Riposto 2000.indd - Circolo Ufficiali Marina Mercantile

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Riposto 2000.indd - Circolo Ufficiali Marina Mercantile
Circolo Ufficiali Marina Mercantile
Riposto
Riposto «Porto dell’Etna»
e l’Artemare
Atti del Convegno “Muoversi per mare”
Riposto 2000: quale futuro?
Attività del Circolo
Premio Nazionale ARTEMARE
Edito con il contributo
dell’Assessorato alla Cultura
della Provincia Regionale di Catania
Copia n.
.....................................................................
Questa pubblicazione è stata realizzata grazie
al finanziamento dell’Assessorato alla Cultura della
Provincia Regionale di Catania.
Il volume viene dato in omaggio dal Circolo Ufficiali
Marina Mercantile di Riposto
al Sig. ....................................................................................................................................................
in occasione della venticinquesima edizione del Premio
Nazionale Artemare.
Il Presidente
(Gioacchino Copani)
.....................................................................................................................................................
Il Presidente del Circolo
Cap.d.m. Gioacchino Copani
Il presente volume è la terza opera di una collana edita dal Circolo
Ufficiali Marina Mercantile di Riposto con l’intento di mettere in
evidenza il ruolo primario che il “mare” ha nel territorio e, nello
stesso tempo, di lasciare ai posteri documenti che illustrino e facciano
conoscere il costume, le idee, i propositi, i sogni e le speranze, di una
piccola comunità che vuole crescere. Come le due precedenti edizioni,
“Riposto e il Mare” e “Il Mare, Riposto e i Ripostesi”, questo libro
è suddiviso in quattro sezioni: Atti del convegno “Muoversi per mare”, Testimonianze di concittadini
illustri, Attività del Circolo e Documentazione del Premio Artemare.
Il titolo di questo terzo volume, “Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare”, è indicativo dei due obiettivi
che il Circolo persegue dalla sua istituzione, il Porto e l’Artemare.
Il “Premio Nazionale ARTEMARE”, in venticinque ininterrotte edizioni e grazie alla sua originale
formula, è riuscito a diventare, nel panorama culturale italiano, la più qualificata fra le manifestazioni sul
mare. Ne testimoniano l’importanza le undici sezioni del Premio (Canzone, Fatti di bordo, Fotografia,
Gastronomia, Giornalismo, Modellismo navale, Narrativa, Pittura, Protagonisti del mare, Scultura,
Video documentario), tutte aventi per soggetto “l’uomo e il mare”, e soprattutto la pubblicazione degli
undici volumi di Storie e racconti di mare, che sono raccolte di “fatti di bordo”, di storie vissute, ricche
di valori umani e di esperienze spesso drammatiche, scritte da uomini che passano o hanno passato la
loro vita sul mare.
Il “Porto dell’Etna”, invece, per gli enormi interessi in gioco, stenta ancora a decollare. C’è il timore,
reale e serio, che il “Porto dell’Etna” si converta in “Porto turistico dell’Etna”, in quanto la forte richiesta
di posti barca spinge in questa direzione e cioè verso la realizzazione di una struttura attrezzata solo
per le imbarcazioni da diporto. Riposto ha un “porto” e tale deve restare, anche se integrato da una
sezione riservata alla nautica da diporto e da un’altra riservata ai pescherecci. Un porto che sia utilizzato
unicamente per lo stazionamento e il rimessaggio dei natanti conviene solo a coloro che lo realizzano
per poi gestire o vendere i posti barca, mentre sono da privilegiare le strutture di supporto al turismo
nautico di transito.
La comunità dell’hinterland ionico-etneo può trarre vantaggio principalmente dal diportismo di transito
e dall’attracco di navi traghetto, da crociera e di piccolo cabotaggio. Pare assurdo ridurre le potenzialità
del porto, specie oggi che potrebbe aver un futuro per i motivi seguenti.
 Il Ministero dei Trasporti e della Navigazione, in esecuzione della L. 431 del 30/11/1998, sta
finanziando un progetto di ricerca sull’opportunità di spostare significativi volumi di traffico “dalla
strada al mare” per alleggerire l’intasamento delle vie di comunicazioni terrestri. Inoltre non va
trascurato il fatto che, nei medi e lunghi percorsi, il costo per tonnellata trasportata via mare è più
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conveniente.
 La recente espansione del turismo nautico richiede sempre più navi da crociera e traghetti in servizio
di linea per il trasporto di passeggeri e mezzi gommati, con la conseguente ricerca di nuove banchine
di ormeggio. Riposto si può proporre, per le innumerevoli opportunità turistiche del suo territorio,
come ottimo punto di approdo.
Per i suddetti motivi, ci si augura che non sia declassata l’attuale struttura portuale ad ancoraggio per
sole barche da diporto e che, anzi, siano effettuati il potenziamento e la razionalizzazione delle strutture
ed infrastrutture esistenti, per consentire l’attracco a piccole e medie navi traghetto, da crociera e da
carico. Inoltre si chiede che nella realizzazione dei bacini per approdi turistici venga data priorità a tutti
quei servizi che favoriscono e richiamano il diportista di passaggio.
Il Circolo, per il rilancio del paese, ha fiducia nelle sue iniziative e spera che il porto possa trovare, in
conseguenza della recente volontà politica di decongestionare le reti stradali e sviluppare le vie d’acqua,
un suo spazio tra le rotte del cabotaggio in Italia, e che la manifestazione del Premio Nazionale Artemare
possa svilupparsi ancora di più per essere un valido veicolo pubblicitario. A tal fine il Circolo gestisce
un sito Internet (www.artemare.it) con il quale si viene incontro:
 agli utenti di Artemare con la pubblicazione dei vari regolamenti dei concorsi, degli elenchi dei
partecipanti e dei vincitori delle diverse sezioni, delle Giurie e dei loro verbali di assegnazione dei
premi, delle foto delle opere premiate e dei loro autori, dei racconti di mare selezionati, ecc.;
 ai diportisti con la presentazione di una breve scheda turistica di Riposto e il suo hinterland che
possa invogliarli a navigare verso il ... profondo sud.
Chi si accinge a sfogliare questa pubblicazione (che volendo può visionare e/o ‘scaricare’ dal suddetto
sito internet) sappia che la sua realizzazione è dovuta all’intervento finanziario della Provincia Regionale
di Catania. Al suo Presidente on.le Nello Musumeci e all’Assessore alla Cultura avv. Antonio Garozzo,
sempre disponibili nel sostenere le iniziative del Circolo, vanno i nostri più cordiali ringraziamenti.
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Il Sindaco
On.le Avv. Prof. Carmelo D’Urso
Ancora un interessante volume del Circolo degli
Ufficiali della marina mercantile di Riposto. Un volume
nel quale sono riprese ed approfondite le complesse
problematiche sempre al centro dell’attività del Circolo
in oltre trent’anni di vita e oggi felicemente sintetizzate
dal prof. Gioacchino Copani nella presentazione
dell’opera.
Nell’aderire all’iniziativa editoriale del Circolo mi è gradito, a nome
della cittadinanza, esprimere la più viva gratitudine alla prestigiosa
Associazione e al suo instancabile presidente per lo straordinario
impegno profuso nel dibattere i temi di fondo di un comune che intende
basare sul rapporto con il mare il rilancio della sua economia.
La vita di una comunità locale sarebbe ben poca cosa se non si
articolasse in un forte tessuto associativo indispensabile per rendere
possibile la più ampia circolazione delle idee, per promuovere
una maggiore partecipazione dei singoli al vivere sociale, per dare
continuità allo svolgimento dei processi politico-culturali.
Nel vasto panorama associativo espressione della complessità di
questa comunità il Circolo degli ufficiali della marina mercantile
occupa un posto di primo piano per il rigore delle analisi, per la
chiarezza delle idee, per la validità delle proposte con le quali i
rappresentanti istituzionali della società civile hanno il dovere di
confrontarsi.
In tal senso il mio impegno nel rivolgere al Circolo il fervido augurio
di una presenza sempre significativa nella vita della città.
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Il Presidente della Provincia
Regionale di Catania
On.le Nello Musumeci
Non si può rimanere indifferenti ed inattivi dinanzi ad una popolazione
che aspira coralmente ed unanimemente a vedere legittimata dalle
Istituzioni una nobile vocazione e valorizzate delle preziose risorse.
Attraverso le proprie iniziative, infatti, il Circolo Ufficiali della
Marina Mercantile di Riposto dà voce ad un anelito ed un’esigenza
condivisi da tutta la cittadinanza, che vede nel mare l’elemento
strategico del proprio sviluppo e rilancio economico.
Per questa ragione, abbiamo sentito il dovere di sostenere
quest’ulteriore iniziativa del Circolo, che infaticabilmente persegue,
diffondendone l’eco, l’obiettivo di fare del porto di Riposto il “Porto
dell’Etna”, secondo un progetto che è non solo nel cuore della
popolazione, ma anche nella naturale vocazione del luogo, la cui
evidente posizione strategica non abbisogna di ulteriori commenti né
sostenitori.
L’augurio è, dunque, che si affermino le ragioni del progresso e dello
sviluppo, nel superamento di ostacoli e pseudovincoli che - è proprio
il caso di dirlo! - continuano fatalmente a remare contro nel faticoso
tentativo di decollo dell’Isola.
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L’Assessore alla Cultura della Provincia
Regionale di Catania
Avv. Antonio Garozzo
“Riposto “Porto dell’Etna” e l’Artemare” è una pubblicazione che
traduce tradizioni, sentimenti e aspirazioni della gente di Riposto,
che nel mare rivolge speranze di sviluppo economico e di vincoli
di consolidata appartenenza e di solidarietà.
I ripostesi, e per essi la tenacia del Circolo Ufficiali della Marina
Mercantile, reclamano con forza il potenziamento del porto perché
questo, per la sua posizione naturale, rappresenta uno snodo per i
collegamenti commerciali e turistici di tutte le realtà che operano
nel territorio circostante riappropriandosi così del ruolo svolto nel
passato.
Non si può rimanere quindi insensibili a tali legittime aspettative
e inoltre non si può trascurare di dare un nuovo volto alla fascia
costiera ionica, di bellezza naturale incomparabile, con la creazione
di adeguate strutture da diporto per incrementare il turismo.
Questa pubblicazione ha il pregio di rinnovare negli anni
sentimenti comuni degli uomini del mare: il loro impegno, la
loro faticosa attività, la loro semplicità nei rapporti umani, la loro
determinazione per il potenziamento delle necessarie strutture
attese da troppo tempo.
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Atti del Convegno
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Le pubblicazioni del
Circolo
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
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Provincia Regionale di Catania
Convegno “Muoversi per mare”
Introduzione
On.le Prof. Avv. Carmelo D’Urso - Sindaco di Riposto
A mio mezzo Riposto porge a Voi tutti un
caloroso saluto.
Siamo nella sala delle conferenze della Biblioteca
comunale. Una sala a gradoni singolare per la sua
struttura.
Ha osservato uno svedese venuto in visita a
Riposto che in questa sala è situato nel punto più
basso il tavolo dei relatori ovvero dei detentori del
potere o del sapere dinanzi ai quali gli altri, tutti
gli altri, stanno più in alto sino a raggiungere la
seconda elevazione dell’edificio. E gli altri sono
il popolo fonte in democrazia della sovranità, il
popolo non destinatario di scelte illuminate, ma
protagonista reale della vita del paese.
Il Convegno di oggi è stato organizzato dal
Comune su sollecitazione del corpo docente
dell’istituto tecnico nautico di Riposto con la
collaborazione della Provincia regionale di Catania,
che con prontezza ha aderito all’iniziativa, e dal
Circolo degli ufficiali della marina mercantile,
prestigiosa istituzione locale nota in tutta l’Italia
per l’attività incessantemente svolta sul tema dei
rapporti dell’uomo con il mare.
Non siamo qui per propagandare posizioni
politiche in vista di consultazioni elettorali. Siamo
qui per affrontare con rigore metodologico temi
di grande interesse e per sollecitare su questi temi
il confronto con gli intervenuti espressione della
società civile.
I lavori si svolgeranno come da programma in
due sessioni.
Nella prima sessione prenderanno la parola
il prof. Manlio Marchetta, il prof. Giovanni
Montemagno, il prof. Giuseppe Amata, l’ing. Vanni
Calì e il prof. Gioacchino Copani.
Il prof. Marchetta, docente di urbanistica
nell’Università di Firenze e membro del Laboratorio sui sistemi di mobilità urbana e territoriale,
affronterà il tema della collocazione attuale del
porto di Riposto al fine di delineare lo scenario di
un nuovo ruolo territoriale di esso che tenga conto
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
delle esigenze di mobilità intermodale marerotaia-viabilità montana etnea-circuiti turistici.
Alla relazione del prof. Marchetta seguirà quella
del prof. Montemagno, docente di economia
regionale nell’Università di Catania, dal titolo
suggestivo “Terra per i naviganti: attività, eventi,
occupazione”.
Il prof. Montemagno ci parlerà di Riposto e del
suo territorio come terra di approdo ed affronterà
le problematiche della domanda turistica attuale
e potenziale e dell’organizzazione dell’offerta
turistica.
Il prof. Amata, docente di economia ed estimo
ambientale nell’Università di Catania, autore di un
interessante saggio sul porto di Riposto, tratterà del
potenziamento della navigazione di cabotaggio in
un moderno sistema di trasporti che valorizzi al
massimo le vie di comunicazione marittima sia per
le merci sia per le persone.
Al turismo nautico saranno dedicate le ultime due
relazioni della sessione antimeridiana.
L’ing. Cali, esperto del Presidente della Provincia
regionale di Catania, parlerà del sistema dei porti e
degli approdi turistici destinati al diportismo nautico
da Catania a Riposto in un’area costiera ricca di
emergenze naturalistiche e paesaggistiche di grande
pregio fruibili per buona parte dell’anno.
Concluderà i lavori della prima sessione il prof.
Copani, presidente del Circolo degli ufficiali della
marina mercantile, che ribadirà il punto di vista da
lui tante volte espresso sul carattere polifunzionale
del porto di Riposto nella sua attuale consistenza.
Nel pomeriggio, dopo il saluto dei Preside
prof. ing. Gabriele Pistorio, parleranno il prof.
ing. Roberto Spano, docente nell’Istituto tecnico
nautico di Riposto, ed il prof. Pasquale Russo,
ispettore del Ministero della pubblica istruzione,
il primo sull’istruzione nautica ed il lavoro nella
zona ionico-etnea e il secondo sulla formazione
del personale navigante.
È di tutta evidenza lo stretto legame dei temi
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
predetti con quelli trattati nella sessione antimeridiana. Un territorio che vuole costruire il futuro
valorizzando il suo rapporto con il mare non
può non porsi il problema della formazione del
personale navigante per individuare figure di
operatori che rispondano alle esigenze di crescita
dell’area.
Mi auguro che alle relazioni segua un dibattito
che arricchisca le conclusioni dei relatori e fornisca
utili elementi per le scelte da effettuare.
Il Convegno sarà da me concluso con una breve
relazione di sintesi.
Funzione del porto, intermodalità, valorizzazione
del territorio, rapporto mare-montagna, formazione
del personale navigante: questi i temi odierni
ai quali ci lega un interesse quanto mai attuale
nel momento in cui stanno per essere definiti
con metodo nuovo - quello della concertazione
tra Stato, Regione, enti locali e forze sociali - i
programmi di utilizzazione delle risorse interne e
comunitarie per i prossimi dieci anni.
Senza conoscenza non c’è possibilità di scelte
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ragionate e consapevoli.
Questo Comune, a differenza di altri, si è posto
sin dagli anni sessanta e in modo più incisivo e
propositivo dalla seconda metà degli anni ottanta
i temi dell’odierno Convegno, sicché possiamo
oggi con orgoglio dire che le nostre intuizioni sono
state felici.
E tuttavia esiste un’esigenza di approfondimento.
Con questo Convegno abbiamo la pretesa di dare
un contributo ulteriore all’analisi della nostra zona
al fine di evitare errori che potrebbero avere un
impatto negativo sulla crescita del comprensorio.
A conclusione di questa rapida presentazione del
Convegno vorrei rivolgere un vivo ringraziamento
al personale del Comune, al Direttore della
Biblioteca rag. Rosario Leotta ed in modo
particolare ai docenti dell’istituto tecnico nautico
di Riposto per l’impegno profuso nella cura degli
aspetti organizzativi.
Spero vivamente che all’impegno organizzativo
corrisponda, in termini di conoscenza, un risultato
ampiamente positivo delle riflessioni odierne.
Provincia Regionale di Catania
Convegno “Muoversi per mare”
Università degli Studi di Firenze
Dipartimento di Urbanistica
e Pianificazione del Territorio
50121 FIRENZE - VIA MICHELI, 2
Laboratorio di ricerca sulla mobilità urbana
e territoriale LASIMUT
Manlio Marchetta
Docente di Urbanistica presso il DUPT Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio
dell’Università degli Studi di Firenze
Responsabile della Unità Operativa di Firenze-Catania della ricerca MURST di interesse nazionale
“tempi urbani”
Componente del LASlMUT Laboratorio sui sistemi della Mobilità urbana e territoriale del DUPT
Via Pisana, 526 50143 Firenze – Tel. 055/7321082 - Fax. 055/7323204
Email:[email protected]
RELAZIONE CONCLUSIVA
(prima stesura soggetta ad integrazioni, Ottobre
1999)
Unità Operativa di Firenze, nucleo Circumetnea:
Prof. Arch. Manlio Marchetta
Dott. Arch. Luciano Allegra
Verifica degli impatti sul territorio del progetto di
ristrutturazione e ampliamento
del Porto di Riposto (CT)
La presente ricerca ha lo scopo di investigare
preventivamente gli impatti sul territorio (urbanistici e trasportistici) del progetto di potenziamento
del Porto di Riposto ed è stata promossa dal
Comune di Riposto tramite la Deliberazione della
Giunta Municipale n. 149 del 25 febbraio 1999.
Tramite la citata deliberazione è stata recepita la
proposta di inserire il caso del Porto di Riposto fra
i casi studio oggetto di attenzione nell’ambito della
Ricerca “Tempi Urbani”, dichiarata di interesse
nazionale dal Ministero dell’Università e della
Ricerca Scientifica (MURST 1997-99), relativamente alle tematiche della mobilità marittima e
terrestre connesse con il ruolo del Porto di Riposto
e della Ferrovia Circumetnea.
Sulla base del programma preventivo, la Ricerca
è consistita nello studio e nella valutazione dei
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
diversi elementi di impatto urbanistico - territoriale
e trasportistico presenti nelle ipotesi finora
formulate sia di ampliamento che di utilizzazione
del Porto di Riposto.
In particolare sono stati sottoposti a verifica in
relazione al previsto potenziamento del Porto:
a) le condizioni di mutazione della mobilità
nell’ambito del comprensorio ionico-etneo e,
in specie, della conurbazione Riposto-GiarreMascali-Fiumefreddo;
b) le condizioni di mutazione della mobilità
urbana di Riposto e di Giarre.
A tale scopo, sulla base del programma preventivo inoltrato all’Amministrazione e da questa
approvato sono stati sviluppati gli accertamenti
preliminari:
a) dello stato dei servizi della mobilità;
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
b) dello stato dei programmi di potenziamento,
ed è stato messo a punto il programma della ricerca
sotto gli aspetti del metodo e dei contenuti.
È stato quindi sviluppato, tramite la stesura di
rapporti di settore, lo studio:
a) delle conseguenze territoriali del previsto
potenziamento del Porto;
b) delle conseguenze urbanistiche del previsto
potenziamento del Porto;
c) delle esigenze di coordinamento comprensoriale delle infrastrutture e dei servizi del trasporto
pubblico di area;
d) delle esigenze di riorganizzazione del
lungoPorto urbano.
Sono stati utilizzati nello studio:
- la cartografia più aggiornata disponibile dello
stato attuale delle città di Riposto e di Giarre,
indispensabile per le verifiche di fattibilità relative
ai percorsi viari;
- i dati più recenti relativi ai flussi di automezzi
presso i Caselli Autostradali di Fiumefreddo e di
Giarre;
- i dati più recenti disponibili sui flussi passeggeri
emessi presso la Stazione FS di Giarre-Riposto e
presso le Stazioni FCE di Riposto e di Giarre.
Sono infine stati individuati gli elementi
conclusivi dello studio, costituiti da:
1) ipotesi e criteri per un assetto equilibrato
della fruibilità ed accessibilità del Porto da parte
dei servizi della mobilità marittima, terrestre ed
aerea;
2) ipotesi e criteri per un assetto equilibrato delle
connessioni del Porto con le città di Riposto, Giarre
e Mascali, con particolare riferimento alla proposta
innovativa di un nuovo viale lungoPorto interessante i territori comunali di Riposto e Giarre e di
nuovi raccordi, interessanti i territori comunali di
Giarre, Riposto, Mascali e Fiumefreddo.
La Ricerca ha evidenziato che non vi possono
essere dubbi sul fatto che la collocazione del Porto
di Riposto risulti territorialmente ottimale.
Ciò sia sotto l’aspetto delle potenzialità
intermodali (mare-rotaia-viabilità montana etneacircuiti turistici) che sotto l’aspetto costituito dalla
concreta possibilità di assunzione di un ruolo del
Porto come nodo plurimo e completo di scambi sia
diportistici che commerciali.
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Ne è conseguita la considerazione di un ruolo
trasportistico completo del Porto di Riposto e la
considerazione della necessità di rendere organiche
le connessioni del Porto con l’Autostrada Messina
Catania, con la Strada Statale n. 114, con la viabilità
etnea, con la Linea ferroviaria Circumetnea
(FCE), con le direttrici pluridirezionali della Linea
ferroviaria (FS) Messina - Catania.
Emerge, in particolare, l’esigenza e l’urgenza
di connessioni dirette fra le stazioni FS e FCE,
specialmente, ma non solo, in corrispondenza
della Stazione di Giarre, in modo da assicurare la
possibilità di servizi su ferro, anche in appalto, che
connettano il Porto, contemporaneamente, sia con
le direttrici etnee che con le direttrici costiere.
Più in generale le conclusioni della Ricerca
mettono in rilievo gli elementi concreti che possono
determinare una consistente domanda trasportistica
che può avere al centro il Porto di Riposto e
comportare la connessione della intera rete portuale
ionica con gli aeroporti, con le linee ferroviarie,
con la rete delle strade principali, con i sistemi di
viabilità locale e/o turistica, con i fondamentali
centri urbani etnei.
Le conclusioni della Ricerca suggeriscono, nel
merito, di sviluppare tutte le ipotesi progettuali
possibili:
1) di prosecuzione della Linea Ferroviaria
Circumetnea (FCE) fino alla banchine merci e
passeggeri del rinnovato Porto di Riposto. L’ipotesi
di un ulteriore tratto terminale della Ferrovia
Circumetnea può tenere presente, per la positività
della soluzione in galleria, il progetto già studiato
nel 1990 dagli Ingg.ri Giuseppe D’Anna e Lorenzo
Trovato per il tratto fra la Stazione di Giarre e la
Stazione di Riposto.
2) di realizzazione di un innovativo viale
lungoPorto, del tipo esposto in alcune simulazioni
di dettaglio che accompagnano una ulteriore fase,
non prevista, di ricerca in fase di completamento.
Il nuovo viale del Porto di Riposto dovrebbe essere
previsto quantomeno fra S. Anna (Mascali) e Viale
Amendola e in avanzamento di circa 12 metri
verso il mare, con affaccio diretto della passeggiata
sullo specchio d’acqua del Porto e sistemazione
di arredo urbano particolarmente studiato per un
“lungomolo” urbano di alta qualità e, quindi, con
Provincia Regionale di Catania
Convegno “Muoversi per mare”
esclusione di corpi di fabbrica fra la passeggiata e
lo specchio d’acqua;
3) di realizzazione di raccordi ferroviari tali
da consentire che i servizi provenienti o diretti
al Porto di Riposto possano dirigersi o provenire
a/da Milazzo-Messina, a/da Aeroporto di Catania
e Catania-Siracusa-Ragusa-Agrigento-Palermo
e a/da Randazzo-Paternò-Nebrodi per merci e
passeggeri e turisti/escursionisti;
4) di realizzazione di una complessa fascia
infrastrutturale di connessione fra il Casello
Autostradale di Tre Punti e la Piazza Matteotti,
con miglioramento/sistemazione del tratto di Viale
Amendola e con particolare cura dell’incrocio con
Via Mattarella;
5) di riqualificazione ambientale e architettonica
dell’importante fronte a mare della città storica
comprendente il contesto da recuperare di cui fa
parte la Chiesa della Lettera, il Mercato del Pesce,
l’Istituto Nautico, la sede della Dogana etc.;
6) di sistemi innovativi per approdi di natanti da
diporto di varia stazza realizzati mediante strutture
modificabili e/o amovibili alla bisogna e secondo
le esigenze, col risultato di rendere inutile, anche
perché eccessivamente costosa, la realizzazione dì
banchine in calcestruzzo.
Lo scenario di un nuovo ruolo territoriale del
Porto trova ulteriori motivazioni nelle esigenze
trasportistiche e di mobilità intermodale:
- delle Scuole Superiori di Giarre e di Riposto
(Istituto Professionale per il Commercio, Istituto
Statale d’Arte, Liceo Ginnasio M. Amari, Liceo
Linguistico di Giarre, Liceo Scientifico, Istituto
Magistrale Don Bosco, Istituto Magistrale Sacro
Cuore, Istituto Alberghiero, Istituto Professionale
per l’Agricoltura, Istituto Professionale per
l’industria e l’Artigianato, Istituto Professionale
Femminile, Istituto Superiore di Servizio Sociale,
Istituto Tecnico Industriale, Istituto Tecnico
Nautico, Istituto Tecnico Commerciale, Istituto
Tecnico per Geometri, Istituto Professionale per
l’industria e le Attività Marinare, Liceo Linguistico
di Riposto, etc.);
- dei molteplici Uffici pubblici di Giarre e di
Riposto aventi utenza comprensoriale;
- dei potenziali interscambi modali costituiti
dalle Stazioni FS di Giarre-Riposto, di Mascali/
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Fiumefreddo e di Taormina/Giardini;
- di molteplici Autolinee di trasporto pubblico
che collegano Riposto e Giarre con i centri costieri
e l’entroterra etneo-alcanterano e che possono
motivare anche la creazione di una stazione
attrezzata dei servizi di trasporto pubblico stradale
di linea;
- della rete della circolazione urbana centrale di
Riposto e di Giarre, al cui parziale decongestionamento potrebbe contribuire il trasporto marittimo
con scalo nel porto, nonché le ipotesi di viabilità
di raccordo diretto del Porto con la Statale e
l’Autostrada che la Ricerca ha evidenziato e che
saranno esposte graficamente nell’edizione finale
della presente relazione conclusiva;
- della Ferrovia Circumetnea, la cui frequentazione, oltre che da una decisa innovazione nel
materiale rotabile, sarebbe indubbiamente incrementata (fino a raggiungere livelli economici
congrui) dall’introduzione di un nodo di interscambio unificato Porto-Ferrovia Circumetneaparcheggi scambiatori e viali di connessione con i
caselli autostradali.
Perché lo scenario prefigurato dalla Ricerca possa
conferire un nuovo ruolo territoriale del Porto di
Riposto, occorre però che le strutture portuali
comprendano una molteplicità di ruoli, nessuna
esclusa, e cioè:
- il ruolo di porto peschereccio, tramite la
razionalizzazione e il potenziamento dell’attuale
scalo, compresa la funzione di supporto specifico
del Mercato ittico;
- il ruolo di scalo di collegamenti commerciali
marittimi per merci e passeggeri;
- il ruolo di supporto di una Scuola Nautica di
grande prestigio e tradizione e delle sedi decentrate
della Capitaneria di Porto, della Dogana e della
Guardia di Finanza;
- il ruolo di sede di attività cantieristiche di
manutenzione;
- il nuovo e importante ruolo di approdo
diportistico e del turismo nautico di transito.
La Ricerca ha evidenziato che non si tratta affatto
di uno scenario fantastico. È evidente, infatti, la
progressiva globalizzazione sia delle relazioni
economiche che dei traffici sia in ambito comunitario europeo che in ambito extracomunitario. Ne
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
consegue che non appare più opportuno operare,
nel campo della mobilità a lunga e media distanza,
tramite autolimitazioni di orizzonte o di scenario.
Nell’ambito del bacino marittimo del Mediterraneo nuovo scenari, anche di politica estera,
consentiranno alle conurbazioni costiere collocate
nel comparto centrale del bacino stesso di
inquadrare il proprio ruolo strategico a lungo
termine in un livello ben caratterizzato rispetto
all’inquadramento tradizionale.
Ne consegue che i complessi portuali collocati
in tali conurbazioni possono, ove debitamente
attrezzati, assumere, anche in modo innovativo,
quote di traffico sia mercantile che di passeggeri.
Più in generale tutte le Regioni europee che si
affacciano sul bacino del Mediterraneo appaiono,
anche per il mutato o mutando scenario internazionale, suscettibili di intraprendere una direttrice
di sviluppo finora inedita in direzione delle
relazioni economiche con il più ampio e composito
complesso dei Paesi del Mediterraneo africano e
mediorientale.
Le connessioni intermodali diverranno, nell’
ambito di tale scenario, elementi strategici per lo
sviluppo e i nodi intermodali (aria)-mare-ferrogomma non costituiscono solo “strumenti per” ma
possono divenire “elementi propri e primari dello”
sviluppo compatibile.
Riposto e la conurbazione ionica e lo stesso più
vasto bacino comprensoriale di riferimento possono
usufruire dei requisiti più generali di collocazione
della conurbazione costiera ionica della Sicilia
compresa fra Messina e Catania, avente caratteri
socio-economici e geografici che ne consentono la
collocazione potenziale nella rete delle relazioni
inframediterranee.
Tuttavia emergono la presenza dì livelli di soglia
critica e di elementi negativi nella tempistica di
accessibilità del Porto di Messina da un lato e
la necessità, dall’altro, del Porto di Catania, per
cui sono stati programmati di recente importanti
sviluppi, di essere adeguatamente supportato da un
sistema di approdi di supporto, specie nel settore
passeggeri e in alcuni settori merci.
La collocazione ottimale del Porto di Riposto,
specie sotto l’aspetto delle non comuni (se non
uniche) potenzialità intermodali (mare-rotaia-
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viabilità montana etnea-circuiti turistici taorminesi
e catanesi), non può non indirizzarne gli sviluppi in
direzione della assunzione di un ruolo “generale”
di nodo completo di scambi.
Nello specifico emergono altresì come obiettivi
in prospettiva:
1) la definizione di un ruolo trasportistico
effettivo del Porto, in coordinamento con il Porto
di Catania e con l’approdo di Giardini-Naxos;
2) la rivalutazione della linea ferroviaria
Taormina/Giardini-Randazzo, nell’ambito di
eventuali circuiti relazionali Riposto-Taormina
(FS ME/CT)-Randazzo (FS Taormina/Randazzo)Riposto (FCE);
3) la connessione pluridirezionale della stessa
linea con la Linea ferroviaria (FS) Messina (Roma)Catania (Siracusa, Ragusa, Gela-Licata, Agrigento,
Palermo-Trapani-Mazara), facilmente realizzabile
presso la Stazione FS di Giarre-Riposto;
4) le connessioni pedonali, dirette e confortevoli,
fra le stazioni FS e FCE e l’unificazione della
bigliettazione.
Il Porto di Riposto potrebbe assumere, insomma,
un ruolo di nodo (al momento potenziale) che
non può essere oggettivamente assunto da altri
siti portuali e che, nello stesso tempo, consente
di considerare parziale e controproducente una
settorializzazione prevalentemente diportistica
che ne minerebbe più importanti prospettive
fondate sulla accertata progressiva immissione di
sistemi intermodali dotati di tecniche e tecnologie
avanzate.
Il ruolo di nodo potenziale trasportistico
intermodale del Porto non costituisce però l’unica
“risorsa” irripetibile di Riposto.
Prevalgono già o prevarranno tra breve nuovi
e variegati modelli di proiezione sul territorio
della organizzazione dei cicli produttivi e della
suddivisione del lavoro dei principali settori della
produzione manifatturiera (agricolo-industriale) e
dei servizi.
Unitamente ad elementi della più tradizionale
mobilità città/paese-campagna, si afferma, di
conseguenza, il modello-non modello della
“dispersione” urbana e nell’ambito, per quanto
riguarda la Sicilia ionica e il suo “retroterra”,
di bacini “comprensoriali” decisamente interProvincia Regionale di Catania
Convegno “Muoversi per mare”
provinciali. Nel caso in esame appare sufficientemente matura la possibilità di definire (non
“delimitare”!) una dimensione congrua del
“comprensorio” di riferimento attuale/potenziale
del Porto di Riposto e del nodo intermodale di
Riposto/Giarre/Mascali.
Tale “comprensorio” (Etna settentrionale e
Valle dell’Alcantara) ha come estremi Acireale,
Taormina e il versante meridionale delle Caronie/
Nebrodi (Maniace) e racchiude i territori comunali
di Bronte, Maniace, Maletto, Randazzo, Santa
Domenica Vittoria, Roccella Valdemone, Moio
Alcantara, Malvagna, Francavilla di Sicilia,
Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Motta
Camastra, Gaggi, Graniti, Castelmola, Taormina,
Giardini, Calatabiano, Piedimonte Etneo, Fiumefreddo di Sicilia, Mascali, Giarre, Riposto,
Sant’Alfio, Santa Venerina, Milo, Zafferana Etnea
e Acireale/Catania.
Un rinnovato sistema di mobilità territoriale
(strade del comprensorio da potenziare, ferrovie
da rivalutare e da estendere, eventuale rete
elicotteristica da impiantare, rete di centri storici
e di servizi urbani e interurbani da valorizzare,
eventuale impianto di funivia da Riposto ai poli
turistici dell’Etna da realizzare) potrebbe conferire
al comprensorio stesso e, di conseguenza, al suo
naturale scalo marittimo costituito dal Porto di
Riposto, condizioni del tutto nuove di competizione
economico-produttiva e turistico-culturale.
Si potrebbero identificare, mediante opportuni
sviluppi operativi della Ricerca, gli elementi
fondanti di un sistema “intermodale” di mobilità
territoriale del comprensorio ionico-etneo che
potrebbero conferire maggiore interesse territoriale
e migliore fattibilità economica rispetto alla
problematica del potenziamento qualitativo e del
rilancio funzionale del Porto di Riposto.
In linea di principio e dal punto di vista della
metodologia intermodale:
a) la rete aeroportuale dovrebbe essere dotata
di una corrispondente rete di eliporti e connessa
direttamente:
- con la rete ferroviaria;
- con la rete delle strade principali (veloci o
velocizzabili);
- con i porti più vicini, con raccordi “dedicati”
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
ferro/gomma ovvero tramite l’uso di Eliporti;
- con le città più vicine (ambito di 150-200 Km),
tramite “servizi” dedicati veloci stradali, ferroviari,
aerei di terzo livello ed elicotteristici;
b) la rete portuale dovrebbe essere dotata di
una corrispondente rete di Eliporti e connessa
direttamente:
- con gli aeroporti vicini, tramite connessioni e,
soprattutto, “servizi” dedicati via elicottero, via
ferrovia (navette), via strada (navette),
- con le linee ferroviarie nazionali,
- con le linee ferroviarie locali (merci e
passeggeri ordinari) e/o turistiche,
- con la rete delle strade principali (veloci o
velocizzabili), ove possibile tramite connessioni
“dedicate” e specifiche;
- con i sistemi di viabilità locale e/o turistica;
- con i “centri vitali” dei sistemi urbani contigui
(specie se centri storici e di pregio artisticoculturale), tramite la sistemazione e/o la formazione
di congrui e confortevoli viali alberati dotati di
piste ciclabili distinte dai marciapiedi, di percorsi
pedonali nel verde e di attrezzature di conforto, per
la ristorazione e ludiche.
Essa potrebbe altresì essere dotata, in particolari
condizioni di mercato, di approdi per idrovolanti,
aliscafi da trasporto, navi veloci “a getto” e simili.
c) la rete delle strade principali (veloci o da
velocizzare) dovrebbe essere connessa direttamente:
- con la rete ferroviaria principale, tramite
nodi attrezzati di interscambio modale (parcheggi
intermodali);
- con i Porti, tramite raccordi “dedicati” e
parcheggi intermodali;
- con i nodi funzionali fondamentali (grandi
infrastrutture e “centri vitali”) della rete delle città
di diretta o indiretta gravitazione;
- con la rete aeroportuale tramite connessioni e,
soprattutto, “servizi” dedicati;
- con la rete degli Eliporti;
- con la rete delle linee ferroviarie locali (merci
e passeggeri ordinari) e/o turistiche, tramite nodi di
interscambio a valenza urbana polivalente (nuclei
di servizi ordinari);
- con i sistemi di viabilità locale e/o turistica,
tramite specifiche “aree di servizi plurimi”;
- con i “centri vitali” dei sistemi urbani serviti,
Pagina 19
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
tramite la sistemazione e/o la formazione di “viali
di penetrazione a staffa”, dotati di sistemi di ampi
parcheggi, piste ciclabili, percorsi pedonali nel
verde e di attrezzature di corredo.
Gli elementi metodologici appena esposti hanno
permesso alla Ricerca di identificare i seguenti
programmi di connessione infrastrutturale e/o di
servizi di trasporto che costituiscono, a parere
del Gruppo di Ricerca, condizioni necessarie e
qualificanti del rilancio strategicamente e territorialmente “mirato” del Porto di Riposto.
A) Servizi di collegamento con la Stazione
di Villa San Giovanni e l’Aeroporto di Reggio
Calabria, quali, ad esempio, aliscafi molto
veloci e trasporti con elicotteri capienti (20-25
passeggeri).
B) Servizi di collegamento con l’Aeroporto dì
Catania, quali, ad esempio, navette ferroviarie
(tramite breve binario di raccordo con la stazione
di Acquicella, da utilizzare per una navetta Catania
Centrale-Aeroporto) e stradali esclusivamente
“dedicate” e trasporti con elicotteri capienti (2025 passeggeri).
C) Nuova realizzazione dell’Eliporto del Porto
di Riposto ed istituzione di Servizi elicotteristici
di collegamento con l’Aeroporto di Lamezia
Terme ed, eventualmente, con i Porti di Catania,
di Messina, di Lipari e di Milazzo, con Taormina,
con la Stazione di Villa San Giovanni, con gli
aeroporti di Catania, Palermo, Reggio Calabria,
Malta, Lampedusa.
D) Nuova realizzazione di una linea funiviaria
Riposto-Etna: Riposto/S. Anna-S. Alfio-Monte
Fontane-Rifugio Citelli o Piano Provenzano, con
stazione di partenza connessa direttamente con le
banchine del porto e la FCE tramite marciapiedi
semoventi lungomare.
E) Prosecuzione, prima descritta, della Linea
Ferroviaria Circumetnea (FCE) fino alle banchine
merci e passeggeri del Porto di Riposto, debitamente riorganizzato, ma evitando accuratamente
o limitando incongrue riduzioni dello specchio
d’acqua attuale, che potrebbero avere la conseguenza di vedere compromesso il ruolo di stazione
marittima intermodale.
F) Nuova realizzazione, prima descritta, di brevi
raccordi ferroviari tali da consentire che i servizi
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provenienti o diretti al Porto di Riposto, riorganizzato come stazione marittima (senza esclusione
degli approdi pescherecci e da diporto) possano
dirigersi o provenire a/da Milazzo-Messina, a/da
Aeroporto di Catania e Catania-Siracusa-RagusaAgrigento-Palermo e a/da Randazzo-PaternòCatania per merci e passeggeri ordinari e turisti/
escursionisti.
G) Nuova realizzazione, ma anche tramite uso
di porzioni esistenti di urbanizzazione, di una
fascia infrastrutturale “nel verde” di connessione
fra il Casello Autostradale di Tre Punti e la Piazza
Matteotti (con miglioramento/sistemazione del
successivo tratto di Viale Amendola, con nodo
particolarmente curato in corrispondenza dell’
incrocio con Via Mattarella) costituita da:
- due distinte carreggiate viarie ad andamento
sinuoso e con velocità massima di 50-55 Km/ora;
- fascia di verde densamente alberata, di larghezza
variabile ma sempre consistente, interposta fra le
due carreggiate;
- fasce laterali, di larghezza variabile ma di
non meno di circa 50-60 metri e con ampliamenti
costituenti comparti di giardini con attrezzature
per lo svago e il ristoro, trattate a verde elementare
con “oasi” di verde piantumato con servizi e
comprensive di piste ciclabili e pedonali, aree per
giochi, aree per esposizione e manutenzione di
naviglio da diporto, servizi di supporto alla mobilità
marittima e terreste etc.
H) Nuova realizzazione di un sistema di almeno
tre parcheggi scambiatori (serviti da navetta da/per
il Porto) all’inizio, a metà ed al termine del canale
infrastrutturale di cui al punto precedente.
I) Nuova realizzazione, ma mediante utilizzazione prevalente di sedi stradali esistenti o in via
di completamento (Comune di Mascali), di viali
alberati con piste ciclabili:
- fra l’incrocio sulla S.S. 114 sito a nord di
Giarre in località Nespole e il lungomare subito a
nord del Porto di Riposto (Sant’Anna), corredati da
almeno due aree di parcheggio di scambio (servite
da navetta da/per il Porto);
- fra S. Anna e Fondachello (nuova viabilità
interna di scorrimento da salvaguardare da innesti
ed edificazioni sui margini) e fra Fondachello e
la S.S. 114 a nord di Mascali (nuova viabilità da
Provincia Regionale di Catania
Convegno “Muoversi per mare”
salvaguardare da innesti ed edificazioni), nonché
eventuale completamento del viale interno fino a
Marina di Cottone, volto a migliorare accessibilità
alternativa al lungomare Fondachello-Riposto dal
Casello Autostradale di Fiumefreddo dell’A 18.
L) Nuova realizzazione, come da studio tipologico annesso, di un nuovo viale lungomare
del Porto di Riposto, quantomeno fra S. Anna
(Mascali) e Viale Amendola e in avanzamento di
circa 12 metri verso il mare, con affaccio diretto
della passeggiata sullo specchio d’acqua del Porto
e sistemazione di arredo urbano particolarmente
studiato per un “lungomolo” urbano di alta qualità
e, quindi, con esclusione di corpi di fabbrica fra la
passeggiata e lo specchio d’acqua.
M) Riqualificazione ambientale e architettonica
dell’importante fronte a mare della città storica
comprendente:
- il contesto da recuperare di cui fa parte la
Chiesa della Lettera;
- il Mercato del Pesce;
- l’Istituto Nautico;
- la sede della Dogana (da restaurare);
- alcuni immobili incongrui, da sottoporre a
riconfigurazione architettonica;
- l’ambito dell’antica Piazza Commercio e quello
della Torre/Forte (forse da tentare di ricostruire ma
con collocazione presso il rinnovato innesto del
molo principale sud est);
- il contesto presso la Capitaneria di Porto da
riqualificare sul piano architettonico;
- il complesso delle attuali attrezzature cantieristico-nautiche, di cui appare possibile una idonea
riconfigurazione sia in sito che in una parte limitata
dello specchio d’acqua.
Circa la nuova realizzazione di un ulteriore
tratto terminale della Ferrovia Circumetnea, fra
l’attuale Stazione di Riposto e la futura Stazione
Marittima, da localizzarsi presso il molo nord, è
possibile ipotizzare in linea di larghissima massima
(e, quindi, salvi i necessari approfondimenti da
eseguire in sede di eventuale sviluppo operativo
della Ricerca) la prosecuzione in galleria mediante
un’ampia curva tornante, che sottopasserebbe solo
pochi immobili e lo stesso lungomare attuale fino
all’innesto con la zona portuale in corrispondenza
dell’inizio del molo principale sud est. L’ulteriore
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
prosecuzione, in galleria artificiale, verso il molo
nord costituirebbe nello stesso tempo il basamento
del nuovo lungomare. Appare congrua la previsione
di una curva conclusiva in pendenza spinta che
consenta di affiancare anche altimetricamente il
marciapiede della fermata capolinea di Riposto
Porto alla piattaforma di attracco della Stazione
Marittima ed ai Servizi (SE) di supporto e di
interscambio modale.
Naturalmente, nell’ottica che assumono le
conclusioni della Ricerca, appare opportuno, se
non necessario, che nei progetti di miglioramento
e potenziamento del Porto di Riposto sia prevista
in modo credibile un’area specifica e correttamente
dimensionata (considerando i periodi presunti di
“punta”) destinata a Stazione Marittima passeggeri
e quindi all’attracco di navigli passeggeri di linea
e da crociera, navi traghetto, aliscafi, catamarani e
navi a getto idraulico di nuova concezione e quanto
altro. Ciò in una posizione centrale ed eminente
rispetto all’assetto del Porto a lavori di miglioria
conclusi e, quindi, con probabilità, presso il molo
secondario nord di cui è già previsto un idoneo
allungamento, cui occorrerebbe aggiungere un
idoneo allargamento.
Occorre inoltre provvedere:
- alla programmazione e realizzazione della
segnaletica relativa alla connessione del Porto di
Riposto con la viabilità locale ordinaria e turistica
e con i siti in cui sono collocati gli elementi
preminenti del patrimonio dei beni culturali del
comprensorio;
- alla programmazione specialistica e realizzazione di circuiti aperti alla rete delle città d’arte del
comprensorio e delle aree vaste circostanti (Piana
di Catania e sistemi collinari circostanti, Ennese,
Etna, Nebrodi, Peloritani, Iblei, Eolie, Calabria
reggina);
- allo studio di fattibilità e di impatto ambientale
relativo alla possibilità di ospitare presso il porto
un servizio di atterraggio/decollo di idrovolanti
da trasporto.
In conclusione le valutazioni della Ricerca,
qui solo sintetizzate, consentono di suggerire
all’ Amministrazione Comunale di considerare
criticamente l’attuale piano regolatore del Porto
e di evitare che lo specchio d’acqua sia frazionato
Pagina 21
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
con moli e banchine in muratura e con sistemi
tradizionali.
Sistemi avanzati e innovativi (per cui sono stati
richiesti studi specifici a professionisti di Catania)
consentono infatti, segnatamente in materia di
approdi di natanti da diporto di varia stazza, di
realizzare gli approdi con strutture modificabili e/o
amovibili alla bisogna e secondo le esigenze.
Le stesse valutazioni consentono di suggerire
altresì all’Amministrazione di conferire priorità
alla realizzazione nel Porto, anche iniziando da
subito mediante l’uso delle banchine esistenti
(ma con impegno ad un radicale miglioramento
dell’ efficienza e della qualità), di una stazione
marittima, passeggeri e merci, dotata di relazioni
trasportistiche che possano assolvere alla forte
domanda potenziale di mobilità, che trova
attualmente ben poche risposte di offerta organizzata, derivante dalla importante presenza delle
Scuole Superiori di Giarre e di Riposto, dei
molteplici Uffici pubblici di Giarre e di Riposto
aventi utenza comprensoriale, dei potenziali
interscambi modali costituiti dalle Stazioni FS
di Giarre-Riposto, di Mascali/Fiumefreddo e di
Taormina/Giardini, di molteplici Autolinee di
trasporto pubblico che collegano Riposto e Giarre
con i centri costieri e l’entroterra etneo-alcanterano
e che possono motivare anche la creazione di una
stazione attrezzata dei servizi di trasporto pubblico
stradale di linea.
La stessa rete della circolazione urbana centrale
di Riposto e di Giarre potrebbe essere soggetta a
parziale decongestionamento tramite gli interventi
prefigurati nella Ricerca e dovrebbe riorganizzare
complessivamente l’attuale assetto dei flussi di
attraversamento e l’attuale sistema della sosta.
La Ricerca ha confermato perciò che il Porto
di Riposto possiede le condizioni territoriali per
potere assumere progressivamente molteplici ruoli
funzionali e caratteri fra cui principalmente:
Pagina 22
- il ruolo di porto peschereccio, tramite la
razionalizzazione e il potenziamento dell’attuale
scalo, compresa la funzione di supporto specifico
del Mercato ittico;
- il ruolo di scalo di collegamenti marittimi
internazionali (Malta, Tripoli di Libia), naturalmente in coordinamento con i Porti di Messina
e Catania, in quanto scalo di riferimento per i
comprensori turistici di Taormina e dell’Etna e per
i comprensori economici della direttrice Alcantara/
Nebrodi;
- il fondamentale ruolo di porto commerciale,
per la cui ripresa (anche in virtù di una tradizione
di grande spessore) occorre che sia l’offerta a
prevenire ed orientare la domanda;
- il ruolo, altrettanto fondamentale, di supporto di
una Scuola Nautica di grande prestigio e tradizione
e delle sedi decentrate della Capitaneria di Porto,
della Dogana e della Guardia di Finanza;
- il ruolo di sede diretta di attività cantieristiche
di manutenzione;
- il nuovo e importante ruolo di attrezzato
approdo diportistico da introdurre però tramite
strutture di banchinaggio di tipo innovativo e
altamente flessibile;
- il ruolo di scalo attrezzato di supporto al
turismo nautico di transito;
- il ruolo di partner funzionale nei confronti
dell’approdo di Giardini Naxos, di limitate capacità
ma di elevata qualità territoriale, anche tramite
eventuali relazioni stabili e cadenzate;
- il carattere precipuo di Porto dotato del
prestigioso, anche se da restaurare, fondale urbano
di pregio costituito dal ricco fronte a mare della città
barocca, cui non sarebbe opportuno sovrapporre
anonimi edifici e capannoni, ed a comple-tamento
del quale sarebbe assai significativa la ricostruzione
della Torre Forte malauguratamente fatta demolire
intorno al 1920.
Provincia Regionale di Catania
Convegno “Muoversi per mare”
Università degli Studi di Catania
Facoltà di Scienze Politiche
Istituto di Scienze Economiche
Giuseppe Montemagno
Terra per i naviganti: attività, eventi, occupazione
(Schema della relazione)
-
Riposto e il suo territorio come terra di approdo: le tipologie; gli uomini di mare e i turisti;
caratteri storici, sociali, culturali; la domanda di “terra”, di servizi, di attività.
Le nuove tendenze secolari del turismo, nel mondo e nel bacino mediterraneo; nuovi
turisti e nuovo turismo; in particolare, il turismo per mare, crocierismo e diportismo.
L’organizzazione dell’offerta turistica e gli aspetti territoriali: il sistema Taormina-EtnaCatania e gli sbocchi a mare.
-
Domanda turistica attuale e potenziale; le tipologie, le motivazioni, i contenuti, le aree di
provenienza.
-
Multi-point Turism: approdi, sbarchi, visite, soggiorni.
-
L’organizzazione dell’offerta turistica: il porto e le infrastrutture; rete viaria, penetrazione,
irradiazione.
-
Le strutture turistiche: ricettività, ristorazione, ricreazione.
-
Le risorse ambientali e culturali: il catasto, gli accessi, la fruizione, l’animazione; itinerari
e visite.
-
Le attività: calendario, accesso ed animazione, qualificazione.
-
I soggetti: pubblici (Regione, Provincia, APT, Comune, etc.) e privati (imprese,
associazioni, cooperative, etc.), i ruoli.
-
Il prodotto turistico: del Comune e del comprensorio; il piano e i progetti; analisi,
elaborazione, integrazione, monitoraggio.
-
Marketing e promozione: mercati, prezzi, collegamenti.
-
Offerta turistica ed occupazione: formazione, aggregazione, organizzazione.
-
Turismo sostenibile e qualità dell’offerta: le ragioni del mercato ed il rapporto
intergenerazionale.
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Università degli Studi di Catania
Facoltà di Ingegneria - Istituto di
Idraulica, Idrologia e Gestione delle acque
Giuseppe Amata
Il potenziamento della navigazione di cabotaggio
1. Per il trasporto di piccolo e medio cabotaggio
si è calcolato, anni fa, uno standard europeo da 1350
tonn. di stazza, in modo da facilitare il trasporto
delle merci non solo per mare, bensì per fiumi e
canali navigabili che in Europa sono molto estesi.
2. Basti pensare che l’Olanda ha una rete di fiumi
e canali navigabili per più di 7.000 Km (pari a 21
Km per ogni 100 Kmq di territorio), la Francia circa
9.000 (pari a 1,7), la Germania sui 6.000 (pari a 2),
il Belgio si avvicina a 2.000 (pari a 6), l’Italia circa
2.500 (meno di 1 Km per Kmq).
3. Certo, il nostro paese deve tener conto
della sua morfologia (la dorsale appenninica, le
zone montuose, la scarsità delle pianure) e del
clima che, addensando le precipitazioni in alcuni
periodi dell’anno ed in forma torrentizia, non
hanno permesso dal punto di vista geologico la
forma-zione di regolari corsi d’acqua, rispetto
ad altri paesi europei che, facilitati da condizioni
ambien-tali, da diversi decenni a questa parte,
hanno creato una rete navigabile fra mare, fiumi
e canali, che ha agevolato il traffico delle merci
nelle zone interne.
Basti pensare che dal Mar Nero si può navigare
fino in Olanda e Francia, attraverso il Danubio, il
Reno, il Rodano ed altri fiumi e canali.
4. Ma queste attenuanti non giustificano la scarsa
attenzione data dagli organi governativi al trasporto
costiero e fluviale.
Perché si è avuto:
a) il disboscamento legale e quello con gli incendi
dolosi, lo spopolamento montano incentivato dalla
CEE e dall’U.E. con il set-aside, che hanno favorito
i fenomeni dell’erosione del suolo, degli smottamenti e delle frane; tutti elementi che ostacolano
un regolare decorso delle acque;
b) ogni forma di incentivo verso la politica delle
strade ordinarie e del trasporto su gomma, a scapito
dei porti e delle ferrovie.
5. E pensare che la nostra civiltà si è sviluppata
sul mare ed anche nei momenti più difficili e di
decadenza, il mare ed i porti hanno rappresentato un
Pagina 24
punto di forza nella vita economica garantendo un
minimo di scambi e di relazioni con l’esterno, come
nel periodo della dominazione araba, normanna e
delle repubbliche marinare. Ed anche in epoca più
recente con l’esportazione dello zolfo, dei prodotti
agricoli, del movimento degli emigranti verso le
Americhe e l’Australia.
6. Anche la rete ferroviaria nel nostro paese non
ha avuto grande sviluppo, anzi è andata a diminuire
negli ultimi anni. Ora si attesta sui 16.000 Km, di
cui appena 10.000 Km elettrificati. Con 12.000
carrozze e 84.000 carri merci o bagagliai. Per un
movimento di 470 milioni di viaggiatori l’anno e
80 milioni di tonnellate di merci.
In Sicilia la rete ferroviaria è di appena 1.700
Km, meno della metà è elettrificata.
7. Di rimando le strade ordinarie ammontano a
circa 305.000 Km, pari a 1.015 Km per 1.000 Kmq
di territorio, di cui 6.500 di autostrade, 45.000 SS.,
115.000 prov.li e 142.000 comunali extraurbane.
Mentre circolano 30 milioni di autovetture e 6
milioni di motori a due e tre ruote, 80.000 autobus,
2.700.000 autocarri e più di 700.000 rimorchi. Le
merci trasportate ammontano, invece, ad 1 miliardo
di tonnellate.
In Sicilia le strade ordinarie ammontano a
circa 22.000 Km, pari a 860 Km per 1000 Kmq
di territorio, di cui circa 600 Km di autostrade,
3.500 di SS., 12.500 prov.li e 5.500 comunali
extraurbane. Con la presenza di 2,3 milioni di
autovetture, 400.000 motori a due e tre ruote, 5.400
autobus, 171.000 autocarri e 28.000 rimorchi. Per
un trasporto di 38 milioni di tonnellate di merci.
8. Le merci trasportate per navigazione di
cabotaggio ammontano a circa 60.000 milioni di
tonnellate, di cui 9 milioni di prodotti agricoli;
mentre i passeggeri ammontano a circa 22 milioni.
Quindi solo i carichi più pesanti, come materiale
ferroso, siderurgico e petrolio viaggiano prevalentemente con nave e pertanto tale dato si deve
ritenere irrisorio non tanto rispetto al trasporto
Provincia Regionale di Catania
Convegno “Muoversi per mare”
ferroviario, bensì rispetto a quello su gomma,
sul quale viaggiano quasi tutti i prodotti finiti
industriali ed agricoli, compresi i carburanti ed i
prodotti chimici molto pericolosi.
Il trasporto su gomma ingloba più dell’80% del
traffico delle merci.
Le merci che annualmente sono sbarcate nei
porti d’Italia e provenienti da ogni parte del mondo
ammontano a circa 295 milioni di tonn. E quelle
imbarcate a 110; mentre i passeggeri sbarcati
ammontano a 24,6 milioni e quelli imbarcati a 24,3.
In Sicilia il trasporto complessivo per mare
(cabotaggio ed extra) interessa 42 milioni di tonn.
di merci sbarcate e 30 milioni di merci imbarcate;
oltre al movimento di viaggiatori di 2,7 milioni
sbarcati e 2,8 imbarcati.
9. Si possono svolgere alcune considerazioni
economico-energetiche:
a) 1 nave da 1.350 tonn. di stazza è equivalente
per capacità di carico a due convogli ferroviari da 35
carri ciascuno ed a 70 autotreni con rimorchio;
b) in termini di costo la spesa d’acquisto e di
esercizio della suddetta nave risulta inferiore a
quella degli equivalenti carri ferroviari ed autotreni.
Inoltre maggiore risulta il periodo di utilizzazione
(50 anni contro i 30 dei carri ferroviari ed i 10 degli
autotreni), abbassando così la quota di reintegrazione annua per il rinnovo del capitale. I costi di
esercizio sono inferiori del 50%. I dati non sono
recenti, ma emblematici;
c) pure il rapporto peso morto-carico utile risulta
favorevole al mezzo acqueo di trasporto: si ha
per ogni tonnellata di carico circa il 35% di peso
morto, a differenza del 65% per i carri ferroviari e
dell’85% per gli autocarri;
d) se il calcolo lo facciamo in termini energetici,
anziché in termini economici il vantaggio del
naviglio diventa ancora maggiore, perché si
impiegano meno Chilocalorie per costruire la
nave rispetto alla costruzione degli altri mezzi di
trasporto. Non soltanto per la costruzione ma anche
per l’esercizio dell’attività di trasporto. Infatti,
impiegando una unità di HP di forza motrice per
via acquea si trasportano 4.000 Kg di merci, per
ferrovia 500 Kg e su strada ordinaria 100 Kg.
