Scarica il programma di sala
Transcript
Scarica il programma di sala
16 Danza 17 Danza Lo Schiaccianoci Danza Personaggi e interpreti balletto in due atti di Amedeo Amodio tratto dal racconto di Ernst T. A. Hoffmann Schiaccianoci e il Re dei topi musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij 2 Prima esecuzione Reggio Emilia, Teatro municipale Romolo Valli 6 gennaio 1989 regia e coreografia scene e costumi ideazione ombre realizzazione ombre voce disegno luci assistente coreografo solisti e corpo di ballo Daniele Cipriani Entertainment Amedeo Amodio Emanuele Luzzati Teatro Gioco Vita L’Asina sull’Isola Gabriella Bartolomei Marco Policastro Stefania Di Cosmo Vito Mazzeo Anbeta Toromani Valerio Polverari Giulia Neri Emilio Barone Giulia Olivieri Ferdinando De Filippo Elisa Aquilani Sergio Chinnici Pietro Valente Francesco Moro, Gabriele Togni, Pietro Valente Katarina Janoskova, Paolo Valli (per L’Asina sull’Isola) Mauro Vizioli Invitati alla festa Donne Uomini Andrea Caleffi, Silvia Accardo, Lucrezia Bellamaria, Susanna Elviretti, Elena La Stella, Yasmine Mechergui, Sabrina Montanaro, Martina Pasinotti Davide Bastioni, Luca Carannante, Umberto De Santis, Francesco De Stefano, Marco Fagioli, Marco Lo Presti, Valerio Marisca, Alessandro Pulitani Fiocchi di neve Regina della neve Fiocchi di neve Danza spagnola Danza araba Danza cinese Danza russa Mirlitoni Circo Andrea Caleffi Silvia Accardo, Elisa Aquilani, Lucrezia Bellamaria, Valentina Chiulli, Susanna Elviretti, Bianca Gradassi, Ilaria Grisanti, Elena La Stella, Noemi Luna, Yasmine Mechergui, Simona Mirachi, Sabrina Montanaro, Tomo Muranaka, Giulia Olivieri, Martina Pasinotti, Micaela Viscardi Silvia Accardo, Martina Pasinotti, Gabriele Togni Susanna Elviretti, Umberto De Santis Sabrina Montanaro, Francesco De Stefano Sergio Chinnici, Ilaria Grisanti, Francesco Moro, Pietro Valente Emilio Barone, Bianca Gradassi, Tomo Muranaka Cristiano Colangelo, Marco Fagioli, Giulia Neri Valzer dei fiori Bambola Donne Uomini Susanna Elviretti Elisa Aquilani, Andrea Caleffi, Valentina Chiulli, Yasmine Mechergui Davide Bastioni, Umberto De Santis, Ferdinando De Filippo, Marco Lo Presti 3 martedì 10 gennaio Lo Schiaccianoci Schiaccianoci Clara Drosselmeier Clara bambina Fritz Madre di Clara Padre di Clara Arlecchina Soldatino Schiaccianoci burattino Tre uomini nella neve Ombre Topo gigante/ Uomo orologio Atto I La canzone dell’orologiaio PersonaggiDrosselmeier 24 dicembre Personaggi La festa Personaggi L’incubo Personaggi Ombre, Clara bambina, Fritz, giocattoli, Soldatino, Tre Uomini della neve, Topo gigante, Drosselmeier Clara bambina, Fritz, Drosselmeier, La madre il padre, i nonni-poltrona, gli invitati, Ombre - La fiaba della noce dura Arlecchina, Soldatino, i nani, Schiaccianoci burattino Ombre, Clara bambina, i topi, la Regina dei topi 4 La trasformazione di Schiaccianoci Personaggi Schiaccianoci Principe, Clara La Neve Personaggi L’inizio del viaggio Personaggi La Regina della neve I fiocchi di neve Clara, Schiaccianoci, Drosselmeier Intervallo Atto II Il viaggio di Clara e Schiaccianoci Personaggi i Birilli, Drosselmeier, Clara, Schiaccianoci, Ombre Danza spagnola, Danza araba, Danza cinese, Danza russa, Mirlitoni Circo, Valzer dei fiori Personaggi Drosselmeier e la Bambola, Quattro coppie Grand pas de deux Personaggi Clara, Schiaccianoci Principe Finale PersonaggiTutti Il nipote di Drosselmeier Personaggi Clara, Drosselmeier, il Nipote-Schiaccianoci “Lo Schiaccianoci di Amedeo Amodio arriva carico