (decisioni future o incarichi); minore la pressione elettorale sugli attori politici affinché essi siano saldi nelle loro
posizioni, verosimilmente maggiore sarà l'influenza dei gruppi di pressione nel processo legislativo.
Le ricerche empiriche finalizzate a verificare le ipotesi che abbiamo menzionato sono state condotte prevalentemente sui parlamenti
nazionali. Questa scelta, dovuta all'oggettiva importanza di quelle istituzioni, pone alcuni problemi di carattere metodologico. Le
verifiche empiriche sono spesso inficiate dalla eccessiva variabilità nel disegno istituzionale dei casi considerati e dalla non perfetta
comparabilità degli indicatori, ad esempio a causa della diversa lingua e delle diverse tradizioni nello stesso uso della legislazione
primaria approvata dal parlamento come strumento di regolazione. Lo studio dei legislativi nazionali rende peraltro assai difficile,
se non impossibile, rilevare le dimensioni empiriche su cui si basano le nostre ipotesi, come la coesione organizzativa dei partiti di
maggioranza, il tipo di networks che sostengono i singoli legislatori, o la percezione che essi hanno dell'importanza delle loro policy
positions per la loro rielezione.
Lo studio dei legislativi sub-nazionali presenta, sotto il profilo metodologico, notevoli vantaggi, come mostrano le ricerche sui
legislativi degli Stati americani dedicate, ad esempio, al confronto tra modelli distributivi, informativi e partitici in merito al ruolo
delle Commissioni (Overby e Kazee 2000), al ruolo delle commissioni come fattore che limita il free riding (Rogers 2002), ai fattori
che influenzano l'allocazione dei poteri interni all'Assemblea (Clucas 2001); all'influenza del colore politico delle maggioranze sul
contenuto dell'output legislativo (Barrilleaux 2000). Naturalmente, per promuovere questo genere di analisi, sono particolarmente
utili anche studi puramente ricognitivi (Hamm, Hedlund e Martorano 2001). Altre celebrate ricerche hanno del resto già mostrato la
fecondità teorica di studi comparativi sulle Regioni italiane (Putnam 1993). I Consigli regionali sono stati tuttavia oggetto fino ad
oggi di poche indagini empiriche (Morisi 1987). È stata già messa a punto una prima base dati sulla composizione partitica dei
consigli e la politica di coalizione (Baldini e Vassallo 2000). Mancano invece del tutto indagini sistematiche sul processo legislativo
e i rapporti tra assemblee ed esecutivi. Con la ricerca che ci proponiamo di svolgere intendiamo quindi innanzitutto colmare tale
lacuna e fornire nuove evidenze in merito alle teorie qui richiamate.
Testo inglese
Contemporary political science has developed a long tradition of research on legislatures and law-making process (Polsby 1975).
The specialized literature on American Congress is monumental. And also there are many studies collecting the analysis of different
national cases ((Norton 1996, 1998, 1999; Copeland e Patterson 1994) Also the Italian Parliament has been well analyzed since the
seminal research by Di Palma (1977) and Sartori (1963) until more recent research (Capano and Giuliani 2001). Yet, only recently,
researches have been develop really leaded by a correct application of comparative methodology. Thanks to these efforts it has
been possible to draw up some systematic and general evidence on the political and institutional factors capable to explain the
different characteristics and outputs of legislative process [Döring 1995; Döring and Hallerberg 2004].
Three are the fundamental research problems on which this new scientific effort is focused:
a.committees' role in the law-making and the motivations the parliament hold to delegate powers to them;
b.factors influencing the "executive discretion", that is the governmental capacity to rule agenda setting and the parliament
favourable attitude to delegate powers to government;
c.factors co-determining the level of policy (in)stability; that is the systemic capacity to take deep reform decisions.
Regarding the first research problem, different theoretical models have been elaborated. Some of them consider committees as an
instrument to facilitate the distribution of resources among legislators having incomparable preferences (Shepsle and Weingast
1994). Other perspectives focus on the informational dimensions of committees, that is their congruence with handling questions
technically very complex, by reducing the individual informational costs (Krehbiel 1991). Finally, other models assume that
committees are a mere reproduction, in a small scale, of policy preferences of political parties and an instrument to reinforce their
own leadership role ( Cox e McCubbins 1993).