10. Come mai, pertanto, il trasporto per via
acquea è stato ridimensionato, nonostante l’esperienza storica della civilizzazione mediterranea, ed
i vantaggi economici ed energetici che abbiamo
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
elencato? Due sono le risposte:
a) la prima è insita nel modo capitalistico
di produzione, basato non prioritariamente
sulla riduzione dei costi, bensì sulla velocità di
circolazione della merce e sulla realizzazione
del massimo profitto. Questo risultato si ottiene
considerando come unità di produzione l’azienda,
la quale, guarda caso, non internalizza il costo
dell’inquinamento che pagano sia lo Stato (in
termini economici) sia la collettività (in termini
economici, perché il costo dell’inquinamento si
trasferisce sul prezzo dei prodotti acquistati, in
termini di salute per i maggiori incidenti stradali,
lo smog e lo stress da rumore);
b) la seconda è prettamente politica, in riferimento
cioè al peso di alcuni grandi monopoli italiani nel
governo del Paese e quindi nella direzione degli
investimenti a favore della politica autostradale e del
trasporto su gomma: Fiat, Pirelli, Italcementi.
11. Se si cambia indirizzo nella politica economica
del Paese, se si avvia un processo di trasformazione
economica e sociale, i porti e la via acquea potranno
avere una funzione prioritaria.
È il caso del porto di Riposto, già predisposto, e
seppur incompleto, per assolvere ad una funzione
commerciale, di pesca e di sviluppo turistico.
Ma anche di tanti altri piccoli e medi porti che
potranno avere una importante funzione regionale,
per alleggerire il traffico mercantile tra la Sicilia
e il Continente.
Anziché investire prioritariamente nelle megastrutture, come gli interporti, che concentrano oltre
somme ingenti di capitali anche un enorme traffico
in un sito determinato, aggravando e non risolvendo
i problemi della congestione del traffico e
dell’inquinamento, occorre invece il decentramento
tramite il potenziamento e l’ampliamento dei porti,
per incrementare la navigazione di cabotaggio per il
trasporto delle merci ed anche delle persone.
Se ad esempio, dal porto di Riposto, di Cefalù,
di Milazzo, di Scoglitti, di Licata, partissero
navi containers verso il continente, come si sta
realizzando per il porto di Pozzallo, si attenuerebbe
l’ingorgo dei mezzi pesanti e dei carri ferroviari
nella Stazione marittima di Messina e di Villa
S. Giovanni e si valorizzerebbero le economie
di molte zone che, invece, sono sollecitate dalla
marginalizzazione e quindi dal declino economico
e dalla disoccupazione.
Pagina 25
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Istituto Tecnico Nautico
“Luigi Rizzo” di Riposto
Docente di Macchine marine
Roberto Spano
L’Istruzione nautica e il lavoro nella zona ionico-etnea:
passato, presente e futuro
Come riportato nella locandina di invito al
convegno la parola è adesso all’Istituto Tecnico
Nautico “Luigi Rizzo” di Riposto; sono l’Ing.
Roberto Spano, docente dell’Istituto, ed, innanzitutto, porgo un cordiale saluto ai presenti in sala.
Mi è doveroso ringraziare il Sig. Sindaco On.
Carmelo D’Urso che con la sua disponibilità
all’organizzazione di questa giornata ha ancora
una volta dimostrato sensibilità al problema dell’
occupazione ed alla possibilità di aprire vie nuove
per lo sviluppo della nostra comunità.
Un saluto particolare al Signor Provveditore agli
Studi di Catania Dott. Gaetano Ragunì, sempre
pronto a rappresentare gli interessi del mondo
della scuola.
Un saluto ed un ringraziamento ai relatori della
mattinata che, con i loro interventi, hanno dato
spessore a questa giornata di lavoro.
Questa seconda parte dei lavori è dedicata
all’importante ruolo dell’istruzione per le prospettive occupazionali dei giovani della zona
ionico-etnea. È chiaro che a questo appuntamento
non poteva mancare il Nostro Istituto che, da
sempre, è stato un valido punto di riferimento per
gli sbocchi nel mondo del lavoro.
Il nostro intervento non può che prendere le
mosse dalla storia dell’Istituto e dall’importanza
che tale istituzione ha rappresentato per la nostra
comunità.
La comunità ripostese ha avuto nel commercio
marittimo non solo una fonte di sostentamento
ma anche di agiatezza socio-economica; basta
conoscere i trascorsi per sapere che tale attività
ed il suo indotto nel 1800 hanno avuto nel tempo
una crescita di tipo esponenziale.; il mezzo marino
veniva utilizzato per il trasporto delle merci e,
soprattutto, del vino prodotto in grandissima
quantità nell’entroterra. Una significativa quanto
Pagina 26
viva immagine di questa realtà viene resa nel libro
“Storia della Marina di Riposto” del Prof. Mario
Giannetto, attualmente insegnante presso il nostro
Istituto, che riporta:
«ben presto i bastimenti-magazzini furono
insufficienti ed il municipio permise l’ingombro
delle vie e delle piazze principali con fusti
di vino per non fare diminuire il commercio,
mentre spaziose calate e nuovi edifici dove
conservare le mercanzie venivano costruiti in tutto
il paese. Sorsero ditte, produttori ed esportatori di
champagne,... produttori ed esportatori di cognac...
rappresentanti di vini... negozi di vino... fabbriche
di botti... si svilupparono le tipografie...»
È proprio in questo brulichio e fermento di
attività che nasce l’Istituzione nautica a Riposto.
L’Istituto nasce non per volontà dello Stato
ma, come evidenziato dalle parole del Prof. di
astronomia e navigazione Federico Cafiero (preside
agli inizi del 1900), riportate nello stesso scritto del
Prof. Giannetto
« furono gli armatori ripostesi che nel 1819
chiesero al Governo Borbonico una scuola atta
a creare Capitani di Cabotaggio e di Altura,
obbligandosi, per il mantenimento di essa, al
pagamento di una tassa proporzionata al tonnellaggio delle rispettive loro navi, per ogni
spedizione, sia per l’interno che per l’estero. La
desiderata istituzione fu concessa con Sovrano
Rescritto del 12 Febbraio 1820 ed affidata al
Capitano Ferdinando Coco, ripostese per la parte
didattica e ad una Commissione di tre membri per
la parte amministrativa…»
Fatto sicuramente significativo è che la nascita
dell’Istituto sia avvenuta sulla spinta di una
necessità di mercato.
Il potenziamento della flotta marinara, che ha
avuto la punta massima fino ai primi del 900, e
Provincia Regionale di Catania
Convegno “Muoversi per mare”
delle strutture portuali hanno garantito una crescita
economica della zona imperniata sul commercio
marittimo. Infatti dai documenti storici del 1880,
esistenti presso l’Istituto Nautico, si legge che
l’economia di Riposto e del circondario era
prevalentemente fondata sul commercio del vino;
cito testualmente: « in Riposto nessuna industria
sussiste all’infuori di questa del vino; quattro
quinti della popolazione traggono da essa il loro
sostentamento…..»
La via del mare quindi costituiva nel passato
l’unica via di sviluppo economico. Il potenziamento delle ferrovie e gli investimenti nel
trasporto terrestre determinarono negli anni un
progressivo impoverimento delle attività commerciali basate sulla commercializzazione dei prodotti
agricoli via mare fatto reso ancora più grave dalla
mancanza di investimenti nel settore nautico.
Tralascio di evidenziare gli aspetti negativi
derivanti dai conflitti mondiali, per riprendere
l’analisi della situazione economica della zona nell’
immediato dopoguerra. L’autonomia riconosciuta
alla Regione Siciliana che garantiva un ampio
potere discrezionale e una forte possibilità di
investimenti non ha dato, di fatto, i frutti sperati, nel
senso che l’auspicata industrializzazione dell’isola
non ha trovato il necessario riscontro.
Fallimentari gli interventi nella zona che hanno portato all’istituzione della SIACE, cartiera
megalitica che non ha mai raggiunto gli standard
produttivi ma , tuttavia, ha garantito negli anni
della sua esistenza una certa attività nel campo
marittimo attraverso un traffico di navi adibite al
trasporto delle materie prime e dei prodotti finiti.
Altro aspetto che ha dato respiro all’economia della
zona è stato quello della commercializzazione degli
agrumi, trasporto garantito dal porto di Riposto,
che, seppure di ridotte dimensioni, è certamente
idoneo a tali attività. Fallita l’esperienza industriale,
che per altro ha causato danni ecologici irreversibili
come emerge da uno studio del ’72 dell’Università
di Messina, e distrutto il settore agricolo per i noti
accordi comunitari, che hanno portato al pro-gressivo abbandono dei nostri “meravigliosi” giardini e
all’abbandono della coltivazione della vite
Quanto detto ci fa, quindi, comprendere
l’importanza ricoperta dall’Istituto nello sviluppo
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
dell’economia ripostese.
Oggi, l’analisi della situazione economica ci
porta a delle amare considerazioni:
- nessuno sviluppo industriale è presente nel
territorio;
- nessun intervento pubblico è diretto ad una
occupazione stabile e qualificata volta a valorizzare
le qualità dei giovani mettendone in risalto le
potenzialità e le aspettative;
- nessun potenziamento e nessun intervento
è ipotizzabile nel settore agricolo, per i noti
vincoli imposti dalla comunità europea e
certamente inadeguati ed insufficienti sono gli
interventi garantiti dal PIM (Piani di Interventi
Mediterraneo).
La mancanza di un tessuto industriale, infatti,
impedisce ai giovani in possesso di titoli di
studio inerenti il settore industriale di trovare
una occupazione sul territorio, che consenta loro
di spendere il titolo di studio conseguito. Tale
circostanza obbliga i giovani o a scegliere la via
della sottoccupazione o a cercare altrove , il più
delle volte al Nord, l’occupazione nell’industria,
fatto questo che sottrae ricchezza alla zona.
Ebbene, in questo contesto, ancora oggi, l’unico
settore che ha garantito occupazione è stato quello
marittimo: da un lato, infatti, troviamo i pescatori
ed i commercianti del pesce, dall’altro gli Ufficiali
della Marina Mercantile, formati all’Istituto
Nautico, che trovano immediata occupazione con
notevoli retribuzioni; testimonianza continua si
riscontra nei discorsi tra noi Insegnanti dell’Istituto
ed i neo diplomati che, devo riconoscere, con affetto
e quasi doveroso ringraziamento, ci raccontano le
loro esperienze di lavoro.
Sentiremo dall’intervento dell’Ispettore Russo
quali saranno le prospettive del personale navigante
ma siamo convinti che anche, per il futuro, l’Istituto
Tecnico Nautico “Luigi Rizzo” avrà il suo ruolo di
protagonista e continuerà ad onorare l’Istituzione
Nautica. Un Istituto che oggi come e più di ieri
garantisce occupazione ai propri diplomati, crescita
culturale e progresso per l’intera comunità ripostese
e del circondario.
A tal proposito, concludo sottoponendo all’
attenzione di voi presenti le parole scritte dal Prof.
Giuseppe Giarrizzo, Preside della Facoltà di Lettere
Pagina 27
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
dell’Università degli Studi di Catania, insigne
storico, «Non sarà facile, a chi voglia ricostruire la
storia recente di Riposto e della sua cultura, dire in
modo adeguato del ruolo del suo Istituto Nautico.
Ché esso non fu soltanto una struttura di formazione
professionale, peraltro – a quanto pare – egregia
ed essenziale alla funzione storica di questa
comunità mercantile: fu anche il terreno su cui potè
realizzarsi un’autentica rivoluzione culturale, con il
“salto” compiuto in alcune generazioni di ufficiali
dal modesto alfabetismo o piuttosto l’analfabetismo
dei padri, ora bottai ora marinai ora portuali, ad
un controllo e parte-cipazione attiva alla cultura
Pagina 28
politica, tecnica, letteraria del proprio tempo».
Passo adesso la parola all’Ispettore Prof. Pasquale
Russo, Ispettore Centrale presso il Dipartimento
Istruzione Tecnica del Ministero della P.I., il quale
è il padre del progetto Nautilus che in atto è in
adozione da tutti i nautici d’Italia (almeno credo),
che ha dato una svolta decisamente innovativa
all’istruzione nautica allineandola alle tipologie
europee e anticipando, in conseguenza, i progetti
più arditi di riforma.
Provincia Regionale di Catania
Convegno “Muoversi per mare”
Ministero della Pubblica Istruzione
Ispettorato Centrale
Direzione Tecnica
Pasquale Russo
La formazione professionale marinara
Nella formazione professionale dell’Ufficiale
della Marina Mercantile Italiana, a differenza di
quanto avviene in molti paesi stranieri, sono distinte
le fasi di preparazione teorica e di addestramento
pratico finalizzato al conseguimento dei titoli
professionali. Alla scuola compete curare la
formazione generale e professionale di base.
I programmi di insegnamento, definiti dal D.M.
1222 del 3/09/61, entrati in rapida obsolescenza
già agli inizi degli anni 70, venivano ritoccati,
sulla scia del mutato scenario economico, dalle
sperimentazioni Orione (1982) e Nautilus (1992).
La sperimentazione, è noto, è un processo che
consente di rinnovare i curricoli formativi per
adeguarli alle richieste del mondo della produzione
e dei servizi, in relazione alle esigenze poste dal
mercato del lavoro.
Il progetto Orione ammodernò i programmi
ed i quadri orari intervenendo, principalmente,
sui contenuti delle discipline professionali con
l’obiettivo di garantire i saperi necessari ad
intraprendere la carriera di Ufficiale della Marina
Mercantile.
Lo stimolo per tale revisione fu dato dall’
emergente normativa internazionale STCWS/78
relativa agli standard di conoscenza del personale
navigante. Obiettivo non secondario della sperimentazione Orione fu la necessità di attivare un
confronto su base internazionale.
All’esigenza di maggiore formazione (sempre
più tecnologia evoluta a bordo della nave e diversa
organizzazione del lavoro) faceva eco l’abolizione
del ruolo dell’allievo dalla tabella di armamento
(1985), senza che fosse data alcuna risposta su
possibili percorsi alternativi per l’accesso al titolo
professionale base e, quindi, alla carriera del mare.
Il titolo professionale di “Allievo Ufficiale” non
veniva, in ogni modo, abolito e le mansioni, sulla
carta, restavano immutate.
In tale contesto l’istruzione nautica costituì il solo
riferimento per chi volesse avviarsi alla carriera di
Ufficiale di Marina con i limiti di una formazione
che si arrestava alla sola fase scolastica.
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Nel contempo, al di fuori del microcosmo della
formazione marinara, per contenere la rapida
obsolescenza dei profili professionali del tecnico
intermedio prendevano piede nuovi modelli
formativi.
Una più solida formazione generale veniva
vista come necessità per affrontare le insidie della
complessità. Puntare all’acquisizione di abilità
trasversali apparve come strategia indispensabile.
Occorreva attivare processi dinamici di formazione che, salvando i saperi fondamentali dei
vari settori, evitassero la dispersione del ricco
patrimonio di esperienze e di professionalità di
un’area vitale per l’economia nazionale.
Riferimenti nuovi nella progettazione dei
curricoli furono: la professionalità di base e la
flessibilità del titolo di studio, con l’obiettivo di
ancorare la formazione tecnica a parametri più
stabili di quanto non fossero i riferimenti a precisi
quanto effimeri modelli organizzativi.
Le conoscenze, le competenze e le abilità richieste
ad un profilo professionale non potevano che essere
costruite in due fasi: la prima - di formazione
generale - la seconda - specialistica - spostata alla
fase terminale del percorso formativo.
La logica evoluzione del processo vedeva in
attività post-secondarie il momento di specializzazione e di adeguamento al contesto lavorativo al
momento attivo.
Quindi non più l’ambizione, da parte della
scuola, di offrire un prodotto finito al termine
degli studi secondari, ma la consapevolezza di
innestare armonicamente le competenze relative a
forma-zione di base (la più ampia possibile) ed a
specializzazione.
Nel settore nautico vedeva la luce il progetto
Nautilus.
Le motivazioni di fondo che ne ispirarono la
struttura vanno ricercati nell’obiettivo di garantire
gli standard di conoscenza richiesti dalla presenza
delle tecnologie avanzate a bordo della nave (e
dal relativo ruolo dei soggetti imbarcati) nonché
dalla mutata organizzazione del traffico marittimo
Pagina 29
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
(come le problematiche connesse al trasporto
intermodale).
Rimaneva sempre da risolvere il problema del
collegamento scuola-lavoro in una visione di sforzo
integrato tra gli Enti preposti alla formazione:
Ministero della P.I., Ministero dei Trasporti e della
Navigazione (responsabile dei titoli professionali
marittimi e della loro gestione anche in riferimento
agli standard internazionali). Il tutto in una visione
che desse una risposta ai modelli organizzativi
proposti dall’Utenza (Armamento).
Il Nautilus ipotizzava, come bozza per successivi
confronti ed approfondimenti sull’argomento (è
esplicitamente chiarito nel progetto), un biennio
integrativo della formazione scolastica, speso in
alternanza di formazione teorica e di imbarchi
(assistiti da tutor).
Al termine del biennio (integrato dalla somministrazione dei corsi obbligatori previsti dalla
STCWS) l’allievo avrebbe dovuto possedere
competenze ed abilità per sostenere, presso il
Ministero dei Trasporti, l’esame che lo avrebbe
abilitato ad assumere responsabilità di guardia a
bordo, il “patentino”, appunto.
Il progetto Nautilus, per il suo respiro formativo
più ampio e la sua impostazione, offre maggiori
opportunità di inserirsi in attività collaterali
al traffico marittimo (dopo adeguati corsi di
specializzazione, s’intende). Queste opportunità
sono date dalle competenze acquisite nella
direzione richiesta dal moderno profilo professionale disegnato e non impoveriscono affatto la
formazione di base per chi intende intraprendere
la vita del mare.
Sul piano della formazione post-diploma il
modello collaudato con pieno successo è stato
il Nautisud (per i nautici del sud e delle isole).
Seguono i vari Nauti - (-Liguria, -Centro, -Toscana,
ecc.) di ispirazione Nautisud.
Il progetto e la realizzazione del Nautisud hanno
visto impegnati: Ministero della P.I., Ministero
dei Trasporti, Armamento (CONFITARMA E
FINMARE).
Il corso di 700 ore (900 per l’edizione ‘96),
finalizzato alla familiarizzazione con il mezzo
nave ed ispirato alla sicurezza della navigazione,
prevede: 480 ore di navigazione con l’assistenza
di ufficiale tutor, i corsi di “Sopravvivenza e
salvataggio” e “Antincendio di base ed avanzato”,
attività formativa in aula con docenti della scuola
Pagina 30
ed esperti esterni.
Gli oneri sono stati sopportati con i fondi CEE.
Per l’imbarco, con la qualifica di “Allievo corsista
in viaggio di addestramento”, l’onere è stato
integralmente assunto dall’Armamento.
Sono stati, in media, certificati circa 200 corsisti
l’anno.
Per una formazione professionale marinara in
grado di competere con la concorrenza internazionale sul piano della qualità, occorrono sforzi
congiunti (Ministero della Pubblica Istruzione,
dei Trasporti, Università, Formazione regionale,
Armamento, Forze Sociali, ecc.).
La scuola secondaria superiore tecnica deve
puntare ad offrire competenze di base relative
a grosse aree di professionalità, prevedendo
integrazioni di competenze e specializzazioni
in fase post-secondaria, caratterizzati da ampio
ricorso a tirocini formativi sul contesto lavorativo.
Non è più possibile lasciare all’autonoma gestione
dell’aspirante il periodo di tirocinio (la fase di
allievo ufficiale).
I riferimenti per un possibile moderno percorso
formativo potrebbero essere riassunti in:
- Ampia formazione di base nel settore (possesso
di diploma nautico);
- Formazione post-diploma, progettata e gestita
dai partners interessati alla formazione (M.P.I.,
Min. Trasporti, Armamento, ecc.) con il meccanismo dell’alternanza teoria-pratica;
- Imbarco da Allievo Ufficiale seguendo un
progetto di formazione-tirocinio assistito;
- Possibili moduli di assestamento in aula
(progettati e gestiti dai partners di cui sopra);
- Esami per il titolo professionale base
(patentino);
- Possibili rientri di formazione in servizio in
periodi successivi anche per l’erogazione di corsi
previsti dalla STCWS.
L’attuale nuovo canale di formazione tecnicosuperiore integrata (FIS) ben si presta come
modello valido allo scopo. Esso prevede: il rispetto
delle competenze di base per l’accesso al corso,
il collegamento con la formazione professionale
regionale, con l’Università, con le realtà produttive,
ecc. Non si tratta di un percorso accademico, per
sua natura aperto a tutti i diplomati, riuscendo
quindi a recuperare la specificità di un percorso
scolastico, indispensabile ad una formazione dalle
caratteristiche così particolari.
Provincia Regionale di Catania
Convegno “Muoversi per mare”
Gioacchino Copani
Presidente del Circolo Ufficiali
Marina Mercantile di Riposto
Turismo nautico: industria del 2000
Comune
di
Riposto
Istituto
Nautico
Riposto
Provincia
Regionale
Catania
Muoversi per mare
Turismo nautico: industria del 2000
Circolo Ufficiali
Marina Mercantile
Riposto
Premetto che ho accettato d’intervenire a questo
Convegno sia perché mi è stato chiesto da una
persona a cui non potevo dire di no, sia perché sono
affezionato all’Istituto Nautico - dove ho trascorso
40 anni della mia vita, dei quali 4 da studente - e
sia perché l’argomento del porto turistico interessa
tutti i soci del Circolo che rappresento.
registra una barca ogni settanta italiani contro una
ogni cinquemila negli anni ‘60…»
«… Nel nostro Paese al graduale aumento di
unità da diporto in esercizio non ha corrisposto
uguale o proporzionale aumento delle strutture per
assicurare ormeggi e servizi dedicati...».
Ed ancora: «… Sono opportune quindi misure
che valorizzino gli ottomila chilometri di coste per
far fronte alla concorrenza dei Paesi vicini, come la
Francia, la Spagna, la Grecia e il Nord-Africa, che
hanno individuato e sostenuto il turismo nautico
come uno dei più promettenti…»
Autostrade del mare
Italia sul mare
«Il turismo nautico va assumendo un ruolo
sempre più rilevante nell’ambito dell’industria
turistica, costituendo anche un fenomeno sociale
in grande espansione».
Inizia così la relazione allegata al Disegno di legge
n. 58 della 13ª legislatura, avente come argomento
“Norme in materia di nautica da diporto”.
E continua tra l’altro: «… In Italia, oggi, si
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Finalmente, grazie anche all’aumento della
velocità dei traghetti, stanno prendendo sviluppo
le cosiddette “autostrade del mare”, vie di
comunicazioni marittime che alleggeriscono le
nostre autostrade dal traffico intenso e danno
impulso all’economia delle Regioni Meridionali.
In questa tendenza d’incremento dei trasporti
marittimi, da e per la Sicilia, il porto di Riposto,
opportunamente attrezzato e con le giuste
infrastrutture, potrebbe diventare un “casello” di
queste “Autostrade via mare”.
Pagina 31
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Autostrade del mare
Il porto di Genova
Traghetti sempre più veloci per
alleggerire il traffico autostradale
Di già c’è una forte tendenza a mettere in mare
sempre più traghetti veloci, piccoli o grandi che
siano.
Navi da crociera
Non è raro oggi vedere nel porto di Genova
molte navi passeggeri contemporaneamente. Qui
ne contiamo sette.
Turismo Nautico
Richiesta del porto
Conversione del porto
Idoneità del luogo
Realizzaz. ottimale
Il problema politico
L’aereo aveva completamente, tra virgolette,
“affondato” le cosiddette navi passeggeri di linea.
Oggi queste navi ritornano prepotentemente alla
ribalta come navi da crociera e se ne costruiscono
sempre più mastodontiche, con stazza che supera
le 100.000 tonnellate e con capacità di trasportare
oltre 5.000 persone tra passeggeri e uomini di
equipaggio.
Pagina 32
Affermato, quindi, che il turismo nautico avrà
sicuramente un futuro, occorre ora verificare se è
giustificata la conversione del porto commerciale in
turistico e peschereccio, se la posizione geografica
di Riposto è idonea per un porto turistico di grosse
dimensioni, se l’opera viene realizzata nel migliore
dei modi e se ci sono problemi politici che ne
ostacolino la realizzazione.
Tratteremo quindi i seguenti 5 punti:
1 - Richiesta, Nascita, Attività, Declino del porto
commerciale;
2 - Conversione del porto commerciale in
turistico-peschereccio;
3 - Idoneità del luogo;
4 - Realizzazione ottimale dell’opera;
5 - Il problema politico.
Provincia Regionale di Catania
Convegno “Muoversi per mare”
Richiesta del porto
La prima richiesta di un porto da parte dei
ripostesi risale al lontano 1836, ed era legittima in
quanto Riposto era divenuto il centro più importante del commercio vinicolo della Sicilia orientale,
tanto che era sede di ben cinque delegazioni
consolari.
Una delle più antiche cartoline ricordo, risalente
al 1867, mostra la grandezza dei cantieri navali che
diedero prestigio alla marineria velica ripostese.
Il paese aveva un ragguardevole numero di
armatori e queste erano solo alcune delle loro
navi.
Esistevano diverse Case di commercio che
operavano perfino nelle lontane Americhe
Porti turistici nel mondo
Il mio intervento, pertanto, non sarà rivolto agli
aspetti e ai problemi sociali, economici, strutturali
del turismo nautico in generale, ma a verificare
l’impatto e la convenienza di un grande porto
turistico realizzato nella realtà locale del nostro
hinterland.
Nascita del porto
La posa della prima pietra è avvenuta il 5
agosto 1906, come mostra la cartolina ricordo, e
per festeggiare la ricorrenza è stata offerta una
gustosa cena il cui menu, scritto in Francese, è
sopra riportato.
Questo menu è stato ripetuto in occasione del
Premio Nazionale ARTEMARE 1996 - Sezione
Gastronomia marinara. La cena sociale è stata
offerta dal Presidente della Provincia, On.le Nello
Musumeci, al quale vanno i nostri ringraziamenti,
non solo per la cena, ma soprattutto per il suo
impegno nel cercare di favorire il turismo in Sicilia
e per la battaglia intrapresa con l’ALITALIA
che non vuole abbassare i costi aerei da e per la
Sicilia.
Giganteschi porti turistici sono dislocati in tutte
le parti del mondo.
Tutto ci dimostra come il turismo nautico, grazie
anche alla recente espansione del turismo di massa,
possa essere considerato veramente l’industria del
2000.
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 33
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Attività commerciale
agrumi verso i paesi della Russia e importazione di
legnami. Queste sono due navi scuola Russe.
Declino attività commerciale
Come si vede da questa immagine, il porto ha
svolto bene la sua funzione, almeno fino agli inizi
dell’ultima guerra mondiale.
Consegna Bandiera
Consegna della Bandiera
della Marina alla nave
appoggio “Etna” e al
sommergibile “Turchese”
Poi il porto ha progressivamente perso, oltre
all’esportazione del vino, anche quella degli
agrumi ed ora la sua attività commerciale è ridotta
al minimo con lo scalo saltuario di qualche piccola
nave che scarica legnami.
Specchio di mare inutilizzato
Ha avuto anche l’onore, per ben due volte, di
consegnare la bandiera della Marina Militare
alla nave appoggio “Etna” e al sommergile
“Turchese”.
Navi Scuola Russe in attività
Ancora fino a qualche decennio fa il porto
svolgeva la sua funzione con esportazione di
Pagina 34
In atto il suo specchio di mare risulta quasi
sempre desolatamente vuoto. Si nota solo la
presenza di alcuni piccoli pontili galleggianti.
A questo punto i nostri amministratori comunali,
giustamente, si sono posti il problema di un
utilizzo alternativo della struttura portuale e ne
hanno deliberato la conversione in turistico e
peschereccio.
Provincia Regionale di Catania
Convegno “Muoversi per mare”
Idoneità del luogo
Piano regolatore del porto
Bacino
commerciale
1° Bacino
turistico
2° Bacino
turistico
Bacino peschereccio
L’incarico di redigere il nuovo piano regolatore
del porto fu affidato ad uno studio di Palermo,
diretto dal prof. Mallandrino. Il progetto venne
presentato nel maggio del 1987. Esso comprende
a nord il bacino del porto commerciale, al centro
due bacini da diporto e alla radice del porto attuale
quello peschereccio.
Per quanto riguarda l’idoneità del posto bisogna
dire che Riposto vista dal mare è particolarmente
bella. Il paesaggio non è stato finora deturpato da
brutte e irregolari costruzioni. Il profilo maestoso
del vulcano Etna, specie quando innevato, gli
conferisce una commista atmosfera di paese di
mare e di montagna. Sorge in una zona che non
ha nulla da invidiare ai più rinomati centri turistici
internazionali. Inoltre, avere il mare e la neve a
pochi minuti di macchina è un caso eccezionale.
Planimetria dell’opera
Entroterra artistico-culturale
Questo è il grafico più in dettaglio; comprende
tutti i dati progettuali, dai quali scaturisce che il
porto turistico (costituito da due bacini) ha una
capienza di 1126 posti barca, quello peschereccio
di 350 e quello commerciale prevede l’accesso di
navi fino a 10.000 tonnellate di dislocamento.
Ha un entroterra artistico-culturale senza uguali,
dove i segni delle diverse civiltà greca, romana,
bizantina, araba e normanna si accostano magnificamente creando un fantastico mosaico di opere
d’arte.
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 35
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
La presenza dell’Istituto Nautico
Progetto porto
turistico-peschereccio
Allargare
lungomare
Allarg. imboccatura porto
Creare ampio
parcheggio
Piccolo scalo per
barche pescatori
Collegamneto
con autostrada
Un porto turistico, oltre ad essere inserito in un
contesto geografico accogliente, deve essere gestito
con professionalità.
Ebbene a Riposto c’è un Istituto Nautico, uno
dei più antichi d’Italia, che “educa per il mare”.
Qui si acquisisce la professionalità della gente
di mare in riferimento alle strutture portuali, ai
trasporti marittimi commerciali o da diporto,
tenendo anche conto degli aspetti della sicurezza
della navigazione, della protezione del mare e
delle coste.
Per sfruttare al meglio la collocazione geografica
e la vocazione marinara della cittadina, quindi,
l’Amministrazione comunale ha dato incarico ad
uno Studio di Catania, diretto dall’ing. Salvatore
Grasso, di progettare un porto turistico e peschereccio sulla base del nuovo piano regolatore del
porto.
Questo è un grafico del progetto esecutivo
presentato dallo studio dell’ing. Grasso.
Pagina 36
Tengo subito a precisare, a scanso di equivoci, che
nel mio intervento non vuole esserci nessuna critica
al progetto presentato; non ne avrei la competenza e
poi non sarebbe corretto in questa sede. I problemi
tecnici, come per esempio le strutture utilizzate, gli
studi sulla risacca e l’inquinamento delle acque,
ecc., sono e restano sotto la responsabilità del
progettista e degli Enti di controllo che devono
valutare i requisiti richiesti, a norma del Decreto
14/04/1998, per l’appro-vazione dei progetti
allegati alle istanze di concessione.
Le nostre proposte o suggerimenti sono, quindi,
scelte che dovrebbero fare i politici ed è a loro che
ci rivolgiamo.
Circa quattro anni fa, durante la passata
Amministrazione e alla presenza di Sindaco,
Presidente del Consiglio e di vari piloti e tecnici
portuali, in un convegno svolto nei locali del
Circolo, si è convenuto, in attesa del nuovo porto
commerciale, di integrare il porto turisticopeschereccio al porto esistente, salvaguardando
così la possibilità di approdo alle navi che in
atto possono operare. Ciò permetterebbe anche
l’approdo di piccole e medie navi da crociera e di
traghetti. Il conseguente flusso di turisti in transito
darebbe, alla collettività e all’hinterland tutto, più
vantaggi economici del porto turistico inteso solo
come stazionamento di natanti.
In atto, la nostra struttura, in base alla Legge 28
gennaio 1994, n. 84, risulta classificata come porto
di II categoria, classe III, corrispondente a porto
commerciale di rilevanza economica regionale e
interregionale. So che in Capitaneria c’è un certo
Provincia Regionale di Catania
Convegno “Muoversi per mare”
interessamento per riportarlo alla classe superiore,
cioè a porto di rilevanza economica nazionale, e
questo non può non farci piacere. A noi interessa
che il porto diventi polifunzionale (art. 2 lettera
b del DPR n. 509 del 2 dicembre 1997) ed in
particolare che acquisti tra le altre funzioni quella
di “Servizio passeggeri”.
Si è detto anche che per avere un porto turistico
integrato ed efficiente occorrono strutture ed
accorgimenti che sono state individuate nelle
seguenti opere:
1 - Allargamento del lungomare;
2 - Allargamento dell’imboccatura del porto;
3 - Ampio parcheggio di fronte alla Capitaneria
di porto;
4 - Scalo per le barche dei pescatori;
5 - Collegamento del porto con l’autostrada.
Banchine lungomare
e ingresso porto
Lasciare un lungomare con un marciapiede largo
circa 40 cm non ha alcun senso. La situazione non
migliora di molto dal lato opposto che costeggia
il mare, dove i pali della luce rendono ancora più
stretta la piccola banchina.
Anni fa, alcuni responsabili della società di
Navigazione “Grimaldi” sono venuti a visionare
la possibilità di attracco della loro nave passeggeri
“Ausonia”. Volevano sostituire Palermo con Riposto
nel giro settimanale della nave nel Mediterraneo
occidentale. Ma l’imbocco così ristretto e la
mancanza di un ampio parcheggio, per la sosta
dei numerosissimi autobus che avrebbero dovuto
portare i croceristi in giro per i luoghi turistici della
zona, li ha fermamente dissuasi.
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
La nostra proposta
Da quelle proposte abbiamo redatto questo
grafico in cui viene salvaguardata la possibilità
di attracco di piccole e medie navi da carico o da
crociera o navi traghetto. Si è allargato il lungomare
con doppia carreggiata separata da un viale alberato
e c’è previsto il parcheggio davanti all’imbocco
del porto.
Ultimamente presso la Capitaneria di porto
di Cagliari si è tenuta una conferenza sul tema
“L’evoluzione del porto con particolare riferimento
al porto turistico”.
Dal dibattito è emerso che la maggior parte dei
porti della Sardegna non sono gestiti in modo
adeguato e professionale, non offrono ai turisti in
transito molti servizi e pertanto non producono
neppure una minima parte della grande ricchezza,
anche in posti di lavoro, che potrebbero dare.
Hanno discusso pure del grave problema
dell’inquinamento che comportano i porti turistici,
ed hanno convenuto che il problema è vero e
serio se non si costruiscono lasciando defluire
liberamente le acque.
Ho citato questo Convegno di Cagliari affinché
nella realizzazione della nostra opera ci si
avvantaggi delle esperienze di altri.
E pertanto diciamo: se sotto l’effigie di porto
turistico si volesse solo e soltanto sostituire gli
attuali pontili galleggianti con ammassi di cemento,
questo ci troverebbe fortemente contrari e che
quindi ci opporremmo con tutta la nostra forza.
Pagina 37
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Turismo nautico: industria del 2000
Lo sarà per Riposto e l’hintarland??
Conclusione:
1 - Il turismo nautico, come stazionamento di
natanti e soprattutto come navigazione da diporto,
è in forte espansione;
2 - La localizzazione di Riposto ha le caratteristiche per diventare un polo primario di turismo
nautico nel Mediterraneo;
3 - È giusta la scelta di convertire l’attuale
struttura portuale in turistica e peschereccia e
prevedere a nord della stessa una nuova struttura
come porto commerciale;
4 - In attesa della costruzione della parte
commerciale, giusto che tale funzione resti
integrata nel costruendo porto turistico;
5 - Si tenga anche conto dell’allargamento del
lungomare e della previsione di ampi parcheggi
per favorire le operazioni delle navi traghetto e
da crociera.
Turismo nautico: industria del 2000
Lo sarà per Riposto e l’hintarland!
Espongo un’altra mia perplessità. Il porto turistico in realtà è composto di due bacini: uno
comprendente la Portineria e i Servizi generali,
cioè Club nautico, negozi, bar, sanità, pronto soc-
Pagina 38
corso, dogana, ecc.; mentre il secondo comprende
il Capannone di lavorazione con annessi uffici
tecnico-amministrativi e funzioni di attività cantieristica, rimessaggio, Torre di controllo e Centrale
tecnologica composta di centrale elettrica, idrica e
termica. È chiaro che la gestione del porto esercitata
da più Enti, con la suddivisione netta dei servizi tra
i due bacini, sarà difficile. Quindi sarebbe più giusto che una sola Società si prendesse carico della
costruzione del porto nel suo complesso. Se non
avesse la capacità finanziaria, potrebbe aumentare
i capitali con l’inserimento di altri azionisti, magari
con la partecipazione del Comune, e perché no,
degli stessi concessionari dei pontili.
Comune
di
Riposto
Istituto
Nautico
Riposto
Provincia
Regionale
Catania
Muoversi per mare
Turismo nautico: industria del 2000
Circolo Ufficiali
Marina Mercantile
Riposto
Infine, e questa una mia personale convinzione,
chiunque costruirà il porto, o lo gestirà in qualche
modo, dovrà ricompensare la collettività ripostese,
tutta e non solo quella che vi troverà lavoro, per il
vantaggio di trovare una struttura realizzata con
contributi, anche economici, da parte dei nostri
nonni, padri e di noi stessi.
Le sorti di un paese sono legate alle capacità
dei suoi uomini politici che, chiamati a misurarsi
quotidianamente con i problemi e i bisogni della
gente, sappiano vedere e capire più degli altri.
Ebbene, Riposto ha di questi uomini e quindi
restiamo in fiduciosa attesa del loro operare.
Non so se avete notato che questa relazione è
iniziata con una immagine di mare mosso ed è finita
con una di mare calmo.
Che sia di buon auspicio.
Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
Interventi di:
Carmelo Auditore
Enrico Carbone
Vincenzo Di Maggio
Sebastiano Fresta
Giovanni Granata
Filippo Patti
Gaetano Ragunì
Gaetano Sodano
Girolamo Barletta
Francesco Copani
Don Stefano Pavone
Giuseppe Giarrizzo
Orazio Licciardello
Maria Previtera
Salvo Sessa
Aurelio Strano
Lio Tomarchio
Pagina 39
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile
Riposto
95018 Riposto (CT)
Corso Italia, 70 - Tel. (095) 934.319
E-mail: [email protected]
Internet: www.artemare.it
Codice Fiscale: 83003080872
Illustre concittadino
Le chiediamo cortesemente un piccolo impegno, un breve scritto su uno dei temi sotto indicati,
che ci permetterà di avere la Sua autorevole firma su una nostra prossima pubblicazione.
Questo Circolo, avendo consapevolezza della realtà socioeconomica locale e con la piena
convinzione che le tradizioni marinare sono valori da coltivare ed esaltare ai fini della ricerca di
nuove vie per la rinascita di tutto l’hinterland ionico-etneo, promuove ed organizza dal 1975 il
Premio Nazionale Artemare.
A ricordo dei venticinque anni della manifestazione si vuole pubblicare un volume intitolato
“Riposto, Porto dell’Etna: quale futuro?”.
Il volume sarà articolato in più sezioni. Nella prima saranno pubblicati i lavori relativi agli
argomenti trattati nel corso dell’interessante convegno “Muoversi per mare”, svoltosi il 26 febbraio
u.s. nel salone della Biblioteca comunale. Tale convegno, promosso dal Comune e dalla Provincia
Regionale con la collaborazione dell’Istituto Nautico e del nostro Circolo, ha avuto lo scopo di
sentire i pareri di persone competenti su come sfruttare al meglio le potenzialità del porto nella
previsione che il turismo nautico diventi l’industria del 2000.
In un’altra sezione saranno ripercorse le tappe più significative della storia del Premio Nazionale Artemare, elencando le iniziative realizzate e riportando quanto è stato fatto, detto e scritto
in difesa del mare e della sua gente.
La parte centrale del volume sarà riservata alle testimonianze scritte da nostri insigni concittadini su argomenti che interessino il comprensorio ripostese e che spazino nell’ambito agrario,
ambientale, artigianale, commerciale, culturale, economico, folcloristico, imprenditoriale, industriale, politico, religioso, scolastico, sociale, sportivo, urbanistico, ecc.
Sappiamo che Riposto ha avuto momenti di splendore e se oggi si trova in una fase di recessione è perché, al declino delle attività economiche che ne costituivano la ricchezza, non ha saputo
trovare soluzioni alternative. Oggi Riposto vanta uomini di primo piano in tutti i campi e quindi
dai loro scritti, riferiti, indifferentemente, ad avvenimenti di ieri o di oggi ed anche a previsioni
d’eventi futuri, la nostra Comunità potrà trarre utili e validi elementi per migliorare.
Certi della Sua collaborazione, Le porgiamo i ns. più cordiali saluti.
Riposto, Aprile 1999
Il Presidente
(Gioacchino Copani)
Pagina 40
Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
Carmelo Auditore
My Riposto, ... an opinion
...E dopo il 2000 a Riposto!?
La Riposto di domani è la Riposto di
coloro che vogliono sapere dell’origine
dei sentimenti più dolci e profondi del
loro animo.
L’amore per la musica e la poesia
sono sentimenti particolari ed inerenti
al carattere dei ripostesi, derivano da un
miracolo genetico della natura.
In loro vive e fiorisce il genio degli antenati. Bisognerà solo aiutarli a stabilire e
concretizzare le radici del loro passato.
Riposto di ieri
PENSO CHE IL
PAESE DOVE
SI NASCE,
SOPRATTUTTO
QUANDO SI È
LONTANI, È
SEMPRE IL PIÙ
BELLO. COME LA
MAMMA, FA PARTE
DI NOI, DELLA
NOSTRA ANIMA
Un museo di Riposto per salvaguardare
il glorioso passato
con le sue molteplici
tradizioni, le sue attitudini e vicissitudini,
le industrie del mare,
l’arte dei pescatori,
il mare dei naviganti,
l’emigrazione per
il mondo di chi, di
quando, in quanti e
dove.
In passato ho avuto
occasione di ritornare
con tutta la famiglia di New York e New La mia Riposto
Jersey e con tanti amici americani. Che
piacere constatare il loro stupore per il
bellissimo paesaggio di Riposto: fronteggiata dal mare e con l’Etna alle spalle. Le
RIPOSTO
uscite in barca, le interessanti ed informative escursioni in montagna, i pranzi
RACCHIUDE IN SÉ
sopraffini a Torre Archirafi e dintorni,
L’AMORE COLle passeggiate a Taormina, le feste della
LETTIVO DI TUTTI
Madonna del Carmine e di San Pietro, le
COLORO, SIA VICIpasseggiate al porto, sono stati per loro
NI CHE LONTANI,
un gran divertimento.
CHE L’AMANO E
Hanno vantato la mia Riposto più
LA STRINGONO
di ogni altra città visitata in Italia o in
SEMPRE
NEL LORO
Europa. Ancora oggi, dopo tanti anni riCUORE
cordano e mi chiedono di Riposto. Alcuni
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
di loro
sono anche ritornati a rivedere il posto
che hanno trovato tanto “Enchanting”.
Per apprezzare il nostro paesaggio
bisognerebbe vederlo con gli occhi del
forestiero. Dobbiamo capire il bisogno del turista di ritrovare il passato e
dobbiamo essere consapevoli di tutto
ciò che offre la natura che ci circonda e
senza usurpare l’ambiente naturale.
Valorizzare la cucina, le tradizioni, il
mare, la spiaggia, ma soprattutto il calore, il calore e l’accoglienza dei ripostesi
Questa è la ricetta!
Necessario è il porto turistico ove
ormeggiare le imbarcazioni da diporto.
Occorre un ampio ed adeguato parcheggio. Il miracolo sarebbe l’ambiente
pulito, la bianca spiaggia, i depuratori,
il verde lussureggiante. Con alberghi
a prezzi competitivi, circondati dai
profumi della zagara e del gelsomino,
l’economia risponderebbe procurando
un “Plus” economico per tutti.
Migliaia di turisti visitano Taormina
ogni anno. Purtroppo i prezzi di albergo
di prima sono alti. Senza dubbio ottimi
tour operators potrebbero interessarsi a
portare centinaia di viaggiatori a Riposto
come la base per varie escursioni nelle
zone circostanti... inclusa Taormina.
Un Sogno!?
Forse, ma ho scoperto che la realtà
spesso incomincia con un sogno!
Pagina 41
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
... La Riposto del nuovo millennio
appartiene al mondo...
Sì, un passato allucinante, un patrimonio
di esperienze. Un popolo avventuroso,
forse un po’ spericolato, aggressivo nel
voler vivere, conoscere. Esploratori delle
Nazioni del mondo.
Occasionalmente in macchina passo
vicino l’entrata del porto di New York.
La “Belt Parkway” scorre sul lato Est
del “Hudson River”, su una litoraneo
accanto alla quale grandi navi aspettano
per entrare nel porto di New York.
Guardando le
navi, mentre
l’autostrada
corre sotto
il maestoso
ponte
dedicato
al nostro
esploratore
italiano
“Verrazzano”, spesso immagino quanti
ripostesi si troveranno in una o più di
quelle navi.
Anche su navi da crociera, in posti
molto diversi e lontani, spesso si
parla il nostro dialetto con membri
dell’equipaggio diplomatosi al nostro
“Istituto Nautico”.
Quanti Ripostesi per il mondo!
E se tutti i figli di Riposto e i loro
discendenti ritornassero in massa?.
In quanti saremmo a Riposto? Cento,
duecentomila, forse più.
Persone mai viste, vedendo la mia
macchina con la targa “Riposto”, mi
fermano nel traffico di Manhattan per quel
nome, il paese dei loro nonni. E mi dicono
che desiderano andare a visitarlo prima o
poi.
Pagina 42
Ma come ospitare turisti a Riposto?
Come possono scoprire la cultura e
il mondo dei loro antenati, rivedere i
posti dove essi in qualche modo hanno
acquisito la forza necessaria per affrontare
il mondo e la vita?
La Riposto di oggi pare convalescente
dalla perdita del suo passato. Ma bisogna
pensare alla Riposto di oggi per prepararla
al domani.
La Riposto del nuovo millennio
appartiene a tutti i Ripostesi, vicini e
lontani. A quelli che tornano a trovarla per
i ricordi di ieri. Ricordi a loro tramandati
da altri a loro cari. A coloro che hanno
sentito lodare da fantastici racconti i
profumi e gli incanti di una delle più belle
parti del mondo.
... Riposto come base
La Riposto del nuovo millennio
appartiene al mondo e a coloro che
apprezzano il suo glorioso passato e
hanno il profondo desiderio di un suo
migliore avvenire.
Il progetto di costruire il porto turistico
è un’ottima idea purché venga integrata
da una sana e dignitosa gestione
amministrativa che operi al di sopra
dei favori personali. Così Riposto potrà
riacquistare il valore tradizionale e sperare
in un futuro migliore.
Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
Girolamo Barletta
Memorie ripostesi
I
ricordi del tempo vissuto a Riposto, cittadina in cui per un decennio mantenni domicilio e
residenza, risalgono agli anni ’60. Ero ancora scapolo e vivevo di scuola e di chiesa. Di
scuola perché fui prima docente nella media ripostese e poi preside nell’una e nell’altra
istituzione, la “Pirandello” a quel tempo
allogata in un vecchio appartamento attiguo
alla Via Colombo (già Via Messina), e la
“Galilei” che prima di me ebbe illustri capi
d’istituto, come l’integerrimo Alfio Bottino,
ora novantenne in quel di Torino, Ciccio
Capodanno, che ottimo vegliardo si batte
ancora leoninamente per la sua UCIIM,
Graziano Calanna, un gentleman vecchio
stampo, chiamato al Cielo prematuramente,
e, da incaricata, la prof.ssa Maria Di Bella,
donna di Cristo, ossia devotissima alla Chiesa e massimamente caritatevole. Fu mio il
peccato gravissimo di averla trascinata in
campo politico quando la convinsi, invocando il Signore, a candidarsi per il Consiglio
comunale ripostese. Non venne eletta e non se ne dolse. Me ne rammaricai io, che del “misfatto”
ero coscientemente colpevole.
La Chiesa mi ebbe suddito fedele perché, infervorato da don Gino Denaro, riorganizzai nella
Parrocchia S. Pietro l’A.C. di cui fui dirigente locale e poi diocesano nel ramo “Uomini”.
Era arciprete, collaborato da don Gino e da Padre Guarrera, don Sebastiano Grasso, sacerdote
assai pio e battagliero. Innamoratissimo della sua Riposto tanto da far politica aperta a favore
degli uomini che lui credeva capaci, s’intende nelle file della D.C. Ed io fui tra i prescelti. Perché
di me si fidava ciecamente. Mi volle al Consiglio comunale di cui feci parte per due tornate, rifiutando la terza, essendo stato contemporaneamente eletto nel mio paese natio, Linguaglossa, nel
cui consesso civico avevo conticini politici da regolare col mio acerrimo avversario, il comunista
Santo Calì, che poi si rivelò, così come è, grandissimo poeta vernacolo.
I voti di preferenza me li cercava l’Arciprete, ma soprattutto don Gino, che in politica era
ferratissimo. Mi sdebitai, a mio modo, coll’amico arciprete quando con gli altri amici preparai
i festeggiamenti per lui, nominato “monsignore”. Parlai dei suoi meriti al teatro Puglisi presentando l’oratore ufficiale, l’on. Domenico Magrì, che da par suo esaltò bellamente il sacerdozio
cattolico.
Che Consigli comunali quelli di allora! Consessi qualificatissimi: per far qualche nome ricordo
le sfuriate bollenti di Saro Soraci, magnifico direttore del magistero catanese, gli interventi caloro-
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 43
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
sissimi di Vittorio Valastro, figlio del socialistissimo direttore didattico, le orazioni sindacaleggianti
di Sebastiano Russo recentemente scomparso, le implacabili accuse ai nostri amministratori di
Melo D’Urso, ora sindaco, le sforbiciate cattivelle di Carmelo Salice, oppositore intransigente,
socialista incallito... E tra i miei correligionari la figura tipica, inimitabile di Armando Patanè, la
straordinaria preparazione nel settore finanziario di Roberto Leonardi, l’oratoria brillante di Ercole
Donato, aspirante sindaco, mai soddisfatto, le lagne continue a favore della sua Torre di Umberto
Vasta, le implacabili requisitorie di Nino Galeano, siciliano doc, gli appelli alla pace dell’ing.
Peppino Di Maria tanto accorati ch’egli davanti al tricolore nazionale si commuoveva sino a vere
lacrime e baciava genuflesso la “gloriosa” bandiera. Sue erano anche le orazioni funebri davanti
alla bara di “notabili” i cui parenti reclamavano il “discorso” dell’ingegnere. E gli alfieri delle
frazioni, i compianti Alfio Russo e Saro Calì di Carrubba che toccarono il cielo con le dita quando
scegliemmo sindaco nel ’70 il flemmatico, ma acutissimo, Turi Patti, ora “defensor civitatis”.
Ma il padrone della navicella democristiana era l’infaticabile Nino Caragliano che fu sindaco
quando io non feci parte del Consiglio, perché nel ’70 fu eletto al Consiglio, ma optò per la carica
di Consigliere provinciale, lasciando in eredità politica la sedia sindacale all’amico Patti.
Con Nino ebbi duri scontri in seno al partito, lui draghiano di ferro, ma prima ancora fanfaniano, io centrista scelbiano, targato Pippo Russo. Che maratone al Consiglio! Lì i Democristiani,
litigiosi nel Partito, eravamo unitissimi, tanto che Patti resistette sindaco per un quinquennio con
un solo voto di maggioranza.
Ma Nino si faceva voler bene, perché al carattere duro del politico di razza aggiungeva un fine
tocco di umanità verso amici ed avversari. Bisognava saperlo prendere e colloquiare con lui a
viso aperto. Senza ipocrisie.
Fu memorabile lo scontro per varare la candidatura a sindaco di Pippo Denaro che apparteneva
al gruppo centrista. Molte le avversità al candidato, alcune oneste, altre dettate solo da spirito di
autentica sopraffazione politica. Ma Denaro fu sindaco onestissimo e laborioso. Tanto onesto che
pagò di tasca sua con cambiali mensili un debito contratto alle sue spalle da loschi funzionari per
una quantità considerevole di disinfettante forse mai arrivato. E con l’amministrazione Denaro
che io sostenni a spada tratta di cose belle a Riposto se ne fecero tante! Malgrado gli oppositori
interni ed esterni al partito con il sindaco fossero duramente polemici.
E come non ricordare Ciccio Scrofina, ancora nel cuore di molti Ripostesi insieme all’altro
Ciccio, il gentiluomo Di Pino più volte chiamato alle responsabilità della massima carica?
Ciccio Scrofina, primo sindaco dell’era democristiana, dai banchi di Consigliere sparava a zero
contro quelli che egli riteneva fossero i detrattori di Riposto. Memorabile il suo intervento sulle
“res angelorun” (i “strunza d’angelo”)! Si discuteva nel civico consesso del progetto di fognatura
che sarebbe dovuta sfociare nel mare di Riposto. Ciccio divorato dalla bile esplose come una Santa
Barbara. Che volete - chiese al sindaco del tempo e all’assemblea - che i Ripostesi si debbano
mangiare le “res angelorun dei Giarresi”, ossia la cacca dei cugini di Giarre?
Caro Ciccio, indimenticabile soldato democristiano! Perché il cuore del buon maestro era per
la D.C. anche quando per far dispetto al rivale Donato, egli militò in una lista civica patrocinata
dall’irriducibile Nino Galeano.
Ma a far politica in quel tempo ci si divertiva. Moltissimo. Perché parlare in un consesso tanto
qualificato e dibattere a volte sino a notte inoltrata i problemi di Riposto era un piacere impagabile.
Certo si faceva notte, ma all’alba del nuovo giorno ci si rimpinzava col pane caldo condito con
olio e sale e pagato di tasca nostra. Che tempi, tanto diversi da quelli attuali, ora che la politica è
diventata un nome vuoto, senza soggetto.
Di problemi se ne dibattevano a iosa, ma primeggiava sempre tra maggioranza e opposizione
Pagina 44
Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
il problema Porto, la grande inappagata aspirazione dei veri Ripostesi. Il porto, il porto... Il suo
completamento. Andammo tutti in delegazione a Palermo, ma di orecchie pronte ad ascoltarci
ne trovammo poche, perché il porto commerciale a Riposto i Catanesi non lo vogliono. Allora
come ora. Il porto turistico di cui ora si parla è solo un ripiego. Speriamo che non resti una sogno
irrealizzato.
Riposto è città che merita ogni considerazione. Ripenso con grande nostalgia gli anni vissuti
tra gli amici del mare. E se torno spesso in pescheria, mi trovo a mio agio tra i pescatori e gli
amici. Mi ricordano sempre i comizi, quelli ruggenti quando presentavamo i comunisti come
mangiapreti, quelli fittissimi di popolo quando ci battevamo per i problemi della Comunità. Una
volta parlammo dal podio tutti: per il porto. Dal sindaco Patti ai consiglieri dell’opposizione. Una
grande assemblea popolare come ora non se ne vedono più.
Sul podio salì oratore fremente in una certa occasione anche il sacerdote Denaro. Organizzò
un fittissimo corteo e dalla sua parrocchia intestata alla Madonna venne in Piazza San Pietro a
gridare il suo sdegno contro i politici che di quel quartiere se ne impipavano. Giurò odio eterno
contro i nemici della sua gente ed ebbe applausi scroscianti e forse dalle gerarchie diocesane
qualche rimbrotto. Non se ne dolse perché don Gino di quello che faceva non si pentiva mai.
Anche quando negò di ricevere il potentissimo ministro Scelba. Fece dire che non era in parrocchia, ma gridò tanto forte il suo diniego che all’esterno si sentì urlare: “Ditegli che il parroco è
assente”. Battagliero don Gino, come tanti galantuomini che mi onoravano della loro amicizia.
Come Giovannino Brischetto, Pietro Nicotra, Saro Calì ... tanti vivi, altri nel mondo dei più. Ed è
bello con i coetanei rivangare il tempo antico. È la malattia degli anziani. Un ricordo del passato
è come una pillola di buona salute.
********************
Il prof. Girolamo Barletta è stato preside di Scuola Media a Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Acicatena e Riposto. Dal 1974 al 1998 è stato preside del liceo-ginnasio “M: Amari” di
Giarre.
Collabora attivamente con il quotidiano “La Sicilia” di Catania e dirige dal 1999 il “Gazzettino di Giarre”.
Ha pubblicato:
- «Usi e costumi delle genti dell’Etna» - (1ª edizione) - Galatea Editrice, 1975
- «Sul filo del ricordo» - Ed. La Rocca, 1984
- «Attilio Castrogiovanni: l’uomo della rabbia» - Ed. Bracchi, 1987
- «Il nome delle strade» - Ed. Bracchi, 1988
- «Usi e costumi delle genti dell’Etna» - (2ª ediz. riveduta ed ampliata) - Ed. Bracchi, 1992
- G. Barletta - P. Daniele, «Santo Calì, il professore» - Ed. Bracchi, 1992
- «Amarcord (nomenclatura jonico-etnea)» - Ed. Bracchi, 1993
- «Memorie (figure, mestieri, costumi del passato)» - Ed. Bracchi, 1993
- «Amarcord 2 (nomenclatura jonico-etnea)» - Ed. La Rocca, 1994
- «Breve storia del separatismo in Italia» - Ed. Bracchi, 1995
- «Angolo Antico» - Ed. Bracchi, 1996
- N. Mineo - G. Barletta, «Miscellanea» - Ed. Bracchi, 1996
- «Lettere al Direttore» - Ed. La Rocca, 1997
- «Pianeta scuola» - Ed. Bracchi, 1998
- «ADDIO, CULTURA DEL RISPETTO» - Ed. Armando Siciliano, 2010
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Enrico Carbone
Dalle vestigia del passato speranze per il futuro
A
i margini della palude, dove rigogliose crescevano le canne dai pennacchi spocchiosi e
i giunchi dalle foglie cilindriche in mezzo ai quali sibilavano le bisce e le rane, la sera,
elevavano un coro acido di grida, ma in terra sana, dove gli usignoli incessantemente
modulavano lunghi gorgheggi e tubavano le tortore, sorse uno dei primi nuclei di Riposto che già
allora per la posizione felice di un hinterland ricco di boschi, era destinato ai commerci su un mare antico, azzurro
e subito profondo.
A qualche miglio di distanza, sulla sporgenza della costa
a Sud, un altro borgo, anch’esso ricco di canneti, si specchiava nel mare lindo, il borgo di Torre Archirafi, destinato
a essere delfino, che gli Arabi chiamarono Ayn al Qasab.
Dalle falde altissime dell’Etna scendevano i boschi
fin quasi a lambire l’azzurrità equorea della riva. Ampie
chiazze di terra che l’uomo aveva disboscato, da vergini e
intatte, arate e irrigate dalle acque limpidissime di pozzi
e di ruscelli argentei, furono fatte feconde e ubertose di
frutti della terra dai mille sapori e dalla fragranza tenera
e maliosa.
Si strinsero le case alla chiesa che era allora guida severa
nella vita e porto da cui partire per traversate nell’eternità
del tempo.
