SEYCHELLES di Angela D. Siamo nel grigiore

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SEYCHELLES di Angela D. Siamo nel grigiore
SEYCHELLES di Angela D.
Siamo nel grigiore dell’inverno italiano, abbiamo voglia di mare e di sole. Decidiamo di andare alle
isole Seychelles.
Partiamo la sera da Milano e trascorriamo la notte in volo, all’alba iniziamo ad avvicinarci alla
meta. Guardo fuori ma vedo solo nuvole, quando l’aereo inizia la sua discesa verso Mahe Island,
l’isola di Mahe, mi aspetta la prima fortissima emozione. Sotto di noi vedo dei piccoli puntini verdi
sparsi per l’oceano, più l’aereo si abbassa e più quei puntini diventano verdi.
L’aereo è bassissimo, adesso vedo bene le isole, ne costeggiamo una, è piena di vegetazione,
impervia, ci sono rocce e spiagge. Capisco subito che queste isole sono degne della loro fama.
Non è la prima volta che vado in posti esotici e lontani, ma questa volta provo una forte emozione,
le Seychelles, le isole che avevo sempre sognato, sono sotto di me, fra poco potrò visitarle e
scoprire i loro angoli più remoti.
Quando sbarchiamo a Mahe, sono le ore 06’45 del mattino, il sole è già alto e fa un gran caldo,
fuori dall’aeroporto prendiamo posto sul mezzo che ci porterà all’hotel. Un cartello azzurro con la
scritta “Welcome to Seychelles” ci dà il benvenuto.
Partiamo e dopo i primi chilometri ho la conferma di quello che mi aspettavo, le isole sono piene di
vegetazione, palme, alberi da frutto esotici, orchidee e fiori ovunque, le casette sono piccole e
ordinate ma sembrano tutte ville perché sono immerse in giardini tropicali da favola, tutti naturali.
La popolazione è di razza creola, fino al 1700 le isole erano disabitate, poi furono importati gli
schiavi dai colonizzatori europei e indiani e ciò ha dato vita a questa razza creola dai tratti somatici
bellissimi:
Nonostante l’ora, c’è già molta gente, tanti aspettano i bus, altri sono occupati nelle loro faccende,
sulla strada non c’è molto traffico, solo qualche bus e qualche moto, poche auto.
Arriviamo all’hotel che, come ci aspettavamo, non ci delude, è un edificio coloniale ristrutturato da
poco, quindi nuovissimo, si trova direttamente sulla spiaggia di Anse Forban, nella parte sud est
dell’isola. Al piano terra grandi saloni, con tutte le porte spalancate, si aprono direttamente sulla
piscina, rialzata rispetto al mare e, quindi, panoramica, sotto la spiaggia bianchissima, con un
grande albero e il meraviglioso mare davanti.
Le camere sono poche, come piace a me, quindi anche gli ospiti dell’hotel sono pochi e questo ci
permette di goderci questo paradiso in tutta tranquillità.
Quando saliamo in camera, che è molto luminosa, spaziosa e ben arredata, sono subito attratta
dal terrazzo, che si affaccia sull’incantevole baia di Anse Forban. Al centro del terrazzo è posto un
grande letto imbottito per prendere il sole indisturbati da tutto e da tutti, anche se, in verità, non è
che giù in spiaggia siamo disturbati da qualcuno, visto l’esiguo numero di ospiti dell’hotel ma qui, in
più, abbiamo la vista dall’alto essendo ai piani superiori.
Mi chiedo: il paradiso è qui?
In verità ho visto parecchi paradisi nei miei viaggi, tutti diversi fra loro ma devo ammettere che qui
ci avviciniamo molto.
Dopo una rinfrescata, andiamo subito a vedere la spiaggia, accanto all’hotel c’è il centro
benessere, costruito sulle rocce, molto suggestivo, oltrepassiamo la spiaggetta davanti all’hotel e,
dietro alcuni massi, si apre davanti ai nostri occhi una lunga baia, orlata da alte palme e deserta.
Questa sarà la nostra spiaggia per tutto il soggiorno, gli altri ospiti dell’hotel stanno tutti in piscina a
prendere il sole nei comodi lettini, io rinuncio molto volentieri a quella comodità ma mi godo una
spiaggia deserta e un mare da sogno in tutta tranquillità.
Un giorno vedo tra le palme un piccolo passaggio, guardo dentro e scorgo uno splendido giardino
tropicale pieno di orchidee, è il giardino della vicina del nostro hotel che ha l’accesso diretto su
questa magnifica spiaggia. Come non invidiarla un pochino? Impossibile!
Ogni tanto passa qualche ragazzo del luogo che torna da pescare, uno di loro ha in mano un polpo
gigante e, dietro nostra richiesta, si fa fotografare mentre ci sorride.
L’acqua è azzurra e trasparente ed è un piacere stare immersi in totale relax, ma la voglia di
vedere e di scoprire è troppa, quindi la nostra prima tappa è Vittoria, la capitale.
