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TRIBUNALE DI NAPOLI
UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
SEZ. XXIII
Il G.I.P. Federica Colucci,
esaminata
la richiesta di applicazione di
misura cautelare custodiale,
avanzata in data
6.2.2013, nel proc. 5677/11 R.G.N.R., nei confronti di:
1. PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe (CE) il 24.05.1965, in atto detenuto;
2. PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe (CE) il 21.10.1963, residente in Villa Literno
(CE), alla via Provinciale Aversa;
3. CANTELLI Susanna, nata a Santa Maria Capua Vetere (CE) il 22.02.1976, residente in
Castel Volturno – Pinetamare, al viale delle Mimose, Torre OR. 1,;
4. AMMALIATO Giuseppe, nato a Mugnano di Napoli l’11.05.1978, residente in Castel
Volturno – Pineta Mare al viale delle Mimose, torre 5 int. 47;
5. ESPOSITO Antonio, nato ad Afragola (NA) il 04.07.1958, residente in Lusciano (CE), alla
via Don Milani 1;
6. ERRICO Giuseppe, nato a Benevento il 02.10.1956, res.te in Caserta alla via Don Gangi n.5;
7. PELLEGRINO Pietro, nato a Maddaloni il 30.10.1960, residente in Marcianise (CE) via
Santella, Parco COMER,
INDAGATI
PASSARELLI BIAGIO E PASSARELLI FRANCO
A) del delitto p. e p. dagli artt. 110,416 bis c.p. I, II, III, IV, V, VI ed VIII comma, c.p., perché,
nella consapevolezza della rilevanza causale del proprio apporto, quali gestori di fatto delle
società denominate “Commerciale Europa S.p.a.”, con sede in Pignataro Maggiore, ed
I.P.A.M. S.r.l. (in liquidazione), con sede in Villa Literno, concorrevano alla associazione
camorristica denominata “clan dei Casalesi-fazione Schiavone” in quanto, pur non essendo
stabilmente inseriti nella predetta compagine associativa, fornivano uno stabile e significativo
apporto al conseguimento delle illecite finalità perseguite dall’organizzazione di stampo
camorristico; in particolare attraverso la costituzione delle suddette società fornivano
assistenza economica ai diversi associati, consentivano l’occultamento di capitale proventi
dell’attività illecita che reinvestivano in attività formalmente lecite, nonché mettevano a
disposizione del clan, sotto il profilo economico e quello logistico, le proprie imprese e i
relativi complessi aziendali rendendo agevole la fissazione delle scelte programmatiche delle
attività criminali intraprese dal clan, in apposite riunioni degli affiliati, ed il loro
1
perseguimento. contribuendo così al mantenimento della associazione ed al rafforzamento
della medesima associazione camorrista.
In Villa Literno, Casal di Prioncipe e altri paesi della provincia di Caserta, dal 04.11.2004, con
condotta perdurante.
CANTELLI Susanna, AMMALIATO Giuseppe, ESPOSITO Antonio, ERRICO Giuseppe,
PELLEGRINO Pietro:
B) del delitto previsto e punito dagli artt. 624 e 625 n.7 c.p., 7 L. 203/1991, perché in concorso
ed unione tra loro, in numero superiore a tre, CANTELLI Susanna, AMMALIATO Giuseppe
ed ESPOSITO Antonio ponendo in essere le condizioni affinché si addivenisse alla
sottrazione, ERRICO Giuseppe e PELLEGRINO Pietro realizzando la sottrazione
attraverso il trasporto della merce con automezzi della ERRYTRANS, al fine di trarne
ingiusto profitto, sottraevano dai magazzini della Commerciale Europea S.p.a., 2,5
tonnellate di zucchero, sottoposte a sequestro in virtù del decreto emesso ai sensi dell’art.
321 c.p.p. dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli
il 13 Luglio 2010 ed eseguito il giorno 14 Luglio 2010 dai Carabinieri di Caserta,
destinando il prodotto alimentare ad acquirenti che allo stato non identificati ed
incassandone irregolarmente il provento della vendita.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto su cose sottoposte a sequestro
Con le ulteriori aggravanti di aver commesso i fatti avvalendosi del metodo mafioso dal
quale derivano le condizioni di assoggettamento ed omertà nei confronti della persona
offesa e, comunque, al fine di agevolare l'organizzazione camorristica di appartenenza
denominata ‘‘clan dei Casalesi-fazione Schiavone, operante prevalentemente nella
provincia di Caserta
In Pignataro Maggiore, il 19 Luglio 2010
osserva quanto segue.
Deve premettersi che alla luce della natura dei reati contestati, sussistono i presupposti per
l’applicazione delle misure cautelari e delle specifiche misure inframurarie richieste.
I Gravi indizi
CAPO A) Il concorso esterno.
Sussistono i gravi indizi della commissione del reato contestato al capo A) nei confronti di
entrambi gli indagati.
Appare opportuno premettere che la richiesta di misura dei PP.MM. espone in modo analitico le
fonti di prova che vanno ad integrare i gravi indizi di colpevolezza del reato di concorso esterno
come contestato.
Onde evitare inutili ripetizioni, chi scrive riporterà nella presente ordinanza quelle che, a suo
avviso, sono le più significative, richiamando per il resto la richiesta dei PP.MM.
2
Gli elementi di prova a carico degli indagati si desumono in parte da indagini svolte in altri
procedimenti penali, taluni definiti con sentenza passata in giudicato, altri in corso di
svolgimento (per i quali verranno richiamati i provvedimenti cautelari , personali e reali emessi,
ovvero le pronunce ancora non definitive), in parte da nuove attività di indagine svolte nel
procedimento in epigrafe.
In particolare si richiamano:
1. decreto di sequestro beni ex art. 2 ter legge 575/65 n. 96/2009 M.P. e n. 8/2010 del 23.3.2010
emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di S. Maria C.V., con espresso
richiamo alla sentenza n. 9/98 emessa il 15.9.2005 dalla Corte di Assise di S. Maria C.V.
(processo Spartacus);
2. decreto di sequestro emesso il 13.7.2010 nel proc. 26877/2010 R.G.N.R e sua diretta attinenza
con la OCC emessa nel proc. 27526/2010 R.G.N.R a carico di FARINA ANTONIO,
PASSARELLI BIAGIO e PASSARELLI FRANCO, ed altri per l’estorsione – tra l’altro – ai
danni della Alvi s.p.a.;
3. ordinanza di custodia cautelare in carcere numero 26877/2010 RGNR e numero 32395/10 RG
GIP emessa il 26.01.20111 e sentenza di assoluzione – per PASSARELLI Franco e CANTELLI
Susanna– numero 26877/2010 RGNR e numero 32395/10 RG GIP emessa dal GUP del
Tribunale di Napoli in data 27.10.20112;
4. ordinanza di custodia cautelare in carcere numero 60470/08 RGNR, numero 51111/09 R. GIP e
numero 769/11 O.C.C., emessa dall’Ufficio 29° GIP del Tribunale di Napoli, in data
09.12.20113, a carico di SETOLA Giuseppe + altri, con espresso richiamo alle informative di
reato dei CC Comando Provinciale di Caserta numero 336/5-20-1 del 25.10.20104, relativa
all’attività di riscontro alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia LAISO Salvatore in
data 19.10.2010 e IOVINE Massimo in data 18.03.2008, e numero 336/5-32 del 09.03.20115;
In particolare per quanto riguarda il rapporto tra Dante Passarelli, padre degli odierni indagati ed il
clan dei casalesi, e gli elementi che nell’ ambito del processo Spartacus hanno comprovato la natura
mafiosa delle imprese della famiglia Passarelli, si richiamano le pagg. 4-13 della richiesta dei
PP.MM.
Dante Passarelli moriva il 04.11.2004. La sua posizione nel processo Spartacus si definiva con una
pronuncia di estinzione del reato con sentenza del 15.09.2005; i beni e le imprese che gli erano stati
sequestrati venivano trasferiti agli eredi, sopra generalizzati, i quali si ritrovavano diretti titolari di
una situazione patrimoniale ed imprenditoriale creata, conservata e sviluppata attraverso dinamiche
indiscutibilmente legate alle sorti criminali del clan dei casalesi, così come emerso nel corso del
processo Spartacus. Una situazione sulla quale, da quel momento, gli eredi di Passarelli Dante– e in
particolare Passarelli Biagio e Franco– iniziavano ad operare per circa cinque anni, fino – almeno
1
O.c.c.c. nr. 26877/2010 RGNR e nr. 32395/10 RG GIP del 26.01.2011 – Gip Tribunale Napoli –
All. 5
2
Sentenza nr. 32395/10 RG GIP del 27.10.2011 – GUP Tribunale Napoli – All. 6
3
O.c.c.c. nr. 60470/08 RGNR, nr. 51111/09 R. GIP e nr. 769/11 O.C.C., Ufficio 29° GIP Tribunale
Napoli, del 09.12.2011 – All. 7
4
Informativa CC N. Inv.vo Caserta nr. 336/5-20-1 del 25.10.2010 – All. 8
5
Informativa CC N. Inv.vo Caserta nr. 336/5-32 del 09.03.2011 – All. 9
3
– al mese di Aprile del 2010, cioè fino all’intervento della Sezione M.P. del Tribunale di Santa
Maria C.V. che ha nuovamente congelato quel patrimonio imponendo la misura del sequestro con
decreto numero 96/2009 Reg. MP.
Deve premettersi che chi scrive condivide la impostazione seguita dal Gip di Napoli, sez. XXXIX
che ha condotto all’ assoluzione di Passarelli Franco e Cantelli Susanna dall’accusa di riciclaggio
avanzata nel proc. 26877/10 R.G.N.R. (sent. del 27.10.11). Invero non può mantenersi la qualifica
di provento illecito per il patrimonio che, certamente come formatosi in capo al Dante Passarelli era
qualificabile come impresa mafiosa, ma nel momento in cui viene dissequestrato dal Tribunale e
restitutito agli eredi, perde la sua connotazione illecita, nel senso che gli eredi ne vengono in
possesso in virtù di un provvedimento dell’ A.G. e dunque in modo lecito. Resta fermo che la
liceità del titolo di provenienza per gli eredi non incide sul fatto storico di come quel patrimonio si
sia formato in capo a Dante Passarelli.
Quanto all’ attuale reato contestato, è necessario esaminare, al fine di accertare la sussistenza di un
grave quadro indiziario nei confronti degli odierni indagati, cosa accade dopo la restituzione del
compendio patrimoniale.
In particolare la contestazione mossa dagli odierni PP.MM. è che dopo la morte di Passarelli
Dante, alcuni degli eredi (in particolar modo PASSARELLI Franco e Biagio), non si siano limitati
al mero godimento dei beni ricevuti col dissequestro nell’ambito del processo Spartacus, ma
abbiano consapevolmente dato prosecuzione al rapporto economico – criminale instaurato a suo
tempo dal padre col clan dei casalesi, in particolare con SCHIAVONE Francesco detto Sandokan e
il figlio Nicola.
In tal senso rilevano a comprova dei rapporti criminali intrattenuti da PASSARELLI Biagio e
Franco con esponenti di spicco del clan dei casalesi gli esiti delle indagini svolte nell’ambito del
procedimento penale numero 27526/06 RGNR, aventi ad oggetto, tra l’altro, l’estorsione ai danni
della Alvi S.p.a., società operante nel settore della distribuzione alimentare con sede in provincia di
Salerno.
Si richiamano sul punto le pagg. 13-75 della richiesta dei P.M.
E’ opportuno solo ricordare che, per l’estorsione all’Alvi Spa sia Carmine NATALE che Vincenzo
CANTIELLO sono stati condannati in via definitiva. Il ruolo svolto da PASSARELLI Franco,
come visto, è stato acquisito originariamente attraverso attività di indagine tecniche, ma è stato poi
confermato dalle dichiarazioni rese da un co-imputato, cioè CANTIELLO Vincenzo e dai
collaboratori di giustizia FARINA Antonio, VARGAS Roberto e in ultimo anche da MARTINO
Nicola, divenuto collaboratore di giustizia il 05.10.2012, sentito sul punto nel corso del
dibattimento conclusosi, con la condanna del PASSARELLI Franco in concorso con CORVINO
Rodolfo, ovvero con uno degli esponenti di vertice dell’organizzazione camorristica clan dei
Casalesi. A distanza di tempo, tutti i collaboratori hanno saputo descrivere ulteriori aspetti della
vicenda, in perfetta aderenza con gli elementi di prova che si erano raccolti attraverso le
intercettazioni, confermando sempre il ruolo attivo dei fratelli PASSARELLI nella vicenda
estorsiva.
A prescindere dalla responsabilità per la singola estorsione, appare opportuno evidenziare come da
taluni specifici elementi emerge in maniera evidente un perdurante, consapevole, vantaggioso
rapporto di interessi, sul piano imprenditoriale e criminale, tra la famiglia PASSARELLI, in
particolar modo, i fratelli PASSARELLI Biagio e Franco– ed i vertici del clan dei Casalesi.
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In tal senso si riportano le dichiarazioni di Farina Antonio:
DALL’INTERROGATORIO DI FARINA ANTONIO DEL 20 APRILE 2009:
...omissis...
PASSARELLI E I SUPERMERCATI SUPERALVI
A.D.R: Un altro business dei “Casalesi” è quello legato ai SUPERALVI. Si tratta di un’unica
società di supermercati distribuiti in tutta la Provincia di Caserta.
Ai SUPERALVI è collegato PASSARELLI Francesco, in quanto è lui che rifornisce i
supermercati di zucchero. Il PASSARELLI, a sua volta, riscuote per ogni SUPERALVI una
tangente che viene poi versata a CANTIELLO Vincenzo, detto “doichland”, che non è parente
stretto di “carusiello”.
Il doichland, almeno finchè io stavo fuori, dava i soldi provento delle estorsioni ai SUPERALVI a
Pasquale VARGAS, uno dei responsabili del clan dei Casalesi che è diventato, anzi uno dei “capi”.
La vicenda è a me ben nota in quanto sul territorio di influenza criminale di Maddaloni c’erano
dei SUPERALVI, oggetto di richiesta estorsiva da parte della nostra organizzazione. Quando io o
altri affiliati contattavamo il direttore dei vari SUPERALVI della nostra zona per imporre una
nostra tangente, a questi, contattando la sede centrale dei Superalvi, che è a Salerno, veniva
risposto che la tangente era stata già corrisposta dal direttore generale di Salerno a
PASSARELLI.
Erano poi il PASSARELLI ed il CANTIELLO detto doich a dare a noi una parte del ricavato
dell’estorsione fatta ai SUPERALVI di Maddaloni.
Aggiungo che, quando il CANTIELLO venne a casa mia nel 2006 poichè da me convocato,
scoprii che la tangente versata dai SUPERALVI di Maddaloni era molto più alta di quanto poi il
PASSARELLI ed il CANTIELLO ci versavano.
In particolare, a noi versavano tremila euro per ogni scadenza di Pasqua, Natale o Ferragosto.
In realtà la SUPERALVI per gli esercizi di Maddaloni versava ventunomila euro annui, in rate
da settemila. Scoprimmo tale fatto poiché la riscossione delle tangenti, in passato, era stata fatta
da tale Carmine cugino di CORVINO Rodolfo e fu CANTIELLO Vincenzo detto doich che, a
casa mia, mi rivelò l’imbroglio fatto ai nostri danni.
...omissis...
Ancora, FARINA Antonio in un successivo interrogatorio:
DALL’INTERROGATORIO DI FARINA ANTONIO DEL 29 SETTEMBRE 2009:
...omissis...
FOTO NUMERO 40
La foto non mi dice niente.
L’ufficio dà atto che la foto numero 40 ritrae PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe il
24.05.1965.
A.D.R.: Anche se non l’ho mai conosciuto, di lui ho riferito in precedenti interrogatori.
...omissis...
FOTO NUMERO 75
Non riconosco la persona effigiata nella fotografia numero 75.
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L’ufficio dà atto che la foto numero 75 ritrae PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe (CE)
il 21.10.1963.
A.D.R.: Ne ho sentito parlare a proposito dell’estorsione ai SUPERALVI, ma non l’ho mai
conosciuto di persona.
...omissis...
Le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia testimoniano la piena consapevolezza, da parte
di FARINA Antonio – il quale, all’epoca dei fatti, era il capo dell’organizzazione criminale
operante a Maddaloni – che alla catena di supermercati con insegna Superalvi è collegato uno dei
business gestito dal clan dei casalesi attraverso i fratelli PASSARELLI. Questi ultimi, da un lato
rappresentano i fornitori dello zucchero per la ALVI S.p.a., dall’altra sono gli intermediari del clan
dei Casalesi e delle altre organizzazioni criminali operanti in questa provincia, per la riscossione dei
proventi estorsivi richiesti alla società salernitana in ragione di ciascun punto vendita presente in
provincia di Caserta.
Ancora rilevantissime sono le dichiarazioni del cdg. Vargas Roberto.
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 07.03.2012:
A.D.R. Intendo rispondere e ribadisco la volontà di collaborare con la giustizia.
A.D.R.. sono a conoscenza di attività estorsive commesse dal clan dei CASALESI nei confronti
della catena dei supermercati SUPER ALVI con sede a Scafati (SA). Sono venuto a conoscenza di
tale estorsione nel 2005, arrivando ad occuparmene personalmente. L’estorsione nacque per opera
dei fratelli Biagio e Franco PASSARELLI, di Casal di Principe, figli di Dante, i quali, attraverso
la loro attività di impacchettamento di zucchero e di altri prodotti alimentari, avevano rapporti
commerciali di fornitura con la SUPER ALVI. Detta catena aveva numerose filiali, punti vendita,
in Provincia di Caserta. Una delle più grandi era a Maddaloni. Nella gestione materiale
dell’attività estorsiva, Biagio PASSARELLI utilizzava, quale co-autore, NATALE Carmine, il
quale mi risulta essere anche parente dei PASSARELLI per parte di madre, mentre Franco
PASSARELLI, per la specifica attività delittuosa, si faceva coadiuvare da CANTIELLO Vincenzo
detto docihland che peraltro, mi risulta, lavorava proprio col PASSARELLI Franco, con mansione
di rappresentante. Anche il CANTIELLO e il NATALE sono di Casal di Principe. Il primo aveva un
rapporto personale molto stretto con PASSARELLI Franco mentre il NATALE, ferroviere, era
molto legato a Biagio. L’estorsione all’ALVI nasceva, come dicevo, per opera dei fratelli
PASSARELLI secondo modalità già collaudate in ambito criminale: gli agganci con le grosse
imprese presenti sul territorio della Provincia di Caserta, guadagnati dai PASSARELLI
attraverso rapporti commerciali, servivano ad organizzare proprio l’attività estorsiva ai danni di
tali grossi imprenditori i quali, conoscendo i PASSARELLI quali imprenditori di origine
Casalese, si rivolgevano a loro per far fronte alla richiesta estorsiva. In realtà però, entrambi i
fratelli PASSARELLI percepivano un proprio guadagno nell’attività estorsiva, trattenendo una
parte dei soldi. Ciò gli veniva riconosciuto per i pregressi rapporti che vi erano fra la famiglia
PASSARELLI, in particolare Dante, e la famiglia SCHIAVONE, di Casal di Principe. Anche
dopo la morte di Dante, i figli continuarono ad avere rapporti molto stretti con Nicola
SCHIAVONE in quanto storicamente la famiglia PASSARELLI aveva sempre svolto il ruolo di
prestanome della famiglia SCHIAVONE e ciò sin dagli anni ’90. Tornando all’estorsione Super
Alvi, me ne parlò per la prima volta nel dettaglio il mio amico CANTIELLO Vincenzo detto docih;
all’epoca quest’ultimo aveva avuto delle controversie con NATALE Carmine, per questioni
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familiari. In particolare, a seguito delle difficoltà del matrimonio tra CANTIELLO Vincenzo ed
Emilia NATALE, la famiglia NATALE, cioè i fratelli Peppe, Leopoldo ed Antonio, cercarono di
isolarlo e di fare terra bruciata nei suoi confronti tagliando tutti i legami che CANTIELLO
Vincenzo aveva con gli amici dei NATALE. Per tale ragione, CANTIELLO si rivolse a me e si sfogò
con me in relazione ai rapporti con i PASSARELLI. I racconti relativi alle vicende ed ai legami dei
PASSARELLI con gli SCHIAVONE e, soprattutto, il ruolo che gli stessi avevano nelle estorsioni,
furono fatte dal CANTIELLO quasi a sorta di ritorsione per quello che la famiglia NATALE stava
facendo nei suoi confronti. Per tale ragione, CANTIELLO mi rivelò tutti gli aspetti della vicenda
delle diverse estorsioni gestite dai PASSARELLI, in particolare quelli in relazione all’estorsione ai
SUPER ALVI. CANTIELLO mi confidò che i PASSARELLI, essendo i fornitori dello zucchero di
tutta a catena SUPER ALVI, aveva avuto rapporti con il titolare della catena e, sempre utilizzando
lo stesso metodo di cui ho parlato sopra, PASSARELLI si era fatto tramite per il pagamento
dell’estorsione al clan SCHIAVONE. CANTIELLO mi disse che i PASSARELLI, oltre a ritirare
l’estorsione ai SUPER ALVI, mantenevano per loro gran parte dei proventi della stessa, quasi la
metà, senza dirlo nemmeno alla famiglia SCHIAVONE. CANTIELLO stesso mi disse che lo
stesso Nicola SCHIAVONE sospettava tale condotta dei PASSARELLI, e cioè che loro
sottraevano una quota particolarmente consistente dei soldi che ricevevano dall’estorsione ALVI,
ma non si muoveva, e in qualche modo non contrastava tale condotta, in quanto i PASSARELLI
erano suoi prestanomi e, soprattutto in quel periodo, dopo le incomprensioni avvenute tra i
PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE dopo la morte di Dante, era un periodo nel quale i
figli del PASSARELLI avevano raggiunto un accordo con gli SCHIAVONE e soprattutto
stavano restituendo i beni che erano intestati fittiziamente al padre Dante e che erano stati
restituiti agli eredi dopo la morte di Dante stesso. Voglio specificare, proprio in relazione ai
rapporti intercorsi tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE, che già prima della
morte di Dante PASSARELLI vi erano state delle incomprensioni tra di loro, incomprensioni anche
legate alla vicenda del sequestro di una barca che era fittiziamente intestata a Dante passatelli ma
che in realtà era di Walter SCHIAVONE . Walter pretendeva che i PASSRELLI curassero la barca
anche durante il sequestro, in quanto era legato particolarmente alla barca, sotto il profilo
affettivo, perché su quella era stato anche il figlio morto nel corso di un incidente stradale. I
PASSARELLI in realtà, non si preoccuparono in alcun modo del rimessaggio dell’imbarcazione
che, col passare del tempo, si rovinò tanto che Walter SCHIAVONE contestò tale comportamento
negligente e, per il tramite di Nicola SCHIAVONE, richiamò i fratelli PASSARELLI. Inoltre, dopo
la morte di Dante PASSRELLI, i figli, che dopo la sentenza Spartacus avevano visto restituirsi
tutti i beni sequestrati, tentarono di allontanarsi dagli interessi criminali degli SCHIAVONE e
questo loro iniziale comportamento fu subito ripreso da Nicola SCHIAVONE, che era
pienamente a conoscenza di tutte le vicende riguardanti le intestazioni fittizie di suo zio e di suo
padre e, quindi, di tutte le relazioni della famiglia SCHIAVONE con la famiglia PASSARELLI.
Ci fu un incontro chiarificatore tra i fratelli PASSARELLI, Mario CATERINO e Nicola
SCHIAVONE. La presenza di Mario CATERINO era richiesta in modo particolare da Biagio
PASSARELLI col quale aveva rapporti privilegiati e di amicizia. Nel corso del colloquio i fratelli
furono richiamati ad una maggiore attenzione alla cura dei beni fittiziamente a loro intestati. I
PASSARELLI compresero bene il tono delle richieste e si giustificarono del loro comportamento.
Per farsi perdonare con Walter SCHIAVONE promisero di comprargli una nuova imbarcazione
dello stesso tipo ma non so se ciò poi avvenne o meno.
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Ritornando alla vicenda ALVI, nel periodo in cui parlai con CANTIELLO Vincenzo detto doich, vi
erano anche le lamentele del gruppo maddalonese, in particolare del gruppo di FARINA Antonio
che non riceveva regolarmente i soldi pattuiti per le estorsioni che venivano fatte in relazione i
supermercati ALVI presenti sul territorio di Maddaloni. In particolare, tra il gruppo SCHIAVONE
e il gruppo FARINA di maddaloni, vi era un accordo secondo il quale, i proventi delle estorsioni
commesse sul territorio di Maddaloni da parte del gruppo SCHIAVONE, venivano assegnati per
una quota direttamente al gruppo FARINA. La quota corrispondeva a circa il cinquanta per cento e
questo, naturalmente, valeva anche per l’estorsione ALVI. La circostanza che la famiglia
PASSARELLI prelevasse una quota consistente dell’estorsione all’ALVI senza consegnarla al
gruppo SCHIAVONE, si ripercuoteva negativamente anche nei confronti del gruppo FARINA che,
tramite CORVINO Rodolfo e Lello LETIZIA, si lamentarono col gruppo SCHIAVONE, in
particolare con Mario CATERINO e Nicola SCHIAVONE. A quel punto Nicola non potette più far
finta di nulla e coprire la famiglia PASSARELLI, come aveva fatto fino a quel momento, e quindi
decise di intervenire, chiedendo di far ciò a CORVINO Rodolfo che già intratteneva i rapporti
criminali con FARINA Antonio relativamente alle altre estorsioni, che non fosse cioè quella ai
danni dell’ALVI che, per Maddaloni così come per altri punti vendita della Provincia, veniva
gestita dai fratelli PASSARELLI. In particolare, i PASSARELLI ritiravano le estorsioni non solo
presso diversi punti vendita ma, come mi disse CANTIELLO Vicenzo, anche presso la sede
principale dell’ALVI che si trovava fuori dal territorio di nostra competenza, cioè a SCAFATI. Per
tale ragione CANTIELLO Vincenzo mi propose di andare direttamente a Scafati a prendere il
provento dell’estorsione che i fratelli PASSARELLI ricevevano direttamente dal responsabile
dell’ALVI, questo per fare uno smacco più grande ai PASSARELLI. Io ne parlai con Nicola
SCHIAVONE e quest’ultimo, siccome sapeva che io mi ero sempre comportato bene con loro, che
sin dal novanta, quando chiudevo le estorsioni sulla Domitiana, dopo aver preso la mia parte ero
assolutamente ligio nel consegnare la parte restante alla cassa comune del clan, mi diede il suo
assenso, confermandomi la sua assoluta fiducia. Per tale ragione, io e Vicenzo CANTIELLO, con
l’autovettura Renault Megane di colore grigio chiaro, ci recammo a Scafati in quella che, penso,
fosse la sede principale dell’ALVI. Voglio precisare che in quel periodo e, in particolare non
ricordo se fosse il Natale o la Pasqua precedente all’arresto di Vincenzo CANTIELLO, noi ci
recammo con la sua autovettura a Scafati, ora che ci penso bene, in quel periodo CANTIELLO
aveva avuto prima una Renault Megane, poi prese una Micra e dopo la Micra mi pare un
Maggiolone. Nel periodo in cui siamo andati, Vincenzo CANTIELLO nona aveva ancora il
Maggiolone e quindi non sono sicuro se andammo con la Renault o con la Micra. E’ sicuramente
prima che CANTIELLO avesse in uso il Maggiolone. Sono sicuro che si trattasse del periodo
precedente all’acquisto del Maggiolone perché quando CANTIELLO comprò il Maggiolone, anche
su mia indicazione, perché era stato fermato con la Micra con a bordo mio fratello Pasquale e
quindi la Micra poteva essere seganalta, dopo che mio fratello si era dato alla latitanza, io ricordo
che nel Maggiolone andava anche Franco PASSARELLI; quindi è il periodo successivo a quando
io e il CANTIELLO andammo a SCAFATI e Franco PASSARELLI e lo stesso Vincenzo
CANTIELLO si erano riavvicinati. Posso dire inoltre che il Maggiolone fu acquistato anche grazie
ad un aiuto economico datogli da PASSARELLI Franco. In ogni caso, il periodo in cui sono stato a
SCAFATI con il CANTIELLO risale a circa un anno prima che quest’ultimo fosse arrestato, nel
2007. In relazione alla vicenda di SCAFATI che la sede dove ci recammo, che saprei riconoscere
anche in un eventuale sopralluogo, era sita sulla via principale che dall’uscita dell’autostrada
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porta a Scafati. Ricordo che la sede dell’ALVI è un’ampia area delimitata da recinzione e a cui si
accede attraverso un grosso cancello; avanti c’era un grande spiazzo. Noi non scendemmo dalla
macchina, rimanemmo nello spiazzo senza andare all’interno dell’immobile in quanto la persona
che venne e che il CANTIELLO mi disse era il responsabile dell’ALVI, persona che era stata
avvertita dal CANTIELLO del nostro arrivo, riconobbe la macchina del CANTIELLO e subito si
avvicinò a noi. Noi abbassammo il finestrino della macchina e questa persona consegnò al
CANTIELLO, che era alla guida dell’autovettura, una busta chiusa che Vincenzo provvide a
consegnare a me. Io aprii la busta e vidi che la somma era di cinquemila euro. Di questa somma
tenni per me duemila euro di cui, cinquecento li consegnai a Vincenzo CANTIELLO mentre i
restanti tremila euro, che era la quota spettante al clan, li consegnai ad Oreste CATERINO in una
scuola privata sita a San Cipriano d’Aversa, di proprietà del suocero della sorella di Oreste, che
era uno dei luoghi deputato per le riunioni e per la raccolta dei soldi. In quel periodo infatti,
Oreste CATERINO, insieme a Peppe MISSO, Nicola PANARO, Raffaele LETIZIA, Nicola
SCHIAVONE, Mario CATERINO, Bruno SALZILLO erano coloro i quali a fine mese si
incontravano per la gestione della cassa del clan e la suddivisione dei proventi anche con il clan
BIDOGNETTI, il gruppo ZAGARIA ed il gruppo IOVINE. Io consegnai i soldi direttamente ad
Oreste CATERINO; eravamo solo io e lui ed il fratello del cognato di Oreste, Nando, che lo aiutava
nella gestione degli affari criminali gestiti da Oreste. Successivamente a questo episodio, i
PASSARELLI, evidentemente arrabbiatisi della mia iniziativa che li aveva di fatto estromessi dal
ritiro della quota a Scafati, dissero falsamente a Mario CATERINO ed a Nicola PANARO che io
avevo sottratto soldi al clan ed in particolare i soldi della SUPER ALVI. Questa vicenda avvenne
dopo Pasqua, successivamente alla morte di Oreste CATERINO. Venni a conoscenza, da mio
fratello Pasquale, che si era effettuata una riunione a Casal di Principe nel corso della quale, in
presenza di Nicola SCHIAVONE, Mario CATERINO, Nicola PANARO, e ritengo Biagio
PASSARELLI, nonché mio fratello Pasquale, io ero stato accusato di aver mantenuto per me, senza
versare la quota spettante al clan, l’estorsione di cinquemila euro prelevata presso la sede
dell’ALVI a Scafati. Successivamente a tale riunione, io fui convocato da mio fratello, già prima
dell’estate ma non potetti andare perché era un periodo in cui ero molto controllato da Carabinieri
e Polizia, pur non essendo io latitante ed essendolo, invece, mio fratello. A settembre poi mi
incontrai con mio fratello e lui mi raccontò tutto ciò e mi chiese conto di questa mia condotta. Io
confermai a mio fratello di aver svolto effettivamente l’estorsione a Scafati, di aver ritirato i soldi
ma di aver consegnato la quota spettante al gruppo ad Oreste CATERINO, che non poteva
confermare in quanto nel frattempo era morto. Mio fratello mi disse inoltre che, di questo mio
comportamento, si erano amareggiati Mario CATERINO e Nicola PANARO, che presero le difese
di Biagio PASSARELLI. Mio fratello Pasquale stesso mi disse che, secondo lui, era giusto che io
dessi una punizione a Biagio PASSARELLI che mi aveva accusato ingiustamente. Per tale ragione
io e Luigi MERCADANTE, che era presente alla discussione con mio fratello, dopo questo incontro
ci recammo, con la macchina del MERCADANTE, a Casal di Principe, dove prelevammo una
mazza da baseball ed una pistola. Da lì, a bordo dell’auto della moglie del MERCADANTE, una
Toyota Aygo o una Citroen C1, ci recammo a Teverola al deposito dei PASSARELLI. Incontrammo
Biagio che, nella circostanza, stava parlando con altre persone. Queste ultime vennero fatte
allontanare dal MERCADANTE, che le fece entrare all’interno dell’ufficio mostrando loro la
pistola da lui detenuta in quell’occasione; io dopo aggredii con la mazza da baseball PASSARELLI
Biagio, colpendolo sia sulla spalla che sul corpo e nel colpirlo gli dissi che doveva ringraziare i
9
suoi ‘soci’, Nicola e Walter SCHIAVONE, se io non lo avevo ammazzato. Con quel gesto inoltre,
volevo anche sfidare Nicola PANARO e Mario CATERINO, i quali avevano preso le difese del
PASSARELLI, anche per capire la natura dei rapporti effettivamente esistente tra i due e Biagio
PASSARELLI. Nonostante io sapessi che Biagio PASSARELLI era ‘socio’ della famiglia
SCHIAVONE, io, nel colpirlo con la mazza da baseball, mi infuriai così tanto che avevo deciso di
proseguire colpendolo anche con la pistola del MERCADANTE il quale però, si rifiutò di
consegnarmi la pistola dicendomi che ormai la mia soddisfazione con Biagio PASSARELLI l’avevo
avuta e che qualora lo avessi colpito con la pistola, avrei fatto uno smacco direttamente alla
famiglia SCHIAVONE, tenuto conto degli stretti rapporti tra Biagio PASSARELLI e la famiglia
SCHIAVONE e ciò avrebbe sicuramente scatenato una loro violenta reazione, tanto da provocare
sicuramente morti a Casale e da mettere a repentaglio la mia vita. MERCADANTE pertanto, mi
invitò a risalire in macchina, facendomi notare anche che il posto era un posto molto trafficato e
che potevo rischiare di essere scoperto. Io, dopo le parole del MERCADANTE, mi feci convincere;
salimmo in macchina e ci recammo a Casale tornandocene presso le nostre rispettive abitazioni.
Non ricordo se dopo qualche giorno o addirittura subito dopo, MERCADANTE Luigi mi venne a
chiamare dicendomi che Nicola SCHAIVONE mi voleva incontrare a Piazza Mercato a Casal di
Principe. Mi recai così con lui presso quella piazza, dove incontrai Nicola in compagnia di altri
nostri affiliati, tra i quali ricordo CIERVO Bernardo, Nicola DELLA CORTE, Bartolo
CACCIAPUOTI, Francesco SALZANO, Rodolfo CORVINO e Bruno SALZILLO. In quel periodo,
Francesco SALZANO era sottoposto a un divieto di stare a Casal di Principe con, mi pare,
l’obbligo di rimanere a Santa Maria la Fosse; non so che tipo di divieto fosse. Nicola mi
rimproverò dicendomi che avevo combinato un guaio. Io chiesi quale fosse questo guaio e Nicola
SCHIAVONE mi disse che Mario CATERINO e Nicola PANARO erano molto arrabbiati con me
che mi ero permesso di colpire Biagio PASSARELLLI e che, se non fosse stata per l’amicizia che
io avevo con Nicola SCHIAVONE, Mario CATERINO e lo stesso PANARO avrebbero agito
violentemente nei miei confronti. Io risposi che non avevo nessun timore dei due, che se volevano
incontrarmi ci sarei andato armato così come erano armati loro ma Nicola SCAHIVONE mi fece
desistere da questo mio intento, dicendo che dovevamo finirla, che eravamo tutti una famiglia, che
mai come in quel periodo si era raggiunto una sorta di equilibrio tra le varie persone e non c’era
motivo di rompere l’armonia. Mi disse che, ormai, la mia soddisfazione con i PASSARELLI me
l’ero tolta, dimostrando che non era vero che io avevo rubato il provento dell’estorsione all’ALVI
ma che erano loro, i PASSARELLI, che facevano la cresta sulle estorsioni che gestivano per conto
della famiglia SCHAIVONE nel modo che ho sopra indicato. Io dissi che avrei desistito dal
compiere ulteriori gesti ma che non volevo più essere coinvolto nella riscossione delle rate
dell’estorsione all’LAVI. Per tale ragione so che poi questa estorsione è stata gestita nuovamente
dai fratelli PASSARELLI insieme a CORVINO Rodolfo e LETIZIA.
Tornando ai rapporti tra Franco PASSARELLI e CANTIELLO Vincenzo detto docih, mi risulta, in
quanto riferitomi dal fratello di quest’ultimo, a nome Michele, che lo stesso Franco PASSARELLI
consegnava, mensilmente, uno stipendio di millecinquecento euro e corrispondeva l’onorario
dell’avvocato. Il motivo della corresponsione di tali somme era dovuto al fatto che Vicenzo
CANTIELLO fece sapere dal carcere, tramite il fratello Michele, che, qualora i PASSARELLI non
gli avessero garantito il proprio sostentamento, lui avrebbe deciso di ‘pentirsi’ e di rivelare tutti i
fatti a sua conoscenza che riguardavano principalmente la famiglia PASSARELLI. Così come ho
detto prima, Vicenzo CANTIELLO era il factotum di Franco PASSARELLI, al quale riforniva anche
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cocaina essendo Franco e lo stesso CANTIELLO cocainomani. Anche Biagio, mi risulta, assumeva
sostanze stupefacenti, così come la moglie che so essere di Portici; in questo caso però, la droga gli
veniva procurata da Carmine NATALE detto ‘a cacata. Proprio in virtù del rapporto tra Vincenzo
CANTIELLO e Franco PASSARELI, CANTIELLO era a conoscenza di tutte le attività illecite
commesse dallo stesso Franco e dalla sua famiglia nell’ambito delle attività del clan dei Casalesi.
Per tale ragione Franco temeva molto una collaborazione del CANTIELLO lo stipendio era
finalizzato proprio ad evitare il suo pentimento.
…omissis…
L’attività di riscontro svolta dalla Pg operante, è compendiata nell’informativa numero 336/5-20-3
del 15.03.2012 redatta dai CC Comando Provinciale di Caserta:
DALL’INFORMATIVA NUMERO 336/5-20-3 DEL 15.03.2012:
…omissis….
Come richiesto, con la presente si comunicano gli esiti dei primi accertamenti compiuti a riscontro
delle dichiarazioni rese dal c. di g. VARGAS Roberto nel corso dell’interrogatorio del 7 Marzo
scorso, in ordine all’episodio estorsivo in oggetto.
1. RIFERIMENTI DOCUMENTALI
…omissis…
2. PERIODO DI RIFERIMENTO:
Il collaboratore offre degli elementi che consentono di circoscrivere in un periodo ben delimitato
gli eventi di cui parla e in relazione ai quali dice di aver avuto un ruolo. Tale periodo va
inquadrato tra l’inizio del 2005 e l’Autunno del 2006; più specificamente, la riscossione del
provento estorsivo presso la sede dell’ALVI S.p.a., a cui il VARGAS dichiara di aver preso parte
insieme a CANTIELLO Vincenzo detto il doich (più avanti generalizzato), è da individuare nel
Natale del 2005 o nella Pasqua del 2006. Si riportano, in proposito, brevi stralci
dell’interrogatorio del 7 Marzo scorso e i relativi riscontri:
…omissis…
(si omette in quanto l’interrogatorio è stato riportato per intero nelle pagine precedenti)
…omissis…
Veniamo ai riscontri, iniziando proprio dall’arresto del CANTIELLO, che ha luogo effettivamente a
ridosso del 2007 (per la precisione il 27.12.2006). Tale primo riferimento colloca la vicenda
narrata dal VARGAS tra il Natale del 2005 e la Pasqua del 2006. Trovano puntuale riscontro,
anche sotto il profilo della consecutio logico – temporale, le dichiarazioni rese sulla tipologia di
autovetture in uso a CANTIELLO Vincenzo. In particolare:
- CANTIELLO Vincenzo risulta aver posseduto una volkswagen new Beetle (comunemente
chiamata Maggiolone o Maggiolino) targata BX680MY. L’intestazione formale va dal
14.09.2006 al 09.11.2011 ma in realtà il CANTIELLO ne aveva certamente la disponibilità già
il 23 Agosto 2006, giorno in cui, a bordo di tale autovettura, è stato controllato dai CC di
Maddaloni sul piazzale del supermercato Superalvi di Maddaloni (tale controllo era originato
da specifica richiesta di questo Comando che, in quel periodo, seguiva le vicende delittuose
poste in essere dal CANTIELLO e dagli affiliati al clan di Maddaloni attraverso indagini
tecniche – cfr elementi acquisiti in ordine al capo ‘o’ dell’o.c.c.c. numero 41769/06 R GIP del
11
09.03.2009). L’autovettura risulta esser acquistata dal CANTIELLO presso la concessionaria
‘Cavallo Motori’ di Sparanise.
- Egli risulta aver posseduto, prima del Maggiolone, un’autovettura nissan Micra targata
CV816BP, di cui è stato formalmente proprietario dal 10.05.2005 al 12.06.2006, cedendola, in
tale ultima data, alla concessionaria ‘Cavallo Motori’ di Sparanise, cioè alla concessionaria
dove risulta aver acquistato il Maggiolone di cui al precedente punto. Si può quindi
ragionevolmente ritenere che il CANTIELLO abbia avuto il possesso del Maggiolone sin dal
12.06.2006.
- Infine, prima della nissan Micra, CANTIELLO Vincenzo risulta aver avuto in uso anche una
renault Megane targata CA030MZ, così come dichiarato dal VARGAS nel proprio
interrogatorio. L’autovettura risulta formalmente intestata al figlio, CANTIELLO
Francesco, nato a Napoli il 15.04.1981, dal 12.07.2002 al 02.05.2005; il fatto che fosse in
uso al padre è sancito da numerosi controlli del territorio, effettuati a carico di
CANTIELLO Vincenzo negli anni 2003 e 2004 alla guida della predetta autovettura.
Trova riscontro, altresì, la circostanza evidenziata da VARGAS Roberto relativamente al
controllo di polizia dell’autovettura Nissan Micra targata CV816BP, con a bordo
CANTIELLO Vincenzo, detto doich, e Pasquale Giovanni VARGAS, nato a Salvitelle (SA) il
15.04.1966, fratello del collaboratore, prima che quest’ultimo si desse alla latitanza (nel
Dicembre del 2005). Il controllo in questione, come emerge alla banca dati SDI, è del
30.05.2005, in Casal di Principe, alle ore 18.57.
In aderenza ai fatti narrati da VARGAS Roberto nell’interrogatorio del 7 Marzo scorso, si
ritiene utile, ancora, citare i seguenti ulteriori controlli di polizia effettuati, nel tempo, a
carico di CANTIELLO Vincenzo:
- 27.04.2004, ore 21.38, in Castel Volturno: CANTIELLO Vincenzo viene controllato, a bordo
dell’autovettura targata BM373NM (intestata ed in uso all’accompagnatore), unitamente a
NATALE Carmine, nato a Casal di Principe il 02.03.1957 (NATALE Carmine è stato
condannato, come il CANTEILLO, per aver commesso l’estorsione ai danni dell’ALVI
S.p.a.);
- 26.09.2005, ore 22.41, in Villa Literno: CANTIELLO Vincenzo viene controllato, a bordo
dell’autovettura Nissan Micra targata CV816BP, unitamente a PASSARELLI Franco,
nato a Casal di Principe il 24.05.1965 (PASSARELLI Franco è imputato per l’estorsione
all’ALVI S.p.a.);
- 07.02.2006, ore 17.47, in Villa Literno: CANTIELLO Vincenzo viene controllato, a bordo
dell’autovettura targata BL189JA (intestata alla I.P.A.M. ed in uso all’accompagnatore),
unitamente a PASSARELLI Davide, nato a Napoli il 03.02.1977, fratello di Franco e
Biagio;
- 28.07.2006, ore 02.02, in Castel Volturno: CANTIELLO Vincenzo viene controllato, a bordo
dell’autovettura targata DC648LA (intestata alla Commerciale Europea SpA ed in uso
all’accompagnatore), unitamente a PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe il
24.05.1965 (PASSARELLI Franco, come già detto, è imputato per l’estorsione all’ALVI
S.p.a.).
- 23.08.2006, ore 13.16, in Maddaloni, all’interno del piazzale del supermercato Alvi:
CANTIELLO Vincenzo viene controllato, a bordo dell’autovettura Volkswagen New Beetle
(comunemente detta Maggiolone) di colore nero, targata BX680MY, intestata ed in uso al
12
CANTIELLO, unitamente a RICCA Giuseppe, nato a Caserta il 15.12.1970. Entrambi i
soggetti controllati risultano esser stati condannati, in via definitiva, per aver commesso
l’estorsione all’ALVI S.p.a.
Quanto al periodo di riferimento, è opportuno citare ancora:
…omissis…
(si omette in quanto l’interrogatorio è stato riportato per intero nelle pagine precedenti)
…omissis…
CATERINO Oreste, nato a Genova il 10.05.1973, già residente a San Cipriano d’Aversa, è
deceduto, a seguito di incidente stradale, il 23 Luglio del 2006. Le dichiarazioni rese dal
VARGAS sono dunque coerenti con il periodo in cui colloca la vicenda estorsiva in
argomento e la successiva riunione dinanzi ai vertici del clan dei Casalesi.
3. IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE E PERIODI DI DETENZIONE:
Le persone complessivamente indicate dal collaboratore nel corso dell’interrogatorio in
oggetto, sono da identificarsi come segue; a fianco di ciascuna di esse verrà indicato lo
stato di libertà o di detenzione con riferimento all’intero anno 2005 e all’intero anno 2006:
1. PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe (CE) il 24.05.1965, imputato detenuto per
il reato in oggetto; arrestato il 02.02.2005, libero dal 18.07.2005 al 24.05.2006 e poi
ancora libero dal 12.06.2006 fino alla fine dell’anno 2006.
2. PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe (CE) il 21.10.1963, imputato a piede libero
per il reato in oggetto; libero nel 2005 e nel 2006.
3. CORVINO Rodolfo, nato a Caserta il 23.04.1971, detenuto, imputato per il reato in
oggetto; libero nel 2005 fino al 15.06.2006 e poi, ancora, libero dal 17.07.2006 sino alla
fine dell’anno 2006.
4. NATALE Carmine, nato a Casal di Principe (CE) il 02.03.1957, detenuto, già condannato
in primo grado per il reato in oggetto; libero nel 2005 e nel 2006.
5. CANTIELLO Vincenzo, nato a Casal di Principe (CE) il 04.09.1954, già condannato in
primo grado per il reato in oggetto; libero nel 2005, arrestato il 27.12.2006.
Tutti i personaggi sin qui generalizzati sono stati riconosciuti in fotografia dal
collaboratore poiché presenti – tra gli altri – nell’album fotografico approntato da questo
Comando ed allegato allo stesso verbale di interrogatorio del 7 Marzo scorso.
Il collaboratore ha fatto menzione di altri soggetti interessati alla specifica vicenda, i quali
vanno identificati come segue:
…omissis…
(per brevità, vista l’analiticità del dato, si fa diretto rinvio alla parte relativa all’argomento
dell’informativa di questo Comando)
…omissis…
Tenuto conto che anche il c. di g. VARGAS Roberto ed il fratello Pasquale Giovanni, negli anni
2005 e 2006 risultavano liberi nella persona, è evidente come lo stato di libertà o detenzione di tutti
i soggetti citati dal collaboratore risulti compatibile con le singole circostanze narrate nel corso
dell’interrogatorio.
4. SEDE DELL’ALVI S.P.A.
Occorre premettere che, attualmente, l’ALVI S.p.a. è in fase di scioglimento e liquidazione a
seguito di fallimento e ha sede legale in Nocera Inferiore (SA). Nel descrivere il luogo ove ebbe
a riscuotere, unitamente a CANTIELLO Vincenzo detto doich, uno dei ratei dell’estorsione
13
imposta dal clan dei Casalesi ai titolari della catena di supermercati, VARGAS Roberto parla
di Scafati (SA), indicando tale località come una zona fuori dalla competenza, quindi fuori dal
diretto controllo criminale, del clan dei Casalesi. Dà una descrizione dei luoghi che, sulla base
degli accertamenti compiuti da questo Comando nel periodo in cui erano in corso le indagini, è
vicina alle caratteristiche della sede del ‘deposito, centro di distribuzione e stabilimento’ della
società ALVI ricadente in Fisciano (SA), località Polcareccia – Zona Industriale, e della sede
del ‘deposito e centro di distribuzione’ di Castel San Giorgio (SA), Strada Statale 18, Zona
Industriale. L’indicazione di Scafati, da parte del collaboratore, è da ritenersi dunque
indicativa; difatti, sia Scafati che Castel San Giorgio ricadono nella più ampia zona
denominata agro nocerino sarnese, territorio posto a ridosso di Fisciano (SA).
…omissis…
DALL’INFORMATIVA NUMERO 336/5-20-3 DEL 15.03.2012:
…omissis….
5. RAPPORTI TRA I FRATELLI BIAGIO E FRANCO PASSARELLI, NATALE CARMINE E
CANTIELLO VINCENZO, DETTO DOICH.
Il collaboratore, creando un’equazione di rapporti intersoggettivi, pone in relazione l’amicizia
ed il legame esistente tra PASSARELLI Franco e CANTIELLO Vincenzo con quelli di eguale
natura esistenti tra PASSARELLI Biagio e NATALE Carmine. La circostanza era già emersa
dalle indagini svolte nell’ambito del procedimento penale in oggetto. In primo luogo, essa
risulta esser stata raccontata a FARINA Antonio da CORVINO Rodolfo, nel corso della visita di
quest’ultimo al boss maddalonese del 4 Settembre 2006. La circostanza è stata documentata
grazie all’esito dell’intercettazione di conversazioni tra presenti svolta presso l’abitazione di
FARINA Antonio in virtù del già richiamato decreto numero 27526/06 RGNR e numero 2197/06
RR, al progressivo d’ascolto numero 6262, delle ore 10.19.
(Per la relativa trascrizione integrale, cfr supra, pag. 29 e seguenti, ndr)
A questo elemento può aggiungersi che NATALE Carmine, sopra generalizzato, era
effettivamente un dipendente delle Ferrovie dello Stato, coerentemente a quanto dichiarato dal
VARGAS, ed è effettivamente legato da un rapporto di parentela, per parte di madre – come
afferma testualmente il collaboratore – alla famiglia PASSARELLI (nonché allo stesso
CORVINO Rodolfo, come invece emerge dalla citata intercettazione del 4 settembre 2006).
Torna utile riproporre, a questo proposito, lo schema riepilogativo delle parentele riportato da
questo Comando al punto D) dell’informativa di reato numero 336/5-11- INF, datata
14.09.2009, posta a base del decreto di fermo di indiziato di delitto numero 27526/06 RGNR,
emesso dalla S.V. il 15.09.2009 ed eseguito quello stesso giorno da questo Comando a carico
di NATALE Carmine, provvedimento avente sempre ad oggetto il reato di estorsione all’ALVI
S.p.a., per il quale il NATALE è stato condannato in primo grado a seguito di giudizio
abbreviato:
…omissis…
Anche in questo caso, trattandosi di una mera ricostruzione genealogica delle parentele, è
sufficiente qui richiamare l’esito dell’accertamento, che ha rivelato come COPPOLA Elisa, madre
di CORVINO Rodolfo, e NATALE Carmine, siano cugini di primo grado e che PASSARELLI
Cristina, madre di NATALE Carmine, sia una cugina di Dante PASSARELLI. Così come pure i
14
rapporti tra Vincenzo CANTIELLO e la famiglia NATALE, dettagliatamente citati dal VARGAS,
sono precisamente riscontrati nelle vicende anagrafiche oggetto di accertamento.
DALL’INFORMATIVA NUMERO 336/5-20-3 DEL 15.03.2012:
…omissis…
6. AUTOVETTURE IN USO A MERCADANTE LUIGI
MERCADANTE Luigi, come sopra generalizzato, risulta coniugato con DE MASI Anna, nata
a Napoli il 02.08.1967. In aderenza a quanto riferito da VARGAS Roberto, DE MASI Anna
risulta intestataria dell’autovettura Citroen C1 targata DB260HS. Sebbene l’intestazione
formale dell’auto risulti alla data del 24.10.2006, alla banca dati SDI, inserendone il numero
di targa, emergono numerosi controlli a carico di MERCADANTE Luigi, quale conducente
della citata autovettura, già dal 15.09.2006.
7. CIRCOSTANZA DEL PESTAGGIO AI DANNI DI BIAGIO PASSARELLI
A riscontro delle dichiarazioni rese dal VARGAS, giova evidenziare che la descrizione dei
luoghi fatta dal collaboratore con riferimento al deposito di Teverola del PASSARELLI, è
realistica e coincide con quanto già accertato da questo Comando e comunicato
nell’informativa di reato numero 336/5-20-1, datata 25.10.2010, avente ad oggetto i riscontri
alle dichiarazioni rese da LAISO Salvatore in data 19.10.2010.
La circostanza del pestaggio è stata poi confermata dallo stesso PASSARELLI Biagio sentito nel
corso del processo quale imputato. (cfr. infra in sede di riscontro alle dichiarazioni del cdg.).
Le dichiarazioni del Vargas sono rilevanti, nel presente procedimento, non tanto per quanto
attengono la specifica estorsione all’ Alvi s.p.a. (sebbene anche questa consenta di ricostruire i
rapporti dei fratelli Passarelli con il clan dei casalesi) ma proprio in quanto delineano il rapporto
privilegiato tra gli indagati e Nicola Schiavone, e gli stretti legami economici esistenti tra i soggetti
richiamati.
Da segnalare che il processo per la estorsione all’ Alvi è allo stato definito con sentenza di I grado
che in data 22.1.2013 ha condannato l’ imputato Franco Passarelli in corso con Corvino Rodolfo,
assolvendo Biagio Passarelli.
Ancora un episodio assolutamente significativo del rapporto tra le imprese Passarelli ed il gruppo
Schiavone, fonda sulle indagini compiute nel proc. 60470/08 .RG.N.R e culminate nella emissione
della OCC 769/11 a carico di Setola Giuseppe + 9, per la estorsione continuata, pluriaggravata ai
danni dei fratelli Passarelli.
Si richiamano le pagg. 134- 150 per la compiuta disamina del materiale probatorio emerso in quel
procedimento. In questa sede si richiamano gli elementi che, ancora una volta, delineano il rapporto
tra i fratelli Passarelli e Nicola Schiavone.
Invero, dal complesso degli atti sono emerse plurime condotte, collocabili cronologicamente in
epoca prossima al 15 Settembre 2008 finalizzate alla violenta imposizione del pagamento di una
tangente, operata da affiliati al sodalizio capeggiato da SETOLA Giuseppe, ai danni dei fratelli
PASSARELLI, in particolare PASSARELLI Biagio, Franco, Davide e Gianluca, eredi di
PASSARELLI Dante.
15
Deve osservarsi che l’ episodio che vede i Passarelli vittima di estorsione solo apparentemente si
pone in posizione antinomica rispetto alle accuse che vengono loro mosse nel presente
procedimento.
Invero, lo stesso è strettamente connesso alla personalità di Giuseppe Setola.
Il sodalizio capeggiato da SETOLA Giuseppe, soprattutto nel periodo in cui quest’ultimo è stato
latitante (07 Aprile 2008 – 14 Gennaio 2009), viene concordemente indicato come quello più
aggressivo e sanguinario degli ultimi anni di storia della criminalità organizzata della provincia di
Caserta. Esso ha dato luogo, nei territori “governati” dalla falange del Clan dei Casalesi
riconducibile alla famiglia BIDOGNETTI (ma non solo in quelli), alla realizzazione di una
incessante serie di delitti, caratterizzati da spaventosa violenza e straordinaria brutalità, capaci di
conferire, in breve tempo, al gruppo criminale (non a caso denominato gruppo stragista) una
infelice notorietà anche a livello mondiale.
L’esito delle numerose indagini compiute nel citato arco temporale, a carico di SETOLA Giuseppe
e dei propri accoliti, hanno fatto emergere una circostanza inconfutabile: il gruppo stragista, nel
periodo in esame, sebbene fosse formalmente confederato al clan dei Casalesi, ha agito con
notevole autonomia di gestione dei singoli affari illeciti i quali, pur rimanendo genericamente
ascritti al novero delle attività delittuose gestite dall’organizzazione casalese, si presentano, in
realtà, come fatti costituenti l’atto finale di un più generale disegno criminoso, un obiettivo
complessivo da conseguire e presentare, da parte di SETOLA Giuseppe, ai vertici del clan, senza
troppe spiegazioni sui metodi coi quali è stato raggiunto. Emerge indiscutibilmente, in capo a
SETOLA Giuseppe, l’attribuzione del più ampio margine decisionale circa l’attuazione dei
programmi criminali sul territorio.
In questo senso depongono concordemente le indagini svolte dall’AG, sia in costanza di operatività
del gruppo stragista, sia nel periodo successivo alla cattura di SETOLA Giuseppe e dei propri
affiliati6.
Solo così si spiega che imprenditori notoriamente legati alla consorteria criminale casalese,
principalmente per esserne i “ripulitori” del denaro e dei beni acquisiti illecitamente, si ritrovano ad
essere anche vittime di condotte estorsive poste in essere dagli affiliati allo stesso clan.
Si prendano ad esempio, a questo proposito, le vicende estorsive perpetrate da SETOLA Giuseppe
ed i propri affiliati ai danni del noto concessionario di motocicli TAMBURRINO Luigi. Tali delitti
sono stati oggetto di indagine, nell’ambito del procedimento penale numero 60470/08 R.G.N.R. e
dimostrano, concretamente, la tesi descritta poc’anzi: i noti rapporti – anche di parentela – del
TAMBURRINO con la famiglia BIDOGNETTI (indiscutibilmente posta al vertice del clan dei
Casalesi) e la ritenuta appartenenza dell’imprenditore stesso al sodalizio criminoso, non sono
evidentemente serviti ad evitare, da parte del gruppo stragista, la realizzazione di complesse e
multiformi condotte estorsive ai suoi danni poiché, evidentemente, ritenute indispensabili al
raggiungimento dell’obiettivo economico assegnato a SETOLA Giuseppe.
Ma il caso non è isolato.
Altra testimonianza in tal senso, giunge dalla vicenda estorsiva, posta in essere sempre da
esponenti della falange bidognettiana del clan dei Casalesi, ai danni dell’imprenditore VASSALLO
Gaetano, personaggio ritenuto affiliato alla stessa organizzazione criminale, poi divenuto
collaboratore di giustizia. La storia giudiziaria di tale episodio delittuoso prende origine dal decreto
6
In questa sede, a tal proposito, si può agevolmente rimandare al contenuto della premessa dell’o.c.c. nr. 60470/08 RGNR, nr.
51111/09 R. GIP e nr. 375/10 OCC, emessa il 10.06.2010 dall’ufficio GIP su richiesta di codesta D.D.A. – All. 5
16
di fermo di indiziato di delitto emesso dalla D.D.A. di Napoli il 18 Marzo 2008, nell’ambito del
procedimento penale numero 13118/2008/21; gli autori dell’estorsione sono già stati condannati con
sentenza di primo grado. Ciò che maggiormente rileva in questa sede, però, è il fatto che, ancora
una volta, un imprenditore legato al clan dei Casalesi – anzi, nella fattispecie proprio alla famiglia
BIDOGNETTI – e deputato alla gestione degli interessi economici del clan, sia stato comunque
fatto segno di una richiesta estorsiva, per giunta posta in essere a suo danno da esponenti del
medesimo sodalizio criminoso.
In tale ottica deve essere inquadrato l’episodio, di inequivocabile natura estorsiva ai danni della
famiglia PASSARELLI.
Deve premettersi che dalle intercettazioni svolte nel 2008, emerge subito il tentativo posto in essere
dai PASSARELLI di “declinare l’invito” rivolto loro da SETOLA Giuseppe, o quanto meno di
ritardarlo, in attesa di poter trovare un interlocutore in grado di indurre il criminale a derogare
all’imposizione della tangente.
Del resto, analoghi tentativi, in passato, erano andati a buon fine: i PASSARELLI si erano già
trovati in circostanze simili a quella oggetto della denuncia estorsiva. Posto che l’atteggiamento dei
PASSARELLI fosse originariamente quello di sottrarsi al pagamento della tangente imposta loro
dal SETOLA, è opportuno evidenziare, in questa sede, come le medesime vittime, in altri simili
episodi, soprassedendo alle richieste estorsive rivolte loro, abbiano ottenuto risultati differenti;
intervengono, a questo proposito, le dichiarazioni rese da due collaboratori di giustizia di
straordinaria valenza (se si considera la loro natia estrazione criminale): LAISO Salvatore,
collaboratore di giustizia già affiliato al clan dei Casalesi – famiglia Schiavone, e IOVINE
Massimo, collaboratore di giustizia già affiliato al clan dei Casalesi – famiglia Bidognetti.
LAISO Salvatore, in atti generalizzato, già affiliato al clan dei Casalesi – famiglia SCHIAVONE,
nel corso della sua collaborazione con la giustizia ha reso dichiarazioni di rilevante pregio
probatorio sui reciproci rapporti personali e sulle cointeressenze economiche che legano la famiglia
PASSARELLI a SCHIAVONE Francesco detto Sandokan, elemento di vertice della consorteria
criminale casalese. Tenendo conto del periodo in cui il LAISO ha operato nell’ambito del clan di
appartenenza, considerato anche il suo diretto rapporto con Nicola SCHIAVONE figlio di
Francesco detto sandokan, le sue dichiarazioni appaiono qui ancor più rilevanti, risultando in grado
di dimostrare l’attualità di tali i rapporti tra le due famiglie e di rivelarne la prosecuzione; rapporti
che, come si è già avuto modo di dire, originano dalla volontà di SCHIAVONE Francesco e di
PASSARELLI Dante e sono stati poi reiterati per il primo dal fratello Walter e dal figlio Nicola, per
il secondo dagli eredi di Dante, in particolare da PASSARELLI Franco e Biagio.
DICHIARAZIONI RESE IL 19.10.2010 DA LAISO SALVATORE:
…omissis…
DOMANDA: Nel corso di un interrogatorio reso al dr. CONZO, avete fatto riferimento ai
PASSARELLI. Vuole chiarire in quale contesto avete appreso notizie sui citati PASSARELLI?
RISPOSTA: sui PASSARELLI io so quanto segue: PASSARELLI Biagio era titolare di alcuni
capannoni siti nella zona industriale di Teverola. In tali capannoni, che saprei individuare,
abbiamo fatto due riunioni, nell’anno 2007. Era Nicola SCHIAVONE in persona che indicava
questi luoghi come sedi delle riunioni.
17
La S.V. mi chiede di specificare meglio quanto a mia conoscenza sui rapporti tra PASSARELLI e
gli SCHIAVONE.
Io sapevo, in quanto detto da Nicola SCHIAVONE, come meglio dettaglierò, che vi erano
rapporti strettissimi tra il padre dei fratelli PASSARELLI, a nome Dante, e il padre di Nicola
SCHIAVONE, Francesco detto sandokan. Nicola mi diceva che, dopo la morte del padre di
PASSARELLI e la carcerazione di Sandokan, tali rapporti si erano trasferiti rispettivamente ai
fratelli PASSARELLI e a Nicola SCHIAVONE. Erano rapporti sostanzialmente di società in
quanto SCHIAVONE Nicola mi diceva che vi erano i soldi di suo padre investiti nelle attività del
PASSARELLI. A riprova di ciò ricordo un episodio specifico. Nel 2005, o 2007, adesso non
ricordo con precisione, nel periodo natalizio, non ricordo se presso i capannoni di Teverola o
presso lo zuccherificio Kerò, che se non erro si trova in Pignataro Maggiore (CE), si
presentarono due giovani che chiesero ad uno dei fratelli PASSARELLI presente di “mettersi a
posto con i compagni di Casale”. Il PASSARELLI presente rispose loro che “a Casale erano tutti
compagni suoi e che stava a posto con Nicola.” A tanto quelle persone, senza scomporsi, dissero
che “i PASSARELLI dovevano mettersi a posto con la famiglia BIDOGNETTI”. Tutto ciò io l’ho
appreso nel corso di una riunione immediatamente convocata da Nicola SCHIAVONE a cui i
fratelli PASSARELLI avevano riferito il tutto.
A.D.R.: La riunione si tenne subito dopo la richiesta rivolta ai PASSARELLI di cui ho parlato.
Ricordo anche che forse non erano passate neanche due o tre ore dalla “visita” estorsiva di cui
sopra. L’urgenza della convocazione era proprio dovuta al fatto che era stata toccata
direttamente la famiglia SCHIAVONE e, cosa che aggravava la situazione, il tutto era avvenuto
in zona fuori dall’influenza della famiglia BIDOGNETTI. A riprova dell’importanza della
riunione ricordo che eravamo una quindicina di noi e la riunione si tenne in Casal di Principe, in
un’abitazione che formalmente è intestata a tale Dr. SCALZONE, funzionario del Comune di Casal
di Principe, ma che in realtà appartiene a Nicola SCHIAVONE. Nello stesso palazzo abitava anche
Luigi CORVINO, fratello di Rodolfo. Anche io dovevo andare ad abitarvi, senza pagare alcun
affitto. Ho indicato tale immobile durante un sopralluogo da me svolto con la Questura di Caserta.
La presenza di tante persone alla riunione e l’immediatezza della riunione si spiega proprio con
il fatto che avevano “toccato uno di noi”.
Durante la riunione Nicola SCHIAVONE in persona illustrò la vicenda come l’ho sopra
raccontata. Ci ordinò di rintracciare immediatamente gli autori della richiesta perché era per lui
gravissimo che avevano toccato i suoi beni in una zona non di competenza dei BIDOGNETTI. I
quindici presenti alla riunione eravamo: io, mio fratello Crescenzo, CONTE Vincenzo, SALZILLO
Bruno, CORVINO Rodolfo, LETIZIA Raffaele, MORELLI Carmine,
BARBATO Franco,
CACCIAPUOTI Bartolomeo, CIERVO Bernardo, SCHIAVONE Vincenzo detto copertone, Nicola
SCHIAVONE naturalmente, ed altri che non ricordo.
Subito dopo la riunione, per ordine di Nicola SCHIAVONE, ognuno di noi si recò da un affiliato
del clan BIDOGNETTI per avere notizie sulle persone che si erano presentate ai PASSARELLI. Io
mi recai a Lusciano da VENTRE Lorenzo, che è un affiliato al clan BIDOGNETTI. Il VENTRE mi
disse di non sapere nulla ma che si sarebbe informato. Poco dopo la riunione e l’avvio delle
ricerche di cui ho parlato, se non ricordo male la sera successiva, SCHIAVONE Nicola ci convocò
di nuovo tutti e disse che aveva risolto il problema. Ci disse che aveva parlato e chiarito con
LETIZIA Franco, detto muscione, e CIRILLO Alessandro, detto ‘o sergente. Ci disse che aveva
chiarito con tali persone e che tutto era a posto. Non ci riferì altro. D'altronde Nicola SCHIAVONE
18
era persona che non dava molte spiegazioni. Provvedeva alle cose, le gestiva, ci dava degli ordini
ma non ci spiegava sempre il perché né io, per riservatezza, glielo chiedevo.
La S.V. mi chiede di che cosa avemmo a parlare nelle due riunioni presso il capannone di Teverola.
La prima era una delle riunioni routinarie del nostro gruppo, in cui relazionavamo a SCHIAVONE
Nicola le nostre attività, i problemi e le vicende normali nella vita di un gruppo camorristico. A
questa riunione non parteciparono i PASSARELLI che si limitavano a prepararci la stanza e poi si
allontanavano. Ricordo che era Biagio PASSARELLI ad essere presente. Analogamente accadde
nella seconda riunione. Tenga conto che erano riunioni “operative” anche per gli aspetti di azione
del clan e quindi vi partecipavano solo le persone direttamente “operative” sul territorio. Ricordo
bene che, dopo la seconda riunione, in mia presenza, PASSARELLI Biagio si avvicinò a Nicola
SCHIAVONE e gli chiese di evitare ulteriori riunioni in quel luogo poiché aveva la D.D.A. e le
forze di polizia “addosso”. Disse anche che alcune auto erano passate nei pressi del capannone e
che avevano fatto delle foto. Ci disse anche che ciò era stato riferito anche da alcuni operai.
Ricordo, e l’espressione mi colpì molto, che dovevano evitare di perdere tutto. Disse testualmente:
“Nicola, vediamo di non farci sequestrate tutte cose, di non perdere tutto”. SCHIAVONE Nicola
convenne con il detto di PASSARELLI Biagio.
A.D.R.: Ho incontrato PASSARELLI Biagio in queste occasioni e sempre con Nicola SCHIAVONE,
come ho riferito. D'altronde, le attività del PASSARELLI erano nella zona di mia competenza ed
io non mi sono neanche mai sognato di chiedere l’estorsione ai PASSARELLI, perché sapevo
che erano soci della famiglia SCHIAVONE.
La S.V. mi chiede se io abbia incontrato altri esponenti della famiglia PASSARELLI oltre Biagio.
Le rispondo che, nel Luglio 2009 ho incontrato, presso il carcere di Santa Maria C.V.,
PASSARELLI Franco, fratello di Biagio. Io ero detenuto in quel carcere per estorsione. Non so
dirle perché era detenuto il PASSARELLI Franco. Conobbi in quell’occasione il Franco che non
avevo mai conosciuto personalmente ma che conoscevo di nome e sapevo essere il figlio di Dante
PASSARELLI nonché fratello di Biagio.
L’incontro avvenne durante le ore di passeggio che noi facevamo presso quel carcere in due cortili,
distinti ma adiacenti. Tali cortili consentivano però di colloquiare ponendosi proprio alla fine del
muro divisorio. Ricordo che io ero in carcere da tre o quattro giorni e si avvicinò alla divisione una
persona che mi chiamò e mi chiesi se io fossi Chicchinoss’. Risposi affermativamente e il
PASSARELLI si presentò come PASSARELLI Franco. Mi disse che aveva saputo che io ero
detenuto in quel carcere, che sapeva che ero “compagno” di Nicola e che anche lui era
“compagno di Nicola”. Io, come ho detto, sopra, già conoscevo di nome il PASSARELLI e già
sapevo, come gli dissi, che lui era “compagno di Nicola”. Con l’espressione compagno di Nicola,
nelle presentazioni di persone, io sapevo, e so, che ci si riferisce a persone collegate a Nicola
SCHIAVONE o perché “operative” sul piano militare (estorsioni, ecc.) o perché prestanome di
Nicola (imprenditori, ecc.). Nel corso del colloquio il PASSARELLI Franco, oltre ad informazioni
di rito circa quello che avveniva all’esterno, mi disse che sapeva che al reparto Tamigi si trovava
anche mio fratello Crescenzo, cosa rispondente al vero. Ci scambiammo il proponimento che
chiunque di noi fosse uscito per primo avrebbe portato i saluti a Nicola.
A.D.R: Non ho conosciuto altri componenti della famiglia PASSARELLI.
…omissis…
RISCONTRI ALLE DICHIARAZIONI
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I capannoni siti nella zona industriale di Teverola, indicati dal collaboratore di giustizia come
luogo di convocazione di due distinte riunioni tenutesi nel 2007 tra affiliati al clan dei Casalesi e
presiedute da SCHIAVONE Nicola, sono stati individuati dalla Pg operante nei locali ad uso
commerciale/industriale ubicati in Teverola, zona ASI, strada Statale Appia km 11+400, già sede
della MED COM S.r.l. di DE MARCO Salvatore, fratello di DE MARCO Teresa, vedova di
PASSARELLI Dante.
DE MARCO Salvatore, dall’1.10.1990 al 27.10.1998, è stato altresì amministratore unico della
Società Centro Sud Commerciale, azienda notoriamente di proprietà dei fratelli PASSARELLI,
attualmente sottoposta a sequestro preventivo nell’ambito del procedimento penale a carico dei
fratelli Passareli per il reato di cui all’art. 648 bis c.p.
La MED COM S.r.l. di DE MARCO Salvatore è stata una società avente ad oggetto il commercio
e la distribuzione all’ingrosso di prodotti alimentari, ramo imprenditoriale in cui, da sempre, è
impegnata la famiglia PASSARELLI. Costituita il 09.05.2003, ha stabilito la propria sede legale
ed operativa in Teverola (CE), zona ASI via Appia Nord Km 11+400, presso i locali commerciali
di proprietà della DEGART di Massimo DE GAETANO & c. (il contratto di locazione dei
capannoni, stipulato tra le società MED COM e DEGART, è del 10.06.2003). La MED COM
S.r.l. risulta, dal 23.12.2008, in scioglimento per liquidazione7. A tal proposito giova evidenziare
un dato; nel periodo appena precedente allo scioglimento della società, DE MARCO Salvatore, in
qualità di amministratore della MED COM, ha sporto alle autorità le seguenti denunce:
- In data 30.06.2008, denuncia di furto di merce alimentare dal valore di euro 42.762,76
coperto da assicurazione contro il furto.
- In data 10.07.2008, denuncia di furto di merce alimentare dal valore di euro 45.822,65
coperto da assicurazione contro il furto.
La circostanza che i locali commerciali di Teverola, sede della MED COM, nel 2007 fossero
effettivamente in uso ai fratelli PASSARELLI, è confermato altresì dall’esito di un’attività di
indagine svolta dai Carabinieri della Compagnia di Santa Maria C.V. proprio nel mese di Aprile di
quell’anno, il cui contenuto riscontra in maniera formidabile anche le dichiarazioni rese da LAISO
Salvatore con riferimento alla circostanza che quei capannoni fossero utilizzati da PASSARELLI
Biagio come luogo ove organizzare riunioni tra affiliati al clan dei Casalesi. L’attività investigativa
dei CC di Santa Maria C.V. scaturiva da indagini tecniche svolte, in quel periodo, su delega della
Procura della Repubblica di Santa Maria C.V. nell’ ambito del procedimento penale numero
3579/07 RGNR. La competenza sulle indagini passò, successivamente, alla Procura di Napoli
D.D.A., nell’ambito del procedimento penale numero 27141/07. Per ciò che rileva in questa sede,
negli atti di indagine allegati all’informativa numero 1/143-10, datata 2 Maggio 2007, del Comando
Compagnia CC di Santa Maria C.V., si legge:
DALL’ANNOTAZIONE DEL 23 APRILE 2007, REDATTA DA MILITARI DELLA COMPAGNIA CC DI SANTA
MARIA C.V. ALLEGATA ALL’INFORMATIVA NUMERO 1/143-10 DEL 2 MAGGIO 2007:
…omissis…
“ A seguito di attività d’indagine in corso da parte di questo Reparto, alle ore 14:15 di oggi 23
corrente (Aprile, ndr) ci siamo recati presso la sede della società MED.COM. s.r.l., ubicata in
Teverola (CE) alla via Appia Nord Km. 11,400-zona ASI. (denominata anche CASH-CARRY), per
effettuare un servizio di O.C.P. (osservazione, controllo e pedinamento) al fine di addivenire
7
Accertamento svolto alla Banca Dati Infocamere su “MED COM S.r.l.”.
20
all’identificazione di persone che avevano in precedenza concordato un appuntamento tra
MIGLIORE Rosario, GAGLIARDI Ignazio (personaggi di interesse operativo già in atti
compiutamente generalizzati)8 e tale “Biagio”, quest’ultimo personaggio non meglio identificato e
nominata da Ignazio durante conversazione carpite durante l’attività di P.G. in corso------//
Tale servizio veniva innescato da precedenti conversazioni telefoniche tenutosi tra Ignazio e tale
Biagio, al fine di identificare quest’ultimo e accertare i motivi del loro incontro che sarebbe
avvenuto in detto giorno verso le ore 14:30. Da una precedenza telefonata partita dall’utenza 0815034547 effettuato dal “Biagio”, si è ragionevolmente ipotizzato che tale appuntamento doveva
avere luogo presso la località ove tale utenza risulta essere installata; da accertamenti effettuati
presso la società Telecom, si identificava l’intestatario nella MED.COM. s.r.l., ubicata in Teverola
(CE) alla via Appia Nord Km. 11,400-zona ASI.----//
Da verifiche effettuate mediante la consultazione della banca dati C.C.I.A.A., risulta che la citata
società ha come oggetto sociale la vendita all’ingrosso di derrate alimentari e operazioni mobiliari
e immobiliari per il raggiungimento dello scopo sociale. E’ amministrata da DE MARCO Salvatore
nato a Casal di Principe il 2 gennaio 1950, ivi residente al corso Umberto I° n. 230 –
Amministratore unico – di cui è proprietario anche del di lui figlio Giovanni nato a Capua il 18
agosto 1979.---------------//
Giunti nei pressi della sede della predetta società, la quale è costituita da un capannone adibito a
deposito di prodotti alimentari con un attiguo modulo adibito verosimilmente ad uffici; si notava
nei pressi dell’area parcheggio dell’immobile varie autovetture tra cui un’autovettura
MERCEDES-BENZ, di colore grigio metallizzato, tg. CM*966*GK (già nota ai militari operanti)
intestata a SEQUINO Amalia, moglie di GAGLIARDI Ignazio in altri atti meglio generalizzato, e la
predetta era parcata precisamente nei pressi del portoncino che presumibilmente da accesso ai
locali adibiti ad ufficio della predetta attività di rivendita all’ingrosso di generi alimentari;
tuttavia, è da evidenziare che tale circostanza avvalorava la tesi che l’appuntamento si doveva
tenere proprio in quel sito.---------//
Ciò posto, con ponderatezza, si effettuava un servizio di osservazione in attesa di individuare e
identificare le persone che dovevano onorare l’appuntamento citato.-------//
Alle ore 14:45, si notava uscire dal predetto portoncino che, come già precedentemente detto
presumibilmente da accesso ai locali adibiti ad ufficio dell’azienda in parola, fuoriuscire
MIGLIORE Rosario, GAGLIARDI Ignazio (persone già note agli scriventi) unitamente ad altre due
persone; i quattro si intrattenevano a colloquiare tra di loro proprio all’uscita di tale portoncino
nel cortile antistante a detti uffici. Dopo il colloquio, Ignazio si allontanava dal luogo a bordo della
predetta MERCEDES-BENZ, Rosario si allontanava a bordo dell’autovettura Opel Zafira, di
colore grigio metallizzato, tg.CN*819*HA, mentre le altre due persone entrambe si allontanavano
a bordo dell’autovettura Peugeot 307 di colore grigio metallizzato, BN*788*JK. A questo punto si
ben pensava di seguire questi ultimi sconosciuti, i quali uscivano dal luogo indicato dirigendosi e
successivamente imboccando l’Asse Mediano con direzione di marcia Villa Literno. Per non
destare sospetti ed evitare che sia il Rosario e sia l’Ignazio potessero entrambi imboccare il
medesimo Asse Mediano e quindi notare l’autovettura Peugeot oggetto di controllo e quindi per
non destare perplessità, si decideva di fermarli in prossimità della loro meta; infatti alle ore 15:00
8
Si tratta di MIGLIORE Rosario, nato a Napoli il 10.03.1956, e di GAGLIARDI Ignazio, nato a Casal di Principe
(CE) il 16.02.1948, entrambi pregiudicati, entrambi poi arrestati dai Carabinieri del NORM della Compagnia di Santa
Maria Capua Vetere (CE) in esecuzione all’o.c.c.c. numero 18348/08 R. GIP emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di
Napoli in data 04.11.2009, per i reati di estorsione aggravata in concorso e millantato credito.
21
successive, all’uscita di Casal di Principe nei pressi dello stadio Comunale di quel centro, si
procedeva al controllo dei due, i quali si identificavano in PENTA Giuseppe nato a Napoli il 14
dicembre 1979, residente a Portici (NA) alla via M. Gianturco n. 36, identificato a mezzo di patente
di guida, cat.”B” avente n. NA*5861318Y rilasciata dalla MCTC di Napoli il 31.07.1998,
conducente e proprietario dell’autovettura nonché PASSARELLI Biagio, - (cognato di PENTA
Giuseppe) - nato il 21 ottobre 1963 a Casal di Principe (CE), ivi residente alla via Del Pozzo n. 2,
imprenditore, identificato mediante C.I. avente n. AK*6390892 rilasciata dal Comune di Casal di
Principe il 13.08.2004.------------//
Dagli accertamenti esperiti all’attimo presso la banca dati FF.PP., il PENTA Giuseppe non
risultava gravato da nessun precedente penale mentre il PASSARELLI Biagio risultava gravato da
numerosi pregiudizi penali.--//
…omissis…
Nel comunicare alla Procura della Repubblica di Santa Maria C.V. l’esito del servizio di OCP, i
Carabinieri del NORM della Compagnia di Santa Maria C.V. richiedevano l’attivazione di un
servizio di videosorveglianza da svolgere fuori ai locali commerciali sede della MED COM S.r.l.,
nonché la censura delle conversazioni in entrata ed in uscita sull’utenza fissa in uso all’azienda
(numero 081-5034547), così motivando la richiesta:
DALL’INFORMATIVA DEI CC DI SANTA MARIA CAPUA VETERE NUMERO 1/143-10 DEL 2 MAGGIO
2007:
…omissis…
Ritornando nel merito della indagini trattate dalla S.V., alla stregua di quanto sin qui narrato, si
può ragionevolmente ipotizzare che la titolarità di fatto della MED.COM. S.R.L. sia riconducibile
al PASSARELLI Biagio. Infatti, il rappresentate legale della medesima è DE MARCO Salvatore, in
atti generalizzato, zio del PASSARELLI Biagio, per essere il fratello della di lui madre DE MARCO
Teresa. Tale azienda ha l’analogo oggetto sociale della “PASSARELLI DANTE & FIGLI”, in
esito ai già indicati procedimenti penali a cui veniva sottoposto del titolare PASSARELLI Dante,
nel tempo è stata destinataria delle vicissitudini giudiziarie di cui appresso:
o con sentenza nr. 03/2004 del 13 e 16.01.2004 veniva dichiarata fallita dal Tribunale di
S.Maria C.V. – Sezione Fallimentare – e dichiarato curatore fallimentare il Dr.
SAGLIOCCHI Raffaele con studio in Caserta, via Roma, dopo essere stata oggetto delle
seguenti vicende giudiziarie;
o In data 28.11.1995 il Gip del Tribunale di Napoli emetteva nei sui confronti decreto sequestro
preventivo dei beni e delle quote;
o Con decreto nr.124/95 M.P. del 21.06.1996 il Tribunale di S. Maria Capua Vetere emetteva
analogo sequestro, successivamente sottoposta a sospensiva in virtù del precedente
provvedimento di cui sopra;
o In data 10.03.2004 l’annotazione di detti sequestri veniva revocata.
Come si può evincere dalla lettura degli uniti sunti di conversazione telefoniche, progressivi nrr.
336 – 352 – 384 – 422 – 431 – 433 e 436, intercettate sull’utenza di GAGLIARDI Ignazio
(Vds.all.nr.3), in esecuzione al RIT in oggetto indicato, emerge che anche questi è solito utilizzare i
locali della MED.COM. S.R.L. per fissare incontri con personaggi con cui ha rapporti di “affari”,
tra i quali il noto MIGLIORE Rosario, di cui se n’é avuto riscontro nel corso del servizio di O.C.P.
in parola.
22
…omissis…
E ancora, nella parte finale dell’informativa – precisamente al punto 3 – si legge:
…omissis…
L’attività investigativa di cui sopra ha evidenziato che presso la s.r.l MED.COM.., ubicata in
Teverola (CE) alla via Appia Nord Km. 11,400-zona ASI, della quale si allega la misura camerale
(Vds.all.nr.4), si riuniscono personaggi del mondo imprenditoriale che gravitano nell’orbita della
criminalità organizzata, nella fattispecie, non è trascurabile lo spessore nello specifico settore del
PASSARELLI Biagio e la sua verosimile partecipazione occulta alla conduzione della medesima
azienda. Ciò posto non è da escludersi che nel corso del tempo tale sito possa essere meta di
personaggi di spicco del clan dei Casalesi. Per giungere all’identificazione degli stessi si rende
necessario, salvo diverso avviso della S.V., il monitoraggio del luogo d’incontro in parola
attraverso l’installazione di un sistema di video-sorveglianza con l’utilizzo di telecamera
brandeggiante, che renda agevole il rilevamento di immagini dell’area adibita a parcheggio dello
stabile che ospita la MED.COM, rendendo possibile immortalare le persone che vi fanno ingresso
e delle targhe delle autovetture con le quali giungono in loco. Elementi necessari per addivenire
alla compiuta identificazione delle medesime e conseguente valutazione dell’eventuale rispettiva
caratura criminale.
…omissis…
L’ipotesi investigativa formulata dai Carabinieri di Santa Maria C.V. nel 2007 trova oggi pieno
riscontro nelle dichiarazioni rese da LAISO Salvatore nel corso dell’interrogatorio del 19 ottobre
2010. Intrinsecamente, tale attività di polizia giudiziaria riscontra positivamente anche quanto
riferito da Biagio PASSARELLI a Nicola SCHIAVONE a seguito della seconda riunione svoltasi
presso i capannoni di Teverola, circa le indagini di cui PASSARELLI si sentiva oggetto e la
circostanza che le forze di polizia stessero, in quel periodo, tenendo d’occhio proprio i capannoni
sede della MED COM S.r.l. Ciò che qui maggiormente rileva, è che l’iniziativa di Biagio
PASSARELLI dimostra un’evidente volontà di evitare che fossero oggetto di attenzione da parte
delle Forze di Polizia le riunioni (nelle quali evidentemente si trattava e si discuteva di affari
illeciti)– svolte da affiliati al clan dei Casalesi col fine – si legge testualmente – di non fare
…sequestrare tutte cose… quindi di non …perdere tutto… Un tutto che, evidentemente, per Biagio
PASSARELLI rappresenta oggetto di comunione con la famiglia SCHIAVONE.
Con riferimento alle dichiarazioni rese da LAISO Salvatore in relazione alla riunione tenuta presso
un’abitazione di Casal di Principe, formalmente intestata al dr. SCALZONE, la Pg ha svolto la
seguente attività di riscontro:
a) il Dr. Scalzone a cui fa riferimento il collaboratore si identifica in SCALZONE Alfonso
Flavio, nato a Casal di Principe (CE) il 07.03.1955, medico con partita IVA attiva sino al
2007, poi funzionario dell’ASL. Egli risulta proprietario, tra l’altro, di appartamenti siti in Via
Giusti numero 1 di Casal di Principe9. In uno di tali appartamenti risulta effettivamente
risiedere CORVINO Luigi10, nato a Casal di Principe il 15.09.1972, fratello del più noto
CORVINO Rodolfo, nato a Casal di Principe il 23.04.1971.
9
Accertamento svolto su SCALZONE Alfonso Flavio alla Banca dati SISTER.
Comunicazione di cessione fabbricato accertata alla banca dati SDI.
10
23
b) I soggetti citati dal collaboratore quali partecipanti alla riunione tenutasi a Casal di Principe,
presso l’abitazione del dr. SCALZONE, si identificano nelle seguenti persone:
- CONTE Vincenzo, nato a Villa di Briano il 06.05.1967;
- SALZILLO Bruno, nato a Casal di Principe il 19.01.1965;
- CACCIAPUOTI Bartolomeo, nato a Santa Maria C.V. il 23.06.1973;
- CIERVO Bernardo, nato a Caserta il 28.06.1983;
- CORVINO Rodolfo; nato a Caserta il 23.04.1971;
- SCHIAVONE Nicola, nato a Loreto (AN) l’11.04.1979;
- LAISO Crescenzo, nato ad Aversa il 19.05.1979;
- SCHIAVONE Vincenzo, detto “Copertone” nato a Santa Maria C.V. il 10.10.1974;
- BARBATO Francesco, nato a San Cipriano d’Aversa il 21.11.1979;
- LETIZIA Raffaele, nato a Casal di Principe (CE) il 15.04.1969;
- MORELLI Carmine, nato a Santa Maria C.V. il 30.04.1978.
Gli altri personaggi citati da LAISO (in particolare coloro che il collaboratore ha indicato come
gli affiliati al clan BIDOGNETTI che furono contattati immediatamente dopo la conclusione
della riunione), si identificano in VENTRE Lorenzo, nato ad Aversa il 22.12.1974; CIRILLO
Alessandro, nato a Caserta il 12.11.1976; LETIZIA Franco, nato ad Aversa il 09.08.1977.
c) Cronologicamente, la riunione di cui al precedente punto può ragionevolmente collocarsi
nell’arco temporale 23 Aprile 2007 – 4 Maggio 2007.
Tenendo conto dell’approssimazione con cui il collaboratore di giustizia ha fornito indicazioni
sul momento in cui si sarebbe svolto l’incontro (LAISO parla genericamente del 2005 – 2007,
periodo natalizio), Aprile – Maggio 2007 risulta l’unico periodo in cui tutte le persone citate
dal LAISO, sopra generalizzate, nonché lo stesso collaboratore (agli arresti domiciliari dal 23
Aprile 2007) e LAISO Crescenzo (libero sino al 4 Maggio 2007), erano nella materiale
possibilità di partecipare alla riunione; nello stesso arco temporale inoltre, risultano liberi
anche i suddetti Lorenzo VENTRE, contattato dopo il summit da LAISO Salvatore, nonché
Franco LETIZIA e Alessandro CIRILLO, asseritamente contattati da Nicola SCHIAVONE 11.
d) Quanto al luogo specifico ove gli affiliati al clan BIDOGNETTI avrebbero perpetrato la
richiesta estorsiva ai danni dei PASSARELLI, alla quale sarebbe seguita l’immediata
convocazione della riunione di cui ai precedenti punti, tra le due ipotesi indicate da LAISO
Salvatore (i capannoni di Teverola o lo zuccherificio Kerò) si ritiene più plausibile trattarsi
della sede della Commerciale Europea – Kerò di Pignataro Maggiore. E’ verosimile ritenere,
infatti, che “l’incursione estorsiva” abbia avuto come oggetto una nuova attività commerciale,
quale era, proprio dall’inizio del 2007, quella svolta dalla “Commerciale Europea S.p.a.” nella
nuova sede di Pignataro Maggiore.
e) Trova riscontro, infine, il dato relativo alla comune detenzione, nel Luglio del 2009, di
PASSARELLI Franco, LAISO Crescenzo e LAISO Salvatore12. In particolare:
a. PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe (CE) il 24.05.1965, risulta esser stato
detenuto presso la Casa Circondariale di Santa Maria C.V. dal 17.03.2009 al 24.07.2010.
b. LAISO Crescenzo, sopra generalizzato, risulta esser stato detenuto presso la Casa
Circondariale di Santa Maria C.V. dal 16.07.2009 al 17.08.2009.
11
12
L’accertamento sui periodi di detenzione è stato svolto mediante consultazione della banca dati del DAP.
L’accertamento sui periodi di detenzione è stato svolto mediante consultazione della banca dati del DAP.
24
c. LAISO Salvatore, sopra generalizzato, risulta esser stato detenuto presso la Casa
Circondariale di Santa Maria C.V. dal 22.07.2009 al 17.08.2009; dal 7 al 9.10.2009 e dal 21 al
23.04.2010.
L’episodio che emerge dalle dichiarazioni del LAISO viene riscontrato sia dagli accertamenti
compiuti dalla Pg operante a riscontro delle stesse che, come si è visto, attraverso autonome attività
investigative, peraltro svolte prima che LAISO decidesse di collaborare con la giustizia e
documentate agli atti del Comando Compagnia CC di Santa Maria C.V. Nel complesso, viene
dimostrato come la forza della famiglia SCHIAVONE, rilevabile nel periodo in esame in capo a
SCHIAVONE Nicola, figlio di Francesco e già subentrato al padre ed allo zio nella direzione
dell’organizzazione criminale casalese, nell’apprendere del ‘problema’ patito dagli imprenditori
PASSARELLI, al fine di darvi risoluzione, si prodiga alacremente per contattare i vertici della
fazione ‘gemella’ del clan dei casalesi – quella dei BIDOGNETTI – autrice della richiesta
estorsiva, così da impedirne la prosecuzione.
Le dichiarazioni rese da IOVINE Massimo riverberano una situazione pressoché identica a quella
appena descritta;
DALL’INTERROGATORIO DI IOVINE MASSIMO DEL 18 MARZO 2008:
.... omissis ...
Nel 1999/2000 venne realizzata una pesante condotta estorsiva ai danni di DANTE
PASSARELLI, persona legata agli SCHIAVONE e suo prestanome, commessa proprio in Casal
di Principe, regno della famiglia SCHIAVONE.
L’azione fu realizzata, per quel che mi dissero i protagonisti, da CIRILLO Alessandro, LETIZIA
Giovanni e LETIZIA Franco, me ne parlò il secondo.
L’ordine, per quel che mi disse, proveniva direttamente da BIDOGNETTI Francesco era chiaro
che nessuno avrebbe potuto osare fare un’estorsione di quel tipo se il mandato non fosse stato
realmente reso dal capo: faccio presente che fu fatta esplodere una bomba di 7 o 8 chili a seguito
della consegna di assegni per 100 milioni, ritenuta modalità inadeguata di pagamento.
Nessuno avrebbe potuto osare di realizzare una condotta estorsiva siffatta senza un vero ordine
del capo e non rischiare di essere ucciso dalla famiglia SCHIAVONE.
... omissis ...
Nonostante le dichiarazioni rese dal collaboratore IOVINE ci proiettino in un periodo molto
lontano, nel quale – tra l’altro – era ancora in vita PASSARELLI Dante, nella sostanza, le
dichiarazioni di IOVINE Massimo tratteggiano le medesime, identiche dinamiche criminali che
LAISO Salvatore, quale affiliato alla famiglia SCHIAVONE, avrebbe rivissuto in tempi più recenti.
Deve pertanto concludersi che l’ episodio estorsivo subito, nella sua eccezionalità certamente
legata alla personalità del Setola, conferma la protezione garantita dal clan dei Casalesi – e in
particolare dalla famiglia SCHIAVONE – alla famiglia PASSARELLI, quale regola che trova
applicazione nel momento in cui si verificano fatti in grado di ‘turbare’ il regolare andamento delle
imprese di comune interesse (cfr. assosolutamente significative le dichiarazioni di Laiso Salvatore,
sulla tempestività della riunione indetta da Nicola Schiavone di fronte ad una precedente richiesta
estorsiva ai Passarelli). L’episodio estorsivo del 2008 costituisce invece un’eccezione dovuta al
25
concomitante verificarsi di un momento di debolezza ‘territoriale’ della famiglia SCHIAVONE e –
soprattutto – di un momento di forza e violenza criminali mai avuti prima dalla famiglia
BIDOGNETTI, attraverso l’opera del SETOLA.
Venendo alle indagini espletate nel presente procedimento, la fonte principale di prova è costituita
dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sopravvenuti in epoca recente, a conoscenza dei
fatti per esserne stati direttamente partecipi, ovvero per essere figure apicali o comunque di assoluto
rilievo all’interno dei clan di appartenenza.
Ciascun collaboratore, dal proprio peculiare punto di vista, ha descritto e spiegato il rapporto che
lega storicamente gli interessi della famiglia SCHIAVONE del clan dei Casalesi alla famiglia ed
alle imprese dei PASSARELLI, offrendo elementi probatori di notevole importanza soprattutto sul
ruolo a tal uopo ereditato da PASSARELLI Franco e Biagio dopo la morte del padre.
Delle dichiarazioni raccolte dai cinque collaboratori di giustizia che sul punto hanno reso
interrogatorio (VARGAS Roberto, CANTONE Francesco, LUCARIELLO Orlando, DIANA
Tammaro, GUERRA Giuseppe Nazario) quelle di VARGAS Roberto sono state assunte come
paradigma per l’attività di riscontro: il ruolo di preminente importanza ricoperto dal VARGAS
nell’ambito del clan dei Casalesi e il suo personale e diretto rapporto, per un verso con i
componenti della famiglia SCHIAVONE, per altro verso con i fratelli PASSARELLI Biagio e
Franco, ha fatto sì che le sue dichiarazioni risultassero le più circostanziate e complete tra quelle
esaminate. Va da sé, dunque, che il primo riscontro alle dichiarazioni rese da Roberto VARGAS
proviene dall’unisona conferma acquisita attraverso le altri fonti dichiarative. Ed inoltre, va
rimarcata la valenza probatoria di dette dichiarazioni le quali, relativamente alla parte riguardante
l’estorione ai danni dell’Alvi Spa, in ordine alla quale ci si è già a lungo soffermati, sono state
raccolte in regime di contraddittorio tra le parti nel corso del processo relativo a detta estorsione.
Il collaboratore, Vargas Roberto, sui rapporti tra la famiglia PASSARELLI e l’organizzazione
Casalese, nell’interrogatorio del 27.04.2012 ha riferito:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
A.D.R. Io conosco il rapporto tra la famiglia SCHIAVONE e la famiglia PASSARELLI, in
particolare con Dante PASSARELLI, sin dal 1989 personalmente, in quanto, in quel periodo, dopo
aver fatto il militare, ho iniziato a frequentare il clan Bidognetti tramite mio fratello Pasquale, che
era già affiliato e già all’epoca aveva rapporti con la famiglia SCHIAVONE. Io preciso che ho
anche un rapporto di parentela con gli SCHIAVONE, in quanto mia nonna è una ‘schiavone
(SCHIAVONE Rosa) e quindi, anche prima che io partecipassi al clan sapevo che Dante
PASSARELLI era una persona di fiducia di Walter e Francesco Sandokan SCHIAVONE.
…omissis…
Il collaboratore inquadra l’origine dei propri rapporti (e quelli della famiglia PASSARELLI) con la
famiglia di SCHIAVONE Francesco, detto Sandokan, alla fine degli anni ’80; fa anche riferimento
al proprio rapporto di parentela con gli SCHIAVONE, citando la nonna SCHIAVONE Rosa.
26
Da accertamenti svolti presso i competenti uffici anagrafe è emerso che la nonna di VARGAS
Roberto si identifica effettivamente in SCHIAVONE Rosa, da Giovanni, nata a Casal di Principe il
25.09.1896; tuttavia, a causa di vari noti eventi (incendi, saccheggi) che hanno riguardato l’anagrafe
dei Comuni di Casal di Principe e limitrofi (o come all’epoca denominati) verificatisi nel periodo
immediatamente successivo all’unificazione d’Italia, non è stato possibile andare oltre per accertare
con certezza il rapporto di parentela con SCHIAVONE Francesco detto Sandokan, il quale risulta
figlio di Nicola, nato a Casal di Principe il 30.01.1927 che, a sua volta, è figlio di Francesco, nato a
Casal di Principe il 25.09.1882; da questo punto in poi – così come a ritroso rispetto alla
SCHIAVONE Rosa, nonna del collaboratore – non si hanno dati anagrafici certi.
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
In particolare, quando ho iniziato a frequentare più assiduamente il clan SCHIAVONE, ebbi modo
di apprezzare le capacità imprenditoriali e politica di Francesco SCHIAVONE detto sandokan il
quale comprese l’importanza di allacciare rapporti anche con imprenditori della zona e politici, al
fine di aumentare l’importanza e l’incidenza del clan sui territori di competenza. Questa sua
capacità era molto apprezzata anche da Antonio BARDELLINO; io stesso mi resi conto
dell’intelligenza e della capacità di Francesco Schiavone detto SANDOKAN in questi settori. In
particolare mi ricordo che, mentre BARDELLINO aveva rapporti più con il partito socialista, tanto
che, una volta, a San Cipriano d’Aversa venne Bettino CRAXI a sostenere la candidatura di
Ernesto BARDELLINO a sindaco di San Cipriano d’Aversa, Francesco SCHIAVONE sandokan,
tramite il cugino Francesco SCHIAVONE padre di Marcello, sponsorizzava la DC. In questo
contesto politico – economico si colloca il rapporto con Dante PASSARELLI. In particolare, la
parte politica e la parte economica si intrecciavano in quanto, non solo la parte economica
garantiva il sostentamento e i guadagni del clan ma consentiva anche di finanziare le campagne
elettorali, creare voti e aumentare l’influenza politica ed economica del clan ed economica. Fu
proprio Francesco SCHIAVONE sandokan a comprendere l’importanza di collocare propri parenti
all’interno delle amministrazioni comunali di Casal di Principe e creare una corrente politica
molto forte, a livello provinciale e regionale, all’interno della DC, in quanto poteva contare su un
consenso popolare molto elevato. Il primo della famiglia SCHIAVONE ad entrare in politica fu
l’avv. Francesco SCHIAVONE, padre di Marcello SCHIAVONE, e poi il fratello, Vincenzo
SCHIAVONE detto ‘o trick, i quali iniziarono a gestire gli appalti comunali e provinciali. In questo
modo, il clan iniziò a controllare tutti gli appalti che dipendevano dalle amministrazioni comunali e
regionali, quali la mensa e refezione scolastica, cimitero, ospedali, distribuzione di alimentari ed
altri tipi di appalti sempre pubblici.
…omissis…
A riscontro di quanto affermato dal collaboratore, va detto che è notorio, come risulta anche da
articoli pubblicati dagli organi di stampa dell’epoca e dal contenuto di inchieste giornalistiche di
cronaca giudiziaria più recenti, che proprio il CRAXI fosse presente durante la campagna elettorale
del 1982 per la candidatura al Senato della Repubblica, per il PSI, dell’allora sindaco di San
Cipriano d’Aversa, BARDELLINO Ernesto. Secondo VARGAS, SCHIAVONE Francesco ha
prediletto invece i rapporti con la Democrazia Cristiana, nelle cui fila cercò di inserire i propri
parenti e persone di sua fiducia.
27
L’avvocato SCHIAVONE Francesco indicato da VARGAS si identifica in SCHIAVONE
Francesco, nato a Casal di Principe il 26.01.1932, recentemente deceduto, già iscritto al consiglio
dell’ordine degli avvocati del Foro di Santa Maria C.V.
La Pg operante ha accertato che l’avv. SCHIAVONE Francesco aveva rapporti di parentela sia con
SCHIAVONE Francesco detto Sandokan, sia con il collaboratore di giustizia SCHIAVONE
Carmine, in quanto figli di cugini di primo grado. Peraltro, lo stesso SCHIAVONE Carmine, sul
conto dell’avvocato SCHIAVONE, ha riferito circostanze che sono state esaminate nell’ambito del
processo Spartacus, nel quale l’avv. SCHIAVONE Francesco è stato implicato venendo anche
tratto in arresto il 22.10.1996, per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso. Nel tempo,
l’avv. SCHIAVONE risulta aver ricoperto le seguenti cariche politiche: il 14.07.1982 è stato eletto
sindaco di Casal di Principe, candidato nelle liste della Democrazia Cristiana; sempre con la DC è
stato sindaco di Casal di Principe dal 29.05.1988 al 21.05.1990 e poi consigliere comunale fino allo
scioglimento del Consiglio Comunale Casalese, disposto dall’Autorità Governativa per sospette
infiltrazioni camorristiche in data 28.09.1991. Successivamente, è stato consigliere del Comune di
Casal di Principe candidato in una lista civica, dal 21.11.1993 al 22.11.1994 e, infine, candidato
quale consigliere per il PPI, dal 23.04.1995 fino al suo arresto dell’Ottobre del 1996. Effettivamente
ha un figlio di nome Marcello, nato a Casal di Principe il 10.12.1963, anche egli avvocato iscritto
al consiglio dell’ordine degli avvocati di Santa Maria C.V.
SCHIAVONE Vincenzo, detto ‘o ndring oppure ‘o trick, si identifica nel medesimo, nato a Casal
di Principe l’8.05.1964, pluripregiudicato ed affiliato al clan dei Casalesi – famiglia SCHIAVONE.
Egli ha un fratello di nome Nicola, nato a Casal di Principe il 18.02.1954, il quale, imprenditore
edile, pur non avendo diretti rapporti di parentela con il citato avv. SCHIAVONE Francesco, è stato
con questi candidato, nella lista della Democrazia Cristiana, al Consiglio Comunale di Casal di
Principe, venendo anche nominato assessore con l’amministrazione SCHIAVONE iniziata nel
Luglio dell’82.
Quanto dichiarato da VARGAS trova quindi puntuale riscontro negli accertamenti compiuti dai CC
Comando Provinciale di Caserta; è da segnalare, inoltre, la piena corrispondenza di quanto riferito
circa gli appalti di refezione scolastica ed ospedaliera aggiudicati alle ditte rappresentate da
PASSARELLI Dante, circostanza ampiamente trattata e consolidata, dal punto di vista giudiziario,
nell’ambito del processo Spartacus e nei procedimenti di prevenzione aperti a carico dello stesso
PASSARELLI, ai quali, per la specifica circostanza, sembra sufficiente qui rinviare.
In ogni caso, a solo titolo esemplificativo, si riportano alcune parti della nota numero Cat. A.1,
datata 04.06.2005, con la quale il Commissariato della Polizia di Stato di Castel Volturno riferì alla
Questura di Caserta le informazioni rituali sul conto del Sindaco e della Giunta di quel Comune a
seguito delle elezioni amministrative tenutesi il 3 ed il 4 Aprile 2005, ed in particolare, per ciò che
qui rileva, sul conto dell’assessore TRAETTINO Antimo si legge:
DALLA NOTA NUMERO CAT. A. 1 DEL COMMISSARIATO P.S. DI CASTEL VOLTURNO, DATATA
04.06.200513:
…omissis…
Agli atti di questo ufficio si rileva inoltre, il procedimento penale numero 14306/99 della Direzione
Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Napoli, circa
l’acquisizione di documentazione presso il Comune di Castel Volturno in ordine alla gara della
13
Nota numero Cat. A. 1 del Commissariato P.S. di Castel Volturno, datata 04.06.2005 – All. 14
28
refezione scolastica relativa all’anno 1994, aggiudicata dal defunto camorrista del clan dei
Casalesi, PASSARELLI Dante.
A seguito dell’espletamento della predetta gara, questo ufficio comunicava alla predetta A.G., con
nota del 22.09.1994, gli esiti degli accertamenti condotti, specificando che il giorno dell’apertura
delle buste delle offerte, il PASSARELLI Dante si era presentato al Comune accompagnato da
Walter Schiavone, noto camorrista e fratello del capo – clan Francesco Schiavone, alias
sandokan. Dalla documentazione acquisita, emerge che TRAETTINO Antimo, allora funzionario
capo del Settore P.I. e Socio Sanitari dell’amministrazione LUISE Mario, questi cugino di primo
grado di VILLANO Anna, moglie del TRAETTINO Antimo, già redattore del capitolato d’appalto e
componente della commissione per la prequalificazione delle ditte da invitare alla gara d’appalto,
è stato il promotore del rinnovo dell’affidamento del predetto servizio di refezione scolastica
anche per il successivo anno 1995/1996, di cui alla delibera di Giunta Comunale numero 310 del
01.06.1995. … Gli accertamenti compiuti da questo Ufficio in ordine all’espletamento della gara
d’appalto di che trattasi, sono ampiamente riportati nel profilo criminale di PASSARELLI Dante di
cui alla medesima ordinanza di custodia cautelare in carcere numero 3615/R/93 PM, numero
4458/95 GIP e numero 371/95 Ord. Caut. (Spartacus)…
…omissis…
Agli atti del processo Spartacus, oltre all’episodio a cui fa riferimento la nota in commento, ve ne
sono documentate altre, perfettamente aderenti a quanto dichiarato da VARGAS Roberto che,
proseguendo nel proprio interrogatorio del 27 Aprile 2012, ha dichiarato:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
In questo contesto si colloca il rapporto con Dante PASSARELLI il quale, all’inizio, aveva un
ingrosso di distribuzione alimentari che aveva un giro di affari in un primo momento limitato alla
sola città di Casale e dintorni. Poi, grazie all’amicizia ed all’appoggio di Francesco sandokan e
Walter SCHIAVONE, aumentò il giro di affari creando vari deposito in tutta la provincia e avendo
la gestione della refezione degli ospedali, tra i quali soprattutto quello di Aversa. Quando dico
grazie all’appoggio degli SCHIAVONE intendo che, Francesco sandokan e Walter, imponevano a
tutti i commercianti di comperare all’ingrosso da PASSARELLI e, inoltre, tutti i capi zona che
dipendevano dalla famiglia SCHIAVONE e dalle famiglie BIDOGNETTI e DE FALCO, dovevano
imporre, nei territori di loro competenza, la distribuzione di Dante PASSARELLI.
…omissis…
Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, sul punto, trovano ampio riscontro nelle risultanze
del processo Spartacus. Va segnalato, inoltre, che il collaboratore inquadra perfettamente anche il
periodo di massima espansione imprenditoriale di PASSARELLI Dante, indicando la fine degli
anni ’80 e l’inizio degli anni ’90: è in tale periodo, infatti, che vengono create le imprese e vengono
costituite le società più rappresentative della famiglia PASSARELLI.
Il 06.12.1984, l’impresa individuale Dante PASSARELLI accresce notevolmente la propria statura
imprenditoriale e diventa Dante PASSARELLI & figli Srl, con sede in Casal di Principe, avente ad
oggetto sociale il commercio all’ingrosso in campo alimentare.
29
Nel 1986, Dante PASSARELLI subentra quale titolare della IMMOBILIARE BELLAVISTA, con
sede in Casal di Principe, corso Umberto numero 278, società immobiliare ancora oggi gestita dai
figli di Dante, compresi gli odierni denunciati, e sottoposta a sequestro preventivo e di prevenzione
(rispettivamente, decreto del Tribunale – Sez. M.P. di Santa Maria C.V. del 25.04.2010 e sequestro
preventivo di codesta A.G. del 13.07.2010).
Il 20.02.1989 viene costituita la I.P.A.M. S.r.l. con sede in Villa Literno, strada Provinciale Aversa
– Villa Literno numero 299, società prevalentemente impegnata nell’impacchettamento e nella
grande distribuzione dello zucchero. Formalmente intestata – ed amministrata – direttamente ai figli
maschi di Dante, vale a dire Biagio, Franco, Gianluca e Davide, anche la I.P.A.M. è tuttora
sottoposta a sequestro preventivo e di prevenzione. La società è stata al centro delle vicende di
natura imprenditoriale/criminale trattate nel corso del processo Spartacus e si presenta quale
emblema del rapporto instaurato dalle famiglia PASSARELLI con quella degli SCHIAVONE. La
I.P.A.M., dissequestrata e restituita agli eredi di PASSARELLI Dante dopo la morte di questi
occorsa nel Novembre del 2004, è stata posta in stato di scioglimento e liquidazione dopo esser
stata svuotata e sostituita, di fatto, dalla Commerciale Europea Spa (su cui infra).
Trova riscontro, ancora, la circostanza relativa al vantaggio del PASSARELLI nel gestire il
rapporto con gli SCHIAVONE attraverso le proprie imprese: trattandosi di attività commerciali
gestite in comune con SCHIAVONE Francesco– se non per suo conto – è evidente e comprensibile,
dal punto di vista delle dinamiche criminali e commerciali, la posizione di privilegio che le stesse
imprese assumessero nella fornitura dei prodotti verso i grossisti o i rivenditori al dettaglio operanti
in provincia di Caserta, cioè nei territori governati dall’organizzazione criminale casalese. Tale
circostanza, oltre ad emergere dalle più volte citate risultanze giudiziarie del processo Spartacus a
carico di PASSARELLI Dante, può facilmente desumersi anche nel contenuto delle indagini svolte
a carico di PASSARELLI Franco e Biagio (l’estorsione all’ALVI Spa ne è una testimonianza, anche
sotto questo aspetto) nonché nelle dichiarazioni rese sul punto da DIANA Tammaro, che verranno
analizzate successivamente.
Altrettanto evidente e chiara, sempre sotto il profilo delle dinamiche di criminalità organizzata, è la
controprestazione di PASSARELLI Dante in favore della famiglia SCHIAVONE, in particolare la
qualità di prestanome dei beni a questa appartenenti:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
Questo favore veniva ricompensato da Dante PASSARELLI alla famiglia SCHIAVONE in vari
modi: in primo luogo, Dante PASSARELLI, sin dalla fine degli anni ottanta e poi in tutti gli anni
novanta, è stato sempre il prestanome della famiglia SCHIAVONE, sia di Walter che di
Francesco sandokan. In particolare, pur se la partecipazione agli utili derivanti dall’atività di
distribuzione veniva suddivisa equamente tra la famiglia SCHIAVONE e la famiglia
PASSARELLI, tutti i beni e gli utili derivanti da tali attività venivano formalmente intestati alla
famiglia PASSARELLI, in modo tale da evitare che, eventuali procedure di sequestro o misure di
prevenzione che venissero attivate nei confronti della famiglia SCHIAVONE, non colpissero i
beni che erano derivanti dalla società con Dante PASSARELLI.
A.D.R..: Non sono in grado di quantificare esattamente gli utili che in quel periodo derivavano da
tale tipo di attività e i guadagni che il clan , in particolare la famiglia SCHIAVONE, lucrava dalla
società con Dante PASSARELLI ma, sicuramente, si trattava di un volume d’affari particolarmente
30
elevato in quanto la provincia di Caserta è grande e la distribuzione copriva pressoché tutti i
centocinque comuni.
…omissis…
Ciò che il collaboratore afferma, circa il ruolo di prestanome svolto dai componenti della famiglia
PASSARELLI, trova ulteriore conferma nelle indagini che hanno consentito l’emissione di una
misura cautelare o di prevenzione di natura patrimoniale a carico degli stessi PASSARELLI.
Si fa presente al riguardo come una delle tecniche più proficue utilizzate dai clan per monetizzare i
proventi estorsivi, sfruttando la connivenza degli ‘imprenditori di comodo’, fosse quella del cambio
degli assegni provenienti dagli imprenditori estorti, così che del passaggio di denaro con il clan non
restasse traccia e che l’eventuale accertamento su chi ponesse all’incasso il titolo – accertamento
peraltro possibile solo nell’immediatezza della negoziazione – altro non potesse attestare che il
pagamento di un imprenditore in favore di un altro. Tale circostanza ultima è descritta dal
VARGAS in maniera puntuale nel prosieguo del proprio interrogatorio, nel quale include, tra le
imprese compiacenti, quelle intestate formalmente alla famiglia PASSARELLI:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
A.D.R.: Altro favore di cui io sono a conoscenza perché attiene alla fase nella quale io stesso
gestivo le estorsioni per conto della famiglia SCHIAVONE sui territori di mia competenza, che
dalla famiglia PASSARELLI, in particolare Dante, prestava nei confronti della famiglia
SCHIAVONE, era il ‘cambio di assegni’. In particolare, voglio riferire che, agli inizi degli anni
novanta, soprattutto quando l’attività estorsiva del clan dei Casalesi iniziò ad estendersi in
maniera capillare su tutti gli appalti e i cantieri che operavano nelle zone di influenza del clan, le
estorsioni da parte dei grandi imprenditori venivano pagate prevalentemente con assegni
postdatati. In particolare, le ditte ricevevano gli stati di avanzamento dei lavori a sessanta e
novanta giorni e consegnavano, a titolo di estorsione a noi, gli assegni a novanta/centoventi
giorni, in modo tale che l’imprenditore si prendeva un po’ di tempo dalla riscossione
dell’assegno. Posso testimoniare personalmente che, in quel periodo, io, che gestivo le estorsioni,
ricevevo dagli imprenditori estorti circa novanta milioni delle vecchie lire di assegni e provvedevo
a cambiarli da Antonio MATURO i quale gestiva una sala giochi in Pinetamare di Castel Volturno,
brava persona che io conoscevo sin da piccolo e che, in cambio di questo favore, non pagava le
estorsioni al clan. Quello che io facevo in CAstel Volturno con Antonio MATURO, a Casale, la
famiglia SCHIAVONE lo faceva con diversi imprenditori tra i quali anche Dante PASSARELLI.
A.D.R.: Preciso che, gli assegni venivano intestati dagli imprenditori a ‘se medesimi’ e poi girati
a diversi soggetti incaricati della riscossione delle estorsioni. Per le zone di mia competenza gli
assegni venivano girati direttamente a me; io provvedevo ad apporre la mia firma di girata
sull’assegno e, penso, che lo stesso venisse fatto dagli altri capi zona. Lo stesso sistema veniva
utilizzato per le estorsioni nei confronti degli imprenditori di Casale; gli assegni ricevuti venivano
poi ‘scontati’ dagli imprenditori di riferimento della famiglia SCHIAVONE, tra i quali vi era
anche Dante PASSARELLI.
A.D.R.: Gli imprenditori che scontavano gli assegni non lucravano una percentuale
sull’ammontare dell’assegno ma il favore che facevano al clan nel cambiare gli assegni veniva
ricompensato in altro modo e, per PASSARELLI, nel modo che ho precedentemente indicato.
31
…omissis…
Peraltro, di tale specifico ruolo svolto da PASSARELLI Dante hanno reso specifiche dichiarazioni i
collaboratori di giustizia che hanno deposto nell’ambito del processo Spartacus, alle dichiarazioni
dei quali, per brevità, in questa sede si rimanda, facendo riferimento alla sentenza emessa all’esito
di quel dibattimento.
Nella parte successiva dell’interrogatorio, VARGAS Roberto si sofferma sull’origine e la creazione
della I.P.A.M., sigillo del patto ‘economico – criminale’ delle famiglie PASSARELLI e
SCHIAVONE:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
A.D.R.: Successivamente, il rapporto tra la famiglia SCHIAVONE – in particolare Walter – e
Dante PASSARELLI si evolse sotto il profilo economico; in particolare, i due decisero di aprire
uno stabilimento di produzione dello zucchero; i capitali iniziali necessari per l’avvio dell’attività
economica furono messi da entrambi i soggetti in quanto, come ho già spiegato, vi era una
società di fatto tra Walter, Francesco sandokan SCHIAVONE e Dante PASSARELLI. Lo
stabilimento nel quale fu iniziata la produzione di zucchero fu realizzato nella strada provinciale
tra Casal di Principe e Villa Literno, dove vive, tuttora, la moglie e taluni figli di Dante
PASSARELLI.
A.D.R.: Sarei in grado di riconoscere e indicare precisamente il luogo dove vi era l’opificio. Non
ricordo il nome della ditta, anzi ora che ci penso bene, non so indicare con precisione se sia stato il
nome originario della ditta ma, sicuramente, negli anni novanta, la ditta assunse la denominazione
di I.P.A.M. Tutti noi del clan sapevamo, perché non era un segreto all’interno del clan e noi
stessi l’avevamo appreso dalla famiglia SCHIAVONE, che la ditta di PASSARELLI era una cosa
propria della famiglia SCHIAVONE di cui noi non dovevamo occuparci e non dovevamo
permettere di ‘toccare’.
A.D.R.: I capitali che erano formalmente intestati a Dante PASSARELLI ma che, come ho
specificato, erano suddivisi tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE, non
entravano nella cassa comune del clan ma erano capitali che venivano gestiti direttamente dalla
famiglia SCHIAVONE.
…omissis…
In primo luogo trova riscontro l’indicazione, estremamente precisa, data dal collaboratore
sull’ubicazione dell’opificio della IPAM, la strada (Via provinciale) che collega Casal di Principe a
Villa Literno, nell’ambito di un complesso edilizio in cui si trovano anche le abitazioni della moglie
di Dante e di taluni dei figli; tali circostanze corrispondono al vero e sono ampiamente documentate
negli accertamenti svolti nell’ambito del procedimento penale numero 26877/2010 RGNR..
Nel prosieguo dell’interrogatorio, VARGAS Roberto offre indicazioni specifiche su alcuni beni
fittiziamente intestati ai PASSARELLI che sarebbero, di fatto, di proprietà della famiglia
SCHIAVONE: uno yacht e una società sportiva di calcio.
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
32
…omissis…
A.D.R.: Tra i vari beni che erano fittiziamente intestati a Dante PASSARELLI ma che
effettivamente erano di Walter SCHIAVONE, così come ho già specificato nel precedente
interrogatorio, vi era anche una barca che utilizzava lo stesso Walter SCHIAVONE. Era una
barca particolarmente lussuosa e grande tanto che consentiva a Walter SCHIAVONE di passare
l’estate tra il Villaggio Coppola e la Grecia; in particolare posso riferire che, quando Walter
SCHIAVONE decideva di navigare per la Grecia, faceva trasportare la barca fino alle coste della
Puglia che lui raggiungeva in macchina; poi da lì iniziava la navigazione per la Grecia. Oltre alla
barca di Walter SCHIAVONE vi erano altre barche, di altri affiliati, tra i quali Vincenzo ZAGARIA
e Dario DE SIMONE anche se quella di Walter era sempre la più lussuosa.
…omissis…
La barca a cui fa riferimento il collaboratore è il panfilo denominato ‘Anfra III” già ormeggiato in
Castel Volturno e in Castrignano del Capo – fraz. Santa Maria di Leuca (LE), sequestrato alla fine
del 1995 in esecuzione dei provvedimenti cautelari reali emessi nell’ambito del processo Spartacus
(seq. preventivo n. 3615/R/93 e numero 5438/95 R. GIP, emesso il 28.11.1995). La circostanza
trova un formidabile ed attualissimo riscontro anche nell’ambito di altre indagini svolte dalla
Procura di Napoli-Direzione Distrettuale Antimafia (intercettazioni di conversazioni tra presenti
disposte a carico di SCHIAVONE Walter nell’ambito del p.p. numero 28956/04 Mod. 21 – P.M. Dr.
Alessandro Milita, dove lo SCHIAVONE, in un colloquio in carcere, fa esplicito riferimento ai
viaggi in Grecia con la barca, fatti insieme a ‘Dantuccio’).
In relazione alla titolarità della squadra di calcio dell’Albanova, VARGAS Roberto ha dichiarato:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
A.D.R.: In quel periodo, cioè dopo il novantadue, nacque anche l’idea di ricreare la vecchia
società di calcio ‘Albanova’ che, in un primo momento era gestita da Nino TONZIELLO;
successivamente, col subentro di Walter SCHIAVONE e Dante PASSARELLI, che
sponsorizzarono economicamente l’operazione. Lo sponsor ufficiale dell’Albanova calcio era
l’IPAM ma tutti gli imprenditori contribuivano economicamente alla squadra. In particolare, gli
imprenditori sottoposti ad estorsione da parte del clan SCHIAVONE, venivano convocati e
costretti, ognuno, a partecipare economicamente alla spesa della squadra o acquistando
abbonamenti o in altre forme di finanziamenti. A.D.R.: Come ho già specificato, tutti i capitali
investiti e guadagnati nell’IPAM erano formalmente solo di Dante PASSARELLI ma,
sostanzialmente, non solo di Dante PASSARELLI ma anche e soprattutto dei fratelli SCHIAVONE e
quindi, nel momento in cui l’IPAM era lo sponsor principale dell’Albanova calcio, ciò comportava
che la famiglia SCHIAVONE fosse in prima persona coinvolta nella gestione della società calcio.
Colui che seguiva la squadra e che era ‘malato’ di calcio era Walter SCHIAVONE; Francesco
sandokan seguiva meno la squadra ma contribuiva con i soldi dell’IPAM. A capo della società,
quale presidente, fu messo Sebastiano FERRARO, cugino di Nicola FERRARO, che all’epoca ‘non
aveva una lire’ e che poi, grazie alla sua attività per conto della famiglia SCHIAVONE, in
particolare lui era incaricato, quale ‘colletto bianco’ e ‘faccia pulita’, di curare tutti gli appalti
pubblici che venivano gestiti dai politici referenti dal clan dei Casalesi.
33
…omissis…
La questione riguardante la società di calcio dell’Albanova e la sponsorizzazione, da parte delle
società dei PASSARELLI, è ampiamente confermata dalle indagini indagini svolte per il processo
Spartacus ed è stata concordemente ricostruita attraverso le dichiarazioni rese dai collaboratori di
giustizia che in quel processo hanno deposto.
In questa sede, anche per sancire l’attendibilità del VARGAS, in relazione alla specifica vicenda, si
può brevemente ricordare che l’A.S. Albanova Srl è una società sportiva costituita il 14.05.1993,
con capitale sociale di lire 20 milioni, che ha rilevato le sorti della precedente squadra di calcio di
Casal di Principe, già denominata Casale Calcio e, precedentemente, G.S. Nuova Casale, della
quale, effettivamente, negli anni ’80 risulta esser stato presidente anche Aniello TONZIELLO,
personaggio citato dal collaboratore. Le quote societarie dell’Albanova Calcio, come si evince dalla
visura camerale storica, risultano ripartite tra i seguenti soggetti:
- PASSARELLI Dante, già generalizzato;
- FERRARO Sebastiano, nato a Casal di Principe l’11.09.1964, condannato nell’ambito del
processo Spartacus per il reato di associazione di tipo mafioso (clan dei Casalesi);
- COPPOLA Antonio, nato a Casal di Principe il 26.02.1961, condannato nell’ambito del
processo Spartacus per il reato di associazione di tipo mafioso (clan dei Casalesi);
- APICELLA Dante, nato a Casal di Principe il 28.11.1966, condannato nell’ambito del
processo Spartacus per il reato di associazione di tipo mafioso (clan dei Casalesi);
- SCHIAVONE Vincenzo, nato a Casal di Principe il 12.08.1954, pluripregiudicato per reati
finanziari, riciclaggio ed associazione mafiosa (clan dei Casalesi);
- PUOCCI Claudio, nato a Casal di Principe il 16.10.1964, indagato e destinatario di misura
cautelare reale nell’ambito del procedimento penale numero 8875/2008 RGNR unitamente ai
vertici e ad altri affiliati al clan dei casalesi per il reato di cui all’art. 12 quinquies della legge
356/92 aggravato dall’art. 7 della legge 203/91.
Presidente del primo Cda dell’Albanova calcio, dopo la costituzione della società nel 1993, risulta
essere stato PASSARELLI Dante, mentre i primi consiglieri furono i soci APICELLA, COPPOLA
e SCHIAVONE, sopra generalizzati.
Dalla visura camerale si evince, inoltre, che FERRARO Sebastiano ha ricoperto la carica di vicepresidente sino al 22.01.2008.
Su FERRARO, VARGAS Roberto ha ulteriormente dichiarato:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
A capo della società, quale presidente, fu messo Sebastiano FERRARO, cugino di Nicola
FERRARO, che all’epoca ‘non aveva una lire’ e che poi, grazie alla sua attività per conto della
famiglia SCHIAVONE, in particolare lui era incaricato, quale ‘colletto bianco’ e ‘faccia pulita’, di
curare tutti gli appalti pubblici che venivano gestiti dai politici referenti dal clan dei Casalesi. In
particolare, io sono personalmente a conoscenza di incontri avvenuti a Castel Volturno tra
Sebastiano FERRARO e Lorenzo MARCELLO, all’epoca vice-sindaco di Mario LUISE che per
quanto è a mia conoscenza era all’oscuro di tutto, per la gestione degli appalti. Ciò avveniva
attraverso l’intermediazione di Raffaele CECORO, uomo di fiducia CATERINO Giuseppe detto
34
Peppe tre bastoni, all’epoca ai vertici del clan dei Casalesi per la zona di Castel Volturno e paesi
limitrofi.
…omissis…
L’attività di indagini ha consentito di acquisire elementi di riscontro, oggettivamente valutabili. In
patticolare si è accertato che:
1. LUISE Mario, nato a Castel Volturno (CE) il 02.03.1939, è stato effettivamente sindaco di
Castel Volturno (CE) dal 27.11.1993 al 17.11.1997, a capo di una lista civica indipendente.
Nella fila del Partito Comunista Italiano ha invece ricoperto la carica di consigliere comunale di
Castel Volturno dall’1.03.1984 al 27.05.1986 e dal 25.07.1989 al 23.06.1993.
2. MARCELLO Lorenzo, nato a Cancello ed Arnone (CE) il 16.01.1957, ha militato nelle fila
della Democrazia Cristiana ricoprendo la carica di sindaco di Castel Volturno dal 01.03.1984 al
27.05.1989 e poi ancora dal 25.07.1989 al 30.11.1992. Inoltre ha ricoperto la carica di
assessore (vice-sindaco) dal 14.04.2005 al 17.04.2009.
E’evidente che l’indicazione di MARCELLO quale vice-sindaco del LUISE è una mera confusione
(il collaboratore, con ogni probabilità, voleva riferirsi al capolista dell’opposizione), trattandosi di
esponenti politici appartenenti a correnti contrapposte che, negli anni in questione, si sono alternate
nell’amministrazione del comune di Castel Volturno.
Trova invece perfettamente riscontro la circostanza relativa alle cointeressenze del MARCELLO
con CECORO Raffaele, nato a San Cipriano d’Aversa l’1.09.1946, condannato a tre anni di
reclusione nell’ambito del processo Spartacus, effettivamente vicino ai vertici del clan dei Casalesi,
tra cui CATERINO Giuseppe detto Peppinotto Tre Bastoni.
Anche in questo caso, le circostanze fanno parte del bagaglio probatorio acquisito nell’ambito del
processo Spartacus e, come già fatto in precedenza, a proposito degli appalti per la refezione
scolastica vinti dalle imprese dei PASSARELLI, si riportano alcune parti della nota numero Cat.
A.1, datata 04.06.2005, con la quale il Commissariato della Polizia di Stato di Castel Volturno ha
riferito in merito alla Questura di Caserta quanto segue:
DALLA NOTA NUMERO CAT. A. 1 DEL COMMISSARIATO P.S. DI CASTEL VOLTURNO, DATATA
04.06.200514:
…omissis…
Agli atti di questo Ufficio si rileva che, nei confronti di MARCELLO Lorenzo, già sindaco del
Comune di Castel Volturno dall’anno 1985 al 1991, un esposto anonimo, risalente all’anno 1991
ed inviato all’A.G. competente in data 26.06.1992, per presunte cointeressenze e collusioni
camorristiche con tale CECORO Raffaele…
Difatti, secondo la nota numero 4000/II/P.G., datata 21.11.1996 di questo Ufficio, indirizzata alla
Direzione Investigativa Antimafia, il CECORO Raffaele, arrestato in data 05.12.1995 per il 416bis
C.P. (operazione Spartacus) era indicato come appartenente ‘N.F.’…
Le indagini esperite evidenziarono che la moglie del CECORO, PERFETTO Lucia, risultava
nell’anno 1991 in società con il MARCELLO Lorenzo, nella società denominata ‘MA.CE.’
Costruzioni di Marcello Lorenzo e c. sas, costituita il 12.04.1984 e liquidata nel 1993.
…omissis…
14
Nota numero Cat. A. 1 del Commissariato P.S. di Castel Volturno, datata 04.06.2005 – All. 14
35
L’ordinanza SPARTACUS evidenzia organicamente gli elementi probatori rilevati a carico del
CECORO, socio di Lorenzo MARCELLO, in ordine alla posizione partecipativa al contesto
criminale associativo, fondandosi su di una serie di elementi fortemente indizianti corroborati dalle
convergenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia.
…omissis…
La successiva parte dell’interrogatorio reso da VARGAS Roberto il 27 Aprile 2012 consente di
cogliere elementi probatori in merito alle cointeressenze criminali, politiche ed imprenditoriali
create dai vertici del clan dei Casalesi già negli anni ’90, alle quali il collaboratore dichiara di aver
preso direttamente parte.
Oltre ad un generale (seppur intrinseco) valore probatorio, l’esposizione delle circostanze indicate
dal VARGAS e la precisione dei reativi riscontri confermano la sua attendibilità e la genuinità della
sua collaborazione con la giustizia.
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
A.D.R.: L’attività commerciale della IPAM veniva gestita direttamente dalla famiglia PASSARELI,
in particolare Dante, che era il capostipite, gestiva personalmente gli appalti che venivano
assegnati alla ditta PASSARELLI, prevalentemente le mense, mentre i figli, Biagio, Franco e una
sorella, gestivano la parte economica, in particolare: Biagio e Franco gestivano la distribuzione
sia dello zucchero che degli alimentari mentre la sorella si occupava del lato contabile. Anche la
moglie di Dante PASSARELLI partecipava alla gestione della contabilità. La famiglia
PASSARELLI in un appartamento sito sopra l’opificio. La famiglia SCHIAVONE non ha
partecipato mai direttamente alla gestione commerciale dell’IPAM sia perché vi era massima
fiducia nella famiglia PASSARELLI, la quale riferiva puntualmente l’intero giro di affari e
divideva equamente gli utili, sia per evitare che potesse in qualche modo svelarsi la
cointeressenza economica della famiglia SCHIAVONE nella ditta. Tant’è vero che soltanto noi
cerchia ristretta del clan, in particolare soprattutto noi che eravamo di Casale e che operavamo in
stretto legame con la famiglia SCHIAVONE e i capi zona dei vari pesi su cui operava il dominio
del clan SCHIAVONE eravamo a conoscenza dello stretto legame tra l’IPAM e la famiglia
SCHIAVONE. Solo alcuni di noi però, tra i quali io, sapevamo che l’IPAM era una cosa propria
degli SCHIAVONE.
…omissis…
Alla luce di quanto dichiarato dal VARGAS, circa la riservatezza (e quindi la scarsa diffusione)
nell’ambito del clan, delle informazioni riguardanti i reali equilibri proprietari della IPAM e, più in
generale, dei rapporti patrimoniali che legavano la famiglia SCHIAVONE alla famiglia
PASSARELLI, si comprende meglio come sia stato possibile, nel corso degli anni, che appartenenti
allo stesso clan dei Casalesi – ancorché facenti capo ad altre famiglie, prima fra tutte quella dei
BIDOGNETTI – abbiano più volte preso di mira le imprese dei PASSARELLI quale obiettivo per
l’imposizione di una tangente.
In primo luogo è da segnalare la precisione delle indicazioni date dal collaboratore circa i compiti
affidati a ciascuno dei componenti della famiglia PASSARELLI nell’ambito delle imprese da essi
gestite. Trova riscontro, almeno da quanto emerge dalle indagini svolte dalla Pg operante, anche la
36
circostanza che i componenti della famiglia SCHIAVONE non hanno mai preso parte direttamente
alla gestione delle imprese, vista la fiducia accordata ai PASSARELLI.
Ancora, il VARGAS, proseguendo nel proprio interrogatorio:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
A dimostrazione di ciò le persone più strette della famiglia SCHIAVONE erano incaricate, in
occasione delle festività pasquali e natalizie, di recarsi per conto del clan SCHIAVONE –
BIDOGNETTI – DE FALCO presso l’opificio per ritirare i ‘pacchi dono’ da consegnare ai diversi
capi zona del clan operante sull’agro aversano e paesi limitrofi. Io personalmente, in tali
occasioni mi recavo presso l’IPAM e ritiravo circa due/trecento ‘pacchi dono’ che, mano a
mano, trasportavo con la mia Fiat Uno Turbo ie e consegnavo a nostri capi zona, tra i quali,
ricordo, VENOSA Luigi detto ‘o cocchiere, Michele ZAGARIA, Vincenzo ZAGARIA, Dario DE
SIMONE, Ettore FALCONE. Ancora, Domenico detto mimì o cuglitiello di cui non ricordo il
cognome, anzi, ora che ci penso bene, sono sicuro che si chiamasse FELICIELLO per la zona di
Parete mentre, per la zona di Lusciano Francesco PEZZELLA detto ‘o tabbaccaro nonché, per la
zona di Trentola, Francesco CANTONE detto ‘o malapelle; per Villa Literno Pasquale
TAVOELTTA; per Castel Volturno Pasquale MORRONE detto ‘o chiattone ed altri. Altri soggetti
che erano incaricati di recapitare i ‘pacchi dono’ erano Bruno SALZILO, mio fratello Pasquale ed
altri. Voglio specificare che questa era un’usanza che serviva a testimoniare le amicizie tra i vari
gruppi camorristici operanti sui vari territori. Io ricordo ce anche ai MALLARDO di Giugliano,
venivano recapitati ‘pacchi dono’ così come i MALLARDO, a loro volta, facevano con noi. Mi
ricordo che durante le festività, la mia casa, e in particolare ciò avveniva a casa di ma madre,
veniva riempita di ‘pacchi dono’ tanto che poi, mia madre, provvedeva a distribuire gli alimenti
alle famiglie più bisognose.
…omissis…
I personaggi di cui il collaboratore indica i nomi, i come capi – zona del clan dei Casalesi, dalle
diverse indagini che hanno riguardato l’operatività del Clan dei casalesi nel corso degli anni, è
emerso che effettivamente tutti hanno ricoperto il ruolo criminale attribuito loro dal collaboratore;
va inoltre segnalato che, effettivamente, VARGAS è stato proprietario della Fiat Uno Turbo i.e.
targata CE648177, in particolare dal 27.09.1990 fino al sequestro preventivo disposto dall’A.G. il
05.02.1996.
Nel prosieguo dell’interrogatorio, VARGAS Roberto spiega come il controllo sistematico del
territorio, attraverso il contatto con i capi – zona, fosse attuato anche in occasione delle tornate
elettorali:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
Questo controllo capillare del territorio, con i ‘pacchi dono’, avveniva col medesimo sistema in
occasione delle tornate elettorali. In quelle occasioni, invece di consegnare ai capi zona i ‘pacchi
dono’, noi provvedevamo a consegnare il materiale elettorale, in particolare manifesti, volantini e,
a loro volta, i capi zona provvedevano a fare la campagna elettorale ‘porta a porta’ per il
37
candidato segnalato dal clan. Tale sistema consentiva di ampliare notevolmente il consenso del
candidato in quanto le persone, sapendo che era un candidato del clan, un po’ per paura un po’
per convenienza, votavano la persona da noi indicata. Voglio dire infatti, che il capo zona era
direttamente responsabile dei voti raccolti nella zona di sua competenza e il consenso si ampliava
non solo con le intimidazione ma anche col fatto che noi elargivamo a persone in difficoltà beni
alimentari o altre utilità e loro, in occasione delle elezioni, ci ricompensavano attraverso il voto.
A.D.R: Voglio dire, a titolo di dimostrazione di quello che avveniva nell’occasione delle campagne
elettorali che, quando vi fu la candidatura di SCALZONE Antonio, io, che consentivo ad una serie
di parcheggiatori abusivi di lucrare sulla loro attività, chiesi a questi di appoggiarlo e in tal modo,
nella zona di mia competenza, SCALZONE ottenne l’80% delle preferenze. Successivamente il
consiglio comunale di Castel Volturno fu sciolto per presunte infiltrazioni camorristiche ma,
siccome i rapporti tra SCALZONE e il nostro gruppo non trovarono riscontri, a SCALZONE fu
permesso di candidarsi di nuovo e, anche nella successiva tornata elettorale, col medesimo sistema
riuscimmo a fare ottenere allo SCALZONE la medesima percentuale di voti. Voglio dire che, per
quanto è a mia conoscenza, il medesimo sistema viene utilizzato anche oggi, anzi, quando si tratta
di campagne elettorali provinciali, sono taluni degli stessi candidati che vanno in cerca dei
camorristi per farsi sponsorizzare.
…omissis…
La circostanza che il clan dei Casalesi fosse in grado di condizionare le scelte politiche di parte
della popolazione residente nei territori controllati dall’organizzazione criminale, è ormai
cristallizzata nelle sentenze e nei provvedimenti giudiziari che raccontano la storia della camorra in
Terra di Lavoro, almeno con riferimento agli ultimi decenni. Il collaboratore impreziosisce però la
circostanza con dei riferimenti ad un episodio specifico: l’elezione di SCALZONE Antonio a
sindaco di Castel Volturno alla fine degli anni ’90. SCALZONE Antonio Aldo, nato a Casal di
Principe l’11.11.1954, è stato eletto sindaco di Castel Volturno, quale rappresentate di una
coalizione di centro – destra, la prima volta il 17.11.1997 con il 68.4% dei voti, la seconda volta,
sempre quale candidato di una coalizione di centro – destra, il 17.04.2000, con il 66.73% dei voti.
Effettivamente, come riferisce il VARGAS, nel periodo che va dal termine del primo incarico alla
seconda nomina dello SCALZONE (dall’1.08.1998 al 16.04.2000), il Consiglio Comunale di Castel
Volturno risulta esse stato sciolto e l’amministrazione affidata ad una commissione di nomina
Prefettizia.
Anche la circostanza relativa al fenomeno dei parcheggiatori abusivi in Castel Volturno trova
riscontro negli accertamenti compiuti dalla Pg operante.
In particolare, nell’ambito di recenti indagini svolte dalla Stazione Carabinieri di Castel Volturno –
Pinetamare15 è emerso come alcuni personaggi emergenti della criminalità organizzata operante in
Castel Volturno, a seguito della collaborazione dai fratelli VARGAS Roberto e Pasquale, si siano
attivati per sostituirli nel controllo dei parcheggiatori abusivi operanti in quella zona, imponendo
loro il versamento periodico di somme di denaro a titolo di estorsione in cambio di una tranquilla
gestione della propria attività (è emblematica, a tal proposito, la frase riportata da una delle vittime
in una delle denunce raccolte dalla P.G. operante: ‘NON DEVI FARE IL PARCHEGGIO
15
L’esito di quelle indagini sono compendiate nell’informativa numero 21/392 del 26.06.2011, a cui è allegata la
denuncia sporta da IANNONE Anna, nonché nelle annotazioni di P.G. del 26 e del 27 giugno 2011 e del 21.03.2012
redatte da personale della Stazione Carabinieri di Castel Volturno – Pinetamare – All. 15
38
PERCHE’ E’ DI NOSTRA COMPETENZA…SE PROPRIO VUOI LAVORARE DEVI DARCI UNA
QUOTA CHE DOBBIAMO PORTARE A CASALE…I VARGAS SI SONO PENTITI QUINDI ORA
SULLA ZONA CI STIAMO NOI E I SOLDI DEVI DARLI A ME…).
I rapporti creati dal clan dei Casalesi sul piano politico non potevano non incidere favorevolmente
anche sui rapporti di natura patrimoniale stretti dall’organizzazione criminale con la famiglia
PASSARELLI; a tale argomento VARGAS dedica la successiva parte dell’interrogatorio in esame,
fornendo circostanze che, anche in questo caso, sono state puntualmente riscontrate dagli
accertamenti svolti dalla Pg operante:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
A.D.R.: Tale sistema di rapporti tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE si è
mantenuto inalterato sino alla morte di Dante PASSARELLI. In particolare, gli utili che venivano
percepiti attraverso lo svolgimento dell’attività imprenditoriale, venivano suddivisi equamente tra
la famiglia SCHIAVONE e la famiglia PASSARELLI, anche se tutto, formalmente, era intestato alla
famiglia PASSARELLI. Lo stesso avveniva per il reinvestimento degli utili derivanti dall’attività
imprenditoriale. In particolarel fin quando l’IPAM è stata in attività e vi era la gestione, quale
capo stipite della famiglia di Dante PASSARELLI, le scelte di reinvestimento venivano operate
prevalentemente da Dante e da Walter SCHIAVONE. Erano loro che individuavano i beni, terreni o
case o altri beni, in cui investire gli utili della ditta IPAM. In particolare, se Dante PASSARELLI
individuava un terreno conveniente da acquistare, lo proponeva a Walter SCHIAVONE il quale,
prima contattava i politici referenti del clan i quali assicuravano che il terreno, una volta a
acquistato, sarebbe stato ricompresso nel piano regolatore come ‘area edificabile’ trasformandola
da area agricola e poi dava il consenso all’acquisto. Il terreno veniva acquistato formalmente dalla
IPAM o direttamente dai componenti della famiglia ad un prezzo corrispondente alla qualifica di
‘terreno agricolo’; successivamente, con le modifiche del piano regolatore, il terreno diveniva
‘area edificabile’ con il conseguente lievitare del valore del bene e gli utili derivanti da ciò, cioè
dalla successiva vendita del terreno al prezzo notevolmente maggiorato rispetto a quello di
acquisto, venivano suddivisi equamente tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE.
…omissis…
Anche in questo caso, il modus agendi descritto dal collaboratore, quale paradigma della gestione
degli investimenti comuni delle famiglie PASSARELLI e SCHIAVONE, viene spiegato con
l’esposizione di una specifica circostanza, che i CC Comando Provinciale di Caserta ha provveduto
a riscontrare con accertamenti svolti presso le sedi competenti:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
Posso riferire, in proposito, che questo sistema è stato utilizzato anche per il comune di Caiazzo
dove Dante PASSARELLI acquistò un terreno agricolo in società di fatto con tale Antonio
PECCHIA il quale, però, non risultò formalmente nell’atto di compravendita. Dopo l’acquisto,
Walter SCHIAVONE, attraverso Giovanni COSENTINO, chiese l’intervento del noto politico
Nicola COSENTINO che, se non ricordo male, all’epoca era consigliere provinciale o regionale il
quale aveva molta influenza sul comune di Chiazzo che era uno dei suoi principali bacini elettorali,
39
al fine di far modificare la destinazione urbanistica del terreno da ‘agricola’ a ‘edificabile’. Queste
cose mi sono state riferite direttamente da Antonio PECCHIA il quale, agli inizi degli anni duemila,
dopo che lo stesso PECCHIA che stava attraversando un momento di difficoltà economiche per
forniture non pagate, chiese un mio intervento per consentirgli di recuperare una parte della
somma da lui versata per l’acquisto del terreno in Chiazzo; in particolare, PECCHIA mi disse che
Dante PASSARELLI, il quale aveva visto incrementare notevolmente il valore del terreno
acquistato in società con PECCHIA, non voleva restituire al PECCHIA la quota a lui spettante e
ciò avveniva, da parte di Dante PASSARELLI, in quanto lui era appoggiato dalla famiglia
SCHIAVONE famiglia che, come detto, era anche l’effettiva comproprietaria del bene. Il mio
intervento, soprattutto attraverso il contatto con Nicola SCHIAVONE, consentì al PECCHIA di
recuperare una parte dei soldi investiti nell’acquisto del terreno; in particolare, con Nicola
SCHIAVONE ci accordammo che io avrei preso il lavoro dei ‘marciapiedi’ in Casal di Principe di
cui ho già riferito in precedenti interrogatori. I soldi che avrei ottenuto li avrei poi passati
direttamente a Antonio PECCHIA, suocero di mio fratello Michelangelo. Io poi non ho ricevuto
nulla in quanto sono stato arrestato; non so se poi, invece, sono stati consegnati a mio fratello
Pasquale – che all’epoca era latitante – da Michelangelo MADONNA, imprenditore che di fatto
svolgeva i lavori dei marciapiedi, appalto ottenuto attraverso l’intervento del clan SCHIAVONE.
A.D.R.: Io non so se sul terreno di Chiazzo siano state realizzate attività edificatorie; so che
bisognava fare un parco privato; io ho assistito alle discussioni relative a tale proprietà ma non
sono in grado di dire effettivamente dove il terreno si trovi né saprei indicare la zona nella quale il
terreno è ubicato. Sicuramente ritengo che a conoscenza di ciò sia mio fratello Michelangelo
VARGAS, il quale è andato, per quanto è almeno in mia conoscenza, a fare il sopralluogo sul
terreno insieme al suocero, Antonio PECCHIA, e perciò dico che lui è a conoscenza interamente
della vicenda avendone parlato direttamente col suocero.
…omissis…
Il terreno a cui si riferisce il collaboratore è già noto, poiché individuato sia nel corso delle indagini
Spartacus sia nel corso delle più recenti indagini svolte nell’ambito del procedimento penale
numero 26877/2010 RGNR a carico degli eredi di PASSARELLI Dante.
Precisamente, si tratta dei terreni distinti in visura catastale del Comune di Caiazzo al foglio 28,
particelle 1, 2, 3, 4, 5 e 6, acquistati da PASSARELLI Dante in data 27.02.1985 con atto di vendita
registrato al numero di repertorio 9612, raccolta numero 7554 del notaio Giovanni LUPOLI del
collegio notarile di Santa Maria Capua Vetere, da CAROTENUTO Grazia, nata a Pignataro
Maggiore il 29.05.1911.
Presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Caiazzo è stata acquisita la documentazione inerente alla
pratica edilizia n. 1/136/93 che consente di ricostruire la vicenda come segue16:
- in data 06.10.1993, PASSARELLI Dante richiede al sindaco di Caiazzo concessione edilizia
relativa alla lottizzazione della zona “C3” in loc. Cozzi di sua proprietà riportata in catasto al
foglio 287 p.lle 2 – 3 – 5, allegando, tra l’altro, la tabella dati progetto (tavola 7) e la relazione
di progetto (tavola 8) compilati sulla base del Programma di Fabbricazione del 1970,
strumento urbanistico all’epoca (e tuttora) in vigore nel Comune di Caiazzo. La richiesta viene
assunta, in uno agli allegati, al protocollo numero 7675 del 06.10.1993;
16
Documentazione acquisita presso il Comune di Caiazzo – Ufficio Tecnico, relativamente alla pratica edilizia numero
1/135/93 – All. 16
40
istruita la pratica di lottizzazione assegnandole il numero 1/136, l’Ufficio Tecnico, con note
numero 1/1973 e numero 1/1974, entrambe dell’8.11.1993, richiede il prescritto parere –
rispettivamente – al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco ed all’USL n. 15 – Servizio
Ecologia di Caserta;
- con nota numero 648/Ec del 19.02.1994, protocollata dal Comune di Caiazzo al numero 1517
del 22.02.1994, l’USL nega il parere sanitario richiesto in relazione alla lottizzazione della
proprietà di PASSARELLI Dante poiché non risultano rispettate le normative vigenti in
materia di tutela delle acque dall’inquinamento.
La problematica sollevata dall’USL, evidentemente risolutiva della questione, non è l’unica a
frapporsi tra PASSARELLI e la lottizzazione dei terreni siti in Caiazzo. Nonostante tale
impedimento ed evidenti discrasie tra quanto riportato nella documentazione presentata in sede di
richiesta di concessione edilizia e gli indici previsti dal piano di fabbricazione del Comune di
Caiazzo, la pratica viene portata ugualmente al vaglio della Commissione Edilizia del Comune di
Caiazzo in due distinte sedute alle quali non partecipa (non avrebbe potuto) uno dei membri, il
geom. Massimo MIRABELLI, in quanto componente della commissione ma anche progettista delle
opere di cui alla richiesta del PASSARELLI:
- nella seduta del 16.05.1994 – già successiva al parere negativo espresso dall’USL – la
Commissione decide di rinviare la discussione della richiesta …avvertita la necessità di
chiarirsi su alcune norme disciplinanti l’intervento su zona C3… Emergono, in altri termini,
dubbi sulla conformità del progetto rispetto agli indici di fabbricazione;
- nella seduta del 30.05.1994, la Commissione ugualmente esprime parere per il rinvio della
discussione della pratica …in attesa di acquisire una più dettagliata definizione delle superfici
rispetto alla lottizzazione… Il Geom. GRASSO, responsabile dell’Ufficio Tecnico – Settore
Politiche per il Territorio del Comune di Caiazzo, in sede di acquisizione degli atti e visionando
le planimetrie, ha riferito che il motivo delle perplessità espresse dalla Commissione edilizia va
ricercato, con ogni probabilità, nel fatto che i progettisti, nel calcolare la superficie realizzabile
di cui al progetto di lottizzazione, avrebbero erroneamente incluso in zona C3 una parte di
terreno in realtà non edificabile, non tenendo conto, peraltro, della fascia di rispetto stradale
obbligatoria.
Il 5.11.1995 PASSARELLI Dante chiede, delegandone il ritiro all’arch. Adriano DE MATTEO,
copia dei documenti riguardanti la pratica in questione.
L’iter della richiesta è comunque destinato ad arenarsi ma questa volta per l’intervento dell’A.G.:
con decreto numero 3615/R/93 del 28.11.1995, emesso contestualmente all’ordinanza di custodia
cautelare in carcere che colpì – tra gli altri – PASSARELLI Dante, i terreni di Caiazzo, insieme ad
altri cespiti patrimoniali, vennero sottoposti a sequestro preventivo nell’ambito del primo atto
dell’operazione Spartacus.
Le indagini hanno consentito di acquisire riscontri anche i a quanto dichiarato da VARGAS in
relazione al politico COSENTINO Nicola, nato a Casal di Principe il 02.01.1959.
Dopo aver iniziato, appena ventenne, la propria carriera politica come consigliere – assessore del
Comune di Casal di Principe, il 12.06.1980 viene eletto nelle fila del PSDI quale consigliere della
Provincia di Caserta, risultando il consigliere provinciale più giovane d’Italia. Nelle successive
tornate elettorali – maggio 1985 e maggio 1990 – COSENTINO Nicola viene nuovamente eletto al
Consiglio Provinciale di Caserta, ricoprendo nel corso di entrambi i mandati anche la carica di
Assessore (fino al 17.05.1993). Nell’aprile del 1995 viene eletto al Consiglio Regionale della
-
41
Campania e nell’aprile del 1996 alla Camera dei Deputati del Parlamento Italiano. Le dichiarazioni
del collaboratore trovano quindi preciso riscontro, quanto alla carriera politica di COSENTINO
Nicola. Ma a prescindere da questo dato obiettivo e dalla carica politica (consigliere provinciale)
effettivamente ricoperta da COSENTINO Nicola nel periodo di riferimento, agli atti del Comune di
Caiazzo emerge un altro formidabile riscontro a quanto dichiarato da VARGAS il quale afferma
che, riguardo ai terreni di Caiazzo, l’intermediario degli interessi degli SCHIAVONE e dei
PASSARELLI con il politico COSENTINO Nicola fu il fratello di quest’ultimo, di nome Giovanni.
Al Comune di Caiazzo, al protocollo numero 1174717 del 15.10.2012 è registrata una richiesta di
certificato di destinazione urbanistica richiesta dall’arch. MARIGLIANO Tommaso, nato a
Francolise (CE) il 22.10.1959, in qualità di …tecnico incaricato dal Sig. COSENTINO Giovanni…,
relativamente ai terreni identificati al foglio 28, particelle 1, 2, 3, 4, 5 e 6 del catasto dell’U.T. di
Caiazzo. La risposta dell’Ente, protocollata al numero 1182018 del 16.10.2012, a firma del geometra
Giuseppe GRASSO, responsabile del Settore Politiche del Territorio, conferma in maniera
inequicavibile quanto già accertato dalla Pg operante, precisando anche gli interventi che, rispetto
all’originaria richiesta di concessione edilizia formulata dal PASSARELLI, sono oggi possibili in
virtù delle sopravvenute normative adottate con DPR numero 380/2001 e con L.R. numero 16/2004.
E’ stato identificato PECCHIA Antonio, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 20.10.1939,
coniugato con RUSSO Maria, padre di PECCHIA Ersilia, nata a Casal di Principe (CE) il
04.11.1968, quest’ultima coniugata con VARGAS Michelangelo, nato a Salvitelle (SA) il
25.05.1962, fratello del collaboratore VARGAS Roberto. Come indicato esplicitamente da
quest’ultimo, la partecipazione del PECCHIA nell’investimento dei terreni di Caiazzo non fu
formalizzata; gli accertamenti svolti dalla Pg operante pertanto non hanno consentito di acquisire
riscontri oggettivi.
Quanto all’edificazione sui terreni in parola, la stessa non ha mai avuto luogo per le intervenute
misure cautelari e di prevenzione sui beni in questione, già a partire dal periodo dell’operazione
Spartacus (1995/1996).
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
A.D.R.: Dopo il sequestro dell’IPAM, la famiglia PASSARELLI ha iniziato a versare soldi contanti
alla famiglia SCHIAVONE, la quale ha investito soprattutto in acquisti di terreni, che avvenivano
attraverso diversi prestanomi, di cui ne ho indicati alcuni ma che non sono in grado di dire tutti. Il
sistema che prevalentemente la famiglia SCHIAVONE utilizzava per l’investimento dei soldi
liquidi, era quello di acquistare prevalentemente terreni e proprietà ed intestarli a membri della
famiglia SCHIAVONE e ciò garantiva anche una maggiore copertura per la latitanza di sandokan.
Dopo il sequestro IPAM, la famiglia PASSARELLI, anche attraverso figli, ha iniziato anche a fare
truffe con lo zucchero, in particolare facendo risultare pesi maggiori nelle forniture rispetto a
quelle effettivamente consegnate. Non sono in grado di spiegare esattamente come avvenivano
queste truffe; io ho soltanto ascoltato il discorso con il quale è stato spiegato come la famiglia
PASSARELLI, in particolare il figlio Franco, creava dei fondi in nero ma non so esattamente
17
Richiesta dell’arch. MARIGLIANO Tommaso protocollata dal Comune di Caiazzo al numero 11747 del 15.10.2012
– All. 17
18
Risposta del Comune di Caiazzo protocollata al numero 11820 del 16.10.2012 – All. 18
42
come avvenivano, se con false fatturazioni o addirittura con partite di zucchero acquistate
all’estero che non veniva fatturato.
…omissis…
Quanto dichiarato dal collaboratore trova pieno riscontro negli accertamenti svolti dalla Pg operante
ricostruendo le vicende giudiziarie in cui risultano coinvolti i fratelli PASSARELLI Biagio e
Franco, odierni indagati, nonché dei fratelli PASSARELLI Gianluigi e Davide, essendo gli stessi –
alla stregua di Biagio e Franco – pienamente inseriti ed operativi nell’organigramma societario della
holding di famiglia (vedi schede personali nell’informativa finale della Pg operante dell’11 gennaio
2013)
Quanto all’insofferenza verso i provvedimenti adottati dall’Autorità, oltre alla denuncia specifica
per il reato di cui all’art. 650 C.P., agli atti si rilevano numerose tracce relative ad una costante
irreperibilità di PASSARELLI Biagio; in taluni casi, alcune Autorità Giudiziarie hanno anche
disposto l’accompagnamento coattivo nei confronti di PASSARELLI per le ripetute assenze alle
citazioni in giudizio regolarmente notificategli.
In ultimo, si segnala lo stato di irreperibilità di PASSARELLI Biagio riscontrato nel Giugno del
2009, in occasione della notifica dell’avviso di conclusione indagini nell’ambito del procedimento
penale numero 27526/06 RGNR.
Le implicazioni giudiziarie dei fratelli PASSARELLI Biagio e Franco, soprattutto dopo il sequestro
dell’IPAM e delle altre imprese di famiglia occorso a metà degli anni ‘90, rivelano il loro impegno
ad operare attraverso nuove società, intestate fittiziamente a personaggi di comodo; inoltre, le
ingenti somme di denaro procurate attraverso l’evasione fiscale, truffe ed appropriazioni indebite,
riscontrano formidabilmente quanto dichiarato dal VARGAS circa la necessità impellente dei
PASSARELLI di recuperare, dopo i sequestri Spartacus, quanta più liquidità possibile, al fine di
assicurare alla famiglia SCHIAVONE il recupero della quota investita nel patrimonio e nelle
imprese comuni.
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
Inoltre, posso dire che sono state create, al momento del sequestro IPAM, altre società che
venivano intestate a membri della famiglia PASSARELLI o a soggetti prestanomi, di cui non so,
però, indicare né le società nei i nomi. Conosco solo una persona, un parente dei PASSARELLI o
sposato con un parente dei PASSARELLI, di cui non ricordo il nome, ma so che viveva a
Pinetamare e con una figlia piccola, che si lamentava con me del fatto che era stato usato da
Franco PASSARELLI, il quale gli aveva fatto intestare una società e che per tale intestazione
rischiava il carcere, perché era stata evasa l’IVA per molti miliardi delle vecchie lire, mentre
Franco PASSARELLI, che era il vero responsabile di ciò e che aveva lucrato i soldi dell’evasione
fiscale consegnandoli a sua moglie, di cui non ricordo il nome ma che ricordo essere una bella
donna, non avrebbe avuto alcuna conseguenza.
...omissis…
A.D.R.: In relazione alla persona che ho indicato come prestanome di PASSARELLI che io
conosceva in quanto viveva a Pientamare di Castel Volturno, io so che l’attività che gli era stata
intestata fittiziamente era relativa alla compravendita di zucchero. So anche che questa persona,
con la sua famiglia, si è poi trasferito fuori Regione.
43
A.D.R.: Il motivo per il quale questa persona non ha denunciato PASSARELLI è stato da una parte
il legame familiare che vi era con la famiglia PASSARELLI o di lui personalmente o della moglie,
dall’altra il fatto che la famiglia PASSARELLI ha consegnato a questa persona un ‘contentino’
economico che ha consentito alla famiglia di questa persona di trasferirsi fuori Regione Campania,
non so dove esattamente. In ogni caso, so che questa persona ha avuto diverse vicissitudini
processuali proprio legate a questa maxi evasione che Franco PASSARELLI personalmente aveva
effettuato nella gestione della società formalmente intestata a lui.
…omissis…
Anche questa circostanza trova pieno riscontro negli accertamenti svolti dalla Pg operante.
Il parente dei PASSARELLI di cui si parla è ZACCARIELLO Silvana, nata a Casal di Principe il
22.08.1954, coniugata con APRILE Luigi, nato a Teverola (CE) il 09.12.1947, deceduto in data
20.01.2009 per malattia.
Da accertamenti svolti risulta effettivamente che, dopo aver risieduto in Castel Volturno –
Pinetamare in viale delle Clivie numero 33, il nucleo familiare di APRILE Luigi si è traferito in
Lombardia, precisamente a Melegnano (MI), dove ha dimorato per diversi anni, in via Sandro
Pertini numero 30, pur mantenendo comunque costanti contatti con questa provincia, soprattutto
attraverso ZACCARIELLO Silvana (il dato è ampiamente dimostrato, tra l’altro, dalle
intercettazioni svolte nell’ambito del procedimento penale numero 27526/06 RGNR, con
riferimento al 2006 e agli anni successivi).
Come indicato dal collaboratore, il nucleo familiare di APRILE Luigi comprende anche una figlia,
di nome Silvia, nata a Napoli il 18.05.1987, che il VARGAS ricorda bambina – e tale era in
relazione al periodo a cui si riferisce. ZACCARIELLO Silvana è effettivamente cugina di primo
grado dei fratelli PASSARELLI Franco e Biagio, essendo figlia di PASSARELLI Cristina, nata il
13.03.1927, quest’ultima sorella di Dante.
Il collaboratore afferma che, nel periodo in cui venne sequestrata l’I.P.A.M. (fine 1995, operazione
Spartacus), la famiglia PASSARELLI creò delle società di comodo intestate fittiziamente a soggetti
di loro fiducia e che nell’ambito della gestione di tali società, APRILE Luigi e ZACCARIELLO
Silvana furono implicati in un’indagine avente ad ogetto l’accertamento di una colossale evasione
dell’I.V.A. Tutte le circostanze citate dal VARGAS, sul punto, trovano puntuale conferma negli
accertamenti svolti dai CC Comando Provinciale di Caserta.
In particolare, sia APRILE Luigi che ZACCARIELLO Silvana risultarono destinatari
dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere numero 5495/97/21 e numero 936/98, emessa in data
28 Giugno 1999 dall’Ufficio GIP del Tribunale di Santa Maria C.V., eseguita il 06.07.1999 da
personale della Guardia di Finanza di Firenze e di Caserta, per i reati di associazione per delinquere
finalizzata ad una serie di truffe ai danni dello Stato e della Comunità Europea, emissione di fatture
false, con danno per lo Stato Italiano – per la sola evasione dell’IVA – non inferiore ad una cifra di
circa 2 miliardi e settecento milioni di vecchie lire.
L’inchiesta giudiziaria coinvolse direttamente anche il defunto PASSARELLI Dante e i figli
Biagio, Franco, Gianluca e Davide, destinatari anche loro del medesimo provvedimento (i primi tre
in carcere, gli altri due agli arresti domiciliari). Nel lunghissimo capo di imputazione contestato –
tra gli altri – alla ZACCARIELLO e all’APRILE, nonché a PASSARELLI Dante ed ai quattro figli,
si legge:
44
…per il reato di cui agli artt. 61, nn. 2 e 7, 416 cc. I, II, III e V CP perché, allo scopo di commettere
una serie indeterminata di delitti di truffa aggravata ai danni dello Stato ed emissione ed
utilizzazione di fatture soggettivamente fittizie, in modo da evadere l’Imposta sul Valore Aggiunto e
consumando i reati meglio indicati nei capi che seguono, nonché per eseguire gli stessi e
conseguirne ed assicurarsene il profitto, promuovevano, costituivano, organizzavano,
capeggiavano e partecipavano ad un’associazione superiore a dieci persone caratterizzata dalla
costituzione e/o utilizzazione di una pluralità di società in Italia ed all’esterno le quali si
interponevano nei rapporti commerciali tra i reali cedenti ed acquirenti della merce di interesse
della struttura associativa (in special modo zucchero, generi alimentari, champagne, liquori, bibite
e prodotti per la casa) in modo da sfruttare il regime di esenzione I.V.A. relativamente alle
operazioni commerciali extranazionali, intracomunitarie, facendo figurare come soggetti
importatori, e quindi unici obbligati in via diretta nei confronti dell’Erario del pagamento
dell’Imposta sul Valore Aggiunto per la gran parte del valore dei beni commerciati, o come
soggetti esportatori (questi ultimi, rappresentando ufficialmente di rivendere o comunque di
operare con l’estero, acquistando in Italia con lettera d’intenti e quindi in esenzione I.V.A. per
evitare sistematiche compensazioni tra i debiti fiscali per gli acquisti e i crediti di recupero fiscale
per le esportazioni), ditte continuamente sostituite per non richiamare l’attenzione
dell’amministrazione finanziaria o comunque a seguito dei controlli della Guardia di Finanza, e
che, se importatrici, non effettuavano i versamenti fiscali dovuti, e, se esportatrici, cedevano a
società estere dell’organizzazione o comunque collegate all’organizzazione, le quali poi
rivendevano alle ditte importatrici di comodo sopra descritte, oppure, in violazione delle lettere
d’intenti, direttamente a società italiane caratterizzandosi tutte le suddette società di comodo per
essere prive di patrimonio e con amministratori incapienti (molto spesso mere ‘teste di legno’) in
modo da rendere di fatto impossibile allo Stato il recupero delle imposte non pagate, avvalendosi
inoltre la struttura associativa della copertura derivante da documenti di trasporto e lettere di
vettura internazionali (C.M.R.) che falsamente attestavano come realmente avvenuto il passaggio
delle merci all’estero e comunque presso le società di comodo, così da potere in ogni caso,
procurare ai destinatari finali la merce a prezzi ridotti, nonché ai cedenti reali prezzi vantaggiosi e
cagionando conseguentemente allo Stato Italiano un danno patrimoniale di eccezionale gravità
consistito nel mancato introito di somme spettanti a titolo di I.V.A. per un importo non inferiore
Lire 40 miliardi. In particolare, PASSARELLI Franco, amministratore unico e comunque
‘dominus’ dell’IPAM Zuccheri di Villa Literno, nonché i fratelli PASSARELLI Biagio e
PASSARELLI Davide, con i quali gestiva la predetta società nonché la ‘Dante PASSARELLI & figli
s.r.l.’, imprese che si ponevano come destinatarie finali di gran parte delle merci illecitamente
sottratte al pagamento dell’I.V.A., promuovevano, costituivano, capeggiavano ed organizzavano,
sotto la supervisione ed il controllo del padre PASSARELLI Dante, anch’egli promotore e capo, la
predetta struttura associativa, finanziandola e promuovendo attraverso gli altri associati sotto
indicati, anch’essi con posizione di organizzatori, la costituzione e/o la gestione della società
‘Zuker Und Susswaren’ in Austria, facente capo a IORIO Luigi, IORIO Antonio detto Toni, e DE
PAULI Lothar, ‘Anexos Arom’ e ‘Bebidas y Zumos’ in Spagna, facenti capo DI PALMA Luigi,
FIORENTINO Daniela e DANZA Patrizio, ‘O.P.C. France’ e ‘Cinquestelle’ in Francia facenti
capo a POMPOSELLI Carlo, ‘Sea Land’ gestita da IPOLITO Cataldo nonché, in Italia, di
numerose società tra cui ‘Centro Commerciale Blue Moon’ (di fatto gestita dal predetto
POMPOSELLI), ‘DE.PA.’, ‘Esse.Ei. sas’, ‘Commerciale Friulana’ e ‘PAEMA Sas’ (tutte e quattro
45
facenti capo a ZACCARIELLO Silvana e ad APRILE Luigi detto Enzo …omissis…tutte ditte
attraverso le quali, con il procedimento fraudolento sopra descritto, sottraevano le merci negoziate
all’Imposta sul Valore Aggiunto, ne controllavano il mercato e le procuravano sotto-costo alle loro
imprese e ad altri destinatari finali …omissis…
Fatti commessi in Provincia di Caserta (sede legale ed operativa dell’IPAM Zuccheri e della Dante
Passarelli & figli) e in altri luoghi dal Giugno 1995 al Novembre 1998.
Alla banca dati della Camera del Commercio sono state estrapolate le visure camerali delle società
la cui gestione le indagini attribuirono alla ZACCARIELLO e all’APRILE, documenti da cui sono
stati evinti i nomi dei soci e degli amministratori di ciascuna società. Inserendo alla stessa banca
dati i nominativi dei due soggetti è risultato che:
- APRILE Luigi risulta esser stato amministratore unico della Italmarket Nuova Marano Srl, con
sede in Marano di Napoli via San Rocco numero 71, con oggetto sociale l’acquisto e vendita
all’ingrosso di generi alimentari, dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Napoli numero
887/91 del 27.11.1991;
- ZACCARIELLO Silvana risulta esser stata:
o titolare dell’impresa individuale Zeta Esse di Zaccariello Silvana, con sede in Melegnano
(MI) viale della Repubblica numero 83/85, con oggetto sociale il commercio al dettaglio di
prodotti alimentari e bevande, impresa iniziata l’11.11.2001 e cancellata il 25.10.2007;
o socia accomandante della Polsalumi di Liberti Nicola & c. sas, con sede in Marano di Napoli
via Marano Pianura, Parco del Sole, con oggetto sociale il commercio all’ingrosso di prodotti
alimentari, società cancellata il 25.07.2008;
o titolare dell’impresa individuale ZACCARIELLO Silvana, con sede in Napoli, via Belvedere
numero 64, con oggetto sociale il commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento ed
accessori, iniziata il 25.09.1987 e cancellata il 10.01.2007.
ZACCARIELLO risulta, inoltre, essere acquirente in un atto di compravendita di quote di Srl,
datato 12.10.2007, nella SO.GE.FOOD S.r.l., con sede in Segrate (MI) via Madrid numero 14.
Giova evidenziare che, attualmente, socio unico di detta società è PEZZELLA Luigi, nato a
Dragoni (CE) il 24.08.1946 a carico del quale, alla banca dati SDI, emergono numerosi precedenti
penali, tra cui diversi per violazione delle norme sulle imposte e – con riferimento all’8.07.2012 –
per i reati di riciclaggio aggravato ed associazione mafiosa.
Il collaboratore, nel proprio interrogatorio, descrive infine l’evoluzione dei rapporti economici tra la
famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE, a seguito dell’esecuzione delle misure
cautelari, personali e reali, eseguite a metà degli anni novanta nell’ambito del procedimento
Spartacus, prima efficace offensiva, da parte dello Stato, contro il ‘sistema’ politico – criminale –
imprenditoriale creato dal clan dei Casalesi a partire dagli anni ottanta:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
Dopo il sequestro dell’IPAM e soprattutto dopo Spartacus e l’arresto di Walter SCHIAVONE, le
liquidità per la famiglia PASSARELLI iniziarono a scarseggiare e i rapporti tra la famiglia
SCHIAVONE e la famiglia PASSARELLI iniziarono ad incrinarsi, almeno fino al 2004/2005; in
46
particolare, la famiglia PASSARELLI, la quale fu coinvolta anche nelle vicende giudiziarie con
accuse di associazione mafiosa e con l’arresto del capostipite Dante PASSARELLI, veniva
pressata dalla famiglia SCHIAVONE la quale rivendicava la consegna di soldi liquidi che
dovevano essere gli utili a loro spettanti a titolo di proprietà sostanziale dei beni formalmente
intestati ai PASSARELLI. Tuttavia, i PASSARELLI non potevano pagare tali somme in quanto i
beni erano tutti sotto sequestro. Anche dal punto di vista personale, i PASSARELLI erano restii ad
avere rapporti con i componenti della famiglia SCHIAVONE. In questo periodo i rapporti tra la
famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE venivano curati, per la famiglia SCHIAVONE da
Antonio, fratello di Francesco sandokan e da Nicola SCHIAVONE, figlio di Fratesco sandokan, i
quali riferivano a Dante PASSARELLI le imbasciate che dal carcere giungevano loro da sandokan
e da Walter SCHIAVONE. In particolare, Nicola, così come gli dicevano di fare il padre e lo zio,
chiedeva a Dante PASSARELLI la restituzione dei soldi spettanti a titolo di utili derivanti dalle
attività delle società della famiglia PASSARELLI; Dante PASSARELLI, per suo conto, cercava
di temporeggiare riferendo difficoltà di liquidità legate a tutti i sequestri avvenuti con
l’operazione Spartacus. Questa situazione è andata avanti fino alla morte di Dante PASSARELLI.
A.D.R.: Io non ho elementi diretti di mia conoscenza circa le effettive cause della morte di Dante
PASSARELLI; si dice che sia stato un incidente ma io, siccome so quello che è successo dopo e
conosco le implicazioni economiche che ha comportato la morte di Dante PASSARELLI – vi erano
in ballo interessi di centinai di miliardi delle vecchie lire – non posso escludere, anzi, per come la
penso io, sono convinto che sia stato un omicidio; ma questo è frutto di una mia convinzione
personale, non di cose di cui sono a conoscenza.
…omissis…
Le circostanze citate da VARGAS trovano riscontro negli arresti e nei sequestri operati tra la fine
del 1995 e l’inizio del 1996 a carico dei componenti delle due famiglie (SCHIAVONE e
PASSARELLI), dati per i quali si ritiene sufficiente rinviare ai noti provvedimenti giudiziari. Quale
riscontro sull’attendibilità del collaboratore, giova semmai evidenziare che SCHIAVONE Walter è
stato effettivamente arrestato dopo PASSARELLI Dante, in particolare il 06.02.1996, e ha poi
fruito della misura degli arresti domiciliari nel periodo compreso tra il 26.02.2000 e il 07.05.2000.
SCHIAVONE Antonio, citato nel brano, è effettivamente uno dei fratelli di Francesco detto
Sandokan; è nato a Casal di Principe il 23.10.1962 e risulta esser stato detenuto dal 25.03.1997 al
22.07.1998, venendo da quella data sottoposto agli arresti domiciliari fino al 13.11.2001;
SCHIAVONE Francesco Sandokan è stato arrestato, dopo un lungo periodo di latitanza,
l’11.07.1998.
Questo dato, unito al fatto che SCHIAVONE Nicola figlio di Francesco, risulta aver iniziato ad
operare come elemento di spicco del clan capeggiato dal padre proprio negli anni successivi al
2000, riscontrano positivamente la parte delle dichiarazioni del VARGAS relative alla ‘consegna’
degli ordini, da parte del boss detenuto Francesco SCHIAVONE sandokan, al figlio ed al fratello
Antonio.
Proseguendo ancora nel corso dello stesso interrogatorio:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
47
A.D.R.: Fino alla morte di Dante PASSARELLI, era lui con i figli che, come ho, detto gestiva
l’attività dell’IPAM e inoltre avevano intestate, insieme ai più stretti loro parenti (zii, cugini, ecc.)
tutti i beni che venivano acquistati con i proventi dell’attività dell’IPAM, beni su cui, come ho
detto, vi erano anche le quote spettanti alla famiglia SCHIAVONE. Nel corso dell’attività, la
famiglia PASSARELLI si avvaleva di una serie di persone che curava la distribuzione dei prodotti
sui diversi territori nei quali, anche attraverso l’attività del clan, la famiglia PASSARELLI aveva
imposto i propri prodotti. Queste persone venivano ricompensate attraverso una partecipazione
agli utili che derivavano dai prodotti da loro distribuiti. So queste cose perché anche a me era stato
proposto, da Biagio PASSARELLI, di curare la distribuzione dei prodotti nella zona di mia
competenza, in particolare Villa Literno, Castel Volturno, Casal di Principe, ma io rifiutai perché
già gestivo con mia moglie lo stabilimento balneare e numerose altre attività. Tra i soggetti di cui
sono a conoscenza che svolgevano tale compito, vi è sicuramente Giovanni CERULLO, per la zona
di Castel Volturno, Vincenzo CANTIELLO, il quale si avvaleva anche della collaborazione del
cognato, PAPA Nicola.
A.D.R.: Queste persone erano a conoscenza dei legami della famiglia PASSARELLI con il clan
SCHIAVONE perché erano persone ‘vicine’ alla famiglia SCHIAVONE e che erano state
inserite direttamente in tale attività dalla stessa famiglia SCHIAVONE. Posso dire al riguardo
che CANTIELLO Vincenzo era sposato con Emilia NATALE, sorella di Giuseppe NATALE cognato,
a sua volta, di Francesco SCHIAVONE, avendone sposato una sorella di cui non ricordo il nome.
Nel corso di tale attività di distribuzione, le persone riferivano anche alla famiglia SCHIAVONE
il volume di affari, in modo tale che gli stessi SCHIAVONE potessero avere un ulteriore
strumento di controllo degli utili delle società intestate formalmente ai PASSARELLI ma,
sostanzialmente, compartecipate dalla famiglia SCHIAVONE.
…omissis…
La circostanza trova riscontro negli atti di indagine.
A CANTIELLO Vincenzo, detto il doich, si è fatto riferimento per la sua implicazione nella
vicenda dell’estorsione all’Alvi Spa. Persona fidata di Franco e degli altri componenti della famiglia
PASSARELLI, nel corso del processo che si è concluso dinanzi alla Prima Sezione del Tribunale di
Santa Maria C.V., e che ha visto imputati PASSARELLI Franco e Biagio per l’estorsione all’Alvi
Spa, il CANTIELLO, sentito quale teste, ha dichiarato:
DAL VERBALE D’UDIENZA DEL 19.06.2012 DEL PROCESSO N. 1160/10 R.G. A CARICO DI COPPOLA
19
ELISA +8, AVENTE AD OGGETTO L’ESAME DEL TESTE CANTIELLO VINCENZO :
…omissis…
Dif.: Lei ha mai lavorato alle dipendenze del signor Franco Passarelli? Innanzitutto, lei, sa il
signor Franco Passarelli di cosa si occupa o di cosa si occupava?
Teste: Di zuccheri, di generi alimentari, di ingrosso... di queste cose qua, insomma, di prodotti...
Presidente: Fornitura di prodotti alimentari.
Teste: Alimentari, sì, zucchero, latte... queste cose qua.
Dif.: Lei ha mai lavorato alle dipendenze del signor Franco Passarelli?
19
CANTIELLO Vincenzo, nato a Casal di Principe (CE) il 04.09.1954, soprannominato o doich. Teste della Difesa
nell’ambito del contraddittorio circa il ruolo di Franco e Biagio PASSARELLI nell’estorsione di cui al capo o) della
richiesta di rinvio a giudizio del P.M. – Estorsione all’ALVI S.p.a.
48
Teste: Sì, io ho lavorato alle dipendenze di Biagio Passarelli, credo; insomma, della....
Dif.: No, la mia domanda è di Franco Passarelli.
Teste: La ditta era Passarelli, adesso non so....
Presidente: Lei ricorda che era alle dipendenze di Biagio?
Teste: Facevamo i rappresentanti, sì, eravamo una cooperativa di rappresentanza.
Presidente: Sì.
Dif.: Quindi faceva il rappresentante per Biagio Passarelli o per Franco Passarelli?
Presidente: Lei, prima, ha detto per Biagio.
P.M.: In realtà, chiedo scusa Presidente, ha detto: "dell'impresa".
Presidente: Sì, dell'impresa Passarelli però, lei, prima ha fatto proprio il nome di Biagio, questo lo
devo dire a verbale. Quindi, lei, ricorda per conto di chi? Cioè, Passarelli, ma si ricorda il nome?
Teste: Non ricordo molto bene, ricordo che eravamo una cooperativa di noi che lavoravamo come
rappresentanti e quindi, voglio dire... poi sono passati diversi anni e quindi...
Presidente: Quindi non ricorda bene per quale dei Passarelli.
Teste: Era la ditta Passarelli ma adesso non so...
Presidente: Ho capito, quindi non ricorda il nome di questa ditta.
Teste: Sì, la ditta era Passarelli Dante & Figli, però adesso non so...
Presidente: Quindi, Passarelli Dante & Figli.
Teste: Sì, però adesso non so per chi lavoravo.
Presidente: Perfetto, va bene.
…omissis…
La PASSARELLI Dante & figli s.r.l., avente oggetto sociale, quale attività primaria, il commercio
all’ingrosso di prodotti alimentari e bevande, con sede in Villa Literno via Aversa numero 267, è
stata costituita nel Dicembre del 1984 ed è stata dichiarata fallita con sentenza della Sezione
Fallimentare del Tribunale di Santa Maria C.V. datata 16.01.2004. La società operava, quindi,
prima dell’operazione Spartacus e prima che PASSARELLI Dante decedesse (nel Novembre del
2004). Alla banca dati dell’INPS e della Camera del Commercio risulta che, negli anni 1999, 2000 e
2001, CANTIELLO Vincenzo è stato socio della soc. coop. di produzione e lavoro Euro
Rappresentanze a r.l. con sede in Acerra (NA) via C. Balbo numero 4, costituita il 31.03.1999,
iscritta nel Registro delle Imprese della Camera del Commercio di Caserta il 03.06.1999, in stato di
scioglimento e liquidazione l’8.05.2002 e cancellata il 26.01.2004; la cooperativa aveva ad oggetto
l’attività lavorativa dei soci quali agenti di commercio del settore alimentare.
Nell’assetto societario della Euro Rappresentanze risulta inserito, tra gli altri, CANTIELLO Luigi,
nato a Casal di Principe il 06.05.1954. Prima della costituzione della cooperativa, CANTIELLO
Vincenzo ha lavorato alle dipendenze della PASSARELLI Dante & Figli Srl (1994/1995) e
dell’IPAM (1996/1997) Inoltre, è opportuno segnalare sin d’ora, poiché riscontra altre dichiarazioni
rese dal VARGAS che di qui a breve verranno riportate, che alle dipendenze della stessa
cooperativa risulta aver lavorato anche PENTA Giuseppe, nato a Napoli il 14.12.1979, fratello di
Raffaella, quest’ultima moglie di PASSARELLI Biagio.
Quanto invece ai citati rapporti di parentela di CANTIELLO Vincenzo detto doich con la famiglia
NATALE e il criminale affiliato al clan dei Casalesi PAPA Nicola, risulta che quest’ultimo, nato a
Villa di Briano (CE) il 16.04.1946, residente in Sparanise via Calvi numero 77, è coniugato con
NATALE Maria nata a Casal di Principe (CE) il 13.11.1956. NATALE Maria è sorella di
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NATALE Giuseppe e di NATALE Emilia, quest’ultima sposata con CANTIELLO Vincenzo detto
doich. NATALE Giuseppe, nato a Casal di Principe il 05.06.1959, è invece coniugato con
SCHIAVONE Anna Angelica, nata a Casal di Principe il 16.10.1967, sorella di SCHIAVONE
Francesco detto Sandokan.
E’ stato identificato CERULLO Giovanni, nato a San Cipriano d’Aversa il 02.01.1956, residente
in Castel Volturno, via Domitiana. Questi, imprenditore iscritto al Registro delle Imprese di Caserta
e inserito nell’assetto di società impegnate in vari settori commerciali, dal 05.05.2009 è
amministratore unico, a tempo indeterminato, della Sottosuono Srl, società di ristorazione e
discoteca sita in Via Chiaia di Napoli, di proprietà di PASSARELLI Davide.
CERULLO Giovanni è stato anche dipendente, per gli anni 2008 e 2009, della Commerciale
Europea Spa, amministrata da CANTELLI Susanna. Entrambe le società, sono state sequestrate col
più volte citato decreto di sequestro preventivo emesso il 13.07.2010 nell’ambito del procedimento
penale numero 26877/2010 RGNR.
Nel corso dell’interrogatorio VARGAS ha riferito inoltre:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
A.D.R.: Fino alla morte di Dante PASSARELLI, soprattutto dopo l’operazione Spartacus e tutti i
sequestri che ne erano scaturiti, la famiglia SCHIAVONE, in particolare Walter e Francesco
sandokan, rimproveravano alla famiglia PASSARELLI, in particolare al capostipite Dante, di non
essere stato bravo a mantenere i beni che erano in ‘società’ con la famiglia SCHIAVONE o meglio,
avevano investito i proventi delle attività commerciali acquistando immobili che intestavano a loro
stessi o a loro familiari, con ciò rendendo estremamente facile la riconducibilità degli stessi alla
famiglia PASSARELLI che, una volta che veniva processualmente indicata come ‘famiglia di
camorristi’ era facilmente fatta oggetto di sequestri. In particolare, come ho già detto, più volte dal
carcere, Francesco e Walter SCHIAVONE, per il tramite del figlio Nicola al quale venivano portate
le imbasciate del padre e dello zio, penso dalla madre e dalla zia che si recavano ai colloqui con i
rispettivi mariti, rivendicavano la consegna di soldi liquidi a titolo di riparazione dei proventi
ottenuti dall’attività commerciale, richieste che non potevano essere soddisfatte dal Dante
PASSARELLI in quanto, proprio a causa delle vicissitudini processuali, lo stesso si trovava a corto
di liquidità.
…omissis…
La circostanza trova riscontro nell’ingente sequestro operato nell’ambito dell’operazione Spartacus.
Nella parte successiva dello stesso interrogatorio, VARGAS dichiara:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
Dopo la morte di Dante PASSARELLI e il conseguente smobilizzo dei beni sequestrati in favore
dei figli, smobilizzo avvenuto in quanto il sequestro, all’epoca, non si trasmetteva agli eredi del
proposto, vi fu un notevole riavvicinamento tra la famiglia SCHIAVONE, rappresentata da
Nicola SCHIAVONE, e la famiglia PASSARELLI, in particolare i due figli di Dante, Biagio e
Franco PASSARELLI. In colloqui intrattenuti da me direttamente con Nicola SCHIAVONE, in
epoca immediatamente successiva alla morte di Dante PASSARELLI, lo stesso Nicola
50
SCHIAVONE mi riferì che i figli di questi, avendo riottenuto anche la disponibilità dei conti
correnti sottoposti a sequestro e vendendo gradualmente parte dei beni formalmente intestati alla
loro famiglia ma di proprietà comune con quella degli SCHIAVONE, stavano restituendo, con
soldi liquidi, la parte spettante alla famiglia SCHIAVONE. Nicola mi spiegò che questi soldi
venivano utilizzati da lui stesso per fare nuovi investimenti acquistando beni che venivano però
intestati, quelli ubicati in Casal di Principe a propri parenti non coinvolti in vicende giudiziarie, in
altre zone a prestanomi direttamente gestiti da Nicola SCHIAVONE. Nicola mi disse inoltre che,
proprio tale clima di ritrovata armonia, aveva consentito di fare nuovi affari con la famiglia
PASSARELLI; in particolare, Nicola mi disse che anche sulle nuove attività messe in piedi dalla
famiglia PASSARELLI, dopo il dissequestro dei beni, vi era stata una partecipazione della
famiglia SCHIAVONE; i particolare, io personalmente sono a conoscenza, perché ho potuto
verificarlo di persona, che il deposito aperto da Biagio PASSARELLI di distribuzione alimentare,
in Teverola – zona industriale, era stato finanziato con una partecipazione anche della famiglia
SCHIAVONE.
…omissis…
La circostanza è concordemente indicata da tutti i collaboratori di giustizia sentiti in ogni epoca che,
sul punto, hanno reso dichiarazioni, ma trova un esemplare riscontro nel contenuto delle
dichiarazioni rese da LAISO Salvatore, soprattutto con riferimento all’episodio verificatosi presso i
depositi condotti da PASSARELLI Biagio ubicati in Teverola, precedentemente riportata ed
analizzata
Nel passo successivo dell’interrogatorio VARGAS spiega la diversa strategia adottata da
SCHIAVONE Nicola nel perpetuare i rapporti patrimoniali con i componenti della famiglia
PASSARELLI, al fine di ad evitare di incorrere in nuovi provvedimenti giudiziari comportanti
l’applicazione di misure di natura patrimoniale:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
Nicola mi disse però che lui gestiva i proventi derivanti dalle attività economiche avviate in
società con la famiglia PASSARELLI in modo diverso da quanto era avvenuto tra il padre e
Dante PASSARELLI e cioè, mi disse che, per poter evitare il verificarsi di una situazione
analoga a quella successi con i sequestri di Spartacus 1, era lui che gestiva direttamente il
patrimonio comune, che disponeva le modalità di reinvestimento degli utili, prendendo subito per
sé la quota degli utili spettante alla sua famiglia che veniva reinvestita con le medesime modalità
dei soldi restituiti dai figli di Dante PASSARELLI al momento del dissequestro. Io so, perché ho
potuto verificarlo personalmente, che i rapporti con Nicola SCHIAVONE erano mantenuti
prevalentemente da Biagio PASSARELLI ma anche Franco PASSARELLI aveva cointeressenze
economiche con Nicola SCHIAVONE. Preciso che Biagio e Franco erano comunque in società
commerciale ma si erano suddivisi, anche avvalendosi della collaborazione delle proprie moglie, i
settori di competenza: Franco aveva aperto un ufficio per la distribuzione dello zucchero di fronte
ai Carabinieri di Pinetamare, dove so che aveva comperato anche un appartamento all’interno del
quale aveva aperto l’ufficio. Io so, perché mi sono recato personalmente lì a parlare con Franco
dell’estorsione Alvi di cui ho parlato nel precedente interrogatorio, che nell’ufficio, a curare la
51
gestione della distribuzione dello zucchero, vi erano la moglie CANTELLI Susanna e lui stesso,
Franco PASSARELLI.
AD.R.: Sarei in grado di indicare con precisione sia lo stabile che l’appartamento nel quale era
ubicato l’ufficio di Franco PASSARELLI. Ricordo che l’ufficio era composto da diverse stanze, in
particolare una stanza grande con diverse scrivanie a cui erano sedute varie persone che
fungevano da segretarie o da rappresentanti di zona. Poi vi erano diverse stanze e, nella stanza in
fondo sulla destra era collocato l’ufficio di Franco PASSARELLI. A fianco alla stanza adibita ad
ufficio personale di Franco vi era il bagno. Viceversa, il fratello Biagio, con la collaborazione
della moglie, di cui non ricordo il nome ma so che è di Portici (NA) e che io ho visto diverse volte
in quanto è venuta allo stabilimento balneare che io gestivo con mia moglie, si occupava della
distribuzione di generi alimentari, con lo zio ed un cugino, mentre i fratelli più piccoli dei
PASSARELLI, si occupavano di gestire il restante delle attività dei PASSARELLI presso l’opificio
nel quale era ubicata la sede originaria dell’IPAM.
…omissis…
A.D.R: Nel periodo in cui mi sono recato presso l’ufficio di Franco PASSARELLI ubicato di fronte
alla caserma dei Carabinieri di Pinetamare, lo stesso abitava, con la sua famiglia, nella medesima
zona, a circa 50 metri dall’ufficio, nel parco cosiddetto Orientale, nella Torre 1, parco ubicato
nella discesa dell’entrata di Pinetamare, nei pressi dell’abitazione di mio zio Giovanni VARGAS,
ora defunto.
…omissis…
La circostanza trova ampia conferma nelle indagini svolte nell’ambito dei procedimenti penali
numero 27526/06 RGNR e numero 26877/2010 RGNR: PASSARELLI Franco, attraverso la
Commerciale Europea Spa amministrata da CANTELLI Susanna, risulta essersi occupato
principalmente dell’impacchettamento e della distribuzione all’ingrosso dello zucchero;
PASSARELLI Biagio e gli altri fratelli, invece, risultano essersi dedicati principalmente alle altre
attività della holding di famiglia (immobiliare e distribuzione di generi alimentari, attraverso le
altre società analiticamente sopra riepilogate). Corrisponde al vero, inoltre, il fatto che tutti e
quattro i fratelli (PASSARELLI Biagio, Franco, Gianluca e Davide) pur avendo occupazioni
specifiche nei vari settori commerciali di interesse, hanno mantenuto una gestione unitaria delle
società del gruppo. Risulta vero, ancora, che la Commerciale Europea ha avuto sede, inizialmente,
in uffici siti in Castel Volturno, viale delle Acacie, palazzo di Cristallo; questo, almeno, è ciò che
risulta dalla visura camerale. In realtà – per stessa ammissione dello stesso PASSARELLI Franco, in
sede di esame dibattimentale – l’ufficio della Commerciale Europea, in origine aveva sì sede in
Pinetamare di Castel Volturno, ma in un altro luogo rispetto alla sede formale della società,
precisamente in via delle Mimose, di fronte alla sede della locale Stazione Carabinieri, nelle
immediate vicinanze dell’abitazione dello zio del collaboratore, VARGAS Giovanni, nato a Casal
di Principe il 07.07.1936 (deceduto) e della Torre OR1, ove è ubicato l’appartamento occupato dalla
famiglia di PASSARELLI Franco e CANTELLI Susanna.
Nella successiva parte dell’interrogatorio, VARGAS Roberto ha dichiarato:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
52
Io sono a conoscenza direttamente di queste cose perché mi sono recato, così come ho già indicato
nel precedente interrogatorio, a Teverola, presso Biagio, quando l’ho picchiato per la vicenda
dell’estorsione ALVI. In quella circostanza, come ho già dichiarato, dopo pochi giorni fui
chiamato da Nicola SCHIAVONE il quale mi rimproverò di aver colpito un suo ‘socio’. Questa
affermazione mi confermò, in maniera chiara ed inequivocabile, ciò che mi era stato già detto da
Nicola SCHIAVONE e che cioè, dopo il momento di frizione, la morte di Dante PASSARELLI aveva
consentito il riavvicinamento tra la famiglia SCHIAVONE e la famiglia PASSARELLI e aveva
nuovamente consentito che la famiglia SCHIAVONE utilizzasse la famiglia PASSARELLI per
investire beni di sua proprietà.
…omissis…
Il precedente interrogatorio a cui si riferisce il VARGAS è quello del 07.03.2012, il cui contenuto,
prettamente relativo alla vicenda estorsiva ai danni dell’Alvi Spa.
Quanto alla specifica vicenda del pestaggio citato da VARGAS, è già stato evidenziato come la
circostanza sia stata confermata dallo stesso PASSARELLI Biagio nel corso della sua deposizione
al processo nel quale è stato imputato ed assolto per l’estorsione all’Alvi Spa:
DAL VERBALE D’UDIENZA DEL 03.07.2012 DEL PROCESSO N. 1160/10 R.G. A CARICO DI COPPOLA
ELISA +8, AVENTE AD OGGETTO L’ESAME DELL’IMPUTATO PASSARELLI BIAGIO:
…omissis…
P.M.: Senta, l'episodio che racconta Vargas, che l'ha picchiata, è vero?
Teste: E come!
P.M.: È vera la circostanza?
Teste: Sì.
P.M.: Così come descritto dal Vargas?
Teste: Sì sì, precisamente.
…omissis…
VARGAS nell’interrogatorio del 27.04.2012 riferisce ancora:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
A.D.R.: Posso riferire che Biagio PASSARELLI, tramite Carmine NATALE, aveva incontri con
Mario CATERINO e Nicola PANARO per discutere degli affari comuni in quanto i due soggetti,
cioè Mario CATERINO e Nicola PANARO, erano quelli che Nicola SCHIAVONE aveva scelto
per affiancare Biagio nello svolgimento dell’attività economica comune e che dovevano tutelare
della famiglia SCHIAVONE.
…omissis…
CATERINO Mario, detto Mario ‘a Botta, nato a Casal di Principe (CE) il 14.06.1957, elemento di
spicco del clan dei Casalesi, dopo aver alternato brevi periodi di detenzione, è stato libero da
29.09.2002 al 02.05.2011, giorno del suo arresto dopo più di cinque anni di latitanza; attualmente è
detenuto. Anche PANARO Nicola, nato a Casal di Principe (CE) il 12.09.1968, elemento di spicco
del clan dei Casalesi, dopo aver trascorso in stato di detenzione il periodo compreso tra il
53
27.03.1999 e il 17.07.2002, è stato libero sino al 14.04.2010, giorno del suo arresto dopo esser stato
latitante dall’1.12.2003.
I periodi di libertà dei soggetti citati dal VARGAS sono compatibili con quanto dichiarato dal
collaboratore circa l’affiancamento degli stessi a PASSARELLI Biagio, da parte di SCHIAVONE
Nicola, per la gestione degli affari comuni. Ma c’è di più: CATERINO Mario, da accertamenti
svolti alla banca dati dell’INPS, risulta esser stato formalmente alle dipendenze della DITTA
PASSARELLI DANTE & FIGLI, dal novembre del 1994 al mese di aprile del 1995, mentre dal mese
di aprile al mese di luglio del 1995 risulta esser stato dipendente della I.P.A.M. Srl. Il fatto che negli
anni successivi alla morte di PASSARELLI Dante non si trovino riscontri del genere, con
riferimento alle società gestite dagli eredi e i citati esponenti del clan dei Casalesi, è evidente e
naturale sotto molteplici aspetti: prima lo stato di latitanza di entrambi i personaggi, poi la diversa
strategia adottata da SCHIAVONE Nicola, finalizzata a tenere atteggiamenti più guardinghi nei
rapporti con PASSARELLI Biagio e Franco proprio per evitare che si ripetessero i problemi
giudiziari che avevano investito il rapporto instaurato dal padre, SCHIAVONE Francesco
Sandokan, col defunto PASSARELLI Dante.
Negli interrogatori del 07.03.2012 e del 27.04.2012, VARGAS Roberto ha anche proceduto al
riconoscimento fotografico dei soggetti citati nel corso di precedenti interrogatori:
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 07 MARZO 2012:
…omissis…
Viene sottoposto a VARGAS Roberto fascicolo fotografico composto da numero 16 effigi a colori,
con legenda a parte, contraddistinto dal numero 336/5-20 del 06.03.2012, predisposto dai CC
Comando Provinciale Nucleo Investigativo di Caserta, che viene acquisito al presente verbale di
interrogatorio e ne diviene parte integrante.
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 2:
A.D.R. Riconosco nella foto numero 2 Franco PASSARELLI, figlio di Dante PASSARELLI, di cui
ho già parlato e di cui mi riservo, nel caso in cui me lo chiediate, di riferire ulteriori elementi
riguardanti il suo coinvolgimento nel clan dei Casalesi
L’ufficio dà atto che alla foto numero 2 corrisponde a PASSARELLI Franco, nato a Casal di
Principe il 24.05.1965
Viene sottoposta la foto numero 3:
A.D.R. Riconosco nella foto numero 3 Carmine NATALE, detto ‘a cacata, cognato di Attilio
PELLEGRINO affiliato al clan ZAGARIA; di questo NATALE ho già riferito anche nel corso del
presente interrogatorio. Si tratta di persona di altissima fiducia, sia di BIDOGNETI Cicciotto di
Mezzanotte che di Francesco SCHIAVONE Sandokan. Mi riservo, anche di questo soggetto, di
parlarne più diffusamente se me lo chiedete, in un futuro interrogatorio. So che questa persona, di
professione, lavorava nelle ferrovie col ruolo di bigliettaio.
L’ufficio dà atto che alla foto numero 3 corrisponde a NATALE Carmine, nato a Casal di Principe
il 02.03.1957 detto ‘a cacata.
Viene sottoposta la foto numero 4:
A.D.R. Riconosco nella foto numero 4 CANTIELLO Vincenzo detto doichland di cui parlato
diffusamente nel corso del presente interrogatorio.
54
L’ufficio dà atto che alla foto numero 4 corrisponde a CANTIELLO Vincenzo, nato a Casal di
Principe il 04.05.1954
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 7:
A.D.R. Riconosco nella foto numero 7 Biagio PASSARELLI, persona che ho picchiato e di cui ho
parlato diffusamente nel corso del presente verbale.
L’ufficio dà atto che alla foto numero 7 corrisponde a PASSARELLI Biagio, nato a Casal di
Principe il 21.10.1963.
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 10:
A.D.R. Se non sbaglio è uno dei fratelli PASSARELLI, fratello cioè di Biagio e Franco. Io non ho
mai avuto a che fare direttamente con lui. So che lui stava nelle società commerciali insieme ai
fratelli Biagio e Franco ma, coloro che parlavano direttamente con noi del clan, sono sempre stati
Biagio e Franco.
L’ufficio dà atto che alla foto numero 10 corrisponde a PASSARELLI Gianluca, nato a Caserta
il 27.12.1971
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 12:
A.D.R. Riconosco nella foto numero 12 CORVINO Rodolfo, di cui ho parlato diffusamente anche
nel corso del presente verbale. Ribadisco che era un affiliato al clan dei Casalesi.
L’ufficio dà atto che alla foto numero 12 corrisponde a CORVINO Rodolfo, nato a Caserta il
23.04.1971
Viene sottoposta la foto numero 13:
A.D.R. Riconosco nella foto numero 13 un altro fratello di Biagio e Franco PASSARELLI. Se non
erro è il più piccolo dei fratelli. Anche lui è direttamene coinvolto nella gestione delle imprese di
famiglia anche se, come per il precedente fratello, io non ho mai avuto rapporti diretti con lui
perché, ribadisco, i rapporti il clan li avevano sempre e solo – almeno per quanto so io – Franco e
Biagio PASSARELLI.
L’ufficio dà atto che alla foto numero 13 corrisponde a PASSARELLI Davide, nato a Napoli il
03.02.1977
…omissis…
DALL’INTERROGATORIO DI VARGAS ROBERTO DEL 27 APRILE 2012:
…omissis…
A questo punto, l’Ufficio sottopone a VARGAS Roberto il fascicolo fotografico composto da
numero 19 effigi a colori, con legenda a parte, contraddistinto dal numero 336/5-39 del
26.04.2012, predisposto dai CC Comando Provinciale Nucleo Investigativo di Caserta, che viene
acquisito al presente verbale di interrogatorio e ne diviene parte integrante.
Viene sottoposta la foto numero 1:
A.D.R. Ha una faccia conosciuta ma, al momento, non sono in grado di riconoscerla anzi, ora che
la vedo bene, la riconosco come la moglie di Franco PASSARELLI, CANTELLI mi pare Stefania o
altro nome. In questa foto lei è ritratta con i colpi di sole ma non so dire se è la foto o se invece è
lei che effettivamente si è schiarita i capelli. Quando la vedevo io, lei aveva i capelli più scuri,
castano scuri e, soprattutto, nella foto è venuta meno bella di quanto è di persona. Lei è comunque
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la persona di cui ho parlato nel corso del presente interrogatorio. Non ho altro da aggiungere
rispetto a quanto già riferito.
A.D.R.: Io so perché l’ho personalmente verificato, che la CANTELLI gestiva insieme al marito
Franco tutta l’attività di distribuzione dello zucchero che avveniva negli uffici di Pinetamare di
Castel volturno. Lei non era un mero prestanome del marito ma partecipava effettivamente alla
gestione delle attività di distribuzione dello zucchero.
A.D.R.: Io so, perché lei era di Casale e conosceva bene tutti gli affari della famiglia PASSARELLI,
che anche lei era a conoscenza ed era consapevole quando ha gestito le attività insieme al marito
che vi fossero interessi economici, nella società, della famiglia SCHIAVONE.
A.D.R.: Nicola SCHIAVONE ha sempre fatto riferimento solo al marito Franco come soggetto con
il quale stava in società; non ha mai parlato della moglie CANTELLI.
L’ufficio dà atto che alla foto numero 1 corrisponde a CANTELLI Susanna nata a S. Maria
Capua Vetere il 22.02.1976.
Viene sottoposta la foto numero 2:
A.D.R.: Riconosco nella fotografia numero 2 Nicola SCHIAVONE, erede del padre Francesco
SCHIAVONE sandokan anche nel ruolo di capo clan, di cui ho parlato ampiamente nel presente
verbale.
L’ufficio dà atto che la foto numero 2 ritrae SCHIAVONE Nicola nato a Loreto (AN)
l’11.04.1979.
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 4:
A.D.R.: Riconosco nella foto numero 4 Mario CATERINO detto Mario ‘a botta, esponente di spicco
del clan dei Casalesi di cui ho parlato più volte nel corso del verbale illustrativo della mia
collaborazione. Se non sbaglio, già in altri verbali di interrogatorio l’ho riconosciuto in foto.
L’ufficio dà atto che la foto numero 4 ritrae CATERINO Mario nato a Casal di Principe (CE) il
14.06.1957.
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 10:
A.D.R.: Riconosco nella foto numero 10 PANARO Nicola, di cui ho ampiamente parlato nei
precedenti interrogatori e anche nel presente.Anche lui è un esponente di spicco del clan dei
Casalesi. Posso dire che PANARO aveva paura di Nicola SCHIAVONE ed era in stretto
collegamento con Peppe MISSO, col quale è cresciuto insieme e insieme ad Oreste CATERINO al
seguito di Walterino SCHIAVONE, fratello di Sandokan.
L’ufficio dà atto che la foto numero 10 ritrae PANARO Nicola nato a Casal di Principe (CE) il
12.09.1968.
…omissis…
Le dichiarazioni rese da quattro importanti collaboratori di giustizia sorti tra le fila del clan dei
Casalesi: GUERRA Giuseppe Nazario, CANTONE Francesco, LUCARIELLO Orlando e DIANA
Tammaro confermano e riscontrano quelle rese da VARGAS Roberto, soprattutto per quel che
concerne l’evoluzione degli storici rapporti di natura patrimoniale intrecciati dalla famiglia di
SCHIAVONE Francesco Sandokan con PASSARELLI Dante prima e con i figli dopo;
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GUERRA Giuseppe Nazario, già affiliato al clan dei Casalesi – famiglia SCHIAVONE, gruppo cd.
dei Trentolesi, ha militato nelle fila dell’organizzazione criminale sin dall’inizio degli anni ’90. Ha
iniziato la propria collaborazione con la giustizia nel Dicembre del 2010, fornendo un rilevante
contributo su importanti eventi delittuosi verificatisi in Provincia di Caserta, anche di recente
collocazione temporale, avendo partecipato anche alle attività criminali gestite dal noto criminale
SETOLA Giuseppe nel periodo aprile 2008/gennaio 2009. Il collaboratore ha dunque attraversato,
vivendoli in prima persona, anche i momenti di evoluzione del clan dei Casalesi verificatisi nella
seconda metà degli anni ’90 e durante i primi anni del secondo millennio, risultando con ciò
depositario di informazioni riguardanti anche lo specifico oggetto della presente indagine.
Specificamente sentito sui rapporti tra l’organizzazione mafiosa casalese e la famiglia
PASSARELLI, il GUERRA ha dichiarato:
DALL’INTERROGATORIO DI GUERRA GIUSEPPE NAZARIO DEL 24 MAGGIO 2012:
…omissis…
A.D.R. io ho fatto parte del clan dei Casalesi sin dal 1991. Facevo parte del gruppo di Vincenzo
ZAGARIA, Dario DE SIMONE e Francesco BIONDINO. Sin dal primo momento ho saputo che la
famiglia SCHIAVONE aveva rapporti con la famiglia PASSARELLI, in particolare direttamente
Francesco SCHIAVONE detto Sandokan, aveva rapporti prima con il padre, Dante
PASSARELLI, imputato con noi nel processo Spartacus 1 e poi con i figli, il più grande, Biagio,
e il secondo, Franco.
A.D.R. So che c’erano altri figli ma non so i loro nomi anche perché, i rapporti con il clan
SCHIAVONE li hanno tenuti, dopo il padre, i figli, Biagio e Franco. Io ho conosciuto loro nel
carcere di Santa Maria C.V., al reparto Tamigi, nel 1999/2000, essendo loro detenuti nel medesimo
carcere al reparto Tamigi. Mi pare fossero detenuti per reati di truffa o comunque di natura fiscale.
A.D.R. Anche il fratello di Francesco SCHIAVONE, Walter, aveva rapporti con la famiglia
PASSARELLI. In particolare, ho ascoltato molte conversazioni tra Vincenzo ZAGARIA e Walter
SCHIAVONE nel corso delle quali, Walterino riferiva che la famiglia PASSARELLI cambiava
assegni per il clan SCHIAVONE.
A.D.R. ho sentito anche quello che noi chiamiamo ‘il presidente’, cioè Sebastiano FERRARO, che è
stato imputato con me sia in Spartacus 1 che in Spartacus 3, che si rivolgeva alla famiglia
PASSARELLI, in particolare a Dante, per cambiare assegni.
…omissis…
Trova riscontro la circostanza relativa alla comune detenzione del collaboratore coi fratelli
PASSARELLI presso il padiglione Tamigi del carcere di Santa Maria C.V.: è stato accertato che il
GUERRA, ha occupato la stanza 16 del IV piano del padiglione Tamigi dal 17.05.1999 al
26.01.2000 mentre PASSARELLI Biagio e PASSARELLI Franco hanno entrambi occupato la
stanza 8 del IV piano del padiglione Tamigi dal 21.08.1999 al 29.10.1999, venendo poi scarcerati e
sottoposti agli arresti domiciliari. Trovano riscontro anche le informazioni fornite da GUERRA
circa la posizione giuridica dei due fratelli PASSARELLI in quel frangente carcerario: il
collaboratore ricorda che erano detenuti per …reati di truffa o comunque di natura fiscale… ed
effettivamente, PASSARELLI Biagio e Franco erano stati sottoposti a custodia cautelare in carcere
nell’ambito del già citato procedimento penale numero 5495/97 RG della Procura della Repubblica
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di Santa Maria C.V. per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello
Stato e della Comunità Europea ed evasione dall’imposta sul valore aggiunto.
Quanto ai rapporti diretti tra SCHIAVONE Walter e la famiglia PASSARELLI, circostanza che il
collaboratore dichiara di aver appreso assistendo alle discussioni del proprio capo, ZAGARIA
Vincenzo, con lo stesso SCHIAVONE Walter, così come pure la pratica del cambio assegni e il
ruolo del presidente FERRARO Sebastiano (nomignolo evidentemente riferito alla carica ricoperta
dal FERRARO nell’ambito della società sportiva dell’Albanova Calcio), si tratta di fatti accertati
non solo nel corso del processo Spartacus, ma anche attraverso i riscontri operati alle ulteriori fonti
di prova, principalmente dichiarative, acquisiste nell’ambito di questa indagine.
Nella successiva parte del proprio interrogatorio il GUERRA ha dichiarato:
DALL’INTERROGATORIO DI GUERRA GIUSEPPE NAZARIO DEL 24 MAGGIO 2012:
…omissis…
In ogni caso, io ho sentito la famiglia SCHIAVONE dire che, prima il padre, poi i figli, erano a
disposizione del clan. Vincenzo ZAGARIA, parlando con Walter SCHIAVONE, diceva anche che
Dante PASSARELLI gestiva i soldi di Francesco SCHIAVONE Sandokan. Questa cosa l’ho
sentita io direttamente e mi è stata poi confermata durante il processo Spartacus 1, da Peppinotto
tre bastoni, cioè CATERINO Giuseppe, nonché da Mario ‘a botta, ossia CATERINO Mario, nonché
dallo stesso PANARO Sebastiano, che la famiglia PASSARELLI era ‘prestanome’ della famiglia
SCHIAVONE, cioè gestiva i soldi direttamente di Ciccio SCHIAVONE, cioè Sandokan.
A.D.R.: Fino al 2006/2007 ho appreso direttamente da Vincenzo SCHIAVONE, detto copertone,
che anche i figli di dante PASSARELLI, cioè Biagio e Franco, svolgevano lo stesso ruolo del
padre, questa volta per Nicola SCHIAVONE, cioè gestivano i soldi di Nicola SCHIAVONE ed
erano i suoi prestanomi.
A.D.R.: nei colloqui che ho ascoltato sempre tra SCHIAVONE Vincenzo e Walter SCHIAVONE, ho
appreso – sempre nel 1993/1994 – quando SCHIAVONE Francesco Sandokan era latitante, che
Walterino, che gestiva la cassa del clan, aveva anche lui rapporti con Dante PASSARELLI al posto
del fratello.
A.D.R.: Tutti sapevamo – e quindi anche io perché era fatto notorio tra tutti gli associati al clan
SCHIAVONE – che PASSARELLI Dante era l’intestatario della barca di Walter SCHIAVONE, che
lui possedeva e aveva ormeggiato al Villaggio Coppola. Se non ricordo male, la barca che
utilizzava Walter SCHIAVONE, era stata acquistata direttamente da Dante PASSARELLI con i
soldi che gestiva per conto del clan SCHIAVONE e lui stesso, se non ricordo male, era
l’intestatario della barca.
…omissis…
Anche in questo caso, il collaboratore indica circostanze legandole a personaggi il cui ruolo è
pacificamente confermato anche da numerosi altri collaboratori di giustizia sentiti sul punto.
Per l’attendibilità del collaboratore, quanto dichiarato dal GUERRA trova conferma nei seguenti
riscontri oggettivi:
1. CATERINO Giuseppe, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 19.01.1954 detto Peppinotto
trebastoni, CATERINO Mario, nato a Casal di Principe (CE) il 14.06.1957 detto Mario ‘a
botta, PANARO Sebastiano, nato a Casal di Principe (CE) il 10.08.1969, come il GUERRA,
sono stati effettivamente tutti imputati nell’ambito del noto processo Spartacus 1;
58
2. SCHIAVONE Vincenzo, detto copertone, nato a Casal di Principe (CE) il 10.10.1974, così
come SCHIAVONE Nicola, figlio di Francesco detto Sandokan, erano liberi nel 2006/2007,
ovvero nel periodo in cui il collaboratore avrebbe appreso del ruolo di prestanome svolto da
PASSARELLI Biagio e Franco con SCHIAVONE Nicola proseguendo il rapporto che in
precedenza aveva legato i genitori degli stessi. Lo stesso collaboratore di giustizia, in quel
periodo (precisamente, dall’agosto al dicembre del 2006 e dal giugno del 2007 al 30.09.2008)
era libero nella persona;
3. SCHIAVONE Francesco, detto Sandokan, nato a Casal di Principe (CE) il 03.03.1954, risulta
esser stato latitante dal Novembre del 1993 sino al suo arresto dell’11.07.1998. Negli stessi anni,
e sino al 07.02.1996, il fratello SCHIAVONE Walter era libero nella persona e, con riferimento
a quel periodo, viene concordemente indicato quale referente di spicco del clan dei Casalesi per
la famiglia SCHIAVONE. SCHIAVONE Vincenzo detto copertone, come già detto, nel
1993/1994 (ed anche il 07.02.1996, giorno dell’arresto di SCHIAVONE Walter) era anche lui
libero nella persona così come lo era il GUERRA. Sempre in quegli anni, PASSARELLI Dante
era ancora vivo, essendo deceduto il 04.11.2004;
4. Trova riscontro (e se n’è anche più volte parlato nel corso di questa informativa) la circostanza
relativa allo yacht denominato Anfra III, intestato a PASSARELLI Dante ma di fatto in uso a
Walter SCHIAVONE e ad altri componenti della famiglia di quest’ultimo.
DALL’INTERROGATORIO DI GUERRA GIUSEPPE NAZARIO DEL 24 MAGGIO 2012:
…omissis…
A.D.R.: Sono a conoscenza, inoltre, di un interesse della famiglia PASSARELLI A Maddaloni in
alcuni supermercati per i quali gestivano gli interessi della famiglia SCHIAVONE e per i quali, poi,
entrarono in contatto con i maddalonesi, in particolare con il gruppo facente capo a FARINA
Antonio, ora collaboratore se non sbaglio.
A.D.R.: Non sono a conoscenza di quali interessi effettivamente si trattasse ma, quando ero in
carcere, durante la trattazione di Spartacus 1, con i miei coimputati – cioè Mario CATERINO,
Peppinotto CATERINO – loro mi riferirono che i PASSARELLI, in particolare i figli, erano
coinvolti nella gestione di questi supermercati per conto degli SCHIAVONE, senza indicarmi, però,
i particolari di ciò.
…omissis…
La circostanza, genericamente indicata dal collaboratore, è chiaramente riferita all’estorsione ai
danni dell’Alvi Spa, per la quale PASSARELLI Biagio e Franco sono stati imputati e assolto il
primo e condannato il secondo.
DALL’INTERROGATORIO DI GUERRA GIUSEPPE NAZARIO DEL 24 MAGGIO 2012:
…omissis…
Posso inoltre riferire che io sono sicuro che la famiglia PASSARELLI sia ‘una cosa’ con la
famiglia SCHIAVONE sin dagli anni ’90 perché, verso il Gennaio del 1999, quando mi sono
incontrato con Salvatore CANTIELLO, detto Carusiello, lo stesso mi ha detto che voleva fare delle
attività estorsive nei confronti della famiglia PASSARELLI, che in quel periodo gestiva lo
zuccherificio IPAM, se non ricordo male, e avevano distribuzione di alimenti, in quanto aveva
59
bisogno di trovare fondi per il suo ‘gruppo’ dopo la scissione dalla famiglia BIDOGNETTI ma che
aveva dovuto desistere da ciò in quanto, se avesse compiuto tale estorsione, si sarebbe dovuto
mettere contro la famiglia SCHIAVONE. Questa circostanza mi confermò gli stretti legami tra la
famiglia PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE. Allo stato non ricordo altro in relazione a tali
rapporti.
…omissis…
Preliminarmente va detto che nel Gennaio del 1999, sia il collaboratore che CANTIELLO
Salvatore, detto carusiello, nato a Casal di Principe (CE) il 18.01.1970, erano liberi. Sotto il profilo
oggettivo, la circostanza descritta dal GUERRA, appresa dal CANTIELLO, illustra la sistematica
protezione di cui ha sempre beneficiato la famiglia PASSARELLI grazie al legame diretto col
vertice del clan dei Casalesi, ovverosia con la famiglia SCHIAVONE.
Nella parte finale dell’interrogatorio, GUERRA Giuseppe Nazario ha riconosciuto in fotografia i
personaggi citati nel corso dell’escussione:
DALL’INTERROGATORIO DI GUERRA GIUSEPPE NAZARIO DEL 24 MAGGIO 2012:
…omissis…
A questo punto, l’Ufficio sottopone a GUERRA Giuseppe Nazario il fascicolo fotografico composto
da numero 32 effigi a colori, con legenda a parte, contraddistinto dal numero 336/5-40 del
23.05.2012, predisposto dai CC Comando Provinciale Nucleo Investigativo di Caserta, che viene
acquisito al presente verbale di interrogatorio e ne diviene parte integrante.
omissis…
Viene sottoposta la foto numero 2:
A.D.R.: Mi pare sia Franco PASSARELLI, figlio di Dante PASSARELLI. Non sono sicuro che sia
lui perché non lo vedo dal 1999. Lui è quello di cui ho parlato prima in relazione ai rapporti con la
famiglia SCHIAVONE.
L’ufficio dà atto che la foto numero 2 ritrae PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe (CE)
il 25.05.1965.
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 3:
A.D.R.: Ha un volto conosciuto ma non mi pare di riconoscerlo.
L’ufficio dà atto che la foto numero 3 ritrae NATALE Carmine, nato a Casal di Principe (CE) il
02.03.1957, detto a cacata.
A.D.R.: ora che mi dite il nome e soprattutto dopo che mi dite il soprannome, mi ricordo chi è. E’
uno che ha avuto stretti rapporti con il clan dei Casalesi, in particolare con CANTIELLO
Salvatore, setto carusiello, ed è amico anche dei figli di dante PASSARELLI. Lui ha svolto diversi
compiti per il clan SCHIAVONE tra i quali estorsioni, recupero crediti, cambiava assegni
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 4:
A.D.R.: Io non l’ho mai conosciuto di persona fuori dal carcere, ma dalla foto mi pare sia il
soggetto che noi chiamiamo doichland. Lui era detenuto insieme a me, nel carcere di Santa Maria
C.V., reparto Tevere, non ricordo il periodo nel quale eravamo detenuti insieme; l’unica cosa che
ricordo che, in quel periodo, stavamo insieme al Reparto Tevere. Anche lui era un soggetto vicino
al clan dei Casalesi che operava in stretti rapporti con la famiglia PASSARELLI. Se non ricordo
60
male il suo cognome è CANTIELLO. Non so però effettivamente che tipo di rapporti avesse con la
famiglia PASSARELLI; se non ricordo male, per come mi disse lui, era imputato insieme ai
PASSARELLI e ai maddalonesi.
L’ufficio dà atto che la foto numero 4 ritrae CANTIELLO Vincenzo, nato a Casal di Principe (CE)
il 04.05.1954 detto doichland.
A.D.R.: Ora che me lo dite mi ricordo che, effettivamente, si chiamava in questo modo. In ogni
caso, io lo conoscevo col soprannome doichland.
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 6:
A.D.R.: Riconosco nella foto numero 6 Antonio FARINA, del clan dei maddalonesi di cui ho parlato
prima. Io non lo vedo da un sacco di anni ma mi pare essere proprio lui.
L’ufficio dà atto che la foto numero 6 ritrae FARINA Antonio, nato a Maddaloni (CE) il
25.07.1962;
Viene sottoposta la foto numero 7:
A.D.R.: Non riconosco la persona effigiata.
L’ufficio dà atto che la foto numero 7 ritrae PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe (CE) il
21.10.1963;
A.D.R.: ora che mi dite che è lui io l’ho conosciuto in carcere ma, in questa foto, non mi sembra
lui. Lui è stato detenuto con me insieme al fratello Franco al quarto piano del Reparto Tamigi del
carcere di Santa Maria C.V., nel 1999/2000.
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 12:
A.D.R.: Riconosco nella foto CORVINO Rodolfo. E’ un componente del clan
SCHIAVONE…omissis…
L’ufficio dà atto che la foto numero 12 ritrae CORVINO Rodolfo, nato a Caserta il 23.04.1971;
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 18:
A.D.R.: se non vedo male, la persona ritratta è Nicola SCHIAVONE, figlio di Ciccio SCHIAVONE.
Io me lo ricordo così nel 2008, cioè quando io fui arrestato
L’ufficio dà atto che la foto numero 18 ritrae SCHIAVONE Nicola, nato a Loreto (AN)
l’11.04.1979;
Viene sottoposta la foto numero 19:
A.D.R.: Riconosco nella persona effigiata mario ‘a botta, cioè CATERINO Mario, ‘contabile’ del
gruppo SCHIAVONE, personalmente di Francesco Sandokan, di cui ho parlato prima.
L’ufficio dà atto che la foto numero 19 ritrae CATERINO Mario, nato a Casal di Principe (CE) il
14.06.1957;
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 24:
A.D.R.: Riconosco nella foto Nicola PANARO, detto il principino, cugino di camardone, PANARO
Sebastiano, altro affiliato al clan SCHIAVONE con ruoli direttivi. Lui ha comandato dopo l’arresto
di Sandokan sino a quando il gruppo non è stato preso in mano e diretto dal figlio di Sandokan,
SCHIAVONE Nicola…omissis…
L’ufficio dà atto che la foto numero 24 ritrae PANARO Nicola, nato a Casal di Principe il
12.09.1968;
61
…omissis…
CANTONE Francesco, detto o’malapelle, affiliato di spicco del clan dei Casalesi e referente
dell’organizzazione nei periodi di latitanza e detenzione del fratello CANTONE Raffaele, risulta
aver militato nelle fila dell clan sin dagli anni ’80, quando il sodalizio criminale era ancora
capeggiato da BARDELLINO Antonio. La sua collaborazione con la giustizia, risalente al
31.05.2010, ha da subito fornito un rilevante contributo dichiarativo sia per la ricostruzione degli
assetti delle organizzazioni criminali operanti in Provincia di Caserta, sia per far luce su importanti
e gravissimi eventi delittuosi, di cui in parte è stato anche autore.
Anche in questo caso, si tratta di un collaboratore che ha vissuto in prima persona l’evoluzione del
clan dei Casalesi della seconda metà degli anni ’90 proseguita poi nel 2000 ed oltre; sentito
specificamente sui rapporti tra l’organizzazione mafiosa casalese e la famiglia PASSARELLI,
CANTONE Francesco ha dichiarato:
DALL’INTERROGATORIO DI CANTONE FRANCESCO DEL 29 MAGGIO 2012:
…omissis…
A.D.R.: Conosco Dante PASSARELLI sin dal 1982/83, anni in cui io appartenevo al clan dei
Casalesi frazione BARDELLINO. Già sapevo che la famiglia PASSARELLI era collegata a
BARDELLINO. In particolare, sono venuto a conoscenza che BARDELLINO utilizzava Dante
PASSARELLI per il reimpiego dei denari provento dell’attività illecita. In poche parole, Dante
PASSARELLI riciclava i soldi di BARDELLINO. Posso riferire in particolare, che in quell’epoca,
con il gruppo che faceva capo a Enzo DE FALCO, di cui facevano parte Dario DE SIMONE, Luigi
il marsigliese, Vincenzo ZAGARIA, Antonio IOVINE, abbiamo compiuto una serie di attività
estorsive nei confronti dei titolari di industrie di raccolta pesche nonché fabbriche nelle quali si
trasformavano i prodotti agricoli e, quando andavamo a fare le estorsioni, ci dicevano che
occorreva ottenere molti proventi in quanto erano in corso attività di reinvestimento dei soldi.
…omissis…
La circostanza relativa al controllo dei centri di raccolta della frutta (precisamente anche delle
pesche) trova ampia conferma anche nel racconto fatto proprio dal collaboratore di giustizia DE
SIMONE Dario (cfr. atti processuali delle operazioni Spartacus ed AIMA).
DALL’INTERROGATORIO DI CANTONE FRANCESCO DEL 29 MAGGIO 2012:
…omissis…
In particolare, parlando con Enzo DE FALCO e con lo stesso Dario DE SIMONE, mi dissero che
una delle attività di reimpiego consisteva nell’acquistare del terreno in Lusciano, nella zona detta
‘le mura di martino”, cioè nella zona vicino alla proprietà della famiglia DE CICCO. Questa
circostanza mi fu confermata anche da Luigi il marsigliese ; io non so poi quale terreno sia stato
effettivamente acquistato; posso solo riferire che, negli anni successivi, in particolare negli anni
’90, quando sono andato a casa di Dante PASSARELLI, io sono andato a Lusciano e quindi so che
lui aveva proprietà a Lusciano proprio vicino alle ‘mura di martino’, che era la zona nella quale
bisognava investire negli anni ’90. Quindi ritengo che siano quelli i terreni acquistati con i
62
proventi delle attività illecite del gruppo DE FALCO, gruppo comunque sovraordinato da
BARDELLINO.
…omissis…
I beni di cui parla il collaboratore sono stati individuati nel terreno e negli appartamenti ubicati in
Lusciano Via Leopardi/Via De Gasperi, già oggetto di sequestro preventivo nel 1996 nell’ambito
del procedimento Spartacus, poi sottoposti a sequestro con decreto M.P. numero 96/2009 e numero
08/2010 ex art. 2 ter, comma 11, l. 575/1965 emesso dal Tribunale di Santa Maria C.V. – Sez. M.P.
ed infine a sequestro preventivo, ex art. 321 cpp, numero 26877/2010 RGNR del 13.07.2010, ai
quali si è già fatto più volte riferimento
Ancora, CANTONE, nel corso dello stesso interrogatorio:
DALL’INTERROGATORIO DI CANTONE FRANCESCO DEL 29 MAGGIO 2012:
…omissis…
A.D.R.: Dopo la morte di BARDELLINO, negli anni ‘89/90, nel corso di una riunione svolta a
Parete, nella quale hanno partecipato io, Francesco BIDOGNETTI cicciotto, FERRARO Raffaele e
FELICIELLO Domenico, PEZZELLA Francesco e, forse Luigi DIANA, abbiamo parlato dei beni
che erano intestati ai vari ‘prestanome’ di BARDELLINO e quindi anche dei beni di PASSARELLI
e si disse che, dopo la morte di BARDELLINO, tutti questi beni da ‘San Cipriano’, cioè dalla
famiglia BARDELLINO, dovevano passare a ‘Casale’, intendendo con ciò la famiglia
SCHIAVONE. Si disse che queste persone erano già state contattate per comunicare loro che i beni
che erano formalmente intestati a loro, passavano sotto il diretto controllo della famiglia
SCHIAVONE.
A.D.R.: Negli anni successivi, cioè fino a prima del ’93, ossia prima dell’arresto di Francesco
BIDOGNETTI, io sono andato a chiamare almeno due o tre volte Dante PASSARELLI a Lusciano,
per comunicargli della necessità di un incontro con Cicciotto, per concordare le modalità di
gestione dei beni. Io non so poi effettivamente in cosa sia consistito l’incontro perché io non ho
partecipato. Io era incaricato solo di comunicare a PASSARELLI della necessità di svolgere tale
incontro con BIDOGNETTI. Preciso che, in quell’epoca, BIDOGNETTI era ‘tutt’uno’ con la
famiglia SCHIAVONE.
…omissis…
La circostanza è compatibile tenendo conto dei periodi di detenzione del collaboratore e degli altri
soggetti citati: CANTONE Francesco, BIDOGNETTI Francesco, nato il 29.01.1951, FERRARA
Raffaele, nato il 22.09.1966, FELICIELLO Domenico, nato l’1.01.1959, PEZZELLA Francesco,
nato il 30.12.1955, e DIANA Luigi, nato il 20.08.1968, da accertamenti alla banca dati
dell’Amministrazione Penitenziaria risultano tutti liberi per tutto il 1989; per il 1990, gli stessi
soggetti risultano liberi per l’intero anno – tutti tranne BIDOGNETTI Francesco che viene arrestato
il 28.06.1990 e scarcerato il successivo 10.02.1992. Trova riscontro, in ultimo, l’arresto di
BIDOGNETTI Francesco il 18.12.1993, data dalla quale non è mai più tornato in libertà.
Trova riscontro in una verità processuale ormai consolidata anche il passaggio della gestione del
clan dei Casalesi alle famiglia SCHIAVONE/BIDOGNETTI al termine della faida interna con
colui che ne era stato il fondatore, cioè BARDELLINO Antonio.
63
Nella parte finale dell’interrogatorio reso dal CANTONE il 29.05.2012, con riferimento ad un
periodo in cui egli era detenuto da quasi un decennio, emerge un altro formidabile riscontro agli
elementi prodotti con questa indagine, che solidifica per un verso l’attendibilità delle dichiarazioni
rese dal collaboratore, per altro verso gli elementi probatori a carico degli indagati in relazione ai
fatti oggetto di imputazione
DALL’INTERROGATORIO DI CANTONE FRANCESCO DEL 29 MAGGIO 2012:
…omissis…
A.D.R.: Successivamente, quando sono stato detenuto, in carcere, parlando con Alessandro
CIRILLO e con lo steso SETOLA Giuseppe, coi quale sono stato detenuto in particolare, col
CIRILLO nel carcere di Avellino, col SETOLA nel carcere di Santa Maria C.V., mi dissero che
PASSARELLI era legato alla famiglia SCHIAVONE, in particolare PASSARELLI riciclava i soldi
della famiglia SCHIAVONE. Questa circostanza mi è stata confermata nel 2009 o comunque
prima che io collaborassi (2010), nel corso della detenzione comune presso il carcere di Santa
Maria C.V. da NATALE Carmine, detto Carmine ‘a cacata, persona da me conosciuta molto bene
legata a carusiello nel periodo in cui lo stesso carusiello compì la scissione dal gruppo
BIDOGNETTI. Il NATALE faceva da tramite tra me e carusiello per avere favori, tra i quali un
recupero di soldi da persone di Sant’Antimo che vendevano la ‘pelle’, recupero che fu effettuato da
me con l’aiuto dei VERDE di Sant’Antimo a cui io stesso mi rivolsi.
A.D.R.: Quando eravamo nel carcere NATALE mi disse di essere stato implicato in una vicenda
relativa ad uno zuccherificio di PASSARELLI, zuccherificio che in realtà faceva capo agli
SCHIAVONE, per un’intermediazione con il gruppo dei Maddalonesi, in particolare il gruppo
FARINA; non mi specificò bene di che cosa effettivamente si trattasse. Mi disse di essere
intervenuto in tale attività di intermediazione tra PASSARELLI e il gruppo maddalonese, intervento
che lui aveva effettuato proprio perché gli era stato comandato dalla famiglia SCHIAVONE.
A.D.R.: Insieme a FARINA nel gruppo dei maddalonesi vi era un altro soggetto che forse aveva
sposato una aprente di Carmine e che era stato tanti anni in Germania, di cui ora però non mi
ricordo il cognome anzi, ora che ci penso bene, mi ricordo che il soprannome era doichland. In
quell’occasione NATALE mi ribadì che i soldi dei PASSARELLI erano degli SCHIAVONE, come
tutti ben sapevano.
…omissis…
A.D.R.: Io conoscevo bene Dante PASSARELLI; ho incontrato in carcere il figlio ma con lui non ho
mai avuto rapporti.
A.D.R.: CIRILLO e lo stesso SETOLA mi dissero che loro, pur operando su Villa Literno, non
potevano toccare i PASSARELLI, che erano direttamene collegati agli SCHIAVONE e quindi, se
avessero toccato i PASSARELLI, avrebbero dovuto prima ammazzare gli SCHIAVONE. Questa
cosa era rimasta uguale anche dopo la morte di Dante PASSARELLI e quindi anche con i figli.
Lo stesso SETOLA mi disse che quando sarebbe uscito dal carcere non avrebbe guardato in
faccia a nessuno e quindi si sarebbe rivolto anche ai PASSARELLI nonostante lo stretto legame
con gli SCHIAVONE.
A.D.R.: Sono a conoscenza che Dante PASSARELLI, oltre a reinvestire i soldi del clan faceva una
serie di favori, tra i quali il cambio di assegni; io stesso sono direttamente a conoscenza di questa
sua attività per conto del clan in quanto ne ho parlato direttamente sia con Dario DE SIMONE che
con altri soggetti che cambiavano gli assegni del clan con PASSARELLI.
64
A.D.R.: Più volte, sia Dario DE SIMONE che Luigi il marsigliese cioè BASILE Luigi, mi hanno
confermato che i soldi del clan venivano investiti dai PASSARELLI e che prima o poi anche io avrei
avuto la mia quota sui terreni acquistati a nome dei PASSARELLI.
A.D.R.: Oltre quanto mi disse in carcere Carmine NATALE io non sono a conoscenza di altre
circostanze che riguardano i figli di PASSARELLI. Allo stato non sono in grado di dire oltre sulla
famiglia PASSARELLI se non ribadire che, con chiunque parlavi del clan dei Casalesi, tutti
sapevano che la famiglia PASSARELLI apparteneva al clan dei Casalesi. Ribadisco che ciò è stato
dimostrato anche dal fatto che, quando facevo parte del gruppo SETOLA, lo stesso SETOLA e i
vari reggenti del gruppo succedutisi nel tempo durante il periodo in cui SETOLA era detenuto, non
potevano in alcun modo operare alcuna attività estorsiva sui PASSARELLI nonostante gli stessi
operassero nel territorio di Villa Literno, territorio assegnato ai bidognettiani e poi a SETOLA, in
quanto erano ‘gente’ dei Casalesi e quindi l’estorsione nei loro confronti avrebbe comportato la
reazione della famiglia SCHIAVONE.
A.D.R.: Ho sentito SETOLA in carcere dire che, una volta scarcerato, avrebbe voluto operare
attività estorsive anche nei confronti dei PASSARELLI, nonostante fossero tutt’uno con la famiglia
SCHIAVONE, ma poi non so effettivamente se ciò si sia effettivamente verificato.
…omissis…
Anche in questo caso, i riscontri alle circostanze indicate dal collaboratore sono positivi e muovono
dagli accertamenti alla banca dati del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per la
verifica dei periodi di comune detenzione: il collaboratore risulta esser stato detenuto presso il
carcere di Avellino – Bellizzi dal 27.01.2001 all’8.03.2006; nel periodo dal 27.08.2001 al
13.07.2004, presso lo stesso istituto risulta esser stato ristretto anche CIRILLO Alessandro, detto
‘o sergente, nato a Caserta il 12.11.1976.
CANTONE Francesco è stato poi trasferito presso il carcere di Santa Maria C.V., dove è stato
ristretto dall’8.03.2006 al 03.06.2010. In tale lasso temporale ha potuto incontrare:
- SETOLA Giuseppe, nato a Santa Maria C.V. (CE) il 05.11.1970, il quale risulta essere stato
ristretto presso la stessa Casa Circondariale nei periodi 14.08.2004/18.11.2006,
16.12.2006/24.01.2007, 14.01.2009 (giorno dell’arresto dopo la sua evasione del Maggio
2008)/16.01.2009;
- NATALE Carmine, detto ‘a cacata, nato a Casal di Principe (CE) 02.03.1957, il quale è
ristretto presso la stessa Casa Circondariale dal 16.09.2009;
- PASSARELLI Franco, fu Dante, nato a Casal di Principe (CE) il 24.05.1965, il quale risulta
esser stato detenuto presso la stessa Casa Circondariale dal 17.03.2009 al 24.07.2010.
Più avanti, nel corso dell’interrogatorio, procedendo al riconoscimento fotografico del
PASSARELLI, il collaboratore indicherà anche i reparti di appartenenza: lui al Tamigi,
PASSARELLI Franco al Tevere, circostanza corrispondente al vero, come si evince dall’esito
degli accertamenti compiuti presso la Casa Circondariale di Santa Maria C.V.
Anche sotto il profilo oggettivo le circostanze apprese in carcere dal collaboratore trovano ampio
riscontro con quanto emerso nel corso di indagine: la prima di esse, relativa all’implicazione di
NATALE Carmine nell’intermediazione con il gruppo FARINA di Maddaloni per una vicenda
riguardante lo zuccherificio dei PASSARELLI, è da identificare nella icenda estorsiva ai danni
dell’Alvi Spa, per la quale il NATALE è già stato condannato in sede di giudizio abbreviato,
65
PASSARELLI Franco è stato condannato in sede di giudizio ordinario e PASSARELLI Biagio è
stato assolto in sede di giudizio ordinario.
La seconda circostanza, inerente alle intenzioni del criminale SETOLA Giuseppe, non appena
tornato in libertà, di non voler guardare in faccia a nessuno nell’imposizione di tangenti, ivi
compresa la famiglia PASSARELLI, trova ampio riscontro nei fatti accertati con le indagini di cui
al procedimento penale numero 60470/2008 RGNR
Nella parte finale del proprio interrogatorio, Francesco CANTONE procede ai riconoscimenti
fotografici dei personaggi indiìcati in precedenza:
DALL’INTERROGATORIO DI CANTONE FRANCESCO DEL 29 MAGGIO 2012:
…omissis…
A questo punto, l’Ufficio sottopone a CANTONE Francesco il fascicolo fotografico composto da
numero 32 effigi a colori, con legenda a parte, contraddistinto dal numero 336/5-40 del
23.05.2012, predisposto dai CC Comando Provinciale Nucleo Investigativo di Caserta, che viene
acquisito in copia originale al presente verbale di interrogatorio e ne diviene parte integrante.
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 2:
A.D.R.: Non conosco la persona effigiata nella foto.
L’ufficio dà atto che la foto numero 2 ritrae PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe (CE)
il 24.05.1965.
A.D.R.: Ora che mi dite il nome mi ricordo di averlo visto nel carcere di Santa Maria C.V.; io ero
detenuto al Tamigi e lui se non sbaglio al Tevere.
Viene sottoposta la foto numero 3:
A.D.R.: Riconosco nella foto NATALE Carmine detto carminuccio ‘a cacata di cui ho parlato
precedentemente nel corso del verbale.
L’ufficio dà atto che la foto numero 3 ritrae NATALE Carmine, nato a Casal di Principe (CE) il
02.03.1957, detto a cacata.
Viene sottoposta la foto numero 4:
A.D.R.: Non riconosco la persona effigiata nella foto.
L’ufficio dà atto che la foto numero 4 ritrae CANTIELLO Vincenzo, nato a Casal di Principe (CE)
il 04.05.1954 detto doichland.
A.D.R.: Conosco bene il doichland ma non mi sembra lui nella foto. Io e lui siamo stati detenuti
insieme presso il carcere di Santa Maria C.V. negli anni ‘97/98. Sono a conoscenza che lui ha
sposato una figlia di NATALE Giuseppe, detto Peppiniello. So essere stato uomo che per conto
degli SCHIAVONE ha curato i rapporti con il gruppo dei Maddalonesi per gli affari illeciti del
clan. So che negli ultimi tempi, in carcere, è stato un po’ messo da parte in quanto gli SCHIAVONE
gli rimproveravano che, proprio nella vicenda dello zuccherificio dei PASSARELLI, aveva fatto
delle dichiarazioni contro il clan SCHIAVONE. Mi ricordo che CORVINO Rodolfo mi disse che lui
era stato un infame in quanto, con le sue dichiarazioni, aveva confermato la tesi accusatoria nei
confronti del clan degli SCHIAVONE.
…omissis…
CANTIELLO Vincenzo, soprannominato ‘o doich, è stato detenuto presso il carcere di Santa Maria
C.V. dal 12.02.1996 al 26.02.1998; il collaboratore ha trascorso, presso lo stesso carcere, i periodi
66
compresi tra il 19.01.1996 e il 04.04.1996, nonché quello compreso tra il 18.01.1997 e il
12.05.1998; in tali periodi ha potuto incontrare CANTONE RAFFAELE. Quando il collaboratore
parla dell’intermediazione con i maddalonesi per la vicenda riguardante lo zuccherificio dei
PASSARELLI si è già detto che il riferimento è vicenda dell’estorsione all’Alvi Spa, vicenda
nell’ambito della quale CANTONE Francesco attribuisce – correttamente – un ruolo anche al
CANTIELLO (che, come detto, per tale delitto è stato arrestato il 27.12.2006 e poi condannato in
via definitiva). La circostanza del risentimento da parte del clan dei Casalesi, dovuto alle
dichiarazioni del doich capaci di danneggiare il clan Schiavone, è da inquadrarsi nel contenuto
dell’interrogatorio reso da CANTIELLO Vincenzo al P.M. Dr. Giovanni CONZO della Procura di
napoli- Direzione Distrettuale Antimafia, dopo il suo arresto per l’estorsione all’Alvi Spa,
dichiarazioni che effettivamente sono state utilizzate quale ulteriore elemento di prova per la
contestazione dello stesso delitto a PASSARELLI Franco e Biagio, con la successiva ordinanza di
custodia cautelare del 09.03.2009
L’interrogatorio del CANTONE prosegue con ulteriori riconoscimenti fotografici:
DALL’INTERROGATORIO DI CANTONE FRANCESCO DEL 29 MAGGIO 2012:
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 6:
A.D.R.: Riconosco FARINA Antonio, capo clan di Maddaloni a cui ho fatto riferimento
precedentemente. So che lui, attualmente, è collaboratore di giustizia.
L’ufficio dà atto che la foto numero 6 ritrae FARINA Antonio, nato a Maddaloni (CE) il
25.07.1962;
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 12:
A.D.R.: E’ CORVINO Rodolfo, affiliato al clan SCHIAVONE. Lui ha fatto da tramite tra la
famiglia PASSARELLI, per conto degli SCHIAVONE, e il gruppo di FARINA a Maddaloni. Questa
cosa l’ha svolta già da molti anni. Infatti, nel corso della detenzione comune nel carcere di Santa
Maria C.V. nel reparto Tamigi, già negli anni ’98 si parlava di ciò, durante la detenzione anche di
FARINA e DE MATTEO Angelo, anche loro detenuti presso lo stesso carcere di santa Maria C.V.,
reparto Tamigi. Il suo intento era quello di entrare a Maddaloni, cioè di acquisire il controllo della
città di Maddaloni, per combattere ed andare contro la famiglia BELFORTE che riteneva essere
responsabile della morte del padre.
L’ufficio dà atto che la foto numero 12 ritrae CORVINO Rodolfo, nato a Caserta il 23.04.1971;
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 18:
A.D.R.: Riconosco nella foto Nicola SCHIAVONE, figlio di Francesco SCHIAVONE Sandokan,
reggente del clan fino al suo arresto.
L’ufficio dà atto che la foto numero 18 ritrae SCHIAVONE Nicola, nato a Loreto (AN)
l’11.04.1979;
Viene sottoposta la foto numero 19:
A.D.R.: Riconosco Mario CATERINO, detto á botta, persona di fiducia di Francesco SCHIAVONE
detto Sandokan. Lui aveva i rapporti con tutti e quindi anche con la famiglia PASSARELLI per
conto del clan SCHIAVONE.
67
L’ufficio dà atto che la foto numero 19 ritrae CATERINO Mario, nato a Casal di Principe (CE) il
14.06.1957;
…omissis…
LUCARIELLO Orlando è un altro affiliato di spicco del clan dei Casalesi, legato in particolar
modo alle famiglie SCHIAVONE e RUSSO.
Dalla fine del 2011 collabora con la giustizia e, come CANTONE Francesco, anche lui ha militato
nelle fila dell’organizzazione casalese sin dalla fine degli anni ’80, vivendo in prima persona
l’evoluzione subita dal clan nella seconda metà degli anni ’90 e quella che ha caratterizzato gli anni
2000 sino ai giorni nostri, partecipando e/o apprendendo di gravissimi delitti commessi
dall’organizzazione criminale.
In tale ambito si collocano le sue dichiarazioni, utili sia per ricostruire gli assetti delle
organizzazioni criminali operanti in Provincia di Caserta, sia per far luce su importanti e gravissimi
episodi delittuosi rimasti ancora insoluti. Specificamente sentito sui rapporti tenuti
dall’organizzazione mafiosa casalese e la famiglia PASSARELLI, LUCARIELLO
nell’interrogatorio del 30.05.2012 ha dichiarato:
DALL’INTERROGATORIO DI LUCARIELLO ORLANDO DEL 30 MAGGIO 2012:
…omissis…
A.D.R.: Sono affiliato al clan dei casalesi dal 1988/89. Sono stato affiliato al clan dei casalesi da
Enzo DE FALCO, detto ‘o fuggiasco e sin da quell’epoca sino a quando poi ho iniziato a
collaborare ho fatto parte del clan dei casalesi. In tale contesto, sin dagli anni 89/90 sono stato
sempre a conoscenza dei rapporti che erano esistenti tra la famiglia PASSARELLI e il clan dei
casalesi. Quando parlo della famiglia PASSARELLI mi riferisco essenzialmente a Dante
PASSARELLI, il titolare dello zuccherificio IPAM. I rapporti con il clan dei casalesi, da parte di
Dante PASSARELLI, erano direttamente curati da Francesco SCHIAVONE detto Sandokan.
L’importanza di tali rapporti e del ruolo che lo stesso dante PASSARELLI aveva, era dimostrata
dalla circostanza che la famiglia PASSARELLI fosse ‘intoccabile’ e soprattutto Dante parlava e si
rapportava solo ed esclusivamente con Francesco SCHIAVONE.
A.D.R.: Quando dico che PASSARELLI aveva rapporti solo con Francesco SCHIAVONE intendo
che PASSARELLI era un ‘socio occulto’ di Francesco SCHIAVONE, nel senso che investiva e
riciclava i soldi direttamente della famiglia SCHIAVONE. In particolare, durante al mia militanza
nel gruppo di Enzo DE FALCO, posso riferire che spesso con lo stesso DE FALCO e con gli altri
uomini del gruppo, commentavamo della vicinanza tra PASSARELLI Dante e SCHIAVONE
Francesco e del fatto che lui fosse un imprenditore direttamente riconducibile a Francesco
SCHIAVONE, tanto da renderlo intoccabile, nel senso che nessun’attività estorsiva poteva essere
compiuta nei suoi confronti né potevano essere pretese somme a titolo di partecipazione agli utili
anche quando lo stesso veniva a svolgere attività commerciali nelle zone di nostra competenza. In
particolare, io ero capo-zona di Gricignano d’Aversa, Orta di Atella e paesi limitrofi, in quel
periodo, e non ho potuto mai operare nei confronti di PASSARELLI Dante proprio perché era
direttamente riconducibile a Francesco SCHIAVONE. Voglio dire che queste cose le ho apprese
direttamente durante la mia militanza nel clan dei casalesi, fazione DE FALCO, in quanto spesso
noi, nelle riunioni operative, facevamo il rendiconto dei soggetti a noi ‘vicini’ nonché degli
68
imprenditori che erano ‘vicini’ alle altre fazioni del clan dei casalesi. Così come noi avevamo degli
imprenditori nostri referenti, che in questo momento non ricordo, così la fazione SCHIAVONE
aveva i suoi tra i quali, un ruolo importante aveva la famiglia PASSARELLI. Allo stesso modo, così
come ho già riferito in altri interrogatori, altro imprenditore intoccabile – in quanto vicino alla
famiglia SCHIAVONE – era COPPOLA.
A.D.R.: Quando dopo la morte di Enzo DE FALCO vi è stata la scissione all’interno del clan dei
casalesi e io sono passato alla fazione SCHIAVONE, gruppo RUSSO, direttamente da Giuseppe
RUSSO, mio referente di zona, ho avuto conferma dello stretto legame tra Dante PASSARELLI e
Francesco SCHIAVONE detto Sandokan. In particolare, Giuseppe RUSSO mi confermò che Dante
PASSARELLI riciclava i soldi direttamente di Sandokan Francesco SCHIAVONE, circostanza che
lo rendeva ‘intoccabile’; in quelle occasioni, Giuseppe RUSSO mi ribadì che, qualora avessimo
avuto rapporti commerciali con la famiglia PASSARELLI, nelle zone di nostra competenza, non
avremmo potuto pretendere alcun versamento di somme di denaro in quanto Dante PASSARELLI,
proprio in virtù di tale ruolo, era protetto direttamente da Francesco SCHIAVONE.
A.D.R.: Sia da DE FALCO prima, poi dallo stesso Giuseppe RUSSO e anche da Vincenzo
ZAGARIA, ho appreso che nello zuccherificio IPAM di cui era titolare Dante PASSARELLI, erano
stati investiti soldi propri della famiglia SCHIAVONE e quindi Sandokan aveva un interesse
economico diretto nello zuccherificio; era praticamente ‘socio occulto’ dello zuccherificio IPAM.
A.D.R.: Sono a conoscenza che proprio in virtù del ruolo che PASSARELLI aveva all’interno del
clan dei casalesi, come colui che investiva i soldi provento delle attività illecite e anche della
famiglia SCHIAVONE, altri beni intestati a Dante PASSARELLI erano stati acquistati direttamente
con tali soldi e che vi erano altre attività economiche e commerciali della famiglia PASSARELLI
che erano riconducibili direttamente al Francesco SCHIAVONE.
A.D.R. Non sono in grado di indicare specificatamente quali siano i beni o le attività commerciali,
oltre allo zuccherificio IPAM intestate a Dante PASSARELLI nelle quali vi erano dirette
partecipazioni della famiglia SHCHIAVONE anche perché, così come ho già riferito
precedentemente, Dante PASSARELLI aveva rapporti diretti con Francesco SCHIAVONE e quindi
queste cose non venivano rese note a noi del clan.
A.D.R.: Ricordo inoltre che negli anni 89/90/91, almeno fino alla morte di Enzo DE FALCO che è
avvenuta nel marzo del 91, nella ‘cassa comune’ del clan dei casalesi confluivano una serie di
assegni postdatati che ci venivano consegnati dagli imprenditori nel corso della nostra attività
estorsive, relative soprattutto a cantieri e attività commerciali. Questi assegni venivano cambiati da
una serie di imprenditori a noi vicini tra i quali vi era anche Dante PASSARELLI; nel caso in cui
bisognasse consegnare a Dante PASSARELLI gli assegni da cambiare, proprio in virtù del
rapporto che aveva con Francesco SCHIAVONE, noi del gruppo DE FALCO non potevamo
rivolgerci direttamente a Dante PASSARELLI ma dovevamo consegnare gli assegni a SCHIAVONE
Francesco detto Sandokan che poi provvedeva direttamente a consegnarli a Dante PASSARELLI e
poi lui li versava nella ‘cassa comune’ del clan. Per tale ragione, ricordo che altro ruolo di
PASSARELLI era proprio questo, di cambiare gli assegni. Nell’ambito del rapporto con la famiglia
SCHIAVONE, ricordo anche che PASSARELLI aveva intestata una barca di cui no conosco le
dimensioni, pur avendola vista, che era ormeggiata al porticciolo di Pinetamare, che veniva
utilizzata da Walterino SCHIAVONE, fratello di Francesco Sandokan. Io sono stato invitato ad
andare sulla barca ma, siccome non so nuotare, ho sempre rifiutato.
69
A.D.R.: Questa cosa della barca mi è stata detta direttamente da Giuseppe RUSSO, che eraamico
intimo di Walterino. Io direttamente ho visto Walterino uscire con la barca intestata a Dante
PASSARELLI.
…omissis…
A.D.R.: Non sono in grado di riferire che cosa poi sia accaduto della barca, anche perché, negli
anni successivi, vi sono stati numerosi provvedimenti giudiziari che ci hanno riguardato, tra i quali
soprattutto Spartacus 1, e quindi eravamo impregnati in altre cose più importanti che interessarci
della barca di Walterino.
…omissis…
Sin qui, le dichiarazioni del collaboratore, inerenti alle storiche e stabili cointeressenze patrimoniali
di PASSARELLI Dante con SCHIAVONE Francesco, alla pratica del cambio assegni quale tecnica
di monetizzazione dei proventi estorsivi, da parte dell’organizzazione, nonché al possesso, da parte
di SCHIAVONE Walter, di una barca intestata ai PASSARELLI, ripropongono già riferite da altri
collaboratori e oggetto di riscontro da parte della Pg opernate a cui si è già fatto riferimento in
precedenza.
Proseguendo oltre, nel corso dello stesso interrogatorio il LUCARIELLO ha dichiarato:
DALL’INTERROGATORIO DI LUCARIELLO ORLANDO DEL 30 MAGGIO 2012:
…omissis…
A.D.R.: Io non ho notizie dirette della morte di Dante PASSARELLI. Ufficialmente lui è morto per
cause naturali, o comunque senza che vi sia la responsabilità di terzi ma, se devo dare una mia
opinione personale, anche per gli sviluppi successivi nei rapporti tra la famiglia SCHIAVONE e la
famiglia PASSARELLI, io penso che nella morte di Dante PASSARELLI siano coinvolti anche i
figli, i quali, a differenza del padre che voleva uscirsene dal clan dopo Spartacus 1 e dopo i
numerosi sequestri subiti, o comunque voleva allentare i rapporti con la famiglia SCHIAVONE,
avevano intenzione invece di continuare e proseguire con lo stretto legame con la famiglia
SCHIAVONE e per tale ragione avevano bisogno di liberarsi del padre. Dico ciò perché sono a
conoscenza, proprio per il ruolo che io ho rivestito all’interno del clan SCHIAVONE, che, dopo la
morte di Dante PASSARELLI, i figli, in particolare il primo figlio di Dante PASSARELLI, ha
preso il posto del padre nel rapporto con la famiglia SCHIAVONE. Così come ho
precedentemente riferito, i PASSARELLI erano titolari di una serie di beni ed attività commerciali
nelle quali erano soci occulti la famiglia SCHIAVONE, in particolare Francesco SCHIAVONE e i
suoi più diretti familiari e pertanto, dopo la morte di Dante PASSARELLI, i rapporti economici
sono strati curati dai soggetti che erano allora liberi e posti al vertice del clan dei casalesi, tra i
quali prima Sebastiano PANARO, Nicolino PANARO e Mario CATERINO detto á botta Vincenzo
SCHIAVONE detto PETILLO, e i figli di Dante PASSARELLI.
…omissis…
Ciò che qui rileva è la conoscenza, da parte del LUCARIELLO, della prosecuzione dei rapporti
patrimoniali tra le due famiglie dopo la morte di Dante, a cura dei figli di quest’ultimo, in particolar
modo del primo figlio, ovvero sia PASSARELLI Biagio, e di coloro che, nel tempo, hanno gestito
la cassa del clan dei Casalesi su diretto mandato di SCHIAVONE Francesco detto Sandokan:
PANARO Sebastiano e Nicola, CATERINO Mario e SCHIAVONE Vincenzo detto ‘o petillo,
personaggi concordemente inquadrati in tale ruolo sia dagli altri collaboratori di giustizia che, sul
70
punto, hanno reso dichiarazioni, sia attraverso numerosi provvedimenti giudiziari adottati dall’ A.G.
nel tempo.
Proseguendo con la ricostruzione dei rapporti tra le famiglie PASSARELLI e SCHIAVONE, le
dichiarazioni rese dal LUCARIELLO risultano coerenti con quanto già emerso nel corso di
indagine:
DALL’INTERROGATORIO DI LUCARIELLO ORLANDO DEL 30 MAGGIO 2012:
…omissis…
Successivamente, quando il clan dei casalesi è stato retto direttamente da Nicola SCHIAVONE,
figlio di Francesco, è lui che ha allacciato direttamente i contatti con la famiglia PASSARELLI,
in particolare col primo figlio di Dante. Questa affermazione trova conferma nei grossi interessi
economici che il clan dei casalesi aveva con la famiglia PASSARELLI la quale era intestataria di
numerosi beni ed attività, tra cui anche terreni e beni mobili che erano effettivamente di
proprietà della famiglia SCHIAVONE. Soprattutto dopo che la famiglia SCHIAVONE ha
acquistato sempre più potere all’interno delle diverse fazioni del clan dei casalesi, soprattutto
dopo che gran parte del gruppo DE FALCO era passato nella fazione SCHIAVONE e che dopo
l’arresto di cicciotto mezzanotte il gruppo BIDOGNETTI aveva perso parte del suo potere sul
territorio, anche a seguito del passaggio del gruppo di CANTIELLO Salvatore, detto carusiello,
all’interno della fazione SCHIAVONE, anche l’importanza della famiglia PASSARELLI all’interno
del clan è aumentata, proprio perché titolare di numerosi beni ed attività proprie della famiglia
SCHIAVONE.
A.D.R.: un’ulteriore conferma dello stretto legame tra la famiglia SCHIAVONE e la famiglia
PASSARELLI e di come tale legame abbia agevolato l’attività economica dei PASSARELLI è
rappresentato da una circostanza che io stesso ho potuto verificare quando il clan dei casalesi,
famiglia SCHIAVONE, era retto da Sebastiano PANARO detto camardone. In particolare, mi
ricordo che in quel periodo i PASSARELLI, che svolgevano anche attività di distribuzione di generi
alimentari nella provincia di Caserta, ebbero problemi nell’alto casertano. Quando parlo di alto
casertano intendo la zona di Maddaloni e paesi limitrofi. In particolare vi furono dei contrasti
legati all’attività di distribuzione dei generi alimentari con il gruppo capeggiato da FARINA
Antonio e da D’ALBENZIO che allora capeggiavano la ‘zona’ di Maddaloni e paesi limitrofi. Per
elidere tali contrasti, mi ricordo che lo stesso camardone mi disse che la famigalia SCHIAVONE
aveva fatto intervenire Vincenzo SCHIAVONE detto petillo per fare da intermediario con il gruppo
FARINA o D’ALBENZIO, in ogni caso con quelli che comandavano in quelle zone. Grazie
all’intervento del clan dei casalesi, fazione SCHIAVONE, i PASSARELLI potettero svolgere la loro
attività di distribuzione alimentare anche in quelle zone senza avere più fastidi od ostacoli dai
grupi criminali egemoni anche nell’alto casertano.
A.D.R.: Queste cose di cui sto parlando si sono verificate negli anni 97/98 nel periodo in cui io e
Sebastiano PANARO, detto camardone, eravamo latitanti per il processo Spartacus. In quel
periodo, proprio grazie alla famiglia SCHIAVONE, i PASSARELLI potevano svolgere la loro
attività di distribuzione di generi alimentari in tutta la provincia di Caserta e anche fuori dalla
stessa senza avere fastidi.
…omissis…
71
In relazione a quantio riferito dal collaboratore di giustizia la Pg operante ha effettivamente
accertato che:
- LUCARIELLO Orlando risulta esser stato latitante dal 05.12.1995 al 29.05.2000, in quanto
resosi irreperibile il giorno dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere
numero 3615/R/93 RGNR e numero 4458/95 R GIP emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di
Napoli il 29.11.1995 (Spartacus 1).
- PANARO Sebastiano è stato latitante una prima volta a seguito dell’emissione della citata
ordinanza Spartacus 1, dal 05.12.1995 al 24.05.1997; scarcerato in data 19.08.1999, è stato
nuovamente latitante dall’11.09.1999 al 09.02.2000.
- D’ALBENZIO Clemente, nato a Maddaloni (CE) il 04.12.1955, esponente di vertice del clan
Maddalonese, nel periodo di interesse risulta esser stato libero dal 16.10.1997 al 29.10.1999 e
poi, ancora, dal 16.11.1999 al 12.12.2005.
- SCHIAVONE Vincenzo detto ‘o petillo, nato a Casal di Principe (CE) il 19.03.1978, risulta
esser stato libero dal 15.07.1997 al 15.08.2000.
- FARINA Antonio, collaboratore di giustizia, il 24.01.1997 viene assegnato alla casa di lavoro
di Modena e, fino alla liberazione del 25.05.2000, fruisce di lunghi periodi di licenza (quindi di
libertà), dal 07.06.1999 al 20.10.1999, dal 24.12.1999 al 03.01.2000, e poi ininterrottamente
dal 10.01.2000.
- Gli ultimi mesi del 1999 e quelli iniziali del 2000 sono quelli in cui tutti i soggetti erano liberi
ed è proprio all’inizio del 2000 che FARINA Antonio colloca l’origine della vicenda estorsiva
ai danni dell’Alvi Spa, vicenda che va dunque identificata nei contrasti avuti col gruppo di
Maddaloni da parte dei PASSARELLI nella distribuzione dei generi alimentari (per la
collocazione temporale della genesi dell’estorsione all’Alvi Spa, cfr dichiarazioni rese sul
punto da FARINA Antonio nell’ambito del processo numero 1160/10 RG, udienze del
20.12.2011 e del 17.01.2012).
Dopo le ultime precisazioni sull’attualità dei rapporti tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia
SCHIAVONE, il collaboratore conclude il proprio interrogatorio con il riconoscimento fotografico
di alcuni personaggi:
DALL’INTERROGATORIO DI LUCARIELLO ORLANDO DEL 30 MAGGIO 2012:
…omissis…
A.D.R.: La protezione della famiglia SCHIAVONE nei confronti della famiglia PASSARELLI,
continua sicuramente anche oggi perché, essendo la famiglia PASSARELLI socia di fatto della
famiglia SCHIAVONE, il clan dei casalesi, fazione SCHIAVONE, proteggerà sempre i
PASSARELLI perché titolari di interessi economici comuni e quindi, proteggendo gli interessi
economici della famiglia PASSARELLI, gli SCHIAVONE proteggono direttamente i propri interessi
economici.
A.D.R.: Così come ho già detto, al momento della mia sottoposizione al regime del 41 bis, nel 2008,
giorno dal quale non sono stato più informato delle vicende del clan, i rapporti tra la famiglia
SCHIAVONE e la famiglia PASSARELLI, erano mantenuti direttamente da Nicola SCHIAVONE
che si rapportava con i figli di dante PASSARELLI, soprattutto con il primo di cui però non sono a
conoscenza del nome.
72
A.D.R.: Io ho conosciuto direttamente Dante PASSARELLI ma non ho mai conosciuto
personalmente nessuno dei figli.
A questo punto, l’Ufficio sottopone a LUCARIELLO Orlando il fascicolo fotografico composto da
numero 32 effigi a colori, con legenda a parte, contraddistinto dal numero 336/5-40 del
23.05.2012, predisposto dai CC Comando Provinciale Nucleo Investigativo di Caserta, che viene
acquisito in copia originale al presente verbale di interrogatorio e ne diviene parte integrante.
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 7:
A.D.R.: Non conosco la persona effigiata nella foto.
L’ufficio dà atto che la foto numero 7 ritrae PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe (CE) il
21.10.1963;
A.D.R.: Ho capito dal nome che è un altro figlio di PASSARELLI ma così come ho detto
precedentemente, io ho conosciuto di persona solo il padre, mentre non ho mai conosciuto i figli.
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 12:
A.D.R.: Riconosco nella foto CORVINO Rodolfo, affiliato al gruppo SCHIAVONE. Lui operava in
stretta collaborazione con Vincenzo SCHIAVONE detto ‘o petillo. Era incaricato di effettuare
prevalentemente estorsioni per conto del clan.
A.D.R.: Non sono a conoscenza di eventuali rapporti tra Rodolfo CORVINO e la famiglia
PASSARELLI. Posso dire che lui prendeva ordini direttamente da Sebastiano PANARO camardone.
L’ufficio dà atto che la foto numero 12 ritrae CORVINO Rodolfo, nato a Caserta il 23.04.1971;
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 18:
A.D.R.: Riconosco nella foto Nicola SCHIAVONE, figlio di Francesco Sandokan, di cui ho parlato
nel corso di questo verbale di interrogatorio, quale reggente del gruppo SCHIAVONE.
L’ufficio dà atto che la foto numero 18 ritrae SCHIAVONE Nicola, nato a Loreto (AN)
l’11.04.1979;
Viene sottoposta la foto numero 19:
A.D.R.: Riconosco nella foto CATERINO Mario detto á botta di cui ho parlato nel presente verbale.
Lui era alle dirette dipendenze di SCHIAVONE Francesco Sandokan e aveva fra i vari compiti
quello di essere il ‘cassiere’ del gruppo, cioè dell’intero clan dei Casalesi. Lui partecipava anche
alle spartizioni con il gruppo di Cicciotto Mezzanotte. Ha sempre avuto un ruolo di vertice
all’interno del clan…omissis…
L’ufficio dà atto che la foto numero 19 ritrae CATERINO Mario, nato a Casal di Principe (CE) il
14.06.1957;
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 24:
A.D.R.: Riconosco nella foto Nicolino PANARO, di cui ho parlato nel presente verbale di
interrogatorio ed anche in altri verbali. Lui è un nipote di Francesco SCHIAVONE Sandokan e per
un periodo è stato reggente del gruppo SCHIAVONE sempre per conto di Francesco SHCIAVONE.
L’ufficio dà atto che la foto numero 24 ritrae PANARO Nicola, nato a Casal di Principe il
12.09.1968;
…omissis…
73
DIANA Tammaro, ritenuto affiliato al clan dei Casalesi, detenuto dal 15.11.2010 al 18.04.2012,
decide di collaborare con la giustizia il 20.09.2011. Le sue dichiarazioni trovano sin da subito
importanti riscontri in attività di indagine, in particolare il collaboratore indica all’organo di P.G.
delegato per il sopralluogo, i luoghi ove erano occultate micidiali armi da guerra clandestine e un
cospicuo munizionamento riconducibili al clan dei Casalesi, armi che venivano recuperate e
sottoposte a sequestro.
Nel corso della propria collaborazione ha reso importanti dichiarazioni, utili a far luce su numerosi
gravi delitti, ad alcuni dei quali DIANA Tammaro ha dichiarato anche di aver preso parte. Ciò che
maggiormente rileva per l’odierna imputazione a carico dei fratelli PASSARELLI, è la
combinazione dello status di imprenditore dI DIANA Tammaro con quello di affiliato al clan dei
casalesi.
Dal 2003 e sino al suo arresto, egli è stato alle dipendenze della TOP MARKET Srl, con sede in
Villa Literno via Porchiera numero 6, società gestrice di supermercati facente capo ai genitori del
collaboratore, DIANA Antonio e DONGIACOMO Maria. Insieme al padre e al fratello DIANA
Francesco Paolo, è socio della GIOLÌ Srl, con sede in Villa Literno via Porchiera numero 6, c.s. di
euro 1.200.000, avente come oggetto sociale la gestione di una media struttura di vendita al
dettaglio alimentare (le quote della società sono attualmente sottoposte a sequestro preventivo
nell’ambito del procedimento penale numero 42975/05 RGNR).
Il diretto inserimento dI DIANA Tammaro nel mondo imprenditoriale del territorio governato
dall’organizzazione criminale casalese, rende le sue dichiarazioni particolarmente indicative nella
parte in cui descrive i sistemi di riciclaggio dei capitali illeciti del clan. Inoltre, trattandosi di un
settore commerciale specifico, quello della distribuzione di generi alimentari, la circostanza diventa
ancor più indicativa per l’odierna vicenda.
DIANA Tammaro è stato interrogato sui rapporti tra la famiglia PASSARELLI e la famiglia
SCHIAVONE il 31.05.2012 e ha così riferito:
DALL’INTERROGATORIO DI DIANA TAMMARO DEL 31 MAGGIO 2012:
…omissis…
A.D.R.: Posso riferire che mio padre, mi ha sempre raccontato che negli anni ’80, non posso dire
con precisione quando anche perché io ero piccolo e queste cose le ho sapute da mio padre
successivamente, lui svolgeva attività di distribuzione alimentare nella provincia di Caserta, in
particolare nell’agro aversano e nei comuni di Castel Volturno, Villa Literno, Licola e altri.
Nell’ambito di tale attività, il concorrente più pericoloso, anche perché la sua era concorrenza
sleale, era la famiglia PASSARELLI, la quale godeva nell’attività di distribuzione di generi
alimentari, dell’appoggio del clan dei Casalesi. In particolare, mio padre mi diceva che, ogni
qualvolta vi erano forniture da parte della famiglia PASSARELLI, non si poteva entrare in
concorrenza e quindi lui evitava di contattare gli esercizi commerciali riforniti da Dante
PASSARELLI per evitare di essere rimproverato dai ‘casalesi’ che gli ricordavano che
Dantuccio doveva avere l’esclusiva.
…omissis…
Effettivamente, DIANA Antonio è piccolo imprenditore, quale coltivatore diretto, dal 1969, la TOP
MARKET Srl risulta esser stata costituita il 03.07.1986 ed è quindi coeva alla PASSARELLI Dante
& figli Srl costituita, come si è detto, nel Dicembre del 1984. Se si tiene conto, infine, che il
74
collaboratore è nato il 27.06.1976, effettivamente in quegli anni egli era piccolo, come da lui
dichiarato. Proseguendo oltre, il DIANA ha riferito:
DALL’INTERROGATORIO DI DIANA TAMMARO DEL 31 MAGGIO 2012:
…omissis…
A.D.R.: Già all’inizio degli anni ’90, mio padre, nella gestione dei nostri supermercati, era
obbligato dai ‘casalesi’ a ritirare lo zucchero presso i PASSARELLI, ricordo che all’epoca lo
zuccherificio si chiamava IPAM. Lo stesso accadeva anche con altri prodotti che noi vendevamo
nei supermercati, quali ad esempio le carni, che il clan dei casalesi, fazione TAVOLETTA, ci
imponeva di acquistare presso la ditta che faceva capo al cognato di TAVOLETTA Pasquale,
UCCIERO Fortunato e il fratello Adolfo. Poi, anche quando io sono entrato alla gestione dei
supermercati, a metà degli anni ’90, ho potuto verificare di persona che, effettivamente, lo
zuccherò veniva ritirato presso lo zuccherificio IPAM, sempre per obbligo imposto dal clan dei
casalesi. In seguito, ricordo, che il marchio IPAM diventò KERO’, intorno al 2003, che faceva capo
sempre ai PASSARELLI. In particolare, Franco PASSARELLI, figlio di Dante, quando siamo
diventati ‘SISA’ e quando, quindi, non potevamo più scegliere noi il distributore dello zucchero
ma dovevamo affidarci direttamente alla SISA, la quale ci dava la possibilità di scegliere tra una
serie di rifornitori, siccome il PASSARELLI aveva ottenuto di rifornire direttamente la SISA, egli
inviava dei propri collaboratori, tra i quali i ricordo sicuramente un soggetto a nome Giovanni, di
cui non ricordo il cognome ma che sarei in grado di riconoscere sicuramente qualora mi fosse
mostrato in foto e che so che attualmente abita a Pinetamare, e un altro di cui non ricordo il nome,
che abita sempre a Pinetamare e che sarei in grado di riconoscere anche lui se visto in fotografia, i
quali dovevano controllare se nei diversi punti vendita della SISA, tra cui anche i nostri, vi
fossero stati in vendita i prodotti del marchio KERO’, che in quell’epoca non produceva solo
zucchero ma anche altri generi alimentari. Le volte in cui i collaboratori di Franco PASSARELLI
– che in realtà si sono alternati fra loro – verificavano l’assenza negli scaffali dei prodotti a
marchio KERO’, seppure mai con minacce dirette mi facevano capire, con tono intimidatorio, che
non era giusto non avere prodotti di quella marca perché altrimenti Francuccio (cioè Franco
PASSARELLI) si sarebbe arrabbiato facendomi capire le conseguenze negative a cui potevo andare
incontro. Io capivo quando si riferiva a Francuccio, che dietro di lui c’era il clan dei casalesi in
quanto, dai racconti di mio padre, ero ben consapevole che nelle ditte di PASSARELLI vi fossero
gli interessi del clan dei casalesi, in particolare direttamente della fazione facente capo alla
famiglia SCHIAVONE.
…omissis…
L’esistenza di emissari dei PASSARELLI che controllavano che nella zona di competenza
criminale del clan dei Casalesi fossero distribuiti unicamente prodotti a marchio IPAM e poi KERÒ,
è stata dimostrata anche attraverso l’individuazione di società di rappresentanza, formalmente
costituite, nel cui ambito erano regolarmente inseriti anche criminali riconducibili allo stesso clan
(CANTIELLO Vincenzo, detto il doich, quale socio della soc. coop. di produzione e lavoro Euro
Rappresentanze a r.l.).
Il Giovanni specificamente indicato da DIANA Tammaro quale collaboratore dei PASSARELLI, è
verosimilmente CERULLO Giovanni, il quale è stato alle dipendenze della Commerciale Europea
75
Spa, ha collaborato in altre imprese gestite dalle società dei PASSARELLI ed abita, effettivamente,
in Pinetamare di Castel Volturno (CE).
L’insegna SISA nei supermercati della TOP MARKET Srl è facilmente collocabile dal punto di vista
cronologico attraverso gli accertamenti svolti dalla Pg operante presso le Banche dati delle Forze di
Polizia.
La società dei DIANA, infatti, è tuttora socia della Fondazione S.I.S.A. Spa detenendo 30 azioni
ordinarie di 500 euro ciascuna, il cui acquisto, alla banca dati degli atti del Registro, risale al
28.01.2000.
La circostanza è compatibile con l’inizio dell’attività della Commerciale Europea – Società per
Azioni con marchio Kerò, la quale viene costituita il 17.06.1998 ed iscritta alla Camera di
Commercio di Caserta il 23.06.1999, nel cui oggetto sociale originario figura, tra l’altro,
l’istituzione di stabilimenti organizzati per l’attività industriale di impacchettamento e lavorazione
di prodotti alimentari in genere mentre, sempre in origine (riferimento del 20.03.2000), l’attività
esercitata nella sede operativa è indicata come commercio all’ingrosso di tutti i prodotti alimentari,
comunque preparati e conservati, compresi il latte ed i suoi derivati, bevande liquori e surgelati.
Inoltre, è ormai pacifico il dato che, per quanto l’attività principale sia quella
dell’impacchettamento dello zucchero, la Commerciale Europea distribuisca anche altri prodotti
alimentari oltre allo zucchero.
Risulta, inoltre, che la SISA sia cliente della Commerciale Europea Spa, come accertato attraverso
l’amministrazione giudiziaria della società.
DALL’INTERROGATORIO DI DIANA TAMMARO DEL 31 MAGGIO 2012:
…omissis…
Di ciò ho avuto conferma anche quando, nel corso della mia detenzione presso il carcere di santa
Maria C.V., dal 26/8 al 14/9 del 2011, sono stato allocato nella stessa cella al Reparto Tevere,
piano II, con MONTELLA Ciro detto ‘ninuccio barbone’, appartenente al clan SCHIAVONE.
Colloquiando con MONTELLA Ciro lui mi ha confidato che il clan degli SCHIAVONE aveva diretti
interessi nelle aziende dei PASSARELLI, tanto da imporre a tutti gli agricoltori di Casal di
Principe, Villa Literno e altri comuni viciniori, di consegnare le barbabietole da zucchero alla
famiglia PASSARELLI nel deposito sito lungo la strada che da Casal di Principe porta a Villa
Literno. Stessa cosa avveniva anche per la coltivazione di grano destinato alla produzione di
farina, sempre da parte dei PASSARELLI.
A.D.R.: io ho conosciuto anche il fratello Davide PASSARELLI ma con lui non ho mai parlato della
gestione dello zuccherificio. Voglio precisare, comunque, che nemmeno con Franco PASSARELLI
io ho mai parlato di tali imposizioni dello zucchero perché, così come ho detto, questa situazione si
era già cristallizzata quando io ho iniziato ad occuparmi della gestione dei supermercati perché
l’accordo era già stato fatto con mio padre.
A.D.R.: Altri soggetti che operavano in stretta collaborazione economica con i PASSARELLI, in
quanto si occupavano prevalentemente del trasporto dei prodotti dei PASSARELLI, era la famiglia
FONTANA Michele e Giovanni, di Villa Literno.
…omissis…
Da accertamenti svolti alla banca dati del DAP e presso l’Ufficio di P.G. della Polizia Penitenziaria
presso la Casa Circondariale di Santa Maria C.V., emerge che DIANA Tammaro è stato
76
effettivamente detenuto presso il carcere di Santa Mara C.V., Reparto Tevere, 2° piano, stanza 17,
unitamente a MONTELLA Ciro, nato a Napoli l’1.06.1947.
Anche la circostanza relativa alla collaborazione di FONTANA Michele, titolare di azienda di
autotrasporto di merci, trova pieno riscontro, come dimostrano alcune telefonate intercettate a
carico di PASSARELLI Franco nell’ambito del procedimento penale numero 27526/06 RGNR e
utilizzate nel procedimento penale numero 26877/10 RGNR.
DALL’INTERROGATORIO DI DIANA TAMMARO DEL 31 MAGGIO 2012:
…omissis…
A.D.R.: Io sapevo per come mi era stato raccontato da mio padre e anche da altri componenti del
clan nel periodo in cui vi ho fatto parte anche io, tra cui VARGAS Domenico, che nelle attività dei
PASSARELLI vi erano interessi economici della famiglia SCHIAVONE ma non so, perché non mi è
stato mai specificato, in che cosa consistessero tali interessi e la natura dei rapporti tra la famiglia
PASSARELLI e la famiglia SCHIAVONE. Posso poi riferire, per averlo sentito sempre da VARGAS
Domenico, che interessi degli SCHIAVONE e dei PASSARELLI vi erano anche nella squadra di
calcio del Casal di Principe, Albanova; queste cose Domenico le sapeva in quanto aveva
sponsorizzato un suo amico, Moggio Luigi, per farlo giocare nell’Albanova. Io so che lui è stato
tesserato per due o tre anni nella squadra dell’Albanova.
A.D.R.: Allo stato non sono in grado di riferire altro sulla famiglia PASSARELLI.
…omissis…
VARGAS Domenico citato dal collaboratore si identifica in VARGAS Domenico detto Mimmo,
nato a Napoli il 12.01.1970, domiciliato in Pinetamare di Castel Volturno, affiliato al clan dei
Casalesi gruppo Bidognetti e cugino di VARGAS Pasquale Giovanni e VARGAS Roberto,
elementi di spicco della fazione Schiavone dello stesso clan, oggi collaboratori di giustizia
Le cointeressenze della famiglia PASSARELLI nella società sportiva Albanova Calcio sono già
oggetto di trattazione in precedenza
L’interrogatorio di DIANA Tammaro si conclude con il riconoscimento fotografico dei soggetti
citati dal collaboratore:
DALL’INTERROGATORIO DI DIANA TAMMARO DEL 31 MAGGIO 2012:
…omissis…
A questo punto, l’Ufficio sottopone a DIANA Tammaro il fascicolo fotografico composto da numero
32 effigi a colori, con legenda a parte, contraddistinto dal numero 336/5-40 del 23.05.2012,
predisposto dai CC Comando Provinciale Nucleo Investigativo di Caserta, che viene acquisito in
copia originale al presente verbale di interrogatorio e ne diviene parte integrante.
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 2:
A.D.R.: Riconosco nella foto Franco PASSARELLI, figlio di Dante, di cui ho parlato
precedentemente.
L’ufficio dà atto che la foto numero 2 ritrae PASSARELLI Franco, nato a Casal di Principe (CE)
il 24.05.1965.
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 7:
77
A.D.R.: Riconosco Biagio PASSARELLI, altro figlio di Dante. Si occupava della gestione delle
attività commerciali della famiglia PASSARELLI, unitamente al fratello Franco e agli altri. Da lui
ho comperato dei carrelli per la spesa quando aprirono un supermercato ‘Pick Up’ sulla strada
Villa Literno - Casale
L’ufficio dà atto che la foto numero 7 ritrae PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe (CE) il
21.10.1963;
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 10:
A.D.R.: Riconosco nella foto Gianluca PASSARELLI, fratello di Franco e Biagio. Anche lui era
coinvolto nella gestione delle attività economiche della famiglia PASSARELLI anche se aveva un
ruolo sicuramente subordinato rispetto ai due fratelli maggiori, Franco e Biagio.
L’ufficio dà atto che la foto numero 10 ritrae PASSARELLI Gianluca, nato a Caserta il
27.12.1971;
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 13:
A.D.R.: E’ Davide PASSARELLI, altro fratello di Biagio e Franco. Anche lui era coinvolto, con i
fratelli, nelle attività di famiglia ma, come il fratello Gianluca, aveva un ruolo sicuramente
secondario e subordinato rispetto a quello dei fratelli maggiori.
L’ufficio dà atto che la foto numero 13 ritrae PASSARELLI Davide, nato a Napoli il 03.02.1977;
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 17:
A.D.R.: Non conosco la persona effigiata nella foto.
L’ufficio dà atto che la foto numero 17 ritrae CANTELLI Susanna, nata a Santa Maria Capua
Vetere (CE) il 22.02.1976;
A.D.R.: Ora che mi dite il nome e vedo meglio la foto, anche se nella foto non è sicuramente venuta
bene, è la moglie di Franco PASSARELLI. Non ho mai avuto a che fare con lei se non per questioni
relative a cose personali. So che lei faceva parte della società KERO’, per quanto mi disse quel
Giovanni collaboratore di Franco PASSARELLI di cui ho parlato in precedenza. Giovanni mi disse
che Franco PASSARELLI aveva intestato a lei la società KERO’ proprio perché sapeva che
c’erano indagini in corso nei suoi confronti e poi le stessa aveva partecipato alla gestione della
società nel periodo in cui Franco PASSARELLI per la prima volta fu arrestato intorno al
2005/2006.
Viene sottoposta la foto numero 18:
A.D.R.: E’ Nicola SCHIAVONE, figlio di Francesco SCHIAVONE Sandokan di cui ho già parlato
compiutamente in altri interrogatori.
L’ufficio dà atto che la foto numero 18 ritrae SCHIAVONE Nicola, nato a Loreto (AN)
l’11.04.1979;
…omissis…
Viene sottoposta la foto numero 24:
A.D.R.: Riconosco PANARO Nicolino, uno dei capi della fazione SCHIAVONE del clan dei
casalesi. Me ne ha parlato VITOLO Massimo, in carcere, durante la comune detenzione a
Benevento, come uno dei mandanti dei numerosi omicidi di cui ho già riferito in precedenti
interrogatori.
78
L’ufficio dà atto che la foto numero 24 ritrae PANARO Nicola, nato a Casal di Principe il
12.09.1968;
…omissis…
A.D.R.: Voglio dire che, tra le persone che mi sono state mostrate in foto, non vi sono i due
collaboratori di Franco PASSARELLI di cui ho parlato precedentemente.
…omissis…
La disamina delle dichiarazioni dei cdg, unite alle risultanze delle indagini compendiate nei
procedimenti sopra richiamati (la estorsione alla Alvi che vede i Passarelli imputati e la estorsione
posta in essere da Setola Giuseppe che vede i Passarelli come vittime) evidenzia una cointeressenza
di natura patrimoniale della famiglia Schiavone alle imprese Passarelli che pone queste ultime,
rispetto al clan dei casalesi in posizione privilegiata.
La protezione dalle estorsioni (Vargas, Laiso, Iovine, Guerra, Cantone, Lucariello, Diana), la
capacità di imporsi sul territorio in regime di monopolio (Diana, Vargas), il cambio assegni
(Vargas, Cantone, Lucariello), la messa a disposizione di locali per le riunioni (Vargas, e riscontri
di P.G.), sono tutte condotte che agevolano e rafforzano il clan, sotto molteplici profili.
Ma soprattutto i cdg. riferiscono come le imprese Pasarelli servivano per “ripulire” i soldi del clan,
e quelli specifici della famiglia Schiavone che ne è a capo (Vargas, Guerra, Cantone).
A riscontro di ciò nella informativa della DIA del 3.11.2009 e del 23.2.2010, sono compendiate le
indagini conseguenti ad una segnalazione da parte della UIF di un’ operazione sospetta consistente
in un versamento in contante di Euro 200.000,00 sul conto corrente 4493 intestato alla CANTELLI
Susanna, moglie di PASSARELLI Franco, versamento effettuato proprio dal marito.
Ebbene, come risulta dall’ annotazione della DIA che ha sviluppato le indagini successive alla
segnalazione UIF, la CANTELLI ha poi effettuato un bonifico di pari importo proprio in favore
della COMMERCIALE EUROPEA SPA.
Tale operazione, descritta nella nota del 3.11.2009 della DIA di Roma, conferma la riconducibilità
al PASSARELLI Franco della COMMERCIALE EUROPEA SPA (tanto che la somma versata dal
PASSARELLI viene poi girata alla società), ma al tempo stesso comprova come la società venga
utilizzata per “pulire” soldi contanti la cui provenienza, alla luce delle dichiarazioni dei cdg., non
può che essere il clan dei casalesi.
Analoga operazione sospetta viene effettuata su un conto corrente formalmente intestato a
PASSARELLI Davide (fratello di Franco); si tratta del conto n. 4668 dal quale in data 23.7.2008
risulta effettuata altra operazione sospetta (cfr., annotazione della DIA del 23.2.2010). In tale data,
infatti, risulta che il PASSARELLI Davide ha bonificato per Euro 200.000,00 il conto della
COMMERCIALE EUROPEA SPA utilizzando allo scopo una disponibilità determinata da un
versamento in contanti sul proprio conto effettuato dallo stesso PASSARELLI Davide nella stessa
data del 23.7.2008. Da rilevarsi che Davide Passarelli non risulta avere nella Commerciale Europea
alcuna partecipazione o ruolo che possa giustificare tale versamento.
Tali operazioni, oggetto di segnalazione all’ UIF come operazioni sospette, confermano che
nonostante la intestazione formale delle quote la Commerciale Europea s.p.a. è impresa gestita dai
fratelli Passatelli (del resto ciò risulta sia da quanto si dirà a proposito dei rapporti tra Ipam e
Commerciale Europea s.p.a.); dall’ altro che ancora attualmente la suddetta società viene usata per
reimpiegare e ripulire capitali di illecita provenienza.
79
Induce in tal senso la considerazione del carattere anomalo dei versamenti in contanti di importi
altamente significativi e poi girati alla società COMMERCIALE EUROPEA. L’ illecita
provenienza, che come la Suprema Corte di Cassazione insegna può essere anche dedotta in via
logica, si ricava dalla anomalia dell’ operazione (duplice, come detto) nonché dal fatto che trattasi
di operazioni del tutto sproporzionate ai leciti redditi della famiglia PASSARELLI (cfr. schede sulla
situazione reddituale dei Passarelli).
Ma ulteriori, ed inequivoci riscontri alla quantità di denaro contante confluito nelle casse della
Commerciale Europea s.p.a. si desumono dalla relazione interna del 29.7.2010 redatta dal dott. P.L.
Bevilacqua, uno degli amministratori giudiziari nominati a seguito di sequestro preventivo.
80
81
La relazione prosegue con Appunti e note del professionista in cui si esamina la normativa
vigente in materia di strumenti finanziari e relativi obblighi dei professionisti e degli investitori,
per poi concludere come segue:
82
Anche in tal caso modalità diverse di finanziamento della società che hanno consentito l’ introito di
ingenti somme di denaro contante in dispregio alla normativa antiriciclaggio.
Si rileva che un’ altra modalità privilegiata di ripulitura dei proventi dell’ attività illecita sono gli
investimenti immobiliari: si richiamano sul punto le dichiarazioni di Vargas sul reinvestimento dei
proventi illeciti della famiglia Schiavone in beni immobili ed i relativi riscontri, nonché, a
comprova oggettiva, l’ ingente patrimonio immobiliare facente capo alla famiglia Passarelli ed alle
imprese dalla stessa gestite riportato analiticamente infra in sede di valutazione della richiesta di
misura cautelare reale.
Appare assolutamente significativo, a parere di chi scrive che a delineare il rapporto tra la famiglia
Passarelli (Dante prima, Franco e Biagio ora) e la famiglia Schiavone (Francesco e Walter prima,
Nicola ora) i cdg. esaminati parlino di prestanome, socio occulto, socio di fatto, ma soprattutto,
con linguaggio atecnico ma icastico, riferiscono che le imprese Passarelli e la famiglia Schiavone
sono la “stessa cosa”. Una espressione che evidenzia come nelle imprese dei Passarelli e nel loro
patrimonio immobiliare vi sono i soldi degli Schiavone; soldi che costituiscono il provento delle
attività illecite poste in essere all’ interno, anzi al vertice, del clan dei casalesi, visto che non
risultano accertate attività lecite quali fonte di reddito degli Schiavone.
Ebbene, accertate tali condotte poste in essere indifferentemente da Franco e Biagio Passarelli, si
tratta ora di attribuire alle stesse una qualificazione giuridica, e di valutarne la rilevanza ai fini
penali.
Si richiamano in primo luogo le pagg. 208-221 della richiesta dei PP.MM. sulla esistenza ed ambito
di operatività del clan dei casalesi.
Appare quindi opportuno riportare i principi sanciti dalla Suprema Corte sulla specifica figura dell’
imprenditore “colluso” e sulla linea di demarcazione rispetto all’ imprenditore “vittima” (Cass.
Pen, Sez I, n. 84/99):
5. - La soluzione accolta nell'ordinanza impugnata non può essere condivisa in quanto
poggia su una ratio decidendi che rappresenta il frutto di vistosi vizi logici e di indubbie
violazioni delle regole legali in tema di valutazione degli elementi probatori. In primo
luogo, deve sottolinearsi che corrisponde ad una inaccettabile astrazione generalizzante
il modello sociologico di comportamento adottato come parametro dal tribunale del
riesame, ad avviso del quale nelle zone dell'Italia meridionale dominate da organizza
ioni di stampo mafioso gli imprenditori sono costretti a venire a patti con i gruppi
criminali, trovandosi nella ineluttabile necessità di accettare richieste di tipo estorsivo.
La tesi assume come postulato un dato di natura socio-economica e criminale non
sussumibile nella categoria delle regole di comportamento e delle massime di
esperienza. La tesi, infatti, è sprovvista di approfondita verifica e non è collaudata da un
83
rigoroso vaglio delle concrete e peculiari connotazioni della vicenda che forma oggetto
del processo, con riferimento particolare ai contatti, alle trattative, agli accordi, alle
"riunioni preventive" con gli esponenti politici e amministrativi e con i gruppi
camorristici, che hanno preceduto l'aggiudicazione dell'appalto dei lavori dell'asta
valliva dei Regi Lagni e che hanno accompagnato l'esecuzione degli stessi. Solo una
siffatta indagine, conformata al doveroso rigore argomentativo e saldamente ancorata
agli specifici fatti da valutare, avrebbe potuto giustificare la conclusione accolta
nell'ordinanza impugnata, nella quale, invece, la tesi del rapporto di tipo estorsivo tra
camorra e imprenditori, con questi ultimi in costante posizione di non resistibile
coartazione, poggia su ambigue formule definitorie (come quella della "contiguità
soggiacente"), che si risolvono, in definitiva, in una indiscriminata giustificazione della
illegalità diffusa e nella configurazione di una causa di non punibilità, non prevista
dall'ordinamento, costituita dalla "non esigibilità" delle condotte conformi alle
prescrizioni
della
legge.
In proposito deve sottolinearsi che se è vero che in talune zone le organizzazioni
criminali di stampo mafioso controllano, direttamente o indirettamente, le attività
economiche, è non di meno certo che, nella valutazione dei rapporti tra mafia e
imprenditori che operano in quei territori, l'indagine del giudice non può fondarsi su
aprioristici ed astratti stereotipi socio- criminali, la cui applicazione conduce a
generalizzate criminalizzazioni o, viceversa, al riconoscimento di vaste aree di impunità,
entrambe altrettanto ingiustificate perché svincolate da un effettivo e serio vaglio delle
variabili e contingenti peculiarità delle singole fattispecie. Si tratta di un'indagine
indubbiamente delicata e complessa, nella quale al prudente apprezzamento del giudice
è affidato il difficile compito di individuare la fluida linea di confine tra lecito e illecito e
di distinguere le situazioni nelle quali l'imprenditore è complice delle organizzazioni
criminali da quelle nelle quali egli è la vittima, il soggetto passivo delle attività
delinquenziali. Un simile metodo di valutazione degli elementi di prova è stato
sostanzialmente pretermesso dal tribunale del riesame, il quale - nell'ottica impostagli
dall'art. 273 c.p.p. anziché far ricorso a formule astratte, avrebbe dovuto chiedersi se,
alla stregua delle risultanze processuali, possa o non realmente considerarsi come
vittima di estorsioni l'imprenditore che, nell'attivarsi per l'acquisizione dell'appalto di
un opera pubblica di rilevantissimo valore, abbia contemporaneamente instaurato
rapporti col ceto politico-amministrativo e con organizzazioni camorristiche, coi primi
per assicurarsi l'aggiudicazione del contratto e con le seconde per rimuovere
preventivamente gli ostacoli all'esecuzione dei lavori, accollandosi un programmato
costo concordato sulla base di una sorta di "accordo di non conflittualità" e di "patto di
protezione". Nel caso in cui al quesito dovesse darsi risposta negativa, riconoscendo che
in tale ipotesi non esiste una condizione di ineluttabile coartazione, l'ulteriore passaggio
logico-giuridico dell'indagine demandata al giudice di merito è costituito dalla
identificazione delle categorie penalistiche nelle quali deve essere inquadrata la
condotta di un tale imprenditore, dovendo stabilirsi - in stretta correlazione con la
specifica situazione probatoria e con l'effettivo contributo apportato al rafforzamento
dell'associazione camorristica - quale sia la qualificazione giuridica più appropriata e,
in particolare, se il fatto debba ricondursi nell'art. 416 bis c.p., nella forma della
84
partecipazione o, piuttosto, del concorso esterno, in riferimento alla diversa posizione
assunta rispetto all'attività dell'associazione stessa, nel senso che laddove dovessero
accertarsi la compenetrazione e l'inquadramento nella struttura dell'organismo
criminale dovrà ritenersi senz'altro sussistere la condotta tipica del delitto associativo
(consistente, appunto, nella partecipazione), mentre, in mancanza di tale inserimento,
dovrà considerarsi configurabile il concorso da parte dell'"extraneus" ai sensi dell'art.
110 c.p., qualora dovesse riscontrarsi l'esistenza di un suo contributo consapevolmente
e volontariamente prestato per il mantenimento e per il consolidamento
dell'organizzazione mafiosa (cfr. Cass., Sez. Un., 5 ottobre 1994, Demitry; Cass., Sez.
Un., 27 settembre 1995, Mannino).
Ancora in tal senso la Suprema Corte nella pronuncia n. 6929/01 che si riporta in parte:
Infine non giova asserire che il comportamento tenuto non sarebbe stato espressione di libera
scelta.
Il principio di inesigibilità di una diversa condotta, nel nostro sistema, può trovare collocazione e
spazio unicamente nell'ambito delle cause di esclusione della punibilità, oggettiva o soggettiva,
espressamente codificate, perché le condizioni ed i limiti di applicazione delle norme penali sono
posti dalle norme stesse. (Cass. 31-5-93 n. 00973 RV. 194384; Cass. 3-5-96 n. 04441 RV. 204423).
Con riguardo a cooperazione richiesta dai soci di un sodalizio di stampo mafioso ad un estraneo, e
precipuamente per ciò che attiene a pretesa di svolgimento di attività imprenditoriale in comune,
deve escludersi la ricorrenza dell'esimente dello stato di necessità per colui che accolga la
proposta, al contempo giovando all'associazione e traendo, esso medesimo, benefici in termini di
protezione e di finanziamento: invero l'imprenditore potrebbe sottrarsi ad eventuale atteggiamento
di imposizione ricorrendo all'autorità e d'altro canto si profila una sua adesione interessata e non
certo
determinata
dalla
necessità
di
cui
all'art.
54
c.p.
Sulla scorta di tali principi appare evidente come le condotte accertate in capo agli indagati e la loro
“disponibilità” nei confronti del clan dei casalesi,e specificamente della famiglia Schiavone, non
può essere scriminata in nome di una “non esigibilità” non prevista dal nostro ordinamento, ma va
valutata in termini di concorso esterno nella associazione camorristica.
Invero, la decisione dell’ imprenditore di agevolare le attività del clan, non è mai una costrizione
fisica e/o morale, ma il frutto di una scelta libera e consapevole.
E nel caso di specie non è revocabile in dubbio che a fronte di condotte di “ripulitura” dei proventi
delle attività illecite, di rapporti societari con affiliati (Cass. 6929/2000) e del cambio assegni, gli
indagati hanno ottenuto l’ indubbio vantaggio consistito nella protezione dalle estorsioni e nel
monopolio sul territorio nella vendita e distribuzione dello zucchero, sì da creare quel rapporto
sinallagmatico con vantaggi per entrambi i contraenti, fondante la contestazione del concorso
esterno (Cass. 46552/05; 39042/08; 30534/10).
Ne consegue che deve ritenersi sussistente un grave quadro indiziario del reato così come
contestato nei confronti di entrambi gli indagati, fondante la emissione di ordinanza di custodia in
carcere.
CAPO B) IL
FURTO DELLO ZUCCHERO SEQUESTRATO
85
Si riportano le indagini compendiate nella richiesta dei PP.MM::
“Le indagini svolte dalla Pg hanno evidenziato, invece, un’ulteriore condotta delittuosa posta in
essere da CANTELLI Susanna, AMMALIATO Giuseppe, ESPOSITO Antonio, ERRICO
Giuseppe e PELLEGRINO Pietro, tutti in atti generalizzati,, in relazione al reato di furto
aggravato.
Tali comportamenti rivelano l’incondizionata volontà, da parte dei componenti della famiglia
PASSARELLI, di perseguire i propri intenti criminali ad ogni costo.
Gli accertamenti della P. G operante hanno evidenziato in primo luogo un’esposto anonimo del 30
giugno 2010
ESPOSTO ANONIMO DEL 30 GIUGNO 2010:20
“Sono un onesto cittadino che crede nello Stato, ma avendo un po’ di paura per ritorsioni voglio
restare nell’anonimato visto che il titolare di quanto sto per segnalarvi appartiene al tanto
rinomato clan dei Casalesi e oggi attualmente detenuto (appartenente al clan dei Casalesi a cui in
un operazione chiamata Nemesi hanno sequestrato 700 ml di euro). Si tratta di Franco Passarelli
titolare dell’impianto di raffinazione e impaccamento zucchero situata a Pignataro Maggiore si
chiama Commerciale Europea. L’impianto in oggetto risulta essere intestato alla moglie Susanna
Cantelli. Fino a qualche tempo fa lavoravo in questa azienda non assunto regolarmente finche mi
hanno mandato via senza scrupoli e non potendo protestare visto l’individuo con cui si aveva a che
fare. Ma non sono l’unico che si trova e tuttora si trova in questa situazione. Infatti a fine giugno o
inizio luglio dell’anno scorso (2009) dopo un controllo effettuato dalle forze dell’ordine hanno
rilevato cinque persone che lavoravano irregolarmente multando l’azienda, alcuni in seguito sono
stati assunti part – time a quattro ore giornaliere nonostante tuttora oggi lavorano nove ore
giornaliere e sono: PAESANO Umberto, CYSSE Ibrayma (ragazzo di colore). Mentre altri che non
sono in regola sono: CORBO Giusppe, MENALE Nicola, DELLA MARTORA Rosario, BOVENZI
Gabriele (guardiano) OLIVA Antonio (guardiano), Luigi PAONE (aiuto magazziniere). Queste
persone come me sono sottopagate ricattate continuamente. Infine da controlli ASL di Capua che
vengono effettuati raramente e stranamente si chiude un occhio anzi due per la sporcizia che vi è in
questo stabilimento che tratta un prodotto alimentare dove vi sono topi, scarafaggi, polvere
ovunque, gigantesche ragnatele ovunque, escrementi di topi sui sacchi da 50 kg vuoti sacconi big di
zucchero aperti ricoperti di polvere bianca, perché lo stabilimento è sprovvisto di impianto di
areazione. Infine dove immagazzinano lo zucchero che va nei silos tramite una stanza dove loro
chiamano la buca che è il posto più sporco da far vomitare ci sono i tombini delle fogne che
puzzano da far schifo, ci sono le fogne sprovviste di tombini e ricoperte con un semplice foglio di
plastica, guardando dietro questa famosa buca ci sono delle scale che portano sotto la buca dove
sembra una discarica di scorie puzzolenti a causa dello zucchero che è diventato acido. Vi informo
che l’intero perimetro esterno è provvisto di telecamere e appena si vede un’auto che si avvicina al
cancello l’impiegata all’entrata con un pulsante suona una sirena interna all’azienda e gli operai
non in regola si allontanano. Solo quando viene l’ASL restano tutti al loro posto. Purtroppo
20
Esposto del 30 Giugno 2010, in originale, comprensivo di busta da lettera di colore giallo e
affrancatura – All. 1 all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011
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nessuno ha il coraggio di parlare per paura visto che il titolare era amico di Giuseppe Setola e di
tanto in tanto veniva nell’azienda. Spero che il suo impegno contro l’illegalità tenga presente anche
questa lettera anonima. Mi congratulo con lei e i suoi uomini per il vostro eccellente impegno
contro la criminalità organizzata … grazie … penso che un controllo dei NAS sarebbe idoneo. Il
nominativo sulla busta è un nome di fantasia. La camorra grazie al vostro impegno continuo finirà
e si spera presto.
Nell’indicare il sequestro effettuato a carico di Franco Passarelli, di 700 ml di euro, l’anonimo
esponente non può che riferirsi all’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, emessa
dalla Sezione MP del Tribunale di Santa Maria C.V.ed eseguita nel mese di Aprile del 2010.
Tale misura ha avuto ad oggetto i beni che furono nella disponibilità di PASSARELLI Dante, poi
trasferiti agli eredi per successione mortis causa. L’esposto difatti, risale al 30 Giugno 2010,
dunque non potrebbe in alcun modo riferirsi al sequestro preventivo d’urgenza emesso il 14 Luglio
2010.
Lo scritto anonimo, nel suo complesso, fa riferimento a fatti che riguardano, sostanzialmente, la
Commerciale Europea S.p.a, indicata dall’esponente come l’azienda di PASSARELLI Franco; la
società però, non figura tra i beni colpiti dalla citata misura di prevenzione, né, come si è detto, era
già stata sequestrata nel periodo in cui l’esposto veniva compilato ed inviato alle autorità.
Ciononostante, l’anonimo esponente, con involontaria naturalezza, indica la Commerciale Europea
S.p.A. come cespite di primaria importanza della famiglia PASSARELLI, a significare, in
definitiva, come tale società, ancor prima di essere sottoposta a sequestro, fosse già considerata
come naturale sostituta di quelle che avevano caratterizzato per anni l’impero economico costruito
da PASSARELLI Dante.
L’episodio citato come il “controllo effettuato dalle forze dell’ordine nel 2009” trova riscontro nella
verifica operata il 16.09.2009, presso la sede della Commerciale Europea S.p.a. di Pignataro
Maggiore, dai Carabinieri del N.O.E. e della Stazione CC di Pignataro Maggiore. La vicenda si è
conclusa con il deferimento in stato di libertà di CANTELLI Susanna per violazioni di leggi in
materia di smaltimento dei rifiuti ed altro.
E’ intervenuta successivamente la relazione/denuncia stilata dagli amministratori giudiziari
relativamente ai fatti da loro accertati in data 7 Ottobre 2010.
Il documento è stato consegnato alla Pg operante– per la successiva trasmissione alla competente
A.G. – il 14 Ottobre 2010.
Per comodità di esposizione, verrà riportato integralmente il contenuto della relazione, integrandolo
– quando necessario – dagli elementi di riscontri acquisiti dalla Pg operante:
DALLA RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI GIUDIZIARI, ALLEGATA AL VERBALE DI RICEZIONE DI DENUNCIA
21
SPORTA DA BEVILACQUA P.L. E ZICCARDI S. DEL 14.10.2010:
…omissis…
21
Verbale di ricezione di denuncia sporta presso questi Uffici da BEVILACQUA P.L. e da
ZICCARDI Salvatore il 14.10.2010 e relativi allegati – All. 2 all’inf.va numero 336/5-21 del
14.01.2011
87
OGGETTO: procedimento n. 26877/2010 RG.N.R. e decreti di sequestro ai sensi dell’art. 321 cpp
e 12 sexies L. 356/92 in danno di Passarelli Franco, Passarelli Biagio, Passarelli Gianluca,
Passarelli Davide, Cantelli Susanna, Natale Clelia e delle società a loro ricondubili, quali
l’Immobiliare Bellavista S.r.l., la Centro Sud Commerciale S.r.l., la Sottosuono S.r.l., l’Immobiliare
DA.PA. S.r.l. e la Commerciale Europea S.p.A.
Esposto denuncia in merito al sopralluogo effettuato in data 7 ottobre 2010 presso la sede della
Commerciale Europea S.p.A” in Pignataro Maggiore (Ce).
I sottoscritti dott. Pietro Luca Bevilacqua e dott. Salvatore Ziccardi, nominati amministratori
giudiziari dei beni sequestrati con i decreti di cui all’oggetto, in riferimento al sequestro della
totalità delle quote e del patrimonio aziendale della Commerciale Europea S.p.A., fanno presente
quanto segue:
in data 7 ottobre 2010 si sono recati, senza preventivo appuntamento, presso la sede operativa
della società in oggetto al fine di verificare, dopo il ricevimento di una lettera anonima pervenuta a
fine settembre, se i contenuti della stessa corrispondessero alla verità e per controllare l’effettivo
svolgimento dell’attività. La lettera “anonima” informava gli scriventi che la sig.ra Cantelli
Susanna, legale rappresentante della “Commerciale Europea S.p.A.(LETTERALMENTE” ci
obbliga a fare 9 ore lavorative al giorno senza retribuirle e fa lavorare in nero un ragazzo al
interno del magazzino e un certo luigi paone, ha tre dipendenti assunti patime e li fa lavorare 9
ore senza retribuzione, l’azienda e sporca da tutte le parti c’è polvere e ragnatele, non vengono
rispettate le misure di sicurezza il peso dei prodotti che confezioniamo e sempre inferiore a quello
che dovrebbe essere, portando un utile a fine anno non certo per lei
..omissis.
Purtroppo devo rimanere anonimo perché ho paura di ritorsioni.
…omissis…
Preliminarmente va detto che la lettera anonima a cui fanno riferimento gli amministratori
giudiziari nella loro relazione/denuncia, dalla quale avrebbe avuto origine l’iniziativa di procedere
al controllo della Commerciale Europea eseguito il 07.10.2010, è un documento che gli
amministratori stessi hanno formalmente consegnato ai CC Comando Provinciale di Caserta in data
30.09.2010, in occasione delle dichiarazioni rese alla Pg operante sul ruolo svolto da VASSALLO
Carmine quale esattore dei canoni di locazione degli immobili di proprietà della Immobiliare
Bellavista, società sequestrata in virtù del più volte citato decreto del 14 Luglio 2010.
ANCORA, DALLA RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI GIUDIZIARI:
…omissis…
Giunti sul luogo alle ore 10,30 constatavamo l’assenza della sig.ra Cantelli Susanna, in quanto in
visita presso l’istituto penitenziario dove è detenuto il marito Passarelli Franco. Immediatamente
verificavamo quale dei lavoratori dipendenti, regolarmente assunti, fosse presente; oltre a questi
constatavamo la presenza di tale Paone Luigi, nato a Caserta il 4 giugno 1984. A tal proposito
chiedevamo al sig. Passarelli Biagio, cugino dell’omonimo figlio di Dante Passarelli nonché
responsabile del magazzino, quali fossero i motivi della presenza del predetto Paone: a tale
domanda il sig. Passarelli Biagio rispondeva che si trattava di un suo amico e che non svolgeva
affatto alcuna mansione per conto della “Commerciale Europea S.p.A.”. Preso in disparte il sig.
88
Paone Luigi confessava agli amministratori giudiziari di essere, invece, dipendente “a nero” dal
settembre 2009 della società in oggetto, svolgendo mansioni di factotum, percependo uno stipendio
di euro 800,00 al mese, che gli veniva periodicamente consegnato da Biagio Passarelli. In merito a
tale colloquio è bene precisare che il sig. Paone Luigi risulta essere il figlio di tale “Evelina De
Biase”, dipendente della filiale di Cancello ed Arnone del Monte dei Paschi di Siena, istituto di
credito presso il quale la Commerciale Europea, gli eredi Passarelli, nonché altre società facenti
capo alla stessa famiglia, intrattengono rapporti di conto corrente da diversi anni. Al momento
delle affermazioni fatte dal sig. Paone Luigi erano presenti anche il sig. Stellato Sergio ed il sig.
Paesano Umberto, dipendenti della società in oggetto.
Preso in disparte uno dei dipendenti, il quale ha chiesto di restare anonimo, lo stesso ha dichiarato
che:
- la sig.ra Cantelli pretende che i dipendenti lavorino anche oltre le otto ore giornaliere,
indipendentemente dal contratto di lavoro;
- lo zucchero “imbustato” ha un peso inferiore rispetto a quello indicato; i camion in uscita
hanno sempre un peso inferiore rispetto al reale. La differenza di zucchero viene probabilmente
rivenduta senza fattura. Alla domanda su come fosse possibile “ingannare” la bilancia elettronica
che pesa il camion in uscita, ha risposto che in più di un’occasione, a turno, i dipendenti si siedono
sul carico di zucchero;
- ha, infine, riferito che Biagio Passarelli, responsabile del magazzino, tratta malissimo i suoi
colleghi, dimostrando nella realtà di essere l’uomo di fiducia della Cantelli Susanna.
Gli scriventi, durante il loro accesso hanno raccolto le dichiarazioni dei dipendenti in merito al
numero di ore effettivamente lavorato, indipendentemente dal contratto firmato; in merito a tale
criticità si rileva quanto segue:
Stellato Sergio: contratto per otto ore giornaliere, ma lavora anche 9/10 ore.
Paesano Umberto: contratto per quattro ore, ma lavora per 9/10 ore; alcune volte gli viene pagato
lo straordinario.
Della Marcore: contratto per otto ore, ma lavora anche 9/10 ore.
Parente Giuseppe: contratto per otto ore, ma lavora anche 9/10 ore.
Cisse Fode Ibrahima: contratto per quattro ore, ma lavora per 9/10 ore.
Seihon Foboure Bourema: contratto per otto ore, ma lavora per 9/10.
Manuela Biondi: contratto per quattro ore; non ha dichiarato il numero reale di ore lavorate.
Rufino Maria Rosaria: contratto per otto ore; sta in maternità.
Tra gli assenti si segnalano: Bovenzi Gabriele, Ovilio Antonio, entrambi guardiani e Ammaliato
Giuseppe, il cui contratto pare essere stato fatto dalla Cantelli Susanna nel mese di
agosto/settembre 2010, senza alcuna preventiva autorizzazione della procedura.
…omissis…
Conviene procedere con ordine, facendo riferimento ai prospetti riepilogativi relativi ai dipendenti
della Commerciale Europea S.p.a., dal 2002 al 2010:
1. PAONE Luigi, sopra generalizzato, risulta effettivamente nei quadri dipendenti della
Commerciale Europea per il solo 2009, mentre il controllo operato dagli amministratori
giudiziari risale al 7 Ottobre 2010.
2. STELLATO Sergio figura quale dipendente della Commerciale Europea dal 2007 al 2010.
89
3.
PAESANO Umberto risulta nei quadri dipendenti della Commerciale Europea negli anni 2009
e 2010.
4. La persona indicata nella relazione come Della Marcore si identifica, con ogni probabilità in
DELLA MARTORA Armando, il quale risulta nei quadri dipendenti della Commerciale
Europea dal 2007 al 2010 e, in precedenza, in quelli dell’I.P.A.M.
5. PARENTE Giuseppe risulta nei quadri dipendenti della Commerciale dal 2007 al 2010.
6. CISSE FODE Ibrahima risulta alle dipendenze della Commerciale Europea dal 2009 al 2010.
7. BIONDI Manuela risulta alle dipendenze della Commerciale Europea dal 2009 al 2010.
8. SEIHON Faboure Boureima risulta alle dipendenze della Commerciale Europea dal 2007 al
2010, ed era stata, anni addietro, alle dipendenze dell’I.P.A.M.
9. RUFINO Maria Rosaria risulta alle dipendenze della Commerciale Europea dal 2007 al 2010,
ed era stata, anni addietro, alle dipendenze dell’I.P.A.M.
10. BOVENZI Gabriele, nato a Santa Maria C.V. il 05.02.1985, risulta esser stato assunto dalla
Commerciale Europea S.p.a. in data 02.08.2010;
11. OVILIO Antonio, nato a Capua il 05.12.1956, risulta esser stato assunto dalla Commerciale
Europea il 02.08.2010;
12. AMMALIATO Giuseppe è colui che da più tempo, ininterrottamente, risulta dipendente della
Commerciale Europea. Dal 2002 al 2005, infatti, prima che la Commerciale Europea divenisse
erede commerciale dell’I.P.A.M., AMMALIATO Giuseppe risulta l’unico dipendente della
Commerciale Europea. Lo è tuttora, come risulta dall’accertamento del Giugno 2010.
Il magazziniere PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe il 16.03.1977 – cugino omonimo
dell’indagato PASSARELLI Biagio, fu Dante, nato a Casal di Principe il 21.10.1963 – risulta essere
stato regolarmente assunto dalla Commerciale Europea nel 2007; in precedenza aveva svolto
mansioni di operaio presso l’I.P.A.M., circostanza dimostrata anche dalle indagini tecniche svolte
nell’ambito del procedimento penale in oggetto22.
Il brano della relazione degli amministratori giudiziari appena esaminato introduce un argomento
particolarmente importante e rilevante sotto il profilo probatorio: la vendita di zucchero non
fatturato, sottratto dunque al controllo dell’amministrazione giudiziaria, da parte dei proprietari
dell’azienda.
Gli amministratori giudiziari, nel tentativo di tutelarne l’incolumità, non hanno inteso rivelare
l’identità del dipendente dal quale dichiarano di aver appreso tale ultima circostanza, ma poi hanno
riportato, nel corpo della loro relazione, importanti notizie ricevute dal magazziniere Biagio
PASSARELLI:
ANCORA, DALLA RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI GIUDIZIARI:
…omissis…
Preso in disparte il sig. Biagio Passarelli, lo stesso ha dichiarato:
- che più volte aveva espresso, alla d.ssa CANTELLI e al dr. ESPOSITO, la propria volontà di
incontrare il dr. BEVILACQUA per chiarire un episodio verificatosi il 14.07.2010, e che gli era
stato sempre risposto che non era opportuno e che avrebbero pensato a tutto loro;
- che in sede di esecuzione del sequestro, avvenuto il 14 luglio 2010, ha confermato che durante le
operazioni di accesso occultava, su richiesta della Cantelli, una serie di assegni postdatati, celati
22
Cioè a dire il procedimento penale numero 26877/2010 RGNR
90
nella cassaforte a muro presente negli uffici della stessa. Tale circostanza, sorta già il giorno del
sequestro, era stata già confermata dalla Cantelli presso gli uffici del dott. Pietro Luca Bevilacqua.
- lo stesso Passarelli ha dichiarato che qualunque attività “illecita” svolta era frutto,
esclusivamente, di ordini diretti impartiti dalla Cantelli; nello specifico veniva chiesta l’origine dei
soldi contanti per pagare i lavoratori “a nero”: il Passarelli dichiarava che la Cantelli gli
consegnava le buste chiuse, contenenti il denaro contante, con l’indicazione scritta dei destinatari.
- alla domanda come sia possibile far uscire lo zucchero “a nero”, il sig. Passarelli ha dichiarato
che solo e soltanto se riceveva tale ordine dalla Cantelli, adottava il comportamento già chiarito
dal precedente dipendente, ossia facendo risultare sul documento di trasporto un peso dello
zucchero maggiore rispetto al reale. Alla successiva domanda su come faccia l’azienda a far uscire
carichi di merce “a nero”, il Passarelli dichiarava che di tale operatività non se ne occupava
personalmente, in quanto il suo ruolo finiva con la consegna di una bolletta al trasportatore, il
quale sarebbe dovuto passare in amministrazione per “trasformarlo” in documento di trasporto e/o
eventuale fattura. Dichiarava, inoltre, che tale mansione era espletata dal sig. Ammaliato Giuseppe
e che l’ideatore di qualsiasi “artifizio” contabile è il dott. Antonio Esposito, consulente fiscale di
gran parte delle società facenti capo alla famiglia Cantelli/Passarelli. Ha infine affermato che:
Giuseppe Ammaliato è una persona di fiducia in amministrazione sia della Cantelli che del dott.
Antonio Esposito e che dopo un periodo “a nero” è stato assunto “direttamente” dalla predetta
amministratrice. A questo punto gli amministratori ammonivano il Passarelli sulle conseguenze del
suo comportamento e delle sue dichiarazioni, anche se, come già detto precedentemente, lui
“obbediva” agli ordini diretti della Cantelli.
…omissis…
Si può già dire che, quanto dichiarato dal PASSARELLI agli amministratori giudiziari, così come
riportato nella relazione, il 06.11.2010 è stato riferito, dallo stesso soggetto, anche alla Pg operante;
sul punto però si tornerà più avanti, esaminando in maniera completa le dichiarazioni spontanee
rese da PASSARELLI Biagio. Qui è sufficiente evidenziare come PASSARELLI abbia rimarcato
agli amministratori il proprio ruolo di mero “esecutore di ordini” impartiti da CANTELLI Susanna,
di come invece, ogni “artifizio” relativo alla fatturazione irregolare della merce in uscita, potesse
avvenire per opera della CANTELLI grazie al contributo essenziale di AMMALIATO Giuseppe
ed ESPOSITO Antonio. La disamina della relazione stilata dagli amministratori giudiziari in
riferimento al controllo operato il 7 Ottobre 2010 si conclude come segue:
ANCORA, DALLA RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI GIUDIZIARI:
…omissis…
Dopo aver ascoltato i dipendenti presenti nel magazzino della “KERO’”, giungeva la sig.ra
Cantelli, la quale chiedeva i motivi della nostra visita improvvisa. Gli amministratori
domandavano alla predetta quale fosse il ruolo del sig. Paone Luigi; a tale richiesta la sig.ra
Cantelli, dopo un attimo di titubanza, confermava che lo stesso è dipendente “a nero” della
Commerciale Europea e che, contrariamente a quanto dallo stesso dichiarato, il suo stipendio era
pari ad euro 500,00 mensili e non euro 800,00.
Gli scriventi hanno richiesto, inoltre, chiarimenti in merito al pagamento “in nero” di Russomando
(direttore commerciale), di Paone Luigi e di ben altri tre lavoratori a nero, per un totale stimato
pari a circa euro 80.000,00 annui; la Cantelli ha dichiarato che le somme a nero potevano anche
provenire dai propri conti personali e che non era tenuta a darci tali spiegazioni.
91
Infine gli scriventi hanno sentito la sig.ra Manuela Biondi, addetta amministrativa, alla quale
veniva richiesto di dichiarare se partecipasse direttamente o indirettamente ad illeciti
amministrativi, quali la mancata o inesatta fatturazione, ricordandole che in caso affermativo ne
sarebbe stata direttamente responsabile. Senza confermare quanto richiesto dagli amministratori
giudiziari, con le lacrime agli occhi, dichiarava che, stando così le cose, sarebbe stato, per lei,
opportuno dimettersi.
Tanto si comunica per le opportune valutazioni, restando a disposizione della S.V. per eventuali
ulteriori chiarimenti.
…omissis…
Oltre ad evidenti irregolarità, riscontrate con riferimento ad alcune assunzioni operate
arbitrariamente da CANTELLI Susanna, il brano della relazione conferma quanto dichiarato agli
amministratori giudiziari dall’impiegata amministrativa BIONDI Manuela, in particolare la
sussistenza di anomale procedure di vendita di zucchero, evidentemente sottratto alla ordinaria
gestione aziendale. Non errori o noncuranze estemporanee, ma situazioni ricorrenti ed approvate
coscientemente dagli uffici amministrativi, tanto da indurre l’impiegata BIONDIa preferire le
dimissioni piuttosto che assicurare il proprio personale impegno per una maggiore attenzione nelle
operazioni contabili future.
In questa particolare fase dell’indagine viene ad innestarsi il contenuto dell’esposto pervenuto al
Comandante Provinciale dei Carabinieri di Caserta il 23 Luglio 2010, il cui riscontro, come si
diceva, consente di procedere al deferimento dei soggetti indicati in rubrica.
Occorre però fare alcune premesse.
L’autore dell’esposto, anche in questo caso, non è stato identificato. La minuziosa conoscenza di
alcuni particolari, attinenti alla gestione ordinaria delle attività economiche svolte dalla
Commerciale Europea, induce a ritenere che il soggetto sia un dipendente della stessa; con i dati di
cui si è in possesso però, non è possibile addivenirne all’individuazione.
Lo scritto è stato recapitato alla Pg operante il 23 Luglio 2010 e riferisce, essenzialmente, una
circostanza specifica, verificatasi il 19 Luglio 2010, vale a dire qualche giorno dopo l’esecuzione
del decreto di sequestro preventivo emesso con procedura d’urgenza ed eseguito il 14 Luglio 2010.
Nell’esposto vengono illustrate, circostanziandole con dati di fatto inequivocabili (ad esempio il
rilevamento del numero di targa degli automezzi utilizzati), le fasi che hanno portato alla
sottrazione di un ingente quantitativo di zucchero sfuggito, in qualche modo, all’inventario operato
a seguito del sequestro del 14 Luglio 2010.
ESPOSTO ANONIMO DEL 23 LUGLIO 201023:
“Voglio fare le congratulazioni per l’operazione svolta Mercoledì 14 luglio con il sequestro dei
beni alla camorra e in particolare la Commerciale Europea più nota come kerò.
Dall’operazione svolta è stato sequestrato l’intero stabile e tutto ciò che era in magazzino, l’unico
handicap è che non è stato fatto un inventario di quello che era stato sottoposto a sequestro e così i
familiari dei titolari e i suoi fedelissimi hanno fatto man bassa di quello che potevano vendere in
nero senza fatturare. Hanno Cercato di vendere ciò che non si vede dai video che sono in rete
infatti dove ci sono i sacchi di zucchero di 50 kg che si vede l’agente che rompe il sacco al fianco di
23
Esposto in originale con relativa busta – All. 3 all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011
92
questi sono scomparse 29 pedane di sacchi di 25 kg di 1000 kg cad. marchio kerò che sono stati
tagliati per produrre altri sacchi di 25 kg senza marca da poter vendere tranquillamente,
precisamente hanno caricato 25 pedane di sacchi da 50 kg colore marrone senza marca di 1200 kg
cad. e 16 pedane di 25 kg. di 1000 kg cad. sacchi bianchi senza marca. Li hanno caricati il giorno
19-07-10 alle ore 17:30 su due camion targa DC 581 TS e l’altro CN 918 MG. Io credo che in
questi giorni dovrebbe insediarsi l’amministratore delegato dallo Stato il cui dovrebbe ben
riguardarsi dal sig BIAGIO PASSARELLI (cugino del titolare) Giuseppe Ammaliato (colui che fa
gli ordini) l’Avv. Russomondo (colui che ha la clientela che acquista zucchero e sicuramente
faranno di tutto per togliere tutta la clientela all’azienda per dirottarla altrove ad altri zuccherifici
a cui si faranno fare lo zucchero per poterlo vendere ai loro clienti) Mariarosaria Rufino (già
lavorava all’ipam e di imbrogli ne ha fatti tanti), e infine il commercialista Antonio ESPOSITO un
grande truffare che ha sempre dato una mano all’azienda per i suoi traffici.
Preferisco rimanere nell’anonimato perché ho paura per la mia vita e dei miei familiari e poi
perché voglio continuare a svolgere il mio lavoro in tranquillità visto che un altro dipendente ha
sempre contestato i titolari ed è stato oggetto di continue vessazioni quotidianamente per fargli
dare le dimissioni. Lei che è una grande persona faccia che questa lettera sia una confidenza tra lei
e uno sconosciuto e non ne parli con nessuno faccia la sua indagine perché sempre che i giornalisti
avessero fatto foto e riprese ovunque e penso che da queste si dovrebbe individuare l’ammanco che
è stato sottratto. Un altro consiglio sarebbe quello che ogni sera l’amministratore insieme ai suoi
uomini mettesse i sigilli a tutte le porte perché da esperienza vissuta in precedenza la notte
entravano nei capannoni dell’ipam sequestrato anni fa e rubavano interi sacconi di zucchero big
da 1200 kg. Spero che il mio piccolo contributo alla lotta alla camorra serva a qualcosa. Grazie
infinitamente a lei e i suoi uomini che ogni giorno assicurano queste persone alla giustizia.
…omissis…
Anche in questo caso, conviene procedere seguendo l’ordine cronologico con cui sono stati man
mano acquisiti gli elementi di riscontro al contenuto dell’esposto24.
I VEICOLI CITATI NELL’ESPOSTO.
I primi accertamenti sono stati svolti alla banca dati del P.R.A., al fine di individuare la
corrispondenza dei due numeri di targa citati nello scritto anonimo (DC581TS e CN918MG); si
tratta effettivamente di automezzi destinati all’autotrazione per trasporto di cose, intestati alla
società SBS LEASING, con sede in Napoli, e locati dalla società ERRITRANS srl, partita I.V.A.
numero 01013440621, con sede in Benevento Piazza Piano di Corte, 22. Tale società,
originariamente intestata a IELE Vanda, in atti generalizzata, è attualmente in regime di
liquidazione a cura di ERRICO Giuseppe, nato a Benevento il 02.10.1956. Quest’ultimo, a sua
volta, è il titolare della società ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L. di Maddaloni, con sede
operativa in San Marco Evangelista (CE), S.S. 265 Km. 26+800, società che, tra l’altro, risulta
avere materialmente in uso i due automezzi citati nell’esposto.
GLI ACCERTAMENTI SVOLTI PRESSO LA ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L. CIRCA L’IMPIEGO DEI DUE
AUTOCARRI.
24
In proposito, si allega l’annotazione di polizia giudiziaria redatta dai militari che hanno operato i
primi accertamenti – All. 4 all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011
93
Individuata l’azienda utilizzatrice dei due autocarri citati nell’esposto, la Pg operante prendeva
contatti, presso la sede operativa della ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L., con l’amministratore,
identificato in ERRICO Giuseppe, sopra generalizzato. Superati i primi momenti di reticenza,
l’ERRICO ammetteva di avere la disponibilità dei due mezzi e, con riferimento all’impiego degli
stessi relativamente al giorno 19.07.2010 (giorno della sottrazione dello zucchero), riferiva che
l’autocarro targato DC581TS aveva effettivamente effettuato alcune consegne per conto della
società Commerciale Europea di Pignataro Maggiore; non ricordava con precisione, invece,
l’impiego del mezzo targato CN918MG.
In proposito, per fornire informazioni più precise circa l’impiego dei due autocarri nella specifica
circostanza, l’ERRICO convocava nel proprio ufficio il magazziniere, sig. RAZZANO, a cui è
devoluta, tra le altre, la mansione di compilare una scheda – prestampata e ad esclusivo uso interno
– nel quale sono annotati a penna i mezzi in uscita, l’autista, il fattorino (eventuale) nonché la zona
di impiego.
Dalla consultazione della scheda relativa al giorno 19.07.2010, avvenuta alla presenza dei
Carabinieri di Caserta e dell’ERRICO, emergeva – alla quinta riga – che il mezzo targato
DC581TS (indicato sinteticamente con la dicitura VOLVO 581), condotto dall’autista
PELLEGRINO Pietro, aveva svolto la seguente attività: “1 CONS. NAPOLI POI RITIRO KERO
POM.” (i motivi dell’impiego sono indicati nella corrispondente colonna ZONA della scheda
prestampata).
Nella stessa scheda, all’ottava riga, venivano rilevate due comunicazioni collegate tra loro: la prima
riguardava l’impiego di un autocarro (indicato sinteticamente come VOLVO 580), condotto da
ERRICO G. (colonna Autista) avente il seguente impiego: “ROMA SCAMBIO CON FARINA
POM.” Appena più in basso, nella stessa riga, veniva rilevato l’impiego dell’automezzo indicato
sinteticamente come Scania Rosso (corrispondente all’autocarro targato CN918MG), condotto da
ERRICO G., destinato al seguente impiego: “RITIRO KERO’ POM.”25 A quel punto, ERRICO
Giuseppe rammentava di aver proceduto in prima persona, il 19 Luglio 2010, allo scambio di mezzi
in località Roma con un altro autista, ma continuava a non ricordare altri particolari relativi al
successivo impiego del mezzo da lui prelevato a seguito dello scambio. Agitato in maniera evidente
per l’interesse mostrato dai Carabinieri alla particolare circostanza, chiedeva aiuto alla propria
figlia, ERRICO Antonella, in atti generalizzata, collaboratrice amministrativa dell’azienda, al fine
di fornire spiegazioni in merito alla circostanza. Ne derivava una serie di goffi tentativi di
depistaggio, finalizzati a dimostrare un impiego lecito dei mezzi presso la Commerciale Europea,
con riferimento alla circostanza del 19 Luglio 201026; paradossalmente, tutti gli sforzi compiuti, in
25
Si riporta, in proposito, la Scheda riepilogativa compilata dalla Errytrans Logistica S.r.l. per il
19.07.2010 – All. 5 all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011.
26
Ad esempio, come si rileva leggendo l’annotazione di P.G. in allegato 4, ERRICO Giuseppe ed
Antonella tentavano, in un primo momento, di attribuire l’impiego dei mezzi, per il giorno
19.07.2010, alla procrastinazione di un viaggio che doveva essere effettuato il 16 Luglio 2010,
sempre in favore della Commerciale Europea. L’affermazione è stata vanificata dal riscontro
operato sia sulle fatture che sul registro di rientro dei mezzi, accertamento che ha dimostrato come
il 16 Luglio 2010, il carico seguito dalla ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L. presso la
Commerciale Europea fosse stato regolarmente effettuato e concluso con la consegna della merce
al committente.
94
tal senso, dagli ERRICO venivano sistematicamente vanificati sul nascere dal contenuto dei registri
ufficiali della ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L.
In realtà, ciò che emergeva, in maniera incontrovertibile, era la circostanza che ERRICO Giuseppe
e PELLEGRINO Pietro, a bordo dei due autocarri (gli stessi citati nell’esposto), il pomeriggio del
19 Luglio 2010 avevano proceduto al ritiro di merce presso la Kerò – Commerciale Europea S.p.a.
di Pignataro Maggiore.
ERRICO Giuseppe e PELLEGRINO Pietro venivano quindi invitati dalla Pg operante in Caserma i
per ufficializzare le proprie rispettive deposizioni in merito alla circostanza in esame; nel contempo,
ERRICO Giuseppe veniva invitato dai CC di Caserta a reperire tutta la documentazione utile a
sostenere quanto aveva dichiarato in quella occasione.
GLI
ACCERTAMENTI
SVOLTI
PRESSO
LA
COMMERCIALE EUROPEA
CIRCA
L’IMPIANTO
DI
VIDEOSORVEGLIANZA
I locali della Commerciale Europea S.p.a. di Pignataro Maggiore sono serviti da un impianto di
video-sorveglianza gestito dalla società CAMPUS di Bari che, in ossequio alle ultime disposizioni
di legge in materia di tutela della privacy, provvede alla cancellazione dei dati una volta trascorse
ventiquattro ore dalla registrazione. In ogni caso, la visione in diretta delle immagini registrate dalle
telecamere che inquadrano il magazzino dell’azienda da parte dei CC del Comando Provinciale di
Caserta ha consentito di riscontrare l’effettiva sussistenza di “zone d’ombra”, sulle quali cioè è
possibile agire senza essere ripresi dalle telecamere. Naturalmente, la possibilità di operare in tal
senso è tanto più concreta per chi conosce il sistema di videosorveglianza ed è al corrente, perciò,
dei punti specifici dove le riprese delle telecamere non arrivano. Per ciò che qui rileva, l’attività
svolta dalla P.G.operante riscontra positivamente, anche in questo caso, quanto asserito, in
proposito, dall’anonimo esponente.
LE SOMMARIE INFORMAZIONI RESE DA ERRICO GIUSEPPE E PELLEGRINO PIETRO.
Il 6 Agosto 2010 la Pg operante ha proceduto all’escussione a sommarie informazioni ERRICO
Giuseppe, nella duplice veste di amministratore della ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L. e di
conduttore, il 19 Luglio 2010, del mezzo targato CN918MG, e PELLEGRINO Pietro, conduttore
nella medesima circostanza, del mezzo targato DC581TS.
In buona sostanza, entrambi hanno confermato di essersi recati, nel pomeriggio del 19 Luglio 2010,
presso il deposito della Commerciale Europea di Pignataro Maggiore, a bordo dei due autocarri
sopra citati. Il dato è pienamente aderente al contenuto dell’esposto.
Il motivo della loro presenza alla Commerciale Europea, nella circostanza, viene concordemente
indicato da entrambi gli escussi, nel consueto ritiro di merce, con contestuale resa delle pedane
vuote, prassi che verrà spiegata nella stessa identica maniera anche dal magazziniere,
PASSARELLI Biagio, nel corso delle spontanee dichiarazioni rese a questi Uffici a distanza di
circa tre mesi.
Entrambi gli escussi hanno altresì dichiarato che in tale circostanza, pur notando la presenza di
merce già pronta nei bancali, non procedettero ad alcun carico, per motivi che non gli fu dato
sapere, ma scaricarono – sempre a loro dire – solo delle pedane vuote (contrariamente alla prassi
95
che gli stessi escussi avevano già spiegato, cioè quella di procedere al carico di un certo numero di
bancali/pedane cariche di merce, previa resa dello stesso numero di pedane vuote).
Entrambi i soggetti hanno ammesso l’anomalia della circostanza rispetto al loro rapporto di impiego
di routine, quali vettori per la consegna di merce ai clienti della Commerciale Europea, ma non sono
stati in grado di spiegarla. Soprattutto, non hanno fatto il benché minimo cenno ad un’eventuale
reazione di protesta o alla richiesta di spiegazioni, verso i proprietari della società, per l’inutile
richiesta di intervento di ben due autocarri della ERRYTRANS, rientrati “a vuoto” presso la loro
sede con il danno che ne derivava in termini di spese e costi.
A corredo di quanto asserito dai due escussi, al fine di sostenere la tesi secondo cui i due autocarri
erano stati impiegati, nella circostanza in esame, per la semplice resa di pedane vuote, ERRICO
Giuseppe produceva, in sede di escussione, due ricevute di consegna, controfirmate dalla direzione
della Commerciale Europea. Vale la pena di ricordare che, nonostante l’impegno profuso
dall’ERRICO e dalla figlia Antonella, nel corso del controllo operato dalla Pg operante presso la
sede della ERRYTRANS LOGISTICA S.R.L. il 28 Luglio 2010, erano emersi diversi possibili
scenari costruiti dagli ERRICO per dare una spiegazione plausibile circa l’impiego dei due
articolati, ma nessun riferimento era stato fatto alla mera consegna di pedane vuote in favore della
Kerò; eppure, le due ricevute di consegna prodotte dall’ERRICO in questi Uffici, recando data
19.07.2010 dovevano già essere in possesso dell’amministrazione della ERRYTRANS il giorno del
controllo (cioè il 28 Luglio 2010). In realtà, come si vedrà analizzando le spontanee dichiarazioni
rese dal magazziniere della Commerciale Europea, PASSARELLI Biagio, le ricevute di resa delle
pedane vuote, pur recando falsamente data 19.07.2010, sono state certamente compilate, e
consegnate in copia alla Commerciale Europea, in epoca successiva. Stando a quanto
spontaneamente dichiarato da PASSARELLI Biagio, copie di quei documenti sono rimaste in suo
possesso dopo averle ricevute, tempo dopo, personalmente dall’ERRICO. Sulla circostanza si
tornerà più avanti.
Per una più completa esposizione, si riporta integralmente il contenuto dei verbali di sommarie
informazioni redatti a carico di ERRICO Giuseppe, titolare della ERRYTRANS LOGISTICA
S.R.L., e di PELLEGRINO Pietro, autista del secondo camion citato nell’esposto:
Sommarie informazioni rese il 6 Agosto 2010 da ERRICO Giuseppe:27
…omissis…
Sono l’amministratore della società ERRYTRANS srl, con sede in Maddaloni Via Napoli, 105 e
sede operativa in San Marco Evangelista SS265 KM 26,800. Sono nella piena disponibilità dei
veicoli targati DC581TS e CN918MG, i quali sono rispettivamente il primo VOLVO MOTRICE ed
il secondo SCANIA Articolato. I mezzi sono utilizzati per trasporto merci conto terzi.
A.D.R. Effettuo da qualche mese trasporti per conto della società COMMERCIALE EUROPEA con
sede in Pignataro Maggiore. I trasporti vengono commissionati direttamente dalla società che
quando hanno da effettuare delle consegne ci chiamano e la mia società preleva il materiale che
successivamente viene depositato nei nostri magazzini in San Marco Evangelista, per poi essere
consegnato ai vari commercianti finali. Solitamente trasportiamo generi alimentari, in prevalenza
zucchero.-----------//
27
Verbale di sommarie informazioni rese da ERRICO Giuseppe il 6 Agosto 2010 – All. 6
96
A.D.R. Solitamente quando io o uno dei miei dipendenti si porta presso la sede della commerciale
Europea, per caricare la merce, questa è già pronta sui bancali, ma può capitare di attendere
perchè deve essere ancora “bancalizzata”. Una volta caricata la merce sui camion, ci vengono
forniti dei documenti da parte dei dipendenti e poi in amministrazione vengono emesse le bolle di
accompagnamento.--//
…omissis…
La prassi commerciale che regola i rapporti tra la ERRYTRANS LOGISTICA Sr.l. e la
Commerciale Europea S.p.a., così come descritta da ERRICO Giuseppe, troverà ulteriore conferma
nelle dichiarazioni rese dal magazziniere PASSARELLI Biagio.
ERRICO Giuseppe continua ricostruendo la giornata del 19 Luglio 2010:
…omissis…
A.D.R. In data 19.07.2010, mi sono portato in Roma, per effettuare uno scambio di mezzi con un
altro autista. Successivamente mi sono portato presso il mio deposito ed ho preso un altro mezzo
Scania targato CN918MG e, siccome vi era da fare un carico alla Commerciale Europea, decisi di
andare personalmente alla società. Mi ricordo che arrivai verso le 16-17 del pomeriggio e nella
circostanza scaricai anche dei bancali. Ricordo inoltro che, anche l’altro mio dipendente sig.
PELLEGRINO Pietro, era di strada ed aveva sul camion alcune pedane da scaricare proprio alla
commerciale Europea e ci siamo trovati contemporaneamente alla società.
…omissis…
Ciò che ERRICO vorrebbe far passare come una casualità (cioè la sua concomitante presenza,
presso la Commerciale Europea, con l’autista PELLEGRINO Pietro), si rivelerà essere un ordine
ben preciso che era stato impartito all’autista PELLEGRINO dalla propria azienda, come si evince
dalle dichiarazioni rese sul punto proprio dal secondo autista.
ERRICO Giuseppe ha altresì consegnato ai CC di Caserta copia del cronotachigrafo 28 del mezzo
targato CN918MG, da lui condotto il giorno 19 Luglio 2010. L’escusso ha precisato che la pausa tra
le ore 17.00 circa e le ore 18.00 circa, rilevabile dal “dischetto”, dell’autotreno corrispondeva alla
sosta effettuata presso la Commerciale Europea. Si tratta dunque di una sosta durata circa un’ora.
Poi, nel proseguire l’esposizione dei fatti ha dichiarato:
…omissis…
A.D.R. Posso dire che, come sempre erano presenti diversi bancali, già pronti, ma non mi furono
fatti caricare.---//
A.D.R. Non era mai capitata una cosa del genere, ad oggi è accaduto il giorno 19.07.2010 e questa
settimana, ma non ricordo il giorno preciso che un mio camion con autista si è portato presso la
sede della Commerciale Europea per caricare, ma è tornato vuoto.--A.D.R. Anche l’altro mio autista con l’altro mezzo, scaricò dei bancali EPAL vuoti, senza caricare
nulla.----//
A questo punto della verbalizzazione, ERRICO Giuseppe ha consegnato ai CC di Caserta copia di
due ricevute di versamento di “bancali” vuoti, una relativa a 100 pedane, l’altra relativa a 150
pedane, controfirmate per ricevuta con timbro della “Commerciale Europea S.p.a. – Ricezione
28
Copia del cronotachigrafo dell’autocarro targato CN918MG del giorno 19.07.2010 – All. 7
all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011
97
Merce”. Sebbene i due documenti rechino data 19 Luglio 2010, si ha ragione di ritenere che gli
stessi, in realtà, siano stati redatti dopo il controllo operato dalla Pg operante presso la sede
della Errytrans Logistica S.r.l. del 28 Luglio 2010, e ciò essenzialmente alla luce di due
circostanze:
a. in primo luogo emerge che, nonostante l’intervento di ERRICO Antonella – responsabile
amministrativo della Errytrans – nel ricercare, durante il controllo dei Carabinieri,
documentazione che servisse a giustificare l’impiego dei due autoarticolati il giorno 19 Luglio
2010, le due ricevute non furono trovate in quella circostanza, né fu fatto il benché minimo
riferimento alla loro esistenza.Eppure, né emergevano agli atti le due ricevute di consegna
delle pedane vuote, né gli ERRICO ne indicavano l’esistenza, ancorché verbalmente. E’
evidente che la circostanza è stata falsamente attestata in un momento successivo al controllo;
b. la conferma definitiva che le due ricevute di consegna delle pedane vuote siano state falsamente
compilate, solo dopo il controllo presso la sede del vettore Errytrans, emerge dalle dichiarazioni
rese dal magazziniere PASSARELLI Biagio, il 6 Novembre 2010. Questi infatti, nel confermare
la circostanza di aver proceduto, il 19 Luglio 2010, ad un carico di zucchero su due camion della
Errytrans, ha anche dichiarato di aver ricevuto, una “quindicina di giorno dopo”, un’insolita
visita da parte di ERRICO Giuseppe, il quale, nella circostanza, gli avrebbe consegnato copia
delle due ricevute in questione, documenti che il PASSARELLI ha dichiarato di aver trattenuto
per sé, vista la stranezza della circostanza. I “quindici giorni dopo” a cui
approssimativamente fa riferimento il PASSARELLI, a decorrere dalla sottrazione dello
zucchero avvenuta il 19 Luglio 2010, coincidono con i primi giorni del mese di Agosto, cioè
col periodo preciso in cui ERRICO Giuseppe e PELLEGRINO Pietro venivano invitati
daLLA Pg operante per essere sentiti a sommarie informazioni.
L’esposizione dei fatti da parte dell’ERRICO è apparsa ai verbalizzanti evidentemente costruita; è
stata comunque mostrata, all’escusso, la copia della Scheda Riepilogativa del 19 Luglio 2010 che
egli stesso aveva consegnato ai Carabinieri di Caserta durante il controllo del 28 Luglio 2010,
visionando la quale, nel prosieguo del verbale, l’ERRICO ha aggiunto:
…omissis…
la scheda è ad uso esclusivo dell’organizzazione del mio ufficio e del lavoro che svolgo e tengo a
precisare che non ha nessun valore legale. La stessa però nella data del 19.07.2010, riporta
esattamente quanto da me riferito sopra che, alla riga cinque è inserito VOLVO 581 (Riferito al
mezzo DC581TS) PELLEGRINO che nel pomeriggio si doveva portare alla KERO’. Alla riga otto
sono riportati VOLVO 580 con il quale personalmente mi sono portato a Roma per effettuare uno
scambio di mezzi ed alla stessa riga vi è riportato SCANIA Rosso (riferito al mezzo targato
CN918MG) ritiro KERO’.---//
A.D.R. Sul mezzo targato DC581TS, è installato il nuovo sistema di controllo cronotachigrafo
digitale, i cui dati sono scaricati presso una società ogni sei mesi e conservati.----//
A.D.R. I due mezzi di cui mi si chiede, non possiedono nessun sistema di antifurto satellitare.----//
A.D.R. Posso ribadire che per i trasporti effettuati nel mese di luglio corrente anno, sono solo ed
esclusivamente quelli per i quali vi ho fornito i documenti di trasporto.--//
A.D.R. Non ho altro da aggiungere nè modificare a quanto sopra detto.----//
…omissis…
98
Dello stesso tenore e, fondamentalmente concordi le une con le altre – eccezion fatta per la
“casualità” attribuita dall’ERRICO alla concomitante presenza dei due autotreni della propria
azienda presso la sede Commerciale Europea, nella circostanza del 19 Luglio 2010 – sono le
dichiarazioni rese alla Pg operante il 6 Agosto 2010, da PELLEGRINO Pietro:
Sommarie informazioni rese il 6 Agosto 2010 da PELLEGRINO Pietro:29
…omissis…
Sono un autista e lavoro per conto della società ERRYTRANS srl, con sede operativa in San Marco
Evangelista SS265 KM 26,800.
Lavoro per il sig. ERRICO Giuseppe, titolare della società, da circa 19 anni. Non sono
assegnatario individuale di un veicolo, ma cambio i vari mezzi che sono a disposizione della
società, soprattutto in relazione al tipo di trasporto e di consegna che bisogna effettuare----//
A dirmi quale mezzo debbo prendere, solitamente è il magazziniere della società sig. RAZZANO
Andrea, il quale tra i suoi compiti vi è quello di annotare i mezzi con i quali usciamo, su di un
foglio, sul quale vengono annotati anche i luoghi dove ci dobbiamo portare.
Si dà atto che al sig. PELLEGRINO viene mostrato un foglio contraddistinto in alto a destra dal
numero 1, lo stesso dopo averlo visionato riferisce quanto segue: E’ questo il foglio che compila il
sig. RAZZANO, infatti è il foglio relativo al giorno 19.07.2010 ed alla riga uno e cinque, è riportato
il mio nome, con a fianco segnato i luoghi nei quali mi sono portato.
A.D.R. Alla riga cinque, nei luoghi dove mi dovevo portare, è indicato consegna a Napoli e ritiro
KERO’ Pomeriggio.30…omissis…
Trattandosi di uno degli autisti che da più tempo è alle dipendenze dell’ERRICO, è sembrato
normale che il PELLEGRINO sapesse illustrare, in maniera dettagliata e coerente, i criteri
riguardanti l’impiego degli autisti e dei mezzi da parte del proprio datore di lavoro; ciò ha fatto
anche con riferimento alla giornata del 19 Luglio 2010, aggiungendo quanto segue:
…omissis…
Nella circostanza del giorno 19.07.2010, la mattina sono uscito con un mezzo ed il pomeriggio ho
effettuato i trasporti con il veicolo VOLVO targato DC581TS.---//
A.D.R. Il giorno 19.07.2010, nel pomeriggio, avevo avuto incarico dalla mia società e precisamente
come solito avviene dal sig. RAZZANO, di portarmi presso la sede della KERO’, in Pignataro
Maggiore, scaricare delle pedane e successivamente effettuare un carico di merce.----//
…omissis…
Si ricorderà come, sul punto, ERRICO Giuseppe aveva dichiarato che il PELLEGRINO …era di
strada ed aveva sul camion alcune pedane da scaricare proprio alla commerciale Europea e ci
siamo trovati contemporaneamente alla società… La discrasia tra le due versioni è palese; del resto,
sembra naturale che l’impegno e l’attenzione dell’ERRICO e del PELLEGRINO, nel rendere alla
Polizia Giudiziaria una medesima versione “coerente” su come si fossero svolti i fatti del 19 Luglio
2010, fossero rivolti non tanto a ciò che era successo prima di arrivare alla Commerciale Europea (e
29
Verbale di sommarie informazioni rese da PELLEGRINO Pietro il 6 Agosto 2010 – All. 8
all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011.
30
Si tratta della scheda riepilogativa in allegato di cui si è detto.
99
da qui le due differenti versioni), bensì a ciò che era avvenuto all’interno dell’azienda, punto sul
quale il PELLEGRINO prosegue riportando fedelmente la stessa versione resa dall’ERRICO:
…omissis…
Infatti il pomeriggio del 19, verso le 16,30-16,40, ero nei magazzini della KERO’ ed una volta che i
dipendenti della ditta ebbero effettuato lo scarico delle pedane, ho atteso che caricassero il camion,
ma dopo circa mezz’ora-quaranta minuti di attesa, mi dissero che potevo andare via, perchè non vi
era nulla da caricare.---//
Nella circostanza ricordo che ad attendere con me, vi era anche il titolare della mia ditta sig.
ERRICO Giuseppe, il quale era arrivato circa cinque minuti dopo di me, anche lui per scaricare
delle pedane, infatti i dipendenti della KERO’ parlarono proprio con lui e gli dissero che potevamo
andare via.----//
A.D.R. Presso la società KERO’, ho lasciato 100 bancali, non ricordo quanti ne ha scaricati il sig.
ERRICO.----//
A.D.R. Quando scarichiamo le pedane vuote, la mia ditta mi dà un foglio che io successivamente
faccio firmare alla società presso la quale effettuo la consegna.----------//
…omissis…
Si comprende facilmente come il foglio a cui si è genericamente riferito il PELLEGRINO sia, in
realtà, una delle due ricevute di resa delle pedane vuote di cui aveva parlato l’ERRICO e che aveva,
nella stessa circostanza prodotto in questi Uffici. PELLEGRINO Pietro ha altresì riepilogato le fasi
relative al rientro “a vuoto” dei due autotreni presso la sede dell’azienda:
…omissis…
A.D.R. Il giorno 19.07.2010, come in altre circostanze, nel magazzino della KERO’ vi era della
merce già pronta sui bancali, ma noi non caricammo nulla.---//
A.D.R. Nel momento in cui eravamo presenti noi nel pomeriggio del 19.07.2010, non vi erano altri
mezzi pronti a caricare, non sono in grado di dire se prima o dopo di noi, erano arrivati altri
camion.----//
A.D.R. Il giorno 19.07.2010, dopo che sono andato via dalla KERO’ sono ritornato al deposito,
unitamente al sig. ERRICO Giuseppe, che viaggiava sul veicolo Scania Rosso di cui al momento
non ricordo il numero di targa.-----//
A.D.R. Non mi è stato mai chiesto nè dalla mia azienda, nè da altre società per le quali la mia
azienda lavora, di effettuare trasporti senza documenti di viaggio.---//
A.D.R. Solitamente, quando vado a caricare il camion presso la KERO’, vi è sempre il
responsabile, credo si chiami Biagio, il quale chiama altri dipendenti per il carico e poi mi
consegna dei fogli, che consegno in amministrazione e successivamente mi viene rilasciato il
documento di trasporto, oppure fatture.--/
A.D.R. Mi vengono date le fatture, poichè spesso capita che quando vado a consegnare la merce,
mi pagano anche il corrispettivo.----//
…omissis…
Tale ultima affermazione ricalca in maniera precisa la prassi seguita presso la Commerciale
Europea in occasione del carico di merce sui mezzi dei vettori, circostanza che verrà illustrata nei
minimi particolari ai CC del Comando Provinciale di Caserta, anche dal magazziniere
100
PASSARELLI Biagio, personaggio al quale, peraltro, fa esplicito riferimento anche l’escusso
PELLEGRINO Pietro, il quale conclude la propria testimonianza come segue:
…omissis…
A.D.R. Il mezzo che guidavo ha in dotazione il nuovo cronotachigrafo digitale che registra gli
spostamenti, ha in dotazione il TELEPASS, ma non ha in dotazione nessun tipo di antifurto
satellitare.--//
A.D.R. Per quanto riguarda i dati relativi al giorno 19.07.2010 registrati nel cronotachigrafo
digitale, non sono a conoscenza se gli stessi possono essere rilevati, in quanto in data 03.08.2010,
ho denunciato lo smarrimento del microcip della carta del conducente avente nr.00000077521000,
rilasciatami il 05.01.2007, di cui lascio copia della relativa denuncia.---//
A.D.R. L’apparecchio cronotachigrafo, all’interno del veicolo targato DC581TS, al momento credo
sia funzionante, se utilizzato con un’altra carta del conducente.-----//
A.D.R. Non ho altro da aggiungere, nè modificare a quanto sopra detto.-----//
…omissis…
Ulteriori perplessità su come in realtà si siano svolti i fatti del 19 Luglio 2010 vengono provocate
dall’improvviso smarrimento della “carta conducente”, relativa al sistema del cronotachigrafo
elettronico, da parte dell’autista PELLEGRINO, evento che, guarda caso, risulta essersi verificato il
3 Agosto 2010, cioè dopo qualche giorno dall’accertamento compiuto presso la sede della Errytrans
Logistica.
LE SPONTANEE DICHIARAZIONI
PASSARELLI BIAGIO.
RESE DAL MAGAZZINIERE DELLA
COMMERCIALE EUROPEA S.P.A.,
PASSARELLI Biagio, in atti generalizzato, magazziniere della Commerciale Europea, dopo aver
cercato ed ottenuto un contatto telefonico con la Pg operante che si stava occupando del sequestro
preventivo sui beni della famiglia PASSARELLI, si è presentato spontaneamente presso la Caserma
dei CC di Caserta il 6 Novembre 2010 ed ha reso dichiarazioni che, per un verso riscontrano
obiettivamente il contenuto dell’esposto in trattazione e dall’altro fanno emergere la complicità dei
due autotrasportatori nella sottrazione dell’ingente quantitativo di zucchero perpetrato presso la
Commerciale Europea il 19 Luglio 2010.
Dunque, ERRICO Giuseppe e PELLEGRINO Pietro hanno deliberatamente mentito alla Pg
operante, rendendo false dichiarazioni il 6 Agosto 2010 e producendo documentazione falsa,
attestante la mera consegna di pedane in favore della Commerciale Europea, anziché ammettere,
senza peraltro incorrere in alcuna sanzione, di aver proceduto al carico dello zucchero.
Le dichiarazioni rese da PASSARELLI Biagio chiariscono, inoltre, il contenuto della parte finale
dell’esposto del 23 Luglio 2010, tratteggiando il ruolo svolto da personaggi quali AMMALIATO
Giuseppe ed ESPOSITO Antonio, indicati – sia nell’esposto che dal PASSARELLI – quali complici
fedeli di CANTELLI Susanna, co-artefici della realizzazione di tutti gli illeciti compiuti in seno alla
gestione della Commerciale Europea.
Il contenuto del verbale in cui sono state raccolte le dichiarazioni del magazziniere è chiaro e non
necessita di particolari argomentazioni o approfondimenti, ragion per cui, di seguito, verrà riportato
integralmente.
101
Va esaminato, intanto, un dato che ha certamente influito sull’elemento psicologico della condotta
tenuta dai soggetti indagati nell’ambito del procedimento penale in oggetto e dalle persone che ad
essi risultano in qualche modo vicini (compreso il magazziniere PASSARELLI Biagio); il dato è il
seguente: dalla data in cui è stato inviato il secondo esposto in trattazione (quindi 23 Luglio 2010)
ad oggi, gli elementi acquisiti e posti a sostegno del sequestro operato dalla Scrivente D.D.A. a
carico della Commerciale Europea, nonché di tutti gli altri beni costituenti l’impero economico
acquisito illecitamente della famiglia PASSARELLI, hanno sempre superato positivamente – e
ripetutamente – il vaglio del G.I.P. e della Sezione Riesame del Tribunale di Napoli; tali elementi,
pur sottoponendosi a ripetute riproposizioni del provvedimento di sequestro adottato in via
d’urgenza dalla S.V., poiché venuto più volte a decadere per motivi meramente formali rilevati, di
volta in volta, dalla Sezione Riesame, nel merito non sono mai stati messi in discussione né dal
G.I.P. né dalla Sezione Riesame del Tribunale di Napoli.
Spontanee dichiarazioni rese il 6 Novembre 2010 da PASSARELLI Biagio – magazziniere:31
…omissis…
“”Voglio premettere che sono, da circa un anno e mezzo, il magazziniere della Commerciale
Europea S.p.a., con sede in Pignataro Maggiore. In precedenza avevo lavorato, come operaio di
carico e scarico merci, anche per l’I.P.A.M. di Villa Literno; preciso, infatti, di essere cugino di
primo grado dei fratelli PASSARELLI Biagio, Franco, Davide e Gianluca, titolari di quest’ultima
azienda.—//
Nonostante il rapporto di parentela con PASSARELLI Franco e CANTELLI Susanna, il mio
impiego alla Commerciale Europea è quello di operaio: non ho potere decisionale su alcuna
circostanza, nonostante il ruolo di fiducia che mi viene accordato facendo il magazziniere. Da
quando l’azienda di Pignataro Maggiore è stata sottoposta a sequestro, nel Luglio scorso, ho
cercato di avere dei contatti diretti con gli amministratori giudiziari in quanto, così come eravamo
stati invitati a fare noi dipendenti, ritenevo opportuno segnalare le varie circostanze che
caratterizzano il mio lavoro quotidiano. Tali contatti sono riuscito ad averli solo negli ultimi tempi,
in particolare col dr. BEVILACQUA, in quanto precedentemente, avendone chiesto la possibilità a
CANTELLI Susanna e ad ESPOSITO Antonio, mi era stato detto che non era necessaria in quanto
era tutto a posto. Al dr. BEVILACQUA, nel corso di alcune conversazioni avute di recente, ho
spiegato determinate situazioni che si erano verificate i primi giorni dopo il sequestro del Luglio
2010, circostanze nelle quali mi ero ritrovato senza sapere di tenere dei comportamento anomali.
Al Dr. BEVILACQUA ritenni di dover spiegare, nei dettagli, anche il ciclo della mia attività, cosa
che, in questa sede, ripeto anche adesso a voi:--//
Come responsabile del magazzino ho un computer con una stampante; a tale stampante giungono
gli ordini che mi invia l’amministrazione, relativi alla merce che devo produrre, far confezionare e
poi caricare sui mezzi di trasporti del vettore che viene indicato nello stesso ordine. Ricevuto
l’ordine interno, contatto il vettore; a questo proposito vi dico l’azienda si rivolge a vettori
differenti a seconda della zona dove deve essere scaricato lo zucchero; ad esempio, per le province
di Napoli e Caserta l’azienda si rivolge alla ditta ERRYTRANS di Maddaloni, per le province di
Avellino e Benevento alla ditta Trasporti Castaldo di Napoli, ecc. Una volta contattato il vettore,
prendo appuntamento per il giorno successivo al fine di procedere al carico. Nel frattempo, mi reco
31
Verbale di spontanee dichiarazioni rese dal magazziniere PASSARELLI Biagio il 6 Novembre
2010 – All. 9 all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011.
102
ai locali di produzione, ordinando la merce che mi occorre al fine di evadere la richiesta inviatami
dall’amministrazione. Per produzione intendo dire l’impacchettamento dello zucchero e la sua
sistemazione sui bancali. Il giorno dopo, quando si presenta il vettore, prima vengono scaricate dal
camion le pedane vuote, dato che vige il sistema “vuoto a rendere”. Poi, il camion scarico, passa
su una pesa elettronica, il cui risultato viene visualizzato su un apparecchio elettronico che ho io
nel mio ufficio, e poi stampato su un cartellino. Dopo aver rilevato la pesa di ingresso, faccio
caricare il camion con lo zucchero che era stato ordinato, e lo rimando alla pesa elettronica. In
base al dato rilevato precedentemente a camion vuoto, calcolo il peso dello zucchero che è stato
caricato. Al vettore consegno la richiesta dell’ordine inviatami il giorno prima
dall’amministrazione, nella quale annoto anche il peso dello zucchero caricato. Tale documento
viene consegnato in originale all’autista mentre la fotocopia viene trattenuta dal sottoscritto. Che
io sappia, l’autista si reca, poi, nell’ufficio fatturazione; consegna all’impiegata dell’azienda
l’ordine di richiesta con il rilevamento del peso e l’impiegata emette la fattura o un documento di
trasporto al fine di procedere alla consegna della merce in favore del cliente che l’aveva
originariamente ordinata. La mattina del giorno seguente, con le copie di tutte le richieste che ho
evaso il giorno prima, mi reco presso l’ufficio fatturazione ove mi fanno una stampa del resoconto
della fatturazione del giorno prima; io controllo che vi sia corrispondenza con quello che ho
caricato e poi consegno tutti i documenti all’impiegato dell’ufficio il quale, poi, mi risulta che
consegna il tutto alla d.ssa CANTELLI, la quale procede a fare ulteriori riscontri e
all’archiviazione delle fatture o dei documenti di trasporto. Naturalmente, potete ben capire che,
per quello mi riguarda, il lavoro finisce nel momento in cui ho riscontrato che ciò che ho caricato
sui camion il giorno prima è quanto risulta sui documenti dell’ufficio fatture; poi, se tali documenti
non rientrano nella contabilità ufficiale dell’azienda, a me non è dato saperlo. In termini più chiari,
se la merce che io carico sui camion – in maniera regolare, perché ho una richiesta di ordine da
parte dell’amministrazione – non viene poi realmente fatturata, dal punto di vista fiscale, io questo
non potrò mai saperlo. Ad esempio, ricordo adesso, che i primi giorno dopo il sequestro della
Commerciale Europea, accadde che la d.ssa CANTELLI e AMMALIATO Giuseppe – quest’ultimo è
colui che gestisce tutta la gestione informatica dell’azienda, compreso il programma di fatturazione
e giacenza merci – si recarono in magazzino e mi diedero verbalmente un ordine di produzione;
tale ordine consisteva nell’impacchettare dei sacchi di zucchero da 25 kg cadauno da inserire in
circa venti – venticinque pedane complete da 10 quintali cadauna, da consegnare all’ERRYTRANS
di Maddaloni. Pensai che, dato che c’era stato il sequestro pochi giorni prima, i programmi erano
stati bloccati e quindi l’ordine mi doveva esser dato in quel modo, in attesa che al mio computer
potessero collegarsi gli amministratori giudiziari. Tale mia convinzione venne avvalorata dalla
presenza di Peppe AMMALIATO che, come vi ho detto, si occupa proprio dei programmi di
gestione informatica del’azienda. Dovete tener anche presente che fino ad allora, dal giorno del
sequestro, non erano stati fatti altri carichi. Poiché faccio questo lavoro da tanti anni per i miei
cugini, al fine di farlo funzionare al meglio ed avere i miei riscontri quotidianamente, chiesi alla
CANTELLI e ad ESPOSITO Antonio di poter parlare con gli amministratori giudiziari affinché
fosse ripristinato quanto prima il collegamento al mio computer, così da poter ricevere gli ordini
regolarmente e poter fare i miei riscontri il giorno dopo; in caso contrario, infatti, gli ordini non
potevano che essere solo verbali, come era accaduto quel giorno con la ERRYTRANS. Non ricordo
di preciso quale fosse il giorno, rammento soltanto che era uno dei primissimi giorni dopo il
sequestro ed era di pomeriggio. Adempii all’ordine datomi dalla CANTELLI e feci caricare un
103
bilico ed una motrice – quest’ultima senza rimorchio – della ERRYTRANS, il primo mezzo ricordo
era condotto proprio dal titolare dell’azienda di trasporti; altra stranezza che notai in quella
circostanza fu che il carico venne fatto senza il solito sistema di “vuoto a rendere” e di riscontro di
peso come vi ho sopra spiegato. Circa una quindicina di giorni dopo, il titolare della ERRYTRANS,
tale Giuseppe ERRICO, mi consegnò dei buoni relativi allo scarico di alcune pedane che, presumo,
si riferissero a quella circostanza; tali buoni ce l’ho ancora io conservati nel mio cassetto ma,
sinceramente, non ho ancora capito il motivo per cui mi siano stati dati, in quanto le pedane a cui
fa riferimento il foglio non mi sono mai state realmente consegnate. Voglio precisare che al dr.
BEVILACQUA ho spiegato nel dettaglio come funziona la mia attività lavorativa ma, del carico che
vi ho qui illustrato fatto alla ERRYTRANS, non ricordo se gliene abbia parlato nel dettaglio o
meno. Ricordo, invece, di avergli riferito come nell’ambito dell’azienda, il mio lavoro non mi
consente margini di gestione o di iniziativa e che quindi, tutto ciò che dipende dal magazzino è
preventivamente ordinato e successivamente riscontrato dall’amministrazione; questa cosa la
ribadisco a voi per evitare che, determinate circostanze anomale che possano in qualche modo
coinvolgere il magazzino della Commerciale Europea, possano ritorcersi contro la mia persona.
Del resto, il mio è uno stipendio da operaio quindi nemmeno vorrei avere responsabilità che non mi
competono e non mi vengono retribuite. Al Dr. BEVILACQUA, oltre ad altre circostanze (come, ad
esempio, lo spostamento di alcuni assegni al quale ho proceduto su ordine della D.ssa CANTELLI
il giorno del sequestro) ho evidenziato che i documenti ufficiali relativi alle vendite sono emessi
dall’amministrazione, indipendentemente da ciò che io rilevo sull’ordine che mi viene inviato e che,
in ogni caso, i sistemi informatici sono gestiti direttamente dal sig. Giuseppe AMMALIATO.--//
Ripeto che la mia iniziativa di oggi è legata al fatto che, essendo solo un operaio, esecutore di
ordini, potrei non essere a conoscenza di tutto ciò che ruota intorno alla mia mansione ma, vi
ribadisco, non è stata mai mia diretta intenzione oppormi all’operato dell’Autorità Giudiziaria e
dell’Amministrazione giudiziaria che sta operando sull’azienda per cui lavoro.--//
Per il resto, non ritengo aver null’altro da dire.--//
…omissis…
Il magazziniere PASSARELLI Biagio, nato a Casal di Principe il 16.03.1977, successivamente alle
dichiarazioni spontanee rese alla Pg operante, è deceduto per cause naturali.
LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE
Il ruolo fiduciario svolto da AMMALIATO Giuseppe e dal commercialista ESPOSITO Antonio,
nella gestione degli affari della Commerciale Europea e di altre imprese della famiglia
PASSARELLI, è evidenziato anche dal contenuto di telefonate intercettate nel corso delle indagini
tecniche svolte, alla fine del 2006, nell’ambito del procedimento penale numero 27526/06 RGNR
della S.V. sulle seguenti utenze:
- utenza cellulare numero 393-9702558, in uso a CANTELLI Susanna, intercettata in
esecuzione al decreto numero 27526/06 RGNR e numero 3837/06 RR del 09.11.2006, dal
09.11.2006 al 18.12.2006;
- utenza cellulare numero 329-0116050, in uso a PASSARELLI Franco, intercettata in
esecuzione al decreto numero 27526/06 RGNR e numero 3979/06 RR del 17.11.2006, dal
17.11.2006 al 26.12.2006.”
104
Si richiamano, per il contenuto di tali intercettazioni, le pagg. 117-133 della richiesta dei PP.MM.;
qui basta solo segnalare che nessuna di esse è riferibile specificamente all’ episodio contestato al
capo B) ma certamente le stesse comprovano il rapporto assolutamente fiduciario riposto da Franco
Passarelli e Cantelli Susanna nei confronti del commercialista, Esposito Antonio e di Ammaliato
Giuseppe.
Il complesso di tali elementi, ed in particolar modo le dichiarazioni del magazziniere Biagio
Passarelli (deceduto nelle more e dunque pienamente utilizzabili anche in dibattimento), e gli esiti
delle indagini disposte sulla scorta dell’esposto anonimo del 23.7.2010 (in particolare gli
accertamenti presso la ditta Errytrans logistica s.r.l.) configurano un grave quadro indiziario del
furto pluriaggravato contestato a carico della Cantelli e dell’ Ammaliato, che diedero al
magazziniere l’ ordine verbale di impacchettare lo zucchero e prepararlo per il trasporto.
Ma, ritiene chi scrive, anche a carico dell’ Errico Giuseppe.
Depone in tal senso il comportamento assunto dallo stesso al momento del primo controllo in
azienda. Il comportamento reticente assunto dallo stesso ed i tentativi di depistaggio non
troverebbero infatti alcuna spiegazione logica ove costui fosse stato in buona fede al momento del
carico della merce e dunque non avesse nulla da nascondere agli inquirenti in sede di controllo.
Ciò unito alla anomalia evidenziata dal magazziniere, che in occasione di quel carico segnala che
non vi fu la procedura standard del sistema di “vuoto a rendere” e di riscontro del peso induce a
ritenere che l’ Errico fosse perfettamente consapevole, ab initio, della illiceità di quel prelievo, e
dunque abbia consapevolmente partecipato alla condotta sottrattiva.
Viceversa, nei confronti del Pellegrino, altro autotrasportatore, sentito per la prima volta in data
6.8.2010, la mera anomalia nella procedura seguita al momento di carico, non è da sola sufficiente a
fondare la emissione di misura cautelare. Invero, la sua scelta di rendere dichiarazioni non veritiere
alla P.G., unitamente all’ incredibile coincidenza dello smarrimento della “carta conducente” il
3.8.2010 integra senz’ altro il reato di favoreggiamento, ma è pienamente compatibile con una
conoscenza acquisita successivamente (e specificamente dopo il primo controllo a carico dell’
Errico e la convocazione in caserma) della illiceità del trasporto del 19.7.2010, unitamente alla
richiesta, da parte del suo datore di lavoro, di rendere dichiarazioni compiacenti.
Del pari non emergono gravi indizi della partecipazione allo specifico reato di furto a carico del
commercialista. Le conversazioni che lo vedono coinvolto e le stesse dichiarazioni del magazziniere
Biagio Passarelli evidenziano una interpretazione “disinvolta” del suo ruolo di consulente ma non
certo un suo specifico coinvolgimento nell’episodio di furto contestato al capo B).
Sussiste certamente l’ aggravante dell’art. 7, legge 203/91 sotto due profili; invero, da un lato il
timore dei soggetti coinvolti nella vicenda (dichiarazioni del magazziniere Biagio Passarelli ed
esposto anonimo) dimostra in concreto come gli autori del reato abbiano agito avvalendosi delle
condizioni di assoggettamento ed omertà derivante dalla notoria contiguità con il clan dei casalesi;
dall’altro il furto di zucchero serviva per sottrarre beni alla amministrazione giudiziaria e
consentire di recuperare una parte del patrimonio sottoposto a sequestro a fini di lucro dei Passarelli
(e dunque della famiglia Schiavone).
Deve pertanto concludersi che sussistono a carico di CANTELLI Susanna, AMMALIATO
Giuseppe, ed ERRICO Giuseppe, i gravi indizi di colpevolezza in relazione al reato di furto
aggravato di circa 2,5 tonnellate di zucchero, illecitamente sottratto all’amministrazione giudiziaria
105
della Commerciale Europea, in Pignataro Maggiore, il 19 Luglio 2010. Non sussiste invece un
grave quadro indiziario nei confronti di Pellegrino Pietro ed Esposito Antonio.
Le esigenze cautelari
Quanto alle esigenze cautelari, la natura dei reati contestati determina la operatività delle
presunzioni di cui all’art. 275, comma 3, c.p.p.
Operatività che in ordine ai reati commessi avvalendosi delle condizioni di cui all’ art. 416 bis c.p.
ed al fine di agevolare le associazioni camorristiche è stata a più riprese confermata, in tutta la sua
portata dalla Corte Costituzionale (pronunce n. 265/2010, 164/2011, 231/11 ).
Deve tuttavia rilevarsi come nel caso di specie, al di là delle presunzioni di legge, la sussistenza
delle esigenze cautelari di cui alle lett. a) e c) risultano comprovate in atti.
In primo luogo, lo spessore criminale dei fratelli Passarelli, il loro legame con la famiglia
Schiavone rende concreto il pericolo che i soggetti che hanno reso dichiarazioni vengano
avvicinati perché ritrattino. Inoltre la vicenda del furto aggravato dimostra la loro capacità di
inquinare il quadro probatorio, con dichiarzioni compiacenti, documenti realizzati ad hoc, etc.
Quanto al pericolo di reiterazione di reati, la storia della famiglia Passarelli, il lunghissimo arco
temporale in cui prima il padre poi i figli si sono prestati a ripulire e gestire le risorse finanziarie
della famiglia Schiavone rende più che concreto il pericolo di reiterazione di gravi reati, anche
della stessa specie, per cui si procede.
A conferma di una personalità trasgressiva i casellari giudiziari dei Passarelli.
Quanto agli indagati accusati del reato contestato al capo b) deve solo osservarsi che la gravità del
reato si desume dalle modalità del fatto, dal quantitativo di zucchero sottratto, dalla pluralità di
elementi emersi in atti (soprattutto dalle relazioni degli amministratori giudiziari) che inducono a
ritenere che lungi dall’essere stata una condotta isolata sia solo la spia di una gestione delle imprese
truffaldina e volta a pregiudicare la amministrazione giudiziaria.
La personalità trasgressiva dell’ Errico emerge dal nutrito casellario giudiziario; la Cantelli e l’
Ammaliato sono incensurati, ma la loro condotta in dispregio della amministrazione giudiziaria
dimostra l’ assoluta indifferenza ai precetti penali ed alle autorità preposte al loro rispetto.
La custodia in carcere è certamente l’ unica misura idonea; emerge in atti come gli indagati non
solo non abbiano alcun rispetto dei precetti penali e delle autorità preposte alla loro osservanza ma
piuttosto abbiano un proprio codice di valori antitetico a quello dell’ ordinamento dello Stato in cui
vivono.
Gli stessi mostrano infatti una percezione della “legalità” che esclude in radice l’ idoneità di
misure diverse da quella inframuraria, nelle quali la efficacia ed effettività delle misure è
inscindibilmente connessa al rispetto rigoroso, rimesso all’ indagato, delle prescrizioni
dell’autorità che ne determinano il contenuto.
La attualità delle esigenze cautelari è di immediata evidenza ove si pensi che la condotta è tuttora
perdurante; non incide su tale attualità la esistenza di altri titoli cautelari custodiali e reali, perché
chi scrive non ha alcuna possibilità di controllo sugli stessi.
106
Ne consegue che non solo non sussistono elementi concreti idonei a vincere la presunzione legale
posta dall’art. 275, comma 3°, c.p.p., ma anzi le circostanze dei singoli fatti contestati denotano la
sussistenza in concreto delle esigenze cautelari previste dall’art. 274 a) e c) c.p.p.
La misura inframuraria è certamente proporzionale alla gravità dei fatti contestatu ed alle pene per
esso previste.
Non sussistono le condizioni per la concessione della sospensione condizionale della pena.
La misura cautelare reale ex artt. 321 c.p.p..
Prima di esaminare la sussistenza dei presupposti per la emissione del decreto di sequestro occorre
riportare gli accertamenti di P.G. sulla operazione che ha coinvolto la I.P.A.M. e la Commerciale
Europea s.p.a. e cioè il progressivo ‘svuotamento’ della I.P.A.M. in favore della Commerciale
Europea s.p.a.
In tal senso depongono alcune telefonate intercettate nel corso delle indagini svolte dalla Pg
operante nel 2006 (riportate alle pagg. 53-80 del decreto di sequestro preventivo del 13.7.2010), le
intercettazioni ambientali dei colloqui del detenuto Franco Passarelli con la cugina, Silvana
Zaccariello (cfr. in particolare alle ore 11.40, pag. 57-58) in cui si evince il timore che gli inquirenti
comprendano il collegamento tra la I.P.A.M. e La Commerciale Europea s.p.a.
Assolutamente rilevante poi la seguente TELEFONATA REGISTRATA AL PROGRESSIVO NUMERO 385
DEL BROGLIACCIO D’ASCOLTO RELATIVO ALL’INTERCETTAZIONE TELEFONICA SULL’UTENZA
CELLULARE NUMERO 329-0116050 IN USO A PASSARELLI FRANCO, IL 22.11.2006, ORE 16.40 – IN
USCITA VERSO L’UTENZA CELLULARE NUMERO 393-9570464 IN USO AD ESPOSITO ANTONIO.
TRASCRIZIONE ALL. 12 (all’inf.va numero 336/5-21 del 14.01.2011)
LEGENDA:
F: PASSARELLI Franco
A: ESPOSITO Antonio.
A: Pronto
F: Antonio
A: oh ! Franco
F: ma che si é fatto oggi là ?
A: che si e fatto, si é raccolto ... incomprensibile ...
F: come ?
A: Ancora devo mangiare, ancora devo mangiare ... e si é fatto Franco eeeh .... metteranno per
iscritto ognuno i loro pareri e poi si vede cosa si vuole fare, il Camillo ha un tesi, Peppe BOSCO
ne ha un'altra, alla fine ...
F: embé come si vuole fare ?
A: Eh ! Non lo so, vediamo i due pareri e decideremo sopra i due pareri
F: e prendiamo un terzo parere, vediamo ad un'altro pure, è che cosi alla fine diciamo sono due eee
non lo so ...
A: Franco, il terzo parere a chi devo chiamare io ?
F: eee ...
A: a dove lo vado a prendere ?
F: eee,Sergio DELLA VOLPE, anche se, non lo so, diciamolo a Sergio DELLA VOLPE ...
107
A: Franco, ma DELLA VOLPE, ma quello neanche ci , se uno lo chiama, neanche ci risponde al
telefono
F: ma quando mai, io ci sto in contatto, mo ci siamo sentiti chi l' ha detto che non ci risponde al
telefono, non l'ho ancora incontrato, tiene ancora le pratiche mie ...
A: mmmh !
F: Chi l'ha detto, perché ? Scusa, Sergio é un amico ... aaah ! Tiene ...le pratiche mi sta facendo, ci
sentiamo, tutto a posto, che ci " azzecca "
A: va bene Franco, ma ci stanno due, due aziendalisti, a quel punto tu vuoi chiedere pure il terzo,
cioé...
F: non lo so, vediamo qua ...
A: secondo me ... incomprensibile ... facciamo solo casino così
F: ma per capire un parere, diciamo scusa, se due dicono come diciamo noi, che ne so ...eeeh
A: eeh! Va bene Franco, ma là ... sono tutte altre cose, non sono cose da parlare a telefono ... io
ho un parere che ho manifestato chiaramente che é quello là di non collegare le due aziende ... il
mio é molto chiaro come parere ... secondo loro stanno già collegate, può essere pure vero questo
però non ... ma ...
F: mi sono "sfastidiato " proprio ... è un poco ...
…omissis…
Si tratta di elementi che oltre a delineare il rapporto tra le due società confermano la gestione di
fatto della società in capo ai fratelli Passarelli.
A riscontro inequivoco della operazione che ha condotto allo svuotamento dell’ IPAM in favore
della Commerciale Europea, gli accertamenti finalizzati all’accertamento comparativo dei volumi
d’affari e del personale dipendente delle due società.
DAL DECRETO DI SEQUESTRO EX ART. 321 CPP NUMERO 26877/2010 DEL 13.07.2010:
…omissis…
La successiva parte dell’informativa dei Carabinieri di Caserta, numero 336/5-20, del 12 Luglio
2010, riepiloga gli elementi che evidenziano l’evoluzione societaria e patrimoniale dell’I.P.A.M. e
della Commerciale Europea, aziende entrambe impegnate nell’impacchettamento a livello
industriale e nella distribuzione all’ingrosso di zucchero, emblema del dominio patrimoniale della
famiglia PASSARELLI. Tali elementi sono riepilogati in schemi, opportunamente riscontrati e
commentati dalla P.G. operante nella specifica parte dell’informativa, che di seguito integralmente
di riporta:
Dall’informativa dei CC di Caserta numero 336/5-20 del 12.07.2010 – Pag. 43
Prima di procedere al commento delle telefonate intercettate da questo Comando nel Novembre del
2006, nell’ambito del procedimento penale numero 27526/06 RGNR di codesta A.G., utili a
dimostrare la tesi investigativa secondo cui l’attuale gestione della Commerciale Europea di
Pignataro Maggiore rappresenti, oggi, la naturale prosecuzione dell’attività gestita, negli anni
passati, dall’I.P.A.M. di PASSARELLI Dante, nonché di come la stessa Commerciale Europea, pur
formalmente di proprietà di CANTELLI Susanna e di NATALE Clelia, faccia in realtà capo ai
fratelli PASSARELLI Franco, Biagio, Gianluca e Davide, si ritiene opportuno fare un breve
108
screening di alcune delle informazioni che è possibile evincere dalle visure camerali delle
principali società gestite dalla famiglia PASSARELLI, cioè l’IPAM e la Commerciale Europea. A
questo proposito è opportuno evidenziare che, sebbene l’emblema della prosecuzione
criminale/patrimoniale della famiglia PASSARELLI – da Dante ai figli – sia, in via principale,
caratterizzato dal binomio IPAM – COMMERCIALE EUROPEA, essendo la produzione,
l’impacchettamento e la distribuzione all’ingrosso dello zucchero l’attività che, per antonomasia,
contraddistingue l’impero economico creato da Dante PASSARELLI e proseguito dai figli, occorre
tener presente che, soprattutto dopo il 1995 (anno in cui PASSARELLI Dante fu arrestato e fu
formalmente considerato un affiliato al clan dei Casalesi), la famiglia PASSARELLI ha visto
proliferare, in rapida successione, la nascita di numerose imprese, legate più o meno direttamente
ai figli di Dante, imprese che, nel tempo, hanno acquisito patrimoni, riversandoli, talvolta, in nuove
aziende intestate direttamente agli eredi di Dante PASSARELLI o alle mogli di questi ultimi.
L’obiettivo della presente indagine è quello di dimostrare che le varie situazioni patrimoniali,
“rilevanti” o “dormienti”, attualmente riconducibili ai fratelli PASSARELLI, rappresentino – in
ogni caso – il frutto del reimpiego, diretto o mediato, dei capitali illeciti acquisiti da Dante
PASSARELLI quale affiliato al clan dei Casalesi, costituendo dunque un dominio aziendale e
patrimoniale da colpire con misura cautelare reale che valuti l’intero suo complesso. Come
dimostra l’evoluzione societaria della I.P.A.M., ma soprattutto il contenuto delle vicende penali che
si rilevano a carico di Dante PASSARELLI e dei figli – vicende che saranno analiticamente
riepilogate nel successivo paragrafo, riguardante le “imputazioni di cui all’art. 648 bis” – non è
difficile immaginare l’attuabilità di un piano secondo il quale, all’eventuale sequestro di
un’azienda, attualmente ad alta redditività, segua una serie di operazioni illecite, poste in essere
dai fratelli PASSARELLI, in grado di determinare, gradualmente, l’annientamento produttivo
dell’azienda sequestrata e il contestuale potenziamento – apparentemente incomprensibile ed
ingiustificato – di una delle società “dormienti” intestate agli stessi soggetti, che, data la scarsa
consistenza reddituale o patrimoniale, si troverebbe esclusa dal novero dei beni da colpire con un
attuale sequestro.
Detto questo, si riportano, di seguito, le notizie più significative – per ciò che rileva in questa sede
– che si evincono dalle visure camerali delle due aziende:
COMMERCIALE EUROPEA S.P.A.
La Commerciale Europea – Società per Azioni viene costituita il 17.06.1998 ed iscritta alla
Camera di Commercio di Caserta il 23.06.1999. Ad origine, nei primi anni di vita dell’azienda,
nell’assetto societario figura anche CANTELLI Raffaele, fratello di Susanna, il quale poi
scomparirà non appena la Commerciale Europea, di fatto, assumerà proporzioni aziendali più pie.
Nell’oggetto sociale originario dell’azienda figura, tra l’altro, l’istituzione di stabilimenti
organizzati per l’attività industriale di impacchettamento e lavorazione di prodotti alimentari in
genere mentre, sempre in origine (rif. 20.03.2000), l’attività esercitata nella sede operativa è
indicata come commercio all’ingrosso di tutti i prodotti alimentari, comunque preparati e
conservati, compresi il latte ed i suoi derivati, bevande liquori e surgelati. Oggi, l’attività è
esercitata nella sede legale – Pignataro Maggiore – e, nella visura camerale si legge:
Attività esercitata nella sede legale: Commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi senza deposito.
109
Commercio all’ingrosso di tutti i prodotti alimentari, comunque preparati e conservati compresi il
latte e i suoi derivati, bevande liquori e surgelati
Dal 28.09.2007 attività industriale di impacchettamento e distribuzione di zucchero
Nella storia delle comunicazioni, particolare attenzione meritano le seguenti:
 il 10.12.2000 viene deliberato e versato il capitale sociale di 50.000.000 di lire (poi divenuto
25.000,00 euro);
 il 23.10.2001, PASSARELLI Davide, con atto redatto dal Notaio Giovanni LUPOLI di Aversa,
cede le proprie quote di proprietà della Commerciale Europea (all’epoca pari a 5.000.000 di
lire sul capitale sociale complessivo di 50 milioni di lire) a NATALE Clelia, in oggetto
generalizzata.
 il 20.07.2004 PASSARELLI Davide cessa dalla qualifica di preposto nell’assetto della società.
 il 07.10.2004 viene deliberata dall’assemblea dei soci la variazione in aumento del capitale
sociale: da euro 25.500,00, a 100.000,00 euro;
 il 18.05.2005 la società apre una propria unità locale in Villa Literno, via Provinciale AversaVilla Literno numero 299: a tale indirizzo corrisponde la sede storica dello zuccherificio
IPAM. L’unità locale cesserà il 19.05.2007, vale a dire pochi mesi prima che l’azienda
assumerà ufficialmente, quale attività prevalente svolta presso la sede (che nel frattempo, dal
Novembre del 2006 è divenuta Pignataro Maggiore), quella di impacchettamento e
distribuzione di zucchero;
 il 14.11.2006 l’azienda si trasferisce, ufficialmente, in Pignataro Maggiore e, di fatto, inizia ad
operare autonomamente nell’impacchettamento e nella distribuzione dello zucchero;
 il 28.09.2007 l’azienda assume, quale attività prevalente della sede, l’attività industriale di
impacchettamento e distribuzione zucchero;
 il 30.07.2008 si procede contestualmente, tra l’altro, alla variazione della forma giuridica (da
S.r.l. a S.p.A.) ed alla variazione in aumento del capitale sociale, che diventa di 500.000,00
euro, ripartito in un pacchetto azionario di cui, il 90% è intestato a CANTELLI Susanna, il
rimanente 10% a NATALE Clelia, in oggetto generalizzate.
I.P.A.M. INDUSTRIA PRODOTTI ALIMENTARI ED AFFINI MERIDIONALE
La I.P.A.M. - Industria Prodotti Alimentari ed Affini Meridionale viene costituita il
20.02.1989 ed iscritta alla Camera di Commercio di Caserta il 19.02.1996. Con atto
dell’11.01.2005 è stato disposto lo scioglimento e la liquidazione della società. L’11.05.2005, a
tal proposito, l’impresa è stata iscritta presso la Camera di Commercio di Roma e cancellata
dagli uffici di Caserta il 06.06.2005. In ogni caso, come si evince dall’ultima dichiarazione del
13.03.2009, il capitale sociale complessivo di euro 335.697,96 è suddiviso in quattro parti
uguali, del valore di euro 83.924,94 appartenenti, ciascuna, ai fratelli PASSARELLI Franco,
Biagio, Davide e Gianluca, tutti in oggetto generalizzati.
L’inizio dell’attività è datato al 22.03.1990, con attività esercitata nella sede legale, di
impacchettamento di zuccheri e prodotti alimentari, in Villa Literno, via Provinciale Aversa –
Villa Literno 299.
Nella storia delle comunicazioni della visura camerale della società, quelle che sembrano
maggiormente rilevare, in questa sede, sono le seguenti:
110


