27022014_Giochi d`azzardo online

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27022014_Giochi d`azzardo online
Anno I°
n. 14
Giovedì
27 febbraio
2014
NON RICEVE ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO
REG.
T RIB . R OMA 206/13
EDITORE :
S OC . C OOP. “C OMUNICA ” - D IRETTORE
euro 0
RESPONSABILE :
C ARMINE A LBORETTI
DIFENDERE
I LAVORATORI
È UN DOVERE
[email protected]
IL MONITO DEL PAPA CONTRO LO SFRUTTAMENTO
a pagina 2
Legge elettorale
ecco i “paletti”
della Consulta
per un nuovo testo
a prova di bocciatura
a pagina 2
Allarme della Cia
centomila imprese
agricole “divorate”
dalla burocrazia
in dieci anni
a pagina 3
Azzardo online, parla
Razzante (Aira):
giusto vietare le slot
ai minori, ma il gioco
legale va tutelato
a pagina 4
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La Voce Sociale
giovedì
27 febbraio 2014
Legge elettorale nodo decisivo per il Paese
Il presidente della Corte Costituzionale indica i “paletti” ai quali devono attenersi le forze politiche:
assicurare la “necessaria rappresentanza” ma “rendere possibile la formazione di governi stabili”
di Carmine Alboretti
La nuova legge elettorale deve, da
un lato, assicurare la “necessaria
rappresentanza alle diverse articolazioni della società civile” e, dall’altro, “rendere possibile la formazione
di governi stabili, fondati su maggioranze non fluttuanti”. Sono questi i
“paletti” di cui devono tener conto le
forze politiche nell’elaborare la nuova legge elettorale, secondo il presidente della Corte Costituzionale,
Gaetano Silvestri.
L’alto magistrato ha presentato la
relazione sulla giurisprudenza costituzionale del 2013: “La Costituzione
non prevede un particolare sistema
elettorale - ha chiarito il presidente
- né la Corte Costituzionale ha alcuna competenza a colmare questa
lacuna, voluta, come risulta chiaramente dagli atti dell'Assemblea Costituente”. Scontato il riferimento alla sentenza con cui la Consulta ha
bocciato il famigerato “Porcellum”. A
tal proposito il capo dei magistrati
che giudicano sulla legittimità delle
leggi e degli atti aventi forza di legge ha chiarito che l’assise “non ha
esposto una propria formula elettorale, né avrebbe potuto farlo, ma si
è limitata a dichiarare costituzional-
mente illegittime alcune norme della legge elettorale oggetto di censura da parte della Corte di Cassazione”. Per la Consulta,
quindi, “l’arco delle scelte del legislatore è molto ampio, a condizione
che non venga irragionevolmente alterato il
rapporto di proporzionalità e quindi l'equilibrio
tra rappresentanza e
governabilità, realizzabile con plurimi strumenti, tutti costituzionalmente compatibili”.
Si tratta, a ben vedere,
di un “equilibrio dinamico”, giacché la Carta
del 1948 “non si limita a
preservare l’essenza
della proiezione rappresentativa, in una visione
statica di mero rispecchiamento delle proporzioni tra i
vari gruppi politici esistenti nella società civile, ma è protesa a rendere
efficace ed attuabile l'indirizzo politico del governo e della maggioranza parlamentare, vero motore del
sistema”.
In riferimento al titolo V della seconda parte della Costituzione Sil-
Papa Francesco: non sfruttare i lavoratori
è dovere di ogni buon cristiano coerente
"Chi difende la giusta paga contro lo
sfruttamento dei lavoratori non è un comunista ma un cristiano
coerente". Nell'omelia della messa celebrata nella
domus Santa Marta in Vaticano il Papa torna su un
concetto a lui molto caro.
Bergoglio cita il passo di
un brano dell'apostolo Giacomo, dove si parla di "alcuni incoerenti, che si vantavano di essere cristiani,
ma sfruttavano i loro dipendenti". Il Papa, a questo punto, ha ricordato
l'espressione contenuta
nelle Sacre Scritture. "Ecco: il salario dei lavoratori
che hanno mietuto sulle
vostre terre e che voi non
avete pagato, grida; e le proteste dei
mietitori sono giunte agli orecchi del Signore Onnipotente". Quindi ha commentato: "È forte il Signore! Se uno
sente questo, può pensare: 'Ma questo
lo ha detto un comunista. No, no, l'ha
detto l'apostolo Giacomo! È Parola del
Signore! I cristiani che non sono coerenti fanno scandalo”.
La coerenza è necessaria anche nell'opera di evangelizzazione e nel confronto con i non credenti: "Se ti trovi davanti un ateo che ti dice che non crede
in Dio - osserva Francesco - tu puoi leggergli tutta una biblioteca, dove si dice
che Dio esiste e anche provare che Dio
esiste, ma lui non avrà fede. Ma se davanti a questo ateo tu dai testimonianza
di coerenza di vita cristiana, qualcosa
incomincerà a lavorare nel suo cuore.
Sarà proprio la testimonianza tua che a
lui porterà quella inquietudine su cui lavora lo Spirito Santo. La grazia che tutti noi e tutta la Chiesa deve chiedere è
che siamo coerenti”.