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Among the many theoretical streams of delegation theory applied to the study of government/parliament relationships, especially the
works by Epstein and O'Halloran (1999) and Huber and Shipan (2002) gained particular reputation with their focus on the the
so-called "bureaucratic discretion". Huper and Shipan have tried to show that their model is applicable both to presidential
systems and, with few adaptations, to parliamentary systems. This model assumes that governmental autonomy is higher when both
the policy conflicts between government and parliamentary majority and the legislative capacity of assemblies are lower. For
presidential systems the measure of policy conflict is the presence/absence of divided government; for the parliamentary ones the
measure is represented by the grade of distance between the preferences of parliamentary majority and the individual cabinet
minister who promote legislation. It has to be said that, on the contrary of what two authors declare, they really measure the
executive's more in its political side than in the bureaucratic one. Furthermore, any of the indicators they use are not completely
convincing, especially in the case of parliamentary systems.
Finally, the Veto Players Theory (VPsT) (Tsebelis 2002) represents one of the most elegant attempts to identify those
political-institutional conditions favorable to the making of laws that substantially depart from the status quo. The main advantage of
the Veto Players Theory is that it proposes hypotheses and testable propositions which are clearly applicable to democratic systems
of various institutional types: both presidential and parliamentary, bicameral and unicameral, with numerous parties or with few.
The main premise produced by this theory is that the number of veto players and the policy distance separating them both exercise a
positive influence on policy stability. The theory also predict that if policy stability declines (because of the scant number of veto
players and the closeness of their policy preference) the importance of agenda setting increases. The influence of the agenda setter's
preferences increases when the agenda setter is not centrally located among existing veto players. Moroever, policy stability declines
when the policy distance between the government in charge and its predecessor increases.
It is worth mention that the above mentioned theories, like a growing share of the rational choice literature, put a strong emphases
on the policy preferences of the political actors and assume that political actors are determined not to deviate from their exogenously
chosen policy preferences. The VPsT in particular assumes that each veto player will hinder approval of any bill that moves the
status quo away from its own preferred position: «no rational player given the choice would accept any outcome that he does not
prefer over the status quo» [Tsebelis 2002, 9]. An initial problem is implicitly revealed in a footnote that Tsebelis makes to the
above-mentioned sentence. He acknowledges that there may be exchanges involving deferred payments among the various members
of the coalition which induce the latter to occasionally refrain from exercising their veto powers. He seems to be claiming that if we
accept this hypothesis, then all predictions would be impossible. But we can tentatively assume that the organizational cohesion
(discipline) of the partisan veto players «systematically» affects the likelihood of exchanges characterized by deferred payments. The
lack of party discipline, in fact, systematically increases transaction costs, since it makes difficult for party leaders to play the
two-level game of negotiations and weakens the credibility of the promises they make.
A second problem concerns the possible trade-off between votes, offices and policies [Müller and Strøm 1999]. As we know, offices
and policies are the potential prizes for those playing the political game [Laver and Schofield 1991]. Unfortunately, formal theories
cannot address the inherent trade-off between such different goals in a technically acceptable way. Some theories tend to get round
the problem simply by merging policy-seeking and office-seeking aims into one single object of desire. The belief that political
players are going to be totally inflexible when defending their own policy preferences is understandable if we assume that they
believe they have to maintain their policy positions in order to secure the consensus of their electors, and thus in order to secure or
increase their chances of being re-elected. Hence, if politicians do not believe that the positions they adopt during the legislative
process significantly influence electors' voting behavior, then the theory in question loses much of its predictive capacity. The less
the electoral pressure on political actors to stick to their policy positions, the simpler for them to «turn a blind eye» to legislative
decisions far removed from their own positions in exchange for something else (future decisions or office); the less the electoral
pressure on political actors to stick to their policy positions, the more the influence of pressure groups politics on the legislative
process.
The hypothesis we have just mentioned have been empirically tested especially on national assemblies. But this traditional research
choice - due to the objective importance of parliamentary institutions - suffers some important problem from the methodological
point of view. More specifically, empirical tests are often invalidated by the too ample variability of the institutional design of the
cases investigated and by imperfect comparability of indicators. For instance, a great problem is represented by the language
diversity and by different national tradition in the use of the various forms of legislation. Furthermore, by comparing national
legislatures it would be impossible to point out the empirical dimensions of many of our hyphotesis such as organizational cohesion
of majority parties, types of networks supporting the single legislators, and the perception lawmakers have on the relevance of their
policy position for to be re-elected.
The analysis of sub-national legislatures presents, under the methodological perspective, many advantages as it is shown by
researches on assemblies of American states where, for instance, the focus is: on the comparison of the different theoretical models
to evaluate the role of committees [Overby e Kazee 2000]; on committees' role in limiting the free-riding [Rogers 2002]; on factors
influencing internal power of assemblies Clucas 2001]; on the influencing of the political nature of majorities on legislative outputs
[Barrilleaux 2000]; on executive discretion [Huber e Shipan 2002].
