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Danza
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Danza
Lo Schiaccianoci
Danza
Personaggi e interpreti
balletto in due atti
di Amedeo Amodio
tratto dal racconto di Ernst T. A. Hoffmann
Schiaccianoci e il Re dei topi
musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij
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Prima esecuzione
Reggio Emilia, Teatro municipale Romolo Valli
6 gennaio 1989
regia e coreografia
scene e costumi
ideazione ombre
realizzazione ombre
voce
disegno luci
assistente coreografo
solisti e corpo di ballo
Daniele Cipriani Entertainment
Amedeo Amodio
Emanuele Luzzati
Teatro Gioco Vita
L’Asina sull’Isola
Gabriella Bartolomei
Marco Policastro
Stefania Di Cosmo
Vito Mazzeo
Anbeta Toromani
Valerio Polverari
Giulia Neri
Emilio Barone
Giulia Olivieri
Ferdinando De Filippo
Elisa Aquilani
Sergio Chinnici
Pietro Valente
Francesco Moro, Gabriele Togni, Pietro Valente
Katarina Janoskova, Paolo Valli (per L’Asina sull’Isola)
Mauro Vizioli
Invitati alla festa
Donne
Uomini
Andrea Caleffi, Silvia Accardo, Lucrezia Bellamaria,
Susanna Elviretti, Elena La Stella, Yasmine Mechergui,
Sabrina Montanaro, Martina Pasinotti
Davide Bastioni, Luca Carannante, Umberto De Santis,
Francesco De Stefano, Marco Fagioli, Marco Lo Presti,
Valerio Marisca, Alessandro Pulitani
Fiocchi di neve
Regina della neve
Fiocchi di neve
Danza spagnola
Danza araba
Danza cinese
Danza russa
Mirlitoni
Circo
Andrea Caleffi
Silvia Accardo, Elisa Aquilani, Lucrezia Bellamaria,
Valentina Chiulli, Susanna Elviretti, Bianca Gradassi,
Ilaria Grisanti, Elena La Stella, Noemi Luna,
Yasmine Mechergui, Simona Mirachi, Sabrina Montanaro,
Tomo Muranaka, Giulia Olivieri, Martina Pasinotti,
Micaela Viscardi
Silvia Accardo, Martina Pasinotti, Gabriele Togni
Susanna Elviretti, Umberto De Santis
Sabrina Montanaro, Francesco De Stefano
Sergio Chinnici, Ilaria Grisanti, Francesco Moro,
Pietro Valente
Emilio Barone, Bianca Gradassi, Tomo Muranaka
Cristiano Colangelo, Marco Fagioli, Giulia Neri
Valzer dei fiori
Bambola
Donne
Uomini
Susanna Elviretti
Elisa Aquilani, Andrea Caleffi, Valentina Chiulli,
Yasmine Mechergui
Davide Bastioni, Umberto De Santis, Ferdinando De Filippo,
Marco Lo Presti
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martedì 10 gennaio
Lo Schiaccianoci
Schiaccianoci
Clara
Drosselmeier
Clara bambina
Fritz
Madre di Clara
Padre di Clara
Arlecchina
Soldatino
Schiaccianoci burattino
Tre uomini nella neve
Ombre
Topo gigante/ Uomo orologio
Atto I
La canzone dell’orologiaio
PersonaggiDrosselmeier
24 dicembre
Personaggi
La festa
Personaggi
L’incubo
Personaggi
Ombre, Clara bambina, Fritz, giocattoli, Soldatino,
Tre Uomini della neve, Topo gigante, Drosselmeier
Clara bambina, Fritz, Drosselmeier, La madre
il padre, i nonni-poltrona, gli invitati,
Ombre - La fiaba della noce dura
Arlecchina, Soldatino, i nani, Schiaccianoci burattino
Ombre, Clara bambina, i topi, la Regina dei topi
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La trasformazione di Schiaccianoci
Personaggi
Schiaccianoci Principe, Clara
La Neve
Personaggi
L’inizio del viaggio
Personaggi
La Regina della neve
I fiocchi di neve
Clara, Schiaccianoci, Drosselmeier
Intervallo
Atto II
Il viaggio di Clara e Schiaccianoci
Personaggi
i Birilli, Drosselmeier, Clara, Schiaccianoci, Ombre
Danza spagnola, Danza araba, Danza cinese, Danza russa, Mirlitoni
Circo, Valzer dei fiori
Personaggi
Drosselmeier e la Bambola, Quattro coppie
Grand pas de deux
Personaggi
Clara, Schiaccianoci Principe
Finale
PersonaggiTutti
Il nipote di Drosselmeier
Personaggi
Clara, Drosselmeier, il Nipote-Schiaccianoci
“Lo Schiaccianoci di Amedeo Amodio arriva carico di gloria e
di doni meravigliosi: non soltanto quelli di Natale per i due piccoli
protagonisti, Maria e Fritz. Ma con il dono di idee e di incantesimi
nuovi. E di uno scenografo e costumista — Emanuele Luzzati —
che è quanto più si avvicina, col suo lavoro, all’idea di un angelo.