di gloria e di doni meravigliosi: non soltanto quelli di Natale per i due piccoli protagonisti, Maria e Fritz. Ma con il dono di idee e di incantesimi nuovi. E di uno scenografo e costumista — Emanuele Luzzati — che è quanto più si avvicina, col suo lavoro, all’idea di un angelo. L’angelo che protegge un’infanzia vera o mai veramente perduta”. Vittoria Ottolenghi Spettacolo per grandi e piccini, Lo Schiaccianoci di Amedeo Amodio è uno dei più interessanti della storia della danza, e senz’altro uno degli allestimenti più incantevoli, grazie alle variopinte scene e costumi di Emanuele Luzzati e ai 40 artisti in scena (37 ballerini, 2 artisti del Teatro d’ombre e un trampoliere). La fantasia di una bambina che — come i suoi coetanei — parla con i suoi giocattoli, facendoli vivere anche in un mondo magico immaginario, rende labile il confine tra realtà e immaginazione: uno schiaccianoci può benissimo essere un principe, un’ombra sulla parete può diventare un drago in quel mondo dove desiderio e paura, sogno e incubo si sovrappongono in continuazione. In questo balletto colori, suoni, ombre e luci, la grande tradizione della danza e una valanga di spunti fantastici portano in scena quella che Amedeo Amodio, coreografo e regista dello spettacolo, definisce la “realtà magica”: il fantastico presente nella realtà quotidiana, dove i confini con l’immaginario risultano attenuati al punto che a volte non sappiamo quale sia più vero. Giocattoli, ombre, paure e desideri prendono vita, il mondo dell’infanzia e il mondo degli adulti si confrontano nella storia in cui un semplice schiaccianoci diventa la chiave per accompagnarci in un viaggio fantastico. Lo spettacolo coincide con il 10° anniversario della scomparsa di Emanuele Luzzati, che ha fatto risplendere le scene italiane e del mondo con i colori della sua tavolozza e l’arcobaleno della sua fantasia. 5 Sintesi scenica La Trama È la vigilia di Natale. Drosselmeier, padrino di Clara e Fritz, recita la canzone dell’orologiaio. Clara e Fritz, intanto, attendono con trepidazione l’arrivo del Natale e dei doni: si addormentano e vengono trasportati nel mondo dei sogni. Arrivano gli ospiti, portando doni in scatole che ai due bambini sembrano enormi e sorprendenti. Drosselmeier, per animare la festa, racconta la fiaba della noce dura Krakatuk: «C’erano una volta un re e un regina che avevano una splendida bambina, la principessa Pirlipat. Un giorno, mentre la regina madre stava preparando un delizioso pranzo per il suo regale consorte, la Regina dei topi, Mauserinks, e la fitta schiera dei suoi fedeli, mangiarono tutto il lardo che sarebbe servito ad insaporire il pasto. Il re si infuriò moltissimo e, su consiglio dell’orologiaio di corte, il signor Drosselmeier, fece mettere in trappola tutti i topi. Solo Mauserinks riuscì a salvarsi e giurò vendetta. Infatti, una notte, nonostante le tante balie e i tanti gatti messi a custodia della bellissima Pirlipat, la Regina dei topi si avvicinò alla culla e rese la bambina mostruosa...». Clara è molto impressionata dal racconto, ma Drosselmeier, per non turbare la gioisità della serata, lo interrompe e passa a mostrare i suoi regali: Arlecchina, il Soldatino e uno Schiaccianoci, automi meccanici, così perfetti da sembrare veri. Lo Schiaccianoci, in particolare, attira l’attenzione dei fratellini che litigano, se lo strappano di mano fino a che Fritz, indispettito, lo rompe. Drosselmeier allora dopo averlo riparato, decide definitivamente che lo Schiaccianoci dovrà essere