Il lavoro è un argomento di cui il Santo
Padre parla spesso, sopratutto con riferimento alla ripercussioni che ha sulla
dignità dell’uomo. Lo ha fatto, ad esempio, nella omelia della Messa presieduta nel giorno di San Giuseppe Lavoratore, il 1° maggio dell’anno scorso: “Il lavoro è qualcosa di più che guadagnarsi
il pane: il lavoro ci dà la dignità! Chi lavora è degno, ha una dignità speciale,
una dignità di persona: l’uomo e la donna che lavorano sono degni”.
c.a.
vestri ha rimarcato che “rivela ogni
giorno di più la sua inadeguatezza”,
segnalando che “è indispensabile
Commissione antimafia
il procuratore Gratteri
nominato consulente
Il procuratore aggiunto di Reggio
Calabria, Nicola Gratteri, mancato
ministro della Giustizia nel primo
Governo guidato da Matteo Renzi,
sarà consulente della commissione Antimafia. Lo ha annunciato la
presidente della Commissione,
Rosy Bindi, a margine della presentazione della relazione annuale della Direzione nazionale antimafia. “Si tratta - ha sottolineato
l’esponente del Partito democratico - di una nomina preparata da
tempo”. Quanto alla mancata nomina di Gratteri a ministro della
Giustizia, Bindi ha parlato di “scelta basata sulla prassi consolidata:
mai un magistrato in servizio è diventato ministro. Lui ha scelto di
continuare a fare il procuratore ed
è preziosissimo in quel ruolo, ha
ottenuto grandi risultati ed è comunque disponibile a contribuire
per l'enorme lavoro che c’è ancora
da fare in questo campo”.
una energica semplificazione dei
criteri di riparto delle competenze”
ma si impone anche “il rafforzamento di luoghi istituzionali di confronto,
allo scopo di restituire alla politica
mezzi più efficaci per governare i
conflitti centro-periferia, senza attendere aggiustamenti e rattoppi dal
giudice delle leggi”.
CONVEGNO CELEBRATIVO
A
ROMA
L’Istituto Internazionale
“Maritain” compie 40 anni
Si terrà il prossimo 7
marzo, nell’Ambasciata di Francia
presso la Santa Sede, un convegno dedicato al 40° anniversario della fondazione dell’Istituto Internazionale
Jacques Maritain. Poco
dopo la morte di uno
dei più importanti filosofi del Novecento
(28 aprile 1973), un
gruppo di intellettuali provenienti da diversi continenti fondò l’Istituto Internazionale a lui intitolato
con lo scopo di continuare la sua riflessione su diversi aspetti della modernità, come “intellettuale in dialogo”.
In questi anni l’Istituto ha posto le sue
radici in diversi Paesi, e ha affrontato
diversi problemi nel campo della metafisica e della epistemologia, dell’etica ma anche della “filosofia pratica”:
filosofia dell’arte, della politica, dell’educazione. Uno sforzo particolare
è stato compiuto per la formazione
dei giovani, orientandoli allo studio
della filosofia cristiana in generale e
dell’opera di Maritain in particolare,
nel confronto con il pensiero contem-
poraneo. La necessità di un “aggiornamento” della tradizione cristiana per ripensare la democrazia e ricollocare l’individuo, non più monade isolata ma persona (da qui il “personalismo”), tra diritti e doveri emerge
dopo la prima e la
seconda
guerra
mondiale. Maritain fu
tra gli antesignani di
questo sforzo, che
culminò con i risultati del Concilio Vaticano II. Questo convegno, che coincide con l’anniversario
della morte del filosofo, si propone di
fare il punto sulla azione culturale
dell’Istituto realizzata in Italia e nel
mondo assieme alle sue associazioni aderenti e di programmare creativamente il prossimo futuro. L’apporto
del grande filosofo è stato talmente rilevante che, nel 1968, Papa Paolo VI
prese in considerazione l'ipotesi di
nominare il filosofo cattolico francese
cardinale laico. L’avvocato Teodolfo
Mertel fu nominato cardinale da Pio
IX nel 1858: non rimase cardinale laico a lungo, perché già nello stesso
anno fu ordinato diacono.
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La Voce Sociale
giovedì
27 febbraio 2014
La burocrazia è la nemica dell’agricoltura
Studio Cia: sette miliardi di euro l’anno. Per ogni singola azienda due euro per ogni ora di lavoro
Per produrre la documentazione richiesta ci vuole una persona che se ne occupi cento giorni su 365
Il famelico "dinosauro" della burocrazia negli ultimi dieci anni ha divorato
centomila imprese agricole, costrette
a chiudere per i costi insostenibili e
l’estenuante lentezza della pubblica
amministrazione. Il danno è di oltre
sette miliardi l'anno: per la singola
azienda equivale a due euro
per ogni ora di lavoro, 20
euro al giorno, 600 euro al
mese, 7.200 euro l'anno.
Un "carico asfissiante" che
costringe ogni imprenditore agricolo a produrre nei
365 giorni materiale burocratico cartaceo che, messo in fila, supera i quattro
chilometri e ha un peso
che sfiora i 25 chili. È il
quadro che emerge da
una ricerca presentata a
Roma nel corso della VI
assemblea elettiva della
Cia, la confederazione italiana agricoltori.
Ancora, occorrono otto
giorni al mese per riempire i
documenti richiesti dalla pubblica amministrazione centrale e locale. In
pratica, cento giorni l'anno. Un compito che difficilmente l'imprenditore
agricolo può assolvere da solo e,
quindi, nel 65 per cento dei casi è co-
stretto ad assumere una persona
che svolge questa attività o, per il restante 32%, a rivolgersi a un professionista esterno, con oneri facilmente immaginabili.
Secondo la Cia il 30% dell'aggravio
economico burocratico è addebitabi-
le a ritardi, disservizi e inefficienze
della pubblica amministrazione. Cifre
che diventano ancora più macroscopiche se si prende in considerazione
l'insieme dell'imprenditoria del Paese, che spende in burocrazia 61 mi-
Il 30%
dell’aggravio
economico
burocratico
è colpa
di ritardi
e disservizi
liardi di euro l'anno. Un costo che, ridotto del 25%, comporterebbe un aumento del Pil dell'1,7%.
Più del 90% degli agricoltori, secondo
il sondaggio Cia, denuncia ostacoli e
difficoltà per la propria attività a causa della burocrazia e chiede, quindi,
una semplificazione amministrativa e
fiscale, indispensabile per lo sviluppo.
Asfissiate da questo peso il 25,5%
delle aziende agricole ha messo da
parte progetti di ammodernamento,
innovazione e ricerca, il 21,5 per cento non ha compiuto alcun tipo di investimento, il 18,7 per cento è stato costretto a ridurre le coltivazioni e il 10
per cento, addirittura, a chiudere.