L’angelo che protegge un’infanzia vera o mai veramente perduta”.
Vittoria Ottolenghi
Spettacolo per grandi e piccini, Lo Schiaccianoci di Amedeo
Amodio è uno dei più interessanti della storia della danza,
e senz’altro uno degli allestimenti più incantevoli, grazie
alle variopinte scene e costumi di Emanuele Luzzati e ai 40
artisti in scena (37 ballerini, 2 artisti del Teatro d’ombre e un
trampoliere). La fantasia di una bambina che — come i suoi
coetanei — parla con i suoi giocattoli, facendoli vivere anche in
un mondo magico immaginario, rende labile il confine tra realtà
e immaginazione: uno schiaccianoci può benissimo essere un
principe, un’ombra sulla parete può diventare un drago in quel
mondo dove desiderio e paura, sogno e incubo si sovrappongono
in continuazione. In questo balletto colori, suoni, ombre e luci, la
grande tradizione della danza e una valanga di spunti fantastici
portano in scena quella che Amedeo Amodio, coreografo e
regista dello spettacolo, definisce la “realtà magica”: il fantastico
presente nella realtà quotidiana, dove i confini con l’immaginario
risultano attenuati al punto che a volte non sappiamo quale sia
più vero. Giocattoli, ombre, paure e desideri prendono vita, il
mondo dell’infanzia e il mondo degli adulti si confrontano nella
storia in cui un semplice schiaccianoci diventa la chiave per
accompagnarci in un viaggio fantastico. Lo spettacolo coincide
con il 10° anniversario della scomparsa di Emanuele Luzzati, che
ha fatto risplendere le scene italiane e del mondo con i colori della
sua tavolozza e l’arcobaleno della sua fantasia.
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Sintesi scenica
La Trama
È la vigilia di Natale.
Drosselmeier, padrino di Clara e Fritz, recita la canzone dell’orologiaio.
Clara e Fritz, intanto, attendono con trepidazione l’arrivo del Natale e
dei doni: si addormentano e vengono trasportati nel mondo dei sogni.
Arrivano gli ospiti, portando doni in scatole che ai due bambini sembrano
enormi e sorprendenti. Drosselmeier, per animare la festa, racconta la
fiaba della noce dura Krakatuk: «C’erano una volta un re e un regina
che avevano una splendida bambina, la principessa Pirlipat. Un giorno,
mentre la regina madre stava preparando un delizioso pranzo per il suo
regale consorte, la Regina dei topi, Mauserinks, e la fitta schiera dei suoi
fedeli, mangiarono tutto il lardo che sarebbe servito ad insaporire il pasto.
Il re si infuriò moltissimo e, su consiglio dell’orologiaio di corte, il signor
Drosselmeier, fece mettere in trappola tutti i topi. Solo Mauserinks riuscì
a salvarsi e giurò vendetta. Infatti, una notte, nonostante le tante balie
e i tanti gatti messi a custodia della bellissima Pirlipat, la Regina dei topi
si avvicinò alla culla e rese la bambina mostruosa...».
