La via dell`acqua - Tommaso Venturini
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La via dell`acqua - Tommaso Venturini
Tommaso Venturini LA VIA DELL’ACQUA Alla scoperta della diversità biologica e culturale delle oasi del Maghreb. Progetto di ricerca presentato alla Fondation Marc De Montalembert Tommaso Venturini MOTIVAZIONI La Terra è un pianeta d’acqua. Non solo per gli oceani e i mari che ne ricoprono la superficie, ma anche e soprattutto per la ricchezza d’acqua delle terre emerse. L’abbondanza d’acqua ha permesso la diffusione della vita su tutto il pianeta e ha favorito la nascita di molteplici civiltà umane. Grazie al ciclo dell’acqua, la maggior parte delle comunità biologiche e umane ha potuto contare su approvvigionamenti ampi e durevoli di questa preziosa risorsa. Eppure, sebbene abbondante e rinnovabile, l’acqua è oggi al centro di una delle più gravi crisi ecologiche del pianeta. La crescita demografica, l’inquinamento e i cambiamenti climatici globali contribuiscono a ridurre drammaticamente l’accesso all’acqua per un numero sempre maggiore di paesaggi e popolazioni. In condizioni di crescente scarsità, l’acqua diviene sempre più oggetto di tentativi di appropriazione e di tensioni internazionali. Una risorsa da sempre fonte di pace rischia oggi di divenire causa di conflitto. A fronte di tale crisi, questo progetto di viaggio intende avviare una riflessione sulle culture tradizionali dell’acqua a partire dall’ambiente in cui tale risorsa è da sempre più scarsa. A poche centinaia di chilometri dal bacino del Mar Mediterraneo si estende il più vesto deserto della terra, il Sahara. Una zona caratterizzata da un’aridità estrema con precipitazioni non superano i cento millilitri annui. Eppure, anche in condizioni così sfavorevoli, l’umanità ha saputo costruire una nicchia ecologica. Attraverso i complessi sistemi di relazioni ecologiche e tecnologiche delle oasi, l’uomo è riuscito a far sbocciare e a coltivare la diversità biologica e culturale. Un viaggio attraverso le oasi del Maghreb è dunque un progetto d’esplorazione di un habitat marginale eppure importantissimo per lo sviluppo della civiltà mediterranea e contemporaneamente un progetto di scoperta della capacità umana di conservare e utilizzare l’acqua in modo intelligente e sostenibile, un modo per riflettere sulla crisi dell’acqua, riscoprendo la saggezza e l’equilibrio delle culture tradizionali. OBIETTIVI Obiettivo di questo progetto è conoscere e far conoscere la ricchezza biologica e culturale tramandata dai sistemi ecologici e sociali delle oasi maghrebine. Contrariamente a quanto ritenuto da molti, il deserto del Sahara non è un ambiente privo di vita. Anche in condizioni estreme di calore e siccità, la diversità biologica e culturale ha saputo Tommaso Venturini germogliare e moltiplicarsi. Attorno ai pochi luoghi capaci di raccogliere e conservare anche le più piccole quantità di umidità, si sono sviluppati sistemi meravigliosamente complessi e ricchi di diversità biologica e sociale: le oasi. Da molti anni ormai, le oasi sono riconosciute come uno dei risultati più straordinari della sinergia tra la versatilità della natura e la creatività umana. Nel 2006, la FAO ha deciso di designare le oasi maghrebine come uno dei primi cinque siti pilota del progetto GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems – www.fao.org/sd/giahs/maghreb.asp). Con questa investitura la FAO ha inteso sottolineare l’importanza del sistema delle oasi nello sviluppo e nella conservazione in situ di un eccezionale patrimonio di biodiversità. Le oasi sono, infatti, un magnifico esempio di come la produzione agricola tradizionale non sia opposta alla diversità biologica (come troppo spesso accade per l’agricoltura industriale moderna), ma anzi la favorisca e la moltiplichi. Attraverso il lavoro dell’uomo nella cura delle palme, nella costruzione di piccoli bacini d’acqua, nella gestione del vento, le oasi sono divenute l’habitat per centinaia di specie agricole e selvatiche. Analogamente nel campo della cultura, l’UNESCO ha lanciato nel 2001 il Progetto Sahara (http://portal.unesco.org/culture/en/ev.phpURL_ID=10403&URL_DO=DO_TOPIC&URL_SECTION=201.html) per salvaguardare e promuovere il patrimonio tangibile e intangibile tramandato nei secoli dalle culture maghrebine. Separate da molti chilometri di deserto inospitale, le oasi hanno dato vita a un caleidoscopio di culture distinte ma connesse attraverso i collegamenti assicurati dalle popolazioni nomadi e dalle carovane mercantili. Una civilizzazione millenaria e dotata di una vitalità senza paragoni, che per secoli ha rappresentato l’interfaccia tra la cultura mediterranea e quella africana, prosperando grazie agli influssi di entrambe. Le oasi dunque rappresentano uno straordinario esempio di come la collaborazione tra uomo e natura possa moltiplicare la ricchezza della vita e della cultura anche a