Tutto falso!? - MINERALI e PIETRE

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Tutto falso!? - MINERALI e PIETRE
Tutto falso!?
Una piccola guida per riconoscere i falsi minerali ed i loro trattamenti ovvero
“come evitare di farsi fregare!”
Lo scopo è principalmente quello di aiutare il “consumatore” collezionista a riconoscere un
minerale autentico da uno artefatto o prodotto in laboratorio.
La relativa scarsità di minerali dai colori sgargianti o dai lunghissimi e perfetti cristalli in matrice
(comunque l’elevato costo di quelli autentici) hanno notevolmente favorito la proliferazione di più o
meno improvvisati “creatori” di cristalli dai vivaci colori, dalle improponibili perfezioni e, spesso,
dall’irrisorio prezzo.
Cristalli artificiali, sintetici, incollati, colorati e rifatti riempiono i tavoli di espositori della Romania
e della Cina, nonché le bancarelle di moltissime località turistiche (soprattutto quelle a vocazione
mineraria-mineralogica).
Spesso capita anche a collezionisti esperti incappare in una di queste truffe, forse a causa di
eccessiva fiducia nel venditore, auspicio di fare “un buon affare”, accredito nel venditore (magari
noto ricercatore che “mai” si sognerebbe di comprare “minerali” da rivendere), area di provenienza
del venditore…
La conclusione di tutto ciò è solo la non accurata conoscenza della mineralogia e dei valori che un
minerale assume quando presenta determinate caratteristiche quando è autentico.
E’ qui che si affermano le attività truffaldine di chi approfitta dell’altrui “ignoranza” e che,
purtroppo, non è quasi mai tutelato dagli organizzatori delle mostre né dalla legge.
Queste situazioni risultano poi “vergognose” quando gli imbrogli si rivolgono a giovani o neofiti
della mineralogia.
Esistono anche dei pericoli direttamente legati ad un minerale falso, soprattutto per sostanze solubili
che possono contenere sali di rame o addirittura di cromo che possono avvelenare ed anche uccidere
anche per semplice contatto con tali sostanze (rischio molto elevato soprattutto per i bambini che si
avvicinano entusiasticamente a questo mondo di colori e forme).
Per dare ordine nelle numerose forme di “sofisticazione” mineralogica è necessario suddividere tali
artefatti in modo sistematico; la genesi di questi materiali è di sicuro aiuto allo scopo.
Minerali sintetici o artificiali solubili
Il minerale sintetico è analogo a uno esistente in natura ma realizzato in laboratorio, il minerale
artificiale è una sostanza non presente in natura.
Il sintetico sicuramente più diffuso sul mercato è il solfato di rame CuSO4*5H2O impiegato
comunemente in agricoltura come antiparassitario noto anche come verderame. E’ una
macroscopica imitazione dell’analogo naturale conosciuto con il nome di calcantite.
La calcantite si forma come piccole incrostazioni cristalline di colore azzurro verdastro grazie alla
circolazione di acque ricche di sali di rame ed in ambiente acido, queste condizioni si verificano
spesso in vecchie miniere di rame (dato anche la genesi di questo materiale è in dubbio che anche la
calcantite naturale sia da classificarsi quale minerale).
Solfato di rame
In laboratorio è relativamente facile ottenere grandi cristalli da soluzioni acquose sature di solfato di
rame, addirittura è possibile farli “crescere” su frammenti di roccia ricreando così esemplari
estremamente appariscenti ed estetici con grandi e perfetti cristalli azzurri venduti a prezzi davvero
insignificanti a dispetto della bellezza
degli esemplari.
La prima truffa qui arriva quando viene
chiamato con un nome mineralogico,
calcantite, la seconda è che questi
cristalli si scioglieranno al primo
lavaggio o si disidrateranno se
conservati in ambiente asciutto,
ricoprendosi di una patina biancastra
opaca davvero poco bella, nella terza
parte è la potenziale pericolosità se tali
cristalli vengono messi in bocca o
toccati per lungo tempo da bambini, il
solfato di rame è tossico per ingestione, Figura 1, Solfato di rame cristallizzato in vitro noto come “calcantite
ricordiamo che è un antiparassitario.
Cermikite o tchermigite
In questo caso è addirittura stato coniato appositamente un termine pseudomineralogico per rifilare
come minerale naturale questo solfato di alluminio (meglio noto come allume) reso viola dalla
presenza di cromo. Chimicamente ne risulta
un solfato di alluminio e cromo e forma
splendidi cristalli ottaedrici dall’intenso
colore viola con riflessi di colore porpora.
