Teoria delle decisioni

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Teoria delle decisioni
Introduzione alla
Teoria delle decisioni
a cura di T.Federici
T.Federici
Sommario
Definizioni
Il processo decisionale
Problemi
Il processo decisionale è meno lineare di quanto supposto già a livello
individuale
Sfide
Ulteriori fattori di complessità socio-politici compaiono a livello di
organizzazioni
Modelli
Modelli teorici descrittivi / esplicativi
Approcci
Alcuni suggerimenti per arrivare a decisioni efficaci
T.Federici
Introduzione alla Teoria delle decisioni
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1
Definizione
La costruzione di una decisione nella Teoria Organizzativa può essere
definita come:
Il processo per l’identificazione
e la risoluzione dei problemi
Nota:
Problema qui non sta solo per
difficoltà, ostacolo …
ma anche per
nuova opportunità da cogliere
T.Federici
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Il processo decisionale e di soluzione
di un problema
Una rappresentazione abituale – anche se discutibile per certi aspetti –
valida sia a livello individuale che organizzativo è la seguente
Processo di
Decision making
Intelligence
Design
Raccogliere
informazioni sul
problema
Sviluppare
alternative
Choice
Scegliere
un'alternativa
Implementare
la soluzione
Monitorare
i risultati
Processo di Problem solving
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2
Sommario
Definizioni
Il processo decisionale
Problemi
Il processo decisionale è meno lineare di quanto supposto già a livello
individuale
Sfide
Ulteriori fattori di complessità socio-politici compaiono a livello di
organizzazioni
Modelli
Modelli teorici descrittivi / esplicativi
Approcci
Alcuni suggerimenti per arrivare a decisioni efficaci
T.Federici
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La teoria classica delle decisioni
La teoria classica delle decisioni prevede che ogni decisore disponga
sempre di:
– piena identificazione del problema
– tutte le informazioni a disposizione
– tempo sufficiente per esaminare completamente ogni elemento informativo
– completo uso delle facoltà mentali
Questo scenario è chiamato prospettiva della razionalità illimitata,
nella quale ogni decisore:
– Agisce sempre come un essere totalmente razionale
– È “naturalmente” orientato a e finisce per conseguire sempre l’ottimo
assoluto
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Il contributo di Simon
Simon afferma che le decisioni sono di due tipi distinguendosi in:
Decisioni programmate
(o Strutturate)
Decisioni Non programmate
(o Non strutturate)
• Variabili integralmente identificate
• Variabili non tutte identificate
• Relazioni tra variabili note
• Relazioni tra variabili non note
• Informazioni complete
• Mancanza di informazioni
Riconducibili a Routine
Non riconducibili a routine
Riferibili alle attività di:
Riferibili alle attività di:
• Controllo
• Pianificazione
• Governo day-by-day
• Progettazione
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Tipi di decisioni
Problema: Devo acquistare un condizionatore
Logici
Analogici
Strutturati
Algoritmizzabili
Non strutturati
Istintivi
Ho abbastanza
denaro?
Il venditore è
affidabile?
Decisione
T.Federici
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Il contributo di Simon (cont.)
Inoltre propone la prospettiva della razionalità limitata
Un soggetto che deve prendere una decisione si può trovare di fronte a
numerosi fattori che lo allontano dalla (ipotetica) razionalità illimitata:
– Complessità dei problemi
– Tempo non illimitato
– Informazioni scarse o eccessive
– Limiti delle capacità mentali
Richiamo di progettazione
organizzativa
I limiti alle capacità di dominio dei
decisori influenzano la
progettazione organizzativa:
delega, span of control, job-profile
della posizione …
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Razionalità assoluta e limitata
L’opposto della razionalità illimitata non è la razionalità limitata ma
semmai l’irrazionalità assoluta
La razionalità limitata si pone in qualche punto di un continuum:


Razionalità
illimitata
Razionalità
limitata
Irrazionalità
assoluta
OTTIMO
ASSOLUTO
SODDISFACENTE
PURO
AZZARDO
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Il contributo di Gorry e Scott-Morton
C’è una terza tipologia di decisioni – oltre quelle proposte da Simon –
che combina elementi degli altri due tipi
Strutturate
Semi-strutturate
Non strutturate
• Variabili integralmente identificate
• Variabili identificate in parte
• Variabili non tutte identificate
• Relazioni tra variabili note
• Relazioni tra esse in parte note
• Relazioni tra variabili non note
• Informazioni complete
• Informazioni disponibili in parte
• Mancanza di informazioni
Riconducibili a Routine
T.Federici
Combinano routine e creatività
Non riconducibili a routine
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I processi decisionali
Problema: Devo acquistare un condizionatore
Logici
Misti
Strutturati
Algoritmizzabili
Semi-strutturati
Routinari e Istintivi
Analogici
Non strutturati
Istintivi
Ho abbastanza
denaro?
