Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Rivista

Transcript

Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Rivista
Organo Ufficiale
Associazione
Riabilitatori
dell’Insufficienza
Respiratoria
Rivista Italiana
di Fisioterapia
e Riabilitazione
Respiratoria
ANNO XV NUMERO DUE
MAGGIO-AGOSTO 2016
in questo numero
Livelli Essenziali di Assistenza:
quando l’essenza dimentica l’evidenza
Periodico quadrimestrale Sped. in A.P. 45% - art. 2 comma 20/B - legge 662/96 - Filiale di Milano - Aut. Trib. Monza n. 1552 del 13/12/2001
Il direttivo ARIR
Evidenze scientifiche e competenze specialistiche:
un documento per lo sviluppo della pneumologia
riabilitativa e della fisioterapia respiratoria
S. Cecchetto
Raccomandazioni italiane
sulla Pneumologia Riabilitativa.
Evidenze scientifiche e messaggi
clinico-pratici
E. Crisafulli, F. D’Abrosca, O. Delicati, G. Gaudiello, F. Pasqua,
E. Zampogna, M. Lazzeri, B. Balbi
Questo numero
ha ricevuto un supporto
finanziario da:
Vivisol
Ventiloterapia
domiciliare
Con oltre 275.000 pazienti serviti ogni giorno in Europa,
mkr / Vtdp ubb.it/reV00.2 01 5
vivisol offre le migliori soluzioni per la terapia
domiciliare delle patologie respiratorie.
Le tecnologie avanzate proposte
da vivisol in esclusiva nazionale
garantiscono la massima efficacia
della terapia.
Astral 100 e 150 – Resmed
L’eccellenza nella ventilazione
invasiva e non invasiva.
CoughAssist E70 – Philips
Assistente tosse di ultima
generazione.
VibraVest – Metek
La nuova tecnologia per la
mobilizzazione delle secrezioni.
Vivisol srl | via Borgazzi, 27 – 20900 Monza (MB) | tel: 039/2396359 | fax: 039/2396392 | [email protected] | www.vivisol.it
www.solword.com
professionefisioterapisti
C’è un nuovo Percorso Formativo
focalizzato sulla
Riabilitazione Respiratoria.
E’ realizzato in collaborazione con ARIR
e assegna 34 crediti ECM
Il Piano Didattico prevede 10 lezioni on line sui seguenti temi:
● La fisioterapia nelle principali patologie respiratorie
● L’individuazione dei principali segni e sintomi
delle malattie respiratorie
● I volumi polmonari: quali sono e come si misurano
● L’analisi degli scambi gassosi
● La dispnea, come misurarla
● La valutazione della capacità d’esercizio
● La forza dei muscoli, compresi i muscoli respiratori
● La tosse: meccanismi di azione e verifica di efficacia
● L’attività respiratoria durante il sonno
● Attività della vita quotidiana e qualità di vita:
le principali scale di valutazione
M. Lazzeri, E. Privitera
E. Repossini
D. Scorsone
P. Paratore
G. Gaudiello
G. Piaggi
C. Tartali
M. Sommariva, P.Frigerio
Prezzo particolare per i Soci ARIR
Solo 120€ anziché 210 €
Per maggiori dettagli
www.professionefisioterapisti.it
Numero Verde 800.198966
A.Lanza
F. D’Abrosca
strAle
PerIodICo trIme
Anno IX
Numero 33
Numero 1
Primavera 2016
RESPIRO
registrazione tribunale di trieste
n.1274 del 11 aprile 2014
rIvIstA d’INFOrmAzIONe, AmBIeNte e sALute
Arte, salute
del cuore
PerIOdICO trImestrALe
l’arte
è terapia!
Inquinamento indoor
BPCO e alimentazione
Nordic Walking, corsa, bici e nuoto
Fuocoammare. Lampedusa per la vita
www.respironews.it
rIvIstA D’INFor
Anno IX
Numero 34
Numero 2
Estate 2016
mAzIoNE, AmbIENt
E E sAlUtE
registrazione tribunal
n.1274 del 11 aprile e di trieste
2014
PErIoDIco trImE
strAlE
Amiamo
gli animali
Pia oMaggio
oMagg
gratuita CoPia
Distribuzione gratuita - CoPia oMaggio
io
Gli occhi
della speranza
Distribuzione
un cane fa bene
Asma e allergie:
ari professionali
on
lm
po
ie
Patolog
a di montagna
ari
e
li
ma
ter
Acque
change?
e
win
o:
vin
e
Clima
ronews.it
www.respi
RESPIRO
e di trieste
registrazione tribunal2014
n.1274 del 11 aprile
Foto: Maurizio Faraboni
e sAlute
gratuita - Co
rIVIstA
, AmbIeNte
d’INformAzIoNe
Numero 4
Inverno 2015-16
Distribuzione
RESPIRO
Anno VIII
Numero 32
Primavera
è rinascita
Italiani longevi e in buo
na salute
Ferro e sport
Fibre alimentari e salu
Quando una cicca fa te
ma
Due Donne e un Uom le anche da spenta
o
www.respi
ronews.it
... anche
d’estate
Sostenere RESPIRO
ha valore di impegno sociale
e contribuisce alla sensibilizzazione
dell’opinione pubblica
sulla prevenzione
delle malattie respiratorie
www.midiaonline.it
www.respironews.it
•
•
•
•
•
Numero Verde
800 010 033
Linde Medical Hub
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
3
MADE IN ITALY
Da oggi la fisioterapia respiratoria
ha un nuovo alleato: Flaem ProLine®.
Solo per professionisti.
Vibroflow®
NeoSpire®
AspiraGo30®
AirPro3000Plus®
Unico dispositivo polifunzionale che garantisce
una rimozione rapida ed
efficace delle secrezioni;
combina due efficaci
tecnologie in ambito di
disostruzione bronchiale,
le vibrazioni e un sistema
PEP, alla funzione di
nebulizzazione.
Dispositivo professionale
studiato per la rimozione
delle secrezioni
tracheobronchiali
in modo fisiologico:
funziona senza stimolare
la tosse, senza irritare le
vie aeree del paziente
e senza richiederne la
collaborazione.
Aspiratore chirurgico
professionale con
grande potenza di
aspirazione: 30lt/min.
Grande autonomia:
batteria al Litio e massima
praticità: solo 2,5 kg di
peso. Grande versatilità:
applicazione modulare di
un vaso aggiuntivo.
Dispositivo aerosol
pneumatico professionale
elevata potenza
compressore: 3,5 Bar
granulo metrica certificata
TÜV. Filtraggio aria
professionale, flusso
all’ugello regolabile per
una personalizzazione
della terapia.
(Sviluppato in collaborazione con Linde)
FLAEM NUOVA S.p.A
25015 S. Martino d/Battaglia, BS (ITALY)
Phone (+39) 030 9910168
cONtAtti
Luigi Carani
Sales & Marketing Mgr. Medical Product Group
[email protected]
www.flaem.it
Rivista Italiana
di Fisioterapia
e Riabilitazione Respiratoria
Anno XV
Maggio-Agosto 2016 - NUMERO 2
Editor-in-Chief
Direttore Responsabile
Mara Paneroni
Fisioterapista, Lumezzane (BS)
Direttore Scientifico
Gabriela Ferreyra
Fisioterapista, Torino
Deputy Editor
Simone Gambazza
Fisioterapista, Milano
Associate Editors
Enrico Clini
Pneumologo, Modena
Vincenzo Squadrone
Intensivista, Torino
Michele Vitacca
Pneumologo, Lumezzane (BS)
Editorial Office
Clizia Cazzarolli
Fisioterapista, Verona
Tiziana Galli
Fisioterapista, Lumezzane (BS)
Barbara Garabelli
Fisioterapista, Milano
Antonella Occhi
Fisioterapista, Ferrara
Elena Repossini
Fisioterapista, Busto Arsizio (VA)
Manuela Saleri
Fisioterapista, Lumezzane (BS)
Antonella Sanniti
Fisioterapista, Cremona
Carla Simonelli
Fisioterapista, Lumezzane (BS)
Editorial Board
Roberto Adone
Fisiatra, Milano
Nicolino Ambrosino
Pneumologo, Pisa
Sergio Arlati
Intensivista, Milano
Paolo Banfi
Pneumologo, Milano
Francesco Blasi
Pneumologo, Milano
Cesare Braggion
Pediatra, Firenze
Annalisa Carlucci
Pneumologo, Pavia
Piero Ceriana
Pneumologo, Pavia
Roberto Cosentini
Pneumologo, Milano
Diana Costantini
Pediatra, Milano
Erminia D’Amanzio
Fisioterapista, Varese
Pamela Frigerio
Fisioterapista, Milano
Giancarlo Garuti
Pneumologo, Correggio (RE)
Giuseppe Gaudiello
Fisioterapista, Milano
Maurizio Grandi
Pneumologo, Costa Masnaga (CO)
Cesare Gregoretti
Intensivista, Torino
Salvatore Maggiore
Intensivista, Roma
Sara Mariani
Fisioterapista, Milano
Cristina Martorana
Fisioterapista, Milano
Stefano Nava
Pneumologo, Bologna
Lino Nobili
Neurologo, Milano
Rita Maria Nobili
Psicologa, Milano
Mario Nosotti
Chirurgo, Milano
Giovanni Oliva
Fisioterapista, Milano
Franco Pasqua
Pneumologo, Roma
Vincenzo Patruno
Pneumologo, Udine
Luciana Ptacinski
Fisioterapista, Milano
Paola Quadrelli
Fisioterapista, Massa
Mario Ravini
Chirurgo, Milano
Elena Repossini
Fisioterapista, Busto Arsizio (VA)
Luigi Santambrogio
Chirurgo, Milano
Debora Scorsone
Fisioterapista, Genova
Maurizio Sommariva
Fisioterapista, Milano
Antonio Spanevello
Pneumologo, Tradate (VA)
Soo-kyung Strambi
Fisioterapista, Pisa
Tartali Chiara
Fisioterapista, Verona
Andrea Vianello
Pneumologo, Padova
Elisabetta Zampogna
Fisioterapista, Tradate (VA)
Organo Ufficiale
Associazione
Riabilitatori
dell’Insufficienza
Respiratoria
Rivista Italiana di Fisioterapia
e Riabilitazione Respiratoria
Periodico quadrimestrale
Reg. Tribunale di Monza
n° 1552 del 13 dicembre 2001
Spedizione in A.P. 45%
art. 2 comma 20/B legge 662/96
Filiale di Milano
Direzione
Via F.lli Kennedy, 1L
25080 Mazzano (BS)
[email protected]
Redazione
c/o MIDIA Edizioni
Progetto Grafico
MidiaDesign
Grafica e stampa
Artestampa srl
Galliate Lombardo (VA)
Pubblicità e Marketing
Midia srl
Edizione
Midia srl
Via Cesare Beccaria, 3
34133 Trieste
Tel. +39 040 3720456
Fax +39 040 3721012
[email protected]
www.midiaonline.it
Questo periodico viene spedito
in abbonamento postale
Prezzo copia e 10,00
Abbonamento a 3 numeri e 30,00 da
versare sul C/C postale n° 34827204
intestato a Midia srl
Via Cesare Beccaria, 3 - 34133 Trieste
L’abbonamento è gratuito per i soci ARIR.
Tutti i diritti sono riservati.
È vietata la riproduzione di testi
e immagini senza il permesso
scritto dell’Editore.
Rivista Italiana
di Fisioterapia
e Riabilitazione Respiratoria
Sommario
Comunicato del direttivo
Livelli Essenziali di Assistenza: quando l’essenza dimentica l’evidenza
Il direttivo ARIR ............................................................................................................10
Editoriale
Evidenze scientifiche e competenze specialistiche: un documento
per lo sviluppo della pneumologia riabilitativa e della fisioterapia
respiratoria
S. Cecchetto ...................................................................................................................13
Lavoro originale
Raccomandazioni italiane sulla Pneumologia Riabilitativa.
Evidenze scientifiche e messaggi clinico-pratici
E. Crisafulli, F. D’Abrosca, O. Delicati, G. Gaudiello, F. Pasqua, E. Zampogna,
M. Lazzeri, B. Balbi e a nome del Gruppo di Studio “Pneumologia Riabilitativa e
Assistenza Domiciliare” dell’AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri)
e di ARIR (Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria) ...................................14
Eventi ................................................................................................................ 36
Informazioni generali ................................................................................ 40
Scheda di iscrizione .................................................................................. 41
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
7
RESPIRO
lUtE
, AmbIENtE E sA
Anno IX
Numero 34
Numero 2
Estate 2016
ale di trieste
registrazione tribun
aprile 2014
n.1274 del 11
EstrAlE
PErIoDIco trIm
mAzIoNE
rIvIstA D’INFor
Amiamo
gli animali
Vuoi avere copie
di RESPIRO
da offrire ai tuoi Pazienti?
CHIEDILE AI PARTNER
oMaggio
oppure
gratuita - CoPia
acquista online sul sito
www.midiaonline.it
Distribuzione
oppure
buona salute
Italiani longevi e in
Ferro e sport
lute
Fibre alimentari e sa le anche da spenta
ma
fa
ca
cic
Quando una
mo
Uo
un
e
e
nn
Do
e
Du
ironews.it
www.resp
... anche
d’estate
telefona al numero
040 3720456
www.respironews.it
ARIR
Associazione
Riabilitatori
dell’Insufficienza
Respiratoria
Sede
A.O. Ospedale Niguarda Ca’Granda
c/o Unità Spinale
P.zza Ospedale Maggiore, 3
20162 Milano
DALLO STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE
Art. 1È costituita l’Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria
(A.R.I.R.).
Art. 3L’Associazione non ha finalità di lucro e intende promuovere la prevenzione e la riabilitazione delle patologie respiratorie.
Per il conseguimento dei suoi scopi l’Associazione concorre a:
• diffondere in campo clinico, terapeutico e home care, la pratica della fisioterapia e riabilitazione respiratoria;
• organizzare la formazione, l’aggiornamento, il coordinamento, la promozione dello sviluppo professionale dei fisioterapisti con specifiche
competenze in ambito respiratorio;
• sostenere in campo scientifico e sociale l’educazione e l’igiene respiratoria;
• promuovere la ricerca scientifica nel campo della fisioterapia e della riabilitazione respiratoria.
Art. 4Sono soci le persone e gli enti che verranno ammessi dal Consiglio e che
verseranno la quota di Associazione.
Presidente
Art. 5I soci si dividono in quattro categorie:
a – Soci fondatori,
b – Soci ordinari,
c – Soci sostenitori,
d – Soci onorari.
Sono Soci fondatori coloro che hanno sottoscritto l’atto costitutivo
dell’Associazione e coloro ai quali, pur non avendo sottoscritto l’atto costitutivo, sia attribuita dal Consiglio tale qualifica
Sono Soci ordinari i fisioterapisti accettati dal Consiglio direttivo e che
versano annualmente la quota associativa stabilita.
Sono Soci sostenitori persone fisiche o giuridiche che, intendono sostenere gli scopi che l’Associazione si prefigge
Sono Soci onorari le persone e gli enti ai quali il Direttivo attribuisce tale
qualifica, ritenendole in grado, per qualità, titoli o attività, di dare all’Associazione un contributo di opera o di prestigio.
Vice Presidente
Art. 6L’Associazione trae i mezzi per conseguire i propri scopi dai contributi dei
soci e da ogni altro provento che le affluisca.
Segreteria
c/o Victory Project Congressi
Via C.Poma, 2 - 20129 Milano
Tel.: 02 89053524
Fax: 02 201495
E-mail:[email protected]
Sito:www.arirassociazione.org
Consiglio direttivo
Marta Lazzeri
Andrea Lanza
Segretario
Martina Santambrogio
Tesoriere
Alessia Colombo
Consiglieri
Francesco D’Abrosca
Simone Gambazza
Giuseppe Gaudiello
Mara Paneroni
Giancarlo Piaggi
Emilia Privitera
Art. 9 I soci hanno diritto:
• di partecipare alle assemblee,
• di usufruire del materiale tecnico e didattico dell’Associazione, così come, in via prioritaria, di beneficiare delle iniziative promosse dall’Associazione,
• di essere informati sulle attività in essere e allo studio dell’Associazione,
• di richiedere all’Associazione, nei limiti degli scopi istituzionali della
stessa, collaborazione per la soluzione di problemi concreti,
• di richiedere al Consiglio Direttivo o al Presidente di inserire problemi
di carattere generale all’ordine del giorno della successiva assemblea,
• di richiedere al Presidente, in casi di estrema urgenza ed importanza, la
convocazione di un’assemblea straordinaria per la trattazione di problemi di carattere generale.
Detta richiesta dovrà essere sottoscritta da almeno il 10% dei soci iscritti.
Consiglieri Onorari
Roberto Adone
Andrea Bellone
Italo Brambilla
Giovanni Oliva
Commissione Scientifica
Paolo Banfi
Anna Brivio
Cesare Braggion
Luigi Olper
Luciana Ptacinsky
Elena Repossini
Elisabetta Roma
Antonella Sanniti
Maurizio Sommariva
Sergio Zuffo
ISCRIZIONE ALL’ASSOCIAZIONE Ora anche online!
Iscrizione all’Associazione ARIR: e 60,00
Iscrizione per i soci AIFI: e 50,00
Iscrizione congiunta ARIR-AIPO: e 80,00
Iscrizione per studenti: e 50,00
Può essere effettuato tramite bonifico bancario o versamento su conto corrente postale a favore di
ARIR, specificando nome e causale
 Banca Prossima
IBAN IT64S0335901600100000121463
Nota bene: L’iscrizione congiunta non consente di usufruire di tutte le prerogative derivate dall’iscrizione all’AIPO; per ulteriori dettagli consultare i siti www.arirassociazione.org o www.aiponet.it
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
9
comunicato del direttivo
Livelli Essenziali di Assistenza:
quando l’essenza dimentica l’evidenza
In Italia i LEA – Livelli Essenziali di Assistenza – rappresentano il complesso di servizi, prestazioni e attività che i
cittadini hanno il diritto di ottenere dal Servizio Sanitario
Nazionale: nascono e vengono definiti a livello nazionale
con un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
del 2001, entrato poi in vigore nel 2002. In ambito medico,
sanitario e riabilitativo, quindici anni sono un’eternità:
pensiamo alle malattie emergenti e rare, alle scoperte
scientifiche, all’evoluzione farmacologica e tecnologica,
alle differenti necessità assistenziali che derivano dalla
cronicizzazione di condizioni cliniche prima incompatibili
con la sopravvivenza. Tutto questo ha reso i precedenti
LEA obsoleti: l’aggiornamento era ed è, oggi più che mai,
un atto doveroso, oltre che necessario.
Sono definiti “livelli essenziali” in quanto racchiudono
tutte le prestazioni e le attività che lo Stato ritiene così
importanti da non poter essere negate ai cittadini. Si intende, quindi, l’impegno a garantire tali cure in quanto
appropriate.
Il significato del termine essenziale si riferisce ad un qualcosa che “costituisce o contiene l’essenza di una cosa; sostanziale, indispensabile”. Quindi l’aggettivo associato a prestazioni ed
attività sanitarie fa subito pensare a qualcosa di indispensabile e soprattutto appropriato alla situazione. Viene allora da chiedersi se le prestazioni incluse nella proposta di modifica e quindi il lavoro del legislatore seguano realmente i dettami dell’essenzialità e dell’appropriatezza. L’ARIR ha sempre sostenuto che l’appropriatezza
nasca prima di tutto dalla scelta di garantire l’erogazione
di prestazioni basate sull’evidenza scientifica (EBM). Questa naturale predisposizione per una riabilitazione “evidence based” ci ha portati a riporre molte speranze nel processo
di aggiornamento dei LEA, così come descritto nell’albero
decisionale pubblicato nel settembre 2014: 12 quesiti dovevano guidare la Commissione nella revisione e nell’aggiornamento dei LEA attraverso un rigoroso processo di
ricerca. Ed ecco quindi domande quali:
>E
sistono prove di documentata efficacia della prestazione?
> Esistono prove di inefficacia della prestazione?
> La prestazione determina un significativo beneficio in
termini di miglioramento della salute?
Purtroppo i buoni propositi evidentemente non sono stati
utilizzati in maniera sistematica, né nel 2001, né tantomeno nell’ultimo aggiornamento, trasformando i “Livelli Essenziali di Assistenza” in “Livelli Eccepibili di Assistenza”.
Ove si perda il riferimento a criteri oggettivi di selezione,
il rischio di includere prestazioni non “Evidence Based” è
molto elevato, con tutte le conseguenze del caso, costituendo di fatto delle incongruenze che possono andare
dall’inappropriatezza allo spreco legalizzato di risorse.
10
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
Non è forse paradossale trovarsi nella condizione di dover
erogare prestazioni di dimostrata inefficacia all’interno di
pacchetti pre-stampati di riabilitazione? Come poi non avere la possibilità di prestare le cure più appropriate perché
non contemplate nei LEA?
Il Direttivo ARIR si è già attivato per inviare alcune proposte di emendamento alla bozza di documento ministeriale, chiedendo esplicitamente l’inclusione di prestazioni
non contemplate, ma essenziali per le persone affette da
patologie respiratorie acute e croniche.
Analizzando in dettaglio la documentazione relativa alla
proposta di aggiornamento dei LEA, è apprezzabile lo
sforzo prodotto dai legislatori in favore delle persone affette da patologie respiratorie croniche che necessitano di
interventi di riabilitazione. Ci siamo sentiti però in dovere
di segnalare alcuni punti non in linea con gli obiettivi, più
che condivisibili, di miglioramento della qualità dei servizi erogati e di riduzione della spesa pubblica.
Il primo punto, purtroppo difficilmente scardinabile da
una “tradizione” legislativa tutta italiana, è l’associazione
della parola “Riabilitazione” con la specialità medica in
Medicina Fisica e Riabilitazione (MFR). Negli ultimi documenti riferiti alla riabilitazione, questo equivoco ha subito
una sconcertante evoluzione: superato il tradizionale e ormai affollato campo della riabilitazione neurologica e ortopedica, l’interesse prescrittivo ha raggiunto finalmente
gli ambiti respiratorio e cardiologico, senza peraltro degnarsi di recepirne le consolidate evidenze scientifiche. Il
documento proposto prevede infatti che lo specialista in
MFR sia l’unico che può valutare (spirometria compresa) e
consentire l’acceso alle prestazioni riabilitative respiratorie e cardiologiche: in questo modo si preclude l’accesso
diretto a pacchetti di prestazioni diagnostico-terapeutiche
e riabilitative con prescrizione diretta dello specialista di
branca (pneumologo o cardiologo) che, coerentemente
con il proprio profilo specialistico, potrebbe garantire un
più adeguato inquadramento diagnostico, clinico e terapeutico, ottimizzando la terapia farmacologica in funzione
di diagnosi, caratteristiche fenotipiche e del programma
riabilitativo impostato in equipe interdisciplinare. In base
a quanto finora detto, una persona che ha già una diagnosi di patologia respiratoria cronica e che ha necessità di
effettuare un ciclo riabilitativo, si reca dallo specialista in
Medicina Fisica e Riabilitazione (prima ricetta del Medico
di Medicina Generale – MMG) il quale, dopo valutazione
“globale”, ma necessariamente parziale dal punto di vista
respiratorio (potrebbe fare al massimo una spirometria
semplice), lo invia allo specialista Pneumologo (seconda
ricetta del MMG) per le valutazioni specifiche del caso. In
questo modo, invece di snellire il percorso, riducendo i
passaggi burocratico-amministrativi
e i costi per il sistema, si rischia di
aumentare i disagi per i pazienti e i
costi per il sistema.
In questo senso sarebbe stato sicuramente più utile ed efficace recepire
linee guida e raccomandazioni redatte da società scientifiche nazionali e
internazionali, che hanno delineato
criteri di accesso, componenti essenziali del programma riabilitativo e
ruoli dei professionisti sanitari necessari per un intervento efficace e
duraturo.
Come i documenti internazionali recitano da tempo, una valutazione
globale e multi-professionale è alla
base dell’individualizzazione del programma riabilitativo, in base ai bisogni specifici della persona, in relazione alla menomazione, alla conseguente limitazione funzionale e alla
partecipazione nei contesti di vita
quotidiana. Nell’ambito delle patologie respiratorie croniche, la specificità di tutto il team riabilitativo è
fondamentale per il raggiungimento
degli indici di risultato prefissati,
prevedendo competenze adeguate in
tutto il processo riabilitativo, dalla
valutazione al trattamento. Rimaniamo quindi molto dubbiosi circa la
necessità di trovare in altre branche
mediche le competenze specifiche a
supporto dell’iter di riabilitazione
polmonare.
Il secondo punto che ci sentiamo di
evidenziare, si riferisce al numero di
sedute annuali di rieducazione motoria cardio-respiratoria previste per
paziente: l’attuale proposta limiterebbe tale intervento ad un massimo
di 10 prestazioni ogni 12 mesi. Per
chi si occupa di riabilitazione respiratoria, è ben noto come questa “posologia” sia insufficiente a determinare un miglioramento degli outcome
e a garantire una durata nel tempo
dei benefici acquisiti. È stato diffusamente confermato come l’efficacia
dei programmi di ricondizionamento
cardio-respiratorio sia subordinata a
una durata minima di 12 settimane,
con almeno 3 sessioni di allenamento da 60 minuti a settimana, oppure
almeno 20 sessioni consecutive, su-
C’è evidenza
di efficacia?
SI
NO
NO
È valutato
eticamente
improprio?
SI
NO
Esame nuova
prestazione
C’è una
domanda
sociale?
NO
I benefici
sono maggiori
dei costi?
SI
Comporta
una spesa minima
individuale
sostenibile
da tutti?
C’è evidenza
di non efficacia?
SI
È pertinente
con il fine
del SSN?
Comporta
un carico
economico
complessivo
apprezzabile?
NO
SI
pervisionate da personale sanitario
con specifiche competenze. Cicli di
allenamento da 10-12 sedute intensive, sono stati ritenuti sufficientemente utili solo in caso di preparazione a interventi di chirurgia maggiore. Ad ogni modo, è ormai assodato che il mantenimento dei risultati in termini di funzione muscolare
e respiratoria, l’impatto sulla partecipazione, la riduzione del consumo
di farmaci e degli accessi ospedalieri
sono subordinati alla durata dei programmi di Riabilitazione Respiratoria: maggiore è la durata del programma, migliori sono gli esiti.
L’ultima perplessità che vogliamo
sottolineare ci lascia alquanto interdetti circa la caratteristica di essenzialità delle prestazioni descritte nella proposta di cambiamento dei LEA.
Infatti, all’interno dell’elenco delle
prestazioni garantite, troviamo procedure che non hanno un’evidenza
scientifica e la cui efficacia è stata
messa più volte in discussione, arrivando addirittura ad essere giudicate
peggiorative. Ci riferiamo alla cosid-
SI
NO
SI
SI
SI
È rilevante
per la salute?
Ho una utilità
superiore all’utilità
marginale
del SSN?
NO
NO
SI
NO
NO
C’è una
domanda
professionale?
NON
LEA
NO
SI
È rilevante
per l’equità?
SI
NO
LEA
Figura 1 Flowchart per valutazione delle prestazioni da inserire nei LEA.
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
11
detta “respirazione diaframmatica” e
agli “esercizi callistenici” non meglio
specificati: per queste attività non è
stata ancora provata l’efficacia e in
alcuni casi (es. respirazione diaframmatica nel BPCO grave) è stato addirittura sottolineato quanto possa essere deleteria per il paziente. Sono
rimaste invece escluse numerose attività che nella pratica clinica quotidiana sono ormai consolidate: l’assenza di tali prestazioni rischia di
falsare il flusso dei dati sulle prestazioni erogate all’interno del Servizio
Sanitario Nazionale/Regionale, alimentando ulteriormente il paradosso. Ci riferiamo a prestazioni che richiedono preparazione e dedizione
da parte dei professionisti sanitari
esperti in materia di riabilitazione respiratoria come, ad esempio, l’educazione dei pazienti e dei caregiver
alla corretta gestione e auto-somministrazione della terapia inalatoria,
dell’ossigenoterapia, della ventilazione meccanica, la valutazione
dell’aderenza al trattamento prescritto e le sedute di follow-up e di verifica del piano di autotrattamento, la
tele-riabilitazione, ecc.
