27022014_Giochi d`azzardo online
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Anno I° n. 14 Giovedì 27 febbraio 2014 NON RICEVE ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO REG. T RIB . R OMA 206/13 EDITORE : S OC . C OOP. “C OMUNICA ” - D IRETTORE euro 0 RESPONSABILE : C ARMINE A LBORETTI DIFENDERE I LAVORATORI È UN DOVERE [email protected] IL MONITO DEL PAPA CONTRO LO SFRUTTAMENTO a pagina 2 Legge elettorale ecco i “paletti” della Consulta per un nuovo testo a prova di bocciatura a pagina 2 Allarme della Cia centomila imprese agricole “divorate” dalla burocrazia in dieci anni a pagina 3 Azzardo online, parla Razzante (Aira): giusto vietare le slot ai minori, ma il gioco legale va tutelato a pagina 4 2 Obiettivo su... La Voce Sociale giovedì 27 febbraio 2014 Legge elettorale nodo decisivo per il Paese Il presidente della Corte Costituzionale indica i “paletti” ai quali devono attenersi le forze politiche: assicurare la “necessaria rappresentanza” ma “rendere possibile la formazione di governi stabili” di Carmine Alboretti La nuova legge elettorale deve, da un lato, assicurare la “necessaria rappresentanza alle diverse articolazioni della società civile” e, dall’altro, “rendere possibile la formazione di governi stabili, fondati su maggioranze non fluttuanti”. Sono questi i “paletti” di cui devono tener conto le forze politiche nell’elaborare la nuova legge elettorale, secondo il presidente della Corte Costituzionale, Gaetano Silvestri. L’alto magistrato ha presentato la relazione sulla giurisprudenza costituzionale del 2013: “La Costituzione non prevede un particolare sistema elettorale - ha chiarito il presidente - né la Corte Costituzionale ha alcuna competenza a colmare questa lacuna, voluta, come risulta chiaramente dagli atti dell'Assemblea Costituente”. Scontato il riferimento alla sentenza con cui la Consulta ha bocciato il famigerato “Porcellum”. A tal proposito il capo dei magistrati che giudicano sulla legittimità delle leggi e degli atti aventi forza di legge ha chiarito che l’assise “non ha esposto una propria formula elettorale, né avrebbe potuto farlo, ma si è limitata a dichiarare costituzional- mente illegittime alcune norme della legge elettorale oggetto di censura da parte della Corte di Cassazione”. Per la Consulta, quindi, “l’arco delle scelte del legislatore è molto ampio, a condizione che non venga irragionevolmente alterato il rapporto di proporzionalità e quindi l'equilibrio tra rappresentanza e governabilità, realizzabile con plurimi strumenti, tutti costituzionalmente compatibili”. Si tratta, a ben vedere, di un “equilibrio dinamico”, giacché la Carta del 1948 “non si limita a preservare l’essenza della proiezione rappresentativa, in una visione statica di mero rispecchiamento delle proporzioni tra i vari gruppi politici esistenti nella società civile, ma è protesa a rendere efficace ed attuabile l'indirizzo politico del governo e della maggioranza parlamentare, vero motore del sistema”. In riferimento al titolo V della seconda parte della Costituzione Sil- Papa Francesco: non sfruttare i lavoratori è dovere di ogni buon cristiano coerente "Chi difende la giusta paga contro lo sfruttamento dei lavoratori non è un comunista ma un cristiano coerente". Nell'omelia della messa celebrata nella domus Santa Marta in Vaticano il Papa torna su un concetto a lui molto caro. Bergoglio cita il passo di un brano dell'apostolo Giacomo, dove si parla di "alcuni incoerenti, che si vantavano di essere cristiani, ma sfruttavano i loro dipendenti". Il Papa, a questo punto, ha ricordato l'espressione contenuta nelle Sacre Scritture. "Ecco: il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre e che voi non avete pagato, grida; e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore Onnipotente". Quindi ha commentato: "È forte il Signore! Se uno sente questo, può pensare: 'Ma questo lo ha detto un comunista. No, no, l'ha detto l'apostolo Giacomo! È Parola del Signore! I cristiani che non sono coerenti fanno scandalo”. La coerenza è necessaria anche nell'opera di evangelizzazione e nel confronto con i non credenti: "Se ti trovi davanti un ateo che ti dice che non crede in Dio - osserva Francesco - tu puoi leggergli tutta una biblioteca, dove si dice che Dio esiste e anche provare che Dio esiste, ma lui non avrà fede. Ma se davanti a questo ateo tu dai testimonianza di coerenza di vita cristiana, qualcosa incomincerà a lavorare nel suo cuore. Sarà proprio la testimonianza tua che a lui porterà quella inquietudine su cui lavora lo Spirito Santo. La grazia che tutti noi e tutta la Chiesa deve chiedere è che siamo coerenti”. Il lavoro è un argomento di cui il Santo Padre parla spesso, sopratutto con riferimento alla ripercussioni che ha sulla dignità dell’uomo. Lo ha fatto, ad esempio, nella omelia della Messa presieduta nel giorno di San Giuseppe Lavoratore, il 1° maggio dell’anno scorso: “Il lavoro è qualcosa di più che guadagnarsi il pane: il lavoro ci dà la dignità! Chi lavora è degno, ha una dignità speciale, una dignità di persona: l’uomo e la donna che lavorano sono degni”. c.a. vestri ha rimarcato che “rivela ogni giorno di più la sua inadeguatezza”, segnalando che “è indispensabile Commissione antimafia il procuratore Gratteri nominato consulente Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, mancato ministro della Giustizia nel primo Governo guidato da Matteo Renzi, sarà consulente della commissione Antimafia. Lo ha annunciato la presidente della Commissione, Rosy Bindi, a margine della presentazione della relazione annuale