Metodi didattici interattivi
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Metodi didattici interattivi
Metodi didattici interattivi UD 1 Metodi Interattivi LO 1.1 Contesto teorico di riferimento Entry In questo L.O. troverai notizie utili relative allo scenario concettuale in cui il PBL si inquadra in quanto una delle modalità di apprendimento basata su nuovi approcci pedagogici, in particolare quelli che fanno riferimento ai cosiddetti “metodi interattivi”. Infatti i metodi interattivi nei processi di apprendimento sono finalizzati a stimolare gli studenti, a renderli più attivi e coinvolti nella lezione. I metodi interattivi rappresentano la fine della lezione tradizionale in aula come unico metodo di insegnamento e soprattutto il cambiamento di focus nell’attività stessa di insegnamento: dai contenuti che devono essere appresi all’allievo e al suo processi di apprendimento, ai suoi bisogni formativi, alle competenze che deve sviluppare, ecc. Il PBL è una delle varie possibilità di innovazione del metodo di insegnamento e di maggior coinvolgimento degli allievi, in quanto propone problemi concreti da analizzare, comprendere, spiegare. ACT Seleziona una o più delle attività di apprendimento descritte in questo L.O. e prova ad applicarle alla tua disciplina, progettando una “lezione” con la tua classe, seguendo le indicazioni fornite dal modello scelto. SELF ASSESSMENT Qui ti proponiamo alcune domande che ti aiuteranno a riflettere sul tuo livello di conoscenza e di consapevolezza del contesto teorico e metodologico che rappresenta la cornice entro cui il metodo PBL può essere incluso: Quali sono le principali strategie di apprendimento collegate al behaviorismo? E quelle basate sul costruttivismo? Quali sono le strategie di apprendimento applicate nel suo istituto? Quale sono le strategie di apprendimento che possono essere applicate anche attraverso i sistemi di e-learning? Come cambia il ruolo del docente nelle diverse attività di apprendimento? Che tipo di attività di apprendimento sono applicabili alla tua disciplina? Appartieni a qualche comunità di pratica? Links and bibliographical references Links 1. 1. http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html 2. 2. http://www.udel.edu/pbl/ 3. 3. http://interact.bton.ac.uk/pbl/ 4. 4. http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/ Libri/riviste 1. 1. Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some explanatory notes. Medical Education 27:422-432, 1993 UD 1 Metodi Interattivi LO 1.2 Vantaggi e svantaggi rispetto ai metodi tradizionali Entry In questo L.O. verranno messi a confronto i metodi interattivi di insegnamento con quelli tradizionali, allo scopo di individuarne in primo luogo gli elementi distintivi e caratterizzanti, e in secondo luogo i vantaggi e gli svantaggi, così da avere un quadro chiaro di quali situazioni, finalità e ambienti didattici possono più efficacemente utilizzare il PBL e il PjL. Clarify I metodi interattivi come il PBL e il PjBL rappresentano indubbiamente un’innovazione rispetto ai metodi cosiddetti «tradizionali», anche se la loro applicazione in ambiente scolastico non può essere totale né troppo estensiva e va comunque calibrata e indirizzata a quelle attività, obiettivi formativi e discipline che meglio possono trarne vantaggio. Rispetto alla lezione tradizionale – in cui si spesso insegna molto e si apprende poco , potremmo dire che l’applicazione dei metodi interattivi consente di apprendere molto, insegnando poco. Nella tabella sottostante abbiamo cercato di sintetizzare le principali differenze fra metodi tradizionali e metodi interattivi: METODI DI INSEGNAMENTO METODI DI INSEGNAMENTO INTERATTIVI (PBL, PjBL) TRADIZIONALI Docente come “maestro” Docente come facilitatore e mentore Trasmissione di conoscenze Costruzione di conoscenze Programmi da rispettare Definizione di obiettivi Presentazione di teorie e concetti Presentazione di problemi/situazioni Acquisizione di saperi come obiettivo Apprendere ad apprendere come finalità Utilizzo prevalente del ragionamento Utilizzo prevalente del ragionamento deduttivo induttivo Memorizzazione delle conoscenze Ricerca di informazioni Studio individuale Lavoro in piccoli gruppi Esami - eterovalutazione Auto-valutazione e valutazione formativa Probabilmente una maggiore “vicinanza” si può evidenziare fra i metodi interattivi – in particolare il PBL – e il metodo scientifico utilizzato nella ricerca METODO SCIENTIFICO METODI INTERATTIVI (PBL) Osservazione preliminare Identificazione del problema Elaborazione diuna problematica Definizione del problema e delle domande rilevanti Selezione delle ipotesi Selezione delle ipotesi Protocollo sperimentale Obiettivi di apprendimento Raccolta di dati, sperimentazione Raccolta di informazioni, letture Verifica delle ipotesi Verifica delle ipotesi Sperimentazione ulteriore e Letture ulteriori e complementari complementare Links and bibliographical references Links 5. 