Metodi didattici interattivi

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Metodi didattici interattivi
Metodi didattici interattivi
UD 1 Metodi Interattivi
LO 1.1 Contesto teorico di riferimento
Entry
In questo L.O. troverai notizie utili relative allo scenario concettuale in cui il
PBL si inquadra in quanto una delle modalità di apprendimento basata su nuovi
approcci pedagogici, in particolare quelli che fanno riferimento ai cosiddetti
“metodi interattivi”. Infatti i metodi interattivi nei processi di apprendimento
sono finalizzati a stimolare gli studenti, a renderli più attivi e coinvolti nella
lezione. I metodi interattivi rappresentano la fine della lezione tradizionale in
aula come unico metodo di insegnamento e soprattutto il cambiamento di
focus nell’attività stessa di insegnamento: dai contenuti che devono essere
appresi all’allievo e al suo processi di apprendimento, ai suoi bisogni formativi,
alle competenze che deve sviluppare, ecc.
Il PBL è una delle varie possibilità di innovazione del metodo di insegnamento e
di maggior coinvolgimento degli allievi, in quanto propone problemi concreti da
analizzare, comprendere, spiegare.
ACT
Seleziona una o più delle attività di apprendimento descritte in questo L.O. e
prova ad applicarle alla tua disciplina, progettando una “lezione” con la tua
classe, seguendo le indicazioni fornite dal modello scelto.
SELF ASSESSMENT
Qui ti proponiamo alcune domande che ti aiuteranno a riflettere sul tuo livello
di conoscenza e di consapevolezza del contesto teorico e metodologico che
rappresenta la cornice entro cui il metodo PBL può essere incluso:
Quali sono le principali strategie di apprendimento collegate al
behaviorismo?
E quelle basate sul costruttivismo?
Quali sono le strategie di apprendimento applicate nel suo istituto?
Quale sono le strategie di apprendimento che possono essere applicate
anche attraverso i sistemi di e-learning?
Come cambia il ruolo del docente nelle diverse attività di apprendimento?
Che tipo di attività di apprendimento sono applicabili alla tua disciplina?
Appartieni a qualche comunità di pratica?
Links and bibliographical references
Links
1. 1.
http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html
2. 2.
http://www.udel.edu/pbl/
3. 3.
http://interact.bton.ac.uk/pbl/
4. 4.
http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/
Libri/riviste
1. 1.
Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some
explanatory notes. Medical Education 27:422-432, 1993
UD 1 Metodi Interattivi
LO 1.2 Vantaggi e svantaggi rispetto ai metodi tradizionali
Entry
In questo L.O. verranno messi a confronto i metodi interattivi di insegnamento
con quelli tradizionali, allo scopo di individuarne in primo luogo gli elementi
distintivi e caratterizzanti, e in secondo luogo i vantaggi e gli svantaggi, così da
avere un quadro chiaro di quali situazioni, finalità e ambienti didattici possono
più efficacemente utilizzare il PBL e il PjL.
Clarify
I metodi interattivi come il PBL e il PjBL rappresentano indubbiamente un’innovazione
rispetto ai metodi cosiddetti «tradizionali», anche se la loro applicazione in ambiente
scolastico non può essere totale né troppo estensiva e va comunque calibrata e
indirizzata a quelle attività, obiettivi formativi e discipline che meglio possono trarne
vantaggio.
Rispetto alla lezione tradizionale – in cui si spesso insegna molto e si apprende poco , potremmo dire che l’applicazione dei metodi interattivi consente di apprendere
molto, insegnando poco.
Nella tabella sottostante abbiamo cercato di sintetizzare le principali differenze fra
metodi tradizionali e metodi interattivi:
METODI DI INSEGNAMENTO
METODI DI INSEGNAMENTO
INTERATTIVI (PBL, PjBL)
TRADIZIONALI
Docente come “maestro”
Docente come facilitatore e mentore
Trasmissione di conoscenze
Costruzione di conoscenze
Programmi da rispettare
Definizione di obiettivi
Presentazione di teorie e concetti
Presentazione di problemi/situazioni
Acquisizione di saperi come obiettivo
Apprendere ad apprendere come finalità
Utilizzo prevalente del ragionamento
Utilizzo prevalente del ragionamento
deduttivo
induttivo
Memorizzazione delle conoscenze
Ricerca di informazioni
Studio individuale
Lavoro in piccoli gruppi
Esami - eterovalutazione
Auto-valutazione e valutazione formativa
Probabilmente una maggiore “vicinanza” si può evidenziare fra i metodi interattivi – in
particolare il PBL – e il metodo scientifico utilizzato nella ricerca
METODO SCIENTIFICO
METODI INTERATTIVI (PBL)
Osservazione preliminare
Identificazione del problema
Elaborazione diuna problematica
Definizione del problema e delle domande
rilevanti
Selezione delle ipotesi
Selezione delle ipotesi
Protocollo sperimentale
Obiettivi di apprendimento
Raccolta di dati, sperimentazione
Raccolta di informazioni, letture
Verifica delle ipotesi
Verifica delle ipotesi
Sperimentazione ulteriore e
Letture ulteriori e complementari
complementare
Links and bibliographical references
Links
5. 1.