dal 04.08.1999 al 17.01.2001, PASSARELLI Gianluca è stato amministratore unico della
società; precedentemente, sin dall’anno 1991, lo era stato PASSARELLI Franco, in oggetto
generalizzato.
dall’11.01.2005 al 07.03.2005, PASSARELLI Franco, in oggetto generalizzato, ha ricevuto
formalmente la nomina di liquidatore della società;
Gli accertamenti svolti presso la Camera di Commercio permettono, da soli, di cogliere il
punto di contatto tra le due aziende, con riferimento al mese di Maggio del 2005, cioè quando
ha luogo l’apertura dell’unità locale della Commerciale Europea nella storica sede legale
della I.P.A.M. di Villa Literno, cui seguirà il trasferimento nel nuovo impianto di Pignataro
Maggiore e la variazione (nel settembre del 2007) dell’attività specifica svolta nella sede
legale dell’azienda (l’impacchettamento e la distribuzione dello zucchero). Il dato si rivela
ancor più convincente alla luce del risultato degli accertamenti compiuti sui redditi delle due
aziende e sulla situazione dei dipendenti facenti capo a ciascuna di esse negli anni a cavallo
del 2005, il quale, unito all’esito delle intercettazioni telefoniche effettuate sulle utenze in uso a
PASSARELLI Franco e CANTELLI Susanna proprio nel 2006, fuga ogni dubbio sulla reale
continuità della Commerciale Europea rispetto all’I.P.A.M.
Procedendo per ordine, si riportano i quadri, anno per anno, dei redditi dichiarati dalla IPAM
e dalla Commerciale Europea:
ANNO 1995
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
1995
760
DICHIARAZIONI I.V.A.
Volume d’affari £ 58.073.321.000
Totale acquisti £ 58.819.990.000
£ 782.019.000
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
L’azienda non esisteva ancora
DICHIARAZIONI I.V.A.
ANNO 1996
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
DICHIARAZIONI I.V.A.
Volume d’affari £ 69.117.808.000
Totale acquisti £ 61.469.660.000
1996
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
L’azienda non esisteva ancora
DICHIARAZIONI I.V.A.
ANNO 1997
111
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
dichiarazione
1997
760
liquidabile
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
L’azienda non esisteva ancora
DICHIARAZIONI I.V.A.
non Volume d’affari £ 69.949.111.000
Totale acquisti £ 68.398.112.000
DICHIARAZIONI I.V.A.
ANNO 1998
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
1998
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Volume d’affari £ 65.514.153.000
Totale acquisti £ 63.776.243.000
Zero
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
L’azienda non esisteva ancora
DICHIARAZIONI I.V.A.
ANNO 1999
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
1999
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Volume d’affari £ 45.501.237.000
Totale acquisti £ 44.387.393.000
£ 3.960.000
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
1999
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
IVA a credito £ 120.000
Iva da versare ZERO
£ -706
ANNO 2000
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2000
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Volume d’affari £ 45.086.964.000
Totale acquisti £ 43.379.151.000
£ – 74.997.000
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
112
ANNO
2000
MODELLO
REDDITO
DICHIARATO
U60
£ 10.138.000
DICHIARAZIONI I.V.A.
Operazioni attive £ 3.140.569.000
Operazioni passive £ 3.134.255.000
ANNO 2001
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2001
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Volume d’affari £ 45.587.205.000
Totale acquisti £ 53.063.841.000
£ – 121.550.000
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2001
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Operazioni attive £ 3.913.206.000
Operazioni passive £ 4.106.622.000
£ 201.517.000
ANNO 2002
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2002
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Volume d’affari € 23.734.409
Totale acquisti € 23.099.144
€ 299.735
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2002
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Operazioni attive € 1.700.944
Operazioni passive € 1.586.364
€ 72.753
ANNO 2003
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2003
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Volume d’affari € 21.914.208
Totale acquisti € 19.326.200
€ 127.866
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2003
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Operazioni attive € 2.960.967
Operazioni passive € 3.887.612
€ 53.665
113
ANNO 2004
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2004
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Volume d’affari € 10.135.156
Totale acquisti € 9.186.635
€ - 402.071
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2004
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Operazioni attive € 6.720.697
Operazioni passive € 11.669.351
€ 180.486
ANNO 2005
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2005
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Volume d’affari € 1.251.395
Totale acquisti € 909.900
€ - 336.499
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2005
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Operazioni attive € 14.400.814
Operazioni passive € 26.591.775
€ 535.316
ANNO 2006
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2006
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Volume d’affari € 153.501
Totale acquisti € 5.519
€ - 240.076
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2006
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Operazioni attive € 18.355.869
Operazioni passive € 27.902.811
€ 261.965
ANNO 2007
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
DICHIARAZIONI I.V.A.
114
2007
U60
Volume d’affari € 87.837
Totale acquisti € 5.519
Zero
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2007
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Operazioni attive € 22.309.257
Operazioni passive € 23.168.106
€ 257.704
ANNO 2008
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2008
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Volume d’affari € 26.081
Totale acquisti € 101.639
€ 11.674
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2008
U60
DICHIARAZIONI I.V.A.
Volume d’affari € 17.552.430
Totale acquisti € 16.718.082
€ - 100.774
ANNO 2009
Redditi I.P.A.M. S.r.l. in liquidazione
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2009
DICHIARAZIONI I.V.A.
Operazioni attive € 27.081
Operazioni passive € 20.635
NON DISPONIBILE
Redditi Commerciale Europea S.p.A.
REDDITO
ANNO MODELLO
DICHIARATO
2009
DICHIARAZIONI I.V.A.
Operazioni attive € 17.758.050
Operazioni passive € 16.747.612
NON DISPONIBILE
I dati – soprattutto quelli relativi alle operazioni censite ai fini delle dichiarazioni sull’IVA
(ultima colonna), che testimoniano il reale volume d’affari delle due aziende – segnano una
evidente, fortissima ascesa della produzione della Commerciale Europea S.p.a. nell’anno
2005, quando, cioè, l’azienda inizia ad operare presso la sede storica di Villa Literno
dell’IPAM. Contemporaneamente, la stessa I.P.A.M. registra una fortissima battuta d’arresto
di produzione e reddito (Si consideri che i dati relativi al reddito, spesso sono falsati dagli
acquisiti che vengono portati in ammortamento).
115
Altra “spia” di notevole valore probatorio, a sostegno della tesi investigativa formulata alla
S.V. con la presente richiesta, è l’esito dell’accertamento svolto da questo Comando presso gli
uffici dell’I.N.P.S. di Caserta, avente ad oggetto la situazione delle “risorse umane” delle due
aziende. In questo caso, i dati verranno di seguito riepilogati in due colonne, poste l’una di
fianco all’altra, ed indicanti, anno per anno, per gli ultimi anni, la situazione del personale alle
dipendenze dell’IPAM e quello regolarmente assunto dalla Commerciale Europea, nella cui
colonna verranno sottolineati ed evidenziati i nominativi che, dall’una azienda sono transitati
nell’altra:
ANNO 2002
DIPENDENTI IPAM
1. DELLA MARTORA Armando
2. DELLA MARTORA Carlo
3. DELLA MARTORA Mario
4. DI CRISTOFARO Gennaro
5. GALOPPO Ida
6. MENALE Francesco
7. ORONOS Salvatore
8. ORSI Rocco
9. PALERMO Clemente
10. PASSARELLI Biagio
11. PASSARELLI Davide
12. PASSARELLI Franco
13. PUCA Antimo
14. RESTINA Generoso
15. RUFINO Maria Rosaria
16. RUGGIERI Massimo
17. SANGO Nassoura
18. SEIHON Faboure Boureima
19. SPOSATO Maria Fiorella
20. SZUBA Janusz Wojciech
21. TURCO Nunzio
ANNO 2003
DIPENDENTI IPAM
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
DELLA MARTORA Armando
DELLA MARTORA Carlo
DELLA MARTORA Mario
DI CRISTOFARO Gennaro
GALOPPO Ida
MENALE Francesco
ORONOS Salvatore
DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA
1. AMMALIATO Giuseppe
DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA
1. AMMALIATO Giuseppe
116
8. ORSI Rocco
9. PASSARELLI Biagio
10. PASSARELLI Davide
11. PASSARELLI Franco
12. PETRICCIONE Eugenio
13. PUCA Antimo
14. RESTINA Generoso
15. RUFINO Maria Rosaria
16. RUGGIERI Massimo
17. SANGO Nassoura
18. SEIHON Faboure Boureima
19. SPOSATO Maria Fiorella
20. SZUBA Janusz Wojciech
21. TURCO Nunzio
22. VEROLINO Giuseppe
ANNO 2004
DIPENDENTI IPAM
1. DELLA MARTORA Armando
2. DELLA MARTORA Carlo
3. DELLA MARTORA Mario
4. DI CRISTOFARO Gennaro
5. GALOPPO Ida
6. LASCO Pietro
7. MENALE Francesco
8. ORONOS Salvatore
9. PASSARELLI Davide
10. PASSARELLI Franco
11. PETRICCIONE Eugenio
12. PISANI Pasquale
13. PUCA Antimo
14. RESTINA Generoso
15. RUGGIERI Massimo
16. RUSSO Paola
17. SCOGNAMIGLIO Egidio
18. SPOSATO Maria Fiorella
19. SZUBA Janusz Wojciech
20. TURCO Nunzio
21. VEROLINO Giuseppe
ANNO 2005
DIPENDENTI IPAM
DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA
1. AMMALIATO Giuseppe
DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA
1. DELLA MARTORA Armando
1. AMMALIATO Giuseppe
117
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
DELLA MARTORA Carlo
DELLA MARTORA Mario
DI CRISTOFARO Gennaro
GALOPPO Ida
LASCO Pietro
MENALE Francesco
ORONOS Salvatore
PASSARELLI Franco
(per quattro settimane)
10. PETRICCIONE Eugenio
11. PISANI Pasquale
12. PUCA Antimo
13. RUGGIERI Massimo
14. RUSSO Paola
15. SCOGNAMIGLIO Egidio
16. SEIHON Faboure Boureima
17. SPOSATO Maria Fiorella
18. VEROLINO Giuseppe
2. PASSARELLI Franco
(per ventiquattro settimane)
ANNO 2006
DIPENDENTI IPAM
(Fino ad Ottobre 2006)
1. DELLA MARTORA Armando
2. DELLA MARTORA Mario
(per quaranta settimane)
3. GALOPPO Ida
4. SPOSATO Maria Fiorella
DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA
1.
2.
3.
4.
5.
ANNO 2007
DIPENDENTI IPAM
AMMALIATO Giuseppe
DELLA MARTORA Mario
MENALE Nicola
PASSARELLI Franco
PUCA Antimo
DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA
Dal mese di Ottobre del 2006, sino ad oggi,
l’I.P.A.M. non risulta avere dipendenti.
118
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
AMMALIATO Giuseppe
DELLA MARTORA Armando
DELLA MARTORA Mario
FATTORE Michele
MAGLIOCCA Rosa
MENALE Nicola
PARENTE Giuseppe
PASSARELLI Franco
PUCA Antimo
10. RUFINO Maria Rosaria
11. SEIHON Faboure Boureima
12. SIMIOLI Sara
13. STELLATO Sergio
14. ZACCARIELLO Giuseppe
ANNO 2008
DIPENDENTI IPAM
DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA
1. AMMALIATO Giuseppe
2. CERULLO Giovanni
3. DELLA MARTORA Armando
4. DELLA MARTORA Mario
5. FATTORE Michele
6. MAGLIOCCA Rosa
7. MENALE Nicola
8. PARENTE Giuseppe
9. PASSARELLI Biagio
10. PASSARELLI Franco
11. PUCA Antimo
12. RUFINO Maria Rosaria
13. RUSSOMANDO Renato
14. SEIHON Faboure Boureima
15. STELLATO Sergio
16. ZACCARIELLO Giuseppe
Dal mese di Ottobre del 2006, sino ad oggi,
l’I.P.A.M. non risulta avere dipendenti.
ANNO 2009
DIPENDENTI IPAM
DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA
Dal mese di Ottobre del 2006, sino ad oggi,
l’I.P.A.M. non risulta avere dipendenti.
119
1. BIONDI Manuela
2. CERULLO Giovanni
3. CISSE Fode Ibrahima
4. DELLA MARTORA Armando
5. FATTORE Michele
6. MENALE Nicola
7. PAESANO Umberto
8. PAONE Luigi
9. PARENTE Giuseppe
10. PASSARELLI Biagio
11. PASSARELLI Franco
12. RUFINO Maria Rosaria
13. RUSSOMANDO Renato
14. SEIHON Faboure Boureima
15. STELLATO Sergio
16. ZABAVA Claudiu Alexandru
ANNO 2010 (dati disponibili all’atto dell’accertamento – Giugno 2010)
DIPENDENTI IPAM
DIPENDENTI COMMERCIALE EUROPEA
Dal mese di Ottobre del 2006, sino ad oggi,
l’I.P.A.M. non risulta avere dipendenti.
1. BIONDI Manuela
2. CISSE Fode Ibrahima
3. DELLA MARTORA Armando
4. PAESANO Umberto
5. PARENTE Giuseppe
6. PASSARELLI Biagio
7. PASSARELLI Franco
8. RUFINO Maria Rosaria
9. RUSSOMANDO Renato
10. SEIHON Faboure Boureima
11. STELLATO Sergio
I prospetti danno luogo alle seguenti considerazioni:
1. L’I.P.A.M., in liquidazione dal Maggio del 2005, non registra a suo carico rapporti di lavoro
dipendente con chicchessia a partire dal mese di Ottobre del 2006; nello stesso periodo, la
Commerciale Europea inizia ad assumere personale, avendo avuto alle dipendenze – sino a
quel momento – una sola persona (AMMALIATO Giuseppe); la Commerciale Europea
formalizzerà il proprio impegno nello specifico settore dell’attività industriale di
impacchettamento e della distribuzione dello zucchero il 28 Settembre 2007, ma le telefonate
intercettate a carico di PASSARELLI Franco e di CANTELLI Susanna, delle quali, di seguito,
ne verranno commentate alcune a titolo di esempio, rivelano che il materiale inizio di tale
specifica attività è sicuramente precedente al mese di Ottobre/Novembre 2006. Si è visto,
infatti, che la Commerciale Europea trasferisce la propria sede a Pignataro Maggiore nel
mese di Novembre 2006, sede operativa dello stabilimento con insegna Kerò.
2. Scorrendo l’elenco dei dipendenti delle due aziende, emerge in maniera evidente come gran
parte dei dipendenti della I.P.A.M. siano stati assunti dalla Commerciale Europea
contemporaneamente alla cessazione del loro rapporto di lavoro con la I.P.A.M. medesima; il
dato peraltro, riscontra alcune delle telefonate intercettate da questo comando alla fine del
2006, che di seguito verranno riportate.
___________________________________________________
Il dato che emerge dal complesso degli accertamenti svolti dalla P.G. è eloquente ed evidenzia
il progressivo annientamento della produzione della redditività della I.P.A.M. in costanza di un
progressivo aumento di produzione, reddito, risorse – anche umane, come testimonia il
passaggio dei dipendenti dall’una all’altra azienda – della Commerciale Europea. Dato che
viene avvalorato anche dall’esito di alcune importanti intercettazioni telefoniche disposte
nell’ambito del procedimento penale numero 27526/06 RGNR nei mesi di Novembre e
Dicembre del 2006, intercettazioni svolte dai Carabinieri di Caserta e riepilogate nella parte
successiva della loro informativa numero 336/5-20 del 12 Luglio 2010, che di seguito si riporta
integralmente:
120
…omissis…
Tali dati vanno letti alla luce della circostanza che gli introiti della IPAM, partendo da quello del
1997 proseguono pressoché sugli stessi livelli in costanza di amministrazione giudiziaria sino al
2005, cioè al primo anno dopo il dissequestro dovuto alla morte di PASSARELLI Dante, anno in
cui si registra l’ingente abbattimento delle attività della IPAM. Parallelamente, quelle della
Commerciale Europea Spa si mantengono, nello stesso periodo, su di un livello nettamente inferiore
rispetto a quello dell’IPAM, impennandosi solo nel 2005.
Ed infatti la IPAM in amministrazione giudiziaria continua a generare un volume d’affari pari a
circa 23 milioni di euro per ben sette anni, sino al 2004 ultimo anno di amministrazione giudiziaria;
poi, nel 2005, il volume d’affari è pari a poco più di un milione e duecentomila euro e scende
ancora nel periodo successivo, cioè quando PASSARELLI Franco, già ri-nominato amministratore
della società, viene nominato liquidatore della I.P.A.M.
Ne consegue che la messa in liquidazione della I.P.A.M. e la concentrazione nella Commerciale
Europea di ingenti risorse finanziarie (cfr. versamenti in contanti e poi prestito obbligazionario) e
lavorative (passaggio dei molteplici dipendenti) rispondono non certo a logiche imprenditoriali (che
resterebbero incomprensibili) ma alla volontà di chiudere una società ormai etichettata come
“impresa mafiosa” continuando di fatto la sua attività nell’ ambito di una società completamente
nuova, quale la Commerciale Europea s.p.a.
Si spiega in tal senso anche la scelta degli strumenti civilistici adottati.
Invero, di fatto sono transitati nella Commerciale Europea soldi, dipendenti, contratti legati alla
medesima attività; operazione che sotto un profilo civilistico poteva avvenire nelle forme della
cessione di azienda, o della trasformazione di società.
Ebbene entrambe le operazioni avrebbero tuttavia palesato la continuità tra le imprese e ciò era
proprio quello che i Passarelli volevano evitare (cfr. conversazione intercettata tra Franco Passarelli
ed il commercialista Esposito Antonio il 22.11.2006). Così, hanno utilizzato la Commerciale
Europea s.p.a., costituita nel 1999 con oggetto sociale analogo, ma di fatto con una operativà ben
più limitata fino al 2005, anno in cui, recuperata la disponibilità della I.P.A.M. s.r.l. hanno
“trasportato” le risorse alla Commerciale Europea, che di fatto ne ha preso il posto ed hanno posto
in liquidazione la I.P.A.M.
Ciò a confermare come la sostanziale continuità tra la IPAM e la Commerciale Europea consenta di
definire la seconda “impresa mafiosa” come già era qualificabile la prima, fermo restando che le
condotte accertate anche dopo i 2005, (soprattutto gli ingenti versamenti di contante da parte dei
soci e gli investimenti immobiliari) fondano la convinzione che la Commerciale Europea sia
“impresa mafiosa” indipendentemente dal legame con la I.P.A.M.
Seguono gli accertamenti patrimoniali in apposita scheda patrimoniale, redatta dai CC. per i nuclei
familiari dei germani PASSARELLI Biagio e Franco, nella quali vengono evidenziati i seguenti
elementi:
 esatta composizione dei rispettivi nuclei familiari come emerso dai rilevamenti effettuati
presso l’anagrafe dei comuni di residenza;
 cointeressenze inattività economiche, come risultanti dalle interrogazioni alle banche dati
PUNTOFISCO (Anagrafe Tributaria) e TELEMACO (Camera di Commercio dell’Industria
e dell’Artigianato);
121


