Libretto - Consiglio Regionale della Lombardia

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Libretto - Consiglio Regionale della Lombardia
MB
USS Comunicazione, Relazioni esterne e Stampa
Pubblicazione a cura di Emanuele Scataglini
Progetto e sviluppo grafico a cura di Tiziana Terraneo
Organizzazione evento: Emanuele Scataglini, Donatella Modica
stampato presso il Centro stampa del Consiglio regionale
Il secondo appuntamento del ciclo “Ragazzi che concerto!” è dedicato alla
musica degli Stati Uniti con la Modern Jazz Piseri Big Band di Brugherio e con
il coro Gospel del Centro Studi Musicali di Laveno Mombello, in Provincia di
Varese.
La rassegna nasce dalla volontà di avvicinare sempre di più la nostra istituzione ai cittadini con iniziative che rendano il Pirellone un “palazzo aperto”,
riconoscibile come la casa dei lombardi. Sembra proprio che questa iniziativa
sia particolarmente apprezzata, data la sempre più ampia partecipazione da
parte del pubblico, a questo e ad altri eventi.
La musica ha certamente un ruolo essenziale nella vita dell’uomo e quello che
avviene in orchestra è specchio di quanto accade nella realtà: l’ascolto
reciproco favorisce la ricerca di un messaggio comune nonostante le differenze, la musica è un linguaggio capace di integrare le diversità, creare un senso
di appartenenza e orientare a progetti di vita. Lo stesso Aristotele teneva in
grande considerazione la musica giudicandola essenziale per l’educazione dei
giovani essendo in grado di esprimere i diversi sentimenti dell’essere umano
e di temperarli nell’esecuzione d’insieme.
Il Consiglio regionale della Lombardia ha voluto dare spazio alle scuole di
musica di eccellenza del territorio lombardo, valorizzando il talento dei nostri
giovani.
Siamo sicuri che il pomeriggio a Palazzo Pirelli sarà un evento da ricordare, al
termine del quale il pubblico potrà nuovamente dire:
“Ragazzi che concerto!”.
Raffaele Cattaneo
Presidente del Consiglio regionale della Lombardia
17 aprile 2016
Scuola di Musica Luigi Piseri, Brugherio
&
Centro Studi Musicali Italiano, Laveno Mombello
Scuola di Musica Luigi Piseri
Orchestra laboratorio Modern Jazz Piseri Big Band
Stolen Moments (Oliver Nelson)
Fables of Faubus (Charlie Mingus)
Nostalgia in Times Square (Charlie Mingus)
Blue Bossa (Kenny Dorham)
Giada Prando, flauto
Camilla Sabatini, clarinetto
Raffaele Fiengo, Luca Miolo, sax alto
Maurizio Guidi, Andrea Failla, sax tenore
Matteo Schiatti, sax baritono
Alberto Gariboldi, Alberto Panunzio, tromba
Angelo Riva, Andrea Brivio, trombone
Alberto Viganò, Stefano Ongaro, chitarra elettrica
Cristopher Gan, piano
Laura Albi, tastiere
Michele Manoni, basso
Mattia Pertile, batteria
Prof. Antonello Monni, arrangiamenti e direzione
Centro Studi Musicali Italiano
Coro Gospel Compagnia della Gru
Bless You Real Good (Donald Lawrence)
I Will Sing Praises (Richard Smallwood)
Higher and Higher (Jackie Wilson)
Lean on Me (Bill Withers)
When the Saints Go Marching in (tradizionale)
Man in the Mirror (Michael Jackson)
How I Got Over (tradizionale)
Worship Medley (Kurt Carr)
The Circle of Life (Elton John)
Superstar (Andrew Lloyd Webber)
Scuola di Musica Luigi Piseri
Attiva dal 1984 come Civica Scuola di Musica del Comune di
Brugherio e intitolata all’Assessore alla Cultura che così
fortemente si adoperò per la sua fondazione, è da anni
punto di riferimento culturale sul territorio e non solo.
Dall’autunno 2004 le lezioni si svolgono
nella prestigiosa e funzionale sede di via XXV
Aprile; da gennaio 2007 la scuola viene gestita
dall’omonima Fondazione, che nel giugno 2009
ottiene il significativo riconoscimento della personalità giuridica a livello nazionale.
L’attività didattica, rivolta a ogni fascia d’età sia a indirizzo amatoriale
che professionale, coinvolge circa 350 allievi sotto la guida di oltre 30
qualificati e motivati docenti.
Numerosi i riconoscimenti ottenuti in esibizioni e concerti, così come
in prestigiose collaborazioni e svariati concorsi nazionali e internazionali; negli ultimi anni particolare e rinnovata attenzione è stata dedicata alle compagini di musica d’insieme. Lo scorso anno, l'Orchestra si
è esibita per la rassegna Ragazzi che Concerto! con un repertorio
dedicato a Mozart.
Scuola di Musica Luigi Piseri - Brugherio
a cura di
D. Modica
Orchestra Laboratorio Modern Jazz Piseri Big Band
Il progetto nasce nel 2009 all’interno della scuola: l’obiettivo di
partenza è quello di dare agli allievi la possibilità di acquisire elementi
formativi in ambito orchestrale jazz, affrontare da vicino vari aspetti di
questo linguaggio e del suo repertorio, attingendo alle risorse interne
e cercando di completare l’organico con studenti esterni interessati.
Questo progetto è anche una risposta concreta alla voglia di musica
jazz ad una fascia di utenza, quella adulta, solitamente al di fuori dei
canonici percorsi formativi giovanili. Il repertorio proposto dalla Big
Band è impegnativo e ardito, abbraccia un arco temporale che va dai
brani più tradizionali al jazz contemporaneo.
