LABORATORIO GRUPPO 7 I bambini con problemi di comportamento
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LABORATORIO GRUPPO 7 I bambini con problemi di comportamento
Scuola di Studi Umanistici e della Formazione CdS Scienze della Formazione Primaria LABORATORIO Corso di Pedagogia Speciale – Prof.ssa Zappaterra GRUPPO 7 I bambini con problemi di comportamento Lucia Donata Nepi – 12 novembre 2015 IPOTESI DI LAVORO q Le evidenza empiriche ✔ q Un riferimento (brevissimo!) ai disturbi del comportamento ✔ q Il classroom management ✔ q Strategie e tecniche efficaci: la teoria ✔ la pratica ESERCITAZIONI E SIMULAZIONI UN BUON ESEMPIO DI INCLUSIONE: chi è Marco? § Marco ha la sindrome di Down. § La frequenza alla scuola dell’infanzia non evidenzia problemi particolari. § Nella scuola primaria viene inserito in una classe I a tempo pieno. § È seguito da una insegnante di sostegno e da una educatrice. A pochi mesi dall’inizio della scuola la situazione precipita… UN BILANCIO IN NEGATIVO (tutto?) + classe équipe ? famiglia TEST LAP Sanford e Zelman, 1987) ( ü Valutazione sistematica delle abilità del bambino in 7 aree; 400 item o campioni di comportamento. ü Si confrontano le prestazioni del bambino con le tappe dello sviluppo normale. Consente di definire il profilo complessivo di sviluppo in 7 aree comparando le risposte del bambino alle tappe principali dello sviluppo tipico tra i 36 e i 72 mesi di età. IPDA (Terreni et al., 2002) ABILITÀ GENERALI (asp. comportamentali motricità comprens. linguistica espressione orale metacognizione altre ab. cognitive) ABILITÀ SPECIFICHE (pre-‐alfabetizzazione pre-‐matematica) 43 ITEM – 5 anni CHI È MARCO? La valutazione funzionale del comportamento q I riferimenti teorici q L’analisi funzionale ANALISI FUNZIONALE ① OSSERVAZIONE CASUALE: permette di farci una prima idea di come stanno le cose ② DECISIONE DI REALE PROBLEMATICITÀ: quali sono i comportamenti che creano veramente disagio [al soggetto, agli altri, al contesto]? TRS Conners (1969) Scala di valutazione dei comportamenti problematici in classe • 39 item • 3 parti • scala da mai a molto spesso ANALISI FUNZIONALE ③ OPERAZIONALIZZAZIONE DEI COMPORTAMENTI PROBLEMATICI: descrivere sotto forma di comportamenti osservabili tutte le manifestazioni comportamentali che creano disagio ④ OSSERVAZIONE SISTEMATICA: le regole di osservazione sono fissate a priori OSSERVAZIONE CASUALE vs. OSSERVAZIONE SISTEMATICA Il risultato di una osservazione casuale è, di solito, un’etichetta. Un’etichetta è imprecisa, non informa sulle variabili che potrebbero aiutare a capire il comportamento, non permette di quantificare i miglioramenti. IL BAMBINO È… (ricordate Federico?) Il risultato di una osservazione sistematica è un numero. OSSERVAZIONE SISTEMATICA Ø Definire prima cosa osservare Ø Definire in modo operazionale, cioè descrivere i comportamenti da osservare Ø Esplicitare i parametri di osservazione FREQUENZA – DURATA – INTENSITÀ METODO DEL CAMPIONAMENTO A TEMPO LA LINEA DI BASE: frequenza del comportamento Disturba i compagni N°. C O M P. D I S T U R B O 25 20 15 10 5 0 MARZO LA LINEA DI BASE il quanto di un comportamento Ø La linea di base è l’esito di una osservazione sistematica. Ø L’osservazione dovrebbe continuare fino a quando i dati rilevati non assumono un andamento stabile. ANALISI FUNZIONALE q Sapere quante volte un comportamento si manifesta non dice niente sul perché si manifesta. q È necessario comprendere lo scopo di un determinato comportamento, la sua funzione per il soggetto che lo manifesta, a cosa gli serve. Dopo aver ‘contato’ un comportamento, dobbiamo quindi chiederci: QUALE FUNZIONE SVOLGE QUEL COMPORTAMENTO? ANALISI FUNZIONALE: lo schema A-‐B-‐C Per comprendere la funzione di un comportamento dobbiamo osservare cosa succede PRIMA e, soprattutto, cosa succede DOPO il manifestarsi di quello stesso comportamento. L’individuazione di regolarità nelle interazioni A-‐B-‐C (schema tipico di interazione) permette di comprendere la funzione di un comportamento problema. Alcune circostanze facilitano il manifestarsi di comportamenti problematici: q presenza di situazioni stimolo non adeguate q rinforzo positivo di comportamenti problematici (può essere inconsapevole!) LE FUNZIONI ‘TIPICHE’ DI UN COMPORTAMENTO PROBLEMATICO IPOTESI COMUNICATIVA: ü RICHIESTA DI ATTENZIONE ü FUGA / EVITAMENTO MARCO? Ha comportamenti disfunzionali perché: u non riceve le attenzioni delle quali ha bisogno u gli vengono fatte richieste non adeguate u viene visto solo quando manifesta comportamenti non appropriati u viene visto solo quando non riesce LA FORMA NO, LA FUNZIONE SÌ! A questo punto la domanda è: quali comportamenti, alternativi a quello problematico, potrebbero essere usati dal bambino per raggiungere lo stesso scopo? È possibile modificare la forma di un comportamento mantenendo la sua funzione? TECNICHE COGNITIVO COMPORTAMENTALI ROLE PLAYING: i bambini giocano a fare gli a.ori, provando ad interpretare alcuni comportamen5 in situazioni controllate e con l’aiuto di un adulto (i.e. l’insegnante); questo perme.e poi di agire in modo più efficace in situazioni reali PROBLEM SOLVING: strategie per affrontare un compito, ma anche un problema interpersonale g n i y a l p e Rol « Sto giocando con le costruzioni insieme ad alcuni compagni. Faremo una bellissima casa. Tu entri in classe e ci vedi. Immagina di voler giocare con noi. • L’insegnante ha detto di mettersi in fila per il pranzo. Tu sei già al tuo posto, poi arrivo io, ti passo davanti e ti dico: «Di qui non mi muovo!». ¨ Durante l’intervallo tu stai giocando con altri bambini. Ad un tratto ti accorgi che io sono tutto solo. Ti avvicini e vedi che ho pianto. Cosa fai? Cosa dici? Cornoldi et al., 1996 LA PUNIZIONE (rifiutare un comportamento problematico non significa rifiutare un bambino!) v Time out v Costo della risposta v Ipercorrezione FOXX, 1986 Il profilo del «buon educatore» Avere uno spiccato senso dell’humour Amare profondamente le persone Non amare la sconfitta La caratteristica del distacco Sensibilità percettiva DOMANDA INIZIALE? Quali strategie e tecniche può utilizzare un docente curricolare per intervenire in modo efficace con bambini – dai 3 ai 10 anni – che manifestano problemi di comportamento?