Il prezzo
è equo?
Il venditore è
affidabile?
Decisione
T.Federici
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Classificazione delle decisioni
Non Strutturate
Semi-Strutturate
Molteplicità
dei criteri
Semi-Strutturate
Semi-Strutturate
Grado di complessità
del problema
Esperienza richiesta
nel decidere
Strutturate
Federici T., Sistemi e metodi per trarre valore dalla risorsa informazione, CISU, 2001
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I tre sogni di Simon
Simon nel coniugare studi sui processi decisionali e sulle applicazioni nel
campo informatico formulò 3 sogni:
– un programma in grado di battere il campione mondiale di scacchi
– creazione di un modello computerizzato della mente umana
– realizzazione di computer capaci di dimostrare importanti nuovi teoremi di
matematica
Di essi solo il primo si è avverato: l'11 maggio 1997 Deep Blue dell’IBM
batte Kasparov
Ma il gioco degli scacchi rappresenta un problema complicato
Gli altri due costituiscono problemi complessi che richiamano intuito e
creatività
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Agenti nei processi decisionali
Macchina
Strutturati
Semistrutturati
la frontiera si sta
spostando nel tempo
Non strutturati
Uomo
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Sommario
Definizioni
Il processo decisionale
Problemi
Il processo decisionale è meno lineare di quanto supposto già a livello
individuale
Sfide
Ulteriori fattori di complessità socio-politici compaiono a livello di
organizzazioni
Modelli
Modelli teorici descrittivi / esplicativi
Approcci
Alcuni suggerimenti per arrivare a decisioni efficaci
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La struttura di un’azienda
Quando dobbiamo rappresentare un'azienda pensiamo immediatamente
a una struttura a blocchi (spesso come in questo caso organizzata per
funzioni - presidi di aree di competenza specialistica)
Direzione
Amministrazione
R&S
Acquisti
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Produzione
Distribuzione
Punti di
vendita
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Una rappresentazione più dinamica
Ogni organizzazione è anche una combinazione di molti flussi di processi
Direzione
Amministrazione
R&S
Fornitori
Fornitori
Acquisti
Clienti
Produzione
Distribuzione
Punti di
vendita
Clienti
Processo interno
Processo esterno
Processo esterno
Informazioni per il controllo
Information flow
Resource flow
Fonte: Camussone, Biffi, rielab.
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Un processo di business
La produzione di un output (servizio o prodotto) a partire da un input (impulso
iniziale) comporta l’integrazione di molte attività (umane) e funzioni
(tecnologiche)
Un processo è un percorso di produzione di valore costruito su una sequenza
coordinata di componenti
– Ciascuna componente produce (anche) un output informativo
– Le informazioni chiave in output sono decisioni di due tipi:
• Procedi / Non procedi
• Quale scelta tra A, B, C …
Funzione
Attività
Sottoprocesso
Attività
Funzione
OUTPUT
INPUT
Processo
Fase
Fonte: Federici, Il progetto di Sistemi Informativi, FrancoAngeli, Milan, Italy, 2001
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Il prelievo a uno sportello bancomat
(semplificato)
Immissione PIN utente
PIN errato
Carta bloccata (verifica su sistema)
Disponibilità (da lettura carta)
Cliente
Richiesta denaro
Ogni prelievo ad uno sportello ATM (bancomat) comporta decisioni (strutturate):
– il PIN è corretto?
– la carta è valida?
– sono disponibili somme da prelevare?