Antonello Monni
Direttore dell'Orchestra Laboratorio Modern Jazz Piseri Big Band
Saxofonista, clarinettista, compositore ed arrangiatore, ha all’attivo
numerose collaborazioni, fra attività concertistica e discografica, sia in
ambito pop che jazz con nomi fra i più importanti della scena musicale
italiana ed internazionale, tra cui:
Tino Tracanna, Attilio Zanchi, Paolo Fresu, Roberto Cipelli, Massimo
Colombo, Mauro Grossi, Tony Arco, Emilio Soana, Charlie Haiden, Bill
Pierce e Bob Mintezer.
Proprio quest’ultimo si è espresso così su di lui:
“Le sue abilità di arrangiatore ed orchestratore sono
notevoli, e si spingono oltre i limiti per avere un suono ed
uno stile tutto suo.
Degno di nota anche il suo modo di suonare, che si adatta
bene al contesto della sua scrittura e dei suoi arrangiamenti; Antonello Monni, possiede l’abilità di essere non
solo un ottimo saxofonista, ma un notevole musicista
completo […] andando a cogliere la sua cifra particolare,
il connubio migliore tra tradizione jazz, nel suo significato
più pratico, e attenzione alla musica scritta, cioè tutto
quello che riguarda gli aspetti della composizione ed
orchestrazione, tipici della scuola d’estrazione classica”.
Antonello Monni è direttore della Modern Jazz Piseri Big Band fin
dalla sua fondazione.
La sua ultima fatica discografica Porpora per la Music Center con la
collaborazione di ben 15 musicisti di longeva attività e le note di
copertina del celebre musicologo Maurizio Franco, ha ottenuto
grande consenso di pubblico e critica.
Scuola di Musica Luigi Piseri – Fondazione Luigi Piseri
Via XXV Aprile, 61 – 20861 Brugherio
Tel. 039.882477
[email protected]
www.fondazionepiseri.it
Associazione culturale Centro Studi Musicali Italiano
Centro Studi Musicali Italiano - Laveno Mombello
Compagnia della Gru
Nasce nel 1989 a Laveno Mombello (VA) con lo scopo primario di
diffondere e promuovere la cultura musicale nella sua più ampia accezione. Organizza corsi annuali attraverso l'Accademia di Musica
Moderna anche nella sezione distaccata di Massino Visconti (NO).
I corsi di musica sono aperti a tutti, adulti e bambini e sono organizzati
in due livelli: amatoriale/culturale e professionale, con programmi
personalizzati secondo le aspirazioni degli allievi. Nei suoi anni di
attività la scuola ha abbondantemente superato la soglia dei mille
allievi; alcuni hanno coltivato la passione musicale come hobby, altri
invece hanno intrapreso la professione di musicista.
Il CSMI è molto attivo sul territorio e, attraverso l'Orchestra giovanile
del Verbano e la Compagnia della Gru, è divenuto un punto di riferimento artistico e organizzativo per molteplici realtà musicali della
provincia, inoltre è promotore di importanti festival e concorsi quali:
l'Insubria Classical Festival, il concorso per cori di bambini delle scuole
primarie, Cuoricino d’Oro e il Premio Donida, concorso canoro per
giovani interpreti di musica leggera.
Promossa dal Centro Studi Musicali Italiano, la Compagnia della
Gru nasce a Varese all’inizio dell’anno 2000. E’ un libero sodalizio di artisti provenienti da esperienze musicali diverse che
propongono spettacoli legati al canto corale moderno con
predilezione per i repertori gospel, spiritual, musical e pop.
Con circa 300 concerti al suo attivo, la Compagnia della Gru si è
esibita in Italia e all’estero in occasione di eventi, concorsi e
rassegne di levatura internazionale di cui si ricordano in particolare: il Festival dei Due Mondi (Spoleto 2007), il Bremen Choir
Olympics (2004 categorie Gospel & Spiritual e Pop-Modern), il
Concorso corale internazionale A.G.C. Verona (2011 categoria
Jazz, Swing, Blues).
Da sempre, il fil rouge dell'attività del gruppo è promuovere
l'importanza dell'incontro tra realtà musicali e culturali diverse;
una spinta che ha portato la Compagnia della Gru a sperimentare stimolanti collaborazioni con artisti di levatura internazionale
quali By Grace Gospel Choir, Heritage Chorale e Sherrita Duran.
L'incontro, poi, con Prester Pickett e Africa Grove Ensemble li ha
portati negli Stati Uniti d'America (estate 2007) alla scoperta
delle radici della musica gospel e spiritual in occasione di un
mini-tour concertistico.
La Compagnia della Gru si distingue per l'originalità del repertorio e degli arrangiamenti che attingono ai potenti funk-grooves
del contemporary gospel, alle trascinanti ritmiche di derivazione
afro e latin, senza rinunciare ad incursioni nelle brillanti sonorità
tipiche dello swing.
E' possibile ascoltare il Coro nel disco Merry Christmas pubblicato nel 2004.
Centro Studi Musicali Italiano
Via Ceretti 35 21014 Laveno Mombello (VA)
[email protected]
I Compositori
a cura di
M. Steffani
Oliver Nelson (Saint Louis 1932 – Los Angeles 1975)
Nasce a St. Louis nel 1932 in una famiglia di musicisti. Comincia all'età di sei anni a suonare il pianoforte e a undici il sassofono.
Nel 1947 suona nelle band dei dintorni di St. Louis,
fino ad unirsi alla Big Band di Luis Jordan come sassofonista contralto e arrangiatore. Dopo il servizio
militare torna nel Missouri per studiare musica, teoria
e composizione, laureandosi nel 1958. Dopo la laurea
Nelson si trasferisce a New York suonando all'Apollo
Theater di Harlem.
Nel 1959 comincia a incidere alcune registrazioni
come leader di piccole formazioni.
Dal 1960 al 1961 suona il sassofono tenore con Quincy Jones, accompagnandolo in tour in America ed Europa.
Dopo sei album tra il 1959 e il 1961, arriva il suo più grande successo con The
Blues and the Abstract Truth (che contiene tra gli altri il famoso Stolen Moments)
che contribuisce a diffondere la sua fama di musicista e compositore.
Lavora inoltre come arrangiatore mentre continua ad essere leader di alcune
all-star big bands in performance dal vivo.