Abbiamo inoltrato queste ed altre
proposte di emendamento all’attenzione del GARD-Italia (Global Alliance
against chronic Respiratory Disease), un
organismo del Ministero della Salute
che riunisce i principali stakeholder
delle malattie respiratorie, tra cui
ARIR, che ha tra i suoi obiettivi l’implementazione e lo sviluppo di politiche per la promozione della salute,
la prevenzione e il management delle malattie respiratorie croniche. Nel
documento inviato abbiamo segnalato le incongruenze e le criticità riscontrate, al fine di far pervenire le
proposte di modifica alla Ministra
Beatrice Lorenzin e ai legislatori
coinvolti nella stesura della revisione dei LEA. Questo documento è
parte del contributo che ARIR porta
agli organismi sanitari per coadiuvare il legislatore a investire su interventi di riconosciuta appropriatezza
ed efficacia, per garantire Livelli Essenziali di Assistenza sempre più
adeguati ai tempi che cambiano e rispondenti alle necessità del paziente, contribuendo ad un Sistema Salute sempre più sostenibile.
Il Direttivo ARIR
Bibliografia
>D
PCM 29 novembre 2001. Definizione dei Livelli
Essenziali di Assistenza.
> DM 12 Dicembre 2001. Sistema di garanzie per
il monitoraggio dell’assistenza sanitaria.
> www.salute.gov.it. 1 settembre 2004. I livelli di
assistenza e le prestazioni garantite dal Servizio
sanitario nazionale. Area: Programmazione sanitaria e LEA.
> Cartabellotta A. Livelli Essenziali di Assistenza
15 anni dopo. Evidence 2016;8(2).
> Spruit MA, Singh SJ, Garvey C, ZuWallack R,
Nici L, Rochester C, Hill K, Holland AE, Lareau SC,
ManWD, Pitta F, Sewell L, Raskin J, Bourbeau J,
Crouch R, Franssen FM, Casaburi R, Vercoulen
JH, Vogiatzis I, Gosselink R, Clini EM, Effing TW,
Maltais F, van der Palen J, Troosters T, Janssen
DJ, Collins E, Garcia-Aymerich J, Brooks D,
Fahy BF, Puhan MA, Hoogendoorn M, Garrod R,
Schols AM, Carlin B, Benzo R, Meek P, Morgan
M, Rutten-van Mölken MP, Ries AL, Make B,
Goldstein RS, Dowson CA, Brozek JL, Donner
CF, Wouters EF. ATS/ERS Task Force on Pulmonary Rehabilitation. An official American Thoracic Society/European Respiratory Society statement: key concepts and advances in pulmonary
rehabilitation. Am J Respir Crit Care Med. 2013
Oct 15;188(8):e13-64.
> Crisafulli E, D’Abrosca F, Delicati O, Gaudiello G,
Pasqua F, Zampogna E, Lazzeri M, Balbi B. Raccomandazioni Italiane sulla Pneumologia Riabilitativa. Evidenze scientifiche e messaggi clinico-pratici. Articolo di sintesi di un gruppo di
esperti. Rassegna di Patologia dell’Apparato
Respiratorio 2015;30:250-263.
L’EDITORIA DELLE MALATTIE RESPIRATORIE
Cultura e Comunicazione
]
RESPIRO
oNE,
rIvIstA D’INFormAzI
2 | 2016
Rivista Italiana
di Medicina
Respiratoria
Anno XXII
Numero 83
Periodico trimestrale Sped. in A.P. 45%
�����
� � � � �
� � �
� � � � �
� � �
giorni
Gurinder Singh; Wei Zhang e Coll.
BPCO
19 Identificazione dei pazienti
ad alto rischio di mortalità per neoplasia
polmonare utilizzando il BPCO-LUCSS-DLCO
MEDICINE
RECENT ADVANCES IN CHEST
la diagnosi
66 Monitoraggio portatile per
Jessica A. Cooksey; Jay S. Balachandran
e Coll.
Rimini 3 rd International Conference on Respiratory
Physiotherapy “You take my breath away...”
di OSA
Il direttivo ARIR
AND SLEEP PEARLS
PULMONARY, CRITICAL CARE,
destro
76 Donna di 26 anni con polmone
di dimensioni ridotte e destrocardia
Juan P. de-Torres; Jose M. Marín e Coll.
Jeffrey Albores; Malcolm Iain Smith
nei pazienti
26 Modifiche cerebrali strutturali
journal.publications.chestnet.org
ine.it
della sindrome overlap asma-BPCO
nella real-life
Job F. M. van Boven; Miguel Román-Rodríguez
e tassi di ricovero ripetuto entro 30
in pazienti con BPCO
Roland W. Esser; M. Cornelia Stoeckel
in questo numero
56 Comorbidoma, pattern ed effetto
COPD
con BPCO
S. Stefan; Brian H. Nathanson e Coll.
ASTHMA
ORIGINAL RESEARCH
8 Associazione fra disordini mentali
San Francisco
e
www.midiaonl
Mihaela
GIANTS IN CHEST MEDICINE
▶ Contaminiamoci o
G. Mangiaracina
▶ L’ATS, tra scienza e medicina, guarda
al futuro
M. Confalonieri
▶ La sindrome dello stretto toracico: quando
M. Cortale, S. Lovadin
considerare la diagnos
i?
▶ Una finestra aperta sul...a torace
V. Donizetti
▶ ATS 2016. I commenti
▶ Commenti della letteratu
M. Malerba, M. Vitacca, ra internazionale
o
▶ Note etiche intorno al tabùC. Michelett
della sedazion
C. Barbisan
invasiva
della ventilazione meccanica non
per il trattamento delle riacutizzazioni
dell’asma
M. Fabbri, MD
6 Giants in Chest Medicine: Leonardo
Peter J. Barnes
e Coll.
www.chest.it
Il Mare d’Inverno
N. Ambrosino
Il fisioterapista respiratorio in Italia,
tra specializzazione e riconoscimento:
risultati di un questionario conoscitivo
C. Simonelli, T. Galli, A. Sanniti, V. Fabbri
Riassunti delle presentazioni congressuali
(congresso ARIR)
ELSEVIER
di trieste
registrazione tribunale2014
n.1274 del 11 aprile
lE
PErIoDIco trImEstrA
Tabaccologia
D. Hess
salute
Italiani longevi e in buona
Ferro e sport
Fibre alimentari e salute anche da spenta
male
fa
Quando una cicca
Due Donne e un Uomo
news.it
www.respiro
3-2015 | xxxxxx
xxxxxxxxxxx
2 | 2016
1
ANNO XIV
Organo Ufficiale
della Società Italiana
di Tabaccologia-SITA
B
Official Journal
of the Italian Society
of Tobaccology
www.tabaccologi
a.it
Tabaccologia
Poste italiane SPA
Spedizione in
Abbonamento Postale
70%-LO/VA
Tobaccology
Giù le mani dalle
Indagine DOXA
Il tabagismo come
... anche
d’estate
in Italia
arbitrio
dell’uomo Marlb
oro
Sintomi depre
ssivi, tratti
e disassuefaz di rimuginio
ione dal fumo
Progetto “Med
ici di Medicina
Generale
e Disassuefazione
dal Fumo”
ll fumo di tabac
co come fattor
e di cronicizzazi e scatenante
one dell’asma
Trimestrale a
Questo numero
ha ricevuto un supporto
finanziario da:
www.midiaonline.i
t
carattere scienti
fico per lo studio
del tabagismo
del tabacc
e delle patolo
gie fumo-correla o,
Quarterly scienti
te
fic journa
tobacco use and l for the study of tobacco,
tobacco-relat
ed diseases
Vivisol
Tel. +39 040 3720456 - [email protected] - www.midiaonline.it
12
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
accise
-ISS sul fumo
malattia del libero
La maledizione
in A.P. 45% - art. 2 comma 20/B
maggio. Murale a
47 Protocolli ospedalieri di impiego
Giuseppe E. Anzalone
Numero 2
Estate 2016
Rivista Italiana Amiamo
di Fisioterapia gli animali
e Riabilitazione
Respiratoria
ANNO XV NUMERO UNO
GENNAIO-APRILE 2016
Silvia Mongodi; Gabriele Via e Coll.
Leroi
psichiatriche
- Aut. Trib. Monza n. 1552 del 13/12/2001
Abebaw Mengistu Yohannes; Iracema
Periodico quadrimestrale Sped.
IN questo NuMeR
precoce di polmonite associata a
ventilazione meccanica
fattore
il polmone? Malattia mentale come
BPCO
di rischio per ricoveri ripetuti nella
3 BPCO, ricoveri ripetuti e comorbilità
- legge 662/96 - Filiale di Milano
1566 del 02/01/2002
1 Trattare il cervello per migliorare
Filiale di Milano - Aut. trib. Monza n.
ATS 2016, 13-18
CRITICAL CARE
35 Ecografia polmonare nella diagnosi
EDITORIAL
- art. 2 comma 20/B - legge 662/96 -
n. 1116 del 2/10/95
- Aut. trib. Monza
- Filiale di Milano
- legge 662/96
- art. 2 comma 20/B
Sped. in A.P. 45%
Periodico trimestrale
Organo Ufficiale
Associazione
Riabilitatori
dell’Insufficienza
Respiratoria
CHEST Edition
ITALY
AmbIENtE E sAlUtE
oMaggio
ISSN 1970-4925
PNEUMORAM
A
NS
E G E O F C H E S T P H YSIC I A
O F T H E A M E R IC A N C O L L
O F F IC I A L P U B L IC AT IO N
Anno IX
Numero 34
gratuita - CoPia
G N O 2016
UMERO 2 | APR ILE-GIU
IANA | ANNO XVIII | N
C H E S T E D I Z I O N E I TA L
Distribuzione
[
editoriale
Evidenze scientifiche e competenze specialistiche:
un documento per lo sviluppo della pneumologia
riabilitativa e della fisioterapia respiratoria
Simone Cecchetto, FT
Responsabile nazionale A.I.F.I per i rapporti con le Società Scientifiche
Il cambiamento dei bisogni di salute della popolazione,
caratterizzato dall’aumento dell’età media e dell’incidenza
e prevalenza di malattie croniche e degenerative, e la progressiva diminuzione delle risorse disponibili per i servizi
sanitari, richiedono ai professionisti sanitari un grosso
sforzo per evidenziare sempre più e sempre meglio “cosa”
è corretto fare, “quando”, “perché” e “come”.
In questo contesto, il documento “Raccomandazioni Italiane sulla Pneumologia Riabilitativa. Evidenze scientifiche e messaggi clinico-pratici” pubblicato in questo numero della Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione
Respiratoria assume un valore pregnante e con possibili
forti ricadute sulla pratica clinica, grazie alla chiarezza delle raccomandazioni ivi contenuti e alla precisione dei riferimenti bibliografici utilizzati.
Altro elemento di interesse è il fatto che le presenti “Raccomandazioni” siano state prodotte congiuntamente da
due categorie di professionisti, pneumologi e fisioterapisti, che hanno imparato a collaborare strettamente e direttamente, senza necessità di mediazioni; questo è stato
possibile grazie allo sviluppo delle competenze specialistiche in ambito respiratorio da parte dei fisioterapisti di
ARIR e dello sviluppo di una spiccata sensibilità riabilitativa da parte degli pneumologi di AIPO. Assistiamo ad un
esempio ammirevole di collaborazione interprofessionale
che ci si augura possa essere emulato a breve in altri ambiti di intervento della fisioterapia al fine di supportare la
predisposizione di modelli organizzativi di risposta ai bisogni dei cittadini snelli ed efficaci.
Scrivere “raccomandazioni”, poi, significa anche delineare
il quadro di conoscenze e competenze che i professionisti
devono avere per poter occuparsi di un determinato problema di salute. Quello che è emerge dalla lettura del documento è una ulteriore conferma di quanto AIFI, ARIR ed
altre società scientifiche stanno dicendo da tempo: la
complessità e vastità dei campi di intervento del fisioterapista richiedono due interventi urgenti, un aumento della
durata della formazione di base e la definizione di percorsi di formazione specialistica che consentano di mettere a
disposizione di una larga parte della popolazione quelle
competenze che sono realmente in grado di rispondere ai
bisogni di salute.
L’augurio è che il presente documento possa diventare
punto di riferimento per l’organizzazione delle attività di
pneumologia riabilitativa e per la formazione dei professionisti in esse impegnati al fine ultimo di contribuire a
migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità
respiratorie.
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
13
lavoro originale
Raccomandazioni italiane sulla Pneumologia Riabilitativa.
Evidenze scientifiche e messaggi clinico-pratici.
Ernesto Crisafulli, MD PhD
Struttura Complessa di Pneumologia-UTIR, Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare, Azienda Ospedaliera “Carlo Poma”, Mantova
Francesco D’Abrosca, FT MSc
Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano
Oriana Delicati, MD
UO Fisiopatologia Respiratoria ASS 2 “Isontina”, Gorizia
Giuseppe Gaudiello, FT
UO di Pneumologia Riabilitativa, Fondazione Salvatore Maugeri IRCCS, Istituto Scientifico di Milano Camaldoli, Milano
Franco Pasqua, MD
UO Pneumologia Riabilitativa, Casa di Cura Villa delle Querce, Nemi (RM)
Elisabetta Zampogna, FT MSc
UO di Pneumologia Riabilitativa, Fondazione Salvatore Maugeri IRCCS, Istituto Scientifico di Tradate (VA)
Marta Lazzeri, FT
Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare, Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda, Milano
Bruno Balbi, MD
UO di Pneumologia Riabilitativa, Fondazione Salvatore Maugeri IRCCS, Istituto Scientifico di Veruno (NO)
a nome del Gruppo di Studio “Pneumologia Riabilitativa e Assistenza Domiciliare” dell’AIPO (Associazione Italiana Pneumologi
Ospedalieri) e di ARIR (Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria)
Riassunto
Questo documento, prodotto da un gruppo di esperti del GDS AIPO
“Pneumologia Riabilitativa e cure domiciliari” non costituisce una
Linea Guida, né un Documento di consenso e neppure la versione
italiana dello statement licenziato nel 2013 dalle due principali società scientifiche di ambito pneumologico, ATS ed ERS, a cui comunque chiaramente si ispira. Rappresenta invece l’aggiornamento del precedente, prodotto nel 2007, e nasce dalla consapevolezza che in questi 8 anni molti passi avanti sono stati compiuti in vari
settori della Pneumologia Riabilitativa. In particolare la letteratura,
oltre a confermarne l’efficacia nel migliorare i sintomi, la tolleranza
all’esercizio fisico e la qualità della vita, ha dimostrato anche la
capacità di ridurre le esacerbazioni e le ospedalizzazioni e quindi il
consumo di risorse sanitarie. Inoltre il miglioramento delle nostre
conoscenze sulla fisiopatologia delle malattie respiratorie croniche
ha contribuito a estenderne l’applicazione anche a patologie diverse dalla BPCO. Considerando poi che l’allenamento all’esercizio fisico rappresenta la pietra angolare di qualsiasi programma riabilitativo, ampio spazio viene concesso alle modalità ed alle strategie
utili alla sua ottimizzazione. In conclusione lo scopo è quello di fornire, a chi inizia ad occuparsi di riabilitazione polmonare ed ai col-
leghi che già la praticano, raccomandazioni e consigli provenienti
dall’esperienza e dalla letteratura. Una bibliografia aggiornata consentirà poi di approfondire gli argomenti di maggior interesse per
ciascuno.
Summary
This document, produced by a group of experts of “Rehabilitation
and Chronic Care Study Group, Italian Association of Hospital Pulmonologists (AIPO)”, is not a guideline, not a consensus document
and even the Italian version of the statement dismissed in 2013 by
the two main scientific societies in the field of pneumology, ATS
and ERS, which is still clearly inspired. It represents the update of
the previous, product in 2007, and comes from the awareness that
in these eight years much progress has been made in various areas of the Pulmonary Rehabilitation. In particular the literature, as
well as confirm its effectiveness in improving symptoms, exercise
tolerance and quality of life, has shown the ability to reduce exacerbations and hospitalizations and therefore the consumption of
health care resources. Furthermore, the improvement of our
knowledge on the pathophysiology of chronic respiratory diseases
contributed to extend its application also to diseases other than
CORRISPONDENZA
PAROLE CHIAVE
KEYWORDS
Bruno Balbi
[email protected]
Riabilitazione pneumologica,
patologie respiratorie, esercizio fisico,
clearence delle vie aeree, educazione.
Pulmonary rehabilitation,
respiratory disease, exercise training,
airways clearence, education.
14
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
COPD. Considering then that the training
exercise is the cornerstone of any rehabilitation program, wide space is given to the
methods and strategies helpful to its optimization. In conclusion, our aim is to provide those who began to work on pulmonary rehabilitation and colleagues which
already do it, recommendations and advice from experience and from the literature. An updated bibliography will then explore the topics of most interest to each.
Introduzione
Il Gruppo di Studio “Pneumologia Riabilitativa e Assistenza Domiciliare”
ha deciso di affidare a un gruppo di
esperti il compito di produrre un documento sulla Pneumologia Riabilitativa (PR) con un duplice obiettivo.
Da un lato rivedere criticamente il
documento ATS/ERS [1] recentemente licenziato dalle due Società Scientifiche maggiori al mondo in campo
Pneumologico. Dall’altro di fornire ai
Pneumologi Italiani alcuni messaggi
concreti di stampo clinico-pratico.
Nel linguaggio degli “evidenziologi”
o meglio dei metodologi delle evidenze scientifiche, questo documento quindi non vuole essere una Linea
Guida, un Documento di Consenso,
né tantomeno la traduzione in Italiano delle Linee Guida ATS/ERS [1].
Si tratta di considerazioni, raccomandazioni, consigli che come Pneumologi e Fisioterapisti che praticano
la PR da tanti anni ci sentiamo di indirizzare a tutti i lettori della Rassegna, sia a colleghi che già praticano
la PR sia a chi desidera accostarsi
per la prima volta a questa branca
della Pneumologia. In tal senso quella che segue non vuole essere una
trattazione esaustiva di tutti gli argomenti connessi alla PR, ma un focus
su alcuni punti principali e comunque fondamentali per comprendere e
se possibile praticare la PR.
Definizione e scopi
La Pneumologia Riabilitativa (PR)
rappresenta quel settore della scienza medica pneumologica che si occupa delle problematiche inerenti alla
disabilità fisica e psicologica di pa-
Tabella 1 Componenti della disabilità respiratoria che pongono indicazione alla PR.
> Dispnea o fatica muscolare condizionanti le attività regolari della vita quotidiana
> Ridotta qualità di vita
> Riduzione dello stato funzionale
> Ridotta partecipazione ad attività lavorative
> Difficoltà di gestione della terapia medica
> Problematiche psicosociali legate alla patologia respiratoria di base
> Malnutrizione
> Incremento dell’utilizzo di risorse mediche (frequenti riacutizzazioni e/o ricoveri, numerosi
accessi al pronto soccorso, necessità frequente di visite mediche)
> Anomalie degli scambi gassosi
zienti affetti da patologie respiratorie
post-acute o croniche. La disabilità
respiratoria a sua volta può essere
causata da multiple condizioni e presentare sintomi che si manifestano
acutamente (es. nel corso di una riacutizzazione di Broncopneumopatia
Cronica Ostruttiva-BPCO) e/o cronicamente (es. nello sviluppo lento e
progressivo di dispnea da sforzo condizionante altrettanto progressiva riduzione della capacità all’esercizio
fisico). La Tabella 1 riepiloga le componenti della disabilità che pongono
indicazione alla PR.
La PR ha lo scopo di ridurre l’impatto della disabilità respiratoria attraverso un programma multidisciplinare di cure mirato a ottimizzare la condizione fisica del paziente e migliorare i sintomi, la qualità della vita personale e la partecipazione alle attività sociali. La PR si avvale di un approccio globale all’interno di percorsi assistenziali appropriati, ben definiti e pone le proprie basi su evidenze scientifiche, ormai consolidate
negli anni. Le strategie attualmente
impiegate nei programmi di PR sono
pertanto da considerare a tutti gli effetti parte integrante ed essenziale
nella terapia del paziente respiratorio. Ogni percorso riabilitativo è
messo in atto da un team multidisciplinare di più professionisti e costituito dal medico pneumologo, dal fisioterapista con competenze specialistiche accreditate, dall’infermiere,
dallo psicologo, dal dietologo, dal
logopedista, dal terapista occupazionale e da assistenti sociali o altre figure con competenze di riferimento.
Scopo fondamentale di ogni programma riabilitativo è quindi la valutazione
dei bisogni individuali e delle caratteristiche funzionali del singolo paziente, con l’obiettivo di personalizzare ogni trattamento e finalizzare gli
interventi; obiettivo finale sarà pertanto il miglioramento dei sintomi
respiratori (dispnea e fatica muscolare), l’ottimizzazione delle capacità
fisiche e psicologiche, nonché l’incremento dell’aderenza e della partecipazione al trattamento individuale.
Selezione dei pazienti
Sebbene i pazienti con patologia respiratoria cronica in fase avanzata e
con livelli di disabilità grave siano i
maggiori beneficiari del trattamento
riabilitativo, è comprovato che qualunque livello di disabilità iniziale,
nonché qualunque età o qualunque
comorbidità coesistente alla pneumopatia di base non condizionano il
potenziale beneficio post-riabilitativo
dei pazienti cronici [2,3]. La Tabella 2
elenca le patologie e condizioni cliniche che presentano indicazione alla PR. La complessità del paziente
anziano con più co-patologie non
dovrebbe essere pertanto un elemento escludente la possibilità di
attivare un percorso di PR [2,3]. Allo
stesso modo, mentre la più frequente indicazione alla PR è data dallo
sviluppo progressivo di disabilità respiratoria pur in presenza di un quadro clinico stabile, esistono recenti
evidenze della efficacia della PR anche in pazienti acuti, quindi non ancora completamente stabili [4].
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
15
Tabella 2 Malattie e condizioni cliniche che presentano indicazione alla PR.
> Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO)
> Asma bronchiale
> Fibrosi Cistica
> Bronchiettasie
> Insufficienza Respiratoria Cronica da qualsiasi causa
> Insufficienza Respiratoria Acuta su Cronica
> Interstiziopatie Polmonari
> Ipertensione Polmonare
> Neoplasie polmonari
> Interventi di chirurgia toracica ed addominale
> Trapianto Polmonare
> Disturbi Respiratori del Sonno
> Pazienti con svezzamento prolungato dalla ventilazione meccanica
> Malattie neuromuscolari*
* La PR nelle malattie neuromuscolari non è trattata estesamente in questo documento.
Sono sviluppati gli argomenti relativi alla disostruzione bronchiale in quanto peculiari della PR in questi
pazienti. Rimandiamo a documenti specifici sull'argomento di AIPO e di altre Società Internazionali.
Nel caso del paziente affetto da BPCO
in fase di riacutizzazione si raccomanda l’arruolamento precoce in un
programma di PR, al fine di ridurre il
conseguente peggioramento funzionale e l’impatto che questo genera
sulla percezione del paziente [5]. Un
ciclo riabilitativo effettuato nella fase
immediatamente successiva ad una
riacutizzazione si è dimostrato in
grado di ridurre il rischio di recidive
[6]. È inoltre ampiamente dimostrato
che programmi di riabilitazione precoce dopo riacutizzazione, anche domiciliare, migliorano la tolleranza allo
sforzo, la forza muscolare, gli indici
di dispnea, la qualità di vita e riducono il numero di riacutizzazioni [7,8].
Inerente ad altre patologie respiratorie, è ormai noto che la partecipazione a programmi di PR può fornire un
valido supporto alla gestione delle
cure.
Il progressivo allungamento della vita media ed il conseguente emergere
di multiple comorbilità nella popolazione di pazienti sottoposti a PR, associato alla estensione delle indicazioni alla PR, sono fattori che richiedono sempre di più una maggiore
integrazione di conoscenze e competenze specialistiche (es. Cardiologiche, Neurologiche, Fisiatriche) all’in16
terno del Team Riabilitativo. A nostro
avviso questo processo è da un lato
virtuoso per il paziente, che deve sempre essere al centro del programma
riabilitativo, dall’altro ha prestato il
fianco ad interpretazioni “generalistiche-fisiatriche” della PR, tendenti a
sminuire le caratteristiche specialistiche della riabilitazione del malato
con “disabilità respiratoria”. Su questo aspetto, che ovviamente esula dalla presente trattazione, tutti noi ribadiamo con forza e tenacia la nostra
convinzione che la PR è parte integrante della Pneumologia (In Italia e
nel Mondo) e che quindi va pensata,
gestita ed attuata in prima persona
dai Pneumologi e dai Professionisti
Sanitari con esperienza documentata
nel campo delle malattie respiratorie.
Allenamento muscolare
e strategie terapeutiche
È ormai noto che i pazienti affetti da
patologie respiratorie croniche sono
fisicamente meno attivi dei coetanei
sani [9,10], presentando una riduzione di massa e funzione della muscolatura, in particolare a carico degli
arti inferiori [11,12]. È inoltre documentato in pazienti con problemati-
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
che respiratore croniche il muscolo
scheletrico presenta progressive alterazioni funzionali (riduzione di forza e resistenza) e strutturali (qualità
delle fibre, densità capillare e capacità metabolica) legate non solo
all’immobilità ma, almeno per la
BPCO, connesse anche allo stato infiammatorio cronico che induce
un’importante riduzione della capacità ossidativa [13] e una prevalenza
dei processi catabolici [14]. L’allenamento all’esercizio fisico è in grado
di rallentare se non addirittura invertire tali processi, rappresentando
l’intervento più efficace per migliorare la funzione muscolare nei pazienti
con BPCO [15], pur senza modificare
la funzione respiratoria basale
[16,17]; studi recenti tuttavia suggeriscono un potenziale effetto protettivo dell’allenamento muscolare anche sulla funzione respiratoria nello
specifico misurata nello specifico dal
declino del volume espiratorio forzato nel 1° secondo (FEV1) [18].
Gli effetti fisiologici dell’allenamento
muscolare rappresentano quindi il
miglioramento della capacità ossidativa del muscolo, dell’efficienza della
contrazione e della funzione cardiovascolare[19,20], il miglioramento
della cinetica del consumo di ossigeno (V’O2) nella fase di recupero [21],
la riduzione del livello dei lattati prodotti a parità di esercizio e della quota di anidride carbonica (CO2) nonmetabolica generata dal sistema dei
bicarbonati per tamponarne gli effetti sul pH ematico [22,23]. Questi ultimi elementi sono responsabili della
regolazione della ventilazione durante esercizio: la minore produzione di
acido lattico corrisponde a minore
richiesta ventilatoria a parità di sforzo, che, in associazione a un’efficace
broncodilatazione, permette di ridurre la frequenza respiratoria e lo sviluppo di iperinflazione dinamica e di
dispnea durante esercizio fisico
[24,25]. Tutto ciò ha risvolti positivi
sulle attività e sulla partecipazione:
migliorando la capacità di esercizio e
di svolgere le attività della vita quotidiana (activity daily life-ADL), la qualità di vita in relazione alla salute
(HRQoL) riducendo il declino funzionale dopo riacutizzazione [26-28], il
rischio di riammissioni ospedaliere e
la mortalità per tutte le cause [29].
Tra i benefici sono segnalati anche la
riduzione dei disturbi dell’umore,
dell’impatto emotivo dei sintomi, in
associazione ad effetti positivi sulla
motivazione, tutti elementi che rappresentano condizioni essenziali per
l’aderenza alla prescrizione di esercizio dopo il programma di riabilitazione [30,31]. Studi osservazionali indicano che se l’attività fisica viene praticata in modo regolare dopo il programma di riabilitazione, diminuisce
in modo sensibile il rischio di ospedalizzazione, la mortalità e il declino
della funzione polmonare, anche se
vi è ancora molto da capire su quali
siano i fattori e le strategie più influenti nel determinare l’aderenza alla prescrizione di attività fisica regolare [32].