Solo se tutte le tre risposte (decisioni) sono positive viene erogato il denaro al
cliente
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Richiesta Foglio di Viaggio
Ufficio
Amministrazione
Richiedente
Richiesta
Ufficio Cassa
Sì
Foglio di
Viaggio
Respinto
Comando
Sì
Respinto
Sì
Foglio di
Viaggio
approvato
Respinto
Mancata approvazione
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Richiesta Foglio di Viaggio
La procedura relativa alla richiesta di approvazione di un Foglio di Viaggio
in una struttura di tipo militare prevede varie passaggi:
– compilazione foglio
– presentazione della richiesta alla sequenza di Uffici preposti a controllo e
approvazione (decisioni):
• Ufficio Amministrazione: correttezza formale → decisione strutturata
• Ufficio Cassa: disponibilità di fondi → decisione strutturata
• Comando: connessione con attività in corso → decisione semi-strutturata
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Il contributo di Anthony
Il controllo non è di un solo tipo – come indicato da Simon – ma si
divide in Controllo Operativo e Direzionale
PIANIFICAZIONE
STRATEGICA
CONTROLLO DIREZIONALE
CONTROLLO OPERATIVO
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La griglia di Gorry e Scott-Morton
Combinando i contributi di Anthony e di Gorry e Scott-Morton si ricava
una griglia delle tipologie di decisioni per ogni livello di struttura
Controllo
operativo
Controllo
direzionale
Pianificazione
strategica
Decisioni
strutturate
ri-approvvigionamento
scorte
programmazione
produzione
localizzazione di impianti
industriali
Decisioni
semistrutturate
compravendita di titoli
azionari
budget pubblicitario di
un prodotto
finanziamento di un
progetto
Decisioni non
strutturate
scelta della copertina di
una rivista
assunzione di dirigenti
scelta di progetti e temi di
ricerca
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La griglia di Gorry e Scott-Morton e le
tipologie di Sistemi Informatici
La griglia è utile anche per localizzare le aree coperte dalle diverse
tipologie di Sistemi Informatici
Controllo
operativo
Decisioni
strutturate
Controllo
direzionale
Pianificazione
strategica
TP
EIS
ERP
Decisioni
semistrutturate
OIS
DSS
Decisioni non
strutturate
Federici T., Sistemi e metodi per trarre valore dalla risorsa informazione, CISU, 2001
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I limiti e i trade-off
nelle decisioni organizzative
Razionalità limitata:
Tempo e informazioni limitate,
risorse da impiegare in contesti
complessi e multi-dimensionali
Trade-off
Trade-off
Trade-off
Limitazioni personali:
Desiderio di prestigio, successo;
stile decisionale personale;
soddisfazione di bisogni emotivi,
resistenza alla pressione,
mantenimento
dell’auto-percezione
Limitazioni organizzative:
Necessità di consenso,
prospettiva condivisa, cooperazione,
supporto, cultura e struttura aziendale,
valori etici
Trade-off
Decisione/
scelta:
Ricerca
di un’alternativa
decisionale
di alta qualità
Trade-off
Daft, Organizzazione aziendale II ed., Apogeo, 2004
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Realtà dei processi decisionali
nelle organizzazioni
In una organizzazione molte decisioni sono:
– Non prese da un singolo decisore
– Il prodotto di un processo influenzato anche da altri fattori ambientali
– Il prodotto di un processo non lineare, solo in avanzamento
– Da vendersi a tutti gli stakeholder, sia interni che esterni
Quindi:
– Il livello di complessità di molti processi decisionali cresce considerevolmente
– Una soluzione può essere effettivamente data a un problema quando un’idea (ipotesi
di soluzione) incontra il “suo” problema nel posto giusto al momento giusto (un
fortunato rendez-vous)
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Sommario
Definizioni
Il processo decisionale
Problemi
Il processo decisionale è meno lineare di quanto supposto già a livello
individuale
Sfide
Ulteriori fattori di complessità socio-politici compaiono a livello di
organizzazioni
Modelli
Modelli teorici descrittivi / esplicativi
Approcci
Alcuni suggerimenti per arrivare a decisioni efficaci
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I modelli proposti dalla teoria
La ricerca ha proposto fondamentalmente quattro modelli per le decisioni in
ambito organizzativo:
– l’approccio delle scienze manageriali (Management Science)
– il modello Carnegie
– il modello incrementale
– il modello del contenitore dei rifiuti (Garbage can)
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L’approccio delle scienze manageriali
È stato il primo introdotto e si basa sull’approccio razionale alle decisioni
Si basa sullo sviluppo di attività di analisi per specifici ambiti di variabili e
sull’uso di strumenti come:
– Programmazione lineare
– Statistica bayesiana
– Diagrammi PERT
– Simulazioni computerizzate
È utile nei problemi molto complicati (ma non complessi), quando i