Nel 1967 si trasferisce a Los Angeles e gira l'Africa Occidentale con un piccolo
gruppo. Compone musica per la televisione e il cinema e fa da produttore e
arrangiatore per alcune pop-star come James Brown, The Temptations, Diana
Ross.
Muore di un attacco di cuore il 28 ottobre del 1975.
Una curiosità, riportata da alcuni storici del jazz: oltre che strumentista, compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra, Nelson era anche un esperto di
tassidermia, attività che coltivò con continuità, parallelamente alla musica.
Charlie Mingus (Novales 1922 – Cuernavaca 1979)
Genio pazzo e arrabbiato per sua stessa definizione, Charlie Mingus studia il
trombone e il violoncello prima di passare al contrabbasso. Ossessionato dagli
atteggiamenti di razzismo nei suoi confronti da parte sia di bianchi che di neri a
causa delle sue origini meticce, è uno dei primi a fondere musica e politica nei
propri brani. Intenzionato a diventare il migliore bassista sulla scena, ci riesce
nel giro di pochi anni. Nel 1947 entra nella Lionel Hampton Orchestra anche se
parallelamente porta avanti i primi tentativi di composizione collaborando con
altri gruppi. Il gospel, il blues ed il jazz delle origini non sono le uniche fonti
d'ispirazione per il compositore; la sua formazione viene
anche dalla musica colta: studia Richard Strauss e Arnold
Schönberg e ha una passione per i classici Debussy e Ravel.
La sua musica è influenzata da Duke Ellington, dalla sua
concezione del sound orchestrale anziché puramente
solistico; questo gli valse il soprannome di Baron in omaggio al Duke.
Mingus è stato il primo a cercare di emancipare il ruolo del
basso, non limitandolo alla sola scansione del tempo ma
suonando fraseggi indipendenti da un punto di vista ritmico e melodico.
Agli inizi degli anni Cinquanta mette a punto il concetto di improvvisazione
collettiva e dal 1955 comincia a realizzare incisioni con propri gruppi che
incorporano elementi hard-bop e free.
Sulla scia della rivoluzione di Ornette Coleman nel 1960 Mingus fonda un
quartetto e realizza Charles Mingus Presents Charles Mingus, uno dei suoi
dischi più riusciti, contenente la versione più convincente di Faubus Fables,
brano scritto contro il segregazionista Governatore di Little Rock, Arkansas,
Orval E. Faubus.
Il periodo più creativo di Mingus, ricco di composizioni e di sperimentazioni
sia in studio che live, si chiude in modo emblematico con la tournée in
Europa dell'aprile 1964 che riscuote grande successo.
Durante la tournée però muore Eric Dolphy, amico e collaboratore storico
dell'artista di Novales. Questo evento trascina Mingus in una forte depressione da cui esce con difficoltà alla fine degli anni Settanta, quando torna
lentamente sulla breccia con un nuovo gruppo e nuove composizioni.
Nel 1977 gli viene diagnosticato il morbo di Gehrig e, nonostante gli sforzi e i
tentativi con una leggendaria guaritrice messicana, il grande musicista
muore in Messico il 5 gennaio 1979, all'età di 56 anni.
Kenny Dorham (Fairfield 1924 – New York 1972)
Nato il 30 agosto 1924 a Post Oak Ranch, vicino a Fairfield, Texas cresce in
una famiglia di musicisti e inizia a suonare il pianoforte all'età di sette anni.
Successivamente passa a studiare la tromba mentre frequenta la Anderson
High School di Austin. La musica non è per Dorham l'unico hobby, da adolescente trascorre infatti molto del suo tempo sul ring come membro della
squadra di boxe della scuola.
E’ tra gli interpreti più attivi del bebop: fa parte delle orchestre di Dizzy Gillespie e del quintetto di Charlie Parker suonando anche con artisti come Thelonious Monk e Sonny Rollins.
Il suo suono è famoso per essere essenziale e scevro
da spettacolarità virtuosistiche: esalta la linea melodica sia nell'esecuzione da spartito che nelle improvvisazioni. Gli ultimi anni della sua vita sono segnati da
una malattia renale, causa della sua morte avvenuta
nel 1972.
Kenny Dorham è il compositore di uno degli
standard più famosi e frequentati, Blue Bossa, che
comparve per la prima volta nell'album di Joe
Henderson Page One.
Ancora oggi è elogiato dalla critica per il suo talento, anche se in vita non ha ricevuto un adeguato
riconoscimento.
Donald Lawrence (Charlotte 1961)
Inizia a coltivare il suo amore per la musica gospel durante l'infanzia a Gastonia, Carolina del Nord, grazie alla zia che gli trasmette la passione per i canti
corali e, in questi anni infatti, impara a suonare il pianoforte da autodidatta.
Dopo il diploma di musica presso il Conservatorio di Cincinnati inizia a lavorare per la TV.
Debutta con un proprio album nel 1993, ed è autore nel gruppo Tri-City
Singers con cui pubblica cinque album che fondono il gospel con l'hip-hop e
altri ritmi contemporanei.
Lo si potrebbe definire eloquentemente “l'uomo che veste tutti i colori della
musica”: cantautore, produttore, compositore, direttore di coro e orchestra.
"Si dice che la musica che fai è dove hai vissuto" dice Lawrence del suo
percorso creativo.
"Quello che faccio non è artificioso. Non penso in termini di
genere o di religione. Viene dall'essere onesto. Onoro il dono
che ho e lo scopo di toccare il mondo e ispirarlo. E le persone lo
hanno capito. Nuove idee e concetti per le canzoni, nuovi talenti, più conoscenza ... essere il più creativo possibile è quello che
mi tiene vivo".
Richard Smallwood (Atlanta 1948)
Talentuoso e rispettato pianista, cantante, autore e produttore nel mondo
della musica gospel fin dagli anni Settanta, Richard Smallwood è nato ad
Atlanta, Georgia il 30 novembre 1948.