Obviously, to promote such kind of studies, also researches merely descriptive are very useful [Hamm, Hedlund e Martorano 2001].
Other very reputed analysis have just shown how can be productive comparative research on Italian Regions [Putnam 1993]. But
Regional assemblies have been studied till now by very few empirical research (Morisi 1987). However a data set has been already
built up on their party composition and coalition politics [Baldini e Vassallo 2000]. But what is completely lacking are systematic
researches on regional legislative process and relationships between regional executive and assemblies. This research project is
specifically committed to fulfil that gap
2.4.a Riferimenti bibliografici
Baldini, G e S. Vassallo (a cura di) (2000), Elezioni, assemblee e governi regionali, nelle regioni italiane, in «Le istituzioni del
federalismo», n. 3-4, numero speciale.
Barrilleaux C. (2000), Party Strength, Party Change and Policy-Making in the American States, in «Party Politics», January 2000,
vol. 6, no. 1, pp. 61-73(13).
Capano G. e Giuliani, M. (a cura di) (2001), Parlamento e processo legislativo in Italia. Continuità e mutamento, Bologna: Il
Mulino.
Clucas, R.A. (2001), Principal-agent theory and the power of state house speakers, in «Legislative Studies Quarterly», 26 (2), pp.
319 - 338.
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Copeland G. W. e S.C. Patterson, (a cura di) (1994), Parliaments in Modern World, Ann Arbor, The University of Michigan Press.
Cox G. and McCubbins M. (1993), Legislative Leviathan. Party Government in the House, Berkeley, University of California Press.
Di Palma, G. (1977). Surviving without Governing: The Italian Parties in Parliament. University of California Press.
Döring H. (ed) (1995), Parliaments and Majority Rule in Western Europe, New York, St. Martin Press.
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Aldershot, Ashgate.
Epstein D., O'Halloran S. (1999), Delegating Powers: A Transaction Cost Politics Approach to Policy Making Under Separate
Powers, New York, NY, Cambridge University Press.
Hamm K.E.; Hedlund R.D.; Martorano N. (2001), Structuring Committee Decision-Making: Rules and Procedures in US State
Legislatures, in «Journal of Legislative Studies», Summer 2001, vol. 7, no. 2, pp. 13-34(22)
Huber J.D. and Shipan C.R. (2002), Deliberate Discretion? The Institutional Foundations of Bureaucratic Autonomy, New York,
Cambridge University Press.
Krehbiel K. (1991), Information and Legislative Organization. Ann Arbor: University of Michgan Press.
Laver M., Schofield N. (1990), Multiparty Government. The Politics of Coalitions in Europe, Oxford, Oxford University Press.
Mezey M. (1993), "Legislatures: Individual Purpose and Institutional Performance", in A.W. Finifter (a cura di), Political Science:
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Morisi M. (1987), Le assemblee elettive come unità d'analisi dell'esperienza regionale, Morisi M. (a cura di), Regioni e
rappresentanza politica, Milano, Franco Angeli, P. 15-109.
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Polsby N.W. (1975) Legislatures, in F.I. Greenstein e N. Polsby (a cura di), Handbook of Political Science, vol.V, Reading,
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Rogers J.R. (2002), Free Riding in State Legislatures, in «Public Choice», October 2002, vol. 113, no. 1-2, pp. 59-76(18).
Sartori, G. (ed) (1963), Il Parlamento italiano 1946-1963, Napoli, Esi
Shepsle K. and Weingast B. (1994), Positive Theories of Congressional Institutions, in «Legislative Studies Quarterly», vol. 19, n. 2,
pp. 149-179.
Tsebelis G. (1995), Decision Making in Political Systems: Veto Players in Presidentialism, Parliamentarism, Multicameralism and
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Tsebelis G. (2002), Veto Players. How Political Institutions Work, Princeton, Princeton University Press.
2.5 Descrizione del programma e dei compiti dell'Unità di Ricerca
Testo italiano
1. Obiettivi generali della ricerca
L'unità locale dell'Università di Bologna intende ricostruire una ampia batteria di indicatori attraverso i quali sia innanzitutto
possibile fornire una immagine comparativa aggiornata del modo in cui si svolge il processo legislativo nelle Regioni italiane. Non
esistono, peraltro, studi di questo genere nella letteratura nazionale. Al tempo stesso, tale batteria di indicatori consentirà di
approfondire e sottoporre a verifica empirica le ipotesi e le teorie citate al paragrafo 2.4, con riferimento ai tre principali settori in
cui si articola la letteratura internazionale sul tema: le funzioni che le Commissioni svolgono nel processo di law making [A]; le
determinanti della «executive discretion» ovvero della discrezionalità del potere esecutivo nell'implementazione delle politiche [B];
i fattori della «policy stability», quindi la preservazione o il cambiamento nelle politiche pubbliche [C].