redditi risultanti dalle dichiarazioni presentate da tutte le persone fisiche, facenti parte dei
due nuclei familiari, e dalle persone giuridiche nelle quelle esse sono risultate avere
cointeressenze . Tali informazioni sono state acquisti dalla predetta banca data
PUNTOFISCO, che rende disponibili i dati a decorrere dal 1994;
le compravendite di beni immobili, con indicazione dei valori riportati nei relativi atti di
registro e non di quelli effettivamente corrisposti (abitualmente superiori rispetto a quelli
riportati negli atti). I dati relativi alle compravendite sono stati attinti dalle conservatorie dei
Registri Immobiliari di tutte le province italiane attraverso l’applicativo SISTER. I dati così
acquisiti sono stati incrociati con quelli presenti in Anagrafe Tributaria alla voce Registro;
Dalle indagini esperite in ordine ai cespiti mobiliari ed immobiliari nella titolarità – diretta ed
indiretta – degli indagati e dei loro nuclei familiari, è stata provata la disponibilità di beni da parte
dei soggetti esaminati del tutto sproporzionata rispetto ad i redditi dichiarati.
Questa circostanza è tale da rendere immediatamente attivabile la procedura ablativa di cui all’art.
12 sexies D.L.1992/306.
Invero, i presupposti richiesti dalla normativa di riferimento per consentire un provvedimento
ablativo, interinale o definitivo, dei beni che costituiscono il patrimonio di soggetti indiziati di avere
commesso delitti, comuni o di criminalità organizzata o di coloro che ad essi si siano interposti per
evitare il possibile impossessamento da parte dello Stato sono in primo luogo il fumus commissi
delicti per una delle fattispecie elencate nella medesima disposizione normativa, che deve ritenersi
sussistente, alla luce del grave quadro indiaziario ritenuto a carico degli indagati Biagio e Franco
Passarelli.
Quindi potranno essere sottoposti a sequestro preventivo anche quei beni, presenti nel patrimonio
degli indagati, che non siano in alcun rapporto di pertinenzialità con la condotta illecita contestata.
Invero, il requisito della cd. pertinenzialità dei beni ad una condotta illecita, sussistente, sia pur in
forma attenuata nella diversa materia delle misure di prevenzione antimafia patrimoniali, come
osservato pacificamente non è richiesto in sede di applicazione del sequestro e della confisca
regolamentati dall’art. 12 sexies l. 356/1992.
Ulteriore requisito è la sproporzione la sproporzione tra i beni effettivamente in possesso del
condannato ed il valore del suo reddito. La sproporzione sussiste ogniqualvolta vi sia un incongruo
squilibrio tra i beni posseduti ed il reddito dichiarato o l’attività economica esercitata.
Detta sproporzione va accertata in relazione al reddito dichiarato ai fini delle imposte o alla propria
attività economica e va valutata in chiave dinamica, ossia deve essere parametrata al momento in
cui le attività o i beni furono acquisiti dal condannato.
Merita di essere osservato che la confiscabilità dei singoli beni, derivante da una situazione di
pericolosità presente, non è certo esclusa per il fatto che i beni siano stati acquisiti in data anteriore
o successiva al reato per cui si è proceduto o che il loro valore superi il provento del delitto per cui è
intervenuta condanna.
Tale conclusione deriva, evidentemente, come corollario necessario, dall’affermazione originaria in
relazione all’indifferenza rispetto al cd. «nesso» di pertinenzialità.
Se tale requisito non integra l’istituto di cui all’art. 12 sexies d.l. 306/1992, saranno sequestrabili
anche i beni acquisiti al patrimonio prima della condotta attualmente pericolosa.
122
Ulteriore presupposto del provvedimento ablatorio ai sensi dell’art. 12 sexies cit., è rappresentato
dalla mancanza di giustificazione della provenienza.
Si tratta – a ben vedere – di un aspetto in negativo del requisito della sproporzione, nel senso che
tanto più è sproporzionato il complesso dei beni considerati, rispetto agli indicatori economici
rappresentati dalla dichiarazione dei redditi e dall’attività apparente del soggetto, maggiore sarà
l’onere di giustificazione da parte del condannato.
Va innanzitutto osservato che l’onere di provare la giustificazione grava sul soggetto colpito dal
provvedimento ablatorio e non sull’organo proponente.
Più precisamente per «giustificazione» della ricchezza, da un punto di vista giuridico-economico
s’intenderà la prova positiva in ordine alla liceità della provenienza dei beni o delle utilità, non
essendo sufficiente una prova negativa della non provenienza dal reato per cui si è stati condannati.
E così, per esempio, per gli acquisti che hanno un titolo negoziale occorrerà un'esauriente
spiegazione in termini economici (e non semplicemente giuridico-formali) di una derivazione del
bene da attività consentite dall'ordinamento, che sarà valutata secondo il principio del libero
convincimento.
La Suprema Corte, a Sezioni Unite , ha sintetizzato con chiarezza quali siano i
presupposti di un sequestro ai sensi degli artt. 321 c. p. e 12 sexies l. 356/1992:
«Le condizioni necessarie e sufficienti per disporre il sequestro preventivo di beni
confiscabili a norma dell'art. 12 -sexies, commi 1 e 2, d.l. 8 giugno 1992 n. 306,
convertito con modificazioni nella legge 7 agosto 1992 n. 356 (modifiche urgenti
al nuovo codice di procedura penale e provvedimenti di contrasto alla criminalità
mafiosa), consisto no, quanto al "fumus commissi delicti", nell' astratta
configurabilità, nel fatto attribuito all'indagato e in relazione alle concrete
circostanze indicate dal P.M., di una delle ipotesi criminose previste dalle norme
citate, senza che rilevino né la sussis tenza degli indizi di colpevolezza, né la loro
gravità e, quanto al "periculum in mora", coincidendo quest'ultimo con la
confiscabilità del bene, nella presenza di seri indizi di esistenza delle medesime
condizioni che legittimano la confisca , sia per ciò che riguarda la sproporzione
del valore dei beni rispetto al reddito o alle attività economiche del soggetto, sia
per ciò che attiene alla mancata giustificazione della lecita provenienza dei beni
stessi ».
Così sotto un primo profilo, quello del cosiddetto fumus commissi delicti , il
giudice dovrà verificare se nel fatto attribuito all'indagato, in relazione alle
concrete circostanze indicate dal Pubblico Ministero, sia astrattamente
configurabile una delle ipotesi criminose previste dalla norma citata, ment re
alcuna indagine dovrà essere effettuata in ordine alla sussistenza del diverso
quadro cautelare necessario per l’applicazione di una misura restrittiva della
libertà personale.
Si tratta, a ben vedere, semplicemente di una piana applicazione di principi assai
noti in materia di misure cautelari reali.
Sotto il profilo del periculum in mora, coincidendo tale estremo con la
confiscabilità del bene, il giudice della cautela, al pari di quello del merito, non
può esimersi dal vagliare gli stessi aspetti che legittimano la definitiva confisca,
123
sia per quanto riguarda la sproporzione dei valori, sia per quanto riguarda la
mancata giustificazione della lecita provenienza.
Con l'esplicita avvertenza - tuttavia
- che, in sede cautelare, dovrà essere
apprezzata dal Giudice la semplice presenza di seri indizi della sussistenza di
queste condizioni, delle quali la piena prova è riservata, ovviamente, alla
successiva fase di merito.
Più esplicitamente, insomma, – in sede di sequestro – secondo l’indirizzo della
Suprema Corte di Cassazione, anche la sussistenza dei requisiti di sproporzione e
di mancanza di giustificazione non deve essere pienamente provata: tali
presupposti del sequestro saranno invece valutati secondo il paradigma, del tutto
peculiare a questa mater ia, dei seri indizi .
Il provvedimento ablatorio, interinale o definitivo, deve essere emesso, per esplicita indicazione
legislativa, su tutti i beni dell’indagato, anche se intestati a stretti congiunti.
Al riguardo va immediatamente precisato che la norma prevede la necessità e non la semplice
facoltà («è sempre ordinata la confisca») dell’acquisizione al patrimonio dello Stato dei beni di cui
il condannato … «anche per interposta persona fisica o giuridica, risulta essere titolare o aver la
disponibilità a qualsiasi titolo …».
La Suprema Corte ha osservato sul punto che sussiste – a carico del titolare apparente di beni - una
presunzione di illecita accumulazione patrimoniale, in forza della quale è sufficiente per il pubblico
ministero dimostrare che il titolare apparente, che può essere persona diversa dall’indagato, come
ad esempio il coniuge, non svolga un’attività tale da procurargli il bene, per invertire l’onere della
prova ed imporre, di conseguenza, alla parte di dimostrare da quale reddito legittimo proviene
l’acquisto, oltre che la veritiera appartenenza del bene medesimo.
Analogo orientamento, del resto, la Corte persegue nell’analoga materia della confisca patrimoniale
antimafia, osservando che l'art. 2-ter l. n. 575 del 1965 autorizza il sequestro e la confisca dei beni
di cui la persona sottoposta a procedimento di prevenzione (di cui all'art. 3 L. 27 dicembre 1956, n.
1423) risulta poter disporre direttamente od indirettamente e fra questi rientrano per presunzione di
legge, sia pure relativa, i beni del coniuge, dei figli e degli altri conviventi. Secondo la Corte, difatti,
il legislatore presuppone (in senso tecnico, ossia opera una presunzione iuris tantum) che l'indiziato
di appartenere ad associazioni di tipo mafioso faccia in modo che i beni illecitamente ottenuti
appaiano formalmente nella disponibilità giuridica delle persone di maggior fiducia, come i
conviventi, sui quali grava pertanto l'onere di dimostrare l'esclusiva disponibilità del bene per
sottrarlo alla confisca.
La nuova normativa introdotta dall’art. 10 bis della l. 24 luglio 2008, n. 115, sebbene abbia una
portata sostanzialmente estensiva dell’implicito dettato di cui all’art. 12 sexies cit., appare in ogni
caso rilevante nell’ambito del procedimento. Si tratta di una conferma legislativa autorevole in
ordine alla valenza sanzionatoria della disciplina dettata in relazione alla confisca dei beni
riconducibili a soggetti indiziati di appartenere alla criminalità organizzata o di aver commesso i
delitti di cui all’elenco del medesimo art. 12 sexies cit. La norma, infatti, chiarisce che potranno
essere certamente colpiti dal sequestro beni pacificamente diversi da quelli ottenuti attraverso la
commissione del delitto in contestazione, purché in valore equivalente all’arricchimento che la
condotta punita ha determinato nell’indagato. Ovviamente tale valutazione è assai più semplice in
relazione a delitti non di durata e con un arricchimento diretto (ad esempio prezzo della corruzione),
ma – vista la portata dell’art. 12 sexies cit. e la sua ispirazione, rivolta pacificamente al contrasto in
124
ordine all’arricchimento illecito da parte di soggetti condannati per delitti di criminalità organizzata
- appare evidente che dovrà essere considerato dal giudice anche in via equitativa l’effetto indotto
dall’affiliazione o dal concorso esterno quale elemento di arricchimento dell’indagato. Ebbene,
nell’ambito del procedimento, tale effetto si presenta paradigmatico proprio in relazione alla
posizione dei Passarelli, ai quali si contesta di aver creato un impero patrimoniale impiegando i
proventi delle illecite attività del clan.
In particolare i beni che di seguito verranno elencati sono stati destinati a commettere il reato
oggetto di imputazione a carico di PASSARELLI Franco e PASSARELLI Biagio e inoltre sono il
prezzo, il prodotto e/o il profitto del reato di cui agli artt. 110, 416 bis c.p. , o più specificatamente
ne costituiscono l’impiego e che pertanto sono soggetti a confisca obbligatoria ai sensi dell’art. 416
bis comma 7 c.p.
Occorre specificare che è accoglibile la richiesta di sequestro preventivo ex art. 240 c.p., in
relazione all’art. 416 bis comma 7 c.p. riguardante gli interi beni relativi alle compagini societarie
sopra indicate in quanto, gli stessi, pur intestati in quota agli altri componenti il nucleo familiare,
non oggetto di richiesta di misura cautelare personale, sono in realtà gestiti dagli stessi indagati
Passarelli Franco e Passarelli Biagio. Inoltre è emerso in atti come il patrimonio delle imprese
Passarelli, quale che sia la loro forma individuale o societaria, è incrementato dai soldi provenienti
dalle attività illecite e ciò vale in modo particolare per gli immobili, che costituiscono una forma
preferita di reinvestimento dei soldi del clan.
Correttamente non è stata avanzata richiesta di sequestro per i beni pervenuti agli indagati ed alle
rispettive consorti a titolo ereditario alla luce del principio sancito dalla Suprema Corte secondo cui
è ostativo alla confisca ex art. 12 sexies l. 356/92 l’ accertamento della lecita provenienza di un
bene (Cass. 25846/12).
Si riporta, infine, la scheda patrimoniale riepilogativa dei cespiti e dei redditi riconducibili a
PASSARELLI Biagio e Franco nonché quelli imputabili alle società ed alle imprese in cui risultano
inseriti:
1. SITUAZIONE DI FAMIGLIA:
PASSARELLI Franco nato a Casal di Principe il 24.05.1965
Codice Fiscale PSSFNC65E24B872C
CANTELLI Susanna nata a Santa Maria Capua Vetere il 22.02.1976 (consorte
Moglie:
di Passarelli Franco)
Codice Fiscale CNTSNN76B62I234M
…… residenti anagraficamente a Castel Volturno viale Delle Mimose Torre Or 1,
Interessato:
PASSARELLI Biagio nato a Casal di Principe il 21.10.1963, residente
Interessato:
anagraficamente a Casal di Principe via Del Pozzo n. 2.
Codice Fiscale PSSBGI63R21B872N
PENTA Raffaella (consorte di Passarelli Biagio) nata a Napoli il 3.9.1974,
Moglie:
residente anagraficamente a Portici Corso Garibaldi 169/pal Alcione
Codice Fiscale PNTRFL74P43F839Y
…… di fatto domiciliati in Portici (NA) C.so Garibaldi n. 169 pal. Alcione
125
2.
COINTERESSENZE:
a.
I.P.A.M.
b.
IMMOBILIARE BELLAVISTA S.R.L
25 %
25 %
25 %
PASSARELLI Franco
PASSARELLI Biagio
PASSARELLI Davide
c.
s.r.l.
DITTA PASSARELLI DANTE & FIGLI 25 %
PASSARELLI Gianluca
a.
CENTRO SUD COMMERCIALE SRL
50 %
50 %
PASSARELLI Biagio
PASSARELLI Gianluca
a.
COMMERCIALE EUROPEA S.P.A.
50 %
50 %
CANTELLI Susanna
NATALE Clelia
a.
PENTA DISTRIBUZIONI S.A.S. DI Penta 10 %
Vittorio
PENTA Raffaella
PENTA Vittorio
90 %
b.
D D S SRL
Ragione sociale
Oggetto sociale
Nr. iscriz. REA
Data iscriz. REA
Liquidatore
Socio
Socio
Socio
Socio
Ragione sociale
Oggetto sociale
Nr. iscriz. REA
Data iscriz. REA
I.P.A.M. – Industria Prodotti Alimentari ed Affini Meridionale srl in
Liquidazione
Sede: Roma via Boezio 6
codice fiscale 01813960612
Esercizio di stabilimenti organizzati per l’attività di impacchettamento di
prodotto alimentari in genere, e lavorazione degli stessi. ecc.
RM - 1099155
€ 335.696,96
Capitale Sociale
11.05.2005
Quota in €
Percent.
CASSELLA Aristide Nato a Napoli il 11.07.1960, ivi residente Via Santa
Maria Cappella Vecchia. 6. Nominato con atto del 13.07.2005
83.924,49
25 %
PASSARELLI Franco
83.924,49
25 %
PASSARELLI Biagio
PASSARELLI Davide
83.924,49
25 %
PASSARELLI Gianluca
83.924,49
25 %
IMMOBILIARE BELLAVISTA S.R.L
Sede: Villa Literno via Aversa n. 267
codice fiscale 00639060631
Attività edilizia in genere
CE-113977
Capitale Sociale
19.02.1996
126
€ 46.800,00
Quota in €
Percent.
Ammin. Unico
Socio
Socio
Socio
Socio
Ragione sociale
Oggetto sociale
Nr. iscriz. REA
Data iscriz. REA
Ammin. Unico
Socio
Ragione sociale
Oggetto sociale
Nr. iscriz. REA
Data iscriz. REA
Ammin. Unico
Socio
Ragione sociale
Oggetto sociale
Nr. iscriz. REA
Data iscriz. REA
Socio accom.tario
Socio accom.dante
Socio Accom.dante
Socio Accom.dante
MOSCATO Luigi nato a Benevento il 26.06.1981, residente a Santa
Maria a Vico (CE) via Appia 513 cf. MSCLGU81H26A783R
11.700
25%
PASSARELLI Biagio
11.700
25%
CANTELLI Susanna
PASSARELLI Davide
11.700
25%
PASSARELLI Gianluca
11.700
25%
CENTRO SUD COMMERCIALE SRL
Sede: Villa Literno via Aversa n. 267
codice fiscale 01698270616
Produzione e commercio prodotti alimenti in genere
CE-117836
€ 12.000,00
Capitale Sociale
19.02.1996
Quota in €
6.000
PASSARELLI Biagio
PASSARELLI Gianluca
6.000
Percent.
50%
50%
COMMERCIALE EUROPEA S.P.A.
Sede: Pignataro Maggiore via SS 7 Appia zona ASI
codice fiscale 02494300615
Produzione e commercio di prodotti alimentari in genere
CE-180985
€ 500.000
Capitale Sociale
23.06.1999
Quota in €
450.000
CANTELLI Susanna
NATALE Clelia c.f. NTLCLL77S41B963F
50.000
Percent.
90%
10%
DITTA PASSARELLI DANTE & FIGLI s.r.l.
Sede: Villa Literno via Aversa n. 267
Cod. Fisc. 01465000618
Commercio all’ingrosso ed al dettaglio di prodotti alimentari
ecc.
CE-107620
€ 46.800,00
Capitale Sociale
04.01.1985
Quota in €
11.700
PASSARELLI Biagio
11.700
PASSARELLI Franco
PASSARELLI Gianluca
11.700
PASSARELLI Davide
11.700
DICHIARATA IN FALLIMENTO CON ATTO DEL 16.01.2004
127
ed affini.
Percent.
25 %
25 %
25 %
25 %
PENTA DISTRIBUZIONI S.A.S. DI PENTA VITTORIO
Ragione sociale
Sede legale: Portici (NA) via Gianturco 36 cap 80055
Codice fiscale: 06124560639
Oggetto sociale
Commercio all’ingrosso di prodotti alimentari ed altro
Nr. iscriz. REA
NA-475770
£ 20.000.000
Capitale Sociale
Data iscriz. REA
13.08.1990
Quota in £
Percent.
PENTA Vittorio nato a Como il 14.12.1955
socio accomandatario residente Portici (NA) via Poli 33/35
18.000.000
90 %
Codice fiscale: PNTVTR55T14C933B
PENTA Raffaella nata a Napoli il
Socio accomandante
03.09.1974 residente a Portici via Poli 33/35 2.000.000
10 %
Codice fiscale: PNTRFL74P43F839Y
il Tribunale di Napoli con modello cf del 28.04.2008, pervenuto in data 16.05.2008 ns. prot.
n.20825, ha comunicato la chiusura del fallimento aperto con sentenza n.639/1996 del 28.08.1996,
nei confronti della società Penta Distribuzioni s.a.s. di Penta Vittorio, esteso al socio accomandatario
Penta Vittorio e con sentenza di estensione del 04.02.1999 fu esteso al socio Penta Raffaella nata a
Napoli il 03.09.1974, avvenuta per riparto --- curatore fallimentare dott. D'Urso Lucio con studio in
Napoli Corso Umberto i n.381.
D D S SRL
Ragione sociale
Sede legale: Pomigliano D'Arco (NA) via Vesuviana 10
Codice fiscale: 06500040636 - Partita IVA 02841991215
Oggetto sociale
Intermediari del commercio di prodotti alimentari, bevande e tabacco
Nr. iscriz. REA
NA-499681
£ 80.000.000
Capitale Sociale
Data iscriz. REA
16.07.1992
Quota in €
Percent.
PENTA Raffaella nata a Napoli il
Ammin. Unico
03.09.1974 Cf: PNTRFL74P43F839Y
il Tribunale di Napoli con modello cf del 28.04.2008, pervenuto in data 16.05.2008 ns. prot.
n.20825, ha comunicato la chiusura del fallimento aperto con sentenza n.639/1996 del 28.08.1996,
nei confronti della società Penta Distribuzioni s.a.s. di Penta Vittorio, esteso al socio accomandatario
Penta Vittorio e con sentenza di estensione del 04.02.1999 fu esteso al socio Penta Raffaella nata a
Napoli il 03.09.1974, avvenuta per riparto --- curatore fallimentare dott. D'Urso Lucio con studio in
Napoli Corso Umberto i n.381.
3.
REDDITI DICHIARATI:
a. PASSARELLI Franco risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni:
Anno
Mod. Reddito
Dichiarazioni I.V.A. in €
Provenienza
1995
101
£ 784.000
///
1996
101
£ 720.000
///
I.P.A.M.
1997
770
£ 8.172.000
///
128
1999
Unico £ 238.000
///
2000
Unico £ 55.917.000 ///
2001
Unico £ 64.932.000 ///
2002
Unico € 34.784
///
2003
77S
€ 35.910
///
2004
Unico € 38.604
///
2005
Unico € 21.559
///
2006
Unico € 47.537
///
2007
Unico € 52.239
///
2008
Unico € 334.505
///
2009
Unico 16.173
///
2010
770
315
///
per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni.
///
I.P.A.M
Commerciale Europea
b. CANTELLI Susanna risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni:
Anno
Mod. Reddito
Dichiarazioni I.V.A. in €
Provenienza
1998
Unico £ 3.573.000
///
///
1999
Unico £ 4.285.000
///
///
2000
Unico £ 4.285.000
///
///
2001
Unico £ 29.439.000 ///
///
2002
Unico € 42.566
///
2003
Unico € 24.867
///
2004
Unico € 28.283
///
2005
Unico € 33.993
///
2006
Unico € 34.083
///
Commerciale Europea
2007
Unico € 40.543
///
2008
Unico € 34.180
///
2009
Unico 49.395
///
2010
Unico 33.043
///
per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni.
c. PASSARELLI Biagio risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni:
Anno
Mod. Reddito
Dichiarazioni I.V.A. in €
Provenienza
1997
Unico Zero
///
///
1998
Unico Zero
///
///
1999
Unico Zero
///
///
2000
Unico £ 145.000
///
2001
Unico £ 58.208.000 ///
Lavoro dipendente Med.Com.
srl
2002
Unico € 32.283
///
2003
Unico € 12.376
///
2004
Unico € 33.011
///
Lavoro
dipendente
e
2005
Unico € 35.631
///
fabbricati I.P.A.M.
2006
Unico € 36.784
///
129
2007
Unico € 2.223
///
2008
Unico € 2.223
///
2009
Unico € 2.223
///
2010
Unico € 2.223
///
per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni.
Redditi da fabbricati
d. PENTA Raffaella risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni:
Anno
Mod. Reddito in € Dichiarazioni I.V.A. in €
Provenienza
1996
101
2.189,77
///
N.D.
02963200619 MED.
2004
770
12.751
///
S.R.L. + INPS
2005
770
19.110
///
02963200619 MED.
2006
770
19.690
///
S.R.L
2007
770
10.404
///
2009
770
4.696
///
INPS
2010
770
1.382
///
per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni.
e. I.P.A.M. srl risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni:
Anno
Mod
Reddito
Dichiarazioni I.V.A.
Volume d’affari £ 58.073.321.000
1995
760
£ 782.019.000
Totale acquisti £ 58.819.990.000
Volume d’affari £ 69.117.808.000
1996
nd
nd
Totale acquisti £ 61.469.660.000
dichiarazione
non Volume d’affari £ 69.949.111.000
1997
760
liquidabile
Totale acquisti £ 68.398.112.000
Volume d’affari £ 65.514.153.000
1998
U60
Zero
Totale acquisti £ 63.776.243.000
Volume d’affari £ 45.501.237.000
1999
U60
£ 3.960.000
Totale acquisti £ 44.387.393.000
Volume d’affari £ 45.086.964.000
2000
U60
£ –74.997.000
Totale acquisti £ 43.379.151.000
Volume d’affari £ 45.587.205.000
2001
U60
£ –121.550.000
Totale acquisti £ 53.063.841.000
Volume d’affari € 23.734.409
2002
U60
€ 299.735
Totale acquisti € 23.099.144
Volume d’affari € 21.914.208
2003
U60
€ 127.866
Totale acquisti € 19.326.200
Volume d’affari € 10.135.156
2004
U60
€ -402.071
Totale acquisti € 9.186.635
Volume d’affari € 1.251.395
2005
U60
€ -336.499
Totale acquisti € 909.900
2006
U60
€ -240.076
Volume d’affari € 153.501
130
COM
COM
Totale acquisti € 5.519
Volume d’affari € 87.837
2007
U60
Zero
Totale acquisti € 5.519
Volume d’affari € 26.081
2008
U60
€ 11.674
Totale acquisti € 101.639
Volume d'affari € 27.081
2009
U60
€ 412.893
totale acquisti € 22.386
2010
U60
€ 72.813
///
2011
U60
€ 72.111
///
per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni.
f. IMMOBILIARE BELLAVISTA srl risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni:
Anno
Mod
Reddito
Dichiarazioni I.V.A.
Volume d’affari £ 304.777.000
1995
760
£ 62.426.000
Totale acquisti £ 93.570.000
Volume d’affari £ 357.595.000
1996
nd
nd
Totale acquisti £ 127.941.000
Dichiarazione
non Volume d’affari £ 313.008.000
1997
U60
liquidabile
Totale acquisti £ 144.930.000
1998
U60
£ 76.742.000
Nulla
IVA a credito £ 70.279.000
1999
U60
£ 92.615.000
IVA da versare zero
Volume d’affari £ 325.238.000
2000
U60
£ 143.922.000
Totale acquisti £ 109.971.000
Volume d’affari £ 339.855.000
2001
U60
£ 138.084.000
Totale acquisti £ 177.243.000
Operazioni attive € 278.589
2002
U60
€ 85.317
Operazioni passive € 53.351
Operazioni attive € 321.422
2003
U60
€ 62.220
Operazioni passive € 78.286
Operazioni attive € 312.639
2004
U60
€ 154.365
Operazioni passive € 74.181
Operazioni attive € 219.430
2005
U60
€ 213.448
Operazioni passive € 13.203
Volume d’affari € 233.100
2006
U60
€ 228.492
Totale acquisti € 91.469
Volume d’affari € 237.420
2007
U60
€ 378.661
Totale acquisti € 62.631
Volume d’affari € 334.070
2008
U60
€ 402.031
Totale acquisti € 123.747
Volume d'affari € 523.046
2009
U60
€ 374.396
Totale acquisti € 45.404
2010
U60
€ 459.804
Volume d'affari € 413.480
131
Totale acquisti € 152.370
2011
DATI INESISTENTI
per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni.
g. CENTRO SUD COMMERCIALE srl risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni:
Anno
Mod
Reddito
Dichiarazioni I.V.A.
Volume d’affari ZERO
1995
760
£ 4.000.000
Totale acquisti ZERO
Volume d’affari ZERO
1996
NON DISPONIBILE
Totale acquisti ZERO
Dichiarazione
non Volume d’affari ZERO
1997
U60
liquidabile
Totale acquisti ZERO
1998
U60
£ –600.000
Nulla
1999
U60
£ –600.000
Nulla
2000
U60
£ -600.000
Nulla
2001
U60
£ –1.345.000
Nulla
Operazioni attive ZERO
2002
NON DISPONIBILE
Operazioni passive pari a € 610,00
Volume d’affari ZERO
2003
U60
€ -1.117
Totale acquisti ZERO
Volume d’affari ZERO
2004
U60
Zero
Totale acquisti ZERO
Operazioni attive € 75.943
2005
U60
Zero
Operazioni passive € 70.559
Volume d’affari € 38.762
2006
U60
Zero
Totale acquisti € 34.394
Operazioni attive ZERO
2007
U60
€ - 432
Operazioni passive ZERO
Volume d’affari € 1.234.746
2008
U60
€ 128.869
Totale acquisti € 1.243.528
volume d'affari € 1.267.736
2009
U60
52.333
totale acquisti € 1.248.418
volume d'affari € 1.069.591
2010
U60
42.117
totale acquisti € 871.873
volume d'affari € 324
2011
U60
-252.889
totale acquisti € 10.144
per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni.
h. COMMERCIALE EUROPEA srl risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni:
Anno
Mod
Reddito
Dichiarazioni I.V.A.
IVA a credito £ 120.000
1999
U60
£ -706
Iva da versare ZERO
2000
U60
£ 10.138.000
Operazioni attive £ 3.140.569.000
132
2001
U60
£ 201.517.000
2002
U60
€ 72.753
2003
U60
€ 53.665
2004
U60
€ 180.486
2005
U60
€ 535.316
2006
U60
€ 261.965
2007
U60
€ 257.704
2008
U60
€ -100.774
2009
U60
-109.126
Operazioni passive £ 3.134.255.000
Operazioni attive £ 3.913.206.000
Operazioni passive £ 4.106.622.000
Operazioni attive € 1.700.944
Operazioni passive € 1.586.364
Operazioni attive € 2.960.967
Operazioni passive € 3.887.612
Operazioni attive € 6.720.697
Operazioni passive € 11.669.351
Operazioni attive € 14.400.814
Operazioni passive € 26.591.775
Operazioni attive € 18.355.869
Operazioni passive € 27.902.811
Operazioni attive € 22.309.257
Operazioni passive € 23.168.106
Volume d’affari € 17.552.430
Totale acquisti € 16.718.082
volume d'affari € 17.790.725
totale acquisti € 16.907.178
///
2010
U60
-421.672
2011
Dati inesistenti
per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni.
i. PASSARELLI DANTE & FIGLI srl risulta aver presentato le seguenti dichiarazioni:
Anno
Mod
Reddito
Dichiarazioni I.V.A.
Volume d’affari £ 23.972.327.000
1995
760
£ –1.549.320.000
Totale acquisti £ 22.583.881.000
Volume d’affari £ 23.293.463.000
1996
NON DISPONIBILE
Totale acquisti £ 19.147.627.000
Dichiarazione
non Volume d’affari £ 29.350.519.000
1997
760
liquidabile
Totale acquisti £ 3.312.568.000
Volume d’affari £ 34.550.351.000
1998
U60
£ 27.050.000
Totale acquisti £ 30.158.785
IVA da versare ZERO
1999
U60
£ 49.606.000
IVA a credito £ 383.332.000
Volume d’affari £ 32.185.347.000
2000
U60
£ 1.350.967.000
Operazioni passive £ 27.548.984.000
Operazioni attive £ 21.965.200.000
2001
U60
£ 718.816.000
Operazioni passive £ 18.987.017.000
Operazioni attive € 6.648.001
2002
U60
€ -648.527
Operazioni passive € 6.441.199
Operazioni attive € 3.485.737
2003
U60
€ -1.106.946
Operazioni passive € 2.006.812
133
Volume d’affari € 906.261
Totale acquisti € 297.043
Volume d’affari € 45.500
Totale acquisti € 2.068
Volume d’affari ZERO
Totale acquisti € 22.154
Volume d’affari € 100
Totale acquisti € 31.838
€ -302.458
2004
U60
2005
NON DISPONIBILE
2006
NON DISPONIBILE
2007
NON DISPONIBILE
2008
volume d'affari € 1.100
totale acquisti € 13.457
2010
IVA
////////
totale acquisti € 6.334
per gli anni non indicati non risultano presentate dichiarazioni.
2009
4.
////////
BENI IMMOBILI:
a. PASSARELLI Franco risulta intestatario dei seguenti immobili:
Nel comune di Villa Literno (CE)
 quota di 1/18 del magazzino di mq. 1500, distinto in catasto al f. 14, p.lla 330, sub. 1;
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 12, distinto in catasto al f. 14, p.lla 330, sub. 2
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 12, distinto in catasto al f. 14, p.lla 330, sub. 3
 quota di 1/18 del magazzino di mq. 700, distinto in catasto al f. 14, p.lla 804, senza sub
 quota di 1/18 del magazzino di mq. 1430, distinto in catasto al f. 14, p.lla 325, senza sub.;
 quota di 1/18 del magazzino di mq. 1182, distinto in catasto al f. 14, p.lla 5146, sub. 4;
 quota di 1/18 del terreno di are 32.24, distinto in catasto al foglio 27, particella 84;
 quota di 1/18 del terreno di are 27.68, distinto in catasto al foglio 27, particella 5114;
 quota di 1/27 del fabbricato commerciale di mq. 600, distinto in catasto al foglio 14, particella
5146, sub. 2;
 quota di 1/27 del fabbricato uso uffici di vani 10,5, distinto in catasto al foglio 14, particella
5146, sub. 3;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Casagiove (CE)
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 7, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 19
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 7, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 20
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 7, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 32
 quota di 1/18 del magazzini di mq. 332, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 42;
 quota di 1/18 del magazzini di mq. 91, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 43;
134