della Direzione nazionale antimafia. “Si tratta - ha sottolineato l’esponente del Partito democratico - di una nomina preparata da tempo”. Quanto alla mancata nomina di Gratteri a ministro della Giustizia, Bindi ha parlato di “scelta basata sulla prassi consolidata: mai un magistrato in servizio è diventato ministro. Lui ha scelto di continuare a fare il procuratore ed è preziosissimo in quel ruolo, ha ottenuto grandi risultati ed è comunque disponibile a contribuire per l'enorme lavoro che c’è ancora da fare in questo campo”. una energica semplificazione dei criteri di riparto delle competenze” ma si impone anche “il rafforzamento di luoghi istituzionali di confronto, allo scopo di restituire alla politica mezzi più efficaci per governare i conflitti centro-periferia, senza attendere aggiustamenti e rattoppi dal giudice delle leggi”. CONVEGNO CELEBRATIVO A ROMA L’Istituto Internazionale “Maritain” compie 40 anni Si terrà il prossimo 7 marzo, nell’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, un convegno dedicato al 40° anniversario della fondazione dell’Istituto Internazionale Jacques Maritain. Poco dopo la morte di uno dei più importanti filosofi del Novecento (28 aprile 1973), un gruppo di intellettuali provenienti da diversi continenti fondò l’Istituto Internazionale a lui intitolato con lo scopo di continuare la sua riflessione su diversi aspetti della modernità, come “intellettuale in dialogo”. In questi anni l’Istituto ha posto le sue radici in diversi Paesi, e ha affrontato diversi problemi nel campo della metafisica e della epistemologia, dell’etica ma anche della “filosofia pratica”: filosofia dell’arte, della politica, dell’educazione. Uno sforzo particolare è stato compiuto per la formazione dei giovani, orientandoli allo studio della filosofia cristiana in generale e dell’opera di Maritain in particolare, nel confronto con il pensiero contem- poraneo. La necessità di un “aggiornamento” della tradizione cristiana per ripensare la democrazia e ricollocare l’individuo, non più monade isolata ma persona (da qui il “personalismo”), tra diritti e doveri emerge dopo la prima e la seconda guerra mondiale. Maritain fu tra gli antesignani di questo sforzo, che culminò con i risultati del Concilio Vaticano II. Questo convegno, che coincide con l’anniversario della morte del filosofo, si propone di fare il punto sulla azione culturale dell’Istituto realizzata in Italia e nel mondo assieme alle sue associazioni aderenti e di programmare creativamente il prossimo futuro. L’apporto del grande filosofo è stato talmente rilevante che, nel 1968, Papa Paolo VI prese in considerazione l'ipotesi di nominare il filosofo cattolico francese cardinale laico. L’avvocato Teodolfo Mertel fu nominato cardinale da Pio IX nel 1858: non rimase cardinale laico a lungo, perché già nello stesso anno fu ordinato diacono. 3 Obiettivo su... La Voce Sociale giovedì 27 febbraio 2014 La burocrazia è la nemica dell’agricoltura Studio Cia: sette miliardi di euro l’anno. Per ogni singola azienda due euro per ogni ora di lavoro Per produrre la documentazione richiesta ci vuole una persona che se ne occupi cento giorni su 365 Il famelico "dinosauro" della burocrazia negli ultimi dieci anni ha divorato centomila imprese agricole, costrette a chiudere per i costi insostenibili e l’estenuante lentezza della pubblica amministrazione. Il danno è di oltre sette miliardi l'anno: per la singola azienda equivale a due euro per ogni ora di lavoro, 20 euro al giorno, 600 euro al mese, 7.200 euro l'anno. Un "carico asfissiante" che costringe ogni imprenditore agricolo a produrre nei 365 giorni materiale burocratico cartaceo che, messo in fila, supera i quattro chilometri e ha un peso che sfiora i 25 chili. È il quadro che emerge da una ricerca presentata a Roma nel corso della VI assemblea elettiva della Cia, la confederazione italiana agricoltori. Ancora, occorrono otto giorni al mese per riempire i documenti richiesti dalla pubblica amministrazione centrale e locale. In pratica, cento giorni l'anno. Un compito che difficilmente l'imprenditore agricolo può assolvere da solo e, quindi, nel 65 per cento dei casi è co- stretto ad assumere una persona che svolge questa attività o, per il restante 32%, a rivolgersi a un professionista esterno, con oneri facilmente immaginabili. Secondo la Cia il 30% dell'aggravio economico burocratico è addebitabi- le a ritardi, disservizi e inefficienze della pubblica amministrazione. Cifre che diventano ancora più macroscopiche se si prende in considerazione l'insieme dell'imprenditoria del Paese, che spende in burocrazia 61 mi- Il 30% dell’aggravio economico burocratico è colpa di ritardi e disservizi liardi di euro l'anno. Un costo che, ridotto del 25%, comporterebbe un aumento del Pil dell'1,7%. Più del 90% degli agricoltori, secondo il sondaggio Cia, denuncia ostacoli e difficoltà per la propria attività a causa della burocrazia e chiede, quindi, una semplificazione amministrativa e fiscale, indispensabile per lo sviluppo. Asfissiate da questo peso il 25,5% delle aziende agricole ha messo da parte progetti di ammodernamento, innovazione e ricerca, il 21,5 per cento non ha compiuto alcun tipo di investimento, il 18,7 per cento è stato costretto a ridurre le coltivazioni e il 10 per cento, addirittura, a chiudere. Ogni mese le aziende agricole italiane sono costrette, in media, a impiegare dalle cinque alle sei giornate di lavoro per svolgere gli adempimenti amministrativi. La Cia sottolinea che il maggiore onere che sopporta l'imprenditoria agricola italiana (94 