Dopo la laurea in canto e pianoforte presso la Howard University , Smallwood
insegna musica presso l'Università del Maryland,
forma The Richard Smallwood Singers, debuttando
con il primo album nel 1982, che resterà per 87
settimane nella Hit Parade della musica gospel. Il
gruppo nei primi anni Novanta incide molti dischi di
successo fino a che Smallwood non lo scioglie e inizia
a pubblicare album con il suo coro Vision, che debutta nel 1996.
Oltre al suo lavoro come cantante Smallwood ha
scritto canzoni per Whitney Houston, Destiny’s Child,
Kelly Price, Gerald Levert e Aretha Franklin.
Jackie Wilson (Detroit 1934 – Mount Holly 1984)
Considerato uno dei più grandi performer di ogni
tempo (tantissimi gli artisti che si sono ispirati a lui,
primo fra tutti Michael Jackson), viene soprannominato Black Elvis e Mr. Excitement.
Wilson svolge un ruolo fondamentale nell'evoluzioone del rhythm blues,
essendo dotato di una voce dall’estensione eccezionale.
Ciò gli permette di interpretare brani diversi tra loro per stile ed intenzione,
passando da quelli spigliati a quelli seducenti ed intimi. Registra oltre
cinquanta singoli di successo, nei quali si cimenta in numerosi generi.
La sua é una vita da film.
Promettente pugile, lascia il ring per rimpiazzare il cantante dei Dominoes nel
1953 ottenendo un immediato consenso di pubblico.
Nel 1957 comincia la carriera solista con un successo travolgente.
Nel 1961, come accaduto spesso ad artisti molto famosi, una mitomane gli
spara mandandolo in coma per 20 giorni. Ripresosi lentamente dalla terribile
esperienza, dopo un lungo periodo in cui soffre di un calo di popolarità,
Wilson prende parte ad un concerto di beneficenza nel 1975 in cui i suoi fan
lo attendono con rinnovato calore. Sul palco, mentre sta per intonare Lonely
Teardrops, uno tra i suoi più grandi successi, viene colpito da un attacco di
cuore. Entrato in coma vi rimane fino alla morte avvenuta, dopo quasi nove
anni, nel 1984.
Bill Withers (Slab Fork, Virginia 1938)
Nato il 4 luglio 1938, in Slab Fork, West Virginia, è
il più giovane di sei fratelli e cresce in una piccola
città mineraria. Da bambino soffre di una terribile
balbuzie, un problema che si porta anche in età adulta.
inizia ad avvicinarsi alla musica all'età di diciotto anni e per intraprendere la
carriera musicale, lascia i Marines nel 1965 e si trasferisce a Los Angeles dove
scrive canzoni e registra demo.
Per finanziare i suoi sforzi musicali, svolge qualsiasi lavoro finché non firma
un contratto discografico con l'etichetta Sussex Records.
Il suo primo album è del 1971 ed è noto per successi come Is Not No Sunshine
e Lean on Me.
Verso la la fine degli anni Ottanta, abbandona le scene per concentrarsi sulla
famiglia e su altre attività.
"Mi sono divertito a fare altre cose", ha spiegato alla rivista Rolling Stone.
Nel corso degli anni, Withers ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo
contributo alla musica.
E' stato inserito nella Songwriters Hall of Fame nel 2005 e nel 2015 è stato
selezionato anche per la Rock and Roll Hall of Fame.
Michael Jackson (Gary 1958 – Los Angeles 2009)
Universalmente riconosciuto come The King of Pop, è entrato nel Guinness
dei primati per essere l'artista con il maggior successo commerciale di tutti i
tempi. Ha iniziato la sua carriera a cinque anni fino a diventare una figura
dominante nella cultura popolare per quarantacinque anni, grazie al suo
contributo nella musica, nella danza e nello spettacolo.
Nasce a Gary, Indiana, il 29 agosto 1958, Michael mostra il suo talento musicale sin da piccolo. All'età di cinque anni, si unisce al gruppo formato dai suoi
fratelli come percussionista, successivamente condivide il ruolo di cantante
con il fratello Jermaine dando vita ai The Jackson 5.
I fratelli sono scritturati nel 1967 dalla casa discografica Steeltown Records,
con la quale incidono i primi singoli, ma il successo arriva l'anno successivo
grazie alla produzione realizzata dalla Motown.
Nel 1978 Michael inizia la sua carriera da solista con Quincy Jones come
produttore. Il 30 novembre del 1982 esce l'LP Thriller, il suo più grande
successo commerciale che vende oltre cento milioni di copie nel mondo.
Muore per un malore il 25 giugno 2009 a Los Angeles mentre sta provando il
suo ultimo concerto.
Kurt Carr (Hartford 1964)
Nasce il 12 ottobre 1964 a Hartford, Connecticut,
cresce in una famiglia religiosa ma non praticante.
All'età di 13 anni inizia la sua attività musicale.
Si esibisce come attore e ballerino, fino a diventare
membro attivo nel dipartimento di musica della
chiesa locale.
Dopo il liceo, entra all'Università del Connecticut, dove studia musica classica e si laurea in Belle Arti.
Carr ha lavorato con importanti artisti tra cui Andraé Crouch, Stevie Wonder,
Gladys Knight, Yolanda Adams e Kirk Franklin.
Nel 1989 forma un ensemble vocale gospel, i Singers Kurt Carr, di cui ha fatto
parte, per brevi periodi, anche la cantante Anastacia, prima del successo
internazionale.
La musica di Carr è una miscela di composizione di gospel tradizionale e
voce, con elementi di rhythm blues, jazz, soul, blues miscelati ad armonie e
stili di canto del gospel contemporaneo.
Elton John (Pinner 1947)
Nasce il 25 marzo 1947, a Pinner, Middlesex, Inghilterra. Il suo vero nome è
Reginald Kenneth Dwight. All'età di tre anni stupisce la sua famiglia quando,
seduto al pianoforte, inizia a suonare The Skater Waltz di Émile Waldteufel
(1837 - 1915) ad orecchio. All'età di 11 anni vince una borsa di studio alla
Royal Academy of Music.