I principi su cui si basa l’allenamento
nel paziente con patologia respiratoria sono gli stessi validi per qualsiasi
individuo sano. Per modificare la tolleranza allo sforzo fisico, il carico di
lavoro (intensità) deve essere adattato alle caratteristiche del soggetto
(allenamento individualizzato), deve
superare quello delle attività normalmente svolte (sovraccarico) durante la vita quotidiana (specificità)
e aumentare gradualmente in base ai
progressi ottenuti (progressione), tenendo conto dei tempi di recupero
necessari per permettere le risposte
fisiologiche all’allenamento (recupero e adattamento); nel caso non si
mantenga un adeguato e costante livello di attività fisica dopo l’allenamento, il sistema ritornerà gradualmente verso i valori basali precedenti l’allenamento (reversibilità) [33].
La prescrizione dell’esercizio aerobico
si basa sulle raccomandazioni dell’American College of Sport Medicine
sulla Frequenza, Intensità, Tempo e
Tipo (FITT) [34]. La frequenza delle
sessioni va da tre a cinque volte/settimana. Per essere efficaci, i programmi di allenamento dovrebbero essere protratti tra le 6 e le 12 settimane,
se si prevedono almeno 3 sedute settimanali, o comunque non meno di
12 sedute supervisionate. Il minimo
raccomandato è di due sedute settimanali, con supervisione di un fisioterapista esperto, e l’aggiunta di una
terza sessione di allenamento, che
Figura 1 Modalità di allenamento.
può essere svolta in autonomia. In
ogni caso, a programmi di maggiore
durata corrispondono maggiori effetti allenanti [1].
L’intensità di esercizio deve essere
adattata in base alle caratteristiche
individuali e alla sintomatologia prevalente: benefici clinici significativi
derivano da allenamenti sia a basse
che ad alte intensità, anche se queste ultime sono in grado di apportare
benefici fisiologici maggiori. Per alte
intensità s’intendono carichi di lavoro che superano il 60% della capacità
massima dell’individuo (rilevata con
un test da sforzo cardio-polmonare o
desunta dai test da campo) per un
tempo variabile tra 20 e 60 minuti
per seduta [34] o che generino dispnea moderata/severa (livello 4-6
della scala di Borg CR-10) o fatica
muscolare moderatamente intensa
(livello 12-14 della scala di Borg
RPE) [35].
La Figura 1 illustra alcune tra le più
rappresentative modalità di allenamento della PR.
Modalità di allenamento
L’endurance training, eseguito con cicloergometro o con il cammino, rappresenta la modalità di allenamento
più utilizzata [1]. I cicloergometri of-
frono indubbi vantaggi nella gestione di carichi molto bassi permettendo un miglior controllo della desaturazione da sforzo e del monitoraggio
dei parametri clinici [36]. Tuttavia, la
letteratura recente riconosce sempre
più nel cammino, su treadmill o libero, una strategia più semplice da
prescrivere, economica e che meglio
si adatta alle esigenze della vita quotidiana e alle scarse risorse economiche e strumentali [37]; inoltre l’allenamento con cammino sembra correlare con una miglior aderenza alla
prescrizione di attività fisica dopo la
riabilitazione.
Nell’ambito del cammino, due studi
randomizzati e controllati [37,38]
hanno dimostrato che l’allenamento
per mezzo del Nordic Walking, una
modalità di cammino particolarmente vigorosa, è sostenibile anche per
pazienti BPCO severi e molto severi,
portando significativi e durevoli miglioramenti rispetto all’allenamento
su cicloergometro. Attraverso tale
modalità, è inoltre dimostrato [38]
un mantenimento dei vantaggi anche lungo termine, grazie alla riduzione della sintomatologia, al cambiamento negli stili e nei livelli di attività fisica quotidiana.
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
17
Allenamento alla forza
Sebbene l’allenamento aerobico degli arti inferiori sia il più indicato e
comunemente utilizzato in PR, è necessario considerare anche la componente anaerobica. Infatti, la debolezza e l’ipotrofismo dei muscoli
scheletrici, che sono tra le più comuni condizioni cliniche concomitanti
nel paziente BPCO [39], contribuiscono ad aumentare i sintomi e l'intolleranza all'esercizio fisico, correlando con la peggior prognosi [40],
maggior utilizzo di risorse sanitarie
[41] oltre che predisporre il paziente
a rischio di cadute [42,43]. L’allenamento alla forza è più efficace nell’aumentare la massa e la forza muscolare rispetto a quello aerobico a
carico costante [44] ed è meglio tollerato di quest’ultimo poiché associato a minor sensazione di dispnea
durante esercizio [45]. Inoltre aiuta a
contrastare gli effetti della demineralizzazione ossea riscontrabile in gran
parte dei soggetti con BPCO a causa
dell’età e delle cure farmacologiche
[46,47].
Allenamento degli arti
superiori
Molte delle attività della vita quotidiana (vestirsi, lavarsi, rassettare la
casa, ecc.) sono caratterizzate dall’utilizzo degli arti superiori e possono
essere causa di fatica e aumento della dispnea per chi soffre di patologie
respiratorie croniche. Gli studi indicano che l’allenamento (aerobico e
di forza) degli arti superiori è in grado
di migliorarne la funzione [48], la capacità di eseguire compiti specifici
Raccomandazioni per Allenamento Muscolare: Esistono solide
evidenze sui benefici inerenti l’allenamento degli arti superiori e
inferiori in pazienti con BPCO; tali
forme di allenamento dovrebbero
essere sempre comprese in ogni
programma riabilitativo. Le modalità di allenamento aerobico più
utilizzate sono quelle che prevedono un carico di lavoro costante e
tempo variabile (o tempo costante e carico variabile), impostate in
base alla tolleranza del paziente.
18
con minore percezione di fatica [49]
anche se vi sono evidenze contrastanti
che questo si traduca in minor dispnea
durante le attività della vita quotidiana o migliore qualità di vita [50].
Strategie alternative
di allenamento
Sono utilizzate con l’obiettivo di ottimizzare i benefici di un allenamento
ad alta intensità limitando l’insorgenza dei sintomi limitanti. Negli ultimi anni sono state suggerite alcune
modalità di allenamento alternative
a quelle classiche già descritte. Si tratta solitamente di proposte ed idee in
cui alcuni Autori hanno dimostrato
un effetto positivo di alcune nuove
modalità, anche se è implicito che
tali osservazioni debbano essere replicate e confermate su larga scala.
Interval training (IT): alterna brevi periodi di carico intenso o massimale,
a periodi di carico inferiore o di non
carico, fino al raggiungimento del
volume di esercizio desiderato. Permette di sottoporre il muscolo periferico a carichi intensi, massimizzando lo stimolo allenante, senza sovraccaricare il sistema cardio-respiratorio [51]. È indicato anche per pazienti con ostruzione severa e gravi
limitazioni ventilatorie e può essere
un’ottima strategia per impostare un
programma intensivo, fin dalle fasi
di decondizionamento più grave [52],
per favorire la motivazione e l’aderenza al programma [53,54]. L’allenamento sinusoidale è una variazione sul
tema dell’interval training che sfrutta
al meglio la più lenta risposta di
adattamento al carico che caratterizza i soggetti decondizionati. Le variazioni di carico sono graduali e non
improvvise, raggiungono picchi elevati (120% del massimale), con cicli
di non più di 60 secondi, in modo da
non arrivare mai a livelli di risposta
“critici” per il sistema cardio-respiratorio. Gli autori di un recente studio
indicano questa strategia come valida alternativa per evitare di raggiungere il limite ventilatorio durante
l’allenamento dei pazienti più compromessi [55].
Non Linear Periodized Exercise training
(NLPE): integra le componenti di en-
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
durance e forza modificando frequentemente e in modo non lineare
intensità, durata, volume e tipo di
esercizio in base alle risposte del paziente. I programma varia nel tempo
alternando periodi di esercizio ad alto volume e bassa intensità e viceversa con i necessari periodi di riposo attivo, agendo sullo stesso tipo di
metabolismo [56]. I risultati di un
recente studio randomizzato, condotto su 110 soggetti BPCO, dimostrano che l’NLPE è più efficace del
classico allenamento progressivo nel
migliorare l’endurance di esercizio di
cyclette e la HRQoL. La flessibilità di
tale approccio permette una reale individualizzazione del programma,
ma evidenzia la necessità di setting e
tempi adeguati, con supervisione e
monitoraggio costanti [57].
Allenamento su pedana vibrante: le prime
esperienze riportate in letteratura indicano che la vibrazione applicata a
tutto il corpo determina effetti allenanti per i muscoli periferici simili
all’allenamento tradizionale in riferimento a capacità di esercizio, forza e
qualità di vita [58]. Studi più recenti
riportano che l’allenamento vibratorio in aggiunta al programma tradizionale può aumentarne gli effetti
sulla capacità aerobica e sulla funzione, ma senza un significativo aumento della forza [59,60].
L’allenamento in acqua sembra offrire
alcuni vantaggi rispetto a quello
classico per selezionati gruppi di pazienti BPCO con comorbilità muscoloscheletriche, neurologiche, vascolari periferiche e ponderali [61,62].
Allenamento mediante “T’ai Chi”: è documentato che tale disciplina possa essere utilizzata come strategia alternativa di allenamento per pazienti
BPCO, avendo dimostrato efficacia
nel migliorare la forza del quadricipite, l’equilibrio, la capacità di esercizio ai test del cammino incrementali
e di resistenza, lo stato di salute e
l’umore [63]. Viene indicata anche
come ottima strategia per il mantenimento dei risultati al domicilio,
non richiedendo strumentazioni specifiche ed essendo adattabile a tutte
le condizioni ambientali [64].
Raccomandazioni per la scelta
della strategia di allenamento:
Deve essere valutata in base alle
condizioni fisiche e alle preferenze
del paziente, tenendo conto che le
modalità intervallari e modulate
richiedono maggiore assistenza e
un monitoraggio costante.
Strategie di ottimizzazione
dell’allenamento
Utilizzo di broncodilatatori
Una buona broncodilatazione, effettuata con ß2-agonisti e/o con anticolinergici [65] in particolare per i soggetti che sviluppano iperinflazione
dinamica, sposta il limite di tolleranza all’esercizio dalla sensazione di
dispnea alla fatica muscolare, permettendo di allenare il paziente a carichi di lavoro ottimali per il muscolo
periferico [66,67]. L’associazione di
corticosteroidi per inalazione non
sembra fornire benefici aggiuntivi
per questo scopo [68].
Utilizzo di anabolizzanti
La somministrazione di sostanze
anabolizzanti, al fine di favorire e accelerare le modificazioni biochimiche e morfologiche che normalmente avvengono in risposta allo stimolo
allenante, non è attualmente indicata come terapia routinaria nei programmi di PR [1].
Utilizzo di ossigeno e miscele di gas
La supplementazione di ossigeno
durante esercizio fisico è una delle
strategie più utilizzate per contrastare
la desaturazione da sforzo, poiché in
grado di migliorare l’ossigenazione
del muscolo periferico, la dispnea e
quindi la capacità di esercizio [69-71].
In pazienti BPCO ipossiemici in ossigenoterapia a lungo termine (OTLT)
la somministrazione di ossigeno può
aiutare a sostenere intensità di lavoro più elevate, riducendo in alcuni
casi la sensazione di dispnea [72].
L’uso estensivo dell’ossigeno nei pazienti BPCO e nei casi in cui vi è minima desaturazione e non è indicata
la OTLT, è controverso [73]. Al momento non vi sono evidenze a supporto dell’utilizzo di ossigeno per in-
crementare la performance in soggetti non desaturanti [74]. In ogni
caso è opportuno valutare la risposta
individuale all’aggiunta di ossigeno
durante i test di tolleranza all’esercizio [75]. Le evidenze disponibili sulla
somministrazione di miscele di elioaria, ed elio-iperossiche durante l’allenamento sono contrastanti e rimangono forti dubbi rispetto al rapporto costo-beneficio [76,77]: non è
pertanto possibile allo stato attuale
elaborare raccomandazioni pratiche
in merito.
Utilizzo della ventilazione meccanica
non invasiva (VMNI)
L’applicazione della ventilazione
meccanica non invasiva durante l’esercizio è in grado di supportare il
lavoro dei muscoli respiratori e quindi ridurre il lavoro respiratorio durante esercizio nei pazienti BPCO.
Una revisione sistematica [78] ha dimostrato che l’utilizzo di VMNI è in
grado di potenziare gli effetti dell’allenamento, poiché sgrava il lavoro
dei muscoli respiratori, spostando il
limite di tolleranza dalla dispnea alla
fatica muscolare. Anche l’utilizzo di
VMNI nelle sole ore notturne, in associazione al programma di riabilitazione diurno, si è dimostrato efficace
nel migliorare la tolleranza all’esercizio fisico e la qualità di vita, poiché
permette il riposo dei muscoli respiratori durante il sonno [79,80].
Raccomandazioni per strategie
di ottimizzazione dell’allenamento: Nonostante l’utilizzo di
farmaci broncodilatatori e di ossigeno durante le sedute di allenamento permettano di migliorare il
sintomo dispnea e di evitare le
desaturazioni esercizio-indotte,
non esistono al momento, come
per l’utilizzo di anabolizzanti, di
elio, e della VMNI evidenze scientifiche che tali supporti promuovano l’allenamento muscolare ed
i benefici a lungo termine. Non è
possibile pertanto fornire al momento indicazioni pratiche e di
raccomandarne l’applicazione
estensiva nei programmi di riabilitazione.
Strategie di respiro
Adottare strategie che permettono di
controllare il respiro perché sia più
lento e profondo anche durante esercizio ad intensità submassimali, può
ridurre l’iperinflazione dinamica, migliorare la capacità di esercizio, il
pattern respiratorio e gli scambi gassosi [81]. La modalità di respiro a
labbra socchiuse, la respirazione Yoga, il feedback tramite programmi
computerizzati, sono indicate dagli
esperti come efficaci, ma non vi sono
sufficienti evidenze per formulare
raccomandazioni definitive [82]
Ausili per la deambulazione
L’uso di deambulatori, in particolare
in pazienti anziani e in pazienti molto limitati dalla dispnea, può essere
efficace nel ridurre i sintomi e migliorare la funzione deambulatoria in
pazienti BPCO [83,84], poiché l’appoggio anteriore degli arti superiori
facilita il lavoro dei muscoli respiratori e aumenta la massima ventilazione volontaria [85]. Il deambulatore, inoltre, permette l’eventuale trasporto di dispositivi portatili per
l’ossigenoterapia (stroller) e/o per la
ventilazione meccanica e garantisce
un sedile sempre disponibile, rendendo possibile lo spostamento del
paziente senza carichi aggiuntivi.
Allenamento dei muscoli
respiratori
Anche il diaframma ed i muscoli della respirazione possono essere interessati da alterazioni a causa della
patologia polmonare, contribuendo
allo sviluppo di ipercapnia, dispnea
e riduzione della capacità di camminare [86]. Programmi di allenamento
che interessino i muscoli inspiratori
sembrano avere maggiore effetto rispetto a quelli interessanti i muscoli
espiratori, migliorando la forza e la
resistenza muscolare e riducendo la
percezione di dispnea [87]; evidenze
emergenti sull’allenamento dei muscoli inspiratori confermerebbero effetti positivi anche sulla capacità di
esercizio e sulla qualità di vita [88].
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
19
Stimolazione elettrica
neuromuscolare (NMES)
La stimolazione elettrica del muscolo periferico si è dimostrata efficace
nel migliorare la forza muscolare del
quadricipite [89,90] ma con effetti
metabolici significativamente inferiori a una seduta di rinforzo muscolare contro resistenza [91]. Per questo motivo è indicata come strategia
aggiuntiva per pazienti con decondizionamento severo o allettati [92].
Sebbene ancora poco utilizzata nella
pratica clinica [93], la NMES dovrebbe essere inclusa tra le strategie di
ricondizionamento allo sforzo nella
riabilitazione precoce del paziente
ospedalizzato in fase acuta.
Riabilitazione nel
paziente critico
I progressi nelle possibilità di cura e
assistenza al paziente respiratorio
critico ne hanno migliorato la sopravvivenza, anche in caso di patologie respiratorie molto gravi come
l’ARDS [94-96]. Una sopravvivenza
che spesso di associa a decondizionamento fisico, alterazioni funzionali
e scarsa qualità di vita dopo la dimissione dalla terapia intensiva [97],
con la necessità di interventi riabilitativi che si protraggono anche dopo
il periodo di ricovero ospedaliero,
costi sanitari e sociali molto elevati.
Le recenti evidenze depongono a favore di un intervento riabilitativo che
inizi già nella fase acuta in ambiente
intensivo e che coinvolga tutto il team interdisciplinare [98-101]. Tale
intervento è volto alla valutazione e
alla prevenzione del decondizionamento fisico e del declino funzionale
durante la permanenza in terapia intensiva [102,103].
I punti cardine dell’intervento sono
la mobilizzazione precoce e la ripresa
dell’attività fisica non appena le condizioni cliniche lo permettono. Esistono diversi protocolli che attraverso un’attenta valutazione ed un costante monitoraggio dello stato cardio-respiratorio e neurologico, del
livello di cooperazione e dello stato
funzionale del paziente (della riserva
cardiorespiratoria, della forza mu20
scolare, dell’articolarità, ecc.), permettono la tempestività e la progressione degli interventi, garantendo la
sicurezza del paziente [98,103].
La valutazione e il trattamento riabilitativo del paziente critico con insufficienza respiratoria acuta verte su
due fronti principali: il decondizionamento fisico – con la debolezza muscolare, la rigidità articolare, la riduzione della capacità di esercizio e
l’immobilità – e la funzione respiratoria – con le problematiche relative
alla gestione delle secrezioni, la prevenzione/trattamento delle atelettasie e la debolezza dei muscoli respiratori. Gli obiettivi realisticamente
basati sulle evidenze disponibili sono quindi: il ricondizionamento fisico e lo svezzamento dalla ventilazione meccanica [104].
In base allo stato di coscienza e alla
collaborazione offerta dal paziente,
le strategie di mobilizzazione precoce seguono lo schema tipico dei trasferimenti che fanno parte delle attività essenziali della vita quotidiana:
spostamenti nel letto (rotolamento),
passaggio alla posizione seduta a
bordo letto, trasferimento dal letto
alla sedia, alla stazione eretta, cammino sul posto e deambulazione con
supporto e, infine, autonoma [98,105].
Fin dalle prime fasi, anche per i pazienti in stato di incoscienza, è indicato il posizionamento precoce in
posizione seduta o semiseduta, anche se sono necessari supporti ed
adattamenti: tali posture offrono una
serie di vantaggi (fisiologici e psicologici) e sono utili per prevenire le
complicanze respiratorie e cardiovascolari dovute al prolungato allettamento. Assumere precocemente tali
posture non genera variazioni, a livello respiratorio ed emodinamico,
rischiose per la sicurezza del paziente
ventilato e sono essenziali nel processo di svezzamento dalla ventilazione [106]. Quando questo non è
possibile, è opportuno comunque
effettuare frequenti cambi di postura
(alternanza dei decubiti laterali) al
fine di prevenire complicanze cardiorespiratorie, muscolo-scheletriche,
articolari e dei tessuti molli, lesioni
nervose e cutanee.
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
Oltre agli interventi fisioterapici classicamente indicati per il paziente allettato (mobilizzazione articolare e
allungamenti muscolo-tendinei), sono oggi disponibili strumenti che
possono essere utilizzati in tutta sicurezza senza necessità di collaborazione attiva del paziente e senza interferire con la sedazione o altri presidi terapeutici [107-109]. Letti e
macchinari che permettono la mobilizzazione continua passiva (continuous passive motion – CPM) hanno dimostrato essere una valida ed efficace alternativa per prevenire contratture, atrofia e perdita di proteine dei
muscoli dei pazienti allettati [108110]. Inerente agli interventi fisioterapici in pazienti critici la letteratura,
ancora limitata a esperienze di singoli centri, ha dimostrato che è possibile applicare, in tutta sicurezza,
programmi di riabilitazione specifici
per questa categoria di pazienti particolarmente complessi [111-113]. I
benefici riportati sono: la diminuzione della sensazione di dispnea, il miglioramento degli scambi gassosi,
della forza dei muscoli periferici e
respiratori, della tolleranza all’esercizio fisico, della capacità di svolgere
le attività della vita quotidiana; la riduzione dei tempi di ricovero e di
svezzamento dalla ventilazione meccanica [113-115].
Anche la sola mobilizzazione, come
appena descritta, in pazienti con insufficienza respiratoria acuta è in
grado di ridurre il tempo di permanenza in terapia intensiva e, in generale, dei giorni di ricovero ospedaliero. Diversi studi dimostrano che l’aggiunta di attività di tipo aerobico e di
rinforzo muscolare, sia per gli arti inferiori sia di quelli superiori, favorisce un più rapido recupero della funzione e della distanza percorsa al Six
Minute Walking Test (6MWT), una riduzione dei giorni di dipendenza dal
ventilatore meccanico e una minor
incidenza del delirium [116-118].
L’inclusione di attività per gli arti superiori, in particolare dopo lo svezzamento dalla ventilazione meccanica,
sembra contribuire a migliorare la
tolleranza all’esercizio fisico ed essere associata a minor dispnea [119].
Alcuni autori hanno indagato l’utilizzo di cicloergometri a motore adattabili al letto, sottoponendo precocemente il paziente critico a un’attività
fisica passiva e prolungata, rigorosamente monitorata e modificabile in
base alle risposte fisiologiche osservate. I risultati indicano che si tratta
di un intervento sicuro, che non crea
alterazioni emodinamiche, respiratorie e metaboliche rischiose, che aggiunto alla fisioterapia standard è in
grado di velocizzare il recupero funzionale e della capacità di esercizio
rispetto alla sola mobilizzazione
[120,121].
La stimolazione elettrica neuromuscolare (NMES) è stata indicata per
prevenire l’atrofia muscolare da disuso: applicata a pazienti ventilati
meccanicamente e sedati si è dimostrata efficace nel ridurre l’atrofia
muscolare e l’incidenza di polineuropatia (critical illness neuropathy,
CIP). Inoltre, se utilizzata in associazione alla mobilizzazione attiva degli
arti inferiori, è in grado di rendere
più rapido il recupero della forza muscolare e il passaggio dal letto alla
sedia [122-124]. Una quota di pazienti con insufficienza respiratoria
acuta incontra difficoltà di svezzamento dalla ventilazione meccanica,
con aumentato rischio di complicanze e un maggior consumo di risorse
sanitarie. La ripresa della funzione
dei muscoli respiratori è uno dei fattori critici per il recupero dell’autonomia ventilatoria [125]. Dalla letteratura recente emerge che il training
specifico (Inspiratory Muscle Strength
Training) dei muscoli inspiratori in
pazienti ventilati possa migliorarne
la forza e ridurre il tempo necessario
per lo svezzamento [126,127]. Attualmente, però, non vi sono ancora sufficienti evidenze per raccomandarne
l’utilizzo routinario in tutti i pazienti
critici che vengono sottoposti a ventilazione meccanica [128-130].
Da alcuni studi è emerso che i pazienti trasferiti dalla terapia intensiva generale verso una terapia intensiva respiratoria riprendono a deambulare più precocemente, indipendentemente dalla patologia di base.
Certamente questo risultato è influenzato dal diverso approccio del
team interdisciplinare che promuove
l’abbandono precoce del letto e/o
della posizione supina, la ripresa
della mobilità e dell’attività fisica,
monitorando i parametri, identificando gli obiettivi prioritari e adeguando gli interventi all’evoluzione
del quadro clinico del paziente. La
mobilizzazione precoce è un intervento che richiede personale preparato e alta intensità di cura, con modelli organizzativi e strumentazioni
adeguate [131].
Inoltre, la letteratura insiste sulla necessità di una presenza stabile di un
fisioterapista, dedicato e adeguatamente formato, all’interno del team
multidisciplinare di terapia intensiva: infatti, per le competenze specifiche del profilo professionale il fisioterapista con competenze specialistiche è la figura più indicata per
identificare precocemente le potenzialità del paziente, pianificare e promuovere gli interventi di mobilizzazione precoce, la prescrizione dell'esercizio fisico e l’implementazione
delle strategie riabilitative più adeguate in base all’evoluzione del quadro clinico [132,133].
Alcuni autori [134] hanno studiato
l’impatto economico che l’implementazione di un modello organizzativo,
Raccomandazioni per riabilitazione nel paziente critico: I programmi di riabilitazione precoce
si sono dimostrati efficaci e sicuri;
la mobilizzazione precoce è raccomandata poiché in grado di migliorare outcomes clinici e ridurre
le complicanze durante e dopo la
degenza, nonché ottimizzare tempi di degenza e costi sanitari. Ogni
team multidisciplinare in area critica dovrebbe avere al suo interno
almeno un fisioterapista con competenze specialistiche. Al momento, a causa di barriere scientifiche
(relativa esiguità di dati esistenti
in letteratura), formative (inadeguatezza del personale), di gestione clinica del paziente critico (sedazione, ventilazione meccanica),
culturali e di pianificazioni economiche lungimiranti, la riabilitazione in area critica non viene purtroppo proposta a tutti i pazienti.
basato sulle evidenze appena descritte, avrebbe negli Stati Uniti. La
maggior parte degli scenari considerati dimostra che l’investimento per
l’intervento riabilitativo precoce produrrebbe un netto risparmio per gli
ospedali e, anche nel caso di stime
estremamente conservative e a fronte
di un modesto incremento delle risorse necessarie per l’assistenza della fase acuta, vi sarebbe comunque
un sostanziale beneficio finanziario
sui costi sociali successivi al ricovero.
Riabilitazione in pazienti
non BPCO
Altre tipologie di pazienti presentano gli stessi sintomi, la stessa limitazione fisica e funzionale e la stessa
peggiorata qualità della vita dei pazienti BPCO [135-141]: esistono evidenze sempre più robuste a supportare l’inclusione anche di questi pazienti nei programmi riabilitativi.
Tumore polmonare
I pazienti affetti da tumore del polmone spesso presentano sintomi come la dispnea e la fatica muscolare
[142,143], che influenzano in maniera negativa la qualità della vita, lo
stato funzionale e le attività della vita quotidiana [144-147].
Riabilitazione nel paziente inoperabile
Nei pazienti non operabili, la radio e
la chemioterapia aggravano i sintomi
preesistenti [148]. In questi soggetti
l’allenamento all’esercizio può migliorare la forza muscolare, l’endurance,
lo stato di benessere, la dispnea e la
qualità della vita [149-153]. Allo stato
attuale comunque le evidenze che
supportano l’utilizzo della riabilitazione nei pazienti inoperabili sottoposti
a radio-chemioterapia sono ancora
scarse; tuttavia la sicurezza e la efficacia comprovata in altri tipi di tumore dovrebbero indurre a considerare la sua inclusione nei programmi
di gestione globale della malattia.
Riabilitazione pre e post-operatoria
L’exeresi chirurgica è ovviamente il
trattamento di scelta per i tumori
polmonari non estesi: tuttavia, al
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
21
momento della diagnosi solo il 25%
di essi è considerato operabile. Tra le
cause di inoperabilità le scarse condizioni respiratorie e funzionali incidono per il 40% [154]. D’altra parte
l’intervento in se stesso causa un’ulteriore peggioramento della capacità
all’esercizio, che è proporzionale all’estensione della resezione e allo
stato generale e respiratorio del paziente [155-158].
Alla luce di tutto ciò, un programma
riabilitativo preoperatorio può avere
due finalità: aumentare la percentuale di casi operabili e ridurre le complicazioni postoperatorie, sia immediate che a lungo termine. La letteratura in merito è però scarsa: sembra
comunque che un programma di allenamento di tipo aerobico, sia non
solo in grado di produrre miglioramenti significativi della capacità aerobica, della tolleranza all’esercizio e
della qualità della vita [159-162], ma
anche di ridurre le complicanze postoperatorie e le giornate di degenza
[163]. Inoltre alcuni pazienti inizialmente non eleggibili per l’intervento,
lo possono successivamente diventare [164].
Per quanto riguarda la fase postoperatoria, si è già accennato degli effetti
dell’intervento sulla capacità funzionale. Alla luce di tutto ciò, l’allenamento all’esercizio fisico dovrebbe
giocare un ruolo fondamentale nel
prevenire o almeno mitigare gli effetti dannosi dell’intervento chirurgico.
