GdP – I Dragons a caccia di un`impresa

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GdP – I Dragons a caccia di un`impresa
GIORNALEdelPOPOLO
GIOVEDÌ 21 GENNAIO 2016
calcio
Streller è tornato a Basilea più forte di prima, ma altri...
Il Basilea e la tradizione
delle minestre riscaldate
Il recente ritorno
di Kuzmanovic si è rivelato
poco proficuo per i renani.
Il centrocampista infatti
figura già tra i partenti.
Come “Pipi”, anche Frei
e Huggel hanno invece
fatto benissimo nel “bis”.
Hakan Yakin
Il primo “ritornante” della sua generazione. Partito presto per il Grasshopper, nell’estate del 1997 – 20enne –,
tornò a casa qualche anno dopo, nel
gennaio del 2001. La sua esplosione
avvenne nella stagione 2001/2002, con
la conquista del titolo – il primo con
Gross in panchina – L’accordo pluriennale dell’estate del 2003 con il PSG si
sciolse di fronte a un problema di salute non dichiarato al momento della
firma. Continuò allora a giocare in
rossoblù, prima davvero di provare la
via estera, allo Stoccarda e poi al Galatasaray: ma tornò in fretta in Svizzera,
mai più a Basilea.
Benjamin Huggel
Forse “Beni” è tornato persino
troppo presto, rinunciando in fretta a lottare per ottenere un posto al
sole sul piano internazionale, dopo
una stagione travagliata all’Eintracht
Francoforte. Partito da Basilea nel
2005 (dopo aver già giocato e vinto
molto), è rientrato per poche centinaia di migliaia di franchi già nel 2007,
disputando altre cinque stagioni in
rossoblù e diventando un punto di
riferimento fondamentale per tutti,
specie per i più giovani. Un giocatore
con un simile carisma oggi manca.
Marco Streller
Come Frei, anche Streller è emerso in un Basilea che ancora faticava
a puntare con l’attuale decisione sui
suoi giovani. Dopo i prestiti a Concordia e Thun, è però tornato brevemente
in rossoblù: 13 gol in 16 partite. Su di
lui è piombato lo Stoccarda – era l’inizio del 2004 –, convincendo i renani a
suon di milioni. In Bundesliga qualche
infortunio di troppo ha minato il suo
percorso, spingendolo infine a tornare
(troppo) in fretta in (e per la) Svizzera.
Nel 2007 è finita l’avventura internazionale di Streller ed è iniziata una sua
nuova era a Basilea: e lì è diventato re.
pallavolo Il
A Melbourne
Federer
e Bencic
hanno fretta
Behrang Safari
Il terzino sinistro svedese, ma nato
a Teheran, era arrivato a Basilea nel
2008, fresco d’esordio con la sua nazionale. Un buon giocatore, nulla più,
lasciato infatti andare in scadenza tre
anni dopo, nel 2011. A sorpresa è tornato al St. Jakob nel 2013, dopo due
annate all’Anderlecht. Il recente prestito al Malmö – che ora ha lasciato un
buco – dimostra in fondo quanto poco
fosse determinante per i renani, che
sugli esterni bassi faticano a piazzare
colpi (con l’eccezione del camerunense Atouba, che era stato venduto al Tottenham per 5 milioni di franchi circa).
Zdravko Kuzmanovic
Matias Delgado, 33 anni, lo sa: a Basilea si torna volentieri.
Alex Frei
Il bomber dei bomber della nazionale aveva lasciato Basilea giovanissimo, neppure 20enne, nel 1998. Prima
ha accumulato esperienza in Svizzera
e poi è andato a lasciare impronte,
importanti, tra Rennes e Dortmund.
È tornato nel 2009, per le sue ultime,
ancora fruttuose, stagioni da calciatore. In quella seconda fase ha realizzato la bellezza di 73 gol in 103 incontri
di campionato. Un ritorno coi fiocchi,
comunque costato diversi milioni di
franchi (pare 4) alla dirigenza renana.
Una minusvalenza che è eccezione.
Philipp e David Degen
Tra i due gemelli Degen, forse, quello con maggiore talento era Philipp,
il terzino per intenderci, partito però
da Basilea a parametro zero nel 2005.
L’affare allora lo fece il giocatore stesso, che si guadagnò ricchi contratti
tra Dortmund, Liverpool e Stoccarda,
senza però incantare. È tornato sei
anni dopo, nel 2011, e oggi fa ancora
(Keystone)
parte della rosa, anche se con un ruolo più marginale. Suo fratello David,
attaccante nei primi anni di carriera,
prima di spostarsi sull’esterno, aveva
lasciato Basilea nell’estate del 2006
per trasferirsi al Borussia Mönchengladbach, dove non ha però trovato
fortuna. Tornato in rossoblù in prestito
pochi mesi dopo, ha vissuto poi una
nuova parentesi tedesca, prima di rientrare in Svizzera, ma all’YB. Il ritorno definitivo risale al 2012, ma a quel
punto non aveva più molto da dare.