Quelle prime case di pescatori furono costruite sulla
battigia, ai limiti incerti della terra e del mare che ora si
ritrae per la marea bassa e per l’assenza assoluta delle onde ed ora avanza per un richiamo di luna
che ne attira la massa ad un cielo impossibile ad essere raggiunto se non per le luci delle stelle
che cadono da quelle altezze iperboree e silenziose sulla superficie crespa e accendono di guizzi
quella distesa mobile, fattasi nera, da azzurra che era, per la notte.
Case simili a vascelli, costruite tra la certezza solida della terra affiorata e la distesa liquida di
un elemento senza netti confini, in movimento perenne, ora calmo e solenne ora ululante e invasivo
delle estreme altezze dei cieli e degli spazi terrestri. Un mare che, anche quando è quieto, morde
con la salsedine gli intonaci che, divenuti friabili, si sgretolano, mostrando il fuoco spento dei
mattoni incastonati tra pietre squadrate di basalto e rotonde di mare. O se spinto dai venti d’autunno e invernali di Scirocco e Levante, quel mare con onde altissime che rotolano mugghianti
sulla spiaggia spianata, entra inarginabile nei vicoli stretti e nelle stanze terranee, sloggiando,
fin che dura la furia, quella schiatta testarda di pescatori e di marinai, amorosamente insensati,
che le case avevano voluto su quella combattuta striscia di terra come se ogni attimo della vita
non volessero o non potessero vivere senza il respiro del mare oppure a guardia, dubbiosi che un
qualche dio invidioso quel mare volesse rubare ai loro mestieri. Quella striscia ambigua di terreno
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Riposto 2000: quale futuro?
che non appartiene né al mare né alla terraferma dove si combatte la perenne e maestosa guerra
dell’elemento liquido instabile, tormentato in superficie dai venti, contro la spiaggia immota eppure
fremente, alla quale quella liquida furia, nello stesso tempo, dà e toglie, rotolando sassi levigati
cozzanti, mentre che si arrotola e si svolge gonfia di forza contro le case immobili e poi arranca
schiumosa fino ad investire i muri perimetrali e gli usci e a penetrare nell’intimità delle stanze,
sconvolgendo i ritmi delle veglie e del sonno agli uomini e poi ritorna, tranne quella stagnante
nelle case, per un altro assalto, all’ampio mare, trascinando a ritroso parte di quei levigati sassi
che, dagli abissi della riva, aveva, qualche attimo prima, spinto e posato su un più alto sito.
Allora quando infuriava la tempesta e le onde si alzavano in cerca del cielo, il mare era deserto
di alberi, di scafi, di vele e di remi di bastimenti.
Ma quando il mare era placido, le navi che avevano sostato allo scalo, salpavano, tutti i porti
toccando del Mediterraneo: Venezia e Tunisi, Bisanzio e Napoli, Genova e Tiro, Amalfi e Palermo, e poi del mondo.
Per le operazioni di imbarco delle merci si traevano a riva i bastimenti, complici le maree, a
forza di braccia, di argani e di funi robustissime. Oppure il carico si faceva con barche che andavano dalla riva alle navi in un mare calmo e non furioso, ché nessun bastione era stato ancora
costruito a rompere con la mole massiccia la furia delle onde e a rendere sicure le navi dai venti
e dai naufragi.
Però contro i pirati saraceni erano state costruite le torri di vedetta e di difesa dalle quali venisse
dato l’allarme qualora i due soldati e il caporale che vi alloggiavano, vedessero all’orizzonte o,
prossime a rive lontane, veleggiare legni di pirati che avessero intenzione di razziare il territorio,
di usare violenza alle donne e uomini forti e donne leggiadre imprigionare e vendere ai mercati
degli schiavi di Tunisi e Biserta.
E a breve distanza l’una dall’altra due torri svettavano nel territorio del nostro comune, una nelle
campagne di Torre Archirafi e un’altra sulla riva sinistra del torrente Mangano, mentre il castello
di Torre, per la furia del mare e per i bradisismi, diruto si inabissava fra le liquide onde.
E poi.
Era una giornata di sabato del mese di aprile dell’anno 1752 quando dinanzi a mille uomini di
milizia urbana squadronati su tre file, nel luogo oggi chiamato largo Laviefuille, alla presenza
di don Giuseppe Salomone, ispettore delle torri del regno, dei giurati, degli ufficiali e dei capi
ecclesiastici della contea di Mascali si svolse la cerimonia della posa della «prima pietra» di una
nuova e ultima torre contro le scorrerie piratesche nella spiaggia dove convergevano le merci da
ripostarsi e da estraersi che davano all’erario reale un reddito di 14.000 scudi l’anno.
«Nel principio del prossimo trascorso aprile, in giorno di sabato» – scrive il marchese di Villabianca in un suo manoscritto riportato da S. Mazzarella e da R. Zanca ne: “Il libro delle Torri”
edito da Sellerrio nel 1985 - «nel sito dove stati erano discavati i fossi per li fondamenti della
torre, ritrovossi alzato dirimpetto all’oriente un tosello di velluto ponzò, trinato d’oro, sotto il
quale esposti vi erano li ritratti dell’augusta regnante felice coppia, di sotto a’ quali quello vedeasi
del principe governante… Sotto il tosello, sopra di un tavolino coperto di damasco, era posata
un’urna di marmo con dentro una lamina di vincisbech. Circa le ore dodici, la mattina, venendo
il Salomone in compagnia delli giurati, officiali e capi ecclesiastici della città di Mascali, arrivato
che fu al luogo, dove innalzato era il tosello, inchinati li ritratti esposti, prese l’urna di marmo e
presentatala al capo ecclesiastico di Mascali, pregollo di benedirla. Il che ritualmente fu fatto; e
dopo, serrata l’urna, che legata stava ad un cordone di seta ponzò, il Salomone istesso la lasciò
cadere a poco a poco sino al basso fondo del fosso, cavato in centro, dove fabbricarsi dovea la
torre. Gridando fra tanto tre volte ad alta voce “Viva il re”, e facendo segno col cappello, seguirono
altrettante scariche di fucili di tutta guella schierata milizia…La lamina di vincisbech, che stava
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
nell’urna di marmo, conteneva nella parte di sopra in mezzo incisa l’immagine dell’Immacolata
Concezione di Maria e la seguente iscrizione:
IMMACULATAE MARIAE VIRGINIS CONCEPTIO
TUTATUR ET PROTEGAT.
REGNANTE CAROLO BORBONIO ET AMALIA WALBURGA,
SASSONICA, AUSTRIACA,
GUBERNANTE DUCE EUSTACHIO LAVIEFUILLE, PROREGE;
FUNDAMENTA JECIT
ANNO MDCCLII.
Nella parte di sotto della lamina vi stavano poi li seguenti versi per augurio felice ed attenzione
del Salomone:
CARLO ED AMALIA IN SICILIA REGNI,
TANTO CHE L’ACQUA MONGIBELLO SPEGNI;
REGGA VIEFUILLE TANTI DI’ GIOCONDI,
SINCHÉ IL MARE TUTTA SICILIA INONDI.
SERVIRÀ SALOMONE AL RE E AL REGNO
MENTRE AVRÀ VITA DAL CIEL, FORZA E
SOSTEGNO.»
Una volta giunta la costruzione celermente al primo ordine vi furono murate due lapidi. Una
a forma di scudo coronato che conteneva le seguenti parole:
Laviefuille
Dedit et nomen et formam
MDCCLII
Ed un’altra, situata sotto lo scudo, di forma bislunga sulla quale era incisa la seguente
iscrizione:
Ne furente Neptuno iterum dirueretur,
et publicae utilitati ut melius consuleretur,
principe jubente,
D. Joseph Salomone, patritius siculus,
huc transtulit
MDCCLII.
«Perfezionata la detta torre» dice ancora il marchese di Villabianca «sarà una delle più belle
del litorale di Sicilia.»
Poi venne il tempo del vino.
A Riposto le viti erano coltivate in pianura, senza terrazze, fino alla riva del mare. Vitigni bassi,
contorti e nodosi a breve distanza l’uno dall’altro. Già ad agosto i grappoli folti di acini vellutati,
trasparenti rossi o anche verdi e biondi come pupille chiare di fanciulle, pendevano tra pampini
distesi e tralci incurvati. Di li a poco sarebbero arrivati i vendemmiatori.
E l’uva, durante faticose e gioiose giornate di vendemmia veniva portata coi cesti nella gran
vasca dove, schiacciata da piedi nudi, cadenzati schizzava ogni liquido fuori dalla scorza che
assieme agli acini si faceva poltiglia mentre l’umore brioso già odorava di spirito.
E allo scalo di Riposto vicino alla antica chiesa della Lettera e in tutta la spiaggia scendevano
dai paesi dell’Etna carri lunghi e stretti tirati da muli e da cavalli, sui quali trovavano posto le botti
di vendemmie a quote più alte, dai vini corposi color rosso sangue, i vini forti di Solicchiata, di
Passopisciaro e di Verzelle, quelli di Randazzo e delle contrade di Linguaglossa, le cui viti, con
le radici dai terreni sciarosi, traevano il fuoco del vulcano e lo tramutavano in liquore generoso
e dall’altro versante i vini di Sant’Alfio e di Milo anche essi con brividi di magma nel corpo. E
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Riposto 2000: quale futuro?
nell’ombra profonda delle cantine dello scalo venivano rinchiusi i vini giovani, ribollenti, spiritosi
in attesa di prendere il largo verso tutte le contrade del mondo.
Nettare inebriante che, racchiuso in botti artigiane, portava ovunque, unanimemente lodato, il
nome di Riposto.
E nello stemma che illustra coi simboli la nostra storia vi è il compendio dei tempi: il sole caldo
che irradia benefico in un riquadro e, in un altro, il grappolo d’uva corposo, pieno, adornato dalle
pampine verdi, e nel riquadro in basso a sinistra la torre a guardia delle nostre terre e, in alto al
lato opposto, il bastimento a vela che taglia intrepido le onde.
Intanto oltre le strade e i vicoli stretti che andavano da Pagliara a Scaricello, dove addossate alle
case basse dei pescatori si ergevano i palazzi borghesi, alteri e adorni di facciate e di balconature
barocche, di lesene e di archi, dal mare correva lo stradone alla montagna, con ai lati i grandi palazzi
con gli stemmi che dalla marina a poco a poco durante gli anni risalivano il corso, riempiendo di
case la campagna, andando incontro al centro di Giarre e ai suoi tanti quartieri da cui per spirito
di libertà Riposto si disgiunse quando tanto più i due centri erano vicini.
E sorgevano la casa della comune e il mercato e la pescheria dalla leggiadra architettura a
colonnine e a grandi vetrate con i fregi in alto ad indicare nel medesimo sito luoghi diversi per
il commercio dei frutti della terra e del mare: MERCATO, tra due cornucopie ai lati, dalle quali
trabocca l’abbondanza dolce dei frutti, e PESCHERIA. E nello spazio ristretto della pescheria
ogni giorno, tra gli sguardi sorpresi di una moltitudine errante, si celebra il rito pagano della morte
gioiosa e crudele. Nelle cassette o dentro i secchi o sui banchi di vendita ancora vivi varie specie
di pesci, di molluschi, di mitili e crostacei si contorcono in sussulti tesi a incamerare un ossigeno
che i loro organi di respirazione non sono in grado di utilizzare fuori dall’acqua. A volte qualche
pescivendolo strappa il cuore che ancora pulsa da piccoli pescispada o da suri e lo posa sul banco di vendita perché tutti comprendano la freschezza del pescato. Intanto le aragoste agitano le
lunghissime antenne e gli astici tranciano l’aria con le tenaglie possenti a difendersi inutilmente
da una morte ormai certa in una agonia che meraviglia e attira i compratori che poi, a pranzo,
magnificheranno agli ospiti la freschezza del pesce, commestibile eroe del loro racconto, e gli
ultimi suoi inutili sussulti.
E le rondinelle di mare spiccano voli di fuga ma ripiombano sul pavimento piuttosto che nelle
acque del mare e i polpi e le polpesse tentano di scavalcare, a volte riuscendovi, i bordi dei secchi
in cui sono tenuti in attesa dei compratori ma immancabilmente ed impietosamente sono ricacciati
nell’acqua angusta del secchio o della vasca, dove emettono una nuvola di inchiostro nero come la
morte imminente che li attende. Né mancano sui banconi di vendita i colossi del mare: pescispada
e tonni che vengono sezionati e posti in vendita come su quel vaso greco al museo Mandralisca
di Cefalù. La scena è uguale sebbene dipinta venti e più secoli prima. Il tonno irrigidito nella
morte, la testa staccata spettatrice appartata, gli occhi rotondi, imperturbabili, pazienti, rassegnati
ai colpi di mannaia che ne squartano il corpo azzurro e argenteo predato negli abissi, inerme con
stratagemma e raggiri: gli ami e le reti. E come allora il venditore stende la mano a ricevere il
prezzo dell’inganno incolpevole poiché allora ed ora era ed è lecito che il tonno sia pescato e
fatto a pezzi e poi condito con aromi sulle braci o rosolato nella padella con cipolle fritte e che
se ne lodino le virtù delle carni fresche e la scelta delicata del taglio.
In quel luogo immerso in un tempo privo di secoli, di lustri e di anni, scorre l’eternità del contingente e si consuma il rito del perpetuarsi della vita dalla morte secondo una logica concreta.
E la massima chiesa, la Matrice, si prospettava con le colonne e i fregi della vetusta chiesa romana di San Giovanni in Laterano la cui facciata riproduce sebbene a tre navate e non a cinque
come quel massimo tempio romano.
Andando dunque da Nord a Sud nei vicoli di Pagliara e di Scaricello, negli orgogliosi palazzi
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
di via Messina e di Torre Archirafi, di via Umberto e di Corso Italia è narrata la storia della città,
nei magazzini ormai diruti la cronaca dei suoi antichi commerci, nel mare il coraggio dei suoi
naviganti, nelle torri oggi nascoste in proprietà private, di cui si perderebbe anche la memoria,
se non ricordate dalle opere d’ingegno, le ansie delle nostre genti per gli assalti dei pirati turchi
e nella chiesetta della Sacra Lettera, il nostro tempio più illustre, emergono dal tempo la nostra
storia e la nostra arte più antica con il tesoro nascosto e sconosciuto, con gli antichi cori intarsiati
smanciati dalle tarme, con gli argenti sbalzati da orafi acesi e messinesi, con i tessuti finissimi
ricamati a oro, testimonianze non godute di storia e di arte che vanno valorizzate ed esposte, in
piccolo ricco museo, e non nascoste e svilite dalla sconoscenza. Così come vanno restituite alla
comunità ed al mondo le torri di vedetta, vestigia dei nostri secoli trascorsi, da sempre inaccessibili,
nascoste da cancelli privati. È necessario che vengano anche dalle vestigia del passato feconde
speranze di sviluppo turistico.
Intanto il mare e il sole sono gli stessi: robusto e caldo, come sempre, il sole, odoroso di alghe,
come sempre, il nostro mitico mare.
********************
Il prof. Enrico Carbone, nato a Giarre-Riposto è laureato in materie letterarie, ha conseguito
l’abilitazione all’insegnamento di Italiano, Storia e Geografia negli Istituti di Istruzione Secondaria
di 2° grado e di Latino nei Licei e negli Istituti Magistrali.
Direttore didattico dal 1979 nelle sedi di Castiglione di Sicilia, Acireale 3° Circolo, Mascali e
Giarre 2° e 3° Circolo didattico.
Ha avuto conferita dal Presidente della Repubblica l’onorificenza di “Cavaliere dell’Ordine al
Merito della Repubblica Italiana”.
È iscritto all’albo dei Giornalisti di Sicilia. Oltre che con il “Giornale di Sicilia” collabora con
altre testate.
Ha pubblicato.
- “Il filo di Arianna”, Siciliana Intur s.n.c. Editrice, Giarre, 1991;
- “Un amore chiamato Sicilia”, Edizioni Greco, Catania, 1993;
- “Iride”, Edizioni Greco, Catania, 1996;
- “Catania - Cronache dal tempo”, Bonanno Editore, Acireale, 1997;
- “Franco Battiato - Evoluzione - Intervistato e raccontato da Enrico Carbone”, Bonanno
Editore, Acireale, 1998;
- “Eros e Psiche”, A & B Editrice, 1999.
Della sua opera si sono interessati ed hanno scritto i chiarissimi professori dell’Università di
Catania Nicolò Mineo e Rosario Contarino.
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Riposto 2000: quale futuro?
Francesco Copani
Riposto, la scuola del 2000
N
e parlano tutti i giornali, ne trattano quotidianamente i media. Pare davvero che la
scuola sia al giro di boa. Verso una nuova struttura con il “riordino dei cicli”, verso una
nuova didattica con i “saperi essenziali”, verso una gestione localistica dell’istituzione
con il regime autonomistico. Trinciare giudizi sul nuovo corso è perlomeno prematuro. Le riforme, piccole o grandi che siano, si valutano a maturazione
avvenuta. Quando cioè i prodotti culturali acquisiti risultano
ben evidenti e perciò valutabili. La parte certamente più
positiva del cammino riformista attiene alla conquistata
autonomia, una meta perseguita da tanti anni.
Evidentemente le istituzioni scolastiche più avvedute non
hanno aspettato la concessione della “sospirata autonomia”
per adeguare la progettazione curricolare, extracurricolare,
educativa ed organizzativa alle istanze culturali, sociali,
economiche del territorio.
Il locale Circolo didattico ad esempio, nel confermare
tutte le attività didattiche che da molti anni riscuotono un
rilevante successo formativo, adesso, per il secondo anno,
in attesa del Settembre 2000 allorquando entrerà a regime
l’autonomia scolastica, sperimenta, in aggiunta, progetti
educativi finalizzati al miglioramento della qualità del servizio scolastico, ampliato anche come
permanenza temporale degli alunni a scuola al fine di dare attuazione al piano dell’offerta formativa elaborato con diligenza dagli operatori scolastici per l’utenza della scuola di base della
nostra città e saggiamente condiviso dagli organi collegiali.
Il percorso formativo comprende progettazioni curricolari ed extracurricolari: l’impatto con la
scienza tecnologica attraverso le attività multimediali, l’approccio al teatro come canale di mediazione culturale di grande rilievo, l’educazione musicale nella prospettiva di un’assimilazione
del linguaggio dei suoni che parla al mondo e del mondo, la pratica sportiva come educazione
allo stare insieme con rispetto delle regole, l’educazione alla lettura perché anche i bambini della
Scuola Materna si innamorino del libro, sussidio indispensabile per la crescita umana e culturale.
Non è comunque l’autonomia la panacea di tutti i mali che affliggono l’istituzione scolastica, ma
sicuramente tramite, perché dalla cultura eternamente ufficiale, paludata ed accademica, si passi,
celermente ad una formazione culturale fondata su ciò che è nostro. Non si cercano ovviamente
rivoluzioni impossibili che, ad esempio, releghino all’angolo i grandi della letteratura o lo studio
delle più note figure del risorgimento italiano.
Ma un posto più consistente alle culture locali bisognerà pur trovarlo. Si immagini per comodità
espositiva l’utile che dalla cultura autonomista potrà venire alla scuola ripostese. Per esemplificare
si pensi all’Istituto Tecnico Nautico, prestigio e vanto della nostra città, che nel tempo ha formato
baldi giovani distintisi per impegno, sacrificio e generosità in Italia ed all’Estero; ciononostante
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
il patrimonio culturale tipicamente marinaro è rimasto estraneo ai percorsi formativi delle altre
scuole ripostesi. Ora è tempo di socializzare le esperienze culturali attraverso la creazione reticolare
di collegamenti tra scuole ed agenzie educative presenti nel territorio; è tempo che la scuola, le
famiglie e le altre realtà educative cooperino costruttivamente fra loro in un rapporto di continuità;
è tempo di ricercare ed apprezzare le nostre risorse culturali e, conseguentemente, appagare le
aspirazioni marinare e turistiche del nostro hinterland.
Ché altro è definire il nostro porto strada maestra per il commercio e per il turismo, altro è passare dalle definizioni teoriche ad uno studio attento e documentato delle nostre tradizioni e delle
nostre potenzialità. Anche il linguaggio in vernacolo dei nostri pescatori può diventare efficace
momento culturale. Di una cultura che dà ai ragazzi di qualunque livello scolastico motivazioni
sollecitanti il loro interesse. Non una geografia ed una storia astratte ed ingombranti, ma nuclei
fondanti di un sapere piantato sull’interesse specifico degli alunni.
Considerato il secolare desiderio di coniugare l’istituzione al mondo del lavoro, quali novità
offre la scuola del 2000 ai nostri concittadini?
L’aspetto più innovativo del sistema è evidente nello sforzo continuo della scuola di dare
un’adeguata risposta ai reali bisogni dell’utenza, alla domanda formativa.
Il mondo reclama dalla scuola un “homo universalis”, ossia un uomo che non sia schiavo di
culturame astratto e specifico. Si desidera una mobilità intellettiva che consenta il passaggio da
un ordine all’altro degli studi con una duttilità professionale che renda i protagonisti del processo
scolastico abilitati a coprire più ruoli nel mondo del lavoro.
Chi vuol restare schiavo di un solo mestiere è probabile che si fermi ai margini della società,
fortemente tecnologizzata, protesa a fare del mondo mediale il ponte verso i nuovi saperi. È questa
la ricaduta delle nuove sperimentazioni scolastiche, questi i frutti che si pretende di cogliere dalle
nuove piante. Ci vorrà del tempo perché i frutti maturino. Anche la comunità ripostese aspetta
slanci rinnovatori, verso il turismo e verso il commercio.
A scuola con progettazioni a medio e lungo termine si lavora per mete pur lontane. Ma già il poter
lavorare per prospettive di rinnovamento è motivo di grande orgoglio e di pesante impegno.
********************
Il prof. Francesco Copani è Dirigente scolastico del Circolo Didattico di Riposto.
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Riposto 2000: quale futuro?
Vincenzo Di Maggio
Sicilia a vele spiegate
Tramonto di un’epoca con un riferimento a Riposto
I
l progresso è stato talora paragonato agli anelli di un’interminabile catena che con il concorso
di altre circostanze ha non poco influito sul modello di sviluppo economico e sociale delle
varie realtà nazionali, caratterizzandolo a seconda del prevalere di elementi omogenei
od eterogenei (quando non addirittura contraddittori) sui
processi produttivi a lungo termine.
Così, se nel 1870 la flotta mercantile italiana occupava il
terzo posto nella graduatoria mondiale, ciò è da leggere come
un dato sicuramente legato alla presenza nel contesto storicoeconomico pre e postunitario di iniziative e progetti mirati a
potenziare un settore - quello, appunto, dei trasporti marittimi
- così da renderlo competitivo ed in grado di fronteggiare
situazioni di crisi sempre in agguato.
Rilevante fu il contributo dato dalla Sicilia all’evolversi
degli scambi commerciali con i Paesi d’oltreoceano. Il
24 giugno 1818, a tre anni dalla conclusione delle guerre
napoleoniche e dopo l’unificazione delle insegne della
marineria mercantile napoletana e siciliana (unica bandiera
con i fiordalisi in oro dei Borboni), il primo legno a vapore
“Ferdinando I” solcava le acque del Mediterraneo. Aveva
una lunghezza di m 38 ed una larghezza di m 6, con 255
tonnellate di stazza ed una macchina di 50 cavalli. Era stato
costruito nel cantiere di Napoli dal francese Andriel impiegando un motore di fabbricazione inglese.
Ma la vera avventura dal sapore epico e leggendario tu quella compiuta nel 1839 dal capitano
Vincenzo Di Bartolo di Ustica, già allievo del Collegio Nautico di Palermo, che col brigantino
“Elisa” di proprietà dell’armatore e uomo d’affari inglese Beniamino Ingham, dopo quasi tre mesi
di tempestosa navigazione, il 22 gennaio di quell’anno arrivò a Boston, con il registro di bordo
a segnare l’attraversamento dello stretto di Gibilterra il 10 dicembre 1838. Nel 1843, l’intrepido
capitano Di Bartolo con la stessa nave e forte della fiducia accordatagli dalla famiglia Ingham
presente nell’isola, ripartiva per Sumatra a caricar pepe nero.
Ma, intanto, nel 1840 a Palermo prendeva corpo sull’onda degli entusiasmi suscitati da queste
imprese l’iniziativa, di certo pionieristica, per la costituzione di una
“SOCIETÀ DEI BATTELLI A VAPORE SICILIANI” con un capitale, per allora cospicuo,
di 35.000 onze (1 onza = L.12,25 oro del 1861) suddiviso in 350 azioni. Consiglieri e soci
sono: Vincenzo Florio, Ettore Aragona Pignatelli, il ripostese Gaetano Fiamingo, esponente
autorevole di un facoltoso casato, ed altri. L’amministrazione per l’esercizio della linea di nuova
inaugurazione Palermo-Messina-Napoli viene assunta dall’inglese Beniamino Ingham, affiancato
come cassiere dal barone Gabriele Chiaramonte Bordonaro. Il comandante della nave a vapore
“Palermo” acquistata in Inghilterra è il capitano ripostese Stefano Trefiletti, che il Fiamingo
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
doveva conoscere bene. L’acquisto di altre navi a vapore richiese nel 1841 il rilevamento della
Fonderia Oretea (il futuro Cantiere Navale di Palermo), ma all’arrivo di Garibaldi in Sicilia la
requisizione sarà inevitabile.
Questa società, che non sortì alcuna privativa in quanto altre compagnie di navigazione a
vapore si costituirono nello stesso periodo, rappresentò senz’altro una tappa importante nel lungo
cammino della riconversione della marineria velica in quella a vapore, ma l’evento più esaltante fu
vissuto dai Siciliani quando il palermitano De Pace, nel 1853, dopo aver acquistato per conto della
“SOCIETÀ SICULA TRANSOCEANICA” la nave “Sicilia” di 1.200 tonnellate e 300 cavalli,
dopo 28 giorni di navigazione giunse a New York. Era la prima motonave in ferro costruita in
Italia e l’avevano tenuta a battesimo i cantieri navali dei F.lli Orlando di Palermo, poi trasferitisi
a Livorno per continuare la loro avventura industriale.
Segnano, questo ed altri avvenimenti meritevoli di rievocazione, un momento di grande splendore
della marina mercantile siciliana che poi, grazie ai Florio ed al loro incontro con l’armamento
ligure (Rubattino) voluto da Crispi nel 1881, convergerà nella “NAVIGAZIONE GENERALE
ITALIANA”, assorbita all’inizio degli anni 30 di questo secolo dal colosso statale IRI.
Alla svolta epocale che si ebbe nel panorama dei trasporti marittimi intercontinentali con il
predominio della navigazione a vapore, non mancò di dare il suo prezioso apporto di esperienza
professionale (con la partecipazione all’inchiesta parlamentare del 1880/81) e di capitale navale
la classe armatoriale consolidatasi a Riposto (v. documento), che tra alterne vicende sopravvisse
fino alla vigilia della prima guerra mondiale, non rinunciando mai a chiedere la costituzione del
porto, che nel caso di Riposto rappresentava una legittima aspirazione.
Entro questa cornice di sviluppo e di impiego equilibrato delle locali risorse, va sottolineato
che il gruppo industriale-armatoriale DE SALVO & FIGLIO molto conosciuto ed apprezzato
all’estero (esportò vini anche ad Hong Kong, Giava e nelle Indie Inglesi), ebbe il suo trend
economico più favorevole dopo il 1880, quando tutte o quasi le strutture industriali, capitalistiche
e finanziarie della Sicilia si erano concentrate nel triangolo Milano-Torino-Genova, attrezzatosi
saldamente grazie anche alle sovvenzioni pubbliche (1885). La crisi divenne irreversibile dopo
la grande depressione economica mondiale del 1929, che con il crollo della Borsa di New York
causò il deprezzamento dei prodotti agricoli, tra cui il vino che da L. 100 scese a L. 20 al carico.
L’infezione della peronospora produsse ancora una volta danni rilevanti alle colture.
Dal marasma generale si salvò la prestigiosa istituzione scolastica incarnata dall’Istituto
Nautico, fucina di valenti capitani della navigazione oceanica. Ma questa è storia recente, che è
stata oltretutto trattata in pubblicazioni e convegni.
********************
Vincenzo Di Maggio, nato a Riposto il 18 febbraio 1938, (da oltre un trentennio risiede con la propria
famiglia a Giarre, dove ha prestato servizio (di insegnamento di Materie Letterarie negli Istituti Superiori,
esercitando nel contempo la libera professione legale. Collabora attivamente con organi (di stampa locale e
riviste ed è autore delle seguenti opere:
-“Alla ricerca (di Callipoli”, in “Memorie e Rendiconti”, Acc. degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale, 1975;
-“Torri della Contea di Mascali”, in “Memorie e Rendiconti”, Acc. degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale, 1976;
-“Viabilità della Sicilia borbonica e strada maestra di Giarre” in “Memorie e Rendiconti”, Acc. degli
Zelanti e dei Dafnici, Acireale, 1980;
-“Profilo di un’antica via romana”, ed. Archeoclub d’Italia, sez. Giarre-Riposto, 1983;
-“Il Santuario della Madonna della Sacra Lettera nella storia di Riposto”, a cura Arciconfraternita SS.
Crocifisso a S.. Andrea Apostolo, 1987, con presentazione del Vescovo di Acireale Mons. G. Malandrino;
-“Il Liberty a Giarre e Riposto”, Ed. Banca Pop. Belpasso, 1988;
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Riposto 2000: quale futuro?
-“L’artigianato nella storia di Giarre”, 1990;
-“Sant’Alfio, la dura conquista dell’autonomia”, a cura Amministrazione Comunale, 1991;
-“Cinquanta Anni della denominazione Ionia, un comune soppresso della Sicilia Orientale”, a cura
Associazione Filatelica Ionia, 1992;
-“La Chiesa di Maria SS. della Provvidenza di Macchia”, 1993;
-“S. Giovanni Montebello, Storia civile ed ecclesiastica”, 150° di fondazione” Diocesi di Acireale, 1995;
-“Le Confraternite laiche nella Contea di Mascali”, 1996.
-“Le edicole votive nel contesto socio-urbano e rurale di Giarre”, 1996, XX Distretto Scolastico, Patroc.
Regione Siciliana).
-“Attività tipografica a Giarre e Riposto tra ‘800 e ‘900”, 1999.
Sugli stessi temi ha tenuto conferenze per conto di Associazioni Culturali locali, regionali e nazionali, ed è
socio fondatore della Società Giarrese di Storia Patria e Cultura.
Per la vastità degli interessi coltivati, il nome dell’avv. Vincenzo Di Maggio figura nel corredo bibliografico
di pubblicazioni universitarie (Dipartimento di Architettura e Urbanistica dell’Università di Catania) e nel
Catalogo dei Libri Siciliani.
Riconoscimenti: “Premio 24 Casali” (Città di Bronte, 1992); Premio Internazionale di Filatelia “Francobollo
d’Argento” (Giarre, 1993); “Garofano d’Argento” (Giarre, 1995); “Targa Speciale” Club Sicilia Nuova
(Giarre, 1996); Benedizione Apostolica “in merito delle opere eseguite” (Santa Sede Roma, 1997).
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Don Stefano Pavone
Amarcord di Riposto
D
egli uomini che per un motivo o un altro hanno avuto un ruolo nella vita sociale,
politica, commerciale, ecclesiale del nostro paese ne è stato scritto da chi con competenza
si è cimentato nelle diverse pubblicazioni che in questi ultimi tempi sono state date
alle stampe.
Questo è positivo perché chi, in campi
diversi, ha ben meritato, è giusto che trovi
ricordo, anche se nella cerchia di una piccola
città.
Mi è stato cortesemente chiesto di dare il
mio contributo per la pubblicazione che il
Circolo Ufficiali della Marina Mercantile
sta preparando.
Chi ha ormai un certo numero di anni da
contare ed ha avuto il dono e la responsabilità
di arrivare ai 2000, potrebbe, se ne fosse
capace, scrivere tante cose, ricordare tanti
eventi e tante persone.
Mi sono appunto rivolto ai ricordi per richiamare alla memoria personaggi su alcuni dei quali
è stato già scritto e su altri di cui forse nessuno mai scriverà.
Bisogna inquadrare questi personaggi nel periodo in cui sono vissuti, periodo che coincide con
quello della mia fanciullezza e della mia giovinezza.
Era il tempo in cui a Riposto c’era commercio e lavoro, il tempo in cui le botti rotolavano con
maestria nelle nostre strade e si allineavano sulla spiaggia, in Via Messina ed anche in Via Umberto,
talvolta fino in Piazza S. Pietro.
Era il tempo dei grandi magazzini di vino, regno incontrastato dei “Capouomo” e dei numerosi
“Vastasi”.
Era il tempo dei martellanti colpi di mazza dei bottai nelle diverse e grandi fabbriche di botti.
Era perciò il tempo in cui il denaro circolava, il tempo in cui un bottaio, con ironia e sfida,
avvolgeva il pesce in una carta da 1000 lire, che allora era un lenzuolo, ma che valeva tanto, prima di
cantare “... Se potessi avere mille lire al mese!” (anche se l’indomani, per una crisi improvvisa, non
avendo risparmiato nulla quando avrebbe potuto, fosse stato costretto a chiedere l’elemosina).
Naturalmente Riposto non era solo dei commercianti, dei possidenti benestanti, di quanti
ruotavano attorno a quelle botti che ingombravano spiaggia, strade e piazze; esistevano anche
zone depresse, come ricordava il 9 gennaio di questo 2000 il Sindaco Carmelo D’Urso nel suo
intervento in occasione del ricordo di Mariano Torrebella. Erano le zone della grande povertà,
non solo materiale, ma anche e soprattutto morale.
Tutti sappiamo del quartiere “Pagliaia”, campo di apostolato e di soccorso continuo dell’Arciprete
Leonardo Patanè, al quale però, in segno di riconoscenza, è stata intitolata una piazza-beffa perché
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Riposto 2000: quale futuro?
nessuno sa che esiste e tanto meno dove si trova e, se non erro, nessuno vi abita.
Ma questa non era l’unica zona depressa; c’erano anche “i caseddi” di Via Concordia e di Via
Zara.
Del quartiere Pagliaia, che oggi non esiste più perché il suo covo era là dove oggi c’è la piazza
e la palestra, oltre che le vie Bordonari, Pagani e Duilio, se ne è tanto parlato e scritto.
Vorrei ricordare alcuni personaggi che abitavano, almeno nell’ultimo periodo, nei “Caseddi” di
Via Concordia: Jana, che era chiamata “a pazza”, anche se non lo era affatto, e quel bonaccione
di suo marito Pasquarello. A quei tempi non era difficile procurarsi al mattino, anziché del caffè,
un buon bicchiere di vino. I magazzini erano tanti ed un bicchiere di vino non era cosa dell’altro
mondo. Girare diversi magazzini e bere, il risultato è di facile comprensione!
Negli stessi caseddi abitava anche “Trentadusoddi” che era buon amico di Jana, amicizia che
Pasquarello non gradiva, onde... le scenate!
Come vivevano? Pasquarello faceva “u pulizza” (il lustrascarpe), mestiere da noi oggi scomparso;
aveva l’occorrente per pulire le scarpe a chi si presentava. Erano tanti allora i clienti e Pasquarello
non era l’unico che esercitava questo mestiere.
C’era poi anche l’accattonaggio, allora molto diffuso, come è diffuso anche oggi, forse più di
allora, sotto forme diverse.
Allora non esistevano le pensioni, tanto meno quelle sociali; chi non poteva più lavorare era
costretto, se non aveva del suo o nessuno lo manteneva, a chiedere l’elemosina.
Le forme più in uso per chiedere l’elemosina erano due. La Domenica alla porta della chiesa;
infatti alla porta del SS. Sacramento, alla fine delle messe festive c’era una fila di elemosinanti
che tendevano la mano. L’altra forma era quella del venerdì; si bussava alla porta delle case e la
parola di riconoscimento era: “Santu Venneri”; si capiva che si chiedeva qualche soldo.
A tal proposito ricordo una donna dall’età indefinita, non era di Riposto, che puntualmente il
venerdì bussava ed era lo spauracchio delle famiglie perché aveva il brutto vezzo, se trovava una
porta aperta entrava e si infilava nel primo che trovava e non voleva più uscire. Il guaio era che
purtroppo portava addosso delle compagnie indesiderate per cui si faceva attenzione nel tenere le
porte ben chiuse, specie il venerdì. La chiamavano, non so perché, “a fricarisa”; chissà da quanti
anni è morta!
Un altro mestiere oggi scomparso era “U porta”. Cosa significava? Premesso che le donne non
uscivano mai per fare la spesa, gli uomini che avevano la fretta di andare a lavorare mandavano a
casa quanto acquistato con questi uomini compensandoli con pochi soldi. C’era “Minicu u porta”,
“Vitu Pataloccu”, “Turi Mirruzzu” ed altri. Ricordo ad esempio Vitu Pataloccu, uomo piuttosto
solitario, amante di un bicchiere di buon vino; non mi pare che avesse famiglia, era anche lui
ospite “di caseddi” di Via Concordia dove è morto (gli ho amministrato l’Unzione degli infermi).
Si ridusse a vivere esclusivamente di elemosina e morì per idropisia.
“Turi Mirruzzu” (citato insieme a Vitu Pataloccu da Santi Correnti in “Riposto nella storia,
nell’arte e nella vita del suo popolo”, pag. 380), personaggio originale, alto, credo, almeno un
metro e novanta, si dava da fare tutto il giorno nei lavori più vari, sempre scalzo (allora però non
era eccezionale); ma lui le scarpe le metteva quando, nelle processioni del Corpus Domini e del
Venerdì Santo, portava la lunga bandiera di una Confraternita, sempre tormentato da una tosse
soffocante, con relative... conseguenze!
Altro personaggio “Nsuddru”. Il suo nome era Vincenzo e molti lo possono ricordare perché,
finché ne ebbe la forza, non cessò di aiutare il suo amico, il poeta Lucio Lupo, a spingere la
carrozzella con le povere cose che questi vendeva. “‘Nsuddru” era quasi cieco, persona buona e
innocua.
Ho citato Lucio Lupo, figura relativamente recente; ne parlo perché egli era anche poeta, dialettale
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
e no, ma è caduto nel dimenticatoio. Di lui conservo una poesia scritta di suo pugno in occasione
della festa degli anziani tenuta parecchi anni fa in parrocchia.
Altra figura, allora discussa, era “l’Africano”, così chiamato per il colore della sua pelle e di
cui non ho mai saputo nome e cognome. Aveva una lingua scellerata. Credo vivesse di elemosina
o di qualche piccolo servizio. Aveva la presunzione di innaffiare i fiori della villetta della chiesa
facendo avanti e indietro con una lattina o con un piccolo secchio dalla fontana che c’era all’angolo
di Via Archimede con Via Concordia, quindi non finiva mai; ma guai a dirgli qualcosa.
Potrei ricordare “a Murina”, mai vista, ma che faceva paura solo a nominarla, e tanti altri; però
a questo punto vorrei voltare pagina per spostare il mio pensiero su un’altra persona dimenticata
ma che non ha nulla da vedere con i sopra citati.
Ci sono ancora tanti che possono ricordare “Ciccinu l’orbu” (Francesco Zappalà). Pensando
a lui mi viene tanta pena e tanta nostalgia. Pena per lui, per la maniera in cui trovò la morte,
nostalgia perché mi ricorda non solo i miei vent’anni, ma tanti amici che ora non sono più e che
rispettavano il caro Ciccinu.
Abitava in Via Cialdini, di fronte l’allora caserma dei carabinieri. Figlio unico e totalmente
cieco, conosceva Riposto meglio di un vedente e camminava spedito e tranquillo senza sbagliare
una strada o un indirizzo. Alla morte dei genitori, ai quali era attaccatissimo, rimase solo e spesso,
sempre da solo, andava a pregare nel nostro cimitero sulle loro tombe, situate nelle celle degli archi
comunali entrando a destra a ridosso del torrente Babbo. Sono ancora là, ma senza le preghiere
e i fiori di Ciccinu.
Teneva in casa un armonium e così suonava e cantava (aveva una bella voce) le canzoni
devozionali di tridui e novene.
Allorché, verso la fine degli anni venti o i primissimi anni trenta (non vorrei sbagliare perché
non ho a chi chiedere e non ricordo bene) l’organista della Chiesa madre, il bravissimo Gaetano
Cristaldi emigrò, se non erro in Argentina, Ciccinu divenne l’organista ufficiale e lo fu fino alla
sua morte.
Come morì Francesco Zappalà? In un afoso pomeriggio estivo fece il suo solito pellegrinaggio
al cimitero per pregare sulla tomba dei suoi genitori; egli era solito rivolgere la sua preghiera
anche per altri defunti le cui tombe andava a cercare senza sbagliare, e in particolare si recava
nella cappella della Confraternita di Maria SS. del Carmelo della quale era confratello. E lì si
recò quel giorno; ma per sua sventura la botola era stata lasciata scoperta da qualche incosciente
e lì cadde. Il custode dei cimitero, Francesco Palmieri, all’ora della chiusura si ricordò di aver
visto entrare Ciccinu ma di non averlo rivisto poi uscire e per assicurarsi andò verso le tombe dei
suoi genitori dove trovò infatti l’ombrello grigio che si usava a quei tempi per ripararsi dal sole.
Cominciò allora a cercarlo fino a quando, vicino a quella cappella dove era precipitato, non percepì
i lamenti del povero Ciccinu. Purtroppo per lui non ci fu più nulla da fare. Trasportato all’ospedale
di Giarre, vi morì dopo qualche giorno: era il 22 agosto 1945 e ... purtroppo dall’ospedale fu portato
direttamente al cimitero senza nemmeno entrare in quella chiesa che per tanti anni aveva servito.
Non solo, ma per la sua morte nessuno pagò, e certo le responsabilità c’erano.
Ricordiamolo nella preghiera e, se volete fare una cosa a lui certamente gradita, per i Morti, una
preghiera e un fiore sulle tombe dei suoi genitori: vi manca da quando lui è morto.
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
Sebastiano Fresta
Rivisitando il territorio della Contea di Mascali
“Bello, grazioso, ameno più di quanto possa immaginarsi è il sito della Contea di Mascali,
contrada ricca di naturali grazie che, l’arte agricola sempre più infiora di nuovi vezzi, per cui a
ragione può stimarsi come la più amena e deliziosa campagna di Sicilia”.
Il territorio che si estende da Nord a Sud dal torrente Mangano a Fiumefreddo e da Est ad Ovest
dal mare Ionio alla maestosa Etna viene alla luce della storia con l’arrivo dei Normanni in Sicilia
intorno all’anno 1100.
Delle precedenti dominazioni di Greci,
Bizantini ed Arabi il territorio conserva
pochi segni e qualche modesta documentazione. Troviamo testimonianze del periodo
Bizantino in una delle chiese del quartiere
dell’Annunziata mentre per il passaggio dei
Normanni ci sono delle tracce nel pozzo e
nel santuario della Madonna della Strada. Il
piccolo quartiere delle Giarre, poi, vanta un
privilegio sulla vendita del vino del periodo
degli Aragonesi.
Ruggero il normanno donò tutte queste
terre al vescovo di Catania l’abate Benedettino Ansgerio - già priore del convento di Santa
Eufemia di Aspromonte - e che aveva portato con sé a Catania per la fondazione di una abbazia,
concedendogli altresì ampia autorità e politica e religiosa su tutto il vasto territorio di 5040 salme
legali (una salma legale è uguale a mq 17.472).
Così, dal 1124, i vescovi di Catania divennero anche Conti di Mascali, il casale già conosciuto
e ricordato, nei documenti antichi, sin dall’anno 600 dopo Cristo, come si rileva dalle lettere del
papa Gregorio Magno al vescovo di Taormina.
Il territorio era prevalentemente boschivo nelle colline, paludoso verso il mare, scarsamente
coltivato attorno all’antico casale.
Gli inquilini del vescovo dovevano consegnare la decima parte dei prodotti della terra e pagare
determinati censi annuali per la coltivazione delle terre.
Nella seconda metà del 1500 il vescovo conte Nicola Maria Caracciolo studiò e mise in atto
un progetto per la valorizzazione della grande piana sia dal punto di vista demografico che
agricolo.
Egli infatti, per mezzo del suo valido Rettore, convocò gli abitanti del casale, nella chiesa di Santa
Maria degli Angeli il 5 ottobre 1558 per stabilire un accordo, richiamare sul territorio contadini e
concedere, a censi molto bassi, il terreno necessario a quanti volessero costruire case e coltivare
terre. La data dell’accordo tra i cittadini mascalesi e il vescovo conte è di notevole importanza
in quanto inizia un processo di esplosione demografica nei numerosi quartieri: Giarre, Riposto,
Torre, Annunziata, Macchia, Tagliaborsa, San Leonardello, Miscarello, Trepunti, Altarello, Milo,
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Dagala, Monacella (superficie: 103 Kmq).
Ogni quartiere ha uno specifico ruolo all’interno del territorio; i più importanti restano Giarre e
Riposto. Giarre infatti indicava il luogo dove tutti gli inquilini della Contea venivano a depositare
le decime dei prodotti nelle “giare” di terracotta; Riposto era il “ripostiglio” della quota dei vini
che spettava al conte, vini che venivano depositati nei grandi magazzini del quartiere.
Nell’arco del ‘600 e del ‘700 molte famiglie di Acireale e di Messina si trasferirono in queste
zone sia perché ottenevano a bassi censi le terre per impiantare i vigneti sia ancora perché questa
grande piana era ricca di acqua e il suo terreno era produttivo e fertile.
Giarre e Riposto sono i centri cardini del commercio, del “traffico marittimo”, dell’artigianato,
dato che Mascali - la vecchia Mascali - si trovava, prima della distruzione dalla lava del 1928, in
collina ed era la sede delle competenze giuridiche ed amministrative del territorio.
Riposto poi per la sua naturale posizione nel centro di un’ampia insenatura del mare Jonio aveva
un modesto scaro per l’approdo delle barche che attivavano un interessante movimento di merci
verso Malta, Napoli, Taranto, Gallipoli, Roma, Civitavecchia, Livorno, Siracusa, Palermo.
Il vino era il prodotto maggiormente esportato oltre alle mandorle, alle nocciole, alle castagne
e a tanti altri generi che, dal vasto hinterland, arrivavano, con i mezzi dell’epoca, allo “scaro di
Sant’Anna”.
La produzione annua era di 160.000 salme.
Giarre incomincia ad emergere dopo che la strada di transito tra Catania e Messina - strada che
prima passava a monte di Giarre, congiungendo San Leonardello con Mascali attraverso Tagliaborsa
- venne fatta passare, nella seconda metà del ‘700, per Giarre centro e la vecchia strada consolare
divenne una strada secondaria per raggiungere Mascali. Nello stesso periodo venne aperto l’attuale
Corso Italia, per congiungere il centro di Giarre con il centro di Riposto.
Questo fiorire di opere e l’incremento demografico dei quartieri sono determinati dal processo
di privatizzazione delle terre e dal conseguente sviluppo dei vigneti.
Il vigneto ha bisogno di braccia lavorative e il territorio della contea rappresenta, attraverso la
geniale operazione di rilancio del territorio operata dai vescovi conti, una ottima occasione di
investimento.
Queste sono le premesse che la borghesia giarrese sfrutta per ottenere l’autonomia amministrativa
da Mascali.
La letteratura storica di questo periodo è ricca di documenti da una parte e dall’altra fino a
quando il 15 maggio del 1815 Giarre viene definitivamente separata, assieme a Torre e a Riposto,
da Mascali con un territorio di 2500 ettari e una popolazione di quasi 13.000 abitanti.
Ma le aspirazioni autonomistiche investono anche il quartiere di Riposto che realizza l’autonomia
nel 1841. Nell’arco del 1900, sempre nel contesto del territorio, si formano due altri comuni
Sant’Alfio nel 1927, Milo nel 1955.
Il nuovo assetto territoriale coincide certamente con un periodo di crescita economica come è
dato rilevare dall’esame dei patrimoni di alcune ricche famiglie borghesi: i Fiamingo, i Calanna,
i Grimaldi, i Gravina, i Macherione, i Grassi.
La presenza poi degli Inglesi in Sicilia e in particolar modo a Messina accelerò questo processo
di crescita e incrementò l’entità del commercio.
Messina acquista i vini da Riposto e le essenza da Mascali. Giarre sviluppa sempre più il suo
ceto emergente e fonda il suo principale reddito sulla proprietà terriera e sulla bravura del suo
artigianato.
La testimonianza di tanto benessere traspare ancora oggi dai motivi architettonici di alcuni
palazzi, dalle case di villeggiatura, dalle chiese situate nel contesto dei due quartieri.
La chiesa di Santo Isidoro a Giarre, della fine del ‘700 - opera dell’architetto napoletano Valente
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
- apre il salotto della piazza Duomo, là dove un tempo stava la chiesuola di Sant’Agata e Santo
Isidoro, voluta dal vescovo conte Monsignor Michelangelo Bonadies che, nel 1681, aveva donato
il terreno per la costruzione.
A Riposto vicino al mare c’è la chiesa di San Pietro, oggi eretta a Basilica, ricca di motivi
architettonici e di tele di pittori dell’epoca. Di notevole interesse artistico sono, all’interno della
chiesa, le stampe della via crucis, il pulpito ed il coro.
Non mancano testimonianze della religiosità del ‘700 come la chiesa della Madonna della Lettera
a Riposto e quelle dell’Oratorio, dei padri filippini e degli agostiniani scalzi a Giarre.
Esse rappresentano un momento di ascesa e di fioritura dell’artigianato e locale e acese che ha
lasciato valide testimonianze della sua presenza.
Ma la storia di questi due centri è anche interessante per il ceto sociale che vi opera sia nel
commercio come nelle attività professionali che denotano un’alta qualificazione culturale della
gente.
Numerose sono infatti le istituzioni scolastiche tra Giarre e Riposto: dal glorioso istituto tecnico
nautico del 1820 alla variegata specializzazione dei settori dell’istruzione tecnica, classica e
professionale.
Oggi questo territorio, così come per il passato, è un centro notevole di studi e di formazione
culturale.
È indicativo infatti che la prima scuola della contea di studi superiori sia stata aperta a Giarre,
dai padri filippini nel 1819. In quella scuola per un cinquantennio, si formarono le intelligenze
della borghesia dell’intero territorio.
Giuseppe Macherione, il poeta il giornalista e il politico del periodo Risorgimentale, gloria e
vanto dei giarresi in quella scuola passò i suoi anni di formazione culturale e religiosa.
La gente di questo territorio è intraprendente e attiva e in questi ultimi anni si è inserita nei circuiti
nazionali ed internazionali con imprenditori ed operatori economici di spiccata qualificazione.
Oggi la scoperta della vivibilità di questo territorio, allietato dalle limpide acque dello Jonio
e ornato dalle cime innevate del maestoso Etna ha richiamato un turismo che è premessa ad una
rivitalizzazione del vasto hinterland, con in testa Mascali, quella nuova, non più sulla collina,
ma nella pianura, affacciata sul mare, ricca della sua storia secolare, che assieme ai suoi vecchi
quartieri, divenuti in gran parte comuni autonomi lancia l’operazione turismo proiettandosi verso
il 2000.
Così, il vasto hinterland - comprensorio sul quale una tradizione scarsamente documentata
colloca la colonia greca Kallipolis - si proietta verso il futuro.
Ben vengano quindi tutte le iniziative che Riposto intende realizzare per dar vita al messaggio
che parte da tutti quegli imprenditori, marinai, vecchi capitani, nostromi, uomini tutti di mare,
abituati al sacrificio che, per una vita, sognarono l’affermarsi di questa stupenda costa del mar
“Ionio” sia per la vecchia marineria del passato, sia per l’avveneristico porto turistico che culminerà
l’attesa di tutto il territorio che considera Riposto e la sua marineria il naturale collegamento non
solo con la nuova Europa, ma anche con tutti i Paesi che si affacciano sul “Mare Nostrum”, il
mare della grande civiltà che fece scrivere pagine gloriose a tutta l’Isola, regina del Mediterraneo,
e a Riposto una gemma del diadema di questa storica regina che fu baciata da tutte le civiltà del
mondo e dai viaggiatori che ne esaltarono le bellezze considerandola come una stella polare del
nostro Mediterraneo.
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
SEBASTIANO FRESTA, è laureato in Lettere ed è stato Preside per 30 anni in Istituti Superiori.
È andato in pensione nel 1989 dopo 40 anni di servizio, insignito del “Diploma di Medaglia d’oro
ai benemeriti della Scuola, della Cultura, dell’Arte” nel 1985 per essere stato fondatore dell’I.T.I.
“Enrico Fermi” nel 1959, nonché primo Preside fino al 1972. Dal 1974 al 1989 passò alla direzione
del glorioso Istituto Commerciale dopo un anno all’Alberghiero di Giarre. A Riposto ristrutturò
l’istituto e portò la popolazione scolastica da 250 alunni a 900. È stato insignito dal papa Pio XII
dell’Ordine dei Cavalieri di San Gregorio Magno nel 1968. Ha dedicato le sue ricerche alle fonti di
Storia della Contea di Mascali di cui ha dato alle stampe la terza edizione. Ha curato la storia religiosa
del territorio ed è “corrispondente” dell’annuario dell’Accademia di Scienze, Lettere e Belle Arti
degli Zelanti e dei Dafnici di Aci-reale. Lavora per una storia degli impren-ditori del territorio,
dell’Ottocento e del
Novecento a Giarre.
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
Giuseppe Giarrizzo
Riposto e l’hinterland ionico - etneo
Insieme ci si salva e ci si sviluppa
V
iviamo una stagione culturale, in cui l’incerto presente registra, esaspera le discontinuità
e non confida nel tradizionale soccorso del passato: il pensiero storico non aiuta, come
spesso in passato, nella ricerca d’identità; mentre stentano a prendere carattere confidente
progetti per il futuro, quando sono indefiniti gli attori e vaghi i percorsi. Per converso, è cresciuta
negli ultimi anni la consapevolezza di comuni destini delle comunità vicine, ed i patti territoriali
costituiscono un terreno positivo di ricerca e di successo
In siffatto contesto, provo a leggere il
‘destino’ di Riposto, che coincide - a mio
avviso - con la capacità del comprensorio
ionico-etneo da Acireale alla valle dell’
Alcantara di attrezzarsi per una politica
diversificata di turismo culturale, tra l’Etna
ed il mare. Due almeno, nello specifico,
le eredità che sono parte della dote con la
quale la comunità ripostese si presenta alla
opportunità ‘notarile’: l’essere stazione di
testa della Circumetnea, che costituisce il
più rapido ed ecologico accesso all’Etna di
nord-est; e l’esistenza del suo porto come
del miglior approdo di quel tratto di costa.
Esiste un inventario delle risorse culturali del
territorio nel comprensorio indicato? Direi
di no, giacché ognuno dei soggetti amministrativi coinvolti ha cercato nei decenni passati (senza
trovarla) un’identità territoriale propria ed una diversa vocazione, separando tuttavia la città dalla
campagna, o assoggettando questa all’urgenza espansiva e speculativa di quella. Il che rende oggi
più arduo il percorso inverso, che è quello giusto - far valere le priorità del territorio, che è per
sé un bene culturale, sulla città che va riordinata entro schemi che muovano dalla campagna (o,
nel caso di Riposto, anche dal mare). Non c’è comunque una via d’uscita migliore dalla presente
incertezza: insieme ci si salva, e ci si sviluppa, o insieme si deperisce, si è rassegnati al degrado.
Il piano urbanistico deve cedere ad un progetto comprensoriale, che dia alle vocazioni di ogni
partner il segno della identità, non separata bensì come apporto ad un comune progetto.
Nessuno dei soggetti coinvolti nel piano territoriale è (riconosciamolo) in grado di ‘imporre’
opzioni, che non siano utili soltanto ma altresì necessarie, agli altri partners. Mentre il conferimento
delle proprie risorse ad un pool coordinato può assicurare ricavi in grado di sostenere un processo
di sviluppo non solo economico dell’intero comprensorio. Mi auguro che questa impostazione
prevalga e che attraverso il concorso dei tanti venga assicurata al mio paese la certezza di un futuro
migliore del più recente passato.
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Giuseppe GIARRIZZO. Nato nel 1927 a Riposto (Catania), laureato in Lettere (1948) e Filosofia (1950),
libero docente in Storia moderna (1954), nello stesso anno ha avuto il premio Viareggio per il libro su
Edward Gibbon e la cultura europea del Settecento. Redattore dell’Enciclopedia Treccani (1951-54).
Research fellow della fondazione Rockefeller dal ’54 al ’57 a Londra, Oxford, Leida, Parigi, dal 1957
insegna Storia Moderna presso l’Università di Catania, prima come professore incaricato (1957-64) poi
come professore ordinario. Dal 1968 è preside della stessa Facoltà: impegnato a dotare la stessa di una
sede prestigiosa, l’ex-Monastero dei Benedettini, donato nel 1975 dal Comune all’Università come sede
della Facoltà, e che grazie agli interventi dello Stato e della Regione è stato restituito allo splendore
originario.
È autore di studi, da tempo riconosciuti fondamentali, sulla storia sociale e intellettuale dell’Europa
moderna, dell’Italia e della Sicilia moderna e contemporanea: David Hume politico e storico (1962);
Le relazioni diplomatiche tra la Gran Bretagna e il Regno di Sardegna (1962); Un comune rurale della
Sicilia etnea. Biancavilla 1810-1860 (1963); Illuministi siciliani (1965-66); il dibattito politico religioso nell’Inghilterra del sec. XVI (1971-72); Luigi Sturzo (1972); Sicilia politica 1943-45 (1975); Il
Mezzogiorno di Gramsci (1977); Mezzogiorno e civiltà contadina (1980); Vico. La politica e la storia
(1981); L’illuminismo e la società italiana (1985); Gaetano Salvemini (1986); Catania (1986); Sicilia
oggi 1950-1986, (1987); Storia della Sicilia, dal Quattrocento al 1860 (1989); Illuministi siciliani (1991);
Mezzogiorno senza meridionalismo (1992); La storiografia del Mezzogiorno moderno (1993).
Condirettore della Rivista Storica Italiana, dirige dal 1964 l’Archivio Storico della Sicilia Orientale, e
dal ’68 Siculorum Gymnasiurn. È fellow del St. Antony’s College (Oxford), ed è stato (1971-72) visiting
fellow dell’All Souls College di Oxford. È vicepresidente dell’Istituto storico Italiano per l’età moderna
e contemporanea (Roma).
Dal 1985 al 1987 consigliere comunale a Catania, è stato vicesindaco ed assessore all’Urbanistica
della città - Membro dal 1982 del Consiglio Reg. dei Beni Culturali, ha contribuito attivamente alla
politica di tutela e restauro del patrimonio culturale dell’isola. Coordina il comitato del Consiglio per i
beni artistici.
