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REGOLE SOCIALI La conoscenza dei meccanismi che regolano i rapporti tra cani può aiutare a comprendere perché il nostro animale si comporta in un particolare modo. L’analisi di un problema non si basa esclusivamente sulla qualità del rapporto che il cane ha instaurato con il proprietario, ma deve prendere in considerazione anche i metodi di insegnamento, i meccanismi di apprendimento, il periodo della socializzazione e la valutazione del periodo evolutivo del cucciolo. La struttura sociale è però importante al fine di poter delegare al migliore elemento l’impostazione delle regole sociali mirate allo svolgimento delle quotidiane attività del branco. Quanto segue è frutto dell’analisi di alcune accreditate teorie. Il cane è un animale con una mente diversa dalla nostra, con i sensi sviluppati in modo differente e la percezione della sua realtà è indubbiamente cinocentrica. Il mondo è come lo vede ognuno di noi ma, nel cane, il senso primario non è la vista bensì l’olfatto (si potrebbe dire: “il mondo è come lo odora ogni cane!”) cioè una realtà basata su percezioni a noi sconosciute. La consapevolezza di questa diversità non è parte del suo bagaglio culturale e quindi non è in grado di formulare il seguente pensiero: “L’essere umano pensa diversamente da me!” Per poter comunicare con il cane, abbiamo dunque il compito di adeguarci al suo istintivo pensiero, piuttosto che pretendere da lui la comprensione del culturale e difficile umano pensiero. Il concetto di uguaglianza è un pensiero astratto, caratteristico della cultura umana, molto più teorico che reale e comunque non applicabile all’istinto canino. Lo studio del comportamento di una specie animale domestica deve tener conto del suo modo di agire istintivo. I cani sono animali differenti dal lupo perché dispongono di una variabilità di comportamenti molto più vasta e di una capacità di adattamento sociale rilevante(1), ma è stato osservato che la sua struttura sociale è molto simile a quella del lupo, cioè di tipo gerarchico - piramidale. Per il cane l’esistenza di tale struttura è molto importante ai fini del suo equilibrio psicologico. In un rapporto uomo – cane, si deve tendere a “inscenare” una situazione in cui, da attore passivo, il cane si ritrovi a impersonare la parte di individuo omega. Per omega si intende l’individuo che, all’interno del branco, ha minori responsabilità e benefici. Molte persone provano un senso di ingiustizia nel trattare il proprio cane come un individuo appartenente a un rango inferiore: molto più che nel rapporto con i bambini, il cane è considerato felice e sereno in un mondo privo di regole e di limiti, pertanto, ignorarlo quando arriva scodinzolando con un giochino in bocca può essere inaccettabile per un proprietario che non abbia ben chiaro il senso di quanto abbiamo detto e diremo sulle regole sociali. 1 Per il cane è importante riconoscere il leader in un individuo che sa il fatto suo e di cui ci si può fidare quando si affrontano momenti difficili; ciò che gli dà sicurezza è sapere che sta vivendo in un branco il cui leader è in grado di far rispettare se stesso e le sue regole da tutti i componenti del gruppo (in breve: se il leader è potente si fa rispettare, se non si fa rispettare è debole). Trattare troppo alla pari un cane di casa può dare origini a stati di sociopatia(2) che possono sconfinare in vere e proprie turbe del comportamento e che, in casi gravi, si concludono con l’aggressione verso i proprietari. Il cane, nella semplicità della sua mente, scinde la sfera gerarchica dalla dimensione affettiva: un cane si legherà a noi con la stessa intensità, sia che ricopra il ruolo di leader, sia di gregario. Il cane è un animale sociale che si concepisce unicamente come parte di un branco, la cui organizzazione è condizionata dal volere del loro capo. Il capo è normalmente l’individuo più equilibrato; l’equilibrio è determinato dalla prestanza