problemi hanno natura quantitativa e le dimensioni delle variabili
superano le capacità umane
Conduce invece a fallimenti quando applicato a problemi basati su
dimensioni qualitative, nei quali i dati da soli non riescono a fornire una
guida a buone decisioni
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15
Approccio razionale alla decisione
Implementare
l'alternativa
scelta
Scegliere
l'alternativa
migliore
Valutare
le alternative
8
Monitorare
l'ambiente
1
7
6
2
3
5
Sviluppare
soluzioni
alternative
4
Definire
il problema
Specificare
gli obiettivi
Diagnosticare
il problema
Daft, Organizzazione aziendale II ed., Apogeo, 2004
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Il modello Carnegie
(Cyert, March, Simon)
Le decisioni nelle organizzazioni coinvolgono molti soggetti, sia interni che
esterni: manager, staff, clienti, banche, sindacati …
Emergono due fattori:
– Gli obiettivi sono spesso ambigui e incompatibili tra i vari settori
– I singoli manager sono limitati (capacità, pressioni e vincoli)
Si rende quindi necessaria la nascita di coalizioni per coinvolgere nel processo
più persone (cooperazione, supporto …)
Si sviluppa un processo di ricerca – attraverso discussioni e negoziazioni – tra
gli attori:
– Se i problemi sono programmati si fa riferimento a routine
– Se i problemi sono non programmati occorre risolvere i conflitti
La soluzione scelta è quella che appare soddisfacente per tutti i soggetti (di
solito la prima che emerge in grado di soddisfare i requisiti minimi previsti)
Daft, Organizzazione aziendale II ed., Apogeo, 2004
T.Federici
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Il modello Carnegie
(Cyert, March, Simon)
Formazione della
coalizione
Incertezza
L’informazione
è limitata
I manager hanno
numerosi vincoli
Ricerca
Conduzioni
di ricerche
semplici, locali
Conduzioni di discussioni
congiunte e interpretazione
di obiettivi e problemi
Uso di procedure
stabilite,
se appropriato
Condivisione di opinioni
Fissazione delle priorità del
problema
Conflitto
I manager hanno
obiettivi,
opinioni, valori,
ed esperienze diversi
Creazione
di una soluzione,
se necessario
Ottenimento del supporto
sociale alla soluzione del
problema
Soddisfazione
Adozione della prima
alternativa accettabile
dalla coalizione
Daft, Organizzazione aziendale II ed., Apogeo, 2004
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Il modello incrementale di Mintzberg
Le decisioni più importanti in un’organizzazione sono la combinazione di scelte più
piccole successive
I punti decisionali sono molti:
– Possono verificarsi arresti decisionali con blocchi o ritorni all’indietro
– Possono generarsi dei loop
– La progressione nel processo decisionale non è quindi ordinata
– La soluzione finale può quindi divergere molto da quanto previsto inizialmente
Con riferimento alle decisioni complesse:
– I processi sono dinamici, a causa della loro durata e del probabile cambiamento di
contesto
– Il tempo di completamento è lungo e impredicibile
– Non è garantito il raggiungimento di una soluzione
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Il modello incrementale di Mintzberg
Identificazione
Sviluppo
Selezione
Ricerca Controllo
Giudizio
Diagnosi
(valutazione
/scelta)
Autorizzazione
Progettazione
Analisi
Riconoscimento
(valutazione)
Negoziazione
(valutazione
/scelta)
Interruzione interna
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Interruzione da nuove opzioni
Interruzione esterna
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Il modello “contenitore di rifiuti”
(Garbage can)
Le organizzazioni sono forme organiche – anarchie organizzate – dove si manifestano
contemporaneamente molti flussi decisionali a diverso stadio
I processi decisionali non sono sequenziali, ma il risultato di flussi di eventi in buona parte
indipendenti:
– Un’idea di soluzione può apparire senza un problema esplicito
– Un problema può non trovare mai soluzione
– I partecipanti cambiano idee, percezioni, valori, esperienza
– Le opportunità di adottare una soluzione diventano reali
L’organizzazione è una sorta di “contenitore di rifiuti” dove i diversi eventi si combinano con
modalità casuali lungo flussi non preordinati:
– La decisione che risolve il problema può essere presa solo se si incontrano nello stesso punto e
nello stesso momento:
• Un problema
• La sua idea di soluzione
• I partecipanti appropriati
– Tale combinazione spesso non avviene e i problemi rimangono irrisolti, anche quando sono prese
decisioni (inefficaci)
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Il modello “contenitore di rifiuti”
Problemi
Management
Problemi
Soluzioni
Opportunità
di scelta
Partecipanti
Partecipanti
Opportunità di scelta
Area A
Problemi
Soluzioni
Opportunità
di scelta
Partecipanti
Soluzioni
Soluzioni
Partecipanti
Opportunità di scelta