Clara è molto impressionata dal racconto, ma Drosselmeier, per non
turbare la gioisità della serata, lo interrompe e passa a mostrare i suoi
regali: Arlecchina, il Soldatino e uno Schiaccianoci, automi meccanici,
così perfetti da sembrare veri. Lo Schiaccianoci, in particolare, attira
l’attenzione dei fratellini che litigano, se lo strappano di mano fino
a che Fritz, indispettito, lo rompe.
Drosselmeier allora dopo averlo riparato, decide definitivamente che
lo Schiaccianoci dovrà essere custodito e curato da Clara. La bimba felice,
presenta il suo nuovo amico alla sua bambola e gioca con loro, quando,
all’improvviso, insoliti fruscii e squittii, strane presenze si aggirano per la
stanza: topi. Clara è presa da una sorta di spavento mista a curiosità e
stupore: i giocattoli di Fritz si animano e cominciano a combattere contro
gli invasori: il suo Schiaccianoci è il più coraggioso di tutti e, alla testa
dell’esercito dei giocattoli, sconfigge i topi.
Fuori comincia a nevicare: Clara si affida al suo nuovo coraggioso
compagno di gioco, lasciandosi trasportare lontano, a cavallo.
Atto Secondo
Il viaggio di Clara e Schiaccianoci prosegue e, nel frattempo,
Schiaccianoci racconta la sua storia: «... fu chiamato l’astronomo
di corte che individuò il rimedio per guarire Pirlipat dal suo orribile
aspetto. Era necessario trovare la noce dura Krakatuk, la noce più
dura del mondo, e un giovane che fosse in grado di romperne il guscio
con i denti, per donarne il gheriglio alla principessa. Per quindici anni
l’astronomo e l’orologiaio di corte Drosselmeier girarono per il mondo
alla ricerca della noce e del giovane. Passarono la Spagna, la Cina, la
Russia, l’Arabia fino al Paese dove anche i fiori danzano. Trovarono
alla fine la noce e anche il giovane che altri non era che il nipote
dell’orologiaio... Il giovane Drosselmeier riuscì a rompere il guscio
della noce Krakatuk, ma, mentre stava portando il gheriglio a Pirlipat,
calpestò Mauserinks che, proseguendo la sua atroce vendetta, prima di
morire, trasformò il bel giovane in un orrendo schiaccianoci».
Clara è affascinata, le sembra di vivere una favola della quale è la
principessa e Schiaccianoci il suo giovane principe: bello, intrepido e
coraggioso.
La festa di Natale sta volgendo al termine: Clara si risveglia. Era
stato un sogno. Viene nuovamente riportata alla realtà fatta di invitati,
di doni e di danze. Ma, quando alla fine gli invitati se ne vanno e la
bimba resta da sola ripensando al suo sogno e al suo giovane eroe,
entra Drosselmeier accompagnato dal suo giovane nipote. Clara lo
guarda e riconosce il suo amato Schiaccianoci.
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Atto Primo
Da Grimm a Hoffmann
di Amedeo Amodio
di Emanuele Luzzati
Ho voluto rimanere il più possibile fedele al racconto originale di
Hoffmann: la realtà vista con gli occhi di una bambina, Clara, che conserva
il senso della “realtà magica”, il fantastico presente nella realtà quotidiana
dove i confini tra il mondo dell’immaginario e la realtà di tutti i giorni sono
così attenuati che, a volte, non sappiamo quale sia più vero e più concreto.
Il padrino Drosselmeier è artefice: inventa le ombre, muove i giocattoli
dando vita ai sogni, alle paure, ai desideri di Clara. Ma è anche il
difensore del mondo dell’immaginario che troppo spesso gli adulti
cercano di annientare. Clara osserva gli adulti con occhio divertito,
fissando i particolari come una curiosa cinepresa; gli invitati assumono
aspetti grotteschi, si muovono con gesti esagerati, a volte come giocattoli
arrugginiti. Mentre un semplice schiaccianoci prende vita e l’accompagna
in un viaggio fantastico che l’allontana dal mondo quotidiano.
Dal sogno rientra alla realtà e ancora al sogno, la “realtà magica”
continua.