1. http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html 6. 2. http://www.udel.edu/pbl/ 7. 3. http://interact.bton.ac.uk/pbl/ 8. 4. http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/ Libri/riviste 2. 1.Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some explanatory notes. Medical Education 27:422-432, 1993 UD 1 Metodi Interattivi LO 1.3 Caratteristiche e differenze fra apprendimento basato su problemi (PbL) e apprendimento basato su progetti (PjbL) Entry In questo L.O. vengono presentate e messe a confronto le caratteristiche dei metodi interattivi Problem based Learning (PbL ) e Project based Learning (PjbL), evidenziandone analogie e differenze. Clarify I metodi interattivi di apprendimento come il Problem Based Learning e il Project based Learning sono complementari ai tradizionali metodi pedagogici utilizzati nelle istituzioni scolastiche, in particolare quelle della formazione di alto livello: essi sono centrati sullo studente in quanto parte attiva e motore del proprio processo di apprendimento e introducono pertanto una visione dell’ apprendimento in chiave dinamica e collaborativi, grazie a cui lo studente “produce” da sé – con il supporto del docente – la propria conoscenza e competenza. Si tratta di due metodi distinti: 1. APPRENDIMENTO PER PROBLEMI (Problem Based Learning Method) = consiste nella acquisizione e costruzione di nuove conoscenze a partire da situazioni – problema reali, che lo studente deve identificare, definire, analizzare, interpretare. 2. APPRENDIMENTO ATTRAVERSO PROGETTI (Project Based Learning Method) = consiste nella applicazione di conoscenze acquisite durante la formazione, nella realizzazione di un progetto riferibile ad una situazione professionale reale. In entrambi i casi lo studente impara ad utilizzare le sue conoscenze in un contesto professionale e ad adattarle alla soluzione richiesta dalla specifica situazione che affronta, partecipando attivamente alla scoperta di prassi lavorative direttamente applicabili. I due metodi presentano caratteristiche analoghe: • dal punto di vista pedagogico tendono ad ottimizzare le condizioni di apprendimento, a valorizzare l’interazione e l’interdisciplinarità, a favorire la pratica dell’auto-apprendimento e dell’auto-formazione, a simulare condizioni e comportamenti tipici delle situazioni di lavoro • dal punto di vista relazionale, il comportamento del docente è orientato in senso non direttivo e la centratura non è sui contenuti da apprendere ma sui metodi, sugli approcci mentali e sui comportamenti; è tenuto a incoraggiare lo sviluppo personale dello studente (la sua creatività, il senso di responsabilità, la capacità di autonomia) e a sviluppare strategie partecipative che consentano un efficace lavoro di gruppo, in cui l’attività individuale di ciascuno alimenta il lavoro del gruppo • dal punto di vista delle attività e della loro valutazione, lo studente è chiamato ad assumere un’ottica professionale, si abitua a redigere rapporti, verbali, e a fare presentazioni orali dei risultati del suo lavoro; viene inoltre adottato un tipo di valutazione non giudicante ma formativa e viene sollecitato lo studente ad imparare ad auto-valutarsi Le principali differenze fra i due metodi sono riferibili essenzialmente: • alla metodologia, molto didattica e prescrittiva nel PBL, che prevede il rispetto di una serie di passaggi logici che costituiscono i “7 passi” del PBL; mentre nel PjBL c’è maggiore libertà di organizzazione • alle attività vere e proprie e alla loro finalità: nel PBL si tratta di definire, analizzare e spiegare un problema, nel PjBL si tratta di realizzare un progetto a partire da precise specifiche • alla durata: nel PjBL si tratta di un lavoro estensivo che può durare anche più mesi, nel caso del PBL invece si tratta di un lavoro intensivo di qualche giorno • al ruolo del docente, che nel PBL è chiamato a coordinare, facilitare i processi, consigliare e orientare, mentre nel PjBL deve inquadrare le attività, animare il gruppo di lavoro e supervisionarne l’attività e i prodotti • al ruolo dello studente: nel PjBL il gruppo pianifica il lavoro da fare e si suddivide i compiti da svolgere per realizzare il progetto, nel PBL lo studente svolge una serie di attività in funzione di precisi obiettivi pedagogici Links and bibliographical references Links 9. 