http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html
6. 2.
http://www.udel.edu/pbl/
7. 3.
http://interact.bton.ac.uk/pbl/
8. 4.
http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/
Libri/riviste
2. 1.Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some explanatory notes.
Medical Education 27:422-432, 1993
UD 1 Metodi Interattivi
LO 1.3 Caratteristiche e differenze fra apprendimento basato su
problemi (PbL) e apprendimento basato su progetti (PjbL)
Entry
In questo L.O. vengono presentate e messe a confronto le caratteristiche dei
metodi interattivi Problem based Learning (PbL ) e Project based Learning
(PjbL), evidenziandone analogie e differenze.
Clarify
I metodi interattivi di apprendimento come il Problem Based Learning e il
Project based Learning sono complementari ai tradizionali metodi pedagogici
utilizzati nelle istituzioni scolastiche, in particolare quelle della formazione di
alto livello: essi sono centrati sullo studente in quanto parte attiva e motore
del proprio processo di apprendimento e introducono pertanto una visione dell’
apprendimento in chiave dinamica e collaborativi, grazie a cui lo studente
“produce” da sé – con il supporto del docente – la propria conoscenza e
competenza.
Si tratta di due metodi distinti:
1. APPRENDIMENTO PER PROBLEMI (Problem Based Learning Method) =
consiste nella acquisizione e costruzione di nuove conoscenze a partire
da situazioni – problema reali, che lo studente deve identificare, definire,
analizzare, interpretare.
2. APPRENDIMENTO
ATTRAVERSO
PROGETTI
(Project
Based
Learning
Method) = consiste nella applicazione di conoscenze acquisite durante la
formazione, nella realizzazione di un progetto riferibile ad una situazione
professionale reale.
In entrambi i casi lo studente impara ad utilizzare le sue conoscenze in un
contesto professionale e ad adattarle alla soluzione richiesta dalla specifica
situazione che affronta, partecipando attivamente alla scoperta di prassi
lavorative direttamente applicabili.
I due metodi presentano caratteristiche analoghe:
•
dal punto di vista pedagogico tendono ad ottimizzare le condizioni di
apprendimento,
a
valorizzare
l’interazione
e
l’interdisciplinarità,
a
favorire la pratica dell’auto-apprendimento e dell’auto-formazione, a
simulare condizioni e comportamenti tipici delle situazioni di lavoro
•
dal punto di vista relazionale, il comportamento del docente è orientato
in senso non direttivo e la centratura non è sui contenuti da apprendere
ma sui metodi, sugli approcci mentali e sui comportamenti; è tenuto a
incoraggiare lo sviluppo personale dello studente (la sua creatività, il
senso di responsabilità, la capacità di autonomia) e a sviluppare strategie
partecipative che consentano un efficace lavoro di gruppo, in cui l’attività
individuale di ciascuno alimenta il lavoro del gruppo
•
dal punto di vista delle attività e della loro valutazione, lo studente è
chiamato ad assumere un’ottica professionale, si abitua a redigere
rapporti, verbali, e a fare presentazioni orali dei risultati del suo lavoro;
viene inoltre adottato un tipo di valutazione non giudicante ma formativa
e viene sollecitato lo studente ad imparare ad auto-valutarsi
Le principali differenze fra i due metodi sono riferibili essenzialmente:
•
alla metodologia, molto didattica e prescrittiva nel PBL, che prevede il
rispetto di una serie di passaggi logici che costituiscono i “7 passi” del
PBL; mentre nel PjBL c’è maggiore libertà di organizzazione
•
alle attività vere e proprie e alla loro finalità: nel PBL si tratta di definire,
analizzare e spiegare un problema, nel PjBL si tratta di realizzare un
progetto a partire da precise specifiche
•
alla durata: nel PjBL si tratta di un lavoro estensivo che può durare
anche più mesi, nel caso del PBL invece si tratta di un lavoro intensivo di
qualche giorno
•
al ruolo del docente, che nel PBL è chiamato a coordinare, facilitare i
processi, consigliare e orientare, mentre nel PjBL deve inquadrare le
attività, animare il gruppo di lavoro e supervisionarne l’attività e i
prodotti
•
al ruolo dello studente: nel PjBL il gruppo pianifica il lavoro da fare e si
suddivide i compiti da svolgere per realizzare il progetto, nel PBL lo
studente svolge una serie di attività in funzione di precisi obiettivi
pedagogici
Links and bibliographical references
Links
9. 1.