partire da condizioni marginali e sfavorevoli. Nelle oasi del Maghreb la scarsità d’acqua si è trasformata in una stupefacente abbondanza biologica e culturale. Ecco perché bisogna partire da questa esperienza per ricostruire il nostro rapporto con l’acqua su basi più armoniose e sostenibili. Ed è tanto più importante farlo oggi, in un momento in cui lo sviluppo economico, l’urbanizzazione, i cambiamenti climatici e il degrado ambientale sembrano sempre più minacciare la sopravvivenza delle oasi del Sahara. ATTIVITÀ Il progetto di viaggio prevede innanzitutto un’importante fase preparatoria suddivisa in due parti. Nella prima parte, le caratteristiche della diversità biologica e culturale conservata nelle oasi saranno studiate attraverso la letteratura esistente. Non si Tommaso Venturini mancherà ovviamente di approfondire lo studio dei lavori di agronomia e antropologia sulle comunità maghrebine. L’obiettivo di questa prima fase è conoscere il più approfonditamente possibile l’habitat e la civiltà del Sahara in modo da affrontare ben preparati il viaggio. La seconda parte della fase preparatoria servirà invece a organizzare nei dettagli la logistica del viaggio. L’attività più importante in questa fase consiste nel prendere contatto con le organizzazioni internazionali e non governative che lavorano in queste zone. L’aiuto di queste organizzazioni sarà fondamentale soprattutto per assicurarsi di avere dei contatti in loco ancora prima di partire. Gli obiettivi di conoscenza e documentazione di questo viaggio non possono, infatti, essere raggiunti senza costruire una rete di conoscenze e di relazioni con gli abitanti delle oasi. Durante il viaggio vero e proprio si intendono visitare le cinque oasi iscritte nel progetto GIAHS della FAO. Si è scelto di privilegiare queste oasi tra le molte presenti nel deserto del Sahara, perché in esse si registra la più elevata diversità biologica e culturale. Inoltre, il fatto che tali siti siano oggetto di uno specifico programma FAO permette di iscrivere questo lavoro nell’ambito di un progetto più vasto di conoscenza, conservazione e valorizzazione della zona. L’itinerario progettato si dispiega nella zona nord-ovest del deserto del Sahara attraverso i territori del Marocco e dell’Algeria e della Tunisia. Si tratta della regione più mediterranea del Sahara, un’area caratterizzata da stretta connessione culturale con le civiltà della costa meridionale del Mare Nostrum e tuttavia caratterizzata da un clima desertico completamente diverso dagli ecosistemi costieri. Il viaggio prevede una sosta di alcuni giorni (4-8) in ognuna delle oasi. Durante queste soste si prenderanno contatti con gli abitanti dell’oasi e con coloro che lavorano per la sua conservazione. Attraverso dialoghi e interviste in profondità si spera di riuscire a rivelare la ricchezza culturale di queste comunità e la profondità del loro rapporto con la natura. Tutte le fasi del progetto saranno documentate attraverso la stesura di un quaderno di viaggio molto dettagliato. Tale quaderno sarà composto non solo di note scritte, ma anche di fotografie e registrazioni audio e video. Il materiale raccolto in questo modo dovrà servire come base per l’ultima fase del progetto: la realizzazione di un’opera multimediale che, attraverso l’esplorazione della ricchezza biologica e culturale delle oasi maghrebine, aiuti a riflettere sulla crisi dell’acqua e sulle sue possibili soluzioni. RISULTATI Attraverso questo progetto si spera innanzitutto di riuscire a comprendere intimamente l’insieme di relazioni e di equilibri che ha permesso lo straordinario successo ecologico e sociale delle oasi maghrebine. Tale comprensione dovrebbe poi divenire la base per la realizzazione di un’opera multimediale capace di far conoscere e Tommaso Venturini apprezzare il valore e l’importanza di questo eccezionale esempio di collaborazione tra uomo e natura sviluppatosi ai margini della civiltà mediterranea. Mettendo in scena la meraviglia suscitata dalla diversità biologica e culturale maghrebina, speriamo di contribuire allo sforzo per salvare questo habitat in via d’estinzione e contemporaneamente di offrire una prospettiva nuova per guardare ai problemi contemporanei di gestione della risorsa acqua. Parlando di opera multimediale, usiamo un termine volutamente ambiguo. L’obiettivo del nostro progetto è, infatti, raccogliere una collezione di documenti di viaggio (fotografie, interviste, registrazioni di suoni, elementi di cultura materiale, disegni, filmati…) che possano essere riutilizzati per la produzione di diverse forme di divulgazione. In primo luogo si spera di poter produrre un DVD multimediale in cui tutto il materiale raccolto possa essere organizzato e reso fruibile nel più accessibile dei modi. A partire da questo DVD multimediale, si potranno poi sviluppare altre opere di divulgazione, quali un sito internet, un’esposizione, un libro.