Dal 1994 è membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
In piedi: ing. Salvatore Castorina e prof. Giuseppe Giarrizzo. Seduti: presidente del Circolo
Gioacchino Copani e com.te della Capitaneria di Porto Ten. Vasc. Giovanni Gravina
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
Giovanni Granata
Ricordi, energia, ambiente
È
un onore per me scrivere in un libro dedicato a Riposto
ed ai suoi abitanti. Ed è anche normale che, per parlarvi
di me, io scelga due momenti tra i più importanti per la
vita d’un essere umano, e cioè l’infanzia e l’attività professionale.
La nostra infanzia, mia e di qualche fratello più vicino, che ha
gustato la spiaggia ripostese, quale essa ancora esisteva nei primi
anni 50, può riassumersi in questa bella poesia scritta da mio
fratello Gregorio, e tradotta da me - vi confesso con molto sforzo
- in esametri virgiliani. Ve la trascrivo.
Tempo Lontano
Tempo lontano,
giorno afoso di una mattinata d’estate,
sassi bianchi e neri
levigati dal mare,
onde spumose sulla sabbia lavica,
ombrelloni multicolori infilati tra pietra e pietra,
alla breve ombra circolare di questi
varie famiglie e conoscenti in gruppo,
sabbia scottante sui piedi giovani,
occhi vigili di una madre sempre guardinga,
bambini dispersi sulla sabbia porosa
giocano, castelli neri innalzati a difesa
di immaginari attacchi, guerre misteriose
non meno terribili delle vere,
furtivo riso del ragazzo che sfugge
dalle mani di chi lo vuol proteggere,
strazio del fanciullo che piange e che non vuol bagnarsi,
cielo di una nitidezza meravigliosa,
sole cocente di un mezzogiorno d’estate
e un bambino confuso che tenta di nuotare.
Ho rivisto i luoghi della mia fanciullezza.
Tempo lontano non mai dimenticato.
Sono tornato dopo molti anni, ormai uomo fatto.
Non ero solo,
mi sono appartato solo per un poco, per
ricordarti,
tempo passato.
Ho raccolto le mie ginocchia e ho appoggiato
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Tempus longinquum
Tempus longinquum et tempestas calida et
aestus,
matutinum aestivum, nigri albique lapilli,
quos mari umbra polivit, spumea placidaque
unda,
lavica constanter sabula occultans retegensque.
Multicoloria saxis alta umbracula fixa,
in quorum umbris una sidunt ombriculatis
noti in turmis nonnulli propinqui et amici.
Mollis vestit fervida arena pedes iuveniles,
et oculis mater quaedam usque cavet vigilatque.
Sparguntur tenui atque porosa parvuli arena,
ludentes magnis erectis arcibus atris
incursus fictos bello arcano prohibentes:
non minus est hoc quam bellum verum metuendum.
Risus furtivus pueri longe effugientis
e manibus quae optant illum defendere semper
et pueri cruciatum flentis ne madefiat.
Sic etiam nitidum caelum est ut mirificum sit.
Splendet sol obruens aestate meridiem ubique.
Conatur natus turbatus nans mare inire.
Aetatis puerilis nunc denuo loca vidi.
Quae tam longinqua obliviscar tempora numquam.
Huc rursum multos post annos iam redii vir.
Non aderam solus. Tempus longinquum,ut recorder
de te, tantum paulum solus mansi in arena.
Collegi genua et coxim fronti applicitus sum,
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
la fronte sulle mani distese. Così raggomitolato
mi son sentito solo e ho cercato di risentire quel
suono particolare dell’onda udito da fanciullo.
Il risucchio trasporta nella sua corsa
i levigati sassi posati sulla mobile sabbia.
Mi sono rivisto bambino in un limpido ricordo
come l’acqua di oggi. Come è duro così il pensare.
Sono stato costretto ad abbandonarvi,
sassi conosciuti da tempo. Ripenso alle mie mani
in cerca di pietruzze colorate. Vi ho lasciati così
e solo ora vi rivedo.
Gregorio Granata
extensis manibus. Sic mansi conglomeratus.
Solum me sensi studuique audire sonorem
undae iterum proprium puerilibus auribus haustum.
Saxa polita mare in cursu transportat recedens,
Vix retenebantur quia posita mobili arena.
Me puerum vidi, sic clara mente recordans
limpida ut est hodierna aqua. Sed quam dure id recordor,
compulsus vos, nota diu, relinquere saxa
quae puerilem aetatem estis comitata. Lapillos
ornatos memini tunc me quaesisse colore.
Vos ita liqui, sic vos solum iterum video nunc.
[traduzione di Giovanni Granata]
Ed ora una parentesi: perché presentarvela così questa poesia, nell’originale e nella sua traduzione
latina - benché “traduttore” significhi “traditore”? Perché il latino, così come esso - da circa 2753 anni:
molto più di due millenni - ci unisce alle generazioni passate, nello stesso modo si può scommettere ci
unirà alle generazioni future e perché quindi tra altri due o tre millenni la traduzione di questa poesia
sarà ancora più chiara del suo originale ed il ricordo ancora più vivo di oggi stesso! Lingua molto meno
variabile delle lingue parlate, il latino si adatta anche alla vita di tutti i giorni ed i finlandesi l’hanno ben
capito, loro che trasmettono, su onde corte e via satellite [per esempio Hot Bird] notizie in latino ad
ogni fine settimana.
Ma torniamo a noi... La vita è mutevole e, dopo la fanciullezza, ci attende il lavoro, e nelle nostre
peregrinazioni, eccomi alla fine della mia carriera precisamente a Cadarache, nel gruppo che lavora
attorno a “Tore Supra”, il toro superconduttore, secondo per importanza in tutto il mondo, dopo il tokamak europeo JET [Joint European Tokamak], sito a Culham, vicino ad Oxford. È forse un “ovni” [=
“oggetto volante non identificato”, in inglese “ufo”]? Potrà un giorno la fusione nucleare, dalla quale
nasce la luce e l’energia del sole e delle altre stelle, esser da noi controllata a tal punto che se ne possa
estrarre energia elettrica?
Il centro di studi di Cadarache, a circa 40 chilometri da Aix en Provence ed a 70 chilometri a nord di
Marsiglia, in Provenza, fondato più di trent’anni fa, misura più di 1.600 ettari ed è un sito dove circa
5.000 impiegati lavorano all’energia atomica e alle sue applicazioni. In questo centro, dopo sette anni di
lavoro, una nuova macchina fu progettata per studiare i gas portati ad altissima temperatura, o plasmi.
Questa macchina, a forma d’anello, intorno a cui evolve un gruppo di circa 300 persone, ha cominciato
a funzionare nella primavera del 1988. Il suo nome è “Tore Supra”, a causa della sua forma ed a causa
del fatto che in essa si usano superconduttori per far circolare la corrente necessaria alla produzione del
suo campo magnetico principale. I superconduttori sono leghe metalliche che, a temperatura molto bassa,
vicina allo zero assoluto, non oppongono quasi nessuna resistenza al passaggio della corrente elettrica,
con un conseguente notevole risparmio d’energia. Questa loro proprietà è infatti utilissima nelle bobine
magnetiche, perché il consumo d’energia elettrica è molto diminuito, il riscaldamento elettrico quasi
completamente eliminato, ed il funzionamento della macchina di molto facilitato. Inoltre il ciclo utile
degli esperimenti di “Tore Supra” si prolunga molto più nel corso degli anni.
La fusione nucleare differisce molto dalla fissione nucleare. Nella fissione, infatti, nuclei di atomi pesanti sono spaccati dai neutroni, producendo energia [come nelle bombe atomiche e nei reattori nucleari].
Nella fusione nucleare, invece, due nuclei molto leggeri, come quelli degli isotopi idrogeno - deuterio,
trizio - si congiungono tra di loro, emettendo anch’essi energia, molto più alta dell’energia rilasciata nel
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
corrispondente processo utilizzato nella fissione. Ad alte temperature la materia non è più composta da
atomi, perché tutti gli elettroni si separano dai loro nuclei rispettivi. Il nuovo stato della materia si chiama
“plasma”, ed è lo stato della materia, soprattutto stellare, di gran lunga più diffuso nell’universo, molto
più degli stati solido, liquido e gassoso. La fusione nucleare è usata in modo incontrollato nelle bombe
H (H è anche il simbolo dell’idrogeno). Perché tuttavia venga controllata e produca alla fin fine energia
elettrica, il plasma deve essere confinato da campi magnetici. Nelle macchine simili al toro di Cadarache, il plasma, dato che funge da secondario di un enorme trasformatore, può esser portato facilmente
a venti milioni di gradi centigradi. Perché tuttavia il gas possa esser portato a temperature più alte si ha
bisogno di aggiungere altri riscaldamenti, utilizzando onde elettromagnetiche e/o particelle accelerate e
poi neutralizzate. La macchina più efficace del mondo è il Tokomak Comune Europeo, in inglese JET,
al cui funzionamento partecipa tutta l’Unione Europea ed anche altri paesi, tra cui la Svizzera. Purtroppo però non siamo ancora alla fine di tutto il percorso che ci potrebbe condurre a provare la fattibilità
della fusione controllata. Attualmente l’Unione Europea, dopo l’abbandono, nel corso degli anni, degli
Stati Uniti, collabora con Canada, Giappone e Russia ad un progetto comune, per una macchina che si
chiamerebbe ITER [International Tokamak Experimental Reactor], ed il gruppo principale che coordina
questi studi si trova a Monaco di Baviera. Una collaborazione mondiale è necessaria, dati gli alti costi di
fabbricazione, manutenzione e funzionamento di una tale macchina, difficilmente sopportabili da singoli
paesi. “Tore Supra” è attualmente di nuovo in cantiere, per ottenere scariche molto lunghe, dell’ordine
di una decina di minuti. Riceve sempre il supporto preferenziale, del 42%, del bilancio europeo per la
ricerca. Il nostro gruppo, in cui ho collaborato dapprima col Dottor Ignazio Fidone e col Dottor Gerardo
Giruzzi, e in cui collaboro attualmente col Dottor Bernard Pégourié, si prepara febbrilmente alla nuova
sceneggiatura di “Tore Supra”…
Eccoci, Amici, alla fine di questo articolo. Sarò ben lieto di comunicare con voi, per ricordare avvenimenti passati, ma ancor più per riflettere su avvenimenti futuri: per esempio, una mia preoccupazione,
forse attualmente tra le più importanti che esistano, è la seguente: sapremo ancora svilupparci, pur salvaguardando il nostro ambiente, e soprattutto la fauna e la flora in via d’estinzione? Cerchiamo di dare
una risposta a questo dilemma.
Giovanni Granata, “Villa Ann-Marie, 15 rue de Provence, 13090 Aix en Provence, Francia”.
********************
È nato nel 1939 e ha conseguito la maturità classica al Liceo Pennisi di Acireale nel 1957. Nel 1962 ha
ottenuto la Laurea in Fisica all’Università di Catania dove nell’anno accademico successivo, 1962/63, è
stato professore incaricato di Fisica. Dal 1964 al 1965, con una Borsa di Studio Euratom, ha partecipato
al Gruppo teorico dell’Associazione EURATOM-CEA per la fusione controllata al Centro di Studi di
Fontenay-Aux-Roses presso Parigi.
Dal 1965 è funzionario scientifico EURATOM, attualmente con grado A4/6.
Dal 1985, lavora al Centro di Studi di Cadarache, a 70 Km da Marsiglia, nel quadro della Macchina
“TORE SUPRA”.
Ha collaborato, in varie applicazioni, con il dr. Ignazio Fidone (siciliano di Scicli di fama internazionale) nelle migliori riviste mondiali di Fisica del Plasma.
Si è interessato principalmente dello studio della propagazione, dell’assorbimento e dell’emissione
delle onde elettromagnetiche di alta frequenza, fino a centinaia di gigahertz, nei plasmi di laboratorio,
soprattutto a scopo di diagnostica.
Attualmente studia il controllo della densità e si occupa della macchina TOKAMAK di Cadarache
(chiamata TORE SUPRA) ma anche di macchine future relative ad un Progetto Euro-Nipponico chiamato “ITER”.
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Orazio Licciardello
Riposto ed il suo domani ...
Il mare, l’Etna e l’esigenza di “meta-pensare”
A
dagiata sulle rive dello Jonio, ai piedi del più grande vulcano attivo d’Europa, Riposto
vive una fase di transizione tra un glorioso passato ed un incerto avvenire.
Affidati ormai alla memoria i fiorenti commerci e le attività cantieristiche, fondati sul rapporto
privilegiato con il mare e le cui vestigia si riducono sempre più alla parte monumen-tale
del cimitero locale; chiusa la parentesi
delle attività portuali, con la fine dell’
esperienza della cartiera ed il lento ma
inesorabile tramonto dell’agricoltura;
sempre più ridotte le stesse tradizionali
attività connesse alla pesca, per il progressivo depauperamento del patrimonio ittico,
ed agli “imbarchi”, in seguito alla crisi del
settore (ammodernamenti tecnologici e
riduzione del personale, concorrenza della
forza lavoro proveniente da paesi asiatici
ed africani, etc.), risultano inevitabili
gli interrogativi su un futuro sempre più
prossimo che non appare affatto roseo e
che occorre cercare di progettare per non
doverlo subire.
Riposto potrebbe, ad es., essere la “porta dell’Etna”, se la porta immettesse in una “casa comune”
tra il mare e “a muntagna”, ma così non è. I pontili, in atto, esistenti nelle acque del porto ospitano un
buon numero di imbarcazioni, ma funzionano soprattutto come rimessaggio e non potrebbe essere
diversamente: quali servizi vengono offerti ai diportisti che (eventualmente) decidessero di sostare
nelle nostre acque per visitare l’entroterra, salire sull’Etna, conoscere le bellezze paesaggistiche
di un territorio che nessuno si occupa di magnificare (le tradizioni popolari, i prodotti, la cucina,
la natura, il clima incantevole) e che, per di più, appare inaccessibile a chi non sia munito di
automobile per girare, spostarsi, trovare un albergo? I nostri agrumeti caratterizzati dal costante
profumo di zagara e dalla presenza di uccelli canterini sono considerati una sorta di invidiabile
paradiso dai visitatori che hanno la fortuna di “scoprirli”; il nostro clima appare “estivo” e le
nostre acque “tiepide” quasi tutto l’anno a chi proviene dalle nebbie e dal freddo del Nord Europa,
ma il binomio “mare/montagna” risulta una parola vuota se non si creano i servizi logistici e le
strutture ricettive indispensabili per coniugare la possibile e (non comune) esperienza del bagno
in mare e dello sci sulla neve (oltre alle escursioni nei boschi e nel “regno dei ciclopi”). Lo stesso
turismo delle seconde case comincia a declinarsi al passato, per le condizioni che rendono gran
parte delle nostre acque non balneabili (e, spesso, anche il passeggio sul lungomare tutt’altro che
gradevole e salutare).
Non v’è dubbio che il presente è frutto di un passato che “viene da lontano” e che molti problemi
si sono progressivamente aggravati, poiché sia la loro origine che la possibile soluzione coinvolgono
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
responsabilità e, insieme, volontà extracomunali. Ma il punto è proprio questo! Occorre, intanto,
agire in modo da non lasciare in eredità a coloro che verranno una situazione ulteriormente
deteriorata e pensare a soluzioni che, coinvolgendo la realtà sovra-comunale, riguardino l’intero
territorio di riferimento, secondo le articolazioni che i problemi specifici comportano. Ma per far
questo occorre cominciare a “meta-pensare”, “pensare in grande” ed “al plurale”, con riferimento
alle complessità sistemiche di un territorio “oltre” i confini amministrativi, che con gli stessi non
coincide e che dagli stessi non appare delimitabile.
Gli interventi necessari (ed in atto solamente ipotetici) per evitare le periodiche inondazioni che
Riposto subisce in occasione delle piogge invernali rendono ormai indispensabile il coinvolgimento
di quasi tutto il territorio abitato della zona pedemontana; nel nostro mare si scaricano i liquami
di una larga fascia della popolazione costiera (e non); nelle zone edificate appare sempre più
difficile delimitare il confine del territorio comunale (una parte delle abitazioni civili e di pubblici
edifici ripostesi sorgono sul territorio di Mascali!): che senso ha continuare a pensare al singolare
laddove, almeno per molti versi, occorre pensare al plurale? Non si tratta di svendere l’autonomia
o l’identità ripostese, bensì di prendere atto che risulta indispensabile pensare a molti dei problemi
di Riposto come problemi che coinvolgono gran parte del “territorio abitativo” (e non) di Giarre,
Mascali e (sempre più) di gran parte dei comuni della zona pedemontana.
Occorre, in tal senso, coinvolgere tutte le Amministrazioni e le forze produttive, sociali e culturali
della zona in un grande sforzo progettuale mirato a disegnare le direttrici dello sviluppo futuro del
territorio, facendo perno sul possibile ruolo del porto di Riposto (potenziato anche in vista della
possibile articolazione della rete di trasporti via mare come alternativa alle strutture autostradali
e ferroviarie) ma anche su un entroterra adeguatamente attrezzato di quei servizi indispensabili
perché il territorio possa diventare una “risorsa turistica” appetibile, in termini di leisure: efficiente
e funzionale rete di trasporti intercomunali; sufficienti e diversificate strutture ricettive, sportive
e culturali; esercizi commerciali con orari flessibili; centri per lo studio e la valorizzazione delle
risorse culturali, naturali, marine, artigianali etc.; migliorando, con ciò stesso, la qualità della vita
dei residenti ed offrendo concrete possibilità di sviluppo economico nell’unica direzione che in
atto appare percorribile, ma che occorre necessariamente immaginare nei termini di un pensiero
di tipo “meta”: un pensare che consenta di superare i limiti dei tradizionali particolarismi nel
quadro di un sovra-comunale interesse generale, nel cui ambito solamente è possibile dare risposte
soddisfacenti alle (pur sacrosante) esigenze particolari di sviluppo e di crescita.
********************
Orazio Licciardello, nato a Riposto l’1/05/1947, è docente di “Psicologia Sociale” dell’Università
di Catania (Facoltà di Scienze della Formazione e Facoltà di Scienze Politiche), insegna anche
nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Messina ed ha insegnato nel Corso
di Laurea in Psicologia dell’Università di Palermo.
I suoi interessi scientifici riguardano soprattutto i rapporti tra i gruppi sociali, la formazione/
gestione delle risorse umane, il fenomeno turistico.
È membro di Associazioni Scientifiche Nazionali (nelle quali ha svolto ruoli dirigenziali) ed
Internazionali.
Nel periodo 1980/85 è stato consigliere comunale a Riposto, nonché Assessore alla “Pubblica
Istruzione, Servizi e Solidarietà Sociale”.
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Filippo Patti
Sicilia, quale autonomia
Riflessioni e speranze
È
già passato oltre mezzo secolo da quando il popolo siciliano ha conquistato la sua “autonomia”,
attraverso una elaborazione durata oltre centocinquanta anni del pensiero autonomistico, espresso
con esperienze di lotta e con il contributo determinante di illustri siciliani.
Ma alle felici premesse poste dai padri del pensiero autonomistico non hanno fatto seguito quelle
felici realizzazioni che i siciliani avevano diritto
di attendersi.
Un’analisi dell’attuale struttura dell’autonomia
siciliana, non può fare a meno di guardare al
processo di formazione di tale struttura politica
per individuarne le linee essenziali su cui si è
sviluppata.
Certo è che al di là delle specifiche ragioni
politiche che la determinarono, la ricca e intensa
storia della Sicilia offre, per specificità naturale,
terreno propizio all’impianto del sentimento
autonomistico: la particolare posizione geografica,
la permanenza dei grandi invasori e la loro
naturalizzazione, lo stratificarsi di civiltà di altissimo livello. Tutto questo ha portato alla formazione di
tradizioni profonde, di uno spirito fiero e di una coscienza quasi nazionale.
Ma tutte queste innegabili ragioni di natura sociale non possono certamente nascondere altre ragioni
anch’esse protagoniste nell’esperienza autonomista, e che hanno avuto radici diverse, per come si può
rilevare dalla storia che ce le ha consegnate: dalla necessità avvertita da parte della aristocrazia agraria,
di difendere posizioni privilegiate ed insofferenti al controllo, attuata con una sorta di protezionismo
diplomatico (1812), si passa, attraverso un processo di emancipazione delle forze subalterne, alla
formazione di una coscienza sociale per la conquista delle libertà civili (1848).
Ma l’esperienza autonomistica più recente trova le sue radici nella necessità di superamento di una
società arretrata e di una depressione economica in ordine alle quali era innegabile la responsabilità
dello Stato unitario che, sordo ai bisogni dei siciliani, era invece intento ad accordare favori e privilegi
alle regioni settentrionali, avvantaggiandole con il protezionismo doganale e con le commesse affidate
alle industrie di quelle regioni, nelle quali venivano investiti i capitali raccolti nelle regioni meridionali
e nelle isole.
D’altra parte lo Stato unitario, nella gestione della sua politica antisicilianista, poteva trarre spunti
ed esempi anche dal governo borbonico. Nel 1822, infatti, al fine di avviare a soluzione gravi problemi
che condizionavano lo sviluppo economico e sociale dell’isola (in particolare la necessità di creare una
sufficiente rete stradale), si rese indispensabile disporre di mezzi finanziari adeguati, per cui si ricorse
ad un prestito di 1.000.000 di onze (concesso dalla filiale napoletana dei “Rothschild”).
Non solo il prestito venne però erogato ad un tasso di interesse superiore a quello sperato (10%
anziché 7%), ma della somma mutuata solo i 4/10 circa vennero rimessi alla Tesoreria siciliana, stante
che il resto venne utilizzato per far fronte alle spese di mezzi di trasporto e viveri destinati alle truppe
austriache di stanza in Sicilia, per la Casa Reale, Real Marina, rimborsi alla Tesoreria di Napoli, gestione
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
amministrativa del prestito e varie.
Il risultato è facilmente rilevabile: la Sicilia rimase indebitata per 18 anni e la costruzione delle strade
dovette essere rimandata assieme ai vantaggi che dette opere avrebbero rappresentato per i trasporti dei
prodotti siciliani.
I siciliani, intanto, prendevano coscienza che lo Stato avesse il dovere di riparare alle gravi ingiustizie
perpetrate a danno della Sicilia, talché l’autonomia doveva essere richiesta non come fine a se stessa, o
come mezzo per il riscatto morale e la ricostruzione economica dell’isola, ma soprattutto per consentire
allo Stato unitario di effettuare tutte le dovute riparazioni nei confronti della popolazione siciliana,
stremata da un secolo di politica penalizzante.
La questione siciliana diventava sempre più importante e lo Stato centrale si rendeva conto della
opportunità di accogliere la spinta autonomista, anche per fronteggiare il pericolo del separatismo che
in Sicilia aveva assunto notevole peso.
Nel settembre del 1945 veniva nominata una Commissione, composta di rappresentati di tutti i partiti
(con esclusione dei separatisti) per redigere una bozza di statuto che nel dicembre dello stesso anno
veniva sottoposto alla Consulta Regionale Siciliana per l’approvazione.
Con decreto legislativo del 15 maggio 1946 n. 455 veniva definitivamente approvato lo “Statuto della
Regione Siciliana”, che, ai sensi dell’art.116 della Costituzione, fa parte delle leggi costituzionali della
Repubblica; questo significava che, effettuato il necessario coordinamento con il nuovo testo costituzionale
in via di elaborazione, qualunque modifica allo Statuto avrebbe dovuto passare attraverso la procedura
di revisione costituzionale.
Venne, pertanto, conferita allo Statuto Siciliano la dignità formale di legge costituzionale e, per mezzo
di esso, venne riconosciuta alla Regione Siciliana una sorta di personalità giuridica in seno allo Stato
italiano, con la specifica finalità di soddisfare tutte le richieste e le esigenze evidenziate dagli autonomisti,
e di rafforzare allo stesso tempo l’unità nazionale.
Di grande interesse apparve l’art. 38 dello Statuto regionale siciliano che, istituendo il fondo di solidarietà
nazionale, sanciva formalmente tutte le responsabilità storiche dello Stato nei confronti della Sicilia ed
assumeva l’essenza di uno strumento riparatorio e di supporto a favore dell’economia siciliana.
Ma le cose sono andate diversamente dalle intenzioni dei padri ideatori dell’autonomia regionale
siciliana e di quanti sono stati e rimangono sostenitori dell’autonomismo.
Il sistema autonomistico-regionale andò man mano a modularsi sul sistema unitario-centralizzato; i
deputati all’Assemblea Regionale Siciliana, incapaci di realizzare una seria pianificazione regionale e
di concepire e portare avanti un grande progetto di riscatto economico e sociale, attuando una serie di
riforme nei settori cardini della nostra economia come espressione di autogoverno, hanno saputo solo
imitare il modello istituzionale e politico “romano” con tutti i suoi aspetti negativi, e per contestare il
quale era sorta l’istanza autonomistica.
Le prerogative garantite dallo Statuto siciliano sono state interpretate in modo sempre più riduttivo dagli
organi statali di controllo e spesso eliminate da sentenze della Corte Costituzionale che si è sostituita, di
fatto, alla “Alta Corte per la Sicilia”, formalmente e giuridicamente soppressa in modo che potremmo
definire quantomeno “anomalo”.
Lo stesso art. 38 dello Statuto non è stato mai visto nella sua giusta ottica ispiratrice, sicché lo Stato
dimentica (ed i deputati regionali non fanno alcunché per reclamarlo seriamente) quanto dovuto per il
fondo di solidarietà nazionale. Nel 1996 sono stati presentati ed approvati due ordini del giorno con i
quali il parlamento riconosceva il credito vantato dalla Regione Sicilia per tale titolo (allora circa 20.000
miliardi), ma a causa di qualche incertezza sull’esatto ammontare del credito, ancora oggi si preferisce
non pagare.
E come se non bastasse lo Stato dovrebbe non solo pagare alla Regione Sicilia quanto dovuto in forza
di una legge costituzionale, ma anche restituire quanto inspiegabilmente è confluito nelle sue casse,
anziché in quelle della Regione (circa 3.000 miliardi per imposte sul patrimonio imprese il cui gettito è
di esclusiva titolarità della Regione ai sensi dell’art.37 dello Statuto).
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
La classe politica siciliana ha perso combattività, non ha mai fatto valere l’autorità di cui era stata
investita ed è divenuta docile strumento del governo centrale: talché le crisi regionali si risolvono a Roma
ove i rappresentanti dei partiti siciliani si recano per ricevere le giuste indicazioni ed i giusti consigli
“che non si devono rifiutare”.
La breve analisi storica e lo scenario delineato dell’attuale situazione politica lascerebbero ben poco
da sperare; ma qualcosa di nuovo si intravede nell’orizzonte della Sicilia all’interno di progetti che si
muovono nell’ambito Europeo ed ancor più in un’ottica internazionale.
Franco Modigliani, premio Nobel per l’economia, ha dichiarato che l’economia della nostra isola è legata
a quella dell’Europa. Questo non deve certo significare che essendo andato in crisi lo Stato assistenziale
si debba sperare in una politica assistenziale dell’Europa, che ci mortificherebbe e non risolverebbe il
problema; occorre creare nuove ed adeguate strutture che garantiscano una ripresa endogena, attuando
tutta una serie di incentivi di natura normativa, tributaria e previdenziale, stabilendo agevolazioni anche
di tipo infrastrutturale e amministrativo-burocratico dirette a provocare e consentire l’insediamento di
nuove attività produttive.
Da circa due o tre anni si è verificato un rilancio della portualità turistica in Italia, e sono stati già
proposti numerosi progetti per la realizzazione di nuovi porti ed approdi turistici.
Nel 1997 è stato anche costituito l’Istituto Nazionale per la Portualità Turistica (INPuT) con obbiettivi
specifici di promozione culturale e di coordinamento dello sviluppo nel settore.
Una recente analisi di mercato ha evidenziato una espansione notevole della domanda di posti barca,
a cui non può fare riscontro una adeguata offerta per carenza di strutture portuali; talché gran parte della
domanda resta insoddisfatta (con una stima di oltre centomila unità).
La Sicilia, come isola, presenta una vocazione naturale alla realizzazione di tali complesse infrastrutture
con le quali non solo si verrebbe a soddisfare una esigenza di mercato ma si innescherebbe un meccanismo
validissimo per il rilancio del turismo, che rappresenta il supporto più valido per lo sviluppo ed il rilancio
della nostra economia.
Nel mosaico della Sicilia un tassello emergente è rappresentato dal territorio di Riposto, dove il porto
dell’Etna non è più un sogno o una speranza ma una realtà che si sta concretizzando sia con iniziative
private che con interventi pubblici.
Anche in questa circostanza lo statuto speciale (artt. 14 e 32) e la autonomia potrebbero rappresentare
strumenti unici e determinanti per la realizzazione di queste opere, che potrebbero cambiare il volto della
nostra Riposto, facendola diventare il più importante polo turistico del mediterraneo.
Ma anche i nostri deputati al parlamento regionale dovrebbero attivarsi per agevolare il concretizzarsi
di queste speranze, snellendo le procedure burocratiche, creando scuole e corsi specializzati ad indirizzo
internazionale e, soprattutto, diffondendo nell’isola il culto della legalità, non consentendo ai mass media
di creare audience attraverso “Piovre” o trasmissioni simili, ed esportando testimonianze veritiere di
storia, valori e sentimenti che rappresentano il vero patrimonio della nostra isola.
********************
FILIPPO PATTI, nato a Ionia il 17 marzo 1943, si è laureato, ancora ventiduenne, in giurisprudenza, conseguendo, subito dopo, l’abilitazione all’insegnamento delle materie giuridiche ed all’esercizio dell’attività forense. Dal
1972 esercita la professione di notaio nella “sua” Riposto e, da alcuni anni, insegna presso la Scuola di Notariato
“Jacopo da Lentini” di Catania.
Socio fondatore del Lions Club di Giarre-Riposto, è stato presidente nel 1977, delegato di zona nel 1979,
Chairman distrettuale nel 1980. Pittore da giovane, s’interessa da circa vent’anni della pittura italiana dell’800 e
moderna. Collezionista ed esperto numismatico nella monetazione borbonica del Regno delle due Sicilie.
Fervente sicilianista, nell’aprile 1997 a Palermo, ha partecipato alla fondazione del partito siciliano d’azione;
ha pubblicato numerosi scritti per il riscatto della nostra Isola.
Ha contribuito alla fondazione della Compagnia Teatrale Jonica e ne è stato presidente onorario per circa venti
anni.
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
Maria Privitera
I vegetali come bioindicatori di inquinamento
atmosferico
Un’indagine preliminare su Riposto
L
a crescente produzione di sostanze tossiche per l’uomo ha reso necessaria in questi
ultimi anni la ricerca di strumenti atti al controllo dell’inquinamento, in particolare di
quello atmosferico. L’utilizzo di centraline di rilevamento, indispensabile nel caso di zone
soggette ad alti tassi di contaminanti, non è in grado di risolvere il problema del biomonitoraggio
ambientale; questa moda-lità di rilevamento
è molto onerosa e pertanto insostenibile
nei piccoli Comuni per ovvie ragioni
economiche.
Negli ultimi decenni per il monitoraggio
ambientale è invalso l’impiego di organismi
viventi come bioindicatori di polluzione
atmosferica; questa tecnica è ritenuta
affidabile, valida e peraltro poco dispendiosa. A tal proposito si prestano molto bene
i vegetali e fra questi alcuni vegetali inferiori
quali i Licheni e le Briofite (Muschi ed
Epatiche), il cui ruolo nello studio degli inquinanti atmosferici è stato sperimentato e documentato
da una vasta letteratura specialistica. Questi vegetali, così poco appariscenti che spesso sfuggono
allo sguardo disattento dell’osservatore, hanno in realtà un grande significato grazie alle loro
capacità predittive sul grado di inquinamento. Un buon indicatore biologico deve possedere alcuni
requisiti come un’ampia distribuzione nel territorio, un’elevata capacità di assorbimento e di
accumulo di sostanze presenti nell’atmosfera, una specifica sensibilità ai più diffusi contaminanti
ad azione fitotossica. Queste caratteristiche sono riscontrabili tutte nei Licheni e nelle Briofite,
molto più che nelle piante superiori (le Angiosperme). I Licheni e le Briofite hanno, infatti,
un’organizzazione strutturale molto semplice, tutto il loro corpo è in grado di assorbire direttamente
dall’atmosfera le sostanze inquinanti e di accumularle al loro interno; hanno un’ampia diffusione,
poiché riescono a colonizzare gli ambienti più vari come gli interstizi dei selciati, muretti, pareti,
superfici litiche. La Piazza S. Pietro, ad esempio, che sembra priva di vegetazione, presenta nelle
“fughe” della pavimentazione diverse specie muscinali. Lo studio dei bioindicatori viene effettuato
utilizzando la loro diversa sensibilità alle sostanze inquinanti; considerato il vasto “range” di
specifica sensibilità sono attualmente disponibili per i bioindicatori delle “scale di tolleranza” ai
diversi contaminanti (anidride solforosa, biossido di azoto, ossido di carbonio). Possono essere
distinti a riguardo specie che vivono bene in ambienti inquinati (tossifile), specie che sopportano
tassi non elevati di inquinamento (toxitolleranti) e specie sensibili; in base alla composizione
floristica di una determinata area cioè alla maggiore presenza di specie tossifile, toxitolleranti o
sensibili all’inquinamento, nonché allo “stato di salute”, di vigorosità delle stesse si può quantificare
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
il grado di inquinamento mediante mappatura della flora.
Un’indagine preliminare su Riposto ha permesso di evidenziare al momento tre fasce:
- una fascia A con inquinamento trascurabile, corrispondente alla zona periferica dell’agglomerato
urbano: in questa area si riscontrano diverse specie toxitolleranti ed un discreto numero di specie
sensibili;
- una fascia B con inquinamento medio che comprende Piazza Matteotti, viale Amendola,
la Villa E. Pantano, il Cimitero: in questa fascia sono presenti quasi in uguale misura specie
toxitolleranti e tossifile;
- una fascia C con inquinamento medio-alto che riguarda il centro storico, in particolare il
Corso Italia, il lungomare: in quest’area si trovano poche specie, malridotte e in massima parte
tossifile.
La delimitazione esatta delle fasce, o comunque l’individuazione di ulteriori fasce, verrà
effettuata non appena prenderà avvio un programma di ricerca finalizzato allo studio della flora
di centri urbani siciliani.
Attraverso l’uso di tecniche di biomonitoraggio è possibile individuare nell’ambito di un territorio
le zone a rischio: ciò garantisce l’ottimizzazione della collocazione di centraline per il rilevamento
diretto, limitando così l’utilizzo delle stesse. Le zone a rischio vanno comunque monitorate perché
non vengano superati i livelli soglia di inquinamento cui fa riferimento la legislazione italiana.
Si è parlato di inquinamento, ma inquinamento è sinonimo di benessere, di progresso cui Riposto
non deve e non può sottrarsi per allinearsi con le altre splendide cittadine del litorale ionico. Dopo
il lungo letargo del dopoguerra, segnato dal rapido declino dell’attività commerciale, è giunto il
momento per rilanciare Riposto, perché possa essere riportato all’antico “splendore” di un tempo
ormai lontano. Non sarò sicuramente originale se il mio auspicio è vedere Riposto in un prossimo
futuro proiettato in una fattiva attività turistica, con un Porto Turistico la cui realizzazione sembra
ormai molto prossima. Attività turistica e conservazione del patrimonio ambientale, di cui Riposto si
può vantare, non sono affatto due progetti in alternativa ma conciliabili: si può realizzare un’attività
turistica senza stravolgere le leggi che regolano la Natura. Riposto, per la sua posizione geografica,
per le sue attrattive naturali, per il suo valore paesaggistico, merita di essere valorizzato.
Permettetemi, a conclusione, di riportare una mia banale, sistematica considerazione fatta ogni
qual volta ritorno da un viaggio; dopo i dovuti confronti con i posti visitati, finisco sempre per
esclamare: «… ma il nostro litorale è sempre il più bello!».
********************
Maria Privitera, nata a Riposto il 12/04/1950, ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche
nel marzo 1974. È Ricercatore Confermato dal 1980 presso la Facoltà di Scienze Matematiche,
Fisiche e Naturali dell’Università di Catania e dall’anno accademico 1992/93 tiene l’insegnamento
di Morfologia e Fisiologia Vegetale per gli studenti del Corso di Laurea in Scienze Biologiche.
Responsabile di progetti di ricerca M.U.R.S.T., fa parte del Comitato dei Revisori della rivista
scientifica “Informatore Botanico Italiano”. La sua attività scientifica in campo botanico verte nel
settore briologico per il quale ha prodotto oltre 80 pubblicazioni.
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
Gaetano Ragunì
Riposto, i Giovani e la Città
I
n altri tempi - una cinquantina d’anni fa - non avrei esitato a coniugare il binomio giovani mare, indicando appunto nell’azzurro delle acque il destino dei nostri ragazzi.
C’era infatti a Riposto un istituto nautico fiorente, glorioso, c’erano vivissime tradizioni familiari
di marinai che il mestiere se lo tramandavano da padre in figlio; c’erano anche fondate speranze
che il nostro porto divenisse, col tempo,
punto commerciale di sicuro riferimento.
Oggi le fonti di tanto benessere e di tante
speranze si sono inaridite.
Il completamento del porto è rimasto nel
libro dei sogni, l’attrattiva di un mare aperto
al lavoro dei nostri ragazzi si è fortemente
ridimensionata, le costituzione di un polo
turistico economicamente redditizio si
è infiacchita per la carenza di strutture
ricettive.
Come potrei indicare ai giovani, il mare
come approdo delle loro oneste aspirazioni?
Si direbbe che il mare è diventato argomento
di eterno dibattito politico aperto al vaniloquio elettorale, fatto di insulse promesse.
Fa ancora breccia nel cuore di noi Ripostesi la suggestiva idea di un porto turistico praticabile
per la gente d’alto bordo che verrebbe nella nostra città per spendere i suoi quattrini, ma sono
prospettive a lungo termine fondate più sulla speranza che su effettive realtà di un prossimo
domani.
Ecco perché l’indicazione di vie certe per il lavoro dei nostri figli diventa un difficile esercizio
di fastidiosa inventiva.
Eppure le possibilità teoriche per lo sviluppo dell’industria turistica ci sono. È mancata nei
nostri governanti la volontà politica, un disegno concreto per dar corpo alle nostre speranze. Così
il turismo estivo, progettato come volano della nostra ripresa economica, si è impantanato tra le
solite secche: Riposto è solo meta dei nostri emigrati che tornano in estate a ritrovare la gioia
del paese natio o delle solite carovane di popolani che per un mese o due vengono a godersi la
stagione balneare. Nel cassetto sono rimasti i sogni di un turismo elitario praticato da gente che
investe capitali e produce ricchezza. Non fa male parlarne perché il miracolo non realizzato nei
cinquant’anni del dopoguerra potrebbe un giorno avverarsi.
Ma di miracolo si tratta, evento straordinario che non rientra nell’ordine delle aspirazioni
attendibili.
Che dire allora ai nostri giovani? Messa da parte la prospettiva di un ingannevole ottimismo di
maniera (lasciamolo ai politici!), a chi occupa nel mondo scolastico un posto di un certo rilievo
e di forte responsabilità non resta che indicare nella scuola (meglio organizzata e riordinata) la
fonte di un domani meno penoso. Siamo nell’era della globalizzazione e diventa urgente adeguare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
le nostre speranze alle prospettive di un mondo in febbrile riorganizzazione economica, non più
barricato da esclusivismi nazionalisti, ma dimensionato come “casa comune”.
La “casa comune” si apre soprattutto ai giovani di tutte le nazionalità, purché animati dalla
volontà di affermarsi attraverso uno studio serio ed impegnato. La società ha bisogno di intelligenze
mobili, di operatori preparati, non più specializzati in un solo campo del sapere, ma forti di una
cultura di base pluridisciplinare. Non l’uomo per un solo mestiere, ma efficacemente preparato
a passare da un canale all’altro di fruttuosa occupazione. Una cultura solida, tecnologicamente
valida, venata di razionale umanesimo. È l’ideale concreto dell’«homo studiosus» che attraverso
il costante impegno della sua volontà diventa «homo universalis», degno cittadino di una “casa
comune” che non si contenta più di ospitare gli specialisti di una materia, ma i padroni di una
cultura multidisciplinare pratica e redditizia.
Ai giovani della mia Città rivolgo quindi un messaggio di speranza che si lega concretamente alle
prospettive di una società in continua evoluzione. Non c’è posto per i mediocri, che si contentano
di una preparazione mediocre e monotematica, c’è invece larga apertura per i giovani impegnati
nello studio faticoso, ma denso di generose prospettive per il futuro.
La mia onestà di anziano ripostese mi ha suggerito una riflessione sincera che dà speranze di
lavoro a chi vuole capire il cammino della nostra umanità.
Affido il mio modesto discorso alla vivida intelligenza di quanti - e sono molti - preferiscono
ai dolci inganni le amare, ma concrete aperture alla verità, la quale nasce soprattutto dalle vie
della ragione.
********************
Gaetano Ragunì è Provveditore agli studi. Dopo aver ricoperto tale funzione a Mantova e Forlì,
ed aver rifiutato sedi più prestigiose e tranquille, è voluto ritornare, per l’affetto che lo lega al
suo ambiente d’infanzia, al Provveditorato agli Studi di Catania, consapevole di scegliere una
delle sedi più difficili d’Italia.
Il dr. Gaetano Ragunì, il sindaco avv. prof. Carmelo D’Urso, l’ing. Salvatore Castorina,
il presidente del Circolo e il prof. Giuseppe Giarrizzo
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
Salvo Sessa
“Un sogno....”
I
l secolo che stiamo per lasciarci alle spalle, innegabilmente, è stato caratterizzato da “passi
da gigante” segnati dall’Uomo nei diversi campi della scienza e della tecnica. Un secolo di
grandi scoperte scientifiche, tutte coniugate con la ricerca tecnologica; così come sono stati
cento anni caratterizzati da importanti trasformazioni economiche e sociali. Nell’ ambito
di quest’ultimo contesto possiamo benissimo
affermare che anche la nostra piccola
comunità, che da sempre ha doti di grande
misura, ricorderà questo XX secolo, soprattutto, per un importante e basilare evento
per la vita economica e sociale di Riposto:
la costruzione del porto commerciale. Un
“sogno” che, purtroppo, a quasi novantatré
anni da quel 5 agosto del 1906 - giorno della
posa della prima pietra - non è stato ancora
completato.
Il Novecento ha visto Riposto - “terminale”
naturale dei prodotti agricoli dell’Etna, in particolare dei vini - sia nel momento di grande splendore
commerciale che in quello, nell’ultimo dopoguerra, del suo tracollo economico. Ma come sarà la
Riposto nel terzo millennio? Quali trasformazioni subirà nel prossimo secolo? Come sarà la qualità
di vita dei suoi abitanti? Dare una risposta a tutti questi quesiti confesso che mi è stato davvero
difficile e arduo, se non attraverso un... sogno. Proprio così, ho sognato la mia città natia proiettata
nel futuro. Complice del “sogno” la classica siesta fatta in un caldo pomeriggio d’estate.
Il “viaggio nell’immaginario” iniziava col mio ritorno a Riposto dopo anni di assenza, avendola
lasciata a fine secolo, probabilmente nel 1999. Pensavo di trovarla nel terzo millennio così come
l’avevo lasciata: con il mancato decollo dei molteplici progetti di insediamenti vacanzieri e
turistici; con il verde trascurato; con la viabilità caotica; con le auto posteggiate ovunque; con
una disoccupazione crescente sempre più. Insomma, con i soliti non risolti problemi. Mi venne
incontro alla stazione un mio vecchio amico, del quale al risveglio ho “cancellato” il volto dalla
mia memoria. Subito mi disse che avrei trovato Riposto cambiata. Accennai un sorriso. Pensavo
che stava bleffando, non poteva essere vero perché qui è difficile fare mutare anche le cose
più piccole. Dovetti però ricredermi. Come d’incanto, invece, la “realtà” che mi si presentava
dinnanzi agli occhi era totalmente diversa. Infatti, Riposto era diventata una cittadina tranquilla
dove c’erano molti spazi a verde, le strade erano pulite, più civile e ordinata, molto silenziosa,
con le ville comunali e parchi-giochi diventati accoglienti ritrovi per bambini e genitori, i balconi
delle case tutti infiorati da gerani e pomelie, tantissimi i negozi che erano stati aperti e tutti erano
affollati di turisti e di vacanzieri. Piazza San Pietro poi era irriconoscibile: non era più il “cuore”
del caotico traffico del Corso Italia, ma come per magia era al centro di un’ampia isola pedonale;
arricchita con tanti alberi e con tante panchine, dove gli anziani trascorrevano le loro ore a
discutere. Scendendo ancora dal Corso Italia, arrivavo alla “vucca da va ‘nova”. Finalmente, qui
era stato realizzato il monumento dedicato ai caduti del mare voluto dal locale Circolo Ufficiali
della Marina Mercantile.
La pescheria - anche se eravamo nel nuovo secolo - c’era sempre e “stranamente” sempre con
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
gli stessi “raitteri”. Anche qui tutto era cambiato. Il pesce venduto tra silenzio e ordine. Tutto nel
mercato era talmente in ordine da ritenere ormai superflua la presenza della guardia municipale.
Sornionamente il mio amico accompagnatore mi guardava come a dire: “vedi come le cose
cambiano quando c’è la volontà di fare”.
E cosa dire poi del “Porto dell’Etna” diventato turistico e peschereccio. Un grande fermento
animava ogni angolo del porto, pieno di barche a vela, di panfili, di motoscafi grandi e piccoli.
Tantissima la gente che vi lavorava. C’era anche il circolo nautico. Le officine e gli imbarcaderi
ospitavano decine e decine di natanti.
Ma come era potuto accadere tutto ciò, che cosa aveva provocato quei radicali cambiamenti
nella vita della cittadina jonica? “Le generazioni che sono venute dopo - raccontava l’amico senza
volto - hanno ritrovato l’entusiasmo imprenditoriale e l’amore verso Riposto di cento anni prima,
quello stesso che aveva animato i ripostesi di quel tempo facendoli diventare commercianti ed
imprenditori di prestigio”. “Hanno puntato tutto sul turismo - aggiungeva soddisfatto - capendo che
la carta da giocare anche nel nuovo secolo era legata al porto per rilanciare la mortificata economia
cittadina”. Diceva: “La gente ripostese, nel ritrovare l’orgoglio dei loro avi, si è rimboccata le
maniche, riconvertendo la struttura portuale esistente in un moderno e funzionale porto turistico,
in grado di tenere il passo con tante altre realtà diportistiche del Mediterraneo”.
No, assolutamente tutto ciò non poteva essere vero, dicevo tra me e me mentre sognavo. Noi
siamo pervasi dall’apatia, dal “chi te lo fa fare”. Rifiutavo quelle “immagini”. “Le generazioni
che sono venute dopo - annotava - hanno espresso una nuova classe politica molto decisionista,
capace di realizzare in poco tempo sia le piccole che le grandi opere. Il sindaco di ora, è un vero
e proprio manager, di ampie vedute e già pensa al futuro della città”. “Non ha la mentalità del
consulente, non prende tempo, non studia le carte per mesi e mesi prima di arrivare alla soluzione
di un problema. Ama fare bene e presto”.
Peccato che non ricordi il nome di quel sindaco del futuro, avrei voluto complimentarmi.
Avevo visto, toccato con mano il cambiamento, eppure continuavo ad essere ancora pervaso dallo
scetticismo tipico di noi siciliani. “Vieni ti porto a Torre Archirafi, non crederai ai tuoi occhi”.
Il vecchio e panoramico lungomare “Edoardo Pantano” era diventata la più bella passeggiata a
mare del mondo. Dopo tanti rinvii, era stato messo in atto il piano turistico della strada TorreArchi. C’erano alberghi; c’erano vacanzieri che trovavano a portata di mano sia il mare che la
montagna; soprattutto, non c’era più disoccupazione. Chiunque nella Riposto del nuovo millennio
si industriava in attività piccole o grandi legate al turismo. Quelle immagini sublimi di Riposto
davano ora una certa pacatezza al “sognatore”. La “realtà” di quel sogno aveva avuto ragione
sullo scetticismo dimostrato.
Purtroppo, il “sogno” non durò a lungo, perché nel bel mezzo della siesta, mentre stavo per
chiedere a chi mi accompagnava nel “viaggio” quale era stato il destino dei politici ripostesi
di fine secolo da me conosciuti, fui svegliato dall’insistente squillo del campanello di casa. Mi
svegliai di colpo, tornavo alla realtà. Era il messo municipale che mi recapitava l’ordine del giorno
dell’ennesimo consiglio comunale. Mentre leggevo lo scritto nei miei occhi scorreva quanto avevo
appena visto nel magnifico “sogno”. Il consiglio doveva discutere del nuovo regolamento della
pescheria per ridare ordine e silenzio; doveva affrontare il problema legato al nuovo piano viario,
nonostante si fosse in estate inoltrata; parlare del verde pubblico in abbandono; chiarire i motivi
del ritardato varo del piano turistico di Torre Archirafi, ecc.
Ancora stordito dal brusco risveglio distrattamente pensai che doveva esserci un errore: perché
tutti quei punti erano già stati affrontati e risolti ormai da decenni. Mi ricordai improvvisamente
che eravamo ancora nel 1999 e che tutto era “gattopardescamente” ...rimasto come prima. Confesso
che avrei voluto rifare quel “sogno”, ma non ci sono più riuscito. Dicono che i sogni aiutano a
vivere e che prima o poi si realizzano. Questo ci è di conforto. Con la speranza che le cose viste
in sogno in un futuro non lontano possano avverarsi veramente.
********************
Salvo Sessa, giornalista pubblicista, dal 1982 è corrispondente locale del quotidiano “La
Sicilia” di Catania.
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
Gaetano Sodano
Turismo e ambiente
Riflessioni e proposte
1. - Premessa
Sono passati ormai tantissimi anni
dal momento in cui parlammo all’allora
Sindaco Nino Caragliano dell’idea di
promuovere la realizzazione di un porto
turistico a Riposto. Erano esattamente i
primi anni Settanta e siamo alle soglie
del 2000!
Sembra tuttavia che quanto prima i
relativi lavori potranno iniziare, almeno
in tal senso circolano voci negli ambienti
del diporto nautico.
Ma a questo punto qualche riflessione si
rende necessaria, tenuto conto che un “marina” (è questo il termine anglosassone usato a livello
internazionale per indicare un porto turistico), situato al centro di una media realtà come Riposto,
non può essere considerato soltanto nella sua entità fisica, bensì sulla sua effettiva complessità: un
fattore di notevole rilevanza economica; un motore di sviluppo del suo retroterra, da cui, quasi in
simbiosi, il porto turistico stesso riceve input vitali di affermazione e di crescita; un elemento di
turbativa o di riequilibrio ambientale, a seconda del grado di sostenibilità che avrà l’infrastruttura
in sé e in rapporto al territorio circostante.
Proprio muovendo da quest’ultimo assunto vogliamo formulare qualche considerazione di
ordine concettuale in tema di turismo e assetto costiero per poi giungere ove possibile a delle
conclusioni propositive, per quanto ci interessa in questa sede: l’incremento delle esternalità
positive del porto turistico nella cornice dello sviluppo socio-economico e della sostenibilità
ambientale dell’area etno-ionica.
2. – L’analisi
Dal vocabolario “Devoto e Oli” rileviamo alla voce “Turismo” la seguente definizione: “il
complesso delle manifestazioni e delle organizzazioni relative ai viaggi e soggiorni compiuti a
scopo ricreativo o di istruzione”.
È agevole notare che si tratta di una proposizione certamente pertinente al problema di cui ci
occupiamo, ma che non coglie in pieno tutti gli aspetti legati al turismo di massa, come esso si
svolge ai nostri giorni a seguito dell’imponente sviluppo dei trasporti registratosi soprattutto dopo
la fine del secondo conflitto mondiale.
Vogliamo dire che l’insieme di situazioni e operazioni direttamente connesse con il movimento
di persone nello spazio antropicamente inteso e determinato (le aree allo stato puramente naturale
non danno luogo a “turismo” ma a movimenti di attraversamento o di penetrazione esplorativa
o scientifica) viene di norma analizzato ponendo soltanto attenzione al flusso di beni e servizi
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
coinvolti nel comparto, inteso come fatto economico e sociale, tralasciando l’approfondimento di
quegli elementi ispiratori e collaterali del fenomeno che invece al momento ci sembrano meritevoli
di particolari riflessioni.
Del resto anche il noto concetto di turismo formulato nel 1942 nel compendio di HunzikerKrapf, come “insieme di rapporti e di fenomeni derivanti dal viaggiare e dal soggiornare dei non
residenti, tale da non creare uno stato di fatto duraturo e scevro da una diretta e immediata finalità
di lucro” caratterizza il movimento con riguardo alla dinamica dei soggetti, in quanto articolata
esperienza umana, senza tuttavia porre in luce il substrato culturale ed emotivo che provoca gli
atteggiamenti esterni della “popolazione affluente” e di quella “recipiente”.
Più di recente, per la verità, la matrice del movimento è stata individuata nel “tempo libero”,
quasi una metafora per indicare una condizione sociale e psicologica dell’uomo disimpegnato
dal lavoro ordinario, tale da favorire una predisposizione a riportare entro i contenuti ideativi ed
emotivi della personalità il senso e la ragione dei propri atti, al contrario di ciò che invece avviene
in una situazione di “tempo costretto”, ancorata ad un impegno predeterminato dall’esterno.
Se tutto quanto sopra esposto non fornisce ancora esiti soddisfacenti all’analisi volta a stabilire
un nesso concreto tra turismo ed ambiente, dal quadro generale sin qui delineato possiamo già
trarre delle indicazioni importanti al nostro fine: il turismo è movimento, in spazi già antropizzati,
di persone che fruiscono di tempo libero motivate da aspirazioni ricreative e culturali.
Da tale versante l’osservazione del fenomeno si focalizza sulla cultura e sul “modus vivendi”
che provoca il movimento turistico e fa venire in luce chiaramente la contraddizione che oggi
caratterizza questo importantissimo comportamento umano: nello stesso tempo in cui si rivendica
l’aspettativa di un rapporto non soverchiante, anzi assecondante della naturalità si provocano delle
concentrazioni abitative nei luoghi di turismo con la saturazione dell’ambiente circostante e il suo
asservimento ai modelli di comportamento urbano.
Ecco allora il punto fondamentale da evidenziare: il rapporto tra turismo e ambiente esiste, è
strettissimo ed è purtroppo legato all’uso intensivo delle risorse del territorio. Un turismo siffatto
concorre all’inquinamento, alterando le proporzioni tra spazio e popolazione nei punti di convergenza, e ciò in aperto contrasto con i principi che ispirano l’attività del settore e che informano la
promozione della domanda, princìpi che costituiscono una potente spinta dell’opinione pubblica
rivolta al rispetto dell’ambiente e della sua originaria condizione storica e naturale.
L’inversione della tendenza sarebbe appunto nella composizione armonica delle due esigenze:
consentire l’allontanamento dell’uomo dal luogo di lavoro per permettergli di ravvivare la sua
carica vitale e nello stesso tempo assicurare la salvaguardia dell’ambiente scelto per la temporanea
traslocazione. Il che non può non essere l’obiettivo di una civiltà effettivamente avanzata che non
depauperi la realtà vivente.
Negli ultimi due secoli in cui la rivoluzione scientifica e tecnologica, determinando la civiltà
industriale, ha completamente sovvertito il modo stesso di porsi della società umana di fronte
alla realtà del mondo, l’avanzamento del sistema ha proceduto esclusivamente nella direzione
dello sfruttamento indiscriminato della scena naturale considerata semplicemente alternativa e
strumentale, quasi un contenente inerte e del tutto estraneo al contenuto.
Si tratta di un fenomeno sociale ed urbanistico fin troppo devastante che costituisce la causa
principale dell’alterazione del paesaggio marino, della congestione stagionale del traffico, dell’accumularsi dei rifiuti solidi e liquidi, convogliati sulle spiagge e verso il mare che è diventato
di fatto una sorta di pattumiera della terra. Il tutto inadeguatamente arginato dai pubblici poteri,
che in fondo non possono fare altro che assumere atteggiamenti, scelte e provvedimenti derivanti
dagli stimoli culturali di quella società di cui sono l’espressione.
Un fatto umano così macroscopico, com’è il turismo nel mondo moderno, esige allora una ri-
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
meditazione: si ritorna pertanto al problema della riorganizzazione del territorio che postula, nella
società dei consumi, una transizione da un tipo di civiltà dei rifiuti a quello di una civiltà dei recuperi, nel pieno convincimento che le risorse hanno un limite assolutamente da non travalicare.
Quindi, considerando tutto il territorio come risorsa e come bene collettivo, le scelte vanno
fatte in relazione ai consumi e tenendo conto delle esigenze di gestione. Le cause che hanno determinato il progressivo deterioramento della fascia costiera, spesso sono una risultante di un più
generale processo di squilibrio territoriale, avvenuto in mancanza di una corretta pianificazione
urbanistica, che negli ultimi decenni si è concretizzato nella distribuzione non pianificata degli
insediamenti residenziali produttivi. Si è sacrificato alla produzione un ingente patrimonio che
non aveva soltanto aspetti culturali e sociali ma anche un grande valore produttivo. Altra necessità
è quella dell’informazione e sensibilizzazione della popolazione per la conoscenza del proprio
territorio, delle sue potenzialità, dei danni che si provocano con una cattiva gestione, dell’uso
alternativo per il tempo libero dei propri diritti di fruire di un bene collettivo in maniera corretta.
Deve essere a tutti noto che già oggi, in attesa di migliori strumenti di pianificazione, è possibile
operare quantomeno per arginare questo fenomeno di deterioramento che sta assumendo aspetti
molto gravi.
Bisogna quindi procedere ad un riequilibrio territoriale e trovare il modo di selezionare le aree
per far sì che gli strumenti urbanistici comunali non prevedano, come spesso avviene, localizzazioni di insediamenti industriali e infrastrutture portuali proprio in quelle zone dove vanno previsti
parchi-spiaggia e altri parchi comunque attrezzati all’uso che se ne deve fare.
3. – La situazione
Alla luce dell’analisi appena effettuata, riteniamo che la realizzazione del porto turistico di
Riposto possa essere inquadrata in un’operazione di riequilibrio ambientale capace di incrociare
le esigenze di sviluppo turistico ed economico locale con le esigenze di salvaguardia ambientale
richiesta da un opinione pubblica sempre più attenta.
La nuova infrastruttura, infatti, non costituisce la cementificazione di una costa intatta ma la sostanziale riorganizzazione di un sito portuale esistente, conferendo così valore aggiunto, in termini
economici ma anche ambientali, agli spazi marini (gli specchi d’acqua) e costieri già antropizzati
con la conseguenza positiva di un uso più appropriato del territorio circostante secondo quella
vocazione turistica dell’area, spesso solo declamata e mai adeguatamente supportata.