per cento) è rappresentato dagli adempimenti specifici richiesti nel settore. Pesanti anche i costi dovuti al fisco (84 per cento) e alla sicurezza sul lavoro (75 per cento). Il 74,5 per cento delle imprese ritiene il costo degli obblighi burocratici un ostacolo alla produzione. Adolfo Spezzaferro RICERCA CENSIS-MINISTERO DEL LAVORO Imprese, il 37% cerca nuove professionalità L’emergenza crisi si sente, ma c’è chi prova ad essere competitivo grazie all’innovazione Nonostante l’emergenza crisi, il 37% delle imprese è a caccia di nuove professionalità, dall'export manager agli agenti di commercio, dagli esperti di comunicazione e nuovi media ai sistemisti e programmatori. La fotografia è del Censis, che ha condotto una ricerca d'intesa con il ministero del Lavoro, per individuare le reazioni delle aziende italiane alla recessione. La condizione di molte imprese è ancora critica, si legge nel Report: il 31,5% si trova in una fase di ridimensionamento, il 52,1% di stazionarietà, il 16,4% è in crescita. E il saldo occupazionale degli ultimi anni è stato certamente negativo: il 33,6% delle aziende ha diminuito i livelli occupazionali, il 20,2% li ha aumentati e il 46,2% li ha mantenuti invariati. I tentativi di innovazione, rileva ancora il Censis, si sono accompagnati in molti casi all'avvio di un processo di ristrutturazione aziendale, spesso doloroso. Il 37,3% delle imprese ha espresso l'esigenza di adeguare il proprio portafoglio di competenze al cambiamento. Si tratta di una minoranza di aziende che hanno dovuto ricercare sul mercato competenze nuove, che prima non esistevano (nel 20,8% dei casi) o che negli anni erano diventate obsolete (17,4%). Tra i nuovi profili richiesti dalle aziende spiccano i commerciali (dagli export manager agli agenti di commercio, ricercati dal 36,4% di queste imprese), i tecnici (32,4%), gli amministrativi (31,4%) e gli ingegneri (25,4%). Da segnalare anche l'elevata richiesta di esperti di comunicazione e nuovi media (ricercati dal 12,2%) e di informatici, sistemisti e programmatori (10,1%). Tra i nuovi profili richiesti spiccano i commerciali i tecnici gli amministrativi e gli ingegneri Il rapporto Censis registra anche una discreta attenzione per la formazione e l'aggiornamento professionale. Un quarto delle aziende (26,9%) è ricorso a interventi di riconversione del personale, due terzi (66,4%) hanno promosso attività interne di aggiornamento e formazione: il 36,2% tramite formatori o consulenti che hanno organizzato attività interne, il 23,8% con la partecipa- zione a fiere, il 20% tramite scambi con fornitori e clienti. Ma la "manutenzione del capitale umano" in tempi di crisi resta difficile. Se si esclude infatti un terzo delle imprese (il 36,7%, per lo più di grandi dimensioni) che considerano l'aggiornamento del personale un fattore centrale, la maggioranza sa che l'impegno su questo fronte non è adeguato: per il 28,4% l'azienda dovrebbe fare di più, il 34,9% è cosciente di non fare nulla su questo fronte. Difensive, espansive, internazionalizzate: queste le molteplici facce della ristrutturazione. Per quel che riguarda la logica difensiva l'intervento sul fronte organizzativo è drastico, con tagli al personale (48,7%), riduzione di orari, riqualificazione e riconversione delle figure professionali esistenti (30,9%). Sono quelle aziende in cui gli esiti appaiono al momento più incerti, a detta degli stessi imprenditori: il 37,4% giudica i risultati ancora non soddisfacenti, se non deludenti. All'estremo opposto, vi è invece un modello di riorganizzazione aziendale che segue una logica molto più spinta e aggressiva, che riguarda però solo l'8% delle aziende. In questo caso la riorganizzazione segue un percorso di forte innovazione nel rapporto con il mercato, nella definizione dei prodotti e dei processi, nell'applicazione delle tecnologie. In queste realtà l'occupazione cresce. L’Antitrust Liberarsi dagli oneri della Pa serve concorrenza "Un'amministrazione pubblica efficiente e una regolazione semplice e trasparente costituiscono una pre-condizione essenziale per lo sviluppo competitivo dell'economia italiana in termini d'innovazione e di crescita. Se nuove imprese entrano sul mercato, si creano nuovi posti di lavoro e si sviluppano prodotti innovativi. Tutto ciò accresce il benessere collettivo sia sotto il profilo economico che sociale. È stato stimato che una diminuzione dell'1% dell'inefficienza della pubblica amministrazione comporterebbe un incremento dello 0,9% del livello del Pil pro-capite". Così il presidente dell'Antitrust, Giovanni Pitruzzella, in audizione presso la commissione parlamentare per la Semplificazione. Quindi, prosegue, "per uscire dalla crisi e stimolare la ripresa dell'economia, il Paese deve liberarsi dei molti oneri burocratici e degli ostacoli che appesantiscono l'esercizio delle attività economiche, impegnandosi in un programma generale e di lungo periodo di semplificazione delle procedure amministrative e di revisione degli attuali assetti regolatori, ancora poco adeguati a garantire il libero funzionamento dei mercati e la fruizione dei benefici che essi producono. Il progetto deve essere bipartisan e va condotto monitorando costantemente gli obiettivi già perseguiti e quelli ancora da raggiungere". Infatti, ha osservato il presidente dell'Antitrust "un contesto farraginoso e soggetto a continui cambiamenti è, di contro, fonte d'incertezza diffusa e di scarsa trasparenza, ossia di condizioni che rendono difficile la programmazione dell'attività d'impresa e degli investimenti, favoriscono