Ogni mese le aziende agricole italiane sono costrette, in media, a impiegare dalle cinque alle sei giornate di
lavoro per svolgere gli adempimenti
amministrativi.
La Cia sottolinea che il maggiore onere che sopporta l'imprenditoria agricola italiana (94 per cento) è rappresentato dagli adempimenti specifici richiesti nel settore. Pesanti anche i costi dovuti al fisco (84 per cento) e alla
sicurezza sul lavoro (75 per cento). Il
74,5 per cento delle imprese ritiene il
costo degli obblighi burocratici un
ostacolo alla produzione.
Adolfo Spezzaferro
RICERCA CENSIS-MINISTERO DEL LAVORO
Imprese, il 37% cerca nuove professionalità
L’emergenza crisi si sente, ma c’è chi prova ad essere competitivo grazie all’innovazione
Nonostante l’emergenza crisi, il 37%
delle imprese è a caccia di nuove professionalità, dall'export manager agli
agenti di commercio, dagli esperti di
comunicazione e nuovi media ai sistemisti e programmatori. La fotografia è
del Censis, che ha condotto una ricerca d'intesa con il ministero del Lavoro,
per individuare le reazioni delle aziende italiane alla recessione.
La condizione di molte imprese è ancora critica, si legge nel Report: il 31,5%
si trova in una fase di ridimensionamento, il 52,1% di stazionarietà, il
16,4% è in crescita. E il saldo occupazionale degli ultimi anni è stato certamente negativo: il 33,6% delle aziende
ha diminuito i livelli occupazionali, il
20,2% li ha aumentati e il 46,2% li ha
mantenuti invariati.
I tentativi di innovazione, rileva ancora
il Censis, si sono accompagnati in molti casi all'avvio di un processo di ristrutturazione aziendale, spesso doloroso.
Il 37,3% delle imprese ha espresso
l'esigenza di adeguare il proprio portafoglio di competenze al cambiamento.
Si tratta di una minoranza di aziende
che hanno dovuto ricercare sul mercato competenze nuove, che prima non
esistevano (nel 20,8% dei casi) o che
negli anni erano diventate obsolete
(17,4%).
Tra i nuovi profili richiesti dalle aziende
spiccano i commerciali (dagli export
manager agli agenti di commercio, ricercati dal 36,4% di queste imprese), i
tecnici (32,4%), gli amministrativi
(31,4%) e gli ingegneri (25,4%).
Da segnalare anche l'elevata richiesta
di esperti di comunicazione e nuovi
media (ricercati dal 12,2%) e di informatici, sistemisti e programmatori
(10,1%).
Tra i nuovi
profili
richiesti
spiccano
i commerciali
i tecnici
gli amministrativi
e gli
ingegneri
Il rapporto Censis registra anche una
discreta attenzione per la formazione e
l'aggiornamento professionale. Un
quarto delle aziende (26,9%) è ricorso
a interventi di riconversione del personale, due terzi (66,4%) hanno promosso attività interne di aggiornamento e
formazione: il 36,2% tramite formatori
o consulenti che hanno organizzato attività interne, il 23,8% con la partecipa-
zione a fiere, il 20% tramite scambi con
fornitori e clienti.
Ma la "manutenzione del capitale umano" in tempi di crisi resta difficile. Se si
esclude infatti un terzo delle imprese (il
36,7%, per lo più di grandi dimensioni)
che considerano l'aggiornamento del
personale un fattore centrale, la maggioranza sa che l'impegno su questo
fronte non è adeguato: per il 28,4%
l'azienda dovrebbe fare di più, il 34,9%
è cosciente di non fare nulla su questo
fronte.
Difensive, espansive, internazionalizzate: queste le molteplici facce della ristrutturazione. Per quel che riguarda la
logica difensiva l'intervento sul fronte
organizzativo è drastico, con tagli al
personale (48,7%), riduzione di orari,
riqualificazione e riconversione delle figure professionali esistenti (30,9%).
Sono quelle aziende in cui gli esiti appaiono al momento più incerti, a detta
degli stessi imprenditori: il 37,4% giudica i risultati ancora non soddisfacenti,
se non deludenti.
All'estremo opposto, vi è invece un modello di riorganizzazione aziendale che
segue una logica molto più spinta e aggressiva, che riguarda però solo l'8%
delle aziende. In questo caso la riorganizzazione segue un percorso di forte
innovazione nel rapporto con il mercato, nella definizione dei prodotti e dei
processi, nell'applicazione delle tecnologie. In queste realtà l'occupazione
cresce.
L’Antitrust
Liberarsi dagli oneri
della Pa
serve concorrenza
"Un'amministrazione pubblica
efficiente e una regolazione
semplice e trasparente costituiscono una pre-condizione essenziale per lo sviluppo competitivo dell'economia italiana in
termini d'innovazione e di crescita. Se nuove imprese entrano
sul mercato, si creano nuovi posti di lavoro e si sviluppano prodotti innovativi. Tutto ciò accresce il benessere collettivo sia
sotto il profilo economico che
sociale. È stato stimato che una
diminuzione dell'1% dell'inefficienza della pubblica amministrazione comporterebbe un incremento dello 0,9% del livello
del Pil pro-capite". Così il presidente dell'Antitrust, Giovanni Pitruzzella, in audizione presso la
commissione parlamentare per
la Semplificazione.
Quindi, prosegue, "per uscire
dalla crisi e stimolare la ripresa
dell'economia, il Paese deve liberarsi dei molti oneri burocratici e degli ostacoli che appesantiscono l'esercizio delle attività economiche, impegnandosi
in un programma generale e di
lungo periodo di semplificazione delle procedure amministrative e di revisione degli attuali
assetti regolatori, ancora poco
adeguati a garantire il libero
funzionamento dei mercati e la
fruizione dei benefici che essi
producono. Il progetto deve essere bipartisan e va condotto
monitorando costantemente gli
obiettivi già perseguiti e quelli
ancora da raggiungere".