Ma tale risultato non può ritenersi acquisito in via definitiva e completa con la costruzione del
porto turistico. Anzi, la fase realizzativa rappresenta soltanto la precondizione allo sviluppo, cui
devono seguire le fasi di gestione e di fruizione del “marina” e dell’area circostante, fino all’innesco di un processo di riqualificazione complessiva della plaga etno-jonica.
L’obiettivo, pertanto, diventa molto impegnativo e non può essere conseguito senza un’azione
corale dei privati e degli organismi pubblici che devono dispiegare politiche di ampio respiro,
coerenti con le potenzialità di un territorio di certo pieno di risorse, spesso però dissipate in mancanza di un disegno complessivo che ora il porto turistico potrebbe ricomporre, proprio come
“porto dell’Etna”.
La Regione Siciliana, la Provincia di Catania e i Comuni etnei devono quindi essere propositivi,
fattivi e vigilanti, capaci di svolgere un’azione coordinata di promozione turistica che abbia nel
porto una tessera di eccellenza, ma sempre tessera, di un mosaico più vasto, dove gli interessi
dell’uno sono allo stesso tempo gli interessi degli altri.
4. – Le proposte
La Regione, innanzi tutto dovrebbe traguardare il “marina” ripostese attraverso la griglia della
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
pianificazione complessiva della portualità turistica dell’isola. Si tratta di un compito difficile che
deve tener conto di tutte le altre pianificazioni territoriali inerenti la “coastal zone”, cioè dell’esigenza di inserire la città di Riposto, con il suo porto, nell’ambito di un sistema turistico: non un
punto ma un anello del “range” diportistico mediterraneo e, in particolare, siciliano.
Inoltre, la pianificazione regionale deve valutare gli impatti ambientali che ogni porto inevitabilmente arreca alla costa e al mare. Per ridurre al minimo tali impatti, come nel caso di Riposto,
devono essere studiate a fondo tutte le possibilità di riqualificazione con funzione turistica degli
esistenti porti isolani di seconda categoria (mercantili), terza classe (regionali e interregionali),
secondo la nuova classificazione indicata dalla legge di riforma dell’ordinamento portuale (Legge
84/94), nell’ottica di un’offerta che abbia come “focus” la definizione della Sicilia quale regione
turistica eminente dell’Europa.
Del resto, non è un caso che una proposta di legge in itinere sul turismo (C.D. n.5003 del
18/6/1998), già approvata dal Senato, faccia obbligo alle Regioni di predisporre appunto i piani
regionali sulla portualità turistica (art.6).
Per quanto concerne la Provincia, la stessa dovrebbe assumere la regìa delle iniziative locali
intese a valorizzare gli aspetti turistici del territorio di competenza, proprio tenendo presente che
un porto turistico è prima di tutto un fatto di vita , in grado cioè di modellare lo sviluppo delle
sue aree circostanti, in termini socio – economici, e di esserne modellato. Infatti, senza questo
scambio di input/output con il proprio territorio, il porto rischierebbe di diventare asfittico, poiché
verrebbero a mancargli tutte le opportunità derivanti dalle attività economiche, culturali e sociali
che formano il tessuto connettivo di ogni comunità di cui il porto è parte integrante. Non allora
uno scalo chiuso in se stesso, magari a servizio soltanto di un gran numero di unità da diporto
stanziali, ma un’importante infrastruttura che attraverso una serie di relazioni con il suo avanmare
e il suo retroterra sia capace di dispiegare potenzialità inespresse, contribuendo alla definizione
di stili di vita, a favorire occupazione, sviluppo e soprattutto prospettive per i giovani, attraverso
la creazione di cospicui flussi turistici.
A questo punto la sintesi del discorso ci sembra alquanto agevole. Nel quadro della portualità
turistica regionale, i Comuni della plaga etnea, gravitanti nell’area del porto turistico di Riposto,
dovrebbero cogliere l’occasione di tale determinante realizzazione per:
- ridefinire ed esaltare la propria “immagine”, in base alle rispettive tradizioni culturali, anche
con appropriate pianificazioni territoriali;
- assicurare al meglio i servizi essenziali di cui necessita ogni comunità civile;
- valorizzare al massimo i propri siti di maggior pregio, i beni culturali e ambientali e tutti i
luoghi di aggregazione e di svago.
Sotto l’egida della Provincia, infine, dovrebbe essere letteralmente inventata una manifestazione
di grande respiro turistico che faccia da rete di sostegno a quanto è stato detto sinora. Una sorta di
grande contenitore in cui durante tutta la stagione estiva possano trovare attuazione, in relazione
alle esigenze e alle vocazioni dei vari Comuni interessati, spettacoli di prosa, danza, incontri
culturali, mostre e fiere, gare sportive a terra e in mare. Tutte iniziative che già oggi vengono
proposte, ma in maniera scoordinata e quindi con inevitabili carenze, sovrapposizioni, spreco di
denaro pubblico, approssimazioni di ogni genere, quando sono invece necessarie le sinergie derivanti da un “fil-rouge” che unisca i diversi eventi attraverso lo spirito di appartenenza ad un unico
crogiolo culturale che abbia nel mare e nell’Etna gli elementi qualificanti e unificanti. Un festival,
quindi, che potrebbe aver già un nome, “EtnAmare”, saldamente collegato alle attività produttive,
sociali, culturali, ambientali di un irripetibile contesto naturale, architettonico, urbanistico, dove
le tradizioni, anche gastronomiche, hanno spessore e sapori antichi da diffondere e vivificare, a
vantaggio dei turisti, della collettività interessata e delle generazioni future.
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
L’Ammiraglio Gaetano Sodano in atto è destinato presso il Comando Generale del Corpo delle
Capitanerie di Porto, Area del Comandante Generale. Partendo dal suo primo comando, proprio
come Comandante del Porto di Riposto, e assumendo via via incarichi sempre più prestigiosi, sia
presso le più importanti Direzioni marittime e sia presso il Comando Generale delle Capitanerie
di Roma, è arrivato all’ultimo scalino della carriera. Tra l’altro ha ricoperto gli incarichi di
Comandante del Porto di Civitavecchia (Roma) e Direttore Marittimo del Lazio, di Comandante
del Porto di Livorno e Direttore Marittimo della Toscana, di Comandante del Porto di Venezia e
Direttore Marittimo del Veneto.
Conseguite diverse specializzazioni operative, tra le quali quelle di Comandante d’unità navali,
ha frequentato il Corso Normale di Stato Maggiore per Ufficiali Superiori della Marina Militare,
l’Istituto Stati Maggiori Interforze e un corso sulla Comunità Europea, mentre a bordo ha cumulato
oltre sei anni di navigazione oceanica e mediterranea. Nell’anno accademico 1997/98 ha frequentato
l’Istituto Alti Studi per la Difesa, seguendo le lezioni di Master di manager per l’organizzazione
e la gestione d’impresa della LUISS di Roma e della Bocconi di Milano.
Durante la sua attività di servizio, ha effettuato, come capo gruppo, una crociera addestrativa
in Nord Pacifico per giovani Ufficiali del Corpo delle Capitanerie di Porto; ha svolto sei missioni
all’estero per questioni connesse con il verificarsi di gravi sinistri marittimi, per seguire corsi
d’aggiornamento in materia di sicurezza della navigazione e per attività umanitarie in Ruanda; in
ambito ministeriale ha contribuito alla stesura di numerosi schemi di disegni di legge e Regolamenti
anche come membro del Comitato Centrale per la Sicurezza della Navigazione. Nel 1993 ha svolto
presso l’Università di Roma “La Sapienza” un ciclo di lezioni su “Organizzazioni e Ordinamenti
portuali”. A Venezia, durante l’anno accademico 1996/97, presso l’Università di Ca’ Foscari,
Facoltà di Scienze Ambientali, quale “Professore a contratto”, ha organizzato e svolto le lezioni
per un corso monografico di “Diritto ambientale marittimo”.
Attualmente svolge altresì un’intensa attività come pubblicista; ha fondato con altri Ufficiali la
Rivista Guardia Costiera ed è titolare della rubrica “Ambiente Marino” della prestigiosa “Rivista
Marittima” edita dallo Stato Maggiore della Marina.
Infine l’Ammiraglio Gaetano Sodano è insignito del titolo di Commendatore dell’Ordine al
Merito della Repubblica, della Medaglia d’oro Mauriziana, mentre la Santa Sede gli ha conferito
l’onorificenza di Cavaliere di San Gregorio Magno.
L’ammiraglio Gaetano Sodano
con il Sindaco di Riposto ing.
Rosario Mirone
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 83
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Aurelio Strano
Un poeta estemporaneo dalla personalità introversa:
LUCIU U LUPU
L
upo era il suo cognome ma l’aggiunta di una u ne fece un soprannome adatto, secondo
alcuni cosiddetti amici, a classificare il personaggio, in verità spigoloso e scontroso ma
anche buono e generoso specie con quelli che come lui erano o si sentivano emarginati
dagli ambienti qualificati della società. Andava in giro, lo
ricordiamo gli anziani, a fare il venditore ambulante, come
tanti altri che poi divennero negozianti e commercianti
rispettabili. Ma Lucio non aveva il bernoccolo degli affari e
per essere informato dei fatti del giorno lasciava che le comari
più furbe arraffassero qualche cianfrusaglia. Le notizie tristi
o liete che apprendeva stimolavano il suo estro poetico e la
sua poesia, nutrita di sentimenti sinceri e di vivido acume,
appuntava i fatti e fustigava i misfatti.
Lucio nacque a Giarre il 22/10/1910, da genitori di
condizioni economiche assai modeste perché il padre
Giovanni faceva, quando poteva, “u iurnataru” e la madre Sebastiana Musumeci, malferma in
salute allevava alla meglio tre figli: Lucio, Giuseppina e Pippineddu, morto in tenera età. Le
condizioni della famiglia migliorarono quando, col trasferimento a Riposto, il padre ottenne la
fiducia della famiglia Puglisi, che costruito l’omonimo Teatro, gli affidò il compito di custodirlo e
tenerlo pulito. Così, avendo libero accesso, per Lucio esso diventò la sua seconda casa nonché la
palestra della sua istruzione ed educazione per cui ricordava sempre le rappresentazioni di opere
liriche, di operette e le compagnie di varietà ed i nomi degli artisti più importanti come Schipa,
Ruggeri, Valenti, Grasso, Musco, Macario, Osiris ed altri personaggi famosi. Ricordava i tempi
quando nelle compagnie di varietà le ragazze del balletto “valevano il doppio perché in effetti
sei ballerine venivano reclamizzate così: 12 gambe 12”. Poi i gusti delle persone cambiarono,
il Teatro Puglisi diventò cinema, i genitori di Lucio morirono e Lucio, che con quel fisico poco
prestante non poteva affrontare lavori pesanti né voleva sottomettersi a piatire un posticino per
vivere, cominciò ad aguzzare l’ingegno e ad esercitare la sua sensibilità poetica per dire la sua sui
fatti di cronaca paesana, gareggiando con altri che poi ebbero migliore fortuna perché disposti a
farsi strumentalizzare. Lucio, dopo tanti guai, ebbe la fortuna di sposare una donna che, pur non
essendo una venere, fu sempre buona, comprensiva e fedelissima compagna. Concetta Altamore
andava in giro con Lucio nelle periferie di Giarre, Riposto e Mascali, dandogli man forte perché
più robusta a spingere il carrettino con i casalinghi. Quando arrivavano in certi crocicchi si
fermavano e Lucio pubblicizzava la merce gridando: “Vinni piatti, buttigghi e biccheri, Luciu u
Lupu cu so muggheri”.
Le donne uscivano dai vicoli accorrendo soprattutto per ascoltare le stornellate di Lucio come
anche per la speranza di portarsi a casa di straforo qualche cianfrusaglia, eludendo l’attiva vigilanza
della moglie Concetta, la quale in fondo però, come il marito, non se la prendeva molto per quelle
piccole rapine ad opera di persone che stavano economicamente peggio, tanto alla vita frugale di
Pagina 84
Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
Lucio e Concetta bastava poco e la maggior parte di quello che ricavavano dalle vendite lo mettevano
da parte per comprare altra “roba”. Lucio intanto registrava nella sua mente gli avvenimenti lieti o tristi
narrati dalle “comari” ed il suo estro su “li consequenzi ca lassau la guerra” appuntava:
“A cu manca lu patri a cu lu frati / quantu donni ci
su’senza mariti / quantu figghi di mamma assassinati
/ ca ‘nta sta terra cchiù non li viditi /”. Anche dopo il
matrimonio Lucio si lasciava coinvolgere in “imprese
amorose” improntando serenate per la bella di turno, la
quale però poteva anche avere un protettore litigioso per
cui finiva “a tabaccu”, cioè in malo modo ed allora Lucio
tornava mogio mogio confessando: “Dimmi ingrato,
dimmi vile / me lo merito, lo so’ / come pecora all’ovile
/ a te bella tornerò /. Tra parentesi l’italiano per Lucio
serviva a dare solennità alle parole...I versi di Lucio erano
a volte dolci e delicati come quando si rivolge alla madre
chiamandola: “Fata della prima aurora / unico bene della
vita mia /. Ma altre volte erano pungenti e fustigatori
di malvezzi e di misfatti. Così mentre si struggeva “Pì
‘n’urfanedda scausa, nuda,cu lu passu lentu / morta di
fami, china di stanchizza / priva di lu sant’amuri di la sò matruzza / ... Così s’indignava contro i violenti
ed i prepotenti e contro fatti assai immorali “ca fanu arrizzari li carni” come il caso d’un vecchio che
corteggiava una bambina “per buttarla nel peccato” o quello di una madre che voleva fare mercimonio
della figlia ancora bambina, servendosi della sua acerba bellezza per titillare l’erotismo dei clienti... In
questi casi Lucio non componeva solo versi ma sfidava il pericolo ospitando la ragazza d’accordo con
la moglie e fustigando “cu non senti dolu, non senti rancuri / non sapi chi vol diri lacrimari / pensa sulu
di fari lu ‘mbrugghiuni / e stari a spassu a fari u bacchittuni ”.
Come abbiamo accennato l’italiano serviva a Lucio per i momenti solenni e tale era per lui l’ode in
morte della sposa in cui tra l’altro dice: “Tu sola confortavi le mie pene / fino alla morte mi volesti bene”...
E così l’ode per la sua Riposto i cui figli furono “nobili marinara” che le consacrarono “con palpitante
cuore / vita, pace e amore /. Ed ecco come Lucio presenta se stesso: “Sugnu n’omu i sissantanni, ca paru
pigghiatu di la luna / cu li donni n’avutu furtuna / sincera n’aia truvatu sulu una”. E questo autoritratto
fu una delle ultime note di Lucio, che ricoverato all’Ospedale di Linguaglossa per una banale caduta,
morì il 10/06/1984.
I resti di Lucio sono seppelliti, assieme a quelli della fedele moglie Concetta, nella parte vecchia del
Cimitero di Riposto, nel sottosuolo della Cappella della Confr. della Madonna del Carmelo.
Lucio Lupo, pur essendo un uomo semplice e senza protezioni, lottò come poté contro la violenza e
la malvagità subendo minacce e qualche bastonatura, i suoi versi ora delicati ed ora aspri furono sempre
sinceri ed originali ed anche perché in vita non ebbe mai come altri alcun riconoscimento, continuo a
pensare che meriterebbe di essere ricordato nella toponomastica ripostese con l’intitolazione di una
strada, anche di quelle che ancora risultano contrassegnate da un numero. Penso che in fondo sarebbe
un atto di giustizia!
********************
Il prof. Aurelio Strano è stato insegnante di Lettere nelle scuole superiori, tra cui il Nautico di
Riposto, ed è stato preside di scuola media per oltre un ventennio. Pubblicista, ha collaborato e
collabora con quotidiani, settimanali e mensili di cronaca e cultura.
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 85
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Lio Tomarchio
‘O Ripostu ‘i Re ‘Maggi arrivunu d’u mari
Nella chiesetta antica
del paese, proprio
nella contrada di Torre
Archirafi, dove il cuore
s’addolcisce guardando
le barche con lampare,
che sembrano stelle scese
in mare per pescare sotto
la luna piena che luce
un fondale di profumate
erbe e colorati pesci, o
un pescatore sotto il sole di mezzogiorno con il
rotolo di rete caricato nelle spalle; o il remo d’una
barca accarezzare quest’azzurro mai muto mentre il
sole dell’alba sciacqua il suo viso nel mare; i tre re
vengono sopra la barca, non col cammello, a trovare
il Bambinello in una vecchia casetta attaccata alla
chiesa vicino l’archetto antico del palazzo del
Principe, dove è stato allestito il “Presepio del
Pescatore”. Un presepio unico fatto con intelligenza
e fantasia, che presenta il quartiere e il cuore di
questa gente di mare.
La scena vede di fronte un cielo pieno di stelle
in miniatura, la borgata con chiesa, piazza e casette
con tetti in tegole, il palazzo del Principe con
l’archetto, il muretto che s’affaccia nella marina
di massi dove vi sono le barche tirate a secco.
Ora nel mare che traspare si possono vedere
pescetti colorati che nuotano sott’acqua vicino una
“bulestrici” (rete) e pescatori con faccia segnata
di vento e sale sopra barchette a remi con lampara
accesa che con specchio e fiocina pescano sotto la
chiara luna.
Il soffitto di questa vecchia stanza che fa da
“Grotta” è adornato con rete da pesca stesa a cielo
con a centro la “cuvecchia” (cesta bassa e larga
per portare pesce azzurro) e di lato vi è la “nassa”
per pescare i piccoli polipi. E mentre un gioco di
Pagina 86
‘Nta ‘na crisiudda
antica d’u paisi, propriu
‘nta cuntrata di Turri
Archirafi, unni lu cori
addiventa duci vardannu
li varchi cu lampara, ca
parunu stiddi scinnuti
a mari pi piscari sutta
la china luna ca luci ‘n
funnali d’erbi ciaurusi
e pisci culurati, o ‘n
piscaturi ‘nto suli d’u menziornu c’u rotulu di
riti ‘nta spadda ‘mpunutu; o lu remu di ‘na varca
accarizzari ‘st’azzurru mai mutu mentri lu suli
di l’alba si sciacqua la so facci ‘nto mari; ‘i tri re
venunu supra ‘a varca, non c’u camiddu, a truvari
‘u Bammineddu ‘nta ‘na vecchia casuzza a la cresia attaccata vicinu l’archiceddu anticu d’u palazzu
d’u Principi, unni fu allistutu ‘u “Prisepiu d’u
Piscaturi”. ‘N prisepiu unicu fattu cu ‘ntilliggenza
e fantasia, ca prisenta lu quarteri e lu cori di ‘sta
genti di mari.
‘A scena viri di facci ‘n celu chinu di stiddi ‘n
miniatura, ‘a cuntrata cu cresia, chiazza e casuzzi
cu canali di critacotta, ‘u palazzu d’u Principi cu
l’archiceddu, e ‘u murittu ca s’affaccia ‘nta marina
di massi unni ci sunu li varchi tirati ‘o sciuttu. Ora
‘nta lu mari ca traspari si virunu pisciteddi di culuri
ca natunu sutt’acqua attagghiu ‘na “bulestrici” (riti
parata) e piscaturi cu facci ‘ntaccata di ventu e sali
supra varcuzzi a rimi cu lampara addumata ca cu
specchiu e friscina piscunu sutta la chiara luna.
‘U cummu di ‘sta vecchia stanza ca fa di “‘Rutta”
è paratu cu riti di pisca stinnuta a celu cu a centru
‘a “cuvecchia” (gistra vascia e larga pi purtari ‘i
masculini) e di latu ‘a “nassa” pi purpiteddi. E
mentri ‘na luci cancia l’ura tra notti e ghjornu,
pasturi cu agneddi ‘mpunuti supra ‘i spaddi
Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
luce cambia l’ora segnando il giorno e la notte,
pastori con l’agnello sulle spalle scendono dal
monte e pescatori che portano il pesce vengono
dalla marina, a pregare e fare dono al Salvatore
nato qui: sopra gli scogli a contatto col mare dove
tra le canne una vecchia prua di barca incatastata
fa da “stalla”, e l’asinello e il bue assieme a San
Giuseppe e la Madonna danno alito per riscaldare
il Bambinello di niente vestito.
Pure i re Magi, nella scena che al tramonto viene
interpretata dai pescatori del paese, stanno venendo
a portare doni al Bambinello nel “Presepio del
Pescatore”. Sono in mare, ognuno di loro sopra
un peschereccio segna la sua forte figura e la sua
veste di seta ingioiellata sotto il cielo che svampa
nuvolette di vento e guarda il cuore della Montagna
che si apre nel manto della bianca neve mentre il
suo mafioso (bello) pennacchio sale in cielo. Non
stanno galoppando sopra un cammello tra dune
della gialla sabbia del deserto, ma sopra azzurre
onde mentre il venticello del tramonto spruzza
la loro pelle segnata di sole di una fresca brezza
di mare. Un coro di barche colorate con sopra
famiglie di pescatori sono appresso. E bianchi voli
di gabbiani intrecciano nell’aria la scena.
Intanto arrivano al porticciolo di Torre, lì stanno ad
aspettare la banda, il parroco con chierichetti vestiti
da angelo e le autorità assieme ad un mare di folla
festante. E mentre i tre pescherecci attraccano nel
porticciolo la banda intona musica che s’intreccia
ai fuochi della festa, e la gente applaude.
Tutti vanno ora verso la chiesetta che si trova poco
distante passando dalla stradetta dove vi sono barche
a remi tirate a secco: i pescatori di Torre quando vi
è mareggiata tirano fin sopra la strada la loro barca
e la mettono accanto alla propria abitazione. Nelle
giornate di maltempo, specie quando qualche barca
ritarda a ritornare, la gente di questo borgo va a
pregare nella chiesetta cercando protezione alla
Madonna, come dice la poesia scolpita nella parte
interna della bronzea porta della chiesa: “L’antica
chiesa del settecento / dei parrocchiani coglie i
sospiri / alla Madonna si cerca manto / quando il
vento inselvaggia il mare”.
Ora, arrivati davanti alla chiesa, i tre re chiedono:
“Dov’è il re dei giudei ch’è nato? Abbiamo visto
la “Stella” e siamo venuti per onorarlo. A Lui ch’è
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
scinnunu d’u munti e piscaturi ca portunu pisci
venunu d’a marina, a prijari e fari donu a lu Santu
Sabbaturi ca nasciu cca: supra li scogghi a cuntattu
c’u mari unni ammenzu giummi di cannicciola ‘na
vecchia prua di varca ‘ncatastata fa di stadda, e ‘u
sceccu e ‘u ‘oi assemi a Sagnuseppi e ‘a Maronna
dununu ciatu pi quariari ‘u Bammineddu di nenti
vistutu.
Puru li re ‘Maggi, ‘nta scena ca ora a lu tramuntu
veni fatta a pirsunaggi d’i stissi piscaturi d’u paisi,
stannu vinennu a purtari doni a lu Bamminu ‘nto
“Prisepiu d’u Piscaturi”. Sunu a mari, ognunu
d’iddi supra ‘n piscareggiu signa cu la so forti
fiura e la so vesti di sita ‘ngiujllata sutta ‘u celu
ca svampa nuvuleddi di ventu e varda ‘u cori d’a
Muntagna ca si japri ‘nta lu mantu di la janca nivi
mentri lu so mafiusu pinnacchiu acchiana ‘n celu.
Non stannu galuppannu supra ‘u camiddu tra li duni
d’a gialla sabbia d’u disertu, ma supra azzurri unni
mentri ‘u vinticeddu d’u tramuntu spruzza la so
peddi signata di suli di ‘na frisca brizza di mari. ‘N
coru di varchiceddi culurati cu famigghi di piscaturi
ci sunu appressu. E janchi voli di vajazzi ‘ntrizzunu
‘nta l’aria la scena.
‘Ntantu arrivunu ‘o purticeddu d’a Turri, li stannu
aspittannu ‘a banna, ‘u parrucu cu cherichetti vistuti
d’anciulu e l’auturità assemi a ‘n mari di fudda
fistanti. E mentri ‘i tri piscareggi attraccunu ‘o
purticeddu, ‘a banna ‘ntona musica ca s’intrizza cu
bummi di festa e ‘a genti abbatti ‘i manu.
Tutti vannu ora versu ‘a crisiudda ca si trova
vicinu, passannu d’a straticedda unni ci sunu
varcuzzi a rimi tirati ‘o siccu: ‘i piscaturi d’a
Turri quannu c’è mari forti tirunu supra ‘a strata
‘a varca e s’a mettunu attagghiu ‘a so porta. ‘Nta
li jurnati di malutempu, speci quannu ‘occa varca
sta tardannu a turnari, ‘a genti va a prijari ‘nta ‘sta
crisudda circannu prutezioni a la Maronna, comu
dici ‘a puisia sculpita ‘nta parti d’intra d’a porta di
brunzu d’a cresia: “L’antica cresia di lu setticentu
/ d’i parrucchiani cogghi li suspiri / a la Maronna
si ci cerca mantu / quannu lu ventu fa ‘nsarvaggiri
‘u mari”.
Ora, arrivati avanti ‘a cresia, ‘i tri re addumannunu: “Un’è ‘u re d’i Giudei nasciutu? Vistumu la
“Stidda” e vinnimu pi adurarlu. A iddu ca è Diu
vulemu offriri ‘i nostri doni” (assemi a oru, ‘ncen-
Pagina 87
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Dio vogliamo offrire i nostri doni” (assieme a oro,
incenso e mirra, questi particolari re Magi portano
al Bambinello pure cesti pieni di frutti di mare).
“Chi voi cercate è qui con Maria sua madre;
entrate e prostratevi in ginocchio”, risponde il
parroco. E i re Magi entrano in chiesa.
Dopo una particolare cerimonia religiosa dove
sono i tre re a leggere i passi del Vangelo, che
vengono alternati al coro parrocchiale che intona
inni sacri, la processione si sposta nella stanzetta
proprio attaccata alla chiesa e quasi sotto il piccolo
arco, dove si trova il “Presepio del Pescatore”. Qui
viene cantata a gran voce “Tu scendi dalle stelle”.
E dopo che il parroco impartisce la benedizione,
il Bambinello messo nel piccolo cestino di vimini
con paglia viene affidato, in presenza dei re Magi,
ad una famiglia di pescatori per custodirlo per tutto
l’anno - Il capofamiglia è il padrino del “Presepio”
per quest’anno.
Ora il Natale chiude la sua notte fatata sotto il
cielo pieno di stelle, la cenere del “ceppo” davanti
alla chiesetta antica di Torre Archirafi ancora odora
di radica d’arancio e vecchie carcasse di barche che
assieme al legno hanno sciolto il loro sale. Si sente
nell’aria il suono della zampogna che s’allontana,
e il venticello della notte porta dal mare l’antico
canto delle sirene, segnando nell’onda la bellezza e
la poesia di questo “Presepio del Pescatore”!
zu e mira, ‘sti tri particulari re ‘Maggi portunu ‘o
Bammineddu puru cesti chini di rizzi, occhi ‘i ‘oi,
purpiteddi e mauru).
“Cu’ Vui circati è cca cu Maria so matri; trasiti
e ‘nchinativi ‘nginocchiu”, rispunni ‘u parrucu. E
‘i tri ‘Maggi trasunu ‘nta cresia.
Dopu ‘na particulari cirimonia riliggiusa unni
sunu ‘i tri re a leggiri ‘i passi d’u Vangelu, ca venunu
‘ntramizzati d’u coru parrucchiali ca ‘ntona inni
sagri, ‘a prucissioni si sposta ‘nta casuzza propriu
attaccata ‘a cresia e quasi sutta l’archiceddu, unni
c’è ‘u “Prisepiu d’u Piscaturi”. Cca, s’intona forti
“Tu scinni di li stiddi”. E dopu ca ‘u parrucu fa ‘na
particulari binidizioni, ‘u Bammineddu misu ‘nta
‘n cistineddu di vimini cu pagghia veni affidatu, ‘n
prisenza di re ‘Maggi, a ‘na famigghia di piscaturi
pi custudillu pi tuttu l’annu. - ‘U capufamigghia è
‘u patrozzu d’u “Prisepiu” pi ‘st’annu -.
Ora, ‘u Natali chiudi la so notti ‘nfatata sutta ‘u
celu chinu di stiddi, la cinniri d’u “zuccu” avanti ‘a
crisiudda antica d’a Turri Archirafi ancora ciauria di
rarica d’aranciu e vecchi carcassi di varca c’assemi
‘o lignu squagghiaru lu so sali. Si senti ‘nta l’aria ‘u
sonu d’a sampugna ca s’alluntana, e ‘u vinticeddu
di la notti porta di lu mari l’anticu cantu d’i sireni,
signannu ‘nta l’unna ‘a biddizza e ‘a puisia di ‘stu
“Prisepiu d’u Piscaturi”!
Dal volume «’A picciotta di nomu Sicilia» - Editrice L’EPOS, Palermo
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Provincia Regionale di Catania
Riposto 2000: quale futuro?
“Comu si fa a no essiri pueta”
Stacci ‘nta ‘na jurnata di tramuntu
quannu l’autunnu ammanta ‘nta lu giallu
‘i paiseddi antichi d’a Muntagna
assittatu ‘o purticeddu d’u Ripostu
Vardulu ‘u giujri di la luna
mentri ‘nto mari canta la lampara
e ‘a musica d’u remu la culura
facennu arrusbigghiari la sirena
Vardili li culuri di lu celu
mentri ‘nto Munti ci janchia la nivi
e d’a vajazza senti lu cantari
cogghiri l’ultimu ciatu di lu suli
E poi tu dimmillu omu pinzaturi
chi c’è scrittu ‘n celu ‘n terra e a mari
varda ‘stu gran culuri è l’Amuri
ca a tutti duna paci e sciogghi cori
Centu piscareggi ci sunu a mari
ca raccuntunu la storia d’omini duri
‘nta li so vrazza e chiari ‘nta lu cori
cu ossa e peddi ‘mpastati di sali
E dimmillu tu ora cu la menti cheta
comu si fa a no essiri pueta
********************
Lio Tomarchio, poeta e scrittore dialettale, è nato a Riposto (Catania) il 9 settembre 1939. Ha ricevuto
premi letterari e lusinghieri riconoscimenti in Italia e all’estero, ma i tributi più significativi e graditi
gli sono giunti dal contatto con le comunità siciliane, in Patria e all’estero, che si riconoscono nella sua
appassionata ricerca dell’anima isolana. Tante sono le scuole che utilizzano i suoi scritti durante l’attività
didattica per la lettura e la drammatizzazione in lingua siciliana; una sua poesia è stata incisa sul portale
di bronzo della settecentesca chiesa di Torre Archirafi; suoi componimenti sono diventati canzoni di
musicisti siciliani e non; i detenuti del carcere di Giarre hanno realizzato uno spettacolo tratto da un suo
racconto. Tutti esempi di un continuo riconoscimento che singoli e gruppi tributano all’opera poetica
del “loro” autore, al poeta della gente di Sicilia.
Personalità poliedrica, Lio Tomarchio è anche espertissimo maestro di Judo che ha contribuito alla
formazione di migliaia di giovani, ed ha visto più volte i suoi allievi conquistare il titolo di Campione
Nazionale e medaglie in Trofei Internazionali; è l’inventore del Liu-Bo, sport del bastone siciliano, che
alla XIX Universiade 1997, è stato scelto per la cerimonia d’apertura della manifestazione.
Ha pubblicato recentemente due corposi volumi dal titolo ”Ricugghituri” che raccolgono tutte le sue
opere letterarie precedenti, pubblicate dal 1980 al 1993. Per ultimo ha pubblicato il volume «‘A picciotta
di nomu Sicilia» (Editrice L’EPOS-Palermo).
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Attività del Circolo
Monumento ai caduti del mare
Elenco vittime del mare
Elenco Medaglie d’Oro Lunga Navigazione
Elenco soci
La Stampa
Per ricordare
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Monumento ai caduti del mare
Arch. Silvio Amelio di Roma
Scultore F. Contarino di Acireale
Prof. Salvatore Russo di Cosenza
Nel 1988 questo Circolo ebbe a farsi promotore di un’iniziativa che si riteneva rispondente al generale sentimento cittadino, volta all’erezione di un monumento ai Caduti del
mare, significativamente da porre non lontano dalla riva, all’incrocio tra lo sbocco di Corso
Italia e il Lungomare.
Si diede incarico a tre scultori rappresentativi di indirizzi e stili diversi - precisamente
all’architetto Silvio Amelio di Roma, al pittore Salvatore Russo di Cosenza e allo scultore
Franco Contarino di Acireale - i quali presentarono i tre bozzetti sopra riportati.
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Provincia Regionale di Catania
Attività del Circolo
Sezioni e pianta del monumento
Il Consiglio direttivo del Circolo orientò la sua scelta sul bozzetto
dell’arch. Amelio riproducente un dramma di mare in cui un naufrago
viene avviluppato da grosse onde animate. Si contava di realizzare l’opera
mediante libere offerte dei soci e dei cittadini, nonché attraverso contribuzioni da parte di pubblici enti, quali il Comune, la Provincia, la Regione.
L’offerta dei privati raggiungeva la somma di quasi 20 milioni, cifra non
disprezzabile, anche se molto inferiore a quella che sarebbe stata necessaria, mentre del tutto nullo riusciva il coinvolgimento degli Enti Pubblici.
La somma raccolta è stata depositata presso la Cassa di Risparmio V. E.
di Riposto, oggi Banco di Sicilia, il cui importo oggi, con gli interessi
maturati, è di £. 27.587.382.
Il costo del soggetto statuario scelto, di non trascurabile livello artistico, era inizialmente di circa 40
milioni, costo sicuramente oggetto, ormai, di forte aumento. Tuttavia, noi del Circolo, sicuri di interpretare
il pensiero della Comunità cittadina, siamo decisi nel portare a compimento la realizzazione dell’opera
in memoria dei nostri morti in mare. A tal proposito si spera che il monumento possa sorgere a seguito
della costruzione del porto turistico. Infatti, una vecchia legge prevede che nella costruzione di ogni
grossa opera una piccola percentuale dell’importo venga speso in opere d’arte.
Se quest’ultima occasione dovesse fallire, è nostra ferma intenzione di chiudere definitivamente l’iniziativa e tradurre in realtà quello che potrà essere realizzato con la cifra raccolta.
Di seguito riportiamo l’elenco completo di coloro che hanno voluto sostenere la nostra iniziativa.
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Elenco dei contributi riscossi per il monumento
Soci del Circolo
Anastasi Giuseppe
Arcidiacono Giovanni
Bafumi Giovanni
Barbagallo Sebastiano
Bombara Sebastiano
Bonaccorsi Giuseppe
Calabrò Mario
Caltabiano Vittorio
Camardi Alberto
Capilli Rosario
Castiglione Cesare
Castiglione Giuseppe
Cavallaro Angelo
Contarino Rosario
Copani Gioacchino
Cotugno Carmelo
Cotugno Giuseppe
De Maria Isidoro
De Maria Rosario
Denaro Salvatore
Denti Leonetto
Di Bella Giuseppe
Di Martino Angelo
Di Pino Mario
Finistrella Angelo
Frazzitta Vincenzo
Frazzitta Vincenzo GE
Fresta Sebastiano
Galeano Sebastiano
Giannetto Mario
Giuffrida Antonino
Giurato Concetto
Guarrera Rosario
Guarrera Salvatore
Incigneri Michele
La Rosa Pietro
Leonardi Alfio
Leonardi Angelo
Leonardi Roberto
Leotta Antonino(44)
Lizzio Salvatore
Mangano Gerardo
Marano Salvatore
Marzullo Sebastiano
Mastroieni Leonardo
Novellini Cateno
Patané Franco
Patané Isidoro
Petrella Orazio
Pino Rosario
Pipino Saverio
Puglionisi Cosimo
Russo Antonino
Salpietro Giacomo
Santangelo Salvatore
Scalone Arturo
Sciacca Giovanni
Siliato Alfio
Siliato Francesco
Pagina 94
20.000
100.000
50.000
100.000
10.000
100.000
100.000
50.000
50.000
100.000
50.000
50.000
250.000
25.000
200.000
100.000
100.000
30.000
50.000
50.000
50.000
50.000
150.000
100.000
15.000
100.000
20.000
50.000
100.000
100.000
50.000
100.000
100.000
100.000
100.000
20.000
30.000
100.000
50.000
50.000
100.000
50.000
100.000
30.000
50.000
50.000
30.000
50.000
100.000
60.000
60.000
50.000
50.000
20.000
100.000
150.000
250.000
50.000
100.000
Spina Angelo
Spina Giuseppe
Strano Salvatore
Tomarchio Salvatore
Torrebella Mariano
Valenti Carmelo
Valenti Carmelino
Valenti Pietro
Zappalà Michelangelo
Privati cittadini:
Amendolia Nunzio
Amelio Francesco
Anonimo
Arcidiacono Alfio
Ardizzone Enzo
Audino Sergio
Auditore Pietro
Bar Averna
Bar Costanzo
Bellalba Giuseppe
Bignante Roberto
Billé Antonino
Borzì Augusto
Cacciola Giovanni
Calì Salvatore
Campagna Ferdinando
Campione Isidoro
Cangelosi
Cannistraci Felice
Caponetto Agatino
Carchidi Oscar
Cariola Salvatore
Caruso Nicola
Casà Giuseppe
Cassaniti Carmelo
Castorina Giuseppe
Castro Giovanni
Catalano Salvatore
Centro Formaggi
Chiarenza Antonio
Cimino Gregorio
Cipriano Michele
Colombo Leonardo
Contarino Giuseppe
Contarino Pietro
Contarino Rosario
Contarino Salvatore
Conti Sebastiana
Costanzo Santa
Costarelli Salvatore
Daidone
Denaro Mario
De Salvo Laura
Di Maggio Vincenzo
Di Martino Giuseppe
Ditta La Rosa Rosario
Ditta Sorbello autor.
D’Urso Angelino
D’Urso Sebastiano
40.000
100.000
50.000
250.000
100.000
100.000
50.000
50.000
50.000
5.360.000
10.000
10.000
10.000
50.000
10.000
100.000
100.000
100.000
100.000
100.000
10.000
10.000
50.000
5.000
20.000
20.000
15.000
10.000
100.000
40.000
5.000
20.000
50.000
20.000
100.000
50.000
200.000
1.000.000
30.000
10.000
20.000
200.000
50.000
20.000
10.000
100.000
100.000
10.000
1.000.000
10.000
2.000
1.000.000
50.000
100.000
20.000
50.000
100.000
10.000
20.000
Provincia Regionale di Catania
Attività del Circolo
Farmacia Caprino
Favetti Antonino
Finistrella Rosario
Foti Massimo
Fragalà Arcangelo
Fragalà Giuseppe
Fragalà Salvatore
Fratelli Amelio
Fratelli Cutuli
Fratelli Daidone
Fratelli Impellizzeri
Galeano Gianbattista
Granata Clara
Granata Michele
Granata Nino
Grassi Pietro
Grasso Roberto
Grasso Rosario
Gruppillo Antonietta
Le Mura Francesca
Leonardi Filippo
Leonardi Giuseppe
Leonardi Mario
Leonardi Mario Banch.
Leotta Antonino
Leotta Antonino(Aci)
Leotta Francesco
Leotta Giuseppe
Leotta Lucio
Leotta Lucio e Seb.
Leotta Salvatore
Ligresti Giovannina
Lizzio Antonino
Lo Sciuto Francesco
Longo Carmelo
Luciano Leonardi
Macelleria Martello
Mandanici Grazia
Mandanici Santo
Marano ved. Sciacca
Marino Leonardo
Maugeri Giovanni
Maugeri Rosario
Mauro Vincenzo
Melissa Girolamo
Messina Concetto
Micalizzi Graziella
Musumarra Rosario
Musumeci Giovanni
Nicotra Stefano
Pace Salvatore
Panificio Sgroi
Patané Alfio
Patané Isidoro
Patané Mario
Patané Paolo
Patti Alfio
Pennisi Le Mura Cett.
Pergolizzi Salvatore
Pettinato Angelo
Puglionisi Francesca
Puglionisi Giovanni
Puglionisi Leonardo
Puglionisi Marianna
Puglisi Domenico
Puglisi Francesco
20.000
100.000
5.000
100.000
100.000
50.000
100.000
300.000
50.000
20.000
200.000
10.000
20.000
20.000
10.000
100.000
20.000
50.000
100.000
10.000
50.000
50.000
50.000
15.000
50.000
50.000
50.000
100.000
10.000
50.000
100.000
20.000
50.000
50.000
50.000
20.000
5.000
50.000
50.000
100.000
20.000
20.000
15.000
50.000
10.000
50.000
50.000
50.000
50.000
100.000
50.000
10.000
20.000
50.000
50.000
20.000
50.000
50.000
10.000
20.000
10.000
50.000
10.000
50.000
25.000
100.000
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Ragonesi Sebastiano
Ranno Antonino
Ricca
Russo Arcidiacono A.
Russo Salvatore
Sciacca Marzullo Seb.
Sessa Rosario
Sessa Rosario fu Alf.
Siliato Leonardo
Siliato Pietro
Smacchiatoria Lanza
Sodano Gaetano
Spadaro Alfredo
Spinaci Salvatore
Spoleti Nicola
Statello Salvatore
Tabaccheria TRE
Tancredi Carmelo
Taverna Salvatore
Tomarchio Leonardo
Tomarchio Lio
Torrisi Giuseppe
Trombetta Mario
Trovato Giuseppe
Trovato Isidoro
Vadalà Angelo
Vadalà Carmelo
Valenti Alfio
Valenti Pietro
Vasta Salvatore
Vasta Sebastiano
Vasta Sebastiano
Vecchio Vincenzo
Pubblici e Privati:
ALISUD S.p.A.
Banca Popol.S.Venera
Associazioni private:
Circolo “Il Faro”
Kiwanis Club Giarre-Riposto
Society Riposto Inc. N.Y.
Uomini politici:
Di Bella Salvatore
Forestieri:
Alfaro Gaetano di Napoli
Arnavas Aldo di Livorno
Cafiero Angelo di Napoli
Caiazzo Giacomo di Sorrento
Di Mauro Giovanni di Trani
Leonardi Anna di Mestre VE
Leonardi Giuseppe di Milano
Pappalardo Salv. Australia
Pignatelli Ant. New York
Roussel Vigo Renata di Acir.
Zappalà Carmelo di Roma
Zappalà Paolo di Roma
Totale incassato
Interessi maturati al 06/04/2000
Totale disponibile
50.000
50.000
10.000
25.000
100.000
20.000
10.000
50.000
15.000
50.000
10.000
50.000
50.000
50.000
100.000
50.000
5.000
100.000
10.000
20.000
50.000
30.000
1.200.000
100.000
50.000
50.000
10.000
10.000
50.000
50.000
50.000
100.000
50.000
11.197.000
Enti
500.000
200.000
700.000
100.000
500.000
250.000
850.000
100.000
100.000
100.000
100.000
300.000
100.000
50.000
50.000
50.000
300.000
100.000
50.000
200.000
100.000
1.500.000
19.707.000
7.880.382
27.587.382
Pagina 95
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 96
Provincia Regionale di Catania
Attività del Circolo
San Francesco da Paola
Protettore dei naviganti
Elenco aggiornato di vittime del mare da
inserire sulla lapide del monumento ai
caduti
cognome
Arcidiacono
Arcidiacono
Barbarino
Barbarino
Barbarino
Barrese
Battaglia
Caltabiano
Cardì
Castorina
Castro
Celci
Chiappazzo
Conti
Costanzo
Costanzo
Costanzo
Cotugno
Cotugno
Cotugno
D’Agata
Denaro
Di Stefano
D’Urso
Fazio
Fazio
Fichera
Fresta
Gambino
Granata
Gruppillo
Gruppillo
nome
Agostino
Angelo
Alfio
Orazio
Salvatore
Vincenzo
Carlo
Sebastiano
Ignazio
Rosario
Placido
Emilio
Salvatore
Matteo
Carmelo
Giovanni
Orazio
Angelo
Sebastiano
Tommaso
Giuseppe
Costantino
Paolo
Carmelo
Isidoro
Isidoro
Salvatore
Sebastiano
Giuseppe
Raimondo
Biagio
Assunta
qual./grado
com.te
com.te
carbonaio
…
marinaio
marinaio
uff. macch.
elettricista
mozzo
cap.d.m.
marinaio
marinaio
marinaio
nostromo
marinaio
…
marinaio
marinaio
marinaio
capo barca
uff. macch.
…
fuochista
s.t.vascello
subacqueo
subacqueo
fuochista
fuochista
uff. macch.
uff. macch.
dir. macch.
moglie
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
nato a
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
il
24/04/1898
06/09/1910
19/05/1890
13/05/1984
15/02/1922
…
18/12/1893
23/03/1906
23/09/1924
…
13/04/1899
…
…
18/05/1890
…
19/07/1879
02/04/1877
1915
1912
1880
22/02/1882
1890
…
16/071908
…
27/12/1950
04/01/1907
12/08/1911
22/07/1928
23/09/1903
10/08/1903
15/08/1913
morto
il
in mare
12/10/1918
nave ”Puccini”
23/12/1942
nave ”Ogaden”
12/08/1942
in mare
13/02/1915
in mare
04/07/1936
nave “Monreale”
28/11/1948
in mare
26/05/1937
nave “Luisa”
05/06/1965
nave “Gino Allegri”
31/05/1943
nave “Moby Prince”
10/04/1991
nave “S.G.Battista”
31/01/1942
nave “Rapido”
16/06/1944
nave “Bonzo”
16/12/1940
nave “S.G.Battista”
31/01/1942
nave “Stella del mare” 24/08/1945
in mare
11/05/1918
nave “Tergestea”
16/10/1942
nave “Stella del mare” 24/08/1945
nave “Stella del mare” 24/08/1945
nave “Stella del mare” 24/08/1945
nave “Trentino”
04/11/1941
in mare
…
nave “Tembien”
11/06/1941
somm. “Corallo”
13/12/1942
in mare
…
in mare
03/06/1988
nave “Deno”
02/12/1945
nave “Multedo”
02/12/1941
nave “Jahra”
22/02/1955
nave “Sangro”
06/05/1941
in mare
13/09/1960
in mare
13/09/1960
Pagina 97
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
cognome
Incigneri
Leonardi
Leotta
Leotta
Leotta
Leotta
Mandanici
Mandanici
Merlo
Miano
Minutoli
Monforte
Montebello
Musumeci
Patané
Patti
Pavone
Pennisi
Raciti
Ragonesi
Rametta
Rapisarda
Rodolico
Santoro
Schifilliti
Sciacca
Spinaci
Spoleti
Tomarchio
Torrisi
Toscano
Vadalà
Valenti
Vasta
Visalli
Viscuso
Zammataro
Pagina 98
nome
Sebastiano
Salvatore
Carmelo
Carmelo
Giuseppe
Sebastiano
Alfio
Rosario
Teodoro
Rosario
Rosario
Giambattista
Carmelo
Ernesto
Carmelo
Alfio
Francesco
Leonardo
Rosario
Giovanni
Giuseppe
Isidoro
Alessandro
Angelo
Gianni
Giuseppe
Pietro
Rosario
Mariano
Giuseppe
Giuseppe
Pasquale
Rosario
Pietro
Catino
Vincenzo
Francesco
qual./grado
pennese
…
…
cap.d.m.
marinaio
uff. macch.
…
giovanotto
…
…
uff. macch.
marinaio
uff. macch.
s.t.vascello
marinaio
…
…
…
…
marinaio
…
uff. macch.
…
marinaio
subacqueo
cap.l.c.
nostromo
fuochista
marinaio
uff. macch.
com.te
radiotelegr.
fuochista
cap.s.l.c.
nocchiero
marinaio
com.te
nato a
Riposto
Riposto
Riposto
Giarre
Riposto
Riposto
Mascali
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Giarre
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Cast.Sic.
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
Riposto
il
22/02/1895
06/10/1920
08/07/1901
19/12/1900
30/05/1876
02/01/1895
17/02/1931
13/03/1904
…
12/05/1921
26/05/1948
21/06/1891
09/06/1921
25/06/1905
16/07/1920
06/01/1942
10/02/1906
…
17/06/1896
27/08/1922
…
…
26/08/1919
14/02/1914
…
…
19/05/1891
12/02/1900
…
01/01/1895
…
10/10/1919
…
03/04/1899
03/04/1910
23/10/1892
28/11/1891
morto
nave “S.G.Battista”
in mare
nave ”Alga”
nave “Tosca”
in mare
in prigionia
in mare
nave “Petrarca”
nave “Risveglio”
in mare
nave “Humilitas”
nave “Piemonte”
in mare
in mare
nave “Scirocco”
in mare
in mare
nave “Humilitas”
nave “Gianicolo”
nave “Risveglio”
nave “Leone”
nave “Puccini”
in prigionia
nave “Angela Fassio”
in mare
nave “Moby Prince”
nave “Lido”
nave “Providencia”
nave “Stella del mare”
nave “Petrarca”
in mare
nave “Tarantini”
nave “Capo Orso”
nave “Veloce”
in mare
nave ”Moncenisio
mare di Tripoli
il
31/01/1942
12/05/1977
09/10/1942
24/03/1943
04/07/1936
23/04/1945
14/12/1970
15/02/1943
17/10/1946
1945
05/05/1981
11/11/1914
...
24/04/1941
23/03/1943
04/01/1986
24/01/1958
05/05/1981
11/02/1938
17/10/1946
07/12/1900
23/12/1943
…
26/11/1961
.../07/1968
10/04/1991
27/02/1941
05/09/1950
24/08/1945
15/02/1943
1908
15/12/1940
26/02/1943
02/12/1942
07/04/1943
15/02/1923
15/01/1941
Provincia Regionale di Catania
Attività del Circolo
Elenco di marittimi decorati di
“Medaglia d’oro di lunga navigazione”
(iscritti alla Sezione “Mariano Indelicato”)
cognome e nome
1. AMANTE GIUSEPPE
2. AREZZI CLAUDIO
3. BONACCORSI GIUSEPPE
4. BONACCORSI GIUSEPPE
5. BUTTA’ GIUSEPPE
6. CALABRO’ MARIO
7. CALTABIANO CARLO
8. DI BELLA GIUSEPPE
9. FOTI GIAMBATTISTA
10. FRESTA ANGELO
qualifica/grado
NOSTROMO
1° MACCHINISTA (F.A.)
DIRETTORE CAP. SUP. D.M.
NOSTROMO
PADR. MARITTIMO
DIRETTORE CAP. SUP. D.M.
DIRETTORE CAP. D.M.
DIRETTORE CAP. D.M.
DIRETTORE CAP. SUP. D.M.
OPERAIO MECCANICO
nato
27/08/1920
19/03/1908
19/03/1924
24/06/1923
16/12/1894
07/09/1924
01/02/1901
05/08/1897
24/09/1905
11/10/1931
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
DIRETTORE CAP. SUP. D.M.
NOSTROMO
DIRETTORE CAP. D.M.
CAMBUSIERE
DIRETTORE CAP. SUP. D. M.
COMANDANTE CAP. SUP. L.C.
DIRETTORE CAP. SUP. D M.
DIRETTORE CAP. SUP. D.M.
PADR. MARITTIMO
COMANDANTE CAP. SUP. L.C.
DIRETTORE CAP. D.M.
MARINAIO
MAESTRO DI CASA
MAESTRO DI CASA
MARINAIO
I° MACCHINISTA (F.A.)
COMANDANTE CAP. SUP. L.C.
NOSTROMO
DIRETTORE CAP. D.M.
I° MACCHINISTA
25/08/1907
07/02/1903
06/05/1945
02/01/1919
30/04/1908
12/06/1906
25/10/1908
25/03/1903
29/10/1908
26/05/1903
04/07/1908
23/07/1924
09/12/1932
26/03/1931
18/02/1902
01/08/1911
20/04/1930
15/11/1916
...
24/10/1895
GALEANO FERDINANDO
GIARRIZZO CARMELO C.
GRASSO CARMELO
GUARRERA SALVATORE
GUARRERA SILVESTRO
INDELICATO CARMELO
INDELICATO MARIANO
LE MURA NUNZIO
LEONARDI SEBASTIANO
LEOTTA SALVATORE
LICCIARDI CARMELO
MARINO LEONARDO
MARINO SALVATORE
MESSINA LEONARDO
MONFORTE PIETRO
MUSUMECI SALVATORE
PALMIERI PASQUALE
PATANÉ MARIANO
PATANÉ MATTEO
PATANÉ VINCENZO
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
morto
27/7/1984
19/01/1986
30/06/1977
13/10/1984
=
=
22/06/1979
15/02/1985
=
24/07/1975
17/02/1984
1998
26/07/1985
01/07/1985
=
=
1992
02/04/1978
Pagina 99
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
40.
41.
42.
43.
PATTI ALFIO
PAVONE FRANCESCO
PRIVITERA MARIO
PUGLIONISI SALVATORE
PUGLISI ORAZIO
RAMETTA PIETRO
RUSSO ALFIO
SALICI ANGELO
SCALIA GIUSEPPE
SCALONE ARTURO
SILIATO FRANCESCO
SILIATO ISIDORO
VALENTI PIETRO
CAMBUSIERE
COMANDANTE CAP. L.C.
DIRETTORE CAP. D.M.
COMANDANTE CAP. SUP. L.C.
I° UFFICIALE PADR. MARITT.
CAPITANO L.C.
DIRETTORE CAP. D.M.
I° UFFICIALE PADR.MARITT.
DIRETTORE CAP. D.M.
DIRETTORE CAP. D.M.
DIRETTORE CAP. D.M.
CAPO ALLOGGI
COMANDANTE CAP. SUP. L.C.
...
10/02/1906
14/11/1901
15/08/1879
25/11/1911
01/07/1904
01/06/1897
24/08/1913
21/09/1895
08/10/1933
01/06/1936
06/06/1919
20/11/1923
1998
24/01/1958
17/10/1978
10/04/1964
1994
02/08/1979
09/09/1980
=
20/01/1968
16/08/1994
Il Fiduciario
dott. Michelangelo Zappalà
Preghiera del navigante
Al calare della sera
noi, uomini di mare
a Te leviamo o Signore
la nostra preghiera
e i nostri cuori:
i vivi sulle navi
i morti in fondo al mare.
Fa che la notte passi serena
per chi veglia nel lavoro,
per chi stanco si riposa.
Fa che ogni navigante
prima del sonno si segni col Tuo Segno
nel Tuo amore e nel Tuo perdono
ed in pace coi fratelli.
Fa che ogni nave conservi la sua rotta
ed ogni navigante la sua fede.
Comanda ai venti e alle onde
di non cimentare la nostra nave,
comanda al Maligno
di non tentare i nostri cuori.
Conforta la nostra solitudine
col ricordo dei nostri cari,
la nostra malinconia
con la speranza del domani,
le nostre inquietudini
con la certezza del ritorno.
Benedici la famiglia
che lasciammo sulla riva,
benedici la nostra Patria
e tutte le Patrie dei naviganti
che il mare unisce e non divide.
Pagina 100
Benedici chi lavora sul mare
per meritarsi il pane quotidiano;
benedici chi lavora sui libri
per meritarsi il mare,
benedici chi in fondo al mare
attende la Tua luce e il Tuo perdono
e così sia.
Provincia Regionale di Catania
Attività del Circolo
Elenco nominativo dei soci
SOCI ONORARI
M.° Franco Battiato - On. Dott. Nino Caragliano - Ing. Salvatore Castorina - Prof. Rosario Contarino Prof.
Santi Correnti - Gr. Uff. Alfio Di Maria - Prof. Vincenzo Di Maria - Cap.d.m. Angelo Di Martino Dott.
Francesco Di Pino - On. Avv. Carmelo D’Urso - Prof. Giuseppe Giarrizzo - Prof. Giovanni Grasso Dott.
Salvatore Lizzio - Giorn. Sebastiano Messina - Mons. Stefano Pavone - Dott. Prof. Aureliano Puglionisi
- Dott. Gaetano Ragunì - Amm. Gaetano Sodano - Prof. Rosario Soraci - Amm. Giuseppe Talmon - C.
Amm. Tommaso Vagliasindi.
SOCI EFFETTIVI
AUDITORE STEFANO
BARBAGALLO
SEBASTIANO
BONACCORSI GIUSEPPE
CALABRO’ MARIO
CAMARDI ALBERTO
CASTIGLIONE GIUSEPPE
CASTORINA ROSARIO
CATANESI PIETRO
CONTARINO ROSARIO
COPANI GIOACCHINO
COSENTINO ANTONIO
COSTA GIUSEPPE
COTUGNO CARMELO
COTUGNO GIUSEPPE
DE MARIA ROSARIO
DENARO PASQUALE
DENARO SALVATORE
DENTI LEONETTO
DI MARTINO ANGELO
DI PINO MARIO
DUELLO PIETRO
FERRARA GIUSEPPE
FRAZZITTA VINCENZO
GIANNETTO MARIO
GIUFFRIDA FRANCESCO
GIURATO CONCETTO
GRASSO SALVATORE
GRASSO PIETRO
LEONARDI ANGELO
LEOTTA ANTONINO
LEOTTA ANT. di FRANC.