http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html
10.2.
http://www.udel.edu/pbl/
11.3.
http://interact.bton.ac.uk/pbl/
12.4.
http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/
Libri/riviste
3. 1.
Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some explanatory notes.
Medical Education 27:422-432, 1993
UD 2 Problem based learning (PbL)
LO 2.1 Definizione del problema
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La definizione del problema è di fondamentale importanza per la corretta
impostazione del lavoro con il PbL .
I problemi che possono essere utilizzati come base di partenza per la
applicazione del metodo pbl devono essere problemi reali, che
quotidianamente possono essere incontrati.
Come è possibile distinguere un problema “reale”? I problemi reali sono
solitamente mal posti e mal strutturati, multidisciplinari e multidimensionali, e
il gran numero di variabili che entrano in gioco non sono sempre chiare e
distinte, non sono note a priori e sono indipendenti una dall'altra; rispetto ai
problemi reali non è possibile neppure sapere con certezza se c’è una
soluzione, né teorizzare l'esistenza e l'unicità delle soluzioni, né se una data
soluzione è la migliore.
I problemi reali sono intrinsecamente complessi, in contrapposizione con i
principi di semplificazione della didattica tradizionale; i problemi reali non sono
statici ma cambiano nel tempo;
I problemi reali sono fortemente connessi al contesto e rappresentano più che
altro delle aggregazioni di problemi. Ciascun problema reale può essere
scomposto in sotto-problemi, che afferiscono a una delle seguenti tipologie
individuate da Jonassen:
1. Problemi di logica:
i problemi dei giochi matematici e di logica (le torri di Hanoi, il cubo di RubiK,
ecc...);
2. Algoritmi:
i problemi risolvibili applicando una formula o un metodo (convertire unità di
misura, risolvere un sistema di equazioni, bisecare un angolo dato, ecc...);
3. Storie esemplificative:
i problemi che esemplificano una teoria (le storielle con la morale, i problemi di
fisica delle medie, ecc...);
4. Problemi relativi all’uso di regole:
i problemi risolvibili seguendo una regola (riscrivere una storia in prima
persona, le dimostrazioni geometriche, ecc...);
5. Presa di decisioni:
problemi che implicano delle scelte (devo cambiare lavoro, come pagherò
questo conto, qual è l'auto giusta per me, ecc...);
6. Ricerca e riparazione di guasti
sono i guasti che si ripropongono quotidianamente e che vengono risolti
quando si possiede uno schema mentale compatibile con il funzionamento
reale (sono disconnesso, la macchina non parte, il rubinetto spande, ecc...);
7. Diagnosi-soluzione:
problemi analoghi ai precedenti ma più complessi (le malattie, prepararsi per
un esame, ecc...);
8. Rendimento strategico:
problemi in cui è necessaria una consapevolezza situazionale (pilotare un aereo
nella tormenta, insegnare, fare il traduttore per diplomatici, ecc...);
9. Analisi di casi/sistemi:
problemi quotidiani reali in cui occorre analizzare il sistema e una linea di
condotta (valutare le performance di un portfolio azionario, pianificare un
menu per dignitari stranieri, emettere una sentenza in una causa civile, ecc...);
10. Progetti :
problemi che implicano pianificazione, progettazione e sviluppo di soluzioni
(costruire un ponte, comporre una fuga, progettare una casa sull'albero,
ecc...);
11. Dilemmi:
problemi reali, per lo più di natura etica, sociale e morale, per i quali sembra
non esistere una soluzione (legalizzazione delle unioni di fatto, la crisi medioorientale, ecc...).
Links and bibliographical references
Links
13.
1.
http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html
14.
2.
http://www.udel.edu/pbl/
15.
3.
http://interact.bton.ac.uk/pbl/
16.
4.
http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/
Libri/riviste
4. 1.
Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some
explanatory notes. Medical Education 27:422-432, 1993
UD 2 PROBLEM BASED LEARNING (PbL)
LO 2.2 Descrizione del metodo PbL (Problem based Learning)
Entry
Lavoro di gruppo, problem solving e pensiero e creatività individuale
rappresentano competenze insostituibili per la vita di ogni giorno; al tempo
stesso, queste medesime competenze sono quelle che garantiscono la
competitività delle aziende e delle risorse umane nell’era della globalizzazione.
Queste competenze sono le stesse messe in gioco dalla metodologia dell’
Apprendere per problemi (Problem based Learning method), che viene
presentata in questo L.O.
Clarifily
Look
Per avere un esempio di come funziona il PBL, Ti consigliamo di leggere
l’articolo pubblicato da Franco Landriscina nella sezione “Il PBL in pratica” ,
accessibile dal link sottostante
http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html
Links and bibliographical references
Links
17.1.
http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html
18.2.
http://www.udel.edu/pbl/
19.3.
http://interact.bton.ac.uk/pbl/
20.4.
http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/
Libri/riviste
5. 1.
Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some explanatory notes.
Medical Education 27:422-432, 1993
UD 2 Problem based learning (PbL)
LO 2.3 | Ruoli e compiti all’interno del metodo PbL
Entry
In questo L.O. vengono descritti i ruoli che – nel metodo PbL – devono essere
ricoperti all’interno del gruppo di lavoro a cui viene assegnato il problema. Ogni
ruolo comporta precise attività da svolgere nell’arco di durata temporale
dell’attività del gruppo. Di volta in volta i ruoli vengono assegnati a studenti
diversi, in modo che ciascuno possa sperimentare il più possibile tutti i ruoli:
infatti una delle caratteristiche del metodo è quella di simulare un gruppo di
lavoro reale e quindi di avvicinare gli studenti ai metodi e alle modalità
operative e relazionali del reale mondo del lavoro.
Clarify
All’interno del gruppo di lavoro che opera con il metodo del PbL, sono
individuati i seguenti ruoli, che vengono assegnati dal gruppo stesso ai suoi
membri: dopo che il tutor ne ha spiegato compiti e responsabilità, il gruppo
ne discute ed elegge le varie figure, che resteranno in carica soltanto per la
durata della attività generata da un singolo problema proposto.
Ruolo del Presidente
Condurre il gruppo attraverso I sette passi del PBL
Assicurare l’uguale partecipazione di tutti I membri del gruppo
Mantenere buone dinamiche e interazioni all’interno del gruppo
Vigilare sul tempo
Garantire che il gruppo rimanga aderente al compito da svolgere
Verificare che lo Scriba registri I punti raggiunti durante la sessione
di lavoro
Ruolo del segretario verbalizzatore
Fare I verbali delle riunioni strutturando I punti annotati dallo Scriba
Distribuire il verbale della riunione a tutti I membri del gruppo e al
tutor
Partecipare alla discussione di gruppo
Ruolo dello scriba
Registrare I punti raggiunti dal gruppo
Aiutare i membri del gruppo a organizzare i propri pensieri
Partecipare alla discussione di gruppo
Ruolo dei membri del gruppo
Seguire I sette passi del PBL
Partecipare attivamente alla discussione di gruppo
Ascoltare il contributo di tutti I membri
Fare domande aperte
Ricercare autonomamente tutti gli obiettivi di apprendimento
Condividere le informazioni
Links and bibliographical references
Links
21.
1.
http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html
22.
2.
http://www.udel.edu/pbl/
23.
3.
http://interact.bton.ac.uk/pbl/
24.
4.
http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/
Libri/riviste
6. 1.
Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some
explanatory notes. Medical Education 27:422-432, 1993
UD 3: PROJECT BASED LEARNING (PjbL)
LO 3.1: Descrizione del metodo Project based Learning (PjbL)
Entry
I termini project based learning e problem based learning sono usati per descrivere
una serie di strategie didattiche. L'ampiezza delle rispettive definizioni, la loro
somiglianza concettuale, e l'uso spesso del medesimo acronimo PBL generano un po
'di confusione. Di seguito sono descritte le principali analogie e differenze.
Analogie
Come definito nella letteratura, l’apprendimento basato su progetti (project based
learning) e l’apprendimento basato problemi (problem based learning) condividono
molte caratteristiche. Entrambe le strategie didattiche son orientate al coinvolgimento
degli studenti proponendo attività che si riferiscono al mondo reale. Agli studenti sono
proposti progetti o problemi che presentano differenti approcci possibili e che
simulano situazioni di vera vita professionale. Entrambi le strategie didattiche sono
definite come centrate sullo studente e assegnano all'insegnante il ruolo di facilitatore.