Il nostro lavoro sembra quasi casuale: si passa continuamente da una
scenografia ad una serie di illustrazioni oppure da un cartone animato
alla grafica ecc., il tutto richiesto dall’esterno e su domanda dei
committenti più disparati. Eppure ogni volta sono sorpreso dal legame
che unisce un lavoro all’altro: sembra che ci sia un filo che a nostra
insaputa li leghi gli uni agli altri.
Così ora, appena lasciato il mondo dei fratelli Grimm (di cui ho
illustrato le fiabe più note), eccomi entrare in quel mondo di Hoffmann
con questo Schiaccianoci e, senza che all’inizio me ne sia accorto,
approfondendo i temi, constato quanto questi autori siano legati da
tanti segni.
Intanto per pura curiosità sono andato a leggermi le loro biografie
e scopro che Hoffmann nasce nel 1876, uno dei Grimm nello stesso
anno e l’altro un anno prima; entrambi tedeschi e coetanei! Entrambi
scrivono racconti fantastici, anche se il loro spirito è molto differente:
i Grimm si rivolgono soprattutto ai bambini apparentemente senza
ironia né ambiguità, mentre Hoffmann come tutti i poeti scrive per se
stesso con mille sottigliezze e a tanti livelli di lettura. Ma poi scopriamo
che come tutti i capolavori anche le favole dei Grimm hanno doppi
e tripli sensi, e non sono affatto così lineari come sembrano ad una
prima lettura.
E così, ancora intontiti e affascinati dai tanti significati di Biancaneve,
Cappuccetto Rosso, e della Bella Addormentata, ecco che, con Lo
Schiaccianoci, scopriamo un’altra storia altrettanto conturbante e
ambigua, assai vicina all’Alice di Caroll, e poi scopriamo ancora che
anche la musica di Čajkovskij, apparentemente facile, orecchiabile e
divertente, è leggibile a tanti livelli, proprio come le storie dei fratelli
Grimm: è piena di ombre, di profondità inaspettate e anch’essa
ambigua, come lo era la vita del suo autore. Come interpretare
visivamente tutta questa valanga di spunti fantastici? Come far leggere
questo famoso balletto in maniera che ognuno ci trovi il lato più
stimolante e che lo affascini maggiormente?
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La realtà magica
Le musiche
Come ho fatto con le fiabe di Grimm, anche qui nella scenografia, nei
costumi, negli oggetti ho lavorato di “collage”, cioè mescolando stili e
materie, confondendo le idee, ammiccando perfino a Mozart (nella scena
dei “flautini” l’allusione a Papageno e Papagena) e con l’aiuto del Teatro
Gioco Vita, specialista in ombre, contrastando continuamente con le
silhouettes nere l’esplosione dei colori nelle scene esotiche o in quelle dei
giocattoli.
E così con Hoffmann e con Čajkovskij ci siamo buttati in questo giuoco
meraviglioso della fantasia e speriamo che ogni persona che veda questo
spettacolo, bambino o adulto, semplice o sofisticato, ci ritrovi un po’ del
suo mondo onirico, sia questo gioioso, o pauroso, o come piace a noi
contemporaneamente allegro e conturbante, felice e triste, e torni a casa,
almeno per una sera, un po’ più ricco.
Nei primi anni Novanta dell’Ottocento, il direttore del Teatro Imperiale
di San Pietroburgo (Teatro Mariinski), commissionò a Čajkovskij
la composizione di un nuovo balletto dopo il successo de La Bella
Addormentata. Il compositore si fece aiutare da Marius Petipa, che
gli propose un adattamento realizzato da Alexandre Dumas padre del
racconto Schiaccianoci e il Re dei topi scritto dal tedesco Ernst Theodor
Amadeus Hoffmann. La storia fu semplificata notevolmente rispetto
all’originale per essere il più adatta possibile alla narrazione con musica
e balletto in due atti. Il balletto andò in scena il 5 dicembre 1892 e
anche se inizialmente il successo fu tiepido, le musiche di Čajkovskij
piacquero alla maggior parte degli spettatori. Dopo un lungo periodo
di silenzio, a partire dal 1919 lo spettacolo fu ripreso in Russia, e da
lì ebbe inizio la sua fortuna. Oggi Lo Schiaccianoci è uno dei balletti
più celebri: le sue musiche sono considerate un capolavoro, al punto da
essere state utilizzate nel corso del tempo in adattamenti e in altri contesti
come documentari, film e serie televisive. Lo Schiaccianoci ha senz’altro
dovuto parte della propria popolarità nel Novecento al magnifico film
di animazione Fantasia prodotto da Walt Disney, con otto segmenti
animati impostati su pezzi famosi di musica classica. Diversi brani
dello Schiaccianoci furono utilizzati dagli animatori per la realizzazione
del secondo episodio del film, in cui fate, pesci, fiori e foglie danzano su
musiche di Čajkovskij dalla “Danza della Fata Confetto” al “Valzer dei
fiori” passando per la “Danza russa”.