La carriera di Elton John inizia nel 1962, quando
suona il pianoforte nel pub dell'hotel Northwood
Hills e si unisce alla sua prima band, The Corvettes,
che l'anno successivo prende il nome di Bluesology,
band con cui rimane fino al 1967.
Nello stesso anno incontra Bernie Taupin con cui
inizia una collaborazione che dura ancora oggi e che
ha generato oltre 30 dischi di successo.
Negli anni Settanta raggiunge la fama con Daniel, Crocodile Rock, Candle in
the Wind, originariamente dedicata a Marilyn Monroe e riscritta per il funerale della Principessa Diana d'Inghilterra.
Quest'ultimo brano ha venduto oltre 33 milioni di copie.
Nel 1998, Elton John ha ricevuto il titolo di Cavaliere dalla Regina Elisabetta
per i "servizi alla musica e servizi di carità" ed è diventato Sir Elton Hercules
John, CBE ovvero Commendatore dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero
Britannico.
Andrew Lloyd Webber (Londra 1948)
Figlio e fratello d’arte nasce a Londra il 22 marzo 1948. Con il padre compositore, la madre violinista e pianista, il fratello violoncellista, inizia a comporre
musica molto presto e pubblica una suite di sei pezzi a soli nove anni.
Grazie ad una zia attrice apprezza il mondo del teatro, la sua magia e il suo
linguaggio.
Lloyd Webber studia per un certo periodo storia ad Oxford, ma abbandona
gli studi per dedicarsi alla sua passione: il teatro musicale.
E' il compositore di Jesus Christ Superstar, Evita, Cats e Il Fantasma dell'Opera.
Ha composto due colonne sonore e una Messa da Requiem.
Molte delle sue canzoni hanno avuto un notevole successo al di fuori dei
musical per i quali sono state composte. Tra queste I Don't Know How to
Love Him da Jesus Christ Superstar, Don't Cry for Me Argentina da Evita,
Memory da Cats, The Music of the Night e The Phantom of the Opera da The
Phantom of the Opera.
Naturalmente, avendo scritto Cats versione musicata e danzata dell'opera di
T. Stearns Eliot Old Possum's Book of Practical Cats, non poteva che sostenere il programma di allevamento di gatti della razza Turco Van.
E' stato nominato Cavaliere nel 1992 e Pari d'Inghilterra nel 1997.
testo di
E. Scataglini
Le radici del Jazz
Dal commercio degli schiavi a Buddy Bolden
Frederic Ramsey, Charles Edwars Smith e Rudi Blesh sono
stati tra i primi a studiare le origini del jazz.
La loro opera Jazzmen del 1939 mette in chiaro come questo stile musicale
avesse le sue origini nelle tradizioni umili delle minoranze nere che abitavano
a New Orleans. Qui venivano portati gli schiavi provenienti dall'Africa dal
1731 al 1743, data in cui attraccò l'ultima nave negriera francese.
La maggior parte degli schiavi proveniva dal sud del Marocco e venivano
messi a lavorare nelle piantagioni di tabacco, i cui proprietari erano per lo più
ricchi signori di origine francese provenienti dal Canada.
I Bambara, una tribù che apparteneva alla regione che si estendeva dal Senegal al Gambia e al Mali, furono i primi schiavi a popolare la Louisiana.
Nella zona in cui era sorto tempo addietro l'Impero Mali, abitavano diverse
tribù che facevano parte dell'impero del Manden, fondato dai Mandinka e
che si sviluppò dagli inizi del 1200 fino ad oltre la metà del 1600.
Dal punto di vista musicale i Bambara suonavano una musica influenzata
dalle cantilene delle preghiere coraniche, anche se molti di loro non erano di
religione musulmana.
I Bambara usavano strumenti a corda portatili, che permettevano loro di
muoversi nella vasta regione africana in cui abitavano. Giunti in Louisiana
questi uomini divenuti schiavi trovarono nella musica una forma di espressione che permetteva loro di rivivere la nostalgia della propria terra e allo stesso
tempo di conoscere le tradizioni occidentali.
Gli schiavi inoltre si adattarono a suonare gli
strumenti a corda locali: il violino europeo e
soprattutto il banjo.
Nel 1762 i francesi cedettero parte del territorio della Louisiana agli spagnoli.
Riprese così la politica schiavista con l'arrivo di
nuova popolazione proveniente dall'Africa, in particolare dal Congo e
dall'Angola, il territorio che più di altri ha pagato l'enorme contributo alla
schiavitù, con una deportazione di circa il 40% della popolazione.
La musica della Louisiana occidentale, di conseguenza, cambiò e gli strumenti
a corda cedettero il passo ai tamburi e ai canti che si inserivano con brevi frasi
nel tappeto percussivo poliritmico.
La presenza degli spagnoli portò inoltre nel territorio la passione per la danza
che si contaminò con i ritmi africani.
Già la Zarabanda, danza tipica spagnola che si ballava a Siviglia, era stata
estrapolata dai ritmi bantu.
La dominazione spagnola portò le influenze musicali della cultura caraibica a
cui a fine secolo si unì anche la tradizione artistica di Saint-Domingue, l'attuale Haiti.
Agli schiavi locali, sottoposti duranti il periodo spagnolo ad un regime severissimo con violente punizioni corporali, era concesso esprimersi solo la
domenica pubblicamente con danze, balli e canti particolarmente apprezzati
dai bianchi.
Nel 1801 i francesi recuperarono la Louisiana occidentale ma vi rimasero
molto poco, poiché Napoleone la vendette agli Stati Uniti due anni dopo.
All'inizio del XIX secolo il commercio di schiavi dall'Africa negli Stati Uniti era
stato abolito ed era permesso solo il commercio interno.