quota di 1/18 del magazzini di mq. 124, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 45;
 quota di 1/18 dell’autorimessa di mq. 17, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 50
 quota di 1/18 dell’autorimessa di mq. 19, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 60
 quota di 1/18 del locale commerciale di mq. 121, in catasto f. 6, p.lla 5194, sub. 84;
 quota di 1/18 del locale commerciale di mq. 136, in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 85;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Sessa Aurunca (CE)
 quota di 1/18 del terreno di are 10.73, distinto in catasto al foglio 223, particella 8;
 quota di 1/18 del terreno di are 17.20, distinto in catasto al foglio 223, particella 94;
 quota di 1/18 del terreno di are 10.70, distinto in catasto al foglio 223, particella 96;
 quota di 1/18 del terreno di are 10.71, distinto in catasto al foglio 223, particella 97;
 quota di 1/18 del terreno di are 10.69, distinto in catasto al foglio 223, particella 98;
 quota di 1/18 del terreno di are 10.70, distinto in catasto al foglio 223, particella 99;
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 6.5, distinto in catasto al foglio 223, particella 344, sub.
1 e particella 345 (graffate);
 quota di 1/9 del terreno di are 10.68, distinto in catasto al foglio 223, particella 95;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Caiazzo (CE)
 quota di 1/18 del terreno di are 01.61, distinto in catasto al foglio 28, particella 1;
 quota di 1/18 del terreno di are 91.41, distinto in catasto al foglio 28, particella 2;
 quota di 1/18 del terreno di are 35.02, distinto in catasto al foglio 28, particella 3;
 quota di 1/18 del terreno di are 16.67, distinto in catasto al foglio 28, particella 4;
 quota di 1/18 del terreno di Ha 1.54.86, distinto in catasto al foglio 28, particella 5;
 quota di 1/18 del terreno di are 58.86, distinto in catasto al foglio 28, particella 6;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Castelvolturno (CE)
 quota di 1/18 del terreno di are 08.50, distinto in catasto al foglio 19, particella 49;
 quota di 1/18 del terreno di are 14.05, distinto in catasto al foglio 19, particella 287;
135