fisica e dalla stabilità emotiva. In natura, per diventare capobranco, è necessario prima proporre lo scontro al leader e vincerlo nella lotta dimostrando la propria supremazia e, successivamente, dimostrare di poter mantenere la propria posizione quando un altro pretendente tenta di insidiarla. L’individuo omega, proprio a causa della posizione che occupa, non avrà mai la possibilità di misurarsi direttamente con il capobranco. Rispetto al suo branco, il leader è responsabile: • della prosecuzione della specie • dell’alimentazione • della difesa • della regolazione del comportamento Rispetto al suo branco, il leader gode dei seguenti benefici: • si accoppia e si riproduce • mangia per primo e quindi sceglie il cibo migliore • è rispettato • può interagire con gli individui del branco a suo piacimento • non può essere disturbato L’alterazione di anche uno solo dei punti citati provoca, come in una bilancia, un mutamento dell’equilibrio dei rapporti mettendo in discussione tutta l’organizzazione sociale. Se un lupo usufruisce di privilegi rispetto agli altri è perché ha molte responsabilità, allo stesso modo, un cane che riceve gratuitamente molti benefici 2 deve, anche suo malgrado, farsi carico di responsabilità. Il cane che vive in un branco costituito esclusivamente da consimili avrà tante più responsabilità quanto più è alta la sua capacità di organizzarsi nell’ambiente in cui vive e di conseguenza godrà dei benefici relativi al suo rango: nulla gli è regalato dalla natura. Il cane appartenente a un branco misto(3): • non è in grado di riprodursi senza l’aiuto dell’uomo (se nessun umano aiutasse la femmina in maternità i suoi cuccioli morirebbero di stenti) (4). • non è in grado di procacciarsi cibo (nelle comunità umane sono gli uomini che dispongono delle risorse alimentari e le distribuiscono come meglio credono, anche se i cani che non possono usufruire di tale privilegio possono attingere dai rifiuti urbani). • non è in grado di difendere né se stesso, né il suo branco misto dai pericoli del mondo esterno e tanto meno è in grado di guidarlo in quell’universo. • non è in grado di proporre moduli di comportamento accettabili per lo svolgimento di regolari attività umane. Da una semplice analisi oggettiva di questi dati, possiamo escludere che il cane abbia le capacità per interpretare la parte del leader di un branco misto. Se ci riallacciamo agli insegnamenti della storia, possiamo osservare che la monarchia aveva una falla strutturale: il Re non era tale per le sue qualità, ma per diritto acquisito alla nascita; un paese governato da tale sistema poteva godere di periodi floridi se il regnante era saggio e intelligente, ma anche vivere momenti drammatici e di sbando quando il Re si dimostrava pavido, egoista e incapace di governare il suo regno. Un cane non possiede i mezzi per guidare un branco misto e, se gli si lascia credere di essere il migliore individuo del gruppo, non avrà vita facile. Le informazioni riportate di seguito sono uno strumento utile per coloro che hanno il desiderio di costruire, o ricostruire, la struttura sociale di un branco misto che ponga gli umani come gli unici responsabili del gruppo. Le seguenti tecniche sono basate sull’osservazione del comportamento naturale e propongono di inscenare, in un quadro complesso, un sistema di facile lettura per il cane. Questo strumento deve essere considerato in alternativa, e non di supporto, ai metodi classici che identificavano nello scontro fisico l’unico metro per la misurazione della gerarchia. Premesso che l’obiettivo è ottenere un rapporto spontaneo e sereno, le regole che seguono devono essere considerate dei consigli utili per poter riorganizzare il rapporto con il cane. Quando quest’ultimo comincerà a comprendere che, seguendo le nuove indicazioni, migliora la qualità della sua vita, si potranno concedere graduali 3 eccezioni: è accettabile invitare il cane sul letto, ma è pericoloso permettergli di utilizzarlo a