1. http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html 10.2. http://www.udel.edu/pbl/ 11.3. http://interact.bton.ac.uk/pbl/ 12.4. http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/ Libri/riviste 3. 1. Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some explanatory notes. Medical Education 27:422-432, 1993 UD 2 Problem based learning (PbL) LO 2.1 Definizione del problema Clarify La definizione del problema è di fondamentale importanza per la corretta impostazione del lavoro con il PbL . I problemi che possono essere utilizzati come base di partenza per la applicazione del metodo pbl devono essere problemi reali, che quotidianamente possono essere incontrati. Come è possibile distinguere un problema “reale”? I problemi reali sono solitamente mal posti e mal strutturati, multidisciplinari e multidimensionali, e il gran numero di variabili che entrano in gioco non sono sempre chiare e distinte, non sono note a priori e sono indipendenti una dall'altra; rispetto ai problemi reali non è possibile neppure sapere con certezza se c’è una soluzione, né teorizzare l'esistenza e l'unicità delle soluzioni, né se una data soluzione è la migliore. I problemi reali sono intrinsecamente complessi, in contrapposizione con i principi di semplificazione della didattica tradizionale; i problemi reali non sono statici ma cambiano nel tempo; I problemi reali sono fortemente connessi al contesto e rappresentano più che altro delle aggregazioni di problemi. Ciascun problema reale può essere scomposto in sotto-problemi, che afferiscono a una delle seguenti tipologie individuate da Jonassen: 1. Problemi di logica: i problemi dei giochi matematici e di logica (le torri di Hanoi, il cubo di RubiK, ecc...); 2. Algoritmi: i problemi risolvibili applicando una formula o un metodo (convertire unità di misura, risolvere un sistema di equazioni, bisecare un angolo dato, ecc...); 3. Storie esemplificative: i problemi che esemplificano una teoria (le storielle con la morale, i problemi di fisica delle medie, ecc...); 4. Problemi relativi all’uso di regole: i problemi risolvibili seguendo una regola (riscrivere una storia in prima persona, le dimostrazioni geometriche, ecc...); 5. Presa di decisioni: problemi che implicano delle scelte (devo cambiare lavoro, come pagherò questo conto, qual è l'auto giusta per me, ecc...); 6. Ricerca e riparazione di guasti sono i guasti che si ripropongono quotidianamente e che vengono risolti quando si possiede uno schema mentale compatibile con il funzionamento reale (sono disconnesso, la macchina non parte, il rubinetto spande, ecc...); 7. Diagnosi-soluzione: problemi analoghi ai precedenti ma più complessi (le malattie, prepararsi per un esame, ecc...); 8. Rendimento strategico: problemi in cui è necessaria una consapevolezza situazionale (pilotare un aereo nella tormenta, insegnare, fare il traduttore per diplomatici, ecc...); 9. Analisi di casi/sistemi: problemi quotidiani reali in cui occorre analizzare il sistema e una linea di condotta (valutare le performance di un portfolio azionario, pianificare un menu per dignitari stranieri, emettere una sentenza in una causa civile, ecc...); 10. Progetti : problemi che implicano pianificazione, progettazione e sviluppo di soluzioni (costruire un ponte, comporre una fuga, progettare una casa sull'albero, ecc...); 11. Dilemmi: problemi reali, per lo più di natura etica, sociale e morale, per i quali sembra non esistere una soluzione (legalizzazione delle unioni di fatto, la crisi medioorientale, ecc...). Links and bibliographical references Links 13. 1. http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html 14. 2. http://www.udel.edu/pbl/ 15. 3. http://interact.bton.ac.uk/pbl/ 16. 4. http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/ Libri/riviste 4. 1. Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some explanatory notes. Medical Education 27:422-432, 1993 UD 2 PROBLEM BASED LEARNING (PbL) LO 2.2 Descrizione del metodo PbL (Problem based Learning) Entry Lavoro di gruppo, problem solving e pensiero e creatività individuale rappresentano competenze insostituibili per la vita di ogni giorno; al tempo stesso, queste medesime competenze sono quelle che garantiscono la competitività delle aziende e delle risorse umane nell’era della globalizzazione. Queste competenze sono le stesse messe in gioco dalla metodologia dell’ Apprendere per problemi (Problem based Learning method), che viene presentata in questo L.O. Clarifily Look Per avere un esempio di come funziona il PBL, Ti consigliamo di leggere l’articolo pubblicato da Franco Landriscina nella sezione “Il PBL in pratica” , accessibile dal link sottostante http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html Links and bibliographical references Links 17.1. http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html 18.2. http://www.udel.edu/pbl/ 19.3. http://interact.bton.ac.uk/pbl/ 20.4. http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/ Libri/riviste 5. 1. Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some explanatory notes. Medical Education 27:422-432, 1993 UD 2 Problem based learning (PbL) LO 2.3 | Ruoli e compiti all’interno del metodo PbL Entry In questo L.O. vengono descritti i ruoli che – nel metodo PbL – devono essere ricoperti all’interno del gruppo di lavoro a cui viene assegnato il problema. Ogni ruolo comporta precise attività da svolgere nell’arco di durata temporale dell’attività del gruppo. Di volta in volta i ruoli vengono assegnati a studenti diversi, in modo che ciascuno possa sperimentare il più possibile tutti i ruoli: infatti una delle caratteristiche del metodo è quella di simulare un gruppo di lavoro reale e quindi di avvicinare gli studenti ai metodi e alle modalità operative e relazionali del reale mondo del lavoro. Clarify All’interno del gruppo di lavoro che opera con il metodo del PbL, sono individuati i seguenti ruoli, che vengono assegnati dal gruppo stesso ai suoi membri: dopo che il tutor ne ha spiegato compiti e responsabilità, il gruppo ne discute ed elegge le varie figure, che resteranno in carica soltanto per la durata della attività generata da un singolo problema proposto. Ruolo del Presidente Condurre il gruppo attraverso I sette passi del PBL Assicurare l’uguale partecipazione di tutti I membri del gruppo Mantenere buone dinamiche e interazioni all’interno del gruppo Vigilare sul tempo Garantire che il gruppo rimanga aderente al compito da svolgere Verificare che lo Scriba registri I punti raggiunti durante la sessione di lavoro Ruolo del segretario verbalizzatore Fare I verbali delle riunioni strutturando I punti annotati dallo Scriba Distribuire il verbale della riunione a tutti I membri del gruppo e al tutor Partecipare alla discussione di gruppo Ruolo dello scriba Registrare I punti raggiunti dal gruppo Aiutare i membri del gruppo a organizzare i propri pensieri Partecipare alla discussione di gruppo Ruolo dei membri del gruppo Seguire I sette passi del PBL Partecipare attivamente alla discussione di gruppo Ascoltare il contributo di tutti I membri Fare domande aperte Ricercare autonomamente tutti gli obiettivi di apprendimento Condividere le informazioni Links and bibliographical references Links 21. 1. http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html 22. 2. http://www.udel.edu/pbl/ 23. 3. http://interact.bton.ac.uk/pbl/ 24. 4. http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/ Libri/riviste 6. 1. Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some explanatory notes. Medical Education 27:422-432, 1993 UD 3: PROJECT BASED LEARNING (PjbL) LO 3.1: Descrizione del metodo Project based Learning (PjbL) Entry I termini project based learning e problem based learning sono usati per descrivere una serie di strategie didattiche. L'ampiezza delle rispettive definizioni, la loro somiglianza concettuale, e l'uso spesso del medesimo acronimo PBL generano un po 'di confusione. Di seguito sono descritte le principali analogie e differenze. Analogie Come definito nella letteratura, l’apprendimento basato su progetti (project based learning) e l’apprendimento basato problemi (problem based learning) condividono molte caratteristiche. Entrambe