MANGANO VITO
MARANO SALVATORE
MARZULLO VINCENZO
MASSIMINO MARIO
MASSIMINO SALVATORE
MESSINA STEFANO
MUSUMECI SEBASTIANO
NOVELLINI CATINO
PAGANO SEBASTIANO
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
PAVONE MARCELLO
PENNISI ROSARIO
PUGLIONISI COSIMO
ROCCAMENA NUNZIO
ROMANO ANTONINO
SCALONE ARTURO
SCIACCA GIOVANNI
SCORDO CARMELO
SILIATO FRANCO
SPINA ANGELO
SPINA GIUSEPPE
STAGNITTI GIOVANNI
TOMARCHIO SALVATORE
VALENTI CARMELINO
VALENTI CARMELO
VASTA GIUSEPPE
VENUTO FRANCESCO
VINCIGUERRA ROSARIO
ZAPPALA’ ALFIO
Pagina 101
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
SOCI FREQUENTATORI
ANASTASI SALVATORE - COPANI SEBASTIANO - DENARO PIETRO - FRAZZITTA VINCENZO
FRESTA ANGELO - GIURATO SALVATORE - GIURATO STEFANO - GUARRERA SALVATORE
LEOTTA GIUSEPPE - MANGANO GERARDO - MARZULLO SEBASTIANO - MESSINA ANGELO
MESSINA GIUSEPPE - PINO ROSARIO - RUSSO ORAZIO - SCORDO SEBASTIANO - SCROFINA
PIETRO - SILIATO ALFIO - STRANO SALVATORE
SOCI SIMPATIZZANTI
CAIMI ANTONIO - CASTIGLIONE CESARE - CAVALLARO ANGELO - DE SALVO PLACIDO
GALEANO SEBASTIANO - GUARRERA ROSARIO - LE MURA PASQUALE - LEONARDI
ROBERTO - LO PRESTI CRISOSTOMO - MAURO VINCENZO - MICALIZZI FILIPPO - PETRALIA
ROMANO - SALPIETRO GIACOMO - ZAPPALA’ MICHELANGELO
CONSIGLIO DIRETTIVO
Presidente
Vicepresidente
Segretario
Economo
Relazioni pubbliche
Attività ricreative
Attività sportive
Informazioni nautiche
Attività culturali
COPANI GIOACCHINO
LEONARDI ANGELO
GIURATO CONCETTO
BELLALBA GIUSEPPE
CALABRO’ MARIO
NOVELLINI CATINO
SCORDO CARMELO
TOMARCHIO SALVATORE
VALENTI CARMELO
COLLEGIO REVISORI DEI CONTI
BARBAGALLO SEBASTIANO - BONACCORSI GIUSEPPE - VASTA GIUSEPPE
COLLEGIO DEI PROBIVIRI
CATANESI PIETRO - MARZULLO VINCENZO - VALENTI CARMELINO
SOCI DECEDUTI
ALIQUO’ CARMELO - AQUINO SALVATORE - ARCIDIACONO GIOVANNI - AREZZI CLAUDIO
AVERNA LUIGI - AVERNA SALVATORE - CALTABIANO CARLO - CALTABIANO VITTORIO
CANNAVO’ SANTO - CAPRINO GIUSEPPE - CARAGLIANO ANTONINO - CASTRO GIOVANNI
CATANESI DOMENICO - CONTARINO ROSARIO - DE MARIA ISIDORO - DI BELLA GIUSEPPE
DI MARIA GIUSEPPE - DI MARIA VINCENZO - DI PINO FRANCESCO - FINISTRELLA ROSARIO
FOTI PAOLO - GALEANO FERDINANDO - GILIBERTO FRANCESCO - GIUFFRIDA ANTONINO
GUARRERA SILVESTRO -INCIGNERI MICHELE - INDELICATO MARIANO - LE MURA NUNZIO
LEOTTA SALVATORE - LICCIARDI CARMELO - LIGRESTI CARMELO - MONACO GIUSEPPE
PATANÈ ISIDORO - PATTI IGNAZIO - PRIVITERA MARIO - PUGLIONISI AURELIANO - RUSSO
ALFIO - RUSSO ANTONINO - RUSSO SALVATORE - VALENTI PIETRO - VECCHIO GIOVANNI
Pagina 102
Provincia Regionale di Catania
Attività del Circolo
Sulla Stampa
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 103
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 104
Provincia Regionale di Catania
Attività del Circolo
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 105
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Attività interna del Circolo
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Provincia Regionale di Catania
Per ricordare
Luigi Averna
Nino Caragliano
Saro Contarino
Vincenzo Di Maria
Saverio Pipino
Mariano Torrebella
Mario Trombetta
Pagina 107
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile
Riposto
Nel giorno della scomparsa del socio ed amico
Luigi Averna
desideriamo ricordarlo con la motivazione del premio conferitogli in
occasione dell’Artemare 1994:
«Il Circolo Ufficiali della Marina Mercantile di Riposto ha inteso
premiare l’amico Luigi Averna - sempre giovane nel cuore e nello spirito
- conferendogli la speciale targa d’argento per la sua intensa, proficua ed
appassionata presenza nel mondo dello sport a Riposto e per i vent’anni
di partecipazione attiva e disinteressata al Premio Nazionale Artemare,
contribuendo, non poco, alla crescita culturale del Premio stesso e alla
buona riuscita di tutte le manifestazioni svolte».
Riposto, 13 Dicembre 1994
Su Luigi Averna, nel giorno dei suoi funerali, cosi si è espresso l’attuale sindaco del Comune:
«Luigi è stato un uomo straordinario, Schietto, onesto, leale, estroverso, animatore impareggiabile della
vita della nostra comunità. Un personaggio eccezionale del quale sentiremo la mancanza.
Colto ufficiale della marina mercantile, Luigi ha lavorato a bordo delle navi dando prova di professionalità
e portando nel mondo il nome della Sua città alla quale era profondamente legato.
In politica ha svolto un’intensa attività nei partiti della sinistra, prima nel Partito socialista e poi nel
Partito comunista e in quello democratico della sinistra.
Eletto consigliere comunale nel 1990, Luigi ha esercitato con solerzia ed entusiasmo la Sua funzione
e per un anno è stato assessore alla cultura e curatore in tale qualità delle manifestazioni estive.
Lo ricorderemo per le Sue battute pungenti, per il modo brillante di conversare, per le vivaci presentazioni
del premio Arte - Mare, per la straordinaria passione con la quale ha profuso il Suo impegno nel mondo
dello sport.
Luigi è stato presidente della polisportiva Riposto fino al 1990, anno in cui si è dimesso essendo
stato eletto consigliere comunale, ma anche dopo tale anno della predetta società è rimasto l’operatore
instancabile. I successi della squadra Lo esaltavano e ad essa ha dedicato negli ultimi venti anni la parte
prevalente della sua attività, dei suoi pensieri, dei suoi pochi averi fortemente convinto della funzione
positiva dello sport per il progresso della società. La Sua presenza al campo sportivo tutte le domeniche
era per Lui adempimento di un dovere da anteporre a qualsiasi altra attività.
La Sua vita è stata cristallina. In un’epoca caratterizzata dalla corsa ai facili guadagni, Luigi è stato
esempio di assoluto disinteresse alla ricchezza in tutte le sue forme e di fedeltà ai valori dell’amicizia,
del bene comune, della solidarietà, della libertà e della giustizia, sicché Egli oggi lascia un’eredità morale
per la quale Lo sentiremo sempre vivo nei nostri cuori».
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Provincia Regionale di Catania
Riportiamo uno scritto commemorativo pubblicato dal quotidiano “La Sicilia” il 16
dicembre 1994 a firma del giornalista Luciano Cozzubbo
«Una folla di amici ha tributato l’ultimo saluto a Luigi Averna, presidente del Riposto Calcio
d’Eccellenza.
Leale, nobile d’animo e di sentimenti, con un gran cuore profondamente legato ai valori dell’amicizia
e dell’onestà, il capitano Luigi Averna (per tanti anni aveva prestato servizio sulle navi come direttore
di macchina) ha legato il suo nome per ben 21 anni alle vicende sportive della squadra locale. E proprio
questa sua passione per il Riposto Calcio l’ha testimoniata fino agli ultimi minuti della sua vita, fin
quando è stato a colloquio con i suoi ragazzi, dopo l’allenamento di martedì, per annunciare la sua voglia
di abbandonare la società.
Giunto poco dopo nel bar del fratello, in corso Italia si è accasciato.
La passione di Averna «scoppiò» dopo un torneo estivo in cui nacque l’idea di rifondare la società di
calcio Peonia che nel 1973 non si era iscritta per motivi economici.
E così, con il campionato di Terza categoria del ‘74-75, inizia l’avventura del cap. Averna e delle sue
squadre nel campo «Corvaia». Nel 1986-87 un duello infuocato si conclude 50 a 49 a favore del Bronte in
Prima categoria, ma la formazione di Averna è imbattuta. Dopo due anni, sempre con 49 punti, conquista
la Promozione.
Sono gli anni in cui Luigi Averna «lancia» come allenatori uomini quali Mario Marino, José Sorbello
e Saro Foti e giocatori di classe. Luigi Averna, comunque, aveva abbinato la sua passione sportiva ad
una continua testimonianza politica, iniziata nel Psi, e che lo aveva portato nel 1990 ad essere eletto
consigliere per il Pds, ricoprendo anche la carica di assessore alla Cultura.
Legate anche al nome di Averna vi sono tutte le edizioni del Premio Nazionale Artemare, che aveva
presentato con tratto signorile, battute sagaci e con piglio professionale.
Sarebbe giusto che ad Averna venisse intitolato il campo di Torre Archirafi».
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile
Riposto
Per l’On.le dott. Nino Caragliano
Il Circolo Ufficiali della Marina Mercantile, nel 1989, ha voluto
conferirgli il titolo di Socio Onorario annoverandolo tra i cittadini illustri
di Riposto.
Nella sua lunga attività di politico e di medico, svolta sempre con deciso
impegno, è stato costantemente un punto di riferrimento forte e valido
per i suoi concittadini.
Riposto, 20 giugno 1996
Il 21 giugno 1996 il Presidente del Consiglio comunale di Riposto, attuale sindaco del Comune, ha
commemorato l’on. Nino Caragliano tracciando di lui il seguente profilo:
«Signori consiglieri, ieri, con grande concorso di popolo, Riposto ha dato l’estremo saluto all’on. Nino
Caragliano prematuramente scomparso.
Tocca a me, oggi, nella veste di presidente del Consiglio, ricordare l’uomo politico che nell’arco di oltre
un trentennio ha fatto parte più volte di quest’organo, contribuendo alla formazione della sua volontà sia
come componente della maggioranza consiliare, sia come esponente dell’opposizione democristiana.
Singolare compito il mio, dal momento che con Nino Caragliano in quarant’anni di lotte politiche mi
sono il più delle volte scontrato in un intenso dibattito politico che ci ha visti sempre in schieramenti
contrapposti.
Ho conosciuto Nino Caragliano negli anni cinquanta; Egli, più anziano di me di cinque anni, era allora
un esponente di primo piano del mondo cattolico ed in particolare della F.U.C.I., alle cui riunioni spesso,
pur su posizioni diverse, prendevo parte anche per ascoltare i dotti interventi di padre Ignazio Cannavò,
oggi arcivescovo di Messina ed allora assistente della F.U.C.I. e docente di religione nella Sezione staccata
di Giarre del Liceo classico di Acireale.
Nel 1960, Nino Caragliano è stato per la prima volta eletto consigliere comunale; Egli è stato
successivamente sempre rieletto tutte le volte in cui è stato candidato nelle consultazione elettorali
aimnimstrative.
In questo Consiglio, Nino Caragliano, ha avversato ed è stato avversato nel corso di memorabili sedute,
che si concludevano spesso all’alba del giorno successivo a quello in cui avevano avuto inizio.
Nel dicembre 1964, Nino Caragliano è stato eletto sindaco della città ed in tale qualità, in anni non
facili per la finanza locale, ha avviato a soluzione non pochi problemi, impostando un programma di
lungo periodo.
Nella sua attività di consigliere e di sindaco è stato sempre guidato dal convincimento profondo - in Lui
mai venuto meno - che l’avvenire di Riposto fosse legato alle potenzialità di sviluppo turistico delle sue
risorse naturali, in un contesto nel quale sono presenti il mare e la montagna, indissolubile binomio
che caratterizza la zona ionico-etnea.
A questo Suo convincimento, largamente condiviso, si sono collegate tutte le iniziative ed i dibattiti
Pagina 110
Provincia Regionale di Catania
Per ricordare
sul tema mare-montagna, del quale è stato infaticabile organizzatore.
Eletto nel 1981 deputato regionale, Nino Caragliano ha svolto un’intensa attività per questa nostra
città non mancando di contribuire, anche se allora consigliere di opposizione, alla soluzione dei problemi
cittadini con particolare riguardo a quello del completamento del porto.
Per Nino Caragliano la politica, com’Egli amava ripetere, era adempimento di un dovere civico, era
attività di servizio alla comunità, che non escludeva, né marginalizzava la professione, ma che a questa
doveva accompagnarsi, sicché Egli ha sempre svolto l’attività di medico, che costituiva l’altra faccia,
non meno importante della prima, della sua attività complessiva.
Noi Lo ricorderemo per la passione che ha sempre caratterizzato ogni Sua iniziativa e per l’impegno
che ha profuso nella soluzione dei problemi della città. Lo ricorderemo come animatore del dibattito
politico cittadino che Lo ha visto sempre tra i protagonisti della vita politica locale.
Quando scompare un uomo con la cui vita si è sempre intrecciata, anche nel contrasto più acceso, quella
degli altri, viene meno qualcosa in coloro che restano. È come se andasse via una parte di noi stessi».
Il suo curriculum
Era nato a Furnari (Messina) il 15 giugno 1932.
Dottore in medicina e chirurgia. Specialista in ostetricia e ginecologia. Primario di ostetricia e
ginecologia dell’Ospedale generale provinciale Garibaldi di Catania.
Da giovane è stato dirigente della Gioventù italiana di azione cattolica (GIAC) e della Federazione
universitaria cattolica italiana (FUCI).
È stato dirigente dell’Intesa universitaria di Catania e del movimento giovanile della Democrazia
Cristiana.
Dalla laurea ha militato nell’Associazione medici cattolici.
Ha ricoperto numerose cariche politiche e amministrative: è stato Sindaco di Riposto, Consigliere
dell’Ospedale di Giarre, Presidente dell’Istituto tecnico nautico di Riposto, Consigliere e capogruppo
presso l’Amministrazione provinciale di Catania.
È stato dirigente provinciale dell’ufficio sanità e degli enti locali, vice Segretario e Segretario provinciale
della DC dal febbraio 1971 al gennaio 1975. Componente del Comitato regionale DC dal giugno 1975
fino al marzo 1981. Presidente dell’Ente ospedaliero generale regionale Vittorio Emanuele II di Catania.
Segretario provinciale della C.I.M.O. ( Confederazione italiana medici ospedalieri).
Nel 1981 è stato eletto deputato regionale nella lista della DC, collegio di Catania, con 48.912 voti
di preferenza su 204.647 di lista (23,90%). È stato rieletto nel 1986. Ha ricoperto gli incarichi di
Componente della VII Commissione legislativa permanente dell’Assemblea regionale siciliana, di vice
Presidente della Commissione per la verifica dei poteri, di Presidente della Commissione speciale sul
sistema creditizio siciliano.
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 111
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile
Riposto
RIPOSTO PERDE UNO DEI SUOI FIGLI MIGLIORI
Rosario Contarino
è stato, per il suo alto contributo di saggista, tra i più qualificati studiosi
di letteratura italiana.
Oltre che per i meriti professionali, il Circolo intende ricordarlo per
la grande disponibilità umana, la sensibilità d’animo, l’agire sempre con
serietà e naturale modestia; dote, quest’ultima, non comune ai grandi.
Riposto, 8 Febbraio 1995
Abbiamo preferito ricordare l’amico Rosario Contarino con una lettera aperta scritta
dai suoi studenti calabresi.
Caro professore,
era nostro intento, dichiararle un sincero tributo di stima, affetto, ringraziamento, alla conclusione
dei nostri studi universitari, quando ogni interesse personale, sarebbe stato definitivamente scartato e la
motivazione delle parole, sarebbe stata intesa nel suo significato più genuino e trasparente.
Purtroppo, questo non si è potuto realizzare, perché la normale comunicazione, tra lei e noi; ha subito
uno strappo improvviso.
Lei è andato avanti, un po’ più in là, a saggiare un territorio che per noi è ancora soltanto meta scrutata
e studiata a distanza.
Ma forse così, in questa situazione sorprendente, che ci ripropone nella pregnanza di questo momento,
la continuità del suo impegno didattico, apprezzerà meglio il nostro messaggio, perché mai sentimenti,
emozioni, palpiti potrebbero esprimersi in maniera così intensa, come nello “spirito” nel “legame metafisico” che ora si unisce.
I ricordi ci accompagnano.
Come non ricordare che lei arrivava sempre in anticipo sull’orario d’inizio delle lezioni; a volte ci
aspettava fuori dall’aula, a volte entrava, si sedeva e, sempre con quel suo sorriso sereno, rispondeva alle
domande che immancabilmente, qualcuno di noi, le rivolgeva.
Una volta in aula, era capace di parlare per tre ore consecutive, senza che tutto ciò, comportasse un peso
visibile per lei. Anzi, sembrava a noi, che sbigottiti non riuscivamo a starle dietro con i nostri appunti,
che alla fine delle lezioni, veramente lei raggiungesse una dimensione spirituale che era intrinsecamente
sua, una sorta di “trasfigurazione personale”.
Innumerevoli sono le parole che abbiamo imparato, così come le varie costruzioni delle frasi che di
volta in volta lei adoperava per esprimere i differenti concetti.
Lezioni fluviali, torrenziali, assolutamente uniche.
L’abbiamo seguita dappertutto: alle relazioni all’Accademia Cosentina, alla recensione di un libro
nei saloni dell’Assindustria, alla conferenza tenuta al liceo Classico Telesio, alle iniziative patrocinate
dall’Università.
Pagina 112
Provincia Regionale di Catania
Per ricordare
Infine, l’ultimo giorno in cui tenne lezione, quando le offrimmo un tributo che ritenevamo doveroso e
commosso, ci disse ciò che noi intimamente volevamo sentirci dire: cioè, che il calore, l’attaccamento e
lo slancio gratuito che sentiva da parte nostra erano uno stimolo e una carica incancellabili.
Ma veda, professore, tutto ciò che è stato, non avrebbe avuto molto valore, se in più, non vi fosse stata
quella sua umanità, quella disponibilità ad ascoltare tutti che, istintivamente, ci faceva sentire uniti a
lei.
Ma non è stato, il nostro, un rapporto fideistico, un cieco e acritico vincolo.
È stato un “incontro tra coscienze libere”, uno scambio fecondo tra una moralità cristallina e delle
menti in divenire anelanti al “sapere”.
Ci consenta, professore, di dichiararle che lei per noi è stato il vero “sapiente”, il vero “dotto”, un faro
etico a cui guardare con rispetto e ammirazione. Lei è stato un uomo completo, realizzato, e la sua immensa
modestia, accompagnata ad una cultura inesauribile, rimarranno un esempio per le nostre coscienze.
Diciamo grazie alla vita per averci donato quest’incontro, in un perenne rinnovellamento di inizio e
fine, principio e termine.
Noi non la dimenticheremo.
Addio Maestro.
Gli studenti calabresi
Il prof. Rosario Contarino con il suo maestro prof. Carlo Muscetta
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 113
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Curriculum dell’attività scientifica del
prof. Rosario Contarino
Rosario
Contarino ha
collaborato
a l l ’i n i z i o
della sua
a t t iv i t à d i
ricerca alla
Letteratura
Italiana
- Storia e
Testi (Roma-Bari, Laterza), diretta dal prof.
Carlo Muscetta, con il quale aveva discusso in
precedenza la sua tesi di laurea. I suoi contributi
(Giosuè Carducci e Nazionalismo e fascismo), in
accordo con il disegno generale dell’opera, sono
improntati ad interessi di tipo storicistico e risultano
particolarmente attenti alla ricostruzione del nesso
tra ideologia e pratica letteraria.
Contigui e in un certo senso dipendenti da
questi lavori sono alcuni saggi successivi dedicati
ad Oriani e Corradini, orientati verso lo studio
del rapporto tra disegno politico e operazione
letteraria.
L’apporto di questo tipo di indagine è rappresentato dal volume il primo ‘Marzocco’ (Bologna,
Pàtron 1982), in cui vengono ricostruite le vicende
iniziali di questa rivista attraverso il profilo dei suoi
maggiori protagonisti (Conti, Pascoli, Corradini,
Norasso, Segantini, etc.) e l’esame dei loro relativi
indirizzi estetici. Si tratta di un ampio studio, che ha
consentito una sistematica esplorazione del coagulo
di programmi e tensioni di segno contrastante, che
la rivista lasciò maturare nel suo apparentemente
compatto sforzo di superamento della cultura
positivista.
Nello stesso torno dì tempo Contarino si è
dedicato allo studio di Carducci critico, rivolgendo
la sua attenzione, in una prima fase di indagine,
al momento in cui viene formulato il giudizio
sull’opera leopardiana, all’interno del più ampio
discorso sulla lirica dell’Ottocento; in tempi più
recenti, invece, egli si è occupato del valore della
prospettiva storiografica del Carducci e del suo
tentativo di costruire un disegno del processo
letterario nazionale sulla base di un impianto
Pagina 114
concettuale e dottrinario.
Successivamente Contarino ha collaborato alla
Letteratura Italiana, diretta da Alberto Asor Rosa
per l’editore Einaudi, con due contributi apparsi nel
terzo volume della Storia e Geografia, dedicati a
Napo1i e al Mezzogiorno e la Sicilia dopo l’Unità. In
questi due lavori la trattazione dei diversi momenti
della produzione letteraria cerca di rintracciare la
presenza di certe dominanti tematiche e di indicarne
la persistenza e le modificazioni all’interno del
processo storico.
Successivamente Contarino ha raccolto in
volume (L’umorismo e il comico e altri studi di
letteratura siciliana, Marra, Cosenza) numerosi
saggi in precedenza composti, dedicati ad autori
siciliani (Meli, Verga, Borgese, Cattafi, Calì, etc.),
a cui sono stati aggiunti degli studi, per l’occasione
realizzati, sul momento teorico-critico di Pirandello
e Brancati. L’interesse dello studioso si è rivolto
soprattutto verso l’indagine dei caratteri del riso e
sulle profonde differenze degli enunciati dei due
autori. Questo lavoro ha consentito non solo di
individuare il significato teorico delle categorie
generali, ma anche di verificare l’efficacia delle
due diverse concezioni sul piano valutativo e
storiografico.
Un altro momento dell’impegno critico di
Rosario Contarino riguarda lo studio dell’opera
di Leon Battista Alberti, di cui egli ha curato
l’edizione di alcuni testi latini (Apologhi ed
Elogi, Costa & Nolan, Genova 1984), corredata di
traduzione e note. Più tardi egli ha approfondito
questo interesse di ricerca nel volume intitolato
Leon Battista Alberti moralista (Sciascia, Caltanissetta-Roma, 1991), in cui viene vagliata la
concezione del letterario elaborata dall’umanista, e
valutato l’influsso di una pratica di scrittura, volta
al peregrino, sulla trattazione di temi di natura
etico-speculativa.
Oltre ad altri interventi minori su autori come
Baretti, Tempio, Deledda, ed oltre ad un lavoro,
destinato ad ulteriori sviluppi, sulla lirica siciliana
dal manierismo al barocco, Contarino ha compilato
numerosi “voci” del Dizionario Biografico degli
Italiani (in particolare di autori meridionali dei
Provincia Regionale di Catania
Per ricordare
Omaggio a
Vincenzo Di Maria
Gravoso compito è quello di pretendere di argomentare del
personaggio Vincenzo Di Maria che tanto ha offerto alla cultura
senza risparmio alcuno in termini di valori e di sapere.
Uomo dal profilo di grande spessore che è riuscito a
conferire ai ripostesi ed ai siciliani tutti una dignità d’essere,
consegnandoli alla storia.
Le sue narrazioni ed il poetare hanno penetrato le barriere
dell’ottusità aprendo nuovi sentieri di pensiero.
Coloro che come me lo stimavano ben sapevano della sua innata riluttanza ad ogni forma di sfarzoso
compiacimento e ci piace pertanto ricordarlo con i fatti, anche se in maniera molto succinta e strettamente
bio – bibliografica, annotando soltanto la parte più significativa della sua intensa attività.
SCHEDA BIO-BIBLIOGRAFICA
Vincenzo Di Maria è nato a Riposto il 15 giugno 1926.
Nei 1944, con lo pseudonimo di Mario Vindicea, esordisce come narratore nella rivista palermitana La
novella settimanale diretta da Pier Luigi Ingrassia. Nel 1950 pubblica per le Edizioni Camene di Catania
La terra ha sete, nel 1951 Diana e Scordarsi d’esistere.
Nello stesso anno fonda con Antonio Corsaro la rivista letteraria Cammino e nel 1952 con Virgilio
Galassi Tutta Sicilia, la prima rivista illustrata isolana del dopoguerra. Nel 1953 Inizia la collaborazione
alla terza pagina del quotidiano L’Ora di Palermo e a quella del quotidiano Ultimissime di Catania. Nello
stesso anno fa parte della Commissione del Premio Italia in rappresentanza della critica radiofonica del
meridione. Nel 1959 fonda la «Edigraf», un complesso tipografico a carattere esclusivamente editoriale,
che in quasi trent’anni di attività ha fortemente contribuito a potenziare le lettere e le arti nella Sicilia
Orientale. Collabora Intanto a L’Agitazione del Sud, Volontà, Azione Socialista, Umanità Nova. Nel 1963
realizza con Giuseppe Fava Sud settimanale tipo rotocalco. Nel 1969 redige con Santo Calì un cospicuo
Almanacco Siciliano e intraprende a curare l’opera omnia di Domenico Tempio, di cui vengono alla luce
nel 1971 i due volumi Il vero piacere e L’altro piacere per i tipi di Giuseppe Di Maria Editore.
Nello stesso anno pubblica con Nicolò Giannotta Editore La nuova poesia siciliana, Sotto le mura di
Parigi, Poesie erotiche di Domenico Tempio.
Successivamente con l’Editore Giuseppe Di Maria pubblica Verismo, il Teatro di Pirandello, Rinaldo
Furioso, Follia D’Orlando, Amor di Bradamente…, con Ermanno Scuderi Documenti Sicilia e con Santo
Calì i due volumi antologici Antigruppo 72, mentre firma saggi su Le ragioni critiche e Sicilia Tempo.
Per i tipi dell’Editore Tringale dà alle stampe I poeti burleschi dal 1500 al 1650, Le bestie gli uomini le
favole, 1789: Il vino e le donne, Proverbi popolari siciliani, Poesie inedite di Domenico Tempio, I paladini
di Francia ed una nuova edizione emendata e annotata della Centona di Martoglio.
Esercita intanto la critica d’arte e collabora alla terza pagina dei quotidiani La Sicilia e il Diario,
ed al periodico del Teatro Stabile di Catania diretto da Mario Giusti. Per la Terza Rete TV scrive una
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Serie di testi per la rappresentazione di spettacoli realizzati con i «pupi» dei fratelli Napoli e la regia di
Ugo Saitta. Nel 1975 gestisce il Premio Brancati - Zafferana e collateralmente al premio organizza un
convegno-dibattito sul rapporto cultura-territorio, di fondamentale importanza per gli sviluppi successivi
di una problematica che attende ancora una valida risposta. Nel 1977, per la sua riconosciuta competenza
di studioso di epica cavalleresca, l’Assessorato Regionale della P.I. gli affida l’organizzazione presso
Il Teatro Stabile di Catania di un «Convegno Internazionale», su Tradizione e prospettive del teatro dei
pupi, cui fa seguito a Trecastagni un altro Convegno e un torneo fra le compagnie di «pupari» operanti
in Italia. Dal 1974 al 1983 è stato cosegretario nazionale del Sindacato Scrittori.
La sua ultima, veramente immane, fatica è stata la pubblicazione nel 1985 per i tipi di Giuseppe Di
Maria di due monumentali volumi dal titolo Rivoluzioni di Catania, dove emergono le sue molteplici
doti di filologo, traduttore, dialettologo e storico di un Settecento/ottocento siciliano sotto molti aspetti
inedito, specialmente per quanto concerne la nascita del partito democratico, le prime elezioni e le
esperienze parlamentari del 1813-1815, i cui segreti erano rimasti pressoché ignorati dagli specialisti
della materia. Per l’editore Tringale di Catania sono usciti nel 1989 i primi due volumi di La Sicilia e la
storia ed il primo volume della Catania illustrata di Vito Amico, opera fondamentale per la ricerca storica
concernente Catania, di cui si attendeva da oltre un secolo una comprensibile esplicitazione, soprattutto
perché resta l’unica fonte documentata degli atti senatoriali di quella città, essendone stati distrutti gli
originali durante l’ultima guerra. Il secondo volume di essa ha visto la luce nel 1990, anno in cui è stato
anche pubblicato Il romanzo Storia di un Cristo trace. Dal 1990 al 1992 ha collaborato assiduamente
al Giornale di Sicilia. Nel 1993 e 1994 sono usciti il terzo, il quarto, il quinto ed il sesto volume di La
Sicilia e la storia. Il settimo volume è attualmente in fase di stampa. Tra le ultime fatiche i volumi, per
la LIS di Palermo, Proverbi siciliani messi in rima dal 1600 al 1900, con un recente saggio aggiuntivo
sull’opera di Serafino Amabile Guastella, e Catania: uomini e cose.
È morto il 6 aprile 1996 a San Giovanni La Punta.
In seguito all’abbandono delle attività tipografiche, con la cessione dello stabilimento tipografico, ed
il comparire della malattia che ne ha condizionato gli ultimi anni, Di Maria si era un po’ appartato, pur
continuando la sua attività.
Nella succinta ricostruzione fin qui effettuata, la figura di Vincenzo Di Maria rimane, pur nondimeno,
una delle più interessanti e proficue per la storia del movimento culturale siciliano.
Sicuramente altri, meglio di me, potranno scrivere di quest’uomo; per quanto ci riguarda, faremo il
possibile perché Vincenzo Di Maria venga ricordato e perché il suo grande contributo alla cultura non
accademica non vada disperso.
Enzo Rossitto
Millenni a far da specchio al firmamento,
a te da scena la montagna e il bosco,
alcova posti d’inebrianti aromi, o Jonio.
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Millenni di solari solitudini ad ascoltare
sulle ghiaiose spiagge il rotolar dell’onda
dove or l’alga imputridita a morte ti conduce.
Vincenzo Di Maria
Provincia Regionale di Catania
Per ricordare
Saverio Pipino
Non è facile “raccontare” Saverio: non lo è perché significa
avventurarsi in un’esistenza, la sua, dagli ampi confini,
spesso indistinguibili; non lo è perché significa ripercorrere una strada talmente imprevedibile e piena di
curve, cunette, incroci, salite, dossi, da sembrare tracciata da un misterioso quanto bizzarro ingegnereregista che si sia divertito a disseminarla di ostacoli. Perciò non sarà una scorrevole ma, nella sua lineare
banalità, anonima autostrada a condurmi attraverso gli spazi della memoria per cercare di cogliere il
senso più originale, singolare e vero del suo vissuto. Tuttavia, malgrado queste premesse, sono certo che
l’affetto schiarirà qualche lato oscuro e spianerà qualche dosso, farà salire la nebbia per celare le trincee
contrapposte dalle quali spesso ci siamo lanciati l’un l’altro le proprie convinzioni stilistiche e combattuto
la nostra personale battaglia culturale. E già il tentativo di tracciare la sua biografia mi è tanto gratificante
quanto può esserlo solamente un gesto d’amore verso colui il quale, oltre che fratello maggiore, è stato un
importante punto di riferimento per la mia crescita culturale e morale.
Saverio Pipino, dunque.
Uomo mediterraneo, solare, lavico, esplosivo, - ma anche tenace fino alla testardaggine, idealista fino
all’utopia, generoso fino all’autolesionismo - era nato il trentuno marzo del millenovecentoventisette a
Riposto, in quell’antica casa rossa che un tempo era lambita dalle onde del mare, ma che la costruzione
del molo ha via via interrato fino al punto che ora il balconcino s’affaccia sulla piazzetta di Largo Bagni. Il
nonno Saverio, fabbricante di botti, veniva da una famiglia di origini piemontesi trasferitasi in Calabria dopo
l’unità d’Italia. Suo figlio Carmelo, il penultimo di una numerosa schiera, durante una breve escursione a
Riposto si era innamorato a prima vista di Angelina la figlia maggiore di Francesco e Francesca Rodolico.
Fu un amore folgorante il loro, con rapimento, fuga e inevitabile, conseguente “riparazione”: matrimonio
all’antica secondo le migliori tradizioni e usanze siciliane. (sull’argomento Saverio ha scritto, forse, le sue
migliori pagine, poche delle quali, tuttavia, pubblicate).
Gli anni dell’infanzia che Saverio trascorre a Riposto lasceranno segni indelebili nella sua memoria e,
soprattutto, nel suo carattere. Sono questi gli anni vissuti sul mare, tra gli agrumeti ai piedi dell’Etna, tra
il profumo della zagara frammisto all’acre odore di salsedine che gli penetra le narici, e... l’anima. Sono
gli anni della scoperta degli affetti “...Sento con l’avanzare degli anni, l’anima mia volare come rondine
ai giorni felici, quando da fanciullo correvo nelle braccia di mia madre...”, gli anni di nonna Francesca,
di zia Tina, di zio Alessandro; sono gli anni del padre arruolato in marina e sempre lontano, in Cina, in
Giappone, in America. Ma sono anche anni difficili per una famiglia economicamente decaduta che solo
l’aiuto del fratello, con conseguente cessione dei diritti sull’eredità, fa superare. Saverio ha appena il tempo
di frequentare i primi anni dell’Istituto Nautico che al padre viene proposto un importante lavoro a Modena
presso una fabbrica di botti. Per qualche tempo la famiglia rimane a Riposto ma nel ’39 si trasferisce al
completo nella città emiliana (nel frattempo erano nati Francesco, Grazia, Maria). Qui comincia per Saverio
e la sua famiglia, nonostante un discreto benessere economico, un periodo di non facile “ambientamento”
al Nord, reso ancor più problematico dallo scoppio della guerra.
Poi la nascita di Sandro, i nuovi amici, l’amore per la letteratura classica greca e latina e per Dante,
Petrarca, Leopardi, la grande passione per la filosofia che gli fa eleggere a propri maestri Platone, Aristotele,
Agostino, Tommaso. Su queste onde letterarie comincia a scrivere un romanzo autobiografico in cui
cerca di dare forma ai grandi temi filosofici: dal senso della vita all’esistenza di Dio. A questo romanzo,
a tutt’oggi inedito, dedicherà per lunghi anni ogni ora libera e lo terminerà pochi anni prima della morte
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
titolandolo: “Le acque del Lago in tempesta”. Riprende gli studi e di nuovo li interrompe per impegnarsi
nella fabbrica di botti del padre dove apprende i segreti di un artigianato antico. Ma la fabbrica subisce
gravi danni dai bombardamenti aerei causando nuove e gravi difficoltà economiche alla famiglia. Il ’43 è
anno drammatico per l’Italia e Saverio lo vive con tutte le contraddizioni del sedicenne disorientato a cui
sono venute a mancare d’improvviso tutte le certezze che lo avevano sostenuto. Assieme ad altre decine
di giovani e meno giovani, è vittima di un rastrellamento tedesco e condotto verso i centri di raccolta per
essere inviato in Germania ma riesce a fuggire evitando le pallottole dei mitra. È questo un episodio del
quale non vorrà mai parlare. La fine della guerra viene festeggiata in famiglia con la nascita di Antonio,
il sesto figlio. Il nuovo clima politico coinvolge anche Saverio che, a Modena, è tra i primi firmatari del
Partito Liberale Italiano. La fabbrica di viale Moreali riprende la produzione delle botti e la famiglia pare
aver lasciato alle spalle i momenti bui ma altre nubi oscurano l’orizzonte. Il fallimento del padre determina
una situazione economica drammatica. Nel tentativo di risollevarsi si trasferisce a Senigallia dove riapre,
con l’aiuto di Saverio, una piccola fabbrica di botti e dove, dopo qualche mese, riunisce la famiglia. Ma
dura solamente due anni la quiete economica: un nuovo tracollo riporta a Modena la famiglia. Saverio
e Francesco vengono assunti alle Fonderie Valdevit, il padre alle Vinacce. Ha termine in questo modo il
sogno di un piccolo “industriale” venuto dal Sud.
Gli anni cinquanta sono anni di relativa stabilità. La famiglia è riunita nel nuovo appartamento di Via
Fabriani. La madre lavora confezionando a domicilio abiti per gli anziani del ricovero, Saverio è assunto
dalla Forestale, Francesco continuerà alle fonderie Valdevit fino a quando, nel ’56, emigrerà in Francia.
Grazia e Maria aiutano in casa, mentre Sandro e Antonio frequentano le scuole. Il padre, rincorrendo
improbabili rinascite, si interessa di mediazioni e assicurazioni senza grandi successi.
Saverio continua il suo attivismo politico in seno al Partito Liberale e, per una città come Modena dove
il Partito Comunista detiene la maggioranza assoluta, è una posizione quanto meno coraggiosa. Durante la
campagna elettorale per le Elezioni Politiche del ’53, tiene numerosi comizi rischiando più volte lo scontro
fisico con gli avversari politici irritati dalla sua irruenza oratoria. Continua a lavorare sul suo “romanzo”.
Costretto all’immobilità per una frattura alla gamba che si era procurata sciando, acquista una scatola di colori
ad olio e si dedica per qualche tempo alla pittura dipingendo scenette, anch’esse di carattere autobiografico
(divertente una montagna innevata con una coppia di sciatori innamorati) e mazzi di rose. Questo “hobby”
all’apparenza del tutto casuale e temporaneo risulterà determinante per le scelte future di Sandro.
Sposa Jolanda Maddalena Terzi (Iole) che gli sarà accanto per tutta la vita e che gli darà due figlie, Fiorella
e Angela, oltre al piccolo Francesco Saverio che non vedrà la luce del sole ma che egli ha voluto riposasse
tra i fiori del Cimitero di San Cataldo. Una tragedia che ha fortemente segnato il cuore di Saverio, ma
dalla quale, tuttavia, egli ha saputo cogliere, accettandola come il disegno di una imperscrutabile volontà
divina, la misura della propria anima.
Al fine di ottenere un titolo di studio, frequenta i corsi serali dell’Istituto Tecnico per Geometri dedicandosi
contemporaneamente alla progettazione presso uno studio di ingegneria edile. Nell’Appennino modenese
progetta e segue i lavori di costruzione di strade e case rurali; a Modena progetta ville e palazzine. Si
dimette dalla Forestale per dedicarsi completamente a questa nuova attività che, sicuramente, soddisfa
maggiormente il suo temperamento creativo ma che gli assorbe ogni energia; ciò lo obbliga ad abbandonare
i corsi serali ad un passo dal diploma di geometra costringendolo a far apporre ai suoi progetti la firma
di un titolato. È una situazione che nel tempo si rivelerà insostenibile per l’orgoglio di Saverio. A metà
degli anni sessanta termina la sua attività di progettista edile facendosi assumere da una fabbrica di porte
basculanti di Vergato, un paese dell’Appennino bolognese. È un periodo stranamente importante per lo
scrittore Saverio. Le ore di viaggio in treno da Modena a Vergato gli consentono di dedicarsi alla lettura e,
soprattutto, alla scrittura. Lo scorrere veloce del paesaggio è uno stimolo troppo irresistibile per la memoria
e Saverio ricomincia a scrivere. Dapprima brevi versi, sensazioni portate dall’emozione, poi inevitabili
riflessioni sulla complessità dell’esistenza umana e la fatica della quotidianità. E ancora, sulla tangibile
presenza del divino che si manifesta in ogni creatura come “...un alito di vento, dolce brezza/ è il soffio
fecondo d’Oriente...”. Comincia a emergere, trasformandosi in parola scritta, la profonda spiritualità di
Saverio e la sua fede in Dio. Nel 1966 muore il padre. Un’esperienza forte per ogni figlio; per Saverio è
un’ulteriore spinta per le sue riflessioni sul mistero della Morte: “...L’Estate muore per te,/ non tu per essa;/
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Provincia Regionale di Catania
Per ricordare
il mondo muore per te,/ non tu per noi;/ perché vivrai tu ora / la vera Vita Eterna,/ a noi negata ancora...”
scrive in una lirica dedicata al padre. La sua idea della filosofia come ricerca di chiarificazione del pensiero
lo spingono, dunque, a cogliere nella trasposizione metafisica della realtà, il senso dell’esistenza e della
morale cristiana.
Gli anni che seguono sono soltanto all’apparenza privi di avvenimenti significativi. I quotidiani viaggi
in treno diventano occasione insostituibile per “raccontare” il suo mondo e cercare le risposte alle tante
domande che la sua mente insaziabile si pone. Scrive i primi racconti sulla sua Sicilia: “Il Carrettiere”, “Il
piccolo lustrascarpe”, “Agata: la bisnonna materna”, “Un matrimonio impossibile” che l’Editrice APE di
Terni pubblicherà successivamente in un unico libro nel 1983. Sono scritti in cui il poeta e il narratore si
alternano, o meglio si integrano, in una rievocazione di vicende legate alla sua esperienza siciliana ma sono
anche un pretesto per caustiche osservazioni sulle contraddizioni della società e sulle debolezze dell’uomo.
Il tentativo di rilevare l’azienda in crisi di Vergato, nella quale lavorava, non riesce. È costretto a cercare
un lavoro e, grazie all’antica amicizia con Giorgio Fini, lo trova presso l’omonimo hotel modenese dove
rimarrà alcuni mesi. Riprende l’attività artigianale producendo porte in ferro in un piccolo ma efficiente
laboratorio. Alla fine degli anni settanta, quindi ai primordi della televisione privata, viene invitato da una
locale emittente a leggere alcune sue poesie tratte dal volume “Momenti”, pubblicato da Artioli Editore
di Modena, nella cui introduzione egli stesso scrive: “Ho scritto queste poesie in tanti anni e in certi
particolari momenti della mia vita. A tutti coloro che si accingono a leggere queste pagine io rivolgo una
calda raccomandazione: poiché avete l’animo sensibile dal momento che accettate questa lettura, cercate
nella vita di avvicinarvi ai vostri simili con animo pieno d’amore e di generosità verso coloro che hanno
bisogno. L’Invisibile che ci sovrasta ne terrà conto e la vita, pur nelle avversità, vi sembrerà più bella ed
armoniosa”. Legge, dunque, per la prima volta al pubblico le sue poesie e lo fa con la sua personalissima
irruenza. Ottiene un grande successo e gli viene proposto di tenere una trasmissione settimanale. Comincia
per Saverio l’avventura di “uomo pubblico”. I suoi incontri con i telespettatori diventano ben presto incontri
quotidiani in diretta. Parla non solo di letteratura, ma anche di attualità, politica, società, turismo, cinema,
teatro. Legge e commenta i quotidiani instaurando con i telespettatori un filo diretto estremamente aperto
e spontaneo. Qui Saverio da tutto di sé. Sa di avere finalmente lo spazio per manifestare il proprio pensiero
e non perde un pollice di schermo: lo occupa con tutta la sua esuberanza. La sua...esplosione lavica va a
colpire spesso i bersagli grossi di una società sempre più lontana dai suoi ideali libertari. È coinvolto, e si
fa coinvolgere, nella discussione su questioni politiche, sociali e morali. Comincia ad essere considerato
uomo scomodo, a volte ingombrante, per la sua intransigenza morale e le sue reazioni di uomo deluso
dalla visione di una realtà svuotata di spiritualità. Diventa, inevitabilmente, direttore prima e proprietario
poi della stessa emittente televisiva che lo aveva invitato a leggere le sue poesie. Arrigo Levi, Guglielmo
Zucconi, Angelo Silvio Ori, componenti della giuria del Premio Giornalistico Biennale di Sestola, gli
assegnano il primo premio per aver realizzato il miglior servizio televisivo (tra gli altri concorrenti c’è,
con tutta l’attrezzatura disponibile, RAI 3). Un settimanale a tiratura nazionale gli dedica un servizio di
quattro pagine intitolandolo: “Anche Modena ha il suo Hajatollah”.
Ma l’imprevedibilità è nelle curve improvvise, le cunette, gli incroci, le salite, i dossi che, come abbiamo
visto, costellano l’esistenza di Saverio. La mancanza di sponsors (difficoltà a sbilanciarsi con un personaggio
così impegnativo?) costringe Saverio ad accettare condizioni che si riveleranno fatali. E messo in minoranza
dai nuovi soci e deve abbandonare il suo “campo di battaglia”. Tenta con un’altra emittente minore ma
la delusione patita è troppo grande e il suo pubblico ormai irraggiungibile. Ma “così è stato perché così
doveva essere il disegno divino già tracciato sulle pagine della nostra esistenza”.
Siamo ormai agli anni ottanta, gli anni della “Biblioteca Carnevali”, rilevata all’amico Euro, discreto poeta
dialettale, che l’aveva aperta nel lontano 1934 e che per raggiunti limiti d’età l’aveva volentieri ceduta ad
un amico-collega. Sono gli anni della definitiva dedizione di Saverio alla letteratura; definitiva e totale (a
parte qualche ora dedicata agli amati “scacchi”: un modo di misurare l’intelligenza, sua e dell’avversario,
diceva). Sicuramente gli anni più fecondi. Frequenta, sempre accompagnato dalla moglie Jole, gli ambienti
letterari in Umbria, Toscana, Lazio dove colleziona premi letterari, conferimenti e riconoscimenti per la
sua attività. Pur non avendo mai cercato l’approvazione di altri - è noto quanto egli ostentasse se stesso e le
certezze del suo pensiero, rasentando i confini della supponenza - questi riconoscimenti pubblici diventano
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
un ulteriore stimolo alla produzione letteraria. La Casa Editrice APE di Terni pubblica il già citato “Il
carrettiere” e “Vicino alle Stelle”; una raccolta, quest’ultima, di odi scritte in terzine dantesche che, come
afferma Agostino Pensa nella prefazione “...sono canti alla storia ed al paesaggio soprattutto dell’Umbria
e della Tuscia legate a San Francesco e a quello della sua ‘Modena, Madre mia seconda’...”
Compone, in uno stile personalissimo (terzine dantesche, martellanti e trainanti), satire pungenti sulle
vicende politiche contemporanee e pubbliche, presso l’Editore Mucchi di Modena, “Quando le Pleiadi
tramontano” un piccolo poema dal sapore amaro, e nel contempo ironico, di satira politica. Continua
freneticamente a battere i tasti della sua vecchia “lettera 22”, a volte senza neppure rileggere il testo.
Tuttavia, dietro quella profusione di parole, sempre più simili ad un’eruzione della sua Etna, si legge
l’intento di cercare l’armonia (la rima) nel caos della vita. Questo suo procedere, se da un lato gli consente
una notevole “produzione”, dall’altro non gli dà il tempo per curare esteticamente i suoi testi. Soltanto
negli ultimi mesi della sua vita, costretto all’immobilità, provvederà a rileggere, correggere, limare i suoi
tanti “manoscritti”. Collabora occasionalmente con la “Gazzetta di Modena” pubblicando lettere aperte ed
editoriali che mai passano inosservate diventando spesso argomento di dibattito cittadino. Sul “Bollettario”,
periodico di scrittura e critica letteraria diretto dal poeta d’avanguardia Edoardo Sanguineti, compare
nel numero 24/27 un lungo brano tratto da “La strana avventura nella fattoria di zia Italia: avventura in
fattoria” una metaforica rappresentazione di quel decadente mondo della politica italiana che da sempre
aveva combattuto con le armi della parola.
Ma è un’altra la lotta che lo impegnerà, fino al limite della resistenza fisica, negli ultimi quattro anni
della sua esistenza. Il male si rivela in seguito ad un intervento chirurgico, peraltro riuscito, e il responso è
drammatico: pochi mesi di vita, forse un anno, un anno e mezzo. La forza fisica di Saverio, la sua strenua
volontà e, soprattutto, la sua grande fede in Dio, costringono anche la morte a rinviare il suo compito. Ciò che
avrebbe potuto essere un periodo di disperata
rassegnazione diventa, straordinariamente,
un quotidiano nutrirsi di impulsi spirituali e
morali. La sua serena accettazione dell’evento
diventa un esempio indimenticabile per chi
ha il privilegio di vivere e condividere questa
sua drammatica esperienza umana. Gli ultimi
mesi è costretto all’immobilità. Accanto al
letto, i numerosi manoscritti e una poltrona
sulla quale si alternano i tanti amici che lo
cercano non più per dibattere argomenti
di politica e attualità ma per scoprire, con
quell’uomo straordinariamente sereno,
quanto inevitabilmente singolare sia il vissuto
di ognuno e quanto sia personale il dialogo
con l’Eterno.
“...sia fatta la Sua volontà”. Queste, della
Fede cristiana, sono rimaste le sue uniche
vere parole fra le tante profuse o tracciate
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Provincia Regionale di Catania
Per ricordare
In ricordo del socio
Mariano Torrebella
Conoscevo il rag. Mariano Torrebella fin da quando ero ragazzo.
Ma lo conoscevo soltanto di vista. A quel tempo lui lavorava
presso un’industria di liquori sita in Via Gramsci, proprio dove
attualmente si trova il supermercato della “Standa”. L’incontravo
spesso in questa strada mentre andavo o ritornavo da scuola e se ho potuto notarlo, senza che mai gli
avessi parlato, è perché mi colpi la sua figura di persona simpatica solo a vederla.
Poi, non lo vidi più per molto tempo: io andai a navigare, lui trovò impiego, fuori Riposto, come
funzionario presso un importante Istituto Bancario, dove fece una brillante carriera.
Solo agli inizi degli anni Ottanta ebbi modo di conoscere il suo pensiero ed apprezzare il suo scrivere
con stile garbato, elegante, ricercato. È stato quando il Torrebella, da pensionato, riprese a collaborare
più assiduamente a giornali locali.
L’amico scomparso era nobile d’animo e di sentimenti, leale, aveva un’incondizionata disponibilità al
dialogo ed una vocazione autentica per lo scrivere d’economia e d’argomenti locali.
Per un periodo è stato socio simpatizzante del Circolo Ufficiali. A riprova della grande stima che
riscuoteva, posso affermare che mai richiesta d’iscrizione è stata accettata con tanta unanimità da parte
di tutti i soci.
Il Circolo ha curato la pubblicazione di due volumi sulla nostra “Riposto”. Sono libri che contengono
alcune memorie dei più illustri concittadini su temi specifici e relativi alla realtà locale ripostese. Ebbene,
l’amico Torrebella è presente in queste pubblicazioni con tre sue testimonianze: una sul passato di Riposto,
una seconda testimonianza sull’eterna vicenda del porto, che ha voluto intitolare, parafrasando Tennessee
Williams, “Un porto chiamato desiderio” ed una terza sulla notevole personalità del dott. Francesco Di
Pino, indicandolo come il “Sindaco che Riposto non dimentica”. I due volumi, intitolati “Riposto e il
Mare” del 1988 e “Il Mare, Riposto e i Ripostesi” del 1993, verranno offerti in omaggio a tuffi coloro
che volessero leggere i suddetti articoli del Torrebella.
Nel 1992, nell’ambito della manifestazione del Premio Nazionale ARTEMARE, il Circolo lo ha
premiato per l’attività culturale svolta, con la seguente motivazione scritta dal compianto concittadino,
lo scrittore Vincenzo Di Maria:
«Il rag. Mariano Torrebella, veterano insigne nel mondo della carta stampata, non ha mai cessato di
occuparsi di Riposto e dei suoi problemi, facendolo con esemplarità encomiabile e un amore “patriottico”
che travalica la cronaca giornalistica e diviene documento da servire alla memoria dei posteri. Questa
targa d’argento vuole essere un tangibile segno d’affetto dei suoi concittadini».
La bella e veritiera motivazione è certamente scaturita dall’affetto e dalla stima che il prof. Di Maria
nutriva per il Torrebella, e di cui ne sono testimone. È una motivazione che, in sintesi, traccia le belle
figure sia dell’uomo che del giornalista, e da sola potrebbe bastare a giustificare il perché di questa
commemorazione.
La lodevole iniziativa della famiglia, di voler ricordare il congiunto con la pubblicazione postuma
di un suo manoscritto del 1983, è sostenuta e patrocinata, e per i meriti dell’autore e per il valore
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
dell’opera, dall’Assessorato alla Cultura, dal Circolo ufficiali della Marina mercantile che rappresento
e dall’Associazione Culturale Effatà!.
Si tratta, in massima parte, di una testimonianza, di una memoria organica ed importante del tempo del
Torrebella e di quello riferitogli da protagonisti più anziani di lui. È certamente una piccola, breve, mini
storia, ma sicuramente significativa della vita della nostra giovane Comunità. È una narrazione elaborata,
non da uno storico, ma da un uomo di cultura che dimostra, tuttavia, di conoscere i metodi della storiografia.
Nello scritto traspare l’amore profondo per la sua Riposto, amore che non ne condiziona il riconoscere
gli aspetti negativi e non gli impedisce di analizzare le cause del decadimento economico susseguente
alla seconda guerra mondiale e di suggerire le vie della rinascita. Non si può non essere d’accordo con
il pensiero espresso dal Torre-bella a conclusione del suo lavoro, che riporto con le sue stesse parole:
«Riposto ha tutti i numeri e i requisiti per risalire la china in cui è stata cacciata dagli avversi eventi e
può puntare a mete degne del suo passato, di un passato che con il trascorrere del tempo va sempre più
acquistando il fascino della leggenda».
La pubblicazione voluta dalla famiglia e intitolata “Riposto: il suo passato, il suo presente, il suo
avvenire”, vi sarà presentata dal ripostese più qualificato a farla, lo storico prof. Santi Correnti. Il prof.
Correnti non me ne voglia se mi sono permesso di esprimere un giudizio personale sul lavoro pubblicato.
Lo consideri unicamente “la lode di un amico”. La mia valutazione non può fare testo, la sua, invece,
sì, lo farà.
Prima di concludere desidero dire che ho voluto curare la veste grafica e l’impaginazione del volumetto
perché spinto dalla gratitudine e dalla stima per l’amico scomparso e spero che lui, nella “dimensione”
in cui si trova, possa approvare e gioirne.
Gioacchino Copani
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Per ricordare
In memoria del dottor
Mario Trombetta
pubblichiamo la seguente lettera
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Per ricordare
Soci deceduti nell’ultimo quinquennio
Salvatore Averna,
è nato a Ionia il 26/10/1943.
Ha conseguito il diploma di macchinista navale nell’anno
scolastico 1963/64. Dopo circa sei anni di navigazione,
raggiungendo il grado di primo ufficiale di macchina,
acquista insieme al fratello Luigi il Bar Polisano, oggi Bar
Averna.
Il 27 febbraio del 1997 muore alla giovane età di 53
Santo Cannavò,
nacque a Riposto il 19/10/1935 e si diplomo Macchinista navale
nell’anno scolastico, 1954/55.
Navigò per circa 4 anni e mezzo raggiungendo il grado di 2°
ufficiale.
In seguito prestò servizio per 18 mesi presso la raffineria ESSO
di Augusta come assistente agli impianti per lo stoccaggio e le
distribuzioni del G.P.L. e poi, per ben 23 anni e mezzo, presso
la cartiera SIACE di Fiumefreddo con la qualifica di impiegato
tecnico di livello A1 in quanto responsabile della programmazione
e la conduzione del servizio energia dell’intero stabilimento.
Dal 1/10/86, data di liquidazione della SIACE, fino al 1995 prestò
servizio presso il Comune di Riposto con inquadramento funzionale
di 8° livello e con mansione di responsabile per la metanizzazione
dell’intero territorio comunale. Mori il 31/10/1995.
Isidoro De Maria,
nato a Riposto il 30/08/1938, conseguì il diploma di Macchinista
navale nell’anno 1959. Prestò sevizio di leva su navi militari
col grado di sergente meccanico negli anni 60 e 61 e poi passò
nella Marina mercantile navigando per 15 anni come Ufficiale
di macchina.
Dal 1977 al 1997 lavorò con la qualifica di impiegato presso
l’industria cartiera “Keyes Italiana S.p.A.”.
In pensione dal 1 gennaio 1998 muore dopo pochi mesi, il 3
maggio 1998, lasciando moglie e figli nel dolore.
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Isidoro Patané
Nato a Riposto il 24-09-1921; deceduto a Catania il 29
settembre 1996.
Laureatosi in giurisprudenza all’Università di Catania, è entrato
per concorso, a far parte dell’Amministrazione Finanziaria.
Sempre apprezzato per competenza, capacità e dirittura morale,
ha percorso brillantemente le tappe della sua carriera raggiungendo l’alto grado di “Ispettore Compartimentale delle Tasse e
Imposte Indirette sugli Affari”.
In pensione, è stato nominato membro della Commissione
Tributaria di 2° grado di Catania Sez. V con funzione di Giudice
Tributario.
Michele Incigneri,
è nato a Riposto il 26/04/1926 ed è qui morto
in data 18/10/1997.
Ha navigato per molti anni da nostromo ed
ha concluso la sua attività di navigante come
capo pontone nel porto di Genova.
Pietro Valenti
Nato a Riposto il 20-11-1923 ed ivi deceduto il 16
agosto 1994.
Diplomatosi Cap. l. c. al Regio Istituto Nautico di
Catania, ha intrapreso una brillante carriera che lo ha
portato, ancora giovane, al comando di navi mercantili
e passeggeri.
Ha solcato i mari per lunghi anni, mettendosi in luce
con pericolose operazioni di salvataggio, ricevendo
encomi, tra i quali quello di S.E. Dott. Cataldi, prefetto
di Livorno, per il salvataggio del panfilo “Chely N”.
In pensione. è stato insignito, per mano dell’
ammiraglio Martinetti, della medaglia d’oro di lunga
navigazione.
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Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Festa
del
mare
dal 1975
Venticinque anni di Artemare
Bandi - Depliant
Premio «Cultura»
Premio «Città di Riposto»
Premio «Sicilianità»
Elenco dei premiati
La Stampa dal 1994 al 1999
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Venticinque edizioni di Artemare senza interruzioni
Il Premio Nazionale Artemare è nato nel 1975 e nel 1999 ha raggiunto la venticinquesima edizione senza
soluzione di continuità. Questa lunga continuità non sarà un record da Guinness dei primati, ma di certo è
un merito, perché in Italia le manifestazioni importanti che possano far valere una tale perseveranza penso
che non siano molte. Le venticinque edizioni, tutte di intensa attività culturale, risultano abbondantemente
documentate in tre pubblicazioni del Circolo. Nel volume “Riposto e il mare”, edito nel 1989, vengono
riportati precisi riferimenti relativi alle prime quattordici edizioni del Premio. Nella pubblicazione “Il
mare, Riposto e i Ripostesi”, avvenuta nel dicembre 1993, è stata acclusa un’ampia documentazione delle
cinque edizioni che vanno dal 1989 al 1993. Infine, in questo terzo libro, sono stati inseriti documenti e
materiale informativo che si riferiscono alle ultime sei edizioni, dal 1994 al 1999.
Uno dei motivi del successo del Premio è da attribuire alla caparbietà della maggior parte dei soci del
Circolo e al loro impegno manifestato nella iniziativa, in cui hanno creduto e continuano a credere.
Altri motivi sono da ricercare:
 nell’originalità della formula adottata, che abbraccia tutti i campi artistico-letterari relativamente
al grande tema del ‘mare’;
 nella serietà con cui vengono assegnati i riconoscimenti: niente raccomandazioni e nessuna attività
commerciale e/o speculativa alle spalle;
 nell’aver saputo coinvolgere tutta la cittadina, soprattutto i politici e le persone più autorevoli di
Riposto;
 nell’avvantaggiarsi di un proprio sito internet (www.artemare.it) che permette facili e rapide comunicazioni e dà ampia visibilità agli atti del concorso.
Il Premio è vissuto grazie ai contributi del Comune, della Provincia Regionale, dell’Azienda Provinciale
del Turismo e della Regione Siciliana. Mai il Comune ha fatto mancare il suo contributo, nemmeno per
un anno, anche se qualche volta, a causa di dissesto finanziario, il suo aiuto è stato alquanto modesto.