custodito e curato da Clara. La bimba felice, presenta il suo nuovo amico alla sua bambola e gioca con loro, quando, all’improvviso, insoliti fruscii e squittii, strane presenze si aggirano per la stanza: topi. Clara è presa da una sorta di spavento mista a curiosità e stupore: i giocattoli di Fritz si animano e cominciano a combattere contro gli invasori: il suo Schiaccianoci è il più coraggioso di tutti e, alla testa dell’esercito dei giocattoli, sconfigge i topi. Fuori comincia a nevicare: Clara si affida al suo nuovo coraggioso compagno di gioco, lasciandosi trasportare lontano, a cavallo. Atto Secondo Il viaggio di Clara e Schiaccianoci prosegue e, nel frattempo, Schiaccianoci racconta la sua storia: «... fu chiamato l’astronomo di corte che individuò il rimedio per guarire Pirlipat dal suo orribile aspetto. Era necessario trovare la noce dura Krakatuk, la noce più dura del mondo, e un giovane che fosse in grado di romperne il guscio con i denti, per donarne il gheriglio alla principessa. Per quindici anni l’astronomo e l’orologiaio di corte Drosselmeier girarono per il mondo alla ricerca della noce e del giovane. Passarono la Spagna, la Cina, la Russia, l’Arabia fino al Paese dove anche i fiori danzano. Trovarono alla fine la noce e anche il giovane che altri non era che il nipote dell’orologiaio... Il giovane Drosselmeier riuscì a rompere il guscio della noce Krakatuk, ma, mentre stava portando il gheriglio a Pirlipat, calpestò Mauserinks che, proseguendo la sua atroce vendetta, prima di morire, trasformò il bel giovane in un orrendo schiaccianoci». Clara è affascinata, le sembra di vivere una favola della quale è la principessa e Schiaccianoci il suo giovane principe: bello, intrepido e coraggioso. La festa di Natale sta volgendo al termine: Clara si risveglia. Era stato un sogno. Viene nuovamente riportata alla realtà fatta di invitati, di doni e di danze. Ma, quando alla fine gli invitati se ne vanno e la bimba resta da sola ripensando al suo sogno e al suo giovane eroe, entra Drosselmeier accompagnato dal suo giovane nipote. Clara lo guarda e riconosce il suo amato Schiaccianoci. 7 6 Atto Primo Da Grimm a Hoffmann di Amedeo Amodio di Emanuele Luzzati Ho voluto rimanere il più possibile fedele al racconto originale di Hoffmann: la realtà vista con gli occhi di una bambina, Clara, che conserva il senso della “realtà magica”, il fantastico presente nella realtà quotidiana dove i confini tra il mondo dell’immaginario e la realtà di tutti i giorni sono così attenuati che, a volte, non sappiamo quale sia più vero e più concreto. Il padrino Drosselmeier è artefice: inventa le ombre, muove i giocattoli dando vita ai sogni, alle paure, ai desideri di Clara. Ma è anche il difensore del mondo dell’immaginario che troppo spesso gli adulti cercano di annientare. Clara osserva gli adulti con occhio divertito, fissando i particolari come una curiosa cinepresa; gli invitati assumono aspetti grotteschi, si muovono con gesti esagerati, a volte come giocattoli arrugginiti. Mentre un semplice schiaccianoci prende vita e l’accompagna in un viaggio fantastico che l’allontana dal mondo quotidiano. Dal sogno rientra alla realtà e ancora al sogno, la “realtà magica” continua. Il nostro lavoro sembra quasi casuale: si passa continuamente da una scenografia ad una serie di illustrazioni oppure da un cartone animato alla grafica ecc., il tutto richiesto dall’esterno e su domanda dei committenti più disparati. Eppure ogni volta sono sorpreso dal legame che unisce un