Realizzati attraverso un precipitato da
soluzione acquosa, (i maggiori produttori di
questo sintetico sono polacchi) questi cristalli
vengono spesso fatti crescere su campioni di
quarzo in modo da simulare spettacolari
cristalli di fluorite. Dopo la scoperta dei
primi imbrogli è stato coniato il termine
cermikite.
Per i rischi connessi alla manipolazione di
questo materiale valgono le stesse cose dette Figura 2: solfato di alluminio e cromo, meglio noto come
per il solfato di rame, si può addirittura "cermichite"
pensare ad una maggiore pericolosità dalla presenza del cromo.
Dicromato di potassio
Cancerogeno, mutageno, tossico, irritante, allergenico, pericoloso per l’ambiente.
Se ciò non bastasse ne fanno anche bellissimi cristalli di colore rosso acceso, fatti crescere su
campioni di solfuri della Romania e venduti come realgar, caso vuole che dalle stesse miniere
provengono cristalli di realgar autentici. La rarità ed il prezzo dei campioni autentici di realgar e la
relativa facilità di reperimento di questo pericoloso sale di cromo ha fatto esplodere il fenomeno
delle truffe mineralogiche. Tavolate intere di sgargianti cristalli rosso fuoco gemmosi e perfetti,
furbescamente anche non sempre a buon mercato, hanno
imbrogliato più di un collezionista “esperto”. Non
dimentichiamo quanto scritto sopra, la salute vale più di un
brillante cristallo velenoso e falso!Dove si possono incontrare
I materiali appena descritti si possono incontrare nelle più
disparate località, spesso fatti anche cristallizzare su materiale
locale, è quindi facile trovare del solfato di rame sulle lave
dell’Etna piuttosto che del Vesuvio, vengono utilizzati anche
per dare colori diversi a rose del deserto, madrepore e comuni
frammenti di roccia. Per riconoscerli è sufficiente immergerli in
acqua (si sciolgono) o lasciarli esposti al sole per alcune ore (si Figura 3: dicromato di potassio,
disidratano) o applicare l’unico metodo assolutamente certo e velenoso. Foto M.Chinellato
valido: informarsi sulle caratteristiche mineralogiche di quei luoghi, attraverso libri di testo,
pubblicazioni locali o siti internet dedicati alla mineralogia. La cultura è l’unica arma contro gli
imbrogli!
Minerali sintetici o artificiali insolubili
In questi casi è raro che questi “minerali” siano pericolosi per la salute, tuttavia è giusto essere
informati circa la natura di tali sostanze.
Con questi materiali si hanno splendide cristallizzazioni spesso iridescenti e splendidamente
formate, alcuni pezzi si possono addirittura “trovare” in zone di discarica di rifiuti industriali o di
materiale di riempimento. Difficile riconoscerli come minerali “artefatti”, non si sciolgono, sono
compatti e cristallini, sono costituiti dalla stessa sostanza (non è possibile farli crescere su
frammenti di roccia), sono molto appariscenti e “di lunga conservazione”, si acquistano spesso in
zone dove si trovano minerali… eppure sono dei falsi:
Carborundum o carburo di silicio
Sul Vesuvio viene venduto per covellina, sull’Etna come una lava particolare, all’Elba come
ematite, in realtà è un prodotto industriale!
Il carburo di silicio viene prodotto in appositi forni elettrici a temperature di circa 2000°C con
carbone coke, sabbia silicea e segatura; a questa temperatura viene spezzato il legame silicio
ossigeno della sabbia e il carbonio si lega con il silicio ad originare splendidi cristalli a simmetria
esagonale
costituiti
dal 30%
di silicio
ed
il
rimanente
da
carbonio.
Questi
cristalli
formano
Figura 4: cristallizzazione del carborundum
splendidi aggregati di colore nero e vivacissime Figura 5: carborundum o carburo di silicio, si nota l’iridescenza
iridescenze superficiali, il motivo per cui questo
materiale viene prodotto è principalmente per l’elevata durezza dei singoli cristallini (l’aggregato
appare fragile e delicato) che corrisponde a 9,5 della scala di Mohs.
Il carborundum trova larghi impieghi nell’industria degli abrasivi me è anche bello sotto l’aspetto
estetico, il costo è decisamente basso, facile scambiarlo per un minerale naturale, il gioco
dell’imbroglio è subito fatto!
Bismuto
Spettacolari cristalli con perfetti spigoli a 90° e splendide figure di crescita come una sorta di
scalinata, intrecci cristallini, facce cave e colorazione iridescente fanno di questo sintetico uno dei
più begli esempi di cristallizzazione in laboratorio. I cristalli vengono ottenuti in un crogiolo dove il
metallo fuso viene lentamente raffreddato, nel giro di poche decine di minuti i primi cristalli si
formano all’interno del fuso e, per la loro peculiare caratteristica, galleggiano venendo estratti già
perfettamente formati, il contatto con l’ossigeno forma una sottile patina di ossidazione iridescente.