Fra le finalità della ricerca spicca certamente quella di sottoporre a verifica sia i modelli già presenti in letteratura, dedotti
prevalentemente dalla Teoria della delega e da quella dei Veto Players, sia modelli, almeno parzialmente, innovativi. Per poter
svolgere questo tipo di analisi risulterà necessario prendere in considerazione una molteplicità di dimensioni empiriche riguardanti
le variabili dipendenti e tutte le possibili variabili indipendenti a cui si riferiscono tali modelli. Più precisamente, le variabili
monitorate dalla ricerca saranno:
a) la struttura dei sistemi partitici regionali, con particolare riferimento al grado di vulnerabilità elettorale dei governi e alla
frammentazione partitica;
b) la composizione partitica dei consigli e delle giunte, anche al fine di documentare il verificarsi o meno di alternanze;
c) la coesione organizzativa dei partiti di maggioranza;
d) l'intensità del sostegno elettorale su cui i singoli legislatori possono contare in virtù di relazioni personali dirette con l'elettorato,
dei legami di partito o dei rapporti con gruppi di interesse;
e) la struttura dello spazio politico e la posizione dei partiti di maggioranza a riguardo delle principali politiche con riferimento ad
alcune issue specifiche;
f) l'allocazione dei poteri di definizione dell'agenda tra l'esecutivo e gli organi direttivi interni delle assemblee legislative;
g) la disponibilità di risorse organizzative e conoscitive che mettono le assemblee in grado di intervenire attivamente sulle proposte
presentate dall'esecutivo nonché di controllare l'azione dell'esecutivo nell'implementazione delle politiche pubbliche;
h) la distribuzione delle competenze tra le Commissioni e l'incisività del ruolo delle Commissioni stesse nell'esame dei testi di legge;
i) l'ampiezza della delega che l'assemblea legislativa attribuisce all'esecutivo, misurata con il grado di incisività delle modifiche
apportate dalle assemblee ai progetti di legge presentati dall'esecutivo;
j) l'entità della produzione legislativa e il suo grado di innovatività rispetto allo status quo.
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La ricerca sarà estesa a tutte le 20 regioni italiane, a cui si aggiungono le 2 Province autonome in cui si articola la Regione
Trentino-Alto Adige. Ove possibile, si ricostruiranno serie storiche di dati che coprano le ultime due legislature, oltre a quella in
corso, in modo da avere un numero di osservazioni sufficiente a svolgere analisi statistiche multivariate (N>=60). Si consideri che
larga parte della letteratura internazionale, a causa dei notevoli problemi che pone la comparazione tra casi nazionali diversi (con
lingua, forme istituzionali e tradizioni legislative diverse), è spesso costretta a lavorare con un numero di casi e di osservazioni
sensibilmente inferiore.
2. Metodo
Una indagine così articolata sarebbe difficilmente praticabile se l'unità di analisi fosse costituita da parlamenti nazionali, mentre è
più praticabile nel caso dei legislativi regionali. Essa implica tuttavia il ricorso a tre diverse fonti e attività di rilevazione: 1) basi di
dati istituzionali, già disponibili, da integrare fra loro e sistematizzare; 2) una o più indagini rivolte ai legislatori e assessori
regionali da operarsi attraverso il metodo dell'intervista; 3) l'analisi testuale di documentazione reperibile solo presso ciascun
consiglio regionale e la relativa codifica dei dati.
Per quanto riguarda gli indicatori relativi alla struttura della competizione elettorale, alla frammentazione partitica e alla
composizione di giunte e consigli (punti a' e b' del precedente elenco), si procederà all'aggiornamento e alla sistematizzazione di
un apposito archivio, già in parte costituito in una precedente ricerca, che potrà coprire l'intero arco di vita delle Regioni. Le fonti
sono costituite da dati elettorali forniti dal Ministero dell'Interno e da serie storiche sulla composizione delle Giunte da acquisire
Regione per Regione. I dati elettorali, attraverso l'analisi del tasso di ricorso al voto di preferenza, potranno inoltre fornire alcune
indicazioni anche rispetto alla variabile successiva (il grado di coesione organizzativa dei partiti).