Infatti, ha osservato il presidente
dell'Antitrust "un contesto farraginoso e soggetto a continui
cambiamenti è, di contro, fonte
d'incertezza diffusa e di scarsa
trasparenza, ossia di condizioni
che rendono difficile la programmazione dell'attività d'impresa e
degli investimenti, favoriscono
l'illegalità, sotto forma di corruzione e di sviluppo dell'economia
sommersa, alterano gli equilibri
del mercato e aumentano la litigiosità".
Pitruzzella ha ricordato che "in
Italia, la durata media delle procedure per avviare un'impresa è
di circa sei giorni, ma i costi continuano ad essere molto alti. Se
nel nostro Paese per avviare
un'impresa sono necessari gli
stessi tempi degli Stati Uniti, il costo sul reddito pro capite nazionale lordo è del 13% più alto". Inoltre "un imprenditore italiano impiega 269 ore per pagare le tasse
e la tassazione incide in misura
pari al 65,8% sul suo profitto.
L’intervista
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Giochi d’azzardo online, servono norme omogenee
La Voce Sociale
giovedì
27 febbraio 2014
Parla il professor Razzante (Aira): da noi controlli severi, ma all’estero c’è il Far west
di Carmine Alboretti
Su 2.200 “app” categorizzate come “slot machine”,
19 (e crescono ogni giorno) hanno il tag “per bambini”. È un fatto di una
gravità inaudita, quello
che, nei giorni scorsi, Simone Feder del Movimento No Slot ha denunciato all’opinione pubblica
attraverso l’Ansa. “La Voce Sociale” ha sentito il
professor Ranieri Razzante dell’Università di Bologna, che, sul tema nel corso della pasÈ giusto
sata legislatura - in
qualità di consulenvietare
te, ha realizzato un
l’accesso
dossier per la Commissione parlamendei minori
tare antimafia.
alle app
Professore ha sentito che ci sono
che emulano
slot machine per
slot machine:
bambini: che ne
intervengano
pensa?
Le slot machine per
le forze
minori vanno vietadell’ordine
te, a prescindere da
quali siano i meccanismi premianti.
Cioè?
Vanno sempre vietate anche se in palio ci fossero
degli orsacchiotti di peluche. Però sul tema del
gioco dobbiamo essere
meno allarmisti.
In che senso?
Nel senso che il gioco
d’azzardo non è illegale in
quanto tale. E l’associazione Aira (Associazione
nazionale dei responsabili
antiriciclaggio) di cui faccio
parte e che ho l’onore di presiedere si sta
occupando - attraverso un’apposita commissione - della legalità nel comparto giochi e si
farà promotrice di un tavolo di lavoro per una
regolamentazione più appropriata e organica del fenomeno.
Si spieghi meglio, professore. Non condivide, forse, la campagne contro il gioco?
È condivisibile l’implementazione di campagne informative che insistano semmai sul
fatto che ogni tipologia di gioco può far vincere come perdere e che non bisogna insistere quando si perde, ma anche quando si
vince troppo: spesso si tratta di un trucco utilizzato da chi lavora nell’ombra.
Il fenomeno del gioco compulsivo è un problema che esiste e va affrontato con la strutture competenti. Ovviamente ai bambini, e
più in generale ai minori, non va consentito
di giocare in ogni caso. I siti e le applicazioni per cellulare che si rivolgono a bambini
vanno oscurati e mi auguro che l’Amministrazione dei Monopoli di Stato intervenga
tempestivamente attraverso la polizia postale.Evitiamo, però, di criminalizzare il gioco
d’azzardo in quanto tale.
Il gioco d’azzardo non è, forse, illegale?
È questo l’errore. Mi spiego meglio. Se illegale si riferisce al grado di penetrazione della criminalità organizzata nei siti di gioco online le rispondo, avendo curato, nella precedente legislatura, un dossier per la Commis-
sione parlamentare antimafia, che la criminalità nel settore dei giochi online prospera
e quindi ci possono essere dei rischi. Ma
questo non significa che bisogna trascinare
in un vortice l’intera industria del gioco che,
tra settore principale e indotto, dà lavoro a
qualche centinaio di migliaia di persone ed
alle loro famiglie. Il vero problema è un altro.
Quale?
In Italia ci sono norme severissime sulle autorizzazioni alle concessionarie. Le posso
garantire che sono tra le più controllate per
quanto riguarda i soggetti coinvolti, le partecipazioni societarie. I Monopoli di Stato, inoltre, erogano provvedimenti sanzionatori ogni
qual volta emergono violazioni delle norme.
Il problema sono le legislazioni estere.
Cioè?
Le faccio l’esempio di sito la cui piattaforma
di gioco si trova in Gabon o in un Paese dell’Est europeo. L’Amministrazione dei Monopoli di Stato può oscurare i siti per l’Italia, attraverso l’impiego degli uomini e delle donne della Polizia Postale, ma ha alcuna possibilità giuridica di entrare nella politica di
gioco delle altre nazioni. Perciò se davvero
si vuole affrontare la questione una volta per
tutte, bisogna lavorare per colmare il vuoto
normativo generato da questa mancata armonizzazione di norme. È ovvio che la criminalità si inserisce nella fase a valle: dal gestore al tabaccaio di turno, all'esercente che
viene minacciato per truccare le macchinette presenti nel suo locale. Ma questo è un altro problema di cui devono farsi carico le forze dell’ordine e i giudici.
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La Voce Sociale
giovedì
27 febbraio 2014
Edilizia, 225 miliardi in efficienza energetica
Secondo una ricerca Cofely, tanto sarà la spesa al 2020. Il “Sistema Casa” prevede una tipologia
di interventi diversificata: dai sistemi solari termici e fotovoltaici fino alla micro cogenerazione
In che modo la riqualificazione energetica degli edifici residenziali può aiutare l’Italia a centrare entro
il 2020 gli obiettivi di risparmio energetico indicati
dalla Commissione Europea? L’attuale politica di
incentivi approvata dal Parlamento è sufficiente a
raggiungere i traguardi fissati dal Pacchetto ClimaEnergia 20-20-20? Nel 2010, in Italia, il mercato
potenziale di case da ristrutturare dal punto di vista
energetico era costituito da circa 24 milioni di abitazioni, un patrimonio di risorse che, se efficientate, può portare a benefici ambientali e risparmi
energetici notevoli. Di queste, non fanno parte le
abitazioni costruite dopo il 2001, già dotate di un
considerevole livello d’efficienza energetica, e
quelle antecedenti il 1919, perché molto antiche e
quindi difficilmente inseribili in piani di riqualificazione.