l'illegalità, sotto forma di corruzione e di sviluppo dell'economia sommersa, alterano gli equilibri del mercato e aumentano la litigiosità". Pitruzzella ha ricordato che "in Italia, la durata media delle procedure per avviare un'impresa è di circa sei giorni, ma i costi continuano ad essere molto alti. Se nel nostro Paese per avviare un'impresa sono necessari gli stessi tempi degli Stati Uniti, il costo sul reddito pro capite nazionale lordo è del 13% più alto". Inoltre "un imprenditore italiano impiega 269 ore per pagare le tasse e la tassazione incide in misura pari al 65,8% sul suo profitto. L’intervista 4 Giochi d’azzardo online, servono norme omogenee La Voce Sociale giovedì 27 febbraio 2014 Parla il professor Razzante (Aira): da noi controlli severi, ma all’estero c’è il Far west di Carmine Alboretti Su 2.200 “app” categorizzate come “slot machine”, 19 (e crescono ogni giorno) hanno il tag “per bambini”. È un fatto di una gravità inaudita, quello che, nei giorni scorsi, Simone Feder del Movimento No Slot ha denunciato all’opinione pubblica attraverso l’Ansa. “La Voce Sociale” ha sentito il professor Ranieri Razzante dell’Università di Bologna, che, sul tema nel corso della pasÈ giusto sata legislatura - in qualità di consulenvietare te, ha realizzato un l’accesso dossier per la Commissione parlamendei minori tare antimafia. alle app Professore ha sentito che ci sono che emulano slot machine per slot machine: bambini: che ne intervengano pensa? Le slot machine per le forze minori vanno vietadell’ordine te, a prescindere da quali siano i meccanismi premianti. Cioè? Vanno sempre vietate anche se in palio ci fossero degli orsacchiotti di peluche. Però sul tema del gioco dobbiamo essere meno allarmisti. In che senso? Nel senso che il gioco d’azzardo non è illegale in quanto tale. E l’associazione Aira (Associazione nazionale dei responsabili antiriciclaggio) di cui faccio parte e che ho l’onore di presiedere si sta occupando - attraverso un’apposita commissione - della legalità nel comparto giochi e si farà promotrice di un tavolo di lavoro per una regolamentazione più appropriata e organica del fenomeno. Si spieghi meglio, professore. Non condivide, forse, la campagne contro il gioco? È condivisibile l’implementazione di campagne informative che insistano semmai sul fatto che ogni tipologia di gioco può far vincere come perdere e che non bisogna insistere quando si perde, ma anche quando si vince troppo: spesso si tratta di un trucco utilizzato da chi lavora nell’ombra. Il fenomeno del gioco compulsivo è un problema che esiste e va affrontato con la strutture competenti. Ovviamente ai bambini, e più in generale ai minori, non va consentito di giocare in ogni caso. I siti e le applicazioni per cellulare che si rivolgono a bambini vanno oscurati e mi auguro che l’Amministrazione dei Monopoli di Stato intervenga tempestivamente attraverso la polizia postale.Evitiamo, però, di criminalizzare il gioco d’azzardo in quanto tale. Il gioco d’azzardo non è, forse, illegale? È questo l’errore. Mi spiego meglio. Se illegale si riferisce al grado di penetrazione della criminalità organizzata nei siti di gioco online le rispondo, avendo curato, nella precedente legislatura, un dossier per la Commis- sione parlamentare antimafia, che la criminalità nel settore dei giochi online prospera e quindi ci possono essere dei rischi. Ma questo non significa che bisogna trascinare in un vortice l’intera industria del gioco che, tra settore principale e indotto, dà lavoro a qualche centinaio di migliaia di persone ed alle loro famiglie. Il vero problema è un altro. Quale? In Italia ci sono norme severissime sulle autorizzazioni alle concessionarie. Le posso garantire che sono tra le più controllate per quanto riguarda i soggetti coinvolti, le partecipazioni societarie. I Monopoli di Stato, inoltre, erogano provvedimenti sanzionatori ogni qual volta emergono violazioni delle norme. Il problema sono le legislazioni estere. Cioè? Le faccio l’esempio di sito la cui piattaforma di gioco si trova in Gabon o in un Paese dell’Est europeo. L’Amministrazione dei Monopoli di Stato può oscurare i siti per l’Italia, attraverso l’impiego degli uomini e delle donne della Polizia Postale, ma ha alcuna possibilità giuridica di entrare nella politica di gioco delle altre nazioni. Perciò se davvero si vuole affrontare la questione una volta per tutte, bisogna lavorare per colmare il vuoto normativo generato da questa mancata armonizzazione di norme. È ovvio che la criminalità si inserisce nella fase a valle: dal gestore al tabaccaio di turno, all'esercente che viene minacciato per truccare le macchinette presenti nel suo locale. Ma questo è un altro problema di cui devono farsi carico le forze dell’ordine e i giudici. 