Le dimensioni empiriche indicate ai punti c', d' ed e' (coesione organizzativa dei partiti di maggioranza, tipo di sostegno elettorale
su cui contano i legislatori, struttura dello spazio politico e collocazione dei partiti sulle principali dimensioni tematiche) verranno
analizzate principalmente attraverso il metodo della élite survey. Anche basandosi sull'esperienza di un precedente lavoro di ricerca,
che ha già condotto alla costituzione di una prima base dati, si effettuerà una indagine campionaria (survey) rivolta a tutti i
consiglieri e assessori in carica, con l'obiettivo di ottenere una copertura di circa il 70% dell'intera popolazione di riferimento.
L'indagine verrà svolta mediante interviste faccia a faccia, condotte sulla base di un questionario strutturato. Una prima parte del
questionario riguarderà informazioni relative alla affiliazione partitica dei legislatori, ai ruoli da essi svolti nell'ambito
dell'istituzione regionale (assemblea legislativa o giunta), il loro background politico e professionale, le loro prospettive di carriera.
Nella seconda parte verranno invece incluse una serie di domande dalle quali ricavare indicatori circa il tipo di sostegno su cui i
legislatori fanno affidamento. Alcune domande verteranno specificatamente sul rapporto con gli elettori, i gruppi di interesse e il
partito di appartenenza. Più precisamente, le domande intenderanno rilevare quanto segue: quali fattori gli intervistati ritengono
abbiano influenzano la decisione del partito di presentarli come candidati; chi li ha principalmente aiutati nel corso della campagna
elettorale; che tipo di comportamento condiziona le loro possibilità di essere nuovamente candidati e rieletti. L'analisi fattoriale
potrà mostrare se queste dimensioni sono interrelate fra loro e in che misura possono rilevare la presenza delle tre diverse forme di
rappresentanza: "rappresentanza di partito"; "rappresentanza individuale" e "rappresentanza funzionale".
La terza parte del questionario conterrà domande relative alla posizione degli attori politici su alcune politiche, o issue, specifiche.
Ai consiglieri ed assessori chiederemo di posizionare i principali partiti lungo lo spettro "destra-sinistra" e di collocare loro stessi
sul medesimo continuum e in relazione ad una serie di dimensioni. A scopo comparativo, tali dimensioni saranno quelle considerate
da Benoit e Laver in una recente indagine condotta in più paesi. Ma gli intervistati potrebbero non attribuire la stessa importanza a
tali dimensioni pensate dalla ricerca di Benoit e Laver, condotta sul ruolo degli esperti. Per tale ragione, ai consiglieri e assessori
verrà presentata una scheda dove si chiederà loro di confermare una o l'altra di una serie di affermazioni opposte, così da indicare
il grado con cui essi condividono l'affermazione. Un'altra scheda, come si opera di solito in questo tipo di indagine, verrà invece
utilizzata per rilevare la loro auto-collocazione sullo spettro "destra e sinistra" e la loro valutazione al riguardo della posizione dei
partiti. Simili informazioni sulla collocazione dei partiti sull'asse destra-sinistra e l'auto-collocazione dei singoli legislatori su issue
specifiche verranno utilizzate in fase di analisi dei dati per costruire indicatori di coesione fra i partiti sulle politiche e/o di
polarizzazione delle maggioranze di governo.
Per quanto riguarda infine le dimensioni empiriche indicate ai punti f', g','h', i', j', sarà necessario ricorrere ad una analisi
testuale e alla codifica di dati tratti da regolamenti legislativi, documentazione e resoconti sull'attività consiliare che spesso sono
disponibili solo presso ciascun consiglio regionale. In particolare, l'allocazione dei poteri di agenda (f) sarà dedotta da una
comparazione delle norme regolamentari. Gli indicatori di stabilità di policy (j) verranno costruiti mediante interrogazioni dei
repertori digitalizzati delle leggi regionali prodotti da varie società commerciali (Utet, De Agostini), ed una successiva selezione
delle leggi maggiormente significative.
Come indicatori della capacità di controllo e oversight dei consigli (g) si acquisiranno dati relativi alla dotazione finanziaria e di
personale attribuita, rispettivamente, ai gruppi e alle funzioni di ricerca, studio, valutazione delle politiche e assistenza al drafting
legislativo. Da una indagine preliminare è emerso che le Regioni seguono criteri differenziati per quanto riguarda l'inquadramento
del personale e la registrazione dei relativi oneri finanziari. Alcune regioni hanno un unico organico per Giunta e Consiglio, altre
invece due organici distinti. In alcuni casi gli oneri compaiono tutti indistintamente nel bilancio della Regione, in altri in un
documento finanziario separato del Consiglio. Ulteriori difformità riguardano il personale che opera a servizio dei gruppi
consiliari. Alcune Regioni attribuiscono ai gruppi personale "comandato", altre consentono ai gruppi di assumere personale che
viene inquadrato, seppure a tempo determinato, secondo gli standard contrattuali dell'ente, altre ancora attribuiscono ai gruppi
semplicemente un budget che viene gestito, anche per quanto riguarda l'assunzione di personale, in totale autonomia. Per ottenere
indicatori in qualche modo comparabili, si prenderà in considerazione il numero delle persone a qualunque titolo operanti presso il
Consiglio distinti per funzione e per categoria contrattuale. Si procederà poi a stimare i relativi costi utilizzando i dati sui costi medi
per unità di personale delle varie categorie ricavabili, regione per regione, dal "Conto annuale dei dipendenti delle amministrazioni
pubbliche" elaborato dalla Ragioneria generale dello stato (Ministero dell'Economia). Le altri voci di spesa possono essere invece
ricavate con una relativa facilità dai bilanci regionali, con l'aiuto di funzionari esperti.