Matias Delgado
L’argentino fu un grandissimo colpo
per il Basilea, che nel 2003 – in piena
era Gross – lo inserì (allora giovanissimo) in un contesto con molti giocatori offensivi di qualità, a cominciare
dai suoi connazionali Julio Hernan
Rossi e Christian Gimenez, passando
poi dai vari Yakin, Streller e Tum. Ma
il ragazzo riuscì comunque a mettersi
in mostra e, nel 2006, passò al Besiktas per qualcosa come sei milioni di
franchi. È tornato nel 2013, svincolato
Con Rakitic sembrava essere un (sicuro) futuro crack del calcio rossocrociato – poi sappiamo come è andata a
finire –, oltre che un ottimo oggetto di
mercato per il Basilea, che infatti era
riuscito a venderlo nel gennaio 2007
alla Fiorentina per una cifra attorno
ai 4 milioni di franchi. Ulteriormente
valorizzato dai viola, il centrocampista
è poi passato allo Stoccarda al doppio
del prezzo, dove la sua carriera ha però
subito un forte rallentamento. Scarso il
successo all’Inter, prima del ritorno in
“patria”, nell’estate 2015 (per 2 milioni
circa). Qualche mese in rossoblù ha
fatto capire a Fischer di poterne fare a
meno: ed ecco l’Udinese.
Valentin Stocker
Ieri il “Blick” ipotizzava – più una
speranza che non una reale voce di
mercato – un imminente ritorno a caso
dell’ala sinistra, che all’Hertha non sta
riuscendo a farsi valere fino in fondo.
Partito per Berlino nel 2014, ha fruttato
quasi 5 milioni di franchi. Nel frattempo però – ed è un paradosso, visto che
in Germania cercava l’affermazione –
sta vedendo pian piano il suo biglietto
per Euro 2016 dissolversi.
il punto sul mercato di Super League
basilea: i renani si stanno dimostrando molto attivi, persino rischiando qualcosa. La cessione di Elneny ha
portato tanti milioni, alcuni dei quali
investiti per il suo sostituto, Fransson.
Via Kakitani (e forse Gashi, prossimamente), dentro Steffen. Da seguire il
centravanti sloveno Sporar. Incomprensibile la cessione di Safari se non
viene sostituito: arriverà qualcuno?
GC: sin qui piuttosto passivo, il club
zurighese, che si è visto soffiare dall’YB l’attaccante esterno Ravet e, in
prospettiva, dall’Everton il trequartista Tarashaj: tanti i milioni incassati,
impossibile quindi opporsi. Tabakovic
è l’attaccante del futuro, ma per ora ha
davanti Dabbur. Per difendere il secondo posto forse serve ancora qualcosa.
lucerna: ceduti il giovane leader
della mediana Freuler e il bomber
Lezcano, per ora è arrivato solo l’al-
tro Schneuwly. Interessa l’ex granata
Neumayr, ora al Vaduz.
lugano: bel colpo il ritorno di Malvino, ma anche Salvi (per Russo) e
Alioski (per Markaj) intrigano. Ceduti
Josipovic e Rossini serve ora l’attaccante, che potrebbe essere Karim Rossi (vedi edizione GdP di ieri).
san gallo: Gaudino è uno dei giovani più interessanti della scuola
Bayern, 19 anni, centrocampista centrale: bel colpo, ma da valutare il suo
impatto sul calcio adulto. Everton assicurava legna verde ma anche gialli:
è andato al Partizan. Il neo-acquisto
francese Hanin è un terzino sinistro.
sion: Constantin e Degennaro sono
sempre a caccia di un colpaccio, che si
chiami Ronaldinho o Robinho, comunque qualcuno che chiami gente e risultati (specie in Europa). Per ora è arrivato l’attaccante ungherese Mervó.