le strategie didattiche son orientate al coinvolgimento degli studenti proponendo attività che si riferiscono al mondo reale. Agli studenti sono proposti progetti o problemi che presentano differenti approcci possibili e che simulano situazioni di vera vita professionale. Entrambi le strategie didattiche sono definite come centrate sullo studente e assegnano all'insegnante il ruolo di facilitatore. Gli studenti impegnati nel progetto o nella spiegazione del problema sono sollecitati/obbligati a lavorare in gruppi cooperativi per periodi più o meno lunghi e a cercare molteplici fonti di informazione. Entrambi i metodi tendono ad evidenziare che la valutazione della attività di ogni singolo studente avrà come riferimento la sua reale prestazione. Differences Problem-based learning, as the name implies, begins with a problem for students to solve or learn more about (find an expalnation of the problem). Project-based learning typically begins with an end product or "artifact" in mind, the production of which requires specific content knowledge or skills and typically raises one or more problems which students must solve. Projects vary widely in scope and time frame, and end products vary widely in level of technology used and sophistication. Differenze Il problem based learning inizia con un problema da esaminare che poi dovrà essere spiegato. Il project based learning in genere inizia con la definizione di un prodotto finale o "artefatto" che deve essere realizzato. I progetti variano notevolmente in termini di complessità e di tempo, e alla fine i prodotti variano in relazione alla di tecnologia utilizzata. Il progetto proposto, in relazione alla sua complessità e/o articolazione, può essere diviso in sottoprogetti. I sotto progetti solitamente richiedono la produzione di contenuti specifici, che richiedono conoscenze e competenze e di solito sollevano uno o più problemi che gli studenti devono risolvere. Clarify L'apprendimento basato su progetti fa riferimento al modello della produzione di beni e o servizi. Gli studenti devono definire l’ambito progettuale in cui realizzare il prodotto/servizio richiesto e devono usare strumenti e tecniche di gestione progetti. Agli studenti è richiesto di utilizzare e presentare il prodotto che hanno creato, e di valutare il loro lavoro. L'intero processo deve essere progettato in modo da essere “autentico” deve quindi essere lo specchio del mondo reale e delle attività di produzione; gli studenti è chiesto di utilizzare le proprie idee e strategie per svolgere i compiti progettuali. Il prodotto finale da realizzare rappresenta la motivazione ma è il contenuto di conoscenze e capacità acquisite durante il processo di produzione che sono importanti per il successo di questo approccio, che richiede , per ottenere risultati efficaci, una rigorosa pianificazione e progettazione didattica da parte dei docenti. Problem-based learning usato come strategia formativa in classe prevede un processo che contempla le seguenti fasi: Sviluppo della idea progettuale Decidere l’ambito del progetto Definire gli standard Prevedere prodotti multipli Lavorare con criteri di gestione dei progetti Creare un ambiente di apprendimento ottimale Scegliere una strategia Scegliere un progetto Valutare Look Visita il seguente link per avere una sensazione delle fasi di progettazione didattica del Project based learning http://www.pbl-online.org/pathway2.html Act Scarica i template disponibili nel sito raggiungibile al seguente link http://www.pblonline.org/ProjectPlanning/PlanningForm.htm UD 3: PROJECT BASED LEARNING (PjbL) LO 3.2: Ruoli e compiti all’interno del metodo PjbL Entry L’apprendimento basato sul progetto trova le sue radici nel Costruttivismo, di cui Lev Vygotsky, Jerome Bruner, Jean Piaget e John Dewey sono illustri esponenti. I costruttivisti ritengono fondamentale il ruolo attivo degli studenti durante le fasi di apprendimento. Trovare soluzioni a problemi, avere atteggiamento critico verso la attività didattica sono momenti fondamentali perché lo studio sia utile e coinvolgente. La grande importanza attribuita alla esperienza richiede infatti attegiamenti e comportamenti differenti rispetto all’insegnamento cattedratico tradizionale. Clarify L’importanza del metodo PjBL , per molti autori, sta nel fare l’ esperienza che porta alla realizzazione del progetto, non