E mai il Sindaco pro tempore ha disertato la cerimonia di consegna dei premi. Cerimonie che hanno
visto seduti al tavolo presidenziale, di volta in volta, prestigiosi personaggi politici, religiosi, militari,
scrittori, storici, pittori, filosofi, musicisti, ecc. Non vengono citati nominalmente perché troppo numerosi
e potremmo, per dimenticanza, fare un torto a qualcuno.
L’affermazione del Premio è anche venuta dalla collaborazione, dall’aiuto e dai consigli di illustri
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Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
concittadini. Dal musicista Franco Battiato al preside della Facoltà di Lettere dell’Università di Catania
Giuseppe Giarrizzo, al preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Catania Rosario
Soraci, ai proff. universitari Santi Correnti, Rosario Contarino, Salvatore Grasso, Orazio Licciardello,
Pietro Pavone, Maria Privitera, allo scrittore-saggista Vincenzo Di Maria, all’ammiraglio Gaetano Sodano,
al notaio Filippo Patti.
Fattiva è stata anche la collaborazione della dott.ssa Betty Denaro per il premio letterario, della prof.
ssa Carmela Cappa per la sezione pittura e della prof.ssa Leda Leotta per quella musicale. Infine non
possiamo non menzionare, per il prezioso aiuto offerto, il cap.d.m. Giovanni Calì, Cerimoniere ufficiale
del Comune.
Le manifestazioni, negli anni, sono state presentate soltanto da ripostesi: l’indimenticabile ed estroverso
Luigi Averna, Emma Cardillo, Massimiliano Filosto, Michele Maccarrone, Anna Pavone. A loro merito
va detto che mai alcuno di loro ha preteso un che minimo compenso o gettone di presenza. E bisogna
riconoscere che il consenso del pubblico è anche dovuto alla loro bravura.
Il premio di narrativa “Fatti di bordo” con la relativa collana “Storie e racconti di mare” (che raccoglie
gli scritti di vita vissuta presentati dai naviganti) e il “Festival della canzone marinara” sono rimasti legati
rispettivamente al preside Giuseppe Giarrizzo e al maestro Franco Battiato, che sono stati presidenti di
giuria di molte edizioni. I partecipanti alla sezione Canzone, provenienti da ogni luogo d’Italia ed anche
dall’estero, sanno di venire nel paese di Franco Battiato e spesso ci chiedono di lui. Noi non li invitiamo
tutti gli anni perché sappiamo dei loro esorbitanti impegni professionali, ma quando li chiamiamo, e non
si trovano fuori casa, non ci negano mai la loro presenza. Per questo i soci del Circolo, riconoscenti, li
ringraziano di cuore.
Infine desidero porgere un grazie anche a quelle persone che, pur non risultando comprese tra quelle
citate sopra, hanno contribuito alla buona riuscita e allo sviluppo progressivo della manifestazione, che
mi auguro possa raggiungere traguardi sempre più prestigiosi.
Il Presidente del Circolo
Gioacchino Copani
Il Gruppo dei canterini etnei “Kallipolis” si esibisce in P.zza San Pietro come intermezzo
del Festival della Canzone marinara
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Discorso del Sindaco in occasione della XXV edizione
del Premio Artemare
Anche quest’anno, nel solco della tradizione, il Sindaco conclude con il suo intervento le manifestazioni
del Premio Artemare, una grande festa della cultura marinara, come si legge nella scheda di presentazione
di questa edizione. Una festa che è certamente espressione della vitalità del Circolo degli ufficiali della
marina mercantile di Riposto radicati nel tessuto cittadino e fortemente interessati alle problematiche
della crescita della nostra comunità.
Per il sindaco che interviene, il Premio Artemare costituisce l’occasione per riferire rapidamente sulle
iniziative assunte e per svolgere qualche considerazione sull’attività svolta.
Riprendendo un’affermazione dello scorso anno, ritengo questa una sede quanto mai qualificata per
ribadire, sul piano del metodo, la necessità del più ampio confronto contro ogni spinta demagogica o
emotiva nella consapevolezza che, quando sono in gioco gli interessi della città, occorre una diligenza
particolare al fine di evitare che eventuali errori con effetti irreversibili possano condizionare in senso
negativo l’avvenire.
Il Circolo ha richiamato nel tempo l’attenzione della città su importanti questioni viste nella prospettiva
del rapporto dell’uomo con il mare che costituisce per esso l’angolo visuale privilegiato dal quale osservare
i problemi di una comunità che nel mare vuole trovare le condizioni del suo sviluppo futuro.
Il Convegno sul tema “Muoversi per mare”, tenutosi nel mese di febbraio del corrente anno, organizzato dal Comune, dalla Provincia regionale di Catania, dall’Istituto tecnico nautico di Riposto, che l’ha
proposto, e dal Circolo, che curerà la pubblicazione degli atti, ha voluto riprendere una problematica
sempre presente nelle edizioni del Premio Artemare.
Nel Convegno professori dell’Università di Firenze e di Catania, docenti dell’istituto tecnico nautico, un
ispettore ministeriale dell’istruzione tecnica, un esperto della Provincia regionale di Catania e il Presidente
del Circolo hanno discusso con rigore scientifico sulla funzione del nostro porto, sull’intermodalità nei
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Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
trasporti, sulla valorizzazione del territorio, sul rapporto mare-montagna, sulla formazione del personale
navigante. Temi, questi, di grande rilievo ai quali oggi sono interessati lo Stato, la Regione, gli enti locali
e le forze sociali chiamati a definire con metodo nuovo i programmi di utilizzazione delle risorse interne
e comunitarie per i prossimi dieci anni.
Non è questo il luogo per entrare in un esame analitico delle questioni affrontate nel Convegno. È
certo comunque che dal Convegno sono venute importanti indicazioni che l’Amministrazione comunale
intende porre a base di precise scelte in corso di elaborazione.
E dal Convegno è uscita rafforzata l’idea della polifunzionalità del porto di Riposto, già unanimemente
affermata dal Coniglio comunale in sede di approvazione del Piano regolatore generale, idea che oggi
può attuarsi utilizzando in modo adeguato le banchine esistenti nel molo foraneo e garantendo la manovrabilità nell’attuale specchio d’acqua delle navi da crociera
Sull’importanza del nostro porto per la crescita dell’intero comprensorio ionico - etneo c’è oggi un
generale consenso.
La consapevolezza in tutti del carattere sovracomunale della struttura portuale ripostese può essere
ritenuta un dato acquisito. La qualcosa ci induce a sperare che le opere da realizzare possano essere incluse nel POP 2000-2006, essendo esecutivo il livello di progettazione del porto turistico e peschereccio
di Riposto.
Pur essendo lontano da me ogni intento polemico, non posso non rilevare la stranezza della mancata
inclusione nel POP 94-99 del porto turistico di Riposto del quale esisteva il progetto esecutivo. Per contro,
in tale POP è stato incluso il porto turistico di Catania del quale non esisteva al momento dell’inserimento
neppure lo studio di fattibilità. Vicende incredibili della Regione siciliana.
Quanto ai lavori del primo stralcio del primo bacino già finanziati, essi non sono stati iniziati essendo
in corso di svolgimento l’attività di una commissione da me nominata su richiesta del Presidente della
gara per valutare le giustificazioni date da due imprese che hanno offerto ribassi maggiori del 30%.
O è assurdo il prezziario regionale o sono irresponsabili le imprese che partecipano alle gare. In ogni
caso non è giustificabile una legge che non prevede dispositivi automatici per l’eliminazione delle offerte
di un certo tipo.
Giova a questo punto accennare alla previsione di spesa contenuta nel bilancio del 1999 per la costituzione di una società mista che dovrebbe avere tra i suoi fini anche la realizzazione e la gestione del porto
turistico. Mi riferisco essenzialmente al primo bacino.
Il ruolo del Comune non può essere quello dello spettatore, deve essere un ruolo attivo nel rapporto
con il capitale privato indispensabile soprattutto nella fase della gestione delle strutture portuali.
Nei mesi scorsi il Comune ha partecipato ad alcuni incontri per porre le basi dell’istituzione a Riposto
di un corso di studi per il conseguimento di un diploma universitario nel settore biologico marino nella
Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università di Catania. Un obiettivo ambizioso da
precisare nei suoi contenuti sulla base di un’attenta analisi del territorio che ci darà l’occasione di discutere e confrontarci sui temi della tutela dell’ambiente marino, della pesca, della gestione della fascia
costiera, dei parchi tematici marini.
Per tale obiettivo è necessario il contributo dei comuni della costa ed in modo particolare della provincia regionale di Catania. C’è in Italia sui temi indicati un vasto interesse, ed il nostro Comune intende
inserirsi a pieno titolo nel dibattito in atto.
Recentemente l’Amministrazione comunale ha proposto di inserire nel programma di qualificazione e di
sviluppo sostenibile del territorio relativo ad una parte della Sicilia orientale, meglio noto come PRUSST
Valdemone, la valorizzazione del Lungomare Pantano, l’acquisizione ed il riuso del complesso Vigo ed
il completamento del Porto di Torre. Tre momenti di un’idea progettuale per la riqualificazione urbana
della zona interessata e per la promozione delle potenzialità imprenditoriali in essa esistenti.
Nell’ambito del Premio, pure quest’anno, sono state conferite targhe d’argento al merito. Il settore
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
scelto è stato quello dell’artigianato del quale appare opportuno sottolineare le notevoli potenzialità.
Mi compiaccio vivamente con i premiati, i fratelli Muscolino ed il sig. Salvatore Amato. Per quest’ultimo si può ben parlare di riconoscimento alla carriera, un’intera vita dedicata alla lavorazione del legno.
Amato è l’esponente prestigioso di una vera e propria scuola dell’ebanisteria che ha avuto i suoi maestri
in Vincenzo Di Maria, Rosario Fiamingo, Giuseppe Aveni e Antonino Puglisi.
Mi compiaccio, altresì, con Alfio Di Maria, infaticabile organizzatore della Giara d’argento, al quale
quest’anno è andato il Premio Città di Riposto.
Meritevole di apprezzamento l’inserimento nella manifestazione della sezione Protagonisti del mare
che si collega al Premio capitani coraggiosi istituito nel 1967 ed organizzato con talune pause fino ai
primi anni novanta.
Sig. Presidente,
venticinque anni non sono pochi. Nella vita della nostra comunità nessuna manifestazione ha avuto
continuità per un periodo così lungo. È questo un primato, al quale si aggiunge un altro primato: Lei è
stato l’organizzatore entusiasta di tutte le edizioni.
Il Comune, nei limiti delle proprie possibilità, ha sempre sostenuto il Premio Artemare, al quale auguro
almeno un altro fortunato venticinquennio. Va da sé che auguro agli intervenuti, a Lei e a me di essere
sempre presenti. A Lei e a me ovviamente anche in vesti diverse da quelle rispettivamente di Presidente
del Circolo e di amministratore comunale. È questo l’augurio più bello; il Premio deve sopravvivere alle
persone che lo hanno ideato, animato e sorretto.
Da sinistra: L’on.le avv. prof. Carmelo D’Urso Sindaco di Riposto, il prof. Rosario Soraci
Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Catania , il prof.
Rosario Contarino e lo scrittore Vincenzo Consolo
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Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
La Sezione Pittura di ARTEMARE di
Carmela Cappa
Ci siamo mai chiesti perché si sceglie di competere per un premio? Per alcuni è un’occasione di
confronto, per altri l’occasione per farsi conoscere dal pubblico, per tutti una sfida con se stessi.
Ci siamo invece mai chiesti perché si decida di proporre una competizione? Ogni organizzatore deve
sentirsi sostenuto da concrete e valide motivazioni per accettare di fronteggiare per anni difficoltà di
ogni tipo. Forse dietro tutto c’è la voglia di conoscere nuove persone con le quali condividere esperienze
sempre nuove. Motivazioni molto forti devono sostenere chi, per 25 edizioni, ha accettato di rinnovare
la sfida: organizzare il premio “Artemare”, anche come sezione arte. La pittura, la letteratura e la musica
esprimono stati d’animo, dietro ogni dipinto c’è spesso un’impressione istantanea, anche quella che
ciascuno di noi vorrebbe vedere stampata nella propria memoria e invece così in fretta scopriamo, con
nostalgia, avviluppata dietro una cortina di nebbia; ma… ecco... come per miracolo la ritroviamo nitida
in un’immagine. Le opere della sezione arte per la maggior parte sono momenti vissuti da noi e bloccati
da un pittore in un quadro. Quel tratto di mare tra Acicastello e Riposto ed altri litorali della nostra isola
diventano luoghi della memoria grazie a quegli artisti che nelle loro opere hanno dato forma ad uno
stato d’animo.
Cogliere il mare nel mutevole e continuo divenire del giorno, catturare la poderosa violenza del mare in
burrasca, la tranquilla opulenza di un alba o di un tramonto di Sicilia, l’atavica saggezza che traspare dai
gesti e dai volti dei pescatori, l’espressività sintetista dei colori delle barche e dei pescherecci, l’insensata
violenza dell’uomo sulla natura sono i temi più ricorrenti nelle opere sia figurative che astratte. E quale
evidente diversità tra le opere dipinte da donne rispetto a quelle dipinte da uomini! Frutto di sensazione
diverse: la voluttuosa e avvolgente luminosità espressa dalle donne contrasta con la nitida brillantezza
delle opere di artisti uomini. Le opere si diversificano anche per l’età degli esecutori: il mare dei giovani è
violento, spesso visto nei profondi abissi, gli adulti assaporano invece la serenità di una spiaggia silenziosa
popolata dalle barche e da vecchi pescatori. Non siamo di fronte a capolavori d’arte, ma ad opere d’arte,
quando con il termine arte intendiamo la capacità di comunicare mediante segni e colori le emozioni.
La storia di 23 edizioni di questa particolare Sezione del Premio è una storia di emozioni di uomini e
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
di donne. Forse la vera e segreta motivazione dell’organizzatore a continuare è la voglia di rivivere e far
rivivere stati d’animo, emozioni visive provate per il tempo fugace di un istante che altri hanno fermato
per noi.
Come membri della Giuria del Premio nel nostro intimo ogni anno svolgiamo il nostro impegno con
gioia perché sappiamo che dietro la motivazione ad incontrarsi c’è l’ansia trepidante di chi vuole ritrovare
un attimo della propria esistenza in un volto, in una luce, in un intenso azzurro.
Da alcuni anni la cerimonia della premiazione si conclude in “Casa Costanzo”
Ricevimento in Casa Costanzo: il preside Aurelio Strano, il filosofo Manlio Sgalambro, il
dott. Luigi Turinese, il radio telegrafista Luigi Fornaca, il padrone di casa Pippo Costanzo,
il musicista Franco Battiato
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Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
L’ARTEMARE di Betty Denaro
(Segretaria della Giuria del Premio di Narrativa)
Scrivere del Premio Artemare, anche
se per un breve intervento, per me che
del Premio in casa ho sentito parlare sin
da piccola, e da anni ne seguo le vicende, senza immaginare che, da semplice
spettatrice (e lettrice), sarei poi giunta
a svolgervi un sia pur minimo ruolo attivo; scrivere del Premio Artemare, dicevo, è motivo ad un tempo
di riflessione e di gioia. Di riflessione - perché lo scriverne mi porta a guardare indietro, al cammino
fatto, alla storia stessa del Circolo e del Premio, alla funzione che questo ha avuto; di gioia - perché è un
piacere scoprire che, grazie all’impegno dei soci, e del Presidente del Circolo in particolare, il Premio
Artemare è giunto, senza soluzione di continuità, alla XXV edizione, ed è ormai una manifestazione di
grande interesse artistico e culturale, tanto da essere conosciuta a livello nazionale.
Si potrebbe dire che siamo quasi coetanei, il Circolo Ufficiali della Marina Mercantile ed io; già da
piccola sentivo mio padre, divenutone presto socio, parlare delle iniziative e degli incontri, delle tematiche
e delle difficoltà che esso ha dovuto affrontare nel perseguire il ruolo che si era prefisso: fare di Riposto
un punto di riferimento in campo nazionale per quanto concerne la salvaguardia della cultura e della tradizione marinara in Italia. Già pochi anni dopo la costituzione nasce l’idea del Premio Artemare (1974).
Ad un primo nucleo, formato soltanto dalla sezione letteraria “Fatti di bordo”, riservata inizialmente ai
naviganti, si sono aggiunte via via le sezioni di modellismo, fotografia, pittura, canzone marinara.
Attraverso immagini, suoni, scritti, si vogliono identificare e valorizzare tutte le esperienze legate al
rapporto Uomo-Mare. Le opere che concorrono ad un premio di tal genere sono uno strumento potente
per esprimere i sentimenti, le gioie e le paure più ricorrenti per la gente di mare: il senso di libertà, ma
anche l’ansia, la tensione. E la solitudine, soprattutto: quel senso lancinante di vuoto e di silenzio, che
come una sorta di mostro sembra nutrirsi di se stesso e ingigantire a dismisura nelle giornate immote e
nelle notti insonni.
Mi viene quasi da pensare che, in un certo qual modo, il vero protagonista del Premio è il Mare. Questo
Mare che è ad un tempo ansito di vita e angoscia di morte; che è richiamo ancestrale e pericolo in agguato; che lusinga, attrae, corrompe, minaccia, sempre infido ma sempre fedele a se stesso. Esso sembra
conciliare in sé gli opposti, annullare le antitesi. È stato identificato spesso con la forza primordiale e
oscura che tutti temiamo, ma da cui irrimediabilmente ci sentiamo attratti. Eppure, al contempo, la sua
immensità e il suo mistero sanno darci un’immagine forte e tangibile della divinità.
Questo legame tra uomo e mare non si tronca mai, non si interrompe; esso tocca l’uomo in un modo
che non si è mai del tutto chiarito, e ne pervade l’essere.
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Il Premio Artemare, dunque, è nato e si è evoluto come momento di sintesi e di confronto, di comunicazione e di alta espressività: la voce che uomini di mare vogliono dare ad altri uomini di mare. Non è
stato, e non credo sarà mai, un tentativo di “commercializzazione” delle opere; non ha la pretesa di voler
risolvere problemi strutturali o ambientali, pur offrendo l’opportunità di porre al centro dell’attenzione
e del dibattito tali questioni (il Circolo non è, d’altra parte, una lega ambientalista); ancora meno, esso
appare indirizzato verso sbocchi politici o caratterizzazioni ideologiche.
Negli anni, prima da semplice spettatrice, poi da membro della giuria della sezione di narrativa (più,
sospetto per simpatia e stima del Presidente del Circolo, prof. Copani, nei miei confronti, che per una
precisa qualifica), ho visto il Premio Artemare crescere e affinarsi. Ho ammirato quadri che sembravano
palpitare, vibrare di colore; ho osservato modelli accuratissimi, per i quali l’amore verista per il particolare
aveva sostenuto lunghe ore di lavoro e di concentrazione; ho ascoltato nenie e ballate, parole d’amore
e sussulti di speranza.
Ma soprattutto, e ovviamente, la sezione che più ho seguito e curato è stata quella di narrativa, che tra
l’altro ha dato luogo alla stampa di ben undici volumi di “Storie e racconti di mare”.
Ricordo la mia prima esperienza come componente della giuria, allora presieduta dal prof. Rosario
Contarino, poi prematuramente scomparso. Ricordo le discussioni sui racconti, le sottigliezze e la finezza
del prof. Contarino nel commentare uno scritto, gli scambi d’opinione tra i componenti, le argomentazioni,
gli approfondimenti. Rivedo il prof. Copani, grande artefice del Premio fin dalla sua nascita, riprendere
con diplomazia le fila di discorsi che minacciavano di diventare dispersivi. Ascoltavo, osservavo, imparavo; notavo come ognuno desse interpretazioni diverse di uno stesso testo; capivo, una volta di più, che
la pagina scritta, di cui sempre ho subito il fascino - quello sviscerare i fatti e i sentimenti, quel rendere
palese, e “vero”, ciò che altrimenti non avrebbe mai voce... - vive in definitiva una vita propria, anche
oltre le intenzioni di chi l’ha scritta.
La scrittura salva dall’oblio; fissa e conferisce ordine al vissuto, che per sua natura è labile e disordinato; soprattutto, dà voce a sentimenti e sogni. In fondo, l’appuntamento annuale col Premio Artemare
ci ricorda che la vita è anche sogno. E del sogno la gente di mare, che pure è gente pratica e avvezza alla
fatica, riesce ad afferrare immagini, colori, suoni.
Nell’esaminare via via i lavori pervenuti, ho scoperto cinquant’anni di storia della nostra Marina.
Ci sono stati documenti di un tempo lontanissimo, quando si navigava su navi a vapore; ci sono state
memorie di viaggi interminabili, contrassegnati da piccole commedie o, al contrario, da drammi della
vita di bordo.
Ci sono stati racconti di fantasia, ambientati in luoghi fantastici, incantati, come l’ombra del sorriso
che s’imprime sul volto di chi legge; ci sono state testimonianze di grandi tragedie, sempre vive nella
memoria, e storie di altruismo e di coraggio.
Nel motivare l’assegnazione dei premi, il mio sforzo è stato quello di cercare di penetrare, per quanto
possibile, nella mente dell’autore, per afferrarne intenzioni e sentimenti. La magia del Premio Artemare,
credo, è quella di creare una sorta di caleidoscopio di varia umanità, legata da quel motivo di comune
aggregazione che è l’essere gente di mare e del mare, e quel consentire, in questa sorta di microcosmo,
contatti infinitesimali e preziosi tra noi ed altri che parlano la stessa lingua.
Un rammarico: che ci siano ancora poche voci al femminile nella sezione di narrativa del Premio
Artemare. Vorrei leggere, è vero, più racconti scritti da donne.
E ancora: che sono relativamente pochi i lettori dei libri curati dal Circolo, libri che meriterebbero
certo un più ampio pubblico.
Il mio augurio, e prima ancora il mio desiderio, è che il Circolo, della cui attività il Premio è una delle
massime espressioni, continui ad operare proficuamente, a raccogliere consensi e adesioni, a ricevere,
da parte delle Amministrazioni innanzi tutto, il sostegno economico indispensabile alla sua opera. Non
dimentichiamo che esso ha operato in quelli che potremmo definire “anni bui’’ per Riposto; il Premio
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Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Artemare ha rappresentato una delle poche manifestazioni di spicco, in questa sorta di tardivo medioevo,
che sembra bloccare il nostro paese in una sorta di decadenza senza ritorno.
Riposto ha nostalgia di se stessa, del suo passato, che, nelle brume di una memoria forse bugiarda (e
comunque ricostruttiva), assume l’aspetto di una mitica età dell’oro. Ma il suo futuro non può provenire
dal rifiuto del nuovo, dall’asserragliarsi in una statica ed improduttiva pietrificazione del passato. Anzi:
occorre ormai superare il localismo particolaristico, sapersi inserire in più organici disegni di ampio respiro, e far tesoro al contempo del proprio bagaglio culturale e della propria memoria storica, sviluppando
quella che il prof. Orazio Licciardello, che da diversi anni presiede la giuria della sezione di narrativa,
ha definito come “la nuova cultura dell’appartenenza”.
In questo processo, io credo, il Circolo può svolgere un ruolo di primaria importanza, quasi una sorta
di anello di congiunzione fra tradizione e innovazione, tra memoria e progettazione.
In fondo, il Premio Artemare è anche questo: un riappropriarci di noi stessi, e del nostro passato, per
andare incontro al futuro.
Premio Giornalismo 1998
Com.te Augusto Meriggioli
«Per aver vissuto una vita sul mare e per il mare: da navigante prima, fino a raggiungere il massimo
grado di comandante, da scrittore dopo - raccontando con vera maestria le sue esperienze vissute sul mare
e vincendo più volte il nostro premio “Fatti di bordo” - ed infine da giornalista, scrivendo per diverse
testate di riviste marittime ed in atto Editore e Direttore responsabile della rivista “Uomini e Navi.»
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
«La grazia, la bravura e la disinvoltura mostrate nel presentare il Festival della Canzone sul mare evidenziano qualità riscontrabili in professionisti veterani e lasciano intravedere un futuro di palcoscenici
molto piu prestigiosi del nostro.» (Premio Speciale ARTEMARE 1996)
Artemare e l’Anam di Anna Pavone
Era una serata di torpore, di attesa forse, o solo di piatta monotonia, quando una voce silenziosa, appesa
al filo del telefono, mi chiese:
“Mi fai da spalla?”.
Conoscevo Artemare, più per la risonanza che aveva, più per la vita che attirava a sé, che per reale
esperienza.
Da quella sera mi sento intimamente coinvolta in questa celebrazione del Mare, così spesso malinconica, da parte di chi lo sente fin dentro le vene, da parte di chi lo vive come un amore di cui fare un
vanto, e da parte di chi lo avverte come una minaccia, una paura di cui è necessario liberarsi, pagandogli
il tributo della celebrazione.
Quasi come una catarsi.
Chi, prima di me, ha intuito cosa infondeva vita e respiro a tanti quadri, a tante poesie, sempre così
piene di pathos, alle partiture delle canzoni, ha deciso di dare voce e spazio al turbine di emozioni che
si celava dietro e di fame una grande manifestazione culturale.
Parlarne potrebbe apparire semplice, per me che respiro Artemare da sei anni; eppure, niente è così
difficile come raccontare tutte le sensazioni che si affollano dietro ad un manifesto che indica la data
d’inizio della manifestazione, e narrare con parole piene il susseguirsi di stati d’animo che si nascondono,
sapienti, dietro un’esibizione plateale.
Del resto, credo sia assolutamente inutile raccontare di Artemare a un pubblico di esperti conoscitori.
Non sta a me narrarne le origini, gli ospiti illustri, i vincitori, le opere protagoniste e quelle messe da
parte.
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Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Non è mio compito illustrare e rievocare le date più importanti, quelle in cui Artemare è diventato
Premio Europeo (1992 e 1999).
Non sarebbe difficile fare una cronistoria della manifestazione, partendo dalle varie sezioni per giungere,
dulcis in fundo, a quella della canzone, in cui mi identifico; parlare di Artemare in Diaporama, con le
immagini splendide che scorrono su una tela, o della pittura, del modellismo, della narrativa, ogni anno
fluente segnale della vitalità non solo della manifestazione (non sarebbe di certo una novità), ma segno
dell’incessante volontà, di chi ne ha la forza, di scavarsi dentro, di chi non ha lasciato che il turbinio del
tempo facesse scivolare tutto in un angolo buio della memoria, di rivivere, attimo per attimo, ciò che il
mare suscita.
De Saussure parlerebbe di rapporti associativi, Freud lo definirebbe perturbante, io preferisco chiamarlo
come un’antica e nobile lingua, il gaelico, così attenta al vibrare delle sue corde, vuole: “Anam”, cioè
anima, cioè tutto quello che fa parte di sé, che è sé stessi, la parte migliore, quella in cui si annidano le
migliori disposizioni, la parte senza cui si morirebbe, il respiro degli antichi, esalato nell’attimo in cui
si chiudono gli occhi, e che si porta con sé, anche dopo la vita.
Per tutti coloro che vivono il mare, il Mare è Anam.
Il mio compito è solo quello di risentire, per poterle scrivere, le sensazioni che vengono percepite e
filtrate da quel palco.
Ma è arduo, se non impossibile, rivivere Artemare seduti davanti ad un foglio di carta bianca, senza
l’adrenalina addosso, senza il vociare del pubblico, senza la musica, senza gli applausi.
Impossibile trascrivere, senza doverlo necessariamente depauperare e attenuare, lo spirito di Artemare.
Per questo non scriverò altro; per questo attenderò, paziente, l’arrivo della prossima estate per rivivere
ogni cosa, per ridare forma e plasmare di calore il “mio” Artemare.
La prof.ssa Leda Grasso, presidente di giuria, premia la cantante Marilena, vincitrice del
Festival Europeo della canzone sul mare
Seguono
Tre pagine di foto ricordo di Ospiti illustri
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 139
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Il sindaco di Catania, on.le Enzo Bianco, oggi Ministro
dell’Interno
Il giornalista Sebastiano Messina, redattore di “la Repubblica”
con Luigi Averna
Gruppo di ballerine brasiliane al Festival della canzone sul
mare
Il pittore Piero Guccione premiato per la “Sicilianità”
Lo scrittore Vincenzo Consolo, premiato per la “Sicilianità”
Il Maestro Salvatore Fiume, premiato per la “Sicilianità”, con
Franco Battiato e Pino Correnti
Pagina 140
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Il Direttore Generale del Ministero ai Beni Culturali Salvatore
Italia
Ammiraglio Antonino Petralia, allora com.te della Capitaneria
di Porto di Catania
Avv. Salvatore Catalano del Foro di Milano
Prof. Giovanni Grasso, professore ordinario di Diritto Penale
dell’Unibersità di Catania
Prof. Rosario Soraci, Direttore della Facoltà di Magistero
dell’Università di Catania
Bruno Vailati, famoso regista di video documentari sull’ambiente
marino
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 141
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
La cantante francese Velarie Dubois, vincitrice del 1° Festival
Europeo della canzone sul mare
Ing. Salvatore Castorina, alto dirigente della multinazionale
STMicroelectronics
Il Preside della Facoltà di Lettere prof. Giuseppe Giarrizzo e il
Provveditore agli Studi di Catania dott. Gaetano Ragunì
Il filosofo Manlio Sgalambro, Maestro Franco Battiato, prof.
Orazio Licciardello e dott. Luigi Turinese
On.le Salvino Barbagallo, Assessore Regionale agli Enti
S.Ecc. Mons. Salvatore Costanzo, Arcivescovo di Siracusa
Ammiraglio Gaetano Sodano vice Ispettore Generale delle
Capitanerie di Porto
On.le Nello Musumeci, Euro deputato e Presidente Provincia
Regionale di Catania
Pagina 142
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Documentazione
delle ultime
sei edizioni di
Artemare
Artemare
1994
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 143
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 144
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Premio Nazionale ARTEMARE 1994 - XX Edizione
Questa ventesima manifestazione di ARTEMARE comprende la 18^ edizione del premio “Pittura”,
la 4^ edizione del premio “Narrativa”, la 6^ edizione del premio “Fotografia”, la 5^ ediz. del premio
“Video documentario” e la 9^ ediz. del premio “Canzone marinara”.
La mostra di pittura e fotografia sarà allestita nei locali del Circolo dal 23 luglio al 6 agosto.
Il 3 agosto in Piazza S. Pietro verranno proiettati i video documentari premiati.
Il festival della canzone avrà luogo nella Piazza S. Pietro in due serate: giovedì 4 agosto saranno
ascoltate le canzoni prescelte dalla Giuria e verranno ripetute in ordine inverso l’indomani Venerdì
5 agosto per la scelta delle canzoni da premiare.
La premiazione avverrà la sera di Sabato
6 agosto, come di consueto, nella terrazza
dell’Istituto Tecnico Nautico.
Oltre ai premi di pittura, fotografia, video
documentario, narrativa e canzone, verranno
assegnati:
- una targa d’argento al Cap.D.M. Luigi Averna, quale riconoscimento ai suoi
vent’anni di collaborazione al Premio
ARTEMARE, e al Direttore di macchina
Vincenzo Frazzitta, non tanto per i suoi
indiscussi meriti professionali quanto per
l’impegno profuso nel fare imbarcare, in
periodi di profonda crisi di imbarchi, moltissimi concittadini;
- il premio “Città di Riposto”, 11^ edizione, al concittadino Don Stefano Pavone, per
i suoi 25 anni di impegnato sacerdozio nella
Chiesa Madre di Riposto.
Nel corso della serata, il critico d’arte
Luigi Tallarico di Roma illustrerà il valore
artistico del monumento ai caduti del mare,
progettato dallo scultore Silvio Amelio, che
dovrebbe venire eretto nella nostra città.
A conclusione della premiazione verrà
presentato il volume “Il Mare, Riposto e i
Ripostesi” che il Circolo ha pubblicato in
occasione della ricorrenza del Venticinquesimo anniversario della sua fondazione. Esso raccoglie, oltre
alle attività svolte dal Circolo nell’ultimo quinquennio, i lavori del Convegno “La Salvaguardia del
mare e della vita umana in mare” svolto in occasione della ricorrenza. Il libro risulta arricchito delle
testimonianze di alcuni tra i più illustri concittadini contemporanei e inoltre in esso vengono sottolineate
le attività economiche più significative della Comunità marinara. Il volume, certamente valido per le
memorie storiche in esso contenute e per gli aspetti sociali, culturali ed economici che trasmette alle
generazioni future, verrà dato in omaggio a tutti i presenti alla cerimonia della premiazione.
Dal 7 al 21 agosto, negli stessi locali del Circolo, verranno esposte le opere che sono state premiate
nei 20 anni di ARTEMARE. I quadri saranno ceduti dietro un adeguato contributo per il monumento
ai caduti del mare.
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 145
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
VENT’ANNI DI ARTEMARE A RIPOSTO
Riposto (in provincia di Catania) è una cittadina
prettamente marinara, come dimostra la sua economia che
dipende quasi esclusivamente da attività collegate al mare. Il
suo territorio, situato in un comprensorio (ai piedi dell’Etna
tra Acireale e Taormina) che si dedica sempre più allo
sviluppo del turismo regionale, nazionale e internazionale,
si estende per una superficie di 12,88 Kmq ed ha una
popolazione, assai densa, di 14.485 abitanti.
Anticamente Riposto faceva parte dell’ex Contea di
Mascali, ed era un possesso del Vescovo di Catania. La
Contea fu radicalmente trasformata dalle concessioni
enfiteutiche che si susseguirono a partire dal secolo XVI e
dalle frequenti e massicce usurpazioni da parte degli stessi
enfiteuti. Il vigneto, in quel periodo, prese un forte sviluppo
e Riposto divenne il centro più importante del commercio
vinicolo della Sicilia orientale. Il suo nome trae origine
dalla funzione che esso svolgeva nella Contea, in quanto qui
“ripostavano” i prodotti delle decime in attesa che venissero
trasportati via mare.
In forza dello sviluppo economico e del ruolo acquisito
nella zona, nel 1841, ottenne l’autonomia comunale e per
il grande sviluppo del commercio marittimo fu aperta,
dall’allora Governo Borbonico, una Scuola nautica che
ancora oggi fornisce personale qualificato per la marineria
italiana. A tal proposito il prof. Giuseppe Giarrizzo, Preside
della Facoltà di Lettere dell’Università di Catania, nativo
di Riposto, scrive:
“Non sarà facile, a chi voglia ricostruire la storia recente
di Riposto e della sua cultura, dire in modo adeguato del
ruolo del suo Istituto Nautico. Ché esso non fu soltanto
una struttura di formazione professionale, peraltro - a
quanto pare - egregia ed essenziale alla funzione storica di
questa comunità mercantile: fu anche il terreno su cui poté
realizzarsi una autentica rivoluzione culturale, con il “salto”
compiuto in alcune generazioni di ufficiali dal modesto
alfabetismo o piuttosto l’analfabetismo dei padri, ora bottai
ora marinai ora portuali, ad un controllo e partecipazione
attiva alla cultura politica, tecnica, letteraria del proprio
tempo”.
Purtroppo dall’inizio del nostro secolo, per la crisi del
commercio vinicolo, per l’avvento di nuovi tipi di trasporto
il centro ha perso progressivamente importanza.
“È passato più di un secolo da quando Verga alludeva a
Riposto come al capolinea di avventure e viaggi “di là del
mare”, e la indicava come lo scalo da cui poteva prendere
il largo, verso “Trieste o Alessandria d’Egitto” e ogni città
del mondo, la smania di ignoto di qualche giovane ‘Ntoni
insofferente di insularità.... Di questa Riposto mercantile,
porto/porta del mondo, operosa come un microstato
anseatico, sopravvivono poche e maldifese memorie. Sul suo
mare non si scorgono più, a dispetto delle cartoline d’epoca
, flottiglie in attesa di carico; né sulle sue spiagge nere le
lunghe file di botti in sosta..... Di vitale, di culturalmente
inconfondibile, c’è oggi a Riposto forse solo una tradizione
marinara, che ha impresso ai suoi abitanti uno stile di vita
aliena da gretto provincialismo. Di questa storia, che è
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ancora in gran parte realtà, il Circolo Ufficiali Marina
Mercantile, è l’interprete naturale e più accreditato” (prof.
Rosario Contarino - docente letteratura di letteratura italiana
nell’Università di Catania).
Nella “Guida di Catania e Provincia” (Giuseppe Maimone
Editore), a proposito di Riposto, si legge:
“A testimonianza della sua identità commerciale e
marinara resta però l’importante Circolo ufficiali della
Marina mercantile che organizza il premio ARTEMARE e
dà vita ad una collana di racconti di mare”.
Il Circolo, in effetti, consapevole di questa realtà
economica e sociale, e conscio che per Riposto le tradizioni
marinare sono valori da coltivare ed esaltare ai fini della
ricerca di nuove vie per la rinascita di tutto l’hinterland
Jonico-etneo, promuove e organizza manifestazioni legate
alla salvaguardia della cultura e della tradizione marinara
in Italia.
Tra le varie iniziative, la più importante è il Premio
ARTEMARE, un concorso artistico-letterario di autentico
rango nazionale sul tema specifico “L’uomo e il mare”. In
20 anni di ARTEMARE, oltre ad avere assegnato 18 premi
di pittura, 14 di narrativa, 9 di canzone, 7 di modellismo
navale, 6 di fotografia, 5 di video documentario, il Circolo
ha pubblicato 8 volumi di “Storie e racconti di mare”, i
volumi “Storia della Marina di Riposto”, “Riposto e il
Mare”, “Il Mare, Riposto e i Ripostesi”. Ha pubblicato
anche un catalogo a colori su una Rassegna di scultura e
pittura d’autore riservata ad artisti di chiara fama nazionale.
Ha espletato una indagine nazionale sui “Problemi dei
naviganti”, pubblicandone il resoconto. Infine ha promosso
ed organizzato due Convegni di studio: nel 1989 sul tema
“Mare oggi” e nel 1993 sul tema “La salvaguardia del mare
e della vita umana in mare”. Nel 1992 è stato organizzato
un Festival Europeo della canzone sul mare con la
partecipazione di cantanti dei 12 Paesi della Comunità.
Nei vent’anni, l’Associazione ha ospitato centinaia di
concorrenti provenienti da ogni parte d’Italia ed anche
dall’estero. Sono stati ospitati e premiati uomini di cultura
come lo scrittore Vincenzo Consolo, il pittore Salvatore
Fiume, il regista di documentari sul mare Bruno Vailati,
il musicista Franco Battiato, il paroliere Gianni Belfiore,
e tanti altri ancora. Sono stati premiati, infine, tantissimi
Ripostesi illustri
Nel contesto del Premio ARTEMARE il Circolo sta
portando avanti una iniziativa che mira ad erigere un
monumento da dedicare alla memoria dei caduti del mare.
All’uopo ha aperto una sottoscrizione raccogliendo finora
la somma di oltre 20 milioni.
Tali attività del Circolo, ormai consolidate e non mancanti
di validi presupposti per l’assunzione di un particolare loro
ruolo in campo nazionale, fanno da stimolo verso il grande
tema del mare e sono di autentico giovamento sociale in
quanto di promozione culturale e artistica e di richiamo
turistico.
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Premio Speciale ARTEMARE 1994
a
LUIGI AVERNA
«Il Circolo Ufficiali della Marina Mercantile di
Riposto ha inteso premiare l’amico Luigi Averna sempre giovane nel cuore e nello spirito - conferendogli la speciale targa d’argento ARTEMARE per
la sua intensa, proficua ed appassionata presenza
nel mondo dello sport a Riposto e per i vent’anni
di partecipazione attiva e disinteressata al Premio
ARTEMARE, contribuendo, non poco, alla crescita culturale del Premio stesso e alla buona riuscita
di tutte le manifestazioni svolte.»
Premio Speciale ARTEMARE 1994
al Direttore di macchina
VINCENZO FRAZZITTA
«La targa d’argento ARTEMARE conferita
dal Circolo Ufficiali della Marina Mercantile di
Riposto al Direttore di macchina Vincenzo Frazzitta vuole essere il sentito ringraziamento a un
concittadino che in un momento di così grave
crisi occupazionale, con il prestigio acquisito nella
Compagnia di navigazione per la quale lavora, è
riuscito ad assicurare un imbarco a molti naviganti
ripostesi.»
Premio Città di Riposto 1994
XI edizione
e il titolo di Socio Onorario
a don STEFANO PAVONE
«Sacerdote in eterno, da 25 anni Arciprete della
Chiesa basilicale di San Pietro in Riposto, cultore
devoto delle gloriose tradizioni di fede della nostra
gente di mare, promotore instancabile di iniziative, custode attento del patrimonio religioso della
comunità, già docente di religione nell’Istituto
Nautico, fedele a Cristo e alla Sua Chiesa, che lo
ricorderà fra le pagine d’oro per fede, amore e
attivismo apostolico.»
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 147
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Artemare
1995
Pagina 148
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 149
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Premio Nazionale ARTEMARE 1995
XXI Edizione
La manifestazione di quest’anno comprende la
XIX edizione del premio “Pittura”, la XI edizione
del premio di narrativa “Fatti di bordo”, la IX
edizione del premio “Modellismo navale”, la X
edizione del premio “Canzone marinara” ed infine
la I ed. del premio “Gastronomia”.
La mostra di pittura
e modellismo viene
allestita nei locali del
Circolo e durerà dal 22
luglio al 5 agosto.
Visto il gran numero
di quadri presentati
siamo stati costretti a
suddividere in due turni
l’esposizione: dal 22
al 29 luglio verranno
esposte le opere degli
autori con iniziale del
cognome dalla “A” alla
“L”. Dal 29 luglio al 5
agosto le altre opere.
Il festival della canzone sul mare si terrà
nella Piazza S. Pietro
in due serate: giovedì
3 agosto e Venerdì 4
agosto.
La premiazione di
tutte le sezioni del Premio avrà luogo la sera
di Sabato 5 agosto,
come di consueto, nella
terrazza dell’Istituto
Tecnico Nautico.
Oltre ai premi di pittura, modellismo, narrativa,
canzone e gastronomia verranno assegnati:- Una
targa d’argento agli artisti ripostesi Sara Piccione
e Nino Rametta, quale riconoscimento ai loro
indiscussi meriti nel campo della pittura.
- Il premio “Città di Riposto”, XIV edizione, riconoscimento ad un personaggio di spicco nato,
o che abbia operato, a Riposto - quest’anno sarà
assegnato all’Ammiraglio Gaetano Sodano per
la brillante carriera nel Corpo della Capitaneria
Pagina 150
di Porto
Per la stessa sera è prevista la presentazione del
IX volume della collana “Storie e racconti mare”
che raccoglie i lavori premiati e selezionati nei
concorsi di narrativa “Fatti di bordo” riservati ai
naviganti. Il volume, certamente valido per le testimonianze che trasmettere come valide memorie
storiche, verrà dato in omaggio a tutti i presenti
alla cerimonia della premiazione.
Infine, dal 12 al 27 agosto, sempre nei locali
del Circolo, sarà allestita una mostra con le opere
dei due pittori ripostesi premiati: Sara Piccione e
Nino Rametta.
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Riposto: un piccolo centro marinaro
capolinea di un affascinante itinerario turistico
Riposto è una cittadina tranquilla, pulita, civile e
ordinata. Con la bellezza tipica dei suoi paesaggi e
la dolcezza del clima, svolge un ruolo di rilievo e di
prestigio nell’hinterland ionico-etneo. Vista dal mare è
particolarmente bella. Il paesaggio non è stato finora
deturpato da brutte e irregolari costruzioni e il profilo
maestoso del vulcano Etna, specie quando è innevato,
le conferisce una commista atmosfera di paese di mare
e di montagna. La zona costiera, sotto alcuni aspetti, è
singolare: a sud del paese si osservano piccole spiagge
intercalate tra gli scogli, mentre a nord la spiaggia è
ampia e a ghiaia fine, ideale per la balneazione.
L’aggregato urbano ha un tessuto viario regolare con
strade diritte e perpendicolari tra loro. Dalle sue prime
viuzze, nate in vicinanza del mare, il paese si è espanso
verso ovest attorno ad una via diritta costruita intorno
al 1784 per congiungere i paesi di Giarre e di Riposto
che, urbanisticamente, oggi sono un tutt’uno separati
solo dalla ferrovia.
Il centro storico gravita intorno alla piazza principale
del paese. Qui vediamo la Basilica S. Pietro ricca
di motivi architettonici, edificata nel periodo che va
dal 1808 al 1865. All’interno della chiesa, di grande
interesse artistico, troviamo alcune tele di pittori
dell’epoca, le stampe della Via Crucis, il mirabile pulpito
dell’architetto milanese Carlo Sada (realizzato nel 1892)
e il coro ligneo, intagliato da artisti locali. Ad ovest della
piazza c’è il municipio, un’opera di architettura eclettica
con ampi portici, sorta dal 1920 al 1926. Il tempo e la
salsedine del vicino mare ne avevano deturpato in modo
grave la facciata. Finalmente, dopo lunga indecisione, la
precedente Amministrazione comunale, forse spinta da
una forte pressione popolare, ha deciso la restaurazione,
restituendo così all’edificio la sua primitiva bellezza.
La prima chiesa di Riposto (risale intorno al 1680)
è quella dedicata al culto, tipicamente messinese, della
Madonna della Sacra Lettera. Recentemente alcuni
lavori di restauro hanno portato alla luce alcuni reperti
storici che provano come il Santuario sia stato costruito
su una chiesa più antica, forse protocristiana, che è stata
il primo cimitero di Riposto.
Visto dall’alto, l’agglomerato urbano mostra ampi
spazi a verde pubblici e privati. Per le sue condizioni
climatiche, caratterizzate da inverni miti ed estati caldo
umide, Riposto si presta bene alla coltivazione di tutte
le specie ornamentali tipiche della flora mediterranea
marittima, ma anche di piante originarie dalle zone
tropicali. Quasi tutte le abitazioni hanno giardinetti in
cui raramente manca un arbusto ornamentale o un albero
da frutto, specialmente di agrumi. Nei balconi cresce
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
rigogliosa la “pomelia”, una pianta caratteristica di
Riposto che trova difficoltà a crescere in altri luoghi.
La zona ionico-etnea non ha nulla da invidiare ai
più rinomati centri turistici internazionali. Avere il
mare e la neve a pochi minuti di macchina è un caso
eccezionale. Nell’arco di una mattinata è possibile
partire per la montagna (così viene chiamato da queste
parti il vulcano); assistere ad un rapido mutamento
del paesaggio, passando dagli agrumeti (con il loro
caratteristico odore di zagara), ai floridi vigneti, ai
boschi di castagno; arrivare nelle zone della lava dove
si alternano cespugli di ginepri e di astragali; assistere
dalla vetta del monte, ad oltre 3.200 metri di quota,
specialmente all’alba, a un magnifico ed incantevole
panorama che regala sensazioni indimenticabili;
ridiscendere per tuffarsi nelle acque azzurre dello
Ionio.
Riposto è una base perfetta per escursioni alle vicine
Taormina e Acireale e in tutto il comprensorio etneo. Sono
facilmente e rapidamente raggiungibili mete che offrono
al turista, in aggiunta alla bellezza di scenari naturali
come le Gole di Alcantara, la vista di molti monumenti
rimasti a documento e a memoria. Da Riposto parte
la ferrovia Circumetnea che per raggiungere Catania
attraversa gli straordinari paesi di memoria medievale
e barocca sparsi intorno al vulcano. Prima di arrivare
a Catania, il trenino passa per i comuni pedemontani
di Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Castiglione di
Sicilia, Randazzo, Maletto, Bronte, Adrano, Paternò.
Durante l’incomparabile viaggio, descritto da Edmondo
De Amicis nel 1908, si attraversano luoghi diversi per
paesaggio, usi, costumi e dialetto. Quindi, Riposto si
può considerare il capolinea di un entroterra culturale
ed artistico forse senza uguali, dove i segni delle diverse
civiltà greca, romana, bizantina, araba e normanna
si accostano magnificamente creando un fantastico
mosaico di opere d’arte.
Per sfruttare al meglio la collocazione geografica della
cittadina e per non proporre un turismo in concorrenza
con gli altri centri ionico-etnei, i nostri uomini politici,
con avvedutezza, pensano ad un turismo alternativo ed
integrativo a quello tradizionale. A tal fine c’è già allo
studio un progetto di porto turistico di grosse dimensioni
che dovrebbe portare alla realizzazione di un’opera tra
le più valide del Mediterraneo. Ciò farebbe di Riposto il
capolinea di un itinerario turistico veramente singolare
per gli appassionati della nautica da diporto.
Gioacchino Copani
Pagina 151
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Premio Speciale ARTEMARE 1995
alla pittrice
SARA PICCIONE
«Eccellente esecutrice di figurazioni spettacolari
ambientate nella caratteristica flora ionico-etnea,
esplorate con classica sobrietà, robusta quietezza
mistica ed elevata dignità di stile, sia che predomini
la perfezione del disegno o che il colore ne esalti
le suggestioni liriche.»
Premio Speciale ARTEMARE 1995
al pittore
NINO RAMETTA
«Vivido ingegno della nostra terra, per essere
stato - in sintonia con le sue spiccate qualità
pittoriche ispirate da un fervido realismo magico - il
principale animatore del giovane gruppo culturale
ripostese distintosi sin dall’immediato dopoguerra
in ambito isolano e nazionale.»
Premio Città di Riposto 1995
XIV edizione
e il titolo di Socio Onorario a
GAETANO SODANO
«Per la sua intensa carriera nella Marina Italiana,
per i numerosi incarichi di servizio ricoperti sempre
con professionalità e alto senso del dovere, e nello
stesso tempo per l’affetto verso i luoghi della sua
prima formazione di uomo di mare, ai quali sempre
torna con simpatia e disponibilità ogni qual volta la
comunità marinara ripostese lo chiama.»
Pagina 152
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Artemare
1996
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 153
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 154
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Premio Nazionale ARTEMARE 1996 - XXII Edizione
Il Premio Artemare è un concorso nazionale, artistico-letterario
sul tema specifico “L’uomo e il mare”. Il concorso, promosso e
organizzato dal Circolo degli Ufficiali della Marina Mercantile
di Riposto, è iniziato nel 1975 con lo scopo di dare spazio alla
narrativa informativa di “Fatti di bordo” realmente vissuti dai
naviganti. Poi, nel tempo, si è allargato ad altre sezioni, alcune
a cadenza annuale, le altre a cadenza biennale.
Quest’anno ricorre la ventiduesima edizione della
manifestazione. Essa comprende la XI edizione del premio
“Canzone marinara.”, la VII edizione del premio “Fotografia”,
la II edizione del premio “Gastronomia”, la V edizione del
premio “Narrativa”, la XX edizione del premio “Pittura”, la
II edizione del premio “Scultura”, la VI edizione del premio
“Video documentario”.
Dal 10 al 23 agosto, nei locali del Circolo, vengono esposte
le opere di pittura premiate ed acquisite dal Circolo nei 20 anni
di ARTEMARE. Inoltre verranno esposte circa 193 bellissime
stampe su cartoncino di varie misure, che il Circolo ha avuto
in omaggio dall’Amministrazione comunale, le quali saranno
cedute dietro un piccolo contributo per il monumento ai caduti
del mare che si vorrebbe erigere a Riposto.
Dal 24 agosto al 6 settembre vengono allestite, sempre nei
locali del Circolo, le mostre di pittura, scultura e fotografia per
il concorso di questa XXII edizione del Premio.
Il 4 settembre in Piazza S. Pietro, per la Sezione Video
documentario, ha luogo la prima rassegna Artemare in
DIAPORAMA.
Sistema di proiezione contemporanea su schermo gigante
di 4 distinte immagini con l’impiego di complessi impianti
stereofonici, dando allo spettatore l’illusione di trovarsi nel
luogo dell’azione.
Assisteremo alla proiezione di sequenze di bellissime
immagini fotografiche, che sono un viaggio nel passato alla
riscoperta dei luoghi marinari più caratteristici della Sicilia,
come Cefalù, Ognina, Acitrezza, Sferracavallo, e di quel mondo
misterioso qual è il “Paradiso sommerso” degli abissi del Mar
Rosso.
Il festival della canzone ha luogo nella Piazza S. Pietro in
due serate:
Giovedì 5 settembre vengono ascoltate le canzoni prescelte
dalla Giuria;
Venerdì 6 settembre le canzoni vengono ripetute in ordine
inverso per la scelta di quelle da premiare.
La consegna dei premi ARTEMARE avviene la sera di Sabato
7 settembre, come di consueto, nella terrazza dell’Istituto Tecnico
Nautico di Riposto.
Oltre ai premi del concorso Artemare vengono assegnati:
- la “targa d’argento al merito” ai proff. Paolo Bonsignore e
Lidia Sorbello che, negli anni delle loro rispettive Presidenze
all’Istituto Nautico di Riposto, hanno validamente contribuito
alla ristrutturazione e al rinnovamento della Scuola;
- il “Premio Città di Riposto” 15ª edizione, al Cap. di Vascello
Tommaso Vagliasindi, che andò via da Riposto alla fine degli
anni settanta lasciando un ottimo ricordo di sé e di quel suo
primo Comando. Al suo impegno e alle sue capacità dobbiamo
la costruzione dei locali dell’odierna Capitaneria di Porto.
- il “Premio Sicilianità”, 6ª edizione, al Maestro Piero
Gruccione, pittore siciliano tra i maggiori Artisti viventi. Nella
sua ricca e brillante produzione artistica ricorrono spesso
immagini di marine siciliane, studi di colori e di linee in cui il
mare è l’elemento centrale, come nel nostro Premio.
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 155
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Il ponte sullo Stretto di Messina
Qualcuno ha detto che “Il mare è la Patria dei liberi”. I naviganti sono lavoratori
particolari, sono individui provenienti da ogni Regione d’Italia costretti a vivere per
mesi interi, 24 ore al giorno, a stretto contatto umano. Siciliani, Campani, Pugliesi,
Toscani, Triestini, Veneti, Liguri, ecc. sono tutti “emigranti” che vanno a lavorare
su una nave girando per i mari del mondo. Non ci può essere razzismo tra questi
uomini. Ciò si evidenzia chiaramente dalla lettura dei nove volumi della collana
“Storie e racconti di mare” che contiene i lavori migliori presentati al concorso
“Fatti di bordo”. Per questi motivi i marittimi sono le persone che più di altre non
condividono questa ondata di razzismo dei settentrionali contro i meridionali. Siamo
convinti che i “cattivi” sono una minoranza, i meno colti e che non sono mai stati
dalle nostre parti, che conoscono la Sicilia solo per i fatti raccontati in un certo
modo dalla TV; ma queste giustificazioni non alleviano il dispiacere per quanto sta
accadendo. Ci scusiamo per il sottostante scritto, che vuole essere uno sfogo, ma
nello stesso tempo è un’autocritica.
Le sorti di un Paese sono legate alle capacità degli uomini politici, di quei
soggetti guida che, chiamati a misurarsi quotidianamente con la concretezza e
l’urgenza dei problemi e i bisogni della gente, sanno vedere più lontano degli
altri. In questi ultimi 50 anni la terra di Sicilia è stata validamente rappresentata
nell’arte, nella cultura, nelle professioni, nello sport, ecc., da numerosi personaggi
che si sono brillantemente distinti in campo nazionale e internazionale. In ambito
politico, invece, sono venute a mancare quelle personalità di spicco, quelle figure
di primo piano che, con il loro agire capace, coraggioso, trasparente, avrebbero
potuto contribuire alla crescita civile e al rilancio economico e produttivo dell’isola.
Anzi, ha dato i natali a tanti pessimi politici, autori di vicende squallide che saranno
ricordati per incompetenza, stupidità, disonestà; capaci solo nel sapere eliminare i
colleghi che non si lasciavano corrompere.
Oggi ci si augura che l’Assemblea e il Governo regionali eletti di recente sappiano
gettare le fondamenta per risollevare il prestigio dei siciliani e individuare i settori
dove è più conveniente indirizzare le attività economiche dell’Isola per strapparla
ad un destino di miseria. E ci si augura anche che quanto detto dal Presidente del
Consiglio dei Ministri, on.le Romano Prodi, circa la sua intenzione di farne la
California d’Europa, non resti una promessa elettorale.
È ancora presto per giudicare, ma le notizie apparse recentemente sulla stampa
non fanno ben sperare. Tutti i responsabili della politica italiana a parole sembrano
volere aiutare il Meridione, con i fatti invece l’allontanano sempre più dall’economia
del Nord. Trovano mille scuse per giustificare la non fattibilità del ponte sullo stretto
di Messina: terremoti e correnti marine, mafia e terrorismo, alto costo ed impatto
ambientale. Ma quanti dei Sigg. che sostengono il guasto ambientale hanno potuto
ammirare la bellezza, l’imponenza e la maestosità di almeno uno dei grandiosi ponti
costruiti finora dall’uomo, e percorrendolo in macchina, e osservandolo dal finestrino
di un aereo, e passandovi sotto su una nave? Avrebbero capito che sono opere che
testimoniano il grande ingegno dell’uomo nel riuscire a adattare l’ambiente alle sue
necessità, senza nulla togliere alla bellezza della natura circostante.
L’impegno finanziario è superabile: bastano ed avanzano i soldi che lo Stato deve
restituire alla Sicilia in applicazione di disposizioni dello Statuto regionale; oppure
i 10 mila miliardi previsti per la costruzione si possono reperire da un consorzio
pubblico-privati o da mercati finanziari internazionali che più volte hanno mostrato
attenzione e disponibilità.
Gli altri motivi sono banali scuse: sarebbe come dire non costruiamo più case
perché i terremoti potrebbero distruggerle, non facciamo più aerei e navi perché
potrebbero cadere o affondare. I veri motivi sono altri. Il ponte è il presupposto
fondamentale per lo sviluppo turistico della Sicilia in quanto sarebbe di fortissimo
richiamo per il turismo internazionale. Esso risolleverebbe veramente l’economia
isolana con aumento della ricchezza e incremento dei posti di lavoro, rendendo
la Sicilia competitiva con le aree industrializzate del nord. E proprio per questo
non si farà. Seguiteranno a dare contributi, anche maggiori di quelli necessari
per farla decollare, ma in forma assistenziale, pur di tenerla così com’è, sempre
zona depressa.
Si trovano subito 3.400 miliardi per il Giubileo del 2000. Si progetta la grande
velocità fino a Napoli, mentre qui manca ancora il secondo binario e fanno circolare
le vetture scartate dal nord. Si lascia l’autostrada Salerno - Reggio Calabria in uno
stato indecoroso, mentre il Governo approva in un batter d’occhio il primo tratto
Firenze - Bologna della “variante di valico” per un importo di circa 2 mila miliardi.
E il ponte può attendere. Mentre i nostri politici fanno “una pausa di riflessione”,
Inglesi e Francesi realizzano in tempi brevi il tunnel sottomarino della Manica,
un’opera di oltre 30 Km molto più impegnativa del nostro ponte.