Allievo della Scuola di ballo del Teatro
alla Scala di Milano e poi danzatore del
Balletto scaligero, i suoi interessi non
si limitano alla danza ma a ogni forma
d’arte, stimolato anche dalle esperienze
vissute in un teatro che in quel periodo
si avvaleva della collaborazione di artisti
di grande spessore, registi, direttori
d’orchestra, cantanti, scenografi,
coreografi, ballerini, attori. La curiosità
di ampliare le sue esperienze lo porta
all’età di 22 anni, a lasciare il Teatro
alla Scala per iniziare la carriera di
coreografo e ballerino da libero
professionista e più tardi ad assumere
la direzione artistica dell’allora nascente
Aterballetto, la prima compagnia
stabile di danza costituitasi al di fuori
di un ente lirico, qualcosa di unico nel
panorama della danza italiana. Per circa
vent’anni, ad Amodio sono affidate le
sorti dell’ensemble formato da ballerini
solidi dal punto di vista tecnico, ricchi di
espressività e capaci di essere interpreti
raffinati di un repertorio vasto che porta
la firma di grandi coreografi del ‘900
quali George Balanchine, Roland Petit,
Antony Tudor, Léonide Massine, August
Bournonville, Kenneth McMillan, Alvin
Ailey, Glen Tetley, William Forsythe,
Hans van Manen, Maurice Béjart, Micha
van Hoecke, Jirí Kylian, Roland Petit,
José Limòn.
Per Aterballetto Amodio firma molte
creazioni, alcune delle quali hanno visto
la partecipazione di grandi interpreti
come Elisabetta Terabust, Alessandra
Ferri, Vladimir Derevjanko, Julio Bocca,
Roberto Bolle, Massimo Murru. La sua
esperienza prestigiosa lo porta nel 1997
ad assumere la Direzione del Corpo di
Ballo dell’Opera di Roma  nel quale in
passato come danzatore, aveva vissuto
un periodo molto fecondo di stimoli
grazie all’incontro con Aurel Milloss  e
nel 2003 del Teatro Massimo di Palermo.
Coreografo ospite in molte
Compagnie di balletto in Italia e negli
Stati Uniti, riceve nell’aprile 2015 il
“Premio alla carriera” in occasione della
Giornata Internazionale della danza.
Nello stesso giorno viene insignito dal
Sindaco di Reggio Emilia del “Primo
Tricolore”, una prestigiosa onorificenza
che viene assegnata a quanti hanno
contribuito con il loro operato a dare
lustro alla Città.
Emanuele Luzzati
scene e costumi
(1921–2007)
Nato a Genova, ha studiato presso
l’Ecole des Beux Arts di Losanna,
dove si è diplomato. Ha lavorato
inizialmente come pittore, ceramista,
illustratore e decoratore, dedicandosi
in seguito al teatro e lavorando insieme
a Giulio Gianini alla realizzazione di
film e disegni animati, tra cui nel 1964
La gazza ladra, basata sull’opera di
Gioachino Rossini e nel 1973 Pulcinella,
entrambi nominati al Premio Oscar.
Nel 1963 ha iniziato a lavorare al
Flauto magico, disegnando le scene
per un’edizione dell’opera diretta da
Vittorio Gui al Festival di Glyndebourne
e ripetutamente ripresa nei successivi
sette anni, dato lo straordinario
successo. In seguito, prendendo ancora
spunto dal capolavoro mozartiano,
ha realizzato le illustrazioni per un
libro destinato ai bambini, nonché il
famoso film di cartoni animati, e nel
1998 a Santa Margherita Ligure un
parco giochi ispirato alla stessa opera.