Secondo un’elaborazione dati Cofely realizzata nel
2013, la spesa complessiva al 2020 in efficienza
energetica nel residenziale sarà di circa 225 miliardi di euro, mentre le risorse impiegate nel settore
nel 2012 sono state pari a circa 28 miliardi di euro.
Questi numeri promettono bene, specie se si pensa che la cifra preventivata al 2020 corrisponde a
più della metà del valore del “mercato disponibile”,
stimato in 435 miliardi di euro e rappresentato dalle strutture da efficientare abitate da coloro che
hanno interesse a investire e posseggono il reddito necessario a realizzare tali interventi. Se, dal
2013 al 2020, la spesa in efficienza energetica nel
settore residenziale dovesse rispettare le ultime
previsioni, il contributo del comparto alla sfida lanciata dall’Unione Europa sarà, probabilmente, decisivo. Valutare gli effetti sul mercato della politica
degli incentivi è, invece, più complesso. Dal mondo degli investitori arriva, però, un’indicazione: alla politica d’incentivazione del settore vanno aggiunti interventi in grado di favorire una migliore
comprensione delle opportunità proposte, capaci
di rendere meno difficoltoso l’accesso agli sgravi fiscali. Sgravi fiscali che contribuiscono all’economia
nazionale: è stato, infatti, stimato che valgono più
di un punto di Pil.
“Come operatore di riferimento nei servizi per l’efficienza energetica – commenta Enrico Colombo,
Amministratore Delegato e Direttore Generale di
Cofely Italia – non possiamo non notare che oggi
molti privati, a causa
della farraginosità
del procedimento di
accesso agli incentivi, hanno difficoltà a
godere degli sgravi
fiscali e finiscono
per rinunciarvi. Ci
auguriamo, pertanto,
che la conferma dei bonus fiscali, anche per i prossimi anni, sia accompagnata da una semplificazione del procedimento per accedervi, tale per cui esso divenga più “snello” e comprensibile agli utenti.
Questo incentiverebbe gli investimenti in efficienza energetica nel mercato residenziale, contribuendo al raggiungimento, per il nostro Paese, degli obiettivi di risparmio energetico fissati dalla
Commissione Europea”. In questo scenario, Cofely Italia, per rispondere alle difficoltà e alle richieste
che giungono dagli utenti, ha introdotto sul mercato residenziale la soluzione integrata “Sistema Casa”, mediante la quale è in grado di gestire direttamente anche tutte le pratiche necessarie all’ottenimento degli incentivi e detrazioni fiscali oggi in vigore. In seguito ad una diagnosi energetica e ad
una valutazione delle specifiche esigenze, Cofely
individua un pacchetto di interventi modulari per
l’efficienza complessiva degli stabili.
Il “Sistema Casa” prevede, infatti, una tipologia di
interventi diversificata: impianti solari termici e/o fotovoltaici, sistemi di micro cogenerazione e a pompa di calore, caldaie a condensazione e/o ad alta
efficienza e sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore. Altre opzioni riguardano, invece, operazioni di isolamento termoacustico dell’abitazione con sistemi a cappotto o ad insufflaggio, fino all’installazione di impianti di diffusione come condizionatori o pannelli radianti. “A seconda
degli interventi – spiega Marcio Decio, Direttore
Polo Residenziale & Oil di Cofely Italia – è possibile raggiungere risparmi sui costi in bolletta per riscaldamento e acqua calda sanitaria che vanno
dal 20% al 45%. Abbiamo all’attivo in tutta Italia
contratti di servizio energia in cui sono integrate, in
maniera modulare, diverse soluzioni: dai sistemi
solari termici e fotovoltaici, alle pompe di calore, alla micro cogenerazione, all’isolamento a cappotto
termico, soluzioni installate presso 50.000 abitazioni monofamiliari e 3.300 condomini dotati sia di riscaldamento autonomo che centralizzato. Ma non
dimentichiamo che gran parte del risparmio, senza sacrificio, arriva anche da un utilizzo attento dell’energia. Per questo motivo, Cofely promuove
presso tutti i suoi clienti l’adozione di comportamenti eco-responsabili con l’obiettivo di ridurre gli
sprechi e rendere le abitazioni più ecosostenibili e
meno energivore”. Il complesso di tecnologie e interventi dell’offerta “Sistema Casa” di Cofely hanno già raccolto le prime adesioni, in particolare nel
Nord Italia. Le prime richieste hanno riguardato l’installazione nelle abitazioni di impianti solari, fotovoltaici e termici e la realizzazione di interventi di
isolamento termoacustico a cappotto. Tra le principali referenze di Cofely, da evidenziare l’installazione di quattro impianti di micro cogenerazione che
alimentano l’istituto scolastico “Tettamanti” di Busto Arsizio e tre condomini dislocati nei Comuni di
Parabiago e Busto Arsizio (VA). Tali impianti consentono ogni anno risparmi che in media oscillano
tra il 10 e il 20% sulla spesa termica; per la parte
elettrica, invece, i vantaggi in bolletta vanno dal
15% al 20%.
Roma Capitale, serve una svolta nella gestione politica e amministrativa
Gli ultimi dieci mesi di governo
del Comune di Roma Capitale e
l epilogo del " Salva Roma" sono solo il finale del racconto del
fallimento della cosiddetta Élite
della nostra Città. In questo disastro economico e politico che
vive la Città ci sono le responsabilità di tutta una classe dirigente; certamente della politica
ma anche delle forze economiche e sociali se la Città e' degradata prima di tutto nelle idee,
nella tensione culturale e nella
vision del futuro. I due decenni
trascorsi sono stati gli anni del "
nulla" mentre il mondo cambiava in modo radicale e a velocita'
straordinaria.