Nonostante ciò, gli studi su questo
argomento non sono molti [165].
Tuttavia, nonostante siano riportati
in letteratura significativi effetti sulla
tolleranza all’esercizio fisico, sui sintomi, sulla forza muscolare e sulla
qualità della vita [166-170], solo meno del 25% di questi pazienti viene
avviato alla riabilitazione postoperatoria [171].
Raccomandazioni per riabilitazione nel paziente con tumore
polmonare: Riabilitare un paziente dopo l’exeresi chirurgica polmonare è una procedura sicura e
ben tollerata ed andrebbe sempre
considerata in tutti i pazienti candidati o reduci da resezione polmonare. Viene pertanto raccomandata.
22
Malattie interstiziali diffuse
Fibrosi cistica
Vi è scarsità di studi sull’efficacia della riabilitazione nelle malattie interstiziali diffuse, anche per un generale
pessimismo circa questo tipo di patologia. La prognosi a medio-lungo
termine di questi soggetti è infatti
generalmente sfavorevole, anche se
dipende dal tipo di interstiziopatia, e
il grado di impairment fisiologico è
spesso piuttosto avanzato nel momento in cui questi pazienti si presentano all’attenzione del clinico e
del riabilitatore. Infatti, mentre la limitazione ventilatoria e la disfunzione
muscolare sono presenti sia nei pazienti BPCO che in quelli con fibrosi,
i deficitari scambi gassosi e i problemi cardiocircolatori, possono rivestire, in queste patologie, una rilevanza
maggiore. I risultati dei non molti
studi sull’argomento, pur se assai inficiati dall’eterogeneità della casistica e dai numeri spesso non elevati,
hanno indotto comunque gli autori
dello statement sulla gestione della
Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF) a
raccomandare la riabilitazione per la
maggioranza dei pazienti, pur se con
una raccomandazione debole ed un
grado di evidenza basso [172]. Comunque vengono dimostrati miglioramenti significativi sulla tolleranza
all’esercizio e sulla qualità della vita
[173-177]; gli effetti sembrano però
essere fugaci [173,174,178]. I migliori
risultati vengono predetti da un più
basso valore basale al test del cammino [176,177]. Un interessante studio di Holland infine ha differenziato
gli effetti della riabilitazione nei pazienti con IPF da quelli affetti da altre
interstiziopatie (non IPF). I risultati
dimostrano in questi ultimi miglioramenti sulla tolleranza all’esercizio fisico a prescindere dalla gravità della
malattia, mentre nelle IPF si ottengono solo nei soggetti con migliore
funzione polmonare e che non presentano in condizioni basali desaturazione dopo sforzo [179].
I benefici effetti dell’allenamento di
tipo aerobico nei pazienti affetti da
fibrosi cistica sono ben documentati
[180-183]. Una review della Cochrane
conclude infatti che l’allenamento di
tipo aerobico ha un effetto positivo
sulla capacità all’esercizio, la forza
muscolare e la funzione respiratoria
[184]. Inoltre migliora la clearance
delle vie aeree [180,185] ed il reclutamento nella ventilazione polmonare
[186]. La capacità all’esercizio inoltre
è correlata ad una migliore sopravvivenza [187]. Altro aspetto da non trascurare è rappresentato dalle implicazioni costo-beneficio: i bambini
con fibrosi cistica che svolgono una
regolare attività fisica presentano un
minore consumo di antibiotici [188].
Raccomandazioni per riabilitazione in pazienti con malattie interstiziali diffuse: Nonostante i
risultati siano condizionati dal tipo e dallo stadio di gravità di malattia, un percorso riabilitativo dovrebbe essere proposto.
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
Raccomandazioni per riabilitazione in pazienti con fibrosi cistica: l’esercizio fisico è altamente raccomandato sopratutto
nell’ottica di candidare questi pazienti al trapianto polmonare.
Bronchiettasie
I pazienti affetti da questa patologia
presentano sintomi cronici quali la
tosse, la eccessiva produzione di
espettorato, ed infezioni respiratorie
ricorrenti. Spesso inoltre possono
essere presenti la dispnea e la ridotta tolleranza all’esercizio [189-193].
Inoltre le frequenti esacerbazioni
rappresentano un fattore predittivo
indipendente di declino progressivo
della funzione respiratoria [194,195].
Le correnti linee guida sulla gestione
della malattia raccomandano l’utilizzo della riabilitazione polmonare al
fine di migliorare la capacità all’esercizio e la qualità della vita [196,197].
Tuttavia le evidenze a tutt’oggi disponibili sono scarse: due studi retrospettivi hanno evidenziato miglioramenti della capacità all’esercizio e
della qualità della vita simili a quelli
che si ottengono nei pazienti BPCO
[198,199], mentre alcuni studi prospettici dimostrano, con un programma comprendente anche le tecniche di clearance e l’allenamento
dei muscoli, miglioramenti solo nel
breve termine ma con una riduzione
delle esacerbazioni [200-202].
Raccomandazioni per riabilitazione in pazienti con bronchiettasie: Un programma riabilitativo
nel paziente sintomatico con
bronchiettasie comprendente modalità di disostruzione bronchiale
è raccomandato.
Asma
Com’è noto l’asma è una sindrome
caratterizzata da ricorrenti episodi di
dispnea, tosse e wheezing con periodi
relativamente liberi dai sintomi [203].
A causa di questi sintomi, i soggetti
asmatici tendono a ridurre i livelli
della propria attività fisica, proprio
per paura di scatenare le crisi. Il risultato finale è una peggiorata qualità della vita [204]. L’allenamento
all’esercizio si è dimostrato in grado
di migliorare la tolleranza allo sforzo
nei pazienti asmatici, senza pericolosi effetti collaterali [205]. Altri studi
randomizzati-controllati hanno evidenziato effetti positivi anche sui
sintomi e la qualità della vita
[206,207]. Uno studio prospettico ha
dimostrato inoltre che una regolare
attività fisica è associata ad una riduzione del numero delle esacerbazioni
[208]. L’allenamento di tipo aerobico
determina anche un miglioramento
della infiammazione delle vie aeree, riducendo gli eosinofili e l’ossido nitrico esalato [209]; una più recente
metanalisi [210] conferma un effetto
positivo sulla iperreattività bronchiale
[210]. Nel programma riabilitativo rivolto ai pazienti asmatici però devono
entrare anche altri componenti: recenti revisioni sistematiche ad esempio hanno dimostrato che esercizi di
respirazione e tecniche di rilassamento hanno un effetto positivo sulla qualità della vita, anche se mancano dati a lungo termine [211-213].
Raccomandazioni per riabilitazione in pazienti con asma: Un
programma riabilitativo nel paziente con asma persistente e disabilità respiratoria è raccomandato.
Ipertensione arteriosa
polmonare
Con il termine di ipertensione arteriosa polmonare (IAP) si definisce un
gruppo di condizioni patologiche caratterizzate da un aumento progressivo delle resistenze vascolari polmonari, spesso da causa ignota, che determina sintomi quali la dispnea e la
limitazione all’esercizio e può condurre a morte per insufficienza acuta
del cuore destro [214]. Fino a poco
tempo fa, la carenza di terapie mediche appropriate, la ridotta aspettativa
di vita e il rischio elevato di accidenti
cardiovascolari durante esercizio,
avevano posto delle barriere all’utilizzo della riabilitazione in questi pazienti [214]; tuttavia, da quando i farmaci hanno sensibilmente migliorato
la prognosi, il ruolo dell’allenamento
all’esercizio è stato riconsiderato [215,
216]. In effetti, i pazienti con ipertensione polmonare presentano disfunzione muscolare periferica [217,218]
e peggiorata qualità della vita [219,
220], associati ad ansia, depressione
[221,222] e riduzione delle attività
della vita quotidiana [223,224]. In effetti, alcuni studi recenti hanno dimostrato benefici effetti dell’allenamento sulla capacità all’esercizio di
pazienti con IAP, sia se condotti in
regime di ricovero [225,226], sia in
day hospital [227-229]. Tali benefici
erano accompagnati da modifiche
strutturali dei muscoli periferici
[227]. Per quanto riguarda la sicurezza, uno studio recente, confermando
gli effetti positivi dell’allenamento in
tutti gli stadi di gravità, ha evidenziato, in una corte di 183 pazienti sottoposti a training, la comparsa di eventi avversi di vario genere nel 13% dei
casi, suggerendo che questi soggetti
andrebbero, almeno all’inizio, accuratamente monitorati [230].
Raccomandazioni per riabilitazione in pazienti con IAP: Esistono evidenze crescenti a supporto
dell’utilità della riabilitazione.
Tuttavia, è consigliabile attivare
un percorso solo in pazienti in fase di stabilità clinica, con terapia
farmacologica ottimizzata e sotto
stretto monitoraggio da parte di
personale specializzato.
Trapianto polmonare
Come avviene nella resezione per cancro, anche nel trapianto di polmone
la riabilitazione polmonare può giocare un ruolo importante, sia nella
preparazione all’intervento, sia nella
fase postoperatoria. Nella fase preoperatoria il mantenimento di una buona capacità funzionale è essenziale,
in quanto gli outcomes postoperatori sono ad essa strettamente correlati [231]. In pazienti affetti da BPCO
l’utilizzo di uno score pre-intervento
come il BODE [232], il quale considera l’indice di massa corporea (BMI-B),
il grado di ostruzione del flusso aereo
(O), il livello di dispnea (D) e la capacità all’esercizio fisico (E) valutata al
test del cammino, si è visto essere
predittore di sopravvivenza post-trapianto, anche a lungo-termine [233].
Alcuni studi dimostrano come l’allenamento in questi pazienti sia sicuro
ed in grado di migliorare mobilità e
qualità della vita [234], anche nei pazienti in lista di attesa [235].
Un recente studio di coorte retrospettivo condotto su 345 soggetti dimostra come un programma riabilitativo preoperatorio sia in grado di
migliorare la capacità all’esercizio,
influenzando in maniera positiva gli
outcomes postoperatori immediati,
come la durata del ricovero [236]. La
riabilitazione nella fase postoperatoria è altrettanto importante, in quanto la debolezza muscolare e la conseguente riduzione della tolleranza allo
sforzo, già presente nella fase preoperatoria, tende a peggiorare dopo
l’intervento [237], e può essere presente fino a tre anni dopo [238-242].
La letteratura in merito non è molto
abbondante: una revisione sistematica del 2010 ha identificato sette
studi di vario genere ed ha concluso
che, sebbene la loro qualità complessiva non sia elevata, l’allenamento nella fase post trapianto può
determinare effetti positivi sulla caRaccomandazioni per riabilitazione nel paziente candidato e
sottoposto a trapianto polmonare:
Un programma riabilitativo fa parte della gestione multidisciplinare
di tali pazienti e viene pertanto
raccomandato.
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
23
pacità all’esercizio e sulla forza muscolare [243] senza considerare anche le altre componenti di un programma riabilitativo che possono influire positivamente sull’outcome
del paziente. Il miglioramento dello
stato funzionale viene ottenuto a
prescindere dalla lunghezza del ricovero nel centro trapianti [244].
Altre componenti di un
programma riabilitativo
Aspetti nutrizionali
Una perdita di peso significativa è
piuttosto frequente nei pazienti BPCO,
in una percentuale che può arrivare
anche a due terzi dei casi [245,246];
in questi pazienti un basso indice di
massa corporea (BMI) o un peso corporeo significativamente inferiore al
peso ideale sono associati a un aumentato tasso di mortalità [247-249].
Alla riduzione di peso si associa quasi sempre la riduzione della massa
muscolare, che rappresenta un altro
fattore predittivo di mortalità [250].
I pazienti sottopeso, inoltre, presentano ridotta tolleranza allo sforzo
[251,252] e peggiore qualità della vita [253]. Il guadagno di peso del resto determina miglioramento della
sopravvivenza [248,249]. Riguardo gli
effetti della riabilitazione sul peso, i
dati in letteratura sono scarsi: Lan ha
trovato un incremento di peso medio
di 0,8 kg in una popolazione sottoposta a riabilitazione [254], mentre un
simile guadagno di peso è stato osservato anche in soggetti normopeso
[255]. Di contro, Steiner, in uno studio
randomizzato-controllato, ha osservato una perdita di peso nel gruppo
placebo [256]. Una recente revisione
della Cochrane infine, pone l’accento
sulla importanza del supplemento
nutrizionale nei pazienti BPCO malnutriti, in quanto il guadagno di peso
determina miglioramenti significativi
nella composizione muscolare, della
forza dei muscoli respiratori, della
capacità all’esercizio e della qualità
della vita [257]. Gli effetti invece della
riabilitazione nei pazienti obesi sono
assai poco studiati: uno studio osservazionale dimostra come un intensivo programma di riabilitazione di tipo “inpatient”, sia in grado di ridurre
24
il peso e di migliorare la tolleranza
allo sforzo [258]. Un recente studio
retrospettivo su una larga coorte di
pazienti sottoposti a riabilitazione
ha dimostrato infine che lo stato nutrizionale di base, misurato con il
BMI, non influenza l’efficacia della
riabilitazione, in termini di capacità
all’esercizio e stato di salute [259].
Raccomandazioni per l’aspetto
nutrizionale come componente
di un programma riabilitativo:
Allo stato attuale non esistono
dati certi e conclusivi sugli effetti
della riabilitazione sul peso corporeo. Lo stato nutrizionale non
condiziona in modo determinante
gli outcomes post-riabilitazione.
Disostruzione bronchiale
La clearance delle vie aeree può subire alterazioni che ne compromettono
l’efficacia in varie condizioni fisiologiche e patologiche. La mobilità delle ciglia si riduce con l’età, il fumo e
l’esposizione ambientale ad agenti
irritanti, ma vi sono anche condizioni
patologiche che limitano la capacità
di trasporto e rimozione del muco dai
bronchi. La fibrosi cistica causa importanti alterazioni della reologia del
muco [260], la discinesia ciliare primaria o difetti strutturali come le
bronchiettasie danneggiano l’attività
dell’escalatore muco-ciliare [261-263],
deficit di forza muscolare e patologie
neuromuscolari alterano invece la
meccanica della tosse rendendola
ipovalida o inefficace [264-266]. Inoltre patologie come la BPCO e l’asma
o eventi respiratori acuti possono indurre un incremento della produzione di secrezioni bronchiali.
La fisioterapia toracica dispone di
molte terapie non farmacologiche
che mirano a liberare le vie aeree e
ridurre le sequele dell’ingombro; tutte
le strategie disponibili nascono dall’analisi della fisiologia e fisiopatologia polmonare e sfruttano diversi
principi fisici al fine di modulare i
flussi d’aria all’interno delle vie aeree.
Oltre al fisiologico movimento ciliare, è infatti l’interazione tra l’energia
cinetica dell’aria e il muco presente
all’interno dell’albero bronchiale che
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
favorisce lo spostamento più o meno
rapido delle secrezioni. L’obiettivo di
ogni intervento è quindi favorire la
mobilizzazione delle secrezioni in direzione cefalica e facilitarne l'eliminazione attraverso la tosse, espirazioni controllate o l’aspirazione.
Fra le tecniche più conosciute vi sono:
il Drenaggio Posturale (DP) [267] e la
sua evoluzione, il Ciclo Attivo delle
Tecniche Respiratorie (ACBT) [268],
la Respirazione Lenta Totale a Glottide Aperta in decubito Laterale (ELTGOL) [269,270] e il Drenaggio Autogeno (AD) [271], la Pressione Espiratoria Positiva (PEP) [272] applicata
mediante maschera o boccaglio, sia
in respiro spontaneo che collegati ad
apparecchi che generano meccanicamente pressione (es. Temporary Positive Expiratory Pressure – TPEP), o
con l’eventuale aggiunta di oscillazioni (Flutter, RC Cornet, Acapella)
[273-276]. Esistono, inoltre, strumenti meccanici per applicare compressioni/oscillazioni intra o extra-toraciche (IPV, HFCC) [277,278] e tecniche
manuali di compressione toraco-addominale o apparecchiature, quali le
cosiddette “macchine della tosse”,
per supplire a una tosse inefficace
[279].
In letteratura le tecniche di disostruzione bronchiale sono state classificate in diversi modi, basandosi sul
principio d’azione piuttosto che sull’uso o meno di dispositivi. Dal punto di vista pratico si preferisce utilizzare una classificazione di tipo funzionale che le qualifica in base al livello di azione: si distingue quindi
tra interventi che favoriscono la mobilizzazione del muco dalla periferia
verso le alte vie aeree e tecniche che
aiutano o sostituiscono la fase di rimozione/espettorazione. Quindi più
che di “tecniche” si dovrebbe parlare
di opzioni terapeutiche da applicare
in base alla valutazione del livello di
ingombro e delle caratteristiche reologiche del muco, alla possibilità di
collaborazione del paziente, alla disponibilità di mezzi e materiali, al
rapporto costo beneficio e alle preferenze del paziente stesso.
I meccanismi descritti in letteratura
che hanno dimostrato efficacia nel determinare il distacco e la mobilizzazione delle secrezioni sono: la variazione della postura cui corrisponde
una differente distribuzione della ventilazione polmonare regionale, la modulazione (attiva o passiva) dei flussi
aerei a differenti volumi polmonari,
l’attivazione delle vie collaterali a livello periferico, l’oscillazione e la
percussione ad alta frequenza.
L’aggiunta di percussioni e vibrazioni
manuali applicate al torace, come descritto nei primi lavori sul drenaggio
posturale, non è sostenuta da prove
di efficacia [267]; inoltre le percussioni utilizzate nel trattamento di
soggetti BPCO riacutizzati, possono
peggiorare l’ostruzione e non devono
quindi essere incluse fra le strategie
terapeutiche [280].
La manovra dell’espirazione forzata,
o dosata, (Forced Expiratory Technique – FET o “huffing”) è sempre consigliata in associazione alle altre strategie di mobilizzazione delle secrezioni [281]. Tale manovra permette
flussi espiratori elevati, con pressioni intrapolmonari inferiori a quelle
raggiunte con la tosse, garantendo
un’efficacia simile o superiore a
quest’ultima in caso d’instabilità
delle vie aeree [282].
L’esercizio fisico aerobico è raccomandato anche nelle patologie ipersecretive croniche come terapia aggiuntiva alla disostruzione bronchiale poiché apporta ulteriori benefici,
come la riduzione dell’impedenza
meccanica del muco, e concorre a
migliorare lo stato di salute generale
dei soggetti [283].
Qualora le diverse tecniche citate
non siano efficaci, richiedano un aumento eccessivo del lavoro respiratorio o provochino discomfort e/o peggioramento della dispnea e/o affaticamento, vanno considerate, quale
aiuto alla disostruzione bronchiale,
l’Intermittent Positive Pressure Breathing (IPPB) e la VMNI [284]. Nell’ambito dei presidi meccanici per la
disostruzione bronchiale va citato lo
studio randomizzato controllato inerente alla TPEP, sviluppata attraverso
lo strumento UNIKO®, testata in pazienti respiratori cronici con ipersecrezione bronchiale [285]. In un periodo di dieci giorni consecutivi, l’effetto additivo dell’UNIKO® rispetto
alle tecniche manuali si evidenziava
nel miglioramento dei volumi polmonari e nel tempo di eliminazione
dell’ingombro bronchiale [285].
Nonostante la vasta disponibilità di
tecniche e le numerose pubblicazioni
scientifiche, l’utilizzo della disostruzione bronchiale rimane un argomento dibattuto. L’efficacia delle tecniche
fin qui menzionate è stata dimostrata
nel migliorare il trasporto e la rimozione del muco nel trattamento dei
pazienti con fibrosi cistica [282-284,
286]. La fisioterapia toracica è consigliata anche in patologie caratterizzate da ipersecrezione bronchiale come le bronchiettasie [281,282,287],
in quanto determina un incremento
dell’espettorato, il miglioramento di
alcuni parametri funzionali e della
qualità di vita, anche se resta incerto
l’effetto a lungo termine di tali strategie terapeutiche, data la natura cronica e progressiva della malattia. Per
questo motivo nelle patologie ipersecretive croniche l’efficacia e l’appropriatezza delle tecniche di disostruzione bronchiale prescritte deve
essere rivalutata periodicamente in
considerazione dell’evoluzione clinica
[288]. Una recente revisione sistematica non sostiene l’utilizzo regolare
di tecniche di disostruzione bronchiale in soggetti con BPCO [272],
così come sono sconsigliate le compressioni toraco-addominali applicate da sole o in associazione ad apparecchi per l’assistenza meccanica alla
tosse, poiché in questi soggetti possono provocare effetti svantaggiosi
[282].
L’efficacia della fisioterapia toracica
è stata indagata anche in alcune condizioni acute [272,289-292] e i risultati non ne giustificano un utilizzo routinario ed estensivo ma suggeriscono invece una prescrizione mirata in
base alla clinica (accumulo sintomatico di muco, difficilmente eliminabile). Nei soggetti BPCO riacutizzati
l’adozione di tecniche di disostruzione
bronchiale tuttavia si è dimostrata in
grado di diminuire significativamente
il ricorso alla ventilazione meccanica,
questo beneficio sembra maggiore in
seguito all’utilizzo della Pressione
Espiratoria Positiva, anche se non vi
è differenza statisticamente significativa rispetto alle altre tecniche
adottate. Inoltre l’utilizzo della fisioterapia toracica si è mostrato in grado
di ridurre significativamente i giorni
di ventilazione meccanica e di degenza ospedaliera [272]. L’utilizzo della
disostruzione bronchiale in soggetti
con BPCO riacutizzati, mostra inoltre
un rapporto costo-efficacia vantaggioso per il risparmio dovuto alla riduzione del numero di ospedalizzazioni, a fronte delle spese sostenute
per condurre la terapia [293]. Bisogna
sottolineare invece che nei soggetti
BPCO riacutizzati va posta maggior enfasi nei programmi di precoce mobilizzazione e riallenamento al cammino che si sono dimostrati sicuri e più
efficaci rispetto ai semplici interventi
di disostruzione bronchiale [280].
Infine, in soggetti con patologie neuromuscolari e deficit della tosse, le
principali società scientifiche raccomandano l’adozione di tecniche ausiliarie della tosse sia manuali, che
meccaniche. Infatti, le frequenti complicanze dovute al coinvolgimento dei
muscoli respiratori, sono causa di
aumento della morbilità e della mortalità. L’assistenza alla tosse associata
alla VMNI si è dimostrata in grado di
ridurre il numero di ospedalizzazioni
per complicanze respiratorie [282],
migliorare la sopravvivenza ed evitare il ricorso alla tracheostomia
[294,295]. In queste patologie l’utilizzo concomitante delle “usuali” tecniche di mobilizzazione delle secrezioni bronchiali non è sostenuto da sufficiente evidenza scientifica [280,296298]: può infatti essere rischioso
convogliare le secrezioni nelle vie
aeree centrali se non si è in grado di
eliminarle prontamente attraverso
manovre di assistenza alla tosse.
Numerosi studi hanno confrontato
tra loro le tecniche, ma, ad oggi, nessuna si è dimostrata superiore alle
altre in termini di efficacia. Uno dei
principali motivi è la mancanza di indici di risultato univoci e condivisi:
non è chiaro, inoltre, quali siano le
differenze funzionali minime misurabili (peso o volume dell’espettorato
prodotto, variazione dei gas ematici,
indici di ostruzione) che indichino
una percezione di variazione clinicamente significativa per il singolo
soggetto, o se quest’ultima possa essere in qualche modo dipendente da
altri fattori, come il comfort nell’utilizzo della tecnica e la qualità di vita.
Nonostante questa “mancanza di evidenze”, collegata anche allo scarso interesse commerciale necessario per
organizzare trials multicentrici ade-
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
25
guatamente potenziati, noi riteniamo
che la disostruzione bronchiale sia
una componente fondamentale della
riabilitazione del paziente disabile
respiratorio, sia in fase acuta (es. nel
paziente critico) sia cronica (es. nel
bronchiettasico/ipersecretivo).
La scelta della strategia più adatta
deve quindi essere guidata dall’esperienza del fisioterapista respiratorio,
dalla sua valutazione clinica e dall’efficacia dimostrata e dimostrabile del
metodo utilizzato sul singolo paziente;
nella selezione devono essere presi
in considerazione anche i costi diretti degli eventuali dispositivi utilizzati, i costi indiretti (tempo impiegato
quotidianamente dal fisioterapista,
dal paziente, dal caregiver, manutenzione, ecc), la possibilità di “autogestire” il trattamento e il gradimento
del paziente [299]. Ciò assume ancora
più valore nel caso il trattamento debba essere protratto nel tempo: infatti, le preferenze del paziente, la tolleranza alla terapia, la possibilità di
autogestione, il ridotto consumo di
tempo e risorse, la soggettiva percezione di efficacia sono fattori predisponenti una migliore aderenza alla
terapia prescritta.
Raccomandazioni per la disostruzione bronchiale come componente di un programma riabilitativo: In pazienti con ipersecrezione cronica, la fisioterapia toracica deve essere sempre inclusa in
un programma riabilitativo. L’assistenza alla tosse va riservata ai
pazienti con patologia neuromuscolare e con ridotta abilità alla
tosse. Le competenze dei singoli
fisioterapisti possono influenzare
notevolmente i risultati.
Approccio educazionale
Nei pazienti con malattia respiratoria
cronica, i sintomi, la compromissione
funzionale e la ridotta qualità di vita
non sono semplicemente conseguenze del disturbo fisiologico sottostante, ma sembrano dipendere anche
dalla capacità del paziente di adattarsi alla malattia e alle numerose comorbilità, di modificare alcuni com26
portamenti (es. abbandonare l’abitudine tabagica), e di aderire alle cure
prescritte. Nel caso della BPCO, come
per qualsiasi malattia cronica, la
mancata aderenza terapeutica è molto
comune [300] ed è uno dei principali
fattori di rapido peggioramento dello
stato di salute, di incidenza delle riacutizzazioni, dei ricoveri ospedalieri,
della mortalità e del conseguente
aumento dei costi sanitari [301].
L’intervento educativo è riconosciuto
da tempo come cruciale nei programmi di gestione della malattia respiratoria cronica e descritto dalle linee guida come componente fondamentale della riabilitazione respiratoria [302], esso è raccomandato fin
dal momento della diagnosi e dovrebbe essere protratto in continuum
per tutta la vita del paziente [303].
Non si possono quindi considerare
gli interventi educativi come separati
dal contesto della riabilitazione respiratoria [304].