Gli studenti impegnati nel progetto o nella spiegazione del problema sono
sollecitati/obbligati a lavorare in gruppi cooperativi per periodi più o meno lunghi e a
cercare molteplici fonti di informazione. Entrambi i metodi tendono ad evidenziare che
la valutazione della attività di ogni singolo studente avrà come riferimento la sua reale
prestazione.
Differences
Problem-based learning, as the name implies, begins with a problem for students
to solve or learn more about (find an expalnation of the problem).
Project-based learning typically begins with an end product or "artifact" in mind,
the production of which requires specific content knowledge or skills and typically
raises one or more problems which students must solve. Projects vary widely in
scope and time frame, and end products vary widely in level of technology used
and sophistication.
Differenze
Il problem based learning inizia con un problema da esaminare che poi dovrà essere
spiegato.
Il project based learning in genere inizia con la definizione di un prodotto finale o
"artefatto" che deve essere realizzato. I progetti variano notevolmente in termini di
complessità e di tempo, e alla fine i prodotti variano in relazione alla di tecnologia
utilizzata. Il progetto proposto, in relazione alla sua complessità e/o articolazione, può
essere diviso in sottoprogetti. I sotto progetti solitamente richiedono la produzione di
contenuti specifici, che richiedono conoscenze e competenze e di solito sollevano uno
o più problemi che gli studenti devono risolvere.
Clarify
L'apprendimento basato su progetti fa riferimento al modello della produzione di beni
e o servizi.
Gli studenti devono definire l’ambito progettuale in cui realizzare il prodotto/servizio
richiesto e devono usare strumenti e tecniche di gestione progetti. Agli studenti è
richiesto di utilizzare e presentare il prodotto che hanno creato, e di valutare il loro
lavoro. L'intero processo deve essere progettato in modo da essere “autentico” deve
quindi essere lo specchio del mondo reale e delle attività di produzione; gli studenti è
chiesto di utilizzare le proprie idee e strategie per svolgere i compiti progettuali. Il
prodotto finale da realizzare rappresenta la motivazione ma è il contenuto di
conoscenze e capacità acquisite durante il processo di produzione che sono importanti
per il successo di questo approccio, che richiede , per ottenere risultati efficaci, una
rigorosa pianificazione e progettazione didattica da parte dei docenti.
Problem-based learning usato come strategia formativa in classe prevede un
processo che contempla le seguenti fasi:
Sviluppo della idea progettuale
Decidere l’ambito del progetto
Definire gli standard
Prevedere prodotti multipli
Lavorare con criteri di gestione dei progetti
Creare un ambiente di apprendimento ottimale
Scegliere una strategia
Scegliere un progetto
Valutare
Look
Visita il seguente link per avere una sensazione delle fasi di progettazione didattica del
Project based learning http://www.pbl-online.org/pathway2.html
Act
Scarica i template disponibili nel sito raggiungibile al seguente link http://www.pblonline.org/ProjectPlanning/PlanningForm.htm
UD 3: PROJECT BASED LEARNING (PjbL)
LO 3.2: Ruoli e compiti all’interno del metodo PjbL
Entry
L’apprendimento basato sul progetto trova le sue radici nel Costruttivismo, di cui Lev
Vygotsky, Jerome Bruner, Jean Piaget e John Dewey sono illustri esponenti. I
costruttivisti ritengono fondamentale il ruolo attivo degli studenti durante le fasi di
apprendimento. Trovare soluzioni a problemi, avere atteggiamento critico verso la
attività didattica sono momenti fondamentali perché lo studio sia utile e coinvolgente.
La grande importanza attribuita alla esperienza richiede infatti attegiamenti e
comportamenti differenti rispetto all’insegnamento cattedratico tradizionale.
Clarify
L’importanza del metodo PjBL , per molti autori, sta nel fare l’ esperienza che porta
alla realizzazione del progetto, non tanto nel risultato finale.
I principi alla base del PjBL, come tutti gli approcci learner centered fanno ritenere
“necessario” il cambiamento della relazione educativa fra docente e discente. Il ruolo
del discente come singolo individuo “attivo” e l’interazione tra pari (Dewey) devono
ridurre la distanza tra vita nella scuola e fuori della scuola. Dalla affermazione
precedente si può intuire che il ruolo del docente si trasforma nella figura di
facilitatore durante la realizzazione del progetto e nella figura di progettista formatvo
durante la fase di set-up delle attività.