Area B
Problemi
Soluzioni
Opportunità
di scelta
Partecipanti
Soluzioni
Opportunità
di scelta
Problemi
Partecipanti
Problemi
Problemi
Partecipanti
Soluzioni
Partecipanti
Daft, Organizzazione aziendale II ed., Apogeo, 2004
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Sommario
Definizioni
Il processo decisionale
Problemi
Il processo decisionale è meno lineare di quanto supposto già a livello
individuale
Sfide
Ulteriori fattori di complessità socio-politici compaiono a livello di
organizzazioni
Modelli
Modelli teorici descrittivi / esplicativi
Approcci
Alcuni suggerimenti per arrivare a decisioni efficaci
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Approccio razionale alla decisione
Implementare
l'alternativa
scelta
Scegliere
l'alternativa
migliore
Valutare
le alternative
8
Monitorare
l'ambiente
1
7
6
2
3
5
Sviluppare
soluzioni
alternative
4
Definire
il problema
Specificare
gli obiettivi
Diagnosticare
il problema
Daft, Organizzazione aziendale II ed., Apogeo, 2004
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Le decisioni in condizioni di incertezza
In condizioni di grande incertezza (decisioni più complesse) un primo
approccio prevede la combinazione dei modelli Carnegie e Incrementale
IDENTIFICAZIONE INCERTA
DEL PROBLEMA
SOLUZIONE INCERTA
DEL PROBLEMA
Carnegie Model
Modello del processo
incrementale
• Necessità di un processo sociale e
politico
• Necessità di un processo
incrementale per “prove ed errori”
• Costruzione della coalizione e
ricerca di un accordo
• Soluzione di grandi problemi a
piccoli passi
• Risoluzione dei conflitti riguardo
obiettivi e priorità del problema
• Riciclo e nuovi tentativi in caso di
blocco
Daft, Organizzazione aziendale II ed., Apogeo, 2004
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La struttura contingente
Consenso sul
problema / soluzione
Certo
1
Certa
2
Scienze manageriali
Conoscenza
della
soluzione
Incerto
3
Modello Carnegie
4
Modello Incrementale
Modelli Carnegie & Incrementale
evolvendo verso il modello
Contenitore di rifiuti
Incerta
Daft, Organizzazione aziendale II ed., Apogeo, 2004
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Alcuni suggerimenti finali
Diversi contributi provenienti dalla ricerca e dall’esperienza indicano che i
processi decisionali sono più veloci e efficaci quando:
– Le informazioni sono raccolte e condivise di continuo (ad es.: nei meeting
settimanali) tra i soggetti
– La diagnosi preliminare alle decisioni è basata su informazioni relative al
presente, piuttosto che su complesse e dettagliate previsioni
– Le alternative sono analizzate fin dai primi momenti del processo (e non
come conseguenza di un fallimento)
– Il consenso è costantemente coltivato lungo il processo, evitando
comunque di aspettare troppo a lungo l’unanimità
– La sperimentazione è incoraggiata, e eventuali errori non sono puniti,
promuovendo quindi l’apprendimento decisionale
– La persistenza nell’errore è inibita: troppa coerenza non è produttiva in
questo ambito (le decisioni hanno bisogno di essere ripetutamente discusse,
e non di essere “adorate”)
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Conclusioni
Abbiamo imparato come prendere sempre e in ogni condizione la migliore
decisione?
– (S)fortunatamente no! (altrimenti domineremo il mondo…)
Comunque, abbiamo preso conoscenza di alcuni punti chiave:
– Le decisioni sono differenti e possono essere classificate in 3 categorie; dunque, anche
i processi decisionali sono di 3 diversi tipi
– Gli esseri umani incontrano limiti nel prendere decisioni al crescere di complicazione e
complessità, ma possono comunque fare affidamento su una grande risorsa (intuito)
per le decisioni complesse
– Nelle organizzazioni compaiono molti ulteriori fattori di difficoltà; quindi le decisioni
raggiunte (se accade) sono spesso di livello soddisfacente, ossia la prima incontrata
che soddisfa i requisiti minimi per raggiungere l’obiettivo
– La teoria ha proposto utili modelli per approfondire la conoscenza in questo campo,
che non hanno però la caratteristica di linee guida nella costruzione di decisioni (con
l’eccezione dell’Approccio razionale, che non è però adatto nelle decisioni complesse)
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Conclusioni (cont.)
Abbiamo anche ricavato alcuni suggerimenti per le decisioni complesse:
– Importanza fondamentale di una chiara definizione del problema e di un
insieme di informazioni di qualità
– Importanza di creare una coalizioni tra gli stakeholder
– Necessità di un (probabilmente lungo) processo “trial-and-error” per
individuare e implementare una soluzione
– Decisioni finali probabilmente differenti da quelle originariamente concepite
– Opportunità di creare un ambiente favorevole per costruire soluzioni
avanzate
T.Federici
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