lavoro all’altro: sembra che ci sia un filo che a nostra insaputa li leghi gli uni agli altri. Così ora, appena lasciato il mondo dei fratelli Grimm (di cui ho illustrato le fiabe più note), eccomi entrare in quel mondo di Hoffmann con questo Schiaccianoci e, senza che all’inizio me ne sia accorto, approfondendo i temi, constato quanto questi autori siano legati da tanti segni. Intanto per pura curiosità sono andato a leggermi le loro biografie e scopro che Hoffmann nasce nel 1876, uno dei Grimm nello stesso anno e l’altro un anno prima; entrambi tedeschi e coetanei! Entrambi scrivono racconti fantastici, anche se il loro spirito è molto differente: i Grimm si rivolgono soprattutto ai bambini apparentemente senza ironia né ambiguità, mentre Hoffmann come tutti i poeti scrive per se stesso con mille sottigliezze e a tanti livelli di lettura. Ma poi scopriamo che come tutti i capolavori anche le favole dei Grimm hanno doppi e tripli sensi, e non sono affatto così lineari come sembrano ad una prima lettura. E così, ancora intontiti e affascinati dai tanti significati di Biancaneve, Cappuccetto Rosso, e della Bella Addormentata, ecco che, con Lo Schiaccianoci, scopriamo un’altra storia altrettanto conturbante e ambigua, assai vicina all’Alice di Caroll, e poi scopriamo ancora che anche la musica di Čajkovskij, apparentemente facile, orecchiabile e divertente, è leggibile a tanti livelli, proprio come le storie dei fratelli Grimm: è piena di ombre, di profondità inaspettate e anch’essa ambigua, come lo era la vita del suo autore. Come interpretare visivamente tutta questa valanga di spunti fantastici? Come far leggere questo famoso balletto in maniera che ognuno ci trovi il lato più stimolante e che lo affascini maggiormente? 9 8 La realtà magica Le musiche Come ho fatto con le fiabe di Grimm, anche qui nella scenografia, nei costumi, negli oggetti ho lavorato di “collage”, cioè mescolando stili e materie, confondendo le idee, ammiccando perfino a Mozart (nella scena dei “flautini” l’allusione a Papageno e Papagena) e con l’aiuto del Teatro Gioco Vita, specialista in ombre, contrastando continuamente con le silhouettes nere l’esplosione dei colori nelle scene esotiche o in quelle dei giocattoli. E così con Hoffmann e con Čajkovskij ci siamo buttati in questo giuoco meraviglioso della fantasia e speriamo che ogni persona che veda questo spettacolo, bambino o adulto, semplice o sofisticato, ci ritrovi un po’ del suo mondo onirico, sia questo gioioso, o pauroso, o come piace a noi contemporaneamente allegro e conturbante, felice e triste, e torni a casa, almeno per una sera, un po’ più ricco. Nei primi anni Novanta dell’Ottocento, il direttore del Teatro Imperiale di San Pietroburgo (Teatro Mariinski), commissionò a Čajkovskij la composizione di un nuovo balletto dopo il successo de La Bella Addormentata. Il compositore si fece aiutare da Marius Petipa, che gli propose un adattamento realizzato da Alexandre Dumas padre del racconto Schiaccianoci e il Re dei topi scritto dal tedesco Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. La storia fu semplificata notevolmente rispetto all’originale per essere il più adatta possibile alla narrazione con musica e balletto in due atti. Il balletto andò in scena il 5 dicembre 1892 e anche se inizialmente il successo fu tiepido, le musiche di Čajkovskij piacquero alla maggior parte degli spettatori. Dopo un lungo periodo di silenzio, a partire dal 1919 lo spettacolo fu ripreso in Russia, e da lì ebbe inizio la sua