Un nulla offuscato e nascosto
da tanta comunicazione e tanto
consociativismo conservativo
delle posizioni e degli interessi
particolari. Con un dominus che
dava le carte, teneva il tavolo e
si inventava chi doveva gover-
nare la Città e la Regione. Qualche volta prendendoci ma il più
delle volte con invenzioni veramente bizzarre.
Una situazione che ha prodotto
un combinato disposto micidiale che ci ha consegnato Comune e Regione tra i più indebitati
e sull orlo del default, le addizionali tributarie più alte d Italia e
servizi e città' degradati.
In questo resoconto non può
essere taciuto il penoso svolgersi della vicenda della Camera di
Commercio di Roma impantanata da cinque anni per stucchevoli guerre di potere mentre
i propri asset macinano perdite
bruciando le ingenti risorse dei
diritti versati dalle imprese. La
Camera di Commercio e' il luogo della Élite economica della
citta' e come si vede la situazione e lo stato di salute pessima
di cui gode non si discosta da
quella del resto dei centri della
governance e del potere romano.
È ovvio che tutto ciò è il frutto di
come si e inteso e praticato il
governo della Città e della Regione e di come i diversi attori
hanno condiviso modalità e
scelte.
Modalita' che non hanno permesso di perseguire una Vision
di Città del futuro, di fare di Roma una grande Città a internazionale, un grande attrattore di
investimenti, di fare del suo
brend e dei suoi asset naturali
di turismo e cultura il punto di
forza economico. Ci si e' adagiati a fare piccolo cabotaggio e
spartizione.
In questo contesto si e' costruito un mostro fatto di decine di
Società' rimpinzate di Personale, non bastassero le decine di
migliaia di dipendenti diretti. Si
e' consolidato un andazzo dove
in un patrimonio immobiliare di
quasi 50.000 abitazioni del comune ci si puo' abitare pagando qualche decina di euro di affitto e al Comune restano le manutenzioni.
Mai si e posto all'ordine del giorno la necessita Di riorganizzare
funzioni e servizi e l intera macchina pubblica come deve avvenire in ogni sistema organizzato
per avere costi adeguati e efficenza del servizio.
Questo procedere mellifluo e un
po provinciale e' avvenuto mentre le grandi metropoli dell'Europa e del mondo crescevano diventando motori di sviluppo di
grandi aree dei loro Paesi.
Oggi siamo arrivati all'ultimo giro di giostra. Anzi e auspicabile
che lo sia veramente e che non
ci si conceda una ulteriore moratoria.
Roma Capitale va rifondata in
tutti i suoi fondamentali. Serve
un progetto di risanamento e ri-
strutturazione come avviene in
tutte le realtà organizzate qualora si arriva a crisi così profonde.
Serve un progetto di futuro partendo dalla dimensione e strumentazione di Roma Capitale
come area vasta uscendo dal
retaggio di provincialismo che
tutto ha ottenebrato in questi
decenni.
Serve un idea di quali sono gli
asset sui quali orientare lo sviluppo di Roma per i prossimi
venti anni turismo, cultura, sapere e ricerca, rigenerazione urbana eco sostenibile, qualità e
coesione e su questo costruire
una politica.
Con questi vincoli politici assume un significato positivo un intervento indispensabile come
potrebbe essere un " nuovo salva Roma"....se fosse solo una
pezza meglio prendere atto che
si è toccato il fondo.
Carlo Mitra
6
Un volume racconta le storie dei preti anticamorra
Chiesa e dintorni
La Voce Sociale
pagina a cura di Carmine Alboretti - per segnalazioni scrivere a: [email protected]
giovedì
27 febbraio 2014
“La buona novella” (Guida editore) di Ilaria Urbani sarà presentato domani nel foyer del Teatro
Bellini a Napoli. Il libro è dedicato a don Peppe Diana ucciso per la sua testimonianza di Fede
di Carmine Alboretti
Tredici capitoli, tredici testimonianze
di sacerdoti che dedicano interamente la propria esistenza agli ultimi. Una Chiesa in prima linea, vicina alle persone e lontana dagli intrighi di palazzo. Ecco,
insintesi, il contenuto del volume “La buona novella” di
Ilaria Urbani, edito da Guida
e con la prefazione di Roberto Saviano. Il libro sarà presentato domani alle ore 18 al
Marotta&Cafiero store, nel
foyer del Teatro Bellini di Napoli. Dialogheranno con l’autrice: Rosario Esposito La
Rossa,
scrittore
ed
editore,Valentina Castellano,
e l'editore Diego Guida. L’attrice Tonia Garante interpreterà alcuni brani dell’opera.
I protagonisti della buona novella sono il cappellano del
carcere di Poggioreale don
Franco Esposito; don Aniello
Manganiello, ex parroco di
Scampia; padre Antonio Bonato, missionario comboniano a Castel Volturno; padre
Carlo De Angelis, una vita al
fianco dei tossicodipendenti;
padre Fabrizio Valletti, gesuita a
Scampia; don Gaetano Romano,
che opera nella periferia orientale
sin dal caos post terremoto; don Antonio Loffredo, che ha scommesso
sull’impresa solidale per salvare il
rione Sanità da abbandono e camorra; don Félix Ngolo, che fa del
calcio un momento di integrazione
nell’hinterland flegreo; don Vittorio
Siciliani, memoria storica di Scampia fin dagli anni in cui furono costruite le Vele; don Tonino Palmese,
con la sua opera di diffusione della
legalità e il sostegno ai parenti del-
le vittime di camorra; don Mario
Ziello, voce battagliera dai Quartieri Spagnoli; padre Domenico Pizzuti ed il suo impegno per la convivenza con i rom; padre Alex Zanotelli,
dall’Africa a Napoli per la rivoluzione dal basso.