quota di 1/18 del terreno di are 06.28, distinto in catasto al foglio 27, particella 1065;
 quota di 1/18 del terreno di are 04.85, distinto in catasto al foglio 27, particella 1066;
 quota di 1/18 del terreno di are 04.65, distinto in catasto al foglio 27, particella 1068;
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 3.5, distinto in catasto al f. 36, p.lla 9, sub. 4;
 quota di 1/18 del magazzino di mq. 106, distinto in catasto al f. 34, p.lla 666, sub. 1;
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 5, distinto in catasto al f. 34, p.lla 666, sub. 2
 quota di 1/9 del negozio di mq. 229, in catasto al f. 41, particella 5129 (ex 20), sub. 1;
 quota di 1/9 dell’abitazione di vani 3,5, in catasto al foglio 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 2
 quota di 1/9 dell’abitazione di vani 4,5, in catasto al f. 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 3;
 quota di 1/9 dell’abitazione di vani 3, in catasto al foglio 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 4;
 quota di 1/9 dell’abitazione di vani 3,5, in catasto al f. 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 5;
 quota di 1/36 dell’abitazione di vani 6,5, distinto in catasto al foglio 41, p.lla 6, sub. 3;
 quota di 1/36 dell’abitazione di vani 6,5, distinto in catasto al foglio 41, p.lla 6, sub. 4;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Casal di Principe (CE)
 quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al foglio 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 1;
 quota di 2/27 del magazzino di mq. 16, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 2
 quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 3;
 quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 4;
 quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 5;
 quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 6;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Mondragone (CE)
 quota di 1/9 del terreno di are 5.65, distinto in catasto al foglio 56, particella 5036;
 quota di 1/9 del terreno di are 14.45, distinto in catasto al foglio 56, particella 5037;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Pomigliano d’Arco (NA)
 quota di 1/9 dell’appartamento di vani 5, sito alla via Leonardo da Vinci n. 37 piano 4 interno 15,
distinto in catasto al foglio 4 particella 609 Sub 17;
136
quota di 1/9 dell’appartamento di vani 5, sito alla via Leonardo da Vinci n. 37 piano 4 interno 15,
distinto in catasto al foglio 4 particella 609 Sub 18;
Beni avuti per successione per causa di morte con atto del 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 94296
Presentazione n. 83 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 44937
15.12.2006
Conservatoria di Napoli 2