La componente educativa della PR si
è gradualmente evoluta da un approccio tradizionalmente didattico,
alla promozione di un cambiamento
comportamentale, puntando, in particolare, all’acquisizione da parte del
paziente di uno stile collaborativo
nell’autogestione della patologia
(Self Management-SM). Questo cambiamento è sostenuto dalla consapevolezza che i programmi educativi
tradizionali si sono dimostrati efficaci nell’aumentare le conoscenze specifiche da parte dei pazienti [305],
ma non hanno avuto alcun impatto
sulla salute, contrariamente a programmi educativi volti a modifiche
comportamentali [306]. Vi sono inoltre prove sufficienti per sostenere l’idea promossa da Bandura [307] circa
il collegamento che i comportamenti
e la fiducia del paziente nella propria
capacità di gestire svariate situazioni
e stati di malattia hanno con l’autoefficacia (Self-Efficacy). L’auto-efficacia si riferisce pertanto alla fiducia di
una persona in ciò che è in grado di
fare, in diverse situazioni, con le capacità che possiede; non si tratta di
generica fiducia in se stessi ma della
convinzione di poter affrontare efficacemente le situazioni. La percezione di auto-efficacia gioca un ruolo determinante sulla capacità di acquisire nuovi comportamenti [307]. SelfManagement è quindi il termine ap-
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
plicato a programmi educativi che
promuovono la salute e un utilizzo
responsabile delle risorse sanitarie
attraverso il miglioramento delle conoscenze e l’acquisizione delle competenze necessarie affinché i pazienti
possano partecipare con i professionisti sanitari alla gestione della loro
malattia in modo ottimale [303,308310]. Questo approccio può essere
implementato attraverso la PR e dovrebbe essere indirizzato a tutti i soggetti con malattia respiratoria cronica [305]. Percorsi di SM devono includere la definizione degli obiettivi che
si desidera raggiungere, lo sviluppo
di capacità risolutive degli eventuali
problemi intercorrenti, il miglioramento della capacità di prendere decisioni e di agire in riferimento a un piano
d’azione predefinito. Il paziente dovrà
quindi essere in grado di: riconoscere l’insorgenza delle manifestazioni
cliniche di una riacutizzazione e reagire prontamente e correttamente,
sfruttare al massimo le sue capacità
fisiche residue minimizzando gli effetti della malattia sulla qualità di vita,
imparare a usare i farmaci correttamente e al momento giusto. Il percorso dovrà essere pertanto il più possibile personalizzato sul soggetto che
partecipa al programma riabilitativo
[308]. Le strategie dell’intervento educativo devono quindi essere individuate fra quelle che sono in grado di
agevolare un cambiamento comportamentale. C’è evidenza scientifica
che soggetti coinvolti in un programma di auto-gestione migliorano le loro conoscenze sulla patologia [311313]. Come già detto in precedenza,
si dovrà migliorare ulteriormente la
Self-Efficacy enfatizzando il ruolo
apicale che il paziente gioca nell’ottimizzare e mantenere il suo stato di
salute attraverso un reale processo
di empowerment. L’auto-efficacia si rinforza principalmente mediante la possibilità di fare esperienze pratiche,
prestando attenzione ai feed-back
positivi e negativi che ne derivano,
condividendo queste esperienze con
gli operatori sanitari e/o fra pari. Il
percorso educativo deve essere pensato come un “allenamento” il cui
obiettivo è il cambiamento comportamentale desiderato; nell’elaborazione del percorso educativo quindi
sarà utile applicare alcune nozioni di
base che lo favoriscono. Per esempio,
è bene tener presente il concetto di
condizionamento operante, secondo
cui il ripetersi di un comportamento
dipende dalle sue conseguenze [314]
e che esiti positivi a breve termine
producono effetti più forti rispetto a
conseguenze negative a lungo termine. Gli operatori sanitari quindi possono essere più efficaci se, piuttosto
che spiegare i possibili effetti negativi
a lungo termine della patologia, incoraggiano i pazienti a sperimentare
nuovi comportamenti adattivi e a verificarne i vantaggi. Un altro fattore
determinante nell’efficacia di programmi educativi è la capacità di agire sulle cognizioni, idee o convinzioni
che il paziente ha circa la sua malattia. Le credenze possono determinare
emozioni e favorire comportamenti;
un paziente che ha la convinzione che
un farmaco non sia efficace, sarà probabilmente portato a smettere di
usarlo. Un fattore che sembra determinante nel rendere efficaci i programmi educativi volti al SM, sembra
essere l’adozione di un piano d’azione per la gestione ordinaria e in fase
di riacutizzazione. L’adozione di piani
d’azione scritti è stata ampiamente
sperimentata come efficace nella cura del paziente asmatico e ne è suggerito l’uso dalle linee guida [203]. Il
loro utilizzo è volto al riconoscimento precoce e al trattamento delle riacutizzazioni. Nella BPCO le riacutizzazioni sono associate negativamente con la progressione della malattia
e la HRQoL e quindi con la mortalità
[315,316], anche se tuttavia solo il
50-60% di esse viene segnalato dal paziente al medico di riferimento [317].
Quando vengono favoriti i processi
descritti precedentemente si ottiene
un miglioramento della motivazione
del paziente. Un soggetto che, attraverso l’esperienza muta idee e comportamenti migliora la sua auto-efficacia e sarà più motivato a perpetrare
gli atteggiamenti salutari adottati.
L’auto-efficacia è stata inoltre associata a una migliore aderenza alla PR
[318] e a migliori risultati in termini
di performance fisica, anche a lungo
termine [319].
Nella conduzione del percorso educativo è vantaggioso coinvolgere la famiglia del paziente, poiché il sostegno e la collaborazione che i familiari possono dare nel lungo termine è
un fattore determinante per il succes-
so. L’intervento educazionale non
deve essere pensato come un evento
isolato; dal momento che i destinatari hanno patologie croniche ed evolutive, periodicamente sarà necessaria una revisione del programma e
una ridefinizione degli obiettivi [303].
Non ci sono ancora raccomandazioni
condivise circa gli argomenti “core”
che dovrebbero essere trattati durante il percorso, né circa il numero e la
durata delle sessioni e dei relativi
follow up. Oltre a favorire esperienze
dirette, potrà essere utile sfruttare documenti audio visivi e cartacei adatti
al livello scolastico dei soggetti, inoltre è consigliabile favorire scambi fra
pari attraverso discussioni di gruppo
guidate [320,321]. Tuttavia il counseling “uno a uno” è ritenuto più efficace rispetto a quello di gruppo perché
offre la possibilità di adattare l’intervento alle specifiche esigenze del
singolo paziente [307]. La letteratura
oggi disponibile non consente ancora di sapere quale componente di un
programma di SM sia più efficace
[322], tuttavia il documento dell’ATS/
ERS suggerisce di includere sempre i
piani di azione[1]. Programmi di SM
in pazienti con BPCO sono stati associati a miglioramenti della HRQoL,
misurata con il St. George Respiratory
Questionnaire, e a una riduzione della probabilità di ospedalizzazioni per
problemi respiratori [322]. Una revisione della Cochrane indica infatti,
che i soggetti con BPCO allenati al
SM riducono il rischio di subire una
o più ospedalizzazione [310,322]; tuttavia tale riduzione avviene solo per i
ricoveri dovuti a cause respiratorie e
non riguarda quelli conseguenti ad altre cause, che in questi soggetti sono
perlopiù legati alle comorbilità [323].
Il SM comporta inoltre una riduzione
del rischio di peggioramento dello
stato di salute e riduce costi sanitari
[310,322]; quest’ultimo dato è confermato anche da una revisione sistematica di Adams sulla gestione della
BPCO, nella quale è stato avvalorato
che l’allenamento all’auto-gestione,
associato ad altri interventi specifici,
può ridurre significativamente l’utilizzo di risorse sanitarie [324]. L’adozione di un piano d‘azione ha portato
a un minor utilizzo di risorse sanitarie, inoltre ha consentito di ridurre i
costi e di migliorare i tempi di recupero [310,325] grazie all’utilizzo tem-
pestivo di antibiotici e corticosteroidi [326,327].
Infine il SM si è dimostrato efficace
nel ridurre il sintomo dispnea misurato con l’MRC, tuttavia l’impatto clinico di questo miglioramento non è
ancora noto [322,328]. La sola terapia
cognitivo-comportamentale in letteratura è stata poco dettagliata e non
sembra avere effetti sulla HRQoL e
sulla riduzione delle ospedalizzazioni [303,322], tuttavia si è dimostrata
efficace nell'indurre un cambiamento comportamentale in individui con
malattie respiratorie croniche [329],
con un effetto positivo anche dopo
un numero di sessioni limitate. Infine un programma educativo per pazienti BPCO condotto in ambulatorio
si è dimostrato più costoso ma anche molto più efficace rispetto al
trattamento usuale [330].
Raccomandazioni per l’approccio educazionale come componente di un programma riabilitativo: Nei pazienti respiratori cronici esistono numerose evidenze
scientifiche a sostegno dell’efficacia di interventi educativo-comportamentali. È importante costruire un percorso specifico che
guidi le esigenze del singolo paziente e che sia in grado di accompagnare e sostenere il paziente
nel suo bisogno educativo durante l’evoluzione della patologia.
Conclusioni
Con queste “Raccomandazioni” sulla
PR abbiamo voluto offrire a tutti gli
Operatori Sanitari interessati, in primis ai Pneumologi, spunti di riflessione e di approfondimento per una pratica clinica, quella della PR, che dovrà sempre di più essere implementata a tutti i livelli, da quello delle
Cure Primarie, ai poliambulatori, ed
alle strutture Ospedaliere. L’alternativa alla diffusione della PR a livello
territoriale e periferico, intesa ovviamente in una rete di tipo hub & spoke,
è quella di negare da un lato prestazioni essenziali ed evidence based ai
pazienti e dall’altro quella di aumentare (non diminuire!) i costi sanitari
derivati dalla fascia di pazienti cronicamente disabili respiratori.
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
27
Bibliografia
[1] Spruit MA, Singh SJ, Garvey C, et al. ATS/ERS
Task Force on Pulmonary Rehabilitation. An
official American Thoracic Society/European
Respiratory Society statement: key concepts
and advances in pulmonary rehabilitation. Am
J Respir Crit Care Med 2013;188(8):e13-64.
[2] Crisafulli E, Costi S, Luppi F, et al. Role of comorbidities in a cohort of patients with COPD
undergoing pulmonary rehabilitation. Thorax
2008;63(6):487-492.
[3] Crisafulli E, Gorgone P, Vagaggini B, et al. Efficacy of standard rehabilitation in COPD outpatients with comorbidities. Eur Respir J
2010;36(5):1042-1048.
[4] T roosters T, Probst VS, Crul T, et al. Resistance
training prevents deterioration in quadriceps
muscle function during acute exacerbations
of chronic obstructive pulmonary disease.
Am J Respir Crit Care Med 2010;181(10):
1072-1077.
[5] Puhan MA, Spaar A, Frey M, et al. Early versus late pulmonary rehabilitation in chronic
obstructive pulmonary disease patients with
acute exacerbations: a randomized trial. Respiration 2012;83(6):499-506.
[6] Revitt O, Sewell L, Morgan MD, et al. Short
outpatient pulmonary rehabilitation programme
reduces readmission following a hospitalization for an exacerbation of chronic obstructive
pulmonary disease. Respirology 2013;18:
1063-1068.
[7] Seymour JM, Moore L, Jolley CJ, et al. Outpatient pulmonary rehabilitation following acute
exacerbations of COPD. Thorax 2010;65:
423-428.
[8] Goldstein RS, Hill K, Brooks D, et al. Pulmonary rehabilitation: a review of the recent literature. Chest 2012;142:738-749.
[9] Waschki B, Spruit MA, Watz H, et al. Physical
activity monitoring in COPD: compliance and
associations with clinical characteristics in a
multicenter study. Respir Med 2012;106:
522-530.
[10] Van Remoortel H, Hornikx M, Demeyer H, et al.
Daily physical activity in subjects with newly
diagnosed COPD. Thorax 2013;68:962-963.
[11] Natanek SA, Gosker HR, Slot IG, et al. Pathways associated with reduced quadriceps
oxidative fibres and endurance in COPD. Eur
Respir J 2013;41:1275-1283.
[12] Carrai R, Scano G, Gigliotti F, et al. Prevalence
of limb muscle dysfunction in patients with
chronic obstructive pulmonary disease admitted to a pulmonary rehabilitation centre.
Clin Neurophysiol 2012;123:2306-2311.
[13] Mador MJ, Kufel TJ, Pineda LA, et al. Effect of
pulmonary rehabilitation on quadriceps fatiguability during exercise. Am J Respir Crit
Care Med 2001;163:930-935.
[14] Crul T, Testelmans D, Spruit MA, et al. Gene
expression profiling in vastus lateralis muscle
during an acute exacerbation of COPD. Cell
Physiol Biochem 2010;25:491-500.
[15] López-García A, Souto-Camba S, AparicioBlanco M, et al. Effects of a muscular training
program on Chronic Obstructive Pulmonary
Disease patients with moderate or severe ex-
28
acerbation antecedents. Eur J Phys Rehabil
Med 2014 Sep 5 [Epub ahead of print].
[16] Rochester CL. Exercise training in chronic obstructive pulmonary disease. J Rehabil Res
Dev 2003;40(5 Suppl 2):59-80.
[17] Spruit MA, Gosselink R, Troosters T, et al. Resistance versus endurance training in patients
with COPD and peripheral muscle weakness.
Eur Respir J 2002;19:1072-1078.
[18] Incorvaia C, Russo A, Foresi A, et al. Effects of
pulmonary rehabilitation on lung function in
chronic obstructive pulmonary disease: the
FIRST study. Eur J Phys Rehabil Med 2014;
50:419-426.
[19] Gale NS, Duckers JM, Enright S, et al. Does
pulmonary rehabilitation address cardiovascular risk factors in patients with COPD?
BMC Pulm Med 2011;11:20.
[20] Camillo CA, Laburu VdeM, Goncalves NS, et
al. Improvement of heart rate variability after
exercise training and its predictors in COPD.
Respir Med 2011;105:1054-1062.
[21] Puente-Maestu L, Tena T, Trascasa C, et al.
Training improves muscle oxidative capacity
and oxygenation recovery kinetics in patients
with chronic obstructive pulmonary disease.
Eur J Appl Physiol 2003;88:580-587.
[22] Patessio A, Carone M, Ioli F, et al. Ventilatory
and metabolic changes as a result of exercise
training in COPD patients. Chest 1992;101
(5 Suppl):274S-278S.
[23] Garcia-Aymerich J, Lange P, Benet M, et al.
Regular physical activity reduces hospital admission and mortality in chronic obstructive
pulmonary disease: a population based cohort
study. Thorax 2006;61:772-778.
[24] Casaburi R, Zuwallack R. Pulmonary Rehabilitation for Management of Chronic Obstructive
Pulmonary Disease. N Engl J Med 2009;360:
1329-1335.
[25] Porszasz J, Emtner M, Goto S, et al. Exercise
training decreases ventilatory requirements
and exercise-induced hyperinflation at submaximal intensities in patients with COPD.
Chest 2005;128:2025-2034.
[26] Puhan MA, Gimeno-Santos E, Scharplatz M,
et al. Pulmonary rehabilitation following exacerbations of chronic obstructive pulmonary
disease. Cochrane Database Syst Rev 2011;
10:CD005305.
[27] Gloeckl R, Halle M, Kenn K. Interval versus
continuous training in lung transplant candidates: a randomized trial. J Heart Lung Transplant 2012;31:934-941.
[28] Greulich T, Nell C, Koepke J, et al. Benefits of
whole body vibration training in patients hospitalised for COPD exacerbations – a randomized clinical trial. BMC Pulm Med 2014;
14:60.
[29] Garcia-Aymerich J, Serra I, Gómez FP, et al.
on behalf the Phenotype and Course of COPD
Study Group. Physical activity and clinical and
functional status in COPD. Chest 2009;136:
62-70.
[30] Harrison SL, Greening NJ, Williams JE, et al.
Have we underestimated the efficacy of pulmonary rehabilitation in improving mood?
Respir Med 2012;106:838-844.
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
[31] O’Donnell DE, McGuire M, Samis L, et al. The
impact of exercise reconditioning on breathlessness in severe chronic airflow limitation.
Am J Respir Crit Care Med 1995;152:20052013.
[32] Gimeno-Santos E, Frei A, Steurer-Stey C, et al.
Determinants and outcomes of physical activity in patients with COPD: a systematic review.
Thorax 2014;69:731-739.
[33] ACSM’s Guidelines for Exercise Testing and
Prescription. Ninth Edition 2013.
[34] Garber CE, Blissmer B, Deschenes MR, et al.
American College of Sports Medicine. American College of Sports Medicine position
stand: quantity and quality of exercise for developing and maintaining cardiorespiratory,
musculoskeletal, and neuromotor fitness in
apparently healthy adults: guidance for prescribing exercise. Med Sci Sports Exerc
2011;43:1334-1359.
[35] Horowitz MB, Littenberg B, Mahler DA. Dyspnea ratings for prescribing exercise intensity
in patients with COPD. Chest 1996;109:
1169-1175.
[36] Poulain M, Durand F, Palomba B, et al. 6-Minute walk testing is more sensitive than maximal incremental cycle testing for detecting
oxygen desaturation in patients with COPD.
Chest 2003;123:1401-1407.
[37] Leung RW, Alison JA, McKeough ZJ, et al.
Ground walk training improves functional exercise capacity more than cycle training in
people with chronic obstructive pulmonary
disease (COPD): a randomised trial. J Physiother 2010;56:105-112.
[38] Breyer MK, Breyer-Kohansal R, Funk GC, et
al. Nordic walking improves daily physical activities in COPD: a randomised controlled trial.
Respir Res 2010;11:112.
[39] Gosselink R, Troosters T, Decramer M. Distribution of muscle weakness in patients with
stable chronic obstructive pulmonary disease.
J Cardiopulm Rehabil 2000;20:353-360.
[40] Marquis K, Debigaré R, Lacasse Y, et al.
Midthigh muscle cross-sectional area is a
better predictor of mortality than body mass
index in patients with chronic obstructive pulmonary disease. Am J Respir Crit Care Med
2002;166:809-813.
[41] Decramer M, Gosselink R, Troosters T, et al.
Muscle weakness is related to utilization of
health care resources in COPD patients. Eur
Respir J 1997;10:417-423.
[42] Beauchamp MK, Hill K, Goldstein RS, et al.
Impairments in balance discriminate fallers
from non-fallers in COPD. Respir Med 2009;
103:1885-1891.
[43] RoigM, Eng JJ, MacIntyre DL, et al. Falls in
people with chronic obstructive pulmonary
disease: an observational cohort study. Respir
Med 2011;105:461-469.
[44] O’Shea SD, Taylor NF, Paratz J. Peripheral
muscle strength training in COPD: a systematic review. Chest 2004;126:903-914.
[45] Probst VS, Troosters T, Pitta F, et al. Cardiopulmonary stress during exercise training in
patients with COPD. Eur Respir J 2006;27:
1110-1118.
[46] Graat-Verboom L, Spruit MA, van den Borne
BE, et al. CIRO Network. Correlates of osteoporosis in chronic obstructive pulmonary disease: an underestimated systemic component. Respir Med 2009;103:1143-1151.
[47] Graat-Verboom L, van den Borne BE, Smeenk
FW, et al. Osteoporosis in COPD outpatients
based on bone mineral density and vertebral
fractures. J Bone Miner Res 2011;26:561-568.
[48] Janaudis-Ferreira T, Hill K, Goldstein R, et al.
Arm exercise training in patients with chronic
obstructive pulmonary disease: a systematic
review. J Cardiopulm Rehabil Prev 2009;29:
277-283.
[49] Costi S, Crisafulli E, Antoni FD, et al. Effects of
unsupported upper extremity exercise training in patients with COPD: a randomized
clinical trial. Chest 2009;136:387-395.
[50] Janaudis-Ferreira T, Hill K, Goldstein RS, et al.
Resistance arm training in patients with
COPD: a randomized controlled trial. Chest
2011;139:151-158.
[51] Vogiatzis I, Nanas S, Roussos C. Interval training as an alternative modality to continuous
exercise in patients with COPD. Eur Respir J
2002;20:12-19.
[52] Vogiatzis I, Simoes DC, Stratakos G, et al. Effect of pulmonary rehabilitation on muscle
remodelling in cachectic patients with COPD.
Eur Respir J 2010;36:301-310.
[53] Beauchamp MK, Nonoyama M, Goldstein RS,
et al. Interval versus continuous training in
individuals with chronic obstructive pulmonary disease – a systematic review. Thorax
2010;65:157-164.
[54] Zainuldin R, Mackey MG, Alison JA. Optimal
intensity and type of leg exercise training for
people with chronic obstructive pulmonary
disease. Cochrane Database Syst Rev 2011;
11:CD008008.
[55] Porszasz J, Rambod M, van der Vaart H, et al.
Sinusoidal high-intensity exercise does not
elicit ventilatory limitation in chronic obstructive pulmonary disease. Exp Physiol 2013;98:
1102-1114.
[56] Laursen PB. Training for intense exercise performance: high-intensity or high-volume
training? Scand J Med Sci Sports 2010;
20 Suppl 2:1-10.
[57] Klijn P, van Keimpema A, Legemaat M, et al.
Nonlinear Exercise Training in Advanced
Chronic Obstructive Pulmonary Disease Is
Superior to Traditional Exercise Training. A
Randomized Trial. Am J Resp Crit Care
2013;188:193-200.
[58] Salhi BJ, van Meerbeeck J, Joos GF, et al. Effects of whole body vibration in patients with
COPD: a randomized study. Am J Respir Crit
Care Med 2011;183:A3968.
[59] Gloeckl R, Heinzelmann I, Baeuerle S, et al.
Effects of whole body vibration in patients
with chronic obstructive pulmonary disease
– a randomized controlled trial. Respir Med
2012;106:75-83.
[60] Pleguezuelos E, Pérez ME, Guirao L, et al. Effects of whole body vibration training in patients with severe chronic obstructive pulmonary disease. Respirology 2013;18:1028-1034.
[61] McNamara RJ, McKeough ZJ, McKenzie DK,
et al. Water-based exercise in COPD with
physical comorbidities: a randomised controlled trial. Eur Respir J 2013;41:1284-1291.
[62] McNamara RJ, McKeough ZJ, McKenzie DK,
et al. Water-based exercise training for
chronic obstructive pulmonary disease.
Cochrane Database Syst Rev 2013;12:
CD008290.
[63] Leung RW, McKeough ZJ, Peters MJ, et al.
Short-form Sun-style t’ai chi as an exercise
training modality in people with COPD. Eur
Respir J 2013;41:1051-1057.
[64] Spruit MA, Pitta F, Garvey C, et al. Differences
in content and organisational aspects of pulmonary rehabilitation programmes. Eur Resp
J 2014;43:1326-1337.
[65] Vestbo J, Hurd SS, Agustí AG, et al. Global
strategy for the diagnosis, management, and
prevention of chronic obstructive pulmonary
disease: GOLD executive summary. Am J
Respir Crit Care Med 2013;187:347-365.
[66] O’Donnell DE, Fluge T, Gerken F, et al. Effects
of tiotropium on lung hyperinflation, dyspnoea and exercise tolerance in COPD. Eur
Respir J 2004;23:832-840.
[67] Saey D, Debigaré R, LeBlanc P, et al. Contractile leg fatigue after cycle exercise: a factor
limiting exercise in patients with chronic obstructive pulmonary disease. Am J Respir Crit
Care Med 2003;168:425-430.
[68] Magnussen H, Paggiaro P, Schmidt H, et al.
Effect of combination treatment on lung volumes and exercise endurance time in COPD.
Respir Med 2012;106:1413-1420.
[69] O’Donnell DE, D’Arsigny C, Webb KA. Effects
of hyperoxia on ventilatory limitation during
exercise in advanced chronic obstructive pulmonary disease. Am J Respir Crit Care Med
2001;163:892-898.
[70] Puhan MA, Schunemann HJ, Frey M, et al.
Value of supplemental interventions to enhance
the effectiveness of physical exercise during
respiratory rehabilitation in COPD patients. A
systematic review. Respir Res 2004;5:25.
[71] Guell Rous R. Long-term oxygen therapy: are
we prescribing appropriately? Int J Chron Obstruct Pulmon Dis 2008;3:231-237.
[72] Garrod R, Paul EA, Wedzicha JA. Supplemental oxygen during pulmonary rehabilitation in
patients with COPD with exercise hypoxaemia. Thorax 2000;55:539-543.
[73] Nonoyama ML, Brooks D, Lacasse Y, et al.
Oxygen therapy during exercise training in
chronic obstructive pulmonary disease.
Cochrane Database Syst Rev 2007;2:
CD005372.
[74] Ringbaek T, Martinez G, Lange P. The longterm effect of ambulatory oxygen in normoxaemic COPD patients: a randomised study.
Chron Respir Dis 2013;10:77-84.
[75] Héraud N, Préfaut C, Durand F, et al. Does
correction of exercise- induced desaturation
by O2 always improve exercise tolerance in
COPD? A preliminary study. Respir Med
2008;102:1276-1286.
[76] Scorsone D, Bartolini S, Saporiti R, et al. Does
a low-density gas mixture or oxygen supplementation improve exercise training in
COPD? Chest 2010;138:1133-1139.
[77] D olmage TE, Evans RA, Brooks D, et al.
Breathing helium-hyperoxia and tolerance of
partitioned exercise in patients with COPD. J
Cardiopulm Rehabil Prev 2014;34:69-74.
[78] Corner E, Garrod R. Does the addition of noninvasive ventilation during pulmonary rehabilitation in patients with chronic obstructive
pulmonary disease augment patient outcome
in exercise tolerance? A literature review.
Physiother Res Int 2010;15:5-15.
[79] Köhnlein T, Schönheit-Kenn U, Winterkamp S,
et al. Noninvasive ventilation in pulmonary
rehabilitation of COPD patients. Respir Med
2009;103:1329-1336.
[80] Duiverman ML, Wempe JB, Bladder G, et al.
Nocturnal non-invasive ventilation in addition
to rehabilitation in hypercapnic patients with
COPD. Thorax 2008;63:1052-1057.
[81] Cabral LF, D’Elia TC, Marins DS, et al. Pursed
lip breathing improves exercise tolerance in
copd: a randomized crossover study. Eur J
Phys Rehabil Med 2014 Apr 2 [Epub ahead
of print].
[82] Holland AE, Hill CJ, Jones AY, et al. Breathing
exercises for chronic obstructive pulmonary
disease. Cochrane Database Syst Rev
2012;10:CD008250.
[83] Probst VS, Troosters T, Coosemans I, et al.
Mechanisms of improvement in exercise capacity using a rollator in patients with COPD.
Chest 2004;126:1102-1107.
[84] Crisafulli E, Costi S, De Blasio F, et al. Effects
of a walking aid in COPD patients receiving
oxygen therapy. Chest. 2007;131:1068-1074.
[85] Cavalheri V, Camillo CA, Brunetto AF, et al. Effects of arm bracing posture on respiratory
muscle strength and pulmonary function in
patients with chronic obstructive pulmonary
disease. Rev Port Pneumol 2010;16:887-891.
[86] Wijkstra PJ, Ten Vergert EM, van der Mark
TW, et al. Relation of lung function, maximal
inspiratory pressure, dyspnoea, and quality of
life with exercise capacity in patients with
chronic obstructive pulmonary disease. Thorax 1994;49:468-472.
[87] Crisafulli E, Costi S, Fabbri LM et al. Respiratory muscle training in COPD patients. Int J
Chron Obstruct Pulmon Dis 2007;2:19-25.
[88] Gosselink R, De Vos J, van den Heuvel SP, et
al. Impact of inspiratory muscle training in
patients with COPD: what is the evidence?
Eur Respir J 2011;37:416-425.
[89] Maffiuletti NA, Roig M, Karatzanos E, et al.
Neuromuscular electrical stimulation for preventing skeletal-muscle weakness and wasting in critically ill patients: a systematic review. BMC Med 2013;11:137.
[90] Neder JA, Sword D, Ward SA, et al. Home
based neuromuscular electrical stimulation
as a new rehabilitative strategy for severely
disabled patients with chronic obstructive
pulmonary disease (COPD). Thorax 2002;57:
333-337.
[91] Sillen MJ, Janssen PP, Akkermans MA, et al.
The metabolic response during resistance
training and neuromuscular electrical stimulation (NMES) in patients with COPD, a pilot
study. Respir Med 2008;102:786-789.
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
29
[92] Vivodtzev I, Lacasse Y, Maltais F. Neuromuscular electrical stimulation of the lower
limbs in patients with chronic obstructive
pulmonary disease. J Cardiopulm Rehabil
Prev 2008;28:79-91.
[93] Balbi B, Ambrosino N, Lazzeri M, et al. Pulmonary rehabilitation in Italy: professional
barriers to overcome. Eur Respir J.
2014;44:1382-1383.
[94] Van der Schaaf M, Dettling DS, Beelen A, et
al. Poor functional status immediately after
discharge from an intensive care unit. Disabil Rehabil 2008;30:1812-1818.
[95] Herridge MS, Tansey CM, Matté A, et al.
Functional disability 5 years after acute respiratory distress syndrome. N Engl J Med
2011;364:1293-1304.
[96] Unroe M, Kahn JM, Carson SS, et al. Oneyear trajectories of care and resource utilization for recipients of prolonged mechanical ventilation: a cohort study. Ann Intern
Med 2010;153:167-175.
[97] Walsh CJ, Batt J, Herridge MS, et al. Muscle
wasting and early mobilization in acute respiratory distress syndrome. Clin Chest Med
2014;35:811-826.
[98] Morris PE, Goad A, Thompson C, et al. Early
intensive care unit mobility therapy in the
treatment of acute respiratory failure. Crit
Care Med 2008;36:2238-2243.