5 Obiettivo su... La Voce Sociale giovedì 27 febbraio 2014 Edilizia, 225 miliardi in efficienza energetica Secondo una ricerca Cofely, tanto sarà la spesa al 2020. Il “Sistema Casa” prevede una tipologia di interventi diversificata: dai sistemi solari termici e fotovoltaici fino alla micro cogenerazione In che modo la riqualificazione energetica degli edifici residenziali può aiutare l’Italia a centrare entro il 2020 gli obiettivi di risparmio energetico indicati dalla Commissione Europea? L’attuale politica di incentivi approvata dal Parlamento è sufficiente a raggiungere i traguardi fissati dal Pacchetto ClimaEnergia 20-20-20? Nel 2010, in Italia, il mercato potenziale di case da ristrutturare dal punto di vista energetico era costituito da circa 24 milioni di abitazioni, un patrimonio di risorse che, se efficientate, può portare a benefici ambientali e risparmi energetici notevoli. Di queste, non fanno parte le abitazioni costruite dopo il 2001, già dotate di un considerevole livello d’efficienza energetica, e quelle antecedenti il 1919, perché molto antiche e quindi difficilmente inseribili in piani di riqualificazione. Secondo un’elaborazione dati Cofely realizzata nel 2013, la spesa complessiva al 2020 in efficienza energetica nel residenziale sarà di circa 225 miliardi di euro, mentre le risorse impiegate nel settore nel 2012 sono state pari a circa 28 miliardi di euro. Questi numeri promettono bene, specie se si pensa che la cifra preventivata al 2020 corrisponde a più della metà del valore del “mercato disponibile”, stimato in 435 miliardi di euro e rappresentato dalle strutture da efficientare abitate da coloro che hanno interesse a investire e posseggono il reddito necessario a realizzare tali interventi. Se, dal 2013 al 2020, la spesa in efficienza energetica nel settore residenziale dovesse rispettare le ultime previsioni, il contributo del comparto alla sfida lanciata dall’Unione Europa sarà, probabilmente, decisivo. Valutare gli effetti sul mercato della politica degli incentivi è, invece, più complesso. Dal mondo degli investitori arriva, però, un’indicazione: alla politica d’incentivazione del settore vanno aggiunti interventi in grado di favorire una migliore comprensione delle opportunità proposte, capaci di rendere meno difficoltoso l’accesso agli sgravi fiscali. Sgravi fiscali che contribuiscono all’economia nazionale: è stato, infatti, stimato che valgono più di un punto di Pil. “Come operatore di riferimento nei servizi per l’efficienza energetica – commenta Enrico Colombo, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Cofely Italia – non possiamo non notare che oggi molti privati, a causa della farraginosità del procedimento di accesso agli incentivi, hanno difficoltà a godere degli sgravi fiscali e finiscono per rinunciarvi. Ci auguriamo, pertanto, che la conferma dei bonus fiscali, anche per i prossimi anni, sia accompagnata da una semplificazione del procedimento per accedervi, tale per cui esso divenga più “snello” e comprensibile agli utenti. Questo incentiverebbe gli investimenti in efficienza energetica nel mercato residenziale, contribuendo al raggiungimento, per il nostro Paese, degli obiettivi di risparmio energetico fissati dalla Commissione Europea”. In questo scenario, Cofely Italia, per rispondere alle difficoltà e alle richieste che giungono dagli utenti, ha introdotto sul mercato residenziale la soluzione integrata “Sistema Casa”, mediante la quale è in grado di gestire direttamente anche tutte le pratiche necessarie all’ottenimento degli incentivi e detrazioni fiscali oggi in vigore. In seguito ad una diagnosi energetica e ad una valutazione delle specifiche esigenze, Cofely individua un pacchetto di interventi modulari per l’efficienza complessiva degli stabili. Il “Sistema Casa” prevede, infatti, una tipologia di interventi diversificata: impianti solari termici e/o fotovoltaici, sistemi di micro cogenerazione e a pompa di calore, caldaie a condensazione e/o ad alta efficienza e sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore. Altre opzioni riguardano, invece, operazioni di isolamento termoacustico dell’abitazione con sistemi a cappotto o ad insufflaggio, fino all’installazione di impianti di diffusione come condizionatori o pannelli radianti. “A seconda degli interventi – spiega Marcio Decio, Direttore Polo Residenziale & Oil di Cofely Italia – è possibile raggiungere risparmi sui costi in bolletta per riscaldamento e acqua calda sanitaria che vanno dal 20% al 45%. Abbiamo all’attivo in tutta Italia contratti di servizio energia in cui sono integrate, in maniera modulare, diverse soluzioni: dai sistemi solari termici e fotovoltaici, alle pompe di calore, alla micro cogenerazione, all’isolamento a cappotto termico, soluzioni installate presso 50.000 abitazioni monofamiliari e 3.300 condomini dotati sia di riscaldamento autonomo che centralizzato. Ma non dimentichiamo che gran parte del risparmio, senza sacrificio, arriva anche da un utilizzo attento dell’energia. Per questo motivo, Cofely promuove presso tutti i suoi clienti l’adozione di comportamenti eco-responsabili con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e rendere le abitazioni più ecosostenibili e meno energivore”. Il complesso di tecnologie e interventi dell’offerta “Sistema Casa” di Cofely hanno già raccolto le prime adesioni, in particolare nel Nord Italia. Le prime richieste hanno riguardato l’installazione nelle abitazioni di impianti solari, fotovoltaici e termici e la realizzazione di interventi di isolamento termoacustico a cappotto. Tra le principali referenze di Cofely, da evidenziare l’installazione di quattro impianti di micro cogenerazione che alimentano l’istituto scolastico “Tettamanti” di Busto Arsizio e tre condomini dislocati nei Comuni di Parabiago e Busto Arsizio (VA). Tali impianti consentono ogni anno risparmi che in media oscillano tra il 10 e il 20% sulla spesa termica; per la parte elettrica, invece, i vantaggi in bolletta vanno dal 15% al 20%. Roma Capitale, serve una svolta nella gestione politica e amministrativa Gli ultimi dieci mesi di governo del Comune di Roma Capitale e l epilogo del " Salva Roma" sono solo il finale del racconto del fallimento della cosiddetta Élite della nostra Città. In questo disastro economico e politico che vive la Città ci sono le responsabilità di tutta una classe