Nel comune di Castelvolturno (CE)
 appartamento di vani 5,5, sito alla Via SS Domitiana piano 2, distinto in catasto al foglio 47
particella 154 sub. 3.
Bene acquistato in data 05.01.2001 per l’importo dichiarato di € 29.954 da NAPOLITANO Michele
nato ad Acerra il 28.11.1941+1.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 2848
Rogante
Notaio
Iodice
Presentazione n. 20 del
Registro particolare n. 2321
Giovandomenico
da
02.02.2001
Castelvolturno
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Il cespite in data 02.08.2002 è stato donato al di lui figlio minore PASSARELLI Dante nato a
Napoli il 06.11.1999
Nota di trascrizione
Registro generale n. 24326
Presentazione n. 103 del Rogante
Notaio
Lupoli
Registro particolare n. 19179
06.08.2002
Giovanni da Aversa
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
b. CANTELLI Susanna (consorte di PASSARELLI Franco), risulta intestataria dei seguenti
beni:
Nel comune di Castelvolturno (CE)
 appartamento di vani 5, sito al viale Francesco Cilea piano T, distinto in catasto al foglio 47
particella 68 sub. 1;
 appartamento di vani 5, sito sulla Domitiana Pinetamare piano 1, distinto in catasto al foglio 47
particella 68 sub. 2.
Beni acquistati con atto del 27.12.2002 per l’importo dichiarato di € 27.200 da PUZONE Nadia
nata a Napoli il 25.01.1950+1
Nota di trascrizione
Registro generale n. 662
Presentazione n. 103 del Rogante Notaio Orsi Raffaele
Registro particolare n. 585
08.01.2003
da S. Maria C.V.
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Il cespite in data 27.12.2002 è stato assoggettato ad ipoteca volontaria per garanzia a concessione
di mutuo erogato dalla Adalya Banca Immobiliare S.p.A. per l’importo di € 230.000.
Nota di iscrizione
Registro generale n. 663
Presentazione n. 144 del Rogante Notaio Orsi Raffaele
Registro particolare n. 57
08.01.2003
da S. Maria C:V:
137
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
c. PASSARELLI Biagio risulta intestatario dei seguenti beni:
Nel comune di Villa Literno (CE)
 quota di 1/18 del magazzino di mq. 1500, distinto in catasto al f. 14, p.lla 330, sub. 1;
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 12, distinto in catasto al f. 14, p.lla 330, sub. 2
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 12, distinto in catasto al f. 14, p.lla 330, sub. 3
 quota di 1/18 del magazzino di mq. 700, distinto in catasto al f. 14, p.lla 804, senza sub
 quota di 1/18 del magazzino di mq. 1430, distinto in catasto al f. 14, p.lla 325, senza sub.;
 quota di 1/18 del magazzino di mq. 1182, distinto in catasto al f. 14, p.lla 5146, sub. 4;
 quota di 1/18 del terreno di are 32.24, distinto in catasto al foglio 27, particella 84;
 quota di 1/18 del terreno di are 27.68, distinto in catasto al foglio 27, particella 5114;
 quota di 1/27 del fabbricato commerciale di mq. 600, distinto in catasto al foglio 14, particella
5146, sub. 2;
 quota di 1/27 del fabbricato uso uffici di vani 10,5, distinto in catasto al foglio 14, particella
5146, sub. 3;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Casagiove (CE)
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 7, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 19
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 7, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 20
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 7, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 32
 quota di 1/18 del magazzini di mq. 332, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 42;
 quota di 1/18 del magazzini di mq. 91, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 43;
 quota di 1/18 del magazzini di mq. 124, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 45;
 quota di 1/18 dell’autorimessa di mq. 17, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 50
 quota di 1/18 dell’autorimessa di mq. 19, distinto in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 60
 quota di 1/18 del locale commerciale di mq. 121, in catasto f. 6, p.lla 5194, sub. 84;
 quota di 1/18 del locale commerciale di mq. 136, in catasto al f. 6, p.lla 5194, sub. 85;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Sessa Aurunca (CE)
 quota di 1/18 del terreno di are 10.73, distinto in catasto al foglio 223, particella 8;
 quota di 1/18 del terreno di are 17.20, distinto in catasto al foglio 223, particella 94;
 quota di 1/18 del terreno di are 10.70, distinto in catasto al foglio 223, particella 96;
138