Gli schiavi venivano allevati, facendoli accoppiare tra loro e spesso venduti ad
altri, in modo da avere sempre manodopera a basso costo. Questo movimento
della popolazione nera e gli accoppiamenti forzati crearono disorientamento
nelle nuove generazioni di schiavi che persero in gran parte i contatti con le
proprie origini. Prima dell'abolizione della schiavitù nel 1863, erano i bianchi,
come Thomas Rice con la canzone Jim Crow a portare nei teatri le influenze
della musica nera. Queste canzoni diedero ad alcuni impresari l'idea di organizzare uno spettacolo legato al mondo dei neri: il Minstrel Show, un tipo di
cabaret in cui i bianchi, con il viso dipinto di nero, alternavano canti, danze e
brani comici che ridicolizzavano la cultura dei neri.
Va detto anche che molto spesso gli stessi neri
salivano sul palco ma dovevano comunque tingersi il
volto. In questi anni nelle orchestre fece la sua apparizione il sassofono, oltre al banjo e alle chitarre.
Fu Stephen Foster (1826 - 1864) il primo a parlare
della cultura delle piantagioni senza ridicolizzarla
componendo brani che rimandavano ai ritmi e alle
melodie africane e che raccontavano la vita nei
campi di cotone depurata dalla violenza e dalla
sofferenza con tono nostalgico ed immaginario.
Tra i primi artisti neri a diventare famosi vi furono James A. Bland (1850 –
1911) e Ernest Hogan (1865 – 1909) che dopo l'abolizione della schiavitù
integrarono negli spettacoli le proprie tradizioni, raccontando al pubblico
una vita legata alle piantagioni meno stereotipata. Un altro artista nero
importante è Francis Johnson (1792 – 1844), il primo compositore afroamericano a cui venne pubblicata la musica. Le opportunità di esprimersi da
parte degli artisti di colore migliorarono solo dopo la guerra civile. John Philip
Sousa (1854 - 1932) divenne un apprezzato compositore di musica per marce
che si diffuse in tutto il territorio americano creando un genere di ballo a
camminata doppia.
Nacque così il ragtime che in seguito divenne anche un genere pianistico.
IQuesto stile era ricco di cromatismi e cambi ritmici che
ricreavano la dimensione poliritmica originaria dell'Africa
occidentale sui tasti del pianoforte.
Il Missouri divenne il centro musicale del ragtime, il cui
artista più famoso fu Scott Joplin (1867 -1917) che con
l'opera Maple Leaf Rag fondò un vero e proprio modello
compositivo.
Un altro importante compositore fu Joe Jordan Europe
(1880 – 1919) che, con la sua orchestra di undici elementi,
divenne uno dei più importanti direttori di ragtime e ben
presto riconosciuto come il più importante direttore di sale da ballo degli
Stati Uniti.
Riuscì perfino ad esportare la sua musica in Europa creando un ensemble di
artisti che affiancò l'esercito francese durante la Prima guerra mondiale.
Nel 1919 al ritorno in patria fu accolto trionfalmente e registrò un importantissimo disco The Memphis Blues le cui sonorità anticiparono il nascente jazz.
A New Orleans circolavano i più diversi generi musicali e tra il 1880 e il 1920,
sotto l'urgenza dei cambiamenti sociali, i musicisti di estrazione culturale e
sociale differente si trovarono a collaborare sempre più.
Il ragtime era sicuramente la base comune ma parte del repertorio che
contribuì alla nascita del jazz furono sicuramente l'influenza dell'intonazione
blues e le forme vocali del teatro d'opera.
Infatti sebbene i neri non avessero accesso alle grandi sale da concerto, le
sonorità del bel canto si diffondevano nella capitale della Louisiana dove il
primo teatro era sorto già alla fine del 1700.
Gli artisti di colore ebbero modo di percepire l'importanza della vocalità e del
fraseggio unita alla capacità della melodia di esprimere i diversi sentimenti.
Anche gli immigrati siciliani, arrivati in gran
numero e considerati, dai razzisti bianchi, allo
stesso livello dei neri, con le loro influenze
orientali portarono al nascente stile musicale
la passione per le intonazioni arabeggianti.
A New Orleans i bianchi potevano ascoltare il
ragtime nelle sale da ballo all'aperto, mentre i
creoli (i figli nati da unioni tra bianchi e indigeni, cioè mulatti e neri) organizzavano serate in
piccoli locali.
Nacquero così posti come il leggendario Storyville. Ogni club aveva la sua
piccola orchestra e il suo stile. Gli artisti di colore non suonavano solo nei
locali a luci rosse ma erano attivi anche nelle comunità religiose e soprattutto
si riunivano nei barbershop, vere e proprie botteghe in cui i diversi artisti si
trovavano per le prove. La svolta si ebbe con Buddy Bolden (1877 - 1931),
ancora oggi considerato il primo vero jazzista della storia.
Suonava la cornetta nel suo club per intrattenere il pubblico pagante ma verso
sera, quando le persone abituate al ballo e al ragtime se ne andavano,
improvvisava melodie lente con un suono dolce e malinconico.
Era il 1917 quando, accompagnato da clarinetti, trombe, chitarra e contrabbasso, creò un suono melodico con ritmo sincopato che subito si diffuse dal
pubblico della notte al grande pubblico dei club.
Della sua musica non si hanno registrazioni dirette.
Diversi sono gli autori che hanno cercato di riprodurre quello specifico sound,
oggi ricondotto al brano classico Buddy Bolden's Blues.
.Storia del Gospel
testo di
A. Piovani
Le origini
Il termine gospel, letteralmente Vangelo, indica comunemente un genere di musica religiosa, tipica espressione della
cultura afroamericana.
Durante i secoli XVII e XVIII, quando dodici milioni di africani vennero deportati in schiavitù al di là dell’Atlantico, fu la voce l'unico strumento che permise
loro di mantenere la propria identità culturale.
Il canto accompagnava condizioni di vita proibitive e alleviava le fatiche del
duro lavoro quotidiano.
Nacquero le Plantation Songs da cui derivarono le Work
Songs la cui funzione era di cadenzare i movimenti
ripetitivi del lavoro.