tanto nel risultato finale. I principi alla base del PjBL, come tutti gli approcci learner centered fanno ritenere “necessario” il cambiamento della relazione educativa fra docente e discente. Il ruolo del discente come singolo individuo “attivo” e l’interazione tra pari (Dewey) devono ridurre la distanza tra vita nella scuola e fuori della scuola. Dalla affermazione precedente si può intuire che il ruolo del docente si trasforma nella figura di facilitatore durante la realizzazione del progetto e nella figura di progettista formatvo durante la fase di set-up delle attività. Il docente deve quindi: definire/trovare progetti realizzabili che fungano da sfide intellettuali per gli studenti inserire il progetto nei programmi dell’istituzione formativa definire le modalità e le tecniche di valutazione definire gli obiettivi globali del progetto assistere gli studenti nella formulazione degli obiettivi di fase Identificare le competenze di ingresso e le risorse necessarie L’insegnante che vorrà applicare in classe le attività sopra menzionate dovrà preventivamente realizzare una progettazione precisa e puntuale dell’attività, elaborando un documento progettuale a supporto dell’attività. Il riuso è infatti uno dei benifici maggiori di cui potranno godere i docenti ed è insito nelle attività PBL. Il documento di progettazione deve sviluppare i seguenti punti: durata del progetto definizione degli obiettivi didattici Identificazione e definizione del progetto Definizione e descrizione dei dettagli Lista dei prerequisiti Necessità tecnologiche per la realizzazione Materia e bibliogarfia Strategie e tecniche di verifica Act Analizza la seguente griglia di valutazione e definisci una scali di valutazione da attibuire ai singoli items ci consentirà di evidenziare quali atteggiamenti e abilità si vogliono stimolare negli studenti. Attività valutata Corretta identificazione del problema. Chiarezza nella definizione del problema Chiarezza nella definizione delle caratteristiche dell’elaborato che gli alunni produrranno Originalità dell’idea ed elementi motivazionali Chiarezza/significatività nell’identificazione degli obiettivi Chiarezza nell’identificazione delle competenze preliminari Punteggio Integrabilità nel curriculum scolastico Coerenza nell'integrazione delle tecnologie nella strategia didattica Qualità e coerenza delle risorse iniziali identificate Descrizione delle procedure (consegne alla classe, strategia didattica chiara) Chiarezza e coerenza nella descrizione delle procedure di valutazione Completezza del dossier UD 3: PROJECT BASED LEARNING (PjbL) LO 3.3: Esempi di PbL/PjbL nel settore del tessile e abbigliamento Entry La creazione di temi adatti all’applicazione del PbL e del PjbL nell’ambito delle discipline afferenti al mondo del tessile/abbigliamento, è naturalmente collegata alla tipologia di discenti e di corso in cui sono inseriti. Solo per fare un’idea di quale potrebbe essere il punto di partenza di una sessione di PbL e di PjbL, elencheremo qui di seguito alcuni esempi di problemi e di temi progettuali che potrebbero essere presi a riferimento, coinvolgendo più discipline curriculari. Esempio di problema Il negozio di biancheria intima XXX ha ricevuto una serie di lamentele dalla clientela che ha acquistato le calze della marca YYY; una percentuale di circa il 30% di clienti ha notato la comparsa di strane macchie rosse sulla pelle delle gambe dopo aver portato per tutto il giorno queste calze; a una piccola parte di questo gruppo, che è andata a farsi visitare in ospedale, il dermatologo ha riscontrato una dermatite da contatto. Le calze incriminate sono calze in nylon, 15 denari di pesantezza, nere, fumé e marroni, fabbricate in Portogallo e in Marocco per conto della ditta YYY. Il fenomeno è stato rilevato con maggiore intensità fra le clienti che avevano fatto un recente viaggio in crociera nei Carabi. Esempi di temi progettuali Realizzazione dei costumi di scena per una rappresentazione teatrale che rievoca la vita di Caravaggio. Progettazione di una collezione di abiti da lavoro per il personale del settore alberghiero. Progettazione di una collezione autunno-inverno per bambino con materiali di riciclo. UD 4: Utilizzo dei metodi PBL e PJBL nella didattica LO 4.1: Organizzazione di una sessione di PbL/PjbL) ENTRY Questo L.O. illustra alcuni aspetti funzionali ad una efficace