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Gli indicatori di h' e i', relativi al processo legislativo (ruolo delle commissioni, intervento del consiglio sulle proposte
dell'esecutivo), possono invece essere ricostruiti solo attraverso una ricerca di archivio, su campioni di leggi. Solo alcuni consigli
regionali sono dotati infatti di un sistema informativo nel quale sono memorizzate sistematicamente tutte le tappe dell'iter di ciascun
atto consiliare. L'analisi dei tempi e delle modalità dell'esame da parte dei Consigli verrà svolta su un numero limitato di leggi: la
legge finanziaria (per tutti gli anni della legislatura attualmente in corso); la più importante legge approvata durante la legislatura
in corso con riguardo a ciascuna delle seguenti materie: Sanità, Servizi socio-assistenziali, Urbanistica, Trasporti, Istruzione,
Ambiente, Attività produttive, Lavoro; la revisione dello Statuto. Con riferimento ad ognuna delle leggi in questione, verranno
rilevate il numero, la lunghezza e la provenienza (se proposti da componenti delle maggioranza o dell'opposizione) degli
emendamenti approvati in commissione, il numero, la lunghezza e la provenienza degli emendamenti approvati in aula, i tempi
dell'esame parlamentare, nelle sua varie fasi (commissione e aula).
3. Tempi di svolgimento dell'indagine, di analisi dei dati ed elaborazione dei risultati.
Nei primi sei mesi si metteranno a punto gli strumenti di rilevazione e si prenderanno gli opportuni contatti con i dirigenti politici ed
amministrativi dei Consigli regionali. Nei successivi dodici mesi si svolgeranno le varie indagini indicate e si metteranno a punto le
relative basi dati. Nei sei mesi finali si procederà alla elaborazione dei risultati e alla redazione dei rapporti di ricerca.
Come si evince da quanto esposto, la ricerca implica la costituzione di un gruppo di rilevatori particolarmente qualificati i quali
garantiscano, in ciascuna Regione, sia lo svolgimento delle interviste, sia l'acquisizione dei dati tratti da atti consiliari e documenti
amministrativi. Richiede almeno una ulteriore persona a cui affidare il coordinamento operativo della rilevazione stessa e un'altra
persona a cui affidare la gestione delle basi dati.
Testo inglese
1. General goals
The Local Unit at the University of Bologna will elaborate an original system of indicators and indexes able to compare the
law-making process among Italian Regions. On the basis of this system it will be possible to test the hypotheses and theories
presented in section 2.4, with reference to the functions performed by Committees in law making [A], the determinants of «executive
discretion» [B] and the factors of «policy stability» [C]. This research will compare and test both consolidated models (coming from
the Veto Players Theory and the Theory of Delegation) and more innovative ones.
The empirical variables monitored by the Local Unit are all the independent and dependent ones generally addressed by the
literature on regional legislatures:
a) the structure of regional party systems, with main reference to the degree of electoral vulnerability and fragmentation;
b) the party composition of regional legislatures and governments, and its variations along time;
c) the organizational cohesion of majority parties;
d) the relationship between single legislators and their constituencies, both citizens and interest groups;
e) the structure of political space in party competition and the position of majority parties on the main issue dimensions;
f) the distribution of agenda setting power between legislatures and governors;
g) the legislative oversight of executive power with reference to policy implementation oversight (structures and know-how);
h) the competence of Committees on some specific policy sectors and their role in bill examination;
i) the degree of legislative power delegation in relation to bills introduction by the governor;
j) the legislative production and its innovativeness.
The empirical research on these variables will cover all the twenty Italian Regions and include the two Autonomous Provinces of
Trentino Alto-Adige. Data will be collected over the last two terms in order to have enough empirical evidence to support statistical
analysis. It is important to underline that most of the comparative literature on this subject deals with a lower number of cases.