Alle sei di mattina il sole è già alto e inonda di luce la nostra camera, usciamo e prendiamo il primo
bus che passa e che va versa la capitale, è pieno di gente e di ragazzi che vanno a scuola, tutti
sono molto gentili e cortesi, dai vetri del bus vedo scorrere il panorama e, ogni tanto, passa sotto i
miei occhi qualche spiaggetta da sogno, deserta, orlata di palme, con la sabbia bianchissima, la
classica cartolina che siamo abituati a vedere sui giornali. Ovviamente, nessuno dei passeggeri del
bus ci fa caso, per loro è routine, noi invece scattiamo qualche foto per portarci a casa il ricordo di
quei momenti.
Vittoria, se pur piccola, è una cittadina graziosa, molto viva, con il mercato del pesce, qualche
negozio per turisti, in verità non molti e qualche ufficio e edificio all’europea, noi ovviamente ci
addentriamo a curiosare nei loro negozi, bazar che vendono di tutto, dai vestiti ai piccoli
elettrodomestici, cose povere e un po’ passate, ma che ti fanno capire come vive la gente in quei
luoghi così lontani da noi.
Da un lato della piazza centrale c’è un
tempio induista, con tutte le statuine delle loro divinità sul tetto che lo rendono coloratissimo, il
mercato, anch’esso molto colorato, ha in prevalenza banchi di frutta, allineati ordinatamente per
tipo e per colore e banchi di pesce molto grande.
Andiamo a piedi al porto per prendere gli orari dei traghetti per visitare le altre isole e, sulla strada,
mi fermo a fotografare dei grandi fiori color porpora e degli alberi giganti che ho già visto in Africa
dei quali però non ricordo il nome.
Di prima mattina di un altro giorno ci dirigiamo all’isola di Praslin, prendiamo il traghetto veloce che
ci porterà a destinazione, il mare è blu scuro e lungo il tragitto, vediamo altre isolette, delle quali
andiamo a leggere i nomi sulla carta geografica.
Il porto di Praslin è piccolissimo ma pieno di gente, la prima tappa è d’obbligo alla famosa Valleè
de Mai, una piccola foresta tropicale nell'area centrale dell’isola dove cresce il coco de mer allo
stato naturale, che è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco. Facciamo una passeggiata lungo i
percorsi ombreggiati del suo interno, accompagnati da una guida che ci da tutte spiegazioni sulle
piante e scopriamo che su queste isole ci sono ben centocinquanta tipi di piante endemiche.
All’uscita facciamo le rituali foto con gli
immancabili coco de mer che sono stati messi su un tavolo appositamente per noi. I frutti, famosi
per la loro somiglianza con il bacino femminile, sono grandi e pesanti.
Dopo la Vallè de Mai e un po’ di shopping ci rechiamo alla Cote D’or, la famosa spiaggia di Praslin,
lunga circa tre chilometri, facciamo un meritato bagno. La spiaggia è degna della sua fama,
bianchissima e il mare è azzurro intenso, a guardarla si resta letteralmente abbagliati.
Ogni sera al ritorno in hotel, vado a godermi il tramonto sulla terrazza della nostra camera, proprio
sotto la quale c’è la piscina del resort che, con il buio, diventa scura e, dentro di essa, si
accendono mille lucine che la trasformano in un cielo stellato.
Accanto alla piscina, i camerieri apparecchiano i tavoli sulla terrazza che dà sulla spiaggia, per
tutto il soggiorno la sera ci fanno cenare lì a lume di candela, in penombra, con il mare a pochi
metri, in uno scenario davvero incantevole.
Dopo cena, spesso andiamo a vedere le stelle fuori dall’hotel che, a questa latitudine, sono molto
lucenti e ben visibili, la strada è deserta e l’isola di notte non è illuminata, è tutto buio, solo qualche
fievole lucina appare dalle casette circostanti.
Poi ci aspetta la riunione con la biologa, nell’hotel non c’è animazione, al suo posto c’è la biologa
che, con l’ausilio di filmati e diapositive, ci spiega la flora e la fauna di queste isole. Seguo queste
riunioni con particolare interesse anche perché poi, il giorno seguente, mi diverto a riconoscere le
piante e gli uccelli che ci hanno spiegato la sera prima.
Solo una sera, nell’hotel, c’è stata la festa con musica locale dal vivo e sono venute anche delle
persone del luogo, vestite a festa, con abiti molto colorati, hanno danzato e si sono divertire con
noi.
Altra isola, altra meraviglia. La Digue, la vera perla delle Seychelles, degna della sua fama, è stata
set di film famosi e ha fatto da sfondo a tante pubblicità.
Non ci sono aggettivi per descrivere questa meraviglia, l’isola è piccolina ed è chiusa al traffico, su
di essa ci si sposta solo con i carri trainati dai buoi, in bicicletta o con alcuni mezzi locali, una sorta
di camioncini con due file di posti a sedere gli unici autorizzati a girare per l’isola.
L’isola, al suo interno, è meravigliosa, molto ombreggiata e piena di vegetazione, mangiamo in un
ristorantino sulla spiaggia molto tipico e colorato, la cucina, da queste parti, è creola, a me non
piace ma non si può avere tutto dalla vita!