preparazione della classe di studenti all’utilizzo dei metodi PbL e PjbL e chiarisce in particolare il lavoro di back office che il docente è chiamato a fare prima dell’avvio delle attività. Lavoro rigoroso e impegnativo, ma ampiamente riutilizzare. CLARIFY L’applicazione concreta – in aula – dei metodi del PbL e del PjbL richiede analoghe accortezze e solleva problematiche simili. Innanzitutto è necessario tenere presente che, sebbene in linea di massima sia possibile ricorrere a queste metodologie in tutti i gradi, livelli e tipologie di scuole, è prevedibile che esse conseguano risultati più efficaci con studenti già in possesso di una certa autonomia nello studio e nella gestire delle proprie attività, come di capacità di analisi e di ragionamento critico. Ciò orienta quindi l’applicazione ottimale di tali metodologie ai contesti della scuola secondaria superiore e ai percorsi universitari o di formazione continua. Regole e tempistica dei due metodi devono essere chiaramente indicate dal docente agli studenti, e fatte rispettare in quanto rappresentano esse stesse aspetti di contenuto: infatti non è solo e non è tanto il risultato finale del processo che interessa raggiungere, ma le conoscenze, le competenze, gli atteggiamenti che vengono acquisiti/sviluppati durante il percorso che conduce alla spiegazione del problema (PbL) o alla realizzazione del progetto (PjbL). In entrambi i casi il rispetto della tempistica, dei ruoli e dei limiti imposti costituiscono essi stessi importanti elementi formativi. La classe deve essere opportunamente preparata a lavorare secondo queste metodologie: il docente ha il compito di: • Chiarire gli obiettivi, i compiti e i ruoli che gli allievi saranno chiamati a svolgere • Definire le strategie di gestione e di supporto alle attività degli studenti • Preparare la classe all’utilizzo delle tecnologie (in particolare quelle informatiche per il reperimento delle informazioni, delle risorse necessarie, ecc.) • Preparare gli studenti all’utilizzo di nuove forme di valutazione (es. autovalutazione, valutazione fra pari, valutazione del lavoro del gruppo, ecc.) • Agire sul piano motivazionale, coinvolgendo gli studenti nella sfida costituita dal dover trovare una soluzione a un problema reale e stimolandoli all’assunzione di un ruolo attivo. Come vanno costruiti i gruppi di lavoro all’interno della classe? Esistono vari modelli a cui fare riferimento. Ai fini della collaborazione attiva in vista di un problema e della produzione di progetti o prodotti, sono più funzionali i gruppi eterogenei, in cui . più facile è l’interdipendenza fra i componenti L’approccio costruttivista che è alla base dei due metodi, sottolinea inoltre l’importanza dell’ambiente di apprendimento, in cui si apprende in una logica di interazione e autonomia ben diversa da quella sequenziale curricolare classica. Ma, proprio perché lo studente si muove in un ambiente più libero, deve avere a disposizione dei materiali iniziali a partire dai quali orientarsi. Quindi è importante che il docente predisponga una accurata documentazione, in particolare per quanto riguarda il PjbL (ma anche nel caso del PbL è necessario che gli studenti possano attingere a materiali appositamenti selezionati o creati dal gruppo docente. Per quanto riguarda specificatamente il PjbL, l’implementazione del metodo in classe richiede al docente l’elaborazione di una documentazione progettuale (che potrà poi naturalmente riutilizzare in altre classi), che definisca precisi elementi: 1. DURATA DEL PROGETTO 2. STANDARD DI RIFERIMENTO 3. OBIETTIVI DIDATTICI 4. MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DEL PROBLEMA A CUI IL PROGETTO DEVE RISPONDERE 5. DETTAGLI PROGETTUALI (cosa ci si aspetta dagli allievi, sia in termini di processo che di prodotto finale) 6. PREREQUISITI RICHIESTI AGLI STUDENTI 7. TECNOLOGIE NECESSARIE E DISPONIBILI 8. MATERIALI A SUPPORTO (slide, documenti, risorse in rete, ecc.) 9. MODALITA’ E TECNICHE DI VALUTAZIONE UD 4 Utilizzo dei metodi PBL e JBL nella didattica LO 4.2 Valutazione dell’apprendimento con i metodi PbL/PjbL Clarify Valutazione del PBL Al gruppo di studio viene in genere richiesto – al termine di ogni caso affrontato col metodo del PBL, di presentare uno o più dei seguenti prodotti: un poster, un report, una presentazione orale, una pagina web, un progetto o un dispositivo, a seconda