[99] Schweickert WD, Pohlman MC, Pohlman AS,
et al. Early physical and occupational therapy in mechanically ventilated, critically ill
patients: a randomised controlled trial. Lancet 2009;373:1874-1882.
[100] Calvo-Ayala E, Khan BA, Farber MO, et al.
Interventions to improve the physical function of ICU survivors: a systematic review.
Chest 2013;144:1469-1480.
[101] Kayambu G, Boots R, Paratz J. Physical
Therapy for the Critically Ill in the ICU: A
Systematic Review and Meta-Analysis. Crit
Care Med 2013;41:1543-1554.
[102] Ali NA, O’Brien JM, Hoffmann SP, et al. Acquired weakness, handgrip strength, and
mortality in critically ill patients. Am J Resp
Crit Care 2008;178:261-268.
[103] Hanekom S, Gosselink R, Dean E, et al. The
development of a clinical management algorithm for early physical activity and mobilization of critically ill patients: synthesis of
evidence and expert opinion and its translation into practice. Clin Rehabil 2011;25:
771-787.
[104] O
sadnik CR, Rodrigues FM, Camillo CA, et al.
Principles of Rehabilitation and Reactivation.
Respiration 2015 Jan 13:2-11 [Epub ahead
of print].
[105] Gosselink R, Clerckx B, Robbeets C, et al.
Physiotherapy in the intensive care unit.
Neth J Crit Care 2011;15:66-75.
[106] Thomas P, Paratz J, Lipman J. Seated and
semi-recumbent positioning of the ventilated
intensive care patient – effect on gas exchange, respiratory mechanics and hemodynamics. Heart Lung 2014;43:105-111.
[107] Stockley RC, Morrison J, Rooney J, et al.
Move it or lose it? A survey of the aims of
30
treatment when using passive movements
in intensive care. Intensive Crit Care Nurs
2012;28:82-87.
[108] Trees DW, Smith JM, Hockert S. Innovative
mobility strategies for the patient with intensive care unit-acquired weakness: a case
report. Phys Ther;2013;93:237-247.
[109] Bailey P, Thomsen GE, Spuhler VJ, et al.
Early activity is feasible and safe in respiratory failure patients. Crit Care Med 2007;
35:139-145.
[110] Griffiths RD, Palmer TE, Helliwell T, et al. Effect of passive stretching on the wasting of
muscle in the critically ill. Nutrition
1995;11:428-432.
[111] Kress JP. Clinical trials of early mobilization
of critically ill patients. Crit Care Med
2009;37(10 Suppl):S442-S447.
[112] Thomsen GE, Snow GL, Rodriguez L, et al.
Patients with respiratory failure increase
ambulation after transfer to an intensive
care unit where early activity is a priority.
Crit Care Med 2008;36:1119-1124.
[113] Clini E, Crisafulli E, Degli Antoni F et al.
Functional recovery following physical training
in tracheotomised and chronically ventilated
patients. An observational prospective cohort study. Respir Care 2011;56:306-313.
[114] Nordon-Craft A, Moss M, Quan D, et al. Intensive care unit-acquired weakness: implications for physical therapist management.
Phys Ther 2012;92:1494-1506.
[115] Stiller K. Physiotherapy in intensive care: an
updated systematic review. Chest 2013;
144:825-847.
[116] Martin UJ, Hincapie L, Nimchuk M, et al. Impact of whole-body rehabilitation in patients
receiving chronic mechanical ventilation.
Crit Care Med 2005;33:2259-2265.
[117] Chiang L-L, Wang L-Y, Wu C-P, et al. Effects
of physical training on functional status in
patients with prolonged mechanical ventilation. Phys Ther 2006;86:1271-1281.
[118] Chen Y-H, Lin H-L, Hsiao H-F, et al. Effects
of exercise training on pulmonary mechanics and functional status in patients with
prolonged mechanical ventilation. Respir
Care 2012;57:727-734.
[119] Porta R, Vitacca M, Gilè LS, et al. Supported
arm training in patients recently weaned
from mechanical ventilation. Chest 2005;
128:2511-2520.
[120] Burtin C, Clerckx B, Robbeets C, et al. Early
exercise in critically ill patients enhances
short-term functional recovery. Crit Care
Med 2009;37:2499-505.
[121] Camargo Pires-Neto R, Fogaça Kawaguchi
YM, Sayuri Hirota A, et al. Very early passive
cycling exercise in mechanically ventilated
critically ill patients: physiological and safety
aspects--a case series. PLoS One 2013;8:
e74182.
[122] Zanotti E, Felicetti G, Maini M, et al. Peripheral muscle strength training in bed-bound
patients with COPD receiving mechanical
ventilation: effect of electrical stimulation.
Chest 2003;124:292-296.
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
[123] Gerovasili V, Stefanidis K, Vitzilaios K, et al.
Electrical muscle stimulation preserves the
muscle mass of critically ill patients: a randomized study. Crit Care 2009;13:R161.
[124] Routsi C, Gerovasili V, Vasileiadis I, et al.
Electrical muscle stimulation prevents critical illness polyneuromyopathy: a randomized parallel intervention trial. Crit Care
2010;14:R74.
[125] Vassilakopoulos T, Zakynthinos S, Roussos
C. The tension-time index and the frequency/tidal volume ratio are the major pathophysiologic determinants of weaning failure
and success. Am J Resp Crit Care 1998;
158:378-385.
[126] Martin AD, Davenport PD, Franceschi AC, et
al. Use of inspiratory muscle strength training to facilitate ventilator weaning: a series
of 10 consecutive patients. Chest 2002;
122:192-196.
[127] Martin AD, Smith BK, Davenport PD, et al.
Inspiratory muscle strength training improves weaning outcome in failure to wean
patients: a randomized trial. Crit Care
2011;15:R84.
[128] Nava S, Fasano L. Inspiratory muscle training in difficult to wean patients: work it
harder, make it better, do it faster, makes us
stronger. Crit Care 2011;15:153.
[129] C aruso P, Denari SDC, Ruiz SAL, et al.
Inspiratory muscle training is ineffective in
mechanically ventilated critically ill patients.
Clinics (Sao Paulo) 2005;60:479-484.
[130] Cader SA, Vale RG de S, Castro JC, et al.
Inspiratory muscle training improves maximal
inspiratory pressure and may assist weaning
in older intubated patients: a randomised
trial. J Physiother 2010;56:171-177.
[131] Hodgson CL, Berney S, Harrold M, et al.
Clinical review: early patient mobilization in
the ICU. Crit Care 2013;17:207.
[132] Garzon-Serrano J, Ryan C, Waak K, et al.
Early mobilization in critically ill patients: patients mobilization level depends on health
care provider’s profession. PM&R 2011;
3:307-313.
[133] Nordon-Craft A, Schenkman M, Ridgeway K,
et al. Physical therapy management and patient outcomes following ICU-acquired
weakness: a case series. J Neurol Phys
Ther 2011;35:133-140.
[134] Lord RK, Mayhew CR, Korupolu R, et al. ICU
early physical rehabilitation programs: financial modeling of cost savings. Crit Care
Med 2013;41:717-724.
[135] Pugh ME, Buchowski MS, Robbins IM, et al.
Physical activity limitation as measured by
accelerometry in pulmonary arterial hypertension. Chest 2012;142:1391-1398.
[136] Fox BD, Langleben D, Hirsch A, et al. Step
climbing capacity in patients with pulmonary
hypertension. Clin Res Cardiol 2013;102:
51-61.
[137] Watanabe F, Taniguchi H, Sakamoto K, et al.
Quadriceps weakness contributes to exercise capacity in nonspecific interstitial pneumonia. Respir Med 2013;107:622-628.
[138] Marcellis RG, Lenssen AF, Kleynen S, et al.
Exercise capacity, muscle strength, and fatigue in sarcoidosis: a follow up study. Lung
2013;191:247-256.
[139] Walsh JR, Chambers DC, Davis RJ, et al. Impaired exercise capacity after lung transplantation is related to delayed recovery of
muscle strength. Clin Transplant 2013;27:
E504-E511.
[140] Akhtar AA, Ali MA, Smith RP. Depression in
patients with idiopathic pulmonary fibrosis.
Chron Respir Dis 2013;10:127-133.
[141] Yilmaz E, Ozalevli S, Ersoz H, et al. Comparison of health-related quality of life and exercise capacity according to stages in patients
with non-small cell lung cancer. Tuberk
Toraks 2013;61:131-139.
[142] Pujol JL, Quantin X, Chakra M. Cardiorespiratory fitness in patients with advanced
non-small cell lung cancer: why is this feature important to evaluate? Can it be improved? J Thorac Oncol 2009;4:565-7.
[143] Delgado-Guay MO, Parsons HA, Li Z, et al.
Symptom distress, interventions, and outcome of intensive care unit cancer patients
referred to a palliative care consult team.
Cancer 2009;115:437-445.
[144] Tanaka K, Akechi T, Okuyama T, et al. Impact
of dyspnea, pain, and fatigue on daily life
activities in ambulatory patients with advanced lung cancer. J Pain Symptom Manage 2002;23:417-423.
[145] Grutters JP, Joore MA, Wiegman EM, et al.
Health-related quality of life in patients surviving non-small cell lung cancer. Thorax
2010;65:903-907.
[146] Jacot W, Colinet B, Bertrand D, et al. Quality
of life and comorbidity score as prognostic
determinants in non-small-cell lung cancer
patients. Ann Oncol 2008;19:1458-1464.
[147] England R, Maddocks M, Manderson C, et
al. Factors influencing exercise performance
in thoracic cancer. Respir Med 2012;106:
294-299.
[148] Marks LB, Yu X, Vujaskovic Z, et al. Radiation-induced lung injury. Semin Radiat Oncol 2003;13:333-345.
[149] Quist M, Rorth M, Langer S, et al. Safety and
feasibility of a combined exercise intervention for inoperable lung cancer patients undergoing chemotherapy: a pilot study. Lung
Cancer 2012;75:203-208.
[150] Riesenberg H, Lübbe AS. In-patient rehabilitation of lung cancer patients - a prospective study. Support Care Cancer
2010;18:877-882.
[151] Glattki GP, Manika K, Sichletidis L, et al. Pulmonary rehabilitation in non-small cell lung
cancer patients after completion of treatment. Am J Clin Oncol 2012;35:120-125.
[152] Hwang CL, Yu CJ, Shih JYet al. Effects of
exercise training on exercise capacity in patients with non-small cell lung cancer receiving targeted therapy. Support Care Cancer 2012;20:3169-3177.
[153] Pasqua F, D’Angelillo R, Mattei F, et al. Pulmonary rehabilitation following radical
chemo-radiation in locally advanced non
surgical NSCLC: Preliminary evidences.
Lung Cancer 2012;76:258-259.
[154] Baser S, Shannon VR, Eapen GA, et al. Pulmonary dysfunction as a major cause of inoperability among patients with non-smallcell lung cancer. Clin Lung Cancer 2006;7:
344-349.
[155] Nagamatsu Y, Maeshiro K, Kimura NY, et al.
Long-term recovery of exercise capacity and
pulmonary function after lobectomy. Thorac
Cardiovasc Surg 2007;134:1273-1278.
[156] Wang JS, Abboud RT, Wang LM. Effect of
lung resection on exercise capacity and on
carbon monoxide diffusing capacity during
exercise. Chest 2006;129:863-872.
[157] Coups EJ, Park BJ, Feinstein MB, et al.
Physical activity among lung cancer survivors:
changes across the cancer trajectory and
associations with quality of life. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2009;18:664-672.
[158] Novoa N, Varela G, Jimenez MF, et al. Influence of major pulmonary resection on postoperative daily ambulatory activity of the
patients. Interact Cardiovasc Thorac Surg
2009;9:934-938.
[159] Jones LW, Peddle C, Eves ND, et al. Effects
of presurgical exercise training on cardiorespiratory fitness among patients undergoing thoracic surgery for malignant lung
lesions. Cancer 2007;110:590-598.
[160] Peddle CJ, Jones LW, Eves ND et al. Effects
of presurgical exercise training on quality of
life in patients undergoing lung resection for
suspected malignancy: a pilot study. Cancer
Nurs 2009;32:158-165.
[161] Bobbio A, Chetta A, Ampollini L, et al. Preoperative pulmonary rehabilitation in patients
undergoing lung resection for non-small cell
lung cancer. Eur J Cardio thorac Surg 2008;
33:95-98.
[162] Divisi D, Di Francesco C, Di Leonardo G, et
al. Preoperative pulmonary rehabilitation in
patients with lung cancer and chronic obstructive pulmonary disease Eur J Cardiothorac Surg 2013;43:293-296.
[163] Morano MT, Araújo AS, Nascimento FB, et
al. Preoperative pulmonary rehabilitation
versus chest physical therapy in patients
undergoing lung cancer resection: a pilot
randomized clinical trial Arch Phys Med Rehabil 2013;94:53-58.
[164] Cesario A, Ferri L, Galetta D, et al. Preoperative pulmonary rehabilitation and surgery for
lung cancer. Lung Cancer 2007;57:118-119.
[165] Cavalheri V, Tahirah F, Nonoyama M, et al.
Exercise training undertaken by people
within 12 months of lung resection for nonsmall cell lung cancer. Cochrane Database
SystRev2013;7:CD009955.
[166] Cesario A, Ferri L, Galetta D, et al. Post-operative respiratory rehabilitation after lung
resection for non-small cell lung cancer.
Lung Cancer 2007;57:175-180.
[167] Spruit MA, Janssen PP, Willemsen SC, et al.
Exercise capacity before and after an
8-week multidisciplinary inpatient rehabilitation program in lung cancer patients: a
pilot study. Lung Cancer 2006;52:257-260.
[168] Jones LW, Eves ND, Peterson BL, et al.
Safety and feasibility of aerobic training on
cardiopulmonary function and quality of life
in postsurgical non small cell lung cancer
patients: a pilot study. Cancer 2008;113:
3430-3439.
[169] Granger CL, Chao C, McDonald CF, et al.
Safety and feasibility of an exercise intervention for patients following lung resection:
a pilot randomized controlled trial. Integr
Cancer Ther 2013;12:213-224.
[170] Peddle-McIntyre CJ, Bell G, Fenton D, et al.
Feasibility and preliminary efficacy of progressive resistance exercise training in lung
cancer survivors. Lung Cancer 2012;75:
126-132.
[171] Hoffman AJ, Brintnall RA, Brown JK, et al.
Virtual reality bringing a new reality to post
thoracotomy lung cancer patients via a
home-based exercise intervention targeting
fatigue while undergoing adjuvant treatment. Cancer Nurs 2014;37:23-33.
[172] Raghu G, Collard HR, Egan JJ, et al. An official ATS/ERS/JRS/ALAT statement: idiopathic
pulmonary fibrosis: evidence-based guidelines for diagnosis and management. Am J
RespirCrit Care Med 2011;183:788-824.
[173] Nishiyama O, Kondoh Y, Kimura T, et al. Effects of pulmonary rehabilitation in patients
with idiopathic pulmonary fibrosis. Respirology 2008;13:394-399.
[174] Holland AE, Hill CJ, Conron M, et al. Short
term improvement in exercise capacity and
symptoms following exercise training in
interstitial lung disease. Thorax 2008;63:
549-554.
[175] Swigris JJ, Fairclough DL, Morrison M, et al.
Benefits of pulmonary rehabilitation in idiopathic pulmonary fibrosis. Respir Care
2011;56:783-789.
[176] Ferreira A, Garvey C, Connors GL, et al. Pulmonary rehabilitation in interstitial lung disease: benefits and predictors of response.
Chest 2009;135:442-447.
[177] Huppmann P, Sczepanski B, Boensch Met
al. Effects of inpatient pulmonary rehabilitation in patients with interstitial lung disease
Eur Respir J 2013;42:444-453.
[178] Kozu R, Senjyu H, Jenkins SC, et al. Differences in response to pulmonary rehabilitation
in idiopathic pulmonary fibrosis and chronic
obstructive pulmonary disease, Respiration
2011;81:196-205.
[179] Holland AE, Hill CJ, Glaspole I, et al. Predictors of benefit following pulmonary rehabilitation for interstitial lung disease Respir
Med 2012;106:429-435.
[180] Dwyer TJ, Elkins MR, Bye PT. The role of exercise in maintaining health in cystic fibrosis.
Curr Opin Pulm Med 2011;17:455-460.
[181] Schneiderman-Walker J, Pollock SL, Corey
M, et al. A randomized controlled trial of a
3-year home exercise program in cystic fibrosis. J Pediatr 2000;136:304-310.
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
31
[182] Selvadurai HC, Blimkie CJ, Meyers N, et al.
Randomized controlled study of in-hospital
exercise training programs in children with
cystic fibrosis. Pediatr Pulmonol 2002;33:
194-200.
[183] Dassios T, Katelari A, Doudounakis S, et al.
Aerobic exercise and respiratory muscle
strength in patients with cystic fibrosis
Respir Med 2013;107:684-690.
[184] Bradley J, Moran F. Physical training for
cystic fibrosis. Cochrane Database Syst Rev
2008;1:CD002768.
[185] M cIlwaine M. Chest physical therapy,
breathing techniques and exercise in children
with CF. Paediatr Respir Rev 2007;8:8-16.
[186] Cholewa JM, Paolone VJ. Influence of exercise on airway epithelia in cystic fibrosis: a
review. Med Sci Sports Exerc 2012;44:
1219-1226.
[187] Decramer M, Gosselink R. Physical activity
in patients with cystic fibrosis: a new variable
in the health-status equation unravelled?
Eur Respir J 2006;28:678-679.
[188] Urquhart D, Sell Z, Dhouieb E, et al. Effects
of a supervised, outpatient exercise and
physiotherapy programme in children with
cystic fibrosis. Pediatr Pulmonol 2012;47:
1235-1241.
[189] Saiman L, Siegel J et al. for the Cystic Fibrosis
Foundation. Infection control recommendations for patients with cystic fibrosis: microbiology, important pathogens, and infection
control practices to prevent patient-to-patient transmission. Infect Control Hosp Epidemiol 2003;24(Suppl 5):S6-52.
[190] Smith MP. Non–cystic fibrosis bronchiectasis.
J R Coll Physicians Edinb 2011;41:132-139.
[191] L ee AL, Button BM, Ellis S, et al Clinical determinants of the 6-minute walk test in bronchiectasis. Respir Med 2009;103:780-785.
[192] Koulouris N, Retsou S, Kosmas E, et al. Tidal
expiratory flow limitation, dyspnoea and exercise capacity in patients with bilateral bronchiectasis. Eur Respir J 2003;21:743-748.
[193] Olveira C, Olveira G, Gaspar Iet al Depression and anxiety symptoms in bronchiectasis: associations with health-related quality
of life. Qual Life Res 2013;22:597-560.
[194] Finklea J, Khan G, Thomas S, et al. Predictors of mortality in hospitalised patients with
acute exacerbation of bronchiectasis. Respir
Med 2010;104:816-821.
[195] Martinez-Garcia M, Soler-Cataluna J, Perpina-Tordera M, et al. Factors associated with
lung function decline in adult patients with
stable non-cystic fibrosis bronchiectasis.
Chest 2007;132:1565-1572.
[196] Pasteur M, Bilton D, Hill A, et al, British Thoracic Society guidelines for non-CF bronchiectasis. Thorax 2010;65:i1–58.
[197] Bradley J, Moran F, GreenstoneM. Physical
training for bronchiectasis. Cochrane Database Syst Rev 2002;3:CD002166.
[198] Ong H, Lee A, Hill C, et al Effects of pulmonary
rehabilitation in bronchiectasis: a retrospective study. Chron Respir Dis 2011;8:21-30.
32
[199] Zan Zellar M, Caetano P, Amorim A, et al
Pulmonary rehabilitation in patients with
bronchiectasis: pulmonary function, arterial
blood gases and the 6-minute walk test. J
Cardiopulm Rehabil Prev 2012;32:278-283.
[200] Newall C, Stockley R, Hill S: Exercise training and inspiratory muscle training in patients with bronchiectasis. Thorax 2005;60:
943-948.
[201] Lee AL, Cecins N, Hill CJ, et al. The effects
of pulmonary rehabilitation in patients with
non-cystic fibrosis bronchiectasis: protocol
for a randomised controlled trial. BMC Pulm
Med 2010;10:5.
[202] Lee AL, Hill CJ, Cecins N, et al. The short
and long term effects of exercise training in
non-cystic fibrosis bronchiectasis-a randomised controlled trial. Respir Res 2014;
15:44.
[203] Global Initiative for Asthma (GINA). Global
Strategy for Asthma Management and Prevention. Bethesda, National Heart, Lung,
and Blood Institute of Health, 2006.
[204] Adams RJ, Wilson DH, Taylor AW, et al. Psychological factors and asthma quality of life:
a population based study. Thorax 2004;59:
930-935.
[205] Chandratilleke MG, Carson KV, Picot J, et al.
Physical training for asthma, Cochrane Database Syst Rev 2013;9:CD001116.
[206] Mendes FA, Goncalves RC, Nunes MP, et al.
Effects of aerobic training on psychosocial
morbidity and symptoms in patients with
asthma: a randomized clinical trial. Chest
2010;138:331-337.
[207] Turner S, Eastwood P, Cook A, et al. Improvements in symptoms and quality of life
following exercise training in older adults
with moderate/severe persistent asthma.
Respiration 2011;81:302-310.
[208] Garcia-Aymerich J, Varraso R, Antó JM, et
al. Prospective study of physical activity and
risk of asthma exacerbations in older women. Am J Respir Crit Care Med 2009;179:
999-1003.
[209] Mendes FA, Almeida FM, Cukier A, et al. Effects of aerobic training on airway inflammation in asthmatic patients. Med Sci
Sports Exerc 2011;43:197-203.
[210] Eichenberger PA, Diener SN, Kofmehl R, et
al. Effects of exercise training on airway hyperreactivity in asthma: a systematic review
and meta-analysis. Sports Med 2013;43:
1157-1170.
[211] Bruurs ML, van der Giessen LJ, Moed H.
The effectiveness of physiotherapy in patients
with asthma: a systematic review of the literature. Respir Med 2013;107:483-494.
[212] Freitas DA, Holloway EA, Bruno SS, et al.
Breathing exercises for adults with asthma.
Cochrane Database Syst Rev;10:CD001277.
[213] Burgess J, Ekanayake B, Lowe A, et al. Systematic review of the effectiveness of
breathing retraining in asthma management.
Expert Rev Respir Med 2011;5:789-807.
[214] Galiè N, Hoeper MM, Humbert M, et al.; ESC
Committee for Practice Guidelines (CPG).
Guidelines for the diagnosis and treatment
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
of pulmonary hypertension: the Task Force
for the Diagnosis and Treatment of Pulmonary Hypertension of the European Society
of Cardiology (ESC) and the European Respiratory Society (ERS), endorsed by the International Society of Heart and Lung Transplantation (ISHLT). Eur Heart J 2009;30:
2493-2537.
[215] McLaughlin VV, Archer SL, Badesch DB, et al.
ACCF/AHA 2009 expert consensus document on pulmonary hypertension: a report
of the American College of Cardiology Foundation Task Force on Expert Consensus
Documents and the American Heart Association: developed in collaboration with the
American College of Chest Physicians,
American Thoracic Society, Inc., and the
Pulmonary Hypertension Association. Circulation 2009;119:2250-2294.
[216] Desai SA, Channick RN. Exercise in patients
with pulmonary arterial hypertension. J Cardiopulm Rehabil Prev 2008;28:12-16.
[217] Mainguy V, Maltais F, Saey D, et al. Peripheral muscle dysfunction in idiopathic pulmonary arterial hypertension. Thorax 2010;
65:113-117.
[218] Meyer FJ, Lossnitzer D, Kristen AV, et al.
Respiratory muscle dysfunction in idiopathic
pulmonary arterial hypertension. Eur Respir
J 2005;25:125-130.
[219] Taichman DB, Shin J, Hud L, et al. Healthrelated quality of life in patients with pulmonary arterial hypertension. Respir Res 2005;
6:92.
[220] Halank M, Einsle F, Lehman S, et al. Exercise capacity affects quality of life in patients with pulmonary hypertension. Lung
2013;191:337-343.
[221] Löwe B, Gräfe K, Ufer C, et al. Anxiety and
depression in patients with pulmonary hypertension. Psychosom Med 2004;66:831-836.
[222] McCollister DH, Beutz M, McLaughlin V, et
al. Depressive symptoms in pulmonary arterial hypertension: prevalence and association with functional status. Psychosomatics
2010;51:339-339.
[223] Mainguy V, Provencher S, Maltais F, et al.
Assessment of daily life physical activities in
pulmonary arterial hypertension. PLoS One
2011;6:e27993.
[224] Babu AS, Myers J, Arena R, et al. Evaluating
exercise capacity in patients with pulmonary
arterial hypertension. Expert Rev Cardiovasc
Ther 2013;11:729-737.
[225] Mereles D, Ehlken N, Kreuscher S, et al. Exercise and respiratory training improve exercise capacity and quality of life in patients
with severe chronic pulmonary hypertension. Circulation 2006;114:1482-1489.
[226] Grünig E, Ehlken N, Ghofrani A, et al. Effect
of exercise and respiratory training on clinical progression and survival in patients with
severe chronic pulmonary hypertension.
Respiration 2011;81:394-401.
[227] de Man FS, Handoko ML, Groepenhoff H, et
al. Effects of exercise training in patients
with idiopathic pulmonary arterial hypertension. Eur Respir J 2009;34:669-675.
[228] Mainguy V, Maltais F, Saey D, et al. Effects of
a rehabilitation program on skeletal muscle
function in idiopathic pulmonary arterial hypertension. J Cardiopulm Rehabil Prev
2010;30:319-323.
[229] Fox BD, Kassirer M, Weiss I, et al. Ambulatory rehabilitation improves exercise capacity in patients with pulmonary hypertension.
J Card Fail 2011;17:196-200.
[230] Grunig E, Lichtblau M, Ehlken N, et al. Safety and efficacy of exercise training in various
forms of pulmonary hypertension. Eur
Respir J 2012;40:84-92.
[231] Rochester CL. Pulmonary rehabilitation for
patients who undergo lung volume- reduction surgery or lung transplantation. Respir
Care 2008;53:1196-1202.
[232] Celli BR, Cote CG, Marin JM, et al. The
body-mass index, airflow obstruction, dyspnea, and exercise capacity index in chronic
obstructive pulmonary disease. N Engl J
Med 2004;350:1005-1012.
[233] Lahzami S, Bridevaux PO, Soccal PM, et al.
Survival impact of lung transplantation for
COPD. Eur Respir J 2010;36:74-80.
[234] Jastrzebski D, Ochman M, Ziora D, et al.
Pulmonary rehabilitation in patients referred
for lung transplantation. Adv Exp Med Biol
2013;755:19-25.
[235] Florian J, Rubin A, Mattiello R, et al. Impact
of pulmonary rehabilitation on quality of life
and functional capacity in patients on waiting lists for lung transplantation. J Bras
Pneumol 2013;39:349-356.
[236] Li M, Mathur S, Chowdhury NA, et al. Pulmonary rehabilitation in lung transplant
candidates. J Heart Lung Transplant 2013;
32:626-632.
[237] Maury G, Langer D, Verleden G, et al. Skeletal muscle force and functional exercise
tolerance before and after lung transplantation: a cohort study. Am J Transplant 2008;
8:1275-1281.
[238] Van Der Woude BT, Kropmans TJ, Douma
KW, et al. Peripheral muscle force and exercise capacity in lung transplant candidates.
Int J Rehabil Res 2002;25:351-355.
[239] Pinet C, Scillia P, Cassart M, et al. Preferential reduction of quadriceps over respiratory
muscle strength and bulk after lung transplantation for cystic fibrosis. Thorax 2004;
59:783-789.
[240] Reinsma GD, ten Hacken NH, Grevink RG, et
al. Limiting factors of exercise performance
1 year after lung transplantation. J Heart
Lung Transplant 2006;25:1310-1316.
[241] Williams TJ, Patterson GA, McClean PA, et
al. Maximal exercise testing in single and
double lung transplant recipients. Am Rev
Respir Dis 1992;145:101-105.