Dopo pranzo, vediamo le tartarughe giganti, poi ci dirigiamo a quella che è la vera meraviglia delle
isole Seychelles, la famosissima Anse Source d'Argent.
L’accesso a questa spiaggia è a pagamento perché, per accedervi, si deve passare da una
piantagione privata di cocchi e vaniglia.
Il passaggio per arrivare alla spiaggia è già un preludio a quello che vedremo dopo, camminiamo
un po’ sulla spiaggia e un po’ in acqua, scansando grossi massi ed ecco finalmente che si apre
davanti ai nostri occhi la famosa spiaggia con i massi giganti, Anse Source d'Argent, è identica a
quella che avevo visto in tante foto e pubblicità, bella da rimanere senza fiato, i massi, enormi, lisci
e levigati dall’acqua, creano uno scenario da favola, quasi inverosimile.
Andiamo subito in acqua e facciamo un lunghissimo bagno perché, dall’acqua, possiamo ammirare
indisturbati la spiaggia e i suoi famosi massi.
Anche qui, come ci è capitato altre volte in altri viaggi, siamo stati fortunati, la spiaggia è quasi
deserta e questo ci permette di ammirare e di godere di questo luogo in tutta tranquillità.
Sulla spiaggia, ci sono alcune bancarelle in legno, con i ragazzi locali che preparano macedonie
con frutti tropicali, buone e dissetanti.
La spiaggia è protetta dalla barriera corallina e, quindi, dalle onde oceaniche, ci sono tanti coralli,
praterie marine e pesci.
Tornati sull’isola di Mahè, il mattino seguente, andiamo alla scoperta di altre sue spiagge, visitiamo
Beau Vallon, località famosa a tre chilometri dalla capitale, una lunga baia che non mi ha
entusiasmato più di tanto, perché, è un po’ più turistica, mentre io amo i posti più incontaminati.
Altro giorno, altra zona, usciamo di buon mattino e prendiamo un bus per dirigerci a Port Lunay. A
metà strada dobbiamo cambiare, saliamo la montagna al centro dell’isola e quando discendiamo
vedo che il panorama da questa parte è decisamente bello, di turisti nemmeno l’ombra, ci sono
solo i locali, dal finestrino vedo passare spiagge da sogno e lagune con le mangrovie, una di esse
l’avevo tenuta per diverso tempo come sfondo del desktop sul mio computer, sembra proprio
quella, chissà se lo sarà davvero!
Arriviamo al Port Lunay dove il bus fa
capolinea, non c’è niente, solo qualche casetta, scendiamo e andiamo alla spiaggetta lì vicino, due
alberi giganti ombreggiano la sabbia, un cane mi viene vicino e si fa fare qualche coccola, mare e
spiaggia sono deserti, in acqua c’è qualche barca, un altro angolo di paradiso che ci godiamo
facendo un lungo bagno e riposandoci, poi, sulla spiaggia all’ombra degli alberi.
Quando ritorniamo a prendere il bus, attendiamo un pochino perché non è ancora l’ora di partire e
abbiamo modo di osservare lo scorrere lento della vita del villaggio, alcuni bimbi giocano fuori dalle
piccole casette, i cani distesi per la strada dormono tranquilli, tanto non passa nessuno, un gruppo
di uomini in cerchio sotto un grosso albero fumano e parlano fra loro, la tranquillità regna sovrana
in questo piccolo villaggio fuori dal mondo.
Il penultimo giorno del nostro soggiorno
torniamo a Vittoria per fare gli ultimi acquisti e per rivedere questa vivace cittadina e il suo colorato
mercato, l’ultima sera fotografiamo un tramonto spettacolare dalla terrazza della nostra camera e
la mattina della partenza approfitto della levataccia per fotografare un’alba altrettanto bella.
Bei ricordi che porterò per sempre con me e che mi torneranno in mente quando riguarderò i vari
souvenirs che mi sono portata a casa, come è consuetudine in tutti i viaggi che faccio.
Dopo averle visitate, posso dire che le Seychelles non hanno deluso la loro fama di isole fra le più
belle dell’Oceano Indiano e fra le più affascinanti del mondo e corrispondono perfettamente
all’immagine da cartolina che tutti noi abbiamo di queste isole.
A chi si reca in queste isole consiglio vivamente di non passare tutto il tempo in spiaggia ma di
andare alla scoperta della loro natura e della loro cultura perché ne vale davvero la pena.
Gli abitanti delle Seychelles sono poveri, come in molti paesi del terzo mondo, ma possono vivere
decorosamente grazie alla prosperità della natura e al loro mare molto pescoso.
Le Seychelles si trovano isolate nell’Oceano Indiano, la terra più vicina è a mille chilometri di
distanza, sarà per questo che sono rimaste incontaminate, poco sfruttate dal turismo di massa e,
quindi, incarnano alla perfezione lo stereotipo di paradiso per chi vuol passare una vacanza tra la
natura e le culture esotiche ma anche fra spiagge e mare.