La Toscana : un po` di storia istituzionale. L`accesso alla
Transcript
La Toscana : un po` di storia istituzionale. L`accesso alla
La Toscana : un po' di storia istituzionale. L'accesso alla documentazione d'archivio richiede spesso che l'utente possieda alcuni prerequisiti, come la conoscenza del latino e della paleografia, poiché molti documenti antichi sono stesi in latino e in una scrittura che, per l'aspetto e l'apparato delle abbreviazioni, oppone al lettore importanti ostacoli alla comprensione. D'altra parte l'archivio oppone altre difficoltà, che dipendono dalla sua stessa natura, poiché per rintracciare una informazione non esistono strumenti in grado di indirizzarci direttamente sul risultato, ma occorre sapere chi si potrebbe essersi occupato o abbia potuto trattare quel singolo dato. Un esempio: se cerco informazioni sulla nascita di una persona, devo sapere che prima dell'Unità d'Italia non esistevano gli Uffici di Stato civile, mentre c'erano i registri di battesimo tenuti dalle parrocchie, per questo è necessario rivolgersi ad un archivio ecclesiastico e non ad un archivio comunale. Per dare un contributo all'orientamento nella ricerca è pertanto utile offrire alcune informazioni sul profilo storico - istituzionale del nostro territorio. Alla bipartizione tra pre e post unitario è bene aggiungere un'articolazione che tenga conto dei mutamenti nel periodo comunale e nei cosiddetti antichi regimi, nonché a momenti brevi, ma comunque assai importanti come quello della dominazione francese. Periodo Comunale Nel Medioevo le Vallate Aretine risultano divise tra le Diocesi di Arezzo, Chiusi, Città di Castello, e Fiesole, cui si aggiunsero e in parte si sostituiro le Diocesi di Cortona (1325) e quella di Sansepolcro (1510). Accanto all'autorità feudale, ecclesiastica e laica, la ripresa demografica porta anche in questa parte della Toscana a fenomeni di inurbamento che di lì a breve conducono alla formazioni dei liberi Comuni. Ma la precoce espansione territoriale che dapprima porta i Comuni ad un progressivo controllo sul Contado dà l'avvio a ripetuti conflitti con i Comuni concorrenti. Si stringono alleanze, si delineano confini che mutano di volta in volta. Nel Valdarno San Giovanni, sorto su precedenti insediamenti attestati fin dal 1131 e Terranuova, noto fin dal IX secolo, sono alcune delle cosiddette Terre Nuove edificate dal Comune di Firenze con lo scopo di porre un argine all'egemonia degli Ubertini e dei Pazzi, potenti feudatari del Valdarno. Ad Arezzo, invece, è il vescovo Guido Tarlati che con una politica fortemente aggressiva sottomette alla città amplissime porzioni di un territorio che non risparmia le vallate vicine. Intorno una serie di signori e signorie riescono a mantenere per un certo periodo una certa indipendenza. Ma, tra il XII e il XV secolo, se pure con in momenti e modalità differenti, si assiste ad un progressivo e pressoché inarrestabile assoggettamento del territorio al Dominio di Firenze. (Montevarchi 1254, San Giovanni 1299 , Terranuova 1299 ; Castiglion Fiorentino 1384; Arezzo 1384; Anghiari, 1385. Cortona 1411; Poppi 1440, Sansepolcro 1441 ). Il Dominio Fiorentino- La Repubblica di Firenze e il Principato Mediceo (1530-1737) Fino al Cinquencento la sottomissione alla Dominante, che pure imponeva alle città soggette tasse, il primato delle proprie leggi e magistrati scelti da Firenze, si identificava per lo più nella presenza di un Capitano fiorentino, che al potere militare e al controllo dei lavori pubblici associava la gestione della giustizia. Pur mantenendo, seppure riformati, gli uffici comunali, Firenze eleggeva i centri più importanti, sede di tribunale civile e criminale, a Capitanati poi Vicariati (Anghiari, San Giovanni, Arezzo, Cortona, Poppi, Sansepolcro), mentre Montevarchi era sede di una podesteria che comprendeva il Castello di Ricasoli e altri quattro popoli rurali. Ma con l'avvento di Cosimo I e la formazione di uno stato regionale, si assiste a riforme che per le Comunità culminano nell'istituzione del cosiddetto Cancelliere Fermo, ossia nella creazione di un magistrato scelto dal Granduca, che posto a capo della cancelleria della comunità costituiva il modo più efficace per tenerla sotto un controllo diretto sulle stesse. Contemporaneamente alcune città, come Arezzo, Cortona e Sansepolcro, sono annoverate tra le nobili città della Toscana, che per questo godono di speciali prerogative, come ad esempio poter fornire di cavalieri l'Ordine di Santo Stefano, ovvero la Marina Toscana. Periodo Lorenese (1737-1808) L'estinzione della dinastia dei Medici (1737) comportò che il Granducato di Toscana, conteso tra le grandi potenze, passasse agli Asburgo Lorena. Dopo la cosiddetta Reggenza, in cui il Granducato è affidato a Stefano di Lorena, consorte di Maria Teresa d'Austria, succede sul trono toscano il figlio Pietro Leopoldo, noto per le numerose risorse disposte in ogni campo. Tra queste, quella per noi più significativa, è la Riforma Comunitativa, conclusasi nel 1790. Oltre l'ammissione alle magistrature comunitative di famiglie non appartenenti all'antica nobiltà e l'apertura delle medesime a uomini nuovi provenienti dal contado, Pietro Leopoldo ridisegna amministrativamente competenze e confini degli antichi comuni, cosicché nella Provincia Fiorentina ritroviamo le Comunità di Arezzo, Cortona (che ricomprende la comunità della Val di Pierle), Sansepolcro ( che comprende Anghiari, Monterchi, Buggiano, Massa e Cozile), Castiglion Fiorentino, Montevarchi ( che comprende Bucine e Vald'ambra, cinque comuni distrettuali di val d'ambra e due comuni distrettuali di Laterina, Montevarchi, Montecarlo, Uzzano, Pescia e Vellano), Poppi ( che comprende Ortignano, Raggiolo) e San Giovanni (che comprende Castel Franco di Sopra, Piano di Castiglione Ubertini e Terranuova). Il periodo Francese (1808-1814) Le campagne napoleoniche portarono ad un controllo dei Francesi anche nel territorio aretino, che quindi, dopo il breve Regno d'Etruria, entrò a far parte del territorio francese. Per questo l'Aretino incluso con Firenze nel Dipartimento dell'Arno, vedeva mutati le Comunità in Mairies, in cui il Maire era in diretta dipendenza dal potere centrale. La Restaurazione (1814-1865) La fine di Napoleone e la Restaurazione dei vecchi sovrani costituisce l'ultimo degli avvicendamenti precedenti all'unità. L'unità d'Italia. Riorganizzazione dello stato unitario, spostamento della capitale, nascita della provincia e infine delle Regioni, ma dal punto di vista della ricerca vale la pena ricordare che parte dell'antica documentazione conservata presso i Comuni si sposta su Arezzo. E' il caso degli antichi catasti, ossia degli estimi su cui, fin dal Medioevo, le città calcolavano, prima per sé poi per inviarle a Firenze, le tasse sulla proprietà ora immobile, ora invece sia mobile che immobile. Questa documentazione, fondamentale per la ricostruzione della storia della proprietà, e non solo, che fino al 1823 è costituita da registri che descrivono a parole i beni immobili, mentre dal 1823 è riportata in piante geometrico-particellari, non è sempre conservata presso il Comune di origine, ma spesso per intero o meno è depositata presso l'Archivio di Stato di Arezzo.