Il volume è dedicato alla memoria di
don Peppe Diana, il prete antica-
In un sito tutte le news
sul prossimo viaggio
del Papa in Terra Santa
morra, autore del manifesto “Per
amore del mio popolo non tacerò”
barbaramente ucciso dai sicari della
camorra in odio alla sua testimonianza di Fede viva ed autentica. Il
vero volto di una Chiesa come, come auspica Papa Francesco, reca
con sé l’odore delle proprie pecore e
non abbandona il territorio.
Sante Parole
“Mai dimenticare i cristiani perseguitati”
Pensiamo a tanti fratelli e sorelle cristiani, che soffrono persecuzioni a causa della loro
fede. Ce ne sono tanti.
Forse molti di più dei primi secoli. Gesù è con loro. Anche noi siamo uniti
a loro con la nostra preghiera e il nostro affetto;
abbiamo ammirazione
per il loro coraggio e la loro testimonianza. Sono i
nostri fratelli e sorelle,
che in tante parti del mondo soffrono a causa dell’essere fedeli a Gesù Cristo. Li salutiamo di cuore e con affetto.
Alla fine, Gesù fa una promessa che è garanzia di vittoria:
"Con la vostra perseveranza
salverete la vostra vita". Quanta speranza in queste parole!
Sono un richiamo alla speranza
e alla pazienza, al saper aspet-
tare i frutti sicuri della salvezza,
confidando nel senso profondo
della vita e della storia: le prove
e le difficoltà fanno parte di un
disegno più grande.
Angelus
del 17 novembre 2013
Http://popefrancisholyland2014.lpj.org:
è questo l’indirizzo del sito ufficiale del
viaggio apostolico di Papa Francesco in
Giordania, Israele e Palestina che si
svolgerà dal 24 al 26 maggio prossimo.
Secondo quanto riferisce il Franciscan
media center, il centro televisivo e multimediale della Custodia di Terra Santa,
il sito, promosso dall’Assemblea degli
Ordinari cattolici di terra Santa, è in sette lingue (arabo, ebraico, italiano, inglese, spagnolo, portoghese e francese) e
si apre con la foto dello storico incontro
tra il patriarca Atenagora e papa Paolo
VI nel 1964 a Gerusalemme seguita da
quella raffigurante Bartolomeo I con papa Francesco, del 2013 a Roma.
Al suo interno, inoltre, sono presenti diverse sezioni che danno informazioni
sui motivi del viaggio, sui cristiani di Terra Santa, sui 50 anni dalla visita di Paolo VI a Gerusalemme.
Nel sito, che viene aggiornato e riempito in questi giorni, non mancano informazioni sui Papi in Terra Santa, sull’ecumenismo e sulle Chiese locali.
Queste ultime hanno istituito diverse
Commissioni che sono al lavoro per organizzare, di concerto con la Santa Sede, ogni dettaglio del viaggio papale che
avrà nell’incontro al Santo Sepolcro, tra
Papa Francesco e Bartolomeo I, uno dei
suoi momenti principali.
CLERICUS
CUP
Tutto pronto
per la partenza
dell’VIII edizione
"Il mio capitano è Papa
Francesco”. Con questa scritta sulle magliette, scenderanno in
campo gli atleti della
“Clericus cup”, che ritorna a marzo. L’ottava
edizione del mondiale
calcistico
pontificio,
promosso dal Centro
sportivo italiano, in collaborazione con l’Ufficio
sport della Cei e con il
Pontificio Consiglio della cultura, verrà presentata venerdì alle ore 11,
presso l’Auditorium Minor del Centro Congressi Agostiniano, in
via Paolo VI 25, a due
passi dal Vaticano.
“Il compito di un capitano - spiega don Alessio
Albertini, commentando
la scritta sulle magliette
- è quello di trascinare
la squadra, di essere
punto di riferimento nei
momenti più difficili, di
dare coraggio ai giocatori più sfiduciati, di essere uomo simbolo...”.
7
Lettere...
La Voce Sociale
giovedì
27 febbraio 2014
...e opinioni
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Age: Droghe
leggere libere?
Assist
alle mafie
di
Fabrizio Azzolini*
“Tacere sarebbe il miglior commento all’affermazione di Mario
Staderini dei radicali italiani che
durante UnoMattina ha invitato “le
famiglie a educare i figli all’uso
delle sostanze stupefacenti”. Una
dichiarazione d’effetto tipica della
tecnica comunicativa dei radicali
per far parlare di sé. Ma come genitori non possiamo tacere di fronte a tale inquietante gravità e irresponsabilità. Rispondiamo con dati e studi
scientifici alla mano, a
differenza di Staderini
che continua a sparare
strumentalmente ricerche a caso senza citare
le fonti, probabilmente
perché non le conosce
o, peggio, fa finta di non
conoscerle.
Le droghe non sono
mai leggere. Liberalizzare o, peggio, legalizzare le droghe leggere
è un assist alle mafie. Lo
dimostrano, appunto, studi scientifici internazionali, il Dipartimento
per le Politiche antidroga, il Procuratore nazionale antimafia.
1) Dati Sdo del Ministero della
Salute: il fumo di cannabis ha
portato a registrare l’aumento
delle patologie psichiatriche droga collerate come la schizzofrenia e dei ricoveri d’emergenza
presso i pronto soccorsi. Il 16%
dei ricoveri per intossicazioni
acute da droghe è dovuta alla
cannabis, dato che sale al 44%
nei minorenni.
2) Fonte Emcda: In Europa i ricoveri per intossicazione acute
da droghe dovute a cannabis è
del 22%.
Quanto è leggera una droga che
produce un numero così elevato
di ricoveri ospedalieri di emergenza?
1) Studio del Nida (National institute on drug abuse) in California
proprio durante il dibattito sulla legalizzazione: il solo discutere di
legalizzazione diminuiva negli
adolescenti la percezione del rischio derivante dall’uso di cannabis e, quindi, aumentava l’uso della droga. La percezione negli adolescenti che l’uso delle sostanze
sia socialmente tollerato ne face-
va aumentare la probabilità d’uso.
