L`eccidio di Borgosesia, 22-12-1943. Primizia di inevitabili
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L`eccidio di Borgosesia, 22-12-1943. Primizia di inevitabili
L'eccidio di Borgosesia, 22-12-1943. Primizia di inevitabili conseguenze, prima tappa del martirologio della Valsesia, del Calvario delle nostre zone. Fu quello un vero “Natale di sangue” giornata vermiglia. Vennero fucilati dieci fra partigiani e civili, prelevati fra la cittadinanza di Borgosesia, il 21 dicembre, fra i quali il serravallese Longhi Angelo n. il 14-9-1899 a Pella ma da tanti anni nostro concittadino. Fu “requisito”, mentre tornava dal lavoro, dagli emissari del Colonn. Zuccari Merico, comandante la “Tagliamento”. Lungo, estenuante l’interrogatorio della notte precedente alla Villa Magni, barbara e cinica l’esecuzione in un angolo della Piazza Frascotti, nelle adiacenze della Chiesa di S. Antonio, ove è ora il giardinetto e la “Torre dei Martiri”. Nelle intenzioni dei comandanti nazifascisti, l’eccidio di Borgosesia doveva essere una reazione alla sfilata dei partigiani avvenuta nei giorni precedenti con a capo Moscatelli Cino e nel tempo stesso un monito, come fanno fede le scritte sui muri di quella sera fredda, umida, pesante: «Ne abbiamo uccisi dieci oggi, siamo pronti ad ucciderne cento domani… Noi abbiamo visto la salma del Longhi, accanto a quella di Giuseppe Osella podestà di Varallo e a quella dell’industriale Giuseppe Fontana, benemeriti benefattori della nostra Casa di Riposo.