Il docente deve quindi:
definire/trovare progetti realizzabili che fungano da sfide intellettuali per gli
studenti
inserire il progetto nei programmi dell’istituzione formativa
definire le modalità e le tecniche di valutazione
definire gli obiettivi globali del progetto
assistere gli studenti nella formulazione degli obiettivi di fase
Identificare le competenze di ingresso e le risorse necessarie
L’insegnante che vorrà applicare in classe le attività sopra menzionate dovrà
preventivamente realizzare una progettazione precisa e puntuale dell’attività,
elaborando un documento progettuale a supporto dell’attività. Il riuso è infatti uno
dei benifici maggiori di cui potranno godere i docenti ed è insito nelle attività PBL.
Il documento di progettazione deve sviluppare i seguenti punti:
durata del progetto
definizione degli obiettivi didattici
Identificazione e definizione del progetto
Definizione e descrizione dei dettagli
Lista dei prerequisiti
Necessità tecnologiche per la realizzazione
Materia e bibliogarfia
Strategie e tecniche di verifica
Act
Analizza la seguente griglia di valutazione e definisci una scali di valutazione da
attibuire ai singoli items ci consentirà di evidenziare quali atteggiamenti e abilità si
vogliono stimolare negli studenti.
Attività valutata
Corretta identificazione del problema.
Chiarezza nella definizione del problema
Chiarezza nella definizione delle
caratteristiche dell’elaborato che gli alunni
produrranno
Originalità dell’idea ed elementi
motivazionali
Chiarezza/significatività nell’identificazione
degli obiettivi
Chiarezza nell’identificazione delle
competenze preliminari
Punteggio
Integrabilità nel curriculum scolastico
Coerenza nell'integrazione delle tecnologie
nella strategia didattica
Qualità e coerenza delle risorse iniziali
identificate
Descrizione delle procedure (consegne alla
classe, strategia didattica chiara)
Chiarezza e coerenza nella descrizione
delle procedure di valutazione
Completezza del dossier
UD 3: PROJECT BASED LEARNING (PjbL)
LO 3.3: Esempi di PbL/PjbL nel settore del tessile e abbigliamento
Entry
La creazione di temi adatti all’applicazione del PbL e del PjbL nell’ambito delle
discipline afferenti al mondo del tessile/abbigliamento, è naturalmente collegata alla
tipologia di discenti e di corso in cui sono inseriti. Solo per fare un’idea di quale
potrebbe essere il punto di partenza di una sessione di PbL e di PjbL, elencheremo qui
di seguito alcuni esempi di problemi e di temi progettuali che potrebbero essere presi
a riferimento, coinvolgendo più discipline curriculari.
Esempio di problema
Il negozio di biancheria intima XXX ha ricevuto una serie di lamentele dalla clientela
che ha acquistato le calze della marca YYY; una percentuale di circa il 30% di clienti
ha notato la comparsa di strane macchie rosse sulla pelle delle gambe dopo aver
portato per tutto il giorno queste calze; a una piccola parte di questo gruppo, che è
andata a farsi visitare in ospedale, il dermatologo ha riscontrato una dermatite da
contatto. Le calze incriminate sono calze in nylon, 15 denari di pesantezza, nere, fumé
e marroni, fabbricate in Portogallo e in Marocco per conto della ditta YYY. Il fenomeno
è stato rilevato con maggiore intensità fra le clienti che avevano fatto un recente
viaggio in crociera nei Carabi.
Esempi di temi progettuali
Realizzazione dei costumi di scena per una rappresentazione teatrale che rievoca la
vita di Caravaggio.
Progettazione di una collezione di abiti da lavoro per il personale del settore
alberghiero.
Progettazione di una collezione autunno-inverno per bambino con materiali di riciclo.
UD 4: Utilizzo dei metodi PBL e PJBL nella didattica
LO 4.1: Organizzazione di una sessione di PbL/PjbL)
ENTRY
Questo L.O. illustra alcuni aspetti funzionali ad una efficace preparazione della classe
di studenti all’utilizzo dei metodi PbL e PjbL e chiarisce in particolare il lavoro di back
office che il docente è chiamato a fare prima dell’avvio delle attività. Lavoro rigoroso e
impegnativo, ma ampiamente riutilizzare.