suo piacimento. Alla luce di quanto illustrato finora si può evidenziare che il comportamento del capobranco si manifesta attraverso i seguenti punti: • è concentrato su se stesso, non si preoccupa dei problemi dei singoli individui a lui subordinati e non soddisfa le loro richieste, • decide quando, come e con chi interagire, • ha sempre un atteggiamento sicuro e fiero, • si accoppia, • è paziente, • non è tollerante, • durante le battute di caccia e in caso di difesa precede il suo gruppo ed è sicuro di essere seguito, • usufruisce dei privilegi (cibo migliore, luogo più vantaggioso per riposare e così via), • lascia libertà d’azione a ogni singolo subordinato e interviene nelle attività comuni del branco solo quando si rende necessaria la sua presenza, • vigila sulla qualità dei rapporti sociali e interviene se un lupo si comporta in modo non conforme alle sue indicazioni, • decide chi deve rimanere a guardia della tana madre quando si allontana con il branco, • ha sempre ragione. Il nostro compito è quello di simulare una struttura sociale rispettando i suddetti punti. Di seguito vengono illustrati i consigli per svolgerlo: • Generalmente i cani di proprietà hanno tutto ciò di cui hanno bisogno (evitate di smettere di leggere un libro o di guardare il televisore per giocare con il cane che lo sta chiedendo). • Giocate con il cane nei momenti a lui dedicati e utilizzate il gioco per insegnargli piccoli esercizi di obbedienza e di autocontrollo (seduto, terra, fermo, ecc.). • Per rispetto si intende anche la limitazione della libertà di contatto con gli umani: non dovrebbe essere consentito a un cane di spingerci con le zampe o di saltarci addosso senza chiedere il permesso. Osservando i cani nei parchi si può notare che questi atteggiamenti sono riservati agli individui dominanti e che nessun subordinato si presenterà a un cane forte lanciandosi su di lui. 4 • Mantenete un atteggiamento sicuro facendo anche attenzione alla posizione del vostro corpo (la testa deve essere sempre alta e le spalle aperte). Il cane è un animale che affida gran parte della comunicazione alla postura del corpo e alle espressioni facciali. • Non permettete al cane di disturbare i momenti di intimità con il vostro partner (anche ritrovarselo in mezzo durante un semplice abbraccio non è educativo). • Siate pazienti (i cani elaborano le informazioni ricevute in tempi lunghi, contare fino a cinque prima di ripetere un comando). • Non siate tolleranti (la pazienza e la tolleranza sono due cose molto differenti tra loro: con la pazienza si insegna, con la tolleranza si abbandona un obiettivo). • Insegnate al cane che è vostro diritto e dovere precederlo durante le uscite, deve imparare a rimanere sulla porta di casa finché non gli permettete di venire con voi e, durante la passeggiata, deve imparare a camminare al vostro fianco quando gli viene richiesto (è necessario sia che il cane sappia camminare correttamente al fianco del suo conduttore, sia che possa essere libero di annusare e di fermarsi con un margine ampio dato da un guinzaglio sufficientemente lungo). • Consumare il pasto mentre il cane è ancora digiuno lo aiuterà a capire che voi, in qualità di leader, mangiate il cibo migliore. Ciò lo metterà in condizione di non disturbarvi in questo importante momento e mangerà più volentieri il cibo che avrete riservato per lui. • Non offrite cibo da tavola (in nessun documentario si è mai visto un lupo lanciare pezzi di carne a un suo simile). • Evitate la promiscuità d’uso dei luoghi di riposo; i cani non amano condividere i loro spazi con altri individui, soprattutto se estranei: se il vostro animale può utilizzare a suo piacimento il divano, presto lo eleggerà a sua cuccia e quando inviterete un amico a sedersi sul divano potrebbe risentirsi e aggredirlo. • Laddove è possibile, lasciatelo libero di agire e di svolgere la sua vita da cane: quando lo portate al parco lasciatelo libero di scaricarsi in una corsa sfrenata, di annusare quello che vuole e di giocare con qualche suo simile per almeno quindici minuti. • Se esistono i presupposti giusti, potrete anche intervenire con un secco “NO!” qualora il suo comportamento risulti sconveniente, sempre a condizione che siate sicuri di ottenere un immediato risultato. 