Nel 1972 ha esposto alla Biennale di
Venezia, mentre dal 1981 al 1984 la sua
mostra Il sipario magico, allestita per
la prima volta all’Università di Roma,
è stata riproposta in varie città italiane
ed estere. Nel 1993 l’Unione dei Teatri
d’Europa ha organizzato la mostra
Emanuele Luzzati Scenografo, tenutasi
inizialmente al Centre Pompidou di
Parigi, mentre nel 1996 è stata allestita
presso il Palazzo Ducale di Genova una
mostra antologica dedicata alla sua
opera, di seguito a quella organizzata
nel 1992 dall’Università.
Nel 1992 ha ricevuto dall’Università
di Ginevra la laurea honoris causa in
architettura, mentre nel 1995 riceve
il Premio “Ubu” per la migliore
scenografia dell’anno per Pinocchio
realizzato al Teatro della Tosse di
Genova. Nell’ambito del repertorio
mozartiano ha realizzato le scene per le
opere Die Zauberflöte, Don Giovanni,
Così fan tutte, Le nozze di Figaro, Die
Entführung aus dem Serail, Bastien und
Bastienne, e La finta giardiniera.
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Amedeo Amodio
regia e coreografia
Nata a Tirana, ha frequentato
l’Accademia Nazionale di Danza nella
sua Città.
Conseguito il diploma, si è
perfezionata a Baku in Azerbaijan.
Rientrata in Albania è
immediatamente entrata a far parte del
Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera
di Tirana come Prima ballerina dove
ha ricoperto, fin dal suo ingresso in
compagnia, i ruoli principali di balletti
celebri quali Giselle, Don Chisciotte,
Cenerentola, Paquita, Carmen. Nella
stagione 2002–2003 ha partecipato alla
trasmissione televisiva Amici condotta
da Maria De Filippi, giungendo in
finale. Viene scelta pertanto dal regista
Patrick Rossi Gastaldi per la sua messa
in scena de L’Histoire du soldat con
Rocco Papaleo. Dal 2003 Anbeta fa
parte del cast del programma Amici in
qualità di Prima Ballerina.
Tra i riconoscimenti ottenuti in questi
anni si segnalano il Premio “Gino Tani”
(2004) per le arti dello spettacolo ed il
Premio “Danza&Danza” (2005). Nelle
ultime due stagioni Anbeta Toromani è
stata invitata a danzare allo Sferisterio
di Macerata nel Macbeth, con la regia
di Pier Luigi Pizzi e le coreografie di
Gheorghe Iancu, e successivamente
in Carmen, con le coreografie di
Gheorghe Iancu e la regia del Premio
Oscar Dante Ferretti. Nell’ estate
del 2009 è stata la protagonista di
“Anbeta&José - Tour 2009”, una
serata di Gala che ha riportato Anbeta
in teatro insieme ad un gruppo di
danzatori provenienti dalle migliori
Compagnie di danza del mondo. Nel
2010 è ospite del Teatro di San Carlo
di Napoli per alcune serate di Gala e
ancora allo Sferisterio di Macerata per I
Lombardi all’ultima crociata ancora con
la regia di Pier Luigi Pizzi e la coreografia
di Gheorghe Iancu. Nel 2010 e nel 2011
è testimonial per la Danza del Giffoni
Film Festival. Nel 2012 è ospite di molti
Gala prestigiosi. A Parma e Udine
danza per la Croce Rossa Italiana e a
Mirandola, per le vittime del terremoto,
si esibisce nei passi a due tratti dai balletti
Carmen e Romeo e Giulietta con le
coreografie di A. Amodio. Nel 2013 è
ospite all’Opera di Bratislava con Romeo
e Giulietta coreografato da M. Moricone,
mentre nello stesso anno è ancora
ospite al Teatro di San Carlo sia per Lo
Schiaccianoci, che nell’anno seguente,
per il Mozart Requiem con le coreografie
di B. Eifman. Nel 2015, ancora al di San
Carlo, danza ne Lo Schiaccianoci questa
volta con le coreografie di A. Panzavolta,
Otello, coreografie di F. Monteverde,
Giselle, coreografie di L. Semenyaka.