quota di 1/18 del terreno di are 10.71, distinto in catasto al foglio 223, particella 97;
 quota di 1/18 del terreno di are 10.69, distinto in catasto al foglio 223, particella 98;
 quota di 1/18 del terreno di are 10.70, distinto in catasto al foglio 223, particella 99;
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 6.5, distinto in catasto al foglio 223, particella 344, sub.
1 e particella 345 (graffate);
 quota di 1/9 del terreno di are 10.68, distinto in catasto al foglio 223, particella 95;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Caiazzo (CE)
 quota di 1/18 del terreno di are 01.61, distinto in catasto al foglio 28, particella 1;
 quota di 1/18 del terreno di are 91.41, distinto in catasto al foglio 28, particella 2;
 quota di 1/18 del terreno di are 35.02, distinto in catasto al foglio 28, particella 3;
 quota di 1/18 del terreno di are 16.67, distinto in catasto al foglio 28, particella 4;
 quota di 1/18 del terreno di Ha 1.54.86, distinto in catasto al foglio 28, particella 5;
 quota di 1/18 del terreno di are 58.86, distinto in catasto al foglio 28, particella 6;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Castelvolturno (CE)
 quota di 1/18 del terreno di are 08.50, distinto in catasto al foglio 19, particella 49;
 quota di 1/18 del terreno di are 14.05, distinto in catasto al foglio 19, particella 287;
 quota di 1/18 del terreno di are 06.28, distinto in catasto al foglio 27, particella 1065;
 quota di 1/18 del terreno di are 04.85, distinto in catasto al foglio 27, particella 1066;
 quota di 1/18 del terreno di are 04.65, distinto in catasto al foglio 27, particella 1068;
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 3.5, distinto in catasto al f. 36, p.lla 9, sub. 4;
 quota di 1/18 del magazzino di mq. 106, distinto in catasto al f. 34, p.lla 666, sub. 1;
 quota di 1/18 dell’appartamento di vani 5, distinto in catasto al f. 34, p.lla 666, sub. 2
 quota di 1/9 del negozio di mq. 229, in catasto al f. 41, particella 5129 (ex 20), sub. 1;
 quota di 1/9 dell’abitazione di vani 3,5, in catasto al f. 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 2
 quota di 1/9 dell’abitazione di vani 4,5 in catasto al f. 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 3;
 quota di 1/9 dell’abitazione di vani 3, in catasto al f. 41, particella 5129 (ex 20), sub. 4;
 quota di 1/9 dell’abitazione di vani 3,5 in catasto al f. 41, p.lla 5129 (ex 20), sub. 5;
 quota di 1/36 dell’abitazione di vani 6,5, distinto in catasto al foglio 41, p.lla 6, sub. 3;
 quota di 1/36 dell’abitazione di vani 6,5, distinto in catasto al foglio 41, p.lla 6, sub. 4;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del Ufficio Registro Aversa
139
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Casal di Principe (CE)
 quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 1;
 quota di 2/27 del magazzino di mq. 16, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 2
 quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 3;
 quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 4;
 quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 5;
 quota di 2/27 dell’abitazione di vani 1, in catasto al f. 21, p.lla 5284 (ex 523), sub. 6;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Mondragone (CE)
 quota di 1/9 del terreno di are 5.65, distinto in catasto al foglio 56, particella 5036;
 quota di 1/9 del terreno di are 14.45, distinto in catasto al foglio 56, particella 5037;
Beni avuti in successione per causa di morte il 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 10176
Presentazione n. 252 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 5044
17.02.2006
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Pomigliano d’Arco (NA)
 quota di 1/9 dell’appartamento di vani 5, sito alla via Leonardo da Vinci n. 37 piano 4 interno 15,
distinto in catasto al foglio 4 particella 609 Sub 17;
 quota di 1/9 dell’appartamento di vani 5, sito alla via Leonardo da Vinci n. 37 piano 4 interno 15,
distinto in catasto al foglio 4 particella 609 Sub 18;
Beni avuti per successione per causa di morte con atto del 03.11.2004
Nota di trascrizione
Registro generale n. 94296
Presentazione n. 83 del
Ufficio Registro Aversa
Registro particolare n. 44937
15.12.2006
Conservatoria di Napoli 2
d. PENTA Raffaella risulta intestataria dei seguenti beni:.
Nel comune di Diamante (CS)
 quota di 2/90 dell’appartamento di vani 5, sito alla Contrada Monaca snc, distinto in catasto al
foglio 10, particella 813, sub. 2;
 quota di 2/90 dell’autorimessa di mq. 37, sita alla Contrada Monaca snc, distinta in catasto al
foglio 10, particella 812, sub. 18;
140
quota di 2/90 dell’appartamento, sito alla Contrada Monaca snc, distinto in catasto al foglio 10,
particella 809, sub. 14;
Beni avuti per successione per causa di morte con atto del 05.08.2008
Nota di trascrizione
Registro generale n. 36961
Presentazione n. 117 del
Ufficio Registro Napoli 3
Registro particolare n. 26185
19.11.2009
Conservatoria di Cosenza
Le restanti quote sono intestate agli aventi causa nell’asse ereditario