Attraverso Calls (richiami) e Cries (grida) invece, la vitalità
africana poteva manifestarsi: i primi costituivano semplici sistemi di comunicazione di vario genere, per chiamare
i lavoranti fuori dalle piantagioni, per segnalare l'ora del
lavoro, per attirare una ragazza; i secondi erano spontanee manifestazioni sentimentali.
L'indomabile anelito di libertà presente nel cuore
dei neri in cattività spinse molti padroni bianchi,
dalla fine del XVIII secolo, a intraprendere l'opera di
conversione al cristianesimo degli schiavi, ancora in
gran parte legati alla religiosità africana.
La religione fu usata come valido mezzo di controllo
sociale, affinché, attraverso i sentimenti della carità cristiana, si sottomettessero più docilmente al loro volere. Il contatto con la liturgia cristiana portata
in America dai predicatori evangelici generò un ibrido tra riti africani, musicalità africana e religione dei bianchi di origine europea.
Nacquero così i negro-spirituals etichetta con cui si distinsero i canti religiosi
afroamericani dagli spirituals bianchi. Contrariamente alle intenzioni degli
schiavisti però, i negro-spirituals da semplici inni religiosi si trasformarono in
una esaltazione della liberazione del popolo nero; agli schiavi africani, così
come fu per gli ebrei schiavi in Egitto, Dio concederà certamente l'accoglienza
nel suo Regno, in riparazione dei torti subiti.
La dimensione di popolo nello spiritual è rappresentata dalla sua stessa
natura di canto di gruppo; il gruppo, l'assemblea dei credenti rievoca la tribù,
mentre il predicatore, cantando e alternandosi con il coro, ricorda l'anziano,
il pastore, la guida religiosa.
La nascita e i luoghi
E' il 1° gennaio 1863 quando Abraham Lincoln emana la Proclamazione di
Emancipazione, grazie alla quale i neri, finalmente liberi, passano dai campi
di cotone e dalle fattorie ai ghetti. La musica nera, superati i confini delle
piantagioni, incontra le tradizioni musicali di origine europea ed il patrimonio
dei canti religiosi afroamericani inizia ad essere raccolto, studiato e riarrangiato, attingendo musicalmente alle nascenti forme del jazz e del blues.
Negli anni Venti Tomas Andrew Dorsey, georgiano di
nascita e musicista blues a Chicago, recupera le
forme tradizionali degli spirituals, in particolare dei
Jubilee, ovvero le marce come When the Saints, e le
fonde con le strutture musicali e ritmiche del jazz e
del blues dando così vita ad un ibrido originale e
complesso, dalla sonorità ben riconoscibile, che
costituisce il motivo del vasto successo della neonata gospel music.
La musica diventa più sincopata, più elaborata, i testi diventano personali e
meno comunitari, ma l’anelito alla libertà rimane invariato: negli spirituals
riguarda la schiavitù imposta dai padroni bianchi, mentre nel gospel riguarda
la rivendicazione dei diritti civili contro le varie forme di schiavitù individuali,
da cui ogni essere umano aspira a liberarsi.
Dal 1930 l’ascesa di questo nuovo genere musicale è inarrestabile, e ben
presto, grazie anche all’avvento e alla diffusione di radio e giradischi, oltrepassa i confini americani per approdare in Europa e in tutto il mondo.
I contenuti religiosi della musica gospel ed il fatto che questa spesso ha
accompagnato la liturgia evangelica, fa della chiesa il luogo naturale per
l’esecuzione di un suo concerto. Ma non è sempre stato così. Durante il periodo della schiavitù, i padroni non permettevano agli schiavi di ballare e di
suonare come si usava in Africa. Si riunivano così in posti segreti o all’aperto
per condividere attraverso la musica le loro gioie, dolori e speranze.
Con la fine della schiavitù apparvero le prime chiese in cui l'influenza delle
tradizioni africane, dalle quali avevano ereditato le grida, gli applausi, i balli
ritmici e le canzoni di esultanza nate nelle piantagioni, si fecero evidenti.
Ma prima di conquistarli, il gospel fu addirittura bandito dai luoghi di culto.
Nonostante i suoi contenuti dichiaratamente evangelici, infatti, per la fusione
del sacro (spirituals e inni) con il profano (la musica commerciale), per un
certo tempo non fu ben visto dalle chiese evangeliche.
I gruppi, gli autori, gli interpreti
La musica gospel è tipicamente corale. Ma se questo genere musicale ha
avuto tanta fortuna e diffusione negli Stati Uniti e nel mondo è soprattutto
grazie ai suoi Jubilee Quartet caratterizzati da un accentuato virtuosismo
polifonico. Il loro stile aveva un richiamo più commerciale di quanto ne avessero gli arrangiamenti dei cori, più orientati verso la chiesa, e la loro diffusione e popolarità fu tale da non avere rivali in fatto di pubblico nell’America
degli anni Quaranta.
Tra i gruppi più rappresentativi spiccano Dixie Humming, Five Blind Boys of
Mississippi e Golden Gate Quartet.
Il crescente successo del genere porta alla nascita di
numerosi importanti interpreti solisti. A tal proposito, la figura più famosa è senz’altro quella di Mahalia Jackson, l’esempio più prestigioso del successo
raggiunto dal genere. Definita la regina del gospel,
fu la cantante che vendette otto milioni di copie del
singolo Move On Up a Little Higher, portando il
gospel fuori dalle chiese degli afroamericani:
nessun disco del genere aveva mai venduto tanto.
E fu colei che, protagonista della marcia di Washington per i diritti civili nel 1963, intonò la celebre We
Shall Overcome, prima del più famoso discorso sulla
non violenza pronunciato dal reverendo Martin
Luther King, ricordato dai più per la frase “... I have
a dream”.
La critica di settore, però, è pressoché unanime nel ritenere la vera regina del
genere Dorothy Love Coates, artista dalla voce roca e ghiaiosa, dotata di
grande forza interpretativa e trascinante che in un gospel sugli Holy Rollers, (I
Santi Rotolanti), i fedeli che, trasportati dal canto e dalla preghiera, raggiungono l'estasi religiosa ballando e dimenandosi, canta:
"Alcuni diventano allegri, corrono, altri parlano in una lingua
sconosciuta, alcuni gridano in estatica trance, non avete mai
visto i santi fare la danza sacra?"