del problema analizzato. Il tipo di prodotto richiesto viene definito all’inizio e costituisce l’oggetto della valutazione del gruppo. La performance di ogni singolo studente viene esaminata e valutata attraverso un processo di valutazione fra pari (peer evaluation) che genera un fattore di scala individuale per ogni studente. Questo viene fatto da ogni studente compilando un “modulo di valutazione dei colleghi” al termine di ogni progetto, che viene dato in mano al tutor nel corso della valutazione formale. Al tutor spetta il compito di equilibrare il fattore di scala individuale scaturito dal processo di valutazione fra pari. Tale fattore dovrebbe infatti rispecchiare ogni prestazione individuale, tenendo in considerazione il feed back derivante dagli studenti. Ogni tutor dovrebbe quindi compilare un modulo di valutazione del gruppo. Dopodiché si collazionano tutti I punteggi di gruppo e I fattori di scala, per generare I punteggi individuali. I tutor devono differenziare I punteggi delle prestazioni individuali, e I punteggi non dovrebbero alterare il punteggio medio ottenuto dal gruppo. Di conseguenza la media dei moltiplicatori per l’intero gruppo deve essere 1.00. Ad esempio, se un tutor vuole assegnare un punteggio più elevato ad un membro del gruppo, allora uno o più punteggi dei membri dovranno essere ridotti del medesimo valore. I moltiplicatori di scala suggeriti sono: • Nessuna partecipazione - 0.0 • Scarso - 0.75 • Medio - 1.0 • Buono - 1.1 • Eccellente - 1.25 Ad esempio, nel caso in cui il case-study affrontato richieda la stesura di un report e una presentazione , il punteggio individuale deriva da: [(report + presentazione)/2] x fattore di scala individuale Ogni studente sarà valutato in relazione a quanto saprà dimostrare le seguenti capacità: : • Analizzare il problema • Trovare possibili soluzioni innovative • Valutare criticamente le proposte del gruppo • Dimostrare la conoscenza teorica precedentemente acquisita, come pure quella acquisita più recentemente attraverso il caso studiato Utilizzare abilità pratiche per completare lo studio del caso • Oltre a ciò verranno valutati anche I ruoli all’interno del team e cioé quanto efficacemente gli allievi abbiano svolto il ruolo di: • Presidente • Segretario verbalizzante • Scriba • Membro del gruppo Links and bibliographical references Links 25. 1. http://formare.erickson.it/archivio/dicembre_05/2_LANDRISCINA_01.html 26. 2. http://www.udel.edu/pbl/ 27. 3. http://interact.bton.ac.uk/pbl/ 28. 4. http://docs.lib.purdue.edu/ijpbl/ Libri/riviste 7. 1. Schmidt HG: Foundations of problem-based learning: some explanatory notes. Medical Education 27:422-432, 1993 5 UD 5: Linee guida per la produzione di argomenti adatti al PBL e al PJL LO 1: Criteri di scelta e modalità di presentazione dei diversi temi ENTRY Si indicano in questo L.O. alcuni criteri fondamentali per la selezione e la presentazione dei temi su cui applicare i metodi PbL e PjbL. CLARIFY I criteri di scelta da utilizzare per ricercare i temi su cui avviare sessioni di PbL e di PjbL sono essenzialmente: - la vicinanza del problema o del progetto da realizzare alle tematiche della vita pratica e/o della vita professionale che gli studenti si troveranno ad affrontare, in relazione al percorso di studi da loro intrapreso - la fattibilità, ovvero la rapportabilità delle difficoltà intrinseche al lavoro proposto, alle reali possibilità degli studenti, in termini di: caratteristiche, background culturali ed esperienziali, dimestichezza con il lavoro di gruppo e l’interazione collaborativi fra pari - la rilevanza che il tema può avere rispetto agli obiettivi didattici e agli argomenti del programma curriculare da sviluppare: è infatti importante ricordare che, ad esempio per quanto riguarda soprattutto il PbL, in teoria è possibile utilizzarlo per svolgere l’intero programma didattico.Si tratta di identificare correttamente i problemi attraverso i quali si affronteranno gli argomenti previsti dal programma - il tempo a disposizione - la possibilità di coinvolgere altri docenti di altre discipline Per quanto attiene alla presentazione del tema, ricordiamo che il tema e/o la situazione da cui si parte devono essere presentati in maniera chiara (eventualmente anche con il supporto di slide o di filmati che espongono il tema prescelto) e devono essere fortemente ancorati alla realtà.