Nel comune di Portici (NA)
 quota di 2/90 dell’appartamento di vani 7, sito alla via E. Gianturco n.36, distinto in catasto al
foglio 7, particella 271, sub. 7;
 quota di 2/90 dell’autorimessa di mq. 11, sito alla via E. Gianturco n.36, distinto in catasto al
foglio 7, particella 271, sub. 11;
Beni avuti per successione per causa di morte con atto del 05.08.2008
Nota di trascrizione
Registro generale n. 70277
Presentazione n. 149 del
Ufficio Registro Napoli 3
Registro particolare n. 50603
02.12.2009
Conservatoria di Napoli 2
Le restanti quote sono intestate agli aventi causa nell’asse ereditario
e. I.P.A.M. srl risulta intestataria dei seguenti beni:
Nel comune di Cancello ed Arnone (CE)
 terreno di Ha 1.01.92 sito alla località Bonito, in catasto al foglio 42, particella 241;
 terreno di Ha 1.65.24 sito alla località Bonito, in catasto al foglio 42, particella 243;
Beni acquistati il 08.03.1995 per l’importo dichiarato di £ 63.500.000 da CORVINO Ambrogio,
nato a Napoli il 4.12.1958+1
Nota di trascrizione
Registro generale n. 5687
Presentazione
del Rogante
Notaio
Lupoli
Registro particolare n. 4594
14.03.1995
Giovanni da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Santa Maria La Fossa (CE)
Complesso agricolo “La Balzana”
 terreno di are 00.30, distinto in catasto al f. 3, particella 92;
 terreno di are 45.82, distinto in catasto al f. 11, particella 21;
 terreno di Ha 24.79.60, distinto in catasto al f. 11, p.lla 26;
 terreno di are 32.15, distinto in catasto al f. 11, particella 28;
 terreno di Ha 31.38.77, distinto in catasto al f. 12, p.lla 13;
 terreno di Ha 7.27.57, distinto in catasto al f. 12, particella 16;
 terreno di Ha 2.23.65, distinto in catasto al f. 12, particella 18;
 terreno di Ha 11.09.20, distinto in catasto al f. 12, p.lla 20;
 terreno di Ha 8.06.04, distinto in catasto al f. 12, particella 52;
141









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
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











terreno di are 13.83, distinto in catasto al f. 12, particella 55;
terreno di Ha 3.20.57, distinto in catasto al f. 12, particella 82;
terreno di are 58.26, distinto in catasto al f. 12, particella 85;
terreno di Ha 56.05.33, distinto in catasto al f. 12, p.lla 88;
terreno di are 56.56, distinto in catasto al f. 12, particella 91;
terreno di are 45.86, distinto in catasto al f. 13, particella 3;
terreno di are 41.35, distinto in catasto al f. 13, particella 4;
terreno di Ha 10.84.00, distinto in catasto al f. 13, p.lla 15;
terreno di are 28.86, distinto in catasto al f. 13, particella 138;
terreno di are 32.87, distinto in catasto al f. 13, particella 141;
terreno di Ha 6.39.98, distinto in catasto al f. 13, p.lla 144;
terreno di are 00.55, distinto in catasto al f. 16, particella 38;
terreno di Ha 17.55.00, distinto in catasto al f. 16, p.lla 39;
terreno di are 49.04, distinto in catasto al f. 16, particella 40;
terreno di are 01.19, distinto in catasto al f. 16, particella 49;
terreno di are 76.60, distinto in catasto al f. 20, particella 9;
terreno di Ha 13.08.30, distinto in catasto al f. 20, p.lla 10;
terreno di Ha 2.77.20, distinto in catasto al f. 13, particella 147 attualmente distinta con le
seguenti particelle:- 5014 di Ha 2.17.84; - 5009 di are 1.10; -- 5015 di are 59.36;
terreno di are 1.10, distinto in catasto al foglio 13, particella 5008 ex particella 8
(dell’estensione di are 7.90)
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 1;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 2;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 3;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 4;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 5;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 6;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 7;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 8;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 9;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 10;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 11;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 12;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 13;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 14;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 15;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 16;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 17;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 18;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 19;
appartamento di vani 6, distinto in catasto al foglio 12, particella 5001 sub 20;
fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 21;
fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 22;
fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 23;
142

fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 24;
 fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 25;
 fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 26;
 fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al f. 12, particella 5001 sub 27;
 fabbricato in corso di definizione, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 5002 senza sub;
Beni acquistati il 03.11.1995 per l’importo dichiarato di £ 6.300.000.000 da 01036360632 SEBI
S.p.A. in liquidazione.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 24989
Presentazione
del Rogante Notaio Santangelo
Registro particolare n. 20605
25.11.1995
Sabatino
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Beni confiscati in ragione dei 2/3 dal Tribunale di S. Maria C.V. – Corte di Assise II Sez.
depositata il 15.06.2006 con sentenza n. 13/2005 emessa nell’ambito del p.p. 9/98 R.G. C.Ass.
riuniti i n. 8/98, 14/98, 6/99, 475/98, 11/99, 17/02, 2/03, 21/03, 4/04, 13/04, 17/04, 5/05, 16/05,
2/05, 17/05, 24/05 mod.16.
La Corte di Assise di Appello di Napoli II Sez. con p. n. 44/07 Reg.Gen. e n. 53/10 Sentenze
dell’11.10.2010, confermava la sentenza di I grado dichiarando inammissibile l’appello per
PASSARELLI Dante (defunto) ed intestatario dei sopraelencati beni.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 17362
Presentazione n. 87 del
Tribunale di S. Maria C.V.
Registro particolare n. 3049
12.05.2011
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Villa Literno (CE)
 terreno di are 10.80, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 246;
Beni acquistati il 30.04.1991 per l’importo dichiarato di £ 38.880.000 da GALOPPO Raffaele, nato
a San Cipriano d’Aversa il 12.01.1958+1
Nota di trascrizione
Registro generale n. 12937
Presentazione
del Rogante
Notaio
Lupoli
Registro particolare n. 11306
17.05.1991
Giovanni da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
opificio sito alla strada provinciale Aversa – Villa Literno piano T, distinto in catasto al foglio
14, particella 38 sub 1;
Bene edificato su terreno distinto in catasto al foglio 14 particella 38 di are 71.42 alienato dalla
società Immobiliare Bellavista SRL in data 02.08.1989
Nota di trascrizione
Registro generale n. 17735
Presentazione
del Rogante
Notaio
Lupoli
Registro particolare n. 14592
02.08.1919
Giovanni da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere

143
Tutti i beni sopra descritti sono stati sottoposti a sequestro MP in data 08.04.2010 con
provvedimento n. 96/2009 R.G.M.P. e n. 8/2010 R.Decr. emesso dalla Seconda Sezione Penale
del Tribunale di S.Maria C.V. in data 25.03.2010.
f. IMMOBILIARE BELLAVISTA s.r.l., risulta intestataria dei seguenti beni:
Nel comune di Casal di Principe (CE)
 terreno di are 35.54, distinto in catasto al foglio 15, p.lla 437;
Bene acquistato il 27.07.1992 per l’importo dichiarato di £ 10.000.000 da SCHIAVONE Saverio
Paolo, nato a Casal di Principe il 16.01.1954
 L’immobile:
 in data 28.11.1995 è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p.
emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n.
3615/93 r.e. 5438/95
 in data 21.05.1996 è stato colpito da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal
Tribunale di Santa Maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del
procedimento penale n. 124/95 M.P.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 21108
Presentazione
del Rogante
Notaio
Lupoli
Registro particolare n. 17729
04.08.1992
Giovanni da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere

terreno di Ha 1.80.00, distinto in catasto al f. 12, p.lla 251;
Bene acquistato il 10.03.1995 per l’importo dichiarato di £ 65.000.000 da FERRARO Luigi, nato a
Casal di Principe il 14.07.1931+2
Il cespite è stato originato dalla particella 127, successivamente frazionata nelle particelle dalla
246 alla 263 ed attualmente riaccorpate nella particella 251.
 L’immobile contraddistinto al foglio 12 particella 251 in data 09.06.2004 è stato colpito da
provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dalla II Sezione della Corte
di Assise di Santa Maria C.V. nell’ambito del procedimento penale n. 9/98
Nota di trascrizione
Registro generale n. 5916
Presentazione
del Rogante
Notaio
Lupoli
Registro particolare n. 4804
20.03.1995
Giovanni da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere

terreno di are 03.83, sito alla località Iardino, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 182;
Bene acquistato il 14.01.1993 per l’importo dichiarato di £ 11.000.000 da G.E.T. di CARANO
Elena & C. snc, p.iva 01803040615
Nota di trascrizione
Registro generale n. 2175
Presentazione
del Rogante
Notaio
Lupoli
Registro particolare n. 1893
27.01.1993
Giovanni da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
 L’immobile:
144
 in data 28.11.1995 è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p.
emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n.
3615/93r e 5438/95
 in data 21.05.1996 è stato colpito da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal
Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del
procedimento penale n. 124/95 M.P.
Sul lotto di terreno è stato edificato il seguente fabbricato:
appartamento di vani 4, sito alla via Circumvallazione 1, P-1, distinto in catasto al foglio 12,
p.lla 5028, sub. 4;
 appartamento di vani 4, sito alla via Circumvallazione 1, P-1, distinto in catasto al foglio 12,
p.lla 5028, sub. 5;
 appartamento di vani 6.5, sito alla via Circumvallazione 1, P-2, distinto in catasto al foglio 12,
p.lla 5028, sub. 6;
 negozio di mq. 144, sito alla via Circumvallazione 1, P-T, distinto in catasto al foglio 12, p.lla
5028, sub. 8;
 deposito di mq. 134, sito alla via Circumvallazione 1, P-T, distinto in catasto al foglio 12, p.lla
5028, sub. 9;
I suddetti immobili, in data 09.06.2004 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro preventivo
ex art. 321 c.p.p. emesso dalla II Sezione della Corte di Assise di Santa Maria C.V. nell’ambito
del procedimento penale n. 9/98

Nel comune di Castel Volturno (CE)
 terreno di Ha 1.03.69, distinto in catasto al foglio 42, p.lla 46;
 terreno di are 45.19, distinto in catasto al foglio 42, p.lla 47;
 terreno di are 91.26, distinto in catasto0 al foglio 42, p.lla 105;
Bene acquistato il 31.07.1973

terreno di are 07.26, sito loc. Parco della Selva, distinto in catasto al f. 49, p.lla 558;
terreno di are 07.00, sito loc. Parco della Selva, distinto in catasto al f. 49, p.lla 559;
Beni acquistati il 20.02.1989 per l’importo dichiarato di £ 72.050.000 da RESTUCCI Amerigo nato
a Napoli il 12.05.1924.
Nota di trascrizione
Registro generale n.5 666
Presentazione
del Rogante Notaio Giovanni
Registro particolare n. 4661
08.01.1989
Lupoli da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
 Gli immobili:
 in data 28.11.1995 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321
c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale
n. 3615/93r e 5438/95
 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal
Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del
procedimento penale n. 124/95 M.P.

145

terreno di are 14.39, distinto in catasto al foglio 48, p.lla 1383;
Bene acquistato il 02.06.1993 per l’importo dichiarato di £ 114.120.000 da FINCH Salvatore nato
a Napoli il 24.07.1947.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 14025
Presentazione
del Rogante
Notaio
Lupoli
Registro particolare n. 11329
16.06.1993
Giovanni da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
 L’immobile:
 in data 28.11.1995 è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p.
emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n.
3615/93r e 5438/95
 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal
Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del
procedimento penale n. 124/95 M.P.

Appartamento di vani 4.5, PT, int. 3, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 3;
 Appartamento di vani 5, PT, int. 4, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 4;
 Appartamento di vani 5, PT, int. 5, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 5;
 Appartamento di vani 5, PT, int. 6, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 6;
 Appartamento di vani 6, P1, int. 7, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 7;
 Appartamento di vani 5, P1, int. 9, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 9;
 Appartamento di vani 4.5, P1, int. 10, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 10;
 Appartamento di vani 6, P2, int. 11, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 11;
 Appartamento di vani 5, P2, int. 12, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 12;
 Appartamento di vani 5, P2, int. 13, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 13;
 Appartamento di vani 4.5, P3, int. 15, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 15;
 Appartamento di vani 6, PT, int. 16, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 16;
 Appartamento di vani 5, P3, int. 17, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 17;
 Appartamento di vani 5, P3, int. 18, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 18;
Bene acquistato il 07.09.1988 per l’importo dichiarato di £ 186.000.000 da MARINIELLO
Vincenzo, nato a San Cipriano d’Aversa il 30.06.1939+2.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 20186
Presentazione
del Rogante
Notaio
Lupoli
Registro particolare n. 16951
19.09.1988
Giovanni da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
 Gli immobili:
 in data 28.11.1995 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321
c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale
n. 3615/93r e 5438/95
 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal
Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del
procedimento penale n. 124/95 M.P.

Appartamento di vani 5, P-1, int. 8, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 8;
146
Bene acquistato il 21.12.1990 per l’importo dichiarato di £ 20.000.000 da MARINIELLO Vincenzo,
nato a San Cipriano d’Aversa il 30.06.1939+3.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 2267
Presentazione
del Rogante
Notaio
Lupoli
Registro particolare n. 2120
17.01.1991
Giovanni da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
 L’immobile:
 in data 28.11.1995 è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p.
emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n.
3615/93r e 5438/95
 in data 21.05.1996 è stato colpito da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal
Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del
procedimento penale n. 124/95 M.P.
Quota di ½ dell’Appartamento di vani 6.5, P T-1, in catasto al f 41, plla 6, sub 3
 Quota di ½ dell’Appartamento di vani 6.5, P T-1, istinto in catasto al f 41, plla 6, sub 4
Bene acquistato il 22.06.1987 per l’importo dichiarato di £ 16.600.000 da GAGLIARDI Ignazio,
nato a Casal di Principe il 16.02.1948+1.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 13108
Presentazione
del Rogante
Notaio
Lupoli
Registro particolare n. 11018
22.06.1987
Giovanni da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
La restante quota di ½ è intestata a PASSARELLI Dante nato a Casal di Principe il 02.12.1937,
padre dell’interessato.
 Gli immobili:
 in data 28.11.1995 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321
c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale
n. 3615/93r e 5438/95
 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal
Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del
procedimento penale n. 124/95 M.P.


Appartamento di vani 5.5, sito alla Località Coppola di Pinetamare Viale della Mimose Torre
11/1, P-2, int. 7, distinto in catasto al foglio 47, particella 154, sub. 4;
Bene acquistato il 17.04.1986 per l’importo dichiarato di £ 30.000.000 REMAGGIO Arturo, nato a
Napoli il 17.10.1942.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 7553
Presentazione
del Rogante Notaio Pasquale
Registro particolare n. 6480
17.04.1986
Liotti da Caserta
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
 L’immobile in data 09.06.2004 è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex
art. 321 c.p.p. emesso dalla II Sezione della Corte di Assise di Santa Maria C.V. nell’ambito
del procedimento penale n. 9/98
147
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
n. 24 posti auto scoperti, ciascuno di mq. 11, siti alla Via Udine 2 P.co Selva del Falco, distinti
in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 51 (ex sub. dal 3 al 26);
appartamento di vani 6,5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 1, distinto in
catasto al foglio 49, particella 538, sub. 27;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 2, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 28;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 3, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 29;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 4, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 30;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 5, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 31;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 6, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 32;
appartamento di vani 6.5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 7, distinto in
catasto al foglio 49, particella 538, sub. 33;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 8, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 34;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 9, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 35;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 10, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 36;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 11, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 37;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 12, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 38;
appartamento di vani 6.5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 13, distinto in
catasto al foglio 49, particella 538, sub. 39;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 14, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 40;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 15, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 41;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 16, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 42;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 17, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 43;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 18, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 44;
appartamento di vani 6.5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 19, distinto in
catasto al foglio 49, particella 538, sub. 45;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 20, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 46;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 21, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 47;
148

appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 22, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 48;
 appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 23, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 49;
 appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 24, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 50;
Bene acquistato il 20.12.1989 per l’importo dichiarato di £ 400.000.000 da RESTUCCI Amerigo,
nato a Napoli il 12.05.1924.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 28656
Presentazione
del Rogante
Notaio
Lupoli
Registro particolare n. 23129
20.12.1989
Giovanni da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
 Gli immobili:
 in data 28.11.1995 sono state colpite da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321
c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale
n. 3615/93r e 5438/95
 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal
Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del
procedimento penale n. 124/95 M.P.

terreno di are 6.99, sito alla località Selva del Falco, in catasto al f. 49, p.lla 512;
Bene acquistato il 31.07.2006 per l’importo dichiarato di € 14.000 da DI CRISCIO Lorenzo nato a
Marano di Napoli il 06.11.1942+1.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 48170
Presentazione n. 139 del Rogante
Notaio
Lupoli
Registro particolare n. 23443
04.08.2006
Giovanni da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Nel comune di Santa Maria Capua Vetere (CE)
 autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 3, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 3;
 autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 4;
 autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 5;
 autorimessa di mq. 11, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 7, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 6;
 autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 8, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 7;
 autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 8;
 autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 10, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 9;
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autorimessa di mq. 27, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 10;
autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 12, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 11;
autorimessa di mq. 19, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 13, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 12;
autorimessa di mq. 20, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 13;
autorimessa di mq. 21, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 5, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 14;
autorimessa di mq. 20, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 4, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 15;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 2, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 16;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 1, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 17;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 4, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 18;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 3, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 19;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 6, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 20;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 5, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 21;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 8, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 22;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 7, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 23;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 10, scala A, distinto in catasto
al foglio 14, particella 5789, sub. 24;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 9, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 25;
Appartamento di vani 5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 12, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 26;
Appartamento di vani 5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 11, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 27;
autorimessa di mq. 20, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 3, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 29;
autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 30;
autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 31;
autorimessa di mq. 24, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 34;
150
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autorimessa di mq. 24, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 10, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 35;
autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 36;
autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 38;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 5, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 39;
autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 4, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 40;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 1, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 41;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 2, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 42;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 3, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 43;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 4, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 44;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 5, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 45;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 6, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 46;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 9, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 49;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 10, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 50;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 11, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 51;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 12, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 52;
Appartamento di vani 5.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P7, int. 13, scala B, distinto in catasto
al foglio 14, particella 5789, sub. 53;
autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 57;
autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 58;
autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 7, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 59;
autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 8, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 60;
autorimessa di mq. 23, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 61;
autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 63;
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autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 12, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 64;
autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 65;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 1, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 68;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 2, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 69;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 6, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 73;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 7, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 74;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 8, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 75;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 9, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 76;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 11, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 78;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 12, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 79;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 113;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 114;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 3, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 115;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 5, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 117;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 118;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 7, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 119;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 8, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 120;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 121;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 10, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 122;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 123;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 12, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 124;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 13, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 125;
152

autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 14, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 126;
 autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 15, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 127;
 autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 16, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 128;
Bene acquistato il 26.02.1993 per l’importo dichiarato di £ 4.582.908.000 da Quadrifoglio srl c.f.
03687370639.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 5628
Presentazione
del Rogante Notaio Giovanni
Registro particolare n. 4605
12.03.1993
Lupoli da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
 Gli immobili:
 in data 28.11.1995 sono state colpite da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321
c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n.
3615/93r e 5438/95.
 In data 29.03.2004 la Corte di Assise di Santa Maria C.V. ha disposto il dissequestro dei
seguenti immobili: foglio 14 perticella 5789 sub. 16, 17, 18, 19, 20, 21 e 23.
 In data 10.12.2004 il Tribunale di Santa Maria C.V. ha disposto il dissequestro dei seguenti
immobili: foglio 14 perticella 5789 sub. 22, 24, 25, 26, 27, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14,
15, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 49, 50, 51, 52, 53, 54, 31, 30, 29, 40, 39, 38, 34, 35, 36 e 37.
 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal
Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del
procedimento penale n. 124/95 M.P.
 L’immobile contraddistinto al foglio 14 particella 5789 sub. 108 in data 09.06.2004 è stato
colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dalla II Sezione
della Corte di Assise di Santa Maria C.V. nell’ambito del procedimento penale n. 9/98

Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254, distinto in catasto al foglio 14, particella
5789, sub. 72;
 autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 66;
Bene acquistato il 17.06.1994 per l’importo dichiarato di £ 155.000.000 da SANTORO Giuliano,
nato a Santa Maria C.V. il 3.8.1957+1.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 18022
Presentazione
del Rogante Notaio Giovanni
Registro particolare n. 15062
29.06.1994
Lupoli da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
 Gli immobili in data 28.11.1995 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro preventivo
ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del
procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95
Nel comune di Villa Literno (CE)
153

terreno di are 06.10, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 245;
Bene acquistato il 07.10.1992 per l’importo dichiarato di £ 34.160.000 da SANTORO Anna, nata a
Trentola Ducenta il 02.11.1934.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 26853
Presentazione
del Rogante Notaio Giovanni
Registro particolare n. 22762
17.10.1992
Lupoli da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere

terreno di are 37.07, sito alla località Masseria Arsa, distinto in catasto al f. 26, p.lla 15;
Bene acquistato il 04.03.1993 per l’importo dichiarato di £ 74.000.000 da LETIZIA Domenico,
nato a Casal di Principe l’11.08.1946+2.
Nota di trascrizione
Registro generale n.6090
Presentazione
del Rogante Notaio Giovanni
Registro particolare n. 4970
17.03.1993
Lupoli da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere

terreno di are 74.57, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 232;
Bene acquistato il 12.04.1994 per l’importo dichiarato di £ 372.850.000 da GRAZIANO Maria,
nata a Trentola Ducenta il 27.11.1929+1.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 11839
Presentazione
del Rogante Notaio Giovanni
Registro particolare n. 9982
29.04.1994
Lupoli da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
 Gli immobili contraddistinti al foglio 26 particella 15 - foglio 14 particella 232 e 245 – foglio
12 particelle 5003 e 5006 in data 28.11.1995 sono state colpite da provvedimento di
sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P.
nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e 5438/95
 Gli immobili contraddistinti al foglio 14 particelle 245, 235, 5003, 5006 e 232 – foglio 26
particella 15 in data 21.05.1996 sono stati colpiti da provvedimento di sequestro
conservativo emesso dal Tribunale di Santa maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione nell’ambito del procedimento penale n. 124/95 M.P.

terreno di are 06.74, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 235 ;
Bene acquistato il 23.02.1993 per l’importo dichiarato di £ 43.810.000 MOLITIERNO Silvia, nata
a Villa Literno il 02.07.1968+3.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 5428
Presentazione
del Rogante Notaio Giovanni
Registro particolare n. 4461
10.03.1993
Lupoli da Capua
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
Sul fondo è stato edificato un fabbricato identificato in catasto al foglio 14 particella 5146 intestato
in quote agli eredi PASSARELLI
 L’immobile è stato colpito da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p.
emesso dal Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n.
3615/93r e 5438/95
154
Nel comune di Lusciano (CE)
 terreno, distinto in catasto al foglio 2, p.lla 1637 sulla quale sorge il seguente immobile di 4
piani fuori terra con piano interrato:
 Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-1, int. 3, in catasto con il sub. 3;
 Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-1, int. 4, in catasto con il sub. 4;
 Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-1, int. 5, in catasto con il sub. 5;
 Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-2, int. 6, in catasto con il sub. 6;
 Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-2, int. 7, in catasto con il sub. 7;
 Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-2, int. 8, in catasto con il sub. 8;
 Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-3, int. 9, in catasto con il sub. 9;
 Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-3, int. 10, in catasto al sub. 10;
 Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-T, int. 12, in catasto al sub. 12;
 Appartamento di vani 5, sito alla via De Gasperi, P-T, int. 13, in catasto al sub. 13;
 Ufficio di vani 2, sito alla via De Gasperi, P-T, int. 14, in catasto con il sub. 14;
 Ufficio di vani 2, sito alla via De Gasperi, P-T, int. 15, distinto in catasto al sub. 15;
 Locale di deposito di mq. 265, distinto in catasto con il sub. 27
Bene acquistato il 03.03.1989 per l’importo dichiarato di £ 250.000.000 da IOVINE Antonio, nato
a S. Cipriano d’Aversa il 16.11.1922.
Nota di trascrizione
Registro generale n. 5234
Presentazione
del Rogante Notaio Domenico
Registro particolare n. 4287
3.3.1989
Farinaro da Casal di Principe
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
 Gli immobili contraddistinti al foglio 2 particelle 1637 dal sub. 1 al sub. 11 in data 28.11.1995
sono stati colpiti da provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dal
Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. nell’ambito del procedimento penale n. 3615/93r e
5438/95
 Gli immobili contraddistinti al foglio 2 particelle 1637 dal sub. 1 al sub. 11 in data 21.05.1996
sono stati colpiti da provvedimento di sequestro conservativo emesso dal Tribunale di Santa
Maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione - nell’ambito del procedimento penale n. 124/95
M.P.
 In data 17.12.2004 il Tribunale di S. Maria C.V. ha disposto il dissequestro dei seguenti
immobili: foglio 2 particella 1637 sub. dal 3 al 15 e sub. 27.
 L’immobile contraddistinto al foglio 2 particella 1637 in data 09.06.2004 è stato colpito da
provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. emesso dalla II Sezione della Corte di
Assise di Santa Maria C.V. nell’ambito del procedimento penale n. 9/98
Tutti i beni sopra descritti sono stati inoltre sottoposti a sequestro MP in data 08.04.2010 con
provvedimento n. 96/2009 R.G.M.P. e n. 8/2010 R.Decr. emesso dalla Seconda Sezione Penale
del Tribunale di S.Maria C.V. in data 25.03.2010.
g. Commerciale Europea S.p.A. risulta intestataria dei seguenti beni:
Nel comune di Pignataro Maggiore (CE)
155

fabbricato rurale di are 11.48, distinto in catasto al f. 15 p.lla 29;
 quota di 88/100 del terreno di are 14.04, distinto in catasto al foglio 15 particella 5189;
 terreno di are 43.30, distinto in catasto al foglio 15 particella 5008 sito alla località Quaranta
Moggia o Campopiano;
 terreno di are 86.35, distinto in catasto al foglio 15 particella 5186 sito alla località Quaranta
Moggia o Campopiano;
 terreno di are 4.78, distinto in catasto al foglio 15 particella 5023 sito alla località Quaranta
Moggia o Campopiano;
 terreno di Ha. 01.30.26, distinto in catasto al foglio 15 particella 5187 sito alla località Quaranta
Moggia o Campopiano;
Beni acquistati il 12.05.2003 per l’importo dichiarato di € 380.571 da GALDIERO Gennaro, nato a
Villaricca il 9.7.1934+3
Nota di trascrizione
Registro generale n. 14716
Presentazione n. 57 del Rogante
Notaio
Savio
Registro particolare n. 11185
23.05.2003
Maurizio da Maddaloni
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
I suddetti beni in data 08.10.2004 sono stati sottoposti ad ipoteca volontaria per concessione a
garanzia di mutuo dell’importo di € 1.500.000 da restituire in 19 rate semestrali dell’importo di €
78.947,36 salvo l’ultima di € 78.947,52 oltre agli interessi, erogato dalla Banca Nazionale del
Lavoro
Nota di iscrizione
Registro generale n. 49099
Presentazione n. 72 del Rogante
Notaio
Savio
Registro particolare n. 8344
13.10.2004
Maurizio da Maddaloni
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere

opificio, sito alla sulla SS Appia Zona ASI piano T_1, S1, distinto in catasto al foglio 15
particella 5246 senza sub. Opificio realizzato sui terreni distinti con le particelle 5008, 5023,
5186 5187, accorpati tutti nella particella catastale 5246
 terreno di Ha. 1.18.31, distinto in catasto al foglio 15 particella 5208;
Bene risultante dal frazionamento delle particella 5187 sopra riportata
I suddetti beni ed il fabbricato rurale di cui alla particella 29, in data 25.05.2007 sono stati
sottoposti ad ipoteca volontaria per concessione a garanzia di finanziamento dell’importo di €
800.000 da restituire in 19 rate semestrali dell’importo di € 42.1058,26 salvo l’ultima di €
42.105,32 oltre agli interessi, erogato dalla Banca Nazionale del Lavoro
Nota di iscrizione
Registro generale n. 34513
Presentazione n. 35 del Rogante Notaio DI NOCERA
Registro particolare n. 12161
31.05.2007
Pietro da Castelvolturno
Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere
h. CENTRO SUD COMMERCIALE s.r.l. NON risulta intestataria di beni immobili.
i. DITTA PASSARELLI DANTE & FIGLI s.r.l. NON risulta intestataria di beni immobili.
156
j. PENTA DISTRIBUZIONI S.A.S. di Penta Vittorio NON risulta intestataria di beni
immobili
k. D D S SRL NON risulta intestataria di beni immobili.
5.
VEICOLI INTESTATI:
a. PASSARELLI Franco NON risulta intestatario di veicoli;
b. CANTELLI Susanna NON risulta intestataria di veicoli;
c. PASSARELLI Biagio risulta intestatario dei seguenti veicoli:
Valore dichiarato al
momento
dell’acquisto
Modello
Autovettura Mercedes E 250 d targata BA553XC immatricolata nel
€ 32.278,56
1998 ed intestata nel 1999.
Autovettura Mercedes ML320 cdi targata DK753ST, immatricolata nel
€ 10.833,33
2007 ed intestata nel 2012
d. PENTA RAFFAELLA NON risulta intestataria di veicoli;
e. I.P.A.M. NON risulta intestatario di veicoli;
Valore dichiarato al
momento
dell’acquisto
Modello
Autocarro Fiat targato LI488002 immatricolato nell’anno 1992 ed
€ 5.061,28
intestato nell’anno 1997.
f. IMMOBILIARE BELLAVISTA S.R.L NON risulta intestataria di veicoli;
g. CENTRO SUD COMMERCIALE SRL risulta intestataria dei seguenti veicoli:
Valore dichiarato al
Modello
momento
dell’acquisto
Autocarro Fiat Ducato 2.8jtd targato BZ378MB immatricolato
€ 10.500
nell’anno 2002 ed intestato nell’anno 2009.
Autocarro Iveco 59E12 targato BE796BK immatricolato nel 1998 ed
€ 11.400
intestato nel 2010
h. COMMERCIALE EUROPEA S.P.A. risulta intestataria dei seguenti veicoli:
Modello
Valore dichiarato al
157
momento
dell’acquisto
Autovettura Smart ForFour 1.5 tdi targata CY093BH immatricolata ed
intestata nell’anno 2005.
Autovettura Porsche 911 3.8 targata DC648LA immatricolata ed
intestata nell’anno 2006.
Autocarro Iveco 2.8td targato BS809ZN immatricolato nell’anno
2001ed intestato nell’anno 2008.
Autovettura VW Golf 2.0 tdi targata EG110CT, immatricolata nel
2011 ed intestata nel 2012
€ 17.827,01
€ 89.500
€ 8.676
€ 14.000
i. PASSARELLI Dante & Figli srl risulta intestataria di veicoli;
Valore dichiarato al
momento
dell’acquisto
Modello
Autocarro Fiat Ducato targato FIK71777 immatricolato nel 1990 ed
€ 1549,37
intestata nell’anno 1995.
Autovettura Mercedes 250 D targata NAW37855, immatricolata ed
€ 18375,87
intestata nel 1994
Le rimanenti persone fisiche e giuridiche non risultano intestatarie di veicoli
P.Q.M.
Applica a:
PASSARELLI FRANCO e PASSARELLI BIAGIO la misura della custodia cautelare in
carcere in ordine al reato contestato al capo A);
CANTELLI SUSANNA, AMMALIATO GIUSEPPE ED ERRICO GIUSEPPE, la misura della
custodia cautelare in carcere in ordine al reato contestato al capo B).
Rigetta per il resto la richiesta.
Differisce il diritto degli indagati a conferire con i difensori all’ esito dell’ interrogatorio di
garanzia, disponendo altresì che gli indagati siano detenuti con modalità tali da tenerli separati
ed impedire i contatti tra di loro.
a.



Dispone il sequestro preventivo dei seguenti beni:
PASSARELLI Franco:
Quota del 25 % nella società I.P.A.M. – Industria Prodotti Alimentari ed Affini Meridionale
S.R.L in Liquidazione Sede: Roma via Boezio 6 cf 01813960612
Quota del 25 % nella società IMMOBILIARE BELLAVISTA S.R.L Sede: Villa Literno via
Aversa n. 267 codice fiscale 00639060631
Quota del 25 % nella società DITTA PASSARELLI DANTE & FIGLI s.r.l. Sede: Villa Literno
via Aversa n. 267 Cod. Fisc. 01465000618
Nel comune di Castelvolturno (CE)
158

appartamento di vani 5,5, sito alla Via SS Domitiana piano 2, distinto in catasto al foglio 47
particella 154 sub. 3.
b. CANTELLI Susanna:
 Quota del 90 % nella società COMMERCIALE EUROPEA S.p.A. Sede: Pignataro Maggiore
via SS 7 Appia zona ASI codice fiscale 02494300615
Nel comune di Castelvolturno (CE)
 appartamento di vani 5, sito al viale Francesco Cilea piano T, distinto in catasto al foglio 47
particella 68 sub. 1;
 appartamento di vani 5, sito sulla Domitiana Pinetamare piano 1, distinto in catasto al foglio 47
particella 68 sub. 2.
c. PASSARELLI Biagio:
 Quota del 25 % nella società I.P.A.M. – Industria Prodotti Alimentari ed Affini Meridionale
s.r.l in Liquidazione Sede: Roma via Boezio 6 cf 01813960612
 Quota del 25 % nella società IMMOBILIARE BELLAVISTA s.r.l Sede: Villa Literno via
Aversa n. 267 cf: 00639060631
 Quota del 50 % nella società CENTRO SUD COMMERCIALE srl Sede: Villa Literno via
Aversa n. 267 codice fiscale
01698270616
 Quota del 25 % nella società DITTA PASSARELLI DANTE & FIGLI s.r.l. Sede: Villa Literno
via Aversa n. 267 Cod. Fisc. 01465000618
 Autovettura Mercedes E 250 d targata BA553XC
 Autovettura Mercedes ML320 cdi targata DK753ST,
d. I.P.A.M. srl:
Nel comune di Cancello ed Arnone (CE)
 terreno di Ha 1.01.92 sito alla località Bonito, distinto in catasto al foglio 42, p.lla 241;
 terreno di Ha 1.65.24 alla località Bonito, distinto in catasto al foglio 42, particella 243;
Nel comune di Santa Maria La Fossa (CE)
Complesso agricolo “La Balzana”
 quota di 1/3 del terreno di are 00.30, distinto in catasto al f. 3, particella 92;
 quota di 1/3 del terreno di are 45.82, distinto in catasto al f. 11, particella 21;
 quota di 1/3 del terreno di Ha 24.79.60, distinto in catasto al f. 11, p.lla 26;
 quota di 1/3 del terreno di are 32.15, distinto in catasto al f. 11, particella 28;
 quota di 1/3 del terreno di Ha 31.38.77, distinto in catasto al f. 12, p.lla 13;
 quota di 1/3 del terreno di Ha 7.27.57, distinto in catasto al f. 12, particella 16;
 quota di 1/3 del terreno di Ha 2.23.65, distinto in catasto al f. 12, particella 18;
 quota di 1/3 del terreno di Ha 11.09.20, distinto in catasto al f. 12, p.lla 20;
 quota di 1/3 del terreno di Ha 8.06.04, distinto in catasto al f. 12, particella 52;
 quota di 1/3 del terreno di are 13.83, distinto in catasto al f. 12, particella 55;
 quota di 1/3 del terreno di Ha 3.20.57, distinto in catasto al f. 12, particella 82;
 quota di 1/3 del terreno di are 58.26, distinto in catasto al f. 12, particella 85;
159










































quota di 1/3 del terreno di Ha 56.05.33, distinto in catasto al f. 12, p.lla 88;
quota di 1/3 del terreno di are 56.56, distinto in catasto al f. 12, particella 91;
quota di 1/3 del terreno di are 45.86, distinto in catasto al f. 13, particella 3;
quota di 1/3 del terreno di are 41.35, distinto in catasto al f. 13, particella 4;
quota di 1/3 del terreno di Ha 10.84.00, distinto in catasto al f. 13, p.lla 15;
quota di 1/3 del terreno di are 28.86, distinto in catasto al f. 13, particella 138;
quota di 1/3 del terreno di are 32.87, distinto in catasto al f. 13, particella 141;
quota di 1/3 del terreno di Ha 6.39.98, distinto in catasto al f. 13, p.lla 144;
quota di 1/3 del terreno di are 00.55, distinto in catasto al f. 16, particella 38;
quota di 1/3 del terreno di Ha 17.55.00, distinto in catasto al f. 16, p.lla 39;
quota di 1/3 del terreno di are 49.04, distinto in catasto al f. 16, particella 40;
quota di 1/3 del terreno di are 01.19, distinto in catasto al f. 16, particella 49;
quota di 1/3 del terreno di are 76.60, distinto in catasto al f. 20, particella 9;
quota di 1/3 del terreno di Ha 13.08.30, distinto in catasto al f. 20, p.lla 10;
quota di 1/3 del terreno di Ha 2.77.20, distinto in catasto al f. 13, particella 147 attualmente
distinta con le seguenti particelle: 5014 di Ha 2.17.84; - 5009 di are 1.10; - 5015 di are 59.36;
quota di 1/3 del terreno di are 1.10, in catasto al f. 13, p.lla 5008 ex p.lla 8 (dell’estensione di
are 7.90)
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 1;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 2;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 3;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 4;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 5;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 6;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 7;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 8;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 9;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 10;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 11;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 12;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 13;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 14;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 15;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 16;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 17;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 18;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 19;
quota di 1/3 dell’appartamento di vani 6, in catasto al foglio 12, p.lla 5001 sub 20;
quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 21;
quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 22;
quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 23;
quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 24;
quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 25;
quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 26;
160

quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, in catasto al f. 12, p.lla 5001 sub 27;
 quota di 1/3 del fabbricato in corso di definizione, catasto al f. 12, p.lla 5002 senza sub;
(Come sopra evidenziato la restante quota dei 2/3 è stata confiscata dal Tribunale di S. Maria C.V.
– Corte di Assise II Sez. depositata il 15.06.2006 con sentenza n. 13/2005 emessa nell’ambito del
p.p. 9/98 R.G. C.Ass. riuniti i n. 8/98, 14/98, 6/99, 475/98, 11/99, 17/02, 2/03, 21/03, 4/04, 13/04,
17/04, 5/05, 16/05, 2/05, 17/05, 24/05 mod.16).
Nel comune di Villa Literno (CE)
 terreno di are 10.80, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 246;
 opificio sito alla strada provinciale Aversa – Villa Literno piano T, distinto in catasto al foglio
14, particella 38 sub 1;
e. IMMOBILIARE BELLAVISTA s.r.l.:
Nel comune di Casal di Principe (CE)
 terreno di are 35.54, distinto in catasto al foglio 15, p.lla 437;
 terreno di Ha 1.80.00, distinto in catasto al f. 12, p.lla 251;
 terreno di are 03.83, sito alla località Iardino, distinto in catasto al foglio 12, p.lla 182;
Sul lotto di terreno è stato edificato il seguente fabbricato:
 appartamento di vani 4, sito alla via Circumvallazione 1, P-1, distinto in catasto al foglio 12,
p.lla 5028, sub. 4;
 appartamento di vani 4, sito alla via Circumvallazione 1, P-1, distinto in catasto al foglio 12,
p.lla 5028, sub. 5;
 appartamento di vani 6.5, sito alla via Circumvallazione 1, P-2, distinto in catasto al foglio 12,
p.lla 5028, sub. 6;
 negozio di mq. 144, sito alla via Circumvallazione 1, P-T, distinto in catasto al foglio 12, p.lla
5028, sub. 8;
 deposito di mq. 134, sito alla via Circumvallazione 1, P-T, distinto in catasto al foglio 12, p.lla
5028, sub. 9;
Nel comune di Castel Volturno (CE)
 terreno di Ha 1.03.69, distinto in catasto al foglio 42, p.lla 46;
 terreno di are 45.19, distinto in catasto al foglio 42, p.lla 47;
 terreno di are 91.26, distinto in catasto0 al foglio 42, p.lla 105;
 terreno di are 07.26, sito loc. Parco della Selva, in catasto al foglio 49, p.lla 558;
 terreno di are 07.00, sito loc. Parco della Selva, in catasto al foglio 49, p.lla 559;
 terreno di are 14.39, distinto in catasto al foglio 48, p.lla 1383;
 Appartamento di vani 4.5, PT, int. 3, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 3;
 Appartamento di vani 5, PT, int. 4, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 4;
 Appartamento di vani 5, PT, int. 5, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 5;
 Appartamento di vani 5, PT, int. 6, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 6;
 Appartamento di vani 6, P1, int. 7, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 7;
 Appartamento di vani 5, P1, int. 9, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 9;
 Appartamento di vani 4.5, P1, int. 10, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 10;
 Appartamento di vani 6, P2, int. 11, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 11;
161
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

Appartamento di vani 5, P2, int. 12, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 12;
Appartamento di vani 5, P2, int. 13, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 13;
Appartamento di vani 4.5, P3, int. 15, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 15;
Appartamento di vani 6, PT, int. 16, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 16;
Appartamento di vani 5, P3, int. 17, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 17;
Appartamento di vani 5, P3, int. 18, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 18;
Appartamento di vani 5, P-1, int. 8, distinto in catasto al foglio 49, p.lla 590, sub. 8;
Quota di ½ dell’Appartamento di vani 6.5, P T-1, in catasto al f 41, plla 6, sub 3
Quota di ½ dell’Appartamento di vani 6.5, P T-1, in catasto al f 41, plla 6, sub 4
Appartamento di vani 5.5, sito alla Località Coppola di Pinetamare Viale della Mimose Torre
11/1, P-2, int. 7, distinto in catasto al foglio 47, particella 154, sub. 4;
n. 24 posti auto scoperti, ciascuno di mq. 11, siti alla Via Udine 2 P.co Selva del Falco, distinti
in catasto al foglio 49, particella 538, sub. 51 (ex sub. dal 3 al 26);
appartamento di vani 6,5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 1, distinto in
catasto al foglio 49, particella 538, sub. 27;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 2, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 28;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 3, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 29;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 4, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 30;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 5, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 31;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-T, int. 6, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 32;
appartamento di vani 6.5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 7, distinto in
catasto al foglio 49, particella 538, sub. 33;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 8, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 34;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 9, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 35;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 10, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 36;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 11, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 37;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-1, int. 12, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 38;
appartamento di vani 6.5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 13, distinto in
catasto al foglio 49, particella 538, sub. 39;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 14, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 40;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 15, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 41;
162

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






appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 16, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 42;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 17, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 43;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-2, int. 18, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 44;
appartamento di vani 6.5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 19, distinto in
catasto al foglio 49, particella 538, sub. 45;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 20, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 46;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 21, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 47;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 22, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 48;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 23, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 49;
appartamento di vani 5 sito alla via Udine 2, P.co Selva del Falco, P-3, int. 24, distinto in catasto
al foglio 49, particella 538, sub. 50;
terreno di are 6.99, sito alla località Selva del Falco, in catasto al f. 49, p.lla 512;
Nel comune di Santa Maria Capua Vetere (CE)
 autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 3, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 3;
 autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 4;
 autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 5;
 autorimessa di mq. 11, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 7, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 6;
 autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 8, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 7;
 autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 8;
 autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 10, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 9;
 autorimessa di mq. 27, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 10;
 autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 12, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 11;
 autorimessa di mq. 19, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 13, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 12;
 autorimessa di mq. 20, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 13;
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

autorimessa di mq. 21, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 5, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 14;
autorimessa di mq. 20, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 4, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 15;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 2, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 16;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 1, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 17;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 4, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 18;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 3, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 19;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 6, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 20;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 5, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 21;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 8, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 22;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 7, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 23;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 10, scala A, distinto in catasto
al foglio 14, particella 5789, sub. 24;
Appartamento di vani 6.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 9, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 25;
Appartamento di vani 5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 12, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 26;
Appartamento di vani 5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 11, scala A, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 27;
autorimessa di mq. 20, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 3, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 29;
autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 30;
autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 31;
autorimessa di mq. 24, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 34;
autorimessa di mq. 24, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 10, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 35;
autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 36;
autorimessa di mq. 14, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 38;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 5, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 39;
164
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autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 4, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 40;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 1, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 41;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 2, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 42;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 3, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 43;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P2, int. 4, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 44;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 5, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 45;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 6, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 46;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 9, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 49;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 10, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 50;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 11, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 51;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 12, scala B, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 52;
Appartamento di vani 5.5, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P7, int. 13, scala B, distinto in catasto
al foglio 14, particella 5789, sub. 53;
autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 57;
autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 58;
autorimessa di mq. 16, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 7, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 59;
autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 8, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 60;
autorimessa di mq. 23, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 61;
autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 63;
autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 12, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 64;
autorimessa di mq. 17, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 65;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 1, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 68;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P1, int. 2, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 69;
165

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Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P3, int. 6, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 73;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 7, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 74;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P4, int. 8, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 75;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P5, int. 9, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 76;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 11, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 78;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254 P6, int. 12, scala C, distinto in catasto al
foglio 14, particella 5789, sub. 79;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 1, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 113;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 2, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 114;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 3, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 115;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 5, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 117;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 6, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 118;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 7, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 119;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 8, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 120;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 9, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 121;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 10, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 122;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 11, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 123;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 12, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 124;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 13, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 125;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 14, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 126;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 15, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 127;
autorimessa di mq. 15, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, int. 16, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 128;
Appartamento di vani 6, sito in C.so Aldo Moro n. 254, distinto in catasto al foglio 14, particella
5789, sub. 72;
166

autorimessa di mq. 18, sita in C.so Aldo Moro n. 254 PT, distinto in catasto al foglio 14,
particella 5789, sub. 66;
Nel comune di Villa Literno (CE)
 terreno di are 06.10, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 245;
 terreno di are 37.07, sito alla località Masseria Arsa, distinto in catasto al f. 26, p.lla 15;
 terreno di are 74.57, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 232;
 terreno di are 06.74, distinto in catasto al foglio 14, p.lla 235 ;
Nel comune di Lusciano (CE) via De Gasperi
 terreno, distinto in catasto al foglio 2, p.lla 1637 sulla quale sorge il seguente immobile di 4
piani fuori terra con piano interrato:
 Appartamento di vani 5, sito alla, P-1, int. 3, in catasto con il sub. 3;
 Appartamento di vani 5, P-1, int. 4, in catasto con il sub. 4;
 Appartamento di vani 5, P-1, int. 5, in catasto con il sub. 5;
 Appartamento di vani 5, P-2, int. 6, in catasto con il sub. 6;
 Appartamento di vani 5, P-2, int. 7, in catasto con il sub. 7;
 Appartamento di vani 5, P-2, int. 8, in catasto con il sub. 8;
 Appartamento di vani 5, P-3, int. 9, in catasto con il sub. 9;
 Appartamento di vani 5, P-3, int. 10, in catasto al sub. 10;
 Appartamento di vani 5, P-T, int. 12, in catasto al sub. 12;
 Appartamento di vani 5, , P-T, int. 13, in catasto al sub. 13;
 Ufficio di vani 2, P-T, int. 14, in catasto con il sub. 14;
 Ufficio di vani 2, P-T, int. 15, distinto in catasto al sub. 15;
 Locale di deposito di mq. 265, distinto in catasto con il sub. 27
f. COMMERCIALE EUROPEA S.p.A.:
Nel comune di Pignataro Maggiore (CE)
 fabbricato rurale di are 11.48, distinto in catasto al f. 15 p.lla 29;
 quota di 88/100 del terreno di are 14.04, distinto in catasto al foglio 15 particella 5189;
 terreno di are 43.30, distinto in catasto al foglio 15 particella 5008 sito alla località Quaranta
Moggia o Campopiano;
 terreno di are 86.35, distinto in catasto al foglio 15 particella 5186 sito alla località Quaranta
Moggia o Campopiano;
 terreno di are 4.78, distinto in catasto al foglio 15 particella 5023 sito alla località Quaranta
Moggia o Campopiano;
 terreno di Ha. 01.30.26, distinto in catasto al foglio 15 particella 5187 sito alla località Quaranta
Moggia o Campopiano;
 opificio, sito alla sulla SS Appia Zona ASI piano T_1, S1, distinto in catasto al foglio 15
particella 5246 senza sub. Opificio realizzato sui terreni distinti con le particelle 5008, 5023,
5186 5187, accorpati tutti nella particella catastale 5246
 terreno di Ha. 1.18.31, distinto in catasto al foglio 15 particella 5208;
 Autovettura Smart ForFour 1.5 tdi targata CY093BH
 Autovettura Porsche 911 3.8 targata DC648LA
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
Autocarro Iveco 2.8td targato BS809ZN
 Autovettura VW Golf 2.0 tdi targata EG110CT
g. CENTRO SUD COMMERCIALE srl
 Autocarro Fiat Ducato 2.8jtd targato BZ378MB
 Autocarro Iveco 59E12 targato BE796BK
Dispone altresì il sequestro di tutti i beni e delle risorse finanziarie comunque nella disponibilità dei
soggetti soprarichiamati e che dovessero rinvenirsi nella disponibilità degli indagati, nel corso
dell’esecuzione del presente provvedimento sebbene non inseriti nello stesso.
Nomina amministratori giudiziari i dott. P.L. Bevilaqua e S. Ziccardi.
Manda la Cancelleria per gli adempimenti di competenza.
Napoli, 7.3.2013
Il Giudice
Federica Colucci
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