In poche decine di minuti si possono ottenere spettacolari cristalli dall’innegabile fascino
geometrico. Il bismuto fonde a 271°C ed è quindi relativamente facile portarlo a fusione e, come
detto, abbastanza veloce da cristallizzare, la
difficoltà è solo nel reperire il metallo con un alto
grado di purezza.
Il difetto di questo materiale è nella sua estrema
fragilità e facilità di rottura, per il resto non
presenta particolari rischi per la salute (a parte i
vapori se lo volessimo fondere), certo che dovrebbe
essere ben evidenziata la natura sintetica con la
dicitura “ricristallizzato”.
In Germania esiste un laboratorio specializzato
nella creazione di tali cristallizzazioni che trovano
utilizzo solo per il mercato collezionistico, i
campioni poi di bel colore sono anche piuttosto
Figura 4: Bismuto ricristallizzato
costosi.
Vetro - ossidiana
In natura l’ossidiana presenta una colorazione sempre scura,
nera, grigia, di colore bruno, con macchie cristalline bianche, a
volte con giochi di luce argentei o verdastri ma mai gemmosa,
limpida, traparesntissima azzurra, verde o rossa.
Recentemente un materiale di colore verde azzurro, già noto
come “dubbio” proveniente dalla Cina è stata “riciclata” come
ossidiana proveniente da Lipari, a riprova della genuinità di
questo materiale sono state realizzate anche fotografie (false
anche loro) nel momento dell’estrazione di blocchi di questo
materiale, se non bastasse, la presenza di cristalli di “cristobalite”
nella massa vetrosa erano la definitiva prova di genuinità.
Figura 7: "ossidiana nobile", la più
conosciuta di colore verde azzurro a volte
venduta anche come proveniente da
Lipari, in realtà è il solito vetro di forno.
Tutto falso, questo materiale presenta un peso
specifico maggiore di qualsiasi vetro naturale, i
cristalli in un vetro si possono comunque formare
per inglobamento e ricristalllizzazione di
refrattario, le bolle gassose tondeggianti sono
un’altra prova di artefatto, da ultimo ci possiamo
immaginare il mondo della mineralogia e delle
gemme che rimane indifferente davanti ad un
ritrovamento in natura di tal qualità e quantità di
un materiale così bello! In Italia!
Figura 8: "ossidiana nobile rossa" ovvero vetro realizzato
in forno (Cina)
Gesso da “tubo”
Alcuni decenni fa comparvero, nel mercato dei minerali, bellissimi gruppi di cristalli di gesso di
colore grigio provenienti da Rosignano, in Toscana, si scoprì in seguito che la strana superficie
convessa della base di tutti i campioni era originata dalle pareti dei tubi di decantazione e scarico di
residui di lavorazione per la produzione di soda e che le Rosignano si concludeva con Solvay, nota
azienda di produzione di soda. Non che questi esemplari siano dannosi per la salute o quant’altro, il
fatto vero è che sono a tutti gli effetti dei cristalli sintetici.
Successivamente anche dalla remota Australia e dalla più vicina Polonia arrivarono campioni di
gesso
sintetico,
stavolta mancava la
forma convessa della
base poiché questi
cristalli si formavano
in lagune artificiali
per la decantazione
di fluidi industriali,
quindi i pezzi spesso
inglobavano
del
fango,
ossidi
di
Figura 5: Gesso "da tubo" vista fronte-retro dove si nota la superficie di contatto con le pareti dei tubi
ferro, a volte
di decantazione, Rosignano Solvay.
venivano
immessi degli appositi sali colorati per dargli le più sgargianti colorazioni, verde, rosso, giallo e dei
pezzi di legno come “base di cristallizzazione”. Il vero inghippo è a questo punto riconoscere un
gesso vero da uno di “laguna”; per fortuna che anche in natura il gesso è abbastanza frequente e
relativamente poco costoso, se abbiamo un dubbio ci conviene tenerlo e non pensarci poi troppo!
Altri sintetici o artificiali insolubili
D’obbligo è citare la “zincite”, realizzata in
splendidi cristallini dai colori fortissimi nei toni
dell’arancio o del giallo in alcuni laboratori della
Polonia; sembra che ora abbiano ottenuto anche
cristalli di grosse dimensioni su frammenti di
roccia, quindi in matrice.
Altri sintetici famosi sono utilizzati come gemme e
raramente li troviamo in bei cristalli come minerale
da collezione.
Figura 6: "zincite" cristalli sintetici dalla Polonia