5 • Sentitevi liberi di allontanarvi lasciando il cane a guardia della casa: non vi dovrete giustificare, né dovrete risultare particolarmente entusiasti quando rientrerete (i lupi, nei loro riti di saluto, misurano la stabilità dell’individuo che fa ritorno alla tana: se è più forte o più debole di quando si è allontanato). • Avete sempre ragione (almeno con il cane!?). Quanto espresso finora non vuole essere oggetto di frustrazione del rapporto che si vorrebbe avere con il cane, ma una semplice guida. Tutte le attività di interazione devono continuare a esistere: carezze, gioco, dialogo verbale, contatto fisico e divertimento. Tuttavia, è molto importante fare in modo che l’iniziativa e i momenti di interazione siano gestiti principalmente dall’uomo. Solo così sarà possibile costruire con semplicità la struttura sociale e, una volta ottenuti i risultati, si potrà godere della presenza di un cane capace di vivere in modo equilibrato e soddisfacente nella nostra difficile società umana. Un’ultima considerazione. Il cane individua il suo leader nell’elemento più autorevole (ma non autoritario). È normale che si affezioni maggiormente a colui che regola con autorevolezza le attività della famiglia piuttosto che a colui che gli offre la ciotola o che lo porta al parco; è anche normale che in una famiglia numerosa il capobranco sia identificato in un solo individuo ma, se tutti i componenti si comporteranno con condotta dominante, il cane li rispetterà in quanto superiori e si limiterà a condurre una vita da soldato semplice in un mondo di ufficiali. L’obiettivo è quello di fornire al cane un branco forte e stabile a cui fare riferimento e non di imporre la nostra supremazia su un “povero animale”. Se un’azienda funziona bene quando il suo capo ha le idee chiare, un branco misto funzionerà altrettanto bene se a guidarlo sono gli umani. Accontentare un bambino in ogni sua richiesta non è cosa giusta e anche con i cani il “buonismo” non produce risultati efficaci. Area del capobranco e compagno/a. Sono definiti alfa, sono gli unici del branco ad accoppiarsi, hanno le maggiori responsabilità, godono di tutti i privilegi. Area della dominanza. Sono presenti i lupi M e F più forti, sono quelli pronti a sostituire il superiore non appena se ne verifica l’opportunità o l’esigenza. Area dei subordinati. Lupi con carattere più dimesso. Non si fanno carico di molte responsabilità e non godono di molti privilegi. Area del membro omega. È diametralmente apposto al membro alfa, è più debole degli altri, può nutrirsi solo se il cibo è abbondante. Fig 1. Struttura sociale del lupo 6 Area del capofamiglia. Gode dei maggiori privilegi e del rispetto di tutti i componenti del nucleo. È il principale responsabile della sopravvivenza della famiglia. Area della dominanza. Occupata dai parenti più prossimi al capofamiglia. Ne fanno le veci in sua assenza. Il loro parere viene tenuto in grande considerazione. Area dei subordinati. Occupata dal resto dei familiari che non avranno ruoli determinanti nella conduzione della famiglia. Area del cane. È più debole degli umani, può nutrirsi solo se il cibo è abbondante e quando l’uomo decide di somministrarlo. È la migliore struttura proponibile. Il cane vive con gli umani da oltre 12.000 anni, mentre la struttura sociale umana ha dato inizio a un sensibile cambiamento soltanto negli ultimi 50 anni. Fig 2. Struttura sociale umana mista con cane domestico Nel cane inselvatichito non si riscontra un elemento capobranco. Tutti i componenti del branco si confrontano con un rapporto dominanza-subordinazione. Le attività sociali sono più individuali e meno regolate rispetto a quelle del