dirigente; certamente della politica ma anche delle forze economiche e sociali se la Città e' degradata prima di tutto nelle idee, nella tensione culturale e nella vision del futuro. I due decenni trascorsi sono stati gli anni del " nulla" mentre il mondo cambiava in modo radicale e a velocita' straordinaria. Un nulla offuscato e nascosto da tanta comunicazione e tanto consociativismo conservativo delle posizioni e degli interessi particolari. Con un dominus che dava le carte, teneva il tavolo e si inventava chi doveva gover- nare la Città e la Regione. Qualche volta prendendoci ma il più delle volte con invenzioni veramente bizzarre. Una situazione che ha prodotto un combinato disposto micidiale che ci ha consegnato Comune e Regione tra i più indebitati e sull orlo del default, le addizionali tributarie più alte d Italia e servizi e città' degradati. In questo resoconto non può essere taciuto il penoso svolgersi della vicenda della Camera di Commercio di Roma impantanata da cinque anni per stucchevoli guerre di potere mentre i propri asset macinano perdite bruciando le ingenti risorse dei diritti versati dalle imprese. La Camera di Commercio e' il luogo della Élite economica della citta' e come si vede la situazione e lo stato di salute pessima di cui gode non si discosta da quella del resto dei centri della governance e del potere romano. È ovvio che tutto ciò è il frutto di come si e inteso e praticato il governo della Città e della Regione e di come i diversi attori hanno condiviso modalità e scelte. Modalita' che non hanno permesso di perseguire una Vision di Città del futuro, di fare di Roma una grande Città a internazionale, un grande attrattore di investimenti, di fare del suo brend e dei suoi asset naturali di turismo e cultura il punto di forza economico. Ci si e' adagiati a fare piccolo cabotaggio e spartizione. In questo contesto si e' costruito un mostro fatto di decine di Società' rimpinzate di Personale, non bastassero le decine di migliaia di dipendenti diretti. Si e' consolidato un andazzo dove in un patrimonio immobiliare di quasi 50.000 abitazioni del comune ci si puo' abitare pagando qualche decina di euro di affitto e al Comune restano le manutenzioni. Mai si e posto all'ordine del giorno la necessita Di riorganizzare funzioni e servizi e l intera macchina pubblica come deve avvenire in ogni sistema organizzato per avere costi adeguati e efficenza del servizio. Questo procedere mellifluo e un po provinciale e' avvenuto mentre le grandi metropoli dell'Europa e del mondo crescevano diventando motori di sviluppo di grandi aree dei loro Paesi. Oggi siamo arrivati all'ultimo giro di giostra. Anzi e auspicabile che lo sia veramente e che non ci si conceda una ulteriore moratoria. Roma Capitale va rifondata in tutti i suoi fondamentali. Serve un progetto di risanamento e ri- strutturazione come avviene in tutte le realtà organizzate qualora si arriva a crisi così profonde. Serve un progetto di futuro partendo dalla dimensione e strumentazione di Roma Capitale come area vasta uscendo dal retaggio di provincialismo che tutto ha ottenebrato in questi decenni. Serve un idea di quali sono gli asset sui quali orientare lo sviluppo di Roma per i prossimi venti anni turismo, cultura, sapere e ricerca, rigenerazione urbana eco sostenibile, qualità e coesione e su questo costruire una politica. Con questi vincoli politici assume un significato positivo un intervento indispensabile come potrebbe essere un " nuovo salva Roma"....se fosse solo una pezza meglio prendere atto che si è toccato il fondo. Carlo Mitra 6 Un volume racconta le storie dei preti anticamorra Chiesa e dintorni La Voce Sociale pagina a cura di Carmine Alboretti - per segnalazioni scrivere a: [email protected] giovedì 27 febbraio 2014 “La buona novella” (Guida editore) di Ilaria Urbani sarà presentato domani nel foyer del Teatro Bellini a Napoli. Il libro è dedicato a don Peppe Diana ucciso per la sua testimonianza di Fede di Carmine Alboretti Tredici capitoli, tredici testimonianze di sacerdoti che dedicano interamente la propria esistenza agli ultimi. Una Chiesa in prima linea, vicina alle persone e lontana dagli intrighi di palazzo. Ecco, insintesi, il contenuto del volume “La buona novella” di Ilaria Urbani, edito da Guida e con la prefazione di Roberto Saviano. Il libro sarà presentato domani alle ore 18 al Marotta&Cafiero store, nel foyer del Teatro Bellini di Napoli. Dialogheranno con l’autrice: Rosario Esposito La Rossa, scrittore ed editore,Valentina Castellano, e l'editore Diego Guida. L’attrice Tonia Garante interpreterà alcuni brani dell’opera. I protagonisti della buona novella sono il cappellano del carcere di Poggioreale don Franco Esposito; don Aniello Manganiello, ex parroco di Scampia; padre Antonio Bonato, missionario comboniano a Castel Volturno; padre Carlo De Angelis, una vita al fianco dei tossicodipendenti; padre Fabrizio Valletti, gesuita a Scampia; don Gaetano Romano, che opera nella periferia orientale sin dal caos post terremoto; don Antonio Loffredo, che ha scommesso sull’impresa solidale per salvare il rione Sanità da abbandono e camorra; don Félix Ngolo, che fa del calcio un momento di integrazione nell’hinterland flegreo; don Vittorio Siciliani, memoria storica di Scampia fin dagli anni in cui furono costruite le Vele; don Tonino Palmese, con la sua opera di diffusione della legalità e il sostegno ai parenti del- le vittime di camorra; don Mario Ziello, voce battagliera dai Quartieri Spagnoli; padre Domenico Pizzuti ed il suo impegno per la convivenza con i rom; padre