In giugno è ospite al Massimo di
Palermo con Coppelia, coreografie
di A. Amodio. Nel 2016 è Swanilda in
Coppelia di R. Petit al Teatro San Carlo
di Napoli, al Teatro Verdi di Trieste, al
Teatro Regio di Parma. Sempre con il
San Carlo danza nel Romeo e Giulietta
di M. Lavrovsky e al Teatro Massimo di
Palermo interpreta Cenerentola con
le coreografie di F. Monteverde. È
regolarmente invitatata in numerosi Gala
sia in Italia che all’estero.
Vito Mazzeo
primo ballerino
Inizia a studiare alla Scuola di ballo
del Teatro alla Scala dove si diploma
in danza classica e contemporanea
con il massimo dei voti, unico allievo
ad avere conseguito questo risultato
dai tempi dell’istituzione del doppio
diploma.
Nel 2005 entra a far parte del Corpo di
Ballo del Royal Ballet di Londra.
Danzatore al Teatro dell’Opera di
Roma dal 2007 al 2010, con la direzione
di Carla Fracci, dal 2010 entra a far
parte del San Francisco Ballet nel ruolo
di Solista e dopo appena sei mesi viene
nominato Principal Dancer. Nel 2013
diventa Primo Ballerino del Dutch
National Ballet, dove allarga il suo
repertorio interpretando coreografie di
Hans Van Manen, Alexei Ratmansky e
Jorma Elo.
Si è esibito in Italia e in vari paesi
esteri come Stati Uniti, Giappone,
Russia, America Latina e Spagna.
Con Mara Galeazzi ha partecipato a
spettacoli di danza in Italia, Kenya e
Sudafrica, con lo scopo benefico di
raccogliere fondi per l’associazione
Dancing for the Children. Nel 2009
ha rappresentato l’Italia al Miami
international Ballet Festival, nel maggio
2011 viene invitato a danzare all’Arena
di Verona e nel luglio 2011, torna come
Étoile Ospite al Teatro dell’Opera di
Roma interpretando Il lago dei cigni
alle Terme di Caracalla. Come Artista
ospite danza all’Hong Kong Ballet nella
stagione 2012, e nel 2013 ritorna sulle
scene del Teatro dell’Opera di Roma
nel Don Chisciotte. È Guest Principal
con il Finnish National Ballet ritornando
sulle scene di San Francisco come
Étoile Ospite per festeggiare i 20 anni
di carriera della ballerina cinese Yuan
Yuan Tan. Nel 2014 forma il gruppo “Vito
Mazzeo & Solisti Het Nationale Ballet”
con il quale si esibisce sui palcoscenici
dei maggiori teatri italiani con lo scopo
di far apprezzare e diffondere l’arte
coreutica olandese.
Il New York Times lo ha definito «The
tall, handsome Vito Mazzeo is emerging
as a figure of tremendous dance charm».
Nel 2010 ha vinto il premio
Danza&Danza come migliore interprete
della stagione, e il premio Positano
“Leonide Massine” al valore. Nel 2013
è nominato “Audience Favourite” per
la sua prima stagione con il Balletto
Nazionale Olandese, mentre riceve nel
2016 il Premio “Capri Dance Award” per
l’interpretazione di Frate Lorenzo nel
balletto Romeo et Juliette coreografato
da Sasha Waltz.
Prossimi appuntamenti
14 gennaio
Music Corner
I Concerti delle 18
Preludio alla Giornata
della Memoria
Ingresso gratuito
15 gennaio
A misura di famiglia
Gek Tessaro
La musica disegnata
17 gennaio
Cameristica
Ars Trio di Roma
15
14
Anbeta Toromani
prima ballerina
Comune di Pordenone
Regione Autonoma
Friuli Venezia Giulia
Provincia di Pordenone
comunale
giuseppeverdi.it
Virtuosa
Magica
Diversa.
Tutta un’altra stagione
16
Danza
17