fortuna. Oggi Lo Schiaccianoci è uno dei balletti più celebri: le sue musiche sono considerate un capolavoro, al punto da essere state utilizzate nel corso del tempo in adattamenti e in altri contesti come documentari, film e serie televisive. Lo Schiaccianoci ha senz’altro dovuto parte della propria popolarità nel Novecento al magnifico film di animazione Fantasia prodotto da Walt Disney, con otto segmenti animati impostati su pezzi famosi di musica classica. Diversi brani dello Schiaccianoci furono utilizzati dagli animatori per la realizzazione del secondo episodio del film, in cui fate, pesci, fiori e foglie danzano su musiche di Čajkovskij dalla “Danza della Fata Confetto” al “Valzer dei fiori” passando per la “Danza russa”. Allievo della Scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano e poi danzatore del Balletto scaligero, i suoi interessi non si limitano alla danza ma a ogni forma d’arte, stimolato anche dalle esperienze vissute in un teatro che in quel periodo si avvaleva della collaborazione di artisti di grande spessore, registi, direttori d’orchestra, cantanti, scenografi, coreografi, ballerini, attori. La curiosità di ampliare le sue esperienze lo porta all’età di 22 anni, a lasciare il Teatro alla Scala per iniziare la carriera di coreografo e ballerino da libero professionista e più tardi ad assumere la direzione artistica dell’allora nascente Aterballetto, la prima compagnia stabile di danza costituitasi al di fuori di un ente lirico, qualcosa di unico nel panorama della danza italiana. Per circa vent’anni, ad Amodio sono affidate le sorti dell’ensemble formato da ballerini solidi dal punto di vista tecnico, ricchi di espressività e capaci di essere interpreti raffinati di un repertorio vasto che porta la firma di grandi coreografi del ‘900 quali George Balanchine, Roland Petit, Antony Tudor, Léonide Massine, August Bournonville, Kenneth McMillan, Alvin Ailey, Glen Tetley, William Forsythe, Hans van Manen, Maurice Béjart, Micha van Hoecke, Jirí Kylian, Roland Petit, José Limòn. Per Aterballetto Amodio firma molte creazioni, alcune delle quali hanno visto la partecipazione di grandi interpreti come Elisabetta Terabust, Alessandra Ferri, Vladimir Derevjanko, Julio Bocca, Roberto Bolle, Massimo Murru. La sua esperienza prestigiosa lo porta nel 1997 ad assumere la Direzione del Corpo di Ballo dell’Opera di Roma nel quale in passato come danzatore, aveva vissuto un periodo molto fecondo di stimoli grazie all’incontro con Aurel Milloss e nel 2003 del Teatro Massimo di Palermo. Coreografo ospite in molte Compagnie di balletto in Italia e negli Stati Uniti, riceve nell’aprile 2015 il “Premio alla carriera” in occasione della Giornata Internazionale della danza. Nello stesso giorno viene insignito dal Sindaco di Reggio Emilia del “Primo Tricolore”, una prestigiosa onorificenza che viene assegnata a quanti hanno contribuito con il loro operato a dare lustro alla Città. Emanuele Luzzati scene e costumi (1921–2007) Nato a Genova, ha studiato presso l’Ecole des Beux Arts di Losanna, dove si è diplomato. Ha lavorato inizialmente come pittore, ceramista, illustratore e decoratore, dedicandosi in seguito al teatro e lavorando insieme a Giulio Gianini alla realizzazione di film e disegni animati, tra cui nel 1964 La gazza ladra, basata sull’opera di Gioachino Rossini e nel 1973 Pulcinella, entrambi nominati al Premio Oscar. Nel 1963 ha iniziato a lavorare al Flauto magico, disegnando le scene per un’edizione dell’opera diretta da Vittorio