Alex Zanotelli, dall’Africa a Napoli per la rivoluzione dal basso. Il volume è dedicato alla memoria di don Peppe Diana, il prete antica- In un sito tutte le news sul prossimo viaggio del Papa in Terra Santa morra, autore del manifesto “Per amore del mio popolo non tacerò” barbaramente ucciso dai sicari della camorra in odio alla sua testimonianza di Fede viva ed autentica. Il vero volto di una Chiesa come, come auspica Papa Francesco, reca con sé l’odore delle proprie pecore e non abbandona il territorio. Sante Parole “Mai dimenticare i cristiani perseguitati” Pensiamo a tanti fratelli e sorelle cristiani, che soffrono persecuzioni a causa della loro fede. Ce ne sono tanti. Forse molti di più dei primi secoli. Gesù è con loro. Anche noi siamo uniti a loro con la nostra preghiera e il nostro affetto; abbiamo ammirazione per il loro coraggio e la loro testimonianza. Sono i nostri fratelli e sorelle, che in tante parti del mondo soffrono a causa dell’essere fedeli a Gesù Cristo. Li salutiamo di cuore e con affetto. Alla fine, Gesù fa una promessa che è garanzia di vittoria: "Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita". Quanta speranza in queste parole! Sono un richiamo alla speranza e alla pazienza, al saper aspet- tare i frutti sicuri della salvezza, confidando nel senso profondo della vita e della storia: le prove e le difficoltà fanno parte di un disegno più grande. Angelus del 17 novembre 2013 Http://popefrancisholyland2014.lpj.org: è questo l’indirizzo del sito ufficiale del viaggio apostolico di Papa Francesco in Giordania, Israele e Palestina che si svolgerà dal 24 al 26 maggio prossimo. Secondo quanto riferisce il Franciscan media center, il centro televisivo e multimediale della Custodia di Terra Santa, il sito, promosso dall’Assemblea degli Ordinari cattolici di terra Santa, è in sette lingue (arabo, ebraico, italiano, inglese, spagnolo, portoghese e francese) e si apre con la foto dello storico incontro tra il patriarca Atenagora e papa Paolo VI nel 1964 a Gerusalemme seguita da quella raffigurante Bartolomeo I con papa Francesco, del 2013 a Roma. Al suo interno, inoltre, sono presenti diverse sezioni che danno informazioni sui motivi del viaggio, sui cristiani di Terra Santa, sui 50 anni dalla visita di Paolo VI a Gerusalemme. Nel sito, che viene aggiornato e riempito in questi giorni, non mancano informazioni sui Papi in Terra Santa, sull’ecumenismo e sulle Chiese locali. Queste ultime hanno istituito diverse Commissioni che sono al lavoro per organizzare, di concerto con la Santa Sede, ogni dettaglio del viaggio papale che avrà nell’incontro al Santo Sepolcro, tra Papa Francesco e Bartolomeo I, uno dei suoi momenti principali. CLERICUS CUP Tutto pronto per la partenza dell’VIII edizione "Il mio capitano è Papa Francesco”. Con questa scritta sulle magliette, scenderanno in campo gli atleti della “Clericus cup”, che ritorna a marzo. L’ottava edizione del mondiale calcistico pontificio, promosso dal Centro sportivo italiano, in collaborazione con l’Ufficio sport della Cei e con il Pontificio Consiglio della cultura, verrà presentata venerdì alle ore 11, presso l’Auditorium Minor del Centro Congressi Agostiniano, in via Paolo VI 25, a due passi dal Vaticano. “Il compito di un capitano - spiega don Alessio Albertini, commentando la scritta sulle magliette - è quello di trascinare la squadra, di essere punto di riferimento nei momenti più difficili, di dare coraggio ai giocatori più sfiduciati, di essere uomo simbolo...”. 7 Lettere... La Voce Sociale giovedì 27 febbraio 2014 ...e opinioni D R O G H E L E G G E R E Age: Droghe leggere libere? Assist alle mafie di Fabrizio Azzolini* “Tacere sarebbe il miglior commento all’affermazione di Mario Staderini dei radicali italiani che durante UnoMattina ha invitato “le famiglie a educare i figli all’uso delle sostanze stupefacenti”. Una dichiarazione d’effetto tipica della tecnica comunicativa dei radicali per far parlare di sé. Ma come genitori non possiamo tacere di fronte a tale inquietante gravità e irresponsabilità. Rispondiamo con dati e studi scientifici alla mano, a differenza di Staderini che continua a sparare strumentalmente ricerche a caso senza citare le fonti, probabilmente perché non le conosce o, peggio, fa finta di non conoscerle. Le droghe non sono mai leggere. Liberalizzare o, peggio, legalizzare le droghe leggere è un assist alle mafie. Lo dimostrano, appunto, studi scientifici internazionali, il Dipartimento per le Politiche antidroga, il Procuratore nazionale antimafia. 1) Dati Sdo del Ministero della Salute: il fumo di cannabis ha portato a registrare l’aumento delle patologie psichiatriche droga collerate come la schizzofrenia e dei ricoveri d’emergenza presso i pronto soccorsi. Il 16% dei ricoveri per intossicazioni acute da droghe è dovuta alla cannabis, dato che sale al 44% nei minorenni. 2) Fonte Emcda: In Europa i ricoveri per intossicazione acute da droghe dovute a cannabis è del 22%. Quanto è leggera una droga che produce un numero così elevato di ricoveri ospedalieri di emergenza? 1) Studio del Nida (National institute on drug abuse) in California proprio durante il dibattito sulla legalizzazione: il solo discutere di legalizzazione diminuiva negli adolescenti la percezione del rischio derivante dall’uso di cannabis e, quindi, aumentava l’uso della droga. La percezione negli adolescenti che l’uso delle sostanze sia socialmente tollerato ne face- va aumentare la probabilità d’uso. 2) Studio condotto negli Stati Uniti durato 30 anni: il 17% dei teenager usa la droga quando la disapprovazione sociale, mantenuta anche attraverso leggi non permissive, e la percezione del rischio verso la cannabis sono alte (90%), ma quando la disapprovazione scende al 47% sale al 49% l’uso della droga nei teen-ager. Quindi, esattamente il contrario di quanto vanamente sostenuto da Staderini. 