[242] Mathur S, Reid WD, Levy RD. Exercise limitation in recipients of lung transplants. Phys
Ther 2004;84:1178-1187.
[243] Wickerson L, Mathur S, Brooks D. Exercise
training after lung transplantation: a systematic review. J Heart Lung Transplant
2010;29:497-503.
[244] Dierich M, Tecklenburg A, Fuehner T, et al.
The influence of clinical course after lung
transplantation on rehabilitation success.
Transpl Int 2013;26:322-330.
[245] Engelen MP, Schols AM, Baken WC, et al.
Nutritional depletion in relation to respiratory and peripheral skeletal muscle function in
outpatients with COPD. Eur Respir J 1994;
7:1793-1797.
[246] Wilson DO, Rogers RM, Wright EC, et al.
Body weight in chronic obstructive pulmonary
disease. The National Institutes of Health Intermittent Positive-Pressure Breathing Trial.
Am Rev Respir Dis 1989;139:1435-1438.
[247] Chailleux E, Laaban JP, Veale D. Prognostic
value of nutritional depletion in patients with
COPD treated by long-term oxygen therapy:
data from the ANTADIR observatory. Chest
2003;123:1460-1466.
[248] S chols M, Slangen J, Volovics L, et al.
Weight loss is a reversible factor in the
prognosis of chronic obstructive pulmonary
disease. Am J Respir Crit Care Med 1998;
157:1791-1797.
[249] Prescott E, Almdal T, Mikkelsen KL, et al.
Prognostic value of weight change in chronic obstructive pulmonary disease: results
from the Copenhagen City Heart Study. Eur
Respir J 2002;20:539-544.
[250] S oler-Cataluña JJ, Sánchez-Sánchez L,
Martínez-García MA, et al. Mid-arm muscle
area is a better predictor of mortality than
body mass index in COPD. Chest
2005;128:2108-2115.
[251] Baarends EM, Schols AM, Mostert R, et al.
Peak exercise response in relation to tissue
depletion in patients with chronic obstructive lung disease. Eur Respir J 1997;10:
2807-2813
[252] Kobayashi A, Yoneda T, Yoshikawa M, et al.
The relation of fat-free mass to maximum
exercise performance in patients with
chronic obstructive pulmonary disease.
Lung 2000;178:119-127.
[253] Mostert R, Goris A, Weling-Scheepers C, et
al. Tissue depletion and health related quality of life in patients with chronic obstructive
pulmonary disease. Respir Med 2000;94:
859-867.
[254] Lan C-C, Yang M-C, Lee C-H, et al. Pulmonary rehabilitation improves exercise capacity and quality of life in underweight patients
with chronic obstructive pulmonary disease.
Respirology 2011;16:276-283.
[255] Franssen FME, Broekhuizen R, Janssen PP,
et al. Effects of whole-body exercise training
on body composition and functional capacity
in normal-weight patients with COPD. Chest
2004;125:2021-2028.
[256] Steiner MC, Barton RL, Singh SJ, et al. Nutritional enhancement of exercise performance in chronic obstructive pulmonary
disease: a randomised controlled trial. Thorax
2003;58:745-751.
[257] Ferreira IM, Brooks D, White J, et al. Nutritional supplementation for stable chronic
obstructive pulmonary disease. Cochrane
Database Syst Rev 2012;12:CD000998.
[258] Clini E, Prato F, Nobile M, et al. Interdisciplinary rehabilitation in morbidly obese subjects: an observational pilot study, Monaldi
Arch Chest Dis 2006;65:89-95.
[259] Greening NJ, Evans RA, Williams JE, et al.
Does body mass index influence the outcomes of a Waking-based pulmonary rehabilitation programme in COPD? Chron
Respir Dis 2012;9:99-106.
[260] Zach MS. Lung disease in cystic fibrosis an updated concept. Pediatric Pulmonology
1990;8:188-202.
[261] Foster WM. Mucociliary transport and cough
in humans. Pulm Pharmacol Ther 2002;15:
277-282.
[262] Zaugg M, Lucchinetti E. Respiratory function
in the elderly. Anesthesiol Clin North America 2000;18:47-58.
[263] Hernandez ML, Harris B, Lay JC, et al. Comparative airway inflammatory response of
normal volunteers to ozone and lipopolysaccharide challenge. Inhal Toxicol 2010;22:
648-656.
[264] Van der Schans CP. Bronchial mucus transport. Respir Care 2007;52:1150-1158.
[265] Voynow JA, Rubin BK. Mucins, mucus, and
sputum. Chest 2009;135:505-512.
[266] Rubin BK. Mucus, phlegm, and sputum in
cystic fibrosis. Respir Care 2009;54:726732.
[267] Van der Schans CP, Postma DS, Koeter GH,
et al. Physiotherapy and bronchial mucus
transport. Eur Respir J 1999;13:1477-1486.
[268] Pryor JA, Webber BA, Hodson ME, et al.
Evaluation of the forced expiration technique as an adjunct to postural drainage in
treatment of cystic fibrosis. BMJ 1979;2:
417-418.
[269] Bellone A, Lascioli R, Raschi S, et al. Chest
physical therapy in patients with acute exacerbation of chronic bronchitis: effectiveness of three methods. Arch Phys Med Rehabil 2000;81:558-560.
[270] Ambrosino N, Della Torre M, Montagna T, et
al. ELTGOL versus postural drainage as a
form of chest physiotherapy in COPD patients. Am Rev Respir Dis 1990;141:A325.
[271] Pfleger A, Theissl B, Oberwaldner B, et al.
Self-administered chest physiotherapy in
cystic fibrosis: a comparative study Highpressure PEP and AD. Lung 1992;170:323330.
[272] Osadnik CR, McDonald CF, Jones AP, et al.
Airway clearance techniques for chronic obstructive pulmonary disease. Cochrane Database of Systematic Reviews 2012;3:
CD008328.
[273] Konstan MW, Stern RC, Doershuk CF. Efficacy of the Flutter device for airway mucus
clearance in patients with cystic fibrosis. J
Pediatr 1994;124:689-693.
[274] Pryor JA, Webber BA, Hodson ME, et al. The
Flutter VRP1 as an adjunct to chest physiotherapy in cystic fibrosis. Resp Med 1994;
88:677-681.
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
33
[275] Pryor J. Physiotherapy for airway clearance
in adults. Eur Respir J 1999;14:1418-1424.
[276] Volsko TA, DiFiore JM, Chatburn RL. Performance comparison of two oscillatory positive pressure devices: Acapella versus Flutter. Respir Care 2003;48:124-30.
[277] Homnick DN, White F, de Castro C. Comparison of effects of an intrapulmonary percussive ventilator to standard aerosol and chest
physiotherapy in treatment of cystic fibrosis.
Pediatr Pulmonol 1995;20:50-55.
[278] Hansen LG, Warwick WJ. High-frequency
chest compression system to aid in clearance of mucus from the lung. Biomed Instrum Technol 1990;24:289-294.
[279] Bach JR. Update and perspective on non
invasive respiratory muscle aids. Part. 2:
The expiratory aids. Chest 1994;105:15381544.
[280] Tang CY, Taylor NF, Blackstock FC. Chest
physiotherapy for patients admitted to hospital with an acute exacerbation of chronic
obstructive pulmonary disease (COPD): a
systematic review. Physiotherapy 2010;
96:1-13.
[281] Goeminne P, Dupont L. Non-cystic fibrosis
bronchiectasis: diagnosis and management
in 21st century. Postgrad Med J 2010;86:
493-501.
[282] McCool FD and Rosen MJ. Non pharmacologic Airway Clearance Therapies ACCP Evidence-Based Clinical Practice Guidelines.
Chest 2006;129:250-259.
[283] Dwyer TJ, Alison JA, McKeough ZJ, et al.
Effects of exercise on respiratory flow and
sputum properties in patients with cystic fibrosis. Chest 2011;139:870-877.
[284] Bott J, Blumenthal S, Buxton M, et al. on
behalf of the British Thoracic Society Physiotherapy Guideline Development Group.
Guidelines for the physiotherapy management of the adult, medical, spontaneously
breathing patient. Thorax 2009;64 Suppl
1:i1-51.
[285] V enturelli E, Crisafulli E, DeBiase A, et al. Efficacy of temporary positive expiratory pressure
(TPEP) in patients with lung diseases and
chronic mucus hypersecretion. The UNIKO®
project: a multicentre randomized controlled
trial. Clin Rehabil 2013;27:336-346.
[286] Warnock L, Gates A, van der Shans CP.
Chest physiotherapy compared to no chest
physiotherapy for cystic fibrosis. Cochrane
Database Syst Rev 2013;9:CD001401.
[287] Lee AL, Burge A, Holland AE. Airway clearance techniques for bronchiectasis.
Cochrane Database Syst Rev 2013;5:
CD008351.
[288] Flume PA, Robinson KA, O’Sullivan BP, et al.
Cystic Fibrosis Pulmonary Guidelines: Airway
Clearance Therapies. Respir Care 2009;54:
522-537.
[289] Mandal P, Sidhu MK, Kope L, et al. A pilot
study of pulmonary rehabilitation and chest
physiotherapy versus chest physiotherapy
alone in bronchiectasis. Resp Med
2012;106:1647-1654.
34
[290] Andrews J, Sathe NA, Krishnaswami S, et al.
Nonpharmacologic Airway Clearance Techniques in Hospitalized Patients: A Systematic
Review. Respir Care 2013;58:2160-2186.
[291] Roqué i Figuls M, Giné-Garriga M, Granados
Rugeles C, et al. Chest physiotherapy for
acute bronchiolitis in paediatric patients between 0 and 24 months old. Cochrane Database Syst Rev 2012;2:CD004873.
[292] Pasquina P, Tramèr MR, Granier LM, et al.
Respiratory Physiotherapy To Prevent Pulmonary Complications After Abdominal Surgery: A Systematic Review. Chest 2006;
130:1887-1899.
[293] Yang M, Yan Y, Yin X, et al. Chest physiotherapy for pneumonia in adults. Cochrane Database Syst Rev 2013;2:CD006338.
[294] Gomez-Merino E, Bach JR. Duchenne muscular dystrophy: prolongation of life by noninvasive ventilation and mechanically assisted coughing. Am J Phys Med Rehabil
2002;81:411-415.
[295] Chatwin M, Ross E, Hart N, et al. Cough
augmentation with mechanical insufflation/
exsufflation in patients with neuromuscular
weakness. Eur Respir J 2003;21:502-508.
[296] Cross J, Elender F, Barton G, et al. on behalf
of the MATREX Research Group. A randomised controlled equivalence trial to determine the effectiveness and cost-utility of
manual chest physiotherapy techniques in
the management of exacerbations of chronic obstructive pulmonary disease (MATREX).
Health Technol Assess 2010;14:1-147.
[297] Strickland SL, Rubin BK, Drescher GS, et al.
AARC Clinical Practice Guideline: Effectiveness of Nonpharmacologic Airway Clearance Therapiesin Hospitalized Patients.
Respir Care 2013;58:2187-2193.
[298] Finder JD, Birnkrant D, Carl J, et al. Respiratory care of the patient with Duchenne muscular dystrophy: ATS Consensus Statement.
Am J Respir Crit Care Med 2004;170:
456-465.
[299] Hess D. Airway Clearance: Physiology, Pharmacology, Techniques, and Practice. Respir
Care 2007;52:1392-1396.
[300] Barnestein-Fonseca P, Leiva-Fernández J,
Vidal-España F, et al. Is it possible to diagnose the therapeutic adherence of patients
with COPD in clinical practice? A cohortstudy.
BMC Pulm Med 2011;11:6.
[301] Garcia-Aymerich J, Lange P, Benet M, et al.
Regular physical activity modifies smokingrelated lung function decline and reduces
risk of chronic obstructive pulmonary disease.
Am J Resp Crit Care 2007;175:458-463.
[302] Ries AL, Bauldoff GS, Carlin BW, et al. Pulmonary rehabilitation: joint ACCP/AACVPR
evidence-based clinical practice guidelines.
Chest 2007;131:4-42.
[303] Bourbeau J, Nault D, Dang-Tan T. Review
paper. Self-management and behavior
modification in COPD. Patient Educ Couns
2004;52:271-277.
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
[304] Zwerink M, van der Palen J, van der Valk P,
et al. Relationship between daily physical
activity and exercise capacity in patients
with COPD. Resp Med 2013;107:242-248.
[305] Lacasse Y, Goldstein R, Lasserson TJ, et al.
Pulmonary rehabilitation for chronic obstructive pulmonary disease. Cochrane Database Syst Rev 2006;4:CD003793.
]306] Mazzuca SA. Does patient education in
chronic disease have therapeutic value? J
Chronic Dis 1982;35:521-529.
[307] Bandura A. Self-efficacy: toward a unifying
theory of behavioral change. Psychol Rev
1977;84:191-215.
[308] Lorig KR, Holman HR. Self-management
education: history, definition, outcomes, and
mechanisms. Ann Behav Med 2003;26:1-7.
[309] Bourbeau J, van der Palen J. Promoting effective self management programmes to improve COPD. Eur Resp J 2009;33:461-463.
[310] Effing T, Monninkhof EEM, van der Valk PP,
et al. Self-management education for patients with chronic obstructive pulmonary
disease. Cochrane Database Syst Rev
2007;4:CD002990.
[311] Emery CF, Schein RL, Hauck ER, et al. Psychological and cognitive outcomes of a randomized trial of exercise among patients
with chronic obstructive pulmonary disease.
Health Psychol 1998;17:232-240.
[312] Gourley GA, Portner TS, Gourley DR, et al.
Humanistic outcomes in the hypertension
and COPD arms of a multicenter outcomes
study. J Am Pharm Assoc 1998;38:586-597.
[313] Cockroft A, Bagnall P, Heslop A, et al. Controlled trial of respiratory health worker visiting patients with chronic respiratory disability. Br Med J 1987;294:225-228.
[314] Neuringer A. Operant variability: evidence,
functions, and theory.Psychon Bull Rev
2002;9:672-705.
[315] Donaldson GC, Seemungal TA, Bhowmik A,
et al. Relationship between exacerbation
frequency and lung function decline in
chronic obstructive pulmonary disease.
Thorax 2002;57:847-852.
[316] Suissa S, Dell’Aniello S, Ernst P. Long-term
natural history of chronic obstructive pulmonary disease: severe exacerbations and
mortality. Thorax 2012;67:957-963.
[317] Wilkinson TM, Donaldson GC, Hurst JR, et
al. Early therapy improves outcomes of exacerbations of chronic obstructive pulmonary disease. Am J Resp Crit Care Med
2004;169:1298-1303.
[318] Heppner PS, Morgan C, Kaplan RM, et al.
Regular walking and long-term maintenance of outcomes after pulmonary rehabilitation. J Cardiopulm Rehabil 2006;26:
44-53.
[319] Scherer YK, Schmieder LE, Shimmel S. The
effects of education alone and in combination with pulmonary rehabilitation on self
efficacy in patients with COPD. Rehabil Nurs
2012;23:71-77.
[320] Stoilkova A, Janssen DJA, Wouters EFM.
Educational programs in COPD management interventions: A systematic review.
Resp Med 2013;107:1637-1650.
[321] Wilson JS, O’Neill B, Reilly J, et al. Education in Pulmonary Rehabilitation: The Patient’s Perspective. Arch Phys Med Rehabil
2007;88:1704-1709.
[322] Zwerink M, Brusse-Keizer M, van der Valk
PDLPM, et al. Self management for patients
with chronic obstructive pulmonary disease.
Cochrane Database Syst Rev 2014;3:
CD002990.
[323] Mannino DM, Thorn D, Swensen A, et al.
Prevalence and outcomes of diabetes,
hypertension and cardio vascular disease in
COPD. Eur Resp J 2008;32:962-969.
[324] Adams SG, Smith PK, Allan PF, et al. Systematic Review of the Chronic Care Modelin
a | 2007 | ANNO IX
CHEST Edizione Italian
na
CHEST Edizione Italia
SUPPLEMENTO DI
.it
chest
www.
Edizione Italian
Chronic Obstructive Pulmonary Disease
Prevention and Management. Arch Intern
Med 2007;167:551-561.
[325] Turnock AC, Walters EH, Walters JAE, et al.
Action plans for chronic obstructive pulmonary disease. Cochrane Database Syst Rev
2005;4:CD005074.
[326] Monninkhof EM, van der Valk PD, van der
Palen J, et al. Self-management education
for chronic obstructive pulmonary disease.
Cochrane Database Syst Rev 2003;1:
CD002990.
[327] McGlone S, Wood-Baker R, Walters EH. The
effect of a written action plan in COPD
[Abstract]. Respirology 2004;9:A46.
a
CHEST
®
Physicians
lege of Chest
A m e r i c a n Co l
cation of the
Official publi
For specialists in:
Pulmonology
Critical Care
[328] Norweg A, Collins EG. Evidence for cognitivebehavioral strategies improving dyspnea
and related distress in COPD. Int J Chron
Obstruct Pulmon Dis 2013;8:439-451.
[329] Fritzsche A, Clamor A, von Leupoldt A. Effects of medical and psychological treatment of depression in patients with COPD, a
review. Respir Med 2011;105:1422-1433.
[330] Gillespie P, O’Shea E, Casey D, et al. for the
PRINCE study team. The cost-effectiveness
of a structured education pulmonary rehabilitation programme for chronic obstructive
pulmonary disease in primary care: the
PRINCE cluster randomised trial. BMJ Open
2013;3:e003479.
spiratoria
Riabilitazione Re
sed
iunte Evidence-Ba
Linee Guida Cong
ge of
lle
Co
can
eri
Am
Clinical Practice
ion
American Associat
Chest Physicians/
ary
on
lm
Pu
d
an
r
of Cardiovascula
Rehabilitation
Sleep Medicine
Direttamente
a casa tua
Acquista online sul sito
www.midiaonline.it
Midia Edizioni, 2007
48 pagine
e 25,00
Thoracic Surgery
y
Cardiorespirator
Interactions
Disponibile
nelle migliori
librerie scientifiche
and related
disciplines
OlI dA CHEST
SElEzIONE dI ArTIC
MIDIA Edizioni
,1
Via Santa Maddalena
20052 Monza (MI)
www.midiaonline.it
l.org
www.chestjourna
Midia srl - Tel. 040 3720456 - Fax 040 3721012
[email protected] - www.midiaonline.it
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
35
eventi
ASSOCIAZIONE RIABILITATORI
dell’INSUFFICIENZA RESPIRATORIA
CORSI ARIR 2016-2017
Potete trovare i programmi dettagliati dei corsi e le modalità di iscrizione sul sito
www.arirassociazione.org
La gestione delle problematiche respiratorie in età pediatrica: ospedale e territorio, per una continuità
assistenziale
Firenze, 21-23 ottobre 2016
AOU Meyer, Ospedale Pediatrico
Obiettivi
Il corso si rivolge a fisioterapisti che operano sul territorio e
si propone di facilitare la presa in carico di pazienti cronici
con particolare complessità clinica, il cui crescente numero è
la diretta conseguenza della maggiore aspettativa di vita
dovuta al miglioramento della assistenza e delle tecniche
rianimatorie in senso lato. L’obiettivo principale è quello di
formare i fisioterapisti per acquisire competenze di base sulla
gestione delle problematiche respiratorie per rendere
possibile una collaborazione fattiva tra l’Ospedale e le ASL di
residenza di tali pazienti e poter assicurare loro un più
elevato livello di assistenza, migliore anche per facilità di
gestione da parte dei familiari dei pazienti. Durante il corso
verranno affrontate le tecniche di clearance di più comune
impiego, ma anche quelle che si avvalgono di dispositivi relativamente complessi, valutandone indicazioni, controindicazioni e rischi clinici. Verranno illustrate le principali
tecniche di riespansione polmonare e di assistenza alla tosse,
di aspirazione oro-nasofaringea e verrà trattato il capitolo
della care nei bambini portatori di cannula tracheostomica,
aspirazione compresa. Verranno forniti elementi per valutare
gli aspetti legati alla disfagia al fine di migliorare la transdisciplinarietà in relazione alle competenze logopediche. Il
corso, verrà suddiviso in sessioni teoriche e pratiche, con
discussione di casi clinici simulati con tempi pianificati per
lo scambio interattivo tra docenti e discenti.
Orari
21-22 ottobre
8.30-18.00
23 ottobre
8.30-12.30
Docenti
A. Barbanotti
A. Brivio
B. Ferrari
D. Innocenti
S. Zuffo
Quote di partecipazione
> Soci ARIR:
€ 230,00 (IVA inclusa)
> Non Soci ARIR, Aziende
ed Enti privati:
€ 320,00 (IVA inclusa)
> Aziende ospedaliere
ed Enti pubblici:
€ 300,00 (esente IVA)
È prevista l’attribuzione
di 24,5 crediti formativi
ECM per la figura del
Fisioterapista
Giornata ARIR: Fisioterapia respiratoria al domicilio: con e senza gli attrezzi del mestiere
Milano, 19 novembre 2016
Obiettivi
Come ogni anno l’Associazione organizza una giornata monotematica su un argomento di interesse generale. Quest’anno
ARIR offre gratuitamente ai propri soci e agli studenti di tutte
le edizioni del Master in Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria l’occasione di confronto, informazione e formazione
sulla gestione delle problematiche respiratorie nel paziente
domiciliare. In questi ultimi anni si è assistito ad un aumento
delle richieste di interventi riabilitativi al domicilio, soprattutto in funzione alternativa al ricovero. L’intervento si è dimostrato fondamentale per mantenere lo stato di salute del
paziente e utile nel concorrere a ridurre le ospedalizzazioni e
l’impatto economico per la sanità pubblica. Il fisioterapista
respiratorio deve essere in possesso delle necessarie competenze per valutare le reali necessità e potenzialità del
paziente per poter realizzare un progetto terapeutico e
riabilitativo adeguato al setting. L’evento vuole fornire ai
partecipanti, attraverso il confronto con i professionisti
coinvolti, modalità operative per affrontare appropriati e
efficaci programmi domiciliari al fine di ottimizzare gli
interventi, promuovendo la continuità di cura e l’integrazione
di obiettivi condivisi con il paziente, i familiari, i care givers e
con tutti gli attori delle cure e dell’assistenza domiciliare.
36
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
Orari
Ore 8.30-9.00
registrazione partecipanti
Ore 9.00 inizio corso
Ore 18.30 fine corso
Docenti
M. Aliberti
R. Bellini
A. Bellofiore
R. Carrara
F. Crisafulli
F. D’Abrosca
B. Ferrari
A. Lanza
M. Santambrogio
C. Simonelli
M. Vitacca
Quote di partecipazione
Gratuita per soci ARIR e
studenti di tutte le edizioni
del Master di Fisioterapia e
Riabilitazione Respiratoria
> Non Soci ARIR, Aziende
ed Enti privati:
€ 190,00 (IVA inclusa)
> Aziende ospedaliere
ed Enti pubblici:
€ 170,00 (esente IVA)
Il corso è in fase
di accreditamento
presso la Commissione
Nazionale ECM per la
figura professionale
del Fisioterapista
Corso base di riabilitazione respiratoria
Milano, 14-18 dicembre 2016
Obiettivi
Il corso base, articolato su cinque giornate, si pone l’obiettivo di fornire gli strumenti operativi e le conoscenze teoriche
in linea con i nuovi orientamenti in tema di fisioterapia e
riabilitazione respiratoria.
Verranno trattate le basi di fisiologia e fisiopatologia respiratoria, le principali indagini strumentali, l’inquadramento e
valutazione del paziente con problematiche respiratorie, sviluppando frontalmente e con esercitazioni pratiche specifiche
le tecniche di disostruzione, il riallenamento allo sforzo,
l’utilizzo della pressione positiva e della ventilazione non
invasiva, interventi cardine della professione.
Orari
14 dicembre
12.30-18.30
15-17 dicembre
8.30-18.00
18 dicembre
8.30-15.00
Docenti
A. Bellofiore
R. Bellini
F. D’Abrosca
M. Lazzeri
S. Mariani
C. Martorana
G. Piaggi
Quote di partecipazione
> Soci ARIR:
€ 490,00 (IVA inclusa)
> Non Soci ARIR, Aziende
ed Enti privati:
€ 600,00 (IVA inclusa)
> Aziende ospedaliere
ed Enti pubblici:
€ 570,00 (esente IVA)
È prevista l’attribuzione
di 40,7 crediti formativi
ECM per la figura del
Fisioterapista
La disostruzione bronchiale nel paziente acuto: come, cosa e perché
Verona, 27-29 gennaio 2017
Obiettivi
Il corso si rivolge ai fisioterapisti che si occupano di problematiche respiratorie nelle strutture ospedaliere che trattano
pazienti acuti.
È noto come i pazienti degenti nelle terapie intensive e nei
reparti per acuti, in seguito ad interventi chirurgici o per condizioni mediche, siano sottoposti ad anestesia, sedazione,
ventilazione meccanica e siano costretti ad un periodo di ridotta mobilità. Tali fattori possono determinare l’incremento
delle secrezioni bronchiali o l’alterazione dei fisiologici meccanismi di clearance delle stesse, incidendo negativamente
sul decorso clinico.
Il fisioterapista respiratorio, guidato da una attenta valutazione, deve adottare tecniche adeguate per favorire la
clearance bronchiale, promuovere la tosse e prevenire
l’insorgenza di complicanze respiratorie legate all’ingombro
secretivo.Allo scopo di fornire le basi conoscitive e pratiche
per un intervento adeguato su questa popolazione di
pazienti, questo corso affronterà il tema della disostruzione
bronchiale, a partire dal razionale e dalle evidenze
scientifiche sul tema per finire con l’approfondimento sulle
tecniche di clearance bronchiale.
Orari
27 gennaio
14.30-18.30
28 gennaio
8.00-18.30
29 gennaio
8.30-17.30
Docenti
In fase di definizione
Quote di partecipazione
> Soci ARIR:
€ 230,00 (IVA inclusa)
> Non Soci ARIR, Aziende
ed Enti privati:
€ 320,00 (IVA inclusa)
> Aziende ospedaliere
ed Enti pubblici:
€ 300,00 (esente IVA)
Il corso è in fase
di accreditamento
presso la Commissione
Nazionale ECM per la
figura professionale
del Fisioterapista
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
37
Master Universitario di I livello in
Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
XI edizione - anno accademico 2016/2017
Il Master Universitario di I Livello in “Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria” attivato all’interno della Facoltà
di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di
Milano, coordinato dal Prof. L. Santambrogio e realizzato
in collaborazione con ARIR è giunto quest’anno alla sua
XI edizione.
Certi della validità scientifica e professionale di questo
strumento, che contribuisce al riconoscimento e alla
diffusione in Italia della figura del Fisioterapista Respiratorio, lo proponiamo nuovamente ai nostri lettori.
I 180 fisioterapisti che hanno frequentato le precedenti
edizioni sono la testimonianza di un grande bisogno
formativo in questo ambito, che questo Master ha dimostrato e dimostra di saper colmare. La frequenza del
Master ha offerto, ai partecipanti delle scorse edizioni,
la possibilità di acquisire e potenziare conoscenze e
competenze indispensabili allo svolgimento dell’attività
del Fisioterapista Respiratorio creando per molti di loro
nuove opportunità occupazionali.
L’obiettivo è la formazione del Fisioterapista attraverso
un percorso didattico, teorico e pratico di eccellenza in
ambito respiratorio nei vari campi nei quali questo può
operare dalla riabilitazione alla prevenzione dalle cure
palliative alla acuzie, dalla ricerca, alla didattica, campi
nei quali si è reso indispensabile la presenza di professionisti della salute con competenze specifiche.
Il Master avrà la durata di un anno accademico da marzo
2016 a febbraio 2017 con accesso a selezione che
prevede un numero massimo di 18 partecipanti.
Il piano di studi che prevede l’acquisizione di 60 CFU
(crediti formativi universitari) consente di acquisire il
titolo di professionisti specialisti ai sensi dei DM 509/99
e 270/04.
tenute da fisioterapisti e medici con elevate competenze in ambito respiratorio.