2) Studio condotto negli Stati Uniti durato 30 anni: il 17% dei teenager usa la droga quando la disapprovazione sociale, mantenuta anche attraverso leggi non permissive, e la percezione del rischio verso la cannabis sono alte
(90%), ma quando la disapprovazione scende al 47% sale al 49%
l’uso della droga nei teen-ager.
Quindi, esattamente il contrario di
quanto vanamente sostenuto da
Staderini.
1) Nessuno studio e nessuna evidenza scientifica dimostrano che
legalizzare riduca gli introiti delle
organizzazioni criminali. Al contrario il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti è netto: ‘Liberalizzare le droghe leggere non
Le droghe non sono mai leggere
Liberalizzare o, peggio, legalizzare
le droghe leggere è un assist alle mafie
Lo dimostrano, appunto, studi
scientifici internazionali, il Dipartimento
per le Politiche antidroga
L’Università di Pisa sale al 24° posto per la Fisica
nella “QS World University Rankings by Subject”
Nell’anno del 450° anniversario
dalla nascita di Galileo, per l’Università di Pisa arriva un riconoscimento internazionale proprio nella
disciplina in cui lo scienziato pisano ha dato i contributi più significativi. Nelle classifiche Top 200 appena pubblicate dal “QS World University Rankings by Subject”, l’Ateneo sale al 24° posto nel mondo
proprio nella Fisica, scalando ben
18 posizioni rispetto allo scorso anno, quando occupava il 42° posto.
L’indagine di QS, l’agenzia Quacquarelli Symonds che dal 2004 valuta i migliori atenei del mondo e
che da quattro anni stila classifiche
anche dei singoli ambiti disciplinari, si basa principalmente su qualità della ricerca, indici di occupabilità dei laureati, numero di citazioni
e impegno a favore dell’internazionalizzazione.
La buona performance dell’Univer-
sità di Pisa è confermata anche
dagli altri 11 posizionamenti di prestigio raggiunti nei vari settori: nelle “Natural Sciences”, oltre al successo della Fisica, l’Ateneo ottiene
tra il 101° e 150° posto nella Matematica. Una bella sorpresa arriva
dai ranking delle “Arts and Humanities”, dove l’Ateneo si conferma
tra il 101° e il 150° in Storia, e debutta tra il 151° e il 200° posto in
Lingua e letteratura inglese, Linguistica e Filosofia.
Migliora anche la Medicina che,
nel settore delle “Life Sciences &
Medicine”, passa dal 151°-200° al
101°-150° posto. Stabile invece la
disciplina di Farmacia, che si mantiene nella posizione 151°-200°.
Nel settore “Engineering & Technology” confermata la posizione dell’Ateneo pisano tra 101°-150° nell’Informatica e tra 151°-200° nell’Ingegneria Elettrica.
LA STORIA DEL GIORNO
di Gino Zaccari
Finisce “Desert storm”, l’Iraq si arrende
toglie affari alle mafie. Così come
non è stato con le sigarette e con
il gioco d’azzardo. La legalizzazione dell’azzardo non ha sottratto spazi ai clan, perché questi
fanno sempre un’offerta concorrenziale. Lo hanno fatto anche
con il contrabbando di sigarette’.
Smentita, quindi, la tesi di Staderini.
1) Capo Dipartimento per le Politiche antidroga, Giovanni Serpelloni: “E’ illusorio pensare che la
legalizzazione della sola cannabis possa avere un impatto sugli
introiti delle mafie che vivono soprattutto della vendita di eroina,
cocaina, metamfetamina e ora
anche di altre 300 nuove droghe
sintetiche vendute su internet. Legalizzando uno solo prodotto, ad
esempio la cannabis, non si produrrebbero danni commerciali tale da mettere in crisi le organizzazioni criminali, come dimostrato
da studi statunitensi. Viceversa si
produrranno nuovi costi sanitari e
sociali”.
Quindi, caro Staderini, dovremmo
legalizzare anche tutte le altre sostanze?”.
*Presidente nazionale Age
Associazione italiana genitori
Oggi nel 1991 Terminava la Guerra
del Golfo, quella
che viene definita
“la prima guerra
del villaggio globale” poiché segna uno spartiacque nel campo
della partecipazione mediatica delle
popolazioni civili all’evento bellico,
i tg seguirono gli scontri e le evoluzioni diplomatiche 24 ore su 24,
persino i bombardamenti notturni
vennero ripresi in diretta e trasmessi a tutte le televisioni del
globo.
Il conflitto vede una coalizione alleata di 35 stati, guidata dagli Stati Uniti, su mandato dell'ONU, con
il compito di far rientrare nei propri confini l'Iraq di Saddam Hussein che la mattina del 2 agosto
1990, con 100.000 uomini e 300
carri armati aveva invaso il piccolo stato del Kuwait piegato dopo 4
ore di vana resistenza. Inizia un
braccio di ferro diplomatico tra lo
stato arabo e le Nazioni Unite, in
una situazione di grande instabilità di tutta l'area anche a causa dei
frutti delle continue interferenze,
in particolare degli USA, negli
equilibri dello scacchiere mediorientale.
Dopo
numerosi
tentativi di risoluzione pacifica, anche
attraverso
sanzioni, scatta
l'intervento armato
degli alleati che
impiegano circa
650.000
uomini
contro i 500.000
irakeni, ma è soprattutto grazie al pieno controllo dello spazio aereo e delle acque del
Golfo Persico, oltre ad una considerevole superiorità tecnologica,
che la guerra prende fin dalle prime battute una piega negativa per
le truppe di Saddam Hussein. Nel
rispetto del mandato ONU l'offensiva viene arrestata non appena il
territorio del Kuwait è libero dalle
truppe irachene senza proseguire
con l'invazione dello stato aggressore.
Uno degli aspetti peggio conosciuti e più oscuri del conflitto è
che al ritorno dalla guerra 50.000
soldati americani contrassero una
malattia del sistema immunitario,
probabilmente causata da vaccini
sperimentali contro l'antrace, nota
come “sindrome del Golfo” i figli di
questi soldati nacquero con gravissime malformazioni e malattie
incurabili, in alcuni casi persino
senza alcuni organi interni.