Lugano sarà ospite questa sera (20.30) dell’Asse-Lennik
I Dragons a caccia di un’impresa
La vittoria di sabato scorso in LNA
contro il Lucerna ha sicuramente
dato la motivazione giusta ai Dragons Lugano per affrontare uno degli
impegni più importante della stagione: questa sera alle 20.30 la squadra
di Mario Motta affronterà infatti alla
Sporthal Arena di Deurne (Belgio) il
Volley Asse-Lennik, in una gara valevole per il quinto turno della fase a
giorni della CEV DenizBank Champions League. Una partita fondamentale per i ticinesi che vanno alla
ricerca di un risultato storico non
solo della propria storia ma anche
della storia della pallavolo svizzera in
generale. Sul piatto della sfida ci sono
punti importantissimi per il passaggio del turno ai cosiddetti Playoffs
12, ovvero entrare tra le migliori 12
tennis
e un po’ rallentato, per poi diventare
capitano e punto di riferimento nello
spogliatoio.
servizio di paolo galli
Se il Basilea da un lato esibisce, con
comprensibile orgoglio, la sua modernità sul mercato internazionale,
dall’altro si ostina a difendere un volto
più famigliare e in qualche modo legato al territorio. Al St. Jakob non sono
stati pochi, in questi ultimi anni, i ritorni di giocatori che proprio in rossoblù
avevano mosso i primi passi nel calcio
che conta, giocatori venduti spesso a
peso d’oro e ricomprati, anni dopo,
a un prezzo più alleggerito. L’ultimo
caso è quello di Kuzmanovic; il prossimo potrebbe invece riguardare Stocker. Ma andiamo con ordine.
sport 21
+
squadre d’Europa. Un obiettivo che
il Lugano non ha mai negato di voler
raggiungere e che lo vede perfettamente in gioco per raggiungerlo. La
crescita ottenuta dalla formazione
allenata da Mario Motta è il punto
sul quale fare leva in questa delicata
ma affascinante sfida in Belgio: 8 vittorie consecutive nelle ultime 8 gare
giocate in LNA ed il doppio successo
contro il Tomis Constanta in Champions League sono il biglietto da visita da presentare agli avversari del
Volley Asse-Lennik che, a loro volta,
proveranno a sfruttare il fattore casa
per trovare il successo. L’ordine di
coach Mario Motta è chiaro: concentrazione e determinazione ai massimi livelli. È il suo imperativo, quello
che ha voluto infondere alla propria
squadra in vista di questo grande appuntamento. L’intenso lavoro della
pausa natalizia è stato programmato
interamente per i due appuntamenti
di Champions League di questa fine
gennaio. Due gare che potranno scrivere una pagina unica della pallavolo ticinese e del volley svizzero: mai
nessuna squadra elvetica è riuscita
ad entrare tra le migliori 12 formazioni d’Europa; e riuscirci lancerebbe
i Dragons e la città intera di Lugano
nell’olimpo della pallavolo continentale. La voglia di riscatto poi riempie
gli animi di Marcelinho e compagni,
pronti a prendersi la rivincita sull’Asse-Lennik dopo la sconfitta ottenuta
(al tie-break, dopo un’autentica battaglia) nella gara di andata. Diretta
streaming sul canale digitale RSI.
thun: sfoltita la rosa con le cessioni
di Frontino e Zino. Nulla di che per ora.
vaduz: Sadiku potrebbe essere un
bell’investimento, ma gli schemi, per
lui, dovranno cambiare. Sarebbe pesante la partenza di Neumayr.
yb: Ravet è il naturale sostituto di
Steffen, mentre Kololli un esterno
interessante, ma questa non può proprio essere considerata una finestra
di mercato soddisfacente. Steffen e
Tabakovic sono due perdite pesanti,
specie simbolicamente.
zurigo: sta succedendo ciò che doveva succedere questa estate, una
doverosa rivoluzione. Ceduti (o messi
fuori rosa) comunque giocatori di una
certa importanza – Gavranovic, Chermiti, Chiumiento, Schneuwly, Sadiku,
Djimsiti –, sono arrivate le scommesse
Sanchez, Koné e soprattuto Kerzhakov. Mah, staremo a vedere... (PAO)
corsa alla presidenza
Roger Federer, 34 anni.
(foto Keystone)
Venticinque ace e diciassette servizi vincenti,
nessuna palla break concessa su 14 giochi alla
battuta: Roger Federer (numero 3) ha ricordato a
tutti – anche a quel Nadal punito, il giorno prima,
proprio dalle sue imprecisioni – l’importanza di
avere una prima palla solida nel tennis moderno. Il basilese ha firmato una prestazione quasi
perfetta, ieri, da questo punto di vista, contro un
Alexandr Dolgopolov (ATP 35) scopertosi in qualche modo impotente, di fronte a tanta veemenza,
e battuto 6-3 7-5 6-1 in 1h33’. Federer ha riconosciuto il valore del suo avversario: «Gioca meglio
di molti che in classifica gli stanno davanti». Una
sorta di contentino, visto il risultato. «Spero di poter servire così bene fino alla fine del torneo. In
questo caso, la chiave dell’incontro va ricercata
nel secondo set». Il renano si è sforzato di difendere rimanendo sulla linea di fondo, e ciò nonostante la potenza dei colpi dell’ucraino. E ora? Il
prossimo avversario è quel Grigor Dimitrov (numero 27) battuto nei 4 precedenti scontri diretti.