Gui al Festival di Glyndebourne e ripetutamente ripresa nei successivi sette anni, dato lo straordinario successo. In seguito, prendendo ancora spunto dal capolavoro mozartiano, ha realizzato le illustrazioni per un libro destinato ai bambini, nonché il famoso film di cartoni animati, e nel 1998 a Santa Margherita Ligure un parco giochi ispirato alla stessa opera. Nel 1972 ha esposto alla Biennale di Venezia, mentre dal 1981 al 1984 la sua mostra Il sipario magico, allestita per la prima volta all’Università di Roma, è stata riproposta in varie città italiane ed estere. Nel 1993 l’Unione dei Teatri d’Europa ha organizzato la mostra Emanuele Luzzati Scenografo, tenutasi inizialmente al Centre Pompidou di Parigi, mentre nel 1996 è stata allestita presso il Palazzo Ducale di Genova una mostra antologica dedicata alla sua opera, di seguito a quella organizzata nel 1992 dall’Università. Nel 1992 ha ricevuto dall’Università di Ginevra la laurea honoris causa in architettura, mentre nel 1995 riceve il Premio “Ubu” per la migliore scenografia dell’anno per Pinocchio realizzato al Teatro della Tosse di Genova. Nell’ambito del repertorio mozartiano ha realizzato le scene per le opere Die Zauberflöte, Don Giovanni, Così fan tutte, Le nozze di Figaro, Die Entführung aus dem Serail, Bastien und Bastienne, e La finta giardiniera. 13 12 Amedeo Amodio regia e coreografia Nata a Tirana, ha frequentato l’Accademia Nazionale di Danza nella sua Città. Conseguito il diploma, si è perfezionata a Baku in Azerbaijan. Rientrata in Albania è immediatamente entrata a far parte del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Tirana come Prima ballerina dove ha ricoperto, fin dal suo ingresso in compagnia, i ruoli principali di balletti celebri quali Giselle, Don Chisciotte, Cenerentola, Paquita, Carmen. Nella stagione 2002–2003 ha partecipato alla trasmissione televisiva Amici condotta da Maria De Filippi, giungendo in finale. Viene scelta pertanto dal regista Patrick Rossi Gastaldi per la sua messa in scena de L’Histoire du soldat con Rocco Papaleo. Dal 2003 Anbeta fa parte del cast del programma Amici in qualità di Prima Ballerina. Tra i riconoscimenti ottenuti in questi anni si segnalano il Premio “Gino Tani” (2004) per le arti dello spettacolo ed il Premio “Danza&Danza” (2005). Nelle ultime due stagioni Anbeta Toromani è stata invitata a danzare allo Sferisterio di Macerata nel Macbeth, con la regia di Pier Luigi Pizzi e le coreografie di Gheorghe Iancu, e successivamente in Carmen, con le coreografie di Gheorghe Iancu e la regia del Premio Oscar Dante Ferretti. Nell’ estate del 2009 è stata la protagonista di “Anbeta&José - Tour 2009”, una serata di Gala che ha riportato Anbeta in teatro insieme ad un gruppo di danzatori provenienti dalle migliori Compagnie di danza del mondo. Nel 2010 è ospite del Teatro di San Carlo di Napoli per alcune serate di Gala e ancora allo Sferisterio di Macerata per I Lombardi all’ultima crociata ancora con la regia di Pier Luigi Pizzi e la coreografia di Gheorghe Iancu. Nel 2010 e nel 2011 è testimonial per la Danza del Giffoni Film Festival. Nel 2012 è ospite di molti Gala prestigiosi. A Parma e Udine danza per la Croce Rossa Italiana e a Mirandola, per le vittime del terremoto, si esibisce nei passi a due tratti dai balletti Carmen e Romeo e Giulietta con le coreografie di A. Amodio. Nel 2013 è ospite all’Opera di Bratislava con Romeo e Giulietta coreografato da M. Moricone, mentre nello stesso anno è ancora ospite al Teatro di San