La musica sul Grande Schermo
a cura di
S. Muri
Il Jazz nel Cinema
Sono trascorsi 76 anni da quando la parola Jazz fece la sua
prima apparizione sugli schermi cinematografici.
Si tratta di The Jazz Singer, primo film sonoro della storia del cinema. Protagonista di questo lungometraggio del 1927, diretto da Alan Crosland, è Al
Jolson, famoso cantante-attore di Broadway la cui caratteristica é quella di
tingersi il volto di nero e le labbra di bianco.
“You ain't heard nothin' yet”, unica frase pronunciata dal protagonista, afferma in una battuta la fine dell'era del cinema muto e l'inizio di quella del
sonoro.
L’anno successivo sempre Al Jolson interpreta il
secondo film sonoro, The Singing Fool in cui si
ascoltano anche i dialoghi.
Nel 1929 King Vidor gira Hallelujah, uno straordinario film interpretato interamente da attori di
colore.
L’anno seguente viene proiettato The King of Jazz di John Murray Anderson
girato in technicolor primitivo, cioè basato su due colori e non su tre come
avverrà dopo qualche anno. In seguito, nei primi anni Trenta, molti artisti
interpretano il ruolo di cantante. Fra questi degno di nota è il musical short
Symphony in Black del 1934 con una giovanissima Billie Holiday.
Del 1937 è Hollywood Hotel diretto da Busby Berkeley con Benny Goodman e
la sua orchestra. Nel 1941 escono Birth of the Blue di Victor Schertzinger
interpretato da Bing Crosby e Second Chorus di Harry C. Potter con Paulette
Goddard. Del 1943 Stormy Weather di Andrew Stone e Reveille with Beverly
di Charles Barton. Del 1946 è New Orleans (La Città del Jazz) di Arthur Lubin
con Louis Armstrong e Billie Holiday.
In Italia un grande successo ha il film A Song is Born (Venere e il professore) di
Howard Hawks del 1948 con Danny Kaye e Virginia Mayo che interpreta
Honey, la pupa del gangster braccato dalla polizia, che si rifugia da un gruppo
di musicologi che stanno scrivendo un'enciclopedia: tra una canzone jazz e
l'altra, scoppierà l'amore con il direttore dell'istituto.
Gli anni Cinquanta vedono molti film ispirati alla vita di celebri musicisti: Kirk
Douglas interpreta Bix Beiderbecke in Young Man with a Horn (Chimere) di
Michael Curtiz del 1950 con Doris Day; James Stewart è Glenn Miller nel
magnifico The Glenn Miller Story di Anthony Mann del 1952. Oltre ai film
biografici, merita attenzione The Strip (La donna del gangster) del 1951 con
Mickey Rooney e gli All Stars di Louis Armstrong.
Arriviamo agli anni Sessanta, precisamente nel 1961 con Paris Blues di Martin
Ritt: protagonisti Paul Newman e Sidney Poitier nelle vesti di un trombonista
e di un sassofonista americani ingaggiati da un jazz club parigino.
Martin Scorsese nel 1977 firma uno dei film più famosi dedicati al jazz: con
New York, New York con Robert De Niro e Liza Minnelli, viene ricostruita
l’atmosfera musicale degli anni della guerra con il sound di Tommy Dorsey.
Negli Stati Uniti il jazz-movie mette le radici nel cinema d’autore con Cotton
Club di Francis Ford Coppola del 1984, dove si raccontano i fasti del mitico
locale di Harlem degli anni Venti, frequentato solo dai bianchi, nel quale si
esibiva il meglio dello spettacolo e della musica nera.
La vita di Charles Parker è narrata in Bird di Clint Eastwood del 1988 con uno
splendido Forest Whitaker nella parte del protagonista. Un racconto in cui la
musica del jazzista contrasta con la sua tragica vicenda umana.
Mo' better blues di Spike Lee del 1990 con Denzel Washington mette sullo
schermo la vita di un immaginario jazzista contemporaneo, in cui la critica
sembra aver voluto vedere un personaggio somigliante al grande trombettista nero Miles Davis. In tempi più recenti ricordiamo: Kansas City del 1996
diretto da Robert Altman e Sweet and Lowdown (Accordi e disaccordi) di
Woody Allen girato nel 2000, una storia di fantasia che racconta le disavventure musicali di un chitarrista degli anni Trenta di nome Emmet Ray, interpretato da Sean Penn.
Infine il film Whiplash del 2014, regia Damien Chazelle, vincitore di tre premi
oscar.
Gospel Choir Movies
Nel corso degli anni anche il genere
musicale gospel fa il suo ingresso al
cinema. Tra le pellicole più conosciute:
Sister Act, un film del 1992 diretto da
Emile Ardolino con Whoopi Goldberg,
un lungometraggio il cui successo si deve
in gran parte alla simpatia della protagonista, e alla colonna sonora di Marc
Shaiman. The Fighting Temptations, film
statunitense del 2003 del regista Jonathan Lynn con Cuba Gooding Jr. e
Beyoncè Knowles dove si raccontano le
rocambolesche avventure di Darrin che
può riscuotere la cospicua eredità della
zia Sally solo a condizione di vincere con
il coro gospel della città la prestigiosa
gara annuale.
The Gospel del 2005 diretto e scritto da Rob Hardy. Il film narra la vicenda di
David, una star di hip-hop figlio di un pastore protestante a capo di una
fervente comunità religiosa ad Atlanta. La chiesa ha problemi economici e
rischia di chiudere, il padre nel frattempo muore d’infarto, costringendo il
figlio a rischiare la carriera per salvare la chiesa.
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domenica 29 maggio 2016
AMA Young String Orchestra
Scuola CFM, Barasso (Va)
Accademia Amadeus, Agrate Conturbia (No)
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