lupo. Area della dominanza. Sono presenti i cani M e F più forti, in genere si legano in coppie monogamiche che si accoppiano a ogni estro. Area dei subordinati. Cani con carattere più dimesso. Anche in quest’area si formano coppie monogamiche che si accoppiano a ogni estro. Per la loro natura spazzina si procacciano cibo nelle discariche dei rifiuti umani o, mangiano resti di animali raramente uccisi da loro. Avendo cibo a disposizione su un vasto territorio, all’interno del branco non si osservano particolari lotte durante i pasti, che si verificano invece tra branchi rivali per la difesa della risorsa alimentare. Area del membro omega. Individuo più debole rispetto al resto del branco. In caso di diminuzione delle risorse, potrebbe soccombere prima degli altri. Fig 3. Struttura sociale del cane inselvatichito. Questo animale ha perduto la capacità di riorganizzarsi socialmente allo stato libero. La parte mancante della struttura viene compensata dall’essere umano che è in grado di garantire la sopravvivenza a se stesso e ai suoi animali domestici. Attualmente il dingo australiano è l’unico cane che vive allo stato selvatico alimentandosi e riproducendosi senza la collaborazione dell’uomo; è una specie protetta. * * * * * 7 (1) Il cane è un animale territoriale che difende il suo spazio dall’intrusione di suoi consimili esterni al gruppo o di altri animali predatori delle risorse alimentari. Eppure si possono osservare alcune realtà che potrebbero mettere in discussione tale affermazione. Il baubeach è stata una spiaggia in cui, durante i fine settimana, erano presenti centinaia di cani sconosciuti tra loro e liberi di agire. Stranamente, tra i cani che frequentavano questo luogo, soltanto una bassa percentuale stazionava sotto il lettino del proprietario ringhiando e scacciando gli altri cani di passaggio e, ancor più stranamente, spesso gli elementi scacciati si allontanavano senza manifestare alcun disappunto. La stessa cosa è osservabile nelle aree dei parchi pubblici, riservate al libero pascolo dei cani. (2) Sociopatia: Rapporto Sociale non sufficiente. Normalmente nei casi di sociopatia la struttura sociale del branco non è chiaramente definita: il ruolo del leader è in continua discussione e l’individuo con maggior poteri si comporta in modo discutibile e incerto. P.Pageat (1999) (3) Branco composto da elementi di specie differenti in prossimità e in rapporto tra loro: umano – cane; umano – cane – gatto (e/o altri animali domestici). La stragrande maggioranza dei cani vive in un branco misto, quelli che vivono in un gruppo costituito esclusivamente da conspecifici sono in misura ridotta, considerati pericolosi per le comunità umane e quindi combattuti. La possibilità che, senza la mediazione della nostra specie, il cane possa normalmente convivere con altri animali domestici senza predarli è molto bassa e questo, probabilmente, si può attribuire al fatto che il nostro animale non ha mai il problema di trovare cibo per sopravvivere. In sostanza può permettersi il lusso di non mangiare una preda. (4) Da studi effettuati nell’Appennino abruzzese è risultato che nessuno dei cuccioli di cagne inselvatichite è, per cause varie, sopravvissuto sino alla maturità sessuale. Risultati simili si sono avuti in studi effettuati sulle colonie di cani inselvatichiti dell’Alabama e delle isole del Delta del Nilo(i). È probabile che l’evento si verifichi perché la cagna in maternità non è sostenuta, come avviene nel lupo, dal resto del branco e per procurarsi il cibo deve lasciare i cuccioli soli nella tana alla mercé di volpi, mustelidi e uccelli predatori(ii). (i) Fico R. “Studio e gestione di una popolazione canina” Rapporti di sanità pubblica veterinaria (ii) Carucci A., Zacchia C. “Monitoraggio del randagismo canino e dei lupi in un’area del parco dei Monti Lucretili” 1999 Ringrazio Chiara Giordano, Sara Di Nepi, Elena Fantasia e Cinzia Stefanini per l’aiuto fornito alla stesura di questo articolo. 8