Carlo sia per Lo Schiaccianoci, che nell’anno seguente, per il Mozart Requiem con le coreografie di B. Eifman. Nel 2015, ancora al di San Carlo, danza ne Lo Schiaccianoci questa volta con le coreografie di A. Panzavolta, Otello, coreografie di F. Monteverde, Giselle, coreografie di L. Semenyaka. In giugno è ospite al Massimo di Palermo con Coppelia, coreografie di A. Amodio. Nel 2016 è Swanilda in Coppelia di R. Petit al Teatro San Carlo di Napoli, al Teatro Verdi di Trieste, al Teatro Regio di Parma. Sempre con il San Carlo danza nel Romeo e Giulietta di M. Lavrovsky e al Teatro Massimo di Palermo interpreta Cenerentola con le coreografie di F. Monteverde. È regolarmente invitatata in numerosi Gala sia in Italia che all’estero. Vito Mazzeo primo ballerino Inizia a studiare alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala dove si diploma in danza classica e contemporanea con il massimo dei voti, unico allievo ad avere conseguito questo risultato dai tempi dell’istituzione del doppio diploma. Nel 2005 entra a far parte del Corpo di Ballo del Royal Ballet di Londra. Danzatore al Teatro dell’Opera di Roma dal 2007 al 2010, con la direzione di Carla Fracci, dal 2010 entra a far parte del San Francisco Ballet nel ruolo di Solista e dopo appena sei mesi viene nominato Principal Dancer. Nel 2013 diventa Primo Ballerino del Dutch National Ballet, dove allarga il suo repertorio interpretando coreografie di Hans Van Manen, Alexei Ratmansky e Jorma Elo. Si è esibito in Italia e in vari paesi esteri come Stati Uniti, Giappone, Russia, America Latina e Spagna. Con Mara Galeazzi ha partecipato a spettacoli di danza in Italia, Kenya e Sudafrica, con lo scopo benefico di raccogliere fondi per l’associazione Dancing for the Children. Nel 2009 ha rappresentato l’Italia al Miami international Ballet Festival, nel maggio 2011 viene invitato a danzare all’Arena di Verona e nel luglio 2011, torna come Étoile Ospite al Teatro dell’Opera di Roma interpretando Il lago dei cigni alle Terme di Caracalla. Come Artista ospite danza all’Hong Kong Ballet nella stagione 2012, e nel 2013 ritorna sulle scene del Teatro dell’Opera di Roma nel Don Chisciotte. È Guest Principal con il Finnish National Ballet ritornando sulle scene di San Francisco come Étoile Ospite per festeggiare i 20 anni di carriera della ballerina cinese Yuan Yuan Tan. Nel 2014 forma il gruppo “Vito Mazzeo & Solisti Het Nationale Ballet” con il quale si esibisce sui palcoscenici dei maggiori teatri italiani con lo scopo di far apprezzare e diffondere l’arte coreutica olandese. Il New York Times lo ha definito «The tall, handsome Vito Mazzeo is emerging as a figure of tremendous dance charm». Nel 2010 ha vinto il premio Danza&Danza come migliore interprete della stagione, e il premio Positano “Leonide Massine” al valore. Nel 2013 è nominato “Audience Favourite” per la sua prima stagione con il Balletto Nazionale Olandese, mentre riceve nel 2016 il Premio “Capri Dance Award” per l’interpretazione di Frate Lorenzo nel balletto Romeo et Juliette coreografato da Sasha Waltz. Prossimi appuntamenti 14 gennaio Music Corner I Concerti delle 18 Preludio alla Giornata della Memoria Ingresso gratuito 15 gennaio A misura di famiglia Gek Tessaro La musica disegnata 17 gennaio Cameristica Ars Trio di Roma 15 14 Anbeta Toromani prima ballerina Comune di Pordenone Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Provincia di Pordenone comunale giuseppeverdi.it Virtuosa Magica Diversa. Tutta un’altra stagione 16 Danza 17