La guerra in Libano 2006: chiamata la vittoria di Hezbollah
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La guerra in Libano 2006: chiamata la vittoria di Hezbollah
La guerra in Libano 2006: chiamata la vittoria di Hezbollah Venerdì 24 Luglio 2015 00:00 Da Beirut: TALAL KHRAIS Da Roma: MADDALENA CELANO Sia la stampa libanese che la stampa araba, ricordano la guerra condotta da Israele il 12 Luglio 2009 non come una guerra che ha causato 1200 morti civili, distruzioni e lutti nel Paese dei Cedri, ma come l’ultima guerra terminata con la vittoria di Hezbollah e del popolo libanese. Sugli schermi delle televisioni libanesi troverete immagini di vittoria, immagini dei carri armati Merkava, il gioiello dell’arsenale militare israeliano in fiamme grazie ai colpi mirati della Resistenza. Il 14 Luglio fui a Beirut, quando il premier israeliano diede il via all’aggressione dettando determinate condizioni, come il disarmo degli Hezbollah e, come vedremo più avanti, altre richieste svanite grazie alla vittoria degli “uomini di Dio”, così chiamati dai credenti. La risposta di Sayyed Hassan Nasrallah fu: "sarà una guerra totale". Quando la capitale libanese era sotto le bombe che colpivano, senza distinzione alcuna: ponti, palazzi e centrali elettriche. 1/3 La guerra in Libano 2006: chiamata la vittoria di Hezbollah Venerdì 24 Luglio 2015 00:00 Israele tentò di punire la popolazione colpendo senza pietà, affinchè la popolazione si ribellasse contro la resistenza. Successe il contrario: tutti i libanesi, come fossero un solo corpo, si schierarano con la loro resistenza contro l’invasore. Un milioni di persone fuggirono dal Sud del Paese verso Beirut, sono stati tutti accolti nelle case dei libanesi, nelle chiese e nelle moschee. Circa trecentomila fuggirono in Siria. I siriani, anche loro aprirono le loro case dividendo tutto quello che avevano con loro fratelli libanesi. Parlando in questi giorni con il Responsabile delle Relazioni Internazionali Sayyed Ammar El Moussawi, a distanza di 9 anni della guerra contro in Libano, ci siamo ricordati: “Sayyed Hassan Nassrallah, di fronte ai pesanti bombardamenti, stabilì delle regole, un tentativo di dissuasione, disse: se colpite Beirut, colpiremo Tel Aviv, se colpite l’Aeroporto Rafic Hariri, colpiremo l’aeroporto Ben Gorion, se colpite Sidone noi colpiremo Haifa. I nostri razzi hanno dissuaso lo Stato Ebraico. Sin dai primi razzi, caduti sui villaggi della Galilea, devastando obbiettivi militari e civili, gli israeliani compresero meglio la situazione: quando riuscimmo a colpire una loro motovedetta, con un missile teleguidato. “Chiediamo, gli israeliani che affermano di aver reagito, iniziando una campagna di ritorsione per l'uccisione di otto soldati israeliani e la cattura di altri due militari da parte da parte di Hezbollah, di smetterla”; Risponde il Capo della Diplomazia di Hezbollah. “Ricordiamo cosa chiedeva Olmet, come condizioni per cessare l’aggressione, lui dettò tre condizioni per la pace: rilascio dei due soldati rapiti; stop agli attacchi contro lo stato israeliano e adesione del governo libanese alla risoluzione 1559 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che impone il disarmo degli Hezbollah. Questa ultima, cioè il disarmo di Hezbollah, era l’obbiettivo di Israele, il nostro disarmo. Oggi siamo più forti, siamo in grado di rispondere a qualsiasi colpo, abbiamo scambiato i due cadaveri con tutti i nostri prigionieri in Israele”. Israele non ha concretizzato nulla? Risponde, sorridendo: “hanno raccolto sconfitte e disperazioni e crisi interne che finora pesano sui successivi governi dal 2006”. Fu