CLARIFY
L’applicazione concreta – in aula – dei metodi del PbL e del PjbL richiede analoghe
accortezze e solleva problematiche simili.
Innanzitutto è necessario tenere presente che, sebbene in linea di massima sia
possibile ricorrere a queste metodologie in tutti i gradi, livelli e tipologie di scuole, è
prevedibile che esse conseguano risultati più efficaci con studenti già in possesso di
una certa autonomia nello studio e nella gestire delle proprie attività, come di capacità
di analisi e di ragionamento critico. Ciò orienta quindi l’applicazione ottimale di tali
metodologie ai contesti della scuola secondaria superiore e ai percorsi universitari o di
formazione continua.
Regole e tempistica dei due metodi devono essere chiaramente indicate dal docente
agli studenti, e fatte rispettare in quanto rappresentano esse stesse aspetti di
contenuto: infatti non è solo e non è tanto il risultato finale del processo che interessa
raggiungere, ma le conoscenze, le competenze, gli atteggiamenti che vengono
acquisiti/sviluppati durante il percorso che conduce alla spiegazione del problema
(PbL) o alla realizzazione del progetto (PjbL). In entrambi i casi il rispetto della
tempistica, dei ruoli e dei limiti imposti costituiscono essi stessi importanti elementi
formativi.
La classe deve essere opportunamente preparata a lavorare secondo queste
metodologie: il docente ha il compito di:
•
Chiarire gli obiettivi,
i compiti e i ruoli che gli allievi saranno chiamati a
svolgere
•
Definire le strategie di gestione e di supporto alle attività degli studenti
•
Preparare la classe all’utilizzo delle tecnologie (in particolare quelle informatiche
per il reperimento delle informazioni, delle risorse necessarie, ecc.)
•
Preparare
gli
studenti
all’utilizzo
di
nuove
forme
di
valutazione
(es.
autovalutazione, valutazione fra pari, valutazione del lavoro del gruppo, ecc.)
•
Agire sul piano motivazionale, coinvolgendo gli studenti nella sfida costituita
dal
dover
trovare
una
soluzione
a
un
problema
reale
e
stimolandoli
all’assunzione di un ruolo attivo.
Come vanno costruiti i gruppi di lavoro all’interno della classe?
Esistono vari modelli a cui fare riferimento. Ai fini della collaborazione attiva in vista di
un problema e della produzione di progetti o prodotti, sono più funzionali i gruppi
eterogenei, in cui . più facile è l’interdipendenza fra i componenti
L’approccio costruttivista
che è alla base dei due metodi, sottolinea inoltre
l’importanza dell’ambiente di apprendimento, in cui si apprende in una logica di
interazione e autonomia ben diversa da quella sequenziale curricolare classica. Ma,
proprio perché lo studente si muove in un ambiente più libero, deve avere a
disposizione dei materiali iniziali a partire dai quali orientarsi. Quindi è importante
che il docente predisponga una accurata documentazione, in particolare per quanto
riguarda il PjbL (ma anche nel caso del PbL è necessario che gli studenti possano
attingere a materiali appositamenti selezionati o creati dal gruppo docente.
Per quanto riguarda specificatamente il PjbL, l’implementazione del metodo in classe
richiede al docente l’elaborazione di una documentazione progettuale (che potrà poi
naturalmente riutilizzare in altre classi), che definisca precisi elementi:
1. DURATA DEL PROGETTO
2. STANDARD DI RIFERIMENTO
3. OBIETTIVI DIDATTICI
4. MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DEL PROBLEMA A CUI IL PROGETTO DEVE
RISPONDERE
5. DETTAGLI PROGETTUALI (cosa ci si aspetta dagli allievi, sia in termini di processo
che di prodotto finale)
6. PREREQUISITI RICHIESTI AGLI STUDENTI
7. TECNOLOGIE NECESSARIE E DISPONIBILI
8. MATERIALI A SUPPORTO (slide, documenti, risorse in rete, ecc.)
9. MODALITA’ E TECNICHE DI VALUTAZIONE
UD 4 Utilizzo dei metodi PBL e JBL nella didattica
LO 4.2 Valutazione dell’apprendimento con i metodi PbL/PjbL
Clarify
Valutazione del PBL
Al gruppo di studio viene in genere richiesto – al termine di ogni caso
affrontato col metodo del PBL, di presentare uno o più dei seguenti prodotti:
un poster, un report, una presentazione orale, una pagina web, un progetto
o un dispositivo, a seconda del problema analizzato.