• Tirocinio formativo: si svolgerà nelle differenti Unità
Operative di competenza all’interno di strutture convenzionate con l’Università degli Studi di Milano in
diverse regioni italiane. Il tirocinio, che si distingue
per un apprendimento di tipo cognitivo, organizzativo,
operativo e relazionale all’interno dei vari ambiti della
materia, pone la sua forza sulla concreta integrazione
dello studente nell’equipe sanitaria, grazie alla supervisione di tutor preposti.
• Addestramento: utilizzo di apparecchiature e osservazione/applicazione di tecniche specifiche sul paziente.
• Studio guidato: esercitazioni su casi clinici, lavori di
gruppo su temi di ricerca assegnati.
• Laboratorio informatico: con utilizzo di banche dati
biomediche.
• Visione di interventi chirurgici.
• Esercitazioni: in ambulatori di fisiopatologia respiratoria.
L’offerta formativa comprende:
•D
idattica frontale: che si svolgerà in sei seminari a
cadenza mensile (le lezioni sono previste anche nei
giorni di sabato e domenica). Le docenze saranno
Il contributo d’iscrizione è di euro 2.582,00.
Il bando d’iscrizione verrà pubblicato nel novembre 2016.
Per informazioni consultare www.unimi.it e
www.arirassociazione.org.
38
Il Master possiede dalla quinta edizione i requisiti
richiesti dalla Commissione dell’International Council
for Respiratory Care – ICRC – dell’AARC.
Il Master ha sede presso:
Fondazione I.R.C.C.S.
Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico
Via Francesco Sforza 35, 20122 Milano
Dipartimento Toraco Polmonare e Cardiocircolatorio
(Sezione di Chirurgia Toracica)
Tel. 02 5503.5513, Fax 02 5503.5587
e-mail [email protected]
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
CHEST Edition ITALY
[
C H E S T E D I Z I O N E I TA L I A N A | A N N O X V I I I | N U M E R O 2 | A P R I L E - G I U G N O 2 0 16
]
O F F IC I A L P U B L IC AT IO N O F T H E A M E R IC A N C O L L E G E O F C H E S T P H YSIC I A N S
Periodico trimestrale Sped. in A.P. 45% - art. 2 comma 20/B - legge 662/96 - Filiale di Milano - Aut. trib. Monza n. 1566 del 02/01/2002
CHEST Edition
ITALY
EDITORIAL
CRITICAL CARE
1 Trattare il cervello per migliorare
35 Ecografia polmonare nella diagnosi
il polmone? Malattia mentale come fattore
di rischio per ricoveri ripetuti nella BPCO
precoce di polmonite associata a
ventilazione meccanica
Abebaw Mengistu Yohannes; Iracema Leroi
Silvia Mongodi; Gabriele Via e Coll.
3 BPCO, ricoveri ripetuti e comorbilità
47 Protocolli ospedalieri di impiego
psichiatriche
della ventilazione meccanica non invasiva
per il trattamento delle riacutizzazioni
dell’asma
Giuseppe E. Anzalone
GIANTS IN CHEST MEDICINE
6 Giants in Chest Medicine: Leonardo M. Fabbri, MD
Peter J. Barnes
Mihaela S. Stefan; Brian H. Nathanson e Coll.
ASTHMA
56 Comorbidoma, pattern ed effetto
della sindrome overlap asma-BPCO
nella real-life
ORIGINAL RESEARCH
COPD
8 Associazione fra disordini mentali
Job F. M. van Boven; Miguel Román-Rodríguez e Coll.
e tassi di ricovero ripetuto entro 30 giorni
in pazienti con BPCO
RECENT ADVANCES IN CHEST MEDICINE
66 Monitoraggio portatile per la diagnosi di OSA
Jessica A. Cooksey; Jay S. Balachandran
Gurinder Singh; Wei Zhang e Coll.
19 Identificazione dei pazienti BPCO
ad alto rischio di mortalità per neoplasia
polmonare utilizzando il BPCO-LUCSS-DLCO
Juan P. de-Torres; Jose M. Marín e Coll.
PULMONARY, CRITICAL CARE, AND SLEEP PEARLS
76 Donna di 26 anni con polmone destro
di dimensioni ridotte e destrocardia
Jeffrey Albores; Malcolm Iain Smith
26 Modifiche cerebrali strutturali nei pazienti
con BPCO
Roland W. Esser; M. Cornelia Stoeckel e Coll.
journal.publications.chestnet.org
www.chest.it
ELSEVIER
> Per leggere online
CHEST Edizione Italiana collegati a
www.midiaonline.it
Informazioni generali
per la partecipazione alle iniziative ARIR
SEGRETERIA SCIENTIFICA:
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA:
Angela Bellofiore
Sara Mariani
Emilia Privitera
Martina Santambrogio
Victory Project Congressi Srl
[email protected]
Tel. 02 89053524
Fax 02 201395
Iscrizione
Attenzione
Per accedere al corso inviare la scheda di iscrizione tramite
fax 02 201395 o e-mail [email protected] o iscriversi
dal sito www.arirassociazione.org, allegando copia dell’avvenuto pagamento, previo contatto con la segreteria organizzativa per verificare l’effettiva disponibilità dei posti.
Per informazioni rivolgersi a:
Victory Project Congressi Srl
[email protected]
Tel. 02 89053524 - Fax 02 201395
Pagamento iscrizione
Il saldo della quota di iscrizione deve essere effettuato entro e non oltre 30 gg. dall’inizio dell’iniziativa scelta. Si
prega di inviare copia del bonifico bancario alla Segreteria
Organizzativa.
Nota bene: nella causale del versamento va specificato con
esattezza il nome del partecipante ed il titolo dell’iniziativa cui il pagamento si riferisce.
Modalità di pagamento
Tramite bonifico bancario a favore di:
Victory Project Congressi Srl
Bonifico bancario sul seguente conto corrente:
Conto corrente bancario 9340484 intestato a
Victory Project Congressi Srl
Unicredit Banca - Agenzia 21903 - Via C. Poma, Milano
IBAN: IT58 Z 02008 09403 00000 9340484
40
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
L’accettazione all’iniziativa scelta è subordinata alla data
del bonifico di pagamento, pertanto si invita il partecipante a trasmettere tempestivamente alla Segreteria Organizzativa l’avvenuto versamento. L’accettazione
dell’iscrizione verrà comunicata dalla Segreteria stessa
tramite email. Le iscrizioni in esubero, saranno (a discrezione del partecipante) considerate valide per il corso successivo. La
disdetta dell’iscrizione sarà interamente rimborsata
(escluse spese di segreteria 30 e) se verrà comunicata alla
Segreteria Organizzativa via fax entro 20 gg. della data di
inizio del corso.
Dipendenti di Enti Pubblici
Per le iscrizioni fatte da Enti Pubblici la fattura sarà emessa in assenza di IVA secondo l’art. 10 DPR 633/72 a ricevimento di un’attestazione scritta da parte dell’Ente alla
scheda di iscrizione e al bonifico bancario.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE: la quota scontata è esclusivamente riservata ai Soci (fisioterapisti e medici) in regola con l’iscrizione. La scelta della quota di partecipazione deve fare riferimento all’intestatario della fattura e
non al partecipante.
Fisioterapisti neolaureati
Per i fisioterapisti laureati negli anni accademici 2014-15 o
2015-16 è prevista una riduzione del 10% dalla quota socio.
Scheda di iscrizione
Compilare la scheda in stampatello
SCHEDA DI ISCRIZIONE da inviare alla Segreteria Organizzativa unitamente a copia dell’avvenuto pagamento
Victory Project Congressi srl – Via Poma, 2 – 20129 MILAN, Italy – Tel. 02 89 05 35 24 – Fax +39 02 20 13 95 – [email protected]
(si prega di compilare la scheda in stampatello in tutte le sue parti)
Cognome..............................................................................................................Nome.......................................................................................................................
Nato a...................................................................................................................il.............................................................................................................................
Socio ARIR  Socio AIPO 
Socio AIFI o N. socio........................................... Scadenza iscrizione ......................................................... Non Socio ARIR o AIPO 
Via/piazza....................................................................................................................................................................................................... N. ...............................
CAP.................................................Città....................................................................................................................................................... Prov. ...........................
Tel................................................................................Fax.........................................................................Cell. ..............................................................................
E-mail (scrivere chiaramente: obbligatoria per ricevere conferma iscrizione) .........................................................................................................................................
Codice fiscale
Partita IVA
Professione........................................................................................................... Specialità.................................................................................................................
Se diverso dall’iscritto intestare la Fattura a:....................................................................................................................................................................................
Via/piazza....................................................................................................................................................................................................... N. ...............................
CAP.................................................Città....................................................................................................................................................... Prov. ...........................
Partita IVA
Il saldo della quota di iscrizione deve avvenire entro un mese dall’inizio del corso. Per le iscrizioni fatte da enti pubblici, la fattura sarà emessa in assenza di IVA su richiesta
dell’interessato e a ricevimento di un’attestazione scritta da parte dell’Ente da allegare alla copia del bonifico. La disdetta dell’iscrizione sarà interamente rimborsata (escluse
spese di segreteria 30 €) se verrà comunicata alla Segreteria Organizzativa via fax entro 20 gg. della data di inizio del corso.
In allegato invio fotocopia dell’avvenuto bonifico bancario per l’importo di € .............................................................................................................................................
EFFETTUATO a favore di: Victory Project Congressi Srl – Bonifico bancario sul seguente conto corrente: Victory Project Congressi Srl - c/c 9340484 intestato a
Victory Project Congressi Srl Unicredit Banca - Agenzia 21903 - Via C. Poma, Milano - IBAN: IT58 Z 02008 09403 00000 9340484
Causale: Titolo corso e nome iscritto
Autorizzo,ai sensi del D Lgs. 196 del 30/6/2003 la Segreteria del Corso al trattamento dei miei dati personali contenuti nel presente modulo per le finalità di
organizzazione e gestione del Corso suddetto.
Data.....................................................................................................................Firma....................................................................................................................
Iscrizione al corso:

La gestione delle problematiche respiratorie in età pediatrica:
ospedale e territorio, per una continuità assistenziale
Firenze, 21-23 ottobre 2016

Giornata ARIR: Fisioterapia respiratoria al domicilio:
con e senza gli attrezzi del mestiere
Milano, 19 novembre 2016

Corso base di riabilitazione respiratoria
Milano, 14-18 dicembre 2016

La disostruzione bronchiale nel paziente acuto:
come, cosa e perché
Verona, 27-29 gennaio 2017
Maggio-Agosto 2016 • Numero 2 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
41
Istruzioni per gli autori
La Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria accetta lavori
scientifici, in lingua italiana e/o inglese, inerenti la ricerca e le osservazioni cliniche pertinenti alla fisioterapia e riabilitazione respiratoria.
Invio del Manoscritto
I manoscritti devono essere inviati per mezzo e-mail al seguente indirizzo:
[email protected] oppure al direttore in carica all'indirizzo
[email protected].
I lavori devono essere accompagnati da una richiesta di pubblicazione e da
una dichiarazione, firmata da tutti gli autori, che il manoscritto non è stato inviato ad altra rivista. La segreteria editoriale invierà comunicazione di ricevimento del manoscritto. Vengono presi in considerazione per la pubblicazione
articoli originali, revisioni, expert-opinion, editoriali, case report, note tecniche e
lettere al direttore.
Preparazione del Manoscritto
I manoscritti devono pervenire in formato .doc o .rtf, con pagine progressive
numerate, utilizzando carattere 12, interlinea doppia. È necessario redigere il
manoscritto secondo il seguente ordine: Titolo, Autori, Abstract, Parole chiave,
Testo e Bibliografia.
Pagina di Titolo
Nella prima pagina dovrà essere indicato:
Titolo: iniziali e cognome degli autori, denominazione ed indirizzo del centro di
appartenenza degli autori, indirizzo completo con numeri telefonici, fax ed
e-mail dell’autore al quale inviare le comunicazioni.
Abstract: deve essere obbligatoriamente redatto in italiano ed inglese, strutturato con: premessa, scopo, metodi, risultati e conclusioni, della lunghezza massima di 250 parole.
Parole chiave: in numero massimo di 5, in italiano ed inglese, conformi alle
norme dell’Index Medicus.
Pagine di Testo
Il testo deve essere suddiviso in: Introduzione, Materiali e Metodi, Risultati,
Discussione, Conclusioni e Ringraziamenti. La lunghezza del testo di articoli di
revisione ed articoli originali non deve eccedere le 4000 parole.
Bibliografia
Le citazioni bibliografiche devono essere segnalate nel testo con numeri arabi
in ordine progressivo di apparizione, posti fra parentesi, e devono essere elencate seguendo la medesima numerazione, secondo lo stile utilizzato nell’Index
Medicus (Vancouver), come mostrato nei seguenti esempi:
Lavoro pubblicato su rivista: 1. Noseda A, Carpiaux JP, Schmerber J, Yernault
JC. Dyspoea assessed by visual analogue scale in patients with chronic obstructive lung disease during progressive and high intensity exercise. Thorax
1992;47:363-368.
Se un articolo citato è in corso di stampa, è necessario allegare al manoscritto
due copie dello stesso.
Libro e Monografia: 2. Muiesan G, Sorbini CA, Grassi V. Pneumologia. UTET,
Torino, 1987:25-28.
Capitolo di un libro a contributi: 3. Raschi S, Costantini D. Meccanismi fisiopatologici dell’ostruzione bronchiale. In: Brivio A, Lazzeri M, Oliva G, Zampogna E. La
Disostruzione bronchiale. Dalla teoria alla pratica. Masson, Milano, 2001:3-9.
Fonti internet
4. American Association of Respiratory Care. A guide to Aerosol Delivery Device
for Respiratory Therapists.
http://www.irccouncil.org/newsite/members/. Consultato il 03/05/2013.
Ai lettori
Tabelle
Le tabelle devono completare il testo, evitando ripetizioni dello stesso. Devono
essere numerate in ordine progressivo e richiamate nel testo. Ogni tabella deve essere intestata. Tutte le tabelle devono essere fornite in formato .doc. La
legenda delle tabelle deve essere scritta alla fine del testo, dopo le Conclusioni.
Il materiale estrapolato da altre fonti deve essere accompagnato da permesso
scritto dell’autore e dell’editore.
Figure
Tutte le figure devono essere numerate in ordine progressivo e richiamate nel
testo. Le didascalie devono essere riportate nella Pagina di Testo, dopo le Conclusioni. Il materiale estrapolato da altre fonti dovrà essere accompagnato da
permesso scritto dell’autore e dell’editore. Le figure devono pervenire in un file
separato, formato .xls o .jpeg.
Statistica
È necessario definire chiaramente la/le misura/e di outcome ed illustrare sinteticamente i metodi statistici standard utilizzati, altrimenti descriverli per esteso.
Le variabili normalmente distribuite devono essere riportate come media e deviazione standard (DS). Nel caso di distribuzioni non normali, utilizzare la mediana e il range interpercentile. Il P-value dovrebbe essere sempre riportato e
presentato come uguaglianza, quando possibile, con una o due cifre decimali
(e.g. P = 0,03 e non P < 0,05). In presenza di P value molto piccolo, riportarlo
a P < 0,001. Per ulteriori informazioni, consultare SAMPL Guidelines
(www.equatornetwork.org).
Case Report e Note tecniche: La rivista accetta anche brevi comunicazioni,
casi clinici di particolare interesse scientifico e note tecniche relative a strumentazioni o metodiche utilizzate. La lunghezza del manoscritto, compilato secondo le norme sopra esposte, non deve superare le 2000 parole, e non deve
contenere più di 10 riferimenti bibliografici.
Lettere al direttore: Potranno riguardare argomenti di particolare rilevanza scientifica, o commentare articoli comparsi sulla rivista. Il manoscritto non dovrà superare le 1000 parole e citare fino a 5 riferimenti bibliografici.
Abbreviazioni, Unità di misura, Nomi di Farmaci: La prima citazione di un’abbreviazione deve essere preceduta dal termine per esteso. Quando possibile utilizzare
abbreviazioni riconosciute (es: COPD, EPP). Le unità di misura devono essere
espresse secondo i sistemi internazionali. Utilizzare il nome generico dei farmaci.
Revisioni o Referee: Gli autori sono invitati ad indicare i nomi dei possibili revisori. La redazione si avvarrà di revisori scientifici anonimi per la revisione del
lavoro e l’eventuale pubblicazione potrà avvenire con o senza richiesta di correzione. Gli autori verranno informati della accettazione o meno del manoscritto entro sei settimane dall’invio.
Conflitto di interesse: Il conflitto di interesse è un rapporto di interesse finanziario, o intellettuale, o un altro insieme di circostanze che può ragionevolmente comportare (o ragionevolmente essere percepito da altri come aver comportato) un cambiamento del giudizio o comportamento degli autori ed aver influito sulla stesura del manoscritto. Tutti gli autori devono fornire una lista dei potenziali conflitti di interesse relativi al manoscritto, e tale lista verrà specificata
dopo il titolo. L’assenza di conflitto di interesse va dichiarata e firmata su apposito modulo da ciascun autore al momento della sottomissione dell’articolo.
Trattamento etico dei pazienti/soggetti in studio
Per ciascuno studio che includa pazienti o soggetti umani è necessario specificare l’organismo di controllo che ha supervisionato e approvato lo studio (istituzioni locali, comitato di revisione, comitati etici, etc). Gli autori devono specificare se è stato ottenuto un consenso informato dai pazienti per le procedure
cui sono stati sottoposti e per il trattamento dei dati personali sensibili.
ARIR si impegna a rispettare i più alti standard etici per la pubblicità presente sulla rivista e a garantire l’idoneità di prodotti e servizi pubblicizzati. ARIR non è responsabile per
prodotti, servizi o aziende pubblicizzati, o per reclami da essi derivanti. La presenza pubblicitaria di prodotti, servizi o aziende sulla rivista non implica il coinvolgimento dell’ARIR
in pubblicità collaterali. ARIR garantisce che la pubblicità che appare sulla rivista non è in contrasto con i principi e gli obiettivi dell’Associazione.
La rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria è spedita in abbonamento postale. L’indirizzo in nostro possesso verrà utilizzato per l’invio di questa e di altre pubblicazioni. Ai sensi ed in conformità con l’art. 10 Legge 31 dicembre 1996, n. 675, MIDIA informa che i dati inseriti nell’indirizzario della rivista e quelli ricevuti via fax o lettera
di aggiornamento verranno archiviati nel pieno rispetto delle normative vigenti e saranno utilizzati a fini scientifici. È nel diritto del ricevente richiedere la cessazione dell’invio
della rivista e/o l’aggiornamento dei dati in nostro possesso.
42
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
[…] Questi editoriali sono purtroppo
Antonio Schiavulli
Antonio Schiavulli
20 di guerra
20 di guerra
1995-2015
sorprendentemente attuali: se il lettore
confronterà gli argomenti di quelli
recenti con quelli di 10 o 20 anni fa
si accorgerà che alla fine siamo sempre
venti anni di medicina respiratoria e altro
attraverso gli editoriali di Pneumorama
lo stesso paese dell’immobilismo frenetico.
presentazione di
Nicolino Ambrosino
Antonio Schiavulli ha fatto un’operazione
intelligente e direi necessaria che va al
di là della celebrazione del ventennale
di Pneumorama e del ricordo della Storia,
dei problemi della Pneumologia
(Pneumologie?) e dei suoi (loro?)
� � � � � � � �
� � � � � � � �
�����
piccoli/grandi personaggi.
La rilettura di questi editoriali
�����
� � � � � � � �
� � � � � � � �
Disponibile nelle migliori
librerie scientifiche
è una lezione sulla nostra società
(quella di ora dico).
Dalla Presentazione di Nicolino Ambrosino
Direttamente
a casa tua
Midia srl
Tel. 040 3720456
Fax 040 3721012
[email protected]
www.midiaonline.it
Acquista online sul sito
www.midiaonline.it
Midia Edizioni, 2015
218 pagine e 13,00
L’EDITORIA DELLE MALATTIE CARDIO-RESPIRATORIE
Cultura e Comunicazione
]
RESPIRO
oNE, AmbIENtE
rIvIstA D’INFormAzI
2 | 2016
Rivista Italiana
di Medicina
Respiratoria
Anno XXII
Numero 83
fattore
il polmone? Malattia mentale come
BPCO
di rischio per ricoveri ripetuti nella
maggio. Murale a
47 Protocolli ospedalieri di impiego
invasiva
della ventilazione meccanica non
per il trattamento delle riacutizzazioni
dell’asma
Giuseppe E. Anzalone
GIANTS IN CHEST MEDICINE
M. Fabbri,
6 Giants in Chest Medicine: Leonardo
della sindrome overlap asma-BPCO
nella real-life
Job F. M. van Boven; Miguel Román-Rodríguez
COPD
e tassi di ricovero ripetuto entro 30
in pazienti con BPCO
giorni
MEDICINE
RECENT ADVANCES IN CHEST
la diagnosi
66 Monitoraggio portatile per
Jessica A. Cooksey; Jay S. Balachandran
Gurinder Singh; Wei Zhang e Coll.
BPCO
19 Identificazione dei pazienti
Periodico trimestrale Sped. in A.P. 45%
destro
76 Donna di 26 anni con polmone
di dimensioni ridotte e destrocardia
Juan P. de-Torres; Jose M. Marín e Coll.
nei pazienti
26 Modifiche cerebrali strutturali
Roland W. Esser; M. Cornelia Stoeckel
Jeffrey Albores; Malcolm Iain Smith
e Coll.
www.chest.it
�����
Periodico quadrimestrale Sped.
ine.it
Rimini 3 rd International Conference on Respiratory
Physiotherapy “You take my breath away...”
Il direttivo ARIR
Il Mare d’Inverno
N. Ambrosino
Il fisioterapista respiratorio in Italia,
tra specializzazione e riconoscimento:
risultati di un questionario conoscitivo
C. Simonelli, T. Galli, A. Sanniti, V. Fabbri
Riassunti delle presentazioni congressuali
(congresso ARIR)
ELSEVIER
Numero 2
Estate 2016
di trieste
registrazione tribunale2014
n.1274 del 11 aprile
lE
PErIoDIco trImEstrA
Tabaccologia
D. Hess
3-2015 | xxxxxx
� � � � �
� � �
� � � � �
� � �
xxxxxxxxxxx
2 | 2016
1
ANNO XIV
Organo Ufficiale
della Società Italiana
di Tabaccologia-SITA
B
Official Journal
of the Italian Society
of Tobaccology
www.tabaccologi
a.it
Tabaccologia
Poste italiane SPA
Spedizione in
Abbonamento Postale
70%-LO/VA
Tobaccology
Giù le mani dalle
Indagine DOXA
longevi e in buona salute
Italiani
Ferro e sport
Fibre alimentari e salute anche da spenta
male
Quando una cicca fa
Due Donne e un Uomo
news.it
www.respiro
Il tabagismo come
... anche
d’estate
in Italia
arbitrio
dell’uomo Marlb
www.midiaonline.i
t
carattere scienti
fico per lo studio
del tabagismo
del tabacc
e delle patolo
gie fumo-correla o,
Quarterly scienti
te
fic journa
tobacco use and l for the study of tobacco,
tobacco-relat
ed diseases
Vivisol
Tel. +39 040 3720456 - [email protected] - www.midiaonline.it
SSINESI
ALLI – GRAZIA ME
GUGLIELMO MEREG
E
VENTILAZIONA
NON INVASIV ieri
rm
Manuale per infe
zione di
Casali
Con la collabora
sella Ratti, Walter
zia Colombo, Ros
Chetti Zulian, Leti
Direttamente
a casa tua
Acquista online sul sito
www.midiaonline.it
Midia Edizioni, 2010
64 pagine e 24,00
Disponibile nelle migliori
librerie scientifiche
Midia srl - Tel. 040 3720456 - Fax 040 3721012
[email protected] - www.midiaonline.it
44
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Maggio-Agosto 2016 • Numero 2
oro
Sintomi depre
ssivi, tratti
e disassuefaz di rimuginio
ione dal fumo
Progetto “Med
ici di Medicina
Generale
e Disassuefazione
dal Fumo”
ll fumo di tabac
co come fattor
e di cronicizzazi e scatenante
one dell’asma
Trimestrale a
Questo numero
ha ricevuto un supporto
finanziario da:
accise
-ISS sul fumo
malattia del libero
La maledizione
in A.P. 45% - art. 2 comma 20/B
journal.publications.chestnet.org
e Coll.
di OSA
AND SLEEP PEARLS
PULMONARY, CRITICAL CARE,
ad alto rischio di mortalità per neoplasia
polmonare utilizzando il BPCO-LUCSS-DLCO
con BPCO
in questo numero
ASTHMA
ORIGINAL RESEARCH
e
www.midiaonl
e Coll.
56 Comorbidoma, pattern ed effetto
Peter J. Barnes
8 Associazione fra disordini mentali
San Francisco
▶ Contaminiamoci o
G. Mangiaracina
▶ L’ATS, tra scienza e medicina, guarda
al futuro
M. Confalonieri
▶ La sindrome dello stretto toracico: quando
M. Cortale, S. Lovadin
considerare la diagnos
i?
▶ Una finestra aperta sul...a torace
V. Donizetti
▶ ATS 2016. I commenti
▶ Commenti della letteratu
ra
internaz
ionale
M. Malerba, M. Vitacca,
o
▶ Note etiche intorno al tabùC. Michelett
della sedazion
C. Barbisan
Mihaela S. Stefan; Brian H. Nathanson
MD
E sAlUtE
Rivista Italiana Amiamo
di Fisioterapia gli animali
e Riabilitazione
Respiratoria
ANNO XV NUMERO UNO
GENNAIO-APRILE 2016
Silvia Mongodi; Gabriele Via e Coll.
Leroi
psichiatriche
- Aut. Trib. Monza n. 1552 del 13/12/2001
Abebaw Mengistu Yohannes; Iracema
3 BPCO, ricoveri ripetuti e comorbilità
- legge 662/96 - Filiale di Milano
1566 del 02/01/2002
IN questo NuMeR
35 Ecografia polmonare nella diagnosi
precoce di polmonite associata a
ventilazione meccanica
1 Trattare il cervello per migliorare
Filiale di Milano - Aut. trib. Monza n.
ATS 2016, 13-18
CRITICAL CARE
EDITORIAL
- art. 2 comma 20/B - legge 662/96 -
- Aut. trib. Monza
- Filiale di Milano
- legge 662/96
- art. 2 comma 20/B
Sped. in A.P. 45%
Periodico trimestrale
Organo Ufficiale
Associazione
Riabilitatori
dell’Insufficienza
Respiratoria
CHEST Edition
ITALY
n. 1116 del 2/10/95
PNEUMORAM
ISSN 1970-4925
A
NS
E G E O F C H E S T P H YSIC I A
O F T H E A M E R IC A N C O L L
O F F IC I A L P U B L IC AT IO N
Anno IX
Numero 34
gio
uita - CoPia oMag
G N O 2016
UMERO 2 | APR ILE-GIU
IANA | ANNO XVIII | N
C H E S T E D I Z I O N E I TA L
grat
Distribuzione
[
0
0
2
S
I
AER
Il Ventilatore
Pressovolumetrico
AERIS 200 semplifica
la gestione di patologie
respiratorie combinando
livelli di flessibilità unici
con la facilità d’uso e una
tecnologia avanzata.
Caratteristiche innovative:
Ventilazione a pressione con controllo di Volume (AVAPS)
e compensazione avanzate delle perdite
Innovativa modalità di ventilazione AVAPS-AE,
che regola automaticamente la EPAP
e la frequenza respiratoria
Tre tipi di trigger disponibili: AUTO-TRAK,
AUTO-TRAK Sensitive e regolabile a flusso
Supporto ventilatorio completo con ventilazione
a boccaglio tramite l’esclusivo Kiss trigger
Disponibili tre tipologie di circuito: semplice
a perdite, con valvola e con valvola e sensore
di flusso prossimale
Visualizzazione delle curve, trend e scarico dati
paziente mediante software DirectView
VITALAIRE ITALIA S.p.A.
Centro Direzionale Milanofiori Nord - Edificio U7
Via del Bosco Rinnovato, 6 - 20090 Assago (MI)
Tel. 02 4021.1 - Fax 02 4021806
www.vitalaire.it