sconfitto anche il Presidente USA di allora, George Bush, dice: “non chiederò di sospendere l'offensiva ritenendo che l’invasore abbia il diritto legittimo di proteggersi". L’11 agosto del 2006 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite approvò la risoluzione 1701 per cessare l’ostilità. La risoluzione, che venne approvata nei giorni successivi da Israele e Libano, anche se richiede il disarmo degli Hezbollah, Hezbollah restò poiché nessuno può strappare a un Paese la sua legittima difesa. A distanza di nove anni della guerra, la più feroce contro il Libano, visitiamo nel campo di Ai nel Helweh, il Generale Mounir Moqdah responsabile della Sicurezza Militare Palestinese in Libano, l' ha chiamata “Kifah Mousallah”. Mounir, prima dell’invasione israeliana del Libano 1982, fu a Capo della Forza 17 (Forza di Intervento Rapido) ed era il responsabile della Sicurezza del defunto leader Yasser Arafat. Il Generale afferma: “Dal 2006 ad oggi c’è stata una enorme evoluzione della Resistenza di Hezbollah che ha accumulato una grande esperienza, in termini di armamento, formazione e costruzione di attrezzature militari, in grado 2/3 La guerra in Libano 2006: chiamata la vittoria di Hezbollah Venerdì 24 Luglio 2015 00:00 di effettuare operazioni che Israele non può immaginare. Hezbollah ha svolto attività quotidiane che non si limitano solo all' aspetto militare, ma superano tutti gli aspetti della vita dei combattenti della resistenza, delle loro famiglie e sostenitori. In questo senso, Hezbollah ha costruito una società e una cultura della resistenza. Hezbollah ha creato un combattente credente con i più alti standard etici, dimostrando eccezionale impegno e disciplina in interazione con le decisioni e i piani della leadership.” Sono tutti fattori chiave che spiegano la successione di vittorie nella resistenza. Pur conoscendo questi aspetti, i nemici non sono (o saranno) in grado di trovare un modo per impedire questi successi.” Poi continua: “la resistenza ha acquisito ampie capacità di monitoraggio sui metodi e le armi del nemico israeliano, ha elaborato piani di lotta per settori specifici, comprese montagne e valli, città e strade. La formazione comprende anche l’uso di tutti i tipi di armi moderne, l’arte del camuffamento e del travestimento, il raggiungimento dell’effetto sorpresa nelle operazioni militari. La Resistenza ha lanciarazzi, missili anticarro e altri missili di vario tipo e capacità. Per quanto riguarda i missili, sono inclusi gli anticarro russi, Kornet (gittata oltre 5 km), che considerati i più capac e avanzati nel mondo ed ha ottenuto ottimi risultati nella distruzione dei carri armati Merkava-4, l’orgoglio militare israeliano, nella guerra del 2006”. Hezbollah avrebbe anche modernizzato, in Iran, i missili cinesi Jintao (3800 metri) e il missile degli Stati Uniti Javelin (1.800 metri). A questo va aggiunto il RGP-29 lanciagranate. Il principale deterrente contro Israele sono i missili, migliaia di missili a corto, medio e lungo raggio (tra cui, l’ultimo tipo, i Fajr-3 e 5).” Mona Sukkarieh, collega giornalista dell’Agenzia Nazionale Libanese per l’Informazione, che incontriamo in un caffè al Centro di Beirut, ci spiega perché gli Hezbollah sono così tenaci e resistenti: “Hezbollah non mai tradito la sua causa, nemmeno abbandonando i suoi prigionieri, i martiri e loro famiglie sono sacri. La Resistenza ha fornito servizi sociali per molti anni a grandi aree del Sud del Libano, nella valle del Bekaa e nella capitale, ed a Beirut, attraverso istituzioni serie e professionali”. Fu determinante anche il ruolo dell’UNIFIL e il contributo italiano. 3/3