Il tipo di prodotto
richiesto viene definito all’inizio e costituisce l’oggetto della valutazione del
gruppo.
La performance di ogni singolo studente viene esaminata e valutata
attraverso un processo di valutazione fra pari (peer evaluation) che genera
un fattore di scala individuale per ogni studente. Questo viene fatto da ogni
studente compilando un “modulo di valutazione dei colleghi” al termine di
ogni progetto, che viene dato in mano al tutor nel corso della valutazione
formale.
Al tutor spetta il compito di equilibrare il fattore di scala individuale scaturito
dal processo di valutazione fra pari. Tale fattore dovrebbe infatti rispecchiare
ogni prestazione individuale, tenendo in considerazione il feed back derivante
dagli studenti.
Ogni tutor dovrebbe quindi compilare un modulo di
valutazione del gruppo. Dopodiché si collazionano tutti I punteggi di gruppo e
I fattori di scala, per generare I punteggi individuali. I tutor devono
differenziare I punteggi delle prestazioni individuali, e I punteggi non
dovrebbero alterare il punteggio medio ottenuto dal gruppo. Di conseguenza
la media dei moltiplicatori per l’intero gruppo deve essere 1.00. Ad esempio,
se un tutor vuole assegnare un punteggio più elevato ad un membro del
gruppo, allora uno o più punteggi dei membri dovranno essere ridotti del
medesimo valore.
I moltiplicatori di scala suggeriti sono:
•
Nessuna partecipazione - 0.0
•
Scarso - 0.75
•
Medio - 1.0
•
Buono - 1.1
•
Eccellente - 1.25
Ad esempio, nel caso in cui il case-study affrontato richieda la stesura di un
report e una presentazione , il punteggio individuale deriva da:
[(report + presentazione)/2] x fattore di scala individuale
Ogni studente sarà valutato in relazione a quanto saprà dimostrare le
seguenti capacità:
:
•
Analizzare il problema
•
Trovare possibili soluzioni innovative
•
Valutare criticamente le proposte del gruppo
•
Dimostrare la conoscenza teorica precedentemente acquisita, come
pure quella acquisita più recentemente attraverso il caso studiato
Utilizzare abilità pratiche per completare lo studio del caso
•
Oltre a ciò verranno valutati anche I ruoli all’interno del team e cioé quanto
efficacemente gli allievi abbiano svolto il ruolo di:
•
Presidente
•
Segretario verbalizzante
•
Scriba
•
Membro del gruppo
Links and bibliographical references
Links
25.
1.
http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html
26.
2.
http://www.udel.edu/pbl/
27.
3.
http://interact.bton.ac.uk/pbl/
28.
4.
http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/
Libri/riviste
7. 1.
Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some
explanatory notes. Medical Education 27:422-432, 1993
5 UD 5: Linee guida per la produzione di argomenti adatti al PBL e
al PJL
LO 1: Criteri di scelta e modalità di presentazione dei diversi temi
ENTRY
Si indicano in questo L.O. alcuni criteri fondamentali per la selezione e la
presentazione dei temi su cui applicare i metodi PbL e PjbL.
CLARIFY
I criteri di scelta da utilizzare per ricercare i temi su cui avviare sessioni di PbL e di
PjbL sono essenzialmente:
-
la vicinanza del problema o del progetto da realizzare alle tematiche della vita
pratica e/o della vita professionale che gli studenti si troveranno ad affrontare,
in relazione al percorso di studi da loro intrapreso
-
la fattibilità, ovvero la rapportabilità delle difficoltà intrinseche al lavoro
proposto, alle reali possibilità degli studenti, in termini di: caratteristiche,
background culturali ed esperienziali, dimestichezza con il lavoro di gruppo e
l’interazione collaborativi fra pari
-
la rilevanza che il tema può avere rispetto agli obiettivi didattici e agli
argomenti del programma curriculare da sviluppare: è infatti importante
ricordare che, ad esempio per quanto riguarda soprattutto il PbL, in teoria è
possibile utilizzarlo per svolgere l’intero programma didattico.Si tratta di
identificare correttamente i problemi attraverso i quali si affronteranno gli
argomenti previsti dal programma
-
il tempo a disposizione
-
la possibilità di coinvolgere altri docenti di altre discipline
Per quanto attiene alla presentazione del tema, ricordiamo che il tema e/o la
situazione da cui si parte devono essere presentati in maniera chiara (eventualmente
anche con il supporto di slide o di filmati che espongono il tema prescelto) e devono
essere fortemente ancorati alla realtà.