Il bulgaro, che arriva da un 2015 complicato, sembra aver iniziato meglio il 2016, con la semifinale
raggiunta a Brisbane – dove è stato battuto in tre
set proprio da Federer – e con la finale di Sidney,
persa da Victor Troicki. «Ha avuto il tempo, questo inverno, di lavorare al meglio con il suo nuovo
coach, dopo un anno in cui aveva perso la fiducia.
Affrontarlo non è mai evidente. Ha talento e gambe per tenere sui cinque set». Insomma, occhio!
Per Bencic la ritrovata Bondarenko
Come Roger Federer, anche Belinda Bencic
(numero 14) sta volando grazie al suo servizio.
Nei suoi primi due turni agli Australian Open, la
sangallese ha concesso una sola palla break, cancellata peraltro. Dopo aver battuto l’americana
Alison Riske, è stato il turno dell’ungherese Timea Babos (WTA 60): entrambe non sono riuscite
a impensierire la battuta della giovane svizzera,
che si è fatta bastare 65’ di gioco per imporsi 6-3
6-3. La prossima avversaria è la 29enne Kateryna
Bondarenko (WTA 92). Ritiratasi dal circuito tra il
settembre del 2012 e l’aprile del 2014, per dare alla
luce la piccola Karin, l’ucraina arriva dalla vittoria
a sorpresa su Svetlana Kuznetsova (numero 23).
Belinda spiega: «Una sola palla break concessa in
due incontri corrisponde a una statistica davvero incredibile. Spero di continuare così. Ma non
sono migliorata solo grazie ai progressi sul servizio. Per esempio è migliorato anche l’approccio
agli incontri nei grandi stadi, che non mi rendono
più nervosa. In merito alla mia prossima avversaria, ricordo che giocatrice fosse prima della gravidanza. Ho due giorni per trovare la migliore tattica». Al turno successivo è poi probabile che debba
vedersela con Maria Sharapova (numero 5).
Djokovic per ora senza patemi
L’avvicinamento ai turni più impegnativi, per
Novak Djokovic, è stato sin qui persino troppo
semplice. Prima il coreano Hyeon Chung (ATP
52) e poi il francese Quentin Halys (ATP 187),
scarse le preoccupazioni. Il 19enne transalpino,
in tutti i casi, ha dimostrato tracce del suo talento,
prima di uscire comunque sconfitto per 6-1 6-1
7-6. I prossimi avversari del numero 1 mondiale
proveranno perlomeno a scalfirne qualche sicurezza, compito molto difficile. Ora il serbo troverà
l’italiano Andreas Seppi (numero 28), e poi eventualmente il vincente della sfida tra Delbonis e Simon. Fino ai quarti, insomma, non si prevedono
grosse turbolenze. Avanzano con vittorie in tre set
anche Berdych (6), Nishikori (7), Tsonga (9) e Cilic
(12). Nel tabellone femminile, Serena Williams
(numero 1) non ha lasciato scampo alla taiwanese Su-Wei Hsieh, battuta 6-1 6-2. Due set sono bastati anche alle varie Radwanska (4), Sharapova
(5) e Gavrilova, che ha sorpreso Kvitova (6).
Partite truccate ai livelli più bassi
L’ASF con Infantino
La federazione svizzera di calcio ha deciso che sosterrà la candidatura di Gianni Infantino nella corsa alla presidenza
della FIFA. Lo ha dichiarato il presidente
Peter Gilliéron, sottolineando come l’attuale segretario dell’UEFA abbia tutti i requisiti necessari per ricoprire tale carica.
> foto keystone
Stavolta, a parlare nel merito dello scandalo
sui presenti incontri truccati, è stato Chris Eaton,
responsabile del Centro internazionale per la sicurezza dello sport: «Al secondo livello del tennis,
o più in basso, gli indizi che vogliono la presenza
di incontri truccati sono frequenti. La corruzione
nel tennis non è lucrativa quanto lo è nel calcio o
nel cricket, ma è più facile truccare un incontro di
tennis...». Secondo lui, la UIT, l’istanza incaricata
dall’ATP di sorvegliare questo genere di fenomeni opera troppo nell’ombra: «L’integrità necessita
per definizione di apertura e trasparenza...».