2. Methodology
Research will focus on regional legislatures. It will collect data from three different sources: 1) institutional data; 2) surveys on
regional legislators; 3) textual analysis of legislative documentation.
For empirical variables "a" and "b" (regional party systems and party composition of regional legislatures and governments), a data
base will be developed, using mainly institutional sources (Ministry of Interior, regional archives and documentation).
For empirical variables "c", "d" and "e", the main source of information will be survey. All the regional legislators and councillors
(assessori) will be interviewed on the basis of a structured questionnaire.
The first part of the questionnaire will collect information on party affiliation, role performed within the institution, political and
professional background and perspectives of carrier.
The second part will focus more on the political support of the interviewees. Some questions will be designed to provide information
regarding the kind of relationship they have with their electors, with interest groups and with their party. A whole range of questions
will be asked in order to discover the following: which subjects and factors they believe have influenced (in the past) their party's
decision to submit them as candidates; who has provided them with the greatest help during their election campaign; what type of
behavior and what kind of judgments substantially affect their chances of being chosen as candidates once again and of being
re-elected. The kinds of answer will be proposed to the interviewees on a numerical scale. In other words, they will be given
questionnaire forms (see Appendix A) and will be asked to fill them in indicating to what degree each of the items in question
influenced their candidature, their election, and their chances of being re-elected. The results of the factor analysis will may show
which of these items, if so, are strongly interrelated and constitute a good measure of the three different components of
representation, which we may call: «party representation», «individual representation» and «functional representation».
The third section of the questionnaire will contain questions related to the «policy position» of the political actors. We will ask the
same regional politicians to place the main parties along the left-right spectrum, and to place themselves both along this spectrum
and with respect to a series of other dimensions. For comparative purposes, we will try to measure this self-ranking of regional
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politicians in terms of a series of dimensions taken into consideration by Benoit and Laver in a recent cross-national expert survey.
Of course, we could not be sure that all the interviewees will be going to give the same importance to those dimensions if we used the
rather meager, abstract expressions that Benoit and Laver utilized when addressing experts. Regional legislators and councillors
will be thus presented with a card where they will be asked to confirm one or the other of a series of opposing statements, and in
doing so to indicate the degree to which they share that statement. Another card, as usual in survey with the same goal, will be utilize
to record their self-ranking along the left-right spectrum and their judgments regarding the position of the parties along the
spectrum. All these data will give important information in order to build indicators of both policy cohesion among parties and
polarization of majorities
For empirical variables "f", "g", "h", "i" and "j" information gathering will be based on the textual analysis of legislative
documentation, including internal orders and reports. More specifically, the distribution of agenda setting power (f) will be inferred
from internal orders and regulation while the indicators of policy stability (j) will be deducted from data base provided by some
special companies. Indicators of oversight capacity (g) will take into consideration data on budget and personnel in staff in regional
legislatures. Indicators on the role of Committees in law-making (h, i) will require an archive search and a survey of laws. The
survey will be conducted on the most important regional laws in strategic sectors: health, welfare, urban planning, transportation,
environment, economic development.
3. Timing
During the first six months, the Local Unit will work on the elaboration of indicators and questionnaire for empirical research. In
the following twelve months the collection of data will take place along with the interviews and questionnaires. In the last six months
the data collected will be processed and analyzed in order to reach conclusions and write the final report.
2.6 Descrizione delle attrezzature già disponibili ed utilizzabili per la ricerca proposta con valore
patrimoniale superiore a 25.000 Euro
Testo italiano
Nessuna
Testo inglese
Nessuna
2.7 Descrizione delle Grandi attrezzature da acquisire (GA)
Testo italiano
Nessuna
Testo inglese
Nessuna
2.8 Mesi uomo complessivi dedicati al programma
Testo italiano
Numero
Personale universitario dell'Università sede dell'Unità di Ricerca
Personale universitario di altre Università
Titolari di assegni di ricerca
Titolari di borse
Dottorato
Post-dottorato
Scuola di Specializzazione
MIUR - BANDO 2005
Mesi uomo Mesi uomo Totale mesi
1° anno
2° anno
uomo
3
22
21
43
3
11
11
22
0
0
0
0
- 13 -
,
Ministero dell Istruzione,
dell ,Università e della Ricerca
Personale a contratto
Assegnisti
Borsisti
Dottorandi
Altre tipologie
0
0
0
2
1
9
Personale extrauniversitario
TOTALE
16
2
51
16
2
50
32
4
101
Testo inglese
Numero
University Personnel
Other University Personnel
Work contract (research grants, free lance contracts)
PHD Fellows & PHD Students
PHD Students
Post-Doctoral Fellows
Specialization School
Personnel to be hired
Work contract (research grants, free
lance contracts)
PHD Fellows & PHD Students
PHD Students
Other tipologies
No cost Non University Personnel
TOTALE
MIUR - BANDO 2005
Mesi uomo Mesi uomo Totale mesi
1° anno
2° anno
uomo
3
22
21
43
3
11
11
22
0
0
0
0
0
0
0
2
1
9
16
2
51
16
2
50
32
4
101
- 14 -
,
Ministero dell Istruzione,
dell ,Università e della Ricerca
PARTE III
3.1 Costo complessivo del Programma dell'Unità di Ricerca
Testo italiano
Voce di spesa
Materiale inventariabile
Grandi Attrezzature
Materiale di consumo e
funzionamento
Spese per calcolo ed
elaborazione dati
Personale a contratto
Servizi esterni
Missioni
Pubblicazioni
Partecipazione /
Organizzazione convegni
Altro
TOTALE
Spesa in Euro
Descrizione
10.000 Acquisto di 2 PC ad elevata configurazione hardware, con masterizzatore e
stampante laser, per l'organizzazione e la fruizione dei cataloghi informatici.