Proseguiranno a raggirarci, a prenderci in giro. Prenderanno ancora tempo con
la scusa di “disporre di un progetto definito e completo al fine di trarre valutazioni
conclusive sulla fattibilità tecnica e finanziaria”. Assegneranno così altri 25-30
miliardi che andranno a sommarsi alle centinaia già spesi per la progettazione. Nel
frattempo questo Governo, incomprensibilmente sostenuto da difensori del liberismo
ed assertori dello statalismo, verrà mandato a casa e i siciliani saranno nuovamente
beffati da altri politici mediocri che riprometteranno ogni ben di Dio per il Sud.
Questi Signori, ancora un volta spudoratamente, fingeranno di ignorare che da 50
anni la questione del Mezzogiorno viene posta al primo punto dei loro programmi
per diminuirne, a loro dire, il divario dal Nord. In realtà continueranno a finanziare
Pagina 156
opere che risulteranno non determinanti per lo sviluppo del sud e (indirettamente)
vantaggiose per i “poteri forti” del nord.
Da un po’ di tempo, con il beneplacito di tutti i media (il buon senso avrebbe
dovuto imporre loro un giusto silenzio e non fare da cassa di risonanza, dando
l’impressione, se non la certezza, di sponsorizzare la secessione), veniamo
continuamente e ingiustamente insultati, minacciati, dileggiati, derisi, disprezzati
col chiaro intento di farci reagire. Molti connazionali del Nord sono talmente
razzisti da disprezzare i nostri prodotti e scartarli dai loro acquisti. Mentre noi non
facciamo altrettanto e rappresentiamo (con circa il 10% della popolazione italiana)
uno dei più grossi mercati di consumo dei prodotti settentrionali. Attenzione, però,
che ogni capacità di sopportazione ha dei limiti. Tirando troppo forte una corda
ad un certo punto si rompe. Il popolo siciliano è gente orgogliosa e alla fine saprà
reagire. E i responsabili d’oggi passeranno alla Storia come i più stupidi e ciechi
di tutti i tempi.
Gioacchino Copani
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Premio Speciale ARTEMARE 1996
ai Presidi
Prof. Paolo Bonsignore
Prof.ssa Lidia Sorbello
«Per avere retto attivamente e validamente
l’Istituto Tecnico Nautico di Riposto che, con i
suoi 176 anni di attività, è uno dei piu antichi d’
Italia e costituisce l’orgoglio della nostra Città.
Nella sua lunga Presidenza ha contribuito, e non
poco, alla ristrutturazione e rinnovamento della
Scuola, riscuotendone la stima e l’affetto da tutta
la Comunità scolastica e marinara.»
Premio Città di Riposto 1996
XV edizione
e il titolo di Socio Onorario al
Cap. Vasc. Tommaso Vagliasindi
«Per la professionalità e l’alto senso del dovere,
nonché per l’affetto che lo lega alla nostra cittadina, sede del suo primo comando. Alle sue elevate
capacità organizzative e al suo profondo impegno,
Riposto deve la costruzione dei locali della odierna
Capitaneria di Porto.»
Premio Sicilianità 1996
V edizione
al
Maestro Piero Guccione
«Per avere espresso nelle sue opere, in forma
lirica ed essenziale, l’intimo rapporto con la sua
terra; con la nostra terra.
Senza cadere nei tranelli dei cliché con i quali
viene facilmente identificata la nostra isola, Guccione ne ha riportato nei suoi quadri i temi autenticamente universali. Dipingendo il cielo e il mare
della sua Sicilia egli ha esaltato il senso dell’infinito, il sentimento della libertà ed il valore della luce,
diventando così il poeta della pittura.»
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Artemare
1997
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Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Premio Nazionale ARTEMARE 1997 - XXIII Edizione
Il Premio Artemare è un appuntamento estivo di rilievo promosso annualmente dal Circolo degli Ufficiali
della Marina Mercantile di Riposto e dedicato al tema del mare e della navigazione. È un concorso sul tema
specifico “L’uomo e il mare” in cui si cimentano amanti delle diverse discipline artistiche e letterarie.
In questa ventitreesima edizione della manifestazione si svolgono la XII edizione del premio “Canzone
marinara.”, la III edizione del premio “Gastronomia”, la XII edizione del premio “Fatti di bordo”, la XXI
edizione del premio “Pittura”, la X edizione del premio “Modellismo navale”.
Dal 19 luglio al 2 agosto, nei locali del Circolo, vengono esposte le opere di pittura e di modellismo.
Giovedì 31 luglio - Vengono ascoltate le canzoni selezionate per l’esibizione nella piazza principale di
Riposto; tra queste, la Giuria sceglierà le migliori 12 per la fase successiva.
Venerdì 1 agosto - Le 12 canzoni vengono riascoltate per l’assegnazione dei premi.
La consegna dei premi ARTEMARE avviene la sera di Sabato 2 agosto, come di consueto, sulla terrazza
dell’Istituto Tecnico Nautico di Riposto.
Oltre ai premi del concorso Artemare vengono assegnati:
- la “Targa d’argento al merito” a due giovani giornalisti, Domenico Di Martino e Corrado Petralia.
Negli anni passati abbiamo sempre premiato personaggi professionalmente affermati da tempo, di grande
cultura e in qualche modo legati al mare. Quest’anno la scelta è caduta su due ragazzi all’inizio della loro
promettente carriera e il premio vuole essere auspicio di traguardi prestigiosi;
- il “Premio Città di Riposto” al prof. avv. Giovanni Grasso, docente Universitario di Diritto Penale che,
per i grandi meriti acquisiti durante la sua brillante carriera, dà lustro al paese che gli ha dato i natali.
Da quest’anno verranno consegnate le borse di studio in memoria di due ex allievi dell’Istituto Nautico
di Riposto:
- Ten. Vasc. Carmelo D’Urso, pluridecorato al V.M., deceduto il 13 dicembre 1942 a seguito
dell’affondamento del sommergibile Corallo;
- Cap. Lorenzo Vico Fazio, illustre letterato nato a Riposto nel 1897 e morto a Catania nel 1986 lasciando
una vasta e significativa produzione letteraria.
Le borse sono offerte dalle rispettive famiglie ai migliori diplomati dell’Istituto Nautico di Riposto.
Saranno premiati i diplomati dell’anno scolastico 1995/96: Giovanni Lo Giudice, Enrico Stagnitti, Placido
Tirendi.
Infine verrà presentato il X volume della collana “Storie e racconti di mare”. Il libro contiene gli elaborati
selezionati nell’undicesima edizione del premio di narrativa “Fatti di bordo”. Tale concorso è riservato a
coloro che vivono o hanno vissuto il mare da Protagonisti e i loro scritti sono testimonianze di vita passata
sul mare. Il volume sarà dato in omaggio a tutti i presenti alla cerimonia di premiazione.
Pagina 160
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
L’ISTRUZIONE NAUTICA IN ITALIA
Il mare è un elemento da trattare bene, importante ed
essenziale per la sopravvivenza dell’uomo, specialmente
per l’Italia che ha circa 8000 Km di coste. Recentemente,
diverse campagne di sensibilizzazione sulla valorizzazione
delle risorse marine - promosse dai Ministeri della Pubblica
Istruzione e della Marina Mercantile, da alcuni Governi
Regionali, da radio e televisioni e da varie associazioni
ambientaliste - hanno invitato i giovani a “Vivere il
mare”, “Amare il mare”, “Amor di mare”, ecc. Però solo
l’Istruzione nautica può dare la possibilità di vivere il mare
da “protagonisti”.
Questo tipo d’istruzione, oltre che nell’Accademia navale
di Livorno, viene impartita negli istituti tecnici nautici che, in
Italia, sono appena 36. Sono scuole dislocate solo nelle grandi
città di mare e in alcuni piccoli paesi a più alta tradizione
marinara, come Camogli, Piano di Sorrento, Pozzallo,
Procida, Riposto (aperta nel 1820 dall’allora Governo
Borbonico), Torre del Greco.
L’istruzione nautica si avvale di una struttura didattica del
tutto particolare ed unica nel suo genere. La scuola, prima,
e la vita di bordo, poi, formano uomini con una selezione
particolarmente severa. Inoltre l’avventura, la voglia di
conoscenza, lo spirito di sacrificio rendono l’uomo di
mare compatto nel morale e nel fisico, facendolo crescere
nel rispetto della natura. Andare per mare attraverso gli
oceani, visitare i paesi più lontani dei vari continenti,
sono senza dubbio occasioni di arricchimento culturale e
professionale.
La struttura di una nave è così complessa che la sua
conduzione impone conoscenze ed attitudini particolari. Il
vastissimo impiego dell’automazione nella gestione di tutte le
sue funzioni vitali, l’importanza della componente elettronica
così sofisticata, il contatto quotidiano con tutti i servizi tecnici
in essa installati (che vanno dalla produzione all’utilizzazione
dell’energia elettrica, dagli impianti frigoriferi per la
conservazione dei viveri al condizionamento dei locali, dai
distillatori di acqua per tutti gli usi di bordo ai depuratori
delle acque reflue, agli inceneritori dei rifiuti solidi, ecc.)
permettono al navigante di acquisire una professionalità
invidiabile. Tali conoscenze sono certamente universali e,
pertanto, sono valide non solo per il navigare ma anche per
qualsiasi altra attività professionale che il diplomato nautico
intenderà intraprendere.
Da alcuni anni l’Istituto Nautico sperimenta nuovi
programmi di studio che ne fanno una scuola non più
indirizzata solo alla navigazione, ma aperta a tutti i grandi
problemi del mare. Si può dire che i Nautici “educano con il
mare ... e non solo per il mare”. L’allievo nautico riceve una
istruzione teorica integrata da vari tirocini a bordo di navi in
servizio e, nell’ultimo anno di corso, da una lunga crociera
nel Mediterraneo su nave di linea. Lo studente, inoltre, ha
la possibilità di praticare, oltre alle normali attività sportive,
anche il nuoto, la voga e la vela.
Purtroppo, da quando il Ministero della Pubblica Istruzione
ha disposto che i Consigli di classe indirizzino ufficialmente
i genitori degli alunni delle terze medie al tipo di scuola più
idoneo per i propri figli, è accaduto qualcosa di strano: i
nautici hanno avuto un forte calo nelle iscrizioni e, quello che
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
è più grave, anche nella qualità degli studenti che vi accedono.
Forse perché i più bravi vengono spinti verso questo o quel
tipo di liceo, i meno studiosi vengono indirizzati presso gli
istituti tecnici più conosciuti, i peggiori consigliati a iscriversi
negli istituti professionali: cioè l’orientamento scolastico
viene effettuato tenendo conto più del profitto che delle
attitudini. Mentre - per la specificità degli studi e per la grande
responsabilità alla quale si è chiamati nella condotta e nella
guida di una nave moderna - gli istituti nautici dovrebbero
poter curare particolarmente la selezione degli allievi, tramite
test attitudinali, tra gli aspiranti che siano in possesso di
Licenza Media conseguita con buon profitto, abbiano sana e
robusta costituzione, amino il mare e soprattutto siano giovani
fortemente “motivati”.
Oggi, anche le ragazze, che hanno il mare nel cuore
e desiderano provare sensazioni sempre nuove, possono
impegnarsi in mansioni e attività proprie del navigante e
vivere da protagoniste l’emozionante esperienza di bordo.
Quali esperienze più esaltanti di:
- vivere per giorni e giorni con il mare come solo infinito
orizzonte e provare sensazioni irripetibili;
- passare dall’Oceano Pacifico all’Atlantico e viceversa
tra le montagne del Canale di Panama;
- attraversare il Canale di Suez, lo Stretto di Gibilterra, di
Magellano o quello del Bosforo;
- Circumnavigare l’Africa, le Americhe, o l’intero
globo;
- toccare isole lontane come Sumatra, Giava, Trinidad,
Cuba, le Hawaii, ecc.;
- visitare grandi città come New York, Los Angeles,
Londra, Tokyo, Hong Kong, Singapore, ecc. e paesetti
sperduti nei più lontani angoli della Terra;
- conoscere usi e costumi della maggior parte delle genti
che popolano il nostro pianeta.
Queste sono solo alcune delle occasioni che si presentano
al navigante.
Certo, andare per mare comporta impegni importanti
e gravosi, ma la professione dell’ufficiale marittimo,
specialmente se fatta con passione, riserva grandi
soddisfazioni, non ultimo quello di trovare facilmente lavoro
che, oltre tutto, risulta essere particolarmente redditizio.
Perché la Marineria italiana rimanga nel futuro, resti in
auge e la sua Bandiera continui a essere presente in tutti i
mari del mondo, occorrono iniziative concrete che possano
spingere i giovani verso l’istruzione marinara. A questo
riguardo potrebbe essere giusto che si svolgessero attività
promozionali per permettere, sia agli insegnanti della Scuola
Media che alle giovani generazioni, la conoscenza diretta
e reale dell’affascinante vita di bordo e consentire loro di
interagire con tutta la tecnologia concentrata nel piccolo
spazio di una nave.
Gioacchino Copani
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Premio Speciale ARTEMARE 1997
ai giovani giornalisti
Domenico Di Martino
Corrado Petralia
«Per il contributo dato con entusiasmo giovanile,
attraverso la Stampa locale, alla diffusione di notizie
legate ai problemi del territorio, evidenziando doti
letterarie, proprietà di linguaggio, capacità critiche
e di sintesi che lasciano intravedere una prestigiosa
carriera giornalistica.»
Premio Città di Riposto 1997
XVI edizione
e il titolo di Socio Onorario al
Prof. Avv. Giovanni Grasso
«Per l’alta professionalità e competenza dimostrate, come magistrato prima e professore ordinario di Diritto penale dopo, per la vasta attività
di ricerca sullo studio di disposizioni legislative e
regolamentari, per i numerosi incarichi di prestigio
ricoperti nel rappresentare l’Italia in Commissioni
ministeriali, Conferenze, Congressi, Delegazioni,
sia nei paesi della Comunità Europa che in campo
internazionale, Riposto è orgogliosa di annoverarlo
tra i suoi cittadini più illustri.»
Pagina 162
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Artemare
1998
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
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Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 164
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Premio Nazionale ARTEMARE 1998 - XXIV Edizione
Il Premio Artemare è un appuntamento estivo di
rilievo promosso annualmente dal Circolo degli Ufficiali
della Marina Mercantile di Riposto e dedicato al tema
del mare e della navigazione. È un concorso sul tema
specifico “L’uomo e il mare” in cui si cimentano amanti
delle diverse discipline artistiche e letterarie.
In questa ventiquattresima edizione della
manifestazione si svolgono la XIII edizione del
premio “Canzone marinara”, la IV edizione del premio
“Gastronomia”, la VI edizione del premio “Narrativa”,
la XXII edizione del premio “Pittura”, la VIII edizione
del premio “Fotografia”, la VII edizione del premio
“Video documentario”.
Dal 18 luglio al 31 luglio, nei locali del Circolo,
vengono esposte le opere di pittura.
Mercoledì 29 luglio – ore 21, in Piazza S. Pietro, per
la Sezione Video documentario, ha luogo la seconda
rassegna Artemare in DIAPORAMA: un sistema di
proiezione contemporanea su schermo gigante di 4
o più distinte diapositive con l’impiego di complessi
impianti stereofonici.
La proiezione di sequenze di bellissime immagini
fotografiche ci farà riscoprire i luoghi più caratteristici
dell’hinterland ionico-etneo e nello stesso tempo ci
porterà a rivisitare la storia di Riposto, tutta legata al
suo mare.
Giovedì 30 luglio - Vengono ascoltate le canzoni
selezionate per l’esibizione nella piazza principale di
Riposto; tra queste, la Giuria sceglierà le migliori 12
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
per la fase successiva.
Venerdì 31 luglio - Le 12 canzoni vengono riascoltate
per l’assegnazione dei premi.
La consegna dei premi ARTEMARE avviene la sera
di Sabato 1 agosto, come di consueto, sulla terrazza
dell’Istituto Tecnico Nautico di Riposto.
Oltre ai premi del concorso Artemare vengono
assegnati:
1) Le borse di studio in memoria di due ex allievi
dell’Istituto Nautico di Riposto:
- Ten. Vasc. Carmelo D’Urso, pluridecorato al
V.M., deceduto il 13 dicembre 1942 a seguito
dell’affondamento del sommergibile Corallo;
- Cap. Lorenzo Vico Fazio, illustre letterato nato a
Riposto nel 1897 e morto a Catania nel 1986 lasciando
una vasta e significativa produzione letteraria.
Le borse sono offerte dalle rispettive famiglie ai
migliori diplomati dell’Istituto Nautico di Riposto.
2) La “Targa d’argento al merito” a due anziani
Presidi, Armando Patané e Aurelio Strano. Sono due
personaggi che nei loro lunghi anni d’insegnamento e
di Presidenza hanno contribuito alla crescita culturale
di Riposto.
3) Il “Premio Città di Riposto” all’ing. Salvatore
Castorina, un illustre concittadino che, per i grandi meriti
acquisiti durante la sua brillante carriera professionale,
dà lustro al paese che gli ha dato i natali.
Pagina 165
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
TURISMO NAUTICO
La manifestazione del Premio Artemare ha avuto
inizio nel lontano 1975. C’eravamo resi conto che
l’italiano medio mostrava grande interesse per la
balneazione, ma poca sensibilità per il mare. E da
questa constatazione c’è venuta l’idea di istituire
il Premio con la finalità principale di diffondere in
Italia lo spirito marinaro e portare in primo piano i
problemi legati al mare.
Come naviganti avevamo avuto l’opportunità di
osservare, notare, constatare di persona il ritardo
della nostra marineria nei confronti delle nascenti
problematiche legate al mare. I Paesi più progrediti,
più all’avanguardia avevano già preso coscienza
dei problemi del mare che imponevano riflessioni
sulla salvaguardia degli equilibri per la difesa della
vita, sulle risorse di ricchezze energetiche, minerali
e biologiche, sui trasporti marittimi, sulla nautica
da diporto.
A quei tempi, mentre in alcuni porti stranieri, per
l’uscita di un leggero fumo nero dalla ciminiera, per
lo scarico in mare di una piccola macchia d’olio o di
nafta, l’armatore era costretto a sborsare milioni di
multa, in Italia si poteva affumicare un’intera città o
versare in mare il carico di mezza petroliera senza
che nulla accadesse. Oltre ai porti venivano allora
sorvegliate anche le coste e tutte le acque territoriali;
mentre da noi la “Guardia Costiera” è stata istituita
solo qualche anno fa. La nautica da diporto era
molto sviluppata mentre ancora oggi da noi si
discute sui costi – benefici delle opere da realizzare.
Attraversavamo maestosi ponti sul mare, mentre qui,
dopo trent’anni di studi e centinaia e centinaia di
miliardi spesi per la ricerca, i parlamentari chiedono
“ulteriori verifiche di fattibilità” per la costruzione
del ponte che dovrebbe collegare la Sicilia alla
Calabria. I nostri ambientalisti, mentre in tutte le
parti del mondo si continuano a costruire ponti
sul mare, ostracizzano la realizzazione dell’opera
per “inquinamento, impatto, guasto ambientale”.
Mentre molte Società nazionali e internazionali
mostrano interesse, sia per la costruzione sia per il
finanziamento dell’opera, i nostri politicanti, contro
ogni buon senso, sostengono che l’opera verrebbe a
costare troppo. E così, probabilmente, nel mese di
Settembre ci consoleremo, sempre “Ambientalisti”
permettendo, con l’osservare l’opera che sarà visibile
in modo virtuale grazie ad un sistema di luci e raggi
laser.
È stato detto e scritto un “mare” di volte che l’Italia,
per i suoi ottomila chilometri di costa, è obbligata ad
Pagina 166
aumentare la sua attenzione per il mare. Che occorre
una nuova cultura turistica per essere protagonisti
nel bacino del Mediterraneo. Soprattutto, si devono
potenziare i trasporti marittimi e valorizzare la
nautica da diporto.
Bisogna riconoscere che negli ultimi anni la
nautica da diporto ha registrato un notevole sviluppo,
sia come diffusione dei mezzi a motore che come
interesse per la navigazione a vela. In moltissimi
litorali della penisola sono sorti o stanno sorgendo
approdi riservati alle attività velica e motonautica.
Però, l’Italia è ancora indietro rispetto a molte
altre nazioni. E la Sicilia a sua volta è in ritardo
nei confronti delle regioni del nord. Le cause di
questo ritardo saranno molteplici, però quella
principale deriva dalla disoccupazione, dalla fame
di posti di lavoro: alimentano la mafia e spingono in
politica persone con interessi diversi da quelli della
collettività. Ed allora le lodevoli azioni dei politici
veri vengono rallentate dai vari “Pinco Pallino”
facenti parte della schiera dei politicanti. E quindi si
discute, si media, si raggiungono compromessi, …
si perde tempo.
Tutti sono d’accordo nel sostenere che il rilancio
del Sud sta nello sviluppo del turismo in genere e
nautico in particolare. Ma occorrono fatti contingenti,
premesse, così come si è verificato nel nord-est
d’Italia: due avvenimenti casuali e coincidenti,
l’apertura dei mercati dell’Europa orientale e la
svalutazione della lira, uniti al vantaggio derivante
dalla posizione geografica, hanno favorito lo sviluppo
economico in quelle Regioni.
Affinché la scommessa turistica risulti vincente
occorre valorizzare il territorio, salvaguardare
l’ambiente ed incentivare i trasporti terrestri, aerei e
navali. Se si vuole veramente e sinceramente rilanciare
l’economia siciliana si permetta la realizzazione del
ponte di Messina, si abbassino i costi dei biglietti
aerei da e per la Sicilia e si amplino gli aeroporti
in modo da consentire l’atterraggio d’aerei di linea
internazionale, si completi la rete ferroviaria e si
portino fin giù i treni a grande velocità (così come per
gli aerei, la velocità è influente nelle grandi distanze),
si costruiscano numerosi porti turistici.
E vedrete che anche i siciliani sapranno dimostrare
la loro intraprendenza.
Gioacchino Copani
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Premio Speciale ARTEMARE 1998
ai Presidi
Armando Patanè e Aurelio Strano
«Due uomini di vecchia stampo, due figure
rappresentative della nostra Riposto che hanno
speso la loro vita al servizio della Scuola e della
Cultura.
Questo Premio vuole essere il riconoscimento di
una Comunità che ha potuto apprezzarli come bravi
insegnanti prima e come efficienti presidi dopo.»
Premio Città di Riposto 1998
e il titolo di Socio Onorario all’
Ing. Salvatore Castorina
Dirigente della STMicroelectronics
«Svolgendo da svariati anni (tra Milano, Lione,
Ginevra, New York e Catania) il prestigioso ruolo
di alto dirigente di un colosso mondiale dell’informatica avanzata, ha dato un notevole personale
apporto per lo sviluppo nel territorio etneo di
una fondamentale sezione della microelettronica
d’avanguardia.
Il consolidamento nel nostro territorio di tale
industria di rilevanza internazionale, oltre ad
avere creato numerosissimi posti di lavoro di alta
specializzazione, ha dato credibilità alla Sicilia ed
ha contribuito a sfatare quei pregiudizi, spesso ingiusti, che anche nel settore dell’imprenditorialità
hanno penalizzato il Sud del nostro Paese.»
Premio Sicilianità 1998
VI edizione
al
Prof. Manlio Sgalambro
«Per avere rivelato della sicilianità l’elemento
celato, non trionfalistico, non retorico: posizione
metastorica di chi osserva con acuta presenza,
ma non invischiato nella vanità dell’umano
affannarsi.»
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 167
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Artemare
1999
Pagina 168
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Circolo
Ufficiali
Marina
Mercantile
Riposto
Provincia
Regionale
Catania
Comune
di
Riposto
AZIENDA
PROVINCIALE TURISMO
CATANIA
Premio Nazionale
Artemare ‘99
XXV Edizione
Canzone Fatti di bordo
Narrativa
Gastronomia
Pittura
Modellismo
Protagonisti del mare
sul tema
“L’uomo e il mare”
Corso Italia, 70 - ore 10/13 e 18/21
24 / 30 luglio mostra di pittura e modellismo navale
31 luglio / 6 agosto mostra di pittura riservata ai
vincitori delle passate edizioni
Mercoledì 4 agosto: Festival Canzone marinara 1999 XIII ediz.
Giovedì 5 agosto: Festival riservato canzoni vincitrici passate edizioni
Venerdì 6 agosto:
Festival Europeo della Canzone marinara
Direttore artistico: M.° Rino Bertino - Audio/luci: Sound Service
Servizio fotografico: Nino Musumeci Giarre - Regia: D. Auditore e M. Giam-
Foto Nino Musumeci - Giarre
Piazza S. Pietro ore 21.00
Terrazza Istituto Tecnico Nautico di Riposto - Sabato 7 agosto - ore 20,30
Consegna Borse di Studio e Premi Artemare - Presentazione XI volume “Storie e racconti
Premio Protagonisti del mare
cap.corv. Corrado Gamberini - ten.vasc. Saverio Prencipe - com.te Salvatore Scotto di Santillo
Premio Città di Riposto: gr. uff. Alfio Di Maria
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Presenta Anna
Pavone
Pagina 169
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Premio Nazionale Artemare 1999
Programma della venticinquesima edizione
Il Premio Nazionale Artemare è una grande festa della
cultura marinara. Quest’anno ricorre la venticinquesima
edizione della manifestazione e per dare maggior risalto
alla ricorrenza sono previsti, oltre a quelli usuali, premi
speciali per i vincitori delle passate edizioni di pittura,
di narrativa “Fatti di bordo”, di modellismo navale e
di canzone marinara. È stata programmata anche una
seconda edizione del Festival Europeo della Canzone sul
mare. Infine è prevista, entro l’anno, la pubbli-cazione di
un volume “Riposto, porto dell’Etna e l’Artemare” per
significare la particolare edizione del Premio.
In occasione della consegna dei Premi Artemare,
che avverrà la sera di Sabato 7 agosto sulla terrazza
del locale Istituto Nautico, verranno assegnati altri
riconoscimenti.
- Agli alunni più bravi del Nautico saranno consegnate
le borse di studio istituite dalle famiglie del Ten. Vasc.
Carmelo D’Urso (pluridecorato al V.M. deceduto nel
1942 a seguito dell’affondamento del sommergibile
Corallo) e del letterato Lorenzo Vigo Fazio (nato a
Riposto nel 1897 e morto a Catania nel 1986 lasciando
una vasta e significativa produzione letteraria).
- A due bravi artigiani locali verrà consegnata una “Targa
d’argento al merito”.
- Ad un ripostese illustre verrà assegnato il “Premio
Città di Riposto” per i meriti acquisiti nel corso del
suo operare.
- A due coraggiosi ufficiali della Marina militare e a un
PREMIO ARTEMARE
Pagina 170
comandante della Marina mercantile andrà il Premio
Protagonisti del mare.
Infine sarà presentato al pubblico l’XI volume della
collana “Storie e racconti di mare”. Tutti gli intervenuti
riceveranno in omaggio una copia del libro.
Per celebrare più degnamente il 25° anniversario
dell’istituzione del Premio abbiamo voluto curare
la stesura di un sito internet (www.heart.it/artemare)
mediante il quale è possibile visionare o “scaricare”
il regolamento, i nomi dei partecipanti e dei premiati,
i risonoscimenti speciali, le motivazioni dei premi e
perfino i racconti inclusi nell’ultimo volume di “Storie
e racconti di mare”, relativi alla manifestazione 1999.
Il sito contiene anche una breve scheda turistica di
Riposto e la relazione presentata dal Circolo al convegno
“Muoversi per mare”.
arte, cultura, spettacolo,
impegno sociale
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Venticinque anni di “ARTEMARE”
La manifestazione del Premio Artemare ha avuto
inizio nel lontano 1975 distinguendosi negli anni per
la fedeltà all’elemento che qui a Riposto rappresenta la
costante naturale e culturale: il mare. Oggi, è diventata
un’importante manifestazione d’autentico rango nazionale
sul tema specifico “L’uomo e il mare” e viene articolata nelle
diverse discipline artistico-letterarie: canzone, fotografia,
gastronomia, giornalismo, modellismo, narrativa, pittura,
scultura, video. Di recente è stata inserita una nuova sezione,
denominata Protagonisti del Mare, che vuole riprendere una
importantissima manifestazione ripostese andata perduta: il
Premio Internazionale Capitani Coraggiosi. Questo Premio
- nato nel 1967 dall’idea di un concittadino, l’illustre regista
Pino Correnti, e ripresa dall’allora sindaco di Riposto, on.le
Nino Caragliano - era inteso a riportare in primo piano
quanti mostravano capacità e coraggio nel loro rapporto
con il mare.
In 25 anni di ARTEMARE, sono state indette 23 edizioni
di pittura, 20 di narrativa, 14 di canzone, 11 di modellismo
navale, 7 di fotografia, 6 di video documentario, 5 di
gastronomia.
Delle varie sezioni del comcorso, il Circolo tiene di più alla
sezione narrativa “Fatti di bordo” riservata ai soli naviganti.
I racconti migliori vengono pubblicati nei volumi di una
collana intitolata “Storie e racconti di mare”. Gli undici
volumi già pubblicati contengono scritti che esaltano, in ogni
suo aspetto, il rapporto dell’uomo con il mare, racchiudendo
la storia stessa della Marineria italiana dalla prima guerra
mondiale ad oggi. Quasi sempre le opere presentate trattano
situazioni, stati d’animo, speranze, delusioni, riflessioni di
uomini di mare “costretti a vivere nel mondo atipico dei
lunghi silenzi e degli sconfinati orizzonti”. Si ha occasione
di leggere i grandi drammi del mare narrati “da coloro che
li hanno terribilmente vissuti nella loro avventurosa vita di
marinai e nelle cui parole traspare la fiera consapevolezza
di averla degnamente vissuta”. Qualche volta, i racconti,
sono testimonianze di grandi sciagure, rimaste vive nella
memoria dei protagonisti, in cui “oceani e mari di tutto
il mondo sono divenuti tombe senza nome per migliaia di
uomini di mare”.
Il dott. Francesco Di Pino, il Sindaco sempre vivo nel
cuore dei ripostesi, nella presentazione di uno dei volumi
ha scritto: «I libri nati dai racconti dei “Fatti di bordo”
sono documento primario del rapporto vitale fra l’uomo e il
mare, che costituisce una dimensione di per sé autonoma e
indipendente, dove ogni norma esistenziale assume il ruolo
primario di rapporto arcaico e immodificabile fra uomo e
PREMIO ARTEMARE
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
mare al cospetto della natura».
Il concittadino prof. Giuseppe Giarrizzo, più volte
presidente della giuria del concorso, ha scritto: «Il Premio
inventato e voluto dagli ufficiali di marina di Riposto riesce
a sollecitare confronti, a documentare esperienze, fa emergere
– attraverso un medium letterario fin troppo ‘costruito’ – un
desiderio di dialogo che esalta le affinità sulle differenze, ed
è ancora espressione di una Koiné culturale stratificata nei
grandi porti del reclutamento, da Genova a Napoli alla stessa
Riposto, il cui contributo alla unificazione culturale dell’Italia
otto-novecentesca è ancora tutto da definire».
L’attuale Sindaco on.le Carmelo D’Urso ha scritto che «…
i racconti dei naviganti si impongono al lettore per lo stile
sobrio ed efficace espressione della psicologia degli uomini
di mare. Sono certo che il Premio, stabilmente entrato nella
vita della comunità cittadina, si inserirà con successo sempre
maggiore, per l’originalità della sua formula, nel panorama
culturale italiano».
L’Assessore alla cultura Roberto Di Bella, nella
presentazione dell’ultimo volume, scrive: «Il fascino dei
racconti di ‘cose di mare’ esprime da sempre la peculiarità di
manifestarsi, per la parte narrativa, attraverso la componente
fantastica. Lontano o vicino dalle tematiche dei grandi classici
della letteratura di mare, intervengono in questo undicesimo
volume le storie personali – anche variamente trasfigurate
– di coloro i quali, a contatto con il mare, hanno contribuito
ad arricchire le loro riflessioni estetiche e, soprattutto, la loro
e la nostra umanità».
I volumi della collana vengono offerti in omaggio a quanti
ne facciano richiesta.
Il Circolo, oltre agli 11 volumi di “Storie e racconti di
mare”, ha pubblicato “Storia della Marina di Riposto”,
“Riposto e il Mare”, “Il Mare, Riposto e i Ripostesi” e un
catalogo a colori su una “Rassegna di scultura e pittura
d’autore” riservata ad artisti di fama nazionale. Ha anche
espletato un’indagine sui “Problemi dei naviganti”, dandone
il resoconto alle stampe. Ha promosso ed organizzato due
convegni di studio aventi come tema “Il mare oggi” e “La
salvaguardia del mare e della vita umana in mare” e ha, infine,
collaborato al convegno “Muoversi per mare” organizzato dal
Comune, dalla Provincia e dall’Istituto Nautico di Riposto.
Gioacchino Copani
una festa dove
il protagonista è il mare
Pagina 171
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
2° Festival Europeo Canzone sul mare
Venerdì 6 agosto 1999
Nazione: Spagna
Artista: ALALBA
Canzone: “Me voy a Marbella”
Autore: Rafael Sanchez
Compositore: Rafael Sancez
Invitata d’onore
Nazione: Italo-Belga
Artista:FIORINA BUCCIARELLI
Canzone: “Ik ben eenzaam zonder jou”
Autore:Will Tura
Compositore: Will Tura
Nazione: Lussemburgo
Artista: CHRISTELLE
Canzone: “Un océan de rêves”
Autore: Gerard Jaffres
Compositore: Burt Blanca
Nazione: Germania
Artista: NICKY
Canzone: “Du und ich”
Autore: Karl Berbuer
Compositore: Karl Berbuer
Nazione: Belgio Francese
Artista: Cindy Nice
Canzone: “D’un pierre un saphir”
Autore: J. C. Timmerman
Compositore: J. C. Lefevbre
Nazione: Francia
Artista: SÉVERINE CORDIER
Canzone: “Redonne-moi”
Autore: Stéphane Eloy-Alfredo Filippone
Compositore: Nico Zangardi
Nazione: Olanda
Artista: LUNA
Canzone: “Blijf bij mij”
Autore: Franky Paolo
Compositore: Franky Paolo
Nazione: Svizzera
Artista: MYRIAM
Canzone: “Merci la mere”
Autore: Nico Zangardi-Jean Charles
Compositore: Agoston Malacsik
Nazione: Inghilterra
Artista: NICOLAS
Canzone: “My World”
Autore: Mike Sinclair
Compositore: David Crustin
Nazione: Belgio Fiammingo
Artista: MONICA
Canzone: “Finally found love”
Autore:De Temmermann-De Brakeleer
Compositore: De Temmermann-De Brakeleer
Pagina 172
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Il Circolo conferisce il
Premio Speciale “Targa d’argento” al merito
a Salvatore Amato
«Maestro ebanista, prestigioso esponente
dell’artigianato ripostese nel settore della
lavorazione del legno.»
Il Circolo conferisce il
Premio Speciale “Targa d’argento” al merito
ai F.lli Muscolino
«Per la lavorazione artistica e professionale di
oggetti varî in ferro battuto, attività che i fratelli
Muscolino svolgono con la passione e la competenza dei fabbri del passato. La cura dei particolari
e la raffinatezza della lavorazione fanno di ogni loro
produzione un’autentica opera d’arte.»
Il Circolo conferisce il
Premio Città di Riposto 1999
e il titolo di Socio Onorario
al
gr. uff. Alfio Di Maria
«Per l’entusiasmo, l’instancabile impegno e
la grande competenza mostrati nel promuovere e
organizzare il Premio Internazionale di Operosità
“Giara d’Argento” e il Premio Internazionale di
Giornalismo “Alfio Russo”, dove hanno presenziato
i più prestigiosi uomini di cultura del nostro
tempo.
È stato insignito, in età giovanissima, del titolo
di Grand’Ufficiale della Repubblica, per cui il nostro premio, che è certamente poca cosa rispetto a
tale alta onorificenza, è solo un modesto segno di
riconoscimento.»
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 173
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Premio “Protagonisti del mare”
al Cap.Corv. Corrado Gamberin e al Ten.Vasc. Saverio Prencipe
«Per il coraggio, la professionalità, la perizia marinaresca mostrata, nel coordinare l’impiego dei
mezzi e le attività degli uomini al loro comando, in una operazione di soccorso, condotta in condizioni
meteorologiche avverse, con la quale hanno salvato la vita ad oltre trecento persone, naufraghe su un
rimorchiatore alla deriva nelle acque dell’Adriatico.»
Premio “Protagonisti del mare”
al Com.te Salvatore Scotto di Santillo
«Per il notevole contributo che, da uomo di mare, ha saputo dare agli sviluppi dei progetti e della
ricerca scientifica oceanografica in Italia, assurgendo, progressivamente, a responsabilità di grande rilievo
nel Consiglio Nazionale delle Ricerche.»
Pagina 174
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Sezioni svolte nelle 25 edizioni del Premio Artemare con
i nomi dei premiati
Canzone
Fatti di bordo
Festival Europeo della canzone
Fotografia
Gastronomia
Giornalismo
Modellismo
Narrativa
Pittura
Protagonisti del Mare
Scultura
Video documentario
tutte sul tema “L’uomo e il mare”
ed anche
Premio Cultura
Premio Città di Riposto
Premio Sicilianità
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 175
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Anno Fatti di bordo
Pittura
Modellismo
Canzone
Narrativa
Fotografia
Video
1975 1^ edizione
Giovanni Conte
1976 2^ edizione
Mario Fiasconaro
1977
1^ edizione
Sara Piccione
1978 3^ edizione
Mario Fiasconaro
/ Dario Pogliani
2^ edizione
Marcello La Spina
1^ edizione
Giovan. Arcidiacono
1979
3^ edizione
Alfio Pittera
2^ edizione
Carmelo Siliato
1^ edizione
1980
4^ edizione
Pancrazia Buzzurro
Sara Barbagallo
Marina Granata
3^ edizione
Sebastiano Mancuso
Carmelo Mancuso
Michele Granata
2^ edizione
Antonino Piro
Salvatore Petralia
Carm. Bonaventura
1981 4^ edizione
Guido Campailla
5^ edizione
Pancrazia Buzzurro
/ Vittorio Caltabiano
Stefano Nicotra
1982
6^ edizione
Paolo Caruso
Matteo Barretta
Ferdinando Perricone
1983 5^ edizione
Giudo Campailla
7^ edizione
Mariella Sapienza
Giovanni Stella
Corrado Iozia
1984
8^ edizione
Antonio Santacroce
Matteo Barretta
Cesare Di Narda
1985 6^ edizione
Amedeo Dall’Asta
/ Luciano Molin
Giuseppe Pisano
9^ edizione
Piero Corpaci
Maria Condorelli
Angelo Condorelli
1986
10^ edizione
Lillo Messina
Rosario Leone
Tano Signorelli
1987 7^ edizione
Giudo Campailla
Amedeo Dall’Asta
Giacomo Caiazzo
/ Aldo Arnavas
11^ edizione
Matteo Barretta
Saro Tricomi
Gregorio Fontana
1988
12^ edizione
Matilde Vegnani
Saro Tricomi
Giuseppe Parisi
1989 8^ edizione
Prospero Schiaffino
Giovanni Di Mauro
Guido Campailla
13^ edizione
Franco Sciacca
Giuseppe Corradini
Carmelo Zappalà
Pagina 176
1^ edizione
4^ edizione
Matteo Nicosia
Mario Gervasi
Antonio Barbagallo
1^ edizione
Gianni Belfiore
Giuliano Spiga
Antonino Mauro
5^ edizione
Mario Torrisi
Mimmo Mirabella
Mario Marcadante
2^ edizione
Fabrizio Carrieri
Settimo B. Sardo
Piero Sinigaglia
/ Enrica Pompei
3^ edizione
Gianluca Attanasio
Canzio Bogarelli
Settimo B. Sardo
6^ edizione
Salvatore Viola
Matteo Torrisi
Salvatore Giuffrida
1^ edizione
Mario Sforza
Gian Marco Pedroni
Renata Semeraro
3^ edizione
Manuela Bonino
EnricoCaccialanza
Giulia Corciolani
2^ edizione
Bruno Vailati
4^ edizione
Gianluca Attanasio
Settimo B. Sardo
Marisa Merlino
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Gastronomia
Ospiti Pittura
Pubblicazioni
Targa al merito
Città Riposto
Sicilianità
Giornalismo
Festiv. Europeo
I volume
Racconti di mare
II volume
Racconti di mare
III volume
Racconti di mare
1^ edizione
IV volume
Carmelo Comes
Racconti di mare
SebastianoMilluzzo
Elio Romano
Nunzio Sciavarrello
2^ edizione
Jean Calogero
Vol. M. Giannetto
Marina di Riposto
3^ edizione
Santo Marino
V volume
Racconti di mare
4^ edizione
Giuseppe Gagliano
7^ edizione
Silvio Amelio
Rassegna Pittura
e Scultura
2^ edizione
Giuseppe Giarrizzo
1^ edizione
Alberto Bombaci
Mario Giusti
5^ edizione
Turi Sottille
6^ edizione
Salvatore Russo
1^ edizione
Santi Correnti
3^ edizione
Franco Battiato
4^ edizione
Francesco Di Pino
1^ edizione
Vittorio Consoli
/Giusep. Migliorati
Antonino Cianciulli
Alfio Pizzone
VI volume
Racconti di mare
5^ edizione
Vincenzo Di Maria
VII volume
Racconti di mare
6^ edizione
Angelo Di Martino
1^ volume Circolo
Riposto e il mare
7^ edizione
Aurel. Puglionisi
Decio Lucano
8^ edizione
Nino Caragliano
Carmelo D’Urso
1^ edizione
Franco Battiato
Salvatore Fiume
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
2^ edizione
Pagina 177
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Anno Fatti di bordo
Pittura
1990
14^ edizione
Giuseppe Brancato
Adriana Gallo
Mauro Meli
1991 9^ edizione
Luciano Molin
Giovanni Di Mauro
Giovanni Conte
15^ edizione
Salvatore Barbagallo
Rosario Leone
Giovanni Bruno
1992
16^ edizione
Giovanni Busà
Fabio Duello
Nello Mazzone
1993 10^ edizione
Guido Campailla
Luciano Molin
Giacomo Caiazzo
/ Marcantonio Tuveri
17^ edizione
Rosario Leone
Rita Schilirò
Salvatore Barbagallo
1994
18^ edizione
Agata Vinciguerra
Salvatore Barbagallo
Vera Raciti
1995 11^ edizione
Giacomo Caiazzo
Sebastiano Pagano
Resaz Radames
19^ edizione
Sebastiano Caracozzo
Carmelo Fazio
Mariastella Costanzo
1996
20^ edizione
Sergio Niceforo
G. Paolini Parlagreco
Antonella Zanon
1997 12^ edizione
Sergio Iezzi
Firmino Perfetto
Sebastiano Pagano
21^ edizione
Teresa Borgia
Alfio Abate
Salvino Sciacca
1998
22^ edizione
Barbara Sorbello
Vito papa
Jose Contarino
1999 13^ edizione
Amedeo Dall’Asta
Antonio Riciniello
Angelo Luigi Fornaca
23^ edizione
Lia Figuera
Vito Papa
Eli Balbinetti
Pagina 178
Modellismo
7^ edizione
VittorioScannavacche
Mimmo Mirabella
Salvatore Viola
Canzone
Narrativa
Fotografia
Video
5^ edizione
D’Amico/La Spina
Settimo B. Sardo
2^ edizione
Franco Piccinelli
Toni Pezzato
Anna Bartiromo
4^ edizione
Vito Placido
Antonio Ronzano
Giulia Corciolani
3^ edizione
3^ edizione
Felice Ballero
Gianni Sutera
Anna Bartiromo
/ Guido Campailla
5^ edizione
Bruno Bonaccorsi
Paolo Manetti
Nicola Spadafranca
4^ edizione
Sergio Loppel
RosarBelfiore
4^ edizione
Augusto Meriggioli
Felice Ballero
Giovanni Sircana
6^ edizione
Solo Mensione
Elena La Verde
Paolo Manetti
Nicola Spadafranca
5^ edizione
Sergio Loppel
AnnaFranchini
5^ edizione
Gaetano Alfaro
Augusto Meriggioli
Giacomo Caiazzo
7^ edizione
Rosita Farina
Rosario Musumeci
Camillo Rapisarda
6^ edizione
Non assegnato
13^ edizione
Franco Manzo
Alba Romeo
Viviana Sancinito
6^ edizione
Angelo L. fornaca
Vincenzo Galvagno
Gaetano Cristaldi
8^ edizione
Non assegnato
7^ edizione
N. Musumeci
/Barbagallo
14^ edizione
Marilena Mirra
Martina Fontanel
Tony D’Amore
7^ edizione
Maurizio Bascià
Mario Sforza
Vincenzo Galvagno
6^ edizione
Cris Coppins
S. Artiaco
Gruppo SMANIA
7^ edizione
Duo Litrico/Raciti
Roberto Villini
Gianluca Attanasio
8^ edizione
Salvatore Viola
Salvatore Russo
Mimmo Mirabella
8^ edizione
Maurizio Conti
Linda Andresano
Rosario Iraci
9^ edizione
Claudia Pastorino
Anna Sanchini
Fiorini Bucciarelli
9^ edizione
Nunzio Bosco
Francesco Nocita
Salvatore Bonanno
10^ edizione
Giuseppe Comis
Canzio Bogarelli
Pulvirenti/Daidone
11^ edizione
Rossella Ariodante
Luisa Continolo
Nicola Saggiomo
10^ edizione
Salvatore Bonanno
Antonino Pettinato
Salvatore Giuffrida
11^ edizione
Vincenzo Canonico
Domenico Mirabella
Salvatore Finocchiaro
12^ edizione
Orlando Marchesi
Gruppo Apocundria
Valentina Tomarchio
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Gastronomia
Ospiti Pittura
Pubblicazioni
VIII volume
Racconti di mare
Targa al merito
Città Riposto
Sicilianità
9^ edizione
Rosario Soraci
2^ edizione
Vincenzo Consolo
2^ edizione
10^ edizione
Enza Di Maria
Gaetano Ragunì
Francesco S.Pipino
3^ edizione
Salvatore Italia
3^ edizione
11^ edizione
Sebastiano Fresta Rosario Contarino
Mariano Torrebella
4^ edizione
Gianni Belfiore
Giornalismo
Festiv. Europeo
1^ edizione
Valerie Dubois
Michelle Muller
Lynda Myers
2^ volume Circolo 4^ edizione
12^ edizione
Riposto e i Ripostesi Giovanni Puglionisi Sebastiano Messina
Lio Tomarchio
5^ edizione
13^ edizione
Luigi Averna
Don Stefano Pavone
Vincenzo Frazzitta
1^ edizione
Salvatore Guarrera
Salvatore Maggiore
Vito Strano
IX volume
Racconti di mare
2^ edizione
Salvatore Costanzo
3^ edizione
Vito Strano
X volume
Racconti di mare
4^ edizione
Non assegnato
5^ edizione
Non assegnato
XI volume
Racconti di mare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
6^ edizione
Sara Piccione
Nino Rametta
14^ edizione
Gaetano Sodano
7^ edizione
Paolo Bonsignore
Lidia Sorbello
15^ edizione
5^ edizione
Tomm. Vagliasindi Piero Guccione
3^ edizione
Puccio Corona
8^ edizione
16^ edizione
Domen. Di Martino Giovanni Grasso
Corrado Petralia
9^ edizione
Armando Patané
Aurelio Strano
17^ edizione
6^ edizione
Salvatore Castorina Manlio Sgalambro
10^ edizione
Salvatore Amato
Fratelli Muscolino
18^ edizione
Alfio Di Maria
4^ edizione
Augusto Meriggioli
2^ edizione
Marilena Mirra
Monica del Belgio
Valentina Tomarchio
Pagina 179
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Descrizione dello svolgimento di una cerimonia di premiazione
La sera di sabato primo agosto la luna è uno spicchio crescente sul terrazzo dell’Istituto Nautico di
Riposto. Il colpo d’occhio, alle 21.00, è di quelli che non si dimenticano facilmente: tutti i circa duecento
posti a sedere sono occupati, molti curiosi si assiepano all’entrata, dove è stato allestito un rinfresco per
una bicchierata al termine della manifestazione; sul fondo il palco, illuminato, ospita i membri principali
delle Commissioni assegnatrici dei premi. Nella multiforme varietà dei premi estivi che, a cadenza ogni
anno più serrata, si assegnano in Italia, il Premio ARTEMARE si distingue per la fedeltà all’elemento che
qui a Riposto rappresenta la costante naturale e culturale: il mare. Il Presidente del Premio, Gioacchino
Copani, inizia a parlare alle 21.10; nella voce l’emozionata soddisfazione nel vedere la sua creatura,
ormai più che maggiorenne, sempre florida e in buona salute. Pochi minuti più tardi fanno il loro ingresso,
insieme, le inconfondibili figure - entrambe, seppure in modo diverso, ieratiche e cariche di carisma - di
Franco Battiato e Manlio Sgalambro: salutati da un lungo e affettuoso applauso, i due - il musicista e
l’intellettuale - prendono posto sul palco, accanto a Luigi Turinese, che più tardi introdurrà l’opera del
filosofo ed enuncerà le motivazioni del premio a lui assegnato. Sfilano i premiati delle varie sezioni. Per
la Canzone Marinara vince un non siciliano: Franco Manzo di Angri, in provincia di Salerno; la sua “Per
mare”, di cui ha scritto il testo, supera le canzoni della milanese Alba Romeo e di Viviana Sancinito,
siciliana di Caltanissetta. Tutti siciliani i premiati della sezione pittura; vince il primo premio Barbara
Sorbello di Catania, autrice dell’opera “Ognina”. “Fatti di bordo” è il nome della sezione narrativa del
Premio, nella quale la perizia nel raccontare è condizione per così dire necessaria ma non sufficiente:
occorre l’esperienza, e il racconto “La tempesta”, dell’astigiano Angelo Luigi Fornaca, sembra presupporla
tutta. Fornaca, dietro il quale si piazzano i due siciliani Galvagno e Cristaldi, ritira il premio commosso: il
viaggio a Riposto - racconta - lo ha riportato indietro di quarant’anni, al tempo in cui, giovane marconista,
si apprestava a solcare i mari di tutto il mondo, e gli ha consentito di rivedere un amico dell’epoca, “una
persona speciale” (sono le sue parole): il nostro Pippo Costanzo. L’estroverso Comandante Augusto
Meriggioli, non nuovo ai fasti del Premio (ha vinto più volte il premio “Fatti di bordo”), viene premiato
quest’anno con il Premio Giornalismo, e approfitta della sua simpatica e torrenziale arte oratoria per
consegnare al divertito Gioacchino Copani la sua ultima fatica letteraria.
Il Premio Speciale ARTEMARE porta alla ribalta due personaggi che hanno formato intere generazioni
di ripostesi: i Presidi Armando Patanè e Aurelio Strano, che, fuor di retorica, con la loro arguzia portano
una ventata di giovinezza dello spirito a dispetto dell’anagrafe ottuagenaria. La platea è tutta per loro.
Ci avviamo verso l’ultima parte della serata. Dopo un’interessante esposizione, con tanto di diapositive,
del progetto di realizzazione del nuovo porto di Riposto, riceve il Premio Città di Riposto e il titolo di
Socio Onorario del Circolo Ufficiali l’ingegner Salvatore Castorina, dirigente della STMicroelectronics,
protagonista, fuori della Sicilia, dello sviluppo della microelettronica d’avanguardia, base fondamentale
dell’informatica avanzata. A chi gli rimprovera - a causa della lunga permanenza lontano dall’isola - di
aver dimenticato il dialetto siciliano, l’ingegnere risponde per le rime, naturalmente in siciliano. Siamo
al climax della magica serata. L’affetto del pubblico per i suoi conterranei si mantiene alto quando viene
annunciato il Premio Sicilianità ad un filosofo che, sebbene abbia conquistato un largo pubblico solo da
pochi anni - da quando, cioè, collabora con Franco Battiato scrivendo i testi delle sue canzoni - è attivo
sulla scena filosofica da alcuni decenni, scrivendo opere il cui rigore e la cui cifra stilistica sono fuori
discussione. Si tratta ovviamente di Manlio Sgalambro, il cui mèntore, questa sera, è un personaggio a sua
volta fuori del comune: Luigi Turinese, medico omeopatico e psicoanalista, infatti, è nato e vive a Roma,
ma le sue origini siciliane (modicane e randazzesi, per la precisione) lo spingono da quasi vent’anni a
frequenti incursioni - professionali e non solo - nell’isola. Ci piace riportare per intero la motivazione del
premio: “Per avere rivelato della sicilianità l’elemento celato, non trionfalistico, non retorico: posizione
metastorica di chi osserva con acuta presenza, ma non invischiato nella vanità dell’umano affannarsi”.
Finisce con le fotografie di rito, il prevedibile assalto al pazientissimo Battiato e la confortante sensazione
di aver speso bene la serata.
Pagina 180
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Il Premio ARTEMARE sulla stampa
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Anno 1994
Pagina 181
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 182
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 183
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 184
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Anno 1995
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 185
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 186
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 187
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 188
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Anno 1996
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 189
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 190
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 191
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 192
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 193
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Anno 1997
Pagina 194
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 195
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 196
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 197
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 198
Provincia Regionale di Catania
Anno 1998
Premio Nazionale Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 199
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Pagina 200
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 201
Riposto «Porto dell’Etna» e l’Artemare
Anno 1999
Pagina 202
Provincia Regionale di Catania
Premio Nazionale Artemare
Circolo Ufficiali Marina Mercantile - Riposto
Pagina 203
INDICE
Presentazione del volume
Il Presidente del Circolo ............................................................................................................... 5
Il Sindaco ...................................................................................................................................... 7
Il Presidente della Provincia Regionale di Catania....................................................................... 9
L’Assessore alla Cultura della Provincia Regionale di Catania ................................................. 11
Atti del Convegno “Muoversi per mare” .................................................................... 13
Introduzione del Sindaco on.le Carmelo D’Urso ...................................................................... 15
Manlio Marchetta
Verifica degli impatti sul territorio del progetto di ristrutturazione e ampliamento .................. 17
Giuseppe Montemagno
Terra per i naviganti: attività, eventi, occupazione ..................................................................... 25
Giuseppe Amata
Il potenziamento della navigazione di cabotaggio .................................................................... 26
Roberto Spano
L’Istruzione nautica e il lavoro nella zona ionico-etnea: passato, presente e futuro .................. 28
Pasquale Russo
La formazione professionale marinara ....................................................................................... 31
Gioacchino Copani
Turismo nautico: industria del 2000 ........................................................................................... 33
Riposto 2000: quale futuro? .......................................................................................................... 41
Carmelo Auditore
My Riposto, ... an opinion .......................................................................................................... 43
Girolamo Barletta
Memorie ripostesi ....................................................................................................................... 45
Enrico Carbone
Dalle vestigia del passato speranze per il futuro ...................................................................... 48
Francesco Copani
Riposto, la scuola del 2000 ......................................................................................................... 53
Vincenzo Di Maggio
Sicilia a vele spiegate ................................................................................................................. 55
Don Stefano Pavone
Amarcord di Riposto .................................................................................................................. 58
Sebastiano Fresta
Rivisitando il territorio della Contea di Mascali ........................................................................ 61
Giuseppe Giarrizzo
Pagina 204
Riposto e l’hinterland ionico - etneo .......................................................................................... 65
Giovanni Granata
Ricordi, energia, ambiente .......................................................................................................... 67
Orazio Licciardello
Riposto ed il suo domani ... ........................................................................................................ 70
Filippo Patti
Sicilia, quale autonomia ............................................................................................................. 72
Maria Privitera
I vegetali come bioindicatori di inquinamento atmosferico ....................................................... 75
Gaetano Ragunì
Riposto, i Giovani e la Città ....................................................................................................... 77
Salvo Sessa
“Un sogno....” ............................................................................................................................. 79
Gaetano Sodano
Turismo e ambiente .................................................................................................................... 81
Aurelio Strano
Un poeta estemporaneo dalla personalità introversa: LUCIU U LUPU..................................... 86
Lio Tomarchio
‘O Ripostu ‘i Re ‘Maggi arrivunu d’u mari ................................................................................ 88
“Comu si fa a no essiri pueta” .................................................................................................... 91
Attività del Circolo ......................................................................................................................... 93
Monumento ai caduti del mare ................................................................................................... 94
Sezioni e pianta del monumento................................................................................................ 95
Elenco dei contributi riscossi per il monumento ........................................................................ 96
Elenco aggiornato di vittime del mare da inserire sulla lapide del monumento ai caduti .......... 99
Elenco di marittimi decorati di “Medaglia d’oro di lunga navigazione”.................................. 101
Preghiera del navigante............................................................................................................. 102
Elenco nominativo dei soci ....................................................................................................... 103
Sulla Stampa ............................................................................................................................. 105
Attività interna del Circolo ....................................................................................................... 108
Per ricordare ............................................................................................................................. 109
Luigi Averna ........................................................................................................................ 110
Nino Caragliano .................................................................................................................. 112
Rosario Contarino ............................................................................................................... 114
Vincenzo Di Maria .............................................................................................................. 117
Saverio Pipino ..................................................................................................................... 119
Mariano Torrebella .............................................................................................................. 123
Mario Trombetta ................................................................................................................ 125
Soci deceduti nell’ultimo quinquennio ............................................................................... 127
Premio Nazionale Artemare ........................................................................................................ 129
Pagina 205
Venticinque edizioni di Artemare senza interruzioni ................................................................ 130
Discorso del Sindaco in occasione della XXV edizione del Premio Artemare ........................ 132
La Sezione Pittura di ARTEMARE di Carmela Cappa ............................................................ 135
L’ARTEMARE di Betty Denaro .............................................................................................. 137
Artemare e l’Anam di Anna Pavone ......................................................................................... 140
Tre pagine di foto ricordo di Ospiti illustri ............................................................................... 141
Documentazione delle ultime sei edizioni di Artemare ............................................................ 145
Artemare 1994 .................................................................................................................... 145
Artemare 1995 .................................................................................................................... 150
Artemare 1996 .................................................................................................................... 155
Artemare 1997 .................................................................................................................... 160
Artemare 1998 .................................................................................................................... 165
Artemare 1999 .................................................................................................................... 170
Sezioni svolte nelle 25 edizioni del Premio Artemare con i nomi dei premiati ....................... 177
Descrizione dello svolgimento di una cerimonia di premiazione............................................. 182
Il Premio ARTEMARE sulla stampa ........................................................................................ 183
Anno 1994........................................................................................................................... 183
Anno 1995........................................................................................................................... 187
Anno 1996........................................................................................................................... 191
Anno 1997........................................................................................................................... 196
Anno 1998........................................................................................................................... 201
Anno 1999........................................................................................................................... 204
Finito di stampare
nel mese di Giugno 2000
dallaTipografia ............................................
per conto di Enrico Caruso
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