1) Nessuno studio e nessuna evidenza scientifica dimostrano che legalizzare riduca gli introiti delle organizzazioni criminali. Al contrario il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti è netto: ‘Liberalizzare le droghe leggere non Le droghe non sono mai leggere Liberalizzare o, peggio, legalizzare le droghe leggere è un assist alle mafie Lo dimostrano, appunto, studi scientifici internazionali, il Dipartimento per le Politiche antidroga L’Università di Pisa sale al 24° posto per la Fisica nella “QS World University Rankings by Subject” Nell’anno del 450° anniversario dalla nascita di Galileo, per l’Università di Pisa arriva un riconoscimento internazionale proprio nella disciplina in cui lo scienziato pisano ha dato i contributi più significativi. Nelle classifiche Top 200 appena pubblicate dal “QS World University Rankings by Subject”, l’Ateneo sale al 24° posto nel mondo proprio nella Fisica, scalando ben 18 posizioni rispetto allo scorso anno, quando occupava il 42° posto. L’indagine di QS, l’agenzia Quacquarelli Symonds che dal 2004 valuta i migliori atenei del mondo e che da quattro anni stila classifiche anche dei singoli ambiti disciplinari, si basa principalmente su qualità della ricerca, indici di occupabilità dei laureati, numero di citazioni e impegno a favore dell’internazionalizzazione. La buona performance dell’Univer- sità di Pisa è confermata anche dagli altri 11 posizionamenti di prestigio raggiunti nei vari settori: nelle “Natural Sciences”, oltre al successo della Fisica, l’Ateneo ottiene tra il 101° e 150° posto nella Matematica. Una bella sorpresa arriva dai ranking delle “Arts and Humanities”, dove l’Ateneo si conferma tra il 101° e il 150° in Storia, e debutta tra il 151° e il 200° posto in Lingua e letteratura inglese, Linguistica e Filosofia. Migliora anche la Medicina che, nel settore delle “Life Sciences & Medicine”, passa dal 151°-200° al 101°-150° posto. Stabile invece la disciplina di Farmacia, che si mantiene nella posizione 151°-200°. Nel settore “Engineering & Technology” confermata la posizione dell’Ateneo pisano tra 101°-150° nell’Informatica e tra 151°-200° nell’Ingegneria Elettrica. LA STORIA DEL GIORNO di Gino Zaccari Finisce “Desert storm”, l’Iraq si arrende toglie affari alle mafie. Così come non è stato con le sigarette e con il gioco d’azzardo. La legalizzazione dell’azzardo non ha sottratto spazi ai clan, perché questi fanno sempre un’offerta concorrenziale. Lo hanno fatto anche con il contrabbando di sigarette’. Smentita, quindi, la tesi di Staderini. 1) Capo Dipartimento per le Politiche antidroga, Giovanni Serpelloni: “E’ illusorio pensare che la legalizzazione della sola cannabis possa avere un impatto sugli introiti delle mafie che vivono soprattutto della vendita di eroina, cocaina, metamfetamina e ora anche di altre 300 nuove droghe sintetiche vendute su internet. Legalizzando uno solo prodotto, ad esempio la cannabis, non si produrrebbero danni commerciali tale da mettere in crisi le organizzazioni criminali, come dimostrato da studi statunitensi. Viceversa si produrranno nuovi costi sanitari e sociali”. Quindi, caro Staderini, dovremmo legalizzare anche tutte le altre sostanze?”. *Presidente nazionale Age Associazione italiana genitori Oggi nel 1991 Terminava la Guerra del Golfo, quella che viene definita “la prima guerra del villaggio globale” poiché segna uno spartiacque nel campo della partecipazione mediatica delle popolazioni civili all’evento bellico, i tg seguirono gli scontri e le evoluzioni diplomatiche 24 ore su 24, persino i bombardamenti notturni vennero ripresi in diretta e trasmessi a tutte le televisioni del globo. Il conflitto vede una coalizione alleata di 35 stati, guidata dagli Stati Uniti, su mandato dell'ONU, con il compito di far rientrare nei propri confini l'Iraq di Saddam Hussein che la mattina del 2 agosto 1990, con 100.000 uomini e 300 carri armati aveva invaso il piccolo stato del Kuwait piegato dopo 4 ore di vana resistenza. Inizia un braccio di ferro diplomatico tra lo stato arabo e le Nazioni Unite, in una situazione di grande instabilità di tutta l'area anche a causa dei frutti delle continue interferenze, in particolare degli USA, negli equilibri dello scacchiere mediorientale. Dopo numerosi tentativi di risoluzione pacifica, anche attraverso sanzioni, scatta l'intervento armato degli alleati che impiegano circa 650.000 uomini contro i 500.000 irakeni, ma è soprattutto grazie al pieno controllo dello spazio aereo e delle acque del Golfo Persico, oltre ad una considerevole superiorità tecnologica, che la guerra prende fin dalle prime battute una piega negativa per le truppe di Saddam Hussein. Nel rispetto del mandato ONU l'offensiva viene arrestata non appena il territorio del Kuwait è libero dalle truppe irachene senza proseguire con l'invazione dello stato aggressore. Uno degli aspetti peggio conosciuti e più oscuri del conflitto è che al ritorno dalla guerra 50.000 soldati americani contrassero una malattia del sistema immunitario, probabilmente causata da vaccini sperimentali contro l'antrace, nota come “sindrome del Golfo” i figli di questi soldati nacquero con gravissime malformazioni e malattie incurabili, in alcuni casi persino senza alcuni organi interni.