Acquisto di un . Acquisto di software per l'elaborazione dei dati (SPSS; Stata)
9.000 Di cui Euro. 3400 per Spese telefoniche, di fax e di corriere per i contatti con
le assemblee regionali, acquisto di materiale d'ufficio e supporti elettronici per
il back up dei cataloghi informatici, altro materiale di consumo, spese postali
per l'invio di questionari.
12.000 Contratto per 1 responsabile della immissione, gestione e elaborazione
statistica di tutti i dati tratti dall'indagine
40.000 FInanziamento da destinare a 2 contratti per coadiuvare il gruppo di ricerca
nella racolta dei dati via intervista e via questionario e per l'elaborazione dei
software necessari all'immissione dei dati e alla loro codifica e
all'elaborazione statistica degli stessi.
12.000 Missioni per tutti i membri del gruppo di ricerca per le interviste ai legislatori
regionali e per gli incontri collettivi.
4.000 Co-finanziamento del volume originato dlla ricerca.
8.000 Partecipazione ad almeno 4 convegni internazionali (International Political
Science Assocition, American Political Science Asociation, European
Consortium of Political Research) e 2 nazionali(Società Italiana diScienza
Politica) per presentare papers derivati dal progetto.
95.000
Testo inglese
Voce di spesa
Materiale inventariabile
Grandi Attrezzature
Materiale di consumo e
funzionamento
Spese per calcolo ed
elaborazione dati
Personale a contratto
Servizi esterni
Missioni
Pubblicazioni
Partecipazione /
Organizzazione convegni
Altro
TOTALE
MIUR - BANDO 2005
Spesa in Euro
Descrizione
10.000 Purchase of two PC and Laser Printer in order to set up electronic catalogs.
Purchase of a software for textual analysis and data analysis (SPSS; Stata).
9.000 Phone, fax and mail expenses. Purchase of electronic support of data-bases
12.000 Immision and codification of the collected data
40.000 Financial sources necessary to paying two collaborators for helping the
research group in collecting the quantitative data, in the interviewe and in the
survey. At the same time they should have a recognized expertise in data
management
12.000 Expenses for missions, interviews and research on site (regional capitals)for
interviews to policy-makers and for the periodic meeting among all the
participants to the research.
4.000 to co-finance the book originated by the research
8.000 Participation at least to 4 International Congress and two in Italy two discuss
the intermediate results of the project
95.000
- 15 -
,
Ministero dell Istruzione,
dell ,Università e della Ricerca
3.2 Costo complessivo del Programma di Ricerca
Descrizione
Costo complessivo del Programma dell'Unità
di Ricerca
Fondi disponibili (RD + RA)
comprensivi dell'8% max per spese di gestione
Cofinanziamento di altre amministrazioni
Cofinanziamento richiesto al MIUR
95.000
28.500 Fondi disponibili messi a
disposizione dall'ateneo.
66.500
3.3.1 Certifico la dichiarata disponibilità e l'utilizzabilità dei fondi di Ateneo (RD e RA)
SI
(per la copia da depositare presso l'Ateneo e per l'assenso alla diffusione via Internet delle informazioni riguardanti i programmi
finanziati e la loro elaborazione necessaria alle valutazioni; D. Lgs, 196 del 30.6.2003 sulla "Tutela dei dati personali")
Firma _____________